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Breve introduzione alla terapia Di Bella La terapia di bella un metodo alternativo ai trattamenti tradizionali utilizzato nella cura dei

i tumori con lo scopo e di ridurre le dimensioni della neoplasia o di arrestarne o rallentarne la crescita e comunque in tutti i casi di migliorare la qualit di vita del paziente. Tutto questo senza ricorrere a trattamenti aggressivi come la chemioterapia che in buona parte dei pazienti risulta essere inefficace e spesso determina un brusco peggioramento delle condizioni generali del malato a causa dei devastanti effetti collaterali. D'altronde la terapia di bella poco o per niente tossica tanto da essere benissimo tollerata dalla stragrande maggioranza dei pazienti che possono continuarla per lunghi periodi di tempo, in buona parte dei casi anche per anni. Infatti la terapia, non essendo gravata da significativi effetti collaterali, viene eseguita a casa del paziente stesso grazie alla semplice collaborazione dei famigliari e, per i soggetti autosufficienti, anche in perfetta autonomia, senza ricorere all'aiuto di alcuno. La terapia inoltre perfettamente compatibile con una qualit di vita perfettamente normale tanto che sono molti i pazienti in et lavorativa che la praticano senza avere alcun disagio nello svolgimento della loro professione. In poche parole, con la terapia di bella, si realizza la convivenza con la malattia che non sar pi! vista come un fenomeno in grado di uccidere in breve tempo il paziente, bens" come una patologia cronica con la quale il paziente si abituer a convivere assumendo quotidianamente la terapia adeguata per tenerla sotto controllo. La terapia consiste di almeno quattro farmaci che devono essere assunti agli orari prescritti dal medico. In associazione a questi farmaci ne vengono talora aggiunti altri sulla base dell'origine della malattia e dell'eventuale presenza di metastasi o di altre complicanze. I quattro farmaci principali sono# uno sciroppo galenico a base di vitamina $ e di vitamina %, la bromocriptina o altro farmaco analogo, la melatonina che deve essere rigorosamente coniugata con adenosina in percentuali ben precise e la somatostatina che pu& essere in alcuni casi sostituita da un suo analogo di sintesi. Lo scopo principale della terapia quello di modificare l'ambiente intorno al cancro rendendoglielo ostile in maniera che esso, costretto a vivere all'interno di questo ambiente reso pi! difficile dalla terapia, non riesca a svilupparsi e arresti la propria crescita o addirittura muoia. Inoltre le cellule sane, stimolate da alcuni principi attivi della terapia, vanno invece incontro ad un potenziamento delle loro funzioni e diventano pi! forti ed in alcuni casi pi! aggressive nei confronti della malattia. 'el ())* iniziata una sperimentazione ufficiale sulla terapia di bella voluta, a seguito delle manifestazioni popolari a favore di questo trattamento, dal +inistero della ,anit italiano. Dopo alcuni mesi tale sperimentazione stata considerata fallita nel senso che gli organi competenti della medicina ufficiale, ai quali era stato delegato il compito di valutarne l'efficacia e l'attivit, ha affermato che la terapia di bella non dotata di sufficiente attivit antitumorale da giustificare un proseguio della sperimentazione su altri pazienti. 'aturalmente sono scoppiate polemiche di vario tipo alcune fondate su fatti certi altre meno. Indipendentemente dai numerosi motivi che sono stati in tempi diversi addotti come causa del fallimento della +D-, quali ad esempio, l'uso di farmaci non adeguati, la non aderenza dei protocolli applicati a quelli che erano i dettami del Di -ella, oppure la casistica composta di pazienti con patologia troppo avanzata od un interesse economico sotterraneo, una delle principali motivazioni per la quale la sperimentazione fallita deve essere ricercata nel fatto che l'obiettivo programmato era effettivamente difficile da raggiungere e, dato il tipo di pazienti arruolati, la maggior parte dei quali con patologia molto avanzata sarebbe stata difficile da raggiungere qualunque terapia fosse stata applicata. Infatti non semplice ottenere una vera risposta antitumorale tramite la terapia farmacologica qualunque essa sia, poich come risposta antitumorale si intende la riduzione di almeno il ./0 della massa del tumore. Il paziente che non ottiene tale riduzione, ma, ad esempio, vede ridurre le dimensioni della sua malattia del

1/0 oppure la vede arrestarsi nella sua progressione non stato considerato utile ai fini della valutazione dell'efficacia della terapia di bella. % molti di questi pazienti con risposte parziali o con malattia stabile od ancora con malattia in progressione, ma accompagnata da una buona qualit di vita nonostante il cancro, stata garantita la somministrazione gratuita dei farmaci ancora per molto tempo, ma non avendo dato, secondo i criteri adottati per la definizione di risposta antitumorale , un risultato convincente e definitivo non sono stati presi in considerazione ai fini della valutazione dell'attivit e dell'efficacia della terapia. $d una delle cause principali del fallimento di questa sperimentazione che la sopravvivenza del paziente, cos" come la sua qualit di vita sono state scarsamente considerate nella valutazione finale. Meccanismi d'azione della terapia di bella. Lipotesi centrale della terapia di bella. La filosofia alla base della terapia del Professor Di Bella appoggia sul fatto che tutti gli organismi viventi possiedono sia i meccanismi responsabili della differenziazione e della crescita delle cellule tumorali sia le difese per combattere lo sviluppo delle medesime. 2uando si sviluppa un tumore prevalgono i meccanismi che stimolano la proliferazione caotica ed incontrollata del 3nuovo4 tipo di cellule 5neoplasia6 che, potranno 5o meno6 invadere l7organismo fino ad ucciderlo. 8isto che i meccanismi di controllo di questo equilibrio tra creazione di cellule neoplastiche e loro 3controllo4 appartengono gi al patrimonio dell'organismo, per ottenere un efficace contenimento del tumore dovremo soltanto stimolare adeguatamente tutte le funzioni metaboliche che tendono all7eliminazione delle cellule neoplastiche, inibendo contemporaneamente i meccanismi che aiutano invece la crescita tumorale. In questo modo si ripristiner l'equilibrio originario caratterizzato dalla crescita controllata delle cellule nei diversi tessuti ed organi del soggetto. La terapia del professor di bella agendo sulle cellule sane e sul loro metabolismo e non direttamente sulle cellule tumorali si propone di stimolare i meccanismi naturali di lotta dellorganismo e attraverso !uesti di produrre attorno ad ogni cellula degenerata un ambiente sfavorevole ed ostile per le sue funzioni vitali siano esse di crescita che di riproduzione. 9os" facendo la terapia cerca di ridurre le capacit vitali e riproduttive della cellula malata impedendogli di crescere e di proliferare in maniera abnorme, 'el contempo favorisce la 3maturazione strutturale4 5invecchiamento6 del tessuto tumorale aumentando pertanto le possibilit che le cellule anomale vadano incontro ad una precoce apoptosi e cio alla morte naturale. Lipotesi centrale della chemio e della radioterapia. %l contrario, lo scopo principale dei farmaci chemioterapici quello di esercitare un'azione tossica e distruttiva direttamente sulla cellula neoplastica e quindi di ucciderla. Le terapie radianti invece cercano di uccidere le cellule malate attraverso il bombardamento con radiazioni provenienti da sorgenti esterne 5es. cobaltoterapia6, oppure facendo assorbire attraverso la circolazione sanguigna alle cellule malate un composto radioattivo in quantit letale. +entre nel primo caso si ottiene un effetto di tipo 3chirurgico4 in cui si cercano di uccidere tutte le cellule 5sane o malate6 della zona in cui si sviluppa la massa tumorale, nel secondo il meccanismo d7azione assimilabile, per obiettivi ed effetti 3sistemici4, a quello delle chemioterapie.

Le chemioterapie, che prevedono la somministrazione di veleni od addirittura di coc:tails di veleni, basano, a grandi linee, la loro efficacia sulla maggior 3affinit metabolica4 dei componenti chemioterapici nei confronti delle cellule malate piuttosto che per quelle 3sane4. La funzionalit" dei chemioterapici risulta collegata non ad una vera selettivit" del principio attivo nei confronti delle cellule malate ma alla maggior !uantit" di composto tossico che !ueste riescono ad assorbire dai fluidi corporei rispetto alle loro consorelle sane. #uello che fa la differenza $ la velocit" del metabolismo. Le cellule malate sono in genere molto pi% attive della maggior parte delle sane per cui assorbono molto veleno e in teoria dovrebbero morire con maggior facilit". Purtroppo se !uesto $ generalmente vero esistono alcune eccezioni a !uesta regola. &nfatti esistono anche cellule tumorali in stato di latenza 'dette anche !uiescenti cio$ in una sorta di letargo e pertanto con un metabolismo praticamente fermo( o protette nei cosiddetti santuari cio$ in tessuti poco irrorati che sfuggono alla chemio) mentre purtroppo muoiono avvelenate molte cellule sane e particolarmente le pi% attive. *li effetti secondari e collaterali della chemioterapia. La chemioterapia tende !uindi ad uccidere le cellule tumorali ma per fare !uesto uccide anche molte cellule sane provocando pesanti danni ai tessuti pi! attivi 5 ghiandole# fegato, pancreas, testicoli od ovaie, gangli linfatici, ecc.; cute ed annessi 'epiteli(+ alterazione della pelle, caduta dei capelli e dei peli, danni alle unghie, ecc.; tessuti di rivestimento degli organi interni # stomaco, intestino, vescica e altri; sangue e tessuti emopoietici# globuli bianchi, piastrine e midollo osseo6 ed inoltre alle cellule in 3fase giovanile4 o 3staminale4 che dir si voglia. Da !ui le pesanti conseguenze per la cosiddetta !ualit" della vita dei pazienti sotto trattamento chemioterapico 'estrema debolezza malessere perdita dei capelli sterilit" scarso stimolo sessuale amenorrea diarrea nausea vomito e inappetenza sensibilit" alle infezioni e cos, via(. <ltre ai sintomi sopra descritti che rendono la vita del malato un vero inferno, quello che pi! preoccupa che, passato l'effetto chemioterapico antitumorale, l7organismo spesso non riesce a contrastare efficacemente n= le infezioni esterne n= lo sviluppo delle cellule tumorali eventualmente sopravvissute e questo a causa dei danni al sistema immunitario provocati dai trattamenti. Lorganismo e le sue difese naturali. 9ome detto in altra parte 5La lotta ai tumori6, in ogni individuo si generano di continuo cellule con acidi nucleici 5i componenti del D'% cio del codice genetico6 modificati rispetto alle cellule sane. In condizioni normali queste cellule modificate, e pertanto potenzialmente tumorali, non riescono a sopravvivere all7attacco del sistema immunitario e vengono distrutte. L7insorgere di una neoplasia 3maligna4 si ha solo quando le difese dell7organismo risultano insufficienti a controllare efficacemente lo sviluppo di tali cellule. 2uando si sviluppa un tumore maligno nell'organismo, significa quindi che sono insufficienti i normali meccanismi di controllo e che stanno prevalendo i meccanismi che stimolano la proliferazione caotica ed incontrollata delle cellule modificate, il cui proliferare risulter progressivamente sempre pi! dannoso alle diverse funzioni organiche fino all7estremo di provocare la morte dell7individuo.

>urtroppo allo stato attuale delle conoscenze non si comprendono ancora bene le ragioni di questa 3insufficienza immunitaria4 dell7organismo nei confronti delle neoplasie maligne. #uello che $ certo $ che anche se insufficiente lazione di controllo non viene mai meno neanche !uando il tumore risulta diffuso e sviluppato+ pertanto se opportunamente stimolato il sistema immunitario $ in grado di contrastare lazione del male fino a cronicizzare la malattia consentendo la sopravvivenza del malato anche per lunghi periodi e compatibilmente con la residua funzionalit" dei diversi organi anche !uando il tumore $ in fase avanzata. Perch- si forma un tumore. Le cellule normali del corpo umano vengono quotidianamente sottoposte ad innumerevoli stimolazioni dannose. Tra queste possiamo considerare quelle provenienti dall'esterno 5fattori esogeni6 quali l'inquinamento, il fumo di sigaretta, gli additivi di alcuni cibi, le sostanze ossidanti, e numerosi altri, e quelle interne all7organismo stesso 5fattori endogeni6 come ad esempio alcuni ormoni, imperfezioni nel patrimonio genetico, deficienze immunitarie, eccetera. Il tumore inizia a svilupparsi quando, un brutto giorno e per una qualsiasi delle ragioni su esposte, il meccanismo di riproduzione di una singola cellula 4si guasta4 e questa, invece di proseguire nel suo normale ciclo vitale ed invecchiare naturalmente, subisce un repentino ringiovanimento assumendo le funzioni di una cellula 3giovanile4 e, grazie ad una spiccata attivit riproduttiva ed una crescita disordinata, si scinde con notevole rapidit generando cellule parimenti 3giovanili4; le cellule figlie manterranno tutte le 3nuove4 caratteristiche della cellula madre e a loro volta le trasmetteranno alle loro figlie. La caratteristica fondamentale di !ueste cellule risiede nella capacit" di non essere in grado di invecchiare e di morire con la velocit" delle cellule normali ma anzi innaturalmente immortali di continuare a riprodursi in forma esponenziale dando origine a cellule figlie parimenti giovanili ed attive. &n !uesta situazione se il sistema immunitario non riesce a controllare !uesto folle riprodursi di cellule anomale si sviluppa un tumore maligno. Perch- il tumore cresce e si diffonde. $sistono tumori 3liquidi4 5od ematologici6 che si sviluppano a carico delle cellule del sangue e della linfa, e tumori 3solidi4 che si sviluppano all7interno di un tessuto o di un organo. In quest7ultimo caso le cellule tumorali potranno dare origine una massa tumorale che in molti casi, per meglio alimentarsi e respirare, si dota di una specifica vascolarizzazione In una fase successiva alcune cellule modificate possono staccarsi dalla massa primaria e tramite il flusso sanguigno e?o linfatico diffondersi ad altri tessuti ed organi dando luogo alle metastasi . /ei confronti dei propri nemici siano essi metaboliti naturali o farmaci chemioterapici le cellule tumorali riescono a sviluppare una efficacissima strategia difensiva grazie a continue mutazioni genetiche ed alla conseguente generazione di cloni cellulari resistenti allagente antitumorale. Pertanto i trattamenti chemioterapici prolungati perdono progressivamente di efficacia nei confronti di !ueste cellule che hanno ac!uisito resistenza al farmaco e dopo un certo numero di applicazioni non sono pi% in grado di incidere sullo sviluppo del male. 0na ipotesi sui meccanismi dazione della terapia di bella. La terapia di bella base composta dalla cosiddetta tetralogia e cio da quattro farmaci base

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le vitamine liposolubili 1 ed 2, 5 somministrate in sciroppo6; la bromocriptina; la melatonina; la somatostatina 5od il suo analogo sintetico octreotide6.

L7azione antiossidante di alcuni di questi principi attivi contrasta l7azione dei cosiddetti radicali liberi che derivano dal metabolismo ossidativo di diverse molecole sia endogene che esogene. L7impiego delle vitamine 1 ed 2 e della melatonina si basa sul fondamento che l7azione mutagena dei radicali liberi ormai definitivamente dimostrata; tale attivit si manifesta non solo inducendo la nascita del tumore, ma anche orientandone la differenziazione verso la formazione di ceppi cellulari tumorali resistenti. Da qui l7importanza dell7efficacia antiossidante dei diversi farmaci. Le vitamine 1 ed 2 e la melatonina oltre all7efficacia antiossidante, contrastano anche la tendenza all7immortalit, o meglio 3al mantenersi in stadio giovanile4, delle cellule tumorali, che viceversa invecchiando risultano pi! soggette all74apoptosi4, cio alla morte naturale. L7acido transretinoico 5principio attivo della vitamina %6 facilita la coesione intracellulare e quindi impedisce il distacco di cellule dal tumore riducendone la capacit di generare metastasi. Bromocriptina e a somatostatina 5od octreotide6 sono principi attivi capaci di modificare il metabolismo riproduttivo regolandolo su ritmi 3normali4. La somatostatina inoltre, contrasta la crescita di un sistema vascolare specifico per le masse tumorali riducendone la respirazione e la nutrizione. La sinergia fra i diversi principi attivi. & !uattro componenti la terapia , assunti secondo uno schema quotidiano ben preciso che segua specifiche fasi metaboliche 3circadiane4 5cio ad orari ben precisi nell7arco della giornata6, hanno manifestato una rilevante azione nel combattere la proliferazione cellulare caotica e disordinata caratteristica dei tumori. Posso asserire che i diversi principi attivi proposti non sono per nulla innovativi nella terapia del cancro) !uello che Di Bella asserisce $ che !uesti principi terapeutici associati nelle giuste proporzioni e assunti con la giusta tempistica manifestano una azione anticancro enormemente superiore a !uella descritta per le singole sostanze. Da !ui la convinzione che !uesti !uattro farmaci sinergizzino tra loro per ottenere nel paziente un ambiente metabolico 3antitumorale. & farmaci complementari della terapia di bella. La terapia Di -ella prevede anche tutta un'altra serie di sostanze che possono essere associate ai 1 farmaci fondamentali a seconda delle caratteristiche del paziente, dell'organo di origine della malattia e della sua diffusione. %nche questi sono farmaci comuni ed utilizzati frequentemente in queste od in altre terapie# @ @ sali di calcio in diversa forma attiva; vitamine come la vitamina D e l'acido ascorbico o vitamina 9;

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chemioterapici come la ciclofosfamide e l'idrossiurea; sostanze ormonali come l'aminoglutetimide ed il cortisone; sostanze attive sulla matrice intercellulare come galattosaminglucuronoglicano solfato; l'isoniazide; l'urotropina; la tetracosactide; la seleniometionina; alcuni difosfonati.

la

glucosamina

ed

il

%nche questi farmaci agiscono sui medesimi meccanismi di riproduzione e differenziazione delle cellule tumorali gi descritti e sul meccanismo immunologico dell7individuo e quindi manifestano una azione sinergica con i componenti 3base4# @ la ciclofosfamide facilita l7apoptosi delle cellule tumorali; @ l'acido ascorbico, o vitamina 9, possiede azione antiossidante; @ la vitamina DA possiede attivit differenziante, inibente la proliferazione cellulare ed inducente l'apoptosi; @ i farmaci attivi sulla matrice intercellulare 5come la glucosamina ed il galattosaminglucuronoglicano solfato6 migliorano l'adesivit delle cellule neoplastiche e rendono pi! difficile la metastatizzazione; @ la tetracosactide va a sostituire il corrispondente naturale che l7uomo produce grazie all7ipofisi e che viene inibito dalla somministrazione di somatostatina; @ l'aminoglutetimide inibisce completamente la produzione di ormoni steroidei che hanno attivit protumorale in alcune neoplasie come quelle mammarie. 4onclusioni. /on riesco a comprendere come la terapia di bella abbia suscitato una levata di scudi cos, violenta da parte della medicina ufficiale ed il perch- non sia stata accettata come una delle terapie antineoplastiche possibili. &n fondo tutti i componenti proposti e le relative azioni metaboliche ed antitumorali sono ampiamente referenziati in bibliografia. L7approccio del Di -ella geniale nella sua naturale semplicit, ma la terapia proposta deve essere studiata e sviluppata su base scientifica per poter essere messa a punto ed essere sempre efficace. %nche le 3terapie tradizionali4 potrebbero essere meglio calibrate se viste in un quadro di strategia terapeutica integrata, almeno per i casi pi! congeniali, con le risorse curative di questa cura che di non convenzionale ha solamente il modo di proporsi. 1 mio parere la terapia di bella rappresenta una arma in pi% per combattere !ueste terribili patologie ed io intendo in tutta libert" sfruttarla al meglio per curare i miei pazienti) ritengo infatti che permettere al malato di utilizzare la terapia di bella non sia solo un gesto umano ma potrebbe modificare significativamente la prognosi della malattia in ben determinati casi clinici .

Discussione sui risultati ottenuti con la terapia Di Bella. 'onostante la bocciatura della sperimentazione ufficiale , la terapia Di -ella ancora frequentemente prescritta e praticata per una serie di ragioni che cercher& di analizzare.

Perch- i malati scelgono la cura di bella. 2 opinione diffusa che dal cancro !ualun!ue terapia si adotti difficilmente si guarisce) gli scarsi risultati ottenuti dalla terapia ufficiale sulle neoplasie specialmente !uelle diagnosticate gi" in fase avanzata confortano !uesta opinione e purtroppo la maggior parte delle diagnosi risulta tardiva. +olti pazienti non se la sentono di affrontare gli effetti devastanti sulla 3qualit della vita4 indotti dei trattamenti chemio e radioterapici pi! praticati i cui risultati finali spesso non sono entusiasmanti ed anche questa una realt difficile da negare. 9ome pure sono innegabili i traumi psicologici e le scomodit che derivano dall7essere costretti a praticare gli ambulatori e gli ospedali. &l punto di vista dei medici curanti. 'oi 3addetti ai lavori4 siamo naturalmente consci che, nei riguardi di certe patologie, l7efficacia delle terapie 3tradizionali4 sta migliorando a passi di gigante sia in termini di allungamento della vita sia in termini di remissione dal male; e questo parallelamente allo sviluppo di una serie di 3politiche4 sanitarie4 intese a diagnosticare il male gi nelle fasi iniziali. 2uesto purtroppo non si verifica, almeno ad oggi, per tutte le patologie tumorali per cui spesso siamo chiamati a curare pazienti su cui sappiamo che, purtroppo, le terapie invasive 5chirurgiche, chemioterapiche e radioterapiche6 non avranno un7efficacia tanto evidente da giustificare il peggioramento della qualit della vita che solitamente procurano coi loro effetti collaterali. Per contro dallesperienza personale possiamo trarre la ragionevole certezza che in molti casi la terapia di bella svolge un efficace azione di contenimento e cura nei riguardi di alcune patologie e nei casi pi% disperati mantiene uneccellente palliazione dei sintomi del cancro almeno nella maggior parte dei pazienti trattati. Detto in parole povere ha risultati terapeutici molto simili a quelli 5purtroppo scarsi6 delle terapie tradizionali senza averne gli effetti collaterali, in questi casi il terapeuta dibelliano applica l7antico concetto presente gia nella ,cuola ,alernitana# la prima condizione per eleggere un farmaco deve essere la sua assenza di nocivit . 9erto, saper discernere tra caso e caso e quando indicare in alternativa l7una o l7altra strada terapeutica non facile, soprattutto in quei casi in cui il paziente, viene da noi senza una particolare volont propria. Bli effetti dell7azione 3soft4 del medico sulla cosiddetta 3scelta terapeutica consapevole4 ben esemplificata dalla casistica personale sotto riportata# Descrizione Pazienti che non hanno eseguito le prescrizioni+ di cui : Persi di vista dopo la prima visita Deceduti prima di poter iniziare Che dichiarano di aver scelto altre terapia 5 casi Parziale C/ D D 6otale

Che desistono in quanto la terapia risulta . troppo onerosa Che desistono per non essere riusciti a C procurasi i farmaci Che trovano difficolt insormontabili nel ( seguire le prescrizioni del protocollo

>arziale pazienti che non seguono le prescrizioni . Pazienti che seguono le prescrizioni 6:61L2 P2;42/601L2

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Tutto ci& premesso non vedo perch= dovrei avere remore etiche a prescrivere questa terapia alternativa che oltretutto ultimamente risulta meno onerosa e composta da farmaci di pi! facile reperimento di quanto era solo qualche anno fa. Di cosa stiamo parlando. Ma cosa $ in sintesi la terapia Di Bella. =i tratta di un associazione tra almeno !uattro farmaci il cui scopo di modificare l'ambiente metabolico intorno alla cellula tumorale rendendoglielo sfavorevole senza danneggiare le cellule sane n- i naturali sistemi di difesa. Lobiettivo $ di ridurre le capacit" proliferative delle cellule mutate e di impedire limpianto di nuove metastasi nei tessuti sani ma anche !uello di stimolare le difese naturali dellorganismo nei confronti delle cellule del tumore. #uesto complesso di azioni tende a stimolare il fenomeno di apoptosi e cio- di morte naturale delle cellule malate. La filosofia di !uesta strategia $ !uindi diametralmente opposta a !uella oncologica convenzionale dove si tende a danneggiare le cellule tumorali accettando implicitamente i danni che gli interventi curativi provocano alle cellule sane ed al sistema immunitario) tutto !uesto sperando che i vantaggi che si ottengono nei confronti del tumore siano maggiori dei danni che si manifestano come effetti collaterali delle terapie. & meccanismi dazione dei diversi componenti la terapia. 'on mi dilungher& in questa sede sui meccanismi d'azione del trattamento, che sono gi stati descritti in altro articolo 5Meccanismi d'azione della terapia Di Bella 6, ma illustrer& solo i risultati ottenuti sui miei pazienti; non posso presumere di fornire elementi definitivi ne7 incontrovertibili circa le possibilit di questa terapia, ma spero di stimolare colleghi e pazienti ad una attenta analisi, possibilmente scevra di pregiudizi, quando si troveranno a doversi confrontare con casi analoghi. =u !uali patologie fornisce i migliori risultati. >ur con la necessaria cautela dovuta alla molteplicit dei casi clinici mi sento in grado di dire che l'effetto antitumorale della terapia Di Bella si dimostra maggiormente nei+ @ @ @ @ @ @ @ carcinomi del pancreas) carcinomi della mammella) mesoteliomi pleurici) timomi 'tumori originanti dal timo() epatocarcinomi 'tumori originanti dal fegato() carcinomi della prostata) linfomi non >odg?in)

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linfomi di >odg?in) carcinomi neuroendocrini gi" noti per rispondere alla somatostatina ed ai suoi derivati.

Discretamente rispondono anche alcuni casi di+ @ @ @ @ @ @ glioblastomi 'tumori originanti dal cervello() carcinomi polmonari non a piccole cellule) tumori della testa e del collo) sarcomi in particolare liposarcomi) carcinomi del colon @ retto) melanomi.

*eneralmente poco rispondono invece i+ @ @ @ @ @ carcinomi a piccole cellule) carcinomi dell'esofago e dello stomaco) carcinomi delle vie biliari) carcinomi renali) carcinomi dellutero e dellovaio soprattutto in fase avanzata.

'on ho osservato alcuna significativa differenza di risposta alla terapia sulla base del sesso del paziente, sull'et dello stesso, n= della tipologia 3istologica4 dell7organo interessato 5tranne come vedremo pi! avanti nel caso del microcitoma polmonare6. Limportanza della fase di sviluppo nel male+ alcuni esempi. I mesoteliomi, la loro localizzazione ed il tipo di lesione. $ssenziale, allo scopo di poter prevedere una risposta, la corretta analisi delle complicanze gi indotte dal tumore al momento dell'inizio della terapia. %nche per questa cura, come per le tradizionali, molto pi! determinante la diffusione del male che la sua localizzazione iniziale. In caso di tumori ancor poco diffusi 5stadi iniziali6, non detto che un mesotelioma peritoneale risponda differentemente dal pi! facilmente trattabile mesotelioma pleurico. Le difficolt che si incontrano nel mesotelioma peritoneale, cos" come in tutte le neoplasie che coinvolgono il peritoneo, risiedono negli effetti delle complicanze indotte nella cavit addominale come# presenza di masse tumorali, aderenze, infiltrazioni neoplastiche nelle anse intestinali, negli ureteri o nelle vie biliari con conseguente loro ostruzione parziale o totale, infiltrazione neoplastica all7interno dei grossi vasi arteriosi e?o venosi dell7addome o danni diretti a carico del fegato e del pancreas.

Logicamente le complicanze funzionali derivate dall7infiltrazione neoplastica agli organi ed alle strutture della cavit addominale risultano pi! difficili da curare rispetto a quelle derivate dalla semplice ostruzione meccanica dovuta a fenomeni compressivi di masse tumorali . Il tumore alla prostata. In questa patologia, la presenza di metastasi ossee secondarie non modifica solitamente il buon esito della terapia mentre decisamente pi! gravi risultano le disfunzioni degli organi pelvici indotte dalla stessa patologia 5congelamento funzionale6. Il tumore mammario. 'onostante questa patologia sia considerata 3sensibile4 si riscontrano in alcuni casi gravi difficolt a curare pazienti con metastasi epatiche anche non massive, e quindi con scarso appetito ed un conseguente 3performances status4 5equivale sostanzialmente alle condizioni generali del paziente e conseguentemente alla sua qualit di vita 6 relativamente basso. I tumori al polmone. >ersonalmente, sulla base della mia esperienza, considero il microcitoma polmonare poco sensibile in prima battuta alla terapia di bella poich= troppo aggressivo nella stragrande maggioranza dei casi e, dal momento che spesso bene risponde alla chemioterapia, preferisco utilizzare quest7ultima in eventuale associazione con la radioterapia, in alcuni casi anche preventiva. % seguito della chemioterapia l7ipotesi di un trattamento di bella a scopo di 3mantenimento4 pu& essere preso in considerazione. >er contro il tumore polmonare non a piccole cellule 4 o non microcitoma mantiene sensibilit anche in fase relativamente avanzata. La stadio di differenziazione delle cellule neoplastiche. Il 3grading4 della malattia, e cio la fase di differenziazione delle cellule tumorali, incide notevolmente sulle performances di questa terapia# le cellule in fase giovanile 5immature e generalmente pi! aggressive6 risultano meno sensibili di quelle pi! differenziate 5o mature6. 2uesto fenomeno avviene generalmente anche con le terapie tradizionali. >robabilmente il fatto collegato alla maggior difficolt di indurre la morte 5apoptosi6 in cellule giovanili rispetto a quelle in fase di differenziazione pi! avanzata ed anche alla maggiore aggressivit delle prime rispetto alle seconde. Localizzazione delle metastasi. Tra le pi! resistenti risultano le metastasi epatiche, specialmente se l7invasione del fegato massiva e devastante, e le metastasi cerebrali; sono invece molto pi! facilmente trattabili quelle ossee o quelle polmonari. Le patologie collaterali e le complicanze funzionali 3secondarie4. Ena grave riduzione della funzionalit epatica con ittero, e corrispondente compromissione delle attivit di sintesi metabolica e di detossificazione del sangue, contribuisce a rendere pi! difficilmente trattabile il paziente; al contrario non ho osservato differenze di risposta alla terapia in pazienti affetti, oltre che dal tumore, da differenti patologie croniche come ad esempio# il diabete mellito, l' ipertensione o le anomalie di funzionalit della tiroide..

Perch- la terapia di bella e la chemioterapia non sono compatibili. 9ome regola generale vale il seguente concetto# la chemioterapia riduce l'efficacia della terapia di bella in quanto con i suoi effetti collaterali determina profonde alterazioni nel meccanismo immunitario del paziente e riduce pesantemente le attivit metaboliche delle cellule 4sane4. I farmaci ed i trattamenti chemioterapici diminuiscono l7efficacia della terapia di bella proporzionalmente al loro effetto mielo@immunodepressivo . La radioterapia quando applicata su distretti relativamente piccoli del corpo umano risulta generalmente meno influente rispetto alla chemioterapia in quanto la sua azione 5 e quindi i danni che provoca6 risultano localizzati e non 3sistemici4. 2uando invece la radioterapia viene applicata su un distretto corporeo esteso 5come ad esempio in alcuni linfomi6 gli effetti immunodepressivi sono rilevanti e pertanto possono alterare l7efficacia della terapia di bella quanto la chemioterapia. Logicamente, maggiore il tempo trascorso tra l'ultima seduta di radio e?o chemioterapia minore l'effetto negativo sulla cura di bella; infatti quanto pi! tempo passato, quanto pi! il metabolismo del paziente ha avuto modo di recuperare le sue normali funzionalit. /on si tratta !uindi di valutare solamente lorigine del male. Da tutto quanto sopra riportato deriva logicamente che il 3performance status4 al momento dell'inizio della terapia fondamentale per il buon esito della cura, migliori sono le condizioni iniziali, maggiori sono le possibilit di risposta. Infine, particolare rilevanza assume, secondo la mia esperienza, lo stato di nutrizione del paziente che se ben mantenuto contribuisce ad aumentare le possibilit di efficacia della cura. -isogna anche dire che le due filosofie di intervento devono essere ben chiare nella mente dell7oncologo senza preconcetti di sorta, infatti se $ vero che in linea generale gli interventi tradizionali sono contrastanti con la terapia di bella $ anche vero che dovranno essere prescritti in caso di tumori non sensibili alla terapia di bella od in presenza di metastasi localizzate in tessuti poco raggiungibili da !uesta terapia ; ad esempio il caso classico in cui si rende indispensabile l7 intervento combinato radio@dibellaterapia quello del tumore polmonare non a piccole cellule 5spesso discretamente sensibile alla di bella6 con metastasi cerebrali 5che sono invece spesso refrattarie alla di bella6. 1nalisi della mia casistica. 'ello schema sotto riportato analizzo solamente i casi relativi a pazienti che si sono sottoposti alla terapia da almeno un mese e quindi solo il D/0 dei pazienti cui ho consigliato questo tipo di terapia 5vedi sopra6. Logicamente gli effetti terapeutici segnalati sono stati riscontrati sulla generalit dei pazienti per cui i casi di cui al punto a( vengono anche computati nel punto b( riguardante le condizioni generali del paziente e la sua qualit di vita# 2AA266: 62;1P206&4: a( sulla crescita del tumore+ Fiduzione della massa tumorale e dei valori dei mar:ers# B8 ;iscontro percentuale

>rogressione del tumore, ma spesso pi! lenta di quella attesa con maggiore sopravvivenza rispetto alla prognosi ante cura#

conseguente

C8

b( miglioramento della !ualit" della vita 'performance status(

C8

Bli aspetti che migliorano maggiormente nei pazienti trattati con la terapia di bella sono l'appetito le forze la progettualit" e la vivezza intellettuale il tono dell'umore la vita di relazione sia nell'ambiente domestico che fuori da !uesto la capacit" di seguire ed applicarsi al lavoro agli hobbies ed agli interessi economici) aspetti tutti che per ben il C85 dei pazienti tendono a migliorare sensibilmente arrivando in alcuni casi ad essere paragonabili a !uelli di prima della malattia. En tentativo di razionalizzazione della casistica# Pazienti che in precedenza Pazienti che in precedenza non Pazienti che in precedenza hanno ricevuto cure chemio e hanno ricevuto cure chemio e hanno ricevuto cure chemio e radioterapiche da meno di 6 radioterapiche radioterapiche da pi di 6 mesi mesi Incidenza percentuale della categoria fatto A. (// il numero dei pazienti trattati Incidenza percentuale di miglioramenti clinicamente valutabili 38 fatto (// la percentuale di cui sopra 9asi di miglioramento del performance status facendo cento ilG/ numero di pazienti con questa caratteristica Incidenza percentuale della categoria fatto C/ (// il numero dei pazienti trattati Incidenza percentuale di miglioramenti clinicamente 35 valutabili fatto (// la percentuale di cui sopra 9asi di miglioramento del performance status facendo cento G/ il numero di pazienti con questa caratteristica Incidenza percentuale della categoria fatto 1. (// il numero dei pazienti trattati Incidenza percentuale di miglioramenti clinicamente valutabili 2 fatto (// la percentuale di cui sopra 9asi di miglioramento del performance status facendo cento ilG/ numero di pazienti con questa caratteristica

#uesti dati dimostrano che la terapia $ particolarmente efficace nei pazienti mai sottoposti alla chemioterapia e nei pazienti che sono stati sottoposti a tali trattamenti in un tempo relativamente lontano 'almeno 9 mesi( mentre $ decisamente meno efficace in !uei pazienti che hanno avuto un trattamento chemioterapico pi% recente la cui tossicit" residuale $ ancora presente anche se non evidenziabile dai correnti esami di laboratorio. La risposta terapeutica intesa come miglioramento della !ualit" della vita resta uguale nelle tre categorie da !ui linteresse a praticare la terapia di bella anche nei casi di chemioterapia recente ma con pessimo performance status.

La ingiusta fama della terapia+ DD4onsiderazioni di un povero medico. >erch= allora con questi risultati, provenienti da una casistica limitata come pu& essere quella di un medico che utilizza questa terapia in regime di libera professione, stata messa a rischio addirittura la stessa sopravvivenza della terapia di bellaH >erch= nelle prove 3ministeriali4 si saggiata solo l7attivit antitumorale specifica della cura ed inoltre in pazienti in fase terminaleH ,icuramente il campione di pazienti selezionato non avrebbe consentito ad alcuna cura antitumorale conosciuta, e non solo alla terapia di bella, produrre una 3regressione4 importante del male. >erch= non stata prestata nessuna considerazione ai pazienti che hanno avuto un netto miglioramento della sopravvivenza rispetto alla prognosi, n= alla percentuale di pazienti in cui si poteva notare un netto miglioramento del 3performance status4H >arrebbe che 3l7universo sanitario omologato4 con l'ufficializzazione dei risultati delle prove 5pare che al momento del responso4 sopravvivesse circa il C.0 dei pazienti6 abbia voluto liquidare la questione di bella con una secca e precostituita sentenza negativa. $d anche ora, a tre anni di distanza dalla conclusione delle prove non sappiamo ufficialmente nulla su questi non secondari esiti 3minori4; sappiamo invece con certezza che esiste ancora qualche sopravvissuto che, prove o non prove, prosegue la sua cura, in attesa, come peraltro tutti noi, di una serena morte. Da questo evolversi di accadimenti non esente da colpe lo stesso Luigi Di -ella e nemmeno l'opinione pubblica che ha sollevato la questione come se si trattasse di una terapia miracolosa in grado, essa e nessun'altra, di guarire assolutamente il cancro. 2uesta presa di posizione assoluta e dogmatica stata manna per il folto gruppo dei contrari, degli scettici e dei denigratori della terapia che si trovato a dover solamente dimostrare che i pazienti, trattati durante la sperimentazione con la terapia di bella, non sono guariti o, perlomeno, non hanno ottenuto quei risultati miracolosi che la terapia pareva promettere attraverso il tam@tam dei media; non stato pertanto necessario fare dei confronti tra i risultati ottenuti con la di -ella e quelli ottenibili con altre terapie in pazienti paragonabili per gravit ed avanzamento di malattia; non stato necessario valutare se la terapia potesse avere un qualunque altro effetto benefico sui pazienti. Il miglioramento della qualit di vita dei pazienti, aspetto cos" essenziale per chiunque conosca o lavori con i malati di cancro, non stato nemmeno preso in considerazione e probabilmente nemmeno registrato nelle schede degli sperimentatori. Infine, sebbene a distanza di quasi . anni dalla fine della sperimentazione 5ultimo aggiornamento dell7articolo# febbraio C//A6 ci siano ancora dei pazienti che vanno in ospedale a prendere gratuitamente le medicine della terapia di bella, dal momento che i risultati ottenuti nel loro caso non hanno permesso di escluderli dalla somministrazione gratuita dei farmaci, nessuno di questi contrari, scettici e denigratori si preso la briga di chiedersi come mai su questi pazienti la terapia abbia comunque fatto qualcosa. 2uesta considerazione dimostra come e quanto pu& essere importante il sentiment dei ricercatori scientifici e come questo possa condizionare l'esito di una sperimentazione# i risultati attesi e desiderati vengono amplificati mentre quelli inattesi e sgraditi vengono omessi deliberatamente.

Per concludere. >er queste ragioni ritengo che con questo tipo di 3analisi4 dei risultati si sia persa l7occasione per poter realmente conoscere scientificamente efficacia e limiti di questa terapia 3innovativa4 che solo

il contrasto feroce fra 3dibelliani4 e 3tradizionalisti4 ha potuto presentare ai pi! come una risorsa miracolistica. /onostante i suoi limiti la terapia Di Bella deve essere considerata a tutti gli effetti una terapia antitumorale non alternativa alla chemio ma ad essa supplementare dal momento che possiede un'attivit" spesso paragonabile a !uella della chemioterapia e per alcune neoplasie anche superiore. &noltre $ dotata di un'importante azione palliativa cosa che deve assolutamente farla considerare come una vantaggiosa scelta di trattamento per la cura palliativa delle malattie neoplastiche in fase avanzata. 2uello che in effetti manca una seria sperimentazione e la creazione, per quanto possibile vista la necessit di personalizzazione della cura stessa, di una scala parametrica che consenta di ottimizzare e standardizzare i risultati della cura almeno nelle casistiche pi! comuni.

La terapia di bella ed il mio scetticismo iniziale. 9ome ho saputo. La mia esperienza di terapeuta 3non convenzionale4 inizia quando la moglie di un mio paziente mi chiede di praticare a suo marito, al quale avevo diagnosticato un cancro del pancreas non operabile, il cosiddetto protocollo di bella . La signora parlava di queste cure con la certezza e la fede da neofita di una 3setta medica segreta4 sotterranea ed anarchica e del loro 3scopritore4, il prof. Luigi di -ella appunto, come di un +essia taumaturgico. La signora era convinta che queste pratiche mediche non tradizionali, pur avendo ottenuto risultati significativi su una moltitudine di malati di cancro, venissero discriminate per oscure ragioni politico@economiche. Il mio scetticismo iniziale. 'on fu facile per me accettare quanto mi veniva proposto dalla signora, la mia preparazione e pratica professionale mi portava a diffidare da quelle che venivano considerate 3terapie alternative4 e che non erano il frutto della ricerca ufficiale bens" 3scoperte4 di un singolo, carenti di casistica e verifiche mediche. +i sembrava anche che fosse impossibile che qualcuno potesse portare avanti per oltre trent7anni delle teorie rivoluzionarie circa la possibilit di curare i pazienti del 3male4 che purtroppo la bestia nera degli ultimi due secoli di storia medica proponendo pratiche terapeutiche per nulla invasive e molto ben tollerate e che nulla di tutto ci& mi fosse stato insegnato nel corso degli studi universitari e di specializzazione. Iino ad allora, avevo saputo ben poco di Luigi Di -ella e della sua terapia e non ero per nulla convinto di fare il bene del paziente sottoponendolo a trattamenti che non trovavano nessun riscontro nella bibliografia universitaria. L7importanza della 3scuola4 come formazione all7insuccesso sistematico. 8iceversa la mia fiducia nei confronti della correttezza e delle possibilit della medicina ufficiale era cieca e le poche armi che avevamo a disposizione per la cura del cancro mi parevano le uniche spendibili. $ro per& conscio che queste armi, ed in particolare la chemioterapia, nonostante fossero ritenute le pi! moderne ed efficaci dessero risultati molto scarsi; la quasi totalit dei pazienti che avevo seguito negli anni di frequentazione della 9linica Eniversitaria ne avevano tratto solo

benefici parziali e soprattutto non duraturi. Inoltre avevano spesso pagato i pochi giorni in pi! strappati al male con un forte peggioramento nella 3qualit della vita4 nel poco tempo rimasto prima della morte. >rimo# non nuocere. Bi allora ero convinto che nei casi noti come poco sensibili alle cure convenzionali, non debbano essere utilizzati o reiterati i tentativi terapeutici che presentano gravi ed invalidanti effetti collaterali. Fisulta pi! etico usare terapie sostanzialmente prive di effetti collaterali anche se si otterranno semplici effetti palliativi e non curativi. 'el caso specifico, noi medici sappiamo che praticare la chemioterapia ad un paziente affetto da carcinoma del pancreas , nella stragrande maggioranza dei casi, inutile a causa della scarsa responsivit di questo tipo di tumore ai trattamenti convenzionali. %lla luce di questo mio convincimento 3etico4 verificai quindi il 3protocollo di bella4 e, non riscontrando controindicazioni di rilievo nei farmaci consigliati, pur rimanendo molto scettico circa l7efficacia della cura, acconsentii a prescriverla.

+edicina e 3carboneria4. Dato il mio assenso scopersi che la signora mi aveva gi iscritto ad un congresso che il Di -ella avrebbe tenuto di l" a poco a Ianano in provincia di +odena. 'on solo, da perfetta organizzatrice aveva gi programmato la mia trasferta a +odena e mi aveva fissato e programmato una serie di contatti con medici che gi conoscevano e praticavano questa terapia affinch= anch7io potessi avere la necessaria 3iniziazione4. 'on era certo la prima volta che mi recavo ad un congresso medico, ero anzi abituato ai grandi congressi internazionali# sale di hotel a cinque stelle, riunioni allietate dalla presenza di bellissime hostess 5forse la cosa che ti colpiva maggiormente6, relazioni scientifiche accompagnate da abbondanza di tabelle con dati e statistiche esplicative del lavoro presentato, risultati enfatizzati ed espressi da diapositive e grafica ad alto effetto visivo, un contorno di colleghi eleganti compresi della loro professione e molto 3omologati4 al contesto . %rrivato a Ianano cominciarono le delusioni# la sede del congresso era, se ben ricordo, un cinema parrocchiale sul cui palco, unico relatore, un vecchietto canuto e dall7aspetto non propriamente 3vispo4 parlava a ruota libera con voce a volte un po7 chioccia e con improbabili inflessioni dialettali. La concione non era confortata ne7 da uno straccio di lucido o diapositiva che fosse, e soprattutto non forniva nessun elemento che permettesse di paragonare i risultati ottenibili con la terapia oggetto della riunione a quelli della medicina tradizionale. 9erto che da quella relazione non ricavai nessun elemento scientifico utile a convincermi della validit di quell7approccio terapeutico. La cosa che al momento pi! mi parve 3non convenzionale4 era la faccia tosta del relatore che proponeva interventi curativi, a suo dire di efficacia assoluta, argomentandoli con opinabili ed elaborate considerazioni filosofico dogmatiche, non certamente con dimostrazioni scientificamente rilevanti. 2uando si dice 3non convenzionale4.

Il contorno dei partecipanti colleghi o meno mi lasci& ancor pi! interdetto. In particolare la maggioranza degli altri medici congressisti appariva poco desiderosa di capire come e perch= la terapia funzionasse limitandosi a riferire di casi pi! o meno incredibili e miracolosi di remissione e guarigione, a volte neppure vissuti in qualit di medico curante ma solo per 3sentito dire4. L7impressione era pi! quella di partecipare ella celebrazione dei riti di una strana4setta4 che ad un convegno fra studiosi. Durante il pranzo congressuale ebbi la miglior esperienza della giornata conoscendo un collega di 9uneo, uno dei 3contatti procurati dalla 3signora4, che mi fece ottima impressione ed a cui potei riferire i miei dubbi che peraltro mi parvero pienamente condivisi. 9iononostante il collega mi rifer" e descrisse alcuni suoi 3casi4 in cui aveva potuto riscontrare 5ma non spiegare6 gli effetti benefici della terapia di bella. 'eanche a dirlo tornai a casa piuttosto scettico sulla terapia di bella nonostante le parole rassicuranti del collega di 9uneo. 9omunque confortato e sorretto dalla 3fede4 della mia cliente feci iniziare il ciclo delle cure sulla base dei pochi dati ricavati da convegno e colloqui . Ena morte annunciata. 9ome gi riferito il paziente era affetto da cancro del pancreas, purtroppo diagnosticato in fase localmente avanzata. Il chirurgo non aveva potuto far di meglio che 3aprire e richiudere4 senza poter intervenire in altro modo in quanto giudic& la situazione come non operabile. Bli esami del sangue al momento dell7inizio della terapia di bella dimostravano un 3mar:er4 tumorale 59%().)6 molto elevato 5poco meno di (/// E?mL contro il valore massimo di AG E?mL6 . L'esame istologico sulla biopsia, eseguita durante l'intervento, diceva trattarsi di un adenocarcinoma. La prognosi, anche alla luce di quanto visto dal chirurgo non superava i 1@D mesi. I sintomi manifestati dal paziente erano quelli caratteristici del male# lamentava dolori addominali ed al dorso, debolezza, difficolt intestinali, dimagrimento. $ppur si muoveJ Devo premettere che la bibliografia non comprende questo tipo di tumore fra quelli sensibili alla somatostatina, la componente pi! caratterizzante del complesso dei 1 farmaci previsti dal 3protocollo4 in argomento. Iniziata la terapia il paziente progressivamente presentava evidentissimi miglioramenti clinici che si manifestavano con una netta riduzione della sintomatologia precedentemente lamentata tanto che, con mia mal celata sorpresa, dopo poco tempo dall'inizio del trattamento stava tanto meglio da poter tornare al suo lavoro. %nalisi cliniche di un 3miracolo4. +a le sorprese non erano finite# i periodici esami del livello del marcatore sanguigno specifico del tumore 5mar:er6 dopo il primo mese di terapia segnarono una netta riduzione fino a rientrare nella norma dopo il quarto mese di terapia. %nche le numerose risonanze magnetiche eseguite nel corso della terapia dimostravano una stabilit della lesione tumorale e le dimensioni della massa stessa non presentavano variazione alcuna. Il medico che eseguiva tali indagini, da me interrogato a riguardo, non seppe dirmi se il tumore fosse in fase attiva o la massa dovesse considerarsi fisiologicamente ormai 3morta4.

Il triste epilogo. Le cose andarono molto bene per oltre un anno# il paziente faceva una vita assolutamente normaleKK famiglia, lavoro, ferie edKKKK i suoi progetti per l7avvenireKKKKK. >oi un giorno improvvisamente si manifesta un ittero diffuso e comincia a star male# la malattia improvvisamente ripresa. >er eliminare la pressione della massa tumorale sulle vie biliari il paziente viene sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico il cui andamento postoperatorio risulta difficile, infine nonostante intervento e cure ad esso successive dopo alcuni mesi il paziente muore. %lcune certezze e molti dubbi. 4ome !uasi tutte le storie di !uesto tipo anche !uesta ha un finale triste al medico che ha vissuto !uesta esperienza non resta che registrare la stranezza del caso e sottolinearne gli aspetti positivi che ha potuto toccare con mano+ ha registrato una insperata stabilizzazione del male ed una prolungata sopravvivenza del paziente oltre al periodo pronosticato '<E mesi contro i 9 mesi( una provata diminuzione dellattivit" ed un arresto di sviluppo della massa tumorale 'rilevabile alla ;M/( fenomeno confermato anche dalla riduzione e normalizzazione del valore dei mar?ers sanguigni. Ma soprattutto il paziente ha potuto godere di un anno e mezzo di vita di buona !ualit" vissuto con i suoi cari. <gnuno ha i suoi 3pruriti4 professionali. Lo cercato di condividere questa esperienza con alcuni miei colleghi, ma la mia casistica al momento 5era il ())G6 era solo quella di cui ho riferito ed anche se giustificata da riscontri analitici inconfutabili la 3storia4 non poteva risultare probante per chi era abituato a muoversi solo in base a protocolli ben collaudati ed ufficializzati. >er carit di 3professione4 mi esimo dal commentare le reazioni dei colleghi di fronte alla innegabilit dei dati analitici e le giustificazioni parascientifiche al 3caso clinico4che mi sono dovuto giulebbare. 2uello che certo = che non ho saputo generare in nessuno la stessa curiosit che mi ha spinto a vivere questa esperienza professionale. La curiosit che dovrebbe essere lo stimolo che promuove il risveglio 5almeno scientifico6 della 9ategoria pare piuttosto scarsa per non dire inesistente.

;eperibilit" e costi della terapia di bella. La terapia del prof. Di bella composta da numerosi farmaci alcuni commerciali, e pertanto disponibili in qualunque farmacia, ed altri galenici, cio preparati direttamente dal farmacista. >rima del ())G, l7anno del 3caso di bella4, le farmacie che conoscevano il metodo adeguato di preparazione dei farmaci galenici erano relativamente poche. ,uccessivamente per&, molte si sono organizzate in tale senso ed ora sono ormai numerose quelle in grado di preparare correttamente tali farmaci. >ertanto il medico che vi prescriver la terapia sar in grado di indirizzarvi adeguatamente.

I costi della terapia di bella sono decisamente ridotti rispetto ad alcuni anni fa, quando la terapia poteva costare anche (C@(A milioni di lire al mese. <rmai, grazie alla produzione della somatostatina generica la terapia di bella viene a costare circa *// euro mensili. Dott. *iorgio 4astello 4orso 6orino BFG9 <9<FH @ *enova 6el+ 8<8IEH7HI 4ellulare+ BBI.9FE.B7.F7 eJmail+ castelloKtiopoietine.info

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