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Gianandrea de Antonellis

Il vizio al braccio del crimine Talleyrand nel giudizio di Chateaubriand


Molti sono i contemporanei che hanno tramandato giudizi su Talleyrand. Tra di essi, abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su Chateaubriand per una serie di motivi e non soltanto perch egli lavor alle dipendenze di Talleyrand e quindi ebbe modo di frequentarlo direttamente. Innanzitutto, Chateaubriand considerato tra i maggiori scrittori francesi e non solo della Restaurazione. I suoi saggi, i suoi romanzi sono capolavori di raffinatezza e di introspezione psicologica. Di particolare rilievo, quindi, il suo giudizio su Talleyrand. In secondo luogo, Chateaubriand un pensatore di notevole importanza nellambito del pensiero se non strettamente controrivoluzionario, almeno della conservazione. Infine, le sue Memorie dallOltretomba da cui tratta la maggior parte delle citazioni che seguiranno costituiscono un lavoro unico nel genere memorialistico, che fu molto in voga durante tutto lOttocento. Ma c un altro elemento che ci ha spinti a soffermarci sul giudizio di Chateaubriand su Talleyrand: il fatto che, per molti aspetti, il Visconte appaia come lantitesi del Principe di Benevento. Se Talleyrand pu per certi versi essere considerato quale simbolo del mondo moderno, Chateaubriand rappresenta sotto molti aspetti la quintessenza del mondo tradizionale. Come Joseph de Maistre (anchegli diplomatico, anchegli scrittore), come Donoso Cortez, come Clemente Solaro della Margherita, come Antonio Capece Minutolo Principe di Canosa, come il

conte Monaldo Leopardi, personifica un attaccamento ai valori spirituali che stanno alla base della cultura europea e che gli permettono di mantenere non uno status quo, tipico del pi ristretto pensiero reazionario o meramente conservatore, bens uno stile che gli permetta di attraversare le novit senza diventarne succubo. Nonostante sia considerato il fondatore del movimento romantico francese, Chateaubriand poco noto in Italia al grande pubblico: non sembri inutile un veloce excursus preliminare sulle sue vicende bio-bibliografiche. Franois-Auguste-Ren de Chateaubriand: la vita Franois-Auguste-Ren de Chateaubriand, nato a Saint-Malo nel 1768, diventato uno dei pi celebri scrittori della letteratura francese. Discendente di una nobile famiglia bretone, venne avviato fin da giovane alla carriera militare. A ventunanni si trovava a Parigi, testimone inizialmente distaccato e scettico dei primi eventi rivoluzionari. Nel 1791 comp un viaggio nel Nord America, per rientrare lanno successivo con lintento di assumere un atteggiamento decisamente pi attivo nei confronti della politica, tanto da arruolarsi nelle file dellesercito legittimista. Ferito durante il fallito assedio di Thionville (Chateaubriand combatteva nellarmata assediante al fianco degli Austriaci), si rifugi per qualche tempo in Belgio, quindi fu costretto a riparare in Inghilterra, dove visse in pratica da esule per ben sette anni (dal 1793 al 1800). Il periodo londinese fu caratterizzato da un fervido lavoro letterario: in quegli anni pubblic il Saggio storico sulle rivoluzioni e successivamente nei giorni della crisi spirituale seguita alla morte della madre e della sorella, crisi che lo condusse a riabbracciare la perduta fede inizi quello che considerato il suo capolavoro filosofico, Il genio del cristianesimo, opera che riflette il proposito dellautore di porre il talento letterario al ser128

vizio della fede cristiana, difendendola dagli attacchi di quello che allora si definiva volterrianesimo. Funzionale a tale disegno sono anche i due brevi romanzi che Chateaubriand incluse nellopera: Atala, che narra la vicenda damore di due indiani della Louisiana con lintento di mostrare larmonia esistente tra religione, bellezza della natura e passioni del cuore umano, e Ren, che attraverso il racconto velatamente autobiografico dei giovani anni del protagonista condanna le passioni indeterminate e le sterili fantasticherie che conducono ad unesistenza di tedio e di solitudine. Il genio del cristianesimo ottenne il plauso dellopinione francese che ritornava in quegli anni alla fede tradizionale dopo la bufera rivoluzionaria (lopera apparve nel 1802, con Napoleone che si apprestava a farsi incoronare imperatore: pare sia stato lo stesso Bonaparte a caldeggiare recensioni positive per lopera di Chateaubriand), mentre nei tratti del melanconico Ren amarono riconoscersi le prime generazioni romantiche. Il successo spinse lo scrittore a nuove opere letterarie sulla scia di un ritrovato cristianesimo (ricordiamo solo il Mose e Les martyrs, ambedue destinati ad influenzare anche il genere di spettacolo pi in voga a quel tempo, lopera lirica). Il periodo napoleonico lo vide lavorare presso il Ministero degli Esteri, dunque alle dipendenze di Talleyrand, come primo segretario dambasciata a Roma (1803-1804): ma alla notizia della morte del Duca dEnghien (1804) si schier contro Napoleone, invocando il ritorno della legittima dinastia borbonica una presa di posizione che non gli imped di diventare, nel 1811, Accademico di Francia. Con la Restaurazione Chateaubriand prese parte alla vita politica, ricoprendo anche importanti incarichi diplomatici e di governo: Ministro degli Interni durante i Cento Giorni, Pari di Francia nel 1816, ambasciatore a Berlino (1820), a Londra
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(1822); Ministro degli Esteri (1823) ed ancora ambasciatore a Roma (1828). Ma, da sincero legittimista, con lavvento della monarchia di Luglio (vale a dire con labdicazione di Carlo X e lascesa al trono di Luigi Filippo nel 1830) lasci ogni incarico e si ritir a vita privata, dedicandosi allelaborazione delle Memorie doltretomba, suo capolavoro letterario. Mor a Parigi il 4 luglio 1848. Franois-Auguste-Ren de Chateaubriand: le opere Come accennato, lintento di quasi tutta lopera di Chateaubriand nasce dal proposito di porre il proprio talento letterario al servizio della fede cristiana, difendendola dagli attacchi del cosiddetto volterrianesimo e illustrandone le bellezze poetiche e morali. Parte di questo progetto e perfettamente funzionali ad esso sono i due brevi romanzi inclusi nellopera Il genio del cristianesimo (Le gnie du christianisme, 1802), Atala e Ren. Con questo lavoro lautore supera definitivamente quei residui filosofici che erano ancora presenti nel Saggio storico sulle rivoluzioni (Essai historique sur les rvolutions, 1797). Atala o Gli amori di due selvaggi nel deserto (1801) narra la vicenda sentimentale di due indiani della Louisiana, con lintento di mostrare le armonie della religione con le scene della natura e le passioni del cuore umano1.
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Sulle rive del Mississippi vive un vecchio indiano, Chactas. Un giorno incontra Ren che, spinto da passioni e sventure, ha abbandonato la Francia. Durante una caccia al castoro Chactas racconta a Ren le avventure della sua giovinezza. Fatto prigioniero a ventanni da una trib di indiani, Chactas salvato da Atala, una fanciulla indiana educata cristianamente. I due fuggono, vivono in fraterna amicizia nella savana. Durante una tempesta trovano rifugio nella missione di pre Aubry, che vuole convertire Chactas e rendere possibile il matrimonio con Atala. Ma Atala, consacrata dalla madre alla Vergine, temendo di non riuscire a rimanere fedele a questa volont, si uccide. Prima di morire chiede a Chactas di convertirsi.

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In Ren, attraverso il racconto autobiografico degli anni giovanili del protagonista, Chateaubriand condanna le passioni indeterminate e le sterili fantasticherie che hanno condotto Ren a una esistenza di tedio e di solitudine. Il racconto, inserito nelledizione del 1802 de Il genio del cristianesimo, fu poi pubblicato separatamente nel 18052. Divenuto scrittore di successo, Chateaubriand continu ad adattare lo spirito romantico ad opere letterarie con sfondo religioso: lo fece con lepopea in prosa I martiri (Les martyrs, 1809), dopo essersi recato in Grecia e in Palestina per documentarsi meglio sui luoghi della narrazione, ambientata ai tempi della persecuzione di Diocleziano3. Note e impressioni di taRen, rifugiato nella colonia dei Natchez in Louisiana, per vivere in solitudine, rivela allamico Chactas e al missionario Soul le ragioni della sua malinconia. Rievoca i giorni delladolescenza, le lunghe passeggiate in compagnia della sorella Amlie. Preda di una inguaribile sete di infinito, cerca invano di pacificarsi: era arrivato persino a intravedere una soluzione nel suicidio, da cui era stato per dissuaso dalla sorella. Ma Amlie, colpita da una strana crisi, aveva deciso di chiudersi in convento. Qui, ascoltando una sommessa invocazione della sorella a dio, Ren aveva colto il segreto della sua criminale passione per lui. Sconvolto, si era imbarcato per lamerica, dove aveva saputo della morte prematura di Amlie. Chactas consola il giovane amico, mentre padre Soul gli ricorda severamente che chiunque abbia ricevuto delle forze le deve consacrare al servizio dei suoi simili. 3 Un giovane cristiano, Eudoro, ama Cimodocea, una pagana figlia del sacerdote Demodoco. a lei Eudoro racconta la sua vita avventurosa: nato dalla famiglia dei Lasteni della Messenia, stato inviato adolescente a Roma, dove ha dimenticato la sua fede. Diventato soldato dellesercito di Diocleziano, combatte nellarmata del Reno contro i franchi. Nominato governatore dellArmorica, conquista lamore della bella druidessa Velleda, che si uccide dopo avergli confessato la sua passione. Sconvolto, torna alla religione cristiana. Cimodocea si innamora ora di Eudoro, e decide di convertirsi per poterlo sposare, ma scoppia la persecuzione contro i cristiani. Eudoro corre a Roma per difendere i suoi compagni di fede. Arrestato, viene condannato a morte. Anche Cimodocea, che si dichiara cristiana, viene arrestata. Quan131
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le viaggio sono nel vivace e peraltro non apologetico Itinerario da Parigi a Gerusalemme (Itinraire de Paris Jrusalem, 1811). Altre suggestioni esotiche si trovano ne Le avventure dellultimo degli Abenceragi (Les aventures du dernier Abencerage), racconto dalle particolari vicende editoriali4, ne I Natchez (Les Natchez, 1826), nel Viaggio in America (Voyage en Amrique, 1827). In particolare Le avventure dellultimo degli Abenceragi va inserito nel filone letterario in cui negli ultimi due secoli si ritrovano in Francia i nomi di Mademoiselle de Scudry e di Madame de la Fayette, nel gusto esotico e nordafricano che in campo figurativo diede vita al genere di cui sono capofila i pittori Gricault e Delacroix5. Ritiratosi a vita privata nel 1830, con lavvento della monarchia di Luglio, quando era Pari di Francia ed aveva ricoperto
do Eudoro entra nellarena, raggiunto da Cimodocea che vuole condividere il suo destino. 4 Scritto nel periodo di autoesilio a Valle-aux-Loups, insieme allItinerario, a I martiri, a Mose e agli Studi storici (Etudes historiques). Il racconto rimase inedito fino alla caduta di Napoleone, poi dal 1814 Chateaubriand ne diede lettura pubblica nella casa della contessa Sgur. Pubblicato nel 1826, il racconto divenne popolarissimo. 5 Narra un amore impossibile. Dopo che gli arabi hanno dovuto abbandonare il regno di Granada nel 1492, il giovane principe Aben-Hamet, erede e unica speranza dellillustre casata degli Abenceragi, bello cortese e valoroso ma anche con quellaria di dolcezza e quella leggera espressione di malinconia che d la disgrazia nobilmente sopportata, decide di fare un pellegrinaggio nella terra dei suoi avi. Tra le antiche memorie di Granada incontra lamore impossibile di Blanca, una nobile spagnola discendente dal Cid Campeador, lo sterminatore dei mori. una passione contrastata dal sangue e dalle fedi. Blanca rifiuta con strazio il sacrificio supremo del ripudio della propria religione da parte dellamante, e lo spinge a tornare nel deserto: ogni anno dopo di allora essa si recava a Malaga e passeggiava sulle montagne allepoca in cui il suo innamorato era solito tornare dallafrica. Si sedeva sugli scogli, guardava il mare e i vascelli lontani, e poi faceva ritorno a Granada.
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importanti incarichi diplomatici e di governo, Chateaubriand si dedic alla elaborazione delle Memorie doltretomba (Mmoires doutre-tombe, 1848-1850), appassionata rievocazione della sua vita e di una tormentata epoca storica6. Scrisse anche varie opere storiche minori, e una Vita di Ranc (Vie de Ranc, 1844), biografia di un religioso del XVII secolo in cui ritrovava la propria immagine, le illusioni e amarezze. Dotato di una penna elegante e fortemente suggestiva, guidata da un senso molto forte dellidea di bellezza, Chateaubriand esercit una forte influenza sulla letteratura dellOttocento, annunciando tendenze e motivi destinati a grande fortuna nel secolo romantico. La sua opera rivel ai contemporanei il fascino dellarte gotica del medioevo cristiano, della natura spettacolaNella raccolta di materiale per le Memorie doltretomba anche un frammento che ebbe una sua vita autonoma. Sottratto da un copista dal tavolo di Chateaubriand, il frammento manoscritto fu ceduto al giovane poeta Edouard Bricon che lo cedette alla Bibliothque Nationale nel 1852. I frammenti ebbero prima il titolo attribuito da Bricon di Amore e vecchiaia (Amour et vieillesse), poi nel 1862 Sainte-Beuve ne pubblic una parte con il titolo Confessione delirante (Confession dlirante), per poi tornare al primitivo titolo nel 1899 per la prima edizione completa. Il brevissimo scritto ha pagine molto belle, e si divide in due sezioni redatte in due epoche diverse. La prima, Canti di tristezza a una sconosciuta risale al 1829, ispirata a un incontro con la giovane Lontine de Villeneuve. Il frammento che le dedicato, aspro violento amaro lucido nel suo delirio, una confessione per lei e una riflessione per s. Dice nellebbrezza: Ascolta, preghiamo il Cielo, forse far un miracolo. Mi dar giovent e bellezza. Vieni, mia adorata, saliamo su questa nuvola: che il vento ci porti in cielo. Poi, la realt: Invecchiato sulla terra, ai miei antichi mali si sono aggiunti il disinganno dellesperienza, la solitudine dei desideri, linerzia del cuore e la disgrazia della vecchiaia. Dimmi, non avr ispirato ai demoni, con tutto me stesso, lidea di un supplizio che non avevano ancora inventato nel luogo delleterno dolore?. La seconda sezione si intitola Un vecchio Ren e fu scritta a Fointainebleau una sera del novembre 1834 in cui Chateaubriand si sentiva in vena, e triste e contiene cinque o sei pagine di follia, come quando ci si fa togliere il sangue che batte al collo e alla testa.
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re o melanconica, delle oscure et passate. Per lincanto della sua parola, il fremito lirico che ne dilata il senso e leffetto, fu definito lenchanteur, lincantatore. Con Louis de Bonald e Joseph de Maistre considerato uno dei maitre penser della controrivoluzione filosofica francese: egli ritenne che i fatti del 1789 e tutti i mali che ne erano seguiti fossero la diretta conseguenza delle dottrine elaborate nel XVIII secolo dai Voltaire e dai Diderot, i quali non avevano esitato a porre al centro delle loro riflessioni e delle loro polemiche il rifiuto e la condanna della fede religiosa, in particolare di quella cristiana, di cui avevano criticato e persino ridicolizzato i dogmi e le verit principali. Dunque, per Chateaubriand la sconfessione delle tesi rivoluzionarie e la difesa del cristianesimo sono due facce della stessa medaglia, il compito che gli si impone allora quello di dimostrare che il messaggio cattolico non soltanto non ha prodotto gli effetti negativi denunciati dagli illuministi ma, al contrario, stato il pi potente alleato della civilt occidentale e del progresso della cultura:
Non si trattava si legge a questo riguardo nel Genio del cristianesimo di riconciliare con la religione i sofisti, bens la gente da essi traviata. Lavevano ingannata col dire che il cristianesimo era un culto nato in seno alla barbarie, assurdo nei dogmi, ridicolo nelle sue cerimonie, nemico delle arti e delle lettere, della ragione e della bellezza; un culto che aveva continuamente versato il sangue, incatenato gli uomini e ritardato la felicit e i lumi del genere umano; si doveva dimostrare che, al contrario di tutte le religioni mai esistite, la religione cristiana la pi poetica, la pi umana, la pi favorevole alla libert, alle arti, alle lettere; che il mondo moderno le deve tutto, dallagricoltura alle scienze astratte; dagli ospizi per gli infelici fino ai templi costruiti da Michelangelo e decorati da Raffaello.

Gettandosi in un dibattito antico e, come noto, ancor oggi di grande attualit, Chateaubriand manifesta la certezza che la civilt cristiana sia superiore a tutte le altre. E per suffragare questa tesi fa appello a motivi estetici e sentimentali piuttosto che
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ad argomentazioni strettamente razionali e logiche: egli stato detto non spiega, non ragiona, ma contempla e ammira. E ammirando, si convince che niente pi sublime della religione cristiana, a proposito della quale, sempre nel Genio, afferma:
Si doveva dimostrare come niente sia pi divino della sua morale, niente pi bello e solenne dei suoi dogmi, della sua dottrina e del suo culto; occorreva dire come essa favorisca il genio, purifichi il gusto, sviluppi le passioni virtuose, dia vigore al pensiero, offra nobili forme allo scrittore e perfetti stampi agli artisti; che non bisogna vergognarsi di credere con Newton e Bossuet, Pascal e Racine.

A questo punto, agli occhi di Chateaubriand, evidente che coloro che hanno pensato di poter fare a meno del cristianesimo avrebbero condotto luomo e la societ allo sfacelo, perch esso rappresenta quella tradizione aurea fuori o contro la quale non possibile edificare niente di buono: qualcosa di generalmente riconosciuto si legge ancora nel Genio del cristianesimo che lEuropa deve alla Santa Sede la propria civilt, una parte delle sue leggi migliori e quasi tutte le sue scienze e le sue arti. Avvocato poetico del cattolicesimo, come lo defin Sainte-Beuve, e forsanche cristiano dilettante, secondo il giudizio che ne dette Pierre Moreau, Chateaubriand non appare teologo e filosofo capace di speculazioni profonde; la sua stessa religiosit risulta a volte vaga e troppo legata alle emozioni e condizionata dai sentimenti. Tuttavia, questo intellettuale dalla vita inquieta fu capace di riattirare sulla Chiesa il favore e la simpatia della gente e degli stessi uomini di cultura, dopo lubriacatura anticristiana che aveva stordito per lungo tempo la Francia e che era figlia di quel materialismo rivoluzionario che egli defin il patibolo sostituito alla legge e obbedito in nome dellumanit.

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Talleyrand nelle Memorie dallOltretomba Le Memoria dallOltretomba, scritte da Chateaubriand per se stesso e destinate inizialmente alla moglie, ma pubblicate durante la sua vita per risolvere le sue necessit economiche, sono un lucido ed affascinante spaccato della vita francese tra rivoluzione, impero e restaurazione. Il Principe di Benevento vi appare spesso e quasi mai in buona luce. Prete e gentiluomo [] la [cui] superficialit, il carattere, leducazione, le abitudini del ministro lo allontanavano dalla violenza; la sua corruzione ne legava le energie; era troppo poco un uomo donore per divenire un vero criminale7; oppure lo bolla come fango in calze di seta8 riporta edulcorando lespressione dellambasciatore inglese Fox. C un momento in cui Talleyrand, solitamente giudicato come mero esecutore degli ordini di Napoleone, considerato parte realmente attiva nella vita politica francese: il momento pi oscuro dellintera epopea napoleonica, quando i dubbi del Bonaparte vennero fugati (scegliendo la soluzione peggiore) dal suo ministro degli esteri. Ci riferiamo alla morte del Duca dEnghien. Dopo aver sintetizzato le vicende che videro il giovane Duca rapito nel territorio neutro di Baden e fucilato senza un reale processo, contro ogni regola giuridica e, soprattutto, senza che la sua persona comportasse alcun tipo di pericolo per il regime francese9, Chateaubriand riporta un ricordo di Napoleone:
2 L. 16 Cap. 7. 2 L. 20 Cap. 5. 9 [2 L. 16 Cap. 6] M. de Talleyrand, aprs la brochure de M. de Rovigo, avait prsent un mmoire justificatif Louis XVIII: ce mmoire, que je nai point vu et qui devait tout claircir, nclaircissait rien. En 1820, nomm ministre plnipotentiaire Berlin, je dterrai dans les archives de lambassade une lettre du citoyen Laforest, crite au citoyen Talleyrand, au sujet de M. le duc dEnghien. Cette lettre nergique est dautant plus honorable pour son auteur quil ne craignait pas de compromettre sa carrire,
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sans recevoir de rcompense de lopinion publique, sa dmarche devant rester ignore: noble abngation dun homme qui, par son obscurit mme, avait dvolu ce quil a fait de bien lobscurit. M. de Talleyrand reut la leon et se tut; du moins je ne trouvai rien de lui dans les mmes archives, concernant la mort du prince. Le ministre des relations extrieures avait pourtant mand le 2 ventse, au ministre de llecteur de Bade, que le Premier Consul avait cru devoir donner des dtachements lordre de se rendre Offembourg et Ettenheim, pour y saisir les instigateurs des conspirations inoues qui, par leur nature mettent hors du droit des gens tous ceux qui manifestement y ont pris part . Un passage des gnraux Gourgaud, Montholon et du docteur Ward met en scne Bonaparte: Mon ministre, dit-il, me reprsenta fortement quil fallait se saisir du duc dEnghien, quoiquil ft sur un territoire neutre. Mais jhsitais encore, et le prince de Bnvent mapporta deux fois, pour que je le signasse, lordre de son arrestation. Ce ne fut cependant quaprs que je me fus convaincu de lurgence dun tel acte, que je me dcidai le signer . [] Il y eut une dlibration du conseil pour larrestation du duc dEnghien. Cambacrs, dans ses Mmoires indits, affirme, et je le crois, quil sopposa cette arrestation; mais en racontant ce quil dit, il ne dit pas ce quon lui rpliqua. Du reste, le Mmorial de Sainte-Hlne nie les sollicitations en misricorde auxquelles Bonaparte aurait t expos. La prtendue scne de Josphine demandant genoux la grce du duc dEnghien, sattachant au pan de lhabit de son mari et se faisant traner par ce mari inexorable, est une de ces inventions de mlodrame avec lesquelles nos fabliers composent aujourdhui la vridique histoire. Josphine ignorait, le 19 mars au soir, que le duc dEnghien devait tre jug; elle le savait seulement arrt. Elle avait promis madame de Rmusat de sintresser au sort du prince. Comme celle-ci revenait, le 19 au soir, la Malmaison avec Josphine, on saperut que la future impratrice, au lieu dtre uniquement proccupe des prils du prisonnier de Vincennes, mettait souvent la tte la portire de sa voiture pour regarder un gnral ml sa suite: la coquetterie dune femme avait emport ailleurs la pense qui pouvait sauver la vie du duc dEnghien. Ce ne fut que le 21 mars que Bonaparte dit sa femme: Le duc dEnghien est fusill. Cette parole en regardant une montre a t mal propos attribue M. de Talleyrand. Ces Mmoires de madame de Rmusat, que jai connue, taient extrmement curieux sur lintrieur de la cour impriale. Lauteur les a brls pen137

A dire del Memoriale di SantElena, a Bonaparte sarebbero sfuggite queste parole: Il Duca dEnghien si comporta di fronte al tribunale con grane coraggio. Appena arrivato a Strasburgo mi ha scritto, mi ha scritto una lettera: questa lettera fu consegnata a Talleyrand, che la tenne con s fino allesecuzione. Credo poco a questa lettera: Napoleone avr trasformato in lettera la domanda del Duca dEnghien di parlare al conquistatore dellItalia, o piuttosto qualche riga per formulare tale domanda, che il Principe verg di propria mano prima di firmare linterrogatorio prestato di fronte al capitano-giudice. Tuttavia, poich non v traccia di questa lettera, non si dir il falso nel concludere correttamente che essa non sia stata mai scritta: Ho saputo ha affermato il Duca di Rovigo che nei primi giorni della Restaurazione, nel 1814, uno dei segretari di Talleyrand continuava a fare ricerche negli archivi sotto la galleria del Museo. Me lo ha riferito colui al quale era stato ordinato di lasciarlo passare. stato fatto lo stesso al deposito [del Ministero] della guerra per gli atti riguardanti il processo al Duca dEnghien, di cui rimane solo la sentenza. Il fatto corrisponde a verit: tutti i documenti diplomatici, ed in particolar modo la corrispondenza di Talleyrand con lImperatore e il Primo Console, furono trasportati dagli archivi del Museo allhotel della rue Saint-Florentin; una parte andata distrutta; il resto fu infilato in una stufa, che per ci si dimentic di accendere: la prudenza del ministro poco poteva contro la leggerezza del Principe. I decombenti non bruciati vennero ritrovati; qualcuno pens di doverli conservare: ho tenuto tra le mie mani e letto con i miei occhi una lettera di M. de Talleyrand; datata 8 marzo 1804 ed relativa allarresto, non ancora eseguito, del Duca dEnghien. Il ministro invita il Primo

dant les Cent-Jours, et ensuite crits de nouveau: ce ne sont plus que des souvenirs reproduits par des souvenirs; la couleur est affaiblie; mais Bonaparte y est toujours montr nu et jug avec impartialit. Des hommes attachs Napolon disent quil ne sut la mort du duc dEnghien quaprs lexcution du prince: ce rcit paratrait recevoir quelque valeur de lanecdote rapporte plus haut par le duc de Rovigo, concernant Ral allant Vincennes, si cette anecdote tait vraie. La mort une fois arrive par les intrigues du parti rvolutionnaire, Bonaparte reconnut le fait accompli, pour ne pas irriter des hommes quil croyait puissants: cette ingnieuse explication nest pas recevable.
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Console ad infierire contro i suoi nemici. Non mi stato permesso di conservare quella lettera e ne rammento solo un paio di passaggi: Se la giustizia obbliga a punire con rigore, la politica impone di punire senza fare eccezioni. () Indicher al Primo Console M. de Caulaincourt, a cui potr dare i propri ordini, e che li eseguir con tanta discrezione quanta fedelt. Questo rapporto del principe di Talleyrand potr un giorno apparire integralmente? Lo ignoro, ma so che due anni fa esisteva ancora. 10

Quindi Chateaubriand affronta il ruolo che i vari personaggi svolsero nella tragica vicenda: sostiene che sia difficile negare il ruolo di Talleyrand nello spingere Napoleone alla fatale decisione, ma che sia altrettanto difficile ammettere che egli avesse previsto i possibili effetti del consiglio dato al Console. Come detto, giudicava lex vescovo era troppo poco un uomo donore per divenire un vero criminale11.

2 L. 16 Cap. 6. [2 L. 16 Cap. 7] Part de chacun. Quant M. de Talleyrand, prtre et gentilhomme, il inspira le meurtre en inquitant: il ntait pas en paix avec la Lgitimit. Il serait possible, en recueillant ce que Napolon a dit SainteHlne et les lettres que lvque dAutun a pu crire, de prouver que celuici a pris la mort du duc dEnghien une fort large part; toutefois il ne faut pas aller au-del de la vrit. Que M. de Talleyrand ait dcid Bonaparte la fatale arrestation, contre lavis de Cambacrs, il est difficile de le nier; mais quil ait prvu le rsultat du conseil quil donnait, il est difficile de ladmettre. Comment aurait-il pu croire que de propos dlibr, le Premier Consul et prfr une mesure toute dommageable, un rle de magnanimit tout profitable? La lgret, le caractre, lducation, les habitudes du ministre lloignaient de la violence; la corruption lui tait lnergie; il tait trop peu honorable pour devenir profond criminel. Sil se permit des conseils funestes, il est clair quil nen sentit pas la porte, comme il sassit, sous la Restauration, auprs de Fouch, sans se douter quil se perdait par cette association. Le prince de Bnvent ne soccupait point des difficults qui dcoulaient du bien et du mal, parce quil ne les voyait pas: le sens moral lui manquait; aussi se trompait-il ternellement dans ses jugements sur lavenir.
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Non si creda che gli strali dello scrittore siano diretti solamente contro il Principe di Benevento. La critica di Chateaubriand colpisce lintera classe politica della Restaurazione, colpevole di non essersi accorta dei pericoli della compromissione con il vecchio apparato dirigente. Il Visconte non manca di disapprovare addirittura il Re e la sua politica dellamalgama (come la avrebbe definita pi tardi il Principe di Canosa.
Fu allinfecondit del vescovo di Autun che vennero affidati i primi passi della Restaurazione: ed egli la ha infettata con la propria sterilit, inoculandole un germe di inaridimento e di morte. 12

E a proposito dellesilio di Gand durante i Cento Giorni:


Il Re cristianissimo si era messo al riparo da qualsiasi forma di rimprovero: nel suo consiglio cerano un vescovo sposato (Talleyrand), un prete concubino (Louis), un abate poco praticante (Montesquiou).
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O, amaramente, a proposito delliniziale rifiuto di Luigi XVIII a perdonare i traditori dellAncien Rgime:
Egli [Talleyrand] azzard qualche frase sulla necessit di ammettere alla divisione delle cariche tutti indistintamente; fece intendere di poter generosamente allargarsi anche ai giudici di Luigi XVI. Sua Maest divenne rosso in volto e, stringendo i braccioli della sua poltrona, grid: Giammai!. Un giammai di ventiquattrore.

Il principale soggetto di questa trattativa era Joseph Fouch, gi seminarista oratoriano, quindi giacobino della prima ora (ma anche membro della congiura termidoriana contro Robespierre), Ministro della Polizia sotto il Direttorio, sotto lImpero e durante i Cento Giorni, nominato Senatore e duca dOtranto, la
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2 L. 22 Cap. 17. 2 L. 23 Cap. 5.

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cui principale colpa, agli occhi dei realisti, era quella di essere stato uno dei sostenitori della condanna a morte del Re. La sua posizione, la rete di influenze e di ricatti che aveva tessuto, la sua capacit di mantenere (o scatenare) lordine pubblico lo rendevano per quasi necessario per permettere a Luigi XVIII di tornare a Parigi senza che scoppiassero tumulti. Talleyrand continu quindi a caldeggiare la sua nomina nel nuovo governo. Chateubriand dedica a questo momento una delle pagine pi celebri delle sue Memorie14:
La sera, verso le nove, mi recai presso la corte del Re. Sua Maest era alloggiata nella foresteria dellabbazia [di Saint-Denis]: si durava molta fatica per impedire alle ragazze della Legione dOnore di gridare Viva Napoleone!. Quindi entrai nella chiesa; un pezzo di muro attiguo al chiostro era caduto: lantica abbazia non era rischiarata che da ununica lampada. Pregai allentrata della cripta in cui avevo visto scendere Luigi XVI: pieno di ambascia per ci che riguardava lavvenire, credo di non aver avuto mai il cuore gravato da una tristezza cos profonda e cos religiosa. Poi mi recai da Sua Maest: introdotto in una delle camere prima di quella del Re, non trovai alcuno; mi sedetti in un angolo ed attesi. Tutto ad un tratto una porta si apre: in silenzio fa il suo ingresso il vizio al braccio del crimine, Talleyrand avanza sostenuto da Fouch; la visione infernale passa lentamente davanti a me, penetra nel gabinetto del Re e scompare. Fouch veniva a prestar giuramento e rendere omaggio al suo signore; il fido regicida, in ginocchio, mise le mani che fecero cadere la testa di Luigi XVI tra le mani del fratello del re martire; il vescovo apostata fu garante del suo giuramento.

Non finita qui. Il Visconte non si limita ad assistere allimmorale nomina, ma, una volta ricevuto dal Re, non manca di rimarcare il suo disappunto15:

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2 L. 23 cap. 20. Ibid.


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Prima di lasciare Saint-Denis venni ricevuto dal Re ed ebbi la seguente conversazione: Ebbene! mi disse Luigi XVIII aprendo lincontro con questa esclamazione. Ebbene, Sire, accettate il Duca dOtranto? stato necessario: da mio fratello fino al bal di Crussol (persona insospettabile), tutti hanno detto che non si poteva fare altrimenti. Voi che ne pensate? Sire, la scelta stata fatta: domando a Vostra Maest il permesso di tacere. No, no, parlate: voi sapete come io ero contrario a Gand. Sire, parlo solo per obbedire ad un vostro ordine; perdonate la mia fedelt: credo che la monarchia sia finita. Il Re rimase in silenzio; stavo per iniziare a tremare per il mio ardire, quando Sua Maest continu: Ebbene, Visconte di Chateaubriand, sono del vostro stesso avviso. Con questo dialogo termin la mia parte nei Cento Giorni.

Il giudizio sulla politica dellamalgama considerato quale fallimento della Restaurazione, morta dunque prima di nascere, se esplicito nelle opere del Principe di Canosa invece sotteso nelle Memorie di Chateaubriand. Talvolta la sua sferzante penna colpisce coloro che sono momentaneamente al fianco del re, pronti a tradirlo alla prima occasione. Come Adolphe Thiers (non a caso primo presidente della Terza Repubblica): Divenuto presidente del consiglio e ministro degli affari esteri, Thiers si estasiava agli intrighi diplomatici della scuola di Talleyrand; si espone al rischio di farsi prendere come un buffone di corte, per mancanza di disinvoltura, di seriet e di silenzio. Ci si pu far beffe di ci che serio e di ci che grande dellanima, ma non lo si pu dire, prima daver soggiogato il mondo ed averlo costretto alle orge del Vitello dOro16. Infine Chateaubriand dedica un intero capitolo17 a Talleyrand. Dopo averlo paragonato ad un soldato dellaristocrazia che fa
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da retroguardia ai potenti plebei gi partiti, ricorda di averlo sempre servito lealmente e di averne goduto la stima, anche perch lo scrittore non aveva mai abusato della generosit del Principe. Aggiunge per che la libert di linguaggio di Talleyrand nei suoi confronti (forse si riferisce anche alla frase di provenienza incerta, ma attribuita al principe di Benevento secondo cui Chateaubriand scriveva i suoi libri utilizzando una nera penna di corvo) lo scioglie da qualsiasi vincolo e gli permette di esprimersi liberamente nei suoi riguardi. Talleyrand, uomo geniale ma vanitoso, tanto pieno di se stesso da credersi un profeta mentre sapeva guardare solamente al passato e mai al futuro (Chateaubriand non gli perdona di aver indebolito come vedremo le frontiere occidentali della Francia durante il Congresso di Vienna), era limitato da una visione eccessivamente personalistica della politica:
Egli riusciva a trarre buon partito dai casi fortuiti quando tali casi che peraltro non aveva affatto previsto erano ormai giunti, ma solamente per il proprio tornaconto. Gli era estranea quella ambizione superiore che comprende sia gli interessi della gloria pubblica che i profitti degli interessi privati. Talleyrand non appartiene certo a coloro che sono destinati a diventare creazioni fantastiche continuamente accresciute da immagini falsate o disattese. per innegabile che varie sensazioni, per diversi motivi, concorrano a creare un Talleyrand immaginario. Innanzitutto i Re, i governi, i vecchi ministri stranieri, gli ambasciatori una volta ingannati da questuomo ed incapaci di averlo compreso, tengono a sostenere di non aver potuto far altro che obbedire ad una effettiva superiorit: altrimenti si sarebbero tolti il cappello di fronte allo sguattero di Bonaparte. In secondo luogo i membri dellantica aristocrazia francese legati a Talleyrand sono fieri di annoverare tra i propri ranghi un uomo che aveva la capacit di assicurarli della sua grandezza. Infine i rivoluzionari e le generazioni immorali, che sono pronti ad inveire contro i grandi nomi, in realt nascondono un inclinazione verso laristocrazia: questi singolari neofiti ne desiderano il battesimo e credono di poter apprendere le belle maniere grazie ad essa. La doppia apostasia del Principe affascina pure un altro aspetto
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dellamor proprio dei giovani democratici: poich essi concludono che la loro causa sia quella giusta e che un nobile ed un religioso siano davvero spregevoli.

Al di l di questo, per, non v alcunch di durevole: limmagine falsata di Talleyrand svanisce se avvicinata ad una qualsiasi fonte luminosa ed egli appare come il semplice esecutore degli ordini di Napoleone o come colui che si lasciato sfuggire importanti occasioni, quando si mosso di propria iniziativa unica eccezione, assolutamente negativa, il ruolo ricoperto dal Ministro degli Esteri nella morte del Duca dEnghien.
Egli non sopravvivr, perch la sua vita non legata n ad unideale nazionale che si conservi dopo di lui, n ad unazione celebre, n ad un talento fuori dal comune, n ad uninvenzione utile, n ad un sistema che faccia epoca. La via verso la virt gli preclusa; i pericoli non hanno neppure degnato di onorare i suoi d; ha passato il periodo del Terrore lontano dal suo Paese e vi rientrato soltanto quando laula del tribunale si trasformata in unanticamera. I documenti diplomatici comprovano la relativa mediocrit di Talleyrand: non riuscirete a citare un solo caso di qualche importanza che gli appartenga. Sotto Bonaparte, si limitava alla mera esecuzione degli ordini imperiali e non risulta alcuna sua importante negoziazione; quando stato libero di agire da solo, si lasciato sfuggire le occasioni ed ha rovinato tutto ci che ha toccato. ormai senza dubbio che egli sia stato la causa della morte del Duca dEnghien; questa macchia di sangue non si pu cancellare: lungi dallaver attaccato il ministro nel parlare della morte del principe, lo ho anzi fin troppo risparmiato. 18 Dans ses affirmations contraires la vrit, M. de Talleyrand avait une effrayante effronterie. Je nai point parl, dans le Congrs de Vrone, du discours quil lut la Chambre des pairs relativement ladresse sur la guerre dEspagne; ce discours dbutait par ces paroles solennelles: Il y a aujourdhui seize ans quappel, par celui qui gouvernait alors le monde, lui dire mon avis sur la lutte engager avec le peuple espagnol, jeus le malheur de lui dplaire en lui dvoilant lavenir, en lui rvlant tous
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A questo punto Chateaubriand riporta un discorso (non udito di prima mano) tenuto da Talleyrand a Verona a proposito della guerra di Spagna, quindi prosegue:
La colpa principale di Talleyrand nei riguardi della legittimit stata quella di aver sviato Luigi XVIII dal concludere un matrimonio tra il Duca di Berry ed una Principessa della Casa Reale di Russia; la colpa imperdonabile di Talleyrand nei riguardi della Francia quella di aver accettato i rivoltanti trattati di Vienna. Il risultato delle negozia-

les dangers qui allaient natre en foule dune agression non moins injuste que tmraire. La disgrce fut le fruit de ma sincrit. Etrange destine que celle qui me ramne, aprs ce long espace de temps, renouveler auprs du souverain lgitime les mmes efforts, les mmes conseils! Il y a des absences de mmoire ou des mensonges qui font peur: vous ouvrez les oreilles, vous vous frottez les yeux, ne sachant qui vous trompe de la veille ou du sommeil. Lorsque le dbiteur de ces imperturbables assertions descend de la tribune et va sasseoir impassible sa place, vous le suivez du regard, suspendu que vous tes entre une espce dpouvante et une sorte dadmiration; vous ne savez si cet homme na point reu de la nature une autorit telle quil a le pouvoir de refaire ou danantir la vrit. Je ne rpondis point; il me semblait que lombre de Bonaparte allait demander la parole et renouveler le dmenti terrible quil avait jadis donn M. de Talleyrand. Des tmoins de la scne taient encore assis parmi les pairs, entre autres M. le comte de Montesquiou; le vertueux duc de Doudeauville me la raconte, la tenant de la bouche du mme M. de Montesquiou, son beau-frre; M. le comte de Cessac, prsent cette scne, la rpte qui veut lentendre; il croyait quau sortir du cabinet, le grand Electeur serait arrt. Napolon scriait dans sa colre, interpellant son ple ministre: Il vous sied bien de crier contre la guerre dEspagne, vous qui me lavez conseille, vous dont jai un monceau de lettres dans lesquelles vous cherchez me prouver que cette guerre tait aussi ncessaire que politique. Ces lettres ont disparu lors de lenlvement des archives prives aux Tuileries, en 1814 [Voyez plus haut la mort du duc dEnghien. (N.d.A.)]. M. de Talleyrand dclarait, dans son discours, quil avait eu le malheur de dplaire Bonaparte en lui dvoilant lavenir, en lui rvlant tous les dangers qui allaient natre dune agression non moins injuste que tmraire. Que M. de Talleyrand se console dans sa tombe, il na point eu ce malheur; il ne doit point ajouter cette calamit toutes les afflictions de sa vie.
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zioni di Talleyrand che noi siamo rimasti senza frontiere: una battaglia persa a Mons o a Coblenza porterebbe in otto giorni la cavalleria nemica sotto le mura di Parigi. Durante lantico regime, la Francia non era solamente circondata da una serie di fortezze, ma sul Reno era difesa anche dagli Stati indipendenti della Germania. Per arrivare fino a noi era necessario invadere gli Elettorati o accordarsi con essi. Su unaltra frontiera, la Svizzera era un Paese neutrale e libero; mancavano del tutto le strade; nessuno poteva violare il suo territorio. I Pirenei erano insormontabili, protetti dai Borbone di Spagna. Ecco ci che Talleyrand non ha capito, queste sono le colpe che lo condanneranno per sempre come uomo politico: colpe che ci hanno privati in un sol giorno delle lunghe fatiche di Luigi XIV e delle vittorie di Napoleone. Si preteso che la sua politica sia stata superiore a quella di Napoleone: innanzitutto necessario comprendere bene che egli stato solo e soltanto il portaborse di un conquistatore, che ogni mattino prende nota di una nuova vittoria e delle modificazioni subite dalla geografia politica. Quando Napoleone si inebri, fece enormi errori che saltano agli occhi di tutti: verosimilmente Talleyrand se ne accorse come gli altri; ma per questo non sono necessari occhi di lince. Inoltre si compromise in maniera strana nel caso dellarresto del Duca dEnghien e si ingann sulla guerra di Spagna del 1807, nonostante in seguito abbia voluto negare i propri consigli e ritornare sulle proprie parole. Tuttavia un attore non portentoso se completamente sprovvisto della capacit di affascinare la platea: cos la vita del Principe si rivelata una continua delusione. Conscio di ci di cui era privo, si sottrasse a chiunque fosse in grado di accorgersene: la sua costante attenzione era quella di non lasciarsi prendere le misure; si chiudeva a bella posta nel silenzio; si nascondeva nelle tre ore mute che riservava al whist. Ci si meravigliava che un tal uomo potesse dedicarsi a divertimenti tanto volgari: ma chi sa se quella mente creativa non credesse di frantumare gli imperi mentre si sistemava in mano i quattro fanti? Durante tali momenti di elusione, rimuginava un motto deffetto, la cui ispirazione gli veniva da un documento letto al mattino o da una conversazione tenuta alla sera. Se vi prendeva in disparte per onorarvi della sua conversazione, la sua principale maniera di sedurre era quella di subissarvi di elogi, di richiamarvi alle speranze dellavvenire, di predirvi un destino sfolgorante, di darvi una cambiale di qualche granduomo tratta su di lui e pagabile a vista,
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ma se appena avesse trovato la vostra fede in lui leggermente sospetta se avesse compreso che non prendevate nella necessaria considerazione qualche sua frasetta con pretese di profondit, e dietro la quale cera il vuoto, si allontanava subito per paura di essere arrivato alla fine del suo spirito. stato gi raccontato come le sue spiritosaggini non colpissero che subalterni o sciocchi, con i quali si poteva divertire senza pericolo, oppure vittime legate alla sua persona e costrette ad accettare le sue battute. Non riusciva a mantenere una conversazione seria: le sue idee morivano la terza volta che apriva le labbra. Le vecchie stampe dellabate di Prigord rappresentano un uomo molto bello; Talleyrand, invecchiando, era diventato un teschio: i suoi occhi erano spenti al punto che si faticava a leggervi dentro, cosa che gli andava benissimo, e poich aveva ricevuto molto disprezzo, ne era rimasto pregno e lo aveva concentrato nei due angoli penduli della bocca. Un grande stile che teneva alla propria nascita, un rispetto rigoroso delle buone maniere, unaria fredda e disdegnosa contribuivano a nutrire lillusione intorno al principe di Benevento. Le sue maniere esercitavano ascendente sulle persone da poco e sugli homines novi che ignoravano la societ del buon tempo andato. Un tempo si incontravano ovunque persone dellaspetto di Talleyrand e non vi si faceva caso; ma visto quasi da solo, ritto in mezzo ai costumi democratici, appariva un fenomeno: ma per accettare quel giogo che il suo atteggiamento gli comportava, il suo amor proprio doveva ricordare allo spirito del ministro o vantaggi che lascendente della sua educazione esercitava. Chi occupa una posizione di rilievo e si trova invischiato in rivoluzioni portentose, riceve casualmente unimportanza che il volgo attribuisce al suo merito personale; oscurato dal fulgore di Bonaparte, Talleyrand ha brillato sotto la Restaurazione di una luce presa a prestito da una fortuna che non era la sua. La posizione fortuita del principe di Benevento gli ha permesso di attribuirsi la capacit di aver rovesciato Napoleone e lonore di aver riportato sul trono Luigi XVIII; io stesso, al pari di tutti i curiosi, sono stato cos ingenuo da credere a questa storiella! Una volta meglio informato, ho compreso

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che Talleyrand non era affatto un Warwick19 della politica: il suo braccio non aveva certo la forza che abbatte ed innalza i troni. Qualche sciocco imparziale potrebbe dire: vero, era un uomo davvero immorale. Ma quanto fu abile! Ahim! No. Bisogna abbandonare anche questa speranza, che tanto consola i suoi fautori, tanto desiderata per la memoria del principe: la speranza di trasformare Talleyrand in un demone. Al di l di qualche banale negoziato, nei quali aveva comunque labilit di privilegiare il proprio interesse personale, a Talleyrand non si poteva chiedere altro. []20 Si vantava di non andare mai di fretta, diceva che il tempo il nostro nemico e che bisognava superarlo: per questo si vantava di tenersi occupato soltanto per pochi istanti. Ma poich, in fin dei conti, M. de Talleyrand non ha potuto trasformare la sua inoperosit in capolavoro, probabile che si sbagliasse parlando della sua necessit di superare il tempo: si trionfa sul tempo solo creando opere immortali; con lavori senza futuro, con distrazioni frivole non lo si supera: lo si spreca. Entrato nel ministero grazie alla raccomandazione di madame de Stal, che ottenne la sua nomina da Chnier, M. de Talleyrand, allora abbastanza privo di mezzi, rivalut cinque o sei volte la sua fortuna prima con il milione ricevuto dal Portogallo speranzoso di firmare la pace con il Direttorio, pace che non fu mai siglata; poi con lacquisto di buoni del Belgio alla pace di Amien, a lui nota prima che fosse resa pubblica; con la costituzione del transitorio regno dEtruria; con la vendita dei beni ecclesiastici in Germania e infine mercanteggiando le sue posizioni al Congresso di Vienna. Per quanto riguarda i nostri archivi non che il principe non li volle cedere allAustria: fu ingannato, in quelloccasione, da Metternich, che aveva restituito scrupolosamente gli originali dopo averne fatto fare copia conforme.

Richard Neville conte di Warwick (1428-1471), capo del partito di York, cattur Enrico VI e insedi sul trono Edoardo, per poi restituire lo scettro nelle mani di Enrico. Fu soprannominato Kingmaker. 20 M. de Talleyrand soignait quelques habitudes et quelques maximes lusage des sycophantes et des mauvais sujets de son intimit. Sa toilette en public, copie sur celle dun ministre de Vienne, tait le triomphe de sa diplomatie.
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Incapace di vergare una sola frase, M. de Talleyrand faceva lavorare con competenza sotto di lui: quando, a forza di cancellature e di modifiche, il suo segretario riusciva a redigere i dispacci secondo il suo gradimento, li copiava di propria mano. Lo ho sentito leggere, dalle memorie che ha iniziato, qualche piacevole dettaglio sulla sua giovent. Poich aveva gusti molto passeggeri, e non sopportava al mattino ci che gli era piaciuto la sera, se esistono quelle memorie complete cosa di cui dubito e se sono ancora conservate le varie versioni, probabile che i giudizi sullo stesso avvenimento e sulla stessa persona si contraddicano in maniera vergognosa. Non credo affatto al deposito di manoscritti in Inghilterra; il preteso ordine di farli pubblicare solo fra quarantanni mi sembra una farsa postuma. Pigro e senza studi, natura frivola e cuore dissoluto, il principe di Benevento si vantava e gloriava di una cosa che avrebbe dovuto umiliare il suo orgoglio, cio di rimanere in piedi dopo la caduta degli imperi. Gli spiriti superiori che producono le rivoluzioni spariscono; gli spiriti inferiori che ne profittano, rimangono. Tali personaggi del domani e dei maneggi assistono allo sfilare delle generazioni, incaricati di porre i visti ai passaporti, di ratificare le sentenze: M. de Talleyrand apparteneva a questa categoria inferiore; firmava gli eventi, non li generava. Sopravvivere ai governi, rimanere quando un potere se ne va, affermarsi sempre, vantarsi di appartenere solo al proprio Paese, di essere luomo delle cose e non degli individui, la fatuit dellegoismo a disagio, che si sforza di nascondere la sua pochezza sotto lampollosit delle parole. Oggi si contano molti personaggi di tale equanimit, molti di questi cittadini del suolo: tuttavia, perch ci sia grandezza nellinvecchiare come leremita tra le rovine del Colosseo, bisogna custodirle con una croce; M. de Talleyrand aveva calpestato la sua. La nostra specie si divide in due gruppi diversi: gli uomini della morte amati da essa, gregge scelto che rinasce; gli uomini della vita e dimenticati da essa, moltitudine di sfaccendati che non rinasce pi. Lesistenza temporanea di questi ultimi consiste nel nome, nel credito, nella posizione, nella fortuna; la loro fama, la loro autorit, il loro potere svaniscono con essi: chiuso il loro salotto, serrata la loro bara, terminato anche il loro destino. Cos successo a M. de Talleyrand; la cui mummia, prima di scendere nella sua cripta, stata e149

sposta momentaneamente a Londra, come ambasciatore del recadavere che ci governa21. M. de Talleyrand ha tradito tutti i governi e, lo ripeto, non ne ha n creato n rovesciato alcuno. Egli non aveva alcuna superiorit reale, nel vero significato di queste parole. Linsieme trascurabile di una banale prosperit, cos comune in unesistenza aristocratica, non porta nemmeno un passo pi in l della fossa. Il male che non opera con una terribile deflagrazione, il male speso con parsimonia dallo schiavo a beneficio del padrone, soltanto turpitudine. Il vizio che guarda con compiacenza al crimine entra nella quotidianit. Immaginate un Talleyrand plebeo, povero ed oscuro, solo con la sua immoralit ed il suo incontestabile spirito da salotto: non avremmo mai sentito parlare di lui. Togliete dal Signore di Talleyrand il nobile degradato, il prete sposato, il vescovo spogliato, che ne resta? La sua reputazione ed i suoi successi sono ottenuti per queste tre depravazioni.

Infine descrive la fine di Talleyrand, non senza un certo disprezzo per la commedia del suo ultimo giorno di vita, per la sua morte nello stile di Diocleziano, mostrandosi a tutti22. Su di un punto, per, non transige: sul preteso pentimento del vescovo apostata:
Ha firmato, per farla finita (ma forse non ha neanche firmato), quando stava per perdere la facolt di parlare, la ritrattazione della sua adesione alla Chiesa costituzionale; ma senza alcun segno di penti21 22

Il riferimento a Luigi Filippo. La comdie par laquelle le prlat a couronn ses quatre-vingt-deux annes est une chose pitoyable: dabord, pour faire preuve de force, il est all prononcer lInstitut lloge commun dune pauvre mchoire allemande dont il se moquait. Malgr tant de spectacles dont nos yeux ont t rassasis, on a fait la haie pour voir sortir le grand homme; ensuite il est venu mourir chez lui comme Diocltien, en se montrant lunivers. La foule a bay, lheure suprme de ce prince aux trois quarts pourri, une ouverture gangrneuse au ct, la tte retombant dans sa poitrine en dpit du bandeau qui la soutenait, disputant minute minute sa rconciliation avec le ciel, sa nice jouant autour de lui un rle prpar de loin entre un prtre abus et une petite fille trompe:
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mento, senza compiere gli ultimi doveri di cristiano, senza condannare limmoralit e gli scandali della propria vita. Mai lorgoglio si mostrato tanto miserabile, lammirazione tanto stupida, la piet tanto ingannata: Roma, sempre prudente, non ha nemmeno resa pubblica e a ragione la ritrattazione. Talleyrand, da tempo chiamato al cospetto del tribunale celeste, era contumace; la morte lo cercava da parte di Dio, ed alla fine lo ha trovata. Per analizzare minuziosamente una vita tanto viziata quanto quella di M. de La Fayette stata sana, bisognerebbe affrontare un disgusto che io sono incapace di superare. Gli uomini piagati somigliano alle carcasse delle prostitute: le ulcere sono talmente profonde che non possibile procedere alla dissezione. La rivoluzione francese una vasta distruzione politica, posta al centro del mondo antico: temiamo che si possa verificare una distruzione molto pi funesta, temiamo una distruzione morale dal lato malvagio di questa rivoluzione. Cosa ne sarebbe della specie umana, se ci si affannasse a riabilitare usi giustamente condannati, si ci si sforzasse ad offrire al nostro entusiasmo esempi odiosi, di presentarci i progressi del secolo, la realizzazione della libert, la profondit del genio nelle nature abbiette o nelle azioni atroci? Non avendo il coraggio proclamare il male sotto il suo vero nome lo si nasconde [ai nostri giorni si direbbe: politically correct]: fate bene attenzione a non scambiare quella bestia per uno spirito di tenebre, un angelo di luce! Ogni lordura bella, ogni obbrobrio onorevole, ogni eccesso sublime; ogni vizio ha i suoi ammiratori che lo attendono. Siamo tornati a quella societ materiale pagana in cui qualsiasi depravazione aveva i suoi altari. Respingiamo tali elogi, vili, mentitori, criminali che falsano la pubblica coscienza, che indeboliscono i giovani, che scoraggiano le persone per bene, che sono un oltraggio alla virt come gli sputi dei soldati romani sul volto di Cristo!

Alcuni autori hanno affermato che Chateaubriand fosse mosso dallinvidia nei confronti di Talleyrand; ma quale invidia potrebbe albergare nellanimo di uno scrittore che viene considerato tra pi importanti del suo tempo, che riceve attestati di stima personale e professionale, che riesce a superare il proprio maestro diventando prima ambasciatore nelle principali capitali europee e poi addirittura Ministro degli Esteri. Ma, so151

prattutto, che pur avendo raggiunto lapice del successo come scrittore e come burocrate, rimane profondamente cristiano ed attaccato ai valori della Tradizione tanto da rinunciare al seggio di Pari di Francia nei giorni della Monarchia di Luglio. Se aveva definito il costituzionale Luigi Filippo re-cadavere, la sua ammirazione per Carlo X, sovrano legittimista, riguarda anche la sua sfera privata:
Nel 1833, a Praga, Carlo X mi chiese: Vive ancora quel vecchio Talleyrand?. Carlo X ha lasciato la vita due anni prima di Talleyrand; la morte riservata [privata] e cristiana del monarca contrasta con la morte pubblica del vescovo apostata, trascinato a forza ai piedi dellincorruttibilit divina.

La coerenza dimostrata da Chateaubriand giustifica pienamente non gi il livore ch di livore non corretto parlare bens il disprezzo (questo s) nei confronti di un girella come il principe di Benevento. Chi si era battuto in tempi non sospetti, vale a dire nel fulgore del periodo napoleonico, per il ritorno dei Borbone sul trono di Francia, chi era stato tanto coerente da non accettare la monarchia orleanista e preferire una vita di stenti ai privilegi garantiti dalla nomina parlamentare aveva tutto il diritto di criticare anche con parole dure, anzi durissime i rappresentanti di quel mondo nuovo che soppiantava definitivamente lAcient Rgime e che aveva in Talleyrand il suo massimo esponente. Nellultimo e definitivo esilio, Chateaubriand affidava alle proprie memorie una critica impietosa nei confronti di quegli omuncoli che alla fine trionfavano. Forse pecc di superbia nel condannare gli uomini della sua epoca anticipando quasi novello Dante quello che sarebbe stato il giudizio di Dio: di superbia; ma non dinvidia.

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Bibliografia di Chateaubriand
Essai historique sur les rvolutions (1797) Atala (1801) Le gnie du christianisme (1802) Ren (1802, 1805) Les martyrs (1809) Itinraire de Paris Jrusalem (1811) Les aventures du dernier Abencerage (1826) Les Natchez (1826) Mose (1827) Etudes historiques (1827) Voyage en Amrique (1827) Mmoires doutre-tombe (1848-1850) Vie de Ranc (1844)

Opere di Chateaubriand disponibili in italiano


Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi. Testo francese a fronte, Marsilio, Venezia 2004 I natchez, Le Lettere, Firenze 2004 Atala, Ren, SE, Milano 2003 Amore e vecchiaia. Con testo francese, Robin, 2002 Ren, Marsilio, Venezia 2001 Di Buonaparte e dei Borboni, Adelphi, Milano 2000 Lettera sul paesaggio in pittura (1795), CLUEB, 1998 Viaggio sul Monte Bianco. Testo originale a fronte, Tarar, 1997 Vita di Ranc, San Paolo Edizioni, Milano 1993 Atala, Ren, Garzanti Libri, Milano 1989 Memorie d'oltretomba, Longanesi, Milano 1983 Vita di Ranc, Bompiani, Milano 1982 Vita di Ranc, Giunti Editore (anno?)

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