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IL MENTALISTA - Dr.

Derren Brown
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Derren Brown
il Mentalista
i trucchi Della Mente
ebook
Traduzione: Katia Prando
Editing: stefania colombo
Grafca di copertina e impaginazione: Matteo Venturi
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IPNOSI E SUGGESTIONABILIT
Durante le vacanze estive dopo il mio primo anno alluniversit di
Bristol, comprai una bottiglia di lattice liquido in una cartoleria di
Croydon, che poi portai nella residenza universitaria dove vivevo
durante i mesi di frequenza ai corsi. La soluzione gommosa veniva
impiegata come supporto per la pittura: a quel tempo ero un grande
ammiratore di due fumettisti, Scarfe e Steadman, e avevo sentito dire
che entrambi utilizzavano il lattice liquido per creare delle maschera-
ture. (Stendi il lattice su parte di una tela e lascialo asciugare, poi
spruzza dellinchiostro su una porzione pi ampia di tela e infine togli
lo strato di lattice. Ecco che apparir unarea senza inchiostro la cui
forma, dimensione e posizione corrisponde esattamente a quella della
parte di lattice appena tolta.) La bottiglia di lattice rest per un certo
periodo a riposare nel mio armadio, poi il desiderio di usarla per atti-
vit artistiche e creative svan, sopraffatto dalla brama di abusarne per
fini non-sessuali.
Un bel mattino me ne misi un po sotto locchio sinistro e una volta
asciugato rimasi felicemente sorpreso dalleffetto di gonfiore ottenuto.
Quindi scesi a fare colazione, per vedere che reazioni avrebbe suscita-
to. Alcuni mi chiesero cosa avessi fatto allocchio. Io risposi che era
leggermente irritato, ma che non avevo idea del perch. Decisi di tene-
re il lattice per tutto il giorno e frequentai le lezioni in quello stato. Gli
sguardi incuriositi e vagamente preoccupati resero quella giornata pi
interessante, e io non confessai a nessuno il mio piccolo inganno.
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Il mattino successivo, quindi, il corso naturale degli eventi fece s che
ne applicassi un altro po, come se linfezione fosse progredita.
Prevedendo questo sviluppo, avevo comprato dei cosmetici, con i quali
fui in grado di simulare con successo un livido. A questo punto il risul-
tato era di evidente deformit, e io ritornai nel mondo degli umani allo
scopo di suscitare allarme per la mia condizione. Nei due giorni seguen-
ti continuai la recita. Amici e conoscenti insistevano sul fatto che
dovessi farmi vedere da un dottore. Bench mi sentissi perversamente
deliziato dallattenzione, nondimeno ero a disagio per la preoccupazio-
ne che provocavo negli altri, e capii che rivelare la messinscena sareb-
be stato difficile da mandar gi un po per tutti. Perci mi vidi costretto
a proseguire la mia farsa.
Dopo poco pi di una settimana, sebbene togliessi il lattice ogni
notte, la soluzione inizi a irritare locchio. Colpito dallironia di con-
trarre un vero disturbo oculare per quella stupidaggine, decisi di mette-
re meno lattice e di applicare un cerotto sullocchio. Ricordo ancora
lespressione incredula della commessa nella farmacia di Whiteladies
Road quando entrai con met faccia orrendamente deformata e chiesi
se avessero dei cerotti oculari. Nel frattempo avevo aggiunto un tremo-
lio abbastanza convincente che donava un che di inquietante al tutto.
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1. Da non confondersi con laltro tic che avevo iniziato a sviluppare, vale a dire la tendenza
a inclinare appena la testa. Questultima era dovuta alla mia abitudine di mettere le per-
sone in uno stato di condiscendenza cio annuendo per farle concordare con me e ben
presto aveva iniziato a manifestarsi autonomamente nei momenti di generale nervosismo.
Sfortunatamente, adesso si manifesta allimprovviso mentre sono in scena oppure durante
le interviste. Non penso di avere mai fatto sfoggio di entrambi i tic contemporaneamente,
il che sarebbe stato divertente (o forse terrifcante, per i giovani o le persone facilmente
impressionabili).
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Lunica persona alla quale dovetti confessarlo fu Debbie, una delle
mie partner di ballo allepoca. Per ragioni che ora sembrano aliene e
oscure, noi eravamo la coppia leader della squadra di Cha-cha-cha
delluniversit e sgambettavamo fieri al ritmo dei classici nelle gare
studentesche di mezza Inghilterra.
Ovviamente, lei non poteva non conoscere la verit che si celava
dietro la mia infezione, dato che doveva roteare, piroettare e vol-
teggiare a distanza ravvicinata dal mio volto apparentemente devasta-
to dalla malattia. In una sera memorabile, stavamo provando le nostre
coreografie grottesche e asessuate al primo piano della sede dellAs-
sociazione Studentesca, quando un tizio venne a chiedermi se poteva
dare unocchiata sotto il cerotto. Debbie era divertita dalla cosa ma fu
abbastanza furba da non dire niente. Questa richiesta produsse la mia
pronta esibizione dellocchio, seguita dalla proposta del tizio di
accompagnarmi al reparto di oculistica dellospedale. Io lo ringraziai
per il suo interessamento ma dissi (perch ormai dovevo reggere il
gioco) che non mi fidavo dei dottori. Il tizio rispose di essere un chi-
rurgo oculista e che io dovevo andare immediatamente con lui per
farmi visitare. Debbie, che nel frattempo stava sorseggiando una
bevanda, scoppi a ridere per linattesa evoluzione degli eventi e
nebulizz il suo analcolico attraverso le narici da ballerina. Lui si
volt di scatto, la guard e disse abbastanza stizzito: Non so perch
stia ridendo, signorina. Probabilmente questo ragazzo avr bisogno
della chirurgia plastica. A questo punto Debbie si scus e corse in
bagno, versando lacrime che un osservatore fortuito avrebbe potuto
scambiare per gocce di dispiacere.
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Essendo ormai impossibile aggirare largomento, dovetti confessare
tutto al dottore. Farlo fu straziante. Colmo di vergogna per me stesso,
permisi alla finta infezione di guarire nei giorni successivi, e poco dopo
dissi agli altri che era stata tutta una messinscena. Il ragazzo del piano
di sopra che aveva mostrato un interesse insolito per la mia salute
ammise che la sua reazione era stata dettata principalmente dal senso
di colpa: aveva prodotto della birra artigianale nei bagni comuni e
temeva che i fumi avessero avuto effetti nocivi.
Non ho c voluto molto senno di poi per capire che si era trattato
di una bambinata patetica per ricevere attenzione, e mentre una parte
segreta di me ne rimasta innegabilmente compiaciuta, per il resto
ancora una tortura ripensarci. La menziono solo perch macchinazioni
cos palesemente ingenue erano chiari segni del desiderio di esibirmi,
e fondamentalmente mi portarono allaltrettanto innocua pratica di
farmi un nome come ipnotizzatore nella comunit universitaria. Ti
prego di non pensare nemmeno per un istante che a quel tempo io aves-
si la bench minima idea di cosa fosse lo stile in generale. Indossavo
vestiti dai colori sgargianti e male assortiti che solo le pi pacate ma
altrettanto inconcepibili combinazioni giacca/pantalone dei professori
universitari potevano offrire un degno termine di paragone. Non ero
alieno a camicie a fiori e stivali viola e verdi, farfallino e bretelle, igna-
ro di quanto potessi essere discutibile. Come ciliegina sulla torta, ero
ben felice di parlare a tutti di Dio.
Di tanto in tanto alcuni amici passavano da me per farsi ipnotizzare.
Avevo preso in prestito tutti i libri possibili dalla biblioteca e ne avevo
comprati alcuni in una di quelle librerie alternative e maligne dalle quali
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i miei pastori mi avevano messo in guardia. Avevo uno script per lin-
duzione che durava una quarantina di minuti e che utilizzavo per porta-
re dolcemente in trance i miei pazienti-clienti, accoccolati nella confor-
tevole poltrona arancione e marrone in stile anni Settanta che costituiva
il punto focale della mia cameretta da studente. Ripensandoci, forse era
tutto merito del Feng Shui. Sono sicuro che non fosse il mio carisma
naturale. Quando percepivo che erano adeguatamente ipnotizzati, sug-
gerivo a titolo di prova che forse un braccio si sentiva pi leggero o che
un piede era troppo pesante da sollevare. Se questi suggerimenti sem-
bravano funzionare, ero felice e poi li risvegliavo lentamente. Con lau-
mentare della mia sicurezza, imparai ad abbreviare linduzione e a ten-
tare test pi interessanti, e finivo la sessione instillando la suggestione
che se fossero tornati unaltra volta sarei stato in grado di riportarli in
trance semplicemente schioccando le dita e dicendo loro di dormire.
Una sera ebbi modo di vivere unesperienza istruttiva quando venne
da me per una sessione di ipnosi qualcuno che credevo di avere gi
ipnotizzato in precedenza e che avevo lasciato con questa suggestione.
In realt venne fuori che era stato da me, avevamo parlato di ipnosi ma
non lavevamo tentata. Ad ogni modo, pensando che fosse pronto a
rispondere al mio comando, lo feci sedere e gli dissi Dormi!, schioc-
candogli le dita davanti alla faccia. Lui chiuse immediatamente gli
occhi, reclin la testa e sprofond in trance. Quando, una volta termi-
nata la sessione, capii che era la prima volta che lo ipnotizzavo, rimasi
molto confuso: come aveva potuto rispondere alla suggestione se non
gliela avevo data? Quel giorno capii che lipnosi funziona non grazie a
uno script accuratamente studiato e preso da un libro di auto-aiuto, ma
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perch il paziente convinto che il processo sia efficace. Nel tempo ho
perfezionato questa teoria, ma quella rivelazione fu importante.
UNA BREVE STORIA
Il primo vero ipnotizzatore, Franz Anton Mesmer, giunse a Parigi nel
1778. Mesmer credeva che esistesse un fluido semi-magnetico che
scorreva attraverso i nostri corpi e in tutto luniverso, e che fosse lin-
terruzione del flusso di questa energia a causare i vari disturbi di cui
soffriamo. Dovremmo tenere ben presente questuomo quando ascol-
tiamo alcuni nostri amici parlare seriamente di Energia Chi o di gua-
rigioni paranormali. Inizialmente con delle calamite e poi con le sue
stesse dita, curava i suoi pazienti allungando magicamente le mani sui
loro corpi per riallineare questa forza mistica.
I metodi di Mesmer erano di una teatralit fantastica. Si narra che
facesse sedere i suoi pazienti intorno a una vasca piena dacqua e di
limatura di ferro, con le ginocchia le une contro le altre per permettere
al fluido magico di scorrere tra di loro. Dalla vasca sporgevano delle
lunghe aste, utilizzate per guarire le aree malate del corpo. Veniva suo-
nata della musica, mentre alcuni assistenti di bella presenza fornivano
un servizio tattile avanzato che generalmente provocava convulsioni
alle signore. A quel punto Mesmer faceva la sua apparizione in una
tunica viola e con un enorme bastone magnetico; successivamente le
calmava muovendo la punta del bastone contro i loro volti, stomaci e
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seni. (Sono cose come queste che dovremmo chiedere al Servizio
Sanitario Nazionale di sovvenzionare, non sciocchezzuole come lome-
opatia. Principe Carlo, prenda nota, grazie). Queste esibizioni scanda-
lose sembravano incoraggiare quella che con una terminologia moder-
na potrebbe essere considerata una liberazione della tensione sessuale
repressa, e certamente Mesmer sembrava incoraggiare reazioni rumo-
rose o violente ai suoi strani maneggiamenti. Alla fine, due Reali
Commissioni screditarono i metodi di Mesmer e attribuirono il miste-
rioso fenomeno pi allimmaginazione delle sue pazienti che al fluido
cosmico invisibile. Cionondimeno pu darsi che siano rimaste deluse
dal fatto che nessuno palpeggiasse pi i loro seni.
In ogni caso si diffuse un certo interesse nei confronti di Mesmer e
dei suoi successori, e fu John Elliotson (17911868) che port il movi-
mento del magnetismo animale in Gran Bretagna, armonizzandolo con
il suo interesse per la frenologia (lo studio, ora screditato, delle bozze
del cranio per determinare il carattere). Naturalmente, lordine medico
era estremamente contrario, anche se un certo John Esdaile, un chirur-
go di stanza nelle Indie Orientali negli anni Quaranta dellOttocento,
poco prima dellampia diffusione degli anestetici chimici, segnal di
aver compiuto circa trecento operazioni utilizzando il sonno mesme-
rico. Nel 1819, un sacerdote portoghese, labate Jos Custudio di
Faria, fu il primo professionista a separare gli effetti del mesmerismo
dal concetto di influenza magnetica. Di Faria chiedeva ai suoi pazienti
di chiudere gli occhi e di entrare in uno stato di sonno senza utilizzare
il magnetismo o larte drammatica di Mesmer, e not che la sua influen-
za era dovuta pi alla suggestione che a poteri magici.
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Il termine ipnotismo (per favore, abbiate ancora un po di pazien-
za) fu coniato da James Braid, un chirurgo di Manchester, nel 1841.
Questi paragonava lo stato di trance a un sonno nervoso e perci per il
nome prese spunto da Ipno, il dio greco del sonno. Braid faceva fis-
sare ai suoi pazienti una potente fonte di luce ed era in grado di ottene-
re risultati senza sintomi di semiepilessia e senza nemmeno gli effetti
collaterali paranormali che iniziavano a essere rivendicati dai magneti-
sti. A dire il vero, in quei tempi la nuova ondata di conoscenze riguar-
danti lelettricit e il sistema nervoso umano rese ridicolo il vecchio
magnetismo per gli scienziati seri, e la comunit rispettabile perse inte-
resse per questa teoria.
La maggior autorevolezza, dopo Braid, la ebbe il neurologo francese
Jean-Martin Charcot. Il medico considerava lipnosi e listeria (epi-
lessia) aspetti della stessa condizione neuropatologica. I suoi pazienti
erano tutti donne epilettiche e c chi sostiene che questo allineamento
della prima pratica ipnotica con il manifestarsi di quelli che noi oggi
chiamiamo sintomi epilettici, gi ai tempi di Mesmer, sia responsabile
della persistenza di molti fenomeni ipnotici classici del giorno doggi.
I test classici per la suggestionabilit utilizzati nella ricerca clinica
sullipnosi, comprendenti gli stati di trance e varie forme di catalessia,
possono essere una regressione perversa ai giorni delle dimostrazioni
epilettiche. un pensiero agghiacciante.
Il rivale di Charcot era Hippolyte Bernheim (18371919) delluni-
versit di Nancy, che distolse lipnosi dalle consuete procedure con le
donne isteriche e promosse la suggestione verbale e la terapia su altri
disturbi. Anche se probabilmente i compagni a scuola lo chiamavano
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poco simpaticamente Ippo-Pippo il frocetto di Nancy
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, il suo diven-
ne lapproccio prevalente e Nancy divent un centro terapeutico molto
conosciuto. Tuttavia, allo scoccare del ventesimo secolo linteresse per
lipnotismo inizi a scemare, dapprima in Gra Bretagna e in Europa e
poi anche in America. Gli ipnoterapisti trovavano pazienti sempre pi
difficili da ipnotizzare e si diffusero altri metodi terapeutici.
Successivamente ebbe grande successo lopera di Freud sulla psicana-
lisi e lipnosi non fu pi vista come uno strumento terapeutico serio.
Molti ritengono che lamericano Milton H. Erickson (190180) sia il
padre della moderna ipnoterapia, e a partire dagli anni Venti del secolo
scorso oper per favorire un approccio permissivo alla terapia: lim-
perativo Tu devi dellipnotista si orient piuttosto verso un nuovo
Tu puoi. Forse, con la crescita del livello di istruzione nei pazienti
rispetto ai tempi doro dellipnotismo, la figura rigida e sgargiante
dellipnotizzatore, ancora incentrata su quella di Mesmer, era diventata
meno appropriata. E forse legocentrismo del cittadino americano
moderno, per non parlare del cittadino californiano moderno, in cui
lindustria stava finalmente per decollare, richiedeva un approccio pi
centrato sul paziente (o sul cliente). Per tutta la vita Erickson soffr
di poliomelite, ma utilizzava lautoipnosi per tenere sotto controllo i
suoi dolori atroci. Era poco ortodosso, famoso per i suoi modi indiretti
e i metodi ingegnosi di trattare la resistenza allipnosi, e sosteneva che
non esistevano pazienti cattivi, solo ipnotisti inflessibili.
Chiunque sviluppi un interesse verso le tecniche ipnotiche moderne
2. Ndt: Nancy boy unespressione dispregiativa inglese per defnire un omosessuale o un
uomo effeminato.
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noter ben presto che Erickson venerato come un mago, come Mesmer
avrebbe voluto per s. Sicuramente aveva lo stesso debole del suo pre-
decessore per i vestiti viola. Leggendo di Erickson e dei suoi miracolo-
si successi attraverso i suoi principali sostenitori, si osserva come la
reputazione magica sopravviva principalmente grazie alla narrazione e
ri-narrazione di aneddoti significativi. Quello qui presentato stato
preso a caso da un sito Web riguardante la terapia ericksoniana, ed un
aneddoto (cos come pubblicato sul sito) riguardante aneddoti (raccon-
tati da Erickson al ragazzo) che rimandano a un aneddoto che a un certo
punto sarebbe stato scritto da Erickson o raccontato su di lui. D unidea
sia dello stile di Erickson, sia del rispetto che suscita nei suoi seguaci.
Spesso Erickson non utilizzava uninduzione basata su una
traccia formale [sic]. Invece racconta [sic] storie che hanno
[sic] un significato pi profondo. A volte questo significato
era chiaro, ma nella maggior parte dei casi no. Almeno non
per la mente conscia della persona. Per esempio, un ragazzi-
no di dodici anni fu portato da Erickson perch faceva la pipi
a letto. Erickson fece uscire i genitori e inizi a parlare al
ragazzo di altri argomenti, evitando completamente di discu-
tere del problema della pip a letto in modo indiretto. Venendo
a sapere che il ragazzo giocava a baseball e suo fratello a
football, Erickson illustr nei dettagli leccellente coordina-
zione muscolare necessaria per giocare a baseball, rispetto
alle capacit muscolari scoordinate che vengono utilizzate nel
football. Il ragazzino ascoltava rapito mentre Erickson descri-
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veva dettagliatamente tutti i movimenti muscolari che il suo
corpo compie automaticamente per collocarsi sotto la palla e
per prenderla: il guanto deve essere aperto in un momento
preciso e richiuso in un momento altrettanto preciso. Quando
si porta la palla allaltra mano, necessario lo stesso tipo di
attento controllo muscolare. Poi, quando si lancia la palla nel
diamante, se uno la lascia andare troppo presto, questa non
andr dove uno vorrebbe che andasse. Allo stesso modo,
lasciarla andare troppo tardi darebbe risultati indesiderati e
quindi frustranti. Erickson spieg che lasciandola andare al
momento giusto, essa sarebbe andata dove avrebbe dovuto e
questo il successo nel baseball. La terapia con questo ragaz-
zo fu di quattro sessioni comprendenti chiacchierate su altri
sport, i boy scout e i muscoli. Lenuresi notturna non fu
discussa e non fu praticata nessuna ipnosi formale. Di l a
poco il ragazzino smise di fare la pip a letto.
uno strano racconto che mi fa quasi venire voglia di correre in
bagno, ed affascinante quanto quellaltro che ho letto su di un bam-
bino afflitto dallo stesso problema, sempre curato da Erickson.
Questaltro ragazzino, se mi ricordo bene, aveva quasi dieci anni e
anche in questo caso Erickson non aveva tentato di correggere il suo
comportamento. Invece aveva detto ai suoi genitori di smettere di
obbligarlo ad andare a scuola indossando un cartello con la scritta
Piscione e di non punirlo pi. Una volta congedato il bambino, si
rivolse alla famiglia e disse: normale che faccia la pip a letto; solo
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un bambino di nove anni. Sono sicuro che un ragazzino di dieci anni
non lo farebbe. Il risultato fu che il bambino smise di fare la pip a
letto il giorno del suo decimo compleanno, dando lidea di voler essere
considerato un adulto. Ecco unaltra storia fantastica, e ce ne sono a
centinaia come questa per solleticare limmaginazione di chi interes-
sato al potere della comunicazione.
Qui c un dilemma che caratterizza gran parte dellipnosi post-
ericksoniana e della sua nipotina degenere, la programmazione neuro-
linguistica, o PNL. Lapproccio permissivo incoraggia la narrazione
al cliente di aneddoti che, sebbene possano essere fantastici, suggeri-
scono indirettamente una svolta terapeutica. Naturalmente questo
potrebbe sembrare uno strumento dettato dal buon senso con il quale si
vuole far vedere al paziente una situazione difficile in modo pi utile
per lui. Tuttavia i metodi con i quali si insegnano le tecniche di ipnote-
rapia e di PNL agli studenti tendono a riflettere i metodi impiegati nella
terapia stessa. Per esempio, uno di questi metodi di insegnamento
ampiamente utilizzati proprio quello della narrazione di aneddoti, e
molte prove dellefficacia delle terapie ipnotiche ericksoniane (e della
PNL) vengono da questi aneddoti pi che da una verifica rigorosa o da
casi clinici documentati. Esistono molte trascrizioni letterali di sessio-
ni, ma tendono a essere molto meno succose delle storie raccontate dai
loro protagonisti. Infatti, nella PNL il soggetto del test viene general-
mente denigrato (con la beata noncuranza per la realt dei fatti condi-
visa da chiunque altro). Pertanto sussiste un enigma interessante: si
raccontano aneddoti riguardanti i cambiamenti miracolosi operati dai
fondatori di queste scuole senza per prestare molta attenzione allac-
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curatezza di tali fatti, cos che essi possano ispirare allo studente un
approccio creativo nel suo lavoro (tutto possibile) e raggiungere il
livello artistico di competenza ottenuto dalle persone sulle quali lo stu-
dente sente raccontare storie infondate. Alle star del settore viene asso-
ciata unaltra parola ad effetto, genio, ed esse stesse sono identificate
dallinsieme degli aneddoti su di loro.
In questi approcci, prodotti o diffusi dalla mentalit Cambia la tua
testa, non cambiare il mondo tipica degli anni Sessanta, diventa diffi-
cile separare i fatti dalla finzione. stato dimostrato che Erickson non
teneva sempre traccia del suo lavoro clinico in modo accurato e qual-
cuno si chiesto quanto possa essere valida parte del suo pensiero. Per
esempio, lincoraggiamento che Erickson diede a sua figlia per supe-
rare le cure ortodontiche alle quali era stata sottoposta fu il seguente:
Quel mucchio di ferraglia che hai in bocca una bella fregatura e sar
duro da mandare gi. Dubbioso sul fatto che Erickson avesse attribu-
ito a se stesso queste parole, lo scienziato McCue, ha scritto che Gli
autori [Erickson e Rossi, 1980] sostengono che la prima met della
frase riporti lo sconforto della figlia e che la seconda met, che inizia
con e, suggerisca che lei si abituer allapparecchio e non si lascer
turbare da esso. nostra opinione, tuttavia, che la frase significhi che
la proprietaria dellapparecchio incontrer notevoli difficolt nellabi-
tuarsi ad esso.
Erickson fu chiaramente un uomo affascinante, carismatico e capace
che ha lasciato una forte impressione sulle persone che hanno scritto di
lui. I racconti traboccano sempre di simili figure ispiratrici. Sono sem-
pre divertenti o interessanti da leggere. sempre molto difficile, sep-
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pure non impossibile, sottoporre gli approcci terapeutici a una reale
verifica e spetta alla pletora di professionisti ericksoniani provare il
valore delle sue idee, ricreandone la magia. Purtroppo, la maggior parte
dei terapeuti tende a essere aliena al carisma, quindi temo che, indipen-
dentemente dal tocco magico realmente posseduto da Milton, la sua
eredit per i posteri consista semplicemente nellaver indotto molti
terapeuti a spostare la propria attenzione dalla ipnosi in s e per s a
una comunicazione intensificata, qualcosa che stato glorificato dal
mondo della programmazione neurolinguistica, della quale discutere-
mo pi avanti.
COS LIPNOSI?
Quando qualcuno che si spaccia come ipnotista porta degli uomini
adulti su un palco e li fa ballare o scimmiottare Elvis, noi diciamo che
i suoi soggetti sono ipnotizzati. Quando i seguaci di qualche setta
sono istigati ad agire contro il loro bene, arrivando persino al suicidio,
per noi sono ipnotizzati. Eppure, paradossalmente, ci stato detto
che non possiamo essere ipnotizzati e indotti a fare nulla contro il
nostro volere. Potremmo usare la stessa parola per descrivere qualcuno
indotto ad avere allucinazioni o a sottoporsi a un intervento chirurgico
senza anestesia. Potresti pensare che un partecipante a un mio show che
si comporti in modo insolito sia sotto leffetto di un qualche tipo di
ipnosi; certamente i giornalisti spesso mi descrivono come una spe-
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cie di ipnotizzatore. Talvolta i seminari aziendali insegnano lipno-
tismo o schemi linguistici ipnotici ai partecipanti per aumentare il
loro ascendente sui possibili clienti, mentre i corsi di seduzione su
internet fanno promesse simili a maschi solitari (per quel che ne so).
Vediamo personaggi nei film che sono indotti da personaggi sinistri a
commettere dei crimini: sono ipnotizzati. Nel febbraio 2005, il Los
Angeles Times pubblic come certa la notizia secondo la quale per le
strade della Russia alcuni ipnotizzatori zingari si facevano consegna-
re dai passanti i loro averi. Inoltre chiamiamo registrazioni ipnotiche
incisioni di musica rilassante mixate insieme a indicazioni suggestio-
nanti, e possiamo persino dire di essere ipnotizzati da una musica
incantata o dalla luce delle candele durante una funzione in chiesa.
Alcuni mi dicono di non credere allipnosi, altri invece mi sembra
che utilizzino questo termine per descrivere praticamente tutto.
Esiste un tipo di ipnosi reale e altri casi in cui il termine utilizzato
in senso metaforico? Come possibile che ascoltare unincisione di
musica rilassante e commettere un crimine siano la stessa cosa? Lipnosi
richiede uno stato di trance? Se qualcuno viene indotto in uno stato
speciale di trance e gli viene detto di compiere inconsciamente qualco-
sa al suo risveglio, pu essere la stessa cosa di quando tali suggestioni
sono prodotte in un normale stato di veglia?
Attualmente esistono due principali scuole di pensiero riguardo a
cosa sia lipnosi. La prima la ritiene uno stato speciale. La logica di
questa scuola di pensiero si basa sullidea che la persona ipnotizzata sia
in grado di compiere cose che una persona non ipnotizzata non potreb-
be fare. Se si riesce a dimostrare che non c assolutamente nulla di
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speciale nellipnosi, allora questa linea di pensiero diventa superflua. A
questi teorici dello stato si oppongono i teorici del non-stato, i
quali sostengono che in realt i vari fenomeni dellipnosi possano esse-
re spiegati molto facilmente senza ritenere che trance o ipnosi
indichino qualcosa di specifico, tipico o affine a uno stato mentale spe-
ciale. La tesi di questi ultimi sarebbe confutata se i teorici dello stato
riuscissero a provare che accade qualcosa di unico alla persona ipnotiz-
zata. Di tanto in tanto leggiamo sui giornali che stato provato che
lipnosi sia cos piuttosto che cos, o che un soggetto collegato a un
elettroencefalografo mostri una certa attivit cerebrale quando in
trance, ma queste sono agenzie stampa provenienti dai teorici dello
stato che hanno una visione intrinsecamente pi orientata verso i
mezzi di comunicazione di massa. Tali articoli sono invariabilmente un
po sensazionalistici e tuttavia, nonostante tali articoli, la teoria del
non-stato sta diventando lapproccio generalmente accettato di inten-
dere lipnosi. E ovviamente dobbiamo ricordarci che spetta soprattutto
ai teorici dello stato dimostrare la loro teoria, non a quelli del non-
stato provarne una negativa.
Pu sembrare strano pensare che tutti gli strani fenomeni che potrem-
mo associare allipnosi possano essere spiegati in termini normali, non-
ipnotici. Non forse vero che le persone smettono di colpo di fumare?
Che si comportano come pazzi sul palco? Che mangiano cipolle per il
nostro diletto? E che si sottopongono persino a operazioni chirurgiche
senza quasi provare dolore? La chiave per capire come sia possibile
tutto ci innanzitutto dimenticarsi che esista quella cosa speciale
chiamata ipnosi. Io tendo a vederla come una magia, nel senso
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dellarte della prestidigitazione. Noi sappiamo che la magia non vera:
si tratta solo di una serie di varie tecniche sapientemente impiegate da
un intrattenitore capace e affascinante con pizzetto e mustacchi. Pu
nascondere delle carte nella mano, usare mazzi truccati e carte doppie,
impiegare cabine speciali e gemelle segrete, oppure eseguire un cover
pass mettendo sul tavolo il mazzo di carte mentre tiene un segno nel
mazzo con la terza falange del mignolo sinistro. I metodi possono esse-
re affascinanti, semplici o stupidi, ma leffetto che conta. In ogni
caso, noi usiamo la parola magia per descrivere il risultato finale. La
magia leffetto finale della combinazione di tutti questi metodi
finalizzata alla creazione di un tipo particolare di spettacolo. Questo
termine un modo semplice per descrivere linsieme di metodi e di
tecniche impiegate dallartista (Fa le magie), e fornisce allo spettato-
re una parola per descrivere la propria esperienza dello spettacolo, che
pu variare dalla perplessit al completo trasporto ( stata una
magia). Questa parola utile perch da essa capiamo che sono succes-
se certe cose che sono s scomponibili in singoli passaggi banali, ma
il risultato finale che conta.
Penso che con lipnosi sia pi o meno la stessa cosa. Lipnotista usa
determinati metodi, oppure il soggetto mostra determinati comporta-
menti, che uniti creano un effetto complessivo che possiamo chiamare
ipnosi. Possiamo limitarci a chiamare cos questo fenomeno senza
sentire il bisogno di una definizione per quello che sta accadendo.
Inoltre, cos come un mago potrebbe segretamente impiegare metodi
magici o trucchi fuori da un teatro per ottenere un risultato voluto e
noi non penseremmo realmente che sia una magia (un sapiente taccheg-
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gio perpetrato in seguito a informazioni sbagliate, per esempio lab-
biamo fatto tutti), probabile che le tecniche ipnotiche possano essere
segretamente impiegate in modo tale da farci chiedere se esista un ter-
mine migliore per descriverle in quel contesto. Tecniche suggestive,
per esempio, potrebbe essere unespressione pi adatta da utilizzare in
una situazione in cui sembra che stia avvenendo lipnosi, ma dove
siano assenti le solite trappole dello stato di trance, eccetera. Allo stes-
so modo, cos come la magia pi semplice da riconoscere o da defi-
nire quando si ha uninterazione chiara tra un mago e gli spettatori,
anche lipnosi diventa pi semplice da etichettare come tale quando c
una persona o altro (a volte una voce registrata) che fa la parte dellip-
notista e una persona differente nel ruolo del soggetto.
Ma allora cosa succede davvero? Qual la natura di questa interazio-
ne se non strettamente ipnotica, cos come un trucco non stretta-
mente magico? Questa domanda mi affascina fin da quando ho ini-
ziato a utilizzare le tecniche di rilassamento con i miei compagni di
studi. Qualsiasi cosa fosse, sicuramente dipendeva dalle aspettative del
mio soggetto pi che da eventuali poteri magici di cui avrei mai potuto
essere in possesso, ma allora come hanno potuto verificarsi i fenomeni
che producevo? Ero in grado di convincere alcuni amici particolarmen-
te suggestionabili di essere invisibile, fino al punto da farli impazzire
con oggetti volanti nelle loro camere. Siamo sicuri che le sole aspetta-
tive non potessero creare un evento del genere?
Non assolutamente semplice dire cosa accada realmente. Ritornando
alla nostra analogia della magia, immaginiamo di essere degli alieni
che tentano di capire cosa sia lesperienza della magia. (Prima che alcuni
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tra i miei fans si montino troppo la testa, lasciatemi dire che io non credo
allesistenza di alieni che stiano cercando di capirlo. Tanto per incomin-
ciare, hanno gi il loro bel daffare a impersonare i nostri capi di governo).
Come dovremmo procedere? Noi stessi potremmo osservare alcune
magie, ma a) potrebbe non servirci a nulla, e b) ci direbbe soltanto cos
la nostra esperienza. Potremmo fare dei test in cui intervistiamo persone
che hanno assistito a trucchi magici e cercare di capire come si sono
svolti. Sicuramente ci direbbero stata una magia e Ha fatto delle
magie su di me, cos come ci direbbero Sono stato ipnotizzato e Mi
ha ipnotizzato, e quindi la nostra analogia ha un senso. In ogni caso ci
troveremmo davanti ad alcuni problemi. Innanzitutto, la gamma di rispo-
ste a un trucco potrebbe rivelarsi molto ampia. Alcune persone potrebbe-
ro pensare che si sia trattato di una vera magia; altre potrebbero non
credere che si sia trattato di vera magia in s e per s, ma potrebbero
credere che il mago abbia abilit psicologiche, o persino paranormali,
straordinarie. Alcuni potrebbero ritenerlo un fastidioso rompicapo; altri
potrebbero aver mangiato la foglia ma penserebbero che dirlo sia una
scortesia. Tuttavia, lesperienza pi frequente sarebbe quella di stare al
gioco come se si trattasse di magia, fino ad arrivare al punto di essere
felici di usare la parola magia per descriverla. Ovviamente nessuno
vorrebbe indisporre il mago dicendogli che non credeva che il suo trucco
fosse vero: cos facendo finirebbe il gioco. Anche nel caso dellipnosi,
molto difficile dire in cosa consista lesperienza di un soggetto. Sul
palco, un finale frequente quello in cui lipnotista si rende invisibile
(come ho gi detto, lo facevo con i miei amici) e poi fai muovere alcune
bambole per suscitare reazioni forti da parte degli ubriaconi sul palco.
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Spesso questa allucinazione definita come allucinazione negativa,
dato che il soggetto viene istruito a non vedere qualcosa che c, e non
viceversa. Ovviamente non significa vedere attraverso qualcosa o qual-
cuno, ma si ritiene che il soggetto possa avere allucinazioni riguardo a
ci che sa essere dietro loggetto invisibile, in modo da riempire lo
spazio vuoto immaginato. In genere questo scherzetto benevolo riesce a
offrire un finale affascinante a uno spettacolo piacevole e intelligente, e
pu essere divertente tanto quanto quel numero in cui una donna ha
baciato un vibratore pensando che fosse Brad Pitt.
Anchio ero solito finire con la suggestione dellinvisibilit, ma gene-
ralmente dopo lo spettacolo facevamo una chiacchierata informale su di
esso, dove chiedevo sempre ai soggetti come avessero vissuto realmente
quellesperienza. Diciamo che su una decina di soggetti suggestionati, le
risposte si suddividevano nel seguente modo. Due erano ovviamente riu-
sciti a vedermi ed erano stati apertamente separati dal resto del gruppo.
Due o tre giuravano che la bambola e la sedia si muovevano da soli e che
non erano riusciti a vedermi, anche se avevano sospettato che in qualche
modo fossi stato io il responsabile del caos che ne era seguito. I restanti
cinque o sei solitamente dicevano di sapere che ero io a muovere gli
oggetti, ma che qualcosa dentro di loro li spingeva a cercare di eliminar-
mi dalla vista e a comportarsi come se io fossi invisibile.
Questa una situazione molto interessante e ci pone la domanda suc-
cessiva: c una differenza qualitativa tra quanto successo alle perso-
ne che sapevano che ero l ma si sono imposte di ignorarmi e quelle che
hanno detto di non avermi proprio visto? Nel secondo caso, come se
il soggetto si preoccupasse di assecondare le mie richieste, sebbene a
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un livello molto elementare, dovuto forse a una certa pressione verso il
conformismo. Questa spiegazione dellassecondamento importan-
te. Non uguale al comportamento simulato, ma non nemmeno il
prodotto speciale di un vero stato di trance. Il caso in cui apparente-
mente non ero stato visto del tutto sembra suggerire una vera allucina-
zione negativa. Ma come facciamo a sapere che questultimo gruppo
non mi abbia visto? Solo perch lhanno detto loro. Era stata data loro
lopportunit di dire la verit, ma ovviamente possiamo leggere la
loro risposta come unulteriore prova del loro assecondarci. Se sei
intenzionato a entrare completamente in un gioco basato sullimmagi-
nazione in cui cerchi davvero di provare lesperienza dellipnotista
invisibile e poi lipnotista ti chiede qual stata la tua esperienza, non
ragionevole aspettarsi che si verifichi una delle seguenti situazioni?
1. Il soggetto si sente in imbarazzo allidea di confessare di non
aver provato lesperienza che gli era stata richiesta e preferisce
insistere sul fatto che stata reale.
2. Il soggetto, nella sua vita di tutti i giorni, disposto a convincersi
di tutta una serie di cose (proprio come tendono a fare le persone
molto suggestionabili) e in quel momento si davvero convinto
che sia stata unesperienza assolutamente reale. Questa convin-
zione preferibile rispetto al pensiero di avere fatto la fgura del
matto sul palco senza che ci fosse una buona ragione per farlo.
3. Il soggetto ha vissuto lesperienza ipnotica con entusiasmo e gli
piaciuto essere una star dello spettacolo. Ora ha la possibilit
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di surclassare gli altri dimostrando che stato lui il pi bravo sul
palco: lui ha davvero vissuto quellesperienza, mentre la maggior
parte degli altri non lha fatto.
Ora, quando parliamo di assecondamento o di testimonianze non del
tutto veritiere, sembra che i soggetti stiano solo fingendo. Non il
nostro caso. Esiste una vasta gamma di esperienze possibili che posso-
no spiegare il comportamento del soggetto sul palco (o in laboratorio)
che possono o meno includere la mera falsificazione:
1. Innanzitutto, si d il caso in cui il soggetto stia davvero menten-
do e sia incoraggiato a mentire dallipnotista. In molti spettacoli
commerciali o di cabaret, lipnotista interessato unicamente a
mettere in scena una serata di intrattenimento. Il professioni-
sta sussurrer volentieri allorecchio di un partecipante di stare
al gioco piuttosto di assistere al fasco del suo spettacolo. Paul
McKenna ci racconta la storia vera (spero) di un ipnotista di
successo (il diretto interessato sa che sto parlando di lui) che una
sera aveva avuto dei problemi con i suoi soggetti. Per risolvere la
situazione, sugger lontano dai microfoni alla persona pi estro-
versa sul palco Sta al gioco e ti dar cinquanta sterline dopo lo
spettacolo. Il soggetto decise di recitare la sua parte per denaro
e divent subito lattrazione principale, accettando qualsiasi cosa
lipnotista gli dicesse e imprimendo una svolta decisiva alla sera-
ta. Alla fne della recita, lipnotista lo rimand al suo posto, poi
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fece fnta di re-ipnotizzarlo mentre era seduto tra i suoi amici.
Schiocc le dita e la marionetta recit diligentemente la parte di
quello che cade addormentato. Quando ti sveglierai, dichiar
lintrattenitore nel microfono sul palco, crederai che io ti debba
dare cinquanta sterline. E pi i tuoi amici ti diranno che non
vero, pi questo ti render nervoso e pi tu insisterai che te li
devo! Sveglia! Sveglia!.... Adoro questa storia.
2. Il soggetto sta facendo fnta, ma solo perch si sente troppo in
imbarazzo per porre fne alla sua performance. In uno spettacolo
teatrale vero e proprio, oppure quando lipnotista ha un atteg-
giamento intimidatorio e dice che quelli che non ce la faranno
saranno vittime di un suo incantesimo, molto difcile alzare
una mano e dire: La vuoi sapere una cosa? Con me non funzio-
na. Questo semplicemente il risultato del condizionamento
sociale, e succede abbastanza spesso.
3. Il soggetto sta davvero cercando di vivere le suggestioni come
fossero reali e collabora facendo del suo meglio per non bloc-
carle e per essere davvero accondiscendente. In efetti le sta
solo recitando, interpreta la parte del buon soggetto, ma poi sar
pi confuso riguardo al fatto se sia stato ipnotizzato o meno.
Pi spesso di quanto si creda, immaginer di dover essere stato
sotto il potere dellipnotista, mentre lo spettacolo lo trascinava
via con s. La sua risposta classica sar che lui avrebbe saputo
fermarsi in qualsiasi momento. Penso che questa terza opzione
sia unesperienza abbastanza comune.
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4. Ancora una volta il soggetto ben felice di collaborare mimando
le suggestioni, incurante di qualsiasi strana costrizione a farle,
ma allo stesso tempo il tipo di persona che riesce facilmente
a dimenticarsi di s e a cogliere al volo il permesso accordato
dalla dimostrazione ipnotica per agire in modo scandaloso. For-
se questa reazione favorita dallessere un tipo di persona na-
turalmente espansiva che tende ad accettare senza porsi troppe
domande quanto gli viene detto da fgure o persone autoritarie
con le quali ha un forte rapporto. Successivamente, per lui pi
semplice ricondurre le sue azioni a unesperienza eccezionale che
non riesce a spiegarsi, fdandosi ciecamente dellipnotista e cre-
dendo di avere vissuto uno stato speciale. Molto probabilmente
creder che lipnotista abbia comunque la capacit da lui perce-
pita, perci unopzione facile da scegliere.
Pu darsi che lipnosi non sia tutta qui, ma certamente possibile
spiegare cosa accade con parole semplici e senza ricorrere allidea di
uno stato speciale.
Ovviamente molto difficile disobbedire alle istruzioni di una figu-
ra autoritaria. Chi tra di voi ha scelto di vedere The Heist [La Rapina]
avr visto la ricostruzione del famoso esperimento degli anni Sessanta
di Stanley Milgram sullobbedienza allautorit. Sia nella versione
originale, sia nella nostra
3
, il soggetto entra in laboratorio e incontra
3. La nostra versione si ampiamente attenuta al flmato originale del 1963. Anche il genera-
tore di corrente elettrica che abbiamo utilizzato era una replica di quello di Milgram, e ora fa
bella mostra di s nel mio ufcio accanto a tutti i miei trofei.
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uno scienziato e un suo complice di mezza et che recita la parte di un
altro soggetto. Ogni soggetto sceglie la sua parte, come insegnante
o come allievo. Lignaro insegnante osserva il finto allievo mentre
gli vengono applicati degli appositi elettrodi, progettati per trasmette-
re scosse elettriche. Lallievo, secondo il piano prestabilito, dice allo
scienziato di soffrire di cuore. Poi linsegnante viene portato in unal-
tra stanza e fatto sedere davanti a una macchina terrificante che appa-
rentemente pu infliggere scosse elettriche allallievo, partendo da un
voltaggio innocuo di 15 volt fino ad arrivare, di 15 volt in 15 volt, a
scosse mortali di 450 volt. Alcune etichette sotto i voltaggi descrivono
il variare delle scosse da Scossa leggera, passando per Pericolo:
scossa violenta, fino ad arrivare a un sinistro XXX. Successivamente
linsegnante pone quesiti mnemonici allallievo attraverso un microfo-
no e deve inviare una scossa allallievo ogni volta che questi d una
risposta sbagliata. La scossa deve aumentare di 15 volt ad ogni rispo-
sta sbagliata.
Ovviamente, il complice-allievo non riceve in realt alcuna scossa.
In ogni caso, in alcune versioni del test sono previste delle registra-
zioni di urla e di rifiuti a proseguire lesperimento, riprodotte in rispo-
sta alle presunte punizioni. Il test prosegue finch lallievo improvvisa-
mente tace e le scosse pi forti vengono inflitte a un temibile silenzio
proveniente dallaltra stanza.
Il test di Milgram, noto a qualsiasi diplomato che abbia studiato un
po di psicologia, era stato pensato per scoprire quante persone avreb-
bero continuato a somministrare scosse elettriche anche quando era
ormai chiaro che sarebbero state letali, solo perch lo scienziato insi-
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steva affinch continuasse. Venne chiesto ad alcuni psicologi di preve-
dere i risultati, e la loro risposta fu che un decimo dellun per cento dei
soggetti avrebbe proseguito con lesperimento. Lincredibile risultato,
confermato da successive somministrazioni del test, che circa il 60
per cento delle persone prosegue fino a infliggere la scossa letale.
Questo non senza sudori freddi, tremiti e con frequenti lamentele allin-
dirizzo dello scienziato, eppure la maggioranza dei soggetti prosegue
con lesperimento.
4
4. Lesperimento fu presto oggetto di attacchi da parte di moralisti da talk-show e dallordine degli
psicologi, che si erano visti smentiti nelle loro previsioni. La maggior parte di quanti sanno
qualcosa dellesperimento di Milgram crede che i soggetti abbiano subito un terribile trauma in
seguito allesperimento e che qualcuno abbia addirittura tentato il suicidio. Ci assolutamente
falso. Furono inviati questionari ai partecipanti dopo lesperimento, alcuni anche un anno dopo.
Solo l1% espresse rimorso per avervi preso parte. La risposta predominante riguardo allavervi
partecipato fu quella di esserne rimasti affascinati, e molti soggetti dissero di essere pronti a rifar-
lo, sia come insegnante che come allievo. Quindi, mentre lesperimento fece sorgere interessanti
domande sulletica negli esperimenti, la terribile reputazione di cui ora sembra godere davvero
immeritata. E chiunque guardi le riprese vedr con quanta sensibilit sono trattati i partecipanti.
Molto spesso vengo criticato per il mio apparente disinteresse nei confronti dei soggetti che par-
tecipano ai miei spettacoli. In realt per me molto importante che si divertano e che concludano
il processo con unesperienza pi che positiva. Questo livello di attenzione non sempre visibile
nello spettacolo stesso, perch pu distrarre dalla storia o dallincalzare degli eventi. Nella pun-
tata Zombie, per esempio, mi sono assicurato che il ragazzo protagonista si immedesimasse nel
processo mediante una serie di elaborati accorgimenti che non compromettessero il suo ruolo di
soggetto inconsapevole, ma che allo stesso tempo assicurassero che sarebbe stato abbastanza for-
te da fronteggiare quello che avevamo ideato per lui. Ripensandoci, credo avremmo fatto meglio
a includere questa fase preliminare nello spettacolo, per mostrare al pubblico la lunghezza e la
meticolosit dei preparativi. Daltra parte, so di partecipanti a reality show molto conosciuti
che hanno subito ricadute negative in seguito alle loro esperienze. Un mio amico che aveva
partecipato a uno di essi mi disse che un cameraman gli aveva confessato che la gara era
truccata in partenza; poi scopr da un amico che lavorava alla British Telecom che il pro-
duttore aveva comprato 80.000 voti per truccare il voto telefonico fnale dei telespettatori.
Questa esperienza reale, unita al disgusto che aveva provato per come lui e gli altri par-
tecipanti erano stati trattati durante lo show (tra laltro, veniva loro detto come si sarebbero
dovuti comportare per corrispondere al personaggio che gli era stato affbbiato), gli fece
versare fumi di lacrime per una settimana. Trovo tutto ci semplicemente disgustoso.
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In confronto, fare in modo che alcune persone svolgano attivit inno-
cue semplicemente perch stato detto loro di farle un gioco da
ragazzi per un intrattenitore o un medico dotato di una certa autorit.
Fenomeni di ipnotismo
apparentemente unici
Arrivare a comprendere lesperienza ipnotica sul palcoscenico e al di
fuori di esso in termini di comuni fonti motivazionali (come lattenzio-
ne focalizzata, i giochi di ruolo, limmaginazione, laspettativa di una
reazione, il conformismo sociale, lassecondamento, la fiducia nellip-
notista, la risposta al carisma, il rilassamento, le relazioni, la suggestio-
ne e la promessa sussurrata di premi in denaro) offre un enorme aiuto
per riuscire a comprendere il soggetto senza dover parlare di trance
fittizie, eccetera. Se per lipnosi non uno stato speciale di alterazio-
ne, forse ti chiederai come sia possibile che le persone si sottopongano
a operazioni senza anestesia, oppure smettano magicamente di fumare,
o ingurgitino istericamente delle cipolle pensando che siano mele.
I medici sono in grado di rispondere a queste domande grazie a test
in cui persone correttamente ipnotizzate sono messe a confronto con
persone non ipnotizzate ma motivate in altro modo, per vedere se esiste
una differenza nelle loro capacit di ottenere gli stessi fenomeni. Se il
gruppo non ipnotizzato in grado di compiere le stesse prodezze, allo-
ra evidente che tali imprese non sono imputabili unicamente allipno-
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si e che non esistono prove per affermare che lipnosi sia uno stato
speciale. Il risultato di questo confronto tra lipnosi e altre fonti moti-
vazionali (come quando ai soggetti viene detto che possono ottenere un
fenomeno semplicemente sforzandosi di ottenerlo) tende a confermare
che sia le persone ipnotizzate, sia quelle semplicemente motivate rag-
giungono gli stessi obiettivi.
Un esempio per me memorabile si verific durante una delle quattro
prove di La Rapina, quando il mio assistente alla sceneggiatura Andy
Nyman e io stavamo appunto discutendo di questo argomento, e venne
fuori lidea di mangiare cipolle sul palco. Se non conoscete nei dettagli
questo numero da circo, sappiate che al soggetto ipnotizzato viene
data una cipolla e viene detto che quando si risveglier creder che si
tratti di una bella mela, cos lui inizier a mangiarla avidamente. uno
spettacolo disgustoso, e sembra essere la prova del potere dellipnosi,
almeno sul palco. Giustamente, Andy disse: Scommetto che riesco a
mangiarne una, e and a prenderne una di medie dimensioni nel mio
frigorifero. (Sul palco solitamente si utilizzano cipolle pi grandi che,
come molti di voi sapranno, in genere hanno un gusto pi delicato di
quelle piccole.) La port in salotto e le diede alcuni morsi senza fare
tante storie. Oltre a migliorare notevolmente il suo alito, questa amena
scenetta sembr la prova (supponendo che Andy non fosse insensibile
alle cipolle) che questa bravata pu essere fatta anche senza ipnosi. Era
bastata una motivazione, in questo caso il desiderio di provare unopi-
nione, perch fosse fattibile.
Uno dei maggiori esperti di ipnosi, Graham Wagstaff, ha ampiamen-
te analizzato i risultati delle ricerche sullipnosi e ne ha condotte molte
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in prima persona, arrivando alla conclusione convincente che non sia
necessario pensare allipnosi come a uno stato speciale, responsabile di
questi fenomeni. Nelle sue pubblicazioni, il professore sembra final-
mente dare una risposta a secoli di sensazionalismo sullargomento,
facendolo in modo intelligente e interessante. Wagstaff ha esaminato la
natura dellassecondamento durante e dopo la sessione ipnotica, quan-
do i soggetti descrivono le loro esperienze, e anche la natura della sin-
cera opinione di alcuni soggetti, che ritengono di essere stati davvero
ipnotizzati.
Ma cosa dire di quelle azioni sensazionali che sembrano cos diffici-
li da spiegare se non si considera speciale lipnosi? Tratter breve-
mente un paio di questioni che forse potresti pensare non si inquadrino
in questo approccio comportamentista al problema. Il risultato di que-
ste considerazioni, penso, sar scoprire alcuni affascinanti aspetti
dellessere umano.
La chirurgia indolore
Lanalgesia ipnotica il controllo del dolore attraverso lipnosi offre
forse la dimostrazione pi viscerale e drammatica dellapparente potere
dellipnotista. Un soggetto si infila un ago nel dorso della mano; una
donna partorisce senza anestesia oppure, apparentemente, senza sforzo;
unoperazione viene condotta su un paziente completamente sveglio, in
grado di osservare loperazione in corso dopera. Tali esibizioni sembra-
no non solo impressionanti, ma anche abbastanza importanti da farci
chiedere perch, per esempio, lipnosi non sia utilizzata pi spesso nella
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chirurgia. La risposta pi immediata allultima domanda che ovvia-
mente pu essere usata solo su persone sufficientemente ricettive allip-
nosi e perci probabilmente sar adatta solo a poche persone. Inoltre,
questo numero limitato di persone pu essere la stessa piccola parte di
popolazione che ha comunque unottima capacit di controllare il dolore.
Come puntualizza Wagstaff nella sua opera, gli effetti dellanalgesia
ipnotica non possono essere separati dai semplici effetti del rilassamen-
to, delle convinzioni e della distrazione dal dolore. Basta semplicemen-
te rilassarsi (a volte grazie a una familiarit con la situazione), credere
che unoperazione non sar dolorosa, o essere distratti nel modo giusto,
per farci percepire una percentuale minima del dolore che proveremmo
se temessimo, ci aspettassimo o prestassimo attenzione ad esso. noto
come il dolore sia amplificato dalla paura e sia invece drasticamente
ridotto dalleffetto placebo, un argomento affascinante che ti infligger
nel prossimo capitolo. Perci, anche se queste tecniche sono indubbia-
mente efficaci senza dover necessariamente ricorrere allasseconda-
mento come spiegazione, non si pu nemmeno dire che siano tecniche
squisitamente ipnotiche.
Se prendiamo in esame il caso della chirurgia sotto ipnosi, c un fatto
che dobbiamo tenere ben presente. La pelle larea pi sensibile del
corpo, mentre gli organi interni tendono a essere insensibili al dolore.
Anche se possiamo percepire lo stiramento e lallungamento dei nostri
organi interni, possiamo benissimo essere tagliuzzati quasi ovunque al
nostro interno e percepire poco o nulla. Quindi, ancora una volta, le
operazioni possono essere rese indolori ricorrendo a poco pi dei nor-
mali effetti del rilassamento e della suggestione per ridurre al minimo il
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dolore provocato dallincisione della pelle. Wagstaff cita un documento
medico del 1974 in cui si sosteneva che la chirurgia moderna solitamen-
te somministra un anestetico generale dopo un anestetico locale pi per
alleviare la paura e lansia che per reale necessit. una cosa sorpren-
dente, che unita al fatto che molto spesso le operazioni ipnotiche uti-
lizzano un anestetico sulla pelle, fa apparire un poco superfluo il concet-
to di uno stato speciale che tenga sotto controllo il dolore, per non
parlare della pratica della chirurgia ipnotica nel suo complesso.
Allucinazioni
Una delle scene pi memorabili dellarte dellipnosi la vidi quando ero
ancora studente: i partecipanti a uno spettacolo ebbero lallucinazione
di un enorme elefante che entrava nella sala e saliva sul palco. Dopo
che tutti lebbero accarezzato e descritto, fu loro detto di appoggiarvisi.
Quando lipnotista diede lordine, lanimale scomparve e molti sog-
getti caddero in terra.
Provai un numero simile un pomeriggio, mentre stavo parlando ai
due responsabili per le attivit del tempo libero in una delle due resi-
denze per studenti a Bristol. Uno di loro, Gavin, mi sembrava un tipo
ricettivo, quindi proposi di provare un paio di cosette con loro per
vedere se avrebbero avuto successo. Come avevo immaginato, questo
ragazzo era molto impressionabile e dopo alcune operazioni di routine
per amplificare la sua ricettivit gli dissi che ci avrebbe condotti nella
sua stanza, dove, non appena aperta la porta, avremmo trovato un rino-
ceronte. Si risvegli. Parlammo per un po, poi ci propose di andare
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nella sua stanza a bere una tazza di t. Cos il nostro allegro terzetto
(non mi vergogno a dire che due di noi se la ridevano sotto i baffi come
degli scolaretti) pass da porte antincendio, attravers corridoi beige,
oltrepass bacheche degli annunci e telefoni a pagamento e finalmente
giunse alla sua porta. Una volta trovata la chiave, ci chiese educata-
mente di entrare per primi. No, no, dopo di te, insistetti io, e cos lui
si volt per entrare.
Gavin mise solo un piede nella stanza, rest pietrificato per un istan-
te, poi torn subito indietro e richiuse velocemente la porta senza farci
vedere linterno. Ci guard e mi chiese se poteva fare due chiacchiere
veloci con il suo collega. Io mi feci da parte e lui bisbigli delle parole
allarmate allorecchio dellaltro ragazzo. Questi riusc a mascherare la
sua risata con una bonaria esclamazione di incredulit: fu uno spettaco-
lo assurdo in cui lo vidi ridere sguaiatamente, aggrottare le sopracciglia
in segno di disapprovazione e annuire serio senza mai guardarlo negli
occhi. Gavin ovviamente gli stava chiedendo un consiglio su cosa fare,
e dopo che questo scambio di mormorii ebbe fine, il suo collega si volt
e mi disse: Gavin ha un rinoceronte in camera. Mentre dava le spalle
al suo amico, si lasci finalmente scappare un sorriso liberatorio. Gavin
sembrava un po imbarazzato e apr la porta per farmi vedere. Noi due
lanciammo unocchiata furtiva alla stanza, che constava in lettino rego-
lamentare, tende arancioni, sedia arancione coperta di vestiti, armadio
aperto, posacenere, quattro libri, poster di un film, bollitore e palline da
giocoliere (molto diffuse al tempo), ma assolutamente nessun rinoce-
ronte. Non posso dire di non esserne stato un tantino sollevato, almeno
per un attimo.
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Dobbiamo portarlo via di qui, sentii dire dietro di me. Sfonder il
pavimento. Cavolo!. Probabilmente Gavin stava gi pensando alle sue
possibilit di essere eletto presidente della locale Associazione
Studentesca e non aveva nessuna intenzione di lasciare che un enorme
erbivoro cornuto gli sbarrasse la strada. Non avevo pensato che avrem-
mo dovuto far uscire il rinoceronte dalla stanza, ma la trovai senzaltro
una cosa divertente. Infatti lo incoraggiammo a farla.
Immagino che se qualcuno fosse passato di l mentre collaboravamo
tutti per far passare quel mammifero (fortunatamente docile) attraverso
la stretta porta della camera, gli saremmo sembrati uno spettacolo alquan-
to bizzarro. Il collega di Gavin spingeva lenorme sedere e Gavin tirava
lanimale e lo guidava dal davanti. Io davo una mano su un lato, ridendo
con il ragazzo dietro, dando delle pacche sullimmaginaria pelle coriacea
e pronunciando sarcastiche parole di incoraggiamento, come: Dalla tua
parte, Gavin, Sta venendo e Il rinoceronte sta passando attraverso la
porta. Al di fuori di ogni logica, date le dimensioni della porta, lanima-
le arriv finalmente in corridoio, sebbene Gavin fosse preoccupato per le
schegge di legno degli stipiti, che lui sembrava vedere. Ci dirigemmo
verso luscita che ci avrebbe condotti fuori dalledificio, con Gavin
ossessionato dallidea di incontrare qualcuno che avrebbe dato in escan-
descenze o che avrebbe chiamato la sicurezza.
Non sono sicuro che abbiamo sceso delle scale, ma sono certo che
finimmo nel parcheggio. L passammo vicino ad alcune persone, che
ovviamente non videro nulla, eccetto noi tre che camminavamo lenta-
mente con Gavin un po pi avanti di noi due. Mi ricordo ancora Gavin
mentre cercava di calmare chiunque guardasse verso di noi apostrofan-
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dolo in questi termini: Non dire niente! Va tutto bene, oppure Niente
paura, gi tutto sistemato!. A volte si limitava a un semplice Lo so,
lo so, roteando gli occhi. Questo uno dei ricordi pi vividi dei miei
giorni da studente.
Portammo il rinoceronte nellarea dei cassonetti della spazzatura, che
essendo circondata da alti muri offriva un intelligente nascondiglio,
seppure parziale. Io iniziavo a pensare che ci eravamo divertiti abba-
stanza alle spalle di questo ragazzo, soprattutto in considerazione del
fatto che il motivo principale del mio sfoggio di bravura era solo quel-
lo di procurarmi una data per il mio spettacolo. Perci mi offrii di risol-
vere il problema dellanimale, facendolo sparire. Gavin sembrava
incredulo, ma io gli assicurai che avrebbe funzionato. Dopo essermi
accertato che fosse daccordo e dopo avergli promesso che nessuno si
sarebbe fatto male e che avremmo immediatamente rimediato agli
eventuali danni, lo feci guardare verso lanimale mentre stendevo le
braccia nella direzione di questultimo, con i palmi protesi in avanti, e
gridai: Rinoceronte, sparisci!. Lesausto studente vide lanimale dis-
solversi in polvere spaziale e sparire, o in qualsiasi altro modo si sia
immaginato la scena. Gavin and a ispezionare la zona in cui ora vede-
va solo aria vuota. Era rimasto esterrefatto.
Non esiste alcun modo di sapere cosa Gavin stesse realmente viven-
do. Era tutto reale? Vedeva un rinoceronte in carne e ossa cos come io
ora riesco a vedere lo schermo del computer o il mio premio (ben meri-
tato) come Uomo dellAnno (categoria Spettacolo)? probabile che
non stesse palesemente recitando, perch davvero difficile trovare un
motivo per la sua finzione. Doveva decidere se ingaggiarmi o meno per
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i suoi studenti, quindi avrebbe avuto il legittimo interesse a non fingere
che la cosa stesse funzionando se in realt non funzionava. Il problema
che estremamente difficile dire cosa sia successo. Si potrebbe affer-
mare che a un certo punto lui possa essersi sentito in dovere di collabo-
rare, dato che io avrei dovuto essere il provetto illusionista, ma sem-
bra una spiegazione un po tirata per i capelli. Da un lato sembrava
credere davvero che ci fosse qualcosa l, ma daltra parte le sue reazio-
ni non erano esattamente quelle che ci si sarebbe potuti aspettare in una
situazione del genere. Ma chi pu dirlo? La sua comica prontezza nel
condurlo al parcheggio invece di chiamare subito la direzione della
residenza in preda al panico stata una prova del fatto che stesse in
parte collaborando con la situazione, anche se lo faceva nel pieno del
suo coinvolgimento emotivo e immaginativo? Probabilmente il modo
pi efficace per scoprire cosa avesse realmente vissuto sarebbe stato
re-ipnotizzarlo, facendogli rivivere la sua esperienza e dandogli il per-
messo di descrivere onestamente cosa aveva visto, rispetto a quello che
aveva comunicato con le sue parole e il suo comportamento. Ma anche
questo non necessariamente un metodo infallibile.
Un giorno, dopo essermi trastullato sul palco con dei numeri di invi-
sibilit, notai che Pete, un amico, era rimasto suggestionato al punto di
non riuscire pi a vedere se stesso. Eravamo solo noi due quando avevo
provato questo numero, perci mancava il condizionamento che avreb-
be potuto provare davanti a un pubblico. Quando guardava in basso
non riusciva a vedere il proprio corpo, e disse che era come osservare
la sala attraverso un obiettivo fotografico. Era affascinato dallespe-
rienza, ma anche in questo caso sospetto che sebbene non avesse moti-
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vi plausibili per fingere che la suggestione avesse effetto o per impres-
sionarmi in qualche modo, Pete non avrebbe voluto vedermi perdere
tempo e pu perci essersi trattato semplicemente di uno scherzo della
sua immaginazione, solo per farmi avere i risultati che cercavo. Penso
che se io non fossi davvero riuscito a vedermi e mi fosse sembrato di
osservare il mondo da un obiettivo fotografico, sarebbe stata per me
unesperienza assolutamente straordinaria e avrei fatto sentire le mie
ragioni in modo molto pi incisivo. Anche in questo caso molto dif-
ficile dire dove stia la verit, e io non potrei fare affidamento sul suo
ricordo dellevento se glielo chiedessi ora.
Mentre questo episodio d lidea di un semplice gioco di ruolo basa-
to sullimmaginazione, penso a un esempio contrario con un altro
amico, Dave (la mia cerchia pi ristretta di amici limitata a persone
dai nomi anglosassoni pi banali), che era molto ricettivo allipnosi,
soprattutto quando mi rendevo invisibile. Lo rividi dopo essere stato
allestero per un annetto e mi disse che un giorno, mentre stava cammi-
nando nel centro di Bristol, era stato colpito in faccia da una carota.
Presumibilmente lortaggio volante era stato scagliato in modo alquan-
to surreale da una finestra, ma la cosa interessante che lui si era con-
vinto per un istante che fossi stato io, diventato invisibile, a compiere
questo gesto, essendosi ormai abituato ai miei occasionali scherzetti da
folletto cattivo. Pens che dovessi essere tornato in patria, che lo aves-
si ipnotizzato in modo che non potesse vedermi e che mi stessi diver-
tendo alle sue spalle. Questo avvenimento fortuito sembra contraddire
la teoria dellassecondamento immaginativo e suggerirebbe che la sua
precedente esperienza con la suggestione dellinvisibilit sia stata per
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lui tanto convincente da fargli poi inquadrare questo scenario reale
sulla base delle esperienze precedenti. Ancora una volta per, diffici-
le dire quale sia la verit. Quanto era serio quando mi ha detto di esser-
si convinto che fossi io?
Sia nel caso delle allucinazioni positive che di quelle negative, il
quesito centrale di tipo semantico: se il soggetto ipnotico dice di
vedere limmagine prefissata, vuole dire che riesce a immaginarla in
modo vivido oppure che sta davvero vedendola come qualcosa di indi-
stinguibile da un oggetto solido, reale? Io sono fermamente convinto
che tu, sufficientemente rilassato e concentrato, sia in grado di imma-
ginare in modo vivido Pippo Baudo, in piedi davanti a te. Con un bri-
ciolo di capacit di immedesimazione nella situazione, sono sicuro
che riusciresti ad alzarti e a camminare insieme a lui, o persino a farlo
parlare con te. In ogni caso, a meno che tu non sia pazzo, non avresti
alcun problema a distinguerlo dal vero Pippo Baudo, se per caso ti
spuntasse davanti allimprovviso con il suo celeberrimo parrucchino (o
secondo i meglio informati: nuovo trapianto di capelli) , proprio mentre
stai leggendo, e si mettesse accanto alla tua versione immaginaria.
una cosa semplicissima. Se non ci credi, provaci. Immagina il vero
Pippo Baudo accanto al primo e capirai subito cosa voglio dire.
Per accertare la natura di tali allucinazioni servita una ricerca molto
pi accurata di quella impiegata per il suddetto esperimento Baudo,
e Wagstaff ha rivisto i suoi risultati nel suo libro del 1981. Riassumendoli,
le prove che i soggetti possano realmente vivere allucinazioni frutto di
suggestione sono insufficienti, ma anche nel caso in cui alcuni ci riu-
scissero, linduzione ipnotica appare inutile. Anche le istruzioni moti-
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vazionali per il risveglio sembrano altrettanto inefficaci. Nel testo non
molto chiaro quali istruzioni motivazionali potrebbero provocare una
vera esperienza allucinatoria. Comunque, abbiamo provato tutti lespe-
rienza di cercare una penna che in realt proprio davanti a noi, non
vista, eppure assolutamente visibile (simile a unallucinazione negati-
va) oppure di vedere qualcosa in modo sbagliato, come quando cre-
diamo di riconoscere un amico per strada prima di capire che si tratta
di uno sconosciuto. Perci lidea che esistano piccole allucinazioni
quotidiane non dovrebbe apparire tanto insolita.
Come si fa a verificare quali sono i limiti di queste allucinazioni? Per
testare le allucinazioni negative, uno scienziato ha utilizzato illusioni
ottiche a noi oggi familiari, in cui lenti sovrapposte sopra una sagoma
sembravano distorcere la sagoma sottostante: per esempio, un quadrato
appariva pi largo in alto oppure una linea sembrava pi lunga dellal-
tra, anche se in realt il quadrato era perfetto e le due linee avevano la
stessa lunghezza. Ad alcuni soggetti ipnoticamente ricettivi fu detto di
non vedere (con unallucinazione negativa) le linee sovrapposte, poi-
ch se non le avessero davvero viste, il quadrato non sarebbe apparso
cos distorto e le linee sarebbero sembrate identiche in lunghezza. Si
tratta certamente di una buona premessa ed interessante notare che i
soggetti percepivano ancora come disuguali il quadrato e le linee,
anche se sostenevano di non essere in grado di vedere le linee. Alcuni
esperimenti per le allucinazioni positive hanno creato una situazione
in cui si impiegava il fenomeno delle immagini persistenti. Normalmente,
se per esempio guardiamo unarea color rosso brillante per una ventina
di secondi e poi osserviamo una superficie bianca, vedremo unimma-
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gine persistente verde. Allo stesso modo, altri colori danno origine a
immagini persistenti differenti. Se non ti mai capitato di imbatterti in
questa illusione ottica, prova e vedrai. Anche i colori frutto di allucina-
zioni ipnotiche danno origine a immagini persistenti? Vari test hanno
dimostrato che le persone asserivano di percepire limmagine persi-
stente che ci si aspettava vedessero se veniva loro detto che il rosso
crea unimmagine persistente blu, loro vedevano il blu e quando i
soggetti non sono a conoscenza dellimmagine persistente, non dicono
affatto di vederla. Nel 1970 fu ideato un altro test per le allucinazioni
positive, in cui lallucinazione di un filtro verde avrebbe consentito di
vedere un numero verde chiaro su uno sfondo rosso. Nessun soggetto
riusc a vedere il numero grazie allallucinazione del filtro, mentre
invece ci riuscirono tutti quando fu utilizzato un filtro reale.
Questi esperimenti sono tipici della ricerca in questo settore. Tuttavia,
non riesco a non pensare che non facciano altro che ribadire continua-
mente lo stesso concetto, e alla lunga mi sembrano anche un po fuori
strada. Non mi sorprende che un soggetto non veda naturalmente
unimmagine persistente generata da un colore allucinato, cos come un
soggetto non pu essere ipnotizzato per avere una visione a raggi X.
Nella nostra retina abbiamo tre tipi di ricettori dei colori (coni), che
recepiscono il blu, il verde o il rosso. Quando osserviamo a lungo un
colore, i rispettivi coni si mettono in moto. Una volta tolto il colore,
linformazione dei vari recettori non ben bilanciata e vediamo queste
immagini persistenti. In altre parole, si tratta di una risposta fisiologica
allaver realmente avuto davanti agli occhi quei colori per un certo
periodo di tempo. Penso che esista una differenza che si pu cogliere
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anche con il buon senso tra questa situazione reale e la semplice allu-
cinazione del colore, anche quando prodotta stabilmente da una droga
allucinogena. E riesco anche ad immaginare, sebbene io non sia un
medico e non sappia nulla di droghe psichedeliche, che la prima situa-
zione produca unimmagine persistente e la seconda no.
Anche se importante sapere che queste allucinazioni non produco-
no gli effetti visivi propri del mondo reale, questi e altri esperimenti
simili non rispondono per alla domanda, pi interessante e sottile, di
come siano le immagini reali per il soggetto. Oltre alla questione
dellassecondamento, sembra certo che alcune persone permettano alla
loro immaginazione di lasciarsi trasportare da essa per un certo
periodo di tempo fino a un punto in cui lesperienza per loro pi con-
vincente di come sarebbe stata se avessero solo fatto finta di cooperare
per puro umorismo o addirittura per ingannare lipnotista. Inoltre penso
a dei casi in cui i soggetti mi hanno detto di avere mostrato un compor-
tamento falso in unoccasione e uno vero in unaltra. Per esempio,
una ragazza che ho conosciuto al mio primo anno di universit era
molto ricettiva alla mia ipnosi, ma dopo unesibizione brillante durante
uno spettacolo di un altro ipnotista, mi disse di aver solo finto con lui.
Le piaceva quando lipnosi veniva fatta in modo informale, ma trovava
che il palco fosse unambientazione stupida e fonte di troppa distrazio-
ne. Daltra parte, un attore di mia conoscenza sembrava un soggetto
eccellente in una stanza con i suoi amici, per dopo mi disse che era
stata tutta una messinscena; in seguito mi capit di averlo sul palco e
dopo mi disse, felicemente sorpreso, di non avere recitato. Se aveva
detto la verit riguardo alla sua esperienza, allora in qualche modo
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lambiente del palco e il pubblico gli avevano consentito di entrare
di pi nella situazione, sentendola in modo molto differente.
Wagstaff suggerisce anche che il fenomeno per cui alcune persone
dimenticano certe cose perch viene loro detto di farlo sotto ipnosi sia
probabilmente un altro esempio di assecondamento. Dopo tutto,
abbastanza semplice impedire a s stessi di ricordare ci che si fatto
in un certo momento, a patto che non ci si sforzi troppo di ricordarlo.
Secondo Wagstaff era pi o meno quello che capitava negli esperimen-
ti clinici in cui i soggetti riuscivano a dimenticare una parte di infor-
mazioni.
Anche se pu darsi che questo sia solo un altro fenomeno illusorio,
mi ricordo di un soggetto al quale durante una sessione ipnotica avevo
indotto unamnesia post-ipnotica. In altre parole, non ricordava di esse-
re stato ipnotizzato. Io pensavo che questo tipo di suggestione svanis-
se dopo poche ore. Perci fui sorpreso quando parlandogli due setti-
mane dopo mi disse che un mattino il ricordo era rispuntato improv-
visamente e spontaneamente in testa, una settimana dopo la sessione, e
di essere rimasto sorpreso. Questo mi sembra uno scenario alquanto
differente rispetto a quando fingiamo di avere dimenticato se qualcuno
ci chiede se riusciamo a ricordare.
In ogni caso, tutti questi aneddoti non possono essere considerati la
prova evidente di nulla; sono solo scenari interessanti da includere
nella discussione. E dovremmo tenere presente che la spiegazione
dellassecondamento non deve essere considerata come uno stare al
gioco, come una finta collaborazione, ma pu invece essere paragona-
ta a un insieme di sollecitazioni esterne, volont di ottenere dei risulta-
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ti e determinate aspettative proprie del partecipante. Forse tutto ci,
unito a una personalit suggestionabile, sufficiente per creare un
comportamento apparentemente ipnotico e per convincere il soggetto
occasionale di avere agito come una specie di automa. davvero diffi-
cile avere delle certezze. Non sapr mai se Gavin abbia realmente visto
il rinoceronte, ma forse non questo ci che conta.
COME IPNOTIZZARE
Lasciamo stare le domande su cosa sia esattamente lipnosi e vedia-
mo come applicarne le tecniche nella realt.
I pericoli
Ho appreso lipnosi su testi clinici e libri di auto-aiuto, e tutti mette-
vano in guardia dai pericoli dellipnosi da palcoscenico. Probabilmente
pochi tra di voi saranno interessati a utilizzare lipnosi come numero da
teatro, ma vale la pena considerare le problematiche coinvolte, cos da
capire come utilizzarla al meglio in modo responsabile, sempre che
decidiate di utilizzarla.
La Campagna contro lIpnotismo da Palcoscenico stata fondata
dopo che una ragazza morta per un attacco epilettico, avvenuto alcu-
ne ore dopo la sua partecipazione ad uno spettacolo di ipnotismo.
Anche se il processo ipnotico non determina attacchi epilettici fatali, si
ritenuto che la suggestione indotta nella ragazza per farle provare un
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forte shock elettrico sul palco abbia scatenato una sua reazione fobica
allelettricit, la quale, quella stessa sera, ha prodotto lattacco epiletti-
co successivo. Lipnotista non stato ritenuto colpevole in tribunale
poich lipnosi stata considerata in base alla definizione comporta-
mentale sopra menzionata, pertanto non stata ipotizzata alcuna casua-
lit diretta. forse comprensibile che la famiglia della ragazza abbia
ritenuto che il caso non sia stato trattato con la dovuta severit, perci
prosegue la sua campagna contro ci che ritiene una forma potenzial-
mente pericolosa di intrattenimento.
Unargomentazione molto diffusa contro la colpevolezza dellipnoti-
sta la seguente. Se si va a vedere un ventriloquo e poi si fa un inci-
dente dauto sulla strada verso casa oppure se si accusano dei mal di
testa, non si d la colpa al ventriloquo. Se si morisse nellincidente, la
famiglia del defunto non cercherebbe di proibire la ventriloquia. Gli
ipnotisti da palcoscenico e molti ipnotisti clinici sostengono che poich
lipnosi si limita a sfruttare il potenziale umano in fatto di recitazione
di un ruolo e assecondamento, essa non pu essere ritenuta responsabi-
le degli episodi incresciosi che possono accadere dopo uno spettacolo.
Per quanto concerne la mia esperienza, mi ricordo di un incidente
accaduto molti anni fa a un mio spettacolo, svoltosi a una festa delle
matricole a Bristol. Era nella sede della Associazione Studentesca, e io
vi avevo gi tenuto diversi spettacoli. Quando quella sera invitai i par-
tecipanti sul palco, notai che una ragazza tra di loro era visibilmente
ubriaca. Siccome le persone in questo stato si rivelano poi dei pessimi
soggetti, le chiesi di tornare a sedersi prima di proseguire con la dimo-
strazione. Un paio dore dopo la mia esibizione mi stavo aggirando in
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quella che probabilmente la pi grande Associazione Studentesca
dEuropa e stavo facendo largo sfoggio del mio pass da VIP, quando
sentii questo annuncio trasmesso dallimpianto audio: Lipnotista
pregato di scendere immediatamente nel foyer. Lasciai diligentemente
la pista da ballo e mi affrettai a scendere allingresso. Si era gi radu-
nata una certa folla, e io fui accompagnato da un paramedico del vicino
ospedale al centro della calca. Sul pavimento giaceva la ragazza che
avevo rimandato a sedere: apparentemente aveva perduto i sensi. Mi
hanno detto che stata sul palco con te, mi disse un membro dellequi-
pe medica. Io risposi che in effetti ci era salita, ma che non era stata
ipnotizzata. Loro ritenevano comunque che dovessi fare un tentativo
per farla uscire da quello che poteva essere uno stato di trance ipnotica.
Mi offrii di provare, anche se sapevo che il suo stato attuale non aveva
niente a che fare con me. Cos, davanti a un centinaio di studenti circa,
tentai di farla uscire dal presunto stato di trance e ovviamente fallii. Nel
frattempo era arrivata unambulanza, che port via la ragazza.
Alcune settimane dopo scoprii che era caduta in coma etilico e che in
ospedale le avevano praticato la lavanda gastrica. Sembrava che fosse sul
punto di morire. Mi chiesi immediatamente cosa sarebbe successo se
fosse morta. Per quanto questa eventualit potesse essere tragica, sapevo
anche che qualcuno avrebbe detto ai suoi genitori che io lavevo ipnotiz-
zata e che non ero stato poi in grado di riportala fuori dallo stato di tran-
ce. Ero giovane e non esistono qualifiche per praticare lipnosi su un
palcoscenico; quella sarebbe stata sicuramente la fine della mia carriera.
Solo perch lei aveva bevuto troppo. In ogni caso, non fui pi ingaggiato
dallAssociazione Studentesca, nemmeno come prestigiatore.
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Ogni ipnotista da palcoscenico ha a che fare con queste cose, e non
si riuscir mai ad accertare se la fatalit che ha provocato la campagna
sia dipesa dallazione dellipnotista. Tuttavia ritengo che quella della
responsabilit sia una questione importante. comprensibile che gli
ipnotisti da palcoscenico siano sempre pronti ad autoassolversi, dicen-
do che si tratta solo di un gioco e di una messinscena, senza la possibi-
lit di provocare danni. Io non credo che sia del tutto giusto, anche se
concordo ampiamente con lapproccio comportamentale per compren-
dere questi spettacoli.
Il problema nella natura di questi spettacoli. Purtroppo non diffi-
cile praticare lipnosi su un palco, e questo attira molte persone chiara-
mente sprovviste della sensibilit e della responsabilit necessarie.
Anche se pu essere esilarante vedere i tuoi amici che danzano isterica-
mente al ritmo della musica che esce da uno stereo in un pub oppure
uomini che piangono come bambini perch pensano di aver visto il
film pi triste del mondo, questa triste mania di mettere in imbarazzo
le persone e lumorismo di bassa lega pongono delle questioni.
Innanzitutto improbabile che lipnotista, anche se sapesse lui per
primo come fare, sia sensibile a un eventuale malessere mostrato dai
partecipanti. Alla fine del suo spettacolo vorr probabilmente liquidarli
in fretta dal palco, senza assicurarsi che si siano ristabiliti del tutto. Se
un soggetto stato umiliato sul palco, oppure, ripensandoci a posterio-
ri, ha ragione di provare risentimento nei confronti dellipnotista o ritie-
ne che lo spettacolo sia stato irritante, abbastanza comprensibile che
possa lamentare degli effetti negativi, come paranoia o depressione. Se,
forse dopo alcuni drink per cercare di controbilanciare le incalzanti
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istruzioni di sonno e veglia, si sente come uno yo-yo umano con-
fuso e disorientato, potrebbe accusare emicranie o addormentarsi dopo
la fine dellesibizione. Allo stesso modo, pu darsi che una delle istru-
zioni impartite sul palco e diligentemente eseguite dal soggetto con un
forte coinvolgimento emotivo davanti a una platea belluina, lo abbia
turbato. In uninchiesta televisiva pro e contro lipnotismo da palcosce-
nico, una donna raccont di come le fosse stato chiesto di cercare il suo
seno dappertutto, senza che lei riuscisse a trovarlo. La sua ricerca si era
svolta in uno stato di urgenza e ansia, in conformit con le istruzioni
ricevute. In seguito la donna confess lesperienza traumatica vissuta al
marito, il quale non fece altro che raccontare a tutti la storiella diverten-
te della moglie, ridendo di gusto ed evitando accuratamente di aiutarla.
Presumibilmente le era stato inculcato il terrore di uneventuale futura
mastectomia, cosa che suo marito trovava esilarante.
Il bello che possibile ottenere una dimostrazione ipnotica diverten-
tissima senza ricorrere alla ridicolizzazione o alla grossolanit. Infatti,
basandomi sulla mia esperienza, posso affermare che un senso di imba-
razzo vissuto di riflesso dal pubblico per i soggetti ipnotizzati pu solo
indebolire lo spettacolo, anche se questo ovviamente dipende dal tipo di
pubblico. Personalmente trovo angosciante essere seduto in una platea
che si sbellica dalle risate alle spalle di un poveraccio sul palco che
visibilmente afflitto per qualche evento indotto dalla suggestione. Poich
la questione soggettiva del gusto strettamente legata alla questione di
evitare scenari pericolosi, mi difficile individuare in modo oggettivo
quale dovrebbe essere lapproccio migliore per regolamentare lipnosi
da palcoscenico. Quel che certo che sbagliato affermare che lar-
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gomentazione per cui lipnosi non reale possa assolvere lipnotista
da qualsiasi responsabilit nei confronti dei partecipanti. Se un ipnotista
potesse dire al suo pubblico: Se venite quass, siete pregati di collabo-
rare in tutto e per tutto, si potrebbe affermare che i soggetti stessi
dovrebbero essere ritenuti responsabili. Comunque, poich manipoler
e persuader (con le buone o con le cattive)persone abbastanza vulnera-
bili a recitare o vivere quello che suggerir loro, e in un modo che
potrebbe provocare in loro confusione o spaesamento, sensato affer-
mare che lipnotista non pu ritenersi assolto da ogni responsabilit.
A questo punto, forse si potrebbe controbattere che seguendo questa
logica anche un mago dovrebbe essere ritenuto responsabile se un par-
tecipante a un numero con le carte prendesse la faccenda troppo sul serio
e perdesse il sonno per seguire lo spettacolo, facendone una malattia.
Questo per sarebbe un caso davvero insolito e una persona ragionevo-
le non si aspetterebbe certo di reagire in questo modo. Nello scenario di
ipnotismo che abbiamo prospettato pi probabile che un partecipante
lasci lo spettacolo turbato, se trattato in modo poco professionale.
Considerare la questione in termini di buon senso e di sensibilit nei
confronti dei volontari, invece di discutere se lipnotismo sia da biasi-
mare in s e per s, consente allartista coscienzioso di stabilire un
metodo sicuro. Se decidi di dedicarti seriamente allapprendimento
dellipnosi, ti consiglio caldamente di tenere presente quanto segue:
1. Non cercare di ipnotizzare chi chiaramente disturbato o sofre di
epilessia. In caso di dubbio, astieniti dal farlo. Evita chiunque
abbia mai soferto di disturbi mentali.
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2. Non cambiare trattamenti terapeutici se non sei adeguatamente
qualifcato per farlo. Molti tra quanti sono qualifcati probabil-
mente non lo farebbero, quindi non farlo nemmeno tu.
3. Utilizza l ipnosi come uno strumento delicato, non come qualcosa di
teatrale o sensazionalistico. Lascia perdere i numeri da circo fn
quando non saprai come mettere a proprio agio le persone con
te e fnch non saprai davvero cosa stai facendo.
4. Tutto ci che fai contribuisce all ipnosi. Immagina che la persona
sia ipersensibile a ci che la circonda. Se tu o le altre persone
presenti apparite agitati in seguito a una risposta inattesa, come
per esempio il mancato risveglio del soggetto al momento op-
portuno, il tuo soggetto potrebbe benissimo andare in panico,
pensando che non riuscir pi a risvegliarsi.
5. Alla fne assicurati sempre che la persona si sia completamente libera-
ta dal pensiero di essere ancora ipnotizzata. Quello che pensa lei
tutto. Esiste solo il suo pensiero. Se se ne va pensando di essere
ancora parzialmente ipnotizzata, lo sar. Prenditi tutto il tem-
po che ti serve per risvegliare completamente le persone dallo
stato di trance.
6. Procedi lentamente, e prova solo in un ambiente sicuro.
7. All inizio consideralo uno strumento di rilassamento, poi introduci
lentamente dei suggerimenti comportamentali.
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Il linguaggio
IL RITMO E LA GUIDA
Lipnosi si basa essenzialmente sulla comprensione del ritmo da asse-
condare, proprio del soggetto, o sul ribadirgli la sua esperienza per poi
guidarlo al nuovo comportamento desiderato. Considera per esempio
la tua differenza di reazione alle seguenti affermazioni. Leggi ognuna
di esse un paio di volte e osserva la tua riposta:
1. Tu vuoi grattarti.
2. Tu sei seduto qui e, nonostante il tuo ambiente, ti stai concen-
trando su queste parole, continuando a leggere questa pagina.
Pi cerchi di non pensarci, pi noterai la sensazione crescente di
volerti grattare.
Il primo esempio un ordine perentorio a grattarti, e puoi decidere o
meno di grattarti sulla base di esso. Nel secondo per, lazione deside-
rata (grattarsi) ora messa in relazione a cose che stai gi facendo:
essere seduto qui, leggere queste parole, cercare di non grattarsi.
molto pi persuasivo, non vero? E mentre sei seduto l, sentendo tutti
i pruriti che iniziano a solleticarti in varie parti del corpo, noterai che
questo tipo di linguaggio ha una capacit seduttiva molto maggiore.
La forma pi semplice per assecondare il ritmo del soggetto e guidar-
lo verso il nuovo comportamento (mi sto ancora grattando) questa:
Siccome X, allora Y. La prima parte di comportamento, X, qualco-
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sa che conosciuta come vera. Potrebbe riferirsi a come seduto il
soggetto, a cosa sta osservando, o a quello che tu sai che sta passando
per la sua testa. Il comportamento desiderato, Y, collegato a esso,
come se i due comportamenti fossero interdipendenti. Talvolta un ipno-
tista inserir vari passaggi di assecondamento del ritmo del soggetto
(X) prima di insinuare una richiesta di comportamento (Y):
Mentre sei seduto qui e ascolti le mie parole, con gli occhi chiusi, sen-
tendo le tue mani sui braccioli della poltrona, permettendo alle mie
parole di farti rilassare mentre il tuo respiro diventa regolare e quieto,
vorrei che tu iniziassi a lasciarti trasportare in una specie di sonno.
In questo testo ci sono due esempi di richieste di comportamento
nascoste. Quella pi ovvia Vorrei che tu iniziassi a lasciarti traspor-
tare in una specie di sonno, mentre laltra permettendo alle mie
parole di farti rilassare. Tutto ci che riguarda la parola poltrona
serve semplicemente a riproporre al soggetto quello che sta osservando
lipnotista. Inoltre, lidea che le sue parole riescano a far rilassare il
soggetto viene insinuata in mezzo agli altri elementi di pura riproposi-
zione, in modo che venga accettata come qualcosa di altrettanto evi-
dente. Tieni presente queste parole mentre immagini di far oscillare un
orologio davanti al volto di un soggetto:
E mentre ascolti la mia voce e guardi lorologio, mentre lo osservi
rilassandoti nella poltrona, noterai che mentre mi ascolti i tuoi
occhi iniziano a diventare pesanti. normale, e mentre noti che i
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tuoi occhi tendono a chiudersi, puoi continuare ad ascoltarmi men-
tre ti rilassi e mentre permetti che diventino pi pesanti. Mentre il
resto del tuo corpo si rilassa nella poltrona, i tuoi occhi diventano
pi pesanti e si chiudono sempre di pi e tu permetti loro di chiu-
dersi, cos da poter scivolare nel sonno
Qui lunico fatto certo che se il soggetto guarda un qualsiasi ogget-
to oscillante, i muscoli dei suoi occhi inizieranno a stancarsi, oppure gli
bruceranno gli occhi e lui sentir il bisogno di chiudere le palpebre.
Tutto qua. Comunque, tutti i mentre che legano lidea del socchiude-
re gli occhi allazione di guardare lorologio e infine a quella di addor-
mentarsi rendono pi semplice per il soggetto pensare che Sta funzio-
nando i miei occhi stanno diventando pi pesanti sto davvero per
addormentarmi e seguire le affermazioni che vengono dette. Anche
se a un osservatore potrebbe sembrare che abbiate solo fatto addormen-
tare qualcuno usando dei poteri ipnotici, in realt tu stai guidando i tuoi
soggetti verso ci che tu vuoi che essi provino. Non li stai costringendo
a fare niente. Pensala come una specie di seduzione.
Lassecondamento del ritmo e la guida sono utilizzati in molte forme
di persuasione. I buoni insegnanti e i comunicatori esperti sanno come
rispondere a un suggerimento negativo proveniente da una classe o da
una sala riunioni con unaffermazione come S, una buona idea, e
penso che il suo punto forte sia xxxxx [qui indica un aspetto positivo
dellidea sbagliata]. Penso anche che xxxxx [adesso si sposta verso
unidea migliore, come se questultima fosse scaturita dal suggerimen-
to negativo] In questo caso la persona non si sente svilita, anche se
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la sua idea non aveva davvero alcun valore. Linterlocutore si adegua-
to al ritmo e poi ha guidato la persona verso unidea migliore, che
potrebbe addirittura pensare di aver avuto lei stessa. Una tecnica molto
diffusa utilizzata dagli insegnanti capaci quando in classe viene loro
data una risposta sbagliata quella di fingere che lallievo abbia colto
qualcosa a un livello pi profondo rispetto a quello di discussione. A
quel punto linsegnante pu condurre lallievo verso la risposta deside-
rata senza che questi si senta stupido.
Una sessione ipnotica sar condotta tipicamente seguendo questo
processo, e lipnotista minimizzer spesso leffetto di rumori o disturbi
inattesi, facendo riferimento ad essi (assecondamento del ritmo) e sug-
gerendo che aumenteranno lo stato di trance (guida verso il comporta-
mento desiderato). Il suono del telefono ti sta rilassando di pi,
Quelle sirene ti aiutano ad assopirti, ecc.
LA PRESUPPOSIZIONE
Qui nascondiamo listruzione che vorremmo che il soggetto cogliesse
presupponendo che sia vera. Considera, per esempio, il caso di un
bravo genitore che vuole che il proprio bambino vada a letto alle otto e
mezza. Potrebbe offrire due alternative, Oggi ti sei comportato proprio
bene e quindi puoi decidere se andare a letto alle otto oppure alle otto
e mezza. Ovviamente il bambino sar ben felice di scegliere la secon-
da opzione, mentre le parole Oggi devi andare a letto alle otto e
mezza probabilmente non sarebbero state accolte altrettanto bene.
Inoltre la presupposizione solitamente un difetto delle domande ten-
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denziose, che pu interferire, per esempio, con limparzialit delle ricer-
che di mercato e con lattendibilit delle dichiarazioni rilasciate dai testi-
moni oculari negli interrogatori della polizia. In una dimostrazione clas-
sica viene chiesto a degli studenti di osservare il filmato di un incidente
automobilistico. Poi viene loro chiesto A quale velocit pensa che
andasse lauto quando ha superato il fienile?. oppure A quale velocit
pensa che viaggiasse lauto sportiva bianca quando si scontrata con
lautobus?. In realt non cera nessun fienile e lauto non era bianca.
Formulando le loro risposte, molti studenti dichiareranno poi di ricordare
che nel filmato cera unauto sportiva bianca o un fienile.
Nellipnosi, una frase come Tu noterai che i tuoi occhi iniziano a
diventare pesanti mentre mi ascolti unutile presupposizione.
Presuppone che gli occhi stiano diventando pesanti e ha lo scopo di
indurre questa sensazione nel soggetto. un po come il vecchio slogan
dei Kelloggs Cornflakes: Vi siete dimenticati quanto sono buoni?,
oppure Fai ancora del sesso con il tuo cane?. Entrambe queste
domande presuppongono quello che il parlante vuole comunicare chie-
dendo qualcosa di marginale rispetto al vero messaggio. Questa tecnica
pu consentire allipnotista di suggerire unazione senza provocare una
risposta negativa. Per esempio, dire (nello stile ericksoniano) Ti
domanderai quanto tu stia sprofondando in trance presuppone bella-
mente che lascoltatore stia andando in trance (qualsiasi cosa questo
stato possa essere) e pu indurlo a rilassarsi ancora di pi, facendogli
credere che stia sprofondando in uno stato speciale. Mentre sei seduto
qui voglio che tu noti che il tuo corpo sta diventando pi pesante
coniuga felicemente assecondamento del ritmo, guida verso il compor-
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tamento desiderato e una presupposizione (che il corpo stia veramente
diventando pi pesante), e sembrerebbe essere pi efficace dellordine
Il tuo corpo sta diventando pi pesante. Al giorno doggi un linguag-
gio cos diretto viene raramente utilizzato, se non nei film horror.
IL TONO DI VOCE
Allenati a parlare con un tono di voce calmo e gentile, che intensifiche-
r lo stato di trance. Con un tono aspro, non riscuoterai altrettanto
successo. Trova espressioni che ti sciolgano la lingua e che siano mel-
liflue, come per esempio Cadendo profondamente in trance, e lascia
che siano loro a dare la consistenza e una caratterizzazione onirica
allesperienza. Ripeti le frasi e rilassati completamente mentre parli, in
modo che il soggetto si rilassi naturalmente insieme a te.
LUTILIZZO DI IMMAGINI
Fa appello a tutti i sensi del tuo soggetto facendo riferimento a cose
che vorresti che lui vedesse e sentisse con ludito, il tatto, lolfatto e
anche il gusto nel suo stato ipnotico. Se vuoi che il tuo soggetto
immagini un giardino, faglielo vedere in modo vivido, ma fa anche
riferimento alla sensazione dellerba sotto i piedi, al canto degli uccel-
li tra gli alberi e persino allodore dei fiori. Queste cose sembreranno
potenti e reali solo se saranno multisensoriali. Assicurati di permettere
al tuo soggetto di riempire a proprio piacimento gli spazi che lasci
vuoti, ma sta attento a non contraddire qualcosa di unimmagine che
potresti avergli suggerito tu. La sua immagine del giardino pu essere
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molto diversa dalla tua. Potresti fare riferimento a un ruscello, ma il
soggetto potrebbe avere deciso di perdersi in un giardino reale della sua
infanzia che non contiene alcun ruscello. Di solito questi errori creano
confusione e probabilmente contribuiranno a portare il soggetto fuori
dal suo stato di trance
5
.
La struttura
Esercitati nellipnosi pensandola come una tecnica per indurre in una
persona un profondo stato di rilassamento, provocato dalla suggestio-
ne. Una volta indotto questo stato, le persone mostreranno vari gradi di
suggestionabilit, che sembrano dipendere da quanto sono ricettive
nella vita di tutti i giorni. Per avere un quadro di riferimento, pensa ai
seguenti stadi:
1. Prepara il soggetto e induci stadi lievi di trance. Questa fase pu
comprendere la suggestione della chiusura degli occhi.
2. Intensifca lo stato di trance mediante una metafora, come per
esempio lo scendere le scale.
3. Metti in atto il tuo lavoro ipnotico.
4. Risveglia completamente il soggetto.
5. Continuer a utilizzare il termine trance come se si trattasse di uno stato reale. Questa
parola comunque solo un termine di uso comune che indica qualsiasi cosa possa essere
lo stato parzialmente simulato di assecondamento in cui entra il soggetto quando segue le
suggestioni dellipnotista.
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Il contenuto del terzo stadio dipende da cosa stai facendo. Per un
ipnotista consister nelle suggestioni di poter ricreare in futuro lo stato
di trance e di creare uno spazio mentale in cui il soggetto possa rilas-
sarsi profondamente. Un altro ipnotista potrebbe usarlo per aiutare il
soggetto a trovare dei metodi per smettere di fumare. Un ipnotista da
palcoscenico potrebbe usarlo per suggerire delle azioni ridicole che il
soggetto compir al suo risveglio. Questultimo caso noto come sug-
gestione post-ipnotica, per la quale dobbiamo aggiungere allelenco un
quinto stadio:
1. Al termine della sessione, assicurati che il soggetto si sia liberato
da ogni suggestione e sia sicuro di non essere pi ricettivo allip-
nosi.
Ecco il mio consiglio se desideri imparare lipnosi. Leggi questo
capitolo e poi registra uninduzione da provare su di te. Scopri cosa
funziona bene per te e cosa no, dato che probabilmente le stesse cose
funzioneranno o meno anche per gli altri. Poich non intendo essere
querelato per ogni scolaretto che ruber questo libro e cercher di ipno-
tizzare i suoi compagni, non ti lascer una trascrizione dettagliata da
utilizzare, ma piuttosto degli spunti che potrai assemblare e testare.
Detto questo, ora che anche tu hai capito lapproccio di base per il lin-
guaggio e le istruzioni, rivediamo nel dettaglio questi stadi.
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La preparazione del soggetto
Preparare significa fare accomodare il tuo soggetto, in modo che sia
pronto per rilassarsi. Anche se non c bisogno di musica soft o di una
stanza buia, meglio evitare le luci forti o gli ambienti rumorosi. Se
possibile, stacca il telefono fisso, spegni i cellulari e assicurati che non
sarete disturbati per una mezzoretta. Lideale sarebbe che il tuo sog-
getto sia pronto ad accettare qualsiasi cosa succeder (non necessario
che creda nellipnosi), che non sia troppo nervoso, ma nemmeno
eccessivamente entusiasta. Tieni presente che non stai realmente indu-
cendo uno stato speciale, anche se parlerai come se lo stessi facendo.
Invece stai sfruttando le aspettative e le credenze del soggetto. Perci
se gi allinizio non sembri convinto del fatto che sar un buon sogget-
to, probabilmente lui non risponder in modo adeguato. Devi essere
sicuro di te, calmo, e comportarti come se lavessi gi fatto centinaia di
volte, anche se non cos.
INDURRE STADI LIEVI DI TRANCE
PRIMO METODO: TENSIONE/RILASSAMENTO
Questo un modo semplice e diretto per iniziare una sessione ipnotica.
Funziona bene con i gruppi, dove le suggestioni uno-a-uno richiedereb-
bero troppo tempo, dovendo aspettare che ogni persona si addormenti.
Fa chiudere gli occhi al soggetto e fagli tendere ogni muscolo del suo
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corpo. Digli di accertarsi di respirare normalmente, ma di tendere i
muscoli di piedi, gambe, pancia, petto, spalle, braccia e di stringere i
pugni. Tienilo cos per un po, poi digli di rilassarsi. Puoi ribadirgli il
fatto che il suo corpo diventer pi pesante nella poltrona, poi guidalo
verso i comportamenti che desideri a questo stadio. Per esempio, E
mentre il tuo corpo diventa pi pesante e il tuo respiro diventa rilassato
e regolare, tu puoi comunque ascoltarmi mentre sprofondi nella poltro-
na e ti lasci cadere comodamente nel sonno.
SECONDO METODO: CHIUSURA DEGLI OCCHI
In alternativa, fa guardare il tuo soggetto verso un punto in prossimit
del soffitto sul muro davanti a lui. Questo ti servir per assicurarti che
i suoi occhi stiano guardando verso lalto, senza per che questa azione
gli risulti scomoda. Digli di rilassarsi mentre osserva quel punto. Questa
una classica induzione clinica utilizzata da molti terapisti, ai quali a
volte piace usare un oggetto strano o eccentrico per indurre lo stato di
trance invece di un semplice punto sul muro.
Ribadiscigli il fatto che seduto l, che ti sta ascoltando, che sta guar-
dando quelloggetto e poi guidalo verso il comportamento desiderato.
Questo esempio simile a quello dellorologio, gi menzionato.
Utilizza lo stesso tipo di linguaggio. Tu sai che i suoi occhi inizieranno
a stancarsi e sentir il bisogno di socchiuderli, quindi non avere paura
di predire questo comportamento, per fallo sembrare come linizio di
uno stato di trance nel tuo flusso ininterrotto di suggestioni sovrappo-
ste. Siccome ti sta ascoltando, allora pu permettere che il rilassamen-
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to si espanda al suo corpo e pu consentire che i suoi occhi diventino
comodamente pesanti mentre continua ad essere seduto l, e mentre
sente le sue braccia sulla poltrona pu sentire che le sue palpebre
vogliono chiudersi, e siccome si stanno chiudendo pu permettersi di
rilassarsi di pi cadendo in trance
INTENSIFICARE LO STATO DI TRANCE
Ricordati che non esiste un vero stato di trance da intensificare.
Comunque, facile per il soggetto visualizzare lidea di entrare nello
stadio pi profondo di uno stato speciale e sollecita la sua fantasia nel
modo giusto. Perci, dopo che hai visto che il soggetto si assopito, ha
gli occhi chiusi ed chiaramente rilassato, devi amplificare questo
rilassamento.
Il modo pi semplice fargli immaginare di essere in cima a una
scalinata. Digli che ogni gradino che scender lo rilasser sempre di pi
e lo condurr in un sonno pi profondo. Questo un buon punto per
tenere conto di qualsiasi eventuale confusione potr provare il soggetto
in futuro. Non deve diventare uno zombie e rester sempre consapevo-
le di quello che gli stai dicendo, in ogni momento. Se si aspetta di
addormentarsi veramente o di provare qualcosa di straordinario, rimar-
r deluso e potrebbe decidere che non sta funzionando. Ancora una
volta vediamo che limportante lavorare su quello che crede il sog-
getto, perch deve essere convinto di stare entrando realmente in trance
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e che tutto stia procedendo secondo i piani. Quindi una buona idea
dirgli che mentre scende sempre pi in trance, continuer a sentire e a
capire tutto ci che gli direte, e che sar consapevole di stare andando
in trance. Queste parole fanno un buon uso del fatto che rimarr con-
sapevole di cosa sta accadendo e focalizzano tale consapevolezza su un
aspetto utile della procedura.
Digli che conterai da uno a dieci mentre scende le scale, e che quan-
do arriverai a dieci lui sar arrivato in fondo alla scala, provando un
profondo stato di rilassamento. Fallo scendere e ribadisci tutto ci che
sta accadendo (siccome conto, siccome scendi ogni gradino, siccome
respiri, siccome mi ascolti, allora ogni gradino, ogni numero, ogni
parola pu portarti pi in profondit).
METTERE IN ATTO IL LAVORO IPNOTICO
Per adesso utilizziamo questa scala per creare un luogo utile per il nostro
soggetto, al quale pu ritornare ogni volta che lo desidera. Questo ti per-
metter anche di esercitarti senza preoccuparti di fare fiasco.
Una volta in fondo alle scale, digli di vedere una porta davanti a lui.
Spiegagli che questa porta conduce in un bel giardino: unambientazione
perfetta e idilliaca alla quale potr tornare ogni volta che lo vorr. Digli
di afferrare la maniglia e di tenersi pronto ad aprirla. Ora chiedigli di
attraversare la soglia e inizia subito a descrivere unesperienza multi-
sensoriale, mentre permetti che sia lui stesso a trovare alcuni dettagli.
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Non parlare di sentieri o componenti specifiche del giardino, oppure, se
lo fai, chiarisci che vuoi che lui collochi questi elementi l dentro.
Ricordati di inserire cose che lui pu sentire al tatto, alludito e allolfat-
to. Digli di sentire il calore del sole sul suo viso e la brezza leggera che
mantiene la temperatura a un livello perfetto. Enfatizza il fatto che lui
dovrebbe rendere questo giardino il pi delizioso possibile, in modo che
possa sempre accarezzare lidea di tornarci ogni volta che lo vorr.
INTRODURRE LE SUGGESTIONI FISICHE
Un metodo efficace per testare la ricettivit del tuo soggetto indurre
alcuni comportamenti fisici che ti forniranno un riscontro e ti aiuteran-
no a intensificare ulteriormente lo stato di trance. Suggerisci che esiste
una bella sedia in giardino, proprio nel luogo migliore, e che dovrebbe
andare a sedersi l. Fagli notare che il suo braccio destro molto pesan-
te, cos pesante che pu immaginarlo incollato al bracciolo della sedia.
Fagli immaginare una forza che tenga incollato il suo braccio al brac-
ciolo della sedia e poi digli di cercare di sollevarlo in modo tale che ci
presupponga il suo fallimento. Per esempio, le parole Cerca di schio-
dare il tuo braccio con tutte le tue forze creano una suggestione poten-
te: ora concentrer i suoi sforzi nel tentare di farlo, il che presuppone
che non sar in grado di farlo, e le parole Inchiodare il tuo braccio
riecheggeranno nella sua mente.
A questo punto, lui a) pu sollevare il braccio, b) pu sforzarsi di
sollevarlo senza riuscirci, oppure c) pu restare seduto e immobile
come se non si stesse sforzando affatto. Lopzione b) suggerisce il
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miglior tipo di soggetto, e per te la prova migliore della sua ricettivi-
t. Se non si muove del tutto, puoi presumere che sia cos rilassato da
ritenere che la suggestione significhi che non pu nemmeno fare lo
sforzo di provare. Se solleva il braccio, puoi sperare che almeno lo
trovi pesante. In tal caso, consideralo un successo e di: Perfetto, e
mentre noti come il tuo braccio sia diventato stranamente pesante,
lascia che ti faccia sprofondare ulteriormente in questo stato mentre lo
rimetti gi e ti lasci andare, rilassandoti. Hai visto cosa hai fatto?
Stai riconoscendo la sua confusione o la sua tensione, che potrebbero
essere derivate da un tuo insuccesso, e gli stai offrendo la possibilit di
lasciarsi andare e di rilassarsi, sprofondando in trance. Dovrebbe
accettare questo consiglio con sollievo e assecondarlo, anche se hai
constatato che non un gran soggetto.
Se questa suggestione ha funzionato e vuoi spingerti oltre, ora digli
che laltro braccio sta diventando pi leggero. Fagli immaginare un
palloncino legato al suo polso sinistro e tutta la naturale pesantezza che
fuoriesce dal suo braccio, mentre inizia a notare quanto stia diventando
leggero. Presupponi la progressiva assenza di peso, digli che sta diven-
tando sempre pi leggero e convincilo ad aspettarsi che si sollevi in
aria spontaneamente. Quando le istruzioni di permettere alla mano di
sollevarsi lentamente in aria sono unite a un costante assecondamento
del ritmo del soggetto, questa pu risultare una suggestione molto effi-
cace. Poich stai contrastando la naturale pesantezza della mano in
seguito al rilassamento indotto, potrebbe essere necessario un po di
tempo prima che questa suggestione funzioni. Comunque, importante
incoraggiarlo costantemente, perci ricordati di cogliere ogni movi-
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mento e di lavorarci su, inserendolo nel processo di assecondamento
del ritmo del soggetto. Ribadiscigli la sensazione della mano che si sta
staccando dal bracciolo della sedia. Ribadisci, guida e presupponi che
quella mano in aria. Se la mano si solleva dando degli strattoni, digli
di aspettare la prossima spinta che la far salire. Fagli sentire che si sta
realmente sollevando e la mano si sollever.
Quando la mano salita fin dove tu percepisci che salir, puoi per-
mettere al soggetto di abbassarla, e cos facendo suggeriscigli che spro-
fonder ulteriormente in trance. Il sollievo percepito dal soggetto alla
fine della lievitazione sufficiente per rendere efficacissima questa
tecnica di intensificazione. Quando noterai che puoi fare funzionare
bene questa suggestione, potrai utilizzarla per avviare linduzione da
uno stato di veglia. In genere uso la lievitazione del braccio allinizio
della sessione, perch pu essere molto convincente per il soggetto ed
un buon metodo che mi permette di conoscere quanto ricettivo.
Faccio tenere al soggetto gli occhi aperti mentre la sua mano gli arriva
allaltezza del volto e poi glieli faccio chiudere e lo faccio sprofondare
nel sonno quando la mano ritorna gi. Quando la mano si muove per la
prima volta, spesso il soggetto ride o esprime un certo stupore, ma
quando il processo si velocizzato e la mano arriva fino alla faccia, il
soggetto dovrebbe apparire intontito e sognante; le mie istruzioni di
lievitazione sono accompagnate da un flusso di suggestioni in cui dico
al soggetto non devi necessariamente sprofondare comodamente in un
profondo stato di trance finch la mano non toccher la tua faccia e i
tuoi occhi potranno finalmente chiudersi del tutto (una presupposizio-
ne massiccia e stratificata per cui lo stato di trance avr luogo e gli
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occhi nel frattempo diventeranno sempre pi pesanti, chiudendosi
come espressione finale di rilassamento). Ci che fa muovere il brac-
cio, apparentemente in modo autonomo, laffascinante fenomeno del
movimento ideomotorio, di cui abbiamo discusso in precedenza.
Siccome stiamo impiegando questa sessione e il giardino immagina-
rio per offrire al nostro soggetto unutile tecnica da utilizzare ogni volta
che lo desidera, ora dobbiamo anche spiegargli che pu ricreare per se
stesso lo stato di trance. Fallo sdraiare sullerba del giardino e ricrea
tutte le meravigliose sensazioni e percezioni a esso collegate. Poi digli
che trovando un momento di quiete in cui non sar disturbato, potr
chiudere gli occhi e immaginare nuovamente la scala. Spiegagli che
immaginando se stesso che scende le scale e attraversa la porta sar in
grado di tornare nel giardino e godere nuovamente del benefico rilas-
samento che offre. Pu utilizzarlo per ricaricarsi, per liberare la
mente o per riuscire pi facilmente ad addormentarsi. Pu usarlo men-
tre studia per un esame, perch pu essere utile riuscire a ripassare in
uno stato di rilassamento. Riproponigli la procedura e inoltre assicura-
gli che quando la utilizzer autonomamente sar in grado di aprire gli
occhi e risvegliarsi in qualsiasi momento.
Infine, sottolinea limportanza del fatto che allinizio la dovr utiliz-
zare con regolarit, per fissarla bene nella mente. Se se la dimentica,
sar difficile richiamarla alla memoria.
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RISVEGLIARE COMPLETAMENTE IL SOGGETTO
Lo stadio finale consiste nel far uscire completamente il soggetto dallo
stato di trance e nellassicurarsi che si sia ripreso del tutto. Io gli farei
immaginare di attraversare la porta e di risalire le scale mentre conto
alla rovescia da dieci a zero, perch questo contribuir a fissare nella
sua mente lidea che potr scendere di nuovo la scala e ritornare in
giardino. Spiegagli che mentre sale le scale sentir che tutta la sonno-
lenza e la pesantezza lo lasceranno, ma che non deve aprire gli occhi
finch non raggiunger lo zero, in cima alla scala. Poi fallo risalire
lentamente lungo la scala e permetti che la tua voce diventi pi natura-
le e colloquiale mentre raggiungi la cima. Digli di aprire gli occhi e di
risvegliarsi del tutto.
Usa questo momento per avere ulteriori riscontri dal soggetto. Per lui
il giardino era reale? Che sensazioni gli dava? Chiedigli per quanto
tempo pensa che sia durato: un buon soggetto tender a pensare che sia
durato molto meno di quanto sia stato in realt. Non un fatto insolito
che una sessione di unora abbia una durata percepita di dieci minuti.
Ribadisci limportanza di utilizzare regolarmente la tecnica di auto-
ipnosi finch riuscir a scivolarci dentro con facilit, e il gioco fatto.
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Tentare una suggestione post-ipnotica
Dopo che tutta questa procedura diventata automatica, potresti voler
sperimentare una suggestione post-ipnotica. Per farlo, dovrai prima
trovare un buon soggetto ricettivo e prepararlo a tornare rapidamente in
trance. Questo perch per indurre in lui la suggestione dovrai solo met-
terlo a dormire e poi risvegliarlo, in modo che possa eseguirla.
Una percentuale molto ridotta di soggetti abbastanza ricettiva da
eseguire bizzarre suggestioni post-ipnotiche rispetto a quella di coloro
che rispondono alla lievitazione del braccio durante lo stato di trance.
Non pensare di somministrare suggestioni post-ipnotiche come una
specie di spettacolino da palcoscenico. probabile che il tuo soggetto
sia ben conscio del fatto che le sta eseguendo, perci gestisci la faccen-
da con spirito esplorativo e sensibilit. Certe suggestioni funzioneranno
meglio di altre. Una persona attiva potrebbe eseguire bene suggestioni
che implicano movimento fisico, ma improbabile che riuscirai a farla
saltare intorno a sedie immaginarie a meno che tu non sia davanti a un
pubblico e tu faccia appello alla natura estroversa del soggetto.
Innanzitutto, il soggetto deve capire che torner a dormire quando
glielo dirai tu. Puoi provare con questa suggestione post-ipnotica:
Quando schioccher le dita e ti dir di dormire, tu tornerai subito in
trance. Ogni volta che lo far, rafforzer il suo schema ricettivo alle
tue istruzioni il che ti permetter di indurre suggestioni pi impegnati-
ve. Allo stesso modo, puoi dirgli che pu uscire facilmente e del tutto
ristabilito dallo stato di trance ogni volta che conterai alla rovescia fino
a zero. Assicurati che sia davvero sveglio ogni volta che lo farai.
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Ti suggerirei di provare la seguente suggestione post-ipnotica, e cio
che il soggetto dimentichi il proprio nome, ma solo quando la procedu-
ra fino a questo stadio sar stata acquisita in modo automatico. Osserva
come sono enunciate le istruzioni: lassecondamento del ritmo del sog-
getto e la guida, la ripetizione della suggestione centrale, il riferimento
a come reagir il soggetto nel momento in cui gli sar chiesto di rispon-
dere, e la sua relazione con le esperienze di vita quotidiana che aiutano
la suggestione a mettere radici. Non sono parole magiche e possono
ovviamente essere cambiate, ma questo un buon esempio per renderle
persuasive. Ti suggerirei anche di provare quando ci sono poche persone
presenti, perch con un gruppo necessaria uninfluenza maggiore.
Quando ti risveglierai, non sarai pi in grado di ricordare il tuo
nome. Pi cercherai di ricordarlo, pi lo dimenticherai. Proprio
come ti succede per tutte quelle cose che cerchi di ricordare ma che
ti impossibile ricordare; tutte quelle cose che hai sulla punta della
lingua ma che si allontanano progressivamente pi tu cerchi di
ricordarle. Cos, come ti dimentichi una canzone o un nome, tu non
ricorderai pi il tuo nome quando ti risveglierai. Quando ti chiede-
r qual , tu non riuscirai a ricordarlo, daccordo? Pi ci proverai,
pi te lo dimenticherai. Ogni ricordo associato al tuo nome sparir
quando aprirai gli occhi.
Poi risveglialo dallo stato di trance contando alla rovescia fino a
zero. Chiedigli il suo nome, ma assumi unespressione accigliata e uti-
lizza un tono di voce che suggerisca che non riesce a ricordarlo. Da
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limpressione di essere perplesso anche tu. Scuoti la testa mentre gli
chiedi di ricordare, inducendolo cos a non riuscirci. Mantieni il sangue
freddo. Se non funziona, non preoccuparti. Prova con altre persone in
altre occasione e vedi come rispondono.
Una volta indotte, le suggestioni post-ipnotiche possono essere facil-
mente eliminate facendo credere al soggetto che sono state cancellate.
Siccome non esistono al di fuori delle sue convinzioni e della sua ricetti-
vit alle idee che tu gli suggerisci, tali suggestioni sono pi facili da eli-
minare che da indurre. In ogni caso, sempre una buona idea re-ipnotiz-
zare la persona alla fine del processo e dirle che al suo risveglio non sar
pi ipnotizzata, ricorder il suo nome e sar libera dalla suggestione.
Questa necessariamente una breve guida agli elementi base dellipno-
si. Utilizzala a titolo di prova e con sensibilit, prendendoti tutto il
tempo che ti servir per coglierne la natura. Per quanto mi riguarda, ho
tralasciato lipnosi formale e ho utilizzato invece le tecniche comuni-
cative che so essere alla base della sua efficacia. Utilizzo la capacit
delle persone in fatto di assecondamento e di coinvolgimento immagi-
nativo per ottenere determinati risultati durante le mie esibizioni.
Tuttavia, penso che sia meglio scoprire queste cose col tempo, e solo
se la persona seriamente interessata e preparata ad affrontarle con
impegno e studio.
Un ultimo avvertimento: diffiderei del gran numero di cosiddetti
corsi di ipnosi scaricabili a pagamento su internet. Alcuni degli indi-
vidui che li vendono sono assolutamente biasimevoli, specialmente
quelli che usano il mio nome per spacciare la loro roba. Attualmente ci
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sono numerosi e-book, ecc., che dicono di insegnare le mie tecniche.
Non le insegnano, a prescindere da quello che ti promettono. Non spre-
care i tuoi soldi.
LA PROGRAMMAZIONE
NEUROLINGUISTICA
Chiunque nutra un minimo di interesse nei confronti dellipnosi avr
sicuramente sentito parlare della PNL. Quando da studente ho iniziato
a cercare informazioni sullipnosi e a praticarla, mi sono entusiasmato
per la PNL, principalmente grazie allo stile narrativo e al contenuto
sbalorditivo dei libri scritti dai suoi fondatori, Richard Bandler e John
Grinder. Sono letture coinvolgenti, soprattutto per chi non prevenuto,
cos ho iniziato a inserire la PNL nei miei spettacoli di ipnosi e per
offrire il mio contributo, qualsiasi potesse essere, per trattamenti tera-
peutici semplici, come per esempio quello per smettere di fumare.
Dopo aver praticato per circa sei anni le tecniche e la teoria della
PNL, e in un momento di insana follia, pensai di poter diventare un
ipnoterapista a tempo pieno, perci mi sembr opportuno ottenere delle
qualifiche di un certo livello. Per questo frequentai un corso sulla PNL
tenuto da Bandler e da altri, e ottenni limportante qualifica di
Praticante. Paradossalmente, invece di rafforzare la mia ambizione,
quel corso mi allontan da quella carriera. Adesso molti sostenitori
della PNL analizzano il mio lavoro in televisione secondo la loro ottica
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e per alcuni di loro mi vanto impropriamente di utilizzare la PNL ogni
volta che mi esibisco (in verit non lho mai nemmeno nominata). Per
complicare ulteriormente le cose, ultimamente la PNL si fatta la brut-
ta fama di essere una tecnica magica di dubbia efficacia.
Che cos?. Riesco a sentire la tua voce, timido novizio, mentre me
lo chiedi. Allora, caro il mio salamino, questa una domanda insidiosa
e nessuno ti dar una risposta chiara e semplice. Ma seriamente,
cos?. Non sto scherzando. Qui non siamo in America. Le parole
programmazione neuro-linguistica suggeriscono che sia qualcosa
che ha a che fare con il linguaggio e il cervello che si programmano a
vicenda. In ogni caso, si dice che Bandler abbia inventato questo termi-
ne quando un poliziotto gli chiese qual era la sua professione, perci
forse non dovremmo preoccuparci troppo di questo titolone complica-
to. Se invece andate in cerca di una definizione complessa, ecco come
Bandler definiva la PNL sul suo sito web quando ho scritto questo
libro: La Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) si definisce
come lo studio della struttura dellesperienza soggettiva e di cosa pu
essere dedotto e asserito in merito allopinione secondo la quale ogni
comportamento ha una struttura.
doveroso dire che la PNL un ampio programma di formazione
che tratta la comunicazione e il cambiamento personale. insegnata in
corsi e seminari e pu essere impiegata nellambito commerciale cos
come essere offerta quale strumento terapeutico. unindustria come
tante altre, anche se sembra essere una delle pi affermate, insieme al
famosissimo guru dellauto-aiuto Anthony Robbins, che attribuisce alla
PNL il merito di avergli cambiato la vita, avviandolo verso un percorso
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di profondo cambiamento personale. Al centro della PNL c la meta-
fora secondo cui essa sia il software per il cervello, oppure un
manuale dellutente per vivere lesperienza del mondo nel modo pi
vantaggioso possibile. Unaltra espressione molto comune : La
mappa non il territorio. In altre parole, la nostra esperienza del
mondo riflette solo il modo in cui noi lo rappresentiamo a noi stessi, e
non la stessa cosa della realt. Questo indubbiamente un principio
di primaria importanza che dobbiamo tenere presente quando riflettia-
mo sulle nostre opinioni.
Grinder (un linguista) e Bandler (un matematico) fondarono la PNL
a met degli anni Settanta studiando come i terapisti di maggior succes-
so, come Erickson, ottenessero i loro risultati. Essi estrapolarono le
strategie di questi stimati professionisti e successivamente quelle di
altri esperti in svariati campi, cos che le medesime strategie potessero
essere insegnate ad altri che volevano ottenere lo stesso successo. Col
tempo svilupparono un modello di come il linguaggio elaborato dal
cervello e affermarono che entrambi si influenzano continuamente lun
laltro. Parte di ci che facciamo nel nostro cervello (essenzialmente
come ci rappresentiamo il mondo) espresso nel linguaggio che usia-
mo, e prestando particolare attenzione al linguaggio che usiamo possia-
mo influire in modo determinante sul processo neurologico inconscio
dellascoltatore.
Sebbene gli autori abbiano studiato il lavoro di molti professionisti
di successo, singolare come non abbiano studiato lopera dei neuro-
scienziati per formulare queste idee. Infatti il loro approccio stato pi
di tipo pragmatico: iniziare con i fenomeni osservati che sembravano
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attendibili e poi esporre idee insegnabili basate su ci che era utile
oppure che sembrava funzionare meglio, invece di cercare di capire
come o perch qualcosa potesse funzionare. Lapproccio pragmatico
dei fondatori si impantanato in una gigantesca industria di teorie idio-
te e di iperboli, impostazioni mentali di tipo evangelico e uninfinit di
corsi perpetui, arrivando al punto di assomigliare a uno schema pirami-
dale, con Bandler assiso sulla sua vetta. (Pare che Grinder abbia una
visione pi attenta di cosa costituisca una sana PNL e sembra disprez-
zare ci che diventata).
Ho visto Bandler allopera e mi apparso indubbiamente straordina-
rio, cos come pu esserlo uno showman. contagioso e al contempo
carismatico e antipatico. Si ama il suo mondo e si adora il suo approc-
cio, pur quasi non credendogli. Non difficile prendere delle persone
da un gruppo di fedeli entusiasti e suggestionabili e far loro vivere
quello che sembra essere un grande cambiamento davanti al pubblico.
Si tratta solo di comprenderne il carisma e la spettacolarit. Sicuramente
eccelle in questi ambiti, e ci rende difficile dire se sia immensamente
capace oppure se sia un grandissimo, brillante e accattivante farabutto.
Uno degli aspetti che contribuiranno sempre allimmenso fascino
della PNL che essa avanza delle pretese folli e abbaglianti, come per
esempio poter fare di una persona qualsiasi un genio mediante un pro-
cesso denominato modellazione. Anche se lo stesso Bandler potrebbe
dissociarsi da alcune delle pretese esagerate di certi adepti (la maggior
parte dei quali sono suoi discepoli), lui stesso elargisce a piene mani
affermazioni sensazionalistiche su cosa sia possibile ottenere, e ora
solo una voce tra le tante in unindustria di massa. (Siccome niente
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nella PNL definitivo e Bandler un personaggio intrigante ma anche
sfuggente quando si tratta di attribuirgli qualsiasi cosa, sembra oppor-
tuno criticare alcune di queste pretese l dove vengono avanzate, in
assenza di alternative chiare o anche di unentit centrale univoca alla
quale fare riferimento). Per modellarci, prima dobbiamo individuare
le strategie inconsce della persona che desideriamo emulare, ponendo-
le determinate domande chiave che le faranno rivelare ogni aspetto dei
suoi processi interiori. Normalmente sono cose alle quali la persona
non pensa e che scoprir da sola, guidata dalle domande. Poi proviamo
quei processi su noi stessi e mediante un processo immaginativo riu-
sciamo a pensare e sentire come la persona dalla quale vogliamo impa-
rare. Assumiamo le sue capacit e le facciamo nostre.
Forse ti sembrer un tantino complicato, ma probabilmente concor-
derai sul fatto che interessarsi al comportamento delle persone che
rispettiamo e preoccuparsi di scoprire come potremmo imparare dal
loro esempio sia una cosa positiva e meritevole. Sarebbe sensato pen-
sarla cos, anche se pu accadere che alcuni di noi non vedano i com-
portamenti sotto questa prospettiva. Tendiamo a pensare di essere lega-
ti indissolubilmente alle nostre personalit e ai nostri problemi: c
sicuramente molto da imparare dallauto-aiuto, che ci insegnerebbe a
mettere in pratica nuovi comportamenti liberatori. Per il problema con
la PNL nasce nel momento in cui viene considerata una sorta di magia.
In uno studio, un gruppo ha modellato un tiratore scelto, mentre un
altro gruppo stato addestrato con i metodi tradizionali. A entrambi
stato concesso il medesimo tempo per laddestramento ed entrambi
hanno raggiunto le stesse abilit al poligono di tiro. La modellazione
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non si rivelata uno strumento magico quando stata impiegata per
queste abilit specifiche e misurabili. Personalmente, ricordo il piacere
che ho provato guardando un allievo di PNL di mia conoscenza mostra-
re i risultati della sua sessione di modellazione di un giocoliere. Era
evidente, mentre cercava per la dodicesima volta una pallina colorata
sotto il divano, che non stava imparando pi velocemente di quanto
avrebbe fatto se fosse stato istruito in modo pi tradizionale.
Ora, le tecniche di modellazione potrebbero rivelarsi pi utili con
lapprendimento di abilit di livello inferiore, meno insegnabili (e
meno misurabili) come il carisma, o come affrontare con successo le
sfide, ma questa unimmagine della modellazione molto pi banale di
quella che utilizza la PNL per conquistare le persone. Limmagine che
viene data che ancora a una certa et si possa diventare un Pavarotti
o un Einstein grazie a un po di magica programmazione cerebrale.
Sebbene questa indubbiamente non fosse lintenzione originale della
tecnica, essa sicuramente il concetto fuorviante che viene smerciato
al giorno doggi. Pretese esagerate come queste, non verificate e inspie-
gabili in un settore in forte espansione che ha effetti sulle vite private e
sul commercio su larga scala sono forse un po preoccupanti.
Qui si pone da s unaltra questione. Non posso scegliere di impara-
re da altre persone senza essere obbligato a chiamare PNL questo pro-
cesso di apprendimento? Non modelliamo noi stessi in base alle perso-
ne o non emuliamo costantemente i nostri mentori? Ovviamente la
risposta S. Perch la PNL non ha le sue radici solamente nellope-
ra di Bandler e Grinder, ma anche in alcuni aspetti di Freud, di Jung e
di Chomsky, e in tutti i terapisti ai quali si sono ispirati i suoi fondato-
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ri, e siccome utilizza come assunto di partenza ci che gi funziona,
ben poco nelle sue radici originale. Uno degli atteggiamenti pi irri-
tanti dei seguaci della PNL quello di ritenere PNL qualsiasi cosa
riguardi vagamente losservazione consapevole dei processi interiori di
una persona.
Si tentato di studiare la fondatezza di alcune delle pretese pi quan-
tificabili della PNL. Uno di questi insiemi di asserzioni ruota intorno
alle nozioni di sistema di rappresentazione primario e di indicazioni
oculari di accesso.
La verit degli occhi
Secondo la PNL, noi ci rappresentiamo il mondo in modo visivo, uditivo
o sulla base delle nostre sensazioni (cinestetico). Questi sono sistemi di
rappresentazione. Quando pensiamo a qualcosa, ce ne facciamo unim-
magine nella nostra mente, udiamo qualcosa nella nostra testa, la colle-
ghiamo a una sensazione oppure combiniamo insieme queste possibilit.
Per esempio, immagina che ti venga chiesto se vuoi partecipare a una
conferenza sui puffi alla Royal Albert Hall. Nel secondo che impieghi per
rispondere S, potresti a) immaginarti i puffi, b) immaginarti la Royal
Albert Hall, c) udire un vago estratto di quello che la conferenza potreb-
be essere, oppure udire te stesso mentre fai quella domandina su Puffetta
che ti ha sempre tormentato, e poi d) controllare le tue emozioni riguardo
ai punti precedenti e notare che sono ottime.
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Molti sostenitori della PNL ritengono che le persone tendano a esse-
re predisposte pi verso un sistema di rappresentazione rispetto a un
altro. In altre parole, una persona tender a vedere immagini nella pro-
pria testa invece di udire voci, e unaltra preferir immediatamente
collegarsi alle proprie sensazioni. Per esempio, ci si potrebbe aspettare
che un compositore abbia un sistema di rappresentazione primario di
tipo uditivo, perch alla sfera sensoriale sonora che pi abituato.
Altri sostenitori della PNL osserverebbero che ci pu essere fuorvian-
te e che pi corretto dire che le persone si spostano continuamente tra
i vari sistemi di rappresentazione primari: quindi il nostro compositore
potrebbe essere uditivo quando pensa alla sua musica, ma forse visi-
vo quando compra dei vestiti. Questo scenario misto di sistemi di
rappresentazione primari sembra pi probabile, sebbene renda super-
fluo il concetto di sistema di rappresentazione primario (e perci utile
da prevedere).
Perch importante il sistema di rappresentazione primario? Dunque,
secondo la PNL, se noi riusciamo a conoscere come le persone rappre-
sentano il proprio mondo in un certo momento, questo ci consentir di
avere uninfluenza maggiore. Per esempio, immagina di voler compra-
re un nuovo hi-fi. Quello vecchio ha un brutto aspetto e ne vorresti un
altro, pi alla moda. Ti sei fatto una certa immagine del tipo di oggetto
che vuoi. Quindi entri in un negozio e chiedi di vedere dei nuovi hi-fi.
Ti rispondono: Non li abbiamo: questo un negozio di alimenti bio-
logici. Cos entri in un negozio di hi-fi e chiedi al commesso, Sto
cercando un nuovo hi-fi. Posso vederne qualcuno? Ce ne sono alcuni
carini in vetrina. Il commesso sa quale hi-fi ha ottenuto la recensione
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migliore nelle riviste, quale funziona meglio di tutti gli altri. Perci ti
dice il nome del modello. Tu gli chiedi com fatto, e lui ti dice che ha
un suono impressionante. Ti parla di coni e di tipi di casse, di spinotti
in oro e di dati tecnici. Chiedi di vederlo e lui te lo mostra. Ti parla
ancora della qualit del suono, ma c qualcosa che non ti convince. Su
un altro scaffale noti un impianto dallaspetto fantastico, e ti illumini.
E quello l? Il commesso ti dice che il suo suono non nemmeno para-
gonabile a quello dellaltro: le casse non hanno le stesse specifiche e la
qualit dellamplificatore inferiore. Ti senti confuso e non sai cosa
vuoi. Te ne vai e dici che ci penserai su.
Un commesso che fosse a conoscenza del sistema di rappresentazione
primario avrebbe gestito la faccenda in modo differente. Nellepisodio
citato, il sistema di rappresentazione primario del commesso riguardo
agli hi-fi chiaramente uditivo: lavora nel settore da troppo tempo per
preoccuparsi dellaspetto degli stereo. Riesce facilmente a percepire la
differenza di suono tra un buon apparecchio e uno di qualit superiore, e
vuole trasmetterti il suo entusiasmo. Tu per sei principalmente interes-
sato a trovare qualcosa che abbia un aspetto magnifico. Il commesso
avrebbe dovuto capirlo da come gli hai espresso la tua prima domanda.
Stai utilizzando molte parole di tipo visivo. Ti stai guardando intorno in
cerca di un nuovo hi-fi. Vuoi vederne alcuni. Ti piacciono quelli
dallaspetto carino in vetrina. Siccome per il commesso non si discosta
dal suo sistema di rappresentazione primario, la vendita non va in porto.
Tu ti senti confuso e deluso. Avrebbe dovuto ascoltarti e poi portarti a
vedere degli hi-fi dallaspetto invitante che lui sapeva dotati di un suono
sufficientemente buono per te, cos saresti uscito di l soddisfatto.
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Le tecniche di vendita mi interessano molto e credo che spesso il clien-
te ti dica con esattezza come vendergli il prodotto. Spesso gli addetti alle
vendite fanno lerrore di mantenere un approccio prefissato, e di norma
non sono abbastanza flessibili da consentire al cliente di indicare la via
pi semplice per chiudere la vendita. interessante notare come la stessa
incapacit di comunicare pu avere luogo nelle relazioni. Dopo tutto, si
tratta solo della presenza o dellassenza di un buon rapporto. Per esem-
pio, una moglie si lamenta del fatto che suo marito non le dice abbastan-
za spesso che la ama. Il marito non pu capirlo perch torna a casa con
fiori o regali pi spesso di tutti gli altri mariti che conosce. Un modo di
guardare a questo paradosso notare che le parti sembrano utilizzare un
sistema di rappresentazione primario differente quando si tratta di ci che
ritengono importante nellespressione dellaffetto. La moglie potrebbe
avere bisogno di udire parole carine pi che vedere fiori o regali, mentre
il marito, pi visivo, pensa che sia pi importante vedere la prova
dellaffetto. Sarebbe di grande aiuto se entrambi riuscissero a riconoscer-
ne il valore, cos uno o entrambi riuscirebbero a modificare il proprio
comportamento senza sentirsi trascurati. Non un difetto comune?
Quanti di noi si prendono la briga di capire come si sentano amati quelli
che amiamo? Tendiamo ad agire come noi vorremmo, ma pu darsi che
manchiamo di molto il bersaglio
6
.
6. Ecco una questione importante. Scopri come si sentono apprezzate le persone che ti sono vicine
e poi metti in pratica le loro parole. Oppure chiedi loro come vorrebbero essere ricordate una
volta passate a miglior vita. Ti sveleranno cose meravigliose su come vogliono essere capite, e
conquisterai i loro cuori quando, mesi dopo, dirai loro le parole giuste per esprimere la tua ammi-
razione nei loro confronti. Non c motivo per cui ci debba sembrare falso, solo un modo per
essere sicuro che la tua sincerit ottenga un risultato reale.
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Fin qui tutto bene. Dallesempio vediamo che le parole che utilizzia-
mo potrebbero darci degli indizi sul sistema di riferimento (lasciamo
perdere laggettivo primario) che utilizziamo. Infatti, la PNL afferma
che i nostri predicati sono direttamente connessi con il nostro sistema
di riferimento. In effetti, chi ti dice Immagino cosa vuoi dire si espri-
me in modo letterale: sta descrivendo il fatto che in grado di farsi
unimmagine chiara di ci di cui stai parlando. Invece le persone che
utilizzano il sistema di riferimento uditivo direbbero qualcosa come
Mi suona corretto, e una persona che pensa in modo cinestetico use-
rebbe lespressione Sento che giusto. Quindi, se vuoi avere un rap-
porto migliore con una persona, ti consiglio di utilizzare il suo stesso
tipo di predicati, in modo da adeguarti al suo sistema di riferimento.
Secondo questa teoria, staresti letteralmente parlando la sua lingua.
Anche se tutto ci parrebbe accettabile entro certi limiti, mi sembra
un argomento da trattare con le pinze. Stiamo per varcare la soglia che
ci porter nella PNL magica, dove la fede, o la credulit, potrebbe farci
locchiolino. I sostenitori della PNL ci dicono anche che possibile
individuare questi sistemi di rappresentazione primari dai movimenti
oculari di una persona. Fa a qualcuno una domanda per cui debba cer-
care una risposta nella sua mente e spesso noterai un movimento dei
suoi occhi. Esso potrebbe consistere in un guizzo laterale prima di tor-
nare a incrociare il tuo sguardo, oppure potrebbe trattarsi di un indugia-
re a mezzaria come chi si perde in un breve sogno. Presumibilmente
la direzione ti dir cosa sta accadendo dentro la sua testa. Ecco lo sche-
ma insegnato dalla PNL:
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Lo schema indica il significato dei movimenti oculari come appaiono
guardando una persona posta davanti a te. Anche i pi accesi sostenito-
ri della PNL ammetterebbero che lo schema non applicabile a tutti,
ma che rappresenta piuttosto una regola empirica. Comunque, obiette-
rebbero che qualsiasi sistema possa avere una persona, essa si adatter
allo schema. Il significato delle abbreviazioni il seguente:
VC Immagini VISIVE costruite
UC Suoni UDITIVI costruiti
C Sensazioni CINESTETICHE
VR Immagini VISIVE ricordate
UR Suoni UDITIVI ricordati
UD Digitale UDITIVO (dialogo interiore)
Secondo questo modello, guardare dritto davanti a s un secondo
indizio del fatto che stia avvenendo unelaborazione visiva costruita.
Costruito significa semplicemente che il suono o limmagine creata,
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pi che recuperata dalla memoria. Quindi, se provi a ricordarti nei parti-
colari la tua cameretta di quando eri bambino (smetti di leggere per un
istante e posa il libro) dovresti scoprire che i tuoi occhi vagano verso
lalto e lateralmente. Probabilmente verso sinistra, secondo il modello
(immagini visive ricordate). Poi, se immagini laspetto che avrebbe il tuo
soggiorno con un arredamento completamente diverso, e pensi davvero
allaspetto che avrebbe, secondo questo modello dovresti notare che i
tuoi occhi si muovono lateralmente per agevolare la creazione dellim-
magine (visiva costruita). Allo stesso modo, se adesso ti metti ad ascol-
tare, cercando il suono pi lieve che riesci a percepire proveniente
dallesterno, dovresti scoprire che i tuoi occhi si muovono di lato, allo
stesso livello delle orecchie, e non verso lalto e lateralmente come nel
caso delle rappresentazioni visive. Questo movimento sembra collegato
alla tendenza naturale a spostare la testa da un lato per udire meglio.
Anche se pu sembrarti un po esoterico, ritengo che sia doveroso
dire che pare riflettere quello che osserviamo in molti scambi interper-
sonali. Se chiedi a una persona se le farebbe piacere conoscere i tuoi
genitori e questa abbassa lo sguardo per un istante prima di dire S,
sai che si sentita insicura per un attimo, ha soppesato alcuni sentimen-
ti indefiniti o che si chiesta se fosse quello che voleva veramente. Se
poi tu fossi carino come me, potresti anche volerle dire: Non venire se
non ti va, avendo notato in lei un lampo di incertezza. Daltra parte,
se alza gli occhi per un secondo prima di accettare, pu significare che
ha avuto un pensiero lungo una frazione di secondo ma che non ha
provato sentimenti contrastanti. Quindi, anche se ritengo che la sostan-
za del suddetto schema sia talvolta confermata dalla vita reale, non
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sono certo su quanto sia realmente affidabile o utile. In altri termini,
molto pu dipendere dallosservatore esperto che cerca dei segnali a
conferma delle sue aspettative.
Questa ipotesi sui movimenti oculari stata spesso oggetto di verifi-
ca da parte degli scienziati e solitamente si rivelata indimostrabile.
Tuttavia, difficile sapere se perch le tesi non sono vere oppure se
sono i test a essere condotti in modo sbagliato; i sostenitori della PNL
naturalmente danno la colpa agli esperimenti. Di norma i test vengono
condotti nel seguente modo. Al soggetto non viene detto qual logget-
to della ricerca e gli viene posta una serie di domande che secondo lo
scienziato individueranno un processo visivo, uditivo o cinestetico. Per
esempio, lo scienziato potrebbe chiedere una risposta cinestetica
Come ti sentiresti se nuotassi nella pastina in brodo? e poi osserva-
re il movimento degli occhi. Il problema che una domanda simile
potrebbe certamente sollecitare innanzitutto una risposta visiva (il sog-
getto si immagina in mezzo alla pastina) ma anche una uditiva (il sog-
getto si ripete la domanda dentro di s oppure cerca una risposta), che
teoricamente provocherebbe un movimento oculare differente prima di
quello atteso, e cio quello cinestetico. Anche se il movimento corret-
to potrebbe arrivare in un secondo momento, potrebbe non essere
preso in considerazione nei risultati. Senza un esatto protocollo degli
esperimenti difficilissimo valutarne lefficacia. Allo stesso modo, se
questi movimenti sono cos problematici da verificare per osservatori
che stanno cercando di essere il pi oggettivi possibile, si potrebbe
obiettare che difficilmente potranno essere ritenuti attendibili da soste-
nitori della PNL che non stanno facendo questo tentativo. Il mio sospet-
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to che se il movimento oculare fosse davvero cos attendibile come
affermano i sostenitori della PNL, i test rileverebbero molti pi risulta-
ti positivi.
Comunque indubbio che alcune persone sembrano conformarsi ai
modelli dei movimenti oculari con notevole affidabilit, perci forse
bene non dimenticare del tutto lo schema. I fan de La Rapina dovrebbe-
ro riguardarsi la sequenza in cui i partecipanti intervistati si ricordano la
lista di parole memorizzate che hanno imparato al seminario. Avevo
insegnato loro il sistema delle correlazioni a immagini, quindi ogni pas-
saggio alla parola successiva si basava su unimmagine mentale bizzar-
ra. Ogni volta, potrai vederli ricordare ogni immagine secondo il model-
lo proposto dalla PNL. quasi una dimostrazione da libro di testo.
Sono stati anche condotti dei test per vedere se ci sentiamo davvero
pi a nostro agio con persone che corrispondono ai nostri sistemi di
rappresentazione. Anche in questo caso, non si dimostrato che tale
corrispondenza accresca i livelli del rapporto, della fiducia o delleffi-
cacia. Al contrario, un ricercatore ha scoperto che i terapisti che si
abbinavano meglio al linguaggio dei loro clienti venivano visti come
meno affidabili ed efficaci. Per, senza conoscere esattamente come
sono stati condotti i test, sempre difficile sapere se e quanti fattori
possano avere contribuito a ottenere determinati risultati. La stessa dif-
ficolt si riscontra in quasi ogni ricerca nellambito delicato delle rela-
zioni interpersonali.
Non dobbiamo per pensare che allora le tesi della PNL non debbano
essere sottoposte a unattenta verifica magari anche con la collabora-
zione tra sostenitori della PNL e scienziati, in modo da giungere a una
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procedura sperimentale che accontenti tutti. La PNL una grande indu-
stria e solo per questo fatto vale la pena di prenderla sul serio, anche se
non mai stata la svolta paradigmatica evocata da Bandler e Grinder.
Il corso a cui mi ero iscritto era molto affollato (quattrocento persone)
ed evangelico nei toni. Mi ricordava molto le chiese pentecostali che
avevo frequentato alcuni anni prima. Anche se in linea di massima mi
era piaciuto e avevo fatto dei progressi in materia, il parallelismo con
la chiesa mi aveva abbastanza disturbato allepoca. Una tecnica mani-
polativa che avevo ritrovato in entrambi era la mentalit del ridiamo
di noi stessi. A volte i guru della PNL o gli estroversi leader delle chie-
se carismatiche salgono sul palco e incitano le loro congregazioni a
farsi una bella risata mentre fanno la parodia degli eccessi pi assurdi
dei loro rispettivi palcoscenici, cos, mentre tutti ridono, nella sala si
dissolve qualsiasi riserva dettata da un intelligente scetticismo e la
scena resa sicura e sgombra da ogni dissenso. vero che altri corsi di
PNL possono evitare simili esagerazioni e trovate teatrali, per tendono
a fare lerrore opposto di impantanarsi nella tecnica. Sia Bandler che
Anthony Robbins vendono la loro merce principalmente come un modo
di pensare, e ovviamente utilizzano lesagerazione evangelica per ren-
derci il pi possibile emotivi e suggestionabili e per assicurarsi che a)
il messaggio arrivi a destinazione e b) noi vogliamo acquistare altri
corsi in futuro.
Nel quinto secolo Avanti Cristo, i sofisti giravano tutta la Grecia e si
guadagnavano da vivere dando consigli su come ottenere il successo
politico. Tenevano conferenze e prendevano con loro i discepoli, facen-
dosi pagare bene. Insegnavano ai giovani politici come persuadere le
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folle a credere quello che loro volevano che credessero. I sofisti si van-
tavano di saper convincere una persona che il nero fosse bianco e di
riuscire a dare risposte soddisfacenti su questioni di cui non sapevano
nulla. Utilizzavano la loro sapiente maestria retorica e le loro metafore
barocche per confondere e zittire i propri avversari, senza preoccuparsi
di cercare la verit. Soddisfacevano il desiderio del pubblico di ottene-
re il successo senza sforzi e senza apprendere nuove conoscenze, sem-
plicemente emulando il successo e la bravura. una storia vecchia.
Alla fine del mio corso, che dur solo quattro giorni, mi fu rilasciato
il certificato di Praticante. Non dovetti sottopormi a nessun test o
comunque guadagnarmi la mia qualifica. Sotto molti aspetti il corso
si proponeva di instillare unattitudine positiva verso il cambiamento
di se stessi o degli altri, quindi qualsiasi sorta di verifica formale sareb-
be stata vista come insopportabilmente banale. Alla fine i quattrocento
e rotti partecipanti, alcuni dei quali erano chiaramente non equilibrati o
perfino esaltati, furono rimessi in libert dopo una maratona di quattro
giorni, potenzialmente pronti a dichiararsi terapisti e a curare persone
in difficolt sotto il vessillo della PNL. Ci era stato detto che dopo un
anno avremmo dovuto contattare lorganizzazione e comunicare il
motivo per cui avrebbero dovuto rinnovarci il diploma. Se avessimo
utilizzato la nostra PNL in modo creativo, ci avrebbero spedito un altro
certificato valido un altro anno. Poich laver passato quattro giorni in
compagnia di centinaia di aspiranti esperti di PNL mi aveva fatto pas-
sare definitivamente la voglia di praticarla come professione, non pen-
sai di ricontattare gli organizzatori. Ma dopo un annetto ricevetti una
lettera in cui mi chiedevano di chiamarli per parlare del rilascio di un
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nuovo certificato. Io la ignorai, ma poco dopo ricevetti unaltra comu-
nicazione in cui sostenevano che sarebbero stati felici di inviarmene
comunque uno se mi fossi rifatto vivo. La facilit con cui erano felici
di dispensare i propri certificati mi risult sospetta, perci ignorai anco-
ra la loro richiesta. Non molto tempo dopo un indesiderato certificato
nuovo di zecca fu infilato nella mia cassetta della posta, regalandomi la
qualifica di praticante per un altro anno.
STRUMENTI
PER UN CAMBIAMENTO PERSONALE
Rapporto personalizzato
Dunque, ho evitato di far diventare questo libro un manuale di auto-
aiuto, come avrebbe preferito il primo editore che si era mostrato inte-
ressato. Lidea mi aveva fatto venire il latte alle ginocchia. Non che
alcuni di loro non siano delle letture apprezzabili ma, parlando franca-
mente, te lo immagini? Un libro di auto-aiuto. Ma neanche per idea.
No. Non chiedermelo nemmeno.
In ogni caso, in questa sezione discuter alcuni approcci o tecniche
che potrebbero esserti utili. Alcune sono molto nello stile PNL. Come
ho accennato, se togliamo dallequazione della PNL i drogati di corsi e
i loro sorrisetti, le favolette ingannevoli e gli imprenditori ridicoli, e
alcune delle tesi date per scontate che i seguaci della PNL hanno avan-
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zato a tutti i livelli, esistono alcuni strumenti sufficientemente sensati e
alcune tecniche che vale la pena conoscere, purch tu non diventi un
Vero Credente. Mi ricordo di unintervista fatta a un ipnotizzatore da
un giornalista dellObserver negli anni Novanta, in cui lintervistatore
inizi a percepire che stava accadendo qualcosa di strano. Presto cap
che lintervistato stava copiando tutti i suoi movimenti. Il resto dellar-
ticolo era incentrato su come lintervistatore avesse trovato strano e
innaturale il suo soggetto, e su come avesse continuato a testare lipno-
tista accavallando e scavallando le gambe, muovendo la testa, eccetera,
constatando che ripeteva immediatamente tutti i suoi movimenti. Ci
che mi piacque in quellarticolo fu che la tecnica impiagata dallipno-
tista (il rispecchiamento della postura) un concetto classico della
PNL, e come molti concetti classici della PNL ha fatto fiasco perch
stato trasformato in una tecnica assoluta.
La maggior parte delle persone, quando stanno bene insieme, si tro-
ver in uno stato di rapport inconscio. Tenderanno a rispecchiare il
linguaggio corporeo dellaltro senza rendersene conto. Per questo si
vedono spesso coppie sedute ai tavoli dei ristoranti con posizioni spe-
culari. Conoscerai il potere di questo fenomeno se ti mai capitato di
restare seduto fino a tardi a parlare con un amico, e poi uno di voi si
alza dalla sedia. Un attimo dopo laltra persona si alza a sua volta,
come se desiderasse proseguire il rapport. Per lo stesso motivo esiste
quella strana sensazione che abbiamo provato tutti (anche se non ne
parliamo mai) di sapere quando laltra persona sta per alzarsi e andar-
sene. Improvvisamente c qualcosa nellaria, un istante, una svolta, e
poi sai che laltra persona sta per dire che deve andare. E se non lo
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dice, hai la sensazione che si stia trattenendo pi del dovuto. In questo
caso, hai mantenuto il rapporto cos a lungo che laltra persona sta
seguendo schemi e ritmi mentali simili e percepisce il termine naturale
come lo percepisci tu. Oppure, se ha deciso che sta arrivando il momen-
to di andare, interromper naturalmente il rapport, introducendo alcuni
cambiamenti inconsci nel linguaggio corporeo che suggeriscano una
pausa, cos sentirai che la conversazione sta per terminare.
Alcuni studi eseguiti sul rapport mostrano una serie affascinante di
comportamenti rispecchiati, molto pi sottili della postura corporea. Le
persone in rapport tra loro tendono a respirare allo stesso ritmo, ad
adottare le espressioni facciali dellaltro, a battere le palpebre allo stes-
so ritmo e a utilizzare il linguaggio dellaltro. Un rapport pu creare
queste cose, ma la domanda : queste cose possono creare automatica-
mente un rapport? Con la sua passione per la modellazione, la PNL
osserva questi sottoprodotti del rapporto e insegna allo studente come
metterli consciamente in pratica. I partecipanti ai gruppi di lavoro
calibrano il proprio respiro e la propria postura in base a quelli degli
altri e adeguano vicendevolmente il proprio linguaggio di rappresenta-
zione. Anche io ho partecipato a questi gruppi di lavoro, ho eseguito
questi esercizi e posso raccontare solo una versione estremizzata di
quello che ha provato lintervistatore dellObserver. Una persona che
copia ogni mio movimento non mi mette a mio agio, anzi mi portereb-
be a considerarlo un adulatore servile o un ritardato. Anche se il rispec-
chiamento viene fatto in modo meno grossolano, lidea che lutilizzo di
queste tecniche di rapport in una situazione sociale ci garantisca di
apparire piacevoli e affidabili una stupidaggine. Molti imparano que-
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ste tecniche come dei trucchi magici, come sostituti del vero carisma.
evidente che qualcosa andato perso nella traduzione. Quello
dellObserver era un uomo che insegnava queste tecniche e utilizzan-
dole ha ottenuto lesatto contrario di ci che si aspettava. Era risultato
innaturale e strano.
La cosa interessante che un sostenitore della PNL probabilmente si
farebbe beffe di questo esempio, dicendo che lipnotista ha fatto lerro-
re di usare il rispecchiamento in modo dogmatico come una tecnica
impersonale invece di interiorizzarlo come unattitudine mentale.
Questa obiezione viene spesso avanzata contro le accuse secondo cui
la PNL trasformerebbe tutto in una tecnica magica, la quale ovvia-
mente non d i risultati sperati. Alcuni praticanti (i pi illuminati)
sostengono che queste abilit devono essere inserite in un approccio
generale e non insegnate come un dogma o come metodi speciali
distinti. Potrebbe essere vero, ma allora come possibile dare lidea
che esistano abilit di rapport insegnabili? Se quella che mancava era
lattitudine della PNL, ci non equivale a dire che egli avrebbe solo
dovuto entrare naturalmente in rapport, rendendo cos superfluo il
concetto dellapprendimento di abilit modellate?
Se sei abbastanza sveglio da stabilire lequilibrio in modo naturale,
penso ci sia qualcosa da dire per capire il potere del rispecchiamento.
Per esempio, immagina di essere seduto a un tavolino e di volere che
qualcuno accanto a te, o a un tavolo vicino, si interessi a te. Funziona
meglio quando le persone sono sedute e quindi quando sono in posizio-
ni fisse; meno utile ai ricevimenti, dove le persone si mischiano.
Essendo abituato a mangiare spesso per conto mio, utilizzavo questa
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tecnica nei ristoranti, oppure occasionalmente alle cene, se cera qual-
cuno di interessante seduto dove lui o lei potesse vedermi ma non
potesse parlarmi. La impiegavo anche durante le lezioni di legge quan-
do trovavo che loratore fosse un po noioso, per farlo o farla interessa-
re a me e per tenermi impegnato.
Il gioco sta nel rispecchiare la persona in modo delicato, costante e
marginale, in modo che lei (useremo il pronome femminile, ma non
necessariamente si deve trattare di unopera di seduzione) percepisca
un collegamento con te senza sapere perch. Tu non le stai parlando e
non la stai nemmeno guardando; puoi guardarla solo con la coda
dellocchio. Certe volte questo consente di essere abbastanza spavaldi.
A un party, bevi un sorso del tuo drink ogni volta che lei beve dal suo
bicchiere. Rispecchia la sua posizione pi che puoi: appoggiati allo
schienale della tua sedia ogni volta che lo fa lei, mettiti le mani dietro
la testa quando lo fa lei, cambia posizione quando la cambia lei. A volte
una copia esatta potrebbe essere troppo ovvia, come ha capito linter-
vistatore dellObserver; quindi, per esempio, se vedi che lei tamburella
con le dita, tu potresti dondolare la mano in una posizione naturale. Fa
tutto ci che ti puoi permettere. Nel frattempo potresti essere impegna-
to in una conversazione con una terza persona (che, poverina, non si
sentirebbe molto in contatto con te). Lascia che il tuo corpo si muova e
risponda allo stesso ritmo del suo. Vedila come una danza.
Poi, dopo un po, puoi controllare se il rapport sta funzionando. Puoi
prendere il comando e vedere se ti segue. Prendi un drink e vedi se ti
copia. Non una magia e non difficile; stai semplicemente inviando
dei segnali di uguaglianza in una situazione in cui le persone gradisco-
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no questo tipo di cose. Ti pu rendere stranamente attraente, ma non
assolutamente un grottesco strumento di seduzione istantanea. Queste
sono cose inflazionate e hanno una provenienza spiacevole. Non
diverso dallo stabilire un rapport per entrare in contatto con un impor-
tante socio daffari a un congresso, prendendo in mano la penna e siste-
mandosi sulla poltrona quando lo fa lui o lei. Semplicemente c pi
spazio per il divertimento in unoccasione sociale mista, e tu lo stai
facendo senza essere faccia a faccia, il che nasconde il tutto molto
bene. Se sei teso e a disagio distruggerai molto del rapport che stai
instaurando, a meno che non sia tesa e a disagio anche lei.
Molto pi probabilmente, se lhai fatto con fluidit e lhai calibrato
al punto giusto, in un secondo momento la persona in questione verr
da te per iniziare una conversazione, sentendo che sei il suo tipo.
Inoltre ti aiuta a prestare pi attenzione al linguaggio non verbale
comunicato da unaltra persona, che una valida abilit se si poi
capaci di reagire con sensibilit.
Giocare con le immagini
Fallo per me. Pensa a unesperienza che ti fa sentire benissimo, o
malissimo. Qualcosa che ti disturba o ti eccita. Fallo adesso. Qualsiasi
cosa provochi forti emozioni. Positiva o negativa ma per favore, nien-
te di traumatico.
Quando ti sei fissato su qualcosa e hai sentito il fremito della risposta,
riesamina quello che avevi visto nella tua mente. Sicuramente deve
esserti apparsa una breve sequenza o unimmagine mentale, che ha susci-
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tato quellemozione. Uno dei principi pi sensati della PNL che il modo
in cui tu rappresenti questimmagine o questa sequenza influir sul modo
in cui reagisci emotivamente. Per verificarlo, prova a fare due cose:
prima ingrandisci limmagine e rendila pi luminosa e colorata. Aggiungi
laudio e trasformala in unimmagine nitida, ad alta definizione. Zoomaci
su. Molto probabilmente questa modifica dellimmagine aumenter la
tua risposta emotiva. Adesso prova a fare il contrario. Rimpicciolisci
limmagine e togli i colori. Rendila indistinta e pi scura. Se qualcosa
a cui hai assistito in prima persona, passa la telecamera a unaltra per-
sona e osservala da questa nuova prospettiva: vediti dentro limmagine
invece di osservarla dallesterno con i tuoi occhi. Allontana limmagine
in bianco e nero finch non la sentirai distante. In questo modo la tua
risposta emotiva diminuir fino quasi a sparire del tutto.
Cos facendo stai controllando coscientemente le variabili che la tua
mente trova da s in modo naturale. Non puoi provare emozioni forti
per qualcosa se non te la rappresenti in modo vivido, il che normalmen-
te si traduce in immagini grandi e ravvicinate, viste dalla prospettiva
soggettiva. Allo stesso modo, difficile eccitarsi per qualcosa a cui
pensi in modo distante e confuso. Paragona quello che vedi nella tua
mente quando pensi a un bel momento passato di recente con una per-
sona fermati; fallo adesso e nota cosa ti viene in mente con limma-
gine di te che vai a comprare della marmellata con un collega che non
ti interessa particolarmente (adesso fallo). Scommetto che hai visto la
prima immagine dalla tua prospettiva, proprio l davanti ai tuoi occhi,
chiara, definita e dettagliata. La seconda immagine con la spesa di con-
serve probabilmente includeva te (vale a dire che era vista da una pro-
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spettiva di una terza persona), era vaga e difficile da fissare, magari pi
grigia, pi piccola e in un certo senso pi distante, in qualche modo non
proprio davanti a te come era invece la prima.
Cambiando queste variabili dimensioni, forma, colore, luminosit
e posizione dellimmagine puoi giocare molto con le tue modalit di
reazione al suo contenuto. Se, ammettiamo, vuoi sentirti pi motivato
per un compito, una buona idea osservare come ti rappresenti qualco-
sa che ti motiva davvero e poi modificare il compito problematico in
modo da vederlo e sentirlo proprio come quello che ti stimola natural-
mente. Infatti, se riuscirai a rappresentartelo esattamente nello stesso
modo, non potrai non sentire quel fremito di motivazione. un eserci-
zio affascinante. Pu diventare un modo rapido per farti sentire meglio
su tutto. Se qualcosa ti d fastidio, rimpiccioliscilo, desatura i colori,
allontanalo e spostalo nella prospettiva di unaltra persona; se vuoi sen-
tire pi partecipazione, ingrandisci la figura, rendila colorata e vibran-
te, avvicinala e assicurati di osservarla con i tuoi occhi.
Se vedi che apportare queste modifiche non cambia le tue sensazioni,
probabile che tu non labbia fatto correttamente. Per esempio, prendi
limmagine dellattivit che ti motiva e ti fa sentire bene. Individua
qualcosa in cui ti senti molto motivato e sul quale sei molto concentra-
to. Vuoi utilizzarlo come modello per rendere pi eccitante la tua rap-
presentazione interna di unattivit noiosa. Se hai delle difficolt,
scomponi il processo nei seguenti passaggi:
1. Prendi limmagine motivata. Non dovresti avere problemi nel
pensarla. Se non ci riesci bene, scegline unaltra. Fissa limma-
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gine in testa, oppure, se come un flmato, mandalo in loop e
rivedilo alcune volte mentre ti poni le seguenti domande a ri-
guardo:
i. un flmato o unimmagine fssa?
ii. Ha colori accesi? Desaturati? In bianco e nero?
iii. vicina a te? lontana?
iv. Quanto grande limmagine?
v. Ti senti dentro, come se ti avvolgesse?
vi. I movimenti sono rapidi o lenti?
vii. Limmagine davanti a te? La stai osservando dallalto o
dal basso? Nota la posizione.
viii. Sei nellimmagine o la stai osservando con i tuoi occhi?
2. Adesso osserva limmagine demotivata del compito che vuoi
percepire in modo diverso. Fatti le stesse domande e vedi cosa
c di diverso o di uguale nelle due immagini.
3. Ora colloca lattivit demotivata o noiosa nella posizione
occupata dallimmagine motivata e modifcala in modo da
osservarla e percepirla come questultima. Non tirarti indietro,
prova a percepirla come limmagine motivata.
4. Per andare sul sicuro, metti un po di peperoncino in questa
nuova immagine. Rendila pi vivida, aggiungi qualcosa a quel-
lo che hai gi messo. A volte pu essere divertente immaginare
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un motivo musicale che ne colga lo spirito e aggiungerlo alla
nuova immagine che esplode di vitalit. Potrebbe esserti utile
immaginare una sensazione alle tue spalle che ti spinga nellim-
magine. Divertiti con queste cosucce e presto capirai come fun-
ziona il tutto.
Finora andato tutto bene, per adesso devi rendere naturale questo
cambiamento di formato. Siccome tendiamo a fare quello che ci fami-
liare, la soluzione dire al cervello di rappresentare limmagine in
questo nuovo modo pi eccitante e non nel primo modo deprimente.
Per farlo puoi ripetere lazione di spostare limmagine dalla vecchia
posizione nella nuova e di apportare tutte le modifiche. Inizia proprio
dalla vecchia posizione, con tutte le sue qualit noiose, poi mettila nella
nuova posizione motivata, con tutti i suoi colori e le sue vibrazioni.
Limportante che effettui lo spostamento in ununica direzione: stai
dicendo al cervello Non questo questo! e non vuoi che si confonda
sulla direzione in cui farlo. Apporta il cambiamento in modo rapido e
deciso, cinque o sei volte, in modo che tu possa sempre partire con
limmagine nella sua posizione iniziale.
Poi fa una verifica. Come ti fa sentire il vecchio compito? A meno
che esistano altri problemi rilevanti da prendere in considerazione,
dovresti notare un miglioramento immediato nella tua reazione al com-
pito, in un modo abbastanza naturale e organico.
Ci che mi affascina in queste tecniche che non fanno altro che
ricreare quello che faresti comunque e naturalmente se arrivassi a per-
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cepire il compito in un modo nuovo. Non necessario che insistiamo
con la PNL o con un altro particolare approccio, perci possiamo affer-
mare con sicurezza che quello che conta non una tecnica specifica ma
unattitudine, lessere in grado di far ingranare alla nostra mente una
marcia pi positiva, pensando in termini di processo e senza impanta-
narci sempre nella gestione o nel contenuto del problema.
Esiste un interessante correlativo fisico di questo processo: cambiare
la propria fisiologia pu fare una bella differenza nella propria risposta
emotiva a un pensiero preoccupante. Trova qualcosaltro che ti faccia
sentire male quando ci pensi. Qualcosa che sai non costituirebbe un
problema se tu fossi in grado di sentirti pi sicuro nellaffrontarlo.
Pensaci per un po e probabilmente noterai che influisce su come stai
seduto: cominci a ricadere su te stesso oppure la testa si inclina legger-
mente. Adesso fa in questo modo: alzati, tira indietro le spalle, raddriz-
za la schiena e guarda davanti a te e verso lalto. Prova a sentirti male
per la stessa cosa. Non ci riesci, non vero? Operare cambiamenti
fisiologici come questo spesso un modo semplice e veloce per far s
che le tue emozioni si adeguino. Se ti servono degli esercizi in pi da
fare in palestra, se devi entrare in una stanza piena di gente quando ti
senti asociale, oppure se ti ritrovi a meditare su un problema che ti fa
stare male, prova questi tipi di cambiamenti. Agisci come se ti sentissi
meglio, adottando la relativa postura, e molto spesso noterai che le tue
emozioni si adegueranno.
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La cura delle fobie
Una sera a Bristol, il mio coinquilino ed io restammo seduti a parlare
fino a tardi e giungemmo alla conclusione che sarebbe stato un com-
portamento maturo e responsabile dare il via a una fobia delle taranto-
le su scala locale. Io mi ero laureato da un pezzo e non avevo molto da
fare eccetto esibirmi nella mia occasionale serata di magia e versare i
miei assegni del contributo integrativo per lalloggio, mentre Simon,
uno studente di filosofia, sembrava non avere proprio niente da fare.
Perci un paio di notti dopo ci aggiravamo a piedi per le vie buie e
deserte di Clifton Village, sghignazzando compiaciuti mentre attacca-
vamo i nostri annunci agli alberi e ai pali.
ATTENZIONE! gridavano le loro grandi lettere nere sopra lim-
magine fotocopiata di una tarantola dalle zampe gialle. Il manifesto
spiegava che molti esemplari di questa specie erano scappati durante il
loro trasporto allo zoo e si riteneva che si fossero stabiliti nella zona di
Clifton. Sarebbero stati attivi soprattutto di notte, mentre durante il
giorno avrebbero cercato dei luoghi caldi. Non dovrebbero essere
pericolosi per gli esseri umani adulti, se lasciati indisturbati, ma qual-
siasi ritrovamento avrebbe dovuto essere comunicato, in quanto si rite-
neva che molti esemplari avessero delle uova. In fondo al manifesto
cera il numero Tarantallerta (eh s!) da chiamare in caso di ritrova-
menti. Avevamo preso il numero sulle Pagine Gialle e si trattava di una
agenzia di assicurazioni di Cardiff. Ne infilammo alcuni nelle serrande
dei giornalai pi frequentati, lasciando scritto di mostrarli ai clienti.
Battemmo tutto laddormentato Clifton Village con i nostri manifesti
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artigianali e infine rientrammo furtivi nel nostro appartamento, riden-
docela ancora come scolaretti.
I due giorni successivi ci diedero una risposta eccellente. La gente ne
parlava per strada e Simon e io ci raccontavamo tutto quello che sentiva-
mo. Scrivemmo una lettera e una notte la recapitammo al nostro frutti-
vendolo preferito, limpareggiabile Reg the Veg. Era una lettera lunga e
particolareggiata, apparentemente inviata dallo zoo, in cui si sosteneva
che i negozi di frutta e verdura erano classificati come luoghi a rischio
di classe A, insieme ai fioristi e ai centri diurni per bambini. Elencava
le precauzioni da prendere contro i ragni fuggitivi. Per esempio, tutte le
mattine dovevano controllare ogni frutto per vedere se sotto si nascon-
desse un ragno. Le altre raccomandazioni comprendevano il divieto di
utilizzare lilluminazione fluorescente linvito a collocare sul pavimento
dei vasetti aperti di estratto di lievito, in quanto i loro effluvi avrebbero
intontito i ragni, rendendoli pi disponibili alla cattura. Va detto che pro-
babilmente il personale del negozio annus la burla, ma stettero al gioco
e attaccarono la lettera sulla parete, aggiungendo cos altra carne al fuoco
nelle chiacchiere imbarazzate del paesino.
Un bel mattino il giornale locale pubblic larticolo ARACNOFOBIA
UNA BUFALA insieme a una condanna da parte delle autorit dello
zoo e alle dichiarazioni sconcertate dellagenzia assicurativa di Cardiff,
che si vedeva sospettata di essere lartefice della bravata. Il Televideo
ci era cascato e aveva pubblicato un grande avvertimento contro i
ragni giganti. Determinati ad avere lultima parola, pensammo di
costruire un ragno e di piazzarlo da qualche parte in paese, in un luogo
visibile ma inaccessibile. Decidemmo che sarebbe stato fabbricato con
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degli scovolini da pipa, perch un semplice ragno finto comprato in un
negozio di giocattoli non sarebbe stato abbastanza divertente. Alla fine
creammo Boris, e a tarda notte lo attaccammo grazie a un plettro per
chitarra di Simon allinterno dellarco accanto al centro commerciale di
Clifton (e accanto a Reg the Veg), poi lo ricoprimmo con uno spray che
dava leffetto di una ragnatela.
Il mattino seguente andammo a radunare una folla. Aspettavamo che
un gruppo di persone passasse sotto larco, poi facevamo in modo di
superarli passando sotto il ragno; durante queste operazioni, uno di noi
guardava in alto e notava il nostro ragno sospetto. Dopo un po e dopo
una serie di false partenze, riuscimmo a radunare un gruppetto di per-
sone sotto larco, intento a guardare il nostro ridicolo ammasso di sco-
volini da pipa rannicchiato nellangolo. Le persone si fermavano e poi
se ne andavano, perci dopo che la folla si era ricreata alcune volte non
potevamo pi essere riconosciuti come quelli che avevano suscitato
linteresse generale. Alcuni sapevano che la storia era stata riconosciu-
ta ufficialmente come una bufala, ma altri non ne erano sicuri.
Ovviamente noi dicevamo di conoscere gente che aveva visto davvero
i ragni. Ci bastarono poche suggestioni perch la folla creasse la storia
e, credetemi, a un certo punto Boris si era davvero mosso sul muro
durante gli eventi di quel mattino. Ci fu veramente appagante per noi.
Qualcuno sugger di contattare il giornale locale, e ovviamente noi lo
incoraggiammo a farlo.
Arriv un cameraman e chiese ai ragazzi di Reg the Veg se avessero
per caso uno di quei volantini con i ragni, per inserirlo nel servizio.
Gliene diedero volentieri uno e lui riprese la tarantola accovacciata
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qualche metro pi in alto. Purtroppo non intervist nessuno di noi, ma
era accompagnato da una donna tesissima vestita in modo elegante, che
gli parl per tutto il tempo dietro una cartelletta che le copriva la bocca.
In seguito mi dissero che era una dello zoo, e mi auguro che lo fosse,
anche se sospetto che fosse una giornalista.
Dopo alcune ore in cui restammo l a ri-raccontare e a esagerare la
storia a ogni nuovo arrivato, uno sugger che il ragno fosse finto. Gli
ricordammo che prima si era arrampicato sul muro, ma lui non sembra-
va convinto. Impossibilitati a impedirglielo, non potemmo fare altro
che osservarlo salire sullo stesso muro che avevamo scalato noi e dargli
un colpo con un giornale arrotolato. La sua prevedibile immobilit fece
tirare un respiro di sollievo alle persone radunate, e alla fine luomo lo
stacc dalla parete con le sue stupide mani.
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Io non ho paura dei ragni, ma li trovo abbastanza sgradevoli. Per
esempio, non vorrei essere rinchiuso in un armadio con una torcia e
migliaia di ragnetti che mi camminano sulla faccia e sugli occhi, mi si
ficcano in bocca e nelle narici. La seguente tattica per, attribuita a
7. Negli anni in cui condividevamo il nostro appartamento, Simon e io ci dilettammo con altre
piacevoli trovate, come quella lettera che inviai a un uomo garrulo e lamentoso che era in
coda davanti a me per prendere lassegno integrativo per lalloggio, dopo che mi annotai
il suo nome e indirizzo apparsi sullo schermo dellimpiegata. La lettera conteneva un se-
dicente rapporto sulla qualit della sua casa, ed elencava dei problemi che avrebbe dovuto
risolvere per ottenere un aumento del suo sussidio. Tra di essi spiccavano una critica allar-
redamento fuori moda del suo ingresso, un cassetto incrinato e sporco nel frigo, degli
aloni lasciati dai vasetti di ketchup nei pensili della cucina e i suoi capelli indesiderati nello
scarico della vasca da bagno. Avrebbe dovuto presentare alluffcio che rilasciava i sussidi le
prove fotografche che tali aree erano state bonifcate, e io spero veramente che labbia fatto.
La faccenda dellaracnofobia, invece, funzion alla grande e se qualcuno dei miei lettori di
Bristol potesse essere interessato, credo che il plettro sia ancora incollato sotto larco. Se lo
, e tu sai dove, ti prego di lasciarcelo.
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Bandler, pu essere davvero daiuto a quanti di voi soffrono di una
fobia dovuta a un incidente avvenuto in giovane et.
I risultati di questo processo dovrebbero apparirvi naturali e casuali, a
parte il fatto che la paura non dovrebbe pi sussistere. Io lho utilizzato
su di un amico che aveva una paura terribile dei ragni, e fu solo sei mesi
dopo, vedendo un ragno, che verific se era stato efficace. Mi telefon
per dirmi che aveva appena fatto uscire un ragno dallappartamento con
il metodo del bicchiere e della cartolina, e lo aveva colpito il fatto che era
la prima volta che era stato capace di avvicinarsi a uno di essi senza dare
di matto. Ecco cosa si propone di creare questa cura contro la fobia:
sostituire in modo naturale e semplice la paura irrazionale e paralizzante,
con una reazione normale, equilibrata e salutare. Dopo tutto, se hai paura
dei cani, non vorrai rimpiazzarla con un amore altrettanto compulsivo nei
loro confronti; vuoi che la tua presenza di spirito sia ancora in grado di
individuare il cane pericoloso, per starne alla larga.
La seguente tecnica pu sembrare un po strana, perci fammi spie-
gare su cosa si basa. Pu darsi che io abbia paura delle dita (non ce
lho) perch quandero piccolo mia madre mi chiuse in una scatola
piena di dita (non lha mai fatto) e io sono impazzito (non vero).
Adesso, tutte le volte che vedo delle dita, me la faccio addosso (non me
la faccio addosso). Questo perch la visione delle dita mi riporta in
quello stato emotivo (non mi riporta a un bel niente) e io la ri-associo
(io NON la ri-associo) al ricordo precedente (non ne ho). Capisci? La
reazione del mio intestino, che cerca sempre di essermi daiuto, solo
una compensazione eccessiva (non cos). Nel caso della fobia dei cani
(no), potrebbe essere una conseguenza dellessere stato morso quandero
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bambino, puoi bene immaginare, dunque, che la paura viscerale esiste
anche come un meccanismo di difesa eccessivo. Le tue reazioni istinti-
ve cercano sempre di esserti daiuto, ma a volte passano il segno. Una
volta capito che stai meglio senza il meccanismo di compensazione
eccessiva, esse sono felicissime di starsene alla larga e di non ritornare
pi. Pertanto il seguente processo funziona rendendo difficilissima la
ri-associazione con il ricordo lontano, facendoti sentire distante da esso
a quel livello reattivo o inconscio.
Se non hai una vera e propria fobia, utilizza questa tecnica per sba-
razzarti di qualsiasi risposta negativa inutile che provi riguardo a un
brutto ricordo. Non canceller il ricordo, ma ti consentir di avere una
relazione sana con esso. Potresti aver bisogno che qualcuno ti legga ad
alta voce le istruzioni con le pause appropriate, oppure di imparare a
memoria la sequenza di istruzioni prima di metterla in pratica. Per fini-
re, meglio non utilizzarla (ovviamente) se il tuo stimolo fobico
riguarda il cinema o qualsiasi cosa coinvolta nel processo descritto. Un
ragazzo che ho conosciuto aveva la fobia dei sogni e la visualizzazione
necessaria in questo processo lo metteva a disagio, e rendendo inutile
il tentativo di attuarlo. Oppure trova un posto tranquillo dove metterlo
in pratica per bene e in modo onesto, e spero che lo troverai efficace,
come del resto lo . Prima di iniziare, vorrei ricordare che la fobia
reale anche solo immaginando lo stimolo fobico e percependo le sen-
sazioni negative che ne deriva. Tra qualche minuto scoprirai che quelle
sensazioni sono svanite, ma ti sembrer cos naturale che potresti dubi-
tare che il vecchio stimolo ti abbia mai dato fastidio in passato.
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1. Chiudi gli occhi e mettiti comodo. Immagina di essere seduto
in fondo a un cinema. Puoi immaginare un cinema reale che
conosci bene.
2. Tra poco vedrai un flm del ricordo che ha prodotto la tua risposta
fobica. Per il flm non sar proiettato come al solito. Si tratta di
un vecchio flm in bianco e nero in cui reciti tu, interpretando te
stesso. Il flm verr proiettato in un piccolo rettangolo in mezzo al
grande schermo. Riuscirai a vedere tutto, ma sar piccolo. Anche
la qualit delle immagini sar un po confusa e slavata, come se
il flm fosse vecchissimo. Non ci sar laudio, ma al suo posto ci
sar una colonna sonora. La musica sar comica, quindi scegli
qualcosa di una serie televisiva che sia intrinsecamente diverten-
te. Benny Hill, The Muppets, Monty Python, eccetera, di solito
funzionano bene. Ricordati inoltre che stai vedendo te stesso nel
flm, perci sar un modo nuovo di considerare gli eventi.
3. Prima che inizi il flm, pensa a una situazione in cui sei stato
bene e ti sei sentito sicuro. Pu essere qualsiasi cosa: avere fatto
delle lasagne strepitose oppure essere esperto di una pop star op-
pure essere imbattibile in qualsiasi stramberia ti venga in mente.
Prova quella sensazione confortevole e compiaciuta di potere, e
iniettatela in ogni vena del corpo. Rendila esagerata e nota come
ti fa sentire, lasciando che il tuo corpo la ricordi. Mentre osser-
verai il flm, farai in modo che questo sia il tuo stato.
4. Al Via, farai partire il flm. Non adesso per. Sopra di te c la
piccola cabina di proiezione. Se a un certo punto sentirai il biso-
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gno di staccarti dal flm, potrai abbandonare il tuo corpo e futtuare
lass, dove potrai guardare dallalto te stesso mentre osservi il flm
in fondo al cinema. Il flm sar proiettato dallinizio alla fne e rac-
conter tutta la storia del ricordo in un bianco e nero molto vinta-
ge. Alla fne si bloccher su un fermo-immagine, e se qualcuno ti
star leggendo le istruzioni, dovrai dirgli che sei arrivato alla fne.
Per tieni gli occhi chiusi. Pronto? Inizia la musica. Via.
5. Finito? Bene. Adesso lascialo fermo sullultimo fotogramma.
Librati in volo dalla tua poltrona ed entra nellimmagine sullo
schermo. Va a conoscere te stesso pi giovane. Fa i complimenti
al tuo io pi giovane per essere stato cos coraggioso e per esse-
re sopravvissuto a unesperienza spiacevole, oppure congratulati
per qualsiasi altra cosa ritieni opportuna. Adesso entra nel corpo
del tuo io pi giovane, cos potrai vedere attraverso i suoi occhi.
6. Anche se ti senti bene alla fne del flm, ora aggiungi i colori
allimmagine mentre guardi attraverso gli occhi del tuo io pi
giovane. Tra un attimo guarderai lintero flm alla rovescia, alla
massima velocit, con te stesso dentro, osservando tutto dalla tua
prospettiva soggettiva. Anche la colonna sonora verr riprodotta
alla massima velocit e alla rovescia, ma il riavvolgimento veloce
fnir presto. Quando sarai tornato allinizio, potrai riaprire gli oc-
chi. Il processo sar completo allora. Sei pronto? Adesso a colori,
alla rovescia fno allinizio e in prospettiva soggettiva. Via!
7. Bene. Hai aperto gli occhi? Fantastico. Adesso controlla se ha
funzionato. Pensa ancora una volta al vecchio stimolo fobico.
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Cos cambiato adesso? La vecchia risposta svanita? Ma
davvero tutto cos semplice?
Adesso cosa bisogna fare? La prossima fase radicare la tua nuova
risposta (matura o utile) nella realt e nella memoria, individuando
il vecchio stimolo e notando che puoi sentirti felice e a tuo agio anche
in sua presenza. Se avevi la fobia dei cani e adesso non ti mettono a
disagio, va a cercare un cane e abituati a non esserne spaventato.
Questa una fase molto importante: devi abituarti alla tua nuova rea-
zione (o alla mancanza di una reazione), cos da poter sentirla tua, seb-
bene sia ancora abbastanza nuova, piacevole ed eccitante.
Se hai provato la tecnica sopra descritta e non successo niente, veri-
fica di esserti immedesimato completamente. Se lhai provata da solo,
fatti leggere i passaggi da qualcuno, perch ti aiuter davvero a concen-
trarti. Lho vista funzionare alla grande, ma pu dipendere solo dal fatto
che incredibilmente facile perdere le proprie fobie. Sarebbe bello
vedere questa cura a confronto con una cura placebo, cos scoprirem-
mo perch funziona. Spero che funzioni con te.
La sicurezza di s e limmagine
che proiettiamo
Quando non mi esibisco con i miei trucchetti per guadagnarmi la
pagnotta, dipingo. Forse chi tra di voi nutre un malsano interesse nei
confronti della vita sa cosa intendo. Essendomi dilettato con gli inse-
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gnanti di disegno umoristico ai tempi della scuola, adesso mi piace fare
dei ritratti parzialmente o totalmente caricaturali. un modo tranquil-
lissimo e rilassante per passare il tempo e mi d la possibilit di tenermi
aggiornato con gli ultimi annunci pubblicitari di Classic FM.
Una cosa che a volte mi sento dire dalle persone incantevoli alle
quali piacciono i miei dipinti che in qualche modo sono riuscito a
catturare un personaggio esagerandone le caratteristiche. La premes-
sa, che trovo abbastanza interessante, che le caratteristiche tradiscano
il carattere. Pu trattarsi semplicemente di una confusione tra le parole
caricatura e carattere: nonostante la vaga somiglianza, i due termi-
ni non hanno nessuna relazione etimologica. Sicuramente non esiste
alcuna relazione: caricatura deriva dal verbo caricare (perci un
accrescimento, unesagerazione di una o pi caratteristiche) e non ha
niente a che vedi con il carattere. pi probabile che il fenomeno per
cui il carattere sia espresso attraverso lesagerazione delle caratteristi-
che sia dovuto unicamente al giusto sorriso o allespressione corruccia-
ta catturati, ma in entrambi i casi mi piace sapere che siamo pronti a
vedere in profondit, sotto la superficie.
Oscar Wilde parlava della maschera dietro luomo, intendendo che
la cosa pi profonda in noi stessi lapparenza che mostriamo al
mondo; le nostre ostentazioni e le nostre evidenti idiosincrasie sono
spesso le cose che contano di pi e che ci descrivono meglio. Sulla base
di questo possiamo concordare sul fatto che il mio io interiore, al
confronto, sia probabilmente uninsensata speculazione, e certamente
tende a non essere collegato con come mi sto realmente relazionando
al mondo su ogni livello reale. un concetto enormemente rincuorante
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e liberatorio che stato ripreso da molti testi di auto-aiuto, e ti incorag-
gia a cambiare i comportamenti in superficie per smuovere le acque
sottostanti.
Una persona di mia conoscenza ha la tendenza ad esprimersi in modo
aggressivo e sgradevole nelle e-mail. Avendone ricevute parecchie ed
essendo la signora in questione lamica di un amico, le ho parlato per
discutere il problema. Con mia grande sorpresa, ha insistito sul fatto di
non provare alcun rancore e ha imputato le sue spiacevoli comunica-
zioni alle sue maldestre abilit di scrittura. Ha affermato di non esse-
re una cattiva persona; si riteneva una persona perfettamente ragione-
vole e naturalmente non avrei dovuto considerare le sue e-mail una
prova della sua malvagit.
Ho pensato che questa sia una situazione degna di interesse. Tutti noi
pensiamo di essere persone ragionevoli. Infatti misuriamo la ragionevo-
lezza degli altri sulla base di noi stessi. Un mio amico che ogni tanto
taccheggia i supermercati ha una sua giustificazione in testa: lui non sta
facendo niente di sbagliato; non sta veramente rubando. verosimile che
tutti noi riteniamo di possedere i giusti livelli di onest, fascino, intelli-
genza e gusto; e anche se ci riteniamo terribilmente timidi o insignifican-
ti, rimedieremo sapendo che siamo rispettabilissimi, onesti oppure e
adesso arriva il bello interessantissimi quando ci si conosce meglio. Per
quanta modestia usiamo parlando di noi stessi, noi pensiamo di essere del
tutto in regola e giustificati nei nostri comportamenti.
vero. Riusciamo a vedere le debolezze e i tratti irritanti negli altri,
ma daltra parte non forse vero che anche loro pensano di essere asso-
lutamente a posto e ben equilibrati? Perci sono loro che sbagliano e
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siamo noi ad avere ragione? O forse possiamo vederla in questaltro
modo. Sono sicuro che tu, nella tua perfezione, a volte parli alle spalle
degli altri. Se tu e lamico X conoscete un altro amico Y, probabilmen-
te tu e X notate le abitudini negative di Y, e a volte vi sedete a discuter-
ne. una terapia, in genere innocua e senza intenti malevoli. Per lo
fai. Ora, i tuoi amici fanno lo stesso con te. Questo perch anche tu hai
delle abitudini irritanti che nemmeno sai di avere. Non solo tu e X par-
late di Y, ma tra una settimana anche tu e Y parlerete di X negli stessi
termini; perci anche X e Y parleranno cos di te. Sei solo una delle
tante persone con insicurezze forse evidenti che i tuoi amici psicanalisti
dilettanti si divertono ad analizzare.
Un altro mio amico soffre di un disturbo cutaneo (ti prego di non
pensare che mi accompagno solo a ladri e fenomeni umani) e una volta
mi ha confessato che imbarazzante avere il suo disturbo. Gli ho chie-
sto perch. Mi ha risposto che le persone lo notano subito e lo trovano
rivoltante. Il punto che anche se ha evidentemente un eczema, non c
niente di rivoltante in esso. Una persona potrebbe pensare Oh, ha un
eczema e poi dimenticarsene, o nel mio caso chiedersi come si scriva
esattamente questa parola. Perci gli ho detto che la sua opinione (ossia
che leczema-lui fosse rivoltante) era talmente trascurabile rispetto ai
milioni di opinioni delle persone che incontra (e che non pensano che
leczema sia rivoltante) che forse dovrebbe concludere che si sta sba-
gliando. Lerrore semplice: completamente nel torto. Di esperti che
sanno se la sua pelle sia rivoltante o meno pieno il resto del mondo;
lui lunica persona la cui opinione non abbia nessuna validit. Saremo
noi a dirgli se imbarazzante o meno. Penso che abbia capito.
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Mi trovo nella situazione in cui le persone che mi riconoscono e
hanno dei brevi incontri con me stabiliscono che tipo di persona io sia
sulla base di quella breve interazione. Deve essere paralizzante per le
persone davvero famose. Cerco sempre di essere super-socievole con
la gente, per evitare il brutto pensiero di poter aver fatto loro una catti-
va impressione. Sapere come sono davvero le persone famose una
fonte comprensibile di fascino: tutti noi siamo interessati a saperlo, non
importa se anche noi ci siamo fatti un certo nome. Una volta, allinizio
della mia carriera, mi precipitai dentro un bar di Bristol in cerca di una
persona che dovevo incontrare e che non incontrai. Mentre ero allen-
trata guardai sopra le teste di tutti per individuare i capelli rossi della
mia amica (non avevo problemi con quel colore) e nella mia agitazione
non mi accorsi del fatto che una coppia, mentre usciva, mi aveva aper-
to la porta. Mi ero catapultato dentro senza degnarli di uno sguardo. Me
ne accorsi solo quando ormai era troppo tardi. Mentre uscivano sentii
mormorare il mio nome e: Lhai visto? Inconcepibile!. Questa fu la
loro esperienza faccia a faccia con Derren Brown, e se ne andarono
pensando che fossi uno stronzo. Sono sicuro che a loro piace ancora
raccontarlo ad altri quando vengo nominato: Derren Brown? S, lho
incontrato una volta. Uno stronzo fatto e finito. Del resto famoso per
esserlo!. E potrei anche esserlo stato. Ancora adesso mi fa sentire pic-
colo piccolo. Mi dispiace. Spero che leggano questo libro. Il bar era il
Primrose Caf di Bristol. Per favore, leggetelo.
Sempre restando in materia, anche se sto uscendo un po dal semina-
to, una cosa simile mi successe mentre ero nellappartamento di un
amico a Londra, durante le riprese dello speciale Roulette Russa. Era
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allultimo piano e cerano molte rampe di scale da scendere prima di
raggiungere lingresso del palazzo. Un mattino dovevano venire a
prendermi per portarmi a quelle interessantissime riprese, e scesi rapi-
damente le scale con il passo veloce di uno che ha quattro piani da fare
e non intende metterci pi tempo del necessario. Non sapevo di avere
la patta aperta. Una sistemazione frettolosa dei miei vestiti dalle parti
dei paesi bassi dopo una pisciatina dellultimo minuto aveva lasciato
slacciati i miei pantaloni, ma io ero assolutamente inconsapevole della
manifestazione del mio intimo. Peggio ancora, in quel periodo stavo
conducendo degli esperimenti sullarcana libert offerta dai boxer, e
quel mattino la mano della Fortuna aveva tastato confusa nel cassetto
della biancheria della Provvidenza e aveva deciso che simili pannicelli
sarebbero stati la mia scelta della giornata in fatto di intimo. Quindi mi
affrettavo ballonzolando gi dalle scale non soltanto con i pantaloni
audacemente slacciati, ma anche con le mie parti intime custodite dai
boxer che premevano per vedere la luce. Mentre scendevo dallultima
rampa, udii una chiave nella serratura del portone e incrociai una cop-
pia che stava entrando mentre io uscivo. Rivolsi loro un sereno e cor-
diale Buongiorno!, sapendo che avrebbero potuto riconoscermi.
Quella volta fui persino pi attento del solito nella mia cortesia. Fu solo
quando uscii nellaria corroborante di settembre e percepii quasi imme-
diatamente una brezzolina algida in una zona alquanto inconsueta, che
mi accorsi di essere uscito di casa col pisello di fuori. Riflettendoci un
attimo, realizzai che avevo incrociato la coppia nelle medesime condi-
zioni. Non ho idea se labbiano notato, e nel tempo ho imparato ad
aggrapparmi alla possibilit che possano avermi superato in tutta fretta
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senza accorgersene, per la paura rimane: Derren Brown? S, labbia-
mo visto una volta. Va in giro col pisello di fuori!. Roba da spararsi.
Il punto che quello che tu vuoi essere non quello che sei. Quello
che vuoi comunicare di te stesso non importante: ci che importa
veramente quello che comunichi. La donna che inviava le e-mail ran-
corose era una puttana perch si esprimeva come una puttana. Tutto
qui, e non importa se lei pensa o meno di esserlo veramente. Le per-
sone non pensano mai di essere veramente loro. La parola puttana,
per esempio, si riferisce a come comunichi e interagisci con le persone,
non a una qualche verit sulla tua anima. Se ti abbandonano su uniso-
la deserta, non puoi essere una puttana; necessaria la comunicazio-
ne con altre persone perch il termine acquisti un significato. Un pen-
siero ricorrente quando abbiamo ventanni chiederci in cosa consista
il nostro vero io. In realt anche se importante avere una qualche
idea di separazione tra unimmagine che proiettiamo a livello sociale e
come possiamo comportarci lontano dalla compagnia o con i nostri
amici intimi, nessuno si aspetta da noi che siamo pi reali di chiunque
altro. Siamo sfere ricoperte di specchi, sfaccettate e luccicanti come
quelle nelle discoteche, e irradiamo luce in ogni direzione, perch la
vita tutta unimmensa discoteca. O qualcosa del genere.
Alla luce di questa consapevolezza, possiamo provare a guardare il
nostro comportamento con un po pi di oggettivit. Forse sei abba-
stanza tiepido in fatto di relazioni sociali e non ti sforzi pi di tanto per
conquistare le altre persone quando le conosci. Probabilmente diresti
che ci vuole un po per conoscerti e capire chi sei veramente.
Dunque, non c niente di cos sbagliato in quanto scritto qui sopra,
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ma tutto questo potrebbe sembrare molto diverso visto da fuori, o da
quella che possiamo considerare la realt. Gli altri potrebbero aspet-
tarsi da te pi di uno sforzo a livello sociale, e potrebbero male inter-
pretare la tua timidezza e considerarla piuttosto come disinteresse,
distacco o antipatia. colpa loro o colpa tua? Potresti dare limpressio-
ne di non essere particolarmente simpatico, soltanto perch sei un tipo
tranquillo. A una persona tranquilla servono molte abilit supplementa-
ri, arguzia e vero fascino per riuscire a spiccare in una situazione socia-
le. Tutti noi abbiamo ottime qualit che vengono alla luce quando gli
altri ci conoscono realmente, ma anche questo io reale ha lo stesso
problema di non essere necessariamente affascinante o piacevole come
riteniamo che dovrebbe essere.
Tutto questo si riduce essenzialmente allimportanza delle abilit
sociali. Sforzarsi di essere lusinghieri o seducenti con le persone non
significa essere falsi. Forse lo se ti viene chiesta la tua sincera opinio-
ne, che in realt tuttaltro che positiva, ma anche in questo caso esi-
stono dei modi efficaci e incoraggianti per rispondere. Di norma, la
mancanza di queste importanti abilit sociali un sintomo di insicurez-
za, e qui arrivano le buone notizie. La sicurezza pu essere falsificata.
Non reale.
Non penso (e sicuramente meglio non pensarlo) che la sicurezza
esista davvero, pi di quanto esista la motivazione: se ti senti poco
motivato, pensa che questa parola viene utilizzata solo dalle persone
che dicono di non esserlo. Le persone motivate le usano raramente
per descrivere se stesse: semplicemente proseguono nelleseguire il
compito del momento. La mancanza di motivazione una scusa:
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un nome che si d al non svolgere un compito. Dimenticati la motiva-
zione; abituati solo a fare subito le cose. Con la sicurezza, la situazione
simile: innanzitutto devi comprendere che la sicurezza non esiste
come un dato oggettivo. Una persona isolata non intrinsecamente
sicura o insicura; lo diventiamo solo quando iniziamo a interagire. Allo
stesso modo, non c differenza degna di nota tra una persona che
veramente sicura in una data situazione e una persona che sta sem-
plicemente comportandosi in tal modo. Quindi utile vedere la sicurez-
za come comportamenti e trucchi che ci fanno apparire in un certo
modo. Perch potremmo voler apparire persone sicure di s? Perch
entro certi limiti una qualit incredibilmente affascinante. E pu farci
sentire benone. Ovviamente, in quantit eccessiva o insufficiente pu
risultare estenuante. Nel momento in cui qualcuno fa una buona impres-
sione in modo naturale, un enorme sollievo per chiunque incontri.
Quando ti presentano qualcuno, non decidi subito quanto ti piace?
Quanto piacevole parlare con lui o con lei? Se ti sembra affascinante
e interessante, un piacevole sollievo. Non falso o superficiale, sem-
plicemente fa loro piacere essere l con te.
Adesso ti prego di non pensare nemmeno per un istante che io ti stia
parlando perch sono un esperto di fascino o una persona particolar-
mente sicura di s. Il mio interesse in questo ambito nasce dal fatto che
non so se dovrei aspettarmi che gli altri mi riconoscano perch mi
hanno visto in televisione. Se sento che potrebbero farlo, cerco sempre
di essere interessante e di lasciarli con una buona impressione di me,
per i motivi che ti ho gi esposto. Se per non mostrano in alcun modo
di riconoscermi, suppongo che non mi conoscano e che sia meglio sem-
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brare annoiato e noioso, e anche burbero se cos che mi sento in quel
momento. Sono uscito con delle vere celebrit che sanno benissimo che
entrando in una sala saranno riconosciute da tutti. Perci riescono a
girare linterruttore su on e a lavorarsi un po la sala, stringendo le
mani delle persone con le quali parlano. Sarei ridicolo e presuntuoso se
iniziassi a farlo anchio. Gi mi immagino i Ma chi si crede di esse-
re? mormorati in disparte. Comunque, mi sento sempre un po in
imbarazzo quando scopro che una commessa che mi stava servendo in
un negozio in un momento in cui io mi sentivo stanco mi ha ricono-
sciuto e che posso averle fatto una brutta impressione. Troppo raramen-
te questa sensazione viene compensata dallacquisto di cose con un
ragionevole sconto celebrit.
Allo stesso modo, come molte signore di una certa et, bizzose e
incontinenti, non amo molto le serate mondane e divento claustrofobi-
co gi dopo unora in mezzo a tanta gente, a meno che sia tanto fortu-
nato da capitare in una conversazione davvero interessante. Sono sicu-
ro che anche per te lo stesso non conosco nessuno che si diverta
davvero alle feste in quanto tali, a parte chi le organizza. Non mi capi-
ta mai di ravvivare latmosfera in una compagnia grazie a un compor-
tamento super-brillante. Per ammiro segretamente le persone che lo
fanno. E il punto che basta davvero poco per passare a uno stato di
sicurezza di s.
Innanzitutto, qual limmagine che hai di te stesso? Andy, il mio
assistente alla sceneggiatura, ha unabilit straordinaria nel portare
energia, umorismo e carisma praticamente in qualsiasi occasione socia-
le. notevole. Molto di ci dipende dallimmagine adulatoria che ha di
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s e da una sicurezza nei propri confronti portata a livelli altissimi.
Sono rimasto affascinato dallo scoprire che sebbene sia inequivocabil-
mente basso, lui si vede alto. Allopposto, un mio amico alto un metro
e ottantatre che si sente pi impacciato in societ mi ha raccontato che
si immagina sempre che le persone siano pi alte di lui, perci resta
sempre sorpreso dalle fotografie che lo ritraggono mentre si staglia
sopra le altre teste. In qualche modo, il comportamento quotidiano di
guardare gli altri dallalto in basso e viceversa andato perso con que-
sti due ragazzi, a causa delle loro rispettive immagini di s.
Ci vuole poco per capire che le immagini che abbiamo di noi stessi
siano arbitrarie, e molto pi probabilmente derivate dalle nostre insicu-
rezze che dai nostri punti di forza. E cos esattamente unimmagine di
s? Non essendo un concetto astratto, prendiamola per quello che :
limmagine che hai nella tua testa quando ti immagini chi sei. Potresti
avere unimmagine predominante alla quale fai riferimento per la mag-
gior parte del tempo, e molti altri modi di vedere te stesso che sono
specifici di determinate situazioni: a casa, tra la gente, al lavoro, ecce-
tera. Adesso scegline un paio; prenditi un attimo per vedere cosa ti
viene in mente quando pensi a te stesso. Chi decide cosa contengono
quei mini-filmati mentali? Probabilmente hai lasciato che si creassero
da soli e molti bit di informazioni inutili sono rimasti l dentro. Dovresti
prenderti la briga di cambiare il contenuto di quelle immagini?
Il fatto che dedicare solo pochi minuti a giocare con il contenuto e
laspetto di quelle immagini pu comportare modifiche significative e
persino eccezionali nella tua vita. Il modo in cui vedi te stesso determi-
na le limitazioni che poni al tuo comportamento. abbastanza sempli-
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ce. probabilissimo che chi capace di smettere di fumare da un gior-
no allaltro, per esempio, sia chi decide di vedersi come un non-fuma-
tore e quindi si comporta in questaltro modo nuovo ed eccitante senza
preoccuparsi se ogni tanto ci ricasca e non chi invece si accontenta di
cercare di non fumare e si accolla una sfida stressante che presuppo-
ne un eventuale fallimento.
Decidi unimmagine di te che ti piace. Dipingiti una tua versione che
sia realistica ma eccitante. Non ha senso immaginarti una tua versione da
super eroe che sia completamente inattendibile, ma assicurati di renderla
davvero affascinante. Adesso, cos come osservando una persona puoi
dire che emana sicurezza, assicurati che questa tua immagine sprigioni le
qualit che vorresti avere di pi. Progetta questa immagine di te e falla
dettagliata. Osserva questo nuovo te che interagisce in nuovi modi che
ti piacciono e che non deve pi avere a che fare con le questioni che hai
dovuto affrontare in passato. Crea una buona versione.
Ora che hai i contenuti dellimmagine, devi assicurarti di rappresen-
tartela nel modo pi coinvolgente. Devi farti prendere emotivamente
dellimmagine tanto da sbavare, e non vederla soltanto come una foto
lontana. Quindi, ricordandoti come puoi controllare queste immagini
mentali, prova delle combinazioni tra le seguenti possibilit per vedere
quale funziona meglio:
1. Ingrandiscila, come unimmagine su un maxi-schermo di di-
ciotto metri.
2. Fa in modo che i colori siano carichi e intensi.
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3. Aumenta la luminosit.
4. Cerca di avvicinarla.
5. Aggiungi del peperoncino. Fa in modo che limmagine esca
dallo schermo, sprizzando vitalit.
6. Aggiungi una colonna sonora. Riproduci mentalmente un tema
musicale o una canzone che ti riempia di fducia, o che dia
lemozione appropriata per limmagine.
Sguazzaci dentro, e aggiungi qualsiasi cosa possa migliorarla. Forse
potrebbero essere utili gli incitamenti di alcuni amici. Immagina delle
figure importanti che restino impressionate da te e lascia che ci influ-
isca sullimmagine. Quando riuscirai a sentirne il fascino in ogni tua
fibra, prova questo trucchetto. Immagina che limmagine davanti a te
abbia degli elastici agli angoli, che a loro volta sono ancorati dietro di
te. Poi limmagine viene allontanata lentamente, e si allunga su questi
elastici. Una volta giunta a una certa distanza, ti sembrer di avere
unenorme catapulta puntata contro di te. Tieni limmagine bloccata l,
ma tieni presente lestrema tensione presente in quegli elastici.
Ora metti davanti agli occhi limmagine di qualcosa che ti ha fatto
sempre sentire insicuro. Immagina qualsiasi cosa che normalmente ti
susciterebbe brutte sensazioni. Non appena inizia ad avvicinarsi stri-
sciando, rimpicciolisci subito limmagine negativa fino a vederla spari-
re nel nulla, mentre prendi la catapulta e zoomi sullimmagine di te fino
ad averla davanti agli occhi. Lascia che prenda il posto di quella negati-
va e che sostituisca le brutte sensazioni con quelle belle. Nota i cambia-
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menti, poi ripulisci lo schermo, ricolloca limmagine di te a una certa
distanza e rifai il tutto. Fa in modo che il cambiamento avvenga in
ununica direzione: in altre parole non rimettere limmagine di te nella
sua posizione iniziale, con il massimo della tensione. Rifallo ogni volta
mettendo limmagine di te pi vicina a dove ti trovi. In questo modo la
tua mente la vedr scorrere in ununica direzione, e cio verso di te.
Ti baster rifarlo cinque o sei volte e poi vedrai che accadr automa-
ticamente. Se cercherai di riportare indietro le sensazioni brutte ripen-
sando al vecchio stimolo, sar veramente difficile. Hai imparato ad
associare naturalmente il vecchi stimolo con la nuova immagine di te.
Ci pu essere molto utile se stai diventando un non-fumatore: crea una
grande immagine di te come non-fumatore e stimolala con limmagine
di una sigaretta o con qualsiasi altro stimolo sia pi potente per te.
Questa una tecnica della PNL conosciuta come swish (o swish
pattern), anchessa creata da Bandler. Sebbene sia molto lontana
dallessere la soluzione definitiva per un cambiamento personale, potr
risultarti utile se ti prenderai il disturbo di applicarla come si deve.
Anche in questo caso pi utile avere una persona che ti impartisca le
istruzioni, preferibilmente qualcuno abbastanza energico da aiutarti a
creare e a provare le sensazioni necessarie da applicare alle varie parti
del processo. E non funziona perch una tecnica speciale, ma perch
imita molto da vicino quello che succederebbe se tu fossi naturalmente
sicuro di te in quella situazione, oppure se semplicemente iniziassi a
viverla bene invece che male. Moltissime persone sono perfettamente
in grado di attuare questi cambiamenti senza ricorrere a una tecnica
specifica. Il valore di metodi come questo, credo, non sta nelle tecniche
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in s ma nel fatto che esse tendono a sfatare la convinzione diffusa
secondo cui dobbiamo restare bloccati in schemi mentali inutili. Una
volta separati dalle tesi esagerate dei sostenitori della PNL, trucchi
come questi possono risultare utili.
Ovviamente diventare maniaci di queste tecniche pu condurvi verso
la follia tipica di questa disciplina. Il fascino suscitato dal suo bypassa-
re completamente lessenza dei problemi e dal suo interesse univoco al
passaggio dal sentirsi male al sentirsi bene pu incoraggiare un modo
di vedere le cose disimpegnato e deresponsabilizzato nei confronti
delle proprie azioni. Mi ricordo di come un mio amico, fanatico della
PNL, parlasse a sua figlia, che era arrivata ai ferri corti con lui perch
non la aiutava a gestire normalmente alcuni suoi problemi. Lei si
irritava per le sue continue domande relative al processo, mentre vole-
va solo parlare con lui, cercando un po di vera comprensione. Gli urla-
va in faccia e puntava il dito su molti degli eccessi frustranti e ridicoli
di cui era colpevole. La sua risposta era, Bene. Adesso, come fai a
sapere che provi rabbia per questo? Cosa vedi nella tua mente?. La
colpa era subito attribuita alla limitazione di lei, non al comporta-
mento ridicolo di lui. Un altro fanatico della PNL aveva avuto una serie
di relazioni brevi e burrascose, e mi era venuto a dire che dopo lultima
separazione aveva fatto un po di lavoro mentale per tornare a sentir-
si bene e che ora era pronto per incontrare qualcunaltra. Forse un mini-
mo di vera introspezione e di analisi delle cause profonde gli sarebbe
servito di pi rispetto a ripetere uno schema sbagliato.
Le tecniche di auto-aiuto possono essere molto gratificanti per qualcu-
no e lapalissiane per altri. Guru come Tony Robbins campano alla grande
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su corsi motivazionali che sono al contempo sorprendenti e inquietanti,
e che si riducono a un ovvio adagio tipico della vecchiaia: procedi a pic-
coli passi. Si tratta di fare o di non fare. Nella vita sociale noi siamo
definiti dalle nostre azioni, non dalle nostre motivazioni; i nostri pensie-
ri o le nostre intenzioni significano poco se non portano allazione.
come ci comportiamo, a volte persino quanto ci sforziamo di essere gra-
devoli, che fa la differenza. Un concetto ovvio ma spesso dimenticato.
Confusione e autodifesa
Dovremmo andare tutti insieme a un convegno di magia. Sono eventi
straordinari, al tempo stesso involontariamente isterici e incredibilmen-
te depressivi. Anni fa ero andato a un convegno simile a Llandudno e
stavo tornando a piedi al mio hotel nelle prime ore del mattino. Allora
portavo i capelli lunghi, il pizzetto dellimperatore Ming e quella sera
indossavo una giacca di velluto, il gilet e un orologio da taschino; pen-
savo di avere un fascino elegante quando in realt sembravo un viag-
giatore del tempo omosessuale. Mentre mi dirigevo al mio hotel dal
nome inspiegabilmente scozzese, trovai una coppia di giovani che pro-
veniva in senso opposto. Erano entrambi ubriachi e discutevano a voce
alta. Quando capii che mi avrebbero creato dei problemi era troppo
tardi per attraversare la strada e levarmi dai pasticci. Mentre si avvici-
navano, devo aver incrociato lo sguardo del ragazzo (se lho fatto
stato un errore), perch mi resi improvvisamente conto delle terribili
parole Cosa cavolo guardi?, che mi url a distanza ravvicinatissima
con la forza e la rabbia repressa di un ubriacone gallese molto aggres-
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sivo. Tra laltro vidi la ragazza tirare dritto per la propria strada e
lasciarci soli.
Normalmente avrei adottato al volo unantica tecnica del Wing Chun
Kung Fu: di fronte a unaggressione, stenditi a terra in posizione fetale
e mettiti a piagnucolare, baciando la punta della sua scarpa. Tuttavia,
avendo meditato a lungo sullutilizzo delle tecniche di confusione per
disarmare gli aggressori, riuscii a mettere in pratica parte della mia
teoria. Queste brevi riflessioni avvennero sullo sfondo di unimmagine
mentale chiara, vivida e dai colori forti della mia persona che giaceva
malmenata e accoltellata in un ammasso straziato sul ciglio della stra-
da. Perci rilassai il mio corpo, resi la mia faccia amichevole e caloro-
sa e dissi, Il muro fuori casa mia non alto un metro e venti.
Lui si blocc per un istante: Cosa?!.
Il muro fuori casa mia non alto un metro e venti. Ma io ho vissuto
in Spagna per un po e dovresti vedere che muri hanno laggi: enormi,
alti fino a qui! e gli feci un gesto con la mano per mostrargli quanto
fossero alti.
Dopo mi ringrazierete, ma adesso abbiate un attimo di pazienza.
Lui era venuto da me con una quantit enorme di adrenalina e di
forza, e la sua domanda, Cosa cavolo guardi?, come qualsiasi altra
domanda intimidatoria, pensata per metterlo esattamente nella posi-
zione dellaggressore. Nessuna risposta diretta alla sua domanda pu
cambiare questo fatto. La mia risposta sicura e amichevole sui muri
assolutamente sensata in s, ma completamente decontestualizzata.
Questo ragazzo deve capire di cosa sto parlando e per farlo va in con-
fusione. Se gli offrissi altre spiegazioni (parlandogli della Spagna),
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potrebbe ottenere un sollievo dalla sua confusione, ma questo chiari-
mento non arriva. Lui in posizione di svantaggio, confuso e non
ha pi il controllo della situazione. Sta vivendo un calo di adrenali-
na che lo lascia atterrito.
Lo stato di disorientamento in cui si trovava lo avrebbe reso anche
estremamente suggestionabile. Lutilizzo delle tecniche di disorienta-
mento per amplificare la ricettivit di una persona alla suggestione
una manovra classica dei persuasori esperti. Un politico sa che sparan-
do una raffica di statistiche confuse e terminando con un riassunto,
gli ascoltatori saranno pi propensi a credere allaffermazione finale,
pi di quanto avrebbero fatto se lavesse detta senza prima quel diluvio
di informazioni ridondanti. Talvolta un venditore sa come sovraccari-
care un cliente di informazioni per renderlo pi aperto allindicazione
finale. In effetti, ci viene offerto un sollievo per la confusione e noi
siamo ben felici di fare quello che ci viene detto. Fin quando non ritor-
niamo al nostro normale equilibrio, siamo creta nelle mani del nostro
manipolatore. Il mio piano era quello di rendere quel ragazzo estrema-
mente suggestionabile, in modo da poter indurgli una suggestione del
genere: Va tutto bene, non so se noterai se stato il tuo piede destro
oppure quello sinistro che rimasto bloccato per primo nel terreno, ma
sicuramente riuscirai a liberarti dopo un paio di minuti nei quali cerche-
rai invano di staccare i tuoi piedi, alla fine dei quali scoprirai che si
staccheranno da soli. Avrei sovrapposto strati su strati della presup-
posizione che i suoi piedi si sarebbero incollati al terreno come una
forma di sollievo dalla sua confusione, e cos sarei riuscito a svignar-
mela mentre lui lottava per liberarsi.
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Tuttavia, per come and a finire, queste misure non furono necessarie.
Dopo avergli detto dei muri spagnoli, aggiunsi, Ma qui invece sono
bassissimi! Guarda questi qui!. E gli indicai un muretto alto tre matto-
ni che girava intorno al giardino accanto a noi. Lui guard il muro, e
quel suo movimento mi indic che ero io adesso ad averlo in pugno. Poi
torn a guardare me, abbastanza abbacchiato, si lasci uscire dalla bocca
un lungo Oh, me-e-e-e-erda e alla fine croll con la testa tra le
mani. Con mio grande piacere e mia grandissima sorpresa, inizi a rac-
contarmi la storia della sua serata; mi ricordo qualcosa sulla sua ragazza
che aveva preso a bottigliate qualcuno a una festa, o qualcosa del gene-
re. Era seduto sul cordolo del marciapiede, sconvolto e distrutto, e io mi
sedetti accanto a lui e restai ad ascoltarlo per un po, annuendo compas-
sionevole e comprensivo. Quando me ne andai, mi ringrazi.
Fu un evento straordinario, e mi consol il fatto che la tecnica, ottima
in teoria, si fosse rivelata cos efficace anche nella pratica. Quindi te la
offro come qualcosa da tenere sempre presente se ti trovi in una brutta
situazione con un aggressore. Un mio caro amico, James, mi ha raccon-
tato di una brutta esperienza accadutagli su una banchina della metro-
politana, quando lui e il suo amico furono circondati da un gruppo di
ragazzini malintenzionati, che insistevano per farsi consegnare i loro
portafogli e i loro telefoni cellulari. Era un gioco poco chiaro in cui i
ragazzini si comportavano in modo stranamente amichevole ma insi-
stente, come se non ci fosse niente di spiacevole in quello che faceva-
no, ma allo stesso tempo avevano mostrato loro la lama di un coltello.
Era chiaramente unesperienze frustrante e terrorizzante. Il loro gioco
funziona perch la persona attaccata rimane intrappolata cercando di
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rispondere alle domande dellaggressore e perde il controllo o la digni-
t. Cerano molte altre persone sulla banchina, e molte di loro si saran-
no accorte di cosa stava succedendo. Naturalmente non fecero nulla.
Alla fine James tenne duro (anche se il suo amico aveva consegnato i
suoi averi, sfiancato dalle continue richieste) e se ne and ricevendo un
pugno sulla schiena mentre saliva sul treno, ma da allora, basandomi
sulla mia esperienza di Llandudno, ho pensato a dei modi alternativi di
gestire la situazione.
Per esempio, immagina cosa sarebbe successo se James e il suo amico
avessero risposto in modo molto diverso. Invece di farsi invischiare nella
situazione, se James se ne fosse uscito allegramente con un: Alle ele-
mentari avevo un astuccio che assomigliava a una calcolatrice ma che in
realt non lo era, era solo un astuccio. Ci credete che la preside mi disse
che non potevo portarlo a scuola solo perch sembrava una calcolatrice?
Non era una calcolatrice, non calcolava un bel niente!.
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Ovviamente la
risposta del capo del branco non sarebbe stata: stato ridicolo da parte
sua, ma tu dammi i tuoi soldi!. Lui e il gruppo sarebbero rimasti disar-
mati, proprio come il mio aggressore per strada, senza sapere cosa dire.
Quello che avrebbero capito sarebbe stato che il loro gioco intimidatorio
non funzionava con quel tipo. Cosa sarebbe successo se James fosse
andato avanti con Ci faceva cantare questa canzoncina stupida tutte le
mattine e io la odiavo Mass, comera? e poi si fosse lanciato in una
canzone? Se avesse cantato ad alta voce e avesse messo in estremo imba-
razzo la gang (per non parlare di James)?
8. S, un ricordo vero della scuola primaria.
IL MENTALISTA - Dr. Derren Brown
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Si spera che non sia necessario arrivare al punto di cantare, ma la
logica semplice. Con naturalezza e in modo innocuo puoi bypassare
la loro intimidazione facendo il tuo gioco incompatibile. Con un tono
allegro di voce e con dei modi che facciano loro capire esattamente
quello che stai dicendo, non verrai intimidito n li sfiderai. Ti suggeri-
rei di tenere a mente i testi criptici di alcune canzoni, pronti per essere
recitati, oppure qualcosa di chiaro in testa che ti senta di poter utilizza-
re allo scopo. Sono sicuro che accadr loccasione sfortunata in cui il
livello di aggressione da parte di un assalitore sar cos avventato che
questa tecnica potrebbe risultare eccessiva, per un modo attuabilis-
simo per cavartela nella maggior parte di interazioni di questo tipo.
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