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Pu nascere qualcosa di utile, dallosceno spettacolo dellimpiccagione di Saddam Hussein? Forse s. La fine del sanguinario dittatore iracheno non ha scosso le nostre coscienze soltanto per le sue modalit pi simili a un linciaggio che allesecuzione di una sentenza. Ci stata riproposta, con la brutalit dei mezzi di comunicazione moderni, la questione antica della pena di morte per i carnefici sconfitti, siamo stati costretti a ricordare Norimberga, Tokio e Piazzale Loreto, abbiamo rivisitato le morti tra loro diverse di Stalin, di Ceausescu o di Pinochet. Dando talvolta un risalto insufficiente, crediamo, al mutamento dei valori che la Storia porta con s. Per questo, soprattutto per questo, non ha senso paragonare Saddam a Mussolini. Dagli orrori indicibili della Seconda guerra mondiale e dal mezzo secolo che da allora trascorso lEuropa pi di chiunque altro ha tratto unidentit morale e culturale che considera inviolabile la vita umana da parte di tutti, e in particolar modo da parte di uno Stato. Chi ha il compito di dispensare giustizia non pu mettersi sullo stesso piano del criminale, sia egli o meno un ex tiranno. da questa maturazione di princpi che nasce in Europa (anche in Gran Bretagna, anche nella Francia che dette i natali a Joseph Ignace Guillotin) il rigetto laico della pena capitale rafforzato in molti da profonde motivazioni religiose. Ed a questa maturazione ideale che si ispira lappello di Marco Pannella al governo Prodi, perch lItalia si faccia promotrice in sede Onu di una moratoria delle esecuzioni capitali. In realt sono molti anni che lItalia svolge un ruolo attivo nella direzione auspicata da Pannella senza essere mai riuscita a raggiungere il traguardo. Ma se le illusioni restano vietate, vanno colte alcune speranze e vanno messe a frutto alcune novit. Da due giorni lItalia membro del Consiglio di sicurezza dellOnu. I nostri compiti in quella sede saranno molteplici e difficili, dal tentativo di recuperare pienamente il multilateralismo a quello ormai tradizionale (ricordate le trincee dellambasciatore Fulci?) di frenare una riforma che risulterebbe escludente nei confronti dellItalia e dellUe in quanto tale. Nulla vieta di aggiungere a queste priorit una nuova e pi influente iniziativa a favore della moratoria. Ancora. Levoluzione delle classi dirigenti europee sul tema della pena di morte non isolata. In Cina, negli Usa, in Iran e in Arabia Saudita, vero, le sentenze capitali eseguite sono ancora moltissime. Ma negli ultimi trentanni il numero degli Stati abolizionisti pi che triplicato e oggi fa maggioranza. Esistono le condizioni, insomma, per il varo di una risoluzione di moratoria. Ma accanto alliniziativa italiana necessario un impegno della presidenza di turno tedesca perch lEuropa si muova unita (nella Ue ideali e timori di dispiacere ad altri finora non coincidono). E occorre sapere sin dora che i maggiori dispensatori di sentenze di morte non si lasceranno commuovere da una eventuale risoluzione Onu. Poco importa. La vera battaglia, quella che deve diventare sempre pi una bandiera dellEuropa, una battaglia di principio. Con il doppio obiettivo di incoraggiare levoluzione delle coscienze e di moltiplicare quelle Corti internazionali che non prevedono la forca.
Proposta una moratoria al Consiglio di sicurezza. Pannella continua il digiuno: voglio atti concreti
LItalia
allOnu: stop alla pena di morte Freddo il segretario generale: gli Stati sono sovrani
Il governo italiano propone al Consiglio di sicurezza dellOnu una moratoria universale contro la pena di morte. Liniziativa arriva dopo limpiccagione di Saddam Hussein. Ad annunciarla stato ieri pomeriggio lambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Marcello Spatafora. In mattinata, il premier, Romano Prodi, aveva detto: ci impegniamo ad avviare le procedure formali perch lassemblea generale metta allordine del giorno la questione della moratoria. La prima reazione importante venuta dal segretario generale delle Nazioni Unite, il coreano Ban Ki-Moon: La pena capitale una questione la cui decisione spetta ai singoli Stati. Intanto, il leader radicale, Marco Pannella, continua il digiuno: aspetto atti concreti.
era un magistrato inglese, sir Geoffrey Lawrence e il collegio si componeva di un giudice principale e di un giudice supplente per ciascuna delle quattro potenze alleate. Gli imputati erano 21, schierati in fondo alla sala: da Karl Dnitz, capo del governo provvisorio dopo la morte di Hitler, a Albert Speer, ministro degli Armamenti, e Julius Streicher, direttore di una rivista antisemita. Erano soltanto una parte del Terzo Reich, risultato di una sorta di decimazione provocata dalle circostanze. Ma bastavano a un collegio giudicante che voleva soprattutto dare un esempio, lasciare agli atti della storia la propria versione del conflitto e creare una nuova categoria del diritto internazionale: lo Stato canaglia, una categoria che gli americani hanno rimesso di moda in questi ultimi anni. Tutti ascoltarono attentamente attraverso le loro cuffie la lunga arringa con cui Jackson apr il dibattimento: una storia del nazismo dalla fase che precedette la conquista del potere sino ai crimini contro la classe operaia, le Chiese, gli ebrei, la pace e lumanit. Quando Jackson richiuse la cartella che aveva tenuta aperta sotto i suoi occhi, il presidente del tribunale rinvi la seduta al giorno seguente per linterrogatorio degli imputati. Il primo fu Gring, tracotante, provocatorio, il solo che sfugg alla morte con una pillola di cianuro. Avrei accettato la fucilazione, scrisse in un ultimo messaggio alla corte, ma non posso accettare la corda e morir come Annibale. Le esecuzioni furono dieci, le assoluzioni tre, gli altri imputati furono condannati allergastolo e a pene pi brevi. Vi furono nei mesi seguenti altri undici processi contro magistrati del regime, medici che avevano applicato terapie inumane e spietati membri degli Einsatzgruppen , le formazioni speciali che soppressero decine di migliaia di ebrei in Europa orientale. Molti capirono subito che questa giustizia dei vincitori presentava troppi inconvenienti. Ma sperarono che quei processi aprissero un nuovo capitolo del diritto internazionale. Cos sarebbe accaduto, effettivamente, se anche la maggiore potenza, negli anni Novanta, avesse accettato di sottoporre i propri cittadini alla giustizia del mondo. Ma gli Stati Uniti hanno rifiutato di ratificare il trattato per la costituzione del Tribunale penale internazionale e non vogliono che i loro cittadini siedano sul banco degli accusati. Il bicchiere della giustizia internazionale rimane mezzo vuoto. Settore statale in flessione del 41% rispetto al 2005
Gli Usa hanno tentato di ritardare l'esecuzione del rais. Aperta un'inchiesta sull'operato delle guardie DAL NOSTRO INVIATO AMMAN Pi che la morte del tiranno, le ultime immagini di Saddam Hussein sul patibolo ne esaltano il coraggio. Un coraggio composto, dignitoso, che risalta ancor pi di fronte all'atteggiamento provocatorio e disordinato dei suoi boia. IL FILMATO - Nelle ultime 48 ore un nuovo filmato, quasi certamente ripreso con un telefono cellulare, fornisce ulteriori dettagli. Con i secondini mascherati che inneggiano all'estremista sciita Moqtada Al Sadr e urlano sguaiatamente al condannato di andare al diavolo. Saddam che recita imperturbabile la preghiera pi classica dei musulmani: Non c' altro Dio che Allah e Maometto il suo Profeta. Loro che inneggiano al padre e allo zio di Moqtada, leader fondatore del partito sciita Dawa, fatti assassinare da Saddam negli anni della dittatura con l'accusa di essere agenti dell'Iran. Quando dalla ventina di spettatori qualcuno ripete ad alta voce per tre volte Moqtada, Moqtada, Moqtada, morte ai tiranni, Saddam, ormai sul patibolo gi con il cappio al collo, gli si rivolge dall'alto verso il basso e gli chiede con disprezzo: questo il vostro coraggio?. La situazione sembra davvero degenerare. L'ESECUZIONE - allora che interviene uno dei giudici del processo, Munqid al Faraon, che richiama tutti alla compostezza. Per favore no dice . L'uomo sta per essere impiccato. Vi prego, per favore, no. La botola si apre mentre Saddam torna a recitare la sua preghiera. Le parole gli si spezzano in gola. Si ode rumore, grida, confusione. Saddam sparito dalla vista. La telecamera mostra la corda tesa, il buio, i gradini di ferro. Poi solo il flash della macchina fotografica permette di vedere la testa del giustiziato, gli occhi sbarrati, il corpo che dondola. L'INCHIESTA - Scene che gettano ancora pi fango contro il gi screditato sistema giudiziario iracheno e che hanno indotto il governo ad aprire un'inchiesta sul comportamento delle guardie. Immagini la cui diffusione certo gli americani avrebbero voluto evitare. In una dettagliata ricostruzione del New York Times sulle ultime 48 ore prima dell'esecuzione, emergono i tentativi dei funzionari Usa per ritardare la morte dell'ex tiranno. Contatti frenetici, riunioni e appelli, che spiegano anche le notizie confuse emerse poche ore prima, quando alcune radio e televisioni di Bagdad riportarono che la pattuglia irachena andata a prelevare il prigioniero nella grande base americana presso l'aeroporto internazionale aveva incontrato difficolt nel farselo consegnare. GLI AMERICANI - Sembra infatti che i funzionari Usa insistessero per il rispetto delle procedure. In primo luogo chiedevano che il premier Nouri al Maliki ottenesse la firma al decreto dell'esecuzione da parte del presidente Jalal Talabani. Questi si detto contrario alla pena capitale in via di principio, pur non opponendosi all'impiccagione di Saddam. Ma comunque non ha firmato. Maliki ha allora deciso di fare ricorso al tribunale religioso sciita e agli ayatollah di Najaf. A loro ha domandato anche la luce verde per l'esecuzione in concomitanza dell'inizio della festa religiosa della Id El Adha. Anche in questo caso, paradossalmente, gli americani chiedevano il rinvio dell'esecuzione di 15 giorni, per evitare di offendere la sensibilit degli imam sunniti. Ma i religiosi sciiti non hanno avuto dubbi. In memoria specialmente delle decine di migliaia di sciiti uccisi per volere di Saddam nelle rivolte seguite alla guerra del 1991 hanno presentato la morte del dittatore come un dono della Id El Adha al popolo iracheno. L'incidente di Capodanno in Indonesia
trasportati in elicottero all'aeroporto di Makassar, capitale di Sulawesi meridionale, 200 chilometri pi a sud. TRE AMERICANI A BORDO - Sul volo della Adam Air si trovavano 85 adulti e 11 bambini, tra cui 4 molto piccoli. Gli americani facevano tutti parte della stessa famiglia: Scott Jackson e le figlie Stephanie e Lindsa. Stiamo portando i sopravvissuti a Makassar, ha detto il capitano Hartono, portavoce della Adam Air Ma altre 5 nazioni si contendono il mitico percorso dall'Atlantico al Pacifico
si sgretolato e che la priorit degli Usa divenuta la lotta al terrorismo ragionavano i canadesi l'Artico diventa rilevante soprattutto come mare non pi coperto dai ghiacci attraverso il quale terroristi e trafficanti di droga possono sbarcare sul continente americano. Per qualche tempo l'ex ambasciatore degli Usa a Ottawa, Paul Cellucci, aveva alimentato le speranze di Ottawa sostenendo che nel nuovo scenario strategico gli americani avrebbero anche potuto riconoscere i diritti canadesi sul traffico nel passaggio di Nord-Ovest in cambio di un impegno a un controllo capillare delle navi in transito. Poi, per, il nuovo ambasciatore David Wilkins tornato a rivendicare gli inviolabili diritti di transito degli Usa. Cos il Canada ha deciso di dare maggiore forza alle sue rivendicazioni: alla fine dello scorso agosto l'isola di Baffin stata al centro delle pi grosse manovre aeronavali mai organizzate dalle forze armate di Ottawa a nord del 70 parallelo, concepite come un tentativo di riaffermare la sovranit canadese sulla regione: un'operazione mediatica alla quale sono stati invitati ad assistere anche giornalisti stranieri. Ma alla fine di settembre un rapporto commissionato dal Congresso americano e redatto dallo US National Research Council ha riaffermato i diritti di Washington sul Grande Nord e ha invitato il governo a rafforzare il gi imponente dispositivo militare Usa per difendere i suoi interessi nazionali nel Passaggio di Nord-Ovest, dislocando unit navali nella zona, cos come fa a Hormuz e nello stretto di Malacca. Per i canadesi un pugno nello stomaco. Gi le mani dal nostro Nord ha titolato l'Ottawa Citizen, principale quotidiano della capitale, mentre il governo si reso conto di non avere mezzi efficienti per pattugliare l'area d'inverno: i suoi rompighiaccio sono vecchi e di potenza limitata, gli aerei in grado di atterrare sul ghiaccio, i Caribou e i Buffalo, hanno raggiunto l'et pensionabile. I controlli su lande deserte, ma sterminate (il Canada il Paese pi esteso al mondo, dopo la Russia), sono affidati a poche migliaia di Rangers molti dei quali eschimesi Inuit che, spesso, sono volontari impegnati part-time. Prima delle elezioni, il partito conservatore, che al potere, ha proposto una strategia battezzata Canada First: azione diplomatica pi vigorosa e aumento dell'impegno militare nell'Artico. Ma il Defense Capabilty Plan, il nuovo piano di difesa annunciato dal governo che dovrebbe comprendere anche quattro miliardi di dollari per l'acquisto di nuovi aerei e navi rompighiaccio, stenta a decollare. Riportate critiche ai metodi del colonnello Mader. Che annuncia querele
inchiesta interna: il sequestro di venti bottiglie di vino d'annata ai danni di un indispettito alabardiere. Il quotidiano segnala infatti che una guardia svizzera aveva ricevuto per le feste una cassetta di 25 bottiglie. Quando sono tornato nei miei alloggiamenti ne restavano solo 5 ha dichiarato l'alabardiere . Le altre erano state portate via per disposizione del comandante, per uso personale. Ma a prescindere dall'episodio, le accuse rivolte al comandante sarebbero di preferenze estranee alla tradizione del corpo manifestate nel corso di tutto il 2006, in occasione delle varie celebrazioni per i cinque secoli di vita del piccolo esercito mercenario. Impossibile verificare se ci siano state parzialit nella scelta dei collaboratori incaricati di gestire le iniziative dell'anno giubilare che, in ogni caso, hanno prodotto un grande successo di immagine. certo per che il nuovo comandante ha cercato di ovviare alle antiche tensioni fra soldati di lingua tedesca e francofoni, evidenti ai tempi del caporale Tornay, affidando molte responsabilit al suo vice, il tenente colonnello Jean Daniel Pitteloud, originario di un cantone di lingua francese.
Monsignor Frisina, direttore della cappella lateranense firma lo spartito della "Divina Commedia" in scena in autunno in un teatro romano L'Inferno diventa un musical vaticano - dal rock al metal per raccontare Dante Una colonna sonora che toccher anche il gregoriano per il Purgatorio ed esploder nella lirica e sinfonica per il Paradiso. Lo spettacolo andr in tourne CITTA' DEL VATICANO - Musiche punk, rock, jazz e metal per raccontare l'Inferno; il Purgatorio descritto con note ispirate in prevalenza alla mistica gregoriana, ma che con l'avvento del Paradiso esplodono in un trionfo di arie di musica lirica e sinfonica, sia classica che moderna. Ecco, in estrema sintesi, la colonna sonora della Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione musical ideata e composta dal monsignor Marco Frisina, direttore del centro liturgico del Vicariato di Roma e della Cappella lateranense autore, tra l'altro, delle colonne sonore di alcune delle pi note fiction trasmesse negli ultimi tempi da Rai e Mediaset ("Papa Luciani, il sorriso di Dio"; "Giovanni Paolo II"; "Callas e Onassis"; "San Pietro", "Don Bosco", "Abramo"). Non un'opera nel senso classico del termine e, tantomeno, un'opera rock, ma una rappresentazione teatrale in grado di raccontare i canti del poema dantesco attraverso una commistione di pi generi artistici che, accanto alla danza, alle scenografie, alla recita e al canto, avr il suo motivo conduttore in un commento sonoro ispirato a pi generi musicali, plasmati sui momenti pi significativi del poema dantesco. Titolo del musical, La Divina Commedia, l'Opera; sottotitolo: "L'uomo che cerca l'amore". La prima assoluta sar rappresentata - col patrocinio del Vaticano, del Senato e della Camera dei deputati - "in autunno in un grande teatro di Roma", annuncia Riccardo Rossi, direttore generale di Nova Ars, la societ produttrice dell'opera. Dopo, inizier una lunga tourne attraverso i pi grandi teatri italiani e che toccher anche importanti citt europee. Due gli atti composti da Frisina, il primo con il prologo e l'Inferno; il secondo con il Purgatorio e il Paradiso. "Nostro principale obiettivo" spiega Rossi " riportare l'immortale poema di Dante all'attenzione del grande pubblico, non solo degli addetti ai lavori, e per questo metteremo in scena una rappresentazione che far leva sulle pi svariate forme artistiche". Agli ordini della regista Elisabetta Marchetti operer un team teatrale formato da 20 cantanti attori, 30 ballerini diretti dalla coreografa Anna Cuocolo, oltre 50 comparse. I commenti musicali saranno eseguiti da un'orchestra stabile di 100 elementi. Per le varie scene saranno usati 250 costumi disegnati da Alberto Spiazzi. Tra gli altri autori, Maurizio Montobbio per le luci, lo sceneggiatore Gianmario
Pagano, lo scenografo Paolo Miccich che, per rappresentare i pi suggestivi ambienti danteschi si avvalso delle pi avanzate tecniche scenografiche che permettono, in alcuni momenti, anche il coinvolgimento degli spettatori. Colossale sar anche lo spazio entro cui agiranno gli attori: 18 metri per 24 per un totale di 650 metri quadrati, "vale a dire" assicurano a Nova Ars "il pi grande palcoscenico teatrale mai realizzato". Tutto il racconto dantesco sar rappresentato da un totale di 150 immagini, proiettati da sei impianti grazie ai quali tutto il pubblico avr la sensazione di agire accanto agli attori e ai ballerini. La scelta dei protagonisti (Dante, Virgilio, Beatrice, ma anche personaggi come Paolo e Francesca, Pia d Tolomei, San Bernardo, Ulisse, Caronte..) ancora top secret. "L'unica cosa certa" spiegano i produttori " che Dante sar interpretato da un notissimo cantante attore italiano. Non escluso che saranno scritturati anche importanti nomi internazionali. Ma ogni riserva sar sciolta nei prossimi giorni perch le prove inizieranno a fine gennaio".