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Alexavndreia Alessandria

2 2008

Rivista di glottologia

Edizioni dellOrso Alessandria

2008 Copyright by Edizioni dellOrso s.r.l. via Rattazzi, 47 15100 Alessandria Tel. 0131.252349 Fax 0131.257567 e-mail: info@ediorso.it http: //www.ediorso.it Impaginazione a cura di Isabella M. Grasso
vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. Lillecito sar penalmente perseguibile a norma dellart. 171 della Legge n. 633 del 22.04.1941

ISBN 978-88-6274-???-?

Alexavndreia Alessandria Rivista di glottologia


Comitato scientifico Renato Gendre (Direttore) Mario Enrietti Mario Negri Giovanna Rocca

Comitato redazionale Manuela Anelli Michela Cislaghi Marta Muscariello Erika Notti Giulia Sarullo
Nellautunno del 2006 Gianni Abbate, Mario Enrietti, Renato Gendre, Mario Negri hanno costituito lAssociazione Culturale Alessandria, con sede presso il Liceo Classico Balbo di Casale Monferrato (AL). La pubblicazione di questa rivista uno degli scopi statutari dellAssociazione.

Abbonamento In Italia: Istituzioni 80,00 Privati 50,00 Per lestero: Istituzioni 100,00 Privati: 70,00 I Soci dellAssociazione Culturale Alessandria riceveranno la rivista in omaggio.

In attesa di registrazione. Lorenzo Massobrio (Responsabile) Si ringraziano per la collaborazione Cristina Trinchero e Ljiljana Banjanin.

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GIORGIO IERAN, Il mito di Arianna. Da Omero a Borges, Roma, Carocci 2007, pp. 209. Strutturato come un dramma classico, in cinque capitoli preceduti da un Prologo e chiusi da un Epilogo, il saggio di Giorgio Ieran ripercorre le alterne fortune della figura di Arianna dagli albori della civilt greca allepoca del computer. Ai primi tre capitoli, dedicati ciascuno ad uno dei tre personaggi principali del mito (Arianna, Dioniso e Teseo), ne seguono due in cui lAutore tratta levoluzione della protagonista allinterno della storia della letteratura europea, con interessanti aperture allarte e alla musica, ed evidenzia le diverse sfaccettature che via via prevalgono nella rappresentazione di Arianna. La storia di Arianna ha origine a Creta, ed da l che prende il via il lavoro di Ieran che, nel primo capitolo, La signora del Labirinto, definisce i contorni dellambito in cui nasce il mito del labirinto con le sue diverse varianti. Poich la figura di Arianna in letteratura vista in riferimento agli uomini della sua vita (Teseo e Dioniso), anche questi personaggi maschili entrano a buon diritto nel saggio di Ieran: il rapporto di Arianna con il dio inafferrabile al centro del secondo capitolo, La sposa di Dioniso, mentre leroe ateniese compare nel terzo capitolo, In viaggio con Teseo. La scelta di trattare prima Dioniso e poi Teseo mal si accorda con la successione canonica degli episodi del mito, che prevede labbandono di Arianna da parte di Teseo e, solo in un secondo momento, lunione della principessa cretese con il dio. Tuttavia, la motivazione di questa scelta affiora nellindagine sul legame tra Arianna e Dioniso. Con unattenta analisi filologica delle fonti, Omero ed Euripide in primis, Ieran ripropone la possibilit che Dioniso fosse lo sposo di Arianna prima dellarrivo di Teseo a Creta e che questultimo abbia portato alla rottura di un legame sacro e alla conseguente punizione di Arianna da parte di Artemide (Odissea XI, 321-325). Alla dea della caccia, infatti, segnala Ieran (pp. 5658), era affidato il compito di giustiziera divina che puniva i mortali, o le mortali, che si macchiavano di un tradimento nei confronti di una divinit: questo il caso di Coronide, di Orione e, probabilmente, anche di Arianna. La versione del mito che vede Dioniso come sposo di Arianna si oppone dunque a quella in cui il dio interviene solo dopo labbandono della principessa da parte di Teseo. Con questa contrapposizione si apre il terzo capitolo, i cui punti salienti sono: I viaggi iniziatici di Teseo, tra i quali spicca lavventura cretese. Fornendo alleroe ateniese il mezzo per uscire indenne dal labirinto,

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Arianna assume la funzione narrativa dellaiutante magico individuato da Propp, una figura che aiuta leroe nelle sue imprese grazie a talenti speciali. Teseo playboy mitologico e le sue numerose relazioni amorose, divise tra rapimenti (harpage) e nozze regolari (gamos). Confronto tra Eriboia1, (unica?) sposa legittima, e Arianna, simbolo dellamore passionale e conseguente ipotesi che la giovane potesse essere una sorta di anti-Arianna (p. 108). Le motivazioni dellabbandono di Arianna da parte di Teseo. Riprendendo un passo di Pausania, in cui si dice che Teseo consacr la statua ad Afrodite nellisola di Delo perch gli ricordava la principessa che aveva dovuto abbandonare a Nasso, Ieran ricorda il potere delle immagini di evocare la persona amata (p. 122). Sovrapposizione tra la figura di Arianna e quella di Afrodite nellepisodio delio. Il culto di Arianna-Afrodite, secondo Ieran, potrebbe essere il relitto di antiche pratiche religiose minoiche (p. 126). Conclusa lanalisi del personaggio Arianna e delle figure che ruotano intorno a lei (o intorno alle quali lei ruota?), lAutore dedica gli ultimi due capitoli dellopera a tracciare il percorso di Arianna nei secoli. Tra i numerosi temi affrontati dallAutore, ci piace ricordare il commento del Carmen 64 di Catullo, in cui il poeta latino delinea i tratti paradigmatici della relicta e del suo lamento, tratti che lAutore ritrova anche nella Didone di Virgilio, e il successivo confronto tra il poema di Catullo e lEroide X di Ovidio; come pure la forte presenza del mito di Arianna, evidenziata dallAutore, a Pompei, a testimonianza del quale lAutore non manca di citare anche il famoso graffito pompeiano Labyrinthus. Hic habitat Minotaurus forse per un refuso citato come CIL IV 2231, invece di 2331 (p. 159, n. 36)2. Da Catullo alla Yourcenar, dallarte alla musica, Ieran tratteggia con dovizia di particolari i mille volti di Arianna, che oscilla tra baccante e relicta, a seconda dello spirito dellepoca. Cos Arianna unallegra sposa di Bacco nel Rinascimento italiano, segnata da una sensualit impregnata di vizio (pp. 183-184) nel Decadentismo, una petite femme savante nel Thse di Gide ed uningenua scioccherella nei Dialoghi con Leuc di Pavese.

Il nome di questa fanciulla viene tramandato dalle fonti in diverse forme: Meliboia, Fereboia, Periboia ed Eriboia. Per questo confronto Ieran riprende alcuni suoi lavori precedenti: IERAN 1987, IERAN 1989 e IERAN 2000. Lo stesso fenomeno si osserva anche nella coppia Epicasta (Odissea XI, 271-290) Giocasta. 23 Su questo graffito, vd. SARULLO 2008.
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Il lavoro di Ieran si propone di colmare una lacuna, dal momento che, in confronto alla ricca letteratura dedicata ad altri personaggi femminili del mito greco, come ad esempio Medea o Fedra, ben poche sono le opere monografiche dedicate ad Arianna. Certamente lobiettivo pu dirsi raggiunto, lopera si pone come il filo che aiuta a non smarrirsi nel labirinto delle diverse varianti della sorte di Arianna (Calame ne ha raccolte nove!) e a riconoscere la figlia di Minosse dietro le diverse maschere che indossa via via lungo i tre millenni della sua storia. A questo pur pregevole lavoro aggiungeremo solo alcune precisazioni e/o rettifiche. Laffermazione che la civilt minoica fu piegata e abbattuta da unorda di conquistatori (p. 16) non appare supportata dai fatti: se non si fosse trovata una scrittura diversa, non si sarebbe notato il cambiamento sociale3. Inoltre, molte sono le prove a favore di una datazione alta delle tavolette in Lineare B di Cnosso4. Veniamo poi allinterpretazione del termine truia, inciso sulloinochoe di Tragaliatella allinterno di un labirinto, e di Ludus Troiae. Secondo Ieran, questultimo trae il suo nome dal fatto di essere stato eseguito per la prima volta dai fanciulli troiani (p. 36). Sebbene in epoca classica il nome truia venisse associato alla citt dalla quale provenivano Enea e Ascanio, gi alla met dellOttocento, venne proposto un confronto con i verbi amptruare e redamptruare attestati in Festo e interpretato come larena, il luogo in cui venivano eseguiti i giochi, il cui nome era poi passato ad identificare il pi popolare di questi, il Ludus o Lusus Troiae5. Infatti, i verbi amptruare e redamptruare, ai quali sarebbe connesso il truia delloinochoe, indicano proprio il movimento di danzare intorno, tipico ad esempio dei Salii, cui sono stati paragonati i sette giovani armati raffigurati sulla brocca. A nostro parere, dunque, pi plausibile che liscrizione identifichi il labirinto come il luogo, larena in cui si svolgeva il Lusus Troiae. Appare imprecisa linterpretazione del frammento di Ellanico (FGrHist 4 F 164) riportato nella Vita di Teseo di Plutarco (XVII, 3). Ieran afferma

Cfr. HUTCHINSON 1962, p. 269. Per una panoramica sulla questione si rimanda a GODART 1991. Unimportante obiezione alla datazione alta venne da Jean-Pierre Olivier, il quale riteneva di aver individuato in una tavoletta di Chani (TM IIIB) la mano dello scriba *115 di Cnosso, prova che anche larchivio di Cnosso risaliva a quellepoca e non al TM IIIA, cfr. OLIVIER 1993. Di parere contrario GODART TZEDAKIS 1992. Recentemente, anche Olivier ha riconsiderato la sua posizione. 5 GIGLIOLI 1929.
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che, secondo Ellanico, nessuna arma da guerra poteva avere la meglio sul Minotauro. In realt, la frase di Ellanico recita: ejmbavnta~ de; plei`n su;n aujtw`i tou;~ hjiqevou~ mhde;n o{plon ajrhvion ejpiferomevnou~, ovvero i giovani, imbarcatisi, sarebbero partiti senza portare nessuna arma da guerra6. Da una tavoletta in Lineare B (KN Gg 702) in cui viene riportata unofferta di miele alla Laburivnqoio Povtnia, la Signora del Labirinto, Ieran trae il titolo del suo primo capitolo. In realt, questa denominazione compare, seppure con una lacuna, anche in KN Oa 745+7374, nel quale a questa divinit viene fatta unofferta probabilmente di lino7. Sono state proposte diverse identificazioni per questa Signora del Labirinto, tra le quali si ricordano anche Era e Afrodite, oltre ad Atena e ad Arianna (solo queste due a p. 22). Linterpretazione di Arianna come Signora del Labirinto per la quale sembra propendere Ieran, non per universalmente accettata. Lo stesso Ieran, peraltro, afferma che non sarebbe metodologicamente corretto tentare di sovrapporre a una divinit micenea figure delle epoche successive e dunque la Signora del Labirinto non pu essere identificata con lArianna tramandataci dalla fonti. certamente possibile che nellArianna del mito si abbia il ricordo di unantica divinit minoica; basti qui ricordare lo stretto legame esistente tra Arianna e Afrodite, ricordato anche da Ieran, che si evince in tutte le versioni del mito e che rimarr forte anche in epoca storica. Tuttavia, allo stato attuale delle ricerche, sembra quanto meno azzardato tentare di stabilirne le funzioni precise. A questo punto possiamo provare a proporre unaltra identificazione. Nella tavoletta KN Gg 705 (della stessa serie di una delle tavolette della Signora del Labirinto), si legge ad Amniso, a Ilizia un vaso di miele, ovvero la stessa offerta segnata per la Signora del Labirinto. Questa tavoletta risulta di estremo interesse in quanto conferma un verso dellOdissea (XIX 188) che attesta la presenza di una grotta ad Amniso dedicata a Ilizia. Nei pressi di Amniso stata effettivamente scoperta una grotta, allinterno della quale sono stati rinvenuti reperti che dimostrano come la caverna fosse stata un luogo di culto dal Neolitico alla fine del V secolo a.C. La posizione predominante che Ilizia, dea connessa alla fertilit e ai parti, aveva nella Creta minoica del II millennio dovette certamente indebolirsi nel momento in cui la religione di tipo matriarcale della Vecchia Europa cedette il passo al pantheon patriarcale indoeuropeo. Di conseguenza, anche la figura di Ilizia venne ridimensionata, al punto che in

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Traduzione di Carmine Ampolo in PLUTARCO 2006. GODART OLIVIER 1972, p. 116.

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epoca classica non sono ben chiare n lorigine n le funzioni di questa divinit. Non a caso, Ilizia divenne un epiteto di Artemide. Alla luce di quanto si fin qui esposto, sembra possibile proporre lipotesi dellidentificazione di Ilizia con la Signora del Labirinto, la dea degli antri come luoghi di culto. Molti sono, infatti, i punti di contatto fra queste due divinit: La grotta di Ilizia si trova ad Amniso, uno dei porti di Cnosso, a pochi chilometri dal Palazzo, e ad Amniso, probabilmente, si trovava il Daidaleion, menzionato in unaltra tavoletta da Cnosso (KN Fp 1). Ilizia e la Signora del Labirinto ricevono la stessa offerta di miele in tavolette dalla stessa serie. Considerando il labirinto come grotta, entrambe sono legate a luoghi di culto scavati nelle montagne. Lidentificazione della Signora del Labirinto con una precisa divinit del pantheon classico appare strettamente connessa allinterpretazione del labirinto: se si identifica il labirinto con il Palazzo di Crosso, sembra quasi inevitabile considerare Atena, la protettrice del palazzo, come Laburivnqoio Povtnia; daltra parte, lequazione labirinto = palazzo tuttaltro che scontata. Riprendendo, dunque, la possibilit che il termine da-bu-ri-to- indicasse le grotte sedi di culto, i fondamenti su cui si basa linterpretazione della Signora del Labirinto come epiclesi di Atena vengono meno per fare spazio a divinit pi vicine al contesto della religione minoica. In questottica, il confronto istituito tra la Signora del Labirinto e Ilizia diventa una possibilit interessante. Unultima segnalazione riguarda infine la Lineare A, ovvero la scrittura minoica dalla quale derivata la Lineare B. Laffermazione di Ieran che questa scrittura non sia stata ancora decifrata (p. 17) risulta attardata e acritica: bench ricalchi un topos non infrequente, nella sua intima sostanza fondata su di una sorta di apatia euristica, nonch, per altro verso, su un equivoco sul termine e sul valore di decifrazione. Molti sono, infatti, i segnali che indicano come una lettura delle iscrizioni minoiche sia possibile8. Applicando i valori della Lineare B, su alcune tavole da libagione in Lineare A possibile leggere la sequenza (-)du-bu-re e lambito sacrale delle iscrizioni indurrebbe a considerare questo termine come la prima attestazione preellenica di labuvrinqo~9. Sono state rinvenute quattro attestazioni del termine du-bu-re10: su due
Si veda NEGRI 1997 e TMT. ASPESI 1996. 10 Sebbene Aspesi utilizzi la lettura (-)du-pu2-re, si preferisce adottare la lettura (-)du-bu-re proposta in TMT.
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tavole di libagione da Palekastro (PK Za 8 e PK Za 15), su una tavola da libagione rinvenuta in un santuario minoico sul Monte Kophinas (KO Za 1)11 e su un pithos da Hagia Triada (HT Zb 160). Nei tre casi delle tavole da libagione, il termine du-bu-re accompagnato da toponimi che identificano i due monti pi importanti di Creta, Dikte e Ida (ja-di-ki-te-te nelle iscrizioni da Palekastro, i-da-a nelliscrizione da Kophinas), ai piedi dei quali sono state ritrovate delle grotte chiaramente sacre, come dimostrano i vari oggetti votivi l rinvenuti. Due monti questi che saranno ampiamente presenti anche nella mitologia greca successiva relativa allinfanzia di Zeus. Le sequenze ja-di-ki-te-te-du-bu-re e du-bu-re i-da-a sembrano essere interpretabili rispettivamente come recesso cultuale del Dikte e dellIda, o meglio, se (-)du-bu-re fosse veramente lantecedente di dabu-ri-to-, come labirinto del Dikte e dellIda. Sarebbe questa unimportante considerazione, in quanto verrebbero menzionati due grandi recessi labirintici ancoroggi noti come Antro Ditteo e Antro Ideo12. La possibilit che il miceneo da-bu-ri-to- possa derivare dal minoico du-bu-re appare alquanto probabile13: levidente somiglianza formale tra i due termini supportata dal fatto che entrambi sembrano riferirsi allo stesso referente: una grotta sacra sede di culti religiosi.

BIBLIOGRAFIA CITATA ASPESI 1996: Francesco Aspesi, Lineare A (-)du-pu2-re: unipotesi, in Krhvth ti~ gai` e[sti. Studi e ricerche intorno ai testi minoici, Roma, Il Calamo, 1996, pp. 137-145. BCH: Bulletin de Correspondence Hellenique. GIGLIOLI 1929: Giulio Quirino Giglioli, Loinochoe di Tragliatella, SE, III (1929), pp. 111-159. GODART OLIVIER 1972: Louis Godart Jean-Pierre Olivier, Raccords et quasi-raccords de fragments dans les tablettes de Cnossos, Minos, XIII (1972), Nr. 2, p. 116. GODART 1991: Louis Godart, La caduta dei regni micenei a Creta e lin-

In GORILA, la sequenza in KO Za 1 trascritta come 51-314-27, in quanto il segno centrale diverso da AB 29. Tuttavia, Aspesi spiega che le varianti di A 314 non sono incompatibili con le varianti di AB 29, si veda ASPESI 1996, p. 141. 12 NEGRI 2005. 13 Questa tematica, gi affrontata in SARULLO 2007, verr approfondita in un lavoro di prossima pubblicazione a cura di chi scrive.
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vasione dorica, in Le origini dei Greci: Dori e mondo egeo, a cura di Domenico Musti, Bari, Laterza, 1991, pp. 173-200. GODART TZEDAKIS 1992: Louis Godart Yannis Tzedakis, Tmoignages archologiques et pigraphiques en Crte occidentale du Nolithique au Minoen Rcent IIIB, Roma, Gruppo editoriale internazionale, 1992, pp. 189-194. GORILA: Louis Godart Jean-Paul Olivier, Recueil des Inscriptions en Linaire A, Volume IV, Paris, Librairie orientaliste Paul Geuthner, 1976-1985. IERAN 1987: Giorgio Ieran, Osservazioni sul Teseo di Bacchilide (Dyth. 18), ACME, XL (1987), pp. 87-103. IERAN 1989: Giorgio Ieran, Il ditirambo XVII di Bacchilide e le feste apollinee di Delo, Quaderni di Storia, XV (1989), Nr. 30, pp. 157-183. IERAN 2000: Giorgio Ieran, Il filo di Eriboia, in Bakchylides: 100 Jahre nach seiner Wiederentedeckung, hrsg. von A. Bagordo und B. Zimmermann, Mnchen, 2000, pp. 183-192. HUTCHINSON 1962: Richard W. Hutchinson, Phehistoric Crete, Harmondsworth, Penguin Books, 1962. NEGRI 1997: Mario Negri, Si pu leggere la lineare A?, in Atti del Secondo Incontro Internazionale di Linguistica Greca, a cura di Emanuele Banfi, Trento, Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, 1997, pp. 21-28. NEGRI 2005: Mario Negri, Scrivono palazzi e labirinti, Alessandria, Edizioni dellOrso, 2005. OLIVIER 1993: Jean-Pierre Olivier, KN 115 = KH 115, in BCH CXVII (1993), pp. 19-33. PLUTARCO 2006; Plutarco, Vite di Teseo e Romolo, a cura di Carmine Ampolo e Mario Manfredini, Milano, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, 2006. SARULLO 2007: Giulia Sarullo, Il labirinto nelle culture del Mediterraneo, Tesi di Dottorato, XX Ciclo, Libera Universit di Lingue e Comunicazione IULM, A.A. 2006-2007. SARULLO 2008: Giulia Sarullo, Labirinti a Pompei: a proposito di CIL IV 2331, in Oebalus, 3 (2008), pp. 203-224. SE: Studi Etruschi. TMT: Carlo Consani Mario Negri, Testi minoici trascritti, con interpretazione e commento, con la collaborazione di Francesco Aspesi e Cristina Lembo, Roma, CNR, Istituto per gli studi micenei ed egeo-anatolici, 1999.

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