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LA FINE
DELL'
UMANESIMO
%'b2
^
a ^
ac
g^
Milano -
TORINO
- Roma
FRATELLI BOCCA
Depositario per la Sicilia
:
EDITORI
-
Orazio Fiorenza
e
Plsbiio.
Provincia
Societ Editrice Dante Alighieki (Axbhighi, Segati e C.) Italian Booe CoitPANT - New York
Napoli
1920
PROPRIET LETTERARIA
Padova
AVVERTENZA
quando venne
la
guerra
portanza alcuna,
mi permetto
abbiano
influito
le
Il
Questo un libro di
e
storia
condotto
su
indagini
molto
lunghe e pazienti
l'autore,
abbia lavorato per un fine scientifico, non sarebbe punto contento se dovesse credersi, per esempio, che, nei suoi giudizi, lo
insomma,
che
vuol
di
studiare
le
origini
le
del
pen-
dire
anche,
il
in parte,
e
i
origini
della
letteratura
moderna -
fra
1548
primi
decenni
del seicento,
sotto
nel titolo,
la specie pi
comprensiva
la fine dell'
umanesimo. Sco-
Cervantes in
IV
AVVERTENZA
e in Inghilterra Shakespeare, significava avventurarsi
Ispagna
in
un
territorio rimasto
ne
si
in precisione e pazienza.
Non
,
su questo
del
volume fondamentale
ci
La
Spingarn
italiana
esce tuttavia,
aver
vanto
molto
ma
De
il
De
il
Sanctis,
la
critica
mo-
come non
Mi
pare
di
tutto
chiaro
(sebbene
con
un
po'
buona volont
riuscisse
si
conciliare
eterno
secoli
per
due
un germe d'avla
venire gli
capit
di
discernere.
Suggell
con
sua
mano
punto tradei
scurabile:
il
sorgere
del
un
effetto
quali
maggiori ricordati
pi su, seguirono
tutti,
De
Sanctis
AVVERTENZA
e solo per dovere di studiosi disinteressati
fecero
si
ad aprire
che
anche
da
lui.
si
Ma
un
po' vero
difficilmente si
un
cos rassegnato
amor
ma
racimolarvi
con
lo
spirito del
tempo
loro,
quegli altri aspetti rimasti in ombra nel primo giudizio sommario. Per intenderci,
mi spiegher con
l'
il
quell'in-
signe studioso la cui opera, ad ogni modo, per altri suoi pregi
molteplici ed evidentissimi, viene
Ma le
secondo
il
mio
fallibilissimo avviso
a far co-
noscere
unico, interessantissimo
momento
non
si presta. Il
norme
distacco,
autori della
prima
e
met
del cinquecento,
un Fracastoro
uni e gli
un Varchi,
uomini
ancora
gli
altri accoppiati
sotto
quella luce
sbiadita, insufficiente a
lumeggiare
come
la
prima
la
seconda
del
cinquecento.
:
Meno che
intorno al
del
1540
si
parla ancora
di
i
letteratura
facili
:
con
le
idee
Sannazzaro
e del
Fontano, con
comodi concetti
convenzionali
dell'
adornare
e simili
trovate in
uno sterpaio
VI
AVVERTENZA
dialettiche che vi
tato
il
capogiro,
come
se
il
mondo
fosse
muuno
di
dalle fondamenta.
Ma
si
gli
era
spregiudicato umanista,
raccoglie allora
il
in
un
fervore
problema della
anch' egli
critica
rivela
Benedetto Varchi
si
fa
contemporaquella
e dell'
anima
vuol
erge,
il
come
fosco castello in
battuta,
le
Concilio di Trento
e
dove
ambasciatori
di tutte
inquiete
contrastanti idealit
dell'ora
sembrano darsi
si risolve
con
una
pace,
ma
secoli,
nella quale
parlato,
si
anche la
comproi
letteratura,
di cui
il
implicitamente
si
:
resta
messa. Quando
convegno
scioglie,
partono
da essa
latinit e
germanesimo.
Per quanto
di dir troppo,
tico
ci
i
che
mai.
qua,
Ed
quel
vita,
dell'
a considerare quegli
autori
di
movendo
nuova
e
di
mondo
un
di piccoli
uomini
s'anima
si
intensa
palpito di
comuni esitanze
uno a quello
svolge
lo
storico
in
dovere
di
un
argomento gi grave
fermarsi a isolare
e,
come un Robertelli
dialettiche,
un
in
Maggi,
certi
si
seguirle
aspetti
di
in
loro
an-
gustie
studiarle
quelle,
loro
umacon
nit travagliata da
come
potrebbe
ben
fare
AVVERTENZA
Vii
massime quando
il
mezzo ideale
si
trovi
ad
essere
la
se,
filosofia
Ma
poi,
du-
durare
Il
il
lettore
con la propoi
messa
d'
un
compenso
di fatica.
e
adeguato.
quale
un
pro-
lungamento
della
prima parte
ben
inteso
che
cosa
sia
questo
tutta
italianismo
la critica
moderna,
appare,
dell'opera,
resterebbe
monca
e povera di
significato,
vedere come
questo
mondo
tedesco,
quello latino di
Cartesio,
che
conduce
al
nostro
romanticismo.
Per arrivare a
ci
era
necessario
decidersi
studiare
questi piccoli uomini nel loro ambiente storico senza prevenzioni e senza fretta.
Questo
io
credo
d'aver fatto
con
una
Aggiungere
al
libro
una
bibliografia,
:
specie
dopo l'ulla
trovare
inte-
non essere
le
ricordati altrove, io
ho
sempre
citate
pie
pagina
opere
di
cui
parlavo,
alle
mia
bibliografia si trova ad
'Mctggio
1919
G. T.
CAPITOLO
I.
Umanesimo
SoiMABio.
e controriforma.
Poetica di Aristotele
se n'
1. Una data: 1548. Il Concilio di Trento e il primo commento alla - Perch il Medio Evo non se ne occup - Perch non occup il rinascimento - Vaghe curiosit critiche di Benvenuto da Imola
-
e di Coluccio Salutati
Il
la
Uo\.r,z'.xri.
forma
come reazione
al
rinascimento
Desiderio di una scolastica critica parallela alla filosofia scolastica del Medio
Evo
si
-
La Chiesa prende
i
le
3. Come
di
debbano intendere
Cardinal Sirleto
queste
le
Sotto
1'
impulso
quali
moderne
dalle
prendono
letterario
civile,
che
si
XVI, procede
del
seicento,
via
ed
Concilio
molta evidenza,
una data non molto adoperata nei servigi della storia, ma ci si offre come punto di partenza e come comfatti
relativi a quel
movimento
spirituale
che ora
lavorava,
Roma
si
da
Eu-
un giovine udinese,
offriva a
di'
Cosimo de Medici
primo commento
all'
Arte poe-
tica
Aristotele.
L'animo
del Robertelli
certi
r et
ma
il
ToFFA^ix.
La
fine dell'
umanesimo.
CAPITOLO
I.
COS perch,
1'
Arte poe-
tica
diventa
trame d'una
si
due
secoli di
decadenza che
fine
chia-
e poi
Arcadia e avr
solo
col
romand'im-
Ma
non v'
perch dunque
il
famoso frammento
che non professi
i
aristotelico
che,
come
dispensiere unico
di
di
sapienza, sicch
e
si
poeta,
conoscerlo
non
suc-
commenti
ad
1'
esso
Arte poetica
prima
di quel
tempo, pur fra tanto culto delle cose antiche, era stata
Medio Evo la spiegazione assai facile non conoscevano il greco graecum est, non potest legi; e della Poetica parafrasata e ingenuamente commentata da Averro non si ricorda
lasciata in disparte ?
Per
il
fatta
da Ermanno
il
tedesco. Nes-
sun bisogno
lacuna
si
dolersi
s'
di
reverenza al maestro
ereditate,
apdi
pagava volentieri
risalire
alle
di formule
aristoteliche
senz'obbligo
fonti.
trihus
(*)
Aristotelis dictis,
lor
dogma integrum
>
dir
il
Patrizzi
di
metodo per
il
gi
dogma
il
Ma non
libro tenne
il i
gli
il
:
cimelio ari-
stotelico.
r apersero,
lo lessero, lo ricopiarono,
anche
ma
lo ripo-
come un importuno stonato e pericoloso. tanta la distanza che separa lo stato d' animo degli umanisti da quello della Poetica d' Aristotile (almeno come fu poi intesa tra noi, e quale entr nella formazione delle nostre prime idee critiche) che non un
sero, poi, tra la polvere,
con quella,
ma
piuttosto, se mai,
una rivoluzione
la
quale avvenne
Questo principio mi
(')
Cfr.
Rbnan
Averroa
et
V Averroisme
UMA^'ESDIO E CONTRORIFORMA
teo-
logo,
ma non
arriv
a sostituirvene alcun
Quell'appassionato
all'
analisi e
un
recente passato.
facile
problema
qualche
critico
non
ci fu (*) e
invano
si
cercherebbe di concretare
Pio e Filippo Beroaldo, di Ermolao Barbaro e di Scipione Fortiguerri, di Codro Urseo e di Agnolo Poliziano. Quanto a certi pi intimi
aspetti del loro
modo
con
di
di contrasto,
paragonandoli
quelli
dei
il
Bruno e
il
CampaneDa,
dai
si
deve
padri,
riferirsi
ereditato
ma
trovarono
del
alla
primi vincendo la
soggezione
fino
Medio
morte
primordi
un mondo defunto
divorzio fra
Ma
non
sopiti
dubbi sulle
finalit e
immaginose
se
sapienza
alle quali
non
r entusiasmo
e porre
il
schietto
ma
vago e
la
problema.
gli intellettuali laici, i
Greci
al
la questione se pi
convenga
e le universit nostre
si
dichiarano
Firenze platonica,
Padova
aristotelica;
(*)
Si
le sottili
osservazioni
*
del
Vossixb: Poetisehe
(Berlin 1900).
CAPITOLO
I.
ma
li
gli
potr riguardare
il
un giorno
assai
da vicino.
E non
solo sfuggiva
loro
pi che r uso e
ma
neppure
le
que-
un
po'
cui
la
soli
Eppure
lo sa-
trattava
della
poesia
con
profondit.
d'a-
isolato episodio.
il
nimo
che
si
fra
r antico e
pens
di preludere al suo
sforzasse di
commento vedere un
in
sostanza
Solo- solo
venne a consularabo
il
r unica parafrasi
s'
Averro e
attenne
all'
filosofo
(')
alla tragedia
filosofo
fine di
in-
lodare e di biasimare,
tese cos.
come
parole del
andassero
Ma
zion
gli
il
loro quasi
mistico entusiasmo
critica
:
di
rielabora-
degli antichi
media
coetaneo di Benvenuto.
(*).
Una
notte egli
si
che,
gli
quam
ft-a
aride
pugnam
all'
Thessaloni-
cam Lucanus
s'accorge che,
adnotasset
l
pensa di
mettersi
l'altro,
opera.
Veramente
per
l,
gli
manca,
l'argomento.
Ma
ere-
(')
Benvenutus DE
Imola.
6, p. 58.
UMANESIMO E CONTRORIFORMA
dete che questo gli sembri grave impaccio ?
No qualunque argomento
:
egli
avesse saputo
adnotare
>
e allettare
con
fini
la
torma
il
- del poema epico, Coluccio non vede che 1' adnotare e tosto si sarebbe messo all'opera, ci assicura, se, per sua fortuna, non si fosse fatto a considerare quante noie avevano a^1lto gli antichi, per esempio
Ovidio, dallo scriver poemi, quanto fosse incauto mutare la serenit
alla
sua gene-
razione, e
la storia,
quei rapporti
di
finire
rinascimento,
letterati ?
turberanno
Non una
fatto
parola di
tutto ci.
ficiniano
pareva
all'
apposta
dell' arte
per
domande intorno
essenza
che
la-
un sopravvivere
sciare senza
dello
una qualche
mano a mano
staccando
la
un
il
non ha con
e
non
le relazioni di
ci
che rapporti
siano fra
ideale
e reale,
il
Pulci
guarda
(').
fa-
bellae
pii,
i
Pidcianae
Non
di
senza scrupolo, in
ratura, forme
non
ariostesche
il
Non
(*)
Della. Torbe
secchi 1902).
CAPITOLO
1.
l'
errore e la colpa,
essi
avrebbero creduto
est
con
l'
antico
lasciva
nobis
lingua^
Qualcuno avrebbe potuto anche dire al Poliziano Se dunque r arte dei Toscani pi. non ti piace, torna veramente alle forme degli antichi che tu adori Ma sai tu che cosa sia un poema epico ? Che cosa sia una tragedia ? E su che cosa l' una e l' altra si reggano ?
!
allora
il
poema
epico
interrottosi
quasi da
s,
press'
poco come
il
sogno di Coluccio.
le figure dei
due umainterru-
il
il
commento migliore
s'
all'
zion delle
Stanze
Anche
il
Poliziano
in
era
accinto
scrivere
di
un poema
nell'
epico quasi
sbadatamente,
un improvviso
il
rifiorire
segreto
dell'arte
stesse
adnotare
Ma
il
tosto che
il
primo volo
di fantasmi si fu spie-
gato,
il
Coluccio.
E
:
forse
al
suo
mefistofelico
oppositore
ci
Io molto
amo
ma
che tu
ma
cerco
pi
da presso a me,
facile e
>
ma
ci
suggerito da
non del resto immagine uno di quei particolari minimi adombra sovente le sue confidenze
il
Poliziano
i
si
trov
veramente a
e
plutei
si
d'una biblioteca:
in
1'
ne sostenne curiosamente
lo
Il
sguardo
ma
ritrasse
<
tempo per
non rimanerne
offuscato.
il
suo Mefistofele fu
Arte poetica
s'
di alta
Aristotele. Ci racconta
accinse
all'
impresa d ripulire
s'
ex maculis
dovesua,
vano essere
due
di
mano
di parecchi
il
quella
non
il
Poliziano,
antiquis
eonfereri-
UMAXESIMO E CONTRORIFORMA
diisH
(').
Dunque l'infaticato
il
Toluto riconoscere
codice critico
di
quella, ci
s'era
fermato
su,
anni,
aveva anche
quasi,
trascritto.
Ma
ri-
non ne aveva
fatto
nulla;
sua
e,
senza
volersene
dispetto
nel
Poliziano
il
che
risep-
sua fatica:
c'era
medesimo
stato
Monna
del Giocondo
il
il
ri-
lirica
>
del Panzacchi ?
d'oro
amava con
donna
dalla
fresca
bellezza e
il
Ma un
primo
lei
sua maniera, un
fa
ritratto,
certo
tutto
inafiferrato in quella
gli
sfuggisse; se la prese
il
un poco
lavoro,
capo un cenno
di scontento
(^}.
il
ritratto
Anche
quasi con
l'
il
dell' antica
poesia e
V amava
la
sua
donna
guardar
con
l'
istessa ingenuit
andato a guardare
tutto
il
ritratto.
Ma,
ora, quello
svelava
un mistero
biblioteca
medicea. Cos
il
legisla-
con
un
po' rigido
prodesse rolunt
et
deleetare poetae
(')
RoBKKTELLi
Commento Pref.
PANZACcm
8
si
CAPITOLO
I.
della
metrica
del
buon
senso
Ma, quando,
sotto
l'
inquisizion di Lutero,
il
un improvviso
nelle
fer-
vore di responsabilit
occup
pensiero
latino
sue manife-
esame
di coscienza. Il
primo impulso
al concretarsi
d'un problema
del quale
sue origini,
di cui
:
suoi
fini,
suoi rapporti
la
rivolta
l'
luterana
aveva
e cos, sotto
assillo di questi
nuovi bisogni
spirituali,
mente
fra le
le
parti
dotti,
mani
degli umanisti
quasi da s
non ultimo responsabile Arte poetica venne sola, s'accord alle nuove
1'
inquietudini, e le inform.
si
fenomeno rarissimo
critico
:
la rapidit
con cui
un decennio mut l' aspetto della letteratura. Vedete per esempio: nel 1547 un problema critico che ci tiri fuori dalle idee generali del rinascimento non esiste ancora nel 1557 e' gi tutto un sistema di concezioni e di opere che sembrano nate dal nulla, tanto sono nuove e diverse, nella sostanza, da
concret allora
il
problema
Bisogna
il
sofia scolastica
costituirsi
morbosa
una
tale,
del
dogma
Pare che
nostri
scrittori
s'
accorgessero
rispetto
rinascimento,
un
po' inquieta,
prima che
sistema.
Ma, se
si
vuol insistere
f)
Il
Spingahn
La
UMANESIMO E CONTRORIFORMA
nel paragone, la differenza essenziale fra
l'
uno
V altro
fatto,
quella
si
che gi abbiamo
Dante,
per
esempio,
estranei
elementi
della
di
avicennismo,
mistica
averroi;
smo,
agostinismo
di
tante
correnti
medievale
in
con
l'assillo delle
filo-
aggiungono a rinfoe
della
:
colare le gelosie
umanistiche,
morale.
(')
Non
sono pi
luc-
cichio di
pugnali
l'una
e l'altra
quel
sangue
umanista
noscritto o l'interpretazione di
un verbo.
d' Aristotele,
e' era,
favorire
questa
palingenesi
dicemmo,
e
il
come
dell'umanesimo,
si
mutato,
fosse accordato
con
nuovo Platone
e,
il
la tenace e assidua
i
mossa
tempi,
in questo
suoi
trionfi
dell'acca-
demia quattrocentesca: ed
fede,
tal
dei
ma,
Mi
vano
trov
le
soccorre
una specie di pregiudiziosa antipatia. una peregrina citazione. Alcuni anni fa, quando infieripolemiche sul modernismo, uno scrittore gesuita intransigente,
si
direbbe, da
periodo
:
del
rinascimento
neo-
modo
di sbozzare
la
filosofia
il
paragone seguente
La
filosofia dei
moderna di quel tempo > (*). Il paragone, certo, tirato, ma, intanto, da un competente fu fatto. Basti un solo episodio riferito dal Dejob. Nel 1574 il Mureto, umanista largo d'idee, ma
platonici era
devotissimo, incomincia
un suo
uno su
(})
Charles Dejob
Un
professeiir
fran^is en
Italie
dans
le
seconde moi-
ti
du
(-)
XVI
Padre
siede
(ed.
Thorin 1881).
:
Ramondo Rciz
p.
15.
10
CAPITOLO
I.
il
il
primo
il
che
se-
condo.
tore
Ma
il
nome
l'
solo di Platone
il
dava noia.
tosto
giunge
al let-
r ordine
di troncare
corso su questo e di
continuare invece
a suo
beli' agio
di Seneca,
ma non
si
parlasse di Platone
Perch
altra
Per
la
stessa
ra-
con o
senza commento,
travveleno
succedono
una
all'
come
fossero
un con-
un
talismano.
Ne
mento.
di
apro a caso una del milleseicentocinque, nuda e senza comPerch - mi chiedo - 1' editore ne ha sentito il bisogno?
Trovo
filosofi
la risposta nella
breve prefazione
per combattere
perfidi
Germania.
la Poetica
ne beneficiava.
anche su
per
Ma, prima
ci
evitar di confondere la
questo
svolgimento
spirituale con
effetti;
per non
del
ri-
affrettate,
sempliciste
conclusioni
Set-
falso della
coscienza ....
la
buon gusto fu
da quelli
co-
(').
chiama marinismo
controriforma
:
di negare gli
influssi
della
e se
una
documentata
di
di tali rapporti
non
stata
con rigore
di essa si
tal
molto
che a
materia
Sono questi
zia della
s'
il
e,
Medio Evo
si
21
Luglio
1542
l
istituiva
ed uno degli
lette-
Uffici della
rati.
se,
permesso di conUf-
(')
Settembrini
t.
II,
cap. LXIII.
UMA^iTSIMO E CONTRORCFOEMA
11
fizio, vi
riflui-
sce e si aggira
infrangibile e
Cardinal
Sirleto,
mistico volto
un
il
(').
Egli
<
De-
job i
Da
non
la
tutti
punti del
il
mondo
sapienti gli
propongono
ziamenti,
ma
>
Yale
pena
di ricordare
qualcuna delle
sola busta
solo
gli
il
interessanti
notizie che
il
Dejob ha ricavato
Vi
si
scoprono in ginoc-
ma
appare come
uno
degli spiriti
meno
E
tori,
mentre
il
come debba
intomo a
regolarsi
con una
il
lui scoperta
S. Pancrazio,
Vetsi
raccolto
ma
su
Ed
era,
il
Sirleto,
nobilis-
come
ma
piet
un
difficile
favore
<
ho
da
vivere,
come
spero, palesare al
libri
mondo gran
doner a S. V.
che ho a casa,
altri libri
quali ne sar
().
Apostolica >
disporre in
in
a cos
modo che
et
les
(^)
Dejob
Op.
Un
professeur, gi
cit.,
p.
239.
cit.,
p. 478.
12
alcuno pi per
1'
CAPITOLO
I.
quasi
parlarne
Ma non
occorre por
mano
:
alle
buste
Vaticane
della
fermarsi al
ecclesia-
contatti
potest
del
basta leggere le
lejttere
Cardinal Bacontro
il
due
stelle
della lotta
protestantesimo, o le tante corrispondenze degli umanisti; basta consultare gli archivi delle facolt italiane dove questa vigilanza dell' autorit religiosa sulla scienza laica
civile:
Alemagna
(').
Quanto pi
s'
abisso
sostan-
ziale diversit di
Ma
dall'
conchiudere - come fu
tutto quel
cattolica,
movimento di idee chiamato, nella sua generalit, reazione come il sovrapporsi al pensiero di una forza estranea, autoesso,
noma
e indipendente da
di
vita
esteriore che
abbiamo
indicati, per
gimento e
vita,
Carnesecchi,
il
Bruno,
:
il
Paleari, accettando
ed
effetti.
Il
inquisitori che
di
noi
Siam
tratti
a rappresentare
come
s viatori
corruttori
esso,
non
l'im-
furono, in realt, se
non
idoli, ai
il
come
vinto e smarrito
(')
Cfr. in
Bhugi
Per
la storia della
giurisprudenxa
delle
universit
italiane (Unione Tip. Ed. Torinese 1914) al cap. Gli scolari nello studio di Pa-
p.
122 e
seg.
UMANESIMO E CONTRORIFORMA
13
tutto
resto, per
quanto riguarda
la critica letteraria,
pu esprimere in forma assai piana ed evidente, ripetendo legittima conclusione cui venne per esempio il Dejob, dopo letta
<
Possiamo bens -
egli dice
- trovare delle
confi-
ma non
pos-
> (').
In realt,
si
costituirono le prime
il
nuove
nostro
interesse
per queste,
ma
accrescerlo
e accrescere, insieme,
il
il
desiderio di sce-
d' insoddisfazione,
met del 500, come noia del rinascimento e nostalgia del Medio Evo, dopo due secoli di contrario sentire - quel senso da cui prese vigore come prevalente forma letteraria la critica - e' era
appunto
la coscienza del divorzio
;
avvenuto
fi:^
arte e vita
dopo
la per-
sintesi,
rinasci-
mento aveva
d'
E come
e penoso documento di esso, la critica,, la quale, tentando di riporre r arte sotto una luce di eternit, viene a scontrarsi naturalmente coi massimi problemi del pensiero e quindi con quello religioso. E non
pensiero critico
della
si
sviasse fino
una concezione
poesia che
l'
Insomma
cora, per
dell' arte,
l'
Italia in
r ultima
volta, la
prima a concretare
il
problema
critico
modo
mondo
alla
Germania,
le
all'
Inghilterra,
di
l,
le
quali,
modificando e reagendo,
ma
prendendo
mosse
elaborano le
l'
si
Italia,
dive-
(')
Dejob
De V influence
gi
cit.
p.
40.
14
nuta da ispiratrice
il
CAPITOLO
I.
ispirata, parecchio
distrigato
viluppo in cui s'era come impigliata, per opera della sua grande
sofistica
si
buono e
Italia.
distinguere
in
Italia,
in
fra
che cosa
la
gli
consistette
il
costituirsi del
i
problema
critico
met
sfugga
se-
del cinquecento ed
non
solo,
cose nostre,
la
formazione del
centismo, ma, di pi, qualche ragione fondamentale della teoria pseudo-classicista francese, della stessa rivoluzione lessinghiana, del
teorico in cui lavorarono,
il
mezzo
non senza
massimo Cervantes e
il
CAPITOLO n.
Il
Fracastoro.
prima met del cinquecento. Formule l' originale - Valore d' una interpoladi
SoMMAJMO.
1. Accenni
:
aristoteliche
del
Folengo
transi-
2.
Vida
critico oraziano:
Trissino e le regole;
il il
Daniello:
sua visibile
delle
tica
le
-
tendenza a inquadrare
morali
dell' arte
nelle
Il
formule
aristoliche
il
problema
finalit
tra
3,
le
Fracastoro e
Dialogo
De Poe-
nuove timide aspirazioni letterarie e idee del rinascimento assai conforme alla figura storica del Fracastoro.
Presenta
un contrasto
pu parlar pi quasi con le stesse parole di filosofia e di poesia, d' arte e di scienza - Come non si pu pi parlare con la vaghezza 1' uno accomodante d' un tempo dell' utile e del diletto assegnati alla poesia si
4. Come non
altro
-
Fonpoeta
tano
Navagero.
Il
bene.
5, Gravi conseguenze
dell' indi-
Acutissimo presentimento
1 destini del
poema
del rinascimento
di divisione fra
la
natura
e
l'
1'
uomo
Punto
V una
altra
il
Se
il
alla IIoitjxixt]
del
che,
1548 - e
reagendo
secenqual-
critico
complica e
si
tismo -
il
un
nella
cerchia
degli
studiosi,
fin
da
riflession
critica e, a lor
modo,
filosofica,
che
sono
l'indizio
Non
16
di espressioni aristoteliche ci
CAPITOLO
II.
potevano
essere
in
qualche
orecchio,
eru-
almeno
dito,
fino dal
1498
quando l'arditissimo
quell'antico
la
Valla,
capriccioso
non
ma
aveva pur
il
fatica
medesima,
in quell'
mentre
Aldo
prima
puri
Manuzio, editore
edizione
d'
anno
la
dell'originale:
ma
erano,
l'una e l'altra
si
versione,
adattavano
molto caute e
e
si
per
allora
indecifrabile
desti-
navano
al
futuri.
presentano le prime
allusioni
alla
IIonrjTixT]
nel Daniello, nel Trissino, nel Fracastoro, nello Speroni, nel Giraldi,
di questo rilevata
(')
(son citazioni monche, con aria di reminiscenze di scuola, frasi staccate dal contesto e alienissime da
quello)
si
ha l'impressione
il
che,
frammento,
dei
classici,
ne
le posi
teva avere ispirate. Questi primi contatti con Aristotele dai quali
come
alla cieca
il
poema
resto,
l'
sono testimoniati
d'
aria
una
interpolal'edi-
fermarmi confrontando
IX Zanordanus
si
trova a
tri-
dalla
buna
di
un
tino,
....
(').
non
e'
(')
Op.
cit.
p. 64.
V.
()
C. LX,
447
(ed.
Laterza p. 201).
IL
FRACASTORO
17
struzione.
cile
Ma
su quel che
il
diffi-
non trovarsi
d' accordo.
canchero
col
si
fa-
carme
Ma
quando fu
scritta?
da chi?
Nell'edizione Toscolana
versi
ci
Folengo - questi
non
ci
sono
n forse
Compaiono
in quella
Cipadana del 40
carattere
con
l'
aggiunta
d'
un
altro
scolaresco:
rimangono,
1552.
senza
detto
postuma
Ma
brato
di chi
sono ? Sebbene
una sapienza temeraria, questa volta mi ci affido con bastante sicurezza e affermo: i versi citati non sono del Folengo. Per due ragioni, almeno: la prima che il Folengo scrittore maccheronico
ma non
;
seconda
Folengo, naturalmente,
essum
e sta bene.
Ma
che
e'
entra
regole
le
che
gli scolaretti
non
vi toccher
fermarvi
all'
allora ?
valore che questi rozzi versi assumono per la storia del regolarismo
aristotelico nei suoi primordi, intorno al
fu
il
L'opera
usc
dopo durante
l'
ci s' interess
sempre,
ma
di lontano:
onde
le
mende secondo
la stessa
avvertenza prelimi-
(')
cfr. le
Opere Latine
(-)
V.
II p. 364).
Dove questo
Amsterdam
lt)92, p. 145).
ToFFANix.
La
18
Lare.
CAPITOLO
II.
La spiegazione
di questo passo
della
sua presenza mi
il
par
s'
quale, mentre
ac-
grande
satira
del
mondo umanistico
contemporaneo vedeva far capolino^ nel metodo di esso, la novella tendenza scientifico - aristotelica della quale il suo poeta non aveva
avuto
sentore.
Sicch, a proposito o a
di cacciarvi dentro
e,
sproposito,
quasi
colmar sgram-
un accenno a
il
quella^ conciso
come un
maticato.
quelli
seguito di appunti
in
nome
Furono
interpolati
dunque
fra
30 e
il
40
e son proprio,
anonimi
versi, la
morto,
la
satira
del
poema romanzesco, che in realt era poema classico-aristotelico che non era
ancor nato.
Bicordo un
excerptum
della
da
Ermanno
stoteliche
il
citazioni
ari-
con cui
i
il
validare
loro
primi pensieri
di
Ari-
parleremo
al capitolo
Y, un
tal
Per ragioni d' ambiente, di cui metodo doveva attecchire meglio che
quale
altro
S'
alla
il
Fracastoro e
il
Trissino.
non ad
ridu-
della
di
espediente dii
dattico con
il
quale
si
discepoli
1548,
il
vanto
del
Kobertelli
accingersi a sconvolgere,
i
con
il
belli
bada
al
decenni
affer-
1500
al
marsi
del
di cui
il
bisbiglio intorno
alla IXonfjTix-^
(')
IL
FRACASTORO
19
degli
era
un
effetto e
un segno, indusse
si
taluni
ultimi
umanisti a
non
siste-
trovarono a dare
aspetto
un periodo,
dalle
gi turbati
tendenze e dalle
il il
critiche
dei
tempi che
si
preparavano.
Un
di loro, in particolare,
Fracastoro,
arriv a scrivere
nell' atto di
una poetica
il
rinascimento,
si
cedere
riassuma e
confessi
un
i
raffronto e di
caratteri del
un con-
momento.
il
rinascimento
ebbe o non
!
ebbe
un problema
del
Tris-
La sua
sino,
in misura
assai
rinascimento che
fa
pensoso di se
qua e
l,
suonano
strane e aspre
agli
orecchi
di
molti umanisti.
ci
interessa
quasi
unicamente
trat-
abbia sentito
il
desiderio di scrivere
un organico
il
Quanto
al trattato,
suo
uomo
(
del
rinascimento
(1'
opera fu pubbli-
cata nel
1527
(')
e fu scritta
un
Il
hanno per oggetto questioni piuttosto Vida, insomma, lavora sulla falsariga di Orazio
chiam
la
sua
trattazione
lo
del fa-
problemi com-
con
le frasi fatte
di lui, cio
et
non
*
li
tocca;
come quando
Berni che,
ripete
il
famoso
delectare
prodesse
di
e tira via.
il
desiderato
i
pi dal Vida e
buonora
nascenti
filosofi
della lettera-
C) Vida
De Arte Poetica
(1527).
20
CAPITOLO
II.
accademica
ma
(').
N
cia di
si
pu dir nulla
di pi profondo, intorno ai
1529
{").
Nessuna
di
discussioni
aristoteliche, se si tolga
quella
passione
un
Per
molta
l'
spontaneit,
egli
accenna
storia alla
che,
per
imitare
:
Omero,
si
deve togliere
argomento dalla
maniera
di quello
si
forme
classiche.
Ma
i
si
fa interesse.
In
generale
non
osserv
il
Saintsbury
(^),
superficiale,
egli
come
tra
ha avuto
e'
che
il
non senza
il
Daniello
uomo
di fede e le preoccupazioni
egli riconosce che, fra
da parecchio. Ora
secondo attributo.
intinti nell'
imitare e insegnare,
e'
contraddizione evidente,
il
ma non
si
disposto a
deve insegnare e
il
parimente
(^)
:
poeta deve
essere
un
po' filosofo
i
senza essere
perfetto
Theologo
et Filosofo et
avere almeno
filosofia
principi della
sopra-naturale,
naturale
morale
C)i
(') (2)
Behni
p.
56.
Tbissino
La
:
Q) Saintsbury
1900-904).
('') ()
history of critioism V.
II,
p.
43 (Edimburg
p. 21.
Londra
27.
IL
FRACASTORO
21
dalo
quando
la limitazione
ma
miti-
Ma
nario,
egli,
ha
indubbiamente meditato.
Non ha
secolo
origi-
ma r
pensiero e,
ha ha
sotto,
e'
senz' altro,
una parafrasi
tanti
falsificatrice e
ci
toccher
di
Similmente bavere
dee riguardo che la favola della tragedia sia dirittamente composta. per essere la tragedia
imitatrice
si
E
sti
delle
pi
terribili o miserabili
cose,
non
lecito
giati
(').
primo rappredella
si
esaurisce in
un amore
il
forma
puramente
retorico,
mentre
contro-riforma, anzich
processo di
risanguarlo di ispirazioni
pili
profonde, ne favoriscono
si
decomposizione verso
abbia usata la parola
il
secentismo. Il Daniello
bordello
duole
>
,
che
Dante
parola disonesta
sonanti
e loda invece
come degne
onde
{*).
di molto uso le
parole
tromba - splendore -
Ma
tempo
si
colui che
veramente
intu
ed
espresse
lo
spirito
del suo
di transizione, e, in
uno
che cosa
at-
con evidenza
che
gli
merita
ma
ri-
massima Leonardo
egli diviso
non
molti
sentir
pur
Il
dialogo
De
puro
stile
andatura serena
22
e
CAPITOLO
II.
un po' diffusa, nella idillicit campestre dello sfondo il Navagero illustre letterato veneziano, depositario
Bardulo che
la
si
svolge tra
verit, e
della
va a stuzzicare e
incitare,
con
le obiezioni, nel
pene
una evidenza
abbiamo
il
cristallina
va
indicato subito.
Il
ereditato
dai
grandi
maestri
rinascimento e'
il
Sannazzaro e
basta pi
oggi
in noi
un bisogno
di poesia pi
non
incom-
monco. Quelli
si
non chiedevano
pi
di pi
oggi
addentro
le ra-
gioni
e'
tica serenit,
un dubbio di natura filosofica che, sovrapponendosi all' annon ci lascia andar oltre se non ha avuto risposta.
?
Da
Aristotele ?
Non
si
lo
affermano
non
si
ri-
pu salvare
di
solo
d' Aristotele la
quale
manco a
dirlo, la
fraintendono,
:
mostrano
accalorano
(Si
non
direttamente
nel testo
ci s'
intorno
il
badi
Fraca-
medico e
d'
aristotelismo
padovano
s'
come
ed
per
Trissino.
Ma,
la
muovono
di
riconoscere
admiratio
questo
che,
venendo a discutere
d'
una pi
e
loro sen-
il
dialogo
si
chiude con un
(')
Cfr.
Morelli: Notixie per servire alla storia dello Studio "Vedi anche Rossi G. ; Fracastoro e I, p. 349-50.
di Padova
l'
aristotele-
simo (Pisa
1893).
IL
FRACASTOEO
23
come
il
la
squilla
fu-
Se dunque - dicono
essere pi
l'
nostri
ragionatori -
diletto
l'
non
pu
utile ?
come
<
avviene che
da che dipende
ut
idem locus alterum poetam, alterum phlosophum faciat ? > ('). Le ragioni che erano di moda una volta, oggi non soddisfano
pi: nessuno avrebbe
il
il
poeta sa
tutto e
locorum
descriptiones,
multa de imperatore, de
e,
milite,
)
perch queste
che
ne
trat-
Ma
l'abbattere questa
:
conseguenze
tra le quali
menzogna convenzionale non di poche una totalmente sfuggita agli umanisti che
:
utile
:
non pu
essere soltanto
rio
il
questo
dilemma: e chi
suggello del
tempo. Ecco:
o l'utile strettamente
non
il
fondamentale
indifferente,
di
quella
scivola
diletto,
quale, lasciato a s,
non cosa
ma
per sua natura nell' immorale e nel lascivo, vere miniere del piacere.
Quindi
la poesia
immorale,
seiunxerimus, nihil video superesse praeter delectationem : sic autem, ut prius dicebatur, in indigna et ludicra relabemur (').
con
me
o contro di
il
Fracastoro,
con
Fontano - e
riesuma-
zion
di
Aristotele.
Ma
allora - osserva
si
nostri
buoni
ri-
con quella lor sicura e comoda teoria che il poeta imita pe'fectiones et excellentias rerum ? Perch - dice egli - io mi ricordo
.
Sannazzaro (1456-1530)
il
ad ammirationem
(')
p.
324.
C)
Id.
(')
p.
337.
24
Proprio cos - risponde
nulla
!
CAPITOLO IL
il
Navagero -
non avevano
storia,
risolto
Quel vecchio
poesia
concetto
umanistico
non
contraddistingue per
che,
nulla la
per
esempio
dall'oratoria e dalla
an-
insegnano a dire
apposita ad
aml'
mirationem
ob-
Anzi ....
s
si
si
raccoglie in
stesso e
ricorda
per,
un
misterioso libro
un oscuro
inciso
in
cui
poetam ab
(').
aliis
quod
Ci avviciniamo
esclama sorridendo
Navagero
(*)
l'
ed veramente sua
ben salutata
dall'
travisata
qui
anche
nella
citazione
sbagliata
il
(nella
citazione
aristotelica
il
non
si
ma
fra
poeta e
lo storico) ci
non avesse
Poerive-
conoscenza
diretta.
specifica forse
larsi d'
qui
come ricordo
Allora
di scuola.
dialogo
si
fermano a pensarci
;
su, e
il
ne
quello che
loro
domanda il poeta non essere libero. Ma, di fantasmi platonici come sono, danno a quel pensiero un' esfreschi pressione platoneggiante che veste d' un colore di rinascimento la pritempo gi
di controriforma
:
ma
per,
siffatte
essi
riescono a trovare
vedono chiarita in
l'
diletto e
utile e
intendono che
il
sotto
un
aspetto universale
quando prescinde da
utili.
di
altri) e le riduce
ad essere belle e
Il
(')
C"^)
p.
Il
338.
Navagero
:
uma-
nesimo veneto in questo periodo di transizione fra rinascimento e controriforma. La storia di Venezia (Milano 1919) p. 217-19 con le anSi veda E. Musatti
nesse ricche indicazioni bibliografiche.
IL
FRACASTORO
Z
passioni, e
s'
delle
erranti
attiene al
Senonch, a questo
i
concetto
profondamente
empirico e acco-
modante,
filosofico;
modo
dicono che
il
ad alcun
particolare,
unumquodque
cosa,
ci
pro-
positum
sit >
(Per
<
dicere simpliciter
circa qualche
inten-
dono appunto
Dicono che
da
che pu
e persuadere,
ma
non intorno a
ideam
sibi faciens
liberam
et
quae
an-
rei attribu
?
possunt
(').
il
rinascimento? e
il
Sannazzaro? e
principi
;
Fontano
In fondo anch'
il
stessi
fine di abbellire
ma non
in tutti
avevano badato
alla limitazione
che oggi
impone,
e,
invece,
e integrata dal
Navagero
cos
buona nei fondamenti, viene corretta e Quam ob rem, recte Pontanus dice(*).
dum
si
la
preoccupazion
moralista
del
tempo
una incolpevole riga aristotelica a il campo della poesia viene da questa nascente teorica, e li enim singu-
impliciter
rem nudam uti est, Poetam non hoc: sed ideam pulchritudinibus suis vestitam, quod universale Ari(*).
stoteles vocat
di
natura
il
ad
altre
del
Daniello
pensieri,
aveva
pur
detto,
il
poeta
>
)
non
ma
idee
migliore la
rende e pi perfetta
derne,
si
vedesse
realt,
un presentimento
per
rispetto a tali
di altre idee
mo-
un accenno. In
moderne,
(')
Id.
(2)
p. 340.
e)
Id.
26
CAPITOLO
II.
un
buona volont, un
tale
accenno
si
la riprova
il
irrefutasi
Fracastoro
vede
come
riconoscimento della
il
mondo
letterario si
fatti
Mentre
egli scrive,
la poesia,
come
tale,
non ha
rivelati
senso storico
dei prossimi
un disegno
fedelt.
La prima conseguenza
rester limitato in
dunque questa
( in
che, accettata la
il
corre-
campo
della
erit
poesia
poetica
modo penoso
,
angustum valde
sermo-
nem
simpliciter
pulchrum
ne resteranno escluse o
sono
mischiate
storpiate,
specialmente
in quanto
si
riferi-
umana
indigna
accettabile
et
ludicra
e quasi
da
Di-
quelle.
Rester
solo
un' unica
forma
d' arte
l'
il
poema
eroico
se
il
eroico ?
cendi
modus qui
omnibus pulcher
egloga,
et
sit
- osserva Bar-
neque
magna lyricorum
il
Navagero:
Genus enim
:
il-
unum
est ut forte
heroicum
per illud
tamen non semper scribere poeta vult > {'). Quando verremo a parlare delle angustie
il
dei poeti
italiani
per
poema
il
lettore si ricordi di
il
queste
si
prime
esso
rinascimento
raccoglie in
di
e,
figlio
profonde.
il
il
Navagero
lato
simpliciter
pulchrum
>
e,
poi che
(')
p.
346.
p.
347.
IL FRACASTORO
ciso,
abbellisce, allieta,
(').
pulchritudineni
nuUam
omittit
quae attribu
rebus possit
non ha ...
Bardalo,
Piano! -
gli ribatte
che,
questa volta,
la
veramente
la segreta coscienza
del
il
tua
correzione
aristotelica
non
diventi
falsit.
Altro
che
il
simpliciter
simpliciter
che
cose
che sono
extra
rem
e,
se
non vuoi proprio considerarle e extra rem > ma, piuttosto, come un bel vestito rispetto a un uomo, insomma son false.
di meglio
che
la
solita
menzogna convenzionale
di genio, che
del
momento
storico e
un lampo un palpito
gli facesse
intravvedere,
sotto
l'
un baleno, che qualche cosa di profondo si questo superficiale mutar di teorie. Perch, questo bisogno
l'
come
cela
del-
entrare negli
le
argomenti
le
poetici
d'
un
argomento nupvo
con
le
l'
uomo, con
:
sue miserie e
sue forme
la
d' arte
la tragedia soprattutto.
Ma
del
Magninatura,
non
tutta
ispirata
totale
et
dalla
gioia
della
dell'
indifferenza
uomo
hoc aliud
addara
si
Bardulo,
forent poetae
Non
fu Virgilio
Queste parole
son
vera-
mente parole
d'
uomo
del rinascimento
le
conside-
(pure
at-
Ma
ci
si
fermava
alla
natura,
non
:
descrittivo
che rendeva
difficile il
sorgere
d'
pre-
d'
natura
senso
delectare e
prodesse, in quel
(')
p. 354.
(2)
p.
360-1.
28
fectiora et
CAPITOLO
II.
magis chara
brutto.
il
Ma, davanti
all'
uomo, cio
inevitabile
perfectiora et
pi
umane
passioni.
Ed
ingenua
poesia del rinascimento, diventata adulta, poneva gli umanisti a considerare la grande arte antica - duce Aristotele - da pari a pari
;
rinnovare
le
tragedia e dell'epos:
delle
si
:
poeti,
fronde e
il
folleggiar
mano
una materia
plume, debole e
cui pensiero, a
il
crosciante uragano.
CAPITOLO m.
Francesco Robertelli.
Sommario.
1,
Il
Robertelli e
il
suo commento
Genesi accademica
dell' opera.
:
os-
Ti.o.r^v.y.r^
falso
2. D come
il
diletto?
Se l'ogil
fine ari-
dev' essere
il
diletto
Ma
il
se si tratta dell'uomo V
3. Prime questioni
1'
specie e a impostare
dev' essere o
problema morale. Se
si
rappresenta
uomo, questo
-
buono
o reo.
4. La catarsi
-
pagana applicato
Come
In-
La
umani secondo
-
il
paganesimo
di Aristotele
il
cristianesimo di Platone
Edipo e Giobbe
- La quale consiuna quasi fatalistica rinuncia a riconoscere la traccia degli dei negli eventi umani - Aristotele e Euripide. {>. Il Robertelli davanti a questo problema - La sua buona dissposizione a intenderlo troppo sviata dalla volont di dedurne un significato cristiano. Il problema morale gli si concreta sotto la penna suo malgrado - Se si rappresenta 1' uomo nella sua complessa vita, non si pu pre-
una pagana
si
presentasse
interpretazione, e
come
tutto
questo
incerto
polarizzasse
intorno a poche
critico
dell'edificio
commento
rimandando a poi
lo studio di altre
30
CAPITOLO m.
Fracastoro.
in
Tanto
pi interessante
il
compunto
filosofo e
da quello che
il
suo tempo voleva che ci vedesse. I contempocome poeta e uomo di gusto, ( decus novem so(') ).
l'
rorum
lo dice
il
Giraldus
Figlio
del
rinascimento,
egli,
e,
per
per
conto suo, anche la professava, quando la lettera di Aristotele, scontrandosi con le idee del suo tempo, non lo costringeva a parlare in
contrario. E, forse, la genesi del suo lavoro,
tare, fra altro,
come
della
si
pu argomenpi
di
prefazione,
acuta e
Questo umanista straniero, appena trentenne, accolto con protezione nel cenacolo mediceo, celava, sotto la sommission delle forme,
alterigia, e la
si
pretendeva superiore
Da un
lui
l'
audacis-
simo disegno
i
d' accingersi
fin l tutti
sapienti, 'desse al
mondo umanistico
in-
titolazione dell'opera, del resto, molto chiara per rispetto alla psi-
non
lascia
dubbio
t'
sulla
superbia
dell' offerente.
;
De
Medici, poi,
Tutti - egli
offrirti
dice -
Cosimo,
io,
che
non posso
una
nessuno
r ha mai
e faccio
tentata.
Son
tre
in
l'
inter(*).
ora
il
lavoro finito e te
offro
(')
LiLius Gregorius
Giealdus:
De
poetis
nostrorum
temporum
Arte
(Basilea
1580) Dialog. IL
(^)
Poetica
explieatones.
libris,
multis
in
loeis
emendatus
fuit,
jam
diffieillimtis
C) Dedica.
FRANCESCO EOBERTELLI
31
ri-
guardando
bene
si
il
alla
il
contenuto,
egli
vede
posto che essa viene ad occupare nella storia: cos bene che
altro cedergli la parola.
pu senz'
del
appari-
scono come in
un mondo sorpassato^
da oggi, comincia ad essere una scienza.
Infatti
si
;
La
la
letteratura,
vera grandezza del filosofo Aristotele, per rispetto alla poesia, seppe redigere
le
eh' egli
arti
quae antea ab
aliis
ci fece
non seguendo un
ma
cercando
il
perch
delle
cose, la
queir eterno
legislatore di poesia,
il
quale
<
summo
Consilio
ac
(').
Quelli
che
il
oggi
commentano bens
da
filosofo
ma
che ne
cosa turpe
la
mancanza
fisica
d'
una scienza
:
che studi
singoli fini e
e deU'astrono-
per esempio,
si
va a tentoni.
di
conseguenza,
neglecta in tenebris
>
un mondo nuovo
ritico
e che
il
rinascimento
:
finito. Infatti
il
primo concetto
il
r antichit, non
ha neppur veramente
pisana - che
stu-;
tra,
,
Universit
come
il
volendo
esser
integra-
una
rivoluzione. Egli
filologia
ad insegnare
32
fare
CAPITOLO m.
fare
come
soleva
vogliono
osar
Id
cum apud me
esset statutum,
Aristotelem
si
volse a con:
siderare
il
l'
epistola di Orazio
e di che superbo
compatimento
Quella non
piuttosto
in
unum
Ora noi, senza pigliare sul serio le auto-esaltazioni del Robertelli, dobbiamo riconoscergli per questa sua singolarissima posizione storica dovuta per buona parte al caso: e dobbiamo tenergli conto di due sue osservazioni che sono anche due modeste profezie. Anzitutto cosa magni negotii - egli dice - interpretare un tal libro per primo. Quando ci sono dei predecessori, gli stessi errori e fraintendimenti di questi giovano a quelli che vengono di poi e li mettono
in condizioni di poter intendere meglio. Il che avviene davvero
i
per
molti commenti alla nonrjTtxT], la cui storia una vera catena, tanto
le interpretazioni
del
successivo.
altri,
si
Egli
libri gi
esposti da
e'
da insistere e dove
belle e pronte.
da
la
andare
trovano le questioni
per
Poetica
fu proprio cos.
Laddove
primi
commentatori
mettono
la
far-
onde
del
pre-
giudizio medievale
le
dell'enciclopedia,
a poco a
particelle
su
cui
gravita
veri
commenti tenderanno a
fondate sui principi o
posto a poetiche
aver
aperte le vie
della
poetica
aristotelica.
()
Id.
FRANCESCO ROBERTELLI
33
Semper
insita fuit in
omnium animis
sententia, librum
bone Ariposset
nullo
(').
cessori,
possiamo anche
ci
che
essi fecero
nostra
atten-
la storia.
Nel proemio
se
il
il
l'utile o
la
diletto, e,
chiarezza
saa anima
d'
umanista,
trova divisa
la poesia
che,
riguardando
solo sotto la specie del mito e della fantasia, le riconosce senza dissidi
una
finalit edonistica,
vagamente temperata
della
dall'
ammettere
gli
utili effetti
della bellezza
il
come sublimatrice
dignit
dell'intel-
letto
e,
itrice
oscura.
retorica,
Anche secondo
l'Aristotele della
(la
delle
cinque
facolt
dimostratoria - la dialettica - la
grammatica
quae
il
),
la dimostratoria
il
ha per oggetto
la
probabile, la retorica
persuasivo,
sofistica
che probabile
il
ma
e
!
falso e
est
favoloso:
(*).
Povera poesia
il
Quando
s'
ammesso
ci,
bisogna
riconoufficio
scere che
la favola e
che
il
suo
Cum
et
biectam
sibi
fabulosam, patet:
mendacium
apte confingat
nul-
(').
quam
imita
fos-
Ma
che
non
si
non
ci
come
Cerbero,
mostri,
centauri
ogni
altra
fantasia
scaturita
dalla
:
Ma
si
sa bene
a di-
m^lio. Nunc
illud con-
(')
Id. p.
Vm.
La
fino dell'
(n Proemio.
f)
Id.
TorFAMx.
umamamo.
34
CAPITOLO
III.
me
si
:
propositura, ut de
fine
facul-
omues
Fino
:
suam vim
Cerbero,
i
et si
prodest quoque
(*).
a qui, per, siamo sempre nell' orbita della poesia del rinascimento
mostri,
i
centauri.
si
Ma, a questo
punto,
il
Kobertelli
ci
pure
altri
og-
bisogner tornare
!
ci
Aristotele.
Per
Le
di
descrizioni, le imitazioni
come sono
alla virt incitati
varia
natura,
il
cos
pos-
racconto o imi-
riferisce,
gli
poniamo,
ed
ai meriti di
un
qualche
uomo
si
illustre,
uomini sono
vizi,
gli
da ci
alla virt.
Se, invece,
rappresentano dei
uomini devono
Quindi, se
essere
si
infrenati
dalla
usasse qualun-
que
altra
forma
di esortazione.
Che pi
di recitazione ijoetica
actione coniuncta)
umana
cum
si
prodest.
;
quoque
veniva dal-
animo
del Kobertelli
La prima
volta che
il
si
trov proprio
a faccia a faccia col pensiero dei tempi nuovi, senza veder pi dietro a se le rive fiorite del rinascimento,
d' Aristotele
si
dove
si
cum
actione coniun-
cta .
imitano
persone in azione
li
che gli imitati siano o buoni o improbi, in maniera che un carattere intonato a queste lor qualit
accompagni lungo
tutta l'opera
(*).
(')
1(1.
p.
17.
FRANCESCO BOBERTELU
35
per noi. Ma, per uno che
ed
forse,
in
,
qual
forma
d' arte
o nelle Stanze
del
>
o nei
Beoni
Ninne Nanne
dove
del-
di
l'
analisi
e interpretazione
morale
il
uomo non
traccia ? Il
Maestro
r orgoglio
l'
caduto,
interpretazione da solo,
ma
si
rivolse
fosse
aveva pur
d'
fatta
un tempo
la
stessa
strada,
mise sotto
la protezione di quello
me
piacciono
cose
si
nidia (credo
di
un
in-
sarebbe
gi
abbastanza
ispirato
poter capire
testo di
j> .
Ond'
io rispetto
il
latino
illius
del
Robertelli
dal
est
per
quam
cum suo
assimilabili provitii.
Ex quo
Idem
aut
malos.
paulo post
sibi
ait:
Omnes
repraesentatores et assimilatores
habent hoc
consistant
aut
vitia.
Omnis enim
Dove
che
tra
il
actio et
vede che
s'
avvia a diventar
sillogismo
quello
che
il
come
sospetto,
quando aveva
scritto
un
non forse indifferente quanto alla morale, ma oscilla un no. Ma qui, in pi, e' gi un 'autentica allusione
che viene chiamato in causa,
()a
al libero arbitrio
quasi
senza
circa
che
il
Averro.
Actiones
quae
volun-
....
Ma un
(')
tuffo
poesia
Op.
cit.
p. 17.
36
fece
il
CAPITOLO m.
j)
Robertelli
quando tocc
Il
catarsi,
dov'
secondo la frase
un moderno,
il
tragica pagana,
rale che
il
natu-
giovanissimo pensiero
e,
alla
rinascimento
l'antichit
il
risorta),
cristiano
rivoluzione.
cos fu.
il
Perch
se,
in quel
si
pensiero italiano
pro-
un
in Francia,
si
trasfigur in
Germania
del
visse in tutta
romanticismo.''nPoich
l'argo-
mento
sia,
lo merita,
in sostanza, quella
intorno a cui
furono
il
spese
:
seguente
e
E dunque
forma
la tragedia imitazione di
;
non
in
li-
di racconto
la quale, col
mezzo
bera l'animo da
siffatti
sentimenti
('),
Ma
difficili
lo spirito, rifarsi
allora, cosa
pi
che
si
difficile,
passato
tanto
pi
irrevocabile
quando
_^della
tratti di
si
cadute.
religiosa
dubbio
alla
sostanza
approssimativamente,
ri-
molto
difficile
si sia
il il
andato a cercarne
trove la spiegazione.
Un
sociologo insigne,
sotto
Pareto, consider
nomeno
di tali
e,
moderni sconfinamenti
dei residui,
(')
(Loesoher
Torino 187(5)
p.
10-11.
FRANCESCO ROBERTQ.LI
37
S'
si riesce
(').
tanto parlato - egli osserva - della serenit dei Greci per rispetto ai
coi
numi
questa
quando
ci si
opinione tradizionale,
prefer
non accorgersene
modificare l'assioma.
si
accosta al severo
il
come
Ora
intu, ai suoi
tempi
(e lo
vedremo)
un
la serenit
ma
sicch molti
moderni, studiosi del tempo antico, piuttosto che cercare queste nuove
difficili
basi,
lo
- e
il
Pareto
di
si fondava su una fede concome protettrice dei buoni e punitrice degli iniinsomma una cosa sola col nostro deprecato pessi-
mismo
cristiano.
Come
ci
nello
studio contrasto
:
del
mondo
i
con
do-
ma
il
fatto sta
che
afferma -proprio
e che, a
contrario e ha
origine
la
il
da
uno
per
stato
d'animo opposto:
cercar
d'intendere
catarsi
non
ci s' arriva.
tre,
Prendete Euripide
sere
il
il
pi scettico dei
come quecat-
ste:
tivi
Da
(*)
:
nessun segno
degU Dei
:
si
buoni dai
come
quest' altra
scrutato
r ultimo fine delle cose pu affermare d' aver trovata cosa che sia dio non dio o un essere intermediario, considerando i disegni delle cose volgere or qua or l e di nuovo contrari, sorgendo in insperati eventi ? >
(f).
anche
(')
Y. Pareto:
Trattato
di
Sociologia generale
(Barbera 1916)
Tol.
Il,
422-24.
38
vamente) che cosa
CAPITOLO
m.
contro
sia la catarsi e
Zeus - diceva
il
egli nel
De
male
lo infligge agli
il
ci
siamo, consideriamo
dell'Edipo, delle
Giobbe
accanto a quello
della
catarsi)
ci
per-
metta di tornare
Ricordate
il
all'
dolore di Giobbe ?
parimente,
un
essere
umano migliore
la
visitatori,
domanda:
che
mai
Dio
s'
possibile che
un innocente
modo
meritata
E mai
?
possibile
F ira
uomo
Pieni di terrore e di
in
commiserazione
qualche
torto,
cercano di liberarsene,
d'
ammettendo
Giobbe
Ma
considedei
Nuovo Testamento
cio,
penombra
gli
dell' antico
la
voce divina,
cos colpiti
di Dio.
tomba e
colare,
fa forse, di
Considerate ora
il
e,
in
il
parti-
classico
Edipo e troverete
lo stesso,
che la
tragedia - ossia
pro-
blema ideale -
stotele
il
ripugnanza, che
non
fa
tragedia,
di
modo
Onde
scoprir
r uovo
di
Colombo
aria
detestabile
queste venerabili
trovata
s'
diatribe) si
pu ben permettersi
a torto ancora
and
a cercare luce in un' altra allusione della Retorica .|A torto, perch
tutta la teoria della tragedia
della
sintetica
deve sottostar
FRANCESCO ROBERTELLI
questa forma d'arte convergono a chiarire in che
ottenere lo strano effetto di
39
modo
piet
essa
possa
purgare l'orrore e la
per
mezzo
poetico
tatore
dapprima a una
i
specie
d'
assurdo
morale e perfino
all'
visitatori
provano davanti
angoscia di Giobbe
ognun
da
quella
impressione
dal
che,
nel
monito di Dio
all'intelletto
dell'uomo,
e,
nella
tragedia
senti-
greca, si risolve in
una purgazione
mento
religioso
tutte le
come
nista
pur questo e non molto dissimile da quello. Vedete clausole della tragedia convergono a fare del protago-
un Giobbe. Anzitutto costui deve essere un tipo d' uomo il pi n troppo buono simile possibile alla comune umanit degli spettatori
:
n troppo
cattivo
ma,
se mai,
piuttosto
si
Arisi
stotele spiega
ottiene
quando l'osservatore
sente
un
po'
compromesso
essere
di
dall' altrui
In secondo luogo la
che
al
favola deve
un
cos
evidente
orrore
solo
udirla
ef-
narrare
fetto
ci si
Ma
sia
completo
occorre
che
il
cozzo
avvenga non
i
persone
si
estranee,
ma
possibilmente
fra consanguinei
quali,
per
giunta,
pu trovare
il
due espe-
dienti: la peripezia e
riconoscimento.
un improvviso rivolgimento che porta la disperazione non dov' attesa o temuta, ma proprio l dove avrebbe dovuto portare la gioia; e avviene non per scelleratezza, ma per un
La
peripezia
gran
fallo,
jtj
8i {layOnrjp'lav
XX
St'
pLaptiav {ts^XrjV.
ti
n
sta;
due consanguinei.
Ma
tutto questo
non
ba-
bisogna che
il
riconoscimento avvenga
l'
o quando l'irreparabile
gi stato,
evitare
il
quando
eroe
non ha pi
la possibilit e la forza di
sangue e
la strage.
fatti
forma
d' arte
mito, trattenersi
di
Alcmeoue,
di Edipo, di Oreste.
Or dunque
40
questo accijmulato
CAPITOLO
III.
orrore e insostenibile
piet e la
relativa
assunconsi-
un sentimento
conoscerne la
presenza, a
dimettere,
quindi,
all'
inten-
dere, succedeva
esso
riconduceva a
riamar
le
cose con
la
persuasione
i
che
vano cercar
di scoprirne
segreti.
specificato e descritto
difficile
un
tale sentimento,
tutt' al
molto
contentatura: ed io potrei,
pi, limitarmi
all'
ad insistere
orrore e alla
uno e
dell' altro.
resto,
che anche
il
profondo Aristotele
parlasse pi con
con
che
partecipazion
d'
animo
s'
onde
il
suo
concordare
altri,
con
Euripide
come
scettico -
rata coscienza
critica,
a questo formulario
lo
religioso
tragedia.
ri-
da
questo
<
Adunque
tragedia
che
secondo
dipender da un insopra
detto
per incorrono
nell'errore
una
catastrofe
dolorosa, perch
qui sta
sentendo
il
il
giusto
(').
cristianesimo,
cos pagano.
non poteva partecipare a uno stato d' animo Or dunque, per conchiudere, non par che si possano in
se,
alcun
tate
modo
dai moderni
Op.
cit.
il
Christ
{")
(>)
('^)
p. 25.
p.
190.
V. anche Festa:
La
teoria
aristotelica
:
delta catarsi,
Nuova Cul-
La
E. Marino 1919)
FKAXCESCO ROBERTELLI
tolse al Festa (vi si considerano gli ultimi atti della tragedia
41
con la
se-
sepoltura, le lagrime,
canti funebri,
come una
cos.
restituzione alla
c'
qual-
modo
di vedere,
meglio
Per quanto
poi si rife-
Figuratevi
un umanista
il
all'
aspetto pi
un merito che
egli,
contraddistingue da
al
tutti
suoi
Il
successori
e lo
pone pi dappresso
merito
in-
questo: che
e fantasticherie
l'
genue, alla
fine,
im-
pagano e
il
Ecco
le
sue
precise
parole
Q Hic
in
vero
metus piane
quam religio quaedam meticulosa qua nam vera religio ea est, quae cum pie:
Deos coniuncta
est
maximis illorum
est
huho-
manum genum
mines raeritam
collatis beneficiis.
ut
et
honoribus
meac
idemque castissimus
tamquam
crudeles tirannos
T\
dii >
una
Dio
che
si
ripensa,
;
mezzo
secolo innanzi
di quelli che,
critica,
risentivano
dell'antisott'
aspetti
il
non avendo pi
alla
occhi
ma
dando ascolto
sua schietta
tutto
sterile
Non
si
tratta
insomma
(')
di capire Aristotele
ma
di fare di Aristotele
un maestro e
GOBEBTELU:
42
CAPITOLO
III.
uu impostatole
di principi,
:
come
se
fondamenti
del
suo
pensiero
si
sua catarsi
pagana
un
rata
mutare
la lettera.
si
il
il
tentativo di conciliare
pone
senza saperlo
le basi della
Io
non
:
ne capisco nulla
dal
confessa
poco
il
Robertelli
ossia dice
momento che
naturiso
modo che
commedia perch ne contiene di ilari. Quanto relativa purgazione) io mi ricordo di un altro accenno
(e lo riferisce).
Da
quell'
pii
accenno
intendesse parlare
a lungo di
meno che
il
tale
rovialla
libri aristotelici
per trovarvi
passo o riferibile
ci
catarsi o in cui se
ne parli copiosius
ma non
come
giusto mezzo.
Vir-
medium
obtinet
locum
Inter
defectu, alterum
stoteles.
(^).
<
ali;i
re consistere
quam
amare, odisse,
ut assuescaut
nuUaque
quam
suo
(^).
mausuetis
gli
ac
probis
raoribus
laudatisque
e
Questa
convenga
della
anche
Onde conchiude
Se,
insomma, qualaristotelica
cuno domandi
definizione
tragedia, rispondo
orrore e la piet.
Perch, durante
la recita,
si
gli
spettatori
vedono
personaggi fare e
s'
abituano quindi
(i)
1.
45.
(") p.
17.
(')
p. 46.
FRANCESCO ROBERTELLI
che, accadendo poi a loro qualche disgrazia, essi se
(^miniis doleant oc timeant) perch,
43
ne turbino meno
che
chi
insomma, necessario
non ha mai avute disgrazie se ne dolga di pi, quando gliene accade qualcuna impreveduta. Aggiungi che spesso gli uomini si turbano
{dolent ac timent) per bazzecole, laddove
i
anche
son
impara a distinguere
pi facilmente poi
quali
consoleranno
col ri-
prima
accaddero
le
sventure
mesuo
coi
>.
desime
(').
Come
si
vede
la catarsi
la
prima volta
il
ideale della
:
cristiana
travestita
Ma non
nella
volta
venne
Platone
il
^Ma
del
fatta
pure che
il
uomo,
di
sia
pur
mette
innanzi
jtia-rjrr/cv
tutti e
due
necessit? jTJ
Ogni
di
umani
fa
presa facilmente sugli animi di coloro che odono; ragion per cui, con
questa
comune imitazione
(Ricordate
come Dante
d'
aveva
Ari-
stotele ?
La natura
. . .
opera di Dio
.
segue come
s
maestro
fa
il
discente,
Ma
la libert del
Medio Evo era morta. Secondo Platone, dunil Robertelli Soccorre che chi vuole atteil
C) l.
44
CAPITOLO
III.
s'
da purgare. La tragedia e la
di affetti vari, son
l'
da fug^
effetto
{'U
se si tratta di mitigare
le impressioni
pr
virili
affectiones
izoiv.ikia.
animi
Ma
buone
quanto
ai
maligni
effetti
della
difficile
negarli con
e,
ragioni.
Noi imitiamo
tam
ai
all' uti-
bisogna limitare
gli
. .
l'imitazione
buoni e
uomini godono
.
siamo
ptXoji^oc
Quindi
l'
imi-
tazione
ttoixiXy]
ma non
giovevole
all'
eduil
dilemma
di Proclo.
Ma
cordasse
non e' era bisogno n di Platone n di Proclo che gli riil memento. Si pu dire che ogni nuova pagina del testo
il
esplorato riconduceva
povero
commentatore
al
punto medesimo.
Egli
gli
si
ma
latet in
Quale di queste
vi
due va
tra-
messa innanzi
La
favola,
pu essere
gedia n passaggio di
dalla psicologia degli
felicit
infelicit.
Ma
:
l'azione dipende
pure
uomini
cio dai
mores
ex moribus actiones
proficiscuntur
Robertelli ha gi
ammesso
fin dalle
virti
prime pagine
'
conviene che
le cose
che
si
imitano siano o
o vizii ^
Egli veramente
i
non
suoi
ma
Per ultimo ci sarebbe ora da illustrare il non spregevole commento alla questione della differenza tra storia e poesia, l' una espressione del particolare, l'altra dell'universale,
secondo Aristotele.
decenni, pi
Ma
an-
poich
si tratta di
(') p.
47
(*) Id.
FRANCESCO ROBEETELLI
Cora che per se stessa, per
45
le
l'
importanza che
diede
il
scritti teorici
non
arrivati
ci
(e sar
manca,
monotonia e
le ripetizioni
sovrabbondano),
ma come
questo
principio aristotelico
sconcludente
ribellion
prima
di
di parlare di
esponiamo
il
commento
s'
del
lui
Robertelli.
^^
credo
che
modesta e simpatica
autentico che
si
figura. Egli, in
una
pa-
rola, l'ultimo
umanista
il
trova
ad
essere
ad un
primo
controriforma;
l'ultimo sincero edonista della poesia che mette per caso le basi del
Il
dubbio
appena
intravvisto
sugli
estradi-
un
diletto poetico
neo
mani
del commentatore,
dilemma
di Proclo.
La questione
se
sia
possibile
rappresentare
liberamente
in
poesia
sono
nell' aria e
s'
pi
il
povero commentatore
merito della
interpretazion della lettera che valse allo studioso l'ammirazion del suo
il il
programma
Robertelli
di una amava
sistematica demolizione di e
si
credeva d integrare
CAPITOLO IV.
Aristotele fra
il
romanzesco e
l'eroico.
Sommario.
1' una rappresenta secondo il parPrima vaga interpretazione del Robertelli - Diffidenza verso il romanzesco. 2, Effmera e futile ribellione ad Aristotele del Giraldi - Ragione delle simpatie che egli suole ispirare - Ana-
ticolare,
altra secondo
1'
universale
con
quelle
s'
inglesi
del
periodo
pre-shakespeariano
Da
ebbero
teorici lette-
3. Per
il
Giraldi
non
e poesia
Storpia
nuovi concetti
moralistico-aristotelici
-
romanzesco
Interpreta questo
dissoluzione di questo,
4. Vano tentativo di conservare il rinascimento e reale come lo dimostra la poesia stessa del Giraldi - Il Pigna
ma
un accenno
alla
peripezia.
5.
Perch questa
-
L' eroico
come soluzione
-
del pro-
blema morale.
critico-morali
tra
il
6. Incertezza
il
Bernardo Tasso
e l'eroico
-
Sue
oscillazioni
deleetare e
prodesse, tra
il
romanzesco
-
Simile
ma
piii
coee
al
Sua
1'
prodesse nonostante
1'
ammirazione per
lo
Ariosto
Inquietudine
-
e follia di
ipocrisie
-
Sue ingenue
e
Giraldi,
Speroni
Bernardo
Torquato
Se
per allora,
do-
non era
minante,
in fiore, chi
il
le
poetico
romanzesco,
peso deformante.
per
quella
ombra aveva
l'
EROICO
47
della
castoro
poesia, quella
alla
alla
futura
poesia
:
definizione
in
generale
ma
critica
della
poesia
conforme
ai
Aristotele appa-
come una
rivelazione e
non
fossero
pi dimenticate.
Parve
che
ivi fosse il
umane
passioni >
alla poesia
erano state
il
l'
oggetto
pi
>
estraneo
pi proprio
fermeremo
il
di qui a
qualche pagina.
Il
Robertelli
si
cap veramente
a fondo
pensiero dell'antico?
Pi che non
consentiva.
quanto
lo spirito dei
tempi
gli
Ne
cap di sicuro
uno
dei
domestico a noi,
il
ma
al
rinascimento e oltre
il
compreso
un
regresso. Cap
insomma che
gini poetiche,
per quanto
<
adnotata
il
>
e abbellita da
se
imma-
poeta non
ne faccia
una
sintesi
sua
che
non
v'
come
sta;
che,
nella
quale
(')
:
si
scriveva allora,
e'
era
una parte
sola di
ispirazione
poetica
le concioni poste in
preoccupazion moralistica
:
della
iro^^ta
non r avesse inceppato. In quella afl'ermazione < poesim philosophieum quiddam magis in se habere quam historiam, hoc est philosophiae magis esse similem, quia poesis exprimit ac sectatur universalia,
historia
autem particularia
una
delle
menzogne
una vera
in
alludesse a sapienza
elaborazione
poetica. Disse:
Si
sit
effingendus
esse
prudens
rebus
est,
considerandum
sed, relieta
transeundum ad universale et effingendum esse qualis prudens callidusque, ab omni parte absolutus, describi solet a philosophis C) Ma - si osserver subito - in queste parole non e'
.
0) Op.
cit.
p. 90.
C-)
P- 91-
V)
id-
48
CAPITOLO IV.
tanto la teoria della libera intuizione poetica quanto quella d' un assoluto morale cui e le sue azioni.
il
l'
occhio rappresentando
l'
uomo
Certo anche questa idea implicita nelle sue parole: tanto implicita
che
se
suoi successori
non
di
vi coglieranno e
buona
mezzo
un personaggio
S'
ab omni parte
absolutus
un
facile contentatura.
Robertelli
alla
non prevedeva
di
quel
conforme
un
significato
umano
e pi semplice.
il
Non
piccola
novit,
del
resto,
questo
si
tempo esigeva e
fare.
Perch dunque
il
il
Robertelli,
poema romanzesco, a
quasi
solo
un
tale universale si
potesse
attingere
nel
poema eroico? (*) Sta bene che Aristotele parlava di poema eroico, forse che l' Ariosto ma quello non aveva conosciuto il romanzesco. non sectaverat universalia pur con la materia romanzesca ? Forse che egli aveva seguito il metodo degli storici ? La risposta sar data
anche troppo in lungo e troppo chiaramente nelle pagine successive
e'
:
era di
mezzo
la Tuoixdia considerata
appunto dai
filosofi.
Robertelli
immediati
ribellione
tempo
e nello spirito,
consideriamo la presto
domata
ribellione
fosse tentata da
un uomo inferiore agli aristotelici stessi per forza d' ingegno, e nascesse non dall' avere inteso ci che v' era di falso in quei loro principi, ma dal non aver inteso ci che v' era di buono
:
in parecchi
bertelli.
(')
p. 96.
l'
EROICO
49
sempre
Accademie
citta-
prendesse lena
non a
ma
e
a ridur questo a
significati
punto interessanti.
di gloria
come poeta
come
di
teorico che
il
equivalgono.
Un
scuola,
Ca-
nome
Giulio
Anti-
maco, defin
raldi (e
al
i Discorsi intorno al comporre dei romanzi > del Ginon li defin male per rispetto all' impostazion dello stile e momentaneo successo che ebbero) La prefazione al Cromwel del
:
lor
tempo
(')
il
Carducci onor
il
della
Corte
d'Este
(*).
Eppure
e,
senta
forse,
il
un
il
paradosso
esattissimo
per
istessa ragione,
all'
chio al passato e
Ariosto, dopo
quale
ci si
un
volte
ci
o a parole,
se
non
come se non ci fosse salvezza come se non fossero gi di molto mutempi. Ma di queste non abbiamo
s, a
chiara coscienza, perch nessun poeta ce le svela. Gli Inglesi che, invece,
un
il
che,
questi anni,
si
presentino
rivelazione
assai
shakespeariana.
Per
un' analogia
pi sostanziale e
degli
Inglesi,
riconosciuta
Egli rappresenta
poesia che
Shakespeare, apparendo,
trasfigur
i
sua e abbatt o
mettendoci
la
Gli Inglesi
distinguono
due
momenti con
terribile.
queste due espressioni: la poesia del periodo elisabettiano la poesia dell' orribile,
queUa
di
(')
G. B. GraALDi
Scritti critici.
Pref,
di Giulio
Antimaco
p.
(Milano,
DaelU 1864).
(2)
CARDCca
Saggi
tre
suW Aminta
ToFFANLN.
50
Il
CAPITOLO IV.
?'
Giraldi
(')
fra noi
il
rappresentante
due aggettivi
terribile ci
sa-
pete qual'
non ha anima
il
che
ha. Il
primo
il il
tasia, l'altro
un baleno dell'umano
che
e'
investe
pensiero
il
il
naggi burattineschi,
zioni
secondo
figura-
umane; per
il
il
elisabettiano, per
il
ci
gli Inglesi
cos chiaro
distacco tra
due periodi
del
terribile
sono sfuggire
al
(^).
Saintsbury,
l'
Orbecche
The
o,
un Manzoni, come a
nelle
giudizio
del
De
sarebbe stato
aspirazioni
del
tempo,
allora,
possibili equivoci.
i
Invece
se-
di avere
critici
della
e,
il
bisogno
con
si
parvero auspicarli
il
poi deviarono e
l'
Sicch
AIl
come
se
non
il
a quello.
cui
si
Giraldi godette
mise:
ma, in
realt,
non pi
di
quello
in
che intendesse
il
pratica,
genuino
tra-
gedia da burattini.
la
tesi
l'
del
discorsi,
uno
1'
l'
ne ricava
u-
questo.
Non
niversale e
e
il
particolare consideri
tra lo storico
modo
di trattar la materia.
Se noi
(')
Cfr.
11 Conciliatore
cit.
(f.
II,
anno
I,
p.
293).
(')
Saintsburt op.
:
C) De Sanctis
135 (Napoli
Morano
1913).
l'
EROICO
51
leggiamo volentieri in prosa - tuona egli con cos alta voce che non
si
ha
il
lano, di
Romolo,
di
Teseo e di
altri eccellenti
uomini, perch
ci
do-
vr essere
men
{')
grata e
men
di gentile e saggio
poeta?
in versi
>
La sua veemenza
non
il
riesce
ma
neppure
bonario
oro.
Ma come?
sua vita
leide e,
>
.
cuna
si
devono cominciare
versi
le azioni della
Su questo
si <
la
sua
Erco-
l,
rente poeta,
mi son molte
volte riso
egli dice
di quelli
che
romanzi
sotto le leggi
Aristotele e di Orazio,
questi
C).
Ma
perch a nessuno
salti
in
mente
alcun
il
prestigio
quell' as-
nome),
s'
signi-
o intimo:
ma
si
riferisce
piuttosto
a
i
una
sacri-
Enea non studia i costumi del tempo di quello, ma si riferisce comodamente ai tempi di Ottaviano. ^E questo avviene perch non scrive il poeta - come ho detto - le cose quali erano e sono ma quali
d'
;
il
modo alcuno
ridotto
Q.\ Tutto
il
giovare del
poeta
per
ignoranti
e proprio in tal
filosofico
modo
gli
pare che
!
il
uomini e
sia pi
dello
storico
Ammiratore
del
meraviglioso, del
sua
()
Op.
cit.
p. 24.
(^)
Id. p. 25.
Id.
p. 51.
C)
p.
65-66.
52
solite formule,
CAPITOLO IV.
per teorizzare la
si
appoggi su
altri
due passi
aristotelici.
Quello
rea,
aveva
l'
detto:
della tragedia
buona o
avr ancora
1'
dell'
epopea,
ma
non sono
nell'
(').
lui,
religioso,
fece
detto
il
contrario,
potersi
dalla
una tra- dissero i commentagedia di argomento immaginario: ammissione tori venuti dopo - strappatagli dalla sua amicizia per l'autore del
Aristotele avea stentatamente
la possibilit di
ammessa
Fiore
Agatone
cap
il
deliciae Aristotelis
:
Platonis
familiarisque
(').
Il Giraldi
il
contrario
che cio
la
fantastico.
esclama
egli
eh' io
morditori) ho composto
me trovato
greci,
esempio appresso
tragici
n
di
col
giudizio
si
(^).
buoni giudizi
Ora, quando
dice
che
il
Giraldi propugn
si
dice
cosa
ma
la psicologia dell'
il
uomo
o
e lo
il
spirito
pretesto
i
presup-
classici
greci
non
avrebbero prestato
il
loro consenso
laddove
il
latino,
l'
col
suo spa-
aria d'
un precurla
elemento
della
tragedia
Onde
la
si
butti
mettano in
se
un
fascio
poemi
(')
Aristotele op.
cit.
p.
:
10.
()
Commcntarii in primtcm
:
l.
A. de A. P. Florontiae
p.
1460,
p.
152.
PiccoLOMiNi
p.
Annotazioni
all'
A. P. citato poi,
146.
Op.
cit.
65-66.
53
davvero
/
gli eroi
si
faccia
plicissima cosa,
prendano
^1 tanti
le
Ma
trattateli
le cose antiche
non sono
!
finte di
stanno tentando e
che avendo fastidio degli Orlandi e dei Rinaldi fanno dei soggetti
antichi altrettanti Orlandi e Rinaldi >
(').
attendevano
ai
il
povero Cinzio.
l' l'
atto di raccogliere
il
volo,
ma,
i
appena
l'
inganno, riprendono
pareva quello
riaffidarono
del rinascimento.
al destino dei
la falsificazione, si
non
il
un
tentativo di rifare
non era pi
tale e
tro-
vata altra via. Ma, del rinascimento, egli non vede che
bellezza
gli effetti
il
Pulci),
senza la causa e
gli
unico
modo
il
sarebbe stato
d'
ma
l'
umana
luce
dell' u-
niversale. Cos -
F opera
(lavoravano,
ci
secentismo.
Ma
gliare
e'
in lui qualche
spunto
di
P"
ma pur
di
meraviglie
in-
un
(')
Id.
54
CAPITOLO IV.
Wilde,
ario-
stesca
Ma
si
lagn
d'essere stato derubato da lui della tesi (ma ebbe fama di maligno)
gli ricorda intanto
di sicuro,
perch
il
greco non
la-
lo sapeva. Certo
avea ragione
non spregevole ignoranza d' uomo che ha dentro di s un suo mondo poetico. Infatti il Pigna che, per il culto dell'Ariosto, aveva fatto
r anno prima (1553) di meglio che queste chiacchere, pubblicandone primo le poesie latine, sostiene le stesse cose ma con pi finezza e
coerenza
:
e,
come
che
1'
l'altro a
un
il
discreto
bagaglio
insomma
(')
il
poema
eroico,
con
universale: sar monotono insomma. Anch' egli approva l'idea di mettere nelle tragedie la materia dei romanzi,
di Aristotele e lo colpisce, fra gli altri, quel
alla
ma
rispetta le distinzioni
(^)
quale
s'
un
romanzesco e
il
come classico, un
l'
akro
prima ora
lo Speroni.
Apprezza anche
i
obie(*);
vizi
ma
non
nel Giraldi,
si
un
animo
quando
ma
uomo
proprio
nel
non
di ribellarsi a lui,
(*).
ma
di
seguirlo
e interpretarlo
modo
migliore
Ed
il
poema
erano
regolare aristotelico
almeno per
Non
(')
G. B. Pigna
p. 28.
Romanxi
(Venezia 1554)
{")
p.
1.
(2)
(')
p. 30.
p.
65.
l'
EROICO
55
cui alla poesia
tali si
da disanimare
poeti, specie in
un momento
in
se, anzi, il
culto
dell' Ariosto, pur fra pochi e stentati contrasti, cresceva, che cosa aveva
fatto di
male
?
il
ri-
pugnanza
cotanto ?
bene
poema
lere
un poema
epico ? Nulla
il
Fracastoro aveva
intuito
tati
guardando
Genus enim
per
illud
unum
:
est ut
>
forte
heroicum:
illud
Avveniva proprio
cos
la risposta
al
Giraldi
al
Pigna,
la
il
trattato
della
vera
poetica
>
del
Capriano
(')
tutto
un inno
il
umane
che
azioni
{').
Ma
psicologica
non
un ancora
di salvezza
il
variando e rappresentando
e
le azioni
poeta) istruisce e
ammaestra
l'a-
nimo
e la vita nostra or con questa sorte d' azioni or con quell' altra,
bono
e beato vivere....
se
nocumenti
che
nascono da
e greci e latini
delphini,
l'
(*), si
come han fatto molti degli antichi risponde raccomandando l' imitazione ad usum
partono,
ma
personaggi
sublimi,
perfetti,
castigato
suprema
poema eroico e coi quali solo si accorda stile di questo. Deve il poema essere ammirabile di rara squisitissima invenzione ancor nel suo genere, e non d' in-
(')
Gio. Pietro
p.
Capriano bresciano
(3)
14.
p. 3.
56
CAPITOLO IV.
delle
cose
umane;
il
perocch,
da
filo
della
imitazione
si
Ma,
il
pala-
epos
azioni
anzi illustris-
sime
che
il
(*)
poema
si
il
tragedia
dove tra
le
quinte
Omero
quello
f ).
questa arida prosa di
in
critici
Ma
- e
piccoli
- che spiega
ma
palpitanti
assillo
ma
fatalmente, verso
eroico,
illusi
migliori,
istante
un
rinascimento, risposero al
suo appello,
si
come
altrettanti romei.
Non
immagine
ma
danno
il
altro indizio. Penso a due uomini molto rispettabili Bernardo Tasso e Luigi Alamanni che bisogna conoscere un po' da
come nessun
vicino.
La
e
storia delle
lunghe alternative
:
di
Bernardo
fra
il
romanzesco
Bernardo,
alla
meno famosa
dell' istessa
quella dell' A-
lamanni
per
et.
eppure
l'
una
1'
altra
son
natura.
di gusto, inclinava
poesia
ariostea.
Eppure,
un
in
mente
di
idea di farne
?
un
solo .
Che
cos' era
avvenuto
Spirito inasi
ren-
desse conto di quanto tale sua idea letteraria fosse legata con quella
religiosa.
Del
resto, in tante
gli
riusc
(')
p. 13.
p.
10.
p.
21.
l'
EROICO
57
mai
di veder
lo
non
suadeva fra r
le idee lo
impacciavano
uomini che
le
rappresentavano e lo im-
pauriva
il
maniprimi
delicati.
Certo
tassativi
commenti
passarono
sull'anima
come un
e
(';,
monito vago e penoso, del quale resta documento neUe sue prose non
per alcuna analisi o critica,
quasi irragionevole
ma
sommissione umile
di
come quando,
Accademia
poesia,
Venezia
si
dove
allude
mondo
mente
M. Vincenzo
(').
Maggi, e
dall' eccellente
M. Pier
le difficili
(Per
si
ri-
vedr
i
fra
non
molto)
il
passi con-
onde
s'
Ma
nascere
uomo
della
generazione
avea visto
Furioso
egli,
della Poetica,
non
ci
tragedia
proponeva con
con
dilettazione
gli
insieme
si
la virt e quella
norma
{').
di vivere
quale
co'
uomini
p-
congiungono
co'
Dei
Questa congiunzione
si
ma non una
lui.
lit
da
Anzi, quando
difficili
(')
Rime
di B.
sig.
abate Pieran-
tonio Serazzi
(2)
(Bergamo 1749)
:
32.
il
B. Tasso
dova
Q)
1733)
p.
525.
l. p. 517.
58
telici,
CAPITOLO IV
gli
veunero sotto
Il
la
penna
quelli blandi e
oscillanti
dei
loro
predecessori.
le
- disse - non
con
altro
che imitando
umane
gli
(').
il
umani animi,
di
adornare
Non
solo,
ma quando
diletto
dell'
famoso episodio
segnacolo
dell'
di
Didone
d'
Enea
(^)
ardua
conciliazione fra
de-
prodesse
Della sua
giorno, egli
partecipazione
intellettuale
al
grande
contrasto del
non
alcuna traccia
pi chiara o spiegazione
stione d'intelletto;
ma
si
trattava di
un'anima
che,
se
la
frase
abbandoni,
dei
suoi
rimorsi,
delle sue
amici
ari-
arcigni e implacabili
stotelici dall' altra),
come
tiranni
(il
Giraldi da
una
si
parte, gli
mento indimenticabile.
punto per punto,
dopo, su cui
il
lo
schema
venti anni
follia.
figlio
Torquato mise
questi
mali,
sull'
Non meno
il
caso di Luigi
o,
egli poeta
la
del
rinasci-
mento
rici in
seguendo
fini
un
comune gorgo
e,
delle
anime
letterarie
d'una
casuali
meno
lontano
compagno.
Le
di quelle del
Tasso
(')
Id.
p. 525.
()
Id. p. 522.
l'
EROICO
59
il
da vicino.
Non
so se
concetto
Avarchide
fosse fedelmente
il
postuma)
de
unit
che,
aristoteliche
di
pondono con
la perfezione
morale:
parole
per
potrebbero essere
spirito inquieto,
di
Bernardo.
Ma
molto
probabile
che
quello
in
italico
preparava
la
mania
delle regole
sterile
il
pretesa
grammatici.
facile
e'
Francesco I tributava
era se
non
l'
ammirazion
di
un passato e che
tempi nuovi.
Come
alla
si
pu dare un semplice
alle parole di
un
letterato
al
puro,
e
dico
suo
Giron cor-
tese
iu relazione con
l'
H buon
Francesco I
fran-
Furioso
rico II,
invittissimo
re
di
Francia, annuncia
suoi sguardi
I,
se
Dio
gli
conceder
tal
grazia e
lunga
vita,
altra
nuova opera
ma-
di poesia
meno indegna
altri
maggiori
>
(*).
Parole
le quali ci
l'
fanno
animo del
insinuava
!
Giron Cortese
s'
una preoccupazione civile punto ariostea pure l'Alamanni era un grande ammiratore dell'Ariosto.
{')
Ep-
(')
("-)
Alamanni
p.
XXXIV,
di-
H. Hatjvette
Un
exil florentn
de Franee
au
XVI
siede
Iniigi
Alamanni
(1495-1556)
sa vie
et
60
il
CAPITOLO IV.
ferrarese
mio chiaro
e gentile (')
Ma
la prefazione del
il
poeta
da
il
solo,
ma
d'improvviso
gli
dava
la chiave.
Onde
suo non
quasi
in
un'opera nuova.
riusc a finire
il
Ma
due
anch'
egli,
non
poema
della conversione,
come
piede nell' et
Ma veniamo a conoscerli pi. da vicino. Le lettere di Bernardo - poco simpatico genere di pubblicazioni messo in voga dall'Aretino sono un emporio di notizie non molto interessanti sulle minuzie del
secolo:
ma
il
teriore al sessanta,
come un piccante
e,
che
faceva
capo scuola,
i
a torto
ragione,
considerava
seguaci
suoi tutti
poter annove-
quale, invece, in
un momentaneo
il
comos-
di fare della
confermarlo in questo
dell'
giungevano
il
primi canti
Avarchide in cui
il
fraterno
solo
neofita, seguitava
suo
poema non
il
ma
sull' Iliade.
Bernardo non ha
s'
co-
inoltra nelsi
r opera,
si
si
acqueta e
ritrae
tutta nella
forma classica:
ma
(Ricordate
neir
Apologia
il
Bernardo
che legge
regolare e
ostante
il
pubblico
il
mentre
le
il
pubblico e
inoltra per
vie
sulla
prefazione al
di
gioia
si
quale, mentre
(')
Satire:
M. Antonio Bruciali,
v. 109-111.
ARISTOTELE FRA
IL
ROMANZESCO E
l'
EROICO
61
che glielo -
difficile e
duro,
si
sciogliesse.
allora
al
Giraldi
per
aver
voi
dottissimo
giudicioso
vostro
discorso,
ad un
divinissimo
cuna nube
cuni
:
di
al-
orme impresse da quel leggiagiudicioso poeta con questo mio poema cammino, di rispondere dro e il che per avventura non avrei fatto n con tanta alle loro obiezioni
e tolta la fatica a
me
che per
l'
dottrina,
n con tanto giudizio saputo fare > ('). Come pare sicuro di s il buon Bernardo
!
buio, infida
la
fa
:
strada, egli
la
ha paura e
:
s'
l'
voce grossa
se
non
uccido io - dice
di
- ossia
m'
costui
Senonch,
nel
gran paura
di quegli altri e
quel
scopre aprendo
il
volume
delle sue
rime a
un
sonetto
contemporaneo,
riferentesi,
secondo ogni
del
Giraldi, e
senza
dubbio
dice
:
di
all'A-
lamanni
(il
li
calli incerti
Di questi
Leghi
il
irati
e tempestosi flutti
mio
del
Al Dio
Ch'
io
mare
Tifi,
i
panni umidi
offerti.
non son
e gi debile e frale
Rotte
le vele e
remi
la
mia barca
1'
E
Se non
assale.
d' ogni mio ben gravosa e carca Sommerger nell' onde il mio mortale Dal mare aperta e delle merci scarca.
(j)
o,
se
non proprio
di
dir
animo
di Bernardo, a disperarsi
avergli
(>)
Lettere gi
cit.
p.
194-195.
() Rime^
62
CAPITOLO IV.
dato retta, chiamando fiorita quell' arida poesia e perdendo forse cos
le
infatti,
tornava
d'
rivolgersi
con
come
il
la
ricerca
l'
un
modus vivendi
Non
fiore e
ma come
per
l'
senza
lettori
saziare e infasti-
modo
di poesia di sorte
:
maniera
di scrivere
li
pu
dilettare
e se ne vedr in breve
espetosto
rienza neir
verr in luce
nella
composizione
s
si
della
quale
questo
eruditissimo
ingegno ha osservato
minutamente
l'artifcio
che us
Omero
nel-
pu desiderare. Nulladimeno,
per
relazione
non
tal
diletter forse pitt per difetto nel giudizio di chi la legger che
auto-illusione
che
torner
quest' opera
saria e pi
mia
parendomi che
(').
sia pi neces-
difficile
poeta da asseguire
di
Dunque
feriore
un
atto
debolezza,
al
se
non
un vero
si
sia,
peccato,
in-
pubblico, segue
un'arte
In
quel
come
vera-
mente chiaro
si
che
irati
egli
no.n
Tifi,
ma uno
della
affida
agli
tempestosi
flutti
sua Amadigi
occhi
bi-
chiusi,
fidando
nella
misericordia
la
dei
numi.
Ad
ogni
modo
fra le
due
Alamanni (quello
filosofia
dell' <
Avarchide
per
l'
piena dei
fiori
dei
frutti
della
moraleggiante), scaturisce
critica
forza
d'astrazione:
il
eroico
il
Giraldi, che lo
(')
(*)
Lettere, p. 522.
all'
<i
Avarchide
(Bergamo 1761)
p.
XA'.
63
iu
uno
(lei
suoi
non frequenti
stata
la
d'arte
prima
rappresentazion
dell'
Orbecche,
:
la
sua
al
non
far la sua
l'
Avarchide
tanto per
non perder
occasione gli
risnocin-
libera
terpretazione della
Il
il
buon Bernardo
Giraldi,
la faceva volentieri
profondo cuore,
discordi pensieri,
i
finche morto
tempi,
si
de-
r anima intera chiuse quindi la vita lavorando a un poema in r eroico faceva finalmente la parte del leone. Ma l'ironia della storia non aveva scritto ancora il suo ultimo verso. Trent'anni dopo
cui
il
figliuolo,
il
Gerusalemme
Robertelli
quelle,
la storia della
1'
occhio fra
al'* Avarchide
neppur
dre.
ma
io
in cui
si
Laonde
scriver
il
quale dopo
mi
facesse la strada
non l'Alamanni
poeta d' argomento in tutto finto e favoloso e per libero nel poetare
(').
Ma
si
noti
Bernardo anima
da quel bisogno
figlio
di molti consensi e
mania
di
Giraldi e l'Alamanni.
il
scuola di quello
e,
soprattutto,
meno da
tenevau
sua
citt si
le chiavi)
una
certa libert
il
dei primi
:
commenti
suo
prestigio aristotelico
ma
egli
uomo
di
quel
buon
()
(2)
Lettere, p. 198.
T.
()
p.
209.
(p.
Tasso
:zia
1835) P. H.
64
CxVPITOLO IV,
Che dalla strada pi fallace e torta, Lo stile avete e la mia penna scorta
1'
uomo
al ciel
conduce
Son senza Voi qual cieco senza luce Ch' andar non sa senza la fida scorta,
E, se pur In
muove
il
passo,
il
il
pie lo porta
;
un
abisso ove
mai
Lungi dal nido e dagli amati figli Che a tutte 1' ore si lamenta e lagna.
Consolatemi voi con quei consigli
Che dare
altrui solete
i
notte e giorno
Ma
il
gran male
si
non
pura
immagine
da
poetica
che,
scolaro, vi
mand
il figlio.
che la storia
gli
forse, Torquato,
a Padova, non
avrebbe
scritta
r Aminta, senza
pi sereno poeta.
uomo
di
Bernardo Tasso,
in
numero
al
Cromwel
s'
diciottesimo
si
del Giraldi,
Come
detto, se
vuol
tro-
varne
o non
riflesso lo spirito in
ci
opere di poesia,
furono, o
quella
scimento e
il
come
si
pu vedere
non
solo
nei
poemi
del
An-
guillara che maneggi in voluttuose ottave le favole d' Ovidio suU' aria
di
un
fantastico
si
pu vedere,
e,
infine, nelle
Infiammati
di
Padova
in ispecie,
ma
senza
ammirare, nella
Canace
di
Sperone Speroni.
(*)
Rime,
CAPITOLO V.
Padova, Sperone Speroni e la peripezia
.
Sommario.
a
lei
1. Padova, e
come
il
il
la tradizione aristotelica
-
fa
capo
-
rinascimento a Firenze
Ancora
Lo
Speroni e
e r eroico
rapporti tra
storia e poesia.
-
2. E sulla peripezia come conciliazione tra il romanzesco Sua pretesa d' essere con ci pi aristotelico del Trissino - La 3. Polemica intomo alla Canace nel 1550 - 1 criteri delCanace (1542). applicati a quella per iniziativa del Cavalcanti l' aristotelismo morabsta
Vane
forma
la
4.
un vano amor
la
della
Inferiorit poetica
deUo Speroni
d'
La
grandiosit classica,
all'
sen-
tentia e
concettino
Questo stato
i
animo comune
-
primi secentisti
Importanza
di
Ci che
Speroni rappresenta.
-
il
5, La sua peripezia
favola pastorale
sito
-
La
discordia fra
dell'
De
Sanctis e
dalla
il
Evidente derivazione
Aminta
Padova
fiaccola
Ne
si
tra
coreo
del
rinascimento che
pu
dire
platonico,
vi avesse
molta parte,
ma
pu dire
che
il
rinascimento
fa
capo
Xon
primi
dileggi
dei
ma
conservandone e integrandone
quel che
e'
Tommaso con
il
suo
ToFFAXiN.
La
fina delP
umanesimo.
66
CAPITOLO V,
con
medico-filosofica,
il
rifa innanzi.
Pomponazzi, cerca
il
di liberare
dai
deduzioni
religiose
pensiero tradizionale
(ma anche
i
quando
si
tratta di
lumeggiare con
la
letteratura,
si
vigoroso prevalere
essa
si
dell' aristotelesimo,
nella
seconda
met
del
500,
movimento
al tutto in
intellettuale
contemqui,
gli
ombra,
fin
bia impedito di chiarire in che cosa consista questa sua gloria dubbia
ma
incontestabile.
il
La
lora,
con
gli
Onde
la disperata
im-
presa del
De
contrasto con quelle del tempo e veramente conformi al loro anti-aristotelesimo, nel Bruno, nel Campanella, nel Telesio.
tutti
Aristotele
la
una specie
sue offese
scelto
:
Padova perfino
sua
delle
aspre
(*).
un vanto molto
dell' ari-
e se
una
uno con
cui raccomandarsi
alla storia,
non preferirebbe
stotelesimo, in
un tempo
pola
come
Sancio,
:
ha e ogni medaglia ha
il
suo rovescio
e anche
r aver conservato
stici
inconscia
poesia di midi
ma
per
attaccamento
pu essere per lei il segno di una individualit bene impressa ed omogenea nell' ombroso scolorito disordine dello sue strade distratte, fra cui solo la lentissima acqua di un fiume suscita
letterati dialettici,
()
et
l'
averroisme (18G7)
p.
322-6.
>
67
in-
di
Padova per
si
tempi,
(')
:
uomo
del rinascimento
ma
padovano
primi che
rivolgessero
ad Aristotele
come
Ari-
non
fa che
un
isolato e
di queci
si
sto
stato
d'animo padovano.
nonrjtixir]
fu
Padova dove
il
come un'
attesa
come
la
spi-
rito
indipendenza,
quello
che
si
dedusse dalie
l'
cui
non
si
capivano
po' negli
Un
po' qui,
un
si
classici a questo
modo come
la
Sofonisba e
F Italia
liberata
Que-
1548
al
grande
edificio critico
filosofico.
Onde
povero Trissino, che, nel 29, aveva scritto quella sua prima poetica
tutte
si
paro
coi
precursore
sale e di particolare
resto,
Di gusto
trissiniano,
del
dello
Speroni
hanno
in
tasca lo
i
Vedete
lo
Speroni metter a
reggere
ragionamenti
niente-
nome
infatti
si
Trissino: Poetica p.
V-YI
68
CAPITOLO V.
non
si
levano
il
:
d'
un palmo su
l'
detto che
storico
secondo
il
particolare
altro
fatto solo e
i
ampliarlo (che
fatti
come stanno
parti-
li
pu voler dire
colare?).
Dunque
dunque neppur
Virgilio cap
bene Aristotele,
perch la sua Eneide urta contro taluna di queste regole. Egli sceglie e
Italia
Roma
che
capo
fusse
del-
Universo
il
clie
mirabile sua brevit la quale per vero cos conviensi a chi vuol narrare
Giraldi
>
(')-
il
fatti
pu
essere
il
dice
il
contrario
(^).
Lo Speroni
era
lui,
altezzoso e
fin
cocciuto
il
un nemico senza
di
una sua
ne rest soggiogato
di antipa-
Aminta.
fra
Ma
poemi
epici
1540
e la
morte che
lo
colse
quasi novantenne
posito) lo Speroni
gli
non ne
penne
il
Di questo
messi nella
correggere gli
volle correggere,
sbagli
tragici
comCa-
Sofonisba
come
sempre rimanendo
e
scrisse
la
nace
Avvenne
uma-
tempo
quali,
avendo l'occhio
al
meraviglioso della
al
gusto di quello,
il
si
fermavano fatalmente
Giraldi,
peripezia
Ricordate
i
facili
proclami
olimpico orecchiante
il
(')
Opere di
M.
tratte
dai manoscritti
p.
201.
CO p. 202.
69
pi
s'
antica
il
conciliabile, in apparenza,
con
il
gusto ariostesco.
Non
importa che
uno
partito
e,
erudito
di
com'
opera di poesia
da
tale
scoperta
il
di far restare
Tris-
incremento
:
una forma
d' arte
non ispregevole
frutti
la
Favola
cre-
ricava
che
egli
il
dette di godere
cui infe-
non raggiunta
Maestro.
Il Trissino,
verso sciolto:
egli
con
il
qual metro
gli
parve di avvicinarsi di pi
ai sistemi anapestici.
casillabo
Ergo nella nostra tragedia non cape l' endeper essere verso immobile e non atto alla mobilit delle
e delle cose che in tragedia si trattano
il
azioni
umane
e tanto
quale sopra
modo
il
pigro e tardo.
si
che
niego,
nell'eroico
ove
non
si
rappresentano
umane ma per
Il
narratione
si
1'
imita
(').
argomento dalla
storia, egli,
secondo la
evi-
buona regola
modello
tollerato,
non senza
aveva preso
per
fantastico
Fiore
>
di
Agatone. Questo
non lodato da
il
secondo l'opi-
opera
il
cui svolgimento
non
altrimenti
diletter
che la pittura
) Op.
cit.
70
di quelle cose che
resto, che,
CAPITOLO V.
conosciamo o amiamo
>
(').
(C
da osservare, del
con questo
medesimo stato d' animo, si andava a udire poemi romanzeschi). Ma la nuova e sovrana belsi
attribuisce
modestamente
la quale pot
omne
tulit
punctum oraziano
la peripezia,
merc
irraggiungibile sogno
di
Bernardo Tasso. Di
le
gli si
smo
lit
commenti
del Robertelli e
il
Maggi,
la
si
aveva conciliato
tutto
anche con
mora-
ma
questo era
un
regola,
della qual
come
la
pena come
la
morte che
l'
accompagna
umana ed
la
intendeva Platone)
(^).
una
il
poeta
con
la
favola e fu la
riferisce
prima
il
nell'
qui
tutto
sempre accader
che
si
aspetta.
L'argo-
mento
della
Canace
:
ripezieschi, questo
memore
della sua
umana
un
Maccareo e Canace
accecato dall'ira,
fatto,
manda
subito
a quella l'or-
si
uccide pur
Ma
ricorda
che,
ri-
avendo
fatto altrettanto,
sono due
manda
a ritirare
il
crudele mes-
saggio.
Ahi disinganno!
il
tardi
ed
Eolo
due bravi
La
genua stagion
Orbecche
quando
si
(')
Id. p. 95.
()
p.
71
saranno scaricati
!
F atmosfera. Ma il lettore capisce non appena quegli elementi che < omne tulit punctum povero
:
Speroni
ad accorgersi che
antiaristotelica,
la tragedia
si
come
tale,
aspett
ancora un poco
nel
prima non considerata), 1550 nel qual anno,, per avventura, usciva pure il fondamen-
tale commento del Maggi. f^E la polemica non fin l, ma si protrasse come fochereUo acceso sotto la cenere fino a congiungersi e perdersi
in quella per
che, al
il
Pastor fido
<
ove ebbero
le
prime
parti
coloro
tempo
della
Canace
avevano
si
andava a
dico Giason
De Nores
e Faustino
Summo.
cenacolo in cui egli troneggiava e fu
tipografo lucchese Vincenzo
(^)
La prima voce
il
Busgrado
Robertelli
stampava
al
(o
della
Canace considerata
il
lume
aveva poste
dal
le
e quali le
vedremo confermate ed
di
allargate
Maggi.
Chi
fosse
r anonimo cosa
che
il
Giraldi
avesse
uno
autore
un
(uno di quei profughi fiorentini che ebbero tanta importanza nei rapporti fra
fido
l'in-
Crescimbeni
quanto perch
lo
il
supposto Cavalcanti
si
trova a sfondar
un uscio
noti criteri
Che voleva
si
lo
fanno
si
congiungono
Q) In Speroni (ed.
{^)
cit.)
Tomo
IV.
1.
II,
p. 353.
72
servire di freno;
CAPITOLO V.
ma
gli
interlocutori del
dialogo
conoscono
di loro
si
ormai
troppo bene
umana: onde un
il
com-
menta
la
mala
(').
impari
pena
Si tratta
insomma
di
due
quali ci ispirano,
stesse
Cavalcanti,
il
quale, per
Se voi mi
al
egli ar-
gomenta
delitto
non per
sarebbe
malvagit loro
ma
(il
nume
in
parola
sia possibile
levar la
colpa e farli
degni
di
pu anche darsi, insomma, che voi abbiate comMa pur chiaro che a questo modo la poesia
non insegnar
nulla.
Lo Speroni
di
con-
rappresentante
aristotelici
una
fitta
argomenti
prima maniera. Intanto tenne duro, e qua purtroppo aveva ragione, sulla assoluta regolarit della sua opera - una regolarit quasi irraggiunta fin l - e sulla sua perfetta riproduzione della peripezia
della
:
quanto
si
egli,
infine,
aveva
finale,
sicch
si
l'effetto
a che
guardasse dal
Quale colpa
ci
aveva
egli
il
poeta
se,
invece,
il
il
lettore
si
osti-
nava a partecipare
cor
di quelle passioni ?
Era degno
muove
a Dante in
?
una
simile occasione
Anche
con-
Q).
Ma
lo stesso
Speroni cap
si
siffatti
siderava da
e
un punto
insistere.
di vista tutto
nel
1540,
(*)
non os
Ossia
ci
racconta
d'
Forcellini
nella
Vita
gli
argo-
fatic a
Canaco.
(')
p. 87.
()
p. 80.
C)
p.
162.
C) T. V,
p.
XXXI.
73
Ma
commento and perduto, dice il Forcellini, o, piuttosto, possiam non possibile che andasse perduto un cos capitale lavoro d' uomo tanto ambizioso e tanto vegliato da adoratori. Ma, a mano a mano che i tempi mutavano e che, proprio sul punto controverso
il
dire noi,
della sua
<
Canace
>
nell'
Universit
padovana,
ci egli
alla
Ermolao Barbaro
e di Pietro
Bembo)
il
modo
cos
non poteva dar luogo a scappatoie, il grande prudente predicatore rimise a una a una le pive nel sacco: tanto
i
pi che
C'
di pi;
lettera del
1565
(')
dove,
con
s, si associa
Maggi
il
interpretazione della
catarsi e pensa
anche
che abbia
Tutte
cose
Canace
>
Vedete? Perfino
che verso la tomba
si
il
un poco anche lui, o che, una comodo valersi degli argomenti dei nemici per dare addosso al rivale, in una lettera del 1558, conciava lo Speroni cos Hoc spectaculum non est dignum matronis patavinis in quibus
:
summa
cetto,
gravitas
il
cum
honestate viget
>
(*).
E, per conformarsi
forte.
al con-
usava
latino che
non era
il
suo
Eppure
lo
di coltura e di
appa-
rente indirizzo,
uno
stesso
momento
Che importa
L'
se l'uno
mirava a ricondurre
uno
V altro rappresentano
d'
all'
il
che
lascia
valore e
esteriorit della
e,
forma
secentismo in potenza
manifesta
destino
dell'uomo
si
riaddensi
sull'orizzonte
nelle
lo vest.
Tutti e
due
inte-
()
e) V. lY,
p.
282.
74
sero male
stessa dell'
costarsi
il
CAPITOLO V.
passato e
non presentirono
l'
classici
insomma, ma, in
che
effetto,
mai
al
rinascimento
i
scio-
chiusi
della
la
Canace
si
va a mettere
accanto
all'
Orbecche
non
si
pensa che
l'arte
antica o
modello
derna possa avere altro fine che la meraviglia. La fantasia del Giraldi vuota di ogni ispirazione
umana come
plasmando
tra
la
peripezia
Speroni.
Onde
l'erudito
Pigna,
con
maggior coerenza
che
fosse),
(plagiario o
i
plagiato
scol'oc-
due
quando ferm
caso
e
peripezia.
Ne venne
fuori,
nell'un
si
nell'altro,
l'
parlato, con
u-
il
per bisogno
dell'
animo
una
traccia
delle
quali
ma
opere
non
riuscite e certi
tentativi
incoerenti,
loro,
consapevoli
dell'esser
come
all'
occhio
pii
un
frutto
la
cos coerente
Essa
la
prima tragedia
ed
italiana fatta
,
mano
mo-
in pari tempo,
prima nostra
tale
ca-,
le
pi secentesche. L'origine di
non era
fu,
que-l
dopo
('))
Caro,
il
prosatore
emulare
tragici antichi,
e pon-
(')
75
poetico
per-
che un discreto
mondo
la
immune da
negli
occhi
sagoma
i
delle
par-
immagini
con
sem-
non
piccolo
di
si
pa-
rodia. Disse
bene
il
De
ma-
Ma
di esperimento;
vede ci
Baccanti
tichi
e vedete, in esso,
il
il
diventare
Per esempio
accorto
Non
(*).
si
pu leggere pi
oltre:
n
e si legge ancora:
figliuol
Si che mi passi
il
core
(^)
;
dove
si
dato
al
se:
centismo
della
tragedia,
secondo
Aristotele
la sententia.
caratteri della
bruttezza
tutto
son
pi
e
l'esteriorit
come
giuochi
di
parole.
non ne
Ai giorni nostri
la
pi strana dimostra-
(^)
Id. passim.
(^)
Id.
passim.
76
zion critica del
risulti
CAPITOLO V.
come
il
spontaneo
Prefazione
al
pi
Ma
e'
di piti
lo
Speroni non fu un
caso
sporadico.
Fu
:
l'
e-
lui,
un
Padova la la macagione a
porsi e a diventar
Non
si
pu
vedere
altra
prima
bene,
alcun
malattia
non avendo
il
buon senso
comune,
tivano, in particolare e in
fenomeno portato
alla celebrit
dalla
Canace
gi
il
Infiammati
quali
han
pensato che
1'
altezza e la
gravit deUo stile tutto stia nelle gonfiate voci, negli intricati parlari,
(').
Se
voler fu
si
destino o
allora
non
so,
ma
che nomi
Speroni,
d'alto
suono
usarono
nel-
l'Accademia:
Sperone
!
Trifon
Gabriele,
Giason de Nores,
un suo
del pre(*)
Musso
non
vedremo succhiare
spagnola ?
la
magra
sotto
l'infiuenza
(*)
dialoghi
i
in-
teressanti, se vogliamo,
perch vi
intervengono
si
tutti
pezzi
grossi
gli
fi-
dovevano preferire
gusto
di
losofia
non
aveva
sente
Questo
egli sentiva
:
piuttosto
si
negli antichi
e,
dei Toscani, in
sofia,
ma
filo-
lo stesso concetto
che lo Speroni
sententia
dei
tragici: si trattava
insomma
di concettino e di piacevolezze
il
formali.
prestigio
Eppure, con
l'
dell'Accademia
Infiammati.
Quale
sia stata
la
sua influenza
()
(')
V. IV,
p. 23.
()
Padova 1570.
77
non
sivo al
altre
facile dire,
ma
sciolse presto
poi vennero
accademie, degli
Elevati
dei
Costanti
illustre
degli
e Eterei
>
non
v' quasi
letterato
il
italiano
Salviati,
com-
memorando
il
Varchi, poteva,
dall' alto
degli Infiammati di
Padova
Intendo che
gli
complimenti degli
si
avvocati
tributano a
non
fu
si
Padova
il
suo
fece che
disso-
dare
il
terreno e preparare
1'
corpus
del
se-
di preconcetti e di scrupoli
che costituisce
fredda
anima
dallo
dall'
inconsapevole Rober-
e dal prudentissimo
Maggi per
vie
imprevedute
Speroni
ne meravigli
ma non
os contraddire
come
tra
i
s'
intender
Fu
primi e pur
nonostante tutto,
che
preposero
Omero
i
alle
regole di questo.
sori,
Per
lui le regole
per
succes-
come
s'
detto,
un
pretesto.
letterario
:
insomma,
lo
un promotore poco consapevole di dove quel moto avrebbe condotto un promotore, quindi, che non nemmeno un precursore. Ragion
per cui
ticato,
il
vita, fu
presto
dimenche
cose
immediati,
pretendevano di
sempre da
lui
anche quando
dicevano
forse
un mezzo busto arcigno in un angolo del Duomo di Padova dove l'inconpassando (cittadina gloria !) Emesto Renan e gii fece
:
le
coma.
(')
Salviati: Opere:
p.
125 (Mi-
lano 1810).
78
CAPITOLO V.
esso
il
suo
titolo di glo-
d'averla
messa
r Aminta
Senza
dubbio
il
primo a
di farne
una
di
mutare in
si
pastorale
il
mondo
piscatorio (se si
tratta
tragirisolta
ori-
sempre
cos: la
di Ninfe).
Onde
della
commedia
pu
essere
di
Aristotele tra
del
cui
la poesia
rinascimento.
Sanctis sul-
un poco
Carducci
Sanctis
rivela
il
dal
De
vita
De
che
aveva
osservato
sociale
che
prosi
una
le
Ma
il
De
il
Carducci
alla
gli
opponeva che,
civile
guardar bene,
il
prosaico e le allusioni
vita
non
erano
desanctisiano persuade
ma
-non spiega
non
fa chiaro
6ome avvenisse
e
si
die-
e,
con
si
pu
far
derivare
n da
Nemesiano
ritorno
(').
Guarino
l'
ultimo
come
qui
s'
ai
del
verso
sciolto
del
Trissino
neppur
-di
intende
come un
cit.
mente
al
Tasso
for-
(') (^)
Dk
Sanctis, op.
p.
154.
Aminta
(gi cit.j.
79
nuova,
mare
cosa
come
si rileva
V ultima forma
momenti
poi,
ci
conduce spesso
l'
fin
cato
Tasso
ci
si
Il
Tasso
form
Speroni: ne assunse
(tutte
le
dot-
trine,
cose
documentate
del maestro,
dall'epistolario e nei
volumi del
secondo
i
Solerti)
e,
ingegno,
diede
:
fuori,
dettami
l'esempio
r Aminta
era
ripezia
una peripezia. Riassumiamo Aristotele aveva detto La peil mutamento delle cose fatte nel senso contrario al fine proposto e ci, secondo la nostra teoria, conformemente alle leggi
delle verosimiglianza e della necessit.
l'
il
lieto e
sgombrargli
anima
egU
fosse, ottenne
verific
il
che
fu
salvo
(').
Neil' Apologia
io Speroni,
la
regola
E una
sacra
di
quei due
:
fiori
che
r adornavano ha finalmente
sia questa la
l'
occasione
di
palesarlo
il
qual
nondi-
ci sia distinto
non
sia
fatta
memoria,
gli
meno
Lrere
seppe
aggiun-
che
lei
ascon-
dere quel parto che celarlo lunga fiata parve a lui e al padrone impossibile. Dietro a questo, l verso
ha l'altra
condanna e giunge in
ritardo.
La
cosa
si
a^^ene tanto
Se quel-
(})
Ed.
cit.
p. 20-21.
(-)
Speroni, ed.
cit.
80
CAPITOLO Y.
quelle due
r ultima
ultime
ciambelle
fossero
riuscite
col
buco,
Canace sarebbe
dia lo stesso
lieto fine.
fine.
Ma
tragicommeaver
perch
s'
ma
l'
incontrario
avvenimento del
essendo
invece
sa-
inna-
un
Nerina,
ninfa
gentile,
lupi.
fa
porta
il
sette
velo
il
sangue,
Silvia
Tu
se'
dare
evento.
del
tutto
morte
di
A minta onde Silvia pu finalmente conchiudere con una cabaletta che una specie d' elogio della peripezia o un accenno ai nuovi orizzonti eh' essa aprirebbe se il poeta non fosse deciso a farla finita
:
Ah
a
se la falsa morte
l'
di chi tanto
odiava
r un
tolse la vita;
amava
la vita
(').
togliesse a
me
Pare un inchino
lo raffigurasse
al
e,
infatti
lui.
Pare che
Mopso
censore
si
importuno
il
quale,
veramente
quel-
a ruba dice
il il
savio Camerini
(*).
Ed
filo
proprio
del
Tasso
l'ombreggiare
potesse offendere
ma non
gli
senza un
di
antipatia.
Del
resto
il
lo
Ca-
Aminta
:
sua Canace
dov'
che
il
lucidare
da
attribuire alla
bellezza della
(')
()
Tasso:
Aminta
pref. p.
(od.
Sansoni 1888)
p.
77.
Op.
cit.
2.
81
forma. Infine
tutti
il
il
Guarino che,
dell'
La prima
aristotelesimo e
il
romanzesco, in
nome
addice
anche
il
mondo
nell'
di Ninfe
ha
la
vera
ori-
voleva togliere
l'
argomento dalla
storia
venuta a
mano una
il
altri,
per
esempio
Tasso, trovarono pi
comode
mondo
pi-
pendo
di
di sostanziale.
(A parte che
mondo
a specificare
la
qualit
dei
orici
diritti
di precursore.
(')
allo
era stato
un
tal
classicamei^te, sulle
orme
Canace
cf.
F. Neri
La
tra-
Cfr.
Medin
p.
La
(ed.
Hoepli 1904)
50.
ToFKAM.v.
La
fine dell'
umanesinw.
CAPITOLO VI.
Il
pius Madius.
dell' edificio critico aristotelico della
all'
Sommario.
-
1. "Vero inizio
controriforma
-
apparire del
fra le
commento
del
Robertelli
Suo
-
Imela-
2. Prima vera
esteriore
Maggi
-
Storia
dei
si
commenti come
effetti di
-
Esempio
del suo
il
caeo Maggi
3. Origine
commento
-
Suo
Robersia
la
Nega che
fine
di
essa
i
dalla
piet
contrastando
questo
con
principi
Ne propone un
altro cristiano
fino a
:
Cos concilia
il
pen-
umanesimo - Il Maggi e il dantista Varchi - Risrgere di puri fantasmi medioovali come presunta integrazione del rinascimento. 4. Altre interpretazioni del Maggi.
siero di Aristotele e quello di
Dante
vera fine
dell'
Ed
ora,
il
sgombrato
dagli inconsapevoli
di
quel
quando
il
in anno,
d'uomo
in
uomo,
il
rapido crescere e
il
fosco
integrarsi
d gover-
le regole,
invece
un penche,
Fu
del
Robertelli
subito dopo,
un insigne
letterato del
IL Plus
MADITS
83
Console
parafrasi
le
Accademia fiorentina (') stendeva in italiano lin' ampia non solo della Retorica ma della stessa Poetica, e insieme pubblicava. Trattare e tradurre in volgare una cosa voleva dire,
dell'
al Robertelli la
pi grande delle
lodi,
come
di
ci
sempre quell'incanto
di
ha
fatto
aperta quest'opera
resta
La cosa
letterati
Vettori,
gramcritica
alle
invece,
lavorava
deve
cose elette e
difficili.
il
suo prestigio
plebee
la
passava
mani
competenza
d' un'
greco aUa
faceva eco
si
un arguto
umane,
il
Gelli, e Giusto
:
Bottaio
udiva confi-
erano certi
letterati e
perch non
ist
si
bene
sar
cose che
un
altro
su pe'
Eppure
per cui
il
il
Ma, in sostanza,
nel corso della
il
Segni,
non era
commento del Robertelli. iLo parafras alla meglio e con relativa fedelt. Ma, nelle questioni lasciate insolute dal suo stesso interprete,
s'
(')
Sai,tiso
dell'
1747)
p.
15-21.
(2)
Retorica
tradotta di greco in
Gelu
La
(Ist.
p.
244.
84
classica,
CAPITOLO VI,
del
buon borghese
fiorentino
come
s'
era impegnato
di
tutti,
ridusse a
si
buona
in-
Cos
comport
da
lui,
primi
artefici dell'edificio
Ma
filosofo
per purgare
gli
affetti ?
- si
domanda
imitazioni
buon
Fiorentino. -
Vuol
terribili
compassionevoli
noi
pur-
ghiamo l'animo
'
ma
in che
quei
casi
seguiti?
simili
casi
le
avve-
calamit
nostre
et in tal
1'
modo
se noi siamo
;
anima
di tali affetti
ne'
Maligno pen-
il
mal comume
parte.
umano
che
prima
vero,
dice nella
seconda,
quello
dallo
spettacolo
delle
altrui
sventure
noi
impariamo
ma,
udir narrare
?
il
male degli
altri
non
J'
Il
la personalit
il
un
p"
Robertelli
acume del pensiero), ma con solida uomo moderno che considerava le interpretazioni
ma
il
Maggi
bresciano.
allora
non
fu
pi
possibile
languido
tranquillo
un
significato vitale,
cominci
quell'at-
novella scolastica
infir-
()
V.
)).
294.
IL Plus
MADIUS
85
mare
Ilo'.Tjt'.xT;
un lavoro
lo
di quasi
spirito,
finch
non
que
venne
il
dissipare
l'equivoco,
di
Lessing.
Ben
il
a
*
ragione
pius
il
dun-
Maggi
merita
restare
nella
storia
Madius
giudizio-
come
lo
o
ci
Ma,
gi
che
siamo,
sar
il
Maggi, da certa critica possibile quasi a ogni capitolo di questo studio, chi indulga agli scrupoli
storia esteriore di
lit,
il
una troppo sottile erudizione. La questi commenti una sequela di beghe, rivadi
calunnie,
rivendicazioni
;
meschine,
fra
cui
corre
frastagliato
all' in-
grosso,
non
si
Anche
non vanit,
vecchie
polemiche,
come
se,
sott'essi,
Ma,
manifesta sempre
cos
nel
di
umane
passioni
ragione
si
nichilismo
ritro-
Ora
cinque-
rimbecchi di ru
accompa-
si
finirebbe pi di scrivere.
un
certo punto
difficilmente
si
fa
innanzi a
mondo una
resto,
non c' una certa conformit col suo spirito: che Or noi dunque ci limiteremo a cercare quella,
umane
ci
Se no,
sarebbe
da
disperare
in
questo
E dire
armi,
Si
ha
l'
impressione che
il
le
tramutasse tutto
86
in ispirito litigioso nella
CAPITOLO VI.
vana palestra
delle
vanit
letterarie: pen,
Canace
fra
il
Ca-
torno
al
Maggi
Fermiamoci appunto
tutti.
Quando
rivalit
l'
caso Maggi e
di costui, la
illustriamolo
uno
per
usc
l'
opus
sfaccendata
inquisizione
l'
au-
istitu
subito
un
immagin
dice
del
tra le altre,
accusa di plagio
Se voi
la voglia di leggerlo.
quali
il
Castelvetro,
il sottile,
che,
quanto a
tent di
riscald,
ci
si
diramandosi questo fuoco dal grande incendio della sua polemica con
il
il
suo
il
Maggi
Castel-
le
commento
di
non
so - dice
cose, gli
il
Castelvetro -
tra le
altre
opponeva una
di
lui
stampato sotto
nome
ed
ma una
parte
era preso da quello che eSso Robertello aveva scritto nella sua sposizione, un'altra parte era stata formata
da un Francesco Davanzati
non solamente
Il
fatto
questo,
in
ma
compilato
al
fine,
raf-
ancora tutto
di
il
Commento
e ordinato dal
principio
fino
suo
stile
disposizione.
neva pubblicamente
telli
la poetica di Aristotele in
il
Roberquali
parimente la
sponeva
si
pubblicamente
il
in
per
le
scritte
non solamente
conosceva che
forma
ma
Davanzati
stati
ammendati,
scritti.
La quale
IL Plus
MADIUS
87
due
cagioni.
L'una
l'
altra
era
che vedeva
gra-
specialmente
di
de' Bresciani,
non
meno
cento di numero,
quali andavano
continuo ad ascoltarlo
fatta
Maggio
Il
e per isdegno
abbandonerebbono >
(').
bello si che, in
tatto ci,
di vero.
Rober-
con r accusa
di plagio cos
doveva riuscire
di infirmare la
e*
difficile
anche
il
al
Ma
Si
pur
difficile
gli
riusciva dimenticare
che
Varchi e
Maggi avevano
tentato, pare,
badi invece: se
rappresenti
uno
scrittore della
che
un
Maggi quello
l'eretico Ca-
e la rabbia
onde costui
l'
(o tirandolo in ballo
mento del
senta in chiaro
rivale
e'
nuovo
il
destinato
con
Maggi
si pre-
una luce
noi
di onest
ai
non frequente
il
(a
come
contemporanei)
della
sua
s code-
quale
si
accanirebbero forse
di
lui
ci
invano
le
documentazioni della
del
storia.
L'esempio
casi.
basti
come quello
metodo da tenere
col
in simili
Strettosi in amicizia
l'uno
aule
loro
amicizia
nata
nelle
tica di Aristotele
il
libro
(')
Correzione di alcune cose del Dialogo delle lingue del Varchi, e una
M.
Pietro
Bembo
nome
di
CAPITOLO VI.
(1540)
ma
il
suo
nome
e
ci
rimase accanto a
dell'amico
nell'edizione
del
1550
commento
robertelliano uscisse,
il
r ultima stesura
d'
dell'
Maggi
non disconosce
Robertelli
indiscuti-
virum graecis
doctum
{').
Ma
la
sua
si
potesse,
dalle regole
aristoteliche implicanti
un
valore morale
dedurre per
un
significato che
fosse
veramente regola
alla
moderna poesia
l'
aver trovato
i
un
altro
punto
capisaldi della
mo-
Appena
lustris...,
letta la definizione
il-
hu-
iusmodi purgans
di protesta.
citur, qui
egli
fin
un no
.
Ex
eiusdem
finis eli-
animum
Col suo
modo
absurdum
e
di
r impossibilit
si
una
in
mano
il
testo
aristotelico
(toiotodv)
famoso
j
1
fino
al
Lessing.
possibile,
rester
regola
della
aristotelica insegni
un principio
in conflitto con
fondamenti
jdottrina cattolica ?
egli dice
la tragedia libera
l'
animo dalle
miseri-
perturbazioni con
e la
stessa
la tragedia col
mezzo
dalla
del terrore e
terrore
;
e
e,
misericordia.
l'
Ne
con
indurre quei
cacceremmo insieme l' uno e l' altro. < Quod capere non potest Non sarebbe ben degno di meraviglia
.
che
anima umana
il
terrore e la misoffrirebbe ?
sericordia senza
quali essa
(')
et
Aristotelis librum
De
poetica
communes
n,
pirs MADius
89
Xam
si
opem praeprima
staremus.... ?
Si
una
protesta: e nasce,
Longe
grave
il
pius
animam ab
pene
neces fiunt
ab avaritia quae
infinitorum
malorum
causa:
pa-
trantur.... .
Longe melius
est ?
Ma
si tratta
di
Appunto, udite
His
itaqiie
rationibus
ad
alias
nam
mansuegreco
tudo
de
caeteris... >
il
diciam noi
i
ma
di Aristotele
che ha
il
suoi
diritti.
Ed
;
di foggie
nuove
famoso Toioxwv
;:aOTjjtTa)v.
mali
mili a questi^
va tradotto <.huiusmodi
et
dicuntur
terrori
:
animum
non minus
atque
ita
ira
quam
terror,
de reliquis.
Cum
se
habeant
terrorem, perturbationes
huiusmodi
purgans
non de terrore
et
similibus (uti
monuimus)
mutato
i
intelli-
genda sunt
Il
(').
dubita ?
ab
imis
fundamentis
egli dice -
sentimenti
altri
di terrore e misericordia ed
hanno
il
buona fede
tutt' al
del-
interprete.
Ma non
certo
neppur
malafede. Si tratta
pi
(')
p.
97-98.
90
d'
CAPITOLO VI.
pu dire
d'effetti
un
av-
la
fine
con questo,
il
ritorno a
una tradizione
radicata,
pi
falsificatore
non
di
ma
fa strada
latino
del
Maggi accanto
l'
all'
Ira e
Lussuria venuta a
Avarixia,
Non
!
e'
le tre fiere
!
Altro
interpretazione
:
Vedete
l'
e sta
bene
la lussuria
e sta bene.
Ma
l'
avarizia ? Ohi
chi ?
r ha chiamata
Qui Dante ha
parlato.
per bocca di
io
Non
sappia,
una
non
fosse
antidantismo,
sempre
gli In-
Da
fiammati
capitolo
:
un innamorato
di
;
Dante
Benedetto Varchi
e questo Varchi
Maggi
a
porta-bandiera
Firenze)
r ombra
del Castelvetro,
ma
il
Maggi
ci
appare con
il
gli
amici fedele
si
Padova
il
Varchi
accese di
culto di Dante.
il
Ma
e'
si
tratt di
assegnare
corso di lezioni da
affidata la
al
Maggi pi maturo fu
(').
1'
Poetica
parallelamente leggevano.
Ma
non
Varchi
il
Etica
di essa,
E come
Maggi meditante
con la terzina
()
Salvuti
op.
cit.
T.
V,
p.
IL
Plus MADIUS
9i
Non
con
ti
le quali la
mia
Etica pertratta
il
le tre disposition
che
ciel
non vuole
testo, gli
schiudesse
da-
vanti la
Divina Commedia
cristiana ?
un apparente regresso ma
sa-
il
umana
Robertelli,
il
uomo
suo
foggiato
piuttosto sullo
stampo
di
un
commensottoscritto
Castelvetro avrebbe
cio cornacchia
:
a due mani) ?
Cornicula
illa (*)
all'
rinascimento
et che si prepara.
^
il
il
Maggi ne
casuali e
terrore e la
non sono n
della
superficiali
indasia
gator^Che
domata dal
l'ira (e
con essa
il
tumido vento
superbia)
fra
terrore, pensiero
comune
e quasi intuitivo
quelli
ma
il
ispira a
una
d'improvviso in
questa
al
fosca
alba
pili
di
tempi
Medio Evo
voi
la
profondo
e
Agostino:
(')
;
sradicate
in
concupiscenza
piantatevi la carit
e al
deli-
Nos
si
ripensa a
un
altro
:
altari della
superficiale
Manzoni
benedette soglie
ricordargli
il
conflitto fra
il
l'avarizia
la
liberalit,
come
padre Dante.
Quando
s'
detto ci del
Maggi
s'
Non
e'
(')
TiKABOSciii: op.
cit.
T. VII, p. 4, p. 408.
(-)
Sant' Agostino
Sermone CCCXI.
92
CAPITOLO VI.
neppiir bisogno di ricordare che tutti gli altri corollari della catarsi
cos negata
da
al
sole.
Sicch
il
con piccole
industriosit.
uomini iniqui e
le loro
invece,
spettacolo
di
ripugnanza
ad-
male
Dubium
dice
il
Maggi e
duce molte ingenue ragioni. Gli riusciva poi alquanto duro a intendere
come
dell'uomo
come
e
Tieste,
Oreste
di
(').
Egisto che a
loro
poco persuaso
scellerati
i
istigazioni
autentici
pe-
l'
altra particella
se sia pi importante
come
la
un
i
interesse morale,
cammina
risalto
ripete che la
i
parte
principale
caratteri
dono
da quella.
ripete
col Robertelli.
Vero che a
tragoedia
non
potest
(').
Ma
pietre
credo che
Pare che
una
delle
angolari
continuazione dell'opera
verr fondata appunto
colabile
angolare
incalil
su
questa
vitalissima
Difatti,
questione
il
con
beneficio
del
secentismo.
la
se
rappresentare
fra la
uomo,
tragedia
mores
preferi-
(')
V. per
109.
es.
il
commento
alle particelle
() p.
Ztl Zf. Zl^ Tf^ ^1^ Zl^ Zj^ at^ ^t5 ^t5
ZffMW
CAPITOLO vn.
Benedetto Varchi e
1*
Sommario.
1. Perch
s'
il
Varchi rappresenta
si
il
aristotelico che
incontra e
si
Con
il
lui
r aristotelesimo padovano
bandiera del Maggi
-
porta-
modo
telli
di esprimersi
il
2. Le
bens
il
falso,
-
ma
il
- L'
dal fine
li
uomo
perfetto
dell'
-
La poesia
-
Secondariet
elemento estetico
Una
Il
Maggi e
il
Eobertelli
di
Le regole come espressione di quello stato animo - L' inquisizione. Ij. Un nobile effetto di queste idee V amore Dante come poeta e pensatore - Esempi D Varchi e il GiambuUari.
Lo Spingam,
cursore,
lo costringe
storico acuto,
anche quando
la
quasi, in questo
campo
Varchi
ma non
ne spiega a
fondo
le ragioni.
Forse
un pensiero
i
che, sorto
di
questioni
ha poi chiarita
con
lui.
(')
Spix&ars op.
cit.
p. 318.
94
CAPITOLO
VII,
quello scolastico.
ad esso
si
inchina e da esso
ri-
si
pu dire
che,
dopo
il
Varchi,
il
trovata e tutte le
tristi
conseguenze per
poesia
venute di poi
non sono che deduzioni da uno stesso principio. Perch il tomismo che, nel Medio Evo, aveva significato libert specialmente per l'arte, inteso come lo si intende in questa et di controriforma, significa
tirannia e distruzione di essa
;
come
espres-
tutela
l'arte
ma
Varchi
sta
periodo di formazione
il
rigoglio
delle
rispetto. Egli
r aristotelesimo e d
ratterizza la seconda
Robertelli, in idea,
S' intende
che
il
commento
aristotele-
simo che
io
dico
come
filosofia
e letteratura
ad un tempo,
su
quello
stampo
il
a chiamare platonica.
Varchi rappresenta
berle, in fine,
anche nella
Platone ad Aristotele.
gli Strozzi,
neUa
loro
disavventura
egli capitasse
degli Infiammati,
nici
suoi
plato-
panni
e,
fiorentini.
abituato,
a questa
sui libri
di
gli
quella.
e,
venne naturale
state a
Maggi,
erano
Padova
la
sua disciplina.
fu questa' la
sua
novit, tanto
l'
aristo-
telesimo genuino, torn con lui tutta una schiera di esuli fiorentini
Da
allora in poi
il
Varchi segu
il
corso
di
del
tempo
conducevano
BENEDETTO VARCHI E
l'
ARISTOTELESDIO LVTEGRALE
95
allo
una soggezione
scrupolo religioso
prima
di morire,
filosofico
par
suo
si
Ma un
avrebbe potuto
impressione.
Il
conferma
della
sua
Varchi, che pretendeva ad aristotelico purissimo non solo per la sostanza del pensiero
ma
anche per
il
modo
di
atteggiarlo,
lasciava
poi trasparire ogni tanto, senza accorgersi, tra le pieghe del suo frasario ortodosso, qualcosa della vecchia mentalit umanistica di gusto
platonico,
atto,
il
piegarsi del
li-
500
si
diil
Onde
il
fedel
mondo
di
ideale
cos
la
ostico
al
suo
cuore
di
i
di
e
negatore,
non
tralasci
(il
rilevare
cosa
in
tono
beffa,
Appone ancora
e la poesia
Varchi) ad
divina
:
Ari-
stotele
che che
chiami
poeti divini
il
i
cosa
C)-
E
vi
non
fa
ribattere
chiodo
poeti
piantato
ion
gi
prima
<
Anche
sono
solamente
da
Aristotele,
ma
Il
che non
fa Aristotele
titolo
(').
di
di-
vino,
ma
ba-
date che r osservazione coglie proprio nel segno, perch quell' aggettivo, nel
a
fra
pigione:
le
niente,
dello
meno che
stico.
inquadrata
dal
Varchi
facolt
moda
fra
rigoristi
sul
dif-
una freddezza
(')
Cfr. G.
Manacorda
di
Pisa
V.
XYH
(2)
(1903) p. 18.
B. Varchi per
L.
123
5.
Id p. 91.
96
CAPITOLO
VII.
se
non
nell'apparenza, agli
aristotelico
il
quale, ad orec-
noie di contraria
un primo sapore di positivismo, gli procur natura e, come egli veniva da Padova dove il Pom;
sospett
Pomponaz-
zismo.
Ma
la coscienza di
il
gli fu affidato
egli,
nell'accademia fiorentina,
accingendosi a distinguerne
le
l'
altro,
come una
diffida
un richiamo
:
ai severi
volumi
del-
padovano
per
fermo, se io non
mi
fussi (sono
gi molt'anni) in traducendo e
il
di Aristotele, senza
commentando la poetica quale non saprei muovere un passo, esercitato cotale materia non harei osato d' entrare in
(').
Il Robertelli, infatti,
con tutta
la
la
Poetica
e pros-
facili
lume per
la
Aveva quindi
ripetuto
delle
cinque facolt
il
il
vero, la dialettica
probabile, la re-
ma
ha
l'
apparenza
ma, quanto
ogni
sembrato che
appartenesse
meno che ad
cinque
Et
si
Oppone
Varchi
facolt
la poesia.
(')
ecc.
(Firenze
Giunti,
1590), p. 599.
l'
umane
luce,
sapete
che
cosa
esso
Il
diventa ^Unseoph).^
La
il
subbiettoS
^a
poesia
il
suo mezzo
o strumento l'esempio
mento
il
del pensiero
come sarebbe
sillogisma o l'entimema
ma
pi efficace. Si che, per trovare alla poesia questa sua vera luce,
il
il
Varchi non
si
ma
ha cercato
di
pensiero di Aristotele pi in
:
fondo:
nel
massimo
interprete
quello
S.
:
Tommaso.
Il
modo
ne rimase cacancel-
povolto
lata e
le
ma
le
arti
principal-
mente dal
fine
egli ricondusse
il
anche
la
Poetica al
all' o-
figliuol
prodigo
delectare.
C insegna
il
S.
Tommaso
furono
- egli dice -
che tutte
le cose
dell'
che
sono sotto
primo
cielo
fatte e
uomo,
Laonde
sotto
il
si
fauno
il
V uomo
ciascun
perfetto e felice.
di
poeta condur
uomo
alla
sua
felicit
negare
ci
(^.
pi
come
si
Xon
si tratta
di vedere quale
ma
i
i
(*).
Onde
tanto
s'
morale e
pennelli
personaggi furono
offerti dalla
pi tiranna
precettistica
morale
il
non
umana
ste
la quale,
<
nella:
copulazione
agente
(*).
(')
Op.
cit.
p. 573.
(^)
p.
574.
f)
id.
{')
575.
TorFANiN.
La fmt
delT umanesimo.
98
S' intende quindi
sia,
CAPITOLO
VII,
come
da ultima delle
adunque
il
fine
anima
filosofo
l'
ufficio
buoni e virtuosi
spetta
Al
morale
si
insegnare
i
che cosa sia vizio e che cosa sia virt, spetta alle leggi premiare
vizi
all' o-
In
il
nessuno
poeta,
di
questi
soltanto
modi
infiamma
alla virt
ma
ducendo per
atto di
il
quale
al
degno
un
virtuoso
qual^
(_')/
e'
degni premi delle sue virt e da Dio e dagli uomini renduti sieno
Qui non
e'
pi questione di
itoiv.ikioL
non
pi libert. Invece s'arriva gi a quell'estremo di esagerazione, parallelamente al quale vedremo sorgere, fra
inevitabile
;
esa-
come strumento di conversione a Dio e valido aiuto della Chiesa. Le scienze e le virt - dice il Varchi - insegnano con strumenti pi nobili ma non pi utili perch gli uomini non vogliono e non possono servirsi di quelle
gerazione che consiste nel considerar la poesia per imparare
essendo
il
poco
d'altra parte
il
Chi colui
quanto
si
commovano
si
gli
animi
umani
sotto spaventevoli o
abbominevoli forme?
Non
raccapricciano gli
aspidi,
(*) Il
ver-
predica di predicator
moda
le
tragedie di argomento
(quelle
del
Conte
con
Ugolino
quelli
per
gli allegri
si
del Giraldi
gli
ma
stesi
che
il
predicatore
proponeva dipingendo
effetti
del
le
male./
sue regole
?
che cosa
e'
(')
p.
576.
(2)
p.
577.
BENEDETTO VARCHI E
l'
ARISTOTELESDIO INTEGRALE
99
si
Non
sono che
il
punto di partenza
al
quale
il
Varchi
:
richiama
finalmente la poesia, prende la prima parte della definizione di Aristotele e la integra (a lui
ar-
gomenti esposti
La poetica - ^li dice - una fecolt la modi si debba imitare qualunque azione, costume con numero, sermone e armonia mescolatamente o
fin
qua.
di
al
gli
uomini da'
vizi e
che conseguano
la perfezione e la
(Le
Ma
uno sviluppo della nuova fondamentale interpretazione della catarsi data dal Maggi ? E chi altro il maestro se non quello ? Anzi, in
una successiva
della
non mediante
la
misericordia
ma
mediante il terrore ....) lo disse. - In queste ultime parole disse - pone il filosofo il principale intento e ultimo fine della tragedia
alla
il
perfezione
la
non
misericordia e
Robertelli]
ma le passioni
come
concupiscibili [Maggi]
d'
> (').
Ma
le
il
punto
appoggio e
se
la
1'
unico
modo per
si
vuol
regole
sapiente-
mente integrate
spirito solo in
La
quanto
si
per cui
il
Varchi,
che non era uno stupido, deplorava le inique imitazioni del romanzesco Morgante e
all'
Ariosto, che
<
> (*) e il
preferiva
U Giron
l'
Ma avrebbe
preferito a questo
medesimo
(e
A-
varchide
col Varchi, la
la
<
prima
volta, la teoria
quindi
religione)
Non
dubbio alcuno -
argomentava
egli
che
immediatamente o
(')
p. 578.
()
p.
660.
p. 585.
100
perfetta e
(sia
CAPITOLO
VII.
conseguentemente
si
felice
quale
:
voglia) e necessaria
corpo
di
maniera che
arti
fanno^
non
si
possano n
solo
:
chiamare n scienze se
piti
non equivocamente
le quali
e col
nome
anzi dir
oltre
invece
di arrecare
giovamento
alla vita le
dagli
punite dalle
Non
si fa
e'
l'
aristotelesimo
s'
esprime in
UDa
povera
Italia dei
sentanti dappertutto
De Nores
Padova.
di neofita, che
lo fece
cadere
in
fiorentini
il
(i
quali ne subirono
contagio
ma
bisticcio
famoso
Le canzoni per
ed ha cavato
al
gli
occhi ha lette
il
Varchi
gran Petrarca
gli occhi),
altri,
un
effetto
definitivamente
benefico:
il
ritorno di
ma come
Quando
sent
(').
mai, prima,
si
modo
la poesia,
specialmente
quella volgare?
Yarchi,
il
ma
risoluto,
ma
movimento da lui propugnato non era pura queimplicava una veduta del mondo nuova e or-
ganica e che
siderio del
ne avesse avuto una cos fatta e ci si Con Dante tornava, dopo tanto oblio, il desuo meditante Medio Evo non certo come espressione di
il
parecchio
da
dire)
ma come
rato cos
:
coscienza. Dai
rinascimento finiva.
noi,
(3)
Si veda ad ogni
BEXEDETTO V.VRCHI E
l'
ARISTOTELf.>Lyu
i.n
it.-TKALr,
101
il
momento
Dante
massimo
dobbiamo
Varchi.
Il
e'
era.
il
Varchi fu piuttosto un
promotore
e
risale a lui
primo tentativo
di
una edizion
;
critica della
Commedia > fatta con il collazionar sette testi il che per quei tempi non piccola prova d' amore. S' io dovessi scegliere poi fra i suoi
colleghi dell'accademia,
altri
come
fede in lui e
l'
nella sua
occhio piuttosto
Giambullari.
di
Non
solo
conta,
mirabile vedere
come anche
cultura
celesti )
il
pensiero di Dante tomi quale guida pur coi molti pregiudizi di una
et tramontata.
(')
GiAMBCLLABi
Lexmi
lette
neW
M^
a*!*
CAPITOLO
Il
Vili.
Minturno,
il
SoMMAEio.
1. Modo opposto
di considerar la poesia
cipi -
a questo altro
-
modo
Sua
ini-
sua critica
Suo eclettismo
ciceroniano
Italianit
Il
2.
Minturno intende
Ma non crede agli effetti come nel rinascimento Sua ironia per le cabale della catarsi - Acuta e moderna liberalit nello sue con.^lusioni. 3. Sua andata a Trento come Vescovo e sua improvvisa conversione ad Aristotele - Modo singolare di pubblicare V Arte poetica - Condanna del romanzesco e riconciliazione con l' eroico per l'orrore degli oltramontani. 4. Lo spagnolismo come modo di evitare il
alla poesia
<<
Vantaggi
di esso di
contro
-
pericolosi
propositi
di
Trento
Conseguente teorizzazione
-
Ritorno
Pindaro
-
come espressione
di aristotelesimo e di
spagnolismo ad un tempo
Ricon-
si
clie,
pure
tirannici^resupposti
Varchi,
si
poteva
arrivare a
considerar la poesia in
al tutto coerente
modo
Se
affatto contrario o,
con
essi.
come
rap-
presentazione
dell'
da
non
si
alleggerire
della
suoi
contatti
con quella,
facendone
un
diletto
fantasia,
ri
in
modo pi
?
nascimento
IL
103
venne
il
malanno
^Minturno.
Non
Varchi
quel!' altra
E come
questa
soluzione garbava perfettamente agli ortodossi ed era accetta ai profani, gli tu facile conciliarla
come puro
d'
precetto
formale, contavano
fede
poco. Il Minturno,
adorno
non pur
sparse
e
ma
per
sue prose
largamente
i
gremite di
scientifici
grandi ing^ni
il
numerato
(')
dice
Crescimbeni,
aristoil
era
napoletano
telici letterari.^je
tra-
quale, a
sua volta,
egli
co-
munic r amore
avventuriera
e,
dello
spagnolismo
settecento,
si
fu
fremito
di
una borghesia
umane,
e
la lontari-
nell'ottocento,
vest
di
di superbe idealit
letterati
vanit
aristocra ti zzanti
le
accademie e
le dedicatorie.
Ma
nanza
gli
fu propizia e,
pii
sebbene
permise tuttavia
di ab-
movimento
riassumerne
concetto, e di giu-
dicarle con libert e con relativo scetticismo. Dell'importanza dell' aristotelesimo, e della necessit di
stigio, si
il
pre-
allora,
scrisse
un secondo
trattato di poetica
ma
in
efi'etto
che egli chiam una versione in italiano del primo era una porrpzinnp Prinja pHr q ristnfp1iVQ_i_l_31intn rno
fu ciceroniano fervente.
Veniva dunque
alle discussioni
penose della
Arpinate.
facile
pur
quello di
un vescovo.
Difatti,
in
quel primo
fiorire
1'
di
oc-
ci che
1'
antico
aveva
fatto
() Cbescimbem op.
cit.
p.
425 (V.
I).
104
con quelle
oratore
siili"
CAPILOLO
A'
III.
oratoria
scrivere
un
de poeta
'
parallelo
al
de
una meta,
In
ma
Come
se la question di Aridi
stotele
realt,
pura letteratura
al pari di
quella
Cicerone
De Poeta
un
libro
scovo,
non ha misurata
gli aspetti.
la portata del
movimento
la
di cui
si fa
a rias-
sumere
onde
Aristotele
non neppure
egli
Itaque ab
lin-
coUigendum pu-
unum
Per
s e per
la-
amici
dunque
tino.
vero
autore
molti
ci
assicura
che fu cominciato,
ma
pi anni
metterlo
prima
al
e,
forse,
gli
corrente con
stile.
le
ISi
Minturno,
non mi avvenne
di
vedemmo
una molto problematica e scolorita {'). Di diffondere poi il libro s' incaric quel Gerolamo Ruscelli ravennate che, con svisceratezza
servile - figura da minuetto - pareva
porre
qual
meta
della
sua
ter-
- vero
concilio di semidei
reni -
dell'accademia,
fine.
come
se la letteratura
non avesse,
fatto
oltre
questo,
altro
Per-
ciocch - diceva
Pignatelli
es-
sendomi gi da molt'anni
conoscere nel
mondo per
diligentis-
maggiormente dimostrando questa mia divotissima inclinazion d'animo, spero che grandemente sia ora per giovare a questo mio desiderio quest'ufficio di far uscir
S.
(*)
Dc Poeta
p.
(Venetiis
1559/ p.
3.
^'u>^iaM'^'
MiNTUBNO
183.
IL
105
il
interessa
primo
le idee principali
del tempo.
Vedete stranezza
r obiezione moralista
eppure
egli,
il
Minturno ha intesa in
peso che le
tutta la sua
cavit
:
vescovo, non le d
il
Varchi. Era ancor troppo umanista per ammettere che la poesia potesse avere
cos.
siilla
Ammesso
adoperando
il
- che
poeta cio,
rerum nainsegnadel
quella
e
Ip attrae
il
che
Si
non ha probabilit alcuna d'essere il giusto, il buono, vada assai cauti, dunque, nel tributar lode di sapienza
tutti gli artisti,
vero.
ai
poeti e a
la cui arte
si
fonda
sull'imitazione e
alle
strette,
sulle fallaci,
Che cosa
il
significa,
quel
famoso
poeta
illi
in fondo,
fa
come
il
si
mette dal punto di vista del popolo che di per s non arriva a discernere quid
sit
ma
il
piuttosto
ha bisogno
Oggi l'entusiasma
le
il
bene, domani
umane
passioni,
senza avere
sempre eguale a se
stesso.
Anzi son
poeti che
scate-
nano
le passioni nell'
anima
dell' eroe,
la quale,
agitata quasi
tur-
bisce
il
contagio
di
bandir
la
poesia che
non
si
Come
anni.
ci
vede
Minturno
si
Eppure i rimedi da
lui suggeriti,
per bocca
d'
un
altro dialogante,
pericoli
:
della
poesia.
Cotali argomenti -
oppone
l'
ma
che se ne
(')
De Poeta
p.
33-35.
106
deve conchiudere? Che
il
CAPITOLO
Vili.
poeta
debba
sistematicamente mentire e
e rabberciar
suoi eroi ?
Di che sarebbe Enea turbato e
tristo
Minturno invece
di
si
moda
certe
poeta.
Se
egli
s'
imbatte in
Enea
e Didone, di Paolo e
Francesca, per
un provvido
tal
velo. [Suggerimento
lo si
veda
quale
nella
poetica
del
Muzio]
(').
non dimentica
affidato al
uomini dalle
reprehendat,
cose
disoneste
adhibet
illa
quem
Homerus
ostendit.
il
Ma
cismo
bello
si
pi.
sarebbero
stati accolti
per buoni,
si
tolti
il
ci
naso
La
catarsi ?
fini
Ma
s'
cosa?
parricidia,
flagitia
insomma,
difficile
tirarle
un
significato
non putet
quello di
(^)
Almeno
e
l'
epica
il
ha
la
probabilit
d' essere
meno
miglior
modo
di placare le passioni
non
d'
toccarle
qualunque tentativo
di giustificar la catarsi.
Anche quelF
chiodo
un
male reg-
(')
()
GiusTiNOPOLiTANO
p.
Poettca
61-62.
cit.
poi,
p.
84.
38.
{)
p.
IL
107
Ma
.
.
se
.
uno ha l'animo
suscitandovi delle
passioni?
(')
all'
aristotelesimo, quanto
fra le pi
moderne
!
Un' Arte
Ma
un' astrazione
Di
:
arti poetiche ce
sono
poeti e nessuno
pu
dire
immerito
cura
Apolline,
Bacchum
i
velint .
piedi,
onde
si
pu conchiudere
est alitar
malum poetam
illa
esse,
recte,
hoc
quam natura
posse,
sua
effngat,
quaquam Non
degno
di
del
cice-
ronismo del
De
poeta >
non
Eppure questo
and a Trento
neppure
a
del
come
ritornare.
concilio,
Da
Trento stessa
il
21 settembre 1564,
chiudersi
mand
agli accademici di
Como
ci fa intendere,
dedi-
da'
comandamenti
di Nostro Signore
risto-
ri-
cuperare quanto
s'
costretto a
Ma
turno di pubblicare
le
cose
sue
con
qualche bugietta
accademica
le
rendesse
let-
<
De
poeta
il
cos
fece per
Arte poetica
>
Ma
poich
il
letterato
perde
pelo
ma
non
il
il
vizio,
parentesi.
e' da aver riluttanza a credere che una e l' altra seduta del concilio e nelle frequenti Certo non sarebbe stato bello far sapere che un Cardinal
non
egli scrivesse
l'
della Chiesa
s'
era
occupato,
fra
quei
frangenti,
di
arte
poetica.
Q)
p. 67.
(2) p.
68-75.
108
CAPITOLO
Vili.
un malinteso
n
ci
il
Minaf-
turno non aveva creduto far cosa del tutto estranea alla missione
fidatagli
da Pio lY
aveva lavorato solo per ingannare il tempo. gran teatro di tutte le genti - secondo la frase del
:
Paruta - ebbe
dove
i
le
commissari erano
miche.
Il
piti
modo
consimile
(sebbene
egli
non
i
fosse
vescovo
loghi
ma un
suoi dia-
Ma
e'
delle influenze
ci
avvenga
po' di
un
rimorso
e'
l'
aveva sospinto
E
la
il
De
poeta con
Arte poetica.
Ma
all'
poich l'animo
ortodossia
del
suo
non
si
Varchi, arriv
effetti,
la equivaleva.
scrisse
pivi
non
gli
appariva
cosa indifferente
alla vita
ma
congiunta
suoi
quattro ragionamenti
molti dialoganti,
non
ma
che
il
spontaneo,
ma
e
sforzandosi
di
vescovo
principe
della
convergenza verso
Sirleto,
cardini
ideali
del
Ma
certo
1'
Arte poetica
non vale
Ini
il
De
il
poeta
Voi restato
condannare
romanzesco.
Ma
se egli
bene nel
leggi
De poeta
(')
se
Cf.
(ed.
Le-Monnicr
*
1852)
p. 40.
il
proemio del
De
optivo
statu civitatis
(Cremona 1556)
del Vida.
IL
109
non da se stesso ? Oh no - spiega il ^linturno nell' Arte poetica . - non Il poema romanzesco - e gli duole per il Boiardo e l' Ariosto V poesia 0, per lo meno, non forma encomiabile di poesia per una
!
ragion semplicissima
che contrario
alle
leggi
di
Aristotele
^a
.
piega impressa dalle pene di Trento solsuo ragionare Egli non~'e^cosr~sottile esegeta da discernere se il poema romanzesco
vedete novella
venga
o da
quello Luterano, e
tempi, d'altra a
s,
parte, son
gravidi di sospetto.
Non aveva
quei
egli
davanti
scri-
vescovi
oltramontani che
se-
fra se e
latini
un incolmabile abisso?
le vele
anche in
barbari
lette-
personali.
Onde scriveva
tamente altro
ftiica
cos
m cer(')
di ragione e
Di chi parla
Ed
la
in
dunque
di Lutero ?
?
Mi
ven-
gono
in
mente
stato
certi versi
lui,
ma
assai pi scapigliato,
uno
ma
ancor
pii
risentito
il
(ironia
celtica a parte).
suo clas-
Pour moi
que
je
les
Huguenots pourroient
faire
de miracles.
En
les nouvelles
chimres
(*).
Non
di-
versa natura.
Ma
ci
(si
disse pi spagnolista
Q) Arte poetica (ed. Napoli 1725) p. 32. (^) Mathubix Eegxier : Oeuvres compltes (Flammarioa ed.) p. 105.
110
CAPITOLO
Vili,
il
legislatore.
E
so-
Pindaro
gli
come
Ora
:
lo al
si
spagnovederlo
ma,
Arte poetica
non
pu non
pensare agli
effetti
al partito
che lo misero
di salvezza.
Abbiamo
chia-
De
poeta
il
prodesse con
trattato di
umane
azioni, chi
non ne volesse
fare
un
realt<
e della
peso.
Ma
modo
il
poeta
come
all'
Deus ex machina
affermazione
aristotelica
conciosiach
senza
si
gli
affetti
possa
trovarsi poesia,
ma
senza
gli atti
trovar non
possa,
ci fosse,
con
Non
si
fu lo
spagnolismo
Concilio
i
tra
noi
del
di
Trento
non
mio
ma
di
teologi lu-
si
Roma
le
campo
il
e,
idea redi
bene come
espressione
come sviamento delle umane passioni Minturno stesso nel De poeta era mosso da 'questi principi (il ricordando che il Vero solo sempre uguale a se stesso laddove
Dio, del male
come
antitesi e
l'arte,
rore e con
male) ecco
una
latini:
una
ne-
territori
delle
umane
passioni e dei
con
il
Lessing
IL
111
modo
di sentire, la filosofia
Ecco
il
malizia
curialesca,
ma
l'
palpitante,
credo, di
partigianeria
per
Roma
S.
or eh' in gioco
la
Paolo
distruzion della
Adunque furono
:
deputati
per
Dio
Dio
la vocazion di
il
tradimento di Giuda.
ma
tutto
avl'as-
ma
una mera
11 libero
finzione.
arbitrio
dopo
il
peccato d'
Adamo
in
perduto ed
sua
potest
pecca
finita e titolo
male
ma non ha
potest di fare
bene
Sovra
teologica
:
due
articoli
primi
si
che
:
la volont
umana come
formata
titolo e titolo
Chiesa
r ha condannata contro
il
senso co-
mune esperimentando
confutazione ma,
ogni
uomo
la
come
1'
Aristotele dice, o
pruova
esperi-
mentale
che
medesimi discepoli
di Lutero si
pazzia e moderando
uomo
economiche e quanto
libert
quanto
ecc.
(')
(')
Sabpi
Il, p.
102-3.
112
teologo
CAPITOLO
vm.
Sarpi,
si
ma
il
anche
vescovi, dice
il
turbarono a cos
iieri
modo
cose.
di
compor vero
con
il
Or
che
Minturno non
ab
del
idee letterarie,
ma non
c' da aspettarsela,
per,
al
vederlo tam
mutatus
ilio
De
una poesia
meno
il
Vero./
;
favole ro-
manzesche
altre favole
gli
(^)
viene
ad auspicare
tali
(il
che
davan
fastidio).
Aveva
l'antica poesia
la
gli
Iddii cos
i
celesti
come
moderna ha
i
gli angeli e
i
santi del
cielo ed
un
religiosi e
i
romiti.
le
Aveva
fate.
quella
questa ha
negromanti e
maghe. Quella
In quella
angeli di Dio....
Ma
iii
ma
controllata
;
un
il
meraviglioso
quella che non ha nulla pi che vedere con la fremente rappresentazione delle
umane
lei
passioni, la gelosia di
dell' arte;
il
Orlando o
la
fortuna di
ma, pi che
Petrarca,
grande maestro
il
un mito
let-
sentimenti,
ecco
il
segreto
della
Onde
il
stesso.
Quando
r imperatore Carlo
dall'
Giunone contro
tiranni ?
Non
so se
il
Chia-
brera
si
(')
CO
id.
p. 31.
IL
113
(')
ed anche aristoteleossequente al
e,
in genere,
si
T^dir;,
pu far senza.
Cos
lico fedele
il
Mintnrno
si
qualche volta
>
/Quando,
per"
lo si
non
si
De
poeta
>
aveva
quella
tanea.
possibili
benefici
effetti
di
egli che,
allora,
Ed
Con
piet dilettevolmente ci
pi raffrena l'indomito
si
furore della
nostra mente
perciocch niuno
muova,
i
non purghi l'animo degli affetti i quali di quell'infelice stato sono cagione e la rimembranza degli altrui gravi casi non solamente ci
:
nostri
sopportare,
ma
CT^^
Che
pre-
natura, e
i
che
tesi
egli lo pregiasse
reale
effetto
mano
questo
periodo: dico
vita,
quel gran vuoto di pensiero che rendono lo spagnolismo sinodi ipocrisia morale.
nimo
di Fernando de (') Si paragona la canzone del Minturno con le eeneiens Herrera e particolarmente con quella per Giovanni d' Austria vincitore dei Mori, alla quale la prima tanto s' assomiglia nel pinderismo spagnolizzato.
^=-<S
ToFF.\>iN-.
La
fine dell'
umanesimo.
CAPITOLO IX.
S.
con lo Scaligero e
Piccolomini.
Sommario.
1. Ragioni
2.
Mo-
Pi completa con-
Tomaso
La
recta ratio
come
risposai
moralistico-letterario
Gli
-
7]9-yj
e le SiaO-aeic
1'
L'imitare fabulam
actio
di-
Stretti rapporti
fra
poetica o
1'
affectus
3,
-
Effettiva iden:
Unica differenza
un
pretesto.
4,
Il
Piccolomini
luci-
come
movimento
rigorista -
Sua mirabile
-
alle idee
5. Esame
Conchiuin-
sione
Nessuna azione
male
nessuna rappresentazione
poetica dell'uomo
Questo ambizioso
scrittore,
trattato
storia la quale
occup
di lui pi
che non
meri-
di suo,
non
v' era
che sua
il
modo
di confezionarla.
Ma
la
storia tenne
egli fu
il il
conto
prin-
pili della
efficacia
Varchi
S.
115
L'ultima
il
Minturno
in Francia e, di
l,
espressione di
di
altri
popoli,
come un
incapaci
epilogo,
l'ultima
il
nostra
nodo da-
mostrammo
curiosi
*
sicch,
i
d'
ora innanzi,
nuovi indirizzi
gli
come
discepoli e
come
ci, tutti
stra-
nieri che si
sono occupati
di queste
cose,
dal
Borinski al
Saintsbury, indulgendo a
un
vedono
il
lo
come
vero
periodo,
laddove
il
contenuto
originale
gli
valore
polemico
Se non
Arte
lavo-
da Trento
egli
scriveva,
<
De Poeta
s'
era gi manifestato
i
un
resoconti
non
di sorde esplo-
se
il
suo
diseguo
la
letteratura
concepita da lui in
egli
modo
la
ortodosso e varchiano!
latino
In
sostanza
non
modo
di
forse, in relazione
con
di dargli aspetto di
maggiore evidenza
gli
quale
si
regoler veramenfe
il
Quando
si
il
lettore
gli
si
attribui-
e'
ribellione
ad Ari-
dell'ambiente
che
con quell'Erasmo
avrebbe
al-
116
CAPITOLO IX.
La modesta
scottante:
originalit
del
suo
il
una
verit
sono
talora
fra
un
pretesto
per
inquadrarvi
che
pu
caso,
in
tal
negare
Aristotele
per
salvare
l'idea.
Uno
di
codesti
equivoci quello
dell'imitazione
come
fine
della
Costoro
a due
;
siffatta
idea
s'
arriva per lo
meno
il
il
secondo, che
tuttavia per
non negare
filosofia
ma
il
morale,
regolata
dalla
politica,
minacciata
Ma
Bisognava avere
il
coraggio di abbattere
sia
non
imitare
ma
decere .
Propterea
quod non
finis imitatio:
animorum deducan-
nem quae nominatur Beatitudo ('). La poetica! -esclamalo Scaligero ma chi dunque ci d il diritto di parlarne cos a cuor leg:
gero,
come
d'
una
ci-
vile?
Come
si
politica e partem,
face atque
colore
continetur ?
in legibus,
comparabuntur
{").
ci-
vitatis
Ma
da cui
s.
desime appunto
egli
le
filosofica, s.
Tomaso,
deriva.
egli
se fu
il
Tomaso, or
ne ha ben pi bisogno
poco da lungi.
gran
dis-
puta che
(')
septem (IbGl)
t^.
3i7.
CO
S.
117
data
al
impronta
dialettica
concetto del Varchi, non potete dubitare che lo Scaligero aveva presente l'obiezione anticattolica di cui
vedemmo un
saggio
in
quelle
qui av-
tomismo, salta
fuori,
per
la
prima
volta, in terra di
Francia, quel-
del
luteranesimo
che
radioso e
da tanto pi profonde
religione a
dunque negavano il libero arbitrio e, riducendo la immanentismo puro, affermavano che l'uomo, esponente
non pu volere che
il
male.
(Corollario
inevitafatta
d'
una
letteratura
tutta
dell'uomo?).
Ed
al
da
s.
Tomaso
e affermare ap-
punto
il
non pu vonelle
lere che
azioni.
bene: e
il
libero
,
arbitrio
si
vede
la
proprio
frase
buone
effetto
deir
per
usare
di Dante,
una sua
tale
for-
ma
che
filosofi
chiamano
come
ragioneest
actionum
quasi
(').
forma
quaedam
vocant philosophi
appunto
di
qua
la terzina dantesca
si
liqua
come
cupidit fa nell'iniqua)
(-).
Quando invece l' azione cattiva, quella forma manca. Il primo moto dell'anima che, per virt del libero arbitrio, tende a
quella forma, cio a Dio, o
all'
esse secondo
s'
esprime
s.
(*).
Tomaso,
ne rimase deformata
C)
Id.
(2)
Dante
Par. C.
XV,
v-1-3.
C) ScALiSEHo: p. 347-8. Cfr. S. Tomaso Summa 1^ 2 q. XVIII, a 1. Sic igitur dicendam est quod omnis actio, inquantum habet aliquid de esse, intantum habet de bonitate. Inquantum vero deficit ei aliquid de plenitudine essendi quae debetnr actioni
humanae, intantum
deficit a bonitate
et
sic
dicitur
determinata quantitas secundum rationem, vel debitus locus, vel aliquid huiusmodi . Passo commentato dai teologi appunto con
si
mala: puta
deficiat ei vel
118
CAPITOLO IX.
Ma
allora qui
di
Aristotele
"
modo
pu
concetto varchiano ?
Due domande
si
alle quali si
rispondere ad un tempo perch, vedete coni' era superficiale la spregiudicatezza dello Scaligero, le conseguenze
deducono adoperando
sul
tal principio
l'
di Aristotele
quale
io
come su uno
e
avvenire,
non perch
una vera
propria
ma
per-
ch
Il
lo
spirito dei
tempi nuovi vi
s'
son
secondari e trascurabili.
quella
Ma
le
del libero
con
s.
Tomaso
e,
rivo del
mare donde s'imbarc Dante. Che cosa sono queste t^^, o mores,
di
cui possiamo,
definito
volendo,
fare a
stesso
con Aristotele
(parole
virtute
con-
poeta
rappresentasse
l'uomo
detutti
nei suoi
tj^yj,
altro che
Si vedrebbe in atto
1'
il
trionfo del
male con
suoi
effetti
contagiosi e
dal poeta
!
un
beli' aiuto
Come va
il
poeta pu tanto
che
son ciechi,
ma
le
Stat-asic,
che sono
il
veggenti;
rappresenta,
insomma, quegli
della
affetti
in cui brilla
buona
ragione.
che
il
poeta
imitat
fabulam.
le parole
Hinc
consistit in
cum
actus
dicatur bonus,
{De aet. hum. art. IV, n, 34). Cfr. anche Summa id. a II: Et ideo sicut prima bonitas rei naturalis attenditur ex sua forma, quae dat speciem ci ita et prima bonitas actus moralis attenditur ex objeoto convenienti, unde et a quibusdam vocatur bonum ex genere,
qui est couformis legi et rationi ut ait Liguori
;
quid loco
primum malum est, si ras geneformam specifcam, puta si non genoretur homo, sed alihominis; ita primum malum in actionibus moralibua est quod est ex
.
S.
119
delle
che implicherebbe
il
cose,
ma
ne
Ma
poich senza
gli
aff-
ctus
volont, nulla
noi,
pu avvenire, questi
tratti
fa
i
risaltare
poeta
in
gli
modo che
iniqui.
udendo, siamo
a seguire
buoni o fuggire
ut bonos
Docet
per actiones:
am-
nendum
Con
care
(').
la qual cosa si
le
carte
aristoteliche
ha
del
filosofo
signifi-
gli
7;^, ma, per compenso, fa fare alle Sta^osi? la parte del leone: il fine della tragedia son esse, non la favola :^sia questa deve aver
per fine di suscitare quasi
(con lo Scaligero non
tadino) delle
si
nascostamente
nell'animo
del
cittadino/ j^
ma
in
di
cit-|
buone
tendenze^ Onde
letteratura e
politica
la
vita
ap-
paiono
questa
un'azione:
ma
una
S'.O-so'.c.
Nella vita
che
ci
deve
muovere
visto
una
Sta
^soi?,
ma
restare
sit
un'azione:
che
beati-
quam
perfecta
actio .
Per cui
at in
nello
spettatore
- a
dirla
con
le
erit actio
erit
{
primo
passo verso la
felicit,
Ma
ci
se,
dopo ricostruito
lo
non
e'
nulla.
anche questo
ha
il
d'
uno
l'
contro le intemperie di
un clima
letteratura
ha cessato per
puramente
tale
diventata
un grande
fargli bandire,
quando occorreva,
C)
p. 348.
() Id,
120
perfino
CAPITOLO IX.
il
vaglio di tutto
suo
che
l'
innovatore arriso
i
dal lampo
dell' idea,
somiglia
l'
vecchi
ma,
alla fine,
non
riesce che a
mutare
la disposizione di quelli.
all'
Per-
fino la
imitat cos
ispirata
vana
for-
una
esopiano
fabula
docet.
noi
poich
ci
da
riassunte,
sono in fondo
parole fra
tristi
e modeste
che
mi sembrano piene di una chiaroveggenza pi forte della consueta albagia. Quae si cui subtiliora quam res postulat videbuntur, ne
moleste ferat nostram diligentiam
si
;
nihil ei facilius,
quam
fidava
bis carere,
:
uti nolit
(').
Del suo
antiaristotel esimo
non
si
infatti la
impugn contro
Aristotele.
Per ora
tornare al Varchi.
Si
pu dire che
definitiva, dal
l'
intima pena di
tutti questi
commentatori, dal
e,
Maggi
modo,
che
a suo
anni,
pi profondo fra
gli scrittori
di
quegli
si
pu andare,
dello stretto
moralismo
perch
alla poesia.
r inconfutabile dimostrazione
duta la partita
si
:
la poesia
si
chiude
il
periodo aureo, se
controriforma
come
at-
tuabile
il
sogno
d'
fosse al
tempo
stesso
espressione
di penuffi-
di religione e di bellezza.
Dopo
modo
sare
ciale
tratto:
anzi, in
apparenza, resta
quello
riconoscerlo a parole
ma,
rassegna alle
v
follie del
e anche se ne compiace,
ufficiale,
verr da un
(')
p. 348.
S.
121
da
del
professore di Padova,
suita,
il
il
successivo
il
Pontanus: l'uno e
daranno
tono
un genuovo
stato
d'animo
tra
il
della controriforma
ci
letteraria e delle
sue
rinuncie.
Ma,
Piccolomini e quelli,
sar stata la
compromise un
meglio che
po' tutti
letterati italiani
ad aprire
gli occhi
molti
anni
di
discussioni
egli
il
suo
tempo
di
fior
si
pro-
poneva,
suo
nome dovrebbe
il
essere
almeno pi
la poesia,
chiaro
quello
allora,
Castel vetro]
Ma
quale
di
si
le incoerenti ribellioni
il
il
questo
che,
con
le serrate
deduzioni di quello, e
i
Tasso,
che
trov a fare
un paragone
fondo
fra
due, riconobbe
che
e,
Piccolomini era
fin
pi
pro-
ma
il il
Castelvetro pi facile
suo malgrado,
col seguire
piuttosto
secondo che
dell'
il
parleremo
uno
Per ora
ac-
per rispetto
ai
spirituale
quali si
dialet-
coerenza
che non
il
Varchi, lo Scaligero,
il
tele contro
l'immanentismo luterano e
quell'opposizione
il
Reno,
sent
la
e,
Siena sorella
filosofia nelle
di
Padova,
ossia
il
suo contrappo-
Aliena dalla
Siena conserv
profeti,
si
del
medio
evo,
con
il
la
sensibilit mistica; e,
al
primo svanire
del
rinascimento,
di
ridest!
in-|
non in fervore
di dispute scolastiche
ma
in fremiti
religiose
e dai santi
medio evo
ne
risent.
il
122
CAPITOLO IX.
dare
lo
spirito dei
(').
Ed anche
il
in lui - fratello
maggiore
riflesso
dubbio e
l'
il
mistero.
Anch'
egli
ultima
l'
spensieratezza del
rina-
arte per
alla fine,
poi
cosa
si
tanto
facile,
si
si
rivolse a
Dio e
convert ad
al
Ari-
tutto ci
suo grande
consanguineo Enea Silvio solo era potuto derivare, anni prima, dalla
maest della
tiara.
-^
Anch'
e del male.
io,
il
particella
aristotelica
in
cui
si
iniqui
ho
cercato
di
che
gli
mi sono
differenza
Ma
sentati
ora
implicano
personaggi e sui
umani rappre-
un
credo che
pi assoluto.
il mio pensiero va pi in l; io non debba essere mitigato ma piuttosto reso Perch, se, nella versione del testo greco, si pu ag-
se,
sulla
scorta
dei
predica-
si
resta
(')
umaral-
nisti,
si
pu
legrarsene perch nella vita del P. trovo notizie che piacerebbe vedere illustrate.
Por esempio
egli fu a
sata di eresia.
S.
123
promessi.
il
buono
e il reo
universalmente
in tutte
tele dice
le cose
nei predicamenti,
nondimeno
umane
accos
(').
cader
d non
possa:
Ha
comune
farla
e determinare
quali
pi
pre-
valghino
Il
(^.
sato
prima
valore
di
esse
nosciuto,
forse,
compendiata da Rabelais:
:
En
parce que gens liberes bien nez, bien instruictz, conversans en compaignies honnestes, ont par nature
un
instinct
et aguillon
qui touils
nom-
mojent honneur
(').
si
ognuno
dei
cavalieri
Onde
al
quell'altra espressione
senza
Ma come
il
tanta
importanza
prescindere
di
tutti
il
xfar risaltare
''
movimento
sillogismi le
:
in-
Eccone un saggio
gli
[Gli operanti
sono buoni o
rei.
i
Gli imitatori
imitano
operanti.
Adunque
gli
imitatori imitano
buoni o
rei.
La minore proposizione
di questo
(')
nelio. Cfr.
e.
7.
Cfr.
anche
Sum-
ma
di S.
(2)
XVIII, 1* E*. Annotaxioni di Alessandro Piccolomini alla poetica d' Aristotele (Veq.
Tomaso
Oargantina
1.
I,
124
sillogismo prende Aristotele
CAPITOLO IX,
come manifesta
i i
e la
maggiore
gli
egli
prova
costumi sono
uomini o buoni
gli
costumi: dunque
operanti
si
sono buoni o
La minore
i
prova
uo-
con quest'
Secondo
si
gli
mini
malizia
:
buoni
costumi
i
adunque secondo
buoni o
costumi sono
uomini buoni o
rei.
cos viene
tori
imitano
rei
(').
vero: questo
scheletrico
sillogizzare
ci
mette quasi
il il
paura,
in
gio-
un uomo
quale,
una
davanti
posta
Piccolo-
la
questione
di coerenza
(^)
che
gli
Maggi
credere
che
Ma
tutto
il
in
un
forte
fascio gli argomenti contro la libert della poesia senza portarne al-
cuno in difesa
proposito del
di quella?
Xon
poema
era
un
intravvisto fan;
tasma
di
un
fan-
colorirgli davanti
agli
occhi,
che
non fu
il
Tasso
ai
egli
avrebbe
si
meritato
trova in
si
trova che
poeta
deve
limitarsi a rappresentare
gli
quanto
agli iniqui,
ma
un
po' di
buono in
in
spiega-
rigoristi, e s'attiene,
il
sostanza,
quella
sentimenti
inquieti
Op.
cit.
p.
41-43.
p.
114.
S.
125
di
cui
si
(').
gli
effetti
e porli in
mano
ragione >
Senonch
la ragione_del
tradizionale
di^
^ulT uso
:
cotesta
ma
forse
di
non
che
presunsero
andar
altra.
C)
p.
100-6.
CAPITOLO X.
I minori e la sorpresa del Riccobono.
SoMMAEio.
1, Lo
spirito dei
Finalismo morale
Una
Ortodossia generale
-
cademia fiorentina
aristotelici
come
si
il
conte
Luigi
Laudi.
3. Dopo
del Boccaccio
Esempio
il
Anche
del-
la
teoria
inquisizione
in Platone
^.
La sorpresa
Eiccoboni
(1584)
che
dalla cattedra di
Padova
-
Nuova
inter-
r uno
r altro
dire
Aristotele
la poesia
preponendo a ogni
sogno e deve strarapporti
Che
5^ Conseguenti
naturale
La scoperta
del Riccoboni
svolgimento
Se noi
ci
tempi neldi
r opera
dei minori,
un vasto
dall'ora.
queste
Quelli
d'
che abbiaingegno e
il
mo
ricordati
di
erano
studi,
maestri
i
riconosciuti
per
altezza
profondit
del maestro
quali,
essondo
andati a scavare
greco,
pensiero
poi
nella
Minerva oscura
del testo
fatto
l'avevano
nelle
risuonare
aule de-
accademie, dove
minori venivano a
rifornirsene
127
come
pa-
non
s'
osava negare
fondamenti
aristotelici del-
arte e si
non ebbe,
fino
al
Patrizio, che
un
Castelvetro. Onde, chi voglia chiuder ora gli orecchi alle voci della
vita, cio della poesia, e,
ritiratosi nell'
indovinare
questo
tono di quella,
s'
immagina
non
vi riesce
il
prestigio del
un
po-
difficile.
Se qualcuno
una smorfia
poi
di
simpatia
corregge
subito
con
un come
una scappata
il
trattatello del
(*)
quale
si
spaccia
per aristotelico
non
vi sapete sottrarre a
La quale
ha
1'
trattatello
aria di
un
mai
rispettati e,
dopo
:
tutto,
si
di giudizio
la poesia
umane
e informar
l'
uo
soggetto e materia
(*).
Ma, tra
uno e V altro
lungo discorso,
par
si
dica al poeta in
una
una
tuo
cena
ufficio
d'
sentimento
dei
tuoi
perso-
naggi, e sarai tanto pi lodato da noi quanto sar pi intenso l'effetto. Leggete infatti questa prosa:
perch
poeti imitando le
perturbazioni ora dell' ira, ora del dolore, ora di questa cupidit, ora
(')
M. Bernardino
Partenio.
Al
molto re-
verendo
(-)
M.
128
CAPITOLO X.
il
riso, spesso
inducendo
il
pianto,
imprimono negli
e
ascoltatori
si
tutti
questi
ap-
piangono e ridono,
adirano,
petiscono amano,
constanti,
hanno
in odio: in
modo alcuno ne
temperanti, n
condizione consiste
avessero,
avendo
poco
ri-
Ma
noi non
abbiam in considerazione n
sinceri,
tanti
ma
solamente riguardia-
mo
la bellezza, la meraviglia e la
Platone
sei
nostro poeta
(').
non
Ma
son rari e
Era
soltanto
un
po'
ciarliero
come
non
sareb-
conchiudeva
filosoficit
come
se
le
avesse dette
affermava
la
profonda
dell' arte.
philosophiae luminibus
elu-
Nam
manitas est ?
(")
nuovo
il
e di profondo
non
(^)
e'
niera
non os seguire
:
fino alle
tomi-
ma
il
la letteratura, la si associ
al
con
la retorica o
:
con
la politica,
fine
co-
mune
ste
bene
civile.
il
Due
sommamente
altra di que-
utili e necessarie,
parlare e l'operare: n
una n
l'
due
azioni
si
possono
compiutamente e convenevolmente
della
fare
storia,
orazione, e dei
poemi
come
(')
P. 16.
(8)
In quibus tam in
graeeis
quam
4.
1551)
p.
Q) Dialogi di
nezia 1554),
M. Alessandro Lionardi
129
ma>.
si
richiede,
mostrandoci nelle
si
ha da imitare e da fuggire
serbava
nel
Che
pili?
suo
da
risen-
si tratt
Varchi
si
era
tro-
vato
d'
compagni
sui
dell' esilio
padovano pronti a
per
difendere e a diffondere
comune
pes
pensiero. Si
l'avventura
tutta
la
repubblicana
Da Padova
torn
fu
il
primo
assertore
integrale
(1553):
suo
:
seguace un
il
Bonamici
del
(').
Ma,
fra l'uno
e l'altro,
di vedere,
c' tutto
fra
un
seguito
d'opere
ispirate
questo
modo
cui
un
intero
i
commento
discorsi
Salviati
tuttora inedito.
Si
leggano,
per esempio,
che in quella
le
avrebbe condotti.
vedete
ri-
si
fa
mettendosi per una via diversa da quella seguita da noi fin qui nelle
varie questioni fondamentali,
non pu
questi
della
dove amor
delle
si
sprona
suoi
ragionamenti,
in
compendia
problema
contemporaneo
questioni
poesia
modo da
non per
pi
ridurre a tre
il
numero
:
aristoteliche:
gazione
quelle,
insomma,
che
valgono
i
i*egole
ma
perch
ideali.
il
suoi
profondi
problemi
Il
Maggi, del
Varchi,
Scaligero,
del
Minturno, e
mette
l'uno or con l'altro quasi senza aggiungere nulla di suo. Del Varchi l'idea che
la poesia riceve
la
sua nobilt
non dall'oggetto
la poesia
che
tratta,
ma
perch essendo
apparenze,
in
imi-
in
idoU
e non pu
il
dell'intelletto
n gradita
da
lui
che
vuole
vero:
ma
dall'altra
parte
irrazionale sar
ricevuta
come
in proprio al-
(')
ToFFANix.
La
fine dklP
tananenmo.
130
CAPITOLO X.
il
dell'
udire e
il
con-
che non
se
si
possa
s'
trovare
un
significato
quae
lunque
non
la
interpreti
come purgazion
delle
passioni
non
Io ho sempre
inteso e speri-
mentato -
che
il
fare
si
il
.
.
fare
si
fa
medesimo
gli
Per
lettera]
rovinerebbe
uomini
le
nuovo fanno
sempre
me-
Ma non
il
simile condotto
simile
da Dio e
{').
per
Minturno
il
quale aveva
modo
catarticizzato
il
fabulosa delectatio .
Che
zione mendace e falsa, non credo che alcuno dubiti se non vogliamo
semplicemente
stesso
al tutto
credere le meraviglie
delle sue
che
ei
dice.
Ma
egli
rime e dolendosi
et altrove:
di averle
fa-
smarrite: Ov'
favoleggiar
?
. . .
d'amore?
Quanto
e
si
la mia
al fine
che
era
rimuovere
piacere
i
pare a
me
che dal
Petrarca
ricevono
buoni,
honesto e desio
loro contrari.
,
d'
onore e di virt
questi
cacciano e purgano
Che
Qual donna
di
fede
questo
che
io dico
(').
Come
Il
si
vede
il
con
il
por-
conseguenze
estreme
postulati,
riescono
perfino a
lo
La quale
in lui, aristotelico
da quanto
(')
le
1).
62.
131
vuol salvare
il
di
non badare
si
Non
sono possibili
il
Viperano ;
di
1*
eroe
scorta
rigorosi
est poesis
- dice
il
Viperano - quam in
tctis
per-
Non
tradit
leges
disse-
omnem casum
exponat
(').
in adversis demittat,
verum ipsam
si
anni,
paragoni
Fontano e
s'
a-
riguarda
il
destino e
dell'uomo e
ti"e
avversative per
il
resto).
il
primo
che
si
il
secondo come
facile
immaginare: onde
il
secolare paragone
Quando
poi la buona
del poeta
fede
del
lettore
(ricorreva
si
sempre
mente
il
tornava perfino
giustificava
con l'allegoria
conchiudere
pii regis
(").
metodo
di Virgilio.
qui exemplo
.
Aeneae
era
una conciliazione
tata e
pi arrabbiati tra
cui
cite-
di questo
movimento intransigente
Il
quale
conchiuder
quando
si
idealizzazion dell'eroe
di virt
cristiana,
bisogna attenersi
non
(')
(-)
Jo. Antoni
p.
Viperam: De Poetica
73-74.
132
CAPITOLO X.
che non
resti
dell'
il
idea
('),
Ma non
punto
di
pu intendere
valore di questa
restrittiva
interpreil
non
vero
il
(o confusione)
pregiudizio^
leone.
Tant'
concilio
vero
di
che
Trento
le
regole
entrava
Ecco
Yiperano
al Beni, si
insegna
il
modo
di
atteggiare
l'eroe
del
poema
non meno
impulso della
controriforma
dell'illustre
per esempio,
il
intellettuali e delti
buoni
affetti delti
due
il
terzi pi piccolo).
Anche
uomini
(e
virt
morali e indesi
onde
si
vede che
l'
pare al Laudi
bestialit
che
d' occhio la
matta
la
di
Dante
Poe-
lettera
della
aristote-
qualche
leggera
deforma11
Viperano non
erano
i
si
si
irrigidivano sempre pi
Dai
suo rigor
deduceva poi un
non ebbe
ci
contrario)
ma
il
che
per-
seicento se la
hi
(')
Hoiitero,
Virgilio
ecc.
et
Torquato.
FA a
palma
II,
nell'eroico
1.
poema
(Padova 1007).
Ul,
p.
75.
133
intesa
al
parte pi
importante
s'
dell'opera
poetica la fabula,
modo che
buona
pi
forma.
Gli
pare
vadano
interpretati davvero
(').
come un
consiglio a badar pi al
conte-
accadendo
contrario:
si
badava soltanto
alla forma.
E meno
insomma,
tonica
il
male che
s'
patriarca dei
alle
amanti, Ser
Francesco
Petrarca,
pla-
sue lacrime
ma
sarebbe
della
cronaca
prole
giocondit?
(E
con
essa,
naturalmente, la commedia,
di cui, per
amor d'evidenza, parleremo pi oltre). Eppure questo avveniva per d' un letterato senese, Scipione Bargagli, adorator del Boccaccio e smanioso di imitarlo, il quale, non avendo sottomano una propizia peste come quella che era stata pretesto e
esempio nei trattenimenti
incentivo alle scapigliate fantasie del suo maestro remoto,
pens
di
adibire allo stesso uso V assedio di Siena fatto dagli imperiali alleati
coi fiorentini nel 1554.
Umana
afflitti
aveva detto
il
de-
durre se non
l'
il
Bardilet-
gagli, invece, la
tose novelle
ha
l'
accidenti che
estremo del
il
com'
altri
disse, assaglia
il
pianto,
egli '[il
occupa
l'allegi'ezza
umane
condizioni
e,
secondo
quelle,
impari
ciascheduna maniera di
()
p.
64-65.
134
CAPITOLO X.
comuni
Xon
per che
il
Bargagli, per
facile l'ari-
quanto accademico,
ma
lo era
la
dogana
lasciandolo passare
-
di
-
egli dice
tras'
mia
fosca descrizion
della
guerra, privandovi,
in-
nuova
le
mani
cora, senza
(^).
E non
tullo
solo
Boccaccio e
il
Petrarca e Virgilio;
il
ma
Orazio
e Ca-
concetto di eroe
come
spec-
leva che
gli antichi
Quam
Quare dicendum est Poetam sub Aeneae persona nobis ante oculos, hominem pium, iustum, fortem ac omnibus virtutibus praeditum posuisse, ut et nos similes esse studeamus (^), insegnava per esempio il modenese Orazio Guicciardi non indegno corregionale del conte Laudi. E che dire di Omero qui sub Ulissis persona viri sapientis exemplar nobis
ostendit ? .
le
il
Ma
la
sua
ingegnosit
si
non
affatto
una eccezione.
non
che
ammisero nei
sono
si
ed
omissioni
indispen-
potrebbe
illustrare
subito
con citazioni
ci
le
polemiche
di
rappresentanti
citazione.
quelle
di
una duplice
oppositori
son
che
essi
rappresentino
il
Dopo
il
Giraldi, teo-
rico ad ogni
modo
incoerente,
(')
(-')
SciPioNK Bargagli:
I trattenimenti
(ed.
Carabba)
p.
12-13.
et
Ingegnose
et utili
Catullo
Horatio
(Mantova 1593).
135
un
certo clamore
il
ma
ci fu,
ma
i
pi tardi assai,
quasi sempre
Patrizio,
possono
cui
mettere
saggi
migliori
l'appoggio
forza
ma
a trovare in Aristotele
inquisizione
lette:
vuole,
ma
di cultura farraginosa e
cla-
fidata.
Difatti
vogliate
udire
che
ma
anche
alla
dottrina
constituit
et
uno e
dell' altro
eadem
in septimo de legibus.
Nemo
justa,
composuerii ulli
re judices
Nec
liceat
quae
cita-
constitnti hac de
.
approbaverint
[La
Quae verba videntur etiam sanctae inquisitionis officium redolere. Et post in eodem dialogo hoc addit: Insaniremus enim et tws omnino et civitas omnis si antequam magistratus viderint quae composuistis et dicenda ad populum
zione stesa in corsivo dal Mazzoni].
iudicaverint, admitteremus
(').
in linea
diretta
da quella
del
imo a
ma-
punto
ci capita di assistere
un
voltafaccia che
un vero
colpo di scena.
dell' aristotelesimo,
lo
(^)
inarie,
Aristotelis
Platonem vero extra ordinem profttentem. /n universam Platonis philosophiam praehcdia sire de comparatione Platonis et Ari-
136
CAPITOLO X.
alla
da visionari e
l'
unico degno
d' essere
qua e
l rabberciato,
se
non
per
tendenza e per
Sicch
il
mandare
che
in rovina lo
sforzo
tren?
Ma
:
cos' era
dunque avvenuto
le voci della vita
La come
un anno dopo
trionfo
il
del
Pastor
fido .
critico
senso
di
un clamoroso
il
trionfo
poeta.
Come
essa oggi
fu disgraziato Aristotele
osserva
Riccobono
(').
Questo
dobbiamo
tutto ci che di
sa,
ha avuto,
che
io, tar-
come
fossi il
commentatore,
il
Castelvetro,
il
quale almeno
si
il
sforz di capire.
Di questo passo
suoi tempi con
V edonismo
di quel reprobo e
ne
.- il
prodesse
del Piccolonihii
il
f decere
primi
litaristi
mostrandone T incon
sua,
ciliabilit:
ed
il
secentismo.
La
parola,
naturalmente, non
il
ma
pensiero a
(')
ejusdem
1587) Prelazione.
137
puntino. Escludere
se
si
pu perch,
non
si
restrema in quelle zone infette della natura e dello spirito che sono
jstate
Qui non
logici
si
pu dar
torto ai ragionamenti
del
Maggi
Ma,
siamo
liare
r utile
le
col diletto ?
se videntur ut
unum
il
mare
cose con
lor
l'
imitazione non pu
quello
riferirsi
maliziosa
quale pretese
d' essere
poeta in
-
filosofia,
parum
dele-
philosophiam
Nel-
r aver avuto
il
rivoluzione
del
Riccoboni
e n'
gli
il
d' arte
non
s'
dominare
il
regno
aveva concluso
il
Varchi
^he
il
quanto derivazione
da
quella,
esso
dovr
spettare per
accidens 3k\
il
Riccobonoj
quis
et
il
autem negaverit
doversi tenere
proprium^Mosophi
dedotto
poetae?.
Ma
il^V^rchi ne aveva
retto a quell'
la realt,
non imitarla;
di Dio.
Il
^'
il
era
tenuto
alle
riserve
del
timor
1"
uovo
si
di
Co-
deduce
ha bisogno di
accordo
sfp^zinre
libp ra e
>ivriferisce_soltanto al diletto'T)
E, allora,
rre
all'utile
come
e
si
mettono
di
d'
il
quello
badar soltanto
gli
al
Sembra un
indovinello.
138
CAPITOLO X.
un
altro
prima
di lui l'avesse
gi
^intravista in teoria,
il
Minturno.V
dev' essere
il
una
fabulosa
delectatio
ma
invenzione. Adesso
Aristotele
s'intende
finalmente
alla favola!
Non
solo
gedia e nell'epopea,
niter singularium
ma
Finis eommuenim
affirmavit
est fabula: id
antetulit.
mente, l'azione
sia,
per quanto
riferisce agli
idemque
fit,
ac
si
dicatur
fabulosa
(^).
delectatio;
profedo
dice
species a genere
(^)
Riccoboni
vita,
chimerici; /e poesia
non come
cose
sintesi
;
di umanit,
ma come
si
dalle
reali
la
da
regno
cui
sar
portata
dove
pu incontrare davvero
fabula
il
dell' indifferente
morale;
Q-oei?.
l'autentica
senza
il
mores sieno
essi
tj^
o Sta-
accomodarsi ad
bonum commuue
:
non
di-
W ne vuol
essere bandita
^a
/l
ventare
strumento
come
in-
I nataTl Illud
tuit,
naturale,
constiparti-
ut
homo
naturaliter
est
At
utilitas
Poeticae
essent [possimi
enim
optimo
rei-
quem
Che quanto
[dire 4
idi
il poeta non ha punto il dovere di giovare: ha soltanto quello non disturbare e di non toccare argomenti scottanti.
(')
p.
1-4.
CO
p. 6.
139
Orazio passata
di
si
lascia
Oh
- dice
il
si
quidquid
Il
la
sua innovadiletto
zione
si
due
campi:
della
umanista
poeti
sta a_
il q uale ultimo al nostro ortodosso cuore non meno che i yfti rinnpcr nti predecessori. I
hanno per
sime contingenze
debbono cercare
di
uniformarsi
si aliter
ai
fini
della
pulsuram
Che
quanto dire: la
suprema vigilanza su
alla
:
tutte le
ma-
sempre
politica e
non
detto
d'
occhio la poesia
non
la
d' essere.
Ma
si tratta
tutti e
an-
poeta, essa,
con
lui,
che,
accontenta
debiti.
Essa
(Pro-
alle
mie trame
non turber
si
discute
a
Re-
ligione; ed ecco,
un
bel giorno,
un
critico
''
qualunque apre
di
gli occhi
a
si
accorge che_iL-Segreto_clelhi
p'jesia
con
la
Morale
Religione!
La
poesia destinata a
e musica
'.3^
Del
Retorica ?
resto, osserva
il
Pu
140
persuadendo prosit
CAPITOLO X.
ma, in
effetto,
ad ogni
morale?
il
Se dopo
boni
ai
ci ci
fermassimo ad illustrare
commento
del Ricco-
mostreremmo
tutti
le regole
siamo invece
aristotelico
il
di fare
CAPITOLO XI.
Le polemiche
Sommario.
1. Forma
:
queste teorie in
-
apparente
stridente
d' arte ini-
tragicommedia
al
nuovo nome.
2. Massimo valore
stoillu-
intomo
strato
-
Figura di costui
moralismo letterario insorgono per mano del signor Giason De Xeres - Sue pose di continuatore dello Speroni e sua purgazion
Canace
Poetica come strumento della Politica in genere e della Bepubblica di Venezia in ispecie
-
La commedia considerata
-
in questo
modo medesimo.
-
3. Applicazione
condanna
stotele
di
di tali principi al
esso
Assurde attribuzioni ad
Replica del
Ari:
incontrino.
4.
da
filosofo -
che
la poesia
Il
r anima umana
poesia nel
la
mondo
posto
il
Morto
-
dino
- Il
Summo
Sua
figura
di lui alla
il
Bernar-
Canace
contrasto
Summo
cerca di portare
r estrema destra moralista e gli edonisti guariniani davanti al tribunale dell'Inquisizione- Questo prende le parti dei secondi; il secentismo
fra
trionfa.
nello
142
teoria e
CAPITOLO XI.
guardando
la vita
dove
l'
arte trionfa
in atto
col
Pastor
Fido
La nuova forma
liamo della
(non parnecessit
Gerusalemme
non
forma
antica, attesa
come una
ne un qualunque genere
di poesia dida-
intellettuali e filosofici
:
cemenantifilo-
quanto di pi
sofco e antididascalico
veduto
fin
qui
la
tragicommedia.
Nuova ? Oh no
traverso r
-^
Canace
at-
Aminta
ori-
poesia,
non
filosofi
che vogliono
pur
sempre
l'il-
dava
rinascimento.
E,
prendendo
con
lo
di Aristotele
la fantasia
tempo
;
che, in apparenza,
filosofi,
conduceva
ma, in
realt,
segno
che,
mentre
ostinavano a strillare
i
contro di quella,
quali dove-
vano giudicarne
si
il
essa, finalmente,
le S'.a-
ed anche senza
{>aet(;,
/
sfiorar
la
vita
senza
toccarla
l'
senza
compromettersi.
f
I
come
albero
J
<
J
e
Come
dell'
poi
il
ai giorni del
Pastor Fido
al trionfar
comodo
suo.
E
di
forse essa vide gi troppo gravate lo bilancie del Tasso dai dolori
della
Gerusalemme
fardello
La tragicommedia
\L
^
del Guarini
adunque deriva
, al
dalla
Canace
al
attraverso
il
Aminta
di
qua e
di l
un
nome da
favola
pastorale
(il
LE POLEMI
....
....
PASTOR FTOO
>
143
graziosi anedla
dei tanti
regole
Il
dell'antichit
della
quale
era
e
il
in
giro.
pretesto
peripezia
nome
alla
si
di
favola pastorale
comu non
bastevole
orpello
aristotelico
era
suggello
abbastanza
classico.
nuova forma
di poesia
un
polizzino pi
sicuro
rispettabile
ma
si
Aristotele
^
ma, per
defini-
Anfitrione
una
a questo
nuovo genere
faciam ut co mmixta
sit
tragicomoedia
\
nam me
perpet uo facere,
^*
fi<;
CTU^f^'**!
il
nome
rimase.
Quando
usc
dunque
il
Pastor Fido
co-
lossale attiraglio di
<sersi accorto
pareva
non
ari-
neppure e
che
distingueva soltanto
per
una
'^procace
critica
veramente
stotelica si risentisse e
movesse
A
(^olpi.
teoria parrebbe che quel partito dovesse aver battaglia vinta ai primi
Ma
le
sostenere
il
duello
si
pi
magnilo:
iuenti campioni
(juale fu, inoltre,
dell"
estrema destra,
signor Giason
De Xores
V
il
seccatori che
mai sieno
riusciti
a imbarcare
v^
il
loro
nome
storia.
Padovano
:
/dello Speroni
d'un certo
il
nostro
poi, fe-
^nasone,
ele al
oltre e
chiamava Zaco
<
ma
Accademia
col
degli Insa-
fiammati
egli
!
peva, ahim
di contado, e,
compenso,
pretesto
144
CAPITOLO
XI.
De Nores
il
vaghissimo
ri-
il
maestro,
nunciare
al
prestigio che
gli
di-
anche
nuova piega
toto corde,
aristotelico,
al
una parentela molto lontana. Anzi proprio questo era il tallone di Achille suo e degli altri Padovani che volevano conciliare il raro
vanto d continuatori dello Speroni con
l'
Canace
in
specialmente
il
la classica
Canace
(cio pr
domo
sua),
che,
difesa di Aristotele,
ma
che,
rivelavano per in
difesa della
la
pura arte
dilettosa.
Che
lo
altro era la
Canace
se
non
nonna
del
Pastor Fido?
se
non un edonista
in
e,
dell' aristotelesimo
soltanto
particolari
di
forma
Poi
pur
egli
aveva
fiutato
tempi
rivelato
la
catarsi
ma,
intanto,
il
periodo
aureo
liberalesca.
umail
che uno
il
dfei
pi
simpatici
l'
avversari
destra,
le
Malatesta,
quale, fra
altro,
angustie
sostener
la
sua
indovinate chi?
il
canacco
naturale
dunque che
De Nores
Il
il
Summo,
sen-
apprestassero
una
giustificazione.
il
De Nores
il
cerc
il
di salvare
capra e
cavoli - dico
maestro e
intransigente
a
in
un argomento
progresso
della
di
tempo
peri-
(')
dell'
145
all' 'so?
-/.al
e la moralizz a questo
modo.
/.Sebbeii
dunque
la peripezia
tal
me-
ammaestramento
7j.
il
Il
ripiego,
moda
il
fra coloro
Canace
lettore
pu
giudicare da
s.
Difatti
il
Summo,
trovatosi qualche
Ma,
intanto,
il
De Nores
campione
lui
di
una
ci-
poteva
Pi
aveva deposto
i
il
lucido
della
sua
Procuratori e
titoli
diritto
di di-
Da
ultimo ricevette
egli
la
una come
Padova ed
cattedra
Perche
se
altro
mai
gli
quella
non
e'
Non
al
dubbio -
egli dice
< il
conte
Laudi
i
poema
una
certa
il
idea
pro-
agli altri
suprema bont
>
{^).
:{^eva avuto
l'
catafgLJ Quivi
egli
lo
mirava
di
liberar
con
scopo
farne
dei
buoni soldati
pronti ad
ammazzare
e a farsi
rem gloriam
la
modo
sta
bene
che c'era
un'oligarchia
il
diritti,
ma
giuoco
(*)
Discorso di Giason
De Nores intorno a quei principi, cau^e ed ace il Poema Heroico ricevono dalla
p.
19
bis.
p. 14.
ToPFAMN.
La
fine dell'umanesimo.
tt
146
di
CAPITOLO IX.
Marin
la
tragedia la rappresen-
per
il
pi dentro
animi degli
belle
di
j
1/
I
''
il
terrore e la misericordia
negli
Queste ed altre
siccome
il
pregio
con invidiabile
riportava
che,
al
con
Con
tal
della retorica,
egli faceva
umana
Ma, in
citt
(').
come ognun
sa,
pur quello
di
svelare
Poetica
neta.
aristotelica
testo
permet-
tendosi di queste
ingenue varianti
Sar
dunque
la poesia imita-
umana
per introdurre
di
(^)
oppure
tazione
gli
pi
potenti .-^
(A proposito non
:
De Nores
Se
questo punto
lettore
intuisce
gi da
la tra-
come andarono
le cose.
i
la facult civile
voleva che
i
gedia ammaestrasse
del
padroni
cristiano
mondo eran
essi
spirito
(')
Introduxione di Giason De Nores ridotta in alcune tavole sovra tre Al valoroso et illustre signor Francesco
et
signor osservandissimo
p.
11.
Poetica di Oiason
rf'
De Nores
p.
secondo V opinione
Poema Heroico
della
Commedia (Padova
1588)
5 e seg.
147
fosse fatta invece
il
commedia
per
lor destino
te-
potenti o di sconvolgere
i
un mondo
prologhi e le dedi
dicatorie delle
Commedie
schema
esse
restava
per un
Battista
il
signor
Gio.
1592 una Commedia del Platonico messo di moda dal Mazzoni Proclo,
Salviati, auspice
fratello
lam-
spirituale del
l'
De Nores -,
difficile
iella
abusato e
Olgiati
<
sempre
li
tempi
hanno dato
lettere,
un
lato la feicolt
<he
si
signoreggiare
uomini, perch
di
loro, dive-
potessero
temperamento dell'alterezza
volendo
l'
propria
per
imsi
V idMdienxa
wn
nella me-
per
desiderio
di cose nuove
movessero a ritrosia
a ribellione,
ma
si contentassero
facesse
sorgere la
commedia, nellu
De Xores
dell'
V autore
del
la
Pastor Fido in
nome
estrema
La persona
:
ma
me-
godere pi da
vicino questa
(')
//
XVI
d'una
ommedia
148
.luminosa polemica.
dei suoi argomenti
Il
il
CAPITOLO XI.
De
N'ores prese
il
dunque
sotto
il
fuoco infilato
fatto
;
Guarini e
Fator Fido
che pareva
ma
fece
un
fiasco tale
che
al partito del
neppure
era
altri
la possibilit di farne
un
ribelle
un secondo e il secentismo si trov un gran fiasco anche perch il Guarini non ma, anzi, un uomo pio, come si deduce da tutti gli
ed era anche abbastanza
aristotelico.
suoi
scritti,
Soltanto
era
un poeta e insomma intendeva fare poesia./ Leggiamo la risposta che egli diede al De Nores sotto la maschera del Verrato. (Costui era un famoso comico ferrarese che mor appunto in quegli anni compianto da un sonetto del Tasso uomo di poca letteratura e di molta pratica coi poeti, se non di molto gu:
sto,
era
il
pi adatto a incarnare
l'
opposto del
De Nores uomo
di
mai venuta
dubitarne.
fuori la
documentazione sicura,
ma mi
par
savio
non
di
in terza persona
erano
prammatica
pur
ma
fecit),
in questo caso
tratta di prosa
ma pu
ognuno
di noi),
non
si
sarebbe tenuto
celato.
In secondo luogo,
non
l'
sia di
mano
del Guarini,
r ispirazione sua
di sicui'o, perch
indirizzatore doli'
Accademia
difesa, egli
Tu mi
accusi - rispondeva
il
Verrato - di
disamorare
cittala
cit-
Oh
magari
fatti
i
Ma
vedi
come son
sol
tragicommedia
fondo
presta a insegnare?
cittadini, in
cose cattive,
ma
di liberare gli
quelle buone ... Se poi dici uomini dalla piet e dal terrore per farne dei buoni
che
cinica,
Dove mai
proclamato
(E
gli
ricorda
149
il
Ma
non
quali per Dio sono coteste regole e principi morali di cui voi dite
essere capaci alcune parti della Politica? Io per
in tutto
il
me non
so vedere
sarebbe stato
il
legislatore aristotelico ci
prescriva
si
leggi di poesia.
nella sua
di
tra
difetti
anche in ossequio
che non
li
vuol pessimi
fatta
ma neppur
ottimi (e perch,
insomma,
la poesia
non pu essere
non d scandalo a nessuno, essendo assai nota per inevitabile male comune e non frutto di intelletto n pericolosa allo Stato, ed ha, invece, un cos piacevole sapore anche quando la si ritrova nei pur
delittuosi
Ma
non
che
ci
si
che dir
mai buon esempio da quel guerriero che, per V amore di una cattiva
gli fu tolta,
abbandona
(').
la salute
e
si
(Altro che
principe
felici
legittimo
i
che
suoi compagni
il
aveva favol^giato
e'
De
Xores !).
come
in
ci
se
non
si
la quale, se
deUa tragedia
?)
confezionata
quella
certa
maniera
(la
greca
ma non
ci
pu e non
deve
essere
?
dappertutto
altri-
menti
la storia
(*).
si
pubblico lo sa benissimo e
ci si
diverte
.
.
una
il
E, per venire aU' et nostra, che bisogno abterrore e la commiserazione con le tragiche
biamo poi
di
purgare
V)
Il
M. Oiason De Nores
un suo
12.
(3)
p.
17
bis.
150
viste
CAPITOLO XI.
avendo
precetti santissitni
?
della
nostra
religione
che
ce
li
/(
n pare a
E per me che
(').
\
]
non il caso di dire allora scrivete commedie, perch la commedia venuta in tanta noia e disprezzo che se non si accompagna con la meraviglia degli intramezzi non e' pi alcuno che la possa Onde proprio da questa nostra stanchezza, dal gran desisoffrire
.
diletti,
di in-
messe d'attorno
alla poesia,
nata
tutte
una fusione
di
sono stare insieme corrette sotto una sola forma dra?nmatica a fine
di purgar col diletto la wiestixicL} degli ascoltatori
(^).
La
poesia
il
dunque vuol
Presto
difficile
esagerare
valore di questi due ultimi passi che sono due confessioni storiche.
li
vedremo
in
tutto
il
sistema
tali
del secentismo
ispirare
da
un poeta che
A
il
in cui
non dava
indie-
tro
Guarini,i,che, nella
prima
replica,
buon
poesia
il
scrisse
il
Verrato
secondo.
Ma
tuttavia,
Guarini
finse
che
un
si
nuovo polemista
(F Attizzato,
fece vivo
per
il
alcuna
Guarini).
altra
opera, si
pu affermare che
io scrivente
sempre
(')
p.
29.
() Id.
:
(3) J.
De Nores
m
LE POLEMICHE SUL PASTOR FIDO >
151
l'arte
ha
tutti
Ora applichiamo
pu
vagiamo
La
altro
se la poetica
essere, in
il il
quanto
al fine, alla
felicit.
morale
fine di
questa? La
di
quella?
favola.
Se dunque
fine della
morale e
civile
filosofia
non
che
la felicit
ella
di far felice
l'uomo
di favole ? >\(').
:
Ecco
ia
fja
morale
e II
cosa^
arte __iui![altt'a^ la
ner distinti
due
il
territori,
cavallerizzo senza
l'
l'
non domerebbe
gliori
cavallo,
ma pu ben
(*).
uomo con
fine c'
!)
molte mi-
maniere purgar
er quello della
tragedia^
(l'
Per questo
ben
altro che la
poesia
e'
la
r educazione
poesia
la
quale sa benisriferirla
simo che
un gioco
la
Adunque
veggono e comandano
che
gli
animi
non
mezzo
della poetica
ma
di saggi
ammaestramenti e
della continua
cura di
farli
spiacevoli
si
onde
loro
:
forma dell'uomo,
ecciti
in
nonch
il
terrore e la com-
passione agevolmente
purgano...
i
Staremmo
freschi se altro
modo
la
di purgare e di reprimere
non avesse
morale
profitto
filosofia
che
non perch
fosse legge
fatta
morale
ma
perch,
in
come
quanto
favola ed
ella pu,
immagine
umane
operazioni,
rappresentasse
alcune di quelle
viste,
che
gio-
vano
alla
purgazione di
detti affetti
modo che
umano
incli-
di sua
natura
immagin
di trovare al soldato
una
un
ozio
rassomi-
(')
Il
n difesa del
(-)
Ver rato secondo or vero replica dell' Attizzato aeeademieo ferrarese Postar Fido contro V apologia del De Nores p. 63.
w.
152
gliante
il
CAPITOLO XI.
il
procedere da soldato
vediamo
fiorir
particella
pu bene
acquetarsi perfino
il
Guarini. Il
iPoeta senxa la morale filosofa pu esercitar V arte sua e il suo {poema condurre ad ottimo fine imitando egli le axioni non i co'stumi C). Qui la parola costumi si intende proprio come fu intesa al concilio
bile passionalit.
:
la sostanza
psicologica dell'
uomo
!
nella sua
temi-
Ma se
il
per
costumi
delle cose
oh quelle
il
Non
dunque suo
che
fine di imitare
sia
il
buono
ma
di
costume
l'
Come
se altri,
introducesse
una cerva,
fosse
per usar
nondimeno
il
quella
cerva
1'
bene
(^).
ufficio
suo
Come pu
litico ?
esser
dunque che
il
po-
letto Aristotele,
tra
l'
l'
uno
1'
altro,
un vero
si
tradditorio
loro principi
non
dere
un genere
il
all'
altro
la favola
soggetto
come pu
poetica
dalla
morale
filosofia
quella
nelle
sta nelle
Il
buone
l'
ufficio
suo
(*)
dialettica.
quindi
naturale
sofi-
De
che finisce
con
l'escludere
perfino
:
morale:
l^onciossiach anche
la
musica
in
altro
modo
considera
e
il
suo nu-
fa l'aritmetica,
quella
come
mo-
da vincolo subalterno ri
Ma
tra la
rale e la poesia
perciocch
() p.
63-64.
(2) p.
65.
C)
p.
66.
{')
p.
68-69.
153
il
numero, ciuantunque
musica non
muta ma
non
morale
fattamente
diversa
insomma
(').
si
il
nomo vero
l'
uomo
Onde
la teoria dell'imitazione,
Dante a concepir
a
l' arte come nipote a Dio arriva, perpaura del diavolo, come gioco e come fine a se stessa. ^L'arie dell'imitare riceve solo le immagini e non la essenza dell'operare e cos della vita e cos della felicit ed infelicit e co^ di ogni altra
concepirla
nxione
Ha^jisi,
buona o cattiva o vera o falsa o naturale o poetica che per non pu ricevere i suoi principi da quella facolt
predicamento
e
di diverso soggetto
adeguato
(*).
La morale
que,
im
assoluto, l'arte
la
non
Dun.
morale a
ministra di
favole ? >
Di
La
umana
dunque
umana
una
favola
(').
v^
pira, specialmente
chi
esca
dall'
infemal
bolgia
aristotelica
dopo
Ma non
che
si
un senso
riconosce
poi, a
guardare un poco,
che
De Nores
solo
sia
il
perch
medesimo e ne ha sommessamente il
pure con
modo
del
di
se
n'ha chiaro
fine
suo
una analogia
del
Pastor Fido
accademici
fio-
rentini.
Con
la
quale
Ah
vento
dell' arte
la
0)
p. 69.
e)
p.
73.
e)
Id.
154
CAPITOLO XI.
non
continuazione
ma
catastrofe.
non aveva
freni
limiti.
Il
De Nores
i
ed
il
Guarini
riconoscono
ognuno che
nove decimi
ostacoli inevitabili. Il
De Nores
lembo dove pu
il
usum
delphini in cui
protagonista
un
un
male
non rappresenta un desiderio, rappresenta un rimorso la donna, esclusa. Il male poi, quello che indispensabile come antagonista del bene, rappresentato con caratteri cos
bandita e quella che, se
:
stesso irreale
(').
Sola
Guarini, accettato
il
principio,
presenta
una
soluzione
e
pi
forse
ma
altrettanto
angusta
perfino di pi.
Dacch
perch
ostinarci a vo-
morale
nove decimi
ma
1'
!
tutta
Si starebbe
freschi
- dice
Attiz
si
{\r
un puro
diletto,
assegniamole,
per missione,
non l'ammaestramento dell'uomo ma l'oblio, e sar questa la suk nuova catarsi. Qui il pensiero pi triste e pi inconsapevolmente
profondo del discorso. Poich c' tanta pena e
tanto
disgusto
il
nelj
l'
come
gioco degli
il
una
battaglia
strada,
Guarini,
quanto
per
gli
effetti
storici,
ancora di pi,
che
il
De
Nores.
Non che
il
Guarini,
lui,
fosse
un ipocrita;
lui,
ma,
negandola in
De
di-
vuole e
il
diletto
sempre legato
ai
pi ambigui sentimenti
volta
l'originario
('}
Per
la
Beriana
La
tragedia
(Milano
Val-
lardi) p.
173. 284.
p.
FmO
>
155
i
dilemma
mortali,
del Fracastoro),
fra
sette peccati
non
solo
men Dio
offende e
men biasmo
all'
accatta.
T incontio
tragi-
pastorale
nominare
classicamente,
dove
ci
potremo
(')j
1
flutti
innocenti
pensiero,
estranei ai
velenosi
ma
di tanto
possa angustiare
il
amoredel-
Questo
l'
il
letteraria,
la
questa
la
possiamo chiamare la
pre-
fazione al
Cromwel
del secentismo.
effetti,
ma
il
secentismo rimase
e fra, tante
prose teoriche,
sola
da
cos
che
ne
rischiari
dire,
il
addentro
il
segreto. Quelle
si
perno
intorno a cui
mondo
letterario italiano,
Ma fece
inte-
si
chiai'o
che
il
pu
anzi
del
dire
se-
famosi
letterati
Malacreta e
il
da quella tassesca
credeva di salvare
le lettere patrie
Ma, sopra tutto, la scuola padovana, cos sberteggiata dal Guarini, non poteva non sorgere in difesa del suo maggior campione, il quale,
fra l'altro,
aveva avuto
la
logia, lasciando
tbilit
polemica.
pover'
uomo
dopo
tanti
salamelecchi
mor di
colpa
di
per
C) p. 284.
156
CAPITOLO XI.
un
fra
gaglioffo di figliuolo
!)
Suramo suo
disce-
pi classico
Un
sot a toujours
un plus
sot qui
1'
admire.
Ma
pur
egli
ritinta
ilio
la
altri
Padovani
quali,
in
tempore,
cui
si
ticanti,
puro
ieri,
polemica della
Canace
e pubblic (allora
!)
una sua
che
rispettosis-
sima
un riguardo
al
maestro
non voleva
buona
racervello).
l,
le lodi al
iniziafelicis-
peripezia
madre
di
meraviglia e
simo
schema poetico, riconobbe che Canace e Maccareo avendo commesso volontariamente una grossa marachella (con tutto che lo Speroni ne attribuisse molta responsabilit alla malignissima Venere) mancavano ai fini morali della tragedia illustrati dallo Scaligero (vedete come costui" viene a sovrapporsi allo Speroni !), che lo Speroni, quindi, era stato un grand' uomo e aveva dei continuatori degnissimi ma che, lui, Faustino, alla Canace aveva battute le mani
solo per
alla
complimento
(').
morte del
De Nores
prenderne
il
tragicommedie
mancanti
di ogni direttiva
(*).
morale
erano
il
mondo
fatto a caso di
Democrito
Gli
Discorso intomo al contrasto fra il signor Sperone (') Faustino Summo Speroni e il giudixio stampato contro la sua tragedia di Canaee e Maccareo (Padova 1B90). (*) Due discorsi di Faustino Summo Padovano V uno contro le tragMmmedie e moderne Pastorali; l'altro particolarmente contro il Pastor Fido
:
p.
7.
157
vivesse.
nato, a
caso
Cos
quando ode
la bella
Proviam oggi
contro gli
ad ogni
altra,
baciatrice pi scaltra,
commenta
tutto
il
(n gli
si
pu dar
torto,
ma,
allora,
bisognerebbe abolire
:
seicento e la sua
si
anima
fatta di
equivoca vanit)
del qual
gioco non
(').
un men
verisimile
il
aveva
potuto
pu
fare a que-
che
altri
potrebbe riprendere un convito dove non fossero altre vidi zucchero e di miele ?
(*).
vande che
Ah
- commenta
il
Summo.
questa
Non
role sieno
una lode
Ma
astiosa
il
impotente insinuazione
del
se-
Summo
ha un dietroscena che
grande dietroscena
dell'
uno
(*)
estrema sinistra,
gran
e ci fa ripensare a questa
silenziosa Inquiil
in essa, la vigile e
il
suo pr e
il
suo con-
il
male minore.
Ci fa intendere
il
il
Pescetti che
'De Xores o
il
Summo
V estrema destra (chi altri se non loro amici ?) avevano ben bussato alla
l'
ad Aristotele.
Ma
avevano voglia a
li
strillare
L' inquisitore,
al
assai
pi avveduto di loro,
aveva messi
alla porta e,
Summo, non
()
Id p. 19 bis.
O
:
p. 6.
(3)
Orlando Pescetti
s'
(Questo Pescetti,
intende,
un pseudonimo).
158
era rimasta se non
CAPITOLO XI.
minaccia
la
parere
di
persona
.
avente
titolo di Illustrissimo e
Keverendissimo
Il
Pescetti
va
let-
pione Gonzaga
(')
...
si
disdice al
Summo
provata come
Guarino
quale
io
altrettanto
maniera di quel dottore col quale anco mi son doluto risentitamente - qiiod sub tnea persona suam fabuonoro quanto ho in ira
lam
egerit - di Cividale
li
16 Giugno 1600
Questa
s,
con
il
Summo
C'era
il
a finir
lui,
invece del
Guarini, sotto le
fastoso,
della
il
Inquisizione.
Il seicento,
ahim! sudicio e
aveva ormai
suo salvacondotto.
(')
Summo
cos
incomil
prensibile e sconcertante
come un'
:
XIV
Il Tasso
CAPITOLO xn.
Segni dei tempi.
Dalla prima poetica di
alla
nn gesuita
polemica sn Dante.
Sommario.
1. lacobus Pontanus
-
dello
spirito
dei tempi
Le stesse idee
polemica
nuocere
sione
La poesia in teoria deve insegnare: in pratica dilettare senza Sua novit: la teoria della lirica funerale, come para espresd'immagini nota omnibus et credibilia nemini>, cio secentismo
puro.
Muret.
Fido
del Pontanus - Una suggestiva lettera a lui del 3. La polemica su Dante in tutto conforme a quella sul Pastor Pretesto le regole sostanza se la Commedia risponda a quelle
2. Ascendente
finalit
si
richiedono
all'
arte
Difesa del
Mazzoni disceec-
Suoi
artificiosi
-
argomenti.
jSi
il
4. Pi
La
la
coerenti (e guari-
invoca
giudizio dell'autorit
noix-.Xta
delle
di
come
pas-
dantesco
pericolosa
nonostante
condanna
Dio
Timide
-
conchiude negando
come con
il
Gua-
Ed
l'
ora
s,
senza ricordare
le dissertazioni di
Giacomo Savio
e di
Luigi Eredia,
gli scritti di
Ludovico Zuccolo,
di
edizione veronese
di uscir dalla di
1738 che ne
riporta moltissimi)
alla
tempo
poetica
un
il
ge-
dei
membri
quelF ordine.
E non
suo
160
CAPITOLO
xir.
un boemo:
l'occhio di lui
l'
certo alla
Boemia
d' allora
mira a riconoscere
aspetto del
Pontanus
armnira,
di corrispono,
si
se
vuol
La
il
si
gusta,
dico,
perch,
messo che
che sono
disfatti,
il
seicento
seicento,
una magra
star
moderne
si
resta pi sod-
caratteri
senza
ribel-
ma
con l'aria
di rilevare
una cosa
aveva
cre-
prima,
duto di scoprir
lui,
aristoteliche. Ricordate ?
Aristotele
ipso
colligimus
Il
Pontanus, che
d delle semplici
istituzioni,
come
egli dice, e,
senza
riferirsi
n a polemiche contemche
poranee n a forme
sorride della
Giasone contro
il
medesima
e che
Egli finalmente
l'
uomo
con-
vinto che
l'
si
debba rispettare
insegnare dilettando
non
sia
dissero
gero.
copiose et subtiliter
Ma, nella
un occhio
delle
non dia
Quanto a recar
oh
lasciatelo sbizegli
Ond'
aggiunge
rela-
cio
un discorso
perch
ali
tivo alla
poesia
lirica e funerale
Novit
relativa,
vedella
demmo
mentre
che la
il
grandi
pi
catarsi con
Minturno e
Riccobono
ma sempre
d' occasione,
la poesia s'
incammina a diventar
tutta lirica e
pi vaga an-
(') Jacoui Pontanus do sociotate Josu: Poeticarum instituHonum eiusdcm Tyrocinium Poeticwn (Ingolstadt 1594).
libri tres
161
cor della
sia
e
Egli
plicans....
ma ammonisce:
!
cave
de
i
buoni,
perch
non sono
poesia.
Ma
predecessori.
Qua
re ut ad superiora
sed
quila
est
il
Tenetela
d'
occhio
Il
dovere di
dilettare.
decere
non
si
Pontanus neppure
in quella
che rimase
ci crede.
<
Pia-
moti violenti
>
(*)
;
dell'
animo
quia dulce
ipsum artifcium
di esso
modo
di con-
per moesta
Noi
ci
questo solo
quia nobis
gaudemus
(').
et
gratulamur
quia
tantorum
e lasciatemi
divertire
3>
Ma
questo mal confessato senso della vanit dell'arte e dei suoi diartifici
lettosi
(all'occhio
dello
storico poi
qua
la
vera,
triste e
pun-
si
un
secolo che
al
secentsco
:
ceno
tafio
dei
Don
Ferrante
d' allora.
Yarii
Theologorum,
lirae,
quae omnia cumi mera fgmenta sunt, ut alia innumerabilia in studio poetico, nota omnibus et credibiia nemini, propter quemdam Icp.
(*)
5-6.
()
p. 8.
p.
113.
ToFFANix.
La
fine deli
umanesimo.
12
162
CAPITOLO
XII.
porem tamen
gligi
et
suavitatis
cos,
grafia
videmus a plerisque
fin
non nefamoso
C)-
Chi scrive
pu parlare
educatrice,
ma
voi
non
con quegli
altri
il
so-
un poco anche
al
il
Pontanus
e,
quale forse,
il
Marino
De Nores
suo,
egli
chi lo sa ? al Tasso
della
non giudicasse
non pensasse che il mondo ne avrebbe fatto a meno volentieri e senza suo danno ? Certo quella sua teorica la negazione della poesia come espressione di vita. Par di essere veramente con essa davanti a taluno
dottori famosi in cui
e' ,
di
quei
cenotaf
secenteschi
di
tutt' intorno,
una confusione
esempio,
di angeli vo-
morte
spettrale, e, pi su,
la
fama
gallo
e,
pi
su ancora, la tromba,
ciato.
e,
in alto, per
e'
un
bel
attic-
E
il
il
morto
Oh!
fatto
anche
il
morto magari.
Ma
che
il
e'
entra?
Quel monumento
blico,
buon pubper
quale, cos,
ammira senza
domande
gloria,
indis.crete, e
un
di
ironico
rischia
rimet-
nome
(*).
E r influenza
tutto questo
del
Pontanus
Grande
si
perch,
se vero
che
bi-
presta
allo
scherzo,
Pontanus era
egli stesso
un
effetto della
del
male, e
che
il
meditata soluzione del problema della poesia doveva avere un ascendente notevole. Fra le lettere degli umanisti a lui
indirizzate,
al
una |
|
mi ha sorpreso
e quasi
commosso
e la voglio
regalare
lettore.
()
('-')
p.
227.
altri
Tra
di questi
il
anni,
il
nome famoso
autore, la
Trusen-
ai
timenti del Pontanus, non che un' antologia di poeti antichi muniti di altret-
modo
di leggerli
secondo
.
come
coso,
omnibus
et credibilia
nomini
EC':.
163
Marco Antonio Mureto ormai vecchio e assai prossimo alla tomba e soffre, la notte, d'insonnia. Dopo una di quelle tristissime notti, air alba, il Mureto prende la penna e scrive al Pontanus. Quelli che gli danno noia sono i suoi scritti passati: egli non riesce a trovare conforto alcuno nel riprenderli in mano e preferisce non leggere
;
nulla.
<
Obsequamur
crimen
dum
si
ar-
rogantiae
incidam,
indi-
cium
meum
voluro.
istic
Quid
iain ?
Quid
scribam aliud
Etiam ut
et tu et
quos
me
edolare passim
pertineat. Vale,
quod
ad gloriam ipsius
et
et
posierorum utilitateni
*
(').
quale poi,
per
interessa assai, se
uno
sua;
;
^veva
amato senza
titubanze
poeti e
grandi
scrittori
antichi
Platone
ma non
agUi
risulta che si
interestra
i
strana
forse,
grandi umanisti
di
discorsi
non
mi
l'
sia
unico
forse che abbia potuto tener cattedra senza porla sotto la diretta tutela del tirannico dittatore.
il
lui,
Varchi e
Piccolomini.
Perch
il
un
vigile
in-
non
meno che
tro,
nel 1590.
Fa pena
^'^mba,
ite
illuso
cuore di
super-
uomo
al
Pontanus e
prega di
(')
Makh
AxTOSii MxTREn:
164
CAPITOLO
XII.
lui.
Ma
che cosa
.^
Forse
un com-
mento
alla Poetica ?
Da
questo punto
ci
riesce molto pi
spiccio
letterari
compendiare, con
del
secolo,
che
noi
oltre
ma
colorano e riempiono
il
disegno
generale
da
La polemica
un
posto
d' onore,
che per la sua clamorosa palpitante attualit, per quella arguta prosa
del Guarini
che, all'orecchio dello
storico,
ha un
tono
veramente
indimenticabile.
Ma
Dante
gli
se
non non
la
pregiudizio retorico
che
uo-
matti
potesse
capirli se
non
mettendo
l'occhio a quel
minuscolo
di accostare
strettamente, quanto
che, invece,
qua e
l si
toccano
anche
nei
loro
rappresentanti.
Non
raro
che, per
esempio,
un
oc-
anche nella
calore;
lizza
onde
Italia
Padova avevano
il
argomenti
e'
moderni come
teorico;
E non
il
era
bisogno di riesumare
fuoco
era
al
naturale
che quella
vaglio.
rifacesse
innanzi
per
venir
sottoposta
novissimo
La polemica
di Dante, certo
fama a quella
della
vittima
illustre.
Si
distinse
un
nuova
ma
quisquiglie aristoteliche
ci
il
o tragedia o poema, se
trovi
il
ombra dantesca. Qui pure le come (se la Commedia sia tale, protagonista sia uno o sieu molti, se ci si
grande
furono, e
!
svolgimento
azione
come
ma
esse,
che pur
dila-
165
alle chiazze progre-
si
possouo paragonare
il
primo
focolaio
del
primo focolaio fu
:
quell' unico
si
ap-
pu anzi dire
il
V insuccesso
il
dell'
estrema
2
destra
contro
il
Guarini fu
pi clamoroso,
in effetto,
il
caso Dante
(0
tori del
Abbiamo veduto che i pi complessi e completi tra gli iniziamovimento moralista (pioniere massimo il Varchi) sentirono
quel concetto dell'arte con
la necessit di integrare
una conforme
Ma
quelli,
il
di-
mostrarlo vennero
minori seguaci,
pratici,
quali,
meno
sensibili
Dante
il
mancava
morali,
primo a portare
che
uomo
di
fama come
cio quel
Giustinopolitano, fu proprio
un
discepolo
del Varchi,
Jacopo
Mazzoni
dell'
del
De
Inqui-
sizione. Costui
da buon seguace del Varchi, col quale aveva in comime, oltre il resto, una certa tendenza alla farragine e alcuni residui di reminiscenze platorosissimi e in tutto conformi alla sua natura. Invece,
niche, azzurreggianti tra gli schemi aristotelici, lo difese e cerc di
adattare la
Commedia
agli argomenti del Maestro. Cos diede alla prima edizione della sua difesa di Dante >. Ci
dispiace di
non poterne dare un' idea senza ripetere gli argomenti - dice il Mazzoni - il Robertelli e il Cail
nome per
orrore
onde quello era infamato) avrebbero ragione perch la poesia, abbandonata a se stessa, mira al diletto. L'utile, essenza della filosofia,
solo
un accidente
le
di essa
e,
a dimenticare quell'accidente,
Muse
Quis -
in-
166
CAPITOLO
XII,
hunc aegrum permisit accedere, quae dolores eius non modo nullis foverent remediis, verum dulcibus insuper alerent venenis ? ('). La Poetica ha per fine il
dilettevole in
ha
;
civile
meno
fine.
della
fi-
quanto
all'essenza, pi
nobile
quanto
al
Questo e
il
Ma
Mazzoni
riconosce che
il
Devesi
sotto
dunque
pu considerare
due modi
nostri
,
un grandissimo dubbio ed
della
:
poesia
oppure
Il
fascio,
:
irridendo, due
secoli
prima,
cauto
ammonimento
!
del
Pontanus
se no se
quello fu Dante
buon per
in
lui
che fu
immortale,
chi sa
si
che
bolgia l'aalla
vrebbe
confinato
il
Mazzoni!
Ora^
vuol
salvare
buona
pi
letteratura Dante,
sottile dei postulati
bisogna
cercare
per lui
famosa
catarsi
non
si
offra
in
servigio
di
il
Aristotele,
e,
posto da banda
solito
come
che
maestro, non
voleva saperne,
si
gli
pare
aver
facult civile.
per
ha, nel
movimento
ancora degli
se
per fine
1'
utile,
non potendo
di ragione destare
non quelle passioni che convengono e fino a un termine legittino. La qual cosa fu riconosciuta per Aristotele nella definizion della tragedia in queste parole
:
Per
la misericordia e lo
spavento purgando
(')
Difesa della
p.
I,
Commedia
La
()
Jacopo
Mazzoni
(Cesena 1587)
di
343.
De
consolatione philosophiae
Boezio
(lib.
pr. I).
254.
161
le
Ora come
degli
af-
ma
si
:
leggono
interprete latino
Huma-
narum
si
mae compressae
res fiunt et
sed
si
erumpant
usque ad
modum mensuramque
Idcirco,
in
tantur et explentur....
speetaculis
comoediarum
et
tra(*).
La
anche se pe-
ma non
un dar
battaglia
Difatti pi spiccio
veder subito
gli
argomenti di questi,
il
quali,
per contrastare
il
bisogno
di
adodi-
U De Nores
s'
in
era
riunita
nueduera
il
merosa schiera
sebbene pi
la
il
bandiera
Borghini,
e, si
C erano
disdisse,
pi
ele-
scontr
tur-
primo
che,
come
se
Dante avesse
dell'
scritto nelle
sue cantiche
Maometto
scrisse
un
a Dante
buon senso
il
degli altri.
pi
notevole e simin
avversari
del
Mazzoni e
sostiene,
questa
pole-
non
ne
abbia
(')
(*)
p.
25S.
Ragionamento
del sig.
di
Dante
e del
La
(Bologna 1589).
168
il
CATITOLO
XII.
fine
ci
perfino
lai
meno
si
difficile
andare
d'
anche a
:
pare
accett
facesse
balenare
quel
anch' egli
con
piacere
si
difensore di Dante,
negli
atti,
il
del
Summo
messo
e molto
simile a lui
nello
dei
Carriere,
quale_,
dopo aver
fatta
una capatina
sotto
la
tutela
padovani.
Divina, punto
meno
anima mia
di
(la
qual do-
mando a Dio continuamente con che sia egli e non men anco di
sottoporre ogni
dossa,
intendendo
decreti
voler
tuttavia
mio
della
Cattolica,
Orto-
Romana
in
Chiesa.
Onde
gi
la
se
per disgrazia
dei
e igioranzia
mia
si ritrovasse
questo o in altro
io
miei
libri
alcuna
cosa a
offerisco
quella
ripugnante,
s^empre
>^
rit?'atto e la
rifiuto e
m'
prontissimo
dai superiori
(').
il
Bulgarini! Costoro
chiusi le
lo
difenri-
attribuivano a occhi
qualit
non
leggevano.
Ma
se
fosse levato
!
Divina Com-
media
apriti cielo
Onde
buoni argomenti
del
Bulgarini.
Yoi
pren-
che
:
l'arte possa
:
bene
che
su dunque
diamo
trasse
;
laggi?
Eppure cos fatto l' animo umano che ci non avviene quei peccatori hanno un fascino; Francesca (^) cos contagiosa che fa dimenticare r orrore della sua condanna essa somiglia a Didone e voi,
:
che conoscete
pericolosi effetti
dell'episodio
virgiliano,
potete
in
poi, se quella
punizione
giusta,
come
Zoppio stesso
all'
Apologia
Palinodia di Ales-
Id. p. 48-49.
eit.
p. 21.
169
ci
Dante
che rimase
la
inedito
mezzo
secolo fa
(*),
sua
del
cosa mi-
Yedete conferma
di
Varchi
del
Maggi; che
la
Lo Speroni, a
forza
aveva convenuto
con
maestri
dell'
che, insomma, la Commedia > un peccatore risorgente verso il bene e che un' opera sinceramente concepita cos deve pur essere morale (*). Ma fu idea appena intra vvista e senza effetti vitali.
Con le vigorose ragioni degli oppositori, invece, si cade in grembo alla grande secentesca rinunzia del Guariai. Meglio escludere l'arte da ogni superiore catarsi e da ogni finalit e farne un dolcissimo gioco. Non creda U Mazzoni che la poetica possa far parte
(Iella
morale
tutti
filosofia
<
da Aristotele e da Orazio
chiamata
e
e'
da
quelli che
ne hanno
ft-a
parlato
arte
(').
Non
alcun
alcun rapporto
essere
essa e la morale e
il
non potr
se
la
in
modo
dire
della
posta sotto
manto
della
di
filosofia
pratica o vogliam
operativa
come
converrebbe
si
necessit
salutari
possibili,
fnsse
del
parte
morale
>
(% Ne
i
farnetichi di
effetti
terrore e
della misericordia,
quali, se fossero
sarebbero tanto pi
alle
gnerebbe
si
si
dimentichi
permise
certe
religione
come
di
quella
di
mettere
Poltre
giganti e l'altra
descrivere
tomba,
tiene
come
se fosse possibile
una
cosa, la quale
non pu essere
possa
poi
immaginata n capita
verisimile
dall'intelletto
:
umano,
si
con
sia
probabile ed
il
(')
() (^)
V. specialmente
p. 53.
il
discorso
di J.
Maxxoni*
Id. p.
O
("')
^Replica di B. Bulgarixi
al
Capponi (Siena
1585),
170
sima opinione
CAPITOLO
XII.
(').
il
poeta
sia
se la poesia
di
cose
vaghe e
:
comun popolo
e tali sono le imitazioni delle azioni e degli accidenti vari e fortunosi che avvengono agli uomini
bello artificio di
notabili
cantati e rappresentati
con
parlare
(^).
Come
r anima
il
si
argomenti con
veramente
;
ci
il
svela
dei tempi,
e'
che, se
Varchi,
di
Mazzoni,
avessero
dal Carriere
allora,
il
teologica
nell' altra
di
quelli vi
polemica
Summo.
scudo.
l'autorit di
Dante sarebbe
stata bastevole
(')
Id.
p.
130.
(2) Id.
p. 24.
CAPITOLO
xm.
Sto ri a
Poesia
Il
Sommario.
i
=
-
1.
-
Il
fra storia e
,..v^...
o....
>.;";..,....
precedenti
La
il
attribuiti
-
anche
:
air epica
L'
Da
e
principio
Esempi
Alamanni
Trissino
Un vano
Perch
Manzoni
rinascimento
storici,
si
il
Berni
non poteva sorgere spon2. Come essa fu appena intravvii^ta Esempi Dante e Petrarca - Ironia del
la questione
:
il
:
dai
fatti
come stanno, un
:
morale
il
possa trasformarli
Ripiego
scegliere
un antico
- Il
favoloso
Inge-
Maggi
Conformi idee del Varchi, dello Scaligero, del Mintunio. del Viperauo. 3. Gli edonisti dell' arte indifferenza del Roberteli - Fatuo amor delle
:
re-
4. Simile
non deve - La
puerile
Eipete
(tradizione ferra-
negando che
Il
poeta
argomento che
la storia
lo
storico
ma uno
d'
consimile
-
poesia
pura
ogni
question
-
agudeza
Sua
moderni sebbene
gli
manchi
presentimento
nostre
Il
Il
Castelvetro continuatore
dell'incapacit
;
5.
suo antagonista,
il
Piccolomini
dall' incoe-
questione di abilit
Oggetto della
un pensiero vitale - Sua critica come se la poesia fosse il vero - Il Piccolomini poesia come
:
172
precursore del Vico
simile
-
CAPITOLO
XIII.
Il
vero
Conseguente necessit
-
falso e di rispettare
tempo
la storia
6. Le
storico
Il
ha un addentellato
si
precedenti che
alil
largasse e splendesse in
un pensiero su
l'
medit
sterilmente
Tasso,
ma
da cui
fior
sublime
ispirazione al Cervantes, se
altri
ne po-
problema
ed
tragedia
epopea
Ond'
essi
trovarono
savio di far cadere l'una e l'altra sotto quella stessa luce della catarsi
suo
pensiero.
Quale
pili
rigoroso rispetto
esistito,
regole e alle
il
non mai
punto
ma
le
esistito, invece,
ri-
impost
la
controrifor-
ma
ecc.
stri
dice
chiaro
la tragedia si
:
compone di sei parti fabula, mores ecc. ha la r epica invece non ha alcun obbligo su questo punto
dopo
aver
catarsi
;
nodealtro
umanisti,
compulsata
la
Poetica
pi
chi
per
qualche
meno, quest'
pensiero
l'
al fine
L'uno vai
ricorder a
anche a
horum librorum
si
al
quale, tuttavia,
e
il
non
ci
riesce di assegnare
un
Maggi
L' epopea - egli dice - opera con diffusa narrazione quella catarsi
dello spirito che la tragedia per ragioni di brevit e di tecnica costretta
epo-
(')
MuRETO: op.
cit.
U.
173
efficere
.
poesi,
modo tantum
il
quasi indumentis
il
L'idea
era cos
geuerale che
Riccoboni,
si
quale
:
trovava a ripetere
che
tal
Per
gli
altri la
disconoscerne
il
Castelvetro.
Laonde - chiosava
o
rea
l'avr
le
cose
che
ha
r epopea
2>
(').
Del resto
:
la
prima confusione
risaliva al Giraldi.
Ma
si
capisce
la
mutare
di
forma
presentano sotto
la
medesima
luce.
ipotesi
che
filosofo antico
rappresenta
fatti
al
devono rappresentare
deve essere
afiatto tralasciata?
Da
del
tragedia.
intomo
al
modo
e ai vantaggi
poema
epico
non
comuni
alla
patia di
Se ben ricordate, non era di diversa natura V inquieta simBernardo Tasso e di Luigi Alamanni per il poema eroico;
illustri
arena di personaggi
poema
quasi
pur
essi,
ma
di
fama
(')
Petri Victoru
Aristotelis
de Arte
Poetarum
(-)
(Florentiae 1560).
p.
EiccoBOxi: op.
:
30.
>
p) Castelvetro
p.
107.
174
sempre equvoca
accorti
e
CAPITOLO
XIII.
In principio
non
si
erano
pro-
neppure che
un
vital
blema
in lui
accennando
vedeva
un inconsapevole che
la
strada,
storia,
ma
erano.
si
La
come
venne innanzi
il
di suo piede,
pu
dire,
perch era
dispetto
giunto
il
suo tempo: e
primo che se
la trov in casa a
di Aristotele,
come materiale
il
leggende antiche, fu
passo senza
di
ca-
comoche,
discorso sul
romanzo
tuttora
storico
mio
conchiusiva lanstiamo
si
ciata
studiando,
di
vergogna
d'
un famoso
oltre
(Bisogner
poi che
pi
cer-
chiamo
di
notabilissimo
del
il
romanticismo
coro nel suo
dal
Trissino, che si
il
componimento,
si
dominio
il
Manzoni venne
certo
a dare
una implicita
non
ma
che,
per
non
e' ispiri
un
po' di soggezione.
critici
E non
so
- dice
le
il
ManAri-
pi impor-
tanti
norme
abbia notato
il
silenzio assoluto
[il
del
maestro
il
su questo punto
modo
;
di
atteggiare
silenzio che ad
forse
si
(')
G. SciiLKaEL:
IL
PROBLEMA DEL
PICCOLO.MLVI E
DEL MANZONI
175
nato.
sottintesa.
Fu
(').
dall'
aver
tempi
storici
che
ebbe
fine
Quindi
Trissino fece
infil
vecchia e
solita.
Ilo'.rjr'.xfj,
come codice
regole
purafra
mente formali,
forse,
egli
ma
un grand' uomo)
pura questione
di comodit.
poich a
lui,
si
valse
ingenuamente
con
la
<
Sofonisba
>
un colpo due
:
tan-
era lesto
come
le
disse appunto
alla lontana
si
il
l'
Manzoni
(*).
Pare che
egli
non
sospettasse
tragico
;
nemmeno
angustie in cui
sarebbero trovati
prossimi posteri
egli, il Trissino,
il
Ma
aveva ben
con Aristotele,
quale parla
dal
poeta
ma
di
storia
trattata
non parla
e dice
furono
la
ma
quali
avrebbero
secondo
verosimiglianza e la
perch
potrebbe sten-
che senza
versi,
ma
ben differiscono in ci
realmente accadute e F altro quali potrebbero accadere. Quindi la poesia qualche cosa di pi filosofico e pi elevato della storia, imperocch la
poesia
lari.
si
tiene piuttosto
all'
un
accade di dire
e della
della
verosimiglianza
le
ne;
che mira
la poesia
distinguendo
persone con un
nome
(').
"^0
Aristotele
il
poeta
p.
Romanxo
storico
Id. p.
205.
Aristotele: ed.
cit.
p. 17-18.
176
CAPITOLO XUI.
modo
uno
l'
fosse fonte
all'
altro
l'
avrebbe pur
Ma
gli
egli teorizzava
avendo
non
in
una
un accenno
ratagli,
sin-
Tant'
di cose
parla di argomenti
.
tolti
dalla storia
ma
realmente accadute
Che
non cesser
egli
per
questo di essere poeta, perch niente impedisce che alcune delle cose
tali
da recar seco
in
la verosimiglianza
le
la
avvenimento ed
quanto cos
imita egli
ne
sar
il
poeta
,
(').
Ma
si
come
si
arrivarci nel
secondo periodo
dall'et
dei
del-
umanit che
si
miti e
co-
scienza storica.
come
essa
si
nuova
ma
con-
uomo
il
e del
mondo
manico che
idea
Ma
questa
con
la
sua Poetica, un
vane e
facili
bisogno di troil
calun-
Prima
di quel
i
tempo una
i
tal
sor-
Latini
quali,
ave-
poema
storico
che
poi
era
una
Ma
il
una
teoria in
proposito
non
il
l'ave-
vano
lasciata
sintetico
diversit
(>)
Id.
p.
19.
IL PROBLEJIA
177
a non
il
spellar le
mani
(').
nostro
medio-
aprendo
la storia
come
la scienza.
o,
per cui r Africa > non era che un episodio verseggiato d' un suo grande
libro storico che
doveva cominciare
da
il
Romolo
e giungere a
Tito.
Omero
cos predice in
sogno a Ennio
titulosque viris et
il
Domioa reddet
(-).
Petrarca
si
esprime
in
modo anche
pi
est,
dalla
vita,
non
maneg-
mi bisogna
eh' io
non
ci
un poco
dalla via.
rampogna
^*).
Ma
tivi di
poema
trovava
d' intorno
>
a se
ben
altra
risonanza.
ai
fatti
e ai
(')
Petronio Arbitro
(2)
Petrarca
di
Cfr. GitrsEPtE,
S.
Africa^ Padova 1874, Voi. IL libro EX. v. 257-260, p. 394. Kirxer: Sulle opere storiche di Fr. Petrarca Annali della R.
:
Normale
(')
Pisa
1.
voi.
XEU.
e*)
v 97-101, ed. cit. p. 387. Moro ASTE Maggiore c. XXV. ott. 116.
Africa
9,
ToFPANix.
La
firn
dell'umanesimo.
13
178
morale dell'universo da cui
narsi.
facile,
CAPITOLO
XIII.
la poesia
non aveva
diritto
di
allonta-
Fermandosi
perch
il
al mito,
abbastanza
fatti il Robertelli,
una interpretazione da buon umanista, vaga ma coerente: il poeta deve descrivere Ulisse non quale fu ma ab omni parte absolutus,
qualis describi solet a philosophis
vece
si
non presenti
videro
il
(e
pi
savi
subito
come
Ecco
si
il
dovr comportare
poeta? Do-
vr manomettere
il
la storia?
il
Piccolomini e
Manzoni.
al
il il
Fra
fu,
primi a negare
il
eh' io sappia,
Muzio,
impressione
1548
il
1551)
(')
vaticinava, perci,
so-
poema
storia e
propugnava una
suo
commedia
lo
scrittore
pu
inventare
il
argomento
mo-
e sano e l'in
.
segnamento
di
ci
debbia
Con
la tra-
mano. In quelle
tanta parte,
in essa:
grandi
catastrofi,
in
cui
il
caso
ci
appare
aver
non sempre
facile scoprire
un
significato ideale.
Poich
si
scopron di fortuna
gli
(si
ponga mente
alla parola
esempi)
la
sua parte
il
poeta
il
si
la^
ma
i
il
tragico
no
lavori
intorno a cose
fortunosi
(')
Muzio Giu8TIXoploitano
Rime
179
si
eventi della storia mostrano sempre che fare e che non far
debbia ?
Non
tutti!
la tragedia suole
Non
li
usa di montar
appena tocchi
hanno
poema epico? La
asso-
del
povero
Trissino
(quel che in versi condusse armate in
e quinci e quindi le
isterico fra
i
romane squadre
rimase)
la storia.
versi
si
lecito,
mutare
Si
crei
quindi,
per
il
poema
epico,
un non
si
quello in cui
mosse prima
e
li
remoti e
mal determinati,
Egli spiega:
si
Lascia
sotto
il
vero
all' istoria
e,
nomi privati all'universo mostra che fare e che non far si debbia.
V
In che
modo
lor consigli,
i
poema
si
divin
ne senza
Dii
poetar
conviene ...(*).
sembrano
alla
sfio-
che toccati,
diritti
della storia
per
rispetto
poesia.
andare d'accordo:
tica,
il
buon
lo avverte la niateria
che
la storia
come
romanzesca. La contraddizione
(')
Id. p.
73.
(*)
p.
81.
180
CAPITOLO
XIII,
cara
ai
profani
in
pratica.
Perch, a guardar
?
quanti
non voglia far ritorno al gi sarchiato campo delle leggende? Difatti, quando gli accademici della Crusca, fedeli a questo
comodo concetto
il
contro
il
Tasso,
ai
Cruscanti
Se questi
siffatti
soggetti di tragedia
od epopea
avuti
iicerta,
sono
stati
per avventura
tutti eccel-
ingegno
spirito
il
di
poesia?
Stala
mani
alla
cintola ?
(').
Se
Muzio prevedeva
degli
vita
il
numero
Edipi e dei
perch di
Enea non
il
sempre
il
giudiziosissimo Maggi
quale, tutto
tesi
un
onde
aregli
gli
gomento pi ingenuo
riesce
nell'
Anch'
:
un
po' diffcile
ammettere che
storia e inventare
come
il
pur
possbile - dice
il
Maggi - ma ne
sponde
il
risulter
un
diletto
minore.
perch? Perch -
ri-
Maggi tratta d
lettore o lo spettatore
Ma come?
vien fatto
quando
is
si
un personaggio
sit novt,
:
poetico
non
gtur - egli
et
ratiocinatur
discit,
autem iucundum
tato est,
malori voluptate
ratiocinar
quam
(').
is
qui
eam
il
ignorat quo-
niam de ea
non
potest
Secondo
Maggi, dunque,
fatto
del
rappre-
lo
veramente
op-
(S
s'
sostenere la tesi
posta e
immagina che
fu sostenvita in realt).
degli accademici della (') Replica di Camillo Pellegrino alla risposta Crusca fatta contro il dialogo dell' Epica poesia (Mantova 1586) p. 46. (*) Maooi: op. cit. \. 134.
IL
181
Ma
formula
chiaro che
i
il
dal
controllare,
neUa
pratica di poeta,
cinta della
aristotelica, in cui
basta interpretare la
questione dell'uniil
poeta
deve
ma non
ci
met-
si
fa pala-
medesima
ci
lasciano
tutti
gli
amici e
il
cammin bene
da presso finch
si tratt
aristotelica,
ma
moRiil
(').
questione
fattene,
sul
di
modo
si
d'atteggiar
la
storia,
chiaro.
cordate?
Parlando
dell'Ariosto
<
l'
tino a
Varchi, la perfezione
ma
se avrebbe potuto,
poi, sfigu-
come
la tradizion
romanzesca,
perfino al suo
tardivo
revisore.
Anche
lo
grigio materiale
storico
costruita
historica,
col
e,
fedele al suo culto della ragione, vuole che a condurre con essa
poeta la elabori
fino
>
(*).
mores animorum
altri,
il il
ad
rectam
rationem
Non meno
le cose
furbo degli
Dove
come conveniva o par verisichiaro che il come conve anche sicuro che
il
morale
ma
Min-
modo
suo gusto poetico era lontano dai territori del poema epico.
>tra,
Non fa poi meraviglia che i pi intransigenti dell'estrema deil De Nores e il Summo per esempio, sieno passati accanto a
(')
Vabchi: op.
cit.
p. 585.
p.
{-)
ScALiGEHo: op.
cit.
347.
cit.
p. 39.
182
CAPITOLO
XIII.
non
solo
Ulisse ed Enea,
ma Nerone
e Caligola, se
i
li
avessero avuti
e non riconoscessero in quella se non un vivaio di simboli. non aveva attribuito questo metodo a Omero? A esempio
gi ricordato
il
S. Basilio
di ci
ho
ri-
Viperano
che,
per difetto di
argomenti migliori,
(^)
di Virgilio
riconsi-
questo
freddo
strumento
al cui
contatto avvizzibrulli
scono
cippi,
i
i
come
della
A
storia,
in
teoria,
la
question
di
due
uomini
rimasero
come
sintetizzatori delle
il
sospinto
nemici
uno
1'
altro,
ischerzo,
suoi
alla
Che
il
gli
leggera tutto
restante
lavorio
aristotelico,
fossero disposti a
Vedete
il
Robertelli che,
il
finch
il
poeta
si
tir
per
mano
spiegare l'universale e
particolare, ci
si
tratt di
andare pi
oltre,
parve che non ci fosse. pi nulla da spiegare e conchiuse: Dictum est ante poetam vel ex se fingere, vel arripere unam actionem veram C). Lo Speroni, formalista puro, che tuttavia s' aggir con pi
costanza di ogni altro intorno a questo punto della Poetica, ne aveva
fatta
di fedelt a
Virgilio che
meno
di quello
(^).
Ma
dello
legge in
Sotto
lui.
r impressione
il
ferrarese
ci fosse
un problema
i
avevano
fatto
di-
(')
('')
Viperano: op.
ROUKBTELLI:
Speroni: op.
p.
cit.
p.
73-4.
491.
p.
cit.
201, Voi. IL
IL
183
fensori dei
tit
poema romanzesco,
con V eroico
:
T idenad
di questo
una questione
sto in qua.
storica la quale, se
non
i
altro,
li
avrebbe
costretti
Per loro
il
poema
era sempre
un
bel gioco
la
della
fan-
proposta
la
storico-
mano
storia
come
la
il
Voi - diceva
il
Pellegrino
come
che
sopra
le
panche
cantano per
citt d'Italia
le piazze.
come
nel
in
Et non solo nel r^no di Napoli, ma in altre Roma, romanzatori vengon detti ciarladori o
strumento,
ciurmatori
che
Cruscanti rispondevano
Appunto
devono essere
soggetti
Il
nega-
animo
d' eretico,
non
fece che
cercare di porre
il
interpretazione
della
1570.
Negata importanza
agli effetti del
fosse
una question
su questo punto
gli strali
Ma non
fii
cadde in so-
meschine ed
inutili.
avevo
notate,
di
per
un
riguardo
capitolo,
verso
il
questo
Ma come
certo,
gli
spiega che
il
un
moderna
per
scrittori
il
Castelvetro
ha fama
aver difesa
(')
Pellegrino
184
vero
titolo
CAPITOLO
XIII.
di
onore se
si
la
difesa
fosse
assennata e originale
l'
ma
Ep-
quando, leggendo,
oppositori,
opera degli
?
come
si
fa
rettissimo Spingarn,
sa,
il
quale, di solito,
si tratta
non
quando
del Ca-
una
citazion
Castelvetro
si
ma
dalla
critici
pu essere uguale a quello della narrazione storica Nel formare - non dobbiamo aver niun riguardo a principio
.
a mezzo a fine
dell'
azione
ma dobbiamo
noi
diligentemente considerare
cio
diletto
cerchiamo,
negli
non
mai avvenuta
(').
aveva
nientemeno,
al Giraldi, il
l'
Cromwel,
:
aveva messa
per
pre-
come rimedio
un' assoluta
agli
sbagli
del
Trissino
e aveva
supposto
aristotelico.
Ma
cuna
e fine! -
aveva gridato
costui -.
Se dalla
si
devono
con
cominciare
le azioni della
(').
Aveva provata
voluto
poi la sua
dire
incapacit di intendere
ci
maestro avesse
dell' Ercoleide.
Castelvetro
non
fece
che
ispirarsi a quelle
facili
idee
del
mondo
dandosi l'aria
di dedurle
Ma
la sodi
stanza loro
giustificarsi in
il
quale,
ora,
cerca
una
non
ci
riesce.
Ma
nessuna di
quelle
l'
indicate
estrema destra
Non
che
il
il
univer-
r ordine naturale dei fatti e cosa - egli ripete - a me non par dire Aristotele ancora che conceda per via di digressioni
si
del
prin-
(')
Spingabn: op.
eit.
p.
4i.
(')
Giraldi: op.
cit.
p. 25.
IL
185
si
quando
la cosa fosse
troppo lunga se
prendesse
Ora
non
possiamo
historicamente e
r ordine
di narrare
poeticamente
come
in
ordine
? *
(').
potr
- risponde
i
il
Castelvetro
non
solo la storia,
ma
nep-
pu
Silio
Onde sono
Lucano e
delle
il
Virgilio
Geor-
giche (^.
Allora tori
loda-
di
Niente
ribatte
V implacabile
Le favole
di
tutte le tragedie o
abbia
sa per hi-
C).
E
sponde
sta,
perch dunque?
la poesia
ci
si
azzarda chiedere.
il
Non pu
il
prendere
ri-
non
l'
una
dall' altra
e la storia
sarebbe poesia.
gione, la quale
Non
non significa nulla ma d modo al Castelvetro di plagiare il Muzio dandosi l' aria di dedurre la sua sapienza da assai maggiore profondit. Le cose incerte e non pi avvenute non bastano per soggetto alla poesia; perciocch la favola della tragedia e
dell'epopea
non
si
pu
costituire se
non
di
il
cose
avvenute e cono(*).
Scelga quindi
il
un
di
si-
colmando
queste e
stemando quelle.
La soluzione
del
Muzio che
il
Castelvetro
si
(*)
Castelvetro Ludovico
p.
silea
1576)
155-6.
(2)
p. 28.
p. 189.
(*)
p.
186
ricordare:
CAPITOLO
XIII.
ma
il
una fondamentale
un universale che
il
la
!
storia
nelle
sue
Castelvetro no
fra quelle
due forme
del pensiero,
ma
perch, cos,
il
poeta avr
modo
di mettersi in
le
gara
con
emularne
agudeza
gesta
facendo
rassolei
La poesia
segue
le
sua
pos-
venuta
e della
('). Laonde da conchiudere che la favola della commedia dee contenere una azione di una persona
non
(^).
per necessit
Vedete dove
chio
il
ma
si
che
oc-
cosa consiste quell' altra verit a cui, secondo Aristotele, dee aver
il
verisimile e
necessario, lo storico
colare]? Semplicissimo.
Lo
mano
il
la verit e
non
con
dee rompersi
il
poeta
colma
le cose.
non ha bisogno
di
ma
iscrivere
le
cose
che
non pu riguardare
del
alla
ve-
Son
bel
tutte di
Castelvetro, plagiario
in veste di ribelle.
Come
possibile
della
vedere
in
teoria
questo
della
modo
di ragionare
un precorrimento
moderna
poesia
si
come
ma
che
spiega. Il
problema della
critica letteraria
blema
a s - e
come poteva
essere cos ? -
ma
prescindendo
da
osse
D' altra
come
()
p. 178.
CO
p.
187.
(')
Id.
IL
187
si
queste
originarie
religiose
notevole
repulsione,
e,
ostina a ricercare
suoi
precursori
al di fuori
di esse
quando
po' del
se
capita,
un
proprio pensiero.
ostile,
ci si
Come
terra straniera ed
faccia incontro
un concittadino
l
ci
per
l,
ci
intorbida
la
memoria
confiri-
dente. In realt
il
vicinanza al
Guarini,
nascimento, rappresenta,
sfacelo di esso a questo
critica.
ancor pi
del
Giraldi e del
di
lo
primo formarsi
non che
del
l'
ul-
mo-
vaghi
presupposti
critici
rinascialtri.
mento
dal pi ingenuo
ma
non
deve
quello
co-
Al quale
(per
si
se
di
[qualcuno dei pi
;!loridano e
esempio
Medoro),
sfigurato dalla
forma
[edoro
volgare.
:
Ripensate
lunghetta
invocazione
di
nostri...
L'idea di gara
si
pu
dire,
il
geri-
concretare
alla
principio di gara
di
le idee
moderne,
s'
imped
capire
quelle
;del
suo tempo.
188
CAPITOLO
XIII.
Castelvetro,
liber,
quant' era
uno
romanticismo.
dir
sarebbe
troppo
linguaggio
contemporaneo^
il
sua
stretta
parentela contro
i
professarono e difesero
della
riforma
avevano
commessa
per
lui,
affini,
vedemmo
che,
poeta,
come
sentimento
intorno a quelle.
Dicendo
che
il
non
ci
indifferenti
il
sotto
\m semplice
siero
adornatore,
ma
lascia
impressa
nei
fantasmi
pen-
Ma
ma
questo
non era
l s
come
lui,
incapaci
di
molto
profondo.
Senonch,
per
bisogno di compendiarli in
il
pu prendere
che meglio
la
i
Qui
brilla, nel
confronto fra
Pic-
eolomini.
Aristotele
si
esprime
il
con
una
egli
poema
il
suo principio,
il
suo
fine, ac-
uomo godere
la
r apprensione
Akistotele: trad.
di tutto insieme
(').
(')
cit.
p. 47.
IL
189
argomento
del
come
il
il
Gastelvetro, u trassero
si
filosofo,
poeta
e che
il
opera
abilit,
di
abilit,
il
potesse
Piccolo-
Ma
questa
secondo
il
quale
non
se
effetto
mo-
Ecco
le parole del
Piccolomini
Presa occasione
dell'Epopea
principio
il
la favola
il
avere
di
suo
suo
fine,
acciocch a guisa
un
intero e perfetto
di
tutto
in-
si
il
Aristotele
voglia
il
non
sia
giovare o
il
ma
da
questo r utile di cui non vogliono che la poesia tenga conto e questa particella aristotelica
sia
Ma
quanto
ma
li
anche dal
giudizio dei migliori scrittori della poetica aite, e quel che importa
pi da Aristotele stesso,
pratici dei libri suoi, e
come ben
possono
sapere
grandemente
questa
d' essa
mie Annotazioni: e in
altri
(').
Appunto
eliminando
famoso
equivoco
egli
del
veda come
ricondusse
molto pi in
l.
Costoro,
con l' animo sebbene vedesse non avendo saputo trovare un rapporto tra
Verit, aveil
vano cercato
di nobilitar
l'
fine,
Bene Assoluto,
di
altrettanti
esemplari
di
virt a di-
dare
una
teorica
(')
PiccoLOMixi: op.
cit.
p.
369.
190
ehi paragoni
i
CAPITOLO
XIII.
Landi. Se, per questa via, essi intendevano purgarsi dalla taccia di
attribuire alla poesia,
come suo
l'
oggetto,
il
non
ma,
le
attribuivano
per certo
il
vero e
osservazione della
realt
piuttosto,
una
Invece
il
Piccolomini pose
il
le basi
vero.
i
Ma
con con
quello che
il
suoi occhi
col
di
poeta
(*)
;
la
dirla
verisimile
la conversione
del
a dirla
animo non
di
Voi
sentite in quel
dovuto
la relativa
vaghezza
un pendel-
non
riesce a integrarsi in
in esso
il
una conforme
insegnava
sicch,
al
espressione dialettica.
l'
C ,
insomma,
concetto critico
la
d'una
filosofa
quale
:
che r
uomo
morale
del-
Perci
il
Piccolomini,
e,
il
nell' indi-
in
apparenza,
ristretto,
quale lo conce-
pisse
come l'assunzione
Deus
in nobis).
Ma
il
concetto
esteri-
per
moderni
il
vero precursore
l'idea dalla
mi pare
si
il
Piccolo-
mini.
quale
rifece,
magari
senza saperlo,
pose
una sapienza riposta che regolasse l' uomo a seconda delle massime che egli ha apprese dalla Sapienza Volgare della Religione
e delle Leggi C). Vico - per trovare appunto frasi vichiane corrispondenti a questa del Piccolomini - avrebbe chiamato cotale cor-
col
dovuto
con
la
la
convenienxa
della
Regola
Sapienza Volgare
(*)
:
Diviia
Architetta la Provvi-
denza
ma
fondamentale in
Nuova >
(')
(')
Op.
cit.
Prefazione.
Vico: Principi di
Id.
1.
1.
I,
cap.
11.
f)
II,
cap. n.
IL
191
Quanta
tra
sia
innegabile rapporto
L'insistervi
il
porterebbe ad allargare
discorso
dei canoni
pensasse di rimuovere la
il
Piccolomini
dunque
ssia
il
pi
che
il
vero
un
fugacit
fenomenica,
il
Ma
poeta, in-
modo immutabile.
vocale minuscola
e
si
si
scrive con la
la
maiuscola
chiama
di
verisi-
mile:
un
della luce
Dio e
che
egli
chiama
i
il
Dovuto.
i
Tali sono
vero
/trova a atteggiare
il
:
la
ma-
un suo modo
falso, per,
particolare e ad aggiungere
falso.
Questa
- dice,
se-
aggiunta di
stesso
non
artificiosa
ma
spontanea
il
nascente dallo
falso
modo
Il dire
vero o
poeta
il
per esempio,
accidentale,
secondo
esser
doveva o che
verisimilmente o
necessaria-
mente esser poteva. La differenza dunque tra Thistorico o il poeta non consiste veramente in dire l' uno il vero l' altro il falso ma in
:
tali
quali
es-
si
fussero:
quantunque per
le
V imperfexione
(').
dell'uomo
pi
s"
meno
D' onde
ne-
intende che
ma
che, di
cessit, il
sar
Per conseguenza -
(') p.
125.
192
trove -
CAPITOLO
XIII.
(')
non possono
le
cose raccontate
nell'historia
esser
;
sog-
come
il
compendio
di tutto
il
insomma
il
ch
solo
si
ma
questo
l'
accasca
arte molto
sommo
negli
della
affetti
lor
potenza, cos
suoi,
il
il
azioni, o
e costumi
sommo...
onde
ed
nasce
che
molto
pi
falso
che
il
il
vero
si
Toccare
il
sommo
egli
frase
ambigua
in
cui
brilla
personaggi allora
il
di
moda,
ma
pensiero
del Piccolomini;
quale veniva
ad affidare
poi
il
al poeta, al postutto,
pi
il
falso che
Tasso
disperato
di
non
ma
ammettere una
E quando
se
il
suo
argomento,
egli
il
decisamente
plus
lo
al
nega a dispetto
quale talora
il
Aristotele
si
stesso C).
Come
cos
Madius,
il
Piccolomini
poeta
questo
della
trova
non
Ci
suggello
storicit.
che
egli
ma una
mesco-
Qua
che
1
il
famosa immagine
di Lucrezio
critici,
memoria
diletto
si
dai suoi
Al quale
utile dato
per compagnia
volentieri
il
come
ministro e
compagno acciocch pi
qualche medicina
vero
il
l'uomo
ai fanciulli
Pensieri di
non
aspettarsi
ma
gionare.
In questo, invece,
e'
era
una coutrad-
()
p.
1(14.
CO
1).
i;n.
I.
IL
PROBLEMA DEL
PICCOLOillXI
E DEL MANZONI
193
risaltare
appena
si
modo
di giudicare
un
poeta.
La questione venne ridiscussa dal Manzoni nel Discorso sul romanzo storico e non mut molto d' aspetto. Fu anzi concordanza non casuale ma consapevole e ispii-ata dalla continuit dei presupposti ideali: diversi soltanto
erano
tempi e
le
corrispondenze
il
col
vaglio
intelletsi
Quel discorso
pu
:
dire
il
manzoniana e
pensiero
l'
ha l'occhio
prende
al nostro
tradizionale e tiene
una
mano
(Per
ri-
pura curiosit
si
scrittori
da noi
libri del
suo studio).
,
La
come
per
lui,
il
che
il
E non
i
solo sensata
il
ma
il
vero
solo
bello; giacch
verosimile
manifestato e ai>
anzi
preso
come
verisimile,
un vero diverso
bens,
diversissimo
o.
dal reale,
lare
ma un
sempre
per
par-
ma
il
dal disinganno
(').
pur mescolando
il
falso,
non pu
nel
ma
lo
poter dire a se
ooler
all'
momento pi felice della osservazione, si trovato contento di medesimo > (*). La parte fantastica poi che egli meelemento storico, luugi
dall'
oscurarlo o dal
sostituirvisi,
ur piuttosto
un modo
onde
la bel-
il
poeta
si vale.
(')
cit.
p.
179.
(2)
ToFFANiN.
La
fine dell'umanesimo.
14
194
Di qua
verit
di
la
CAPITOLO
xm.
alcuna
verr
umana,
poetica
povera poesia
fingono azioni
:
contemporanee
Manzoni scriveva in giorni un po' monotoni ma la monotonia non una caratteristica del presente ? E non per questo che sol nel
passato
il
bello ?]
poich
in
essa e fatti e
discorsi tutto
meramente
e
Poetica,
per, intendiamoci,
pu
costumi privati
Fin qui
deva in giro
il
i
moderni e collocarsi nella prosa (*). Manzoni era d'accordo con il Piccolomini
pi
e preni
meno
<
quali
pensavano che
famosi
universale e particolare
pii
di Aristotele si
potessero interpretare in
modo molto
che
gaio, e
non avesse
volesse
dire
altro fine
pi meravigliosi e
in-
te trovare
delle difil
che secondo
e,
te
avrebbero
dovuto
ritardare o sviare
gli
corso
coi
dell'avvenimento
quali
si
sforzi
passioni
dovuti
strada
averci
che
le
Ho
detto - conchiudeva
il
Manzoni - che
proposto,
se
un
progetto
di
questi
tempi
a priori
che
parrebbe
non temerei
in
di dir
troppo
(^).
aggiungendo
non verrebbe
neppur
mente
a nessuno
()
p.
226.
(2)
p.
191.
->->
CAPITOLO XIY.
Il
Tasso.
SoM-AiAKio.
all'
idea che
il
il
poeta
-
sia
signore
della
Castelvetro e
Goethe
Difficolt pratiche
-
da
lui
Piccolomini
l'
Impossibilit
di
fondere in
del vero
-
modo omogeneo
Questo
il
il
dato storico e
animo
del Tasso
quando
rifece la
Geru-
salemme.
teorico
contemporaneo
al rigorismo del
-
Varchi,
Da
clii
nega
fra
il
Piccolomini e
il
il
perare
-
dato storico
come conversione
i
Vani mento
del
tentativi di attuare
definitivo -
Sua pena
-
Falliil
Pic-
colomini
Improvvisa difesa
interpretail
periodo
perde
Sua
Ca-
Sua
Qualche considerazione
stilistica.
Ma
il
aveva
presente
Wolfango Goethe
colomini, Cos, mettendo in luce le deficenze pratiche di quella giusta idea tradizionale,
,
il
Manzoni dava
al
Per
lui
la
opera di Dio e
gli
di leggere
lume
di certe
dovuto > ),
ma
196
CAPITOLO XIV
effetti.
il
Per-
intende che
rispetto
molto seria e
il
mutarne
caratteri molto
audace
per la
le
mano
dell'
la
Provvidenza
spieghi
lampanti
la
storici
(sarebbe troppo
comodo) perch
tuttavia,
indulgendo
un eccesso
di fede,
come
il
storia
del
mondo mettendo
in seconda linea
il
protagonista
uomo per
il
lasciar
Ma
se,
invece,
come pensava
(e
Goethe,
lo spirito
vero protagonista
lo
?),
spirito
dell'uomo
che altro
riflesso
se
non
le
sue passioni
la storia
non che un
non ha una
suoi
si
di quello,
essa
grande
questo
modo
la storia
realt a s: anzi
la
non
fatti,
conversione del
creatrice
trovi
nell'attestata
uomo
destini
della
Germania,
misuri
pi
Borgese
lo
Germania e
gli ultimi
fatti
della
guerra
nelle
mani
di
Goethe
di
il
tema
non
ci
vedr che un
cozzo
di
Devas-
dei
perta e sentita
una
consistente
verosimiglianza
umana,
come
l'interesse
tutto.
ci
di
questi
ele-
menti passionali
ma non
gli
come
umane,
tale,
sia
una voce
assi-
dua
fallacia dello
ambizioni,
dalla
stessa sostanza
si
la
integra col
stata
ma
lo
era
udita
n.
TASSO
197
sue mani,
dell'Adelchi
ma
si
che
trascende
stessa
importanza
umana
personaggi e che
in fine, la ragione pi
La questione, insomma, era molto profonda (il Tommaseo disse pi pericolosa che mai la falsificazion della storiai) (') e, lungi dal dubitare se il Manzoni si rendesse conto di quanto ^li si distanziava dal romanticismo tedesco, io direi che questo discorso
>i
il
audace tra
quello che
il
Goethe
gli
idea
non
si
disagio?
L'erto egli
:
di fronte ad altri,
Il
atteggiamento polemico, o
iua, in
letti
:
un
(^)
che
la lor forza
maggiore
dal
non conoscere
il
Vorrei
si
aggiungesse
che
essi,
con-
Ma -
potrebbe dire
il
lettore - noi
il
fummo
!
convitati a
un con-
Manzoni
;
Io
non
n^o
che questa
ma
fuori di strada
non siamo.
Di qua
si
vede
la continuit del
iche si vede
[echino
come
giudizi del
De
il
imped di
di
questo
veder
quello.
Parlando della
cGerusaessere
mme >
il
De
Sanctis disse
La base
di questo
mondo doveva
(')
( )
To3oiASEO
Ktwci
202.
Op.
cit.
p.
:
f ) Galletti
(ed.
Carabba)
p. 27.
198
la seriet di
CAPITOLO XIV.
una
storica
un mondo puramente intenzionale, un presentimento di una nuova poesia, uno scheletro che impolpato e colorito e animato da vita interiore si chiamer un
e animata da spirito religioso.
Rimase in
lui
giorno
Promessi Sposi
(').
Quasi che
il
far ci, al
il
Manzoni, fosse
si
De
s'
Sanctis
la
meravidei
Tasso
facilit
Promessi Sposi ,
scritto
Manzoni, a sua
aspettava di
:
trovare
da quello
il
discorso sul
romanzo
storico
e questa differenza
modo di pensare. Ma, Manzoni spiega il passaggio dalla Liberata alla Conquistata meglio che un libro ad hoc e il Tasso (o meraviglia !) trova nel poeta romantico, che punto l' amava e non lo stitra
i
due un
il
effetto
'
intanto,
discorso del
mava granch,
Il
il
mentava
ria,
fatti
come oggetto della poesia ottimo - comManzoni - ma, attribuito ai rapporti fra questa e la sto-
Non
in-
puri
il
credere
che
cotesto
indispensabile
elemento fantastico
bene amalete-
l'inconciliabile
:
uno
la realt,
quando
n
sua
la
non rappresentata
istruisce
in
modo che
Ora
si
faccia riconoscere
per
tale,
n appaga
ci
(^).
la poesia,
dell' intruso,
se
inventiva
faccia la figura
deve
alla
sua
compagna,
per tale e
l'arte
distinguersi
apertamente da
Ma
aspira?
Bello
le cose pre-
che dovesse
(*).
(^).
Conoscere credere
dite,
la vostra
:
invenzione
il
ma
lettore,
finisca la parte di
mai riposare n
n su quelle dell'invenzione
(*)
(')
Db
p.
Sanxtis
(ed., cit.)
Manzoni op.
178.
p. 177.
p.
(3)
173.
IL
TASSO
199
e chi ne
in fondo,
prende di mezzo
anche
e,
la verit
come
tale e
come
arte.
Perch,
tutto
il
lo
dal
suo racconto
vero che pu
un modo
di diluirlo ?
di trarre
maggior
le
soglie
dell'ombroso
del
cristallino
pensiero
ragionala
compagnia che
Il
questa
mento manzoniano.
Manzoni
il
lo
polemiche tassesche non ne abbiano approfittato abbastanza lascianspesso sviare da quel visibilio di chimerici argomenti proposto
Il
quale, tormentato
un
pro-
dava del
trovarvi
dal
riesce a trovare
l'
capogiro
dappertutto
si
altrui
il
critiche
il
l'assillo
delle
regole a indurre
Tasso a rifare
Il
poema,
Manzoni aveva
il
gi
cri-
Tasso rifece
poema con un
il
dai critici
1'
assillo
suo
pii
Non
che mossero
il
Manzoni - poich
la critica
che
gli
ma
vola
e Bastiano
De' Rossi
suo principale
avversario
in
quella
che
poeta
l'
invenzione
Dunque
la
posso
ingannarmi,
ma
deve
avendo
determinazione di rifere
una ripassata
alle
(')
p.
185.
200
CAPITOLO XIV.
conto,
se
qualcosa
ci
anche riguardo
suo
effetto
quando
la
Proprio
cos.
Ma
se,
un saggio
di
quella
sua
e' ,
si
smania
di
Non
pu
dire,
autor critico dal 1540 in su, col quale quest'Ebreo Errante dell'e-
di
accordarsi.
certo
punto
lo
il
senti
fine
il
diletto
ma,
qualche pagina
:
appresso,
eccolo
tutto
ligio
al
Maggi
al
e al Yarchi affermare
Il
riguardo
poeta (che ci
come
uomo
repubblica
(').
Allora
si
irrigidisce
col
Molto meglio
il
poeta accenderci
l'
animo
do-
fedeli
che
degli
infedeli
affermare
il
r ossequio
poeta,
al politico.
De' due
fini
dunque
l'
quali
propone
.
r uno proprio
Ma
varchiano
non
gli
impedisce
di
essere
del
Minturno
del
quale
r altro, un suo dialogo sul bello. Senonch, sulle spalle, gli sta sempre r incubo padovano e lo spauracchio di quelle famose regole trissiniane e speroniane per
le quali
i
fatto
il
dal
Beni
in
poi,
reclamarono
Mi risovvieue
(dolce
(') (^)
Op.
cit.
p.
211
(ed.
Venezia 1835 gi
cit.).
lessi,
non pu essere pi
si
mio mani.
rifare
Per
Jli
pagina dove
trovano dovrei
la voglia
non ne ho n
il
tempo.
mi pare
che
n.
TASSO
201
iella
memoria) T
padovana
della
un procuratore
il
nazionalista
Sorenissima
quem
>.
designatum
dimiSit
Quanto pi sentiva
camera -
peso e
la
noia
dello
ec-
quell'uomo
e
Padova, ero
le
solito di
frequentare non
meno
spesso
volentieri
che mi
rappresentasse le
sem-
avevano in uso
di disputare.
Ma,
intanto,
si
deve
all'incubo
<
di
Geru-
salemme
Virgilio
pone tra
Omero
e ne esclude
1"
come
unica
non riconosce
>ia
al
poema
la catarsi
in senso stretto
ma
il
cerca
di
ri-
poema epico
muovere
animi con
la
meraviglia e di
Ed
favola
Ma
a rifare
tutto questo
il
non
e'
il
Tasso
se-
poema:
che
i
ossia c'entra
anche questo,
quella
ma come
ragion
condaria
lo
coinvolge
in
oppression
moralistica
nella
co-
mune
a tutti
i
perno di essa
question
della storia
sotto le
cui
due
aspetti
si
presentarono alla
caro
a
al
al
d'uomo
dal
intinto
in
ogni
dottrina
pieno,
questo
assai gradito
anelante ad una
i
poesia
che lo
liberasse dall'
ingombro
una
lettera del
15 Ottoiso-
contemporanei,
questi
Mi
202
risolvo - scriveva egli
CAPITOLO XIV.
- che
:
ma
non me ne son
nel Castelvetro,
risoluto.
vede
ma sempre
mescola
un non
sua
lascio
di ragionare di
quella
intelletto.
Nel Piccolomini
si
forse
ma
senza
libri
dubbio
aristote-
fece
bench i nemici a mio dispetto lodo (*). Ma, naturalmente, non gli riusc di placare n l' uno n l' altro solo degli approcci prima verso il Piccolomini, poi verso il Ca;
stelvetro,
umana
del
se al Manzoni, grande
maneggiatore
pasticcio
storico
poetico,
non
una competenza
quel
divinatrice,
verrebbe
scrivendo
suo
giudizio,
avesse ben
Il
buone
cando
fede.
Egli
a ricevere in s quella pi
forma
d a
r artificio
il
nomission della
ma
un tempo
bello,
buono
vero.
prestarsi a ci ? Senonch,
essa, egli
s'
alle
l'
cronache
di
aveva messo
di
in guardia
il
molto
raro
(per
non
E
Se
parole.
diam fede
agli storici
sig. Silvio
()
(')
Ed.
cit.
V.
II,
p.
375.
1.
p.
133.
IL
TASSO
203
ferit
continenza
ma
quelle
storie
d' esse ci
pone innanzi
che non era
buono e pio
soffre
vien rappresentato
la
(').
(Buon per
lui
moderna
un poco
di spirito di contraddizione
ci tiene
a riabilitare
nell'
colpevoli,
ma non
una pulce
orecchio
stato
anche nello
di
qualche marachella).
col
si
dire
di
fosse trattato di
certo,
sarebbe forse
Odoardo amanti
e sposi avrebbe potuto ispirare, senza rimetterci troppo della sua verit storica,
un appassionato poema
erotico-religioso e quella di
Ram-
baldo, di Tancredi e degli altri tutti, avrebbe fiorito spontanee ricostruzioni poetiche di profane passioni. Altro che
religioso
animare
il
di
spirito
!
una
come voleva
certi
De
e,
Sanctis
Ep-
pure
il
nuovo a
tentava
momenti
egli seguit
il
vero inteso
quello
come
si
di
confondere
con
si
Le dichiarazioni
dire in alcun
di lui
su questo punto
possono citare a
iosa.
^La
pud
ma
della venia n si
modo che
la poesia
muti
:
veneranda
dell' istoria
non
si
pu immaginare
altri replicasse
che l'istoria
quantunque
il
sia
quale prima
il
verosidi
si
doveva dar
prima
l'arte
scrivere questo universale, n fa mestieri di considerare se l'universale sia innanzi a tutte le cose
Aristotele
il
ancora altrove
perfetta
Dunque
ma
la riceve
supponendo in
(')
(')
Y.
II,
Lettere, p. 403.
Discorso sul
poema
epico.
204
CAriTOLO XIV.
quali sono
Tutto
questo
piccolominisrno.
Senonch,
pensandoci
gli era
su,
di
Liberata
che
uscita
mano
(la
accorse
che
quelle
Allora,
buone ragioni
impossibile
attuazione.
logica del
invece di rivelarne
Manzoni
com-
una via
il
astio
personale
la
defunto maestro, a
dimostrarne
Terrore
dir
che
colpa
era sua.
di
pianto
al
solito
signor
Sci-
pione Gonzaga
('),
gli
il
quel
tal
verisimile
non bastava a
fare
r elemento fantastico
si
amalsua
gamava
col
dato
storico
non F integrava,
ma
rivelava
la
natura contraria
altra
soluzione.
il
Diver-
due nature:
meraviglioso e
tra
loro.
contrarie
Nondimeno F una
altra nel
poema
necessaria.
Ma
io di
fa
mestieri
:
sia quella
che insieme
le
accoppi
il
che,
fatto
si
mi
sappia)
dot-
faccia.
somma
trina,
veggendo
la
{*)
(-')
Apologia
Fu
proprio Sgipione
Gonzaga
Voi.
ben avverate
Accademie padovano
Opero
Pisa
1803
155 j che, approfittando d' un trasferimento dello Speroni a Roma, richiam quelle, gi impregnate di principi aristotelici speroniani, a
I
XVII Tomo
p.
gli
occhi intorno
-
al vero essere
della
il
Canace
al
De Nores
e al
Summo.
Bench
conchiude
assai bone
Ce-
sarotti - p(ir la cieca adorazione degli oracoli del Peripato, le scienze filosofiche
pompa che
frutto .
Onde
vedemmo
a pag. 157
al
con
il
Summo
Gonzaga
Guarini
U.
TA.s^u
205
ma
il
che,
nondimeno, essendo
il
ambedue
glioso, di
sia
si
necessari, si
verisimile ora
meravi-
altra
non ceda
<
ma
V una
dall' altra
temperata
cos fece
il
e scrisse la
tratta pi di integrare
verisimile
ma
la storia resta
immutata e
ben bene
allegorie
alle
io,
finalit
nella ri-
favola,
non
nella
prima,
conformandomi
l'allegoria.
si
cose
coli' istoria
ed
aggiunsi
e
all'istoria
In
modo
che,
siccome
nel
mondo
poema
non
si
lascia parte
e le piccolissime ancora
riosi,
meno
iudur
meraviglia
con
l'eccesso
della
verit, in ci
mi par
del
di
offizio del
vero
il
documento pi
soste-
e,
dopo averne
nute per circa dieci anni le ragioni, voile distruggerle per non udirle
lai
pi dentro e fuori di
s.
non era
di-
mostrare che esso era un sogno del Piccolomini, che, fra lo schietto
il
e'
differenza
al-
Cos
la pi cara
delle
colpi della
sua
follia.
Semin
dove
mezzo
arido
e
il
letterario,
il
il
verisimile
:
non
Se
il
esiste
esiste
vero della
Svolgimento
verisimile
la
non vero
vero non
erisimile,
stesso,
Q vero sarebbe
verisimile
206
e
il
CAPITOLO XIV.
verisimile vero.
Ma
ma
il
se
le
il
il
vero convien
simiglianti
laonde se
vero
dissimile
non
simile. Il verisimile
il
dunque non
ed
se questo sconveniente,
da
lui dissimili
E
il
queste
abbia
somiglianza
con
mede-
simo
(').
Non
come
fa
il
tasseschi,
pensiero
contrad-
Liberata
alla
Conquistata
Qui
1'
arido e
non
un poco (tranne
che
il
momento
verso.
non
si
pericolosissima - ripete
Tasso - sarebbe
se ne' casi
dubbi non
ci
quando
la
cronaca
goria
:
si
male diventa
un'alle-
e tale,
rispetto alla
me-
non
fusi,
ma
storico le fate e
Tra
il
il
Piccolomini e
Minturno.
Cos
si
consum
tra
fami della
follia tassesca
un pensiero
che,
in-
in terreno fecondo,
vece,
ai
il
si
Non ho
il
coraggio di condurre
egli potr gli
cono-
ma
che non
appren-
(')
Lettera al Cattaneo V. II
(*)
Belloni
II.
n.
TASSO
207
questo
del
capitolo
col
iler
nulla di nuovo.
Invece, per
conchiudere
Patrizio,
uomo
suUa question
Con molta
con l'incontrarsi
:
col Piccolomini.
del Castelvetro
eh' egli
non
fosse poesia ?
Orbene
Patrizio trova
modo
di accettarne in
antiaristotelica
un
assoluto
;
non pura cronaca che raccontare secondo il particolare non significa rinunciare a una sintetica rielaborazione intellettuale. Lo storico fa anzi un lavoro che
metodo
:
che
l'
opera
di quello
avvicina parecchio
lile,
'
il
vero e
il
particolare
dello storico
al
verisi-
il
poeta ?
E
i
della
il
hi-
tutto,
non ha
di
Aristotele?
E
egli
in
fa
come
fatto
il
succeduto,
possibile e
ifferenza
il
necessario ? Quale
l'istorico
dunque
fra
ed
il
se ninna, lo isterico e
lo stesso ? >
(').
non sono
che
il
Questo acuto
se stesso con
ed
la
in
indo, l'obiezione
Manzoni faceva a
:
famosa
imagine
dell' olio.
Diceva
anche
padrone
poeta, arrivando
all' olio.
dopo di
lui,
pu
l'
fare
come
Ma
il
i
Patrizio aveva
'inali
destra
secondo
l'
universale
volesse dire
tutti
Realizzare
a farne
dei simboli
Ma
vedete -
(')
Francesco Patrizio
208
diceva egli - se
di
il
CAPITOLO XIV.
vostro
Omero
pratic
come voi
dite
Egli
fece
Agamennone,
che sono
bens
torti
baroni soprani
ma
punto sprovvisti
(').
l'
di difetti o esenti
da
come
Iliade
non pi a
fatta.
gloria d'
A-
potrebbesi
il
ad alcuno
nome
applicare.
altro
greco
capitano
e
mare,
quali
Teucro
proci
si
potrebbero attribuire a
punto
del Piccolomini
per questo
frequenti d'
un
misuratissimo
Vittorio Rossi
si
f ),
possibile
al postutto, egli
non
riesce
attiene
che tutta
Non pu adunque
lui
(*;.
E
il
Onde
si
vede che
buono derivava a
insomma quel
il
tal
pensiero non
mai concre-
un
fallace
il
meglio che
con
Ca-
il
A
in
spiriti
effetto,
artistici
che,
sdegnosi
delle
teorie
pi
di
apparenza che in
tire
modo
sendella
visibile
disciplina
(')
p.
161-2.
()
I.
p.
164.
(0 Storia della L.
(')
Patkizio
oj).
cit.
p.
IL TASSO
209
De
Sanctis
ma
il
davvero
sulla meravi-
e"
questo
moderna
r impaccio
si
ma
la
na-
chiama gusto
alla
di quelli e tutta
una tradizion
scrittore
questo
senso
pu
;
dire che
il
primo
moderno, non
d'altri,
il
Macchiavelli
ma
Caro
ma
certo
giustificatissimo,
si
un
Flaubert.
Xon
pu non fermare
si
ripensa alla
:
question
opposta dal
Romagnoli
agli antichi
{').
mi pare
quando
la
si
trovasse di fronte
il
il
sciuto
valore di esso
come
opportimit di pulire
della
lingua
moda
;
in
guisa
:
e confess
Le donne
anni che
forse
me
(").
men rozzamente
scritta
La prosa
degli
dei primi
della
storia
esperimenti
torna
assi-
letterari foscoliani:
ma
la
duamente
sto
fra
leopardiano
e c'
materia
momento
letterario d'Italia e di
Francia fra
il
cinque e
il
seicento
in cui
comin-
me
nella
stilistica (^).
(';
E. EosLG.NOLi
popolare in Italia
Foscolo
Opere V.
La
Leopardi
Zibaldone V.
IT
p. 290.
ToTFAXiN.
fine cklf
umanesimo.
1S
210
Peccato che
il
CAPITOLO XIV.
Caro non
non
si
im-
quando
ci fu tirato,
mostr di conoscerlo
a orecchio e lo fals C) ebbe anche visibilmente a schivo le filosofeggianti diatribe suU' arte le quali stridevano con il suo vivissimo
e
ma
il
nodo
della questione
forse
non
E probabile, insomma, che queir idea ancor cos incerta, il poeta non essere un semplice adornatore e la forma non essere estranea
air intimo
suo,
ma
tutt'
uno
col suo
modo
di vedere
F oggetto,
in
Le
sioni al
tere
problema
dell' arte,
che
si
Let-
non sono mai cos recise e chiare da poter essere citate vittoriosamente come riprova d' una mentalit critica nuova, ma espressioni d' insolita raffinatezza sar facile cogliente a tutti.
di lui, si trascorre
sul
non
possibile contendere
la
penna
la lingua
dell'anima
[').
(')
C'^)
Caso
I p. 51.
Ceevantes
Don
^^>*$^M^C<-^
CAPITOLO XV.
Il
Cervantes.
di cose trovato dal
^o>LM.vBio.
Cervantes
Necessottile
per una pi
intelligenza del
Don
Chisciotte
Li
2. Scene
in
Tornato
patria
sacrifi-
Don
1'
particolare) -
Argomenti
suoi, indi-
gnazione di Sancio
Incredulit di
Don
-
che
il
tesi aristoteliche la
le
Ma
gli
;
cose proprio
come andarono
secondo
particolare
Rappresaglia
di
Don
3. Importanza
del libro
come
il
satira
alle
contemporanee:
di cose storiche -
Poema
il
Don
:
Chisciotte
Goffredo
della Poesia
Sancio
L' opera
non un ultimo
ma
controriforma
Don
Chisciotte
esempio
1'
Unamuno.
Ma
poco a
le cai-te
un
me
di
Valeva
la
pena
di
vare a comprendere
del
un
po' meglio e
un
Don
Chisciotte. Solo
un poeta pu intendere
un
cri-
tico che,
212
di
CAPITOLO XV.
d'
un
tratto,
vede stendersi,
credeva
]*^on eh' io
pretenda
Chisciotte:
ma
in quella
poesia
il
fondo a
suo
naturale
buon
senso.
Non
un aspetto offuscato dal tempo, che ci si ritrova pi da presso alla genuina ispirazion del poeta e quasi pi in consi
rimesso in luce
il
ci
si
accorge
s'
letteraria,
il
venuto
che
la
a ricostruire
portentosa
mondo
tra
Cervantes
diatriba
l'eroe
catalano ed
satirico;
il
suo che
le
scudiero
ragioni
suo sapore
mani
di
Don
cose
Chisciotte
mani
la
di Sancio.
Disse
siane
:
bene
un acuto compianto
studioso
di
cervantedell' infatti
Nessuno finora ha
determinato
bene
misura
molti
genegli
non abbastanza
studiate
(').
Il
per conoscere
il
influssi di
di idee,
pi ne-
cessario conoscere quel movimento. Cos la cagione di tale lamentata deficenza per rispetto- al Cervantes,
non
pigrizia o penuria di
il
metter
altri.
le
ma
ha
colpa di quegli
della
Fra
pochi che
si
condi
mai
cercjito
essi
pensassero;
il
almeno
mio
studio.
Ma
il
me
si
ho trovata
sono
ita-
come
risolta
da se
liani (e
presupposti teorici di
lui.
Savi-Lopez,
si
potrebbe
chi
punto
ardita,
(')
Cervantes
(ed. Ricciardi).
IL
CERVANTES
213
il
r intenda
buon senso
il
primo
effetto
degli
Cenantes
Don
Chisciotte.
Le
il
fonti
teoriche
:
Tasso
l'
uno e
ebbero tra
mano
al
1575 e son
r
altra del
poetica del
il
Gastelvetro
Piccolomini
costituirsi di quel
illustrato.
gran
Fra
Tasso e
si
il
Cervantes
ci
pianse e
Don
Chisciotte
fra l'altro,
una
vittoriosa
trioniti
in
ma
si
deduce
poleItalia
la
qualche passo,
letterarie,
furono
in
si
le
nostre
miche
fu quel suo
ascolto
per
del
l'
del Piccolomini e
1
del
discuteva
poema
illustri
anzi illustrissimi
>
a dispetto
degli
umili
semplicemente
umani che venivano banditi nel che non ho simpatia alcuna per
ipere poetiche, e
particolare >
e nella storia.
Ed
io,
mi meraviglio
di vederne cercare,
ma
m'accosto
Don
fantasmagoria
vece,
cervantesiana,
ma non
disparse
giammai. Oggi,
penso
a
in-
tendenza
contraria -
uno
resti-
scritto del
reazione alle
tuire
il
voler
Cervantes
sfondo
rina-
pura,
l'
arte per
1'
arte,
castigliana.
e' ,
di
pi,
l'
ironia
un
entusiasta del
Cervantes,
quale
io
mi sono,
conosce
gic
pu essere
lettore
anche troppo
se-
che
son
tutta
214
lina revisiou
CAPITOLO
XV
poeticamente dal gran
portentosa,
poeta
fino
arriviamo
alla
Don
vi-
svelano a
cenda
e
loro
il
domestiche,
particolare,
i
vedremo
problema
dell'universale
quello del
diritti
della
di
umano
nelle
confessioni
Don
Chisciotte, formidabile
buon senso
e tutte
ritorne-
ranno
memoria leggere
e brillanti
come un raggio
di luna.
Don
Chisciotte
il
bar-
rumore non
storico.
lo
potrebbe dire
pu come
La
da
Don Oh
dessa
il
tormento di
Don
uscente
Allora egli
di-
spone a fare
alla poesia
:
l'ultimo
sacrificio
il
pi
doloroso
al
si
Non
;
che
ne-
uomo
giusto,
un
tal atto
ma
cessit lo impone.
entrare
nel
pelago
della
poesia
con Sancio
reciproca.
si
Onde,
gran segreto,
si
si
confessa a lui
al
grande
sacri-
ficio
specie
di
suicidio.
Ma
Chi-
lo fa
Don
sciotte
il
suo egoismo
ma
il
suo
ideale:
difende la poesia
Frattanto
e,
Don
Chisciotte
si
rinchiuse con
disse
Sancio
:
nelle
suo
stanze
soli,
Sancio
Molto
le
mi
mie
noi
siamo
usciti insieme
scambievole fu la nostra
colleganza e la nostra
e se tu fosti
una coperta,
bastonato e in
solo
di do-
EL
CERVANTES
215
vanno
detto
il
le
svensei in
ture pi attaccate ai cavalieri erranti che agli scudieri. errore, Sancio mio, disse
Tu
Don
Chisciotte
giusta
il
caput dolet
>
- Non intendo
altro linguaggio
che
plic Sancio. -
Ho
Don
Chisciotte,
:
che quando
quindi,
es-
duole la
testa,
il
dolgono anche
altri
membri
dei
e,
sendo
io
me
per
essere
mio
servitore; e perci
provar
questo
dolore
del
disse
io
modo ero
dovrebbe essere
ma quando
membro
la
sbalzato
la
se sono
obbligati
firn-ere
.
membri
era
la
testa
in
disse
Don
Chisciotte,
che
io
non
sentissi
dolore
in
quel
fran-
provavo
nell'
ma
la-
amo da
dice di
di ponderarlo e
me
(')
fusa all' umanon guastarla con chiose e non mporla con inframettenze critiche, tanto mi par facile intenderla
sfumature
di
essa
svanirebbero
il
nei miei
<?he
compendi
dialettici.
Don
Chisciotte,
insomma,
all'
personaggio
Ma, secondo
destinato
si
personaggio a ci
lascia sulle
filisteo.
suoi scacchi e
suoi
torti
un vampiro come un
Don
nome
a diventare
vampiro e
filisteo.
superuomo Nietzschiano
Chisciotte
di-
ma
il
Non
dirlo,
n
lui
quanto
(^)
Dox CmsCTOTTE
op. cit.
V.
II p. 20.
216
stesso.
CAPITOLO
XV
io
Ma
ti
potessi
il
parlare
Anch'io ho poveramente
mentre
la
come
te,
ho diviso
tuo
dolore
dietro
stato
la coperta e
tenevo la testa
anch'io
te;
sono
anch'io
sono
un povero uomo Ma tu non farmi la spia che io sono un povero uomo come te; e che la poesia non lo sappia Tu puoi piangere perch sei la storia, io non posso piangere, o Sancio, perch son la
!
uma-
mia
astrazione...
Ah
Don
si
Chisciotte
sente dare a
romanzo
si
nome
figliuolo
di
Bartolomeo
ed essendo
da
il
Vostra
leggeva
libri
col
titolo:
Aggiunse
e
Tohoso con
giunte di altri
segretuzxi fra
due
soli,
ch'io
mi son
venuti
notizia
chi
li
ha
La prima
aristotelica
:
Don
Chisciotte
una questione
il
racconto
di
doveva
essere
un
mago per
amico
nemico
ma doveva pur essere una delle due, o amico per ingrandirle e innalzarle sopra le pi
per annichilirle
e
metterle
pi
vili
gli
che fossero
mai
scudiero
Cio non
passa neppure
per
interessante
principio
personaggi
rappre-
C) P. 21.
IL
CERVANTES
universale
217
inri-
l'
somma. Anzi
di
-
quest' ultima
immagine
dell'
inglorioso scudiero lo
si
parla proprio
un umile scudiero come Sancio Pancia E con qual costrutto ? Eppure delle Dopo tutto questo andava fra se stesso dicendo imprese degli scudieri non si us mai di fare menxioie in iscritto quand'anche vi fosse una tale istoria, dovendosi riferirla ad er:
necessit
eloquentissima, alta,
il
magnifica,
veritiera
(')
(veritiera
secondo
necessario
intende). Difatti
Don
quando caput
aristotelica,
si
dolet
questo
al
fisso
nel
suo
della
poesia
presentano
le
baccelliere per
trascritte
loro
avventure
in
:
quel
romanzo.
E
si
Sancio chiede
al baccelliere
Favorisca dirmi:
il
quando
nostro
buon ronzinante
che costui,
cele-
e gli risponde
ogni
neppure
le
capriole
capriole
che
sulla
(').
buon Sancio
sulla coperta. - Io
non ho
fatte
Figuratevi la sorpresa di
ma per aria, e furono pi del bisogno > Don Chisciotte, il quale, udendo il
particolare, si sforza
suo
in
poema scendere a
altro
cos
trito
d'interpretare
gli
modo
le
Sarrasco non
sa dar torto,
<
dose
dell'
amarezza
donchisciottesca.
Con
hanno
letta la
Don
Ma
da affidare
rit,
alla storia, lo
interrompe indispettito.
rispose Sancio, e
(^).
conta
Con
ha
sciolto
la
il
quale uscita
buon
senso
di
Sancio,
senza saperlo,
(la storia)
allora, contro
Sancio
C) p. 22.
()
id.
C)
id.
218
CAPITOLO XV.
(Don
veder cos
suoi propri
fatti
Enea
Poteano per
Don
Chisciotte
- perch le azioni
dalle
quali
la storia
in discredito
protagonista.
per
s
pietoso
come
il
dipinse Virgilio, n
viene descritto da
Omero
Senonch, proscaturisce
la
Don
Chisciotte,
rivelazione che
li
lo stra-
Dice benis-
ma
farlo storicamente.
cantare le cose
sere,
non
gi quali furono
mentre
lo storico invece
ma
un
ci
dicono che gode Sancio. E di me sono uno dei principali personaggi... Dio non mi dia bene - rispose
il
baccelliere
se voi
non
siete
il
storia:
vostri ragionamenti an
(')
che
piti di quelli di
Don
Chisciotte
'
Ora che
cos'
il
Don
questionario aristotelico.
di
educazione
perch
il
italiana, la
molto
e pi
diversa,
tardi
rinascimento
manifest in Ispagna
meno
che altrove
sono
gi
noti e chiari
quello letterario
statato
il
e punto
oscuro.
Vi
pregiudizio che
regole
di
aristoteliche
deb-
bano condur
bene
e,
di
male,
quindi, ine-
(>)
p.
24-5.
n.
CERVANTES
219
una
esil
sere
fa
la
non deve
;
chi
propone di parer
tale
far dire
lucidi
inter-
il
trionfo di
Sancio,
vera,
pi che
esatta,
trionfo
del
particolare
dell'
sull'universale,
quella gi
11
profonda interpretazione
uno
dell' altro
affiorata
poeta deve
ma
questo eterno
lui,
(o
universale)
non
lo
nella cosa
ma
in lui.
:
E, quand' in
bastonate di Sancio,
di lasciar nella
egli lo
vede e
sente
dappertutto
nelle
come
le
in quelle di di
Don
penna
prime o
ridur le
seconde
vittoriosi
tornei. Cos
il
poesia,
non ha
mutar
occhi e
di
ma pu
in
prosa
senza
Troppo d'aspetto,
solo che
poetalo veda e
lo senta
con
cuore
di
poeta.
Cos
il
Don
Chisciotte
un poema
cose
Ed
questa la
grandezza
momento
della storia;
a cui
il
poesia
incaso-
nuovo, complesso e
realt
il
mondo
e'
dalla
storia,
Cervantes
(e
non
kespeare) la riconduceva senza rinuncie nel cuore della realt a cavallo del somarello di Sancio e la faceva danzare di giovinezza e di
libert proprio in quella cerchia
che
le
pareva preclusa:
pi
l'umanit
di tutti
comuni.
ma
s'
la storia di
una
fantasia verisi-
ferma
ai tanti trapassi
il
in cui la storia
pensiero critico-
letteraria, e
fin
detto
non dovevano
proprio la satira
il
cui
trova
posto,
del
resto,
anche
romanzesco)
220
CAPITOLO XV.
come accaparratore
il
dell'
illustre
distruttore
della
li
;
tal
vero
oggetto
sciotte
Rinaldo,
Tancredi,
Goffredo,
quali
l'
Nores e
aristotelici
del
tempo
altro
Rinaldo,
debolezze,
umane
universale
che
la
Don
Chisciotte
e tutto
l'
il
un
avevano chiusa
let-
Dico che
coscienza
di
critico.
Don
Chisciotte, sdegnato
s'
di
ve-
ingegna di
Oh
adesso
Don
Chisciotte,
s
che
non
cuno
sia stato
un savio
l'autore della
mia
storia,
ma
e
si
bene quals'
verun
pretesto,
accin-
uscire,
pu rassomidi quello
pittore di
(').
che
dipingesse, rispose
Egli sentiva
dunque
ed
critici
suoi
non riuscivano
Nessuna
con
altrettanta
chiarezza.
scritti teorici,
egli si
mostrasse
Il
dall' aristotelesimo
italico.
fenomeno
pi
che raro:
questo
Al quale
egli ci
fa
ripensare
d'una
di
volta,
specialmente
:
quando
s'
quel
l'
nome appunto
u-
paesi
latini,
quello
che
port
in
e di
eterno
v'era
al
bisogno di autocoscienza
mancato
rina-
()
P- 26.
IL
CERVAXTES
221
tra
si
le
grinfie
dello
miasmi
l'
della corte
Estense,
fosse
imbattuto
accompagnato, per
meno
miserevole
Perch
di contro al
il
mutilato di Lepanto
si
Roma.
Informandosi a una profonda consapevolezza religiosa, egli rappresenta r eterno problema dell' uomo, con una interezza e ima libert
assoluta, quale la
Germania non avr, nel suo immanentismo, Don Chisciotte la vita come antitesi
all'
fino
inso-
conchiude
umilt
il
trionfo di Sancio.
su-
del
Don
Chi-
una
Un
trionfo di
Don
Chisciotte
con
aitto,
bando
di Sancio.
Xe
volete
una riprova
ieri
germaniche,
im' esaltazione
l'opinione
dell'
ge-
idealismo
un
Don
Chisciotte, a
l'aria
calar quasi
fastidioso
tore.
un
aveva
d'un
ingombro posto
non
l'ha ripetuto
un
po' pi di
la
quanto occorra per restare nei limiti del buon senso, scagli
pietra.
prima
Ma non
ricordate
il
come furon
battute le
del signor
Unamuno
sapienza sottoponendo
idealismo ger-
manico, e quando,
che
il
all'
ultimo,
trov di fronte
all'
indiscutibile realt
suo autore
fa rinsavire
Don
Chisciotte, diede
il
prova di
Chisciotte
fiuis-
savio era
Don
il
libro, a quel
contrasto
fra
due
si
personaggi davanti
al
baccelliere,
alla
conchiusione
dell'opera,
-ente che, l'eroe del poeta Sancio, segno del nostro incerto destino
dobbiamo portar
sulle spalle,
il
CAPITOLO XVI.
Le
Sommario.
in teorie ed
:
esagerazioni oltrepassate.
cattolica
2.
I tre veri
-
reazione
di
spagnolismo
buono
primo
-
Affinit e confusione
dei
due ultimi
che
In
che rapporti
con
partito
questa
-
ne trasse
Il
un
L' aspirazione
medioevo
di
Michelangelo
Accenni in
del
scrittori a contrad'
3. Fallimento
i
ogni
impulso migliore
aspetti di essa -
Effetto.: ipocrisia
Multiformi
La consapevole menzogna
vata
In
nome
Nores
vata
nel secentismo
Di-
sprezzo
anima umana
-
L' arte
superba tappezzeria
la
dell'
eco
4. Somiglianza
Poetica
del
Beni
Il
concetto poetabile -
La poesia
come non
deve essere
n chiara n
precisa
-
Volatizzazione
:
ossia
perfeziona-
mento
di
Esempio
il
Marino.
5.
o
il
Identico stato
l'
cose
neir oratoria
sacra
Il
concetto
predicabile
1'
canoccliialo
deve bandire
esperienza e
osservazione
umano
con
Puro
com
alla poesia.
6^ Ultimo
si
perfezionamento
eccita e
si
la
poetica del
Donato
-
Proprio in ossa
purga
-
ad un tempo
I vescovi e
i
il
An-
LE ORIGINI DELSECENTISMO
che in questo
classicismo
223
il
si
Stopinus
<
Hic enim
scit
Il
Vale ora
il
la
pena
come
si
i
formasse
Gesuiti e
si sia
quanta
Spagnuoli
A me
corso
gi
risposto abbastanza
nel
che
la ri-
sposta presenti
accolte
inferiore a quella di
molte altre
come
definitive,
conoscenza dei
per quanto pu essere chiara e definitiva la umani su questa oscurissima terra. Per procetornare a informare
il
let-
neppur domandargli se
egli
ne
si
sentirebbe di ripeterle
Ma non
fa,
creda
il
lettore
che
il
pi grande
Un
esempio
per
tutti
Ugo Angelo
Canello,
nobilissimo
del
irava cos
troriforma.
nita
sotto
L' Eneide
era
di
i
il
la
direzione
poema Roma,
dell'
umanit politicamente
il
riu-
l'Iliade
poema
dell'indipen-
Gesuiti,
nemici dell'indipendenza
possibile che
naziodi
cultura
i
un uomo
almeno
sonni
seicento,
Gesuiti,
cos
anche
non
del
esisteva?
per
vero
che
queste
parole
suonavano
stranamente simili a certe altre del Mazzini che, parlando dei papi,
non
solo
cinquecento,
ma
dei
loro
predecessori
al
tempo
di
(')
le
romanticismo. Per
Gioberti:
Il Gesuita
II,
Botta: St.
Guicciardini
627.
22
(ed.
(-)
p.
186 e
leti.
seg.).
Hai.
nel
see.
XVI
(Milano 1880)
p.
224
Dante, scriveva
nit nazionale
CAPITOLO XVI.
I papi
(').
fondare
l'
u-
Il
non era
l'esat-
tezza storica
il
Ma
ci
veniva,
come parecchi
altri,
un mondo
estranee,
da
confondere
scienza.
con
facilit
della
ombra
del
Concilio di
sia.
Trento, parve
meno semplice e chiara di quel che in realt non il campo da queste esagerazioni, facile trovarsi
Oggi, spazzato
d'accordo.
facile,
dico,
elementi
ai
gusto degli
letterario
:
storici, si
suol dare
cattolica,
la colpa di questo
grande
fenomeno
reazione
si
formalizz
inteso
con
la solita discrezione,
aveva
cuore dell'uomo -
ma
assai pi l'arte
problema
del
bene e del
- dal problema del dolore umano che l'eteriu male. Che quell'interruzione rinnovasse
r aria
e,
mondo
nuove
e della sintesi
moderna, cosa
s'
di cui
erano
la
avventupassione
mondo
classico
con
vono verso
tusiasmo
di quella in
uno spasimo
di idealizzazione
si
ammira
nelle
si
l'
en-
gli ozi e la
rintracciare,
polve-
cimeli di
si
Roma
ma non
esprime
po-
pietista,
quando
uomo che
(')
p.
2iJ).
225
il
De
un
supremo
e nel
Ma
il
De
Oratore e non
li
il
giudicava
rinasci-
mento
gacia
fu di ricostruire
mondo
non
di
sa-
tanta
di Virgilio,
non
s'
rifar
seriamente
Ma
come, col
i
fiorire del
nire dentro di s
con
l'illan-
guidire di quello,
che
un' et di
dei tempi,
crisi,
come
la
pienezza
aveva
le lotte di religione
si
la fine del
rinasci;
esaurirsi di questo
chi, parlando,
confondesse la cos
serenit
dei
Greci
d'
con
F aspetto
del
una
di
come
le
lettere
Poliziano so-
migliano
il
anche
d'a-
quando
gli
ammazzano
e
il
suo Medici?
nimo
si
dal rinascimento fu
come
il
risveglio
da un sogno
il
Medioevo
era
svel
non morto
mai
stato.
Parallelamente,
del
rinascimento,
strettamente
come
si
stato
d'animo
letterario, ebbe, in
quella che
pi
chiama
letteratura,
un prevedibile
effetto.
che accostava
venne l'idea
debodi
al al
nome
suo commento
voglio spiegare io
si
un poema,
scienza,
di
quante parti
come si compongano
peccava
faccia
ecc.
una
ecc. ).
tragedia, o
Divenuto
il
rinascimento, che
gi
per
troppo
appassionato
amor
della forma,
mise
fuori,
momenti
utnanesimo.
ma non
nell'opera
tanto
dei
che
non
maggiori,
16
La
fine dell'
226
fossero pur essi
il
CAPITOLO XVI.
Petrarca o
il
Poliziano. Si disfece,
insomma, in
di
un
pretesa
rinnovare
che
il
primo
sintomo
ebbe proprio
fra
primi scienziati
del
classicismo, gli
(la
Infiammati di
Padova, e
il
Canace)
non aveva
non
la pretesa di
tutta
r Accademia
soffr
del suo
male e
l'
aggrav
quanto
suoi
mag-
membri.
dalle
risonare fra le sue pareti! Sentite che son le solite contraffazioni clas-
ma
che
e'
intorno
qualcosa
di
liberty.
Par
che
si
di trovarsi in
una
bolgia
di
spaguolisti
Kepubl'e-
blica
in
modo
singolare
il
il
dell'
preparare
il
terreno
tutta
Europa,
fe-
consumava
detta
in
un generale
a
e
nomeno
propriamente
secentismo,
di-
naturalo
e
suo quarto
d'
ora e che
il
contagio, in
un
ter-
si
Lo
spa-
un
modo d'eternare
stadio
di
imbal-
samare
il
rinascimento
;
giunto al suo
quasi
scientifica
auto-comprensione
malizzate sublimi
come
impossibile
della
stanchezza
Il
classica e co-
fatto
sta
che questa
si
versi
dello
un modo.
C erano,
I.E
ORIGINI
DEX SECENTISMO
per
227
una
:
d'
Ogni infezione,
loro
centri
maggiore forza
Accademie
miserevole
senso
della
parola. E, co-
un
venisse
con
le
un qualche
sua
altro
menestrello
di
cetra, invitando a
gara
letterati
una
citt
o d' una
regione.
Ma,
il
nella
congiunzione
ci
di
questi
due fenomeni,
;
non ancora
tutto
secentismo:
manca
r anima
reazione cattolica.
quel-
volgendosi a bene,
avrebbe
lo regol
(il
secentismo
un
aspetto
fenomeno
del
aristotelico.
il
Per questo
io dissi
che quella
minuscola
data
1548 -
buona
tempi che
si
preparano,
si fa
a esplo-
una pi completa
delle
foggiano tra
s'
mano
quali
impadronir
tempi per
fame
una specie
di monitorio. E,
smo non ci sia alcuna affinit ideale evidente, tuttavia questo rest come riplasmato da quella, e piuttosto accentuato che mitigato nelle sue aberrazioni. Abbiamo gi detto come avvenne. Quel primitivo
bisogno di autocoscienza, sopravvenuto
col finire
del
rinascimento,
della
riforma,
nelle scontrosit
una smania
il
dappertutto; di sopprimere
contagi.
Spasimo
di pensiero
e,
lette-
ratura parenetica
quella che pi
si
ad
accordarsi
del
con
pen-
ispirazioni
poco a poco
il
secentismo e lo spagnolismo,
che pur
pare-
cos
partito
che
228
CAPITOLO XVI,
amore
del fandai
e,
inteso
come
trastullo.
Allora la controriforma,
sospinta
ma
chiara
e,
C era
tempo
spirituali
Savonarola, non potevano non manifestarsi e operare una rivoluzione. Ma, come un esplosivo dentro un involucro, quando prendo fuoco, rompe lungo la linea di minor resistenza di quello, cos, nel-
r involucro
minor resistenza fu
due
lo
spa-
gnolismo, e in esso
risolse,
degenerazione reciproca.
Ma
fu
il
lo sfacelo di
il
De
Sanctis - e
in decomposizione,
fuori
di
come non
come
tutto al di
esso e che ne
preparatore
qualche
ribelle
de-
Safal-
una
generazioii'
di
chi-
civili,
nuovo mondo non debole ma corrotto (') di cui parla il Lenpardi. C erano in esso dei germi ignoti al rinascimento e non di
stillati
il
momenti',
Ma
il
romanticismo
li
ritrov.
di
s
Del resto
essi diedero
Dante
conit
come
pensatore,
lui,
come uomo
stato pi fatto a
n a
medioevo
quel
1'
in qua.
Di
suo
possente
uomo,
in quel suo
(>)
Zibaldone Voi.
I,
p.
79.
LE
disgusto del rinascimento
229
come
d"
per
lui.
Ma
manifest gi allont
romanti-
cismo? Perch un
tal
ritorno ideale al
scevro
d'ogni
in-
un tormento
di
debolezza e
impotenza che
ti
d piuttosto
l'
mai dare una risposta a questa domanda, o chi si al penfacili spiegazioni che ci vengono
di
rimetterci in
carreggiata, dopo queste prime disfatte, sulla grande via che conduce
al
una
una
catastrofe di
vecchiaia somiglia a
una
crisi di giovinezza.
noloro
ipotesi,
le
quali,
chi
desse
lo
minor
Poniamo che
il
il
magico com
por-
amor
delle cose,
stretta
adesione verbale
rude e passionale
di-
sprezzo della forma del Savonarola fosse risonato nella gran voce di
non
YL non
l'avesse
soppressa,
e Michelan-
non
anni.
Fermiamoci anzi a
di
non so
ntluire sulla
Dante,
il
gelo
'
irza
i
di s. Marco si trasfondesse nel selvatico cuore di Michelancome una forza grande e pure stanca (quest' impr^sione di grande e pure stanca ci danno le opere del Savonarola e quelle
nel
forma che
230
gli
CAPITOLO XVI.
faceva temere
vacillato
fiorita
il
finito.
Supponiamo che
qualcuno,
la
mano
di Michelangelo
avesse
gli
meno
fosse
d'attorno e che
eh' egli
almeno,
avesse
inteso
d'una teologia
trice,
il
Cervantes
avrebbe
avreb-
finito
Non
che
troviamo
per
Non
si
sarebbe
potuto
arrivare
ri-
anche
al discredito della
potuto
di
onore
aspro e possente
il
modo
d'
esprimersi di
s.
Paolo
Ma, poich
le
critico
di divertirsi a pater
chiarir
per imagini
che
lo
modo
d'ogni rivale. Se
in
Spagna?
Cos, invece,
il
il
miserevole
effetto
di
degenerata in
alla
trovare
sua
spagno-
lismo, con la rinuncia alla trattazione della realt nei suoi aspetti pi
profondi e
vitali.
l'impulso del
La poesia, che avrebbe dovuto diventare - secondo tempo - maestra di vita e di morale, divenne nega-
Tutto questo, pi ancora che dal contrasto delle due estreme ten-
231
poesia
del pieno seicento, in cui tale contrasto appare gi sedato nella cor-
rente del
si
scritti
di
autori secondari,
sul finire del cinque e sul cominciare del seicento. Voi vedete allora
come pi leggere
ci
e confondersi
la
in
uno
azion
d per
s'
addormenti e
ed
si sfaccia
un
narcotico.
Abbiamo
tesca per
visto nelle
ingegnose
utili
considerazioni
del
(ruicciardi, quell'intransigente
un processo
due
stesse
con-
trastanti parole
ingegnose e
in cui
il
secolo
il
sudicio e fa-
stoso si svela.
Queir
Guicciardi, nel
ipocri-
un passaporto
di musicalit e di
fatto
come
ben
il
medioevo aveva
fede.
con
ta-
ma
in
con
altra
Anch'
virti
egli
ripete
che
Enea un
troppo
>
modello di
cui ci
attributo
dobbiagli
si
mo
conformare,
ma
chiaro
che questo
conferisce
ad honorem
che musica
e fantasiosit.
Una
pagina impiega
{').
come una
ballo
per-
si
tira in
san-
ma
ci s'
per
tener
indietro
l'
allegoria
quando
la
imbatte in Giunone
Giove
la
qual
s'
intende per lo
sorella
(*).
cielo,
a cui
Giunone,
pigliandosi
per
r aria,
dell'
quando
il
bisogno?) la fiera
ma
i
va a frugare
e
li
tutti
li
copia, e
scolaro:
(*)
GtnccuRDi
14.
ecc. (1593)
49.
(-)
p.
232
CAPITOLO XVI.
Questa stessa ipocrisia sar essa che tara abolire, tra poco, sul
teatro, la
si
accorderanno
successori
del
De No-
della
tragicommedia, come
si
come
piaceva di notare
che
si
vedono a gara
gli
uomini comporre
tre
(').
due o
compiute azioni,
chi riempiendole
d'alti e filosofici
concetti
si
Come
se le
due
equivalessero.
Dafni e Cloe
che diventano
filosofi
e maestri di vita!
i
pu
d'
un
Ingesucveracin-
Amori
di Ovidio,
cio
integratore
dell'opera
sua,
perch
di
mente questi
da quei
coloristi
erano
l'
Anguillara e Bernardo
Tasso,
classicismo
poeta che
si
pi
per
disperazione,
a^^o
prossimo [frase
la
come che
persona
po-
scia si ritrovi
vita....
Ed
il
in ci - dice -
mi
siach
quando
si risolve
tosto
riso
che
compassione.
somma
della
di quel
si
pregio
coiduce
ch'altramente
renderebbe
eh' ei
ragguardevole,
di
quand'egli
a tanta
vilt
pensi
darsi
morte,
per fuggir
l'animo di
(')
Gio. Pietro
1600)
p. 92.
il
233
vincere con
resistere
alle
>
(').
disgraxie
virtuosamente
di
valore
la
fortuna
se,
il
disprezzo
il
suicida possono
tutto
porre
egli si
un
tal
pegno su
un
aspetto dell*
il
quand'
un
di questa
roba,
era ridotto
il
catarsi, e'
pi
Conquistata
e nell' esausta
il
mente
del Tasso
d'
ultimo, riprendendo in
mano
poema,
s'
accusava
aver
lasciato
rachella.
il
puro secentismo
la teoria nell'Ingegneri
medesimo.
di-
successo
intrinseco,
simile,
dev' essere
>
que-
ma
perfezionato dall'elaborazione
La
stessa
Pastorale
>
cos
:
gran maestro
se
poi
un qualche divario appare fra essa e la tragedia degli antichi non meraviglia che Terenzio, Plauto, Eschilo, e Sofocle non arcerte
cose, e
quali
l'et
presente
varie
pu aver
portano
il
le
consuetudini
costumi
si
mutano
al
colla
muta(*).
dei
principi e delle
signorie >
defunto e tanto
alla
De
Nores,
ma
per
legittimare
fine
avvenuta
decori
gli
>
sfido io
senza contrasto
ai veri
le
i
idee del
De Nores
fine dell'opera.
Quanta sapienza
par
()
modo di rappresentar
p.
le
favole
39-40.
C)
p.
11.
(3)
p. 6.
234
che
ci
CAPITOLO xvr.
gran trovata
genio con
1'
sa
qual
(').
gli
pare che
abbia toccato
ul-
apportatone presso
tutti gli
intendenti asa
tempo
butta-
debito
fuori ),
dignit
lati
di
rimoti e lonta
sopravenuti
e possibil-
mente
di notte
(^),
che
il
tempo
debba coin-
Siamo
al vaudeville e si con-
tra costoro
il
problema della
storia di-
ma
mani virtualmente
fantasia, la storia
distrutto?
Come
non
esi-
stette pili
complesse e tormentose,
ma
E
(o
ne nacque
oggetto
di
meraviglia
pura
Tasso
era
amputazioni,
il
per
e meraviglia e stupore
Madalla
come
d'
leggenda di Adone.
Ma come
sacra storia
finalit,
il
si
una
cos
seicento? In
modo
ci si
pensiero
dell'
uomo ogni
de-
plorevole,
e dolore,
ma come
passatempo.
somi-
effetti,
ma
che avveniva, pi
transizione,
in-
ma
tuttavia
sempre
di
consenti-
remmo
(')
p.
45.
(0
p. 27.
(3)
p.
30.
{*)
p.
13.
235
il
loro epilogo, se
non
ci
attardassimo a consideeffetti
fenomeno un
pi neri
anima umana, e
la letteratura
impossibili
il
moto,
la
reazione
resurrezione.
A
tempo
questo
si
arriva
gi
con
al
comparizione di
i
Omero, Virgilio
e Torquato stimata
da
lui
moltissimi di cui andava fiero (mi duole d' avergli scoperto, fra
altro,
al
plagio;
ma
altri
modo
di
un suo Commento
il
alla
Poe-
tica d'Aristotele
1613.
Abbia
pazienza
lettore:
mandi gi
consideri
Padova,
che, se essa
s'
l'
anche qualcosa
nuovo
non pi Aristotele
stile seicento:
si
consoli
pensando che,
discordi
d' essere
e'
anche
il
Filicaja perch,
quando
mente
si
dai
prati
Arcadia, lo identific con parole che, pi ancora del Marino o delAchillini, vi richiamano alla
il
i
precetti del
Beni. Di
singo-
commento
sapienza.
Le questioni
ma
di
nuovo
'ossia
fuori
finalmente
la
poesia
non deve
essere n
chiara n pre-
Non
deve
trattare
et facultates
modo
ni-
mwiditia prope omni et cidtu. Ita sane illarum sermo horridus passim apparet et squalore obsitus : saepe etiam vulgi atque imperitissimae plebis oratione subdurior et
inquinatior. Poesis centra
admirabilem
refert
nitorem,
nullam
di-
et ornamentum non amplectitur. Denique quantum abundat ver floribus, autumnus pomis, aurora coloribus, coelum luminibus, tantum suavissimis orationis quasi floribus pomisque referta est poesis, et pulcherrimis co-
lumen
236
CAPITOLO XVI.
Ut
milii
quidem
videatur.
cae-
uUae
atque humiles
incedere,
invehi
ac
triumphum agere
et excolitur
At
eo
ornamentis,
enim venustae puellae ornamentum, nullus splendor dedeceat: quin margaretis, auro, gemmis, purpura,
ac sponsae persi milis,
quam nullum
.
decus,
nullum
magna cum dignitate utitur ac laude ('). Una venusta puella la qual si cinga di codesto attiraglio si chiama con tutt' altro nome e quest' altro nome lo pronunci alla fine r Arcadia. Or voi vi meravigliate che, accanto a codesto nuovo
:
la
verit
con
le
finalit
morali e con
tutti
i
pure in latino
secentesco,
ri-
Sicuro che
lore
!
ci
(*)
argomento
E
i
ci
resta,
ma
ampliata e resa
pi
inesora:
tolta al
i
De Nores
la tragedia fatta
grandi
suoi prede-
cessori di
di ridurre la Poetica
ognuno
Patrizio al
IX
li-
il
Maggi
alla Logica,
il
Grammatica,
il
Beni s tutte.
faccia di
la poesia
deve compendiarle in
Perduto
Al poeta morto
delle sue grandi
nella pena di
non essere
i
riuscito ad attuare
nessuna
sincera-
idealit poetiche,
suoi ultimi
apologisti
sua
tardiva
apolo-
(*) Fatili Beni Eugubini in Aristotels Poeficam Commentar i. In quibus ad obscura quaeque decreta plenius adhuc dilticidanda centum Poeticae
controversiae interponuntur
(*)
et
E a ehi di
loro si debba
del-
la
l'
in particolare si fa giudizio
Commento
p.
190-209.
237
grandisdi ri-
gi del Tasso
cos
fra
simo
vero avvegnach
mi
paia
ridotto, tutto
pnv
che
importava e ridu-
qualche
il
analogia
con l'altra di
vi-
far lo
scemo
Per esempio
fermate
tale question^e
questione
quale
pesava
secolo
una
letteratura e
il
dilemma
il
del
Piccolomini e mezzo
fa lo
inquietudine. Vedete
il
come
Beni
scemo.
Ma
della
sicuro! - vi
gente
sve-
non
che
sibi
si
pu dunque imparare?
otiosos
ac
segues
ubi
quam
qui
est ut
:
instituat,
inde
beateque vivamus
infortuniis in
nec suam
bene humanis
evolvendis de-
sudare debet
C).
Si che tutte codeste questioni aristoteliche erano neutralizzate dalla teoria del concetto poetabile enunciata nella prefazione e
pen-
frutti di
carta.
Conoetto
ormai,
si
le pre-
diche di questi,
sul
il
ili
canti del
Il
medesimo canone.
e,
la poetica del
,
Beni
fondano
Beni
con
l'
non
si
morali allegorie?
Ma
alle
queste
non son
altro
che
monili
consi-
gliati dal
Beni
Marino diven-
tata
molto
:
,
simile...
prio cos
in queste,
come
mo-
(')
Discorsi
Commento
238
CAPITOLO XVI.
rale - lontano punto di partenza - occupa il posto medesimo un ingombro superato e ne rimane appena una languida eco (a noi pare
:
sue
conseguenze
e'
estreme
l'idea
del
modo
Adone
d' intendersi.
L' arte
E non
d'una
vi formalizzate al
suU'
condanna
papale.
alla
meno
frequente,
ai giorni nostri,
ma non
scevra,
neppure
allora, della
do, essa dipendeva pi che dall' intrinseco significato dell' opera, dalle
virti
il
poteva
essere
richiamato
(')
Rime
del
la
dell'
arcidefunto
cavalier
messer
Bembo
(1585)
come su
quelle
vivacissimo
scomunica
i
cadeva
compendi
Ma, se
lascivia
Marino
ai
una
lor
brava
che
allegoria
morale.
di
passate al poema,
non
ci
trovate
rappresentazioni
aguzzo volto
dell' autore.
Anche
si-
mile: ma,
e,
il
buona fede
sul
dell'effetto
secentismo era
nascere,
Beni non
gli
piosissime
barbaglio
il
fine, se
non un
l'
a differenza
d'
Il
ogni
altra
dottrina,
la
poesia,
concetto per
diventar
poetabile
non aveva da
Una
hi
lettore
che se ne interessi
(')
Cfr.
Bembo
239
quale
at-
tingo
(').
Chi metta in relazione questo con gli altri aspetti del sei-
cento, trover
modo
di
('per
quanto
d'
possibile
contentare
indiscrete pretese)
allo
alla
domanda
un
il
Dejob, davanti
fois
sconsolante
spettacolo
nigarola, le
d' tra le
lieu
d'
un un homme qui n' ont manqu ni le talent de manier l'ironie, ni mme, en maint endroit, l'energie du style, mais qui ne sait dcouvrir les* replis cachs du coenr, ni porter au comble l'motion des auditeurs par une ordonnance habile et forte
n' est-il
prcurseur
un Bossuet,
que
le
prcurseur
Segneri,
e'
est--dire d'
(*).
il
amplificazione
si
domanda
che
l'
del
Dejob
sebbene
ci sia
sempre
di
mezzo
quell' altro
non
si
Ma
vedremo quanto fu
Bossuet
!
diverso
mezzo
nacque
ce
il Tesauro che io cito dal Cro- naturalmente arguti e nelle scolastiche dottrine perspicacissimi, trovarono, non gran tempo, questa novella maniera d' inse(*)
questi
argo-
volgarmente
<
concetti predicabili
nuove metaforiche
riflessioni,
sopra la
Scrittura
Greca e
difficili alla
ed inalxaido
le
sfera
i
dei
della
i
manna
piccoli e
grandi,
no-
(')
(*)
Croce
Dejob:
Saggi di letteratura italiana nel 600 (Laterza). Iksai d' introduetion V kistoire du sicle de
Louis
XIV
Modo
() F. PA^^GAROLA: Questioni intorno aita favella del predicatore italiano. di comporre una predica (Milano 1584).
canocchiale aristotelico, a sia idea dell' arguta et ingeniosa elocu(^) xione che serve a tutta l'arte oratoria lapidaria et simbolica, esaminata co' principi del divino Aristotele del eonte et cancelliere Oran Croce D. Emanuele Tesauro patrizio Torinese (Torino MDCLXX) Croce op. cit. p. 172-4.
240
bili
CAPITOLO XYI.
e plebei.
Le novelle merci, per cagion dell'Ispano commercio di col primamente sbarcarono a Napoli onde che non ancora li conoscea, fur chiamati concetti napoli:
che
copiosamente
ne fornirono
prediche.
s'
Or
udite
come
la
intonava
e,
mirabil-
insomma,
che voleva
Per
concetto predicabile
V esperienza e l'osservazione delle cose umane e, per cambio di tutto ci, escogitare semplicemente un paragone. Dovendosi trattare, per esempio, del tema Iddio fece nascere il Salvatore quando l' umana malizia era pervenuta all' estremo,
della storia,
dirla in breve, in
:
il
predicatore
si
metteva a
di
mezzanotte
del
invernale,
il
all'ul-
tima lunghezza,
a noi, ed allungando
Ora
l'
ombra
not-
turna e
il
Peccato,
il
Sole
Ed
nel
ecco
dopi.
diffi-'
manda
colta
Perch Dio
fece nascere
il
suo
caro
nel
Unigenito
chiarire
la
lamentavano
(').
il
col
Signore
all'
Inverno ecc.
ecc.
Or considerate
del
se questo
non
press' a poco,
procedimento
sacra, e
Marino
e la teoria del
il
Beni
applicati
all'oratoria
ve-
argutezza
divino parto
dell'
dell'
morte
pagine,
piacevolissimo
mento
animo
umano...
(')
se
()
Cuoce: op.
cit.
p.
1G4-5.
()
p..
241
cos concepita
come
tra-
stullo della fantasia, cadesse negli stessi difetti della restante arte e,
bea ?
E non
si
tappezzeria
>
due forme
letterarie
mi
si
pre-
fare
suoi
trovava sulle
predicare] -
labbra
il
dalla Scrittura.
Troppo di
modo
di
esclamava
silio,
egli
ed
femmina
curiosa
di
che
cauta, e
si
era provveduta
tappezzerie,
non
Palestina,
ma
>
dall' Egitto,
(').
Lectulum
meum
il
quadro
finito.
Nei luo-
come
i
ecclesiastici,
entrare
nelle
una lacuna
non
si
ricordasse
come per
il
suo
personaggi non
ma neppure
e,
catarsi
del
costoro,
altro
che
mediocri!
eran
al supplizio
cantando!
La novella questione fu risoluta appunto da un aristotelico gesuita, in un suo compendio delle idee letterarie del tempo. Il Donato non sostiene che Aristotele tracciasse quella teoria
n particolare riferimento
alla tragedia
dei
martiri
cristiani
ma
(')
Segxeri
prefaz, p. XV'III.
,
ToFFAM.N.
umanesimo.
17
242
scopre che essa
gico.
s'
CAPITOLO XVI.
singolare
ciclo
tra-
E
la
che
eccita
terrore e misericordia, e al
tempo
stesso
non
l'eccita, e s presenta
d'
con
andarla a cercare
Un
occasione,
come
il
martire
fa
ed
eccita,
per
certa
misericordia.
Ma,
in pari tempo,
non
:
perch si tormenta uno che non ha punto paura non eccita misericordia perch si pensa che, con quel tormento, egli si guadagna la beatitudine eterna e questa volta s avviene ut
,
finis tragoediae,
qui est
(').
certis-
Al quale
cos
aveva pensato di
un altro punto. Si tratta d' argomenti medievali, di solito: dunque il protagonista non pii un Ee come voleva Aristotele. Come non pi Re ? Certe tot ferme Reges Graecia numerabat quot urbes cum Oedipus, Alcmeon ecc. Nunc vero duces, Marchiones, Comites, Regulos, appellamus non
perfezionare Aristotele anche
in
:
vallo superant.
Eadem
dignitas ornat
('^).
tragica nobilitate
non impares
Di qui vien ricondotta pure ad Aristotele quella smaccata consuetudine adulatoria classicista del seicento che, nei due secoli precedenti,, si riscattava in uno spontaneo gusto dei travestimenti classici non scevro, nei
momenti buoni, da
disfarsi
certo
umorismo.
gusto
Qui
essa solo
pe-
del
classico
nello
spagnolismo.
Onde
sta ai
il
(1571-1637) che, anche per il merito, poemi secenteschi come il suo grande predecessore Folengo
Magister
Stopinus
heroum aut
niillo
stile
(juae
(').
(*)
Donati
Senensis e Soeietate
Jesu
(Milaii"
1668) p. 144.
C)
(^)
137.
:
Magistri Stopixi
(ed.
Gapriccia Macaronioa.
p.
De Laudibus
ignorantiae.
Ma-
enronica tertia
Carabba)
42.
243
non
essa
:
gustando
l'unico
frutto
di
melodramma.
E
dal
l'
finire
indicato
principio
chia-
Beni
e,
cosa
molto
>
semplice:
venusta puella
descritta
da
quello.
dai
il
miasmi
del
seicento
nei
giardini
petto cos:
Oh tempi
crine
Oh foss' io stata ( forza pur che Men bella e pi pudica Fiamma piova dal ciel eh' arda e
!
il
dica)
divori
Gli
empi volumi:
al
il
cenere profano
(').
Spargasi
vento ....
Ma,
purtroppo, questa
bella
di Svezia: e si
vede che
la penitente
non ha avuto
la
mano
felice
Xo
lilei
la catarsi
la breccia di
luce aperta di quelli anni nel buio dell'aristotelismo da Galileo Gas'irraggi punto sulla poesia.
La
letterario italiano
avvenne in Francia,
restitu
alla
coscienza di
noi stessi, ci rese possibile di riprender via, dopo tanta rovina, verso
le vette del
romanticismo.
(')
Felicaia
La
poesia
p. 212.
IN
FRANCIA
LA RIFORMA CARTESIANA
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
CAPITOLO XVII.
Cartesio e
il
classicismo aristotelico.
Sommario.
1.
11
problema della
critica letteraria
della
poesia
si
consegnato
il
2.
divide
rina-
scimento francese
il
primo prettamente
-
secondo cartesiano
del
Qualche atteggiamento Breve storia del primo Diversi effetti dell" ambiente e del temperamento
loquenza.
singolare
Budeus
celtico sopratutto
-
sull' eeffetti
3. La riforma
psicologica di Cartesio
-
Suoi diversi
dell'
Fine
anima sen-
del
male
Anima =
il
fenomeno
delle rappresentazioni
La passione
sempre un male.
le
4. Paragone
lastica illustrata
da Dante
L'
-
Come
Il
invece
di
si
Vaghi accenni
<f pou.
negativi
al
problema
letterario
Xo-j
xai
ft.
trattato
come
-
Corneille e di Racine.
Opposizione fra
presupposti cartesiani e
modi
moderni
cio
Dubbi
di Corneille.
Suo lavoro
di riduzione
-
di
Aristotele
a Cartesio
visibile
y.ai
La
egli
-
catarsi
invece
il
che
sXsoy
-
Com'
spieghi
i
suo procedimento
risolti
In-
vanta
Tutti
con
raison
nel
Nicomede
La storia purgata della catastrofe e ridotta a raison La passione che non deve arrivare alle lacrime - L'ani-
248
CAPITOLO xvn.
mirazione della virt sostituita cos alla piet ed
all'
orrore
-
Il
dramma
dogune per evitare 1' orrore - Cinna e la narcosi delle passioni Scuse e compromessi adoperati per 1' Borace - Simile condizione di
Eacine
Boileau
-
La conseguente
fatte dai
teorica
del
giusto
dimento
Eguale stato
di
animo antigermanico
si
di
-
Argomenti
Bossuet: non
risolto nulla
umane
un grande
valore ideale.
si
Ce que les anciens nous ont enseign est peu de chose, et, pour la plupart, si peu croyable, que je ne puis avoir aucune esprance d' approcher la vrit qu' en m' loignant des chemins
qu'
ils
.
:
Cartesio
Des passms
engnral,
Cos s'esauriva
il
ai
consuoi
di
con
si
esauriva,
conchiudeva,
stanco
come avesse inceppato in un ostacolo troppo arduo, lasciando la nuova letteratura nascente nell'alternativa di superar quello o di non essere. In questo modesto senso possiamo dire che tutto che
nella poesia grande e augusto ancora italiano del
rinascimento.
Insomma non
ropee, se
si
si
non
da
queir
il
fenomeno
italiano
non
e
consideri
quefiitto,
Se un
mi permetto
all'origine
al
valore
dei
romanticismi europei,
qua.
A
tal
questa
il
poter
discernere in
modo
essi.
comuni
ed elaborati da ognuno di
occulto
e
vittorioso
:
il
genio
misterioso genio,
nostro
vecchio
pensiero
ira-
249
Che cosa sarebbe divenuto il classicismo in Francia senza Cartesio ? Ecco una domanda alla quale sarebbe molto difficile rispondere, e che si fa
volentieri,
dell'
tuttavia,
perch
un' idea
Il
l'
importanza
che
il
uomo
fatto sta
:
rinascimento francese
distinti
il
primo
primo non
i
ci
non
vi
vecchi
sono
illustrati
A
le
parte
Francesi
non
Se
ivi poi,
l'
intrecciarsi delle
meno acuto ed
opere italiche,
scritte
dovevano avere
di necessit pi
diffusione
il
quelle
il
in
Vida e
Minturnoi
ohe
non sempre sono le pi sottili e d'effetto pi penoso. Manc, per esempio, alla Francia quella nostra opprimente
gamachia
sulla catarsi,
lo-
ma
se ne risent
il
integralmente
l'effetto
che
Arte
della
De Laudun con
cui
il
secolo
chiude, non
e'
traccia
e la poesia, talora
non
il
tutta spregevole,
come quella
Pljade,
non ha mai
sua Art
:
la letteratura
francese
paro
di
quella
Du
commento
del
accennava ad Aristotele
fuori
come
la
prima
1561,
il
nostro
che fu
il
d' Italia.
Era r ammirazione
Enrico
dell' italianismo
moveva
UI
a consigliare al
Yauquelin quella
sua
Arte
Poetica
250
CAPITOLO XVII.
e,
de
il
famoso principio
codificava
si
il
nit di luogo
dell'
in quegli anni
stessi,
il
Ronsard
:
altro
preparava cos
secondo
classi-
travagli tanto
Ma
io
non vogii
non so proprio
se a impa;
rare
Mureto (Muret)
a
educazione
ci
prettamente
d'
teorici,
me
pare che
una
il
sensibilit pi acuta, se
non
problema
della
letteratura
considerato con
animo
meno
ad
letterario.
Xon
uno
vedo,
per esempio,
del
scritterello
(*),
Bude
di
De
transitu Hellenismi
Christianismum
sia
in
cui
mi pare
dire
che
considerata
con
profondit
pareva
che
efiicaciter
ad Christianismum
Malebranche.
tire.
dopo
per
bocca
di
Ma
maggior intensit
si
di sen-
Re
a
Cristianissimo e
trovava in grado
(*)
di poter valutar
meglio di
altri
quella
germauam
il
stultitiam
che
paganesimo
culto
dell'antichit.
un pi
solido
i
fondamento
intellettuale
un merito che
lo fa
Ma
la cosa,
ri-
1"
e-
(')
Cfr.
mile Picot
XVI
siede
(1906)'
Dedicato
C^)
all'
Universit di Padova.
Budei Parisiensis consiliarii Regis supplicumquc libellorum in et potentissimtim prificipcm Franciseum Christianissimuvi regem Franciae (ediz. 1550 Parigi). La prima edizione del
0.
1534 (Parigi).
(')
p.
It.
p.
34.
251
Hpital
avesse
loquenza, che
fatto
i
Michel
de
1'
suoi studi a
Padova
nascente?
Quando, tornando in
patria, si trovava
moderna, era
moveUgodi
vano
notto
:
(*).
e molti
ne furono sterminati
la notte di
S.
Bartolomeo, Cos
nella
secentismo
prosa
di
Francesco di Sales
ma un
secentismo che vi
permette
pre-
entire Bossuet.
>i
certo,
la letteratura
ma
nessuno di costoro
usciva
dall'
impostazione
italiana,
e,
incontra
nei
drammi
ma
assai pi
all'italianismo
del Comeille.
il
francesi,
affatto
primo
ribel-
una
e'
una
rispettosa
soluzione del
interessa.
nostri
s'
erano arrestati.
questa
importanza di Cartesio
francese,
di
non
solo
ma
si
in
tutto
il
pensiero
sicch,
per dirla
una parola,
il
suo
filosofo,
posto dagli
rischiaratore
torici di
proposito. Limitiamoci
alla
dopo
logica
compendiata nel
>
Veramente, sebbene
una
(')
Per
il
si
cfr. le
pagine a
Baudrillart
I.
252
CAPITOLO XVII.
capace
che
nell' ispirazion
dei poeti.
suggerimenti del
filosofo, Corneille e
il
-
Racine non
eroi,
di
non sono rimasti sempre stessi? e i personaggi di Corneille non sono uomini come quelli Omero ? Senza dubbio ma i poeti hanno anch' essi la loro atmoossia
il
cuore
umano
all'
una specie
di
garanzia ideale
il
svel, nella
-
poesia, che,
gli Italiani,
suo centro
la frase
di Weininger
s'
un mera-
Quando
avremo
il
i
sistema psipresupposti
cologico di
Cartesio,
illustrato in pari
tempo
quello
intellettuali di Corneille e di
Racine
poeti.
Ma
;
procede alla
-
in
filo-
da quasi un secolo
li
di critica ininterrotta
questi, accettandone
le conclusioni,
fascino
comune
primo a chiarire
rapporti
fra
filoso-
arbitrio, e
dominare
perfin dai poeti. I quali possono finalmente tornar a trattare (o imitare) le azioni
umane, buone o
cattive,
dalo
Dante e
co-
mincia
Oh
non
si
parli pi di un'
:
anima
inferiore sensitiva e di in
una
qua,
superiore ragionevole
naturali dalle volont
gli attributi
non
!
si
distinguano pi
essa gli
appetiti
fin
Come
anima
Si favoleggi di lei
come
i
come
se fossero suoi
Anima
e corpo
sono
distinti
:
fi-a
come autonomi
come
n'
me,
et cette
me
n'
la
meme
253
des volonil
non
in noi che
un corpo
il
quale
due mondi a
s.
Vedete
cotidiano esem-
non pu
famoso entimema
macchina.
Come
senza
corpo
(e
si
ragione
va
attri-
d'
mondi
fira
loro ? L*
nel
mezzo
del condotto
corso
di
essi,
e,
reciprocamente,
spiriti
di
questi
pos-
muoversi
di
tale
glandola.
L'anima,
il
come
corpo
estemi
del
movimento
intuizione cartesiana di
nel
diventar
teoria)
passioni, essa,
di tutto e
gioia,
avvertita
:
moti passionali
aver
essa
in
se
Ma
che
vedere
consenin
con
Essa sta
spiriti
spettatrice
ziente finch
flitto
animali
non
Dio,
gli
con-
con
la
Ma
essa,
venendo
da
libert
quando
spiriti
ani-
dell'
animo
si
trova
essa, in
una
parola,
la ragione
e la ragione
il
254
CAPITOLO XVII.
Ma come
reagiscono
,
esse ?
1
come va che
fani e
i
d'
un fenomeno
pro-
secoli antecedenti
l'
anima, di fronte
i
alle
passioni rapide
del cuore,
di esse
muscoli
interessati dell'organismo,
l'anima
si
il
sono
r ardire
e respingere la paura,
la volont
gli
bi-
esempi che
sicu-
persuadano
il
pericolo
sempre pi
derivar
aver
vinto
gioia
e
:
e'
al-
la
fa
parere
una un momento
loro corso,
cambiare
il
corso degli
spiriti,
cessiva
non r abbia,
del
cuore,
del
si
sente spinta
quasi
e a
medesima
cosa.
si
tolse occasione a
immaginare
combattono.
Ma
le
cose da
altro
Pu
pu
con
le
suo
male,
seguendo
Le
anime pi deboli
si
determi-
2oO
certi giudizi,
ma
d'
si
lasciano
la
rappresentazione
un
giudizio
ma
le
une
stato
ogni volta
in
cui
possa
essere.
Cos
quando
la
paura rappresenta
la
morte come un
male estremo
peggiore
che
non pu
morte
rappresenta
;
della
obbedendo or
una or
oppone continuamente a s
stessa,
schiava e infelice.
i
Ben
le
(il
distinti
adunque
(il
cos
domini dell'anima,
la
passioni
male) ap-
ragione
male
con anima e corpo egli veramente l'uomo della terra. Ma, escluso
nuell'impacciante e pericoloso trait-d' union fra la carne e lo spirito,
eh' era, nella filosofia aristotelica,
l'
anima
sensitiva,
il
mistero
del
si
chiamava
l'anima.
al
Le
ma
stessa
passione,
vole.
il
non mai
diventare
irragionedi sentire
lette-
Quindi, chi
si
bene compenetrato
di questo
modo
nella
rappresentazion
raria delle
umane
il
un
effetto
buono, scoprire
parla e
della
,
la
s'
impone
la
morale
passione
sempre un male
si
la
verit
sta
nella
stacchi
un
momento
dal
impossibile esagerare
l'
impronta
latina.
Ma,
per cominciare a
capirla,
bisogna
riassumere
quell'altro
pensiero
256
scolastico che questo
CAPITOLO XVII.
bisogna paragonar
al
corpo col
legame
dell'anima
sensitiva
modo
a ter-
non molto
dissimile da Epicuro.
il
Ma
questo,
dopo
condotto
umano
- macchina pro-
r intervento
dell'
poteva
bastare
anima senfatta
congiungerla
come
:
Quello
scendesse in
lei.
L'aveva
Ma come
Non
Che pi
d'
vedi tu ancor
disgiunto
anima
il
possibile intelletto
Perch da
Apri
lui
alla verit
petto
(')
razio-
nale?
sola:
eh' l'identificazione
il
dell'una
dell' altra,
ma
il
divino e
il
mortale.
Ed
ecco la storia
dell'
uomo
Sangue
perfetto che
mensa
leve,
membra umane
di trasformarsi
in
una
nuova creatura
una
perfetta
anima
sensitiva. Cos
()
Purg. C.
V.
XXV,
V. 61 e
seg.
(2)
37 e seg.
CARTESIO E
IL
CLASSICISMO AKiMuitlLICO
2o<
anima
qual
d'
una pianta
in tanto differente
(').
che guest'
Se
animale.
si
l'
uomo
la glandola pineale
comunque
avrebbe
sensi
erranti
uscita
dalla
mano
si
Questo
il
divino mistero
sul quale
piegarono dubitosi
Apri
alla verit
che viene
petto,
come
al feto
Motor primo a
un'alma
sola
E perch
guarda
giunto
il
meno ammiri
la parola
all'
umor
seco ne porta e
V umano
il
divino.
(-J
si
fonda
ombre
e,
giustifi-
Commedia
portanza massima,
al
che non
il
corpo,
ma
l'anima tutta
direttamente
compromessa
la
diventa
nostra
le
le illusioni
amori e
(')
V. 52.
Q) V. 67.
ToFVAXiN.
La
fine dell'
umanesimo.
18
258
passioni del
che,
CAPITOLO XVII.
mondo
esterno.
dell'
anima
immedesimata
il
chela trastulla,
sente
sorge spontaneo
tendenze.
Dal
mo-
mento che V anima presa entro in desire eh' moto spiritale (si fermino nella mente queste parole e si mettano a paragone con
quelle di Cartesio) sorge spontanea F obiezione
....
:
1'
Se amore di fuori a noi offerto anima non va con altro piede va non
suo merto.... Q)
e,
se dritto o torto
pure riferendosi
alla
bardo
(a
Liberi soggiacete) ()
poss' io
da indi in
t'
aspetta
di fede.
l'
appetito
delle
affetto
prima voglia
(^)
merto
di lode e di
l'
eterno mistero
:
del
Cristianesimo
ma
1'
di
spicco
per
coni-
(')
(^)
Purg. Purg.
e.
e.
XVI,
v. 43.
v.
(-)
Id e.
XVI,
v.
79.
XVIII,
46
e seg.
259
e
di quella
il
contegno
di
quella cornelliana
da Dio anima
perch, per lui, era stata l'anima che aveva avuto passione per
le
un caso
(o
ai
mortali), essa
acquetava
e
il
1'
anima semplicetta
>
nel
disperato
grido di Francesca
Amor
che
al
'a
s'
apprende...
I
amor che
nullo amato
amar perdona
(*)
perdizione
come
il
felino
Guido
fare.
da
Montefeltro
egli,
si
membra che
.
forma
(^)
Ma
la
r anima trade
(*).
Cito
Dante per
citare
il
rappresentante pi
autorevole
del
mondo
la
li-
pre-cartesiano.
bert
un mistero
ma
lo risolve la fede.
non intaccata ed
s.
dubbi
meno vigorosamente
sentita,
nel
che
dell'
pensava anche
Avete
e
il
il
nuovo e
il
vecchio Testamento
(1) (*)
Id. e.
XIX
V. 112.
V.
CO Inf.
e.
v. 100.
e.
Id. e.
XXVII
v.
73.
Id. e.
XXXni
129;
(0 Purg.
XVni
v. 62.
260
CATITOLO XVU.
Ma F anima,
fare
il
di
per
s,
ama Francesca
e sente
il
se l'anima cos
come potr
quella
Dopo
il
Concilio di Trento
gli Italiani
Ma
Cartesio rispose
Cessate di
rappresentare
le
passioni
nel
ra-
sempre
facile di trovare,
l,
presso la glan-
mistero
1'
onde vegna
delle
appetito
prime notizie
non
cos
l'
anima
il
corpo
cose
si
divisero
bene
le parti
delle
terrene
fallaci,
di dar
merto di biasmo e
Ma
dicare sotto
r impulso
di esse
Ricordate
i
il
famoso
dacch
5t'
s'
di Aristotele ? Cartesio
non amava
libri
era dato
forse
i
cer-
non ricordava - o
se
sdegnava
tragici
Ma
ben
ne ricorderanno
suoi
ranno
il
condanna,
ma
non
solo in
tutto
sistema
ma
pure in passi
s'
dove
quelle
si
parla
di horreur
i
di
agrment e
incita a guardarsi da
fumane che
infatti
sensi
:
mandano verso
la luce dell'
leggere in lui
d' tre
horreur
ont
coutume
d' baine,
plus
d'amour ou
et
cause
ce
que
ce qui vient
l'
me par
:
les sens la
que
par sa raison,
que
ont
ordinai-
qui
trompent
(').
plus, et dont
on doit
leggere
plus soigneule
sement
se garder
potevano
anche
che
passioni
que
les
maux
(*)
(l':>ris
261
les
ne
sont,
en sorte
qii'elles
d'
uns
et fuir
les autres
ble,
avec plus
ardeur
de soin qu'
il
pour viter de
maux,
se precipitent
l'
en
de plus grands
e' est
esp-
rience et de la raison pour distinguer le bien d' avec le mal et connatre leur juste valeur, afin de ne prendre pas l'un pour
et
l'autre,
utili,
(').
Innocue
anche
come
la piet,
male
altrui,
che,
in
certo
corso
il
>
di Cartesio,
dove questo spiega per esempi il suo sistema, ha pur presente lo schema della tragedia classica francese fondata sulla chiarifcaxione
del contrasto fra le passioni del corpo e le volont dell' anima, sul-
r implicita
ne usc
filosofia
la tragica,
si
ripensa a
occhiaie
vuotate.
La nuova
poesia
si
conforma in tutto
alla classica
l'I'Xso?
tranne su questo
da
pagano diventa
sempre su questo
punto negli
examens
nuova poetica della raison che Boileau ricav fedelmente dai suoi tragici, come Aristotele da quelli
del
uno a uno,
vi trovate intera la
tempo suo.
Ma
il
sovvertitore
stotelici;
dell' aristotelismo,
sono
ari-
libri
e costituisce la
nuova
teo-
(')
id.
p.
253-4.
CO
id.
:
280.
L' estktique de Descartes tudi^ e dans les (0 Cfr. anche I. E. Kraxtz rapports de la doctrne eartsienne avec la littrature elassique frammise au
XVII
p.
Cfr.
anche
Boitbget
tudes
et
Portraits
(1898)
355.
262
ria
CAPITOLO XTII.
con
le
quelli
il
sono
pi
che
mai
tradizionalisti^
Mintnrno
e lo Sca-
ligero e se
ne sentono
col quale
ma
non
non
in
un punto
e render possibile
un
lento
progresso
verso
il
il
romanticismo.
Con
trover
si
quali,
mentre
un'ingom-
sua origine
leggiamo
gli
examens
e raciniane.
Ab
s'
il
Cid, la quale,
com'era
la
pi
Cid
molto
la
opportuno
polemica,
altro particolare
storico
che, con
al
sua
passaggio
dall' italianismo
pi
fe-
la-
il
Balzac e
lo
Chapelain - scrollarono
E tutti e due, ma specialmente il primo, eh' ora un solitario, come ogni solitario che si rispetti, doveva pur avere ogni tanto una qualche contemporanea menzogna convenzionale da metter in chiaro, osservarono che, il Cid, aristotelico non era. E Corneille a difendere s e Aristotele e l'inviolabilit di questo come legislatoi tv
capo.
e,
il
olio
faceva in
filosofia.
que-
che
il
le regole di Aristotele,
il
buone per
i
Greci e per
V
suo secoKi,
-
corrente, e per
Francesi
il
mio
silenzio
lia
confermato
scrive
mortificato Corneille -
per Aristo-
Potica
eoa
263
sono
al di-
acume che
i
tempi
e di tutti
popoli
e,
fermarsi
essere
verse
ai
seconda
dell'
che
son
diverse
le
ha mirato
egli
movimenti
anima
la cui natura
ha mospet-
che
s'
;
si
scere
il
ha lasciato
capaci di produrre
ca-
mondo
i
sieno
dei
teatri
e,
quanto
al
resto, che
luoghi e
non
ha
da
neppure
Orazio
il
prescritto
numero
di
lui.
regolato soltanto
molto
dopo
Certo
io
sarei
il
primo a condannare
contro le grandi e
filosofo
;
tunato
le
poema non
riuscito cos
vedono
quel
quest'epiteto)
:
che
si
eccellenti
le
quali
trovano
pi
dotti
insieme
in
im' opera
sola
che
un
dei
trattato sostiene
tutta
l'antichit
non
Edipo.
affatto
sia
un uomo pi virtuoso che iniquo il quale, per qualche suo lato di debolezza umana, che non sia delitto, cade in una sventura non meritata l' altro che la persecuzione ed il pericolo non vengano punto da un nemico, ma da persona indifferente: da persona che deve amare quello che soffre ed esseme riamato. Ed ecco, per parina
;
farsi cieco
>
(').
Ma
dete come.
La pagina
examei
preposto
alla
il
AgedR
neW
torna sull'argomento e
si
osserva
che
(';
CoRSEiLLE
I.
p.
295-6.
264
CAPITOLO XVII.
Cid
un
due
opere
citate
Aristotele
tragedie
perfette,
trovano
il
cos
le
di
raro
unite
piii
presso
forte-
gli antichi e
presso
moderni,
Cid
associa
anche
mente
e notevolm,ente degli
(').
Voi
presupposto
quale doveva
cominabbat-
esempio classico
un contrasto
anima
e le pas-
stotelico di presentar
personaggi n
fra loro,
iniqui n ottimi, e
non
disgiunti
ma
anzi buoni
parenti e consan-
detto. Il qui
pr quo
infatti
fino
a un
certo punto.
Per
pari che Edipo era tanto perfetto, quanto alle regole, perch
l'eroe
delitti,
altro,
l'
onore di conoscerli,
il
se mai,
aveva
la
i
fatto
Proprio
pi
suoi
che
fanno
ci
che
!
vogliono
massimo grado
possibile.
Son
d'
Di questo
laddove
il
sopravvento
esclamando
claudite
iam rivos
serbare
clie
non
c'era.
Ma
c' molto
della
di
e'
che,
per
la
limpida
questa
voce
ragione^
terrore - ossia
scena
ad
esso
specialmente
dedicata
de-
non solo
nell' epilogo
ma
C) Id.
p.
384.
265
a
ben
disposto
udire
noi
suono di quella.
dir
le regole della
nuova
poetica, ecco la
prima
non
il
ci
deve
.
essere
terrore.
Cosa non
facile in
Cid
Fra tante
un
pera tragica
e
ci
suoi diritti
i
suoi
diritti,
vecchio
E come
alle
qua
l'
nel dare
anche
vedete
funerali del
fossero fatti
conte
si
prima della
ne
che
il
perch
l'
calore del-
Io credetti per
avevo
vi
parlai
son sicuro che quest'artifizio m' cos bene riuscito che solo poche
persone hanno
filtto
caso
all'
uno e
all' altro,
e che,
tetico nel
di fermarsi a queste
due
considerazioni
ragione
dello
spettatore
allora ? Scono-
fondo
religioso
della
tragedia
greca,
un
altro
punto in
cui
nel Cid
perfezionato
ci dice egli
- invece di
un conai
come
antagonista...
potei
d'onore,
attribuire
a dare ai suoi.
il
dovere forza
pei*se-
ha
(')
Id.
p. 392.
266
passioni pi vive
rito
CAPITOLO XVII.
e la sua sposa,
r aita virt in
pi accese di tutte quelle una madre e il figlio, un un naturale sensibile alle sue
e
possibili fra
fratello e la
un masorella
;
doma senza
loro
forza
una debolezza
e perfino d'
un
il
delitto, nella
quale
nostri
antichi
e
re
dei
accordassero
al
del
loro
dominio
capito
egli
della
loi'O
monarquelli.
chia
(').
Dove
non ne ha
Il
niente
come
l'
Tanto meglio
correggendo Aristotele,
corregge proprio
si
ci
impos-
suo moralismo
esplica
ben diverinnanzi
il
rimette
vives et allumes e di
il
haute raison
:
suo
pro-
gresso. Leggete
Rodrigue suit
fait la
de sa passion - Chimne
l -
mme
lais-
la
douleur o
lui
abme par
et,
si
la
faire
quelque faux
se relve l'heure
mme,
et
non
seulement
elle fait
connat
si
un prompt
non avr
gli
dsaveu...
E
il
che
lettore
Ma, se
e questi
piefo-
Apra
il
Cid
com-
pendi in prosa
mente
Sole.
in quei
IJe
Prendete
di
la
atto,
costituita
per
intero,
dal
monologo
Don
Que
Contre
je seus de rudes
-
combats
moa
propr lioanour
inou
amour
s'
interesse
(')
Id.
p.
384-5
CO
id.
267
-
Il
faut venger
u pre
le cfpur
et perdre
1'
une maitresse
L'
un m' anime
autre retient
mon
bras. -
Rduit au
triste
choix
ou de trahir
ma
-
ferame
Ou
de vivre intme
est infini.
pei nel
Faut Faut
Pere
-
- il il
laisscr
un
le
-
affront
impuni
V
V
punir
pre de
Chimne
-
maitresse
honneur
-
amour
1'
aimable tyrannie
Toos me3
L'
plaisirs sont
moits
-
ou
ma
gioire ternie.
un me rende malheureux
autre indigne
du jour
-
Cher
Ma
si
consoli
il
signor
Don
Chimne non
mon
Ma
passion
s'
oppose
ressentiraent
mon amant en dpit de tonte ma colere mon ca?ur - combat encore mon
je trouve
le presse,
il
pre
l'attaque,
il
cde,
il
se defeude,
et tantot
triumphaut
Et quoique
sans partager
ait
mon me.
-
sur moi
de pouvoir
devoir
;
Je ne consulte point
pour suivre
-
mon
Mon
mon
dete,
Per fortuna che, a certo punto, la ragione, la quale, come venon ha mai dismesso il suo coraggio, interviene a farla finita
soluzione secondo giustizia, e
i
con una
fidanzati
si
sposano.
sfida,
Ma
gli
offra
un argomento
aristotelici;
perfettamente intonato
bello
ai
principi
fra
pi rigoro-
samente
un
truce omicidio
consanguinei
su
{')
id.
p.
312.
(-)
Id p. 338.
268
CAPITOLO XVII.
Corneille,
messo
cos
fronte a fronte con Aristotele, concreta a puntino la teoria della trasi vede che, con la greca, essa non ha che non accordarsi con questa sul punto centrale vedere, e che, pur dell' orrore, pu tirar via perfino su quelle due qualit matresses Corneille non ha scrupolo di confessare che, a esaltate nel Cid
gedia cartesiana,
d'
onde
di
questo
fine,
egli
i
ha persin
fatti
falsata la storia.
La
storia - egli
dice -
mi presentava
cos e cos
ma
il
io
ho
tolto dalla
mia scena
pa-
figlio fa assassinare il
non ho
attribuito
(').
E, allora,
com'hai potuto
telico.
far la tragedia?
domanda
al poeta
il
il
curioso aristocartesiano
Io l'ho
ridotta in
modo
- risponde
poeta
che
tutti i
rendendo alla
fer-
mezza
un esempio abbastanza
(*;.
illustre e
una
E una
curioso aristotelico
sagoma veramente classica. Quest' eroe della mia maniera - conviene il poeta - esce un poco dalle regole della tragedia, in quanto egli
non cerca
il
afi'atto
di far piet
con
1'
eccesso delle
sue sventure;
la
ma
quale
qual-
non
non ammirazione
nell'
animo
dello spettatore,
ci
ordina
con
la rappresentazione
;
dei
mali.
ma
la co7npassione
lacrime.
Il
suo
effetto si limita
a interessare
per
la
sua prosperit
(*).
- insiste
il
solito aristotelico.
Ma
la
tanto
vale dir subito che questa maniera non ha che vedere con
e mostra anzi
cetti
greca
una
di Aristotele.
il
quale
finalmente
Neil'
ammirazione che
le
maniera di purgare
(')
V. II
p.
568.
CO Id p. 569.
(')
Id.
570.
269
alla
da
lui
tragedia
e della
paura
ia
>
(').
espresso
succinto
come
il
il
pseudo
clas-
pu
teatro di Comeille
cole de vertu
>
le idealizzazioni
De Nores
che
questo poeta mostra di avere presente. Eppure sempre cos tradizionale e classicista la sua mente, che, quando,
si
come
vale
,
in e Polyeucte *
trova a trattare
un episodio
il
del
egli
martirologio
cristiano
caso
argo-
non
si *
dei
suoi
Polyeucte
ma
ritorna a quelli
costringere
il
come farebbe Chapelain. * Quelli che vogliono nostro eroe in una bont mediocre, alla quale s' attennon
si
gono alcuni
interpreti di Aristotele,
di
perch quella
mescola de-
ne
una certa
autorit,
,
il
Min-
De Poeta
per
In
il
fatto
mio
a
favore
del
ragioni
stasse
Donatus).
Ma
sacra
si
predella
questa
epurazione
anticartesiano
meglio
profana.
La quale manomessa da
lui solo
il
prima
che impediscono
il
chiaro
manifestarsi
della raison
pio,
egli
per
:
rabbia
Parti
ma
che
sua volta, sia ingannato dalla falsa voce della morte di De-
sia per
non
farla iniqua
senza
come Menelao
nell'
Oreste
dell'
(')
Id.
e) V. n, p. 97.
270
CAPITOLO xvn.
sposata
Rodogune
che
l'
se
un
?
tal
particolare
!
non ha importanza
azione
Oh no
r amore
di questi
i
lei
non
facesse
punto
quali
essi
li
di risentirne
uno
coal-
anche troppo
forte,
s'
della
ai
vedova
nostri
stumi
l'
(*).
Ma
ancor pi
difficile
orrore in
Pompeo
uccisione di
Pompeo
uscir
d'
la
presentazione
?
costui a Cesare.
Come
impaccio
Non
solo
un messo
spettatori
ma
fa-
quei
gli
e
e'
meno
disposti
consentire
scrupoli.
passioni.
con tutto
ci,
non
da restar senza
zioni di
io
una parola - egli scrive - sulle narraAntioco che son sempre passate per molto belle e in ci
Mi
resta da dire
non
il
ma
solo
debbo
che
quello
lo
che
le fa e le
persone che la
ascoltano,
hanno
in quel
momento
del
spirito
abbastanza tranquillo
dedicare
(').
in Cinna, gloriosa
sor-ella
Cid, e perfino
a
pi
cartesiana di
ci
Napoleone, perch
politica,
trovava
chiaroveggenza
(ielle
come potrebbe
fanatismo passionale
d'
una congiura
Pompeo
passioni a
tempo
debito.
racconto
Cinna a Emilia -
egli spiega
giustifica ci
bi-
la fa e chi
l'ascolta,
abbiano
spirito
abbastanza
tutta
la
tranquillo e vi si compiacciano
abbastanza
avessi
per
a
dedicarle
necessaria pazienza.
Ma,
s'io
aspettato
comunicarla
che
() Id.
p. 381.
(-)
Id.
p.
185.
271
notizia,
la
sua
Cinna
non avrebbe potuto pazientare di pi > (*). Dove si vede che manca in Cinna proprio la scena principale: il confronto e il contrasto delle principali passioni di essa. Ma non sarebbe
quella che
stato ragionevole!
Ma non
gli
sempre
la storia
cos duttile, n
si
riuscivano
sempre
come neir
mente
Horace
>
egli se la prese
con
suoi attori
e fu bellatutto
il
ridicolo, 0, per lo
ridicolo
ultimi
=o?.
e io son
d'
accordo
ma non
Generalmente
:
la si attribuisce
ci
che
fratello
metter
mano
alla spada, lo
la
sesso, le
fuga e ricevere
>
(*).
com"
io
gran
dramma compromettente,
scena sola (Horace metqui s'en fuit -
come un
principiante.
Ce
et
tant l'pe la
main
poursuivant sa soeur
Ca-
ma non
Allora
il
bastano
Y orrore resta, e n' forse accresciuto. E allora ? buon Corneille cita Aristotele, il quale, al postutto, non
;
le thtre >
(*).
Ma
bandito
Appunto
questo
il
carattere del
antiari-
rimanendo tradizionale
modifica e sfigura
1'
eredit
d^li
in
Italiani solo
zione cartesiana,
parte alcuna
il
ma non
vuole
si
compromesso n disconosciuto
Aristotele in
sistema.
seguita a citare
Francia
il
come
qua
il
nostro secentismo, l
()
(')
Voi.
I,
p.
479.
(*)
V.
I.
p.
472.
(3)
id p. 455.
V.
p.
380.
272
cartesismo.
si
CAPITOLO XVII.
Anche
Don Chance
e e
d'
si
il
Aragon
tira via.
(')
cita
r argomento della
et
de
la crainte
In
universale
della
poesia
particolare
non
si
modificare
questa
idee
di
secondo
le necessit della
(').
Queste
Art Potique
di costui,
ma, come,
di quella,
la critica
che, tenendola d'occhio, fece del pseudo-classicismo Lessing, ho preferito attenermi a quest'altra fonte equivalente.
alle azioni
de la
pitie
et
de
sostenere
la
come
la
Fedra -
vertu
mise au jour
e'
e che
le
est l
f ) e il vizio e la passione son coperti proprement le but que tout homme qui trae'
vaille
pour
est ce
que
les
premiers
Or dunque vedete
francese.
i
il
cartesismo
del pseudo-classicismo
Esso
una specie
gli
pericoli
nell'arte classica.
Essi
non ne misurarono
certo la portata in
filosofia,
ma
se
ne
valsero
tradizioiio
Ne
tras-
sero cos
ben delimi-
una riforma
stupendamente intonata
che ne conse-
Vedete
infatti la poetica
poeti potevano
nel
fervore
una
sola
parola
questo
lo
si
classici,
avendo
ben d'occhio
riguardi secon(l<>
(')
(*)
(')
V.
II p.
389.
Examen
Racine:
de Cinna Yol.
[ed.
l.ifcfin)
I p. 560.
la
e la crainte
ma
le
regole
Difatti
come pegno
buon senso
trionfo del
la poetica del
;
Boileau
poich
il
si
chiama
la poetica del
si
cartesismo
come
buon
senso.
Al gusto
dell'
apparente -,
la filosofa di Cartesio e
un
trionfo che
finire.
Ma, per
allora, la
ri-
forma
pseudo-classicista
e,
pi
di
forma
che di sostanza,
telica,
non
tent
neppure
di
raggiungere
le
altezze
del
pensiero
filosofico
al contrario,
:
posavano a
lo si vide,
il
sov-
Esempio
Voltaire.
E
il
bravo
sistema moralista
o pseudo-moralista di Boileau, contro le forme shakespeariane, con r istesso fervore eh' egli avrebbe adoperato a offendere un gesuita
!
di
umorismo che
da Cartesio e
ci
fa la poesia
settecenteil
o nostra.
Perch? Perch
intellettuale originato
lo sforzo
della letteratura
un punto
deva
in
comune,
s'
mentre
1'
uno ascendi
Malebranche, di
Bossuet,
Port-
oggi contro quello germanico press' a poco come la vecchia linea delle
fortezze alsaziane, la letteratura, forse oppressa dal peso di
una
tra-
si
ana riforma
non
isfugg che
la
(').
(')
riau
Per una storia di questa avversione dei religiosi al teatro Vedi J. B. Purqnoi les Pres de V glise ont eondamn le thdtre de leur tentps
(Paris 1914).
I
ToFFANiN.
La
fine dell'
umanesimo.
>
19
274
CAPITOLO XVII.
ortodossi
che
la
considerarono
Pensavano
essi
che
il
teatro
n'a
rien
et qu' il est
mme
si
epur, a l'heure
(').
Ma
mento
alla
il
senti-
cattolico tra
fluttuanti
marosi
dell' eresia,
arte pi in fondo e
pone
la
condanna
di quella
mano
di
Nicole.
di
meraviglier,
credo,
vederli vicini. Sulla ideale linea del Reno, Bossuet e Giansenio, Pascal e
nostri.
Che importa
se, nella
d' un'
idea
si
contrastarono
la logica
offesero ?
(")
Che importa
se Giansenio trascese
con
o
il
cristiano
con
pi
degli
veniva sottoposto
Reno
come
di eresia nata
la
in
il
giansenismo
pi
vecchia
l'eresia
dei
solitari
e.
ogni
credente
che
La
suo,
non dice
di
rispondere
quell'intimo
sguardo
ai
cieli
del
misticismo
ma
in-
un
solitario, si
(')
{^)
Bossuet
p.
650.
Anzi, dal
numero
del
Iv^
Agosto 1919
pubblica
nella
Revue
la
des
deux niondes
nemico
un
corre-
Port-Royal, dove
grand
nuovamente
studiati.
2<0
il
dugi a ritrarne
contorni ed ebbe
il
torto di
non lacerare
le
si
dise-
gno prima
si
rimase fra
sue carte e
chiam giansenismo.
Ma
giunge partendo
da uno stato di
religiosit
profonda e romana
da quella germanica
d'
non
Ma,
ci si
arriva.
il
velar meglio
una stonatura, a
ri-
animo profondi e
fon-
si
cre-
devano
argo-
nuova che
ci
fa presentii*e le
grandi voci
del
romanticismo
latino.
Contro quel tenace aristotelesimo, egli cit ancora una volta Platone,
ma
Platone tradotto da
lui.
La tragdie a
lorsqu'elle
tort et
donne au genre
entroduit les
mme
les
hommes et maux
ha
ella
che
senso
Aristote, son
disciple,
aimt
la tragdie
une philosophie plus accomodante lui fit attribuer une manire, qu' il n' esplique pas, de purifier les pas>
(').
Ma
quanto
alla facilit
con
la quale gli
egli
apparenza che
nella sostanza
si
Dites - moi,
tremble avec
qu'avec
lui
C).
lorsqu'il
s'
est
dans
la
de
la perdre, et
on
estime
heureux
loi-squ'
espre
de
la
pos-
seder?
a voi pare
in questa
siete voi
(ci che si chiedeva) un largo universale sentimento umano, un' idealit profonda, qualche cosa che trascenda V episodio e il particolare in senso stretto ? (Ripensate - ma ne parleremo pii oltre di
mere
Nulla
assolutamente nulla
allora da
che altro
deriver
l'
inte-
(')
Op.
cit.
p. 668-9.
()
Id. p.
651-2.
276
resse dell' opera vostra, se
CAPITOLO XVII.
non
dalla passione
come
fine a s stessa ?
la
La ragione
sta
bene:
ma
molto
debole
rispetto
al
contagio
pagano
Molire
che
i
crede
di
riparare a tutti
un matrimonio
con
-
pasticci
la jiel
parola
semplice,
ma
la
immenso
momento
dimenticate
che
passione
un male,
e,
invece
di
paganamente
e la ispirate al
Le
giansenisti
per
bocca
di Nicole.
CAPITOLO XVIU.
Malebranche e
le idee dei
romantici futuri.
Sommario.
1.
Contrasto
fra le
il
ascensioni e le
rivolte
alla
tradizione
del
mantiene
la lette-
2. La
filosofia si
rinnova
dell'
il -
arte
gi negato da S. Agostino
e
il
Malebranche acuisce
dell'
contraCritica
occasionalismo
pagano in cui
aristotelismo
lo spirito
come pensiero (scolastica) e come moderno rinnovato dal cristianesimo passioni e teorica dell'uomo-dio
-
Conseguenza
Il
di ci: idealizzazione
il
delle
come
l'
forza
non debolezza
i
dell'
anima
i
sensibilit o tristezza.
cf
senso
del-
fatti
go; e la sensibilit
-
tale tristezza
i
sempre piacevole
Perch tale
forza dell'
anima tard
anche
4.
Con
le
quelle del
-
Manzoni
Sua interpretazione
di
Shakespeare
Bossuet
Shakespeare trascende
le critiche di
implicitamente,
questioni
delle
cose
umane
nel con-
come traviamento di questo modo di sen5. Modo conforme d'intendere il romanticismo di V. Hugo - Eguale
-
frasario
classicheg-
Eguale concetto
di esso di
Eguale interpretazione
l'
come avviamento all' immoralit dell' uomoShakespeare come espressione di un' arte
l'
e-
Anch'
S.
Ago-
scioglie
278
il
CAPITOLO xvin.
nodo del classicismo
italico si
germanica.
con
quella
6. Come
Ci che fu
preghiere
il
Cartesia-
nismo
zione
-
la religione
-
Esempi:
le
di
Bossuet
la lirica sacra di
Pierre Corneille
La
La
raison
come
entusiasmo nega-
On peut
on
coana
la
diffrence
Malebranche
Ma dunque
si
que-
insoluil
bile? Insolubile
non era;
tant'
^i
vero
pot
venne
ro-
parlare,
per la
prima volta
dopo
il
medievo
al
di Dante, d'
forme
stione
dissimi sorretti
che
impediti
dalla
coscienza
di
quella.
Ma
il
sua solitaria
ascensione,
si
un momento,
sarebbe
avuto gi allora
immagine
da
Per una
le idee dei
cotesti pensatori
e chi mette
confronto
con
le
prime
le
un
po'
meno
romantici
non
il
transitus Hellenismi
il
ad
Clirila
stianismum
letteratura
pensiero di questi
solitari
dell'infinito
del-
modo
e misura,
il
queste
solitario
cu-
teriiMio
sic-
279
il
elle il lettore
che,
se strettissimo dovere di
sempre, pi
nostrum
in ipso
Deus non longe est ab unoquoque movemur et sumus > o quelle non possiamo pensar nulla tanquam ex nobis sed
:
<
enim vivimus
ex Deo
est
et
sufficientia nostra
io sento
una
mio
spirito e
:
mi rende schiavo
quelle,
mie membra *
da
insomma, dove
si
sua
filosofia e la rivelazione
lui ricevuta
da Dio
toccano in un punto
pressoch
inidentificabile
ad occhio
carte-
Malebranche
della
sul
pensiero
siano
come un tempo su
i
quello
patristica, e
sono
veramente
sul
Re Magi
del pensiero
umano
ritrovano
il
cammino,
mettono a esplorare
mistero
di
uomo movendo da
Di fronte a quelle
noi
(*).
quietudine di
tutti,
all'
inizio del
medioevo,
S.
Agostino
dietro a lui
una schiera
ci si fa
storia
ricorda
solo,
col
l dal
mille
fiso
del Traube,
tutto
un
negli anni
si
gli
uni
contro
gli
Lutero e
solitari di
Vedete Malebranche
gli
schemi
scolastici
patri-
Ma
Sant"
Agovolte
stino
Quante
(')
Pu
interessare:
H.
Leder:
Untersuehungen
iiber
Augustins ErPlotin
*?
und
xii
280
s'
t'
CAPITOLO XVIII.
errore di
:
credere
!
di
tornare a San-
Agostino
il
e si
San Paolo
Pare a Malebranche
che
sino
strepitu sillabarum
il
suo appassio-
nato costituirsi a Dio non fosse che un preciso sentimento di lor verit alla
mancanza
La
pensiero della patristica. Quel gran santo aveva pur cercato di dare
forma
ma
aveva
dovuto
:
adoperare
modi
d'
esprimersi
del
tempo
cose
suo.
Aveva
feriori
detto
Chi
effettiva
dev' esin-
servano
alle superiori e
non pu
darsi
il
contrario.
Perci
dalle
la
effetti esterni e
ma
la
deve trarre
unicamente
da
Dio
Ma
una
cotale
asserzione
aveva
mento
e,
scientifico,
fallaci
ben
con un
filosofo
pagano, Aristo-
tele,
aveva ridato,
e,
suo malgrado,
esteriore,
al
fenomeno
della vita,
un senso
un' imdella
pagano,
al
mondo
effettiva,
fenomeno
:
vedemmo
il
spiegato da Dante.
proposito
non sar
concetto dell'arte
come imitazione
altro
:
d'origine
modo.
Rileg-
De-Musica
Si
pu chiamar
uomini non
Ma
(')
que non
e'
arte.
V animale irragionevole agisce senza ragione. DunE tuttavia egli imita. Dunque l' imitazione non
un'arte.... )
Era
una subdola
il
rivincita di quella
peccato,
umano
Cio
esprit de
V homme
{').
(')
(*)
Sani' Agostino
Malebranche:
La
322
(ed.
Flammarioii)-
KOMAXTia FCTCRI
281
le
la
voce dell'anima cos fioca che non riesce a farsi udire fra
e
>
noi siamo
i
patristica
con
lumi
zione,
il
alle
pii
che
spingeva
e
Recherche de
Reno
ce fond
quell'errore
lettera e nello
spirito
il
del Cristianesimo.
Quanto
Reno,
tanto pi geloso
il
di l
si ri-
duceva tutto
anima
Pare che
unito
mano
di
Malebranche
ma
il
la
s'
arresta.
Dio
strettamente
si
alle nostre
anime con
pu dire che
certo senso,
l'e-
Egli
il
luogo degli
spiriti,
come
gli spazi
sono, in
un
luogo dei corpi: noi con l'anima non possediamo che Dio e
e,
ternit
farci
vedere
di volta in volta *
(occasionalismo)
(').
corpo non
tutti
i
si
pu immaginare, n pi
di
questi
causa
di
pensiero
dell'uomo
limitatis-
ma
difficili
a con-
formarvisi, perch
bia e
domandano umilt, mansuetudine e, invece, superviolenza hanno in noi cos preponderante voce che un tal sendi vedere fecondo d' ogni errore
:
un modo
la
fede
nell' intelletto
da solo
all'
indistrut-
lusinga
(')
alle
Xe
forti >
che sarebbero
uomini cos
(')
Op.
cit.
V.
U, p. 132.
(')
V.
r.
p.
310.
282
CAPITOLO xvni.
stessi
al di fuori di quelle, in
alcuna
altra verit.
s'
intende ;
;
ma
e,
ha
chi
immanentismo come
frutto del
Luteranesimo
pu
noi
:
semblent
il
Znon ne
disent-ils
et
;
saurait
le
e'
sans
est
doute
le
les
plaisir
cara-
est
par
ce
caractre,
il
scernons du mal.
le caractre
etre, qui
le
Il
que
la nature a attach
au mal
il
et e' est
par ce
cara-
ne peut
tre
trompeur puisqu'
discernons du bien.
On gote du
plaisir
et
quand' on
la
s'
abandonne
on y
de
douleur
quand
Dono
l'
nos passions
que nous
il
n'
et la douleur qu'
nous
fait sentir
y rsistions jamais, puisque le plaisir dans ees rencontres sont des preu-
C est
de suivre
les dessins
de son coeur,
de
C est
ils
raisonnent et qu'
ainsi
ils
C est
ils
qu'
ils
t-
(*).
s'
blouissent de
Ne consegue
non solo
l'en-
tusiasmo soverchiatore
azione,
di
limiti lievito
ogni
buona
e feconda
ma
terrene:
:
che r
uomo
umana d un forza
non
e'
invincibile,
ma
ci fa
ci
conoscere piuttosto
che,
al
mondo,
nulla che
non
peccato,
il
(')
V.
II,
p.
163-164.
283
il
- abbiamo
spirito - la
visto
fondo dello
tare fiochissima,
ma non
si
pu sopprimere del
tutto,
come non
quel
esse
distrug-
vero che
l'
uomo
con
gendo
tanza.
stessi
rimpro-
ladri,
nonostante
il
Rubicone,
lo
lasciar trasparire
che
questi
rimproveri
tuttavia,
una
di
sto errore, si
realt, si
perde
il
concetto
vero
sapienza: esteriorizzata
crede che quella stia tutta nelle scienze e che queste siano
di
civilt e di
Tunica forma
pienza,
progresso.
Invece,
il
tra
esse e la sa-
non c'
sviano
alcun
rapporto diretto, e
pi grande scienziato
di quelle discipline
savio, anzi,
temere
dall'intimit dell'anima,
la
e riguardare,
d'
per
esempio,
il
r astronomia e
fulgore
chimica,
come
spassi
un galantuomo,
cui
non deve di troppo sorprendere o ingigantirne il valore. Solo quando un uomo non giudica le cose che per mezzo
pure dell'anima, evita con
il
delle idee
cura
il
confuso
frastuono
il
e,
silenzio
sue
passioni,
cada
in
Ma
verosa secondo
sentimento piissimo
?
di
Malebranche - che
cosa
Malebranche
Massimi.
fin
della vita,
che
il
cristianesimo
ha
posto a
base
entusiasmo
travolgente
e,
a suo modo,
rinno-
creatore,
ma sempre nemico
questa
(')
Pief. p. TI.
(-)
Id. p.
IX.
284
CAPITOLO xvra.
coscienza
un sentimento troppe
lezza
:
come
inutile
deboquesta
tristezza
uno
stato d'
animo opposto
le
alla
passione,
che
non pu
sieno
dal corpo
il
verificarsi se
non quando
influenze
del
corpo
sull'anima
Ma-
scendono
dall'anima,
il
vita, le
i
seconde
senti-
mento dell'Eterno;
Dio e vede in Lui
contatto col corpo
E
;
si
capisce.
Come l'anima
in
il
non
e
1'
oscurasse
minimo,
vi
la vista dello
quell'eterna
sapienza
torna a splendere
quanto possibile.
Ma
delle
eterne
che
1'
anima
velame
che
cie-
C
la
qualcosa
fra
le
intuire
bont e
l'
altezza
gi
La
tristezza
'
un sentimento
il
:
dolce
dolore
perfettameite
suo
contrario.
Quella viene
la tristezza
pu
ma essere una cara conseguenza del dolore non mai. Quindi la tristezza conoscenza.
rence entro cotte douleur
est la
il
Il
a bien de la
diffi'-
La douleur
elle-mme.
sente: elle
me
sente
prcde d'aucune
connaisance
ne
peut jamais
tra
agrable
par
l'
Au
me
est toujours
Dunque
dal
una forza;
non una
debolezza
cotal
sentimento.
:
Portato
Cristianesimo
cartesiana
si
l'
esso
ve-
la scoperta
:
ha finalmente
per esso
opera
quel transitus
(')
V.
I,
p.
347.
285
ad
Cliristianismum
di
cui
tanto
si
parla.
adesso
bis-
sappiamo
come dobbiamo
intorno al
delle
sXoo
xai
50^00.
Il
pia-
opere tragiche,
non
nella
nelle
poco
avanzati
nuova
;
non
si
tratta di dolore,
ma
di tristezza
di
una veduta
delle cose
umane
dall' alto
di essa
si
tratta
quel
profondo sentimento che rimane in noi dopo avere assistito allo svol-
gimento e
al crollo di
amore
delle
eroe,
quando
verit.
il
nostro
disgustato e
V anima
Questa
mondo moderno,
e su questa
si
deve regolare
la
tri-
poeta.
le plaisir
qui accompagne
stesse dont
on
est
thtres,
n' augl'art
car
ce
plaisir
augmente avec
la douleur.
il
mais
le
plaisir
de
le thtre,
parce
vue
d'
un meurtre, quoique
Mais
ils
11'
trop
terrible
les
pour
assi-
tre agrable.
stants d'
parce qu' en
j a
touch
nota
(').
Ma
tristezza si
cos
poca
e'
era proprio
bisogno
che
venisse
Malebranche allo
fra
l'
sentita nei tempi cristiani. Quello che sono le cause seconde al pensiero
filosofico ;
sono
le
le
une e
le
altre
all'ingenuit
del-
l'anima. Sebbene
puro
filosofo
Malebranche
eserciti la
sua critica
del
(>) Id.
286
libro
CAPITOLO XVUI.
VII
I
(')
l'
smo.
filosofi,
non
soltanto
ma
forniscono
pure un
divino
principio da cui
in
quando
si
ammettono
facolt,
pro-
durre
certi effetti
il
rispetto che si
ha per
la
que
la foi
Fon peut
paien
dire
que
si
le
I corpi che ci
la
ragione sem-
bra in qualche
modo
l'
giustificare
all'
eritis
sicut
Dei
illusi di
tenere in
La
trice,
il
varco
conserva-
con
le
d'
ogni
fallace
modo
di
mitologia.
Toutes ces
petites divinits des paieus et toutes ces causes particulires des phi-
losophes ne sont que des chimres, que le malin esprit tche d' 6tablir
et
pour minor
le eulte
du
que pour
lui.
Ce
on a regue
d'
Adam
que
l'
pch
l'
esprit
de
er-
homme
C est
jointe
aux
adorer
le soleil,
cause universelle du drglement de l'esprit et de la corruption du coeur des hommes. Pourquoi - disent-ils par leurs actions, et quelquefois par leurs paroles, u' aimerons nous pas le corps, puisque
le
moque-t-on des Isralits, qui regrettaient les choux et les oiguons de r gypte, puisqu' ils taient effectivement malheureux, tant pri-
(>)
p.
323-24.
. .
MALEBRANCHE E LE
vs de ce
qiii
ffiEE
287
heureux
? >
quelque manire
Da
religion
il
n'y a qu' un
nous
fait
n'
y a qu' une
les divinits
que toutes
et des
ou toutes
les divinits
de la philosophie, ne sont
(').
que de
Ma
depuis
non
l'
facile
car
et
pch
il
y a une
scerete
opposition entre
homme
Dieu>
().
dell' opera.
Ora bisogna aprir subito una parentesi senza aspettare la fine Queste non son altro che le idee del romanticismo latino,
il
di tutto
ma
son soprafu
1'
Manzoni.
Cio
il
Manzoni
quel
:
unico
che
si
che era
movimento
Or vedete
in
e'
un
libro
sa-
non
scrisse mai,
ma
lasci soltanto
frammenti e che
di esse.
V avrebbero
(^;.
ritrovato
posto
la
sul romanticismo
il il
Morale Cattolica
si
Vada
a rivedere
lettore quei
frammenti
Ti
sarebbe
svolta
si ri-
movimento cartesiano e
il
che, se
poeta
inglese,
si
sarebbero
senso
il
con
la poesia sentita
da
lui
come
illustrato dalla
Quando
il
Bossuet,
Rousseau scrivevano, non era ancora noto il Shakespeare. La perfezione morale la perfezione dell'arte e perci Shakespeare sovrasta perch pi morale (*).
Nicole,
il
()
(')
V. n, p. 332-3.
(-)
V. n,
p.
33i.
p.
152-214
CAPITOLO XVIII.
del
cartesiani in genere e di
Malebranche in
:
ispecie:
egli
impersoltanto
senti-
esclusione delle
scene
importanza della
alla poesia
:
tristezza o sensibilit
al
come
il
bando
mitologico-classicista.
Per
il
primo punto
pensava che
poeta
sempre in una
intento
r uomo
- caro
effetti
senza che
l'
interesse possa
classicisti francesi,
sebbene
essi cercassero di
del Bossuet.
Ma
il
poesia segno
stezza
di
cuore
senso
suscitare
dell'
stesso,
non
potr
in
noi
abbiamo
posto
come secondo
non
del
Manzoni.
Questo
senso
dell'eterno
interpretati
improvviso
cose
umane che
scioglie
ma come un momento
al
dei
sensi e la
del
mi-
mondo. Le parole
minor
(a parte la
si
i
Pi
trovano
principi
della virt,
l'uomo dimentica
nelle
circostanze
comuni
e nelle passit
pi attive che profonde nelle quali hanno grai parte i sensi*, Questo isolamento dell' anima gli pareva che fosse il vero effettc
della poesia di Shakespeare (nel quale vero che
non mancano k
effetto,
impressioni violente,
s stesse).
ma non
fine a
La rappresentazione
impressioni ch
1'
uomo
campo
combattere, e
sente la
possibili mali,
egl
sua debolezza,
di vigore e di difesa lo la
abban^
donano
stato,
sola
virt e la retta
Ognuno
coi
dopo
la
lettura di
effetto
di
(').
Shakespeare,
(Insisto perch
(>)
1G3.
289
lettore,
tenendo presente Malebranche, riveda tutti i citati frammenti manzoniani e consulti, magari, l'acuto studio su di essi del Galletti ('):
e. infine,
altri
:
Romanticismo
Promessi
Sposi
>
del
quale, a parte
le
rico-
concetto).
Quanto
al
terzo punto
modo
mettendo in bando
la sviante
mitologia,
Ma
-
- aveva
la
scritto egli al
Azeglio
nella
lettera
famosa
della
mitologia,
precederebbero, e ima
Lei,
ma non
lascier di sottoporla
molto meglio di
idolatria.
soltanto
Ella
sa
cre-
nella
denza in alcuni
la parte storica,
naturali e soprannaturali
la parte
questi
ma
neW amore,
jmssioni,
piaceri
fos-
portato fino
sero
il
all'
fine,
come
il
parte
pu sussistere pur troppo anche negli intelletti persuasi della vera Fede: dico l'idolatria e non temo di abusare del vocabolo, quando S. Paolo 1' ha applicato espressamente all' avarizia, come ha anche chiamato dio de' golosi, il ventre (*).
senza
culto
:
E
S'
Manzoni
fu soltanto lo spi-
(')
Studi
e
di
Filologia
Mo-
derna
1915).
i>
(Luglio-Dicembre 1911).
Ristampato la Saggi
Studi
(Zanichelli
(-)
Prose Minori
ToFFAMix.
La
fine dtll'
umanesimo.
20
290
rito
CAPITOLO XVIII.
pi coerente e forse
;
1'
unico
profondamente
critico
gli
del
tempo
suo
permise di in-
dagare e conoscere
quali aderiva.
Onde
in lui,
illumina la storia
italiano attra-
del sentimento
al
verso
germanesimo: idea
al
cos
successivi
al
De-Sanctis,
Ma
non
si
tire cos:
Hugo
l'
vi ritrovate
queste
medesime cose
sua
stessa
gli gli
e forse
risaltano
di
ale,
Quella
deficenza
cultura
permette
(o
lo costringe)
tempo, derivate
a lui e al
certo
e
il
tempo
il
dall'
rispetto,
Manzoni
vede
l'origine
Hugo, con
aria di di-
vinatore, ve le
Ed
pi efficace.
Che
Hugo
lievito
la sensibilit nelle
sue
forme di
malinconia e di tristezza -
non
nel
effetto
di
Cartesio ?
Hugo
oggi
sta
per
cominciare
scelle
mondo
profondment
duplice
la poesia e la morale.
il
come
lui
punto
d' intersezione,
l'
anello
un corpo comune
serie
in
di
una parola
due
catene
esseri
che
degli
materiali e della
ar-
rivare
all'
uomo,
la
uomo
per finire
a Dio]
il
(')
A parte
quale,
princi-
due
palissimi poi in
effetti,
:
gli
Manzoni; compendiabili
esso
uno
il
romanticismo. Nella
forma
viene a distruggere
(')
V. Hugo:
Cromwel
littrraires
et
!irti.sti(]iiis)
prof. pag. 5.
291
tutto
il modo d' esprimersi pagano. Le camminavano a tentoni nella notte appigliandosi a scuole pagane menzogne come a verit nelle loro strade infilate a caso... Del resto niente di pi materiale che la teogonia pagana. Lungi dall' aver
r armamentario mitologico e
pensato,
come
il
d forma e viso a
anche
alle essenze,
anche
alle intelligenze.
il
paga-
le
sue creazioni
l'
della
medesima
d'
argilla,
medesima
fra
taglia che
suoi Dei.
mette un
l'anima e
il
corpo,
un abisso
quella
l'uomo e
sostanza.
Dioi 0.
E
della
della
la sensibilit,
Noi faremo
s'
dunque osservare
agli antichi e
mezzo
di esso,
in-
un
sentimento
i
che
pili
che
il
gravit e
meno che
fino
la
tristezza: la
in effetto,
cuore
dell'uomo,
allora aggranchiato
da colti
puramente gerarchici e
non
destarsi e sentir
soffio d'
una religione
preghiera del
li-
umana perch
che
fa della
d'
una religione
tutte le
uguaglianza, di
Poteva
il
non veder
gli
vangelo
vita?
le cose era la
il
poesia
:
di
lo
Shakescopo
intendeva
i
Manzoni
dove
manifesto
un suo
interesse
:
ma accompagnato
e forse
subordinato a un
interesse
pi gi-ande
ne vien fuori un
altro
genere di
infine
dramma
in cui
il
un dramma
che
d' al'
un duplice
in-
(')
W.
()
Id.
292
CAPITOLO xviir.
loro
discorsi e le
dramma
della vita e
drauma
Ma
tanto
:
che Yictor
Hugo
credeva
capace. Egli dice proprio che questo genio della malinconia e della
Sant' Agostino,
(non
dunque
Tomaso) e che
il
medioevo
est
empire
che
germe
si
il
f^).
Ma
la
lui - con-
come ragione
la
quale permise
che ebbe
liani ?
Udite
le
sue parole
Il
verit.
d'
Come
quello, la
cose
d'
un
colpo
occhio pi alto e
piii largo.
non umanamente
il
bello,
deforme presso
il
grazioso,
grottesco sul
il
male
col bene,
l'ombra con
la luce. Ella si
domander
all'
:
uomo
rettificare Dio, se
il
una
cosa
se
V arte ha
diritto di sdop-
l'uomo,
la vita, la creazione,
se ciascuna
gli si
avr preso
il
incompleto un
modo
armonioso.
bili
mi
tempo,
e sotto
decisivo^
un passo
mondo
intellettuale.
V ombra alla
() p.
14.
()
p. 5.
MALEBRANCHE E LE
/'lime,
ffiEE
293
in altri termini,
il
il
perch
punto di partenza
(').
religione
sempre
il
punto di
Io
loico fossi
accomuna
il
no-
ripetendone
l'origine e lo svi-
talismo venuto d' Inghilterra o con quella malinconia del < Werter
meglio
nei
prossimi
capitoli
la
ci
basti
con quella
e'
Chateaubriand,
per
esempio,
trovarci
una parentela,
da
far
si
sto-
scrivevano senza
differentissimi.
certo, in
d'animo
Ma
l'
chi ci assicura
(io
Hugo
non
li
per
me
giurerei che
non aveva
letto
l'
uno n
altro,
per
il
fatta
stesso che
cita e
tutta
il
fenomeno del
cartesianismo
in
Alle tre scuole cui Augusto Comte credeva di poter ridurre le correnti ideali della rivoluzione francese, egli avrebbe fatto assai bene
la scuola cartesiana
il
sia
com-
pendiava tutte e
torme
il
s' immedesim cos con il come plasmato e rieducato. Per mille Cartesianesimo s' immedesim col modo di sentire la religione,
fri
tre.
(')
P. 6.
294
per opera di quelli stessi
alle
CAPITOLO XVIII.
elio
non avevano
seguito
il
filosofo fino
supreme
con
altezze dialettiche e
non avrebbero
forma
forse consentito
in
tutto
di preghiera e vi ri-
mase
Provenza
1'
solatia ac-
comun
la
ultima ragione di
sue
lvations sur
mystres
d'
un misticismo
cos alato, e
la terre
ne l'a pas
celle
connu,
en
porte
l'ide
en soi-mme
avec
de la perfection
ou vient cela ?
si ce n' est
et
jms un
dfaiit
d' attention et
V imaginas'ai-
tion,
tacher
sires,
aux
la
dialettica
di
Cartesio e
(A proposito: a quella
ebbe
il
domanda
il
del
Dejob - perch
si
l'Italia
Segneri e la Francia
Bossuet - non
gi risposto ab-
poneva
cio pi
all'oratoria,
alle
altre
forme
dello
spirito,
chiarezza e semplicit?)
Ma
direi che, pi
il
ancora che
con Bossuet,
insinuante e dolce,
rigido cartesismo
:
madri
Francia
la
imparavano a memoria; e
la piet
nazionale confondeva
Que
la vrit parie
Imi^la
il
modo
di
remplis moi
un
esprit (ini
me
fasse
compreudre
mes
(')
Ics
p. 41.
(2)
Nelson)
p.
117.
295
Per
il
1'
epitaffio cos
Son me,
s'
Non mi
ricordo chi
fosse
che
s'
era
memorie
di
donne e
di gentildonne
lungo
il
sei e
il
state
alla
pur sicuri
fonte.
^cque cartesiane
Ma
XTV
dalle
si
ritrovasse
di
nel-
r oratoria dei
ribelli
la
im-
pugnare
contro
di
armi
parla-
mento e
delle piazze. Del resto questi sono segreti nei quali solo si
la
compiace di guardare
bile ironia.
Provvidenza
impenetra-
noi
miseri
mortali soltanto
le
ascoltare
fra
i
con
tre
tirate
oratorie
di quello
di
Rivoluzione che
pii
ostent
aureola
quella
nuove
idealit
bizzaiTa
smania
di
Robespierre di
tela
^enchaner
les
paren-
con
gesuiti, dai
zionale cultura patria, che aveva imparato da loro, piuttosto che con
inintelligibile.
Ci
viene
infetto
anche
quel
sospetto che di
non meno
stridente
s'
atavismo
fosse
Non
vi pare
perfino
la
bellissima e
i
cape-
aveva
ratte le
?
si
Ma
Reno, non
voleva sasi
se-
il
punto
e ci
si
potrebbe tor-
(')
p.
115.
296
CAPITOLO XVIII.
non
fosse di
vita
pura
se
lettera-
tura e non
s'
aspetti
della
non
per
Per ora giova ripetere che questo nuovo sentimento dell' anima umana: la tristezza, e la sua profonda sorella, l'inquietudine (o malinconia), erano cose latine piti che ogni altra, e non veniva certo d' Inghilterra o di Germania. Da oltre Reno veniva appunto il loro contrario o una falsificazione di esse che, se mai, avrebbe servito a
impedirle.
ra,
il
appunto
per virt
di
i
Cartesianesimo
si
accentu
suoi aspetti
contemplativi
mi-
stici,
Giansenismo.
della
Ma
la
Frandel
solo
cia
intu
che
e'
era
qualcosa
sua
anima e
suo
destino, e
Port-Royal
a quel
splendette
come una
occhi
al
reggia.
Non
allora,
ma
si
gli
dei
Francesi
consa-
pevoli
monastero
il
come
opponendo
dei
limiti
la
un eccessivo spasimo
di
pensiero
fra
di
Pascal
sua
nessuna
differenza
lui e
Malebranche,
la
tumida
vita
arriv a professare
distacco
dalla
ai
Reno,
alla
come
conti-
pernicioso
nuazione
uomo non
l'
fossero basteil
mezzo
le ispi-
opposizione che
rava,
non
si
:
il
Madi-
lebranche
que
pour
pour augmenter
celle
(').
d'
Quindi quella sua notevole sconsiderazione degli uomini d'azione; L' attention et l' application de l' esprit etant absolument ncessaires
(')
V.
II,
p.
396.
297
que
le
un peu caches,
tre
il
est
manifeste
commun
l'
des
hommes
doit
dans
gard
mme
sont dans
un aveuglement inconcevable
rits abstraites, et
senza
chiedere
di
ma
schierati a e della
due
mondi
dello
spirito
sua
e,
contemplandola,
i
aflPer-
ab antiquo
pochi
suoi
eletti
si pensava e pregava di qua dal Reno ma si sapeva che, un sentimento opposto germinava violento e provava in Olanda le sue prime forme dialettiche per mano di un filosofo che taluni usano porre come un annunciatore sulla soglia del liberato mondo: Spinoza. Questo insegnava: unica forza la passione.
al di l,
(')
Id. p.
10.
I?f
GERMANIA
LA RIVOLUZIONE LESSINGHIANA
CAPITOLO XIX.
I precursori di
Lessing e Leibniz.
SoMMAKio.
moto universale
prima La via che conduce ad esso - Uno storico tedesco il Borinski, come guida per essa. 2. Stato dell' umanesimo in Germania quando da noi cominci il moto aristotelico - Disprezzo della letteratura professato dai Luterani - Pi accorto contegno di Lutero - Sua idea che lo spirito del Vecchio Testamento si fosse trasfuso nella tragedia greca - Sua
-
rivoluzione incosciente
in
letteratura
in
3-
Influenze italiane
la
e francesi
perch
-
le
Martino Opitz e
Incontro
dell'
sua poetica
Randagio spirito
-
umanesimo tedesco
alla
0-
catarsi
zione magica
La
-
moLa Fruchtbringende Gesellschaft - Atteggiamento di questa di fronte al classicismo contemporaneo italiano e francese - Dietrich von dera TVerder traduce la Gerusalemme irridendo al moralismo del Tasso - Le idee del Buchner e la scristianizzazione del demone platonico La poesia grande quanto il mondo. 4 Questa primaria originalit germanica offuscata dalle influenze francesi - Harsdrffer - Il Birken e il Lolibera del
ralismo latino
1'
henstein e
gli influssi
-
italiani -
Giovanni Eist e
il
pietismo
-
dell'
estrema
destra luterana
Balthesar Kin-
momentaneo
deformati
latini nella
giusto mezzo
e falsati
momento appare
-
Leibniz.
5. Elementi
cartesiana
delle
Sua
critica
della
politica
Mitiga
1'
occasionalismo
con
la teoria
perceaoni
302
insensibili senza
CAPITOLO XIX.
mutare
Sua
-
critica
degli
da
lui
detto quietismo .
Conflitto fra
la
6. Suo sguardo
al
sensibilit latina e
entusiasmo germanico
Avversione
entusiasmo
alla rai-
dell'
Confueti-
tusiasmo
dal Leibniz
come
i
trionfo dell'
immanentismo sbozzata
i
contemporanei e fra
posteri tedeschi.
Una
In Germania
della riforma teri
le cose
una riforma
aveva
tutti
carat-
d'una rivoluzione,
si
e di cui,
d'anno
gli
in
anno
di
padre in
figlio,
pu
dire, si
manifestavano
aspetti
sempre pi nuovi e
piii
difficile,
le proporzioni
fa-
raggiungimento
di
un nuovo
il
equilibrio.
Era naturale
non era uno
r
classicismo
sommerso come zavorra, anche se questo programma dei riformatori e che ne derivasse
;
che la causa.
il
Paragonabile,
1'
s'
rispetto al
modo
anche
di sentire
passato e
arte classica.
la riforma avesse finito col prevalere
Pensiamo
l,
alla Francia.
Se
Re
Sole ?
Francia
La riforma avrebbe un
freno classico,
nuovo
e sarebbe entrata in
un oscuro periodo
gli
di tentativi, di cui
possiamo
ci
appena immaginare
rimangono
il
rimasti
sfigurati
chi sa come.
Ma
la
strumento
strumento di ribellione
e
lei.
si
form
tuttavia
in
in
quelle
Por trovare
Germania un
303
da opporre a
:
modo
mente
giorni di Lessiug
e sar vera-
per,
non
ricordo
pi dove,
Galletti
come
eccezione alla
regola che la
eh' esce
armata dal
cer\-ello critico di
quello di Giove.
Osservazione
storicamente esatta, e
senso anche
pi
tedesco, per
dall' aria
come osserv
il
il
Grucker,
(*)
anche
gli autori
pi
ingenua, vedi
bello
<
e molto sovente
opera poetica
fatta
rit e l'esattezza
abbastanza dei
d'una teoria. (Per conto mio non diffiderete mai romantici tedeschi misticizzanti). Ma, come eccezione
il
caso di Lessing, se
di
pensi che, in
lui,
fu bens meravigliosa la
egli
forza
concretizza-
non fece che ridurre abbastanza tardi a idee letterarie i frutti d' una rivoluzione ormai giunta al suo vital compimento senza avere avuto il suo Dante, vero, ma avendo avuto, per, il suo Lutero. Volendo invertire i termini - non senza aspetto di paradosso - si potrebbe dire che la grandezza e la fortuna
ne
:
ma, in sostanza,
di
e dal dal
dopo
tanta
misurar di proposito
ma
che
potuto
anche
che
prima.
Certo
Lessing
finalmente scoperta
liberato
qualche
la
menda
nella figura
Lutero
l'aveva
dal
pericolo
sua ammirazione
La cosa mi
luterana,
di
di
Lessing
come quella
I
Dante
cristiana
sia
d'
forse
un pochino
posteriore
ai
pi.
Oiiindi,
littori
sebbene
Lessing
un
secolo
grandi
come
d'
un
dell" arte
(')
j
GBrcKKB
et esthtiques
en
Allema-
VI.
304
classica
liani,
i
CAPITOLO XIX.
prima
di tutto
l'
per
legittimi,
gli
Ita-
egli
rappresenta
come
sing.
soluzioni
e
Cartesio e Lesstorico
maggiore
l'
della
critica
conchiudeva
fruttifero
opera
sua.
Lessing
egli dice
- riconosceva qui un
Francesi e che
essi,
campo
erano
di lavoro. Egli
cui
gi
arrivati
per
ciechi
il
ammiratori
:
del
proprio
successo, credevano
mondo
ricostruire in senso
moderno
magnificamente
avverato
come
tetto e
focolare
di
una
la
letteratura
(').
letteratura
il
ap-
punto perch
egli cercava di
veder fondo -
il
Su questa prima
il
visibile
Borinski ter-
su questo
egli
reno
lo
il
abbia
ne
(').
leggendo
Lessing,
seguendolo
in
certe
capitava
di giudicare,
si
gode, qua e
l,
d'
una
riflessa
non meno che francesi. Ma, pi che una nozione precisa di ci che quel tempo fu, rimane il desiderio di conoscere da presso ci che dovette essere, e certo la lettura di Lessing, non meno che una facile intuizione personale, avvalor, in uomini germanici come Goethe, il sentimento divinatorio che, nella storia di quel moto incomitaliani
si
come
II' i-
(') Dk Karl Boeinski Die Poetik der Renaissance und der litterariscten Kritik in Deutschland (Berlin 1886) p. 384.
:
die
Anfixjc
()
p.
11-12.
305
tedesca
der
(')
non
se-
esisteva.
difatti
non
esiste,
se si pretende
di
trovarla in
un
progressione di idee
tati critici del
se
non
si
ha
la
pazienza di cercare
nei trat-
tempo,
fatti
r idea
ribelle
una conoscenza
lingua
precisa.
cos
Ma,
il
come
Lutero
scopr, senza
cercarla,
la
tedesca,
l'
aria
di disdegnarla
onde
il
rigoglio rapido e
vasto
poi.
eh' essa
prese
non
del
tempo
un'idea del delirio che s'era impossessato dei cervelli all'apparire dei
primi
libri > scrisse
Wagner
(*)
ardita e vasta
ed
H
se
la
nazione non
si
scosse profonda-
mente
Al moto
dei
professori
>
(*).
Ma, poich
ora
per
anche
e alle conchiusioni di
ria del
fetti
un
altro.
Mi valgo quindi
Borinski
soliti di-
teutonici, aggravati
son com-
pensati da
s.
Non
gli
un raro acume, da una competenza notevole e sicura di si pu disconoscere il merito d' aver veduto con chia-
(*) Herder: Abhandlungen und Briefe tiber seh'ne Liferatur und Kunst (Smmtliche Werke 12, V.) p. 287. Q) Wagseb Beethoven, trad. di A. MaldoUi (Mantova 1915) p. 105. (3) Lodovico Geiger Rinascimento e umanesimo in Italia e in Oermana, trad. Valanga (Milano Yallardi 1891) p. 426.
:
:
ToFFxiKY.
La
21
306
CAPITOLO XIX.
la
sua
forza
dal-
movimento
ideale della
riforma, d' a~
contrasto latente,
ma
Ond'
io
mi ripersuado che
portato,
1'
mia,
il
formarsi
dei
pu aver
non per merito mio, ma per merito dell'argomento, a colmare una lacuna notevole nel campo dei nostri studi. Penso pure che, se il Borinski, per la conoscenza delle idee italiane, non avesse
lavorato, di necessit, su troppo scarsi documenti, quindi a orecchio
l'
frutto
quel con-
due
stirpi risultarne
pi vivo.
essermi affidato ad
altri
sia
ormai tanto vecchio. Vien fatto di domandarsi per se questo metodo germanico sosteneva e dimostrava che, per arrivare a Goethe,
bisognava proprio
sforzi incomposti
rifarsi
dalla
ribellione
errori,
Eoma
perch
nei
suoi
al
primi
e nei suoi
stessi
mai,
metodo
latino
non
venuto in
mente
Manzoni
parallela e contraria?
Vedere se non
ci
fosse in
questi
altrettanto
una
certa
tendenza ad arrivare
le
al
Manzoni e
Balzac attraverso
idee di Goethe.
Il
Lessing e a controllare
le
che non mi par colpa del metodo tedesco che, se mai, avrebbe dovuto insegnare a
tare,
con
con
la sua,
ma,
il
piuttosto,
dello spirito.
Quando
farsi
critico,
l'
si
d' Aristotele,
all'
umanesimo
del
Germania.
Stretto
imitazione
metrici
nostro,
trattatelli
senza
di
pretese
tal
il
Gregorio
Herin-
burg
(')
che, sulla
(')
Geiger
307
delle
api,
essere di raccogliere
qua
e l dai classici
alla
maniera
ma
che
Ma
come reminiscenze
di riforma
:
e residui
e,
del
Medio
Evo
piuttosto
che
come prodromi
di simili
in quel tempo,
poi,
non
difficile
trovarne
anche
l,
un
sigente
il
da
contro F umanesimo.
che, sotto
l'
impulso
in
della Riforma, le
caddero
disuso
Mentre
e tutto
movimento apMinturno) ;
superficiale
il
diretto
(tipo
in
Germania
il
da un umamovi-
nesimo
e,
cui interesse
in quel
mancare
di
una vera
aristocrazia
intellettuale,
< Quanto gli studi poetici si ri- nota il Borinski - (*) illustra una lunga refazione di Melantone a una Oratio de Arte Poetica > di un tal lagister Zacharias Ortus di "Wittemberg (1558) in cui la poesia non < Vero nunc est aetas ricordata nemmeno con una parola illa irea lamenta Titus Ameibac nella prefazione a un commentario sulF Ars poetica di Orazio * Questo vale anche per il contegno
mento
fu di necessit democratico.
di
Lutero rispetto
alla
letteratura.
rinascimento,
sentire
la
e forse
troppo
colto
per non
tradizione
quella
un
cos
audace
pensiero:
ma
pace la letteratura. Si
quel suo disprezzo di
arcistolto.
non accorgersi che una riforma della reconcepiva, avrebbe finito col non lasciare in pu dire che egli non se ne occup: a parte
Aristotele
(lo
chiamava
mentitore,
ridicolo,
naro, ricchezze e
tempo da perdere,
un maligno
il
un mi-
e per
dittatore
del
classicismo
(')
Op.
cit.
p. 23, nota 2.
p.
(*)
Grvckeh
21.
308
vedete
CAPITOLO XIX.
che
non
e'
male)
si
pu
studio
dire
del
che
egli
greco
Omero,
ma
:
per leggere
si
la Bibbia.
rerie polemiche,
ricavano certe
dichiarazioni
assai in-
teressanti
i
che
riferiscono di lui
riluttanza
di
Vangelo
che
ai
Giuditta e
di Tobia,
osserv
avrebbe potuto
essere
eine gute,
gottselige
eine fein
i
liebliche,
comdien
complemento
quello fra
modo
di vedere.
Paolo Kebhuhn,
il
ricetra-
come molta
Non
misurata
luoghi
pi
ampia-
perch
le
il
mio informatore,
certo
che ne
e
riferite
:
ha n
ben
in
importanza,
si
avrebbe
trovate
si
questo caso
letteratura.
disinteress quasi
il
della
Ma
primo
le
ad
affermare
di
r essenza
conosciuto
fatto
analogie
Borinski avesse
della
catarsi
quel
lungo
sforzo
di
cristianizzazione
dagli
Italiani,
avrebbe
potuto
dedurne
qualche
Lutero.
altra
con-
Ma
lode am-
ma
a
incitava
suoi
libri
pareva
brillare.
Basta
questo
dimostrare
il
la
Vecchio Teosservato
di
il
Nuovo. L'abbiamo
il
prendete
il
libro di
(l'
Giobbe
togliete a quello
senso cristiano
(')
Bjrinski op.
cit.
p.
24-25
p. 45.
309
sua
pi u
tarsi
:
meno che
Giobbe sar
la tragedia classica
greca con la
pagana caparl
fratello
di
Edipo,
tra
i
nostri umanisti,
si
della
ma
con
tutt' altro
spirito:
alle
non
la si
poteva accettare, n
dis-
conoscerla
rito del
si
Nuovo Testamento
gli
elementi
applica ad esso
il
libero
esame
Ricordate quella
di
permetteva bens
riconoscere
il
Rivelazione,
ma
gli faceva
mondo,
intel-
una
un suo
tali,
fosco natu-
ma
l'
umano bastava da
male?
e del
bene -
come
l'
oscura minaccia d* un
umani,
al di l delle
ma
senza
angustie e
senza
nella
propria sorte.
si
idea
delle
sette generazioni
la
per
cui
propaga
colpa e
in cui
> attarda
rivelazione - con-
tendenza a considerare
ebraica
come modello
della
greca,
non era
superficiale
ma
in
apparenza,
la
si
disin-
trasformazione
una
delle pi
di
superbe idee
lo
della
spirito
Gerger-
mania
moderna.
su
Si
trattava
allora
ricostruire
manico
della Bibbia e
di
adoperar
Non
310
da
altro che
CAPITOLO XIX.
altrimenti
da qua, quella tesi del germanesimo moderno, la quale non avrebbe alcun addentellato storico e logico, che i
Tedeschi, e
non
eh'
mano
ne
fece
(');
ma
il
ebbe per
Mommsen,
greco-germanica,
scoperse che
due
soli
Cesare
e Siila,
Eppure anche
(*).
il
modo
di sentire del
Mommsen
dunque
probabile che le
scarse
ed
esoteriche
allusioni alla
stato facile
n prudente,
allora,
essere
frutto,
non seme
cultura
umanistica
il
disin-
Per questo
Francia
la
il
pi.
sovrap-
una
e
ben
definita
da
Vienna,
affluissero
sempre
le correnti
dell' italianesimo,
le
;
comuniper una
il
qualche parentela di
- ormai pi di
fascino, infine
lotte religiose,
per
il
Roma
- esercitava su studenti
cavalieri,
per
il
(ma
di questo
al
argomento
Borinski)
lascio la
responsabilit
all'a-
una
letteratura
(')
('^)
Heine
Oemta
eap. II.
Per chi
ellenismo
i
h\
moderni dolio
spirito antico,
presso
romantici lu-
terani e
nostri,
bello e del
(^)
buono
non male ricordare almeno un pensiero del Del bello p. 555 (Firenze 1853).
Gioberti: Drl
p. 46.
311
la gi'aude
inge-
la
guerra
te-
miglior letteratura
e
pi
consapevoli
prescindere dai
soliti
in suolo tedesco
d'un classicismo
si
suol rappresentare nella figura di Martino Opitz, nato nella Slesia nel
1597.
un Tasso, un
ispira
il
superbo
e in
simile
in
in
teoria
welcher
alle ihre
eigenschafft
und zuegehr
(*).
erzehlet,
i
aussgefuhret wird
soliti nostri
maggior
il
De contemptu
linguae teutonicae .
Tuttavia
un semplice
un sentimento
riconnette a que-
religioso, egli
riforma
si
dimostrano a que-
altro assaggio.
Non
umanesimo
il
d' oltr'
vagantes
non caratterizza
affatto
vuole,
il
ma
per
Nord-Deutschland, finch arriv a Leida dove, imbattutosi nel grande umanista olandese Daniele Hensius, fu indirizzato da lui nella
carriera
poetica.
genio
differenziatore
delle
stirpi
europee, cos
facile
pu ridere
all'
Taine
ma
la mosaicit psicologia
dell'Europa un
fatto innegabile)
ha
e
ri-
servato
Olanda
del
germanesimo
di
come una
un poco
forza capace
di
ma
famoso
calvi-
(')
P. 63-
312
nista Daniele
alla scuola di
allora, aiutato
CAPITOLO xrx.
Opitz.
Hensius
era
cresciuto
figlio
Institutiones
poeticae
storica,
per
essere
contrario,
(Ma
nell'
e'
teresse). L'
Hensius aveva
dove
e'
1611 un
De
tragoediae
di
constitutione
catarsi
gusto
;
anima o
lo spirito
ma
a Faust.
il
Borinski non
1'
Vi
si
derivata dalla
scuola
italica di Pitagora,
lasciati
da
si
banda
gli
scopre una
faceva
mediche
alle
quali
Pitagora
sue
da Ari(').
parole di lui
s'
Si
veda
identit
di
due fenomeni,
la
in-
siste nel
paragone
Fra
liberazione
dello
di
della
carne
dallo spirito
(')
cum maxime versetur haec Musa, finom itemmqne componat Aristoteles existimat, Affectns
Quos ut
oxcitat in animo, item
Misericordia et Horror.
scnsim efferentes
sese dejjrimit,
quemadmodum
oportet, et in
ordinem
sic cogit.
quam
est. i'y-
quandam
qua affoctus qui sunt perturmoro medicorum praomittere purgationem solobat sensus qui cum intellectu bationes animi ac tempostatos sensuum tollerentur pugnavit, vel ab eius ianctione separari vel componi placide ac sedari possot hominem enm sensu et mente privatum plantis, mento sola, brutis, afifectis no pcrturbationibus quae rationi reluctantur, Deo esse similem aiebat . Danielis. Hensii. De tragoediae constitutione (Amsterdam 1611) p. 9-10.
:
:
313
gli
uni e gli
altri,
in
sostanza, sentirono la
sottile
si
menzione,
non
foss' altro
ch'ebbe tra
moderni.
Una
riferisca a
un
effetto
medico, come
ri-
alla
lettera: e bisogna
conoscere in lui
cenno non
risulta).
si
un fortunato precursore. (A meno che un tale actrovi prima in qualche altro di quel tempo a me non
:
Non dunque
al sole d'Italia,
come Erasmo,
era
;
venuto
ri-
suo luterano
disdegno per
il
originalit che si
il
suo
Tasso. Ricordo
Die Tugend
anti luterani
che specchio di
quel
mondo
non
fa
fieri
dove
la gentilezza cristiana
pi capolino. Die
Ma
e' era,
si
concretasse in idee,
:
a impedirlo,
ombra
del che
il
Borinski
fatto
ivi
il
grande maestro
si
tace.
Allora
Opitz mette in disparte le chimeriche limitazioni introdotte dall'aristotelismo cattolico, e trova che la
zione sociale dei personaggi,
commedia non consiste nella condinon nel fine e non nella materia - vi
il
1'
vizio e
effetto
il
delitto
come
nella tra-
ma
Wo
che
sue
qualdi
da
ist
die
komdie
Pu
:
darsi
faccia
attribuendogli, per
queste
ma
Borinski
:
cita volentieri
accanto
parole
mo-
(')
{Isiipzig
1834) voi.
II.
50.
(*)
cit.
314
ralistico
CAPITOLO XIX.
ma
e'
pi
alcun
filisteo
fabula docet
e si compiace di questo
amaro senso
Era poi
di
(*).
tanto nazionalista
Sicch, per quanto
si
la mitologia
pu ben
far da-
modo
con
di svolgersi
Anhalt
fon-
viaggio
in
Italia,
l'intenzione,
della Crusca,
intende, di riprodurre in
Germania
quell'
Accademia
acceso
con
r impresa
demia
vit
la
Accaatti-
ma
gli effetti
La sua
il
veramente
della
letteraria si
pu circoscrivere
di
1637 e
ben
quel
1650,
ca-
anno
rattere
che
d'una
ordinata
Era
tutta
animata da violento
classico
culto del vino che, fra noi, era piuttosto simbolo della poesia
figlia dell'
come
simspa-
entusiasmo,
si
modo punto
della
libert
bolico, testimoniava
con
suoi eccessi
un amore
valdo e sfrenato.
I soci si prefissero
ma
le
versioni
si
facevano
al testo
da
dalla
sagoma anarchica.
allora,
(Pu
questa
anche
via,
scoprissero
per
melodramma, prevenendo il nostro Rinuccini e indipendentemente da lui che, in ogni modo, vi arriv assai meno a caso). Anche fra costoro le questioni son le solite nostre: ma fa-
modo
di riferirle e
di trasformarle,
frequenti
()
id p.
87-88.
()
id p.
112.
315
Ecco
e
il
effetti
di questa
di
pagana
libert.
tra-
Liberata - Dietrich
l'
opera in genere
Adelischen, Rittermassigen.
sten
^ e,
Cavallieren,
Kgriegshelden,
und
ser vissuto in Italia in mezzo alla Tassosturm. Egli premette alFoa una dedica di grande interesse per noi. Che la violenta luterana anima sua e dei suoi colleghi fosse poco preparata a intendere il
1
cottile
tormento di quella
questa
tassesca,
cosa
chiara anche
focosi
senza la
di
timonianza di
a sono
prefazione:
frutto
di
ma
alcnni
pensieri
un semplice
In
effetto,
tale
incomprensione
sono
gi
di-
a critica?
una mentalit
rsa che si
sovrappone
il
con un calore
d'eb-
brezza. Ricordate
presentare
il
il
tale questione,
perch egli ha
invisibile, suscitano e
Si
suo ingresso trionfale, nella letteratura, con questa prosa che irride,
anche per
male.
il
Ma
come
se ogni tanto
il
il
pi illustre di questo
momento
disposta
il
conservatrice e
pii
alla
verso
le
questioni
ci,
uto
in Socrate,.
De
divina-
tone
di Cicerone
a cui
s'
inchinarono, del
resto,
un
po' accade-
(')
p.
120.
316
micamente,
i
CAPITOLO XIX.
nostri umanisti.
Ma non
e'
Buchner
un demon(
dagli
i
con
1'
dei
ma
fini
con d
e sta bene;
le
ma
da
Platone le parole
del
le
Fedro,
scristia
le
personalit
del
ci
demone
si
risolve
e
il
delle
meteore e noi
sentiamo dispost:
(*).
suo
contemporaneo Wallenstein
il
Di
aveva
cristianizzato
concetto del
demone
ispira-
Ora
si
pu convenire con
l'
la nostra
sttc
ispirazione poetica^
strada,
qualcosa di sovrapposto,
e,
anche,
magari,
che
contenuto
un
senti-
rendeva
pii
difficile
chiusioni, anche
quando fossero
state intraviste. Il
Buchner, invece,
quando non solo coi snger und verseniacher ma anche se la prende coi cantori d' amore senza amore e perfino col sed vita proba d Marziale. N ci fa meraviglia che egli arrivi a dare una maggiore concretezza all'idea gi avuta da Opitz, che i confini tra commedia
di partenza molto propizio per arrivarci,
move da un punto
e tragedia
tica
facili
non
mondo
Die
und Natur an commenta commosso il Borinski - non come teatro dello spirito limitato, ma come oggetto di scientifica investigazione giace il mondo innanzi al poeta * Si capisce che, a questo modo, il Buchner restasse pressoch indifferente davanti alla questione
Poeterei est nicht enger eingeschrnkt als die AVelt
(^).
ihr selbst
Cos -
(')
p.
138.
(-)
p.
140.
317
Il
alle
altre
affini.
poeta deve
d'onde?
si
solito
una cosa
Buchner.
Ma
questo, in fondo,
non
e' inte-
prendeva
la
il
classicismo
nel
mondo
che
fosse
consapevolezza
di chi lo rappresentava.
erano
capoai
come
risalisse
quella
preparazione
del
materiale germanico
ohe Lessing
si
trov a ordinare.
Anzi - a seguire
il
il
Borinski - questo
il
momento pi
felice e
pre-lessinghiano in
Germania, perch,
moda, minacciavano
il
progressivo
sviluppo
influssi favorivano,
con
gli
sviamenti,
all'
fraintendimenti di scrittori
italiani
francesi,
come avvenne
significante
catarsi
un pi famoso che
interpretava la
grammatico francese,
La Mesnadire,
la tragedia
non
due
raccontati a parole,
ma
;
sentimenti, essi venivano purgati dal loro soverchio, appunto col diletto
che se ne prova
che
si
altri (*).
da uno
trovare
moralista e
il
che
ci
si
fermi
il
Borinski non
l'avrebbe
se avesse conosciuti
:
precedenti
italici.
Dice per
esempio
l'
Harsdorffer
il
oppure
so-
C) P.
-^17.
318
stiene che
CAPITOLO XIX.
ci sia
bisogno di esplorare
(').
questo
mi pare marinismo puro, con le stesse contraddizioni del nostro. 11 marinismo, del resto, se non proprio avviamento a idee nuove, liberazione da quelle vecchie di sicuro.
e'
anche qui - e
cattolica, la
del tutto ?
dei
un'
e-
strema destra
pensieri
nostri
pi
come
il
dappertutto
morali
:
e,
davanti
al
Toiata
Maggi
immer bedacht sein, wie man bei dem leser Mitleiden, Furcht, Hoffnung, Verwunderung und dergleichen Kegungen erwecken mge (*).
A
si
lamentata
non
pi
(*).
un
tal
modo
Invece noi
idee
ci
raccapezziamo benissimo e
destra
1'
ci
dell'estrema
erano
pure
arrivate
e'
in
Germania
la
e qualche seguito
avevano trovato.
mano
che, nella
commedia,
si
tratta di
persone medie, e
ma
ma
:
poi consolato.
.si
Dapprima
l'
innocenza offesa e
.
iniquit
trionfa
risolve in bene
Parallelamente, quindi,
Il
un tiranno
....
primo non
in s
e
lo
si
deve sempre
tirsi
egli
pu
tornare
conver-
(*).
nostri
De Nores
citata
Germania. Accanto
al
:
due
veggo
li
accomuna
;
non voleva
sulla scena
il
buffone
sana
ro-
nare con questo, piuttosto che con Opitz e coi migliori della Frucht-
(') p.
218.
() p.
233.
(-)
p.
237.
Cj
p.
238.
319
della
pietisti
difensori
poesia
il
presen-
un volume
Opitz
di versi intitolato
Musa
sulla
professava seguace di
tanto
lui,
si
insisteva
nota
dell'
raccolse presto
mondo germanico. La stessa rapida e diffusa fama un mondo slegato e decentrato come quello, la riprova
quel sentimento. Pei suoi amici
vitalit di
il
Rist
divenne
presto
der
grsste
Dichter
>
das Theure
(').
Riistzeug
Gottes
der
riistige
().
11
re gli conferiva
un
titolo di
iea) lo
eretici.
all'inferno
il
con
gli
altri
classicismo
in
Ma,
realt,
la fierezza tedesca
come smania
del
d' ai
indipendenza
da Lutero,
la
vero progresso
delle
Luteraforza
nesimo era
culto
passioni
s'
come
come da noi
odiandosi,
r uno e
puritana,
rassomigliarono.
lui
fa
un
vuota
di
pensiero, che
di
turbolenze
;
sempre pi
al
paganesimo
e
da
lui
quell' illimitata
auto-compiacenza
che non
impulso
ma
cosifatti
p.
249.
(^)
id.
320
sione pi genuina,
si
CAPITOLO XIX.
per
il
Rist,
la poesia, se-
da
lui
come
un
il
('),
dermann
Gymnasium
di
Brandeburgo,
per
le
assegnava
complimenti
d'occasione
nozze,
nascite,
e naturale.
Non
si
ci si
deve rallegrare,
impicci in cui
ari-
Qualche
meno
leggera - scopre
il
la
quale, se
non
un
lessico tedesco.
Di pi
egli
sarebbe
il
primo
un
e ci
d modo
al
lo
Zezen e Cartesio.
una moda.
alla
Alla-
morte di Ludovico
alle
di
Anhalt,
perfino
e
s'
la
Frucht-
lusinghe
francesi
invernici
maniera
dell'
Hotel de Rambouillet.
il
Come non
secolo di Louis
della
XIV?
i
Ci
un male
e contribu a ritardare
il
progresso
poesia
nazio-
Tedeschi
si
prometteva,
con quei
^caratteri di facilit e
di
e seducente
un
politesse, la ragionevolezza,
pro-
Musa
teutonica,
siffatto
entravano
s'
nell'
anima tedesca
letteratura,
come
l'
influenza
francese
rimase
una
modn
l'ori-
una
parte,
soffoc
(>)
p.
258.
321
che virtualmente
vita
era gi morto.
al
Come avviene
al
pedagogismo,
moralismo,
teorica
concetto del gusto poi, che la Francia aveva cos immedesimato col
significato a
cose
ca-
perduto, divenne in
Germania
nome
titolo di
di poeta.
tendenza fu
Weise
il
non
Tedeschi
uno strumento
moralistici
fine
quella.
Tornarono cos
di
d
desiderato
^on
la felicit di tutti
personaggi.
Vero che
il
momento,
fedeli ai
ci
immuni
dall'in-
flusso francese,
come
del
modi
dramma
('),
i
C era
come
.
Andrea
fecero
Riaffer-
voleva
<
imparare
l'
dai Greci
prima
gli Italiani e
Francesi, cio
arte,
non
le regole >
mava anche
schaft, e
la
Opitz,
con
Buchner, con
Gresell-
uomini della
Fruchtbringende
l'
niera
tica,
quando affermava
Opitz
>.
non
solo
ma un
il
punto di partenza
momento
latina,
iu cui
'ivenute
sola,
me-
esima, e sospett,
ma
ome
schwche secondo
essi
non una
Tugend
filosofia e in letteratura,
A rappresentare questo
al
singo-
animo
si
lev allora
un uomo grande
quale tuttavia la
(')
p.
357.
ToFFANiN.
La
fine dell'
umanesimo,
'
22
322
CAPITOLO XIX.
Kommt
sieno
(')
mai
stati
Ma
la
lo spirito
tedesco,
il
dei Latini,
ma
po-
sua
rotta,
Strano destino di un
il
uomo
cui
del
che, per
momento
in
visse,
avrebbe
nazionale
indirizzatori
genio
predecessore
Lutero, a lui
rimase nella sua nazione poco meno che solitario e fu piuttosto inteso, riconosciuto e seguito dai Latini.
Per questo
fermarci con
perch, con
studio,
dobbiamo
che noi
lui, e
lui, ci
abbandonare
il
Borinski.
Il
che indispensabile
avverr di distinguere
:
confondemmo
e
Posto dalle contingenze della storia e da un carattere spassionato e sereno oltre ogni costume (non sembra
a cavaliere fra due
l'
figlio
mondi
opposti
anima
una capacit
di
campi
eb-
il
con
lui analogie
i
fronto fra
due popoli)
egli
ci
ap-
pare
intorno
che
restano.
Fu
moda
fran-
il
(')
(^)
il
p.
329.
ora, e mi pare cho possa interessare
il
:
Vedo
Farinelli
La
vita
un sogno
(ed.'
Bocca 1915)
127-162.
323
d'
opponeva
latino,
di
pensiero
che
ancor oggi,
d'ogni
il
un
atto d'accusa
scevro
ec-
ma
caso
di rivolgersi a lui.
nell'
religiosit latina di
un
Pascal
ma
quelle
si
smanie
pur
temprava
giustifi-
una
filosofia
capace di
carle e di glorificarle,
non
fossero che
un
trionfo della
brutalit
il
cristia-
<
Hs sont
ordinaire-
ment trop drangs par les soins de qui ne les frappent point d'abord >
con cartesiana espressione
ch
gli
:
la
('),
e cartesiano
Inghilterra
il
camminare con diverso sentimento civilt e del progresso. Cos, quando gli giunse dal Saggio sull' intendimento umano > del Locke dove,
si
potesse
il
materialismo, Leibniz,
del
di Cartesio,
ossia
pensiero
latino,
monumento
europee
tuale e morale.
al pensiero,
Non
tutte
soltanto
le
:
Locke e Malebranche
che
stanno davanti
ma
e,
tendenze
possono
ormai
le giu-
pensiero
le
lo spirito, lo
rende soltanto
pii
umano
e pi coerente.
latino,
Ed
ecco,
un atto di fede e il fenomeno un continuo miracolo ? Non e' era bisogno. in Leibniz, quei rapporti fra anima e corpo, localizzati e
(')
Nouveaux
essais sur
V entendement humain
1.
HI
p.
304
(ed.
Flam-
324
CAPITOLO XIX.
e,
da Malebranche, nel
accessibili
facili
umanamente
un
nella
insensibili,
dove
quel
risolto in
fluido naturale.
Sono
delle
delle
apercezioni
scono
il
il
universo,
sua possibile
l'
simpatia
con
le cose.
L'
anima ancora
quell'
sempre
la regina e
amin-
al contatto
ne resta spiegata
armonia prestabilita
di essi, e
supplisce all'in-
il
tedesco cervello di
l'
indi-
pendenza
dell'
anima
ridava
un senso
al
buon
le
senso
delle
cause
cose in Dio.
sa-
preparava, senza
quand'essi
per ridonare
possibile
faranno a scuotere
il
necessit
solo
cui
un
Sono
fanno che
ci
sia
un rapporto
i
fra
movi-
menti nei corpi che a quelle corrispondono. Queste qualit sono bens
dell'
anima e non
Dio non
le
non a
e
questi,
ri-
ma
percezioni
loro
og-
quale non
fi
nulla
senz'armonia
senza ragione. Ma, con questo, era tanto lontano dal voler intiepidire
la fede nell' eterna battaglia fra
l'
anima
il
corpo,
che,
1'
contro
acume
del
soci della
Fruchtbringende Gesellschaft,
mone
dallo
scru-
325
les
si
triomphes
duole che,
da una
tal
come
egli
come
la
ma
di
la
nel
quale
il
riconoscer
secoli
come
le basi
che
lui
preparano.
chi
altro
parlare
cotali
se
non
di
quando,
se
la
chiudendo
prende
et
sua
quei
ntro
esprits
s'
forts
con
pu rampogna mauvais
l'
quitistes qui
runion
de
me
seni
Tocan de
tait
la
Divinit, notion
peut-tre,
mon
systrae
bien
voir
l'impossibilit?
Si
quievita
tismo
(tanto era
intensa
in
gli
lui,
quasi giansenisticamente,
spiriti forti
chiamano moto e
libert.
ombra
di
Spinoza
si
riaffaccia
pagine
di
questo libro e contro di essa egli non conosce che un' arma: la chiarezza latina. Guai ad abbandonare le
rive
dell'evidenza
!
dualistica
dottori
delle
astrazioni
monistiche
Questi
dagli
ignodi
spine in cui
l'oscurit
di oscu-
pu
dell'uomo:
Ma
eterne
e,
momento perch
ci
sono
parole
per
la
Mentre
la
moda
compresso germanesimo
tiranno
Con
il
la ragione,
tentando
di
occuparla e
di
sostituirvi
un'altra
tusiasmo.
ssibilit
F ensenza
Quella
ragione, concepita
alla
latina,
si
rivelava
()
p.
19.
f)
p. 20.
p.
291-2.
326
CAPITOLO XIX.
da Lutero,
quel
al
rico-
noscimento
d'
s stesso,
all'
affermazione di
un
di
mondo
e,
con
essi,
come
Ma,
nima con
tolto di
la
natura e
ormai lavorare
mezzo
e,
Leibniz, vivendo in
di
sorde
rivolte
d'in-
con
verit
sorprenindicarlo
:
avrebbe
potuto
io cito
Il
est
du
fte,
et
mme
de
je
si
beaux pour
tre
employs
la
En
effet,
il
si
raison par-
serait
inconnue aux
est
parler
contre la vrit
un enchanement de
vrits. C'est
de
la
ma
sapeva
per
bene
egli
sostituire
alla
ragione
umane
passioni
cosa che
pleta.
il
come a met,
si
com-
Perch
allora in poi in
consumo della parola entusiasmo che si fece da Germania non ha paragone se non con quello della
si
tra loro.
di
qua
moderna confupretesi
influssi
nostro romanticismo
sui
Madame de
Stael
and
in
Ger-
mania
stile
si
elhi
che
327
novit.
quell'altra: raison
Ed
di
entusiasmo di rinascita
il
momento era
ma
signifi-
Da
come voce
entusiasmo
dell'a-
benissimo
malinconia
e,
ed
ad
un
ma
La
i
tristezza dei
Sepolcri >
della
Legende des
sicles , di
Amore
e morte ^
modo
l'
entusiasmo dei
En-
di Novalis, dei
Monologhi
in
Schleiermacher
e anche del
lettivo.
Werter
onde
di Goethe;
ma
un
limiti naturali
il
l'
anima che
la
vede
libera, dalla
concezione di Cartesio.
la
loro entusiasmo.
Ma
sguardo
che
cosa
nome
del
dell'entusiasmo e
come
demone
il
platonico
in sentimento panico
aveva gi delineato
Germania
romanticismo,
enthousiasme - diss'egli le
comme
;
sophisme marque
proprement un exercice de
a une divinit en uous
:
Est
Deus
in nobis
lui
intrieurs,
les
de
serait
un
instinct
divin.
Mais
leiirs
l'
hommes
et
songes,
divin,
enthousiasme
de
commenca
signifier
un drglmeut
taient
frapps,
faisaient
d'
paratre
une
la
alination
s'
emparait
l'
eux,
comme
qui
Sybille
de
Cumes chez
Depuis on
attribu ceux
croient
sans
fondement que leurs mouvements viennent de Dieu. Nisus, chez le nime pote, se sentant pouss par je ne sais quelle irapulsion une
328
entreprise dangereuse,
ces termes pleins d'
CAPITOLO XIX.
il
propose
en
un doute raisonnable
dira cupido?
Il
ue
laisse pas
il
ne savait pas
se signaler
:
s' il
ves' il
nait de
Dieu ou
il
mais
avait russi,
n'aurait point
manqu de
s'en
autoriser
dans un
Les
les
croient recevoir
encore de
Dieu
dogmes qui
Questa
les clairent
,
(').
dell'entusiasmo,
del paganesimo.
Esso
del
non
cuore
altro
dell'ardore
vitale
umano
solo
piace a Leibniz di
sot-
penombra
di questa
uno
di quei
Romani che
ri-
abbia presentito
Cristianesimo, Virgilio
Medio Evo
i
noi.
E un
nostri
storici del
si
la latina ragione e
gere
Leibniz,
influenza
gonabile
all'
dar
forma
sue
critiche
e al suo spirito
tale si sentiva, e
non aveva
:
l'
esasperante senso
latini
Credeva
nella
vita
con
ingenuit tedesca e
Candide
Con
genza,
mosse dal
cuore
Luteranesimo adoratore
di cose e
la
()
p.
455-6.
329
blimatrice di anime, la
libert e
l'
obbedienza,
l'
immanenza
la
trascendenza.
Il
sommissione
pura
semplice; e
ci
loso,
come
quello
d'un cardinale
se
di Filippo II.
Ma, a ripensarci,
era
am-
Leibniz
non
di s stesso?
La
storia port
ottimi ar-
gomenti
Sturm-
und-drang,
grandi
rappresentanti
del luteranesimo,
come Klopstok,
espliciti.
ma
quanto
al
Conforme
alla
fichtiana teoria
come espressione
romanticismo
del
ger-
da quello che fu
(').
Tale
conto fecero
di
lui
suoi
(').
{})
Grccker
O
durante
Uno
la
form
d' attorno
di oggi quella
fra in-
torno a lui pare rivivere veramente quella dei suoi giorni quand' egli non riusc
a conciliare
due mondi.
CAPITOLO XX.
Il
germanesimo in Lessing
Sommario
I .
La polemica
-
di Leibniz era
ragione
sono sacre
pre cattiva
essa
gli
Non
stato
Conforme disposizione
sia
vero
di
significato
pagano
Lo
spirito della
il
Dramaturgia
di
Amburgo.
travisamento pietista
2. Mu-
dius al Corneille
La
-
tragedia
con esse
Caccia
la piet o la
riconcilia
vita irres'
sponsabile passione
Ironia verso
i
Cristianesimo tutto
Tedeschi
ac-
Greci
La moralit
della tragedia
interpretata seil
col Tutto.
3. Di qui nasco
-
di Mefistofele - Mofistofele
rappresentante del
Mefistofele
immanentismo spinoziano
s.
Faust
li
nega e
s'
si
Bauci e Filemone
compiuto
-
col panteistico timor di Dio, cio col sentimento dei suoi rapporti col Tutto
Sua
catarsi
Davanti
alla salvazione di
Faust
i
Mefistofele
gli
Scopro allora
angeli
La passione e
-
Mefisto-
([uelli
impedi
Il
Dio
4. Lessing
della
Italiani -
Sua soluzione
dagli
questione
rapporti
rilievo
fra
il
agitata
Suo
giusto
che
IL
GERMAXESIMO
Ds
LESSLS'.
E SEL V. ATTO
DEL FAUST
331
Accusa
di ipocrisia
anche maggiore per Gasparo Gozzi e gli Italiani mossa a questi dai Tedeschi - Accusa di cinismo mossa
soprat-
lui
come
la
base
d'
un
abbiamo gi
regno
del
so-
il
corpo,
fi^
il
la
diga della
glandola
pineale o della
rauza cerebrale, costui deificava la bruta natura e faceva della volont, della ragione e degli appetiti del
corpo una
stata
cosa
sola.
Fin
terra
spirito
umano
era
concepita
sulla
un mistero
di dolorosa
autonomia, in
conflitto,
il
quasi sempre,
libert in Dio.
Spinoza
ne fece
m'
le
espressione del
Gran
Tutto,
non
una
sintesi e
una sublimazione
del corpo
non
diede altro fine, n altro freno di bene e di male, che quello di una
panica conservazione. Se la nostra libert - come aspirazione ultranaturale e contrasto alla natura
-
un sogno,
<
noi
non
la
ci
propo-
crediamo
il
buona una
cosa,
la
per
fatto
bramiamo >. Dacch e' in noi, naturalmente, questo impulso verso il Gran Tutto, perch favoleggiare di un centro morale entro di noi che si chiami, col suo nome pi frequente, ragione? Le nostre passioni saranno alla
ohe ce la proponiamo,
vogliamo, la desideriamo,
impulso
l'
stro
amore saranno
la natura e le cose.
doleva
ma
aveva
torto,
secondo Spinoza
perch
le passioni
ci
in-
uadrano nei paradigmi del Gran Tutto prima delle idee, e queste,
332
sopravvenendo poi come
CAPITOLO XX.
effetto,
regolarsi
sulla
pri-
quelle.
Per questo,
con
la ragione^
;
in conflitto
le passioni
ossia
a tutte
quelle
determinati
essere
da una
passione,
dalla ra-
possiamo, indipendentemente
essa,
determinati
gione
(').
i
Molti sono
Spinoza da
cotali
proposios-
come
nella loro
satura: e
li
ritroveremo in Lessing.
importa co-
sentir confermata
inquietudine latina e la
:
d'
e cos
sublima,
ma
vi
lato.
Se
unica realt
la vita coi
suoi
che ce
ne allontana, e ce ne
disgusto e la mancanza,
male e imperfezione.
La
gioia
La
tristezza
il
trapasso
delil
Dunque
de-
il
ripu-
culcazione,
r amore
imperfezione, o
Gran
Tutto.
La malinconia
sempre
agli antipodi
mai
si
di
vedere,
che
io
sappia,
come
;
il
presentasse al
lume
di
queste idee
ma
Se
e
le nostre passioni
comoda legge
di
conservazione, so
piet
un
male,
(')
()
(Ist.
ed.
Lombardo)
p.
238.
301.
IL
333
possa disanimarci da quelle e dall' amore dei beni terreni, se Y Araor Dei intellectualis
non
pi
amore
ci
sublima oltre
gli istinti,
ma
Ita-
come
nebbia, e
ci rester
uno
stato
d'animo
propizio a
risentire
Come
parole, per
l'
assoluta indifreligiose
la
bene massimo e
quale
di
finalit
suprema
tentata a
mente umana,
in
let-
profana la
sarebbe
ribelle
riconoscere,
quel
Noi
si
diceva soltanto
al
modo
di
pensare,
di
so-
ituendo magari
oiiso,
pathos
spinoziano,
un tono
buon
quella so-
fondatore della letteratura tedesca, credo che, smessa ogni albagia nazionale, gli
si
merito:
ch'egli,
dopo
al-
meno due
secoli di sviamenti e di
confusioni pi o
meno consapecome
greca secondo
il
maturgia di
in pagina.
Amburgo
,
e vedrete chiarirsi
questa verit
di
pagina
ome
e
si
immagine
un
teatro na;
zionale,
e'
prima ancora che alcun capolavoro tedesco ne desse l' idea anche della meraviglia che, con una cos progredita autointellettuale e morale, quel capolavoro
nomia
In
i
non
Amburgo
sorge
l'
idea d'
un
l'
idea
e' ,
ma
adattarsi a
una rudi-
moda predomina ancora. Lessing, incaricato di soprintendere a quel Jiobile sforzo, commenta con le sue chiose di giornalista le serate
334
amburghesi e scopre
il
CAPITOLO XX,
fa
passare ognuna di
il
Per
chi
s'
nostre, eh' io
di
:
mi
Amio
mi
fon-
questioni
Ahim
in responsabile, al
primo
reo, bisogna
domandare
Il
la testa
del
si
pius
salva^
primo, forse,
nimo
modi, anche
il
pensiero degli
fatto
antichi pur
catarsi che
di fuori. Cos
;
aveva
con la
non era
ma
di
ne aveva
vera
di tanto in-
metus
una specie
religio >
che
tamquam
crudeles tyrannos
l'
Ma
che
il
pius Madius,
Com'
possibile
bandire
la
paura e
la piet,
due
approvata
dagli
dell'edificio
si
critico-aristotelico.
ma
hanno
serve a generalizzare e
la tragedia
non purga
:
il
l'
terrore
odio,
il
e la piet,
ma
sentimenti che
;
li
ispirati
cio
la
quelli,
pro-
Su questa
strada antipagana fu
Italiani
abbiamo
visti.
tanto travisamento,
non
e,
avrebbe risparmiato,
credo,
un quarto
gli
ef-
d'ora di celebrit:
fetti
certo,
quando
si
trov a considerarne
nei Francesi e
nel massimo
IL
335
avrebbero avuto un bersaglio storicamente pi ampio. Per suo bersaglio egli scelse, invece, le parole di Corneille, nel secondo discorso
-ulla tragedia, perfettamente corrispondenti a quelle del
pitie d'
neille,
Madius. La
dit
un malheur o nous voyons tomber nos semblables, nous porte la crainte d' un pareli pour nous cette
:
Cor-
crainte,
et
au dsir de
l'
evitar:
et
ce dsir, purger,
la
moderer,
rectifier,
malheur
les
par
cette
raison
il
comfaut
:
Lessing
gli
ci
intorno le pi
matte risate
se,
da duecento anni,
in questo
ci
di sentire
suo,
modo trova un
di purecci-
controsenso.
Ma
lo
vedete!
le
La
scopo
gare e reprimere
tarle, 0,
passioni,
per
meno, di giustificarle
Ma
<{uel
contrario di
peccaminose passioni,
ma
ci
purga proprio
paura
ma
che,
umana? Povero
Corneille,
pofa
lo
scrive Lessing
egli
paura
:
passioni
ma
pu
essere
l'
opi-
modo,
si
verrebbe a purgare
col-
invidia,
l'
ambizione,
s'
l'
una o
purga-
ma
(*).
zione la piet e la
paura
si
buon Maggi)
il
quale volle
(')
Lessixg:
Drammaturgie de Hambourg
(Trad. de
Suckau
Paris 1883)
362.
() Id.
p.
363.
)36
CAPITOLO XX.
come
se volesse dire
presentate
Lessing
-.
Di
modo
dell'
che,
curiosit,
amore,
dovrebbe
purla
il
nostro
amore,
cos
non mai venuto in mente ad Aristotele! quei signori hanno buon giuoco: la loro imaginazione trasci
essi
si
Ma
prendono
senso,
lo
slancio
un qualche Sancio
dall' alto
buon
che
li
ri-
chiami
non
Aprir
gli occhi
si
rife-
piet e alla paura che, appunto, sono state menzionate nel contesto
Ma e'
Per
non totwv ?
fare
un
dispetto ai Latini,
all'
si
cato pi assoluto
dev' essere
completa e senza
to'-otcov
le parole precise
- egli adopera
lo fa
sol-
sentimenti
solo
l'inquietudine
ancora, ogni
inquietudine analoga
un male
presente o
un
del
male passato;
lo
scompiglio,
tristexxa, o altri
sentimenti
la
significato
generale
la piet e
paura
paura
:
la piet e la
ma
Errore
di
grammatica
secoli, dir
il
Ma
umanisti
italiani e
francesi? Si che
il
insegnato Lutero;
di
ribel-
(')
p.
.%l.
IL
337
s'
esprimeva in
una glorificazione
nella catarsi, e
della vita
come spiegazione
il
di s stessa e giustifica-
zione delle sue passioni, e delle sue colpe, venne a urtare, con Leasing,
ne fece movere
via dialettica,
il
stanza)
positivista Locke,
lui piace,
danna come a
zio,
ma
non
e'
rapporto di sorta.
La
vita
una e
1'
altro,
utilitarizzate le virt.
si riferisca
suo
intelletto
s'
che con
questo
della vita
con
la vita a
scintilla del
un
La sua
ci
una sghignazzata
al
alle
Non
iniquo e che
sia
suo cuore:
atto alla
stesse
passioni - e
sgomento degli
esse!
con
fini
he
si
antichi
preferivano
anzi
miti-
irarlo
quando uno
che attribuire
il
una
divinit venlibero,
una macchina, piuttosto che arrestarsi su questo orribile pensiero che r uomo naturalmente capace di una simile perversit ('). Cos pensavano i Greci. E i Tedeschi di Lutero ? Lo stesso. Quest'
anzi una specie di ritornello nelle chiose lessinghiane di
'<
poeta
non deve
esser
cos
iiettere
che un
uomo
possa volere
male per
male:
che
egli
iQSsa agire in
ia
norma a
intimo e davanti
agli
altri
(')
(')
p.
344.
O
La
fine
p. 15.
,
ToFFAXiN.
dell'umanesimo.
23
338
si
CAPITOLO XX.
d'
uno dei
tanti
drammi
distinti,
italiani.
Quindi FiXeo? xal tp^oq non sono due sentiCorneille, tanto da credere
menti
che
almeno uno;
ma
sono
cos
le-
come
sistema
della
la piet senza
un
integrante senso
di paura,
aristo-
se
non
sterile filantropia?
(Onde
la
corollari
telici intesi
sta).
ad avvicinare
la nostra
suscita in noi?
Cito la precise parole di Lessing
:
Se Aristotele non
si
fosse
le
pu
ri-
aggiunta
paura
{^^oq)
e senza dubbio
egli
se
la
sarebbe
lui.
Ma
egli
devono
essere
:
pur-
mezzo
e,
a quesebfuori,
Perch,
non possa
e'
n a
paura
teatro,
sia
un
ingre-
non
un elemento
la
della
a tragedia
finita,
piet cessa, e
non
sentimenti in
un male
ha
al
eccitato la
nostra
piet.
Noi
portiamo
ingre-
e,
modo
serv
come
diente della piet, a purgare in noi la piet, essa serve ora, in quanto
so
stessa, a purgarsi
:
di
per so stessa
(')
Lo svolgimento
detta catarsi?
un
po' imbrogliato
la
ma
il
concetto chiaro.
in
un'immoralit?
Oh no!
moralissima cosa,
ma
tanto fuori dell'orbita delle idee seguite fin qui, che, a prima giunta,
non
ci
accorgiamo che
ci
sia.
Invece Lessing
la
riconosce benissimo
gli
manca
375.
il
medesimo pathos
religioso.
() p.
IL
339
La
frase
vecchia, di
forma,
(luelle
ma
di significato nuovissimo.
il
Non
si tratta
pi di combattere
sostituendo^
insomma,
della carit;
ti
si tratta
di
trovare
te,
mezzo che
rende padrone di
nella
immune da
rimorsi e da
rimpianti,
anche
un
certo timor di
Dio.
il
ogni
virti
La
tra-
gedia deve dunque, per mutare la nostra piet in virt, purgarsi dai
quali
si
La
piet,
nella tragedia,
non deve'
ma anche
nella
l'
La paura,
tragedi
purgare
animo
dalla sorte,
ma
anche
quello dell'
verisimile,
uomo
si
meno
V anima che
paura
si
sbanda verso
rispetto
alla
troppo e
(').
il
troppo
poco;
cos
della
per
piet
Ed
e
veramente questo
il
affatto
uomo
a fare
il
bene,
ma
compagine del
tutto,
unica
for-
ma morale
Dio identico
quale
la
all' a-
per
il
moralit
del-
timor di
Di qui - proprio
tizza,
di
qui - nacque
il
quinto
atto
del
Faust,
Goethe vi
isola e
drammateorica,
movendo, come in
tutto
il
Faust, da
una concezione
prima espres-
(')
p. 365.
(-2)
Id.
340
sione critica.
fatta del
CAPITOLO XX.
La
non
altro
che
la dis-
mondo
Faust
si
un
Dio;
ul-
timo
delitto
compiuto con
un
certo
spinoziano
timor
di
il
di
salvazione,
cattolico
pur
scene,,
perch
commento a ci che sia la coscienza germanica panteista chiarita da Lessing, non si potrebbe avere che dal suo poeta. Voi vedrete che non a caso Mefistofele veste cocolla, perch egli frate,
e,
del diavolo,
ha sopratutto
tradizionali
(i
nella
fantasia
reli-
giosa del
popolo);
del
la
Alaggi.
trage-
terminando
col
trionfo
di
questo,
un
implicito
trionfo del
germanesimo.
le vaste
possessioni
quale
credette
sfrena-
di rapirlo
a Dio,
i
conducendolo
tutte
il
tamente per
regni
le
incitandone
le
passioni,
aprendogli tutte
statore passeggia
Ma
mentre
vecchio conqui-
per
le
quella
campana
dei
- Bauci e
e'
di tigli,
gli
hanno
il
in-
che
depone
ai piedi
trionfi.
L'illuso Mefistofele
germoglino
susurrargli
il
il
rimorso e
la salvezza e,
si
china a
Alla
entriamo
nel
una
ventina....
|
una nave
Poca gente ma ardita: ora si prende un cio bisogna non fermarsi a sottoporre al vache
si
conquista
un pesce quanto
di
una nave]
e,
quando
si
arriva ad averne
le
IL
GERMANESMO
IN IJSSING
NEI. V.
341
quinta
tre,
la
quarta
!
ti
viene in
si
mano
facilmente:
in
quanto
il
alla
purch
il
diritto.
Non
di
si
domanda
il
perch e
come.
il
Non
na-
vigazione, se la guerra,
commercio,
il
meno che
1'
<
Perch accigliato
Oh no
quel
pro-
questo
punto,
rompe. Tanto
lai
si
cordis, che si
cava
cuore
l'
ultimo
Mi assolutamente
Bisognerebbe
quei
tigli
impossibile -
che
quei
due vecposla
laggii si allontanassero:
vorrei
per la
mia residenil
za
sesso del
vista,
mondo.
il
Vorrei,
perch
nulla
all'
ingiro
m'impedisse
appiccar
un
con
quanto ho
>
fatto
un
solo
sguardo abbracciare
il
polando
immensi domini
(*).
(Si badi
Faust contrappone
al fastidio della
ri-
-accesso considerato
come un capolavoro
dello spirito
umano,
fosse
dell'
siderio di
mostra
cos lontano
da Dio,
lo lascio
:
gli
ri-
disse:
Te
durante la
affatto
mefistofelicamente
sponde a Faust
la
il
naturale che
?
un
campana noioso
e ripugnante.
la
quel maledetto
atmosfera
della
Un don din
era,
si
dirin
serena
epoltura,
come
se fra din e
inutile >
d(m
(*)
tutta
un sogno vano ed
(')
()
III.
342
prio cos)
('),
CAPITOLO XX.
E, intanto,
s'
affretta a eseguir
l'
ordine non
appicca
dimentiil
di delitto.
Non
solo
fuoco
un magnifico belvedere
li
si
rispar-
ma
fenderli, ne butta
selva,
depone
sul-
r anima
di Faust
V epilogo
Difatti subito
di
Faust
ca-
come
Al
letto
non ha
mondo
la Colpa, la
Penuria, la Miseria,
l'
Affanno.
Ma
quattro fan-
innanzi
(per
ad
essa
al-
mefistofelico
rispetto
l'anima
Goethe).
infatti le tre
Dicono
prime
Quando un uomo
arrivato
Ma
le tre
prime dicono:
tre)
{A
l'
o-
spite ce l'apra.
non vogliamo andar dentro. La penuria: Ricco? L dentro io non sarei che un vuoto fanricco,
Qui abita un
tasma.
La. colpa:
[come riconoscimento
l'
legale del
male commesso]. Io
uomo
La
miseria
[come sconcertante
e minaccioso
spettacolo
dell' in-
digenza altrui].
L'uomo amico
.
orrore lo
sguardo da
me
meno
s'
visibile, rinunla
si
vede,
ma
a cui
appiglia e
s'
appella
(*)
Cfr.
BoKGESE
La
stesso
Goethe per
lo scorante
suono
delle
campane.
IL
GERMAXESnrO
IN LESSDfG
343
la
buona fede
del
mondo, quando
:
delle
prime
tre
non pu riconovarcare
Voi,
sorclle,
non
potete
certamente
s'insinua
nell'animo
di
Faust,
dalla
e,
e vi
co-
allora,
impegna
tra
l'
Affanno,
il
figlio
panteista di quello
contrasto d'
una scena
tra
le
pi
espressive
Faust
Ol,
:
e'
qualcheduno >
>
L' AFFAN'NO
Precisamente
Faust:
<
L'affanno
:
Sono
via di
io .
Faust
Va
qua
>
(E
difatti si
Ai attribuisce
L' affan"no
Se
al
il
l'
messo sommesso
quanto
sia
pensiero:
cangiando spesso
forma, dimostro
grande
mio
potere.
Cupo
al vostro fianco;
in co-
l'uomo mi ha maledetto,
lo
Xon
oltre
nella
strada
intraprasa
Io percorsi
il
mondo
intero, soddisfacendo
miei tanti
tutto
quanto
ini
da me
respinto e disprezzato:
sfuggir ini
desiderio,
di
maio
tutto ci che
trattenere. Il
l'azione,
florida,
poi ancora
il
mia
vita. Allora
essa
era
capace di soddisfare
'
terra
so pure che
che cerca
la luce
con
le
le
ciglia
offese,
il
che
si
tormenta e sogna
il
nubi, oltre
sole!
Insen-
344
sato! Tolga muta per il
egli lo
CAPITOLO XX.
sguardo intorno e
si
saggio.
egli lo
il
Perch vuol
vuoto?
Ci
che egli
sa,
cos durante
vita, e, la
sereno degli
spiriti vaganti,
meravigliar-
dolore: lui
anticipatamente condannati.
(Posti cos a fronte
l'
Affanno non
s'
intendi
dono
pii.
credette pi forte,
d' udirsi
queir impeto
basta, esci
!
gridare da Faust
Basta,
crollare
quello
neir Averne).
L' APPANNO
presto ?
che fare
devo
io
nare
pii
bra perplesso.
cammimi semsi
l'
abisso
spalanca dinanzi a
vede
il
male che
:
respiro gli
in
manca
nella
non sa
la
non pu
ancora.
dire
se,
questo
il
martirio,
lo
r animo
suo
dispera o crede
libert,
e,
L' indolenza,
rimorso,
stento, la schiavit,
risveglio;
egli
si
cos
vedr
.
!
dunque
sciagure
?
fatai
destino
che
de-
umana? che
perseguitiate la no-
povera esistenza
ci
Abboniinevoli
moni che
state
sempre dinanzi,
uomo
da voi che
lo
avvinghiate sempre pi
i
forte,
non
vi forza
n ar-
Eppure, o affanno,
tuo potere,
il
mio
spirito
non
acceca Faust.
come
fa
il
volgo catto-
che attribuisce
le disgrazie casuali
o della
vecchiaia a giudizi
di Dio, attribuire a
di castigo.
un puro fenomeno
fa egli allora? Si
fisico valore di
ammonimento
fatto,
che
se
non
misfatto:
effetto della
Egli pensa:
io
io sento
me
!
ed
voglio
:
affanno
Non
dice
io.
IL
GERMAXZSIMO
ES'
345
il
sale del
suoi
vas-
dice: Ol,
mano
la
alla
alle picche!
Coraggio!
veda compiuta
(').
la
in
nome
altri
di quella forza
eh' io sento
se,
i
uomini, indifferente
per
giungere
al fine,
quali
mi appartengono....
Mefistofele (l'ingenuo!) accorre a rendergli anche questo servigio, beato e sorpreso di trovare nel
suo
discepolo
s'
tanta
febbre
di
Lemuri
apprestano
a com:
r ultima
folle
il
ritornello satanico
Il
li
morente Faust,
si
spettacolo
e,
in quel
di
vit-
sogno,
la
morte tra
la meraviglia
Mefistofele,
toria.
facile e
Costui ne
commenta
un ingenuo
Faust,
da
del-
quella
l'
la
certezza
satira di
:
abbandono
Goe-
Caldino
quella
all'
davano tanto
lo
sazia:
nessuna
felicit
pu
infelice
ma
tempo
il
orolo-
ferma
(^)
Scena V.
346
Il coro
CAPITOLO XX.
L' orologio
si
ferma
egli silenzioso
come
l'
ora di
mezzanotte
Mepistofele
Cade
e tntto
.
.
consumato.
Finito
Il coro
Tutto finito
Ohe cosa significa dunque reterna creazione, se tutto ci che venne creato deve ridursi nel nulla? [Condanna del panteismo fatta da Mefistofele]. L tutto finito. Che
cosa si deve conchiudere con ci ? Che
ne pi ne meno come se
non
fosse
mai
stato,
eppure ci
s'
agita e si
il
io preferisco
fosse
(').
Dunque, per
appena scappi
il
Mefistofele,
ond' egli e la
patto famoso
titolo
scritto col
sangue
Senonch, tra
la
meraviglia di lui e
l'
anima
po-
il
Borgese chiam
disfatta
(*),
si
una vera
cattolico.
Ora
e'
si
il
scopre che
tali.
Furono anzi
di quelli,
il
suo merito e
alla radice
ma un
e chi giudica
non
Dio
cattolico,
ma
il
Dio
di Spinoza. L'ironia
gliato a
stofele s'accorgesse
Dio
ta....
col mettersi
a servizio
passioni
:
di
Faust.
lo
Perfino
Dio
la vi-
(quello panteista) lo
Te
do durante
gli
sottintendendo
per suo
comodo
s'
e perch tu
faccia
da
servitore,
Mefistofele:
Canaglia!
dalle
e che
mi
strapparono
mani
e ci
le stesse arti,
stesse
.
armi:
essi
sono
demoni come
noi,
ma demoni
(')
incappucciati
Scena VI.
Op.
cit.
()
IL
347
Ecco
la convei"Sone
io e gli
;
angeli
siamo
la
medesima cosa
v.jlte.
il
bene e
il
pi diabolici di
me
(Le passioni
le
volont dei
egli,
cartesiani sono
pregevoli!).
Che cosa
opre
"
infatti,
essi
cantando
che sol
consente
r eterno splendor
all'anima ardente
nel foco d'
amor ?
ma
'
come fanno
e'
le cos dette
i
suoi tormenti e
suoi strazi
movente
effetti, le
sue punizioni e
suoi premi,
e,
dopo
bolico
quanto pi l'anima
si
sar consumata in
si
questo
dia-
he Dio.
Dunque
cuore
umano
di poter amare
il
significato
di
si
trova fra la
Mefistoflxe
Tutto
il
cervello in fiamme,
il
sangue mi bolle
che
diabolico
!
nelle
vampe
prendo
conoscere
ardenti!
Ora com
mi
dato di
il
cui cuore
sanguina
perdono e
a ima parola, a un
un
collo,
il
maggiormente.
Ed
'
io,
Amore non
ti
giurai
io, forse,
un odio implacabile? Quel tuo me un atroce supplizio? Quale l'animo mio! Da che cosa proviene
348
il
CAPITOLO XX.
il
nobile aspetto,
il
volto, le
d'
venuste
e candide
membra
di
il
oro
Perch
?mo labbro proferire ima bestemmia? Ma se ludibrio dell' arte magica, chi adunque sar pii
pazzo in avvenire?
Non
belli
ho odiato finora
[Agli angeli]
cia rispondermi ;
via, venite pili
non
siete voi
Or
le
vicino
ancora,
belli.
fra
Al
diletto
mi sembra
compagnia
amabili,
Pi
il
mio
e
oc-
aggraziati,
io
teneri,
polpute e morbide
le
vostre
forme
ammiro
vase-
va in amore. Di grazia:
avvicinano
si
s'
avvicinatevi e
!
volgete verso di
me uno
E come
gli angeli si
un
po' sorpresi e
incerti) la rivelazione si
compie e
Questo
esprime
malgrado, perch
e
e'
egli
Amore
sapeva),
passione
un fuoco pressoch
come
gli
scoperta,
Mefisto-
Ah
fattucchieri, voi
siete
avvezzi a chiamarmi
sortilegi, o in!
demone,
mentre
pratici a tessere
donne
Oh
e
maledetta
avventura
?
Sarebbe
solletico
dell'amore? D'amore....
siete belli
perfetti,
Tutto
il
mio corpo
volutt
lan-
in fiamme.
Oh! come
o angeli
di
mondani e pi
Che, che!
Tu mi sembri un vagheggino
pretto e consumato,
un gran furbaccio! E, quanto piti s' avanzano le tue lezioni, pili ti vedo fatto a mio genio; sebbene io abbia in uggia quel tuo fare da chierico. Guardami con occhio un po' pi smaliziato.... .
tu
Senonch, mentre
perta,
il
egli si
si
compiace e
e,
si
separa da lui
l'anima
(la
mo-
(al
Gran
Tutto). Mefistofele,
IL
349
angeli,
come
se avesse letto Spinoza. Egli lo spirito che nega, lad(e Faust) spirito
dove quelli
a Faust
sono
lo spirito
egli ispir
come
Questo
il
di
;
Amor Bei
Spinoza
ma con
l'
credente nel
Bene come
Mefistofele
Quest' orribile
dalla
spettacolo
mi richiama
;
alla
d'
ra-
lezione, o sciagurati
ora
in
sciocco, o zotico
!
che
ti
lasci
:
sorpren-
Guarda
essi
fuggono
non
sapesti
difendere.
Ti alfine chiaramente palese eh' essi vennero dall' oriente tratti dall'
lui
dacch
L'anima
e
!
legata
cos
a te con un patto
perdi
il
fu da
essi
!
rapita
silenziosamente,
tu
chi
lo perdi
per
sempre
Oh
ti
potrebbe renderti
anni, o Satana,
essi
hanno
ingannato e deriso.
il
(i\
ben
sta
tuo
contegno fu
ispirato
uno stupido
Filemone e Dauci
piet
paura e della
il
come intiepidimento
nella
libert
Fu
ttri,
si
salv.
Per
la con-
iria
)fele.
il
in arte
il
ssing
Mefistofele, in filosofia,
cattolicesimo
in arte
mondo
Maggi.
(')
Scena VII.
350
Il
CAPITOLO XX.
che a
me
pare rigorosamente
esatto,
purch
s'
intenda
con
pu non
conclusione
del Faust,
ma
la si in-
tegra.
il
proprio nato
che aveva gi
Ma
poi-
letteraria si
i
tocca e
si
confonde
di
con
tutta
il
presupposti
filosofici
che
gli si specifichi
umana.
si
sentirebbe
di
risolvere.
Che
cielo
lo spiccare di
come
sicuro che
il
Faust
di
Roma.
Il
Faust
si
l'
possa parlare
con
l'
non persuade.
,
Ma
quello che
uno non
sentirebbe di affermare,
si
fino a
il
che
cattolice-
simo
alla
panteismo:
Borinski.
quel
dogmatico
possibile
lutera-
nesimo
(').
che
qui,
{')
Perci forse bisogna spiegar meglio perch Mofistofele frate minore e perch
una goccia
di
sangue
italiano.
Viaggiando in
Italia
Goethe fastidiva oltre ogni dire quel grottesco cattolicesimo che non era riuscito a
rifarsi classico nel
rinascimento. In Assisi
si
trova male.
IjO
immani
1'
costruzioni
dello chiese
dove
s.
una
sull'al-
mia
il
nerva
Questi giri di walzer erano la sua ermeneutica italica perch egli viagil
manoscritto
dell' Ifigenia in
Taurido
da leggere
stri-
di Raffaello.
dere ai suoi ocelli oltre a (luelle babiloniche costruzioni pietiste, tutte quelle nicchie, quelle croci, quelle spettrali visioni d' inferno e di purgatorio che infestano
i
crocicchi e
muri per
le
contrade
d' Italia
.scimento, cos vicini, con le loro abitudini, alla vita del popolo.
quelle mani-
IL
GERMANESIMO
L\ LESSINO
351
come
fosse
in
tutto
il
nell'
un accorto
di tutti
i
mento
all'
chiudono
colloqui con
al
Eckermann e che a me
nell'
cronologicamente, a queste
uno e
nelle
altre,
'lilla
Ma
Amburgo qualche
un prologo che
quell'idea
come
si
poteva
interpretare germanicamente
d'un
Avesse
al pro-
commosso come
al
a quelle dei nostri come Mefistofele a Faust. Il prologo, di per s solo, non dice molto veramente ma Lessing, col suo commento, ne integra
:
il
significato, e lo
conforma
il
alla
sua generale
interpretazione
della
tragedia,
nel mettere
non l'uomo in guardia contro s stesso, ma nel ravvivargli questo sentimento d' armonia col Gran Tutto. Povero quel paese - diceva il prologo - che non ha, per tenere il posto delle virt,
se
come
Le
leggi che
il
Le
quando
festazioni
religiosit.
Orbene,
fede
costoro
come
una
illimitata
nel peccato, nel diavolo e nella dannazione, senza alcuna vagliata dottrina religiosa, senza
si
Non
un
affermazione
che
Mefistofele
minore in
istretta parentela
di ricordi italiani
ognuno
ri-
si
alle impressioni
da quello riportate in
Italia.
352
CAPITOLO XX.
(').
E, contro le
malinLessing,
aveva
il
ben
ragione
affermando che
il
prologo considera
teatro
nella
delle
sua
pi
alta
come complemento
leggi.
Vi
sono
la loro
impor-
sguardo
della legge.
della legge
Ce ne sono altre, per compenso, che tutta la potenza non saprebbe raggiungere cos incomprensibili nei loro
:
cos
conse-
non
tutti
queste cose in
infatti
modo
affermava
alle
che
il
teatro
d'Amburgo
era
destinato a ridare
scene
Ma
nessuna
modo
d'
intendere una
comune, il contrasto che si veniva accentuando fra latinit e germanesimo - destinato non ad appianarsi ma a ingigantire nel futuro - quanto
il
contemporanei
se
il
latini, quelli
il
suoi
strali.
Varchi e
De-Nores
lui,
parola?
si
tratta
del
signor di
tragdie
Voltaire
E come
(ci
rideva a leggere
Discours
sur
la
di costui
'trovava lo stesso
spirito
che
fosse
in
quello
di
come gli pareva che la Germania Grecia rediviva! Che se ne facevano i Tedeschi
Corneille!) e
davvero
una
onde
lit
Latini infioravano le loro scene per una loro fede nella moraverit assoluta e
come
non immanente
e
negli individui?
cattolico
Roba
egli
inu-
tile e
Da buon
si
crede
che
le passioni siano
un male
non
purghino da so
stesse.
Onde,
effetti,
come
con
im-
sen-
tenze morali, con pene tosto conseguenti al delitto e premi alla virt.
egli,
con tutta
i
la
sua
avversione
per
l'inverosi-
suoi
dispetti
a Shakespeare - talora,
(')
p.
;l>.
p.
341.
IL
GERMANESniO
LV
353
Semiraas-
si
mide,
surda,
si
artisticamente
la
pur
di
che
Potenza
Su-
prema mette
ossia aveva
in chiaro e punisce
delitti occulti,
(').
l'
Voltaire,
dunque, era
scopo
prete,
la
torto
di
considerare
unico
supeglieli
dire che
il
moralismo latino
che
rendeva incomprensibili
torto.
Quel finalismo
elaborato
era
cos
dell'arte
nato da
le
on sentimento
brazioni
del
di alta religione,
ma
s'
attraverso
elucunoi, cre-
Concilio di
Trento,
accentuato
costui
fra
l'ispirazion
del poeta,
che
s'era
un'
civile.
In proriforma
era
veduto
che
la
che,
l'
arte
rimaneva inviscata
l'
avevano messa
il
dapprima
Con
quali, naturalmente,
noi,
sarcasmo
di
;
quell'accusa
la
latinit
e la conferma a proposito di
un grande
e purissimo
italiano,
Ga-
se,
ai
lavoro,
occupa
un posto
Lessing
:
di
Il
primissima
linea.
Eppure
vedete
come
che
lo
giudicava
Orosraane
parole
s'
ancora
fa
alcune
per
Che
Gozzi?
Da
tentico, egli
'!
quillamente. Egli mette ancora in bocca del Sultano una tirata piena
di declamazioni, di gemiti e di disperazione. Io la
citer
iti
noia
fatto. Si
veramente sorpresi
di vedere
quanto
(')
p. 58.
ToFFAMN.
Za
fine
ckW umanesimo.
24
354
il
CAPITOLO XX.
Vol-
Appena
egli
Orosmane ha
s'
detto
Io
l'
adorava e
l'
ho vendicata
il
appena
dato
il
sipario.
Ma
pro-
Non
tagli in parecchi
drammi
Ma
perch
li
facciamo noi ?
degli attori
come erano
allora, e finisce
con
lo spiegare
con ragioni
vera egli
Ma
la ragione psicologica
ironia
{").
Proprio cos
deschi,
Te-
quella
vecchia
che
la
e degli
propria
con-
teoria nel
secolo
successivo e che
di
essi
trover
ai
da noi
il
perfetto
cinismo mossa
sono Faust.
siamo Mefistofele ed
Ma, prima
tanto
levato
un poeta
di rico-
noscere
(')
p.
80.
(2)
p.
62.
IN INGHILTERRA
AMLETO
CAPITOLO XXI.
Amleto.
-oMMABio.
1. L' Inghilterra
-
di questi
anni
Ck)me vi
giunse
il
classicismo
Ragioni
fit-
ragioni reali
Suo atteggiamento
-
classicismo greco
cristia-
espressione di
del
2. Non tragediabilit di Amleto - Esso ispirato dai problemi ideali tempo - Sua parentela con Giordano Bruno come critica di esso - La
Amleto deriva dal non trovare pi appoggio in precisi una svanita distinzione del Bene e del Male - Contrasto coscienza - Sordo odio per Polonio rappresentante il Bene nel
-
difficolt di agire di
vecchio senso
Incapacit di detestare
il
Male
la
l'Amore come
del
l'Onore
(Fortebraccio) - Epilogo
come riconoscimento
il
Dio
Trascendentale.
nei
3. Contegno
sul pubblico
di
-
Shakespeare davanti
al trionfo del
Bene
suoi
effetti
Ci che rappresenta
p8sa
i
il
principe dano
fra
vostri nitidi
marmi
maae
.
D.
Gnou
Ode
il
cinque e
il
seicento, prelet-
il
Mentre in
Italia,
in
Francia, in
Germania,
la
tenerissima
critico, pul-
letteratura
lula in
stessa Inghilterra,
ancora
me-
358
dievale, s'attiene
CAPITOLO XXI.
classico-aristotelico;
un
pronta e la vita
d' una poesia nuova precorre di tanto i tempi che non neppure inteso allora, e, quando, dopo due secoli di lento progresso, l' Europa sar arrivata a lui, romantici tedeschi e roman;
tici latini
apriranno
>
gli
occhi
e diranno
Ma
kespeare
presenta nella
della
studio.
letteratura
veniamo a parlare implicitamente delle origini moderna e a scrivere la conclusione di questo Ci toccher dunque di riparlarne pii oltre: ma neppure a
lui,
se
vogliamo considerare
come
si
presentasse in Inghilterra,
ai
suoi
classicismo.
una
tale
e ci che gli umanisti inglesi suoi contemporanei pensarono e scrissero, che sarebbe ozioso fargli fare
udienza a costoro.
Il
Sidney
Defence
of Poesy) (1583-95) e vi
trovano amalgamate
di ci
poeta solo
e,
per le ragioni di
le
sue idee
quello
scorcio di secolo.
Ma
quale
si
egli
non ha
in
mancanza
del
altri
modi, l'uno pi
cri-
sembrano
riferirsi,
si
pu,
da pi d'uno,
ma
con
risultati scarsi
si
ed
;
incerti,
per
lavora
trarle dallo
effetti
raggiunti
da
essa
pu anche meglio;
d'assai;
ma
si
con
sterili;
non del
entra
nulla.
Per fortuna
si
vedere
se, sulle
qualche scena
e del
suo
pensiero
non
Certo a
della
me
sua
AMLETO
persona, da renderci possibile di spiegare la sua originalit in
359
modo
un
po' diverso
io pure,
un tempo, mi
Ma
menda
volentieri,
con quel
che viene
i
dall' averci
le
pensata su
di questo
personaggi e
idee
scorcia di secolo.
Come
regole,
si
non
fece presa e
originalit di lui
si
dal classicismo ?
elisabettiano e
il
trov a scrivere,
dramma
dramma
il
spagnuolo, le superstiti
patria,
forme medievali,
che
un
ma
classicismo
v'era
gi
penetrato
il
dramma
aristotelico
con
le relative unit.
una tenace
fedelt alle
cosa
per
meno
?)
chiara in Shakespeare,
uomo
non
solo
(chi
ne
dubita
e ai
ma
movimenti nelle
contemporaneo.
Il
vec-
chio Taine, seguito in questo dal recente Spingarn, volle spiegare la cosa con la natura
superstitieux
j,
del
suo
uditorio
il
quale
s'imponeva all'autore
impediva
di
seguire
Mi pare che
cordialit
un
una
della quale, alla fine, egli avrebbe potuto sentirsi seccato. Anzitutto
non so proprio se
altri
il
pubblico,
l,
fosse molto pi
il
bruyant che in
Germania, dove
indigene; in secondo luogo, non si vede non avrebbe potuto accontentarlo anche con il dramma classico bene imbottito di orribili cose non si pu ammettere, infine, che il selvaggio Shakespeare, trovandosi bene nelle nuove forme latine, non le sperimentasse per soggezione del pubblico il
trionfato
forme
perch un
poeta
quale, putacaso,
non
si
sarebbe
neppure
accorto
del
mutamento.
spiega-
Una
questione analoga
(il
parallelo
pu valere
una
mezza
ci Cfr. Tain-e
Histoire de
la
littrature
anglaise
(ed.
Hachette 1877)
Tomo
lib.
II cap. II.
360
zioue)
s
CAPITOLO XXI.
Lope de Vega.
nella
il
In
co-
inglese
se,
in
alle
Inghilterra,
pubpalco-
manifestava
il
suo
interessamento
vicende
del
tirata
del suo
mata, mata
meditante e colto
Cervantes
os-
scapigliato
teatro
tempo e
di psicologia
(').
umana,
il
un
non guasterebbe
Invano
pi
grande poeta teatrale del tempo, Lope de "Vega, seguita ad abbandonarsi senza ritegno a quelle forme disordinate
e,
nella
commedia
La nuova
arte
drammatica
Uno
morire
il
di fame.
le
volgo e
il
barbaro per
loro. Io scrivo
drammi per
pubblico
parli
poich
lingua
esso
degli
gli
la
^a
qui
il
Vega,
facil-
ben pi
pubblico
mente
non
sente,
inno-
cente? e che Lope de Vega persevera nel suo caro disordine medievale
non perche
il
ma
perch
il
fatto cos?
Ora Shakespeare aveva una personalit non meno indipendente di quella di Lope de Vega e, in pi, una cultura e una capacit critica degne del" Cervantes e di lui. Questa duplice ricchezza lo port non
a perseverare nel medievalismo,
a riformarsi nel
e,
neppure,
riserve, e
ma
trovare una
via
nuova
(')
Don
Chisciotte
p.
cap. 48 (od.
cit.
:
p. 369).
(*)
{Espa-
gne,
p.
AMLETO
361
del pubblico pot
iutravvista.
Quella disposizione
ma non
spiega
la
sua
ori-
anche per
rocambolesco,
magari,
ma mut
a
del
Come
gi
osservammo a proposito
terribile
vi
si
come
spettacolo semplicemente
il
riflette
:
non ne pi
ma
il
pensiero,
il
Tamerlauo di
Marlowe diventa
e
Macbeth
si
di
Shakespeare.
Ci dipende i
un grande poeta
:
non eran
tali.
sta
bene
ma
possibile fu
egli
non
si
fermasse a considerare
il
non cercasse
di vedere se le teorie
stigio di sapienza,
sua arte
infusa di
poi, infine,
per non
e'
restar
un documento pi
il
prezioso
di
sulla psicologia di
suo atteggia-
mento mai ossequente e spesso parodistico verso il mondo classico atteggiamento, per richiamare il paragone di prima, paralgreco
:
lelo
quello
tenuto
da
nel
Lope
di
Tega (ma
con
:
ispirazione
pu-
ramente
ridanciana)
suo grazioso
intermezzo
robo de
Helena
la
ragione di questo suo carattere altrove che nel gusto, nella natura
Non
ci si
di
sforzo per
campo
nella
cultura
un occhio
i
esperto,
i
l'avvenire.
Egli
ci si
;
adopera
materiali e
trova a suo agio, pur con tutte le sue sententiae (perfino eccessive)
e,
quando fantasmi
li
di
gli
entrano nella
fantasia, egli
ma
rodia in cui
si
ha ragione
morale piena di
:>nsapevolezza
*crittore -
storica e filosofica.
il
Non
- ha
ricordato
un
dotto
che
mondo dell'immortale
neo
r arte per
arte,
lui.
il
Anche
quale
in questo
la
forma
362
era soltanto veste esteriore
rale,
CAPITOLO XXI.
e,
ci
l'
elemento moessenza
del-
lo spirito
l'universo
mens
la
agitat
molem
(').
esattissime.
Ma
noi, perch,
dopo
lode
di
cos
restii
riconoscergli
merito
dalla
d'aver
ta-
con
la coscienza
dell'
del
il
genio
vero, propiziata
fortunata
Il
condizion
ambiente,
De
al
Lo-
renzo
continua
sostenendo
i
per
quelle
ragioni,
Shakespeare
suo
avrebbe trascurato
suo
amore
de-
Romani ed
quali, sebbene
generi, potevano per dargli con la loro storia e le loro grandi figure.,
mondo
suoi pensieri.
lezza, cos
Come
la
Grecia
Roma
.
del
mondo
me
pare che
ci sia di
vero
soprattutto questo
che Shakespeare
quale
indubbiamente
fu,
rilevasse
il
contrasto
1'
palese
fra
la
cristianesimo, con
eredit classica
che c'era di
difficile
per investirsi del sentim^nto moderno. Forse non questo solo lo trat-
ma
ci fu
indubdei
commenti
alla
verr voglia di
Shakespeare,
dell'in-
ne intese
ci che lo
l'
ansia segreta
ispirava:
la
accett quindi
movimento
ricerca
egli
d'una
finalit
superiore
nell'arte.
E, allora,
all' 'Xsoc;
xat ^po? ? o,
piuttosto,
(')
G.
Dk Lorrnzo
Shakespeare
e l'Italia (Marzocco
23 Aprilo
lS>l(i
ri-
.stanipato in
La
terra e
l'uomo
AMLETO
363
s'esprimeva
cos
come
sent
il
problema che,
nelF aristotelesimo,
nella
catarsi ?
imbevute di
contro
:
gli scogli
tempi tanto
destreggiava ? E, in fine
quali
il
erano
le idee
quest' ultima
domanda
s,
tanto
il
ro-
ma per diversissime
Manzoni
noi
abbiamo gi indicate
di Lessing e
Hugo,
di
Goethe
nostro
assunto,
cercheremo
ideali del
il
Amleto,
poeta
abbia
(il
tramandato
mistero,
alla posterit
allora,
non velato
d' assai
di simboli e di allegorie
;
suo
tutto
sarebbe
un eroe
ci
umano,
vita,
schietto e veritiero e
pur
che,
nostra
noi arretriamo di
metta
innanzi
alle
grandi questioni
distinti
:
posto pi indicato
si
risentire
contraccolpi
della
e mentre, umanisti
giungevano e vi spiegavano
che, da noi,
sensibile.
le
vento
le
loro bandiere,
in
un contrasto
rendevano meno
si fosse
Shakespeare osservava
il
probabile che, se
significato di
Amleto,
cose
tragedia,
un commentatore
d' Aristotele,
sua
fatica.
Tra
'
eppure
ci
credo che ogni pi timorato lettore converr con me, solo che
ripensi su
e
la figura
meno drammatica
l'
meno
i
ma
badate che
ironia di
Amleto
assiduamente contro
lui
stesso e, se
quel
continuo ripu-
al tocco della
mano
creatrice
quell'impressione
364
col
CAPITOLO XXI.
nuocere
all'opera
fa,
d'assai.
Del
si
resto
io
ricordo
d'aver
letto,
parecchi anni
tore
;
uno
era
sua
aforismi di cai
suoi
personaggi
si
mostravano schiavi.
Amleto.
care la grande poesia, gli obbiettivi argomenti eh' egli portava erana
esatti.
Amleto non
personaggio tragico.
Ben
pugni con
:
la
passione
non
d'
il
amletismo. Ma,
palpito
di giu-
rappresenta costui
feci
Ricordo
scritto
bilo
con
il
quale mi
a scorrere
(')
uno
che,
di
Paolo
miei
Orano
la
io,
in
:
questi
appunti
lontani,
Amleto
nega-
un
riconoscere che Amleto non tglio d' un grande sogno di poeta senza
tempo,
storico,
ma
che
porta impressi
il
caratteri
pi
profondi
d'un
momento
con-
suo poeta
si
preparava
l'
avvenire. E, in fondo,
oltre.
pu mettersi
d'
accordo con
l'
Orano anche pi
e
Anzitutto
Bruno, care a
certo perch
non
li
le
si
conosceva
tutte,
buone ad
attestare,
se quello
non
A me
il
Amleto non
sentito
Giordano Bruno
sibbene
problema
alla
Amleto
(hi
cosa con frase chiara e breve, chi non sia tanto fanciullo
il
da domandare
lui
:
furori
che, sperimentata
da
conduce
all'
(')
Roma
191 G.
AMLETO
365
r opera
perch
il
Bruno poteva ben valere a compendiare agli ocun lato ideale del mondo contemporaneo, quel-
r opposizione, insomma, alla tradizione cattolica, che serpeggiava allora si chiamava in genere riforma, e che, in lui, forse, pi che in ogni altro, si chiamava gi, quasi con furore, immanenaveva trascinato
la
fama del grande pugnace avventuriero mente del meditabondo poeta a rifare a
che l'altro
ritroso quel
cammino
di ribelle
spirito.
altri,
nato
un mondo
nuovo o
il
due mondi,
il
mondo
triste,
una
un sorriso
E come
segreto di
Amleto non
sia in-
sua
volere
e,
quindi, di agire
fisico
;
il
suo
amletismo
Non da
vilt o
da poco vigore
ma
dall'
enorme
difficolt
religiosa fra
il
Bene
il
Male.
fa,
La sua
invece
logica lo fa ragionare
come Bruno,
la coscienza
il
morale
di quella logica,
di
suo
mondo
ideale,
immanentismo entusiasta del Bruno, il vuoto non riesce ad acquetarvisi, ma ne vede innanzi, a ogni passo, l' assurdit morale come un abisso. D' altra parte V impaccio di quella logica impedisce, per cinque atti,
essere
scavatogli nella coscienza da quello. Essa
lo
un epilogo
tra-
gico per caso, indipendentemente dalla volont del protagonista che, a quello, avrebbe dovuto arrivare, per forza sua.
La
tragedia, infatti,
si
possa
desi-
un
delitto
che
si
che questa
dovesse
essere
l'unico,
dramma:
e cos pare
spettro.
perfino
ad
Amleto
366
CAPITOLO XXI.
Affrettatevi
con
le
le ali cos
rapide
i
come
meditazioni ed
pensieri
d'amor, volare
Eppure,
fin dalla
atto,
quando,
il
fresco del
1'
giuranel
mento
di vendetta, solo
dovrebbe sentirne
lo trae
il
fascino e
assillo,
a considerare filosoficamente
s'affloscia,
che
gli
incombe, e tosto
i
suo fervore
:
la
sua
versi famosi
il
Fuor
dei cardini
mondo
oh maledetto
I
{*)
atto,
si
sostituisce alla
cui
scono
dissimulare
l'inconsistenza
il
drammatica.
Osservate:
nella
tradizionale
veramente
e del
Bene
ciuta, Polonio.
la bile di
Ed
:
Amleto
quale, la sua ragione diguazza, tant' vero che alla fine - sia pure
per caso -
l'
uccide
satanico.
Perch
l'
uomo
perfettamente fondato
sua logica
tant'
di legittima
ven-
detta contro
il
Re, non
cercare
del
galantuomo
Polonio, di
metterlo
parte
ne
Uno scambio
solo di battute
a lumeg-
Sono
*
arrivati
:
comici.
li
Polonio
Monsignore,
tratter secondo
loro meriti.
(') ()
54.
AMLETO
!
367
molto di pi. Trattare ognuno
Amleto
secondo
il
Per
Iddio,
buon uomo
dunque scamperebbe alla frusta ? > (') ossia non esce mai dalla forma Difatti, con Polonio, non discute mai tanto non sarebbe inteso. E veramente enigmatica della sua ironia il suo stato d'animo tale che solo si pu schiettamente esprimere nel dialogo balena soltanto a sprazzi e pivi d' uno nel monologo ve n' ha per esempio in quello con Rosencranz che il Re gli manda
proprio merito! Chi
: :
: :
La Danimarca una prigione > grida Amleto, un momento sembra esser giunto ad afferrarsi alla sua forza morale. Ma una risposta di Rosencranz trae lo sdegno di Amleto a una pi ge
!
iu cui
mondo
a
sopravvento e
lo svia fino
dubitare
della
legittimit
del suo
pensiero.
Amleto
v'
Allora vuol dire che non una prigione per voi, perall'
ch non
pensiero.
n bene n male
il
nostro
Per
me
un
una prigione
Ecco
iniqui e
la corrosione del
le proprio
il
delitto ?
delitto la
Ma, se gli uomini son tutti ugualmente forma e la necessit dell'azione? Ma, se la
il
il
pensiero del
sua vendetta,
da s
uno
ci
scatto,
come quello
zio).
:
del sorcio,
stia
suo
come nobile nei suoi ragiocome espressivo e ammirabile nei suoi tratti e nelle sue movenze Un angelo nell' azione Un dio nel pensiero Bellezza del mondo Perfezione degli esseri
Amleto
!
Che capolavoro
infinito nelle
l'
uomo
namenti
come
sue facolt
animati
me
piacere, no: e
neppure
la donna...
di
:
(*)
Bruno ha creduto
sublimargli
si
ri-
uomo
Amleto
trova di fronte
una quintessenza di polvere Onde il suo spavento di non poter credere n al Bene n al Male: la sua invidia perfino
()
p. 94.
(2)
p.
79.
p. 82.
368
di
CAPITOLO
XXL
il
un
un
istrione,
quale ha
tanta
illu-
dunque un codardo
vile ?
(*)
perfino qualche
momento
ch'egli
sta
per
ammirare
suo
zio,
r uccisore
(quegli davvero
un e
di
la tragedia,
valoroso)
vendetta
comici.
Amleto,
si
scena
della rappresentazione
toglie la
dei
forza
morale
della
Da
quella
co-
maestro Bruno
vuoto e la
trae, il
furore eroico:
il
discepolo
Amleto
il
vilt.
tutti
La coscienza
ci rende,
quanti
tal
vili
il
in
modo
che
il
primitivo
pallido
ed ogni impresa
si
di
disvia
nome
d'
(2)
azione
Or
taci
viene
Ofelia!
Uno
il
poter
arrivare
l'amore come
donna, sottost
idealit,
sua logica
gli dice
che Ofelia, in
quanto
mondo, ne
espressione, e
non
pu
una cosa
di
volgarit e
bellezza
Vuol salvan*
l'o-
Vada
Amleto
in convento
Siete mesta ?
mondo
Il
potere
della
bellezza
(')
p.
96.
f)
p.
104.
AMLETO
trasformer subito
onest q una ruffiana prima che
la bellezza
il
369
l'
l'
onest abbia
a imagine sua.
Un
giorno
ma
verit. Oppure:
La
virt ha
un
bell'essere
vecchio tronco
Noi
noi.
quanti
di
Va
in convento
>
(')
morali,
concepita
come
una progression
raffi-
filosofica
gurare
gli
d'un completo
lui.
mondo
ideologico:
l'
il
mondo
di
Dopo
distrutto
come
zio
;
giustizia, per
l'
l'
incapacit di legittimare
dopo distrutto
;
assoluto dell'
amore per
la
turalit di Ofelia
un
la terza
molla,
si
pu
dire, delle
umane
azioni
l'
onore.
Neppure su quello
di filosofo
anima
moderno
capitano
il
e
:
duemila
armati
Perch
il
Risponde
capitano
dirvi
infuori del
nome
....
E Amleto
si
il
E dunque
arder, ci rende pensierosi
oblio
atto
una
ne avr
(^)
()
p.
106-7.
(-> p.
166.
ToFFANiN.
La
fine dell'umanesimo.
25
370
sione che 11 monologo e
il
CAPITOLO XXI.
dialogo
d' ec-
cezione come
il
maschera
d'un' ironica
follia che,
Amleto
la tragedia
non avrebbe
giustizia,
epilogo,
se
non intervenisse a
distribuire
i
una tempestosa
fine,
una
il
oc-
caso
avvenimenti fino
quando vede
al
nizione dei
modo imprevecristiano
una
specie di conversione
Dio
non
al
Dio
di Spinoza,
mi pare, se la si mette in rapporto con dramma. Mi par che quelle ultime parole
una
li
abbiamo concepiti
Forse per
la
prima
volta,
nella storia
moderna,
il
concetto an-
moderni.
particolare,
(Per
un
di pi,
proprio
dei
suicidi, si
non
protestante).
egli
i
Del resto
stesso
contenta
il
sua
platea
nello
modo che
il
avrebbe
troviamo
tollerato la
in tutto
mancata punizione del colpevole. Questo teatro di lui, dal Livio Andronico alla
e'
Tempesta,
ma
di
qualcosa
il
Manzoni.
(>)
p.
154.
AMLETO
371
Ma
la tragedia
popolarmente
intesi ?
la la
caduta
di quelli
non sarebbe
idee
dei
la fine della
tragedia ? Questa
mi pare
al
rrimo
luto.
profilarsi dell'
la fede
nelF as-
Pu
avrebbe
rappresentato.
fatti
Ma
resta
di
Voi
sentite che,
con
uomini
sullo
stampo
mieto,
il
mondo
quando
resta
costui entra
scena, la tragedia,
come
conflitto
il
d' idealit,
inviluppata
iiel
posto al
scrittore
la
monologo.
che,
Per questo
o
bene
male,
ha
dolore,
secolare
inquietudine del-
uomo
ito
- Giovanni Papini
di
Amleto, che
la tragedia
una fede
magari
possibilit
di
oppo-
una passione e una disciplina esce la morte e la tragedia ma oggi non abbiamo pi n una fede, n una morte, n una legge, n una di>izioue tra la vita e queste leggi e queste
dall'urto
:
tra
iplina
'i;ni
anche
lotta finita,
par-
an-
Parole scritte in
lattia
fretta queste,
:
la
maavdella
di quel
mondo nascente
si
all'
venire,
assoluti
Europa
di
e,
come
nel
e
Bruno, per
di
orgasmo
di
reazione,
il
amavano
valore
vestirsi
brutalit
cinismo.
E
in
questo
ci
grande
Shakespeare non
lasci
documento
alcuna
Arte Poetica n in
mpendio alcuno
(')
Papisi
p.
227.
CONCLUSIONE
manesimo
non ha quasi
degli studiosi
luce
piut-
il
come disgregazione d' un mondo esaurinascimento, che come crepuscolo d' uno nascente il ro:
manticismo.
Ma
il
moderna comincia
di qua,
esso
ha
meno
ricchi di splendori
mondani, meno
evi-
denti nei loro aspetti psicologici, pi incerti nei loro indirizzi, sono
ci
tendenze originarie di
trasfigurato, o
sentimento
nell'
Ognuno
un poco
sue
Poliziano e
il
Magnifico.
l'
N
Pe-
Atene
di
Roma
di
Orazio e
la
Parigi di Napoleone.
il
Pu anche
si
darsi,
si
modo
di considerare quei
tempi non
tratta di certi
Roma
cristianeg-
coNCLtrsioxE
373
nelle guerre di reli-
Europa sommersa
si
questi
cos
tutto,
detti
e,
bassi
sebbene
due prime
quelli,
il
mancanza
una
lor
la
comune
storia
si
per, di
questi
periodi,
buone ragioni
e anche perch,
come
le
pi chiari.
Gioito ci attraggono gli eventi nei quali brilla l'impronta della
personalit
umana
e la grandezza di quelli
s'
inquadra
di
nelle
cate-
gorie di questa: ci
sembrano grandi
tempi
Napoleone e poco
non
ci
attrae
r eroe, n
il
protagonista, e neppure
principio.
Ma
un' idea di
umana.
come un
qua
che
un
luce:
imbiancano soltanto
ultime guglie
ma
qualche
venatura
protagonista Napoleone,
:
in
questi
non ve ne pu
d' attesa
essere al-
cuno
e'
soltanto
paragonabile, ap-
il
romanticismo della
filosofia,
deUa
verdeggiava in rigoglio
sbocciare allora sotto
improvviso che
mondo pareva
piedi degli uomini e questi, arrisi dalla scienza infusa, se lo diviloro, in un'
devano tra
d'
onde ve-
non
ha
protagonisti o antagofra
proporzione
l'opera
spesso
ap-
Qualcuna
albeggia
pena in taluno di
loro,
ma
li
formule
anima che
essi
Ma
l'
altrimenti,
non esistendo
allora che
374
CONCLUSIONE
ai posteri
Un
si
trov
cos
imbandita
davanti la mensa
vitare
i
dell' ideale
mutare
la disposizione di quella.
Fra
delirio
di
consensi e di entusiasmi,
pot parlare, con pressoch eguale evidenza, alle truppe dall' alto del
d'
un
salotto romantico,
gli
il
senza
quel
lingue
:
d'onde
d' assai
fosse
venuto
delle
idealismo
che
somigliava
dono
E
si
non a
lui soltanto
pu ben
dire
che
il
qualunque
momento
delle
sue
con
la certezza del
sa-
suo
rispetto.
nell' in-
di rifondere la
!
sua storia
Ma
della
di
sarebbe riuscito
eserciti,
non regolatore
di
Come
in
una sproporzione
il
F evidenza
verifica
rivalit,
perch
mai combattevano
Cond
Guisa e
gli elettori
dell'impero,
ombre portate
Non
lo
essi.
quale
era
genio
della
storia,
come
si
il
meno compromettente
oltre
il
possibile:
limite
naturale
quelle
COXCIXSIONE
375
umani da
quelli
cui
parevano mossi.
I frutti
furono
tali
da far impallidire
Dalle guerre
di sentire
il
al
confronto
religione
del
di
dovevano
modi diversi
le
mistero del
della
mondo:
libert
due
dello
preci-
con tutte
di ideali che
formano
la sostanza
della
vita e del
Ed
la
co-
quel
contrasto di
confuse,
s'
era
i
chiarito e affermato
germanesimo
di cui
tero
rinomanza
un
fatale
le
conflitto
precipitose
il
Ebbene
e
i
letterarie, gli
Opitz
Maggi, se non
l'
tedeschi,
tempo loro ?
E non
stanno essi
Victor
ai
grandi
romanticismo (Manzoni,
Hugo
manticismo
Nulla di pi
Hugo
ricco
e
il
sacerdote.
Era tanto
al lievito
di
fazione al
Cromwel
il
politica,
dai
prodi
i
i
monche pagine
tutti
mano
modi, rifuse in
tutti gli
si
credette
venne
(')
Treitschke:
La Francia
Il,
p.
73 Versione Ruta
(ed. Laterza).
376
CONCLCSIONE
sta parte di sacerdote e di farsi egli dio. Egli ignorava, forse, che quel-
aristotelici
da una parte,
della
Fruchtbrin-
gende Gesellschaft
una
favilla
immortale.
avevano messa
al
mondo
la
letteratura
moderna,
come
se
moderna.
non
di
un
dopo
lo
Si riaffacciavano all'
anima
dell'
uomo
tutti
perch
e,
da quell' ansia
al
cuore, o
ma
in cui l'anima
umana
il
potesse
;
finalmente
appagare,
come
disse
un
filosofo,
trovare
suo centro
insomma,
il
Onde
cruce'
sentimento che,
era
la
davvero
scorza.
il
centro di tutto
un mondo
ideale di cui
Che importa
si
umanit,
contendevano a pugnalate
sviavano
in
chiac-
pure
fatti
in
quell'atmo-
abbiamo
di
visto spiccare
sotto
due
che dimostrano
di
la
un fondo
meschine:
di nobilt e di
il
grandezza
un cumulo
apparenze
medievale
ritorno
Dante
e,
parallelo a questo,
Non
Non
s'
si
cerca qualcosa di
il
500
suo
vero
ritorno
spirituale;
parte
quello che
si
pu riconoscere
nelle
casuali reminiscenze
letterarie di tras-
una specie
si
Poetica
annuncia
bi-
come r uomo
mento e
il
mondo ha
di
quella
unit
senti-
eh' era
finita
col
CONCLUSIONE
viva nella Divina Commedia. In quegli anni fra
377
il
1550 e
il
1560
grande, fra
dubbi se
il
le
convenga
il
platonico epiteto di
divina
un
>
;
editore,
Giolito,
Commedia
con con
l'
l'
argomento
dolore
di
di quella,
al
ma
effetto di conciliare
Onde
il
del
a parte le
danno
al
l'arte e la vita di
conforme
un mondo
di
irrimediabilmente caduto,
quello. Perch, in effetto,
come
il
incapacit di rinnovarne
uno degno
dal
un indugio
nascimento
non
si
voleva
ma
si
bramava uscire
ri-
e,
nell'ansia dell'ora,
il
cruc-
coscienza che
e'
come
in tutte le figure pi
si
pensose
tempo suo,
le quali,
per avventura,
volgevano a
gli
lui
come a
ci
somiglia)
un momento d' attenzione, non scevra di qualche speranza, verso quel moto di pensiero che annunziava dalla Germania la libert
dello spirito.
Ma
gusto di chi non pu uscire da una tradizione forte e vitale, nonostante le contingenze e la tristezza dell'ora;
una tradizione
alla
di
cui
Dante era
la
pi possente voce.
eh' egli
Ma
apparteneva
genera-
zione del rinascimento, e parve destino che quella prima prova della
latinit contro
i
barbari di
ieri,
forza spirituale, fosse sostenuta da un' Italia disertata dal genio. Ri-
masero
Varchi e
Riccoboni e
Tasso, fra
vi-
gore dei pregiudizi e delle chimere, in quelli spiriti oppressi dal de-
in
quel
trovarci
bel-
gente
che,
avendo
perduto
concetto
di
poesia
come
378
lezza, voglia
e,
CONCLUSIONE
sostituirne a quello
uno
di
verit
altrettanto
si
fallace:
ri-
maturi e
enormi e impossibili
affidate
in-
come
a epilogo di
tanto vaneggiare.
lettuale dei
di
fronte
all'
inconsistenza intel-
Mazzoni
De
sincerit,
dobbiamo
il
ricono-
liberalismo
di
del vino
gli
scrupoli,
fu
di
rimorsi e gli
che,
Ma
l'errore
credere
quelle
da
in
opprimenti
degenerazioni
movimento
quello
aristotelico solo
come come
la vecchiaia d'
il
un mondo
decrepito, e
germanico
solo
risentirsi
d'
da vicino
gli effetti
una giovinezza, nel non considerarne un po' pi nella storia. La quale ha senza dubbio una sua
come zavorra
ci
che
ci che
Qui non
si
pu non ripensare
De
Sanctis
intorno a questo scorcio di secolo cos conformi a quelle altre di lui intorno al romanticismo
:
e,
se si considera la
volgeva
co-
un meno
ufficiale
consentimento,
uoi,
ci
si
meraviglia
di certa
mune
storia letteraria.
Rileggete
famosi
il
capitoli
sulla
Nuova
scienza e vedrete
che
egli
descrive
compendiato in
tre
un modo nomi
:
gli
antagonisti,
tempo:
e,
da
certe sue fugaci allusioni, parrebbe che si possa averne un' idea suftcionte
egli
Riforma
Parecchio di vero
il
e'
De
i
Sanctis si
che
suoi detrattori
Si che,
COXCLUSIOXE
379
anche in
letteratura,
non
il
si
non
si
persuasi, e
De
Sanctis
mento
fra
r altro,
di quella
non
si
occuparono mai
trov
del
un
sorgere
problema
critico,
quei
suoi
in-
un
filosofo
pu bene
sato di proposito
di
vedemmo
il
il
caso di Cartesio.
Ma
il
caso di Bruno,
medesimo
di
Se
primi
tre,
invece, rap-
effetti
Italia e
poterono
ma non
il
ne
fal-
modo
di seni
del
Bruno
d' oltr'
latini,
Alpe, che
e
suoi
veri rivendicatori
non furono n
e quando, dopo
un lungo lavoro
statua
(').
Jacobi e Schelling
Molto
ch,
ci
sebbene
io
ami
il
che la conchiusione non debba mai esorbitare dai confini del libro.
poi,
una
critica di tutto
facili
il
modo
si
di vedere
del
De
Sanctis,
po-
inform
con tanto
entusiasmo;
disamorare
del
dall' insistervi.
Ag-
giungo
solo,
sempre restando
da
nell' orbita
mio
lui segnata.
ma
ne-
meta voluta:
il
idealismo germanico.
quel che io ho
mi pare
che certo
-sempio:
allogato
:
modo
in
la
De
questo
dramma
tutto
ha
la
er-
(')
De
Sanctis: op.
eit.
voi.
Il,
p.
203.
380
rore, la passione,
il
CONCLUSIONE
male,
sia
il
progresso)*
(')),
non
suo
esatto
che, nel
pi.
Vico
stesso, la
rispettata e
in funzione
che
non paresse
al
critico.
Ma
sto
questo era pur necessario accennare per avvertire che, pofatale dappertutto,
il
come
nuovi fra
cinque e
il
seicento,
un prevalere
del
sentimento
al
che
Defor-
la
singolarissimo
fenomeno
alla lingua,
ma come
(in
emancipazione dello
!)
spirito.
un giorno
F originalit
e la
vitalit
vecchia
tradizione
carsinsi
movimento
con-
chiusioni
che
il
romanticismo,
nel
invece
che
il
nazionali
sbocciate
di
seicento, gli
apparisse piuttosto
immanentismo geri
manico, cui
lori e le
si
sarebbero adattati, in
i
pur conservando
vedere
co-
tendenze nazionali,
religiosit
Perfino nella
del
Manzoni
un' espressione
come
verit
immanente
nelle
senti
nello spirito e torn a tirare in ballo, anzi in trionfo, quei tre uomini
sui quali
il
par
suo,
sue che
che,
veglie giansenistiche.
ma
sta
bene
il
germanesimo come iniziato nelle sue Bruno e dei suoi successori (come si
ci
ritorn quelle
(') (*)
Id.
p. 248.
:
Intendiamoci
io (e chi
no
?)
ma
BoKOKSE {Studi di Letteratura Moderna 1915, p. 3-12)^ dove mi semhrano affatto contrastare con le lodi appassionate.
non
p.
332.
CONCLCSIOXE
381
scoperte
ci si
come
potesse
pii
Onde
il
le
ancora incerta
fra
vecchio e
nuovo, e
nel
nou
star a citare nel suo libro con richiami a pie pagina per
una mia
tavola
letterarie
della
< Si
gione. Era
razionalismo e
il
libero pensiero
come
e'
se
non
si
tempo
del
loro.
Dove
da osservare, fra
altro,
che
questa
e^^li
scoperta
De
Sanctis
fece pagine
dopo a proposito
di
il
del
romanticismo
che
Goethe
(').
grave
il
occorre rilevarla
anche
De-
romanticismo
con
compromessa
del
rofaci-
La
Manzoni, partito
gli influssi
si
zione.
ma
fu proprio
allora che. anzi, cominci a trovar gusto in tutt' altra cosa: dico in
riaprirono le porte
del
soglia
di scegliere
da s
la
sua strada.
spirito
letteratura, e specialmente
questa, trasse
d'un consequenziario
claustrale; fra le
De
ma
grandissima
propria
col
in
pole-
Rapisardi
Car-
(') p.
341.
C)
p.
344.
382
ducei, nella quale
t'
CONCLUSIONE
il
Manzoni mantenne
il
suo posto
(e
come!) venil
il
di paternit
suo,
mostrasse
ricordasse
si
Eppure il Manzoni era duro a non volersi capacitare che la storia non proprio un' estrinsecazione e manifestazione dello spirito umano, sicch il poeta, riplasmandola a suo talento, possa esercitare il suo diritto di padrone sur
del Goethe
po' forte....
mi pare un
un
il
Goethe a sorridere
del
dell'ingenuit
a dire
del
il
discepolo
successori
De
Sanctis,
che
Goethe aveva ragione, con grande discredito non solo del Manzoni,
lava anch' esso a riposarsi nella verit quanto
fu
ma
germanico
e, tuttavia,
sempre
che
dello
spirito,
ma
s'
prete Rosmini,
lui
i
entusiasmo nazionale. E gli fu preferito il buon non per una sua maggiore ortodossia (che anche su
conveniva
allo spirito
che a questa
fondamensua parte,
;
modo
il
presso
Tedeschi,
trionfo d'
una forma
d' arte
la ballata storica
le
non qualcheduna
il
del Car-
temperamento
un poema
non senza
Ne combin un
pasticcio
Tedeschi, la ballata
come
a pre-
come un
esile e
fioro
vada a
lontano,
esplora
senza
paura
le regioni
crepuscolari
dell'amore,
dell'odio,
CONCLUSIONE
383
della vendetta, del luminoso, del macabro, e vi sente altrettante divinit e forze della natura.
Ma
Sanctis
ticismi e
con
questo
modo
di vedere,
i
il
De
due roman-
non trovasse
Per tornare a
^
da credere che,
porto, quanto in
in Italia,
non
si
anecon-
Germania,
noi
tu
pur
servando
la fede
nella
trascendenza.
il
Anche da
non
senza
proclamato
a
vero,
che
spronarci
gi arrivati
come
ritrovatore e
sammo che
'
la verit
carattere universale se
non
nel
af-
supreme infuse
il
tempo,
pensammo
luce di quelle,
poeta potesse
che
ne
scaturi-
ritrovate
scoria)
del Manzoni. Perch anch' egli aveva visto la salvezza dell' arte nella
verit,
ma
concepita
In
questo
senso - dice
il
col
dovuto e col
e
verisimile.
giusta
anche
profonda
diverso
modo
di rifare
Shakespeare, la
il
i
di Federico Schlegel -
punto centrale
Tedeschi
s'
romantica
il
>
Da
Lessing in qua,
erano
arrogato
diritto
di
non
osavamo
l'ave-
tragico
inglese.
Ma
vano poi
essi
veramente
inteso ?
nostri lo
amarono
erano
d'
in tutt' altro
stato
modo
'
ma
era
una diversit
condanna
i
cos
intima
altri
che
non sarebbe
accordo
neppur
facile esprimerla.
nel:
accettare da
lui la
ma, quanto
el
allo spirito,
che
il
poeta
liberato
mondo, conforme
:
Fermiamoci a Goethe
lerlichingen ,
il
fra
il
Goetz de
on quello
d'
drammi shakespeariani se una comune indipendenza dalle regole? Che altro son
Torquato
Tasso
)84
CONCLUSIONE
quelli se
in cui
il
protago-
energia creatrice,
della
come
spi-
La
loro
catarsi
una riconquista
vita, e la loro
Torquato
Tasso
non
suoi
che
si
affina
nella
creazione
dei
meravigliosi
mondi
fama
di sentimentale, chi
non
s'
accorge che
il
sentimento un accidente e
effetto
che ne ricavava
il
Manzoni
il
ditato
abbozz
un
libro
per
chiarire
modo
d'
intendere
scritto
il
libro
non mai
abbiamo
qualche appunto
in
e pu bastare
il
Manzoni
linea
ma
tanto
piii
qualche grande
tradizio-
La tragedia
delle
di
Shakespeare
che
ci lascia
- secondo
le
lui
il
senso
vi-
trascendono
pur interessanti
Manzoni? Non
paradosso
che
questo
ha
ancora pi spicco in Victor Hugo, solo che voi leggiate quelle prefazioni eh' egli sentiva e che, sovente,
il
hanno
si
l'aria di
un
sottile
sente guascone
le
chimere e
1'
il
colore
suoi
spesso
futili
personaggi,
eh' egli
ma
egli
sentiva che
voleva
verit
dalla
:
tragedia - in teoria
piet, dolore, carit,
- era
il
senso
religioso
delle
eterne
graves.
Anche per
il
e,
poich sentiva di
d' in-
non
esserci arrivato,
ingannava, o cercava
l
gannare
quello che
il
Manfosse
lo
suo
Carmagnola,
Ma
al
ci
il
che
suo conej
Cromwel,
storico.
A
a^
spirito;
essa;
una
sua
misteriosa
verit
che,
di fronte
CONCLUSIONE
385
al poeta,
v]iiella,
gli
uomini son
de
marionette
e,
secondo
lui,
non
le
(').
e cercar
di
riconoscere
jea des
fils
la
providence sous
les
marionettes
humaines
>
Siamo
Manzoni op-
e al
la
Tor-
nato Tasso*.
Ma
sensi-
germanesimo. La quale
sensibilit,
forza dell'anima
messa
tempi moderni,
conquista
del-
non
"
affatto,
come pensano
vital
Tedeschi, aculeo
alla
eterno,
ma
reatrice di verit,
N
ma
respiro dell'
anima
De
Sanctis in
qua
pensiero
Germania o
aggiunse
d'Inghilterra,
Appunto
ad accrescere
la confusione,
e,
s'
la questione
nel settecento
tra
Ma
1'
del 600,
parte la
sentire
come ragione e
tristezza
dell'anima,
secondo
il
come entusiasmo
di fantasia, secondo
sentire luterano
ficialit,
osi
parve
e
cosa originale,
in
Germania,
indifferenza
un
secolo. Mirabile
con
le
frenesie
di
l'
Hobbes,
sulla
:
met
il
del
seicento,
si
dell' Iliade
Generalmente
essere
maggior pregio
(')
{})
Su questo dramma
cfr.
Bobgese:
Italia e
p. 82-3.
ToFFAMN.
La
fine
deU'ttmanesimo.
26
386
della poesia eroica
CONCLUSIONE
in
sentono
ed
ammirano
la
fantasia
giudizio
(judgment) o la ragione
(reason) o la
memoria o alcun'
guardando
la
danno
il
nome
di
ingegno
(wit)
non
ri-
ragione e
il
un pesante
per la pi
tratteni-
mento
lettori
parte
di-
mandano
(').
ci
gine critiche.
il
aggiunse
il
fatto
naturalissimo
rappresentanti
italiano)
del
roman-
furono
scelti de-
quali,
una deformante
riflession critica.
romanticiSchlegel,
i
smo
in quei
fratelli
ne parlarono pi degli
di
altri, e
con pretesa
di de-
non
europea, e lo
stilizzarono,
ma,
nostre
s'
senso
latina
il
della
inchinavano
gentilezza
pi
crisi
quale
punto tedesca e
si
avvenire; abiur
protestantesimo,
fece cattolico e,
l'
latina, rivagheggi
antico
romano
te-
impero
il
questo
la
il
romanticismo
ironia
(')
:
quello contro
il
il
quale
s'
esercit
riservata
di
Goethe
romanticismo di Federico
Schlegel
fanatico
(')
staf-
fiere della
reazione
come
lo
giudicarono
Max Nordau
e,
non
(>)
Sl'INGARN
p. 257.
liti,
(^)
(3)
Bosskbt: Hist. de la
allemande (Hachette)
p.
579 nota.
Max Nordau
Il
CONCLUSIONE
387
Schlegel allu;
Ma
nessuno
si
degne di Chateaubriand
dell' incer-
quando
s'
affida
a siffatte
si
sia
un
quando
A prender
tenere
il
loro ragionamenti
fa la
figura
di
ma
che
si
Berchet,
del
contro
s'
esercitasse
mai
l'
ironia
ma
alle cui
non amava)
deve se
udimmo
si
troppe
romanticismo
fa
giustizia
lo spirito dei
le
grandi fenomeni
scrittori
si
storici, bi-
pagine degli
che lavorarono
tradussero a vicenda.
che, magari,
Schiller
scrissero
Bisogna
leggere
grandi
autori
del
tempo
alle teorie
romantiche:
Goethe da
parte. De Vigny e Leopardi dall'altra. Onde l'altro abisso non vedere il quale nocque forse al Monti la sua troppa vicinanza col Berchet - nel modo di considerare la mitologia, contro
una
- a
la
quale
i
d'
orgoglio nazionale
Latini fecero
una questione
di
rito dei
Non
Tedeschi
re-
non
far
e,
modo
che,
posto a quella
quanto a
spirito,
punto diversa,
re-
classica,
come ha dimostrato
centemente
Galletti
l'
(').
Da
noi, invece,
:
formava se stessa
precisione
il
e lasciamo stare
:
Manzoni, che
con tanta
fatto
{Rivista
delle
Nazioni Latine
388
malinconia, anima
il
CONCLUSIONE
discerne
tra
fantasmi
vero che
il
come reazione
venne
il
pi ancora che
come forma,
finche
dunque di romanticismo latino e il cercar di vederne i caratteri comuni (chi non sia tanto ingenuo da intendere la cosa nell'assurdo significato che le letterature d'Italia, di Francia e magari di Spagna sieno un' identica cosa) diventa indispensabile, se si
Il
parlar
vuol contrapporre
al
impulsi ideali
il
cinque e
di
il
nel
nostro
romanticismo
c'
assoluta-
mente
prevalse
uno
De
Sanctis,
ma
meposdi
il
movimento
iniziato
umano
buono
sul
punto
uscita e senza
spe-
e' ,
forse, di
che, in quel
momento,
il
noi
con
la polemica,
nuove energie.
invece
difficile
mi-
applicazioni e
in
qua.
Lo
si
temperati
influssi
- tanto per
citare la
sottomano - in
il
uno
Forse - scrive
il
Farinelli - per
una redenzione
del
di
delle
genti,
mi-
nostro
rinasci-
mento, occorreva un
ide
lui,
uomo
della
tempra
verbo
d'
mutasse
l'
il
guerra e di
conquista,
inno
in
CONCLUSIONE
389
un pensiero
molto
fanfare squillanti
>
(').
Il
ma
nostra
storia
ufficiale, indiscussa,
ammirazione per
i
Riforma che, da
i
mezzo
impulso
secolo in qua,
occupa
nostri
libri
di
scienza e
testi
di
si
loro
avi
con
-
notevole
il
non
posso
dimenticarne
uno -
e illustre
sorridendo, sui moventi ideali dei papi, nella gran contesa d' allora,
si
dire che
!
diversa
Parlo
si
spiega.
Ma, insomma, se si vuol vedre gli errori della strada che abbiamo infilata, bisogna parlare di romanticismo latino e fermarsi a quell'integrazione del movimento umanistico italiano per opera di
quello francese, cos conservatore nello spirito e pur cos innovatore
negli effetti
:
germanico nei
l'altro:
pi
acuti e coerenti
il
dell'ano e del-
per
esempio
Goethe e
Manzoni.
bisogna insistere
dell'altro,
i
non
per-
ma
centri di
due
non ne abbiano avuto coscienza, e non sieno visi con perfetta coerenza, come per esempio
dei tempi, la poesia si trov a salire, coi
essa, alle altezze raggiunte
arrivati a conformaril
Perch
massimi rappresentanti di
:
ad essere espres-
Come nessuno
d'
intendere
dei
cos nessuno
ci
potrebbe
parlare
aUa
religione.
(')
Fabinelu: Lutero
p.
e i
suai eanti
Marxo
191b
269.
390
CONCLUSIONE
Se noi dimenticassimo di
deschi, che, per conto loro,
si
met-
non
se
ne
sono
mai
dimenticati,
ma
Reno gomito a gomito con la Germania, hanno sempre tenuto nei loro libri un contegno molto diverso dal nostro a questo proposito). Abbiamo gi citato un passo del Treitschke che indicava come punto di biforcamento delle due civilt, latina e germanica, l'Editto di Nantes. Poche opinioni di quello storico, pur cos impresso dei caratteri nazionali,
potrebbero
vantare in patria pi
i
in-
podi
loro destini,
si
come espressione
di
e,
nella
fisonomia
singoli
autori, la si rimpicciolisce.
Il fatto
sta
oggi
ultimo cinquecento
in
spiegarsi
doloroso
anime fra noi latini e un mondo che ci attrae talora ma pu conquistare giammai. Il grande male - secondo il Treitschke - che sta in fondo alle convulsioni frequenti della vita
contrasto d'
che non
ci
francese,
il
dualismo
cattolico. Toltone
il
valore di
condanna,
che
bi-
L'idea
morale
regge e
anche del nostro, con irrequietudine minore e maggiore pensosit - la comune idea tradizionale di cui si mostrano nutriti, alla prova, quelli stessi che credono d' esserne
di averla sostituita
fuori
L' assoluto vi ha
lasci di
un
si
trair-
chiamarlo Dio
- e la
Giustizia e quelle
riesce
dell' Ini-
Bene
non
mai a presciudere
di
da
un sentimento
di
il
convenienza
d'imposlui, tutto
il
Onde quell'impressione
graduale che
stasi,
e,
Treitschke -
con
suo
al
mondo
latino
dall'Editto
di
in
questa
sua
gloria, poi
anche
il
suo
CONCLUSIONE
391
eterno tormento
Che importa
se,
Tale appare
il
suo
destino
di
ispirata
purifica-
da un liberalismo veramente
zione in cui
le
da una
popoli
smania
si
di
r anima
degli individui
dei
riavventa
verso
Libert,
all'Eguaglianza,
come a un'
per
il
che
fa
politica
di
formula so
le rivoluzioni del
il
secolo scorso:
fatto
Uno
d'
stesso
un
libro
dove non
mancano
baleni
di profondit
Davanti
all'
convulsioni
civili
sentiments
egli era
de religion chez
tratto a
les
hommes
i.'he,
religion
conchiudere
(')
in Francia
n'
y a qu' une
la spiegava
con
ce
il
nous
oppriment....
quanto tutto
il
modo
conformi
alle
Tutto
ci,
civile, lo , altrettanto
:
tutte
lirica alla
posto,
lete
le
di
rea-
zione pu ricondurre
alla
da
richiamare
per
quella
studiate
memoria -
in Francia
le
pi ancora che
in
Italia,
aberrazioni letterarie
da noi
(*) (-)
Df
Vog
(ed. Nelson).
p. 203-4.
p. 205.
392
CONCLUSIONE
al
tempo
Victor
Hugo
e della
dittatura
;
del
Yeuillot.
Aberra-
da interessi di partito
ma
Ma,
se
rea-
zione e di
crisi,
commedia
Negata
Su che cosa
verte
l'
ironia latina ?
Su un'
idea morale.
sia,
Non
si si
deride
non
si
quello a cui
crede:
solo
una
una po-
voce
d'
un Savona-
proprio questa
1'
eterna
accusa
d' ipocrisia
latini dal
mondo germanico, (A
possibile alcuna
meno
aristocratiche o raffinate,
il teatro, e' una gi troppo nota affinit). Quanto alla lirica poi, non vede che l'umano dolore, anche nei suoi poeti pi spregiu-
dicati, vi
sempre
cristiano
controllato
proprio di lui
come mi par oggi di moda) ? Ebbene: tutto quello che abbiamo qui affermato della vita latina, letteraria e civile, pu essere sicuramente negato per la Germania. In Germania il nostro modo da concepire la moralit non ha corso.
Nella vita civile,
un censore
nessuna
le
di
quelle
nei
aspirazioni
paesi
fulminee e senti-
convulsioni
latini.
l'anima di
non distingue
fra
il
Bene
zione di cuore;
principio, in s,
non ha virt
si
di
si
ama
non
odia
quello a
non
il
si
crede); solo
si
presenta
all'occhio,
nella
sua
concreta
realt,
non posstesso
Tedeschi
difficilmente
il
valore
CONCLUSIONE
393
all'
ironia,
come
la in-
esiste
in Ger;
vi
pu
esistere,
Xon ne pu
perch
essere
la loro
non questa
non
vi si interessano
stessa indipendenza
supremo barbaglio
del male.
Quel
fre-
un
onde
l'
non verte
alle leggi
intorno
Non
ma non
li-
lasciamo stare la
ma
quasi
ri-
per questo
di
reazione
difficile,
come
perch
non
vi
si
vede
possibilit
cologici.
E
mossa
all'
accusa
vecchia
da
noi
altra
accusa
prensibile
si
nome
della
L'idea
era gi balenata
germanesimo
Lutero.
principio.
Il
di
ri-
pi complessa
in
di Trento,
quel-
moderna.
letteratura,
non
poteva
non
trattare
ma
Giobbe. Dacch
gli
umanisti l'avevano
se,
tratta,
con incerte
sorte degli
nella
uomini, sia sempre visibile la Giustizia di Dio, non era morta pi.
394
CONCLUSIONE
E
il
si
chiedevano
la poesia
Deve
fare che
giusto premiato ?
in che altro
Ed
rit ?
E
?
se questa
non
fosse,
modo pu
con-
Bene
all'
un uomo
fon-
dolore e
e cristiana
Al trovare,
vedemmo
e,
per
una
quasi
paura di
il
di sviare gli
uomini da
lui (ricor-
date
suo
anonimo
venga
fra
la poesia
giusto e
l'
iniquo.
il
umano il sospetto che Dio non interAvevano ridotto l' idea di catarsi a
essa
significare perfettamente
contrario di ci che
era
?
nella tra-
gedia antica.
Ma
veramente un progresso
Non
pu
era
umana
: :
offascata
l'
dal
suo egoismo
cresi
immortale
vero
eternamente vero
uomo,
in teoria,
ma
il
proclama
d un
un
esprime nella
prima pagina
d'
una grande
storia.
non osano
di tra-
passare
V aspettaxione
cose riescono
si
ogni cosa
disavventure
di fare
la
(').
si
fosse
in cui ha bisogno di
riaversi
nostra
(')
Giuseppe Flavio
(Traci.
Angiolini,
Firenze
1831)
100.
CONCLUSIONE
395
dall'
fondo,
s"
del
del
il
certo
mai curato
di
ma, con
suo
singolarissimo rispetto
il
pi bizzarro rivodarci
non
si
imagin neppure
di
una pedata,
grazia
si
di
teatro,
con
tutta
sue
opere nella
cornice
{').
E,
nelle
Memorie
via
via
modi con
cui
(').
aveva sempre
sen-
romanticismo, naturalmente,
ci si
si
ripropose la questione
e,
alla poesia,
d' essere
ma
vedete la brava
ma-
dame de
Stal, la quale
:
credeva
gazione in Germania
e per,
i
invece
di
aveva
letto
gli
quali,
:
accorgeva
di
rimet-
nuovo
le
Madius.
il
Ricordate
il
che
-
ueir Allemagne
tico,
ella
divideva
due mondi,
classico e
roman-
classica - diceva
:
neUa romantica la Provvidenza la sorte non conta per nulla i sentimenti degli uomini la Provvidenza non giudica le azioni che sulla norma di quelli. Come la poesia non creer
la sorte
che regna
esso
d'
un mondo di tutt' altra natura, quando bisogni dipingere l' opera un destino nero e sordo sempre in lotta con i mortali, e quest'ordine intelligente cui presiede un Essere Supremo che U nostro cuore
- passim. morte nella pratica, sono per ripetutissime nelle teorie del settecento. Le ripeterono con piena fedelt il Gravina nella Ragion Poe-
(')
(-)
Goldoni
Memorie
Queste
idee, cos
tica
il
intendessero
fare
della polemica
diletto della
le raccolse
il
Cesarotti (
Ragionamento sul
al let-
dw
contemporanei
396
CONCLUSIONE
(').
:
Difatti,
questa nuovissima
De Nores
non
neanche
molto
diversa
al
Tasso
tenore
baritono finisce
sempre
bastonato
il
mondo s'esprime un giovane povero la cui poesia piace tanto alle donne, ma non piace meno agli uomini buoni. Perch anche questi hanno bisogno di credere nella solidit della vita. E che cosa faceva
onesto finisce sempre in gloria, e tutto questo bel
Romanzo
d'
sia
tanto
facile
umane
il
trionfo
dei
buoni
sugli
iniqui?
Avrebbe
fatto
una
ci
parentesi,
Lessing che
il
romanticismo nostro
abbia dato
arriv, dico, a
una concezione
ultimi
ro-
mantici a portata di
costui, e stione, in
il
mano
si
sarebbe preso
la
que-
uno
ratamente che
del
che
il
problema
Bene
e del
Male
fosse
mai spuntato
mai
nella
:
mente
di quelli
uomini
antichi, che
una
catarsi fosse
esistita
era
Molto
pi
inferiori
ai
pu essere
antichi,
certi, se-
che
greci tragici,
massimamente
ebbero
tatt' altra
alla
Byron (ma,
nelil
r analisi
teri
di
Leopardi).
Sventure e casi
l'umanit vera.
i
I moderni
tii
drammatici, come
come
romanzieri,
si
propongono
(')
Stai.
L' llemagne, V.
p.
177 (Flf^inmarion).
CONCLUSIONE
391
ma
non
si
pu negare, basta a
quanto debbano essenzialmente differire i caratteri dell' anmoderno dramma, con che diversi canoni si debba giudicare dell' uno e dell' altro, quanto sia assurdo tirar le moderne poesie drammatiche a parallelo d'arte con le antiche, quasi appartenessero ad uno stesso genere, che falsissimo. Gli antichi tragici non vollero altro che por sotto gli occhi e
l'
imaginazione degli
spettatori
o singolalo
riguar-
gli
spettail
nuocere,
proprie e quelle
dei
loro
conoscenti,
anzi
(*].
la esasperazione
dello
stato
d'animo
romantico,
n
ni-
mai
e
in
modo
con
cos
la
So bene che
il
Leopardi
poi,
sua
d' essere
restituito
come una
lode
ma
il
primo a sentire
Molte volte,
leggendolo, io
ripicco
si
mi son fermato ad ammirare quanto di consapevole nichilista ci fosse in quel suo amore del classicismo eh' egli
Il
fatto sta
ch'egli
ridusse
la
anche
alla
il
in
modo
venne
:
il
Manzoni
li
ac-
content
ma
ci
che sua
la sapessero
piana
ultimi
con quella
pensieri
deU'a-
umano
(')
eit.) p.
414-17 voi.
398
e fece premiata
l'
CONCLUSIONE
onest - Renzo, Lucia - e punita la colpa -
Don
de-
Rodrigo.
Ma
si
il
finitivamente
Mon della.
(Potrei ingannarmi
di
ma
tengo per
aristotelici
problemi
della
al
problema
catarsi
quale
onde
il
Promessi Sposi
morto Fra
l'
il
sugo di tutta
la storia
l'
quando, calato
i
il
sipario e
Cristoforo, Renzo,
uomo
di tutti
in-
treccio
E
s'
qual' l'idea
umana,
egli
accosta (perch
l'
origine di
nell'avvenire, felice:
onde, intanto,
si
propone
insegnare
scrivere.
Ha
a
tumulti
ho
imparato
il
non predicare
ecc. ecc. .
in piazza
gomito
Ma
per,
:
non che
le
ma non
ne era soddisfatta
pareva,
sentire
e
io
forza
di
un giorno
al
guai
son loro
che
son
venuti
cercar
me
.... .
alla
Renzo
si
ch
ci
data cagione
ma
la condotta
pi casta
pi innocente
per
utili
non
basta a
quando vengono,
li
colpa
raddolcisce e
rende
per una
gente,
Questa
da povera
(').
il
ci
importante e
(')
CONCLUSIONE
secolare problema della catarsi - sudor di tanti
399
dotti
da
Lucif^
il
massimo
umane,
tra
romantici
ac-
massimi tra
una
verit pi difficile ad
e gli
effetti,
compensi,
la terra.
e'
un rapporto
?
de Stal aveva
Manzoni metteva
certo
il
proprio
le
parole,
pensiero di quelle di
Matteo
a
pen-
cristianesimo,
ma
cos
difficile
ricordare
il
che
gli
uomini
:
lo
cielo
quando alzano
capo
se
e l'adorano
ma, quando
rivolgono alla
di
terra, facilmente
ne
dimenticano.
Sono
le
grandi parole
Ges:
ci ve l'ho
voi
il
detto,
amate
figli
del
cieli:
che fa levare
suo sole
come per
il
(').
Da
lano
De Nores
e le parole di Lucia
sembrano veramente
una conclusione.
Una
si
non
gli
risolvono mai
si
insorgono tutte
le volte
che
l'
le
generazioni e
individui
ai
una citazione
pu
fare ancora
un passo e osservare che, sebbene, col decKnare del romanticismo come revisione degli elementi tradizionali, tramontato ogni residuo
aristotelico nella lingua della scuola, succeduti
i
fervori
del
positi-
rea-
modernismo
si
vide risorgere
(*)
interpretazione del
Maggi
in
un
libro gi citato),
ci fu,
in queir
del
secolo scorso
()
(-)
S. Matteo, cap.
V,
v. 44.
Roz,
4 00
CONCLUSIONE
un singolare episodio, ad alcuni particolari del quale io ripenso ora come a epilogo del mio studio, come a quelli che meglio possono
mettere in luce - luce di tragedia nel preciso
rola il
significato
della
pa-
da quei nostri padri del 500, ma cominciata con Giobbe e con Edipo. Un giovane austriaco - "Weininger - aggirandosi nel labirinto
delle areligiose filosofie post-kantiane, cercava in esse quell' ubi cou-
il
suo bisogno
problema del
conpii
Bene
e del Male, si
risolve in
sentimento
d'universale equilibrio,
la
esso della
nostra
Stato
forza
morale
e,
quindi,
delle
energie psicologiche.
l'
rimette
ine-
vitabilit.
Weininger,
infatti,
si
soglia.
Non
quello
i
era
dei nostri umanisti sulla fine del rinascimento: piccoli uomini fra
il
Tasso.
Certo
tuttavia
che,
le
quando, in
ma
di
pi
uno
stato
esperienze
d'animo
tore.
il
negaoscilla
Anch'
vide nella
catarsi
il
perno eterno
;
su
cui
pili
segreto
interesse dell'
anima umana
la
anch' egli
cerc
di
ri-
trovare, nella tragedia moderna, quel centro morale che la greca aveva
letteratura
un
la
senso
di
verit
conforme
In
al nostro
bisogno
d' assoluto.
certi suoi
ultimi
appunti
d'un
libro,
morte
volontaria
al
dea gi balenatagli
nell'
('),
paragon
la
so-
luzione pagana data dai Greci a quel problema, con quella cristiana
data da Shakespeare
l'
:
e questa
non
lo persuase.
Quel sentimento
dell'
del-
anima
Manzoni, non
lo
colp.
Pens
forse alle
(')
Wkininoer
p.
359.
CONCLUSIONE
401
pi ambigue fra
cui
il
le
una
furia di eguale
un
in
senla
sensibile
quel
si
polarizzava.
ci fu,
Onde
<
Per
Greci non
in istretto
di con-
senso, ne solitudine n
tatto fra
i
Greci e Beethoven
in entrambi
il
mondo ha un
polarizzata:
centro
tutto
il
contrario di Shakespeare.
(').
luce
qui non
polarizzata
Un' arte
una Yerit
un
centro, ripresentasse
liberata dal
Quanto a
alla musica, si veda come l'intesero Schopenhauer e Wagner. Qual meraviglia che, mettendosi a considerare da quest' altezza r arte post-romantica, la trovasse caratterizzata da un' assoluta mancanza di pensiero ? > C) Senza pensiero gli parvero Balzac,
ne
ritrov
piuttosto
in
Zola
in
centro nell'immanenza
secondo,
del
in
mondi
Bene
e del Male.
Vero ? Falso
quanto
Non
ci sia di personale
ed
studio
fin
ha
seguito
qui, per, vede polarizzato, per usare la sua parola, nella figura di
lui,
il
barbaglio d'
un mistero
che, da
dell'
uomo
non pu morire.
(')
"Weeokgeh
217.
p.
249.
(*) P-
1913-1919.
-->-
ToFFANiK.
La
fin
delfumaiteaimo.
S7
235
91 197 231 279 292
Bibbiena
147
Agostino (sanf)
Birken
318
11 133 134 225
341
Boccaccio
Alamanni
Alighieri
56 58 59 86 99 174
Bodin
Boezio
Boileau
251
171
Ameibac Titus
Angeli
307
366 64 232
di)
Anguillara
Borinski
Anhalt (Ludovico
Aretino
Ariosto
Bossert
386
I.
Bossuet
B.
3 48 50 55 61 73 99 109 129 138 144 154 '181 188 214 236 256
223
167
Aristotele
2 4 18 34 35 262
Borghini
Averro
Bourget
261 324
12
Boutroux
Balzac (Guez de)
Brugi
Balzac (Honor)
Barbi
306 402
100
3 66 173
Barbaro
Bargagli
Bruno 3 12 66 192 364 365 378 Bnchner 315-317 321 324 331 Bude 249 250
Bulgarini
133 134
12
168-170
Baronie (card.)
Basilio (san)
Buonarroti
182
Byron
397
78
Baudelaire
402
251
Calpurnio
BaudriUart
Beethoven
Belloni
305 402
12
Camerini
Canello
49 80
3 66 378
Bellarmino (card.)
Campanella
223
Capriano
4
Carducci
Carlyle
207
Bembo
Beni
73 90 238
131 160 201 235-7 240 243 306
47 55
10
Caraffa (card.)
49 78 396 386
12
Carnesecchi
Caro
Carrer
74 86 210 211
383
167-168
Bertana
154
Carriero
404
Cartesio
vii 115 117 120 251-256 260 273 293 304 320 385 Castelvetro 49 86 90 95 121 127 134 166 173 184-88
Ealugi
81 67
Fano
Fauriel
Farinelli
Catullo
134 135
71 72
Festa
41
iv
Cavalcanti B.
Ceccarelli
Flamini
Flaubert
11
200
395
5 31
Cervantes
Cesarotti
m 14
Flavio
205 395
Ficioo
Filicaia
Chapelain
235 243
17 242 210 293 71 72 73
2 v 16
Folengo
Foscolo
Forcellini
112
10 17 103 177 314 376
Gian
238
Forteguerri
Cicerone
Fracastoro
19 21-27 30 43 44
Colonna
45 55
Fusco
184
Comte
293
251 261 262-273 291 294
Corneille
Gabriele
176
(card.)
Gaetano
Galilei
108
Galletti
Daniello
Geiger
Gelli
D'Annunzio
Dejob
76
305 306 83
329
101
9 11 13 239 294
Gentile
GiambuUari
Giansenio
Gioberti
274
223 310 382
10
De
Giovenale
Giraldi
16 45 48-54 58 68 71 74 81
dem Werder)
315
Donato
241 242
30
(fra)
Du
Bellay
249
279
357
Godescalco
279
Eckhart (Maestro)
Goethe
Goldoni
Empedocle
Ennio
Epicuro
37 40 220
396
157 158 205
177
Gonzaga
Gozzi
256 257
(da Rotterdam)
253
395
(di
Erasmo
Erodia
115 313
Gravina
Gregorio
160
(il
Ilerimburg)
813
Ermanno
riau
Erodoto
Eschilo
tedesco) 2 18
Griphius Andrea
321
275
175
Gruckor
Guariai
226 233
186
Esiodo Euripide
37 40 220
405
94
201
Hardy
251
Harsdorrfer
317
Hauvette
59
Hegel
Heine
Hensius
310
311 312 313
Herder
304 113
Hobbes
Hugo
lacobi
VI 57 60 71 76 84-92 Maggi 124 127 130 136 172 180 190 205 236 334 340 399 Maldotti 305 MaTebranche 273 278-288 291 324 343 Manacorda 95 Manzoni 20 50 91 174 194-201 214 278 287 290 327 339-351
296
208
371
397-399
Marino
Marziale
Ingegneri
231 316
Matteo (san)
399
401
lamblico (Platonico)
Maupassant
Mazzini
279
385
177
Melantone
Metastasio
307
317
Kirner
Mesnadire (La)
Klopstock
329
396
101-113 115 121 130 138
Krantz
Landi
261
132 134 145 190 227
322-329 331
Mintumo
160 306 309
Molire
182 201
207
Leder
Leibniz
276
310
387
Mommsen
Monti
Morelli
Leopardi
Leonardo
Lessing
Morel G.
22
249
9 163-164 172 250 309
vn 36 85 88 110 304-307
Mureto
251
Musso
Musatti
172
24
Lionardi
128
323 337
Locke
Lohenstein
318
87
106
165
Lombardi
Lope de Vega
Lorenzo (De)
360 361
Lucano
Lucrezio
Luisino
81
274-276 287
128
Nordau
386
71 76 100 142-155 162
Lutero
Luzio
8 37 111 251 279 303 307 315 319 322 331 336 388 393
16
147 210
Nores (De)
Novalis
399
303 327
Novati
Macchiavelli
4
121
Malacreta
Malatesta
Ochino
Olgiati G. B.
147
406
Omero
Opitz
Prati
382
251 308
Proclo
43 44 45 147 167
231
153 178
Properzio
Pulci
Orano
Orazio
364
7 19
314 318
Oriani
123
345
307
5 66 231
Rabizzani
Ortus Zacharias
Ovidio
Racine
Rbelliau
Rebhuhn
Paleari
12
Regnier
Panigarola
239
7
Renan
230 258 279 280
2 66 76
Panzacchi
Paolo (san)
Ribadeneyra
225
Riccobono
Rinuccini
Rist
289 324
Papini Pareto
Partenio
314
371
36 37
127
Robertelli
Paruta
Pascoli
Patrizio Patrizzi
108
Pascal B.
Robespierre
295
Romagnoli
Ronsard
210
382
Rosmini
180 183
Rossi G.
Rossi V.
Pazzi
16
200
Pellegrino
Pescetti
22
209
9 400
Petrarca
106
Ruiz
177 226
Petronio
Rousseau
Ruscelli
177
52 120-
Pigna
54 55 68 74
vi
Piccolomini Alessandro
Saintsbury
20 50 115 251
251
125 127 136 178 188-194 199 200 202 207 226 275 284 385 Piccolomini Enea 122
Picot
Salvini
Salutati
250
110 112
2
Pindaro
Pio G. B.
Pitagora
Sannazzaro
Sarpi
212
3 8 38 43 57 65 70 94 105
Platone
160
Savonarola
143 233
Scaligero Giulio C.
19 114-120 124 129 136 156 182 190 249 261 304
306
Scaligero Giuseppe
312
Schelley
Schelling
385 379
163
407
(san) 97 116 117 118
SchUler
384
Tomaso
292 389
Schlegel F.
Tomitano
Trabalza
76
5
iv
vii
Traube
Trissino
279
279 376 390
16 19 22 57 67 60 81 174
314
Treitschke
Segneri
Segni A.
Segni B.
Seneca
4 10 52 54
10 223
Unamano
Settembrini
16 91
249
Varchi
Sidney
Sigonio
v vi 73 86 90 93-101 105 108 117 120 135 146 165 170 190 201 352
Silio Italico
177 186
11 12 108
Vauquelin
249
Sirleto (card.)
Vemia
Vettori
Veuillot
66
11 52 57 83 127 172
Socrate
Sofocle
Solerti
314 315
6 226 233 265
391
79 207
Vico
Speroni
16 18 22 54 66-81 143 149 156 165 169 183 202 226 230 Spingarn nr 8 16 93 184 251 385
Spinoza 297 325 331-333 338 346 347
Stal
225 231
Vivaldi
(Mde
de)
207
Steme
210
242 205
71 144-45 156 170 182
Voglie (de)
Voltaire
392
Stopinns (Magister)
Sommo
Tacito
10
Wagner
250
193
"Weise
305 401
321
Taine
311 359
55-64
Weininger
70 85 99 174
Tasso B.
Wigny
Wilde
(de)
232
Tasso T.
54
Gio.
20 45 50 58 72 68 78 80
Woss
312
Zabarella
I.
136
67
Zabarella G.
66 378
Zanetti
12
Terenzio
Tesaiiro
233
239
91
Zezen
Zola
320
401
Tiraboschi
Zuccolo
160
IZSTDICE
DEI CAPITOLI
Prefazione
Capitolo
SoMMAKio.
I.
primo commento alla Poetica di Aristotele - Perch il Medio Evo non se ne occup - Perch non se n' occup il rinascimento - Vaghe curiosit critiche di Benvenuto da Imola e di Coluccio Salutati - Il trionfo di Platone - Il Poliziano e la IIo'.r^Tixf,. 2. Improvviso sorgere del problema critico tra la riforma e la controri11
il
......... ...
Umanesimo
e controriforma
Concilio di Trento e
pag.
ui
forma
come reazione
al
rinascimento
Desiderio di una scolastica critica parallela alla filosofia scolastica del Medio
Evo
si -
La Chiesa prende
i
le parti di Aristotele
contro Platone.
- Il
3. Come
di
debbano intendere
Italia concreta le
le
Cardinal Sirleto
queste
le
Sotto
1'
impulso
quaU prendono
mosse tutte
nazioni europee.
Capitolo
Sommario.
II.
Il
Fracastoro
pag.
15
prima met del cinquecento. Formule aristoteliche loro scarsa parentela con l' originale - Valore d' una interpolazione nel Baldus del Folengo - Interesse di questo periodo di transialla Uoiriiix-^ nella
:
Accenni
zione.
2.
Vida
critico oraziano:
il
Trissino e le
r^ole:
il il
Daniello:
problema
finalit
morali
dell' arte
3.
Fracastoro e
il
Dialogo
De Poe-
nuove timide aspirazioni letterarie e le idee del rinascimento assai conforme alla figura storica del Fracastoro. 4. Come non si pu parlar pi quasi con le stesse parole di filosofia e di poesia, d' arte e di scienza - Come non si pu piii parlare con la vaghezza 1' uno accomodante d' un tempo dell' utile e del diletto assegnati alla poesia tra le
Presenta
un contrasto
r altro
Pon-
410
tano
-
Navagero.
Il
poeta
universale
cio soltanto
-
bene.
5. Gravi conseguenze
dell' indi-
Acutissimo presentimento
1 destini del
poema
eroico
del rinascimento
la natura
1'
uomo
Punto
\'
di divisione fra
1'
una
l'
altra
il
Capitolo
Sommario.
III.
- Francesco Robertelli
Il
....
-
pag.
29
-
1.
Robertelli e
il
suo commento
os-
Iloiyjxtxi^
Acute previsioni
getto di essa
il
falso
2. Il come
se
diletto ?
Se l'ogil
fine ari-
dev' essere
il
diletto
Ma
il
tratta dell'uomo ?
3. Prime questioni
1'
specie e a impostare
dev' essere o
problema morale. Se
si
rappresenta
-/.ed
uomo, questo
della tragedia
-
buono
o reo.
4.
La
catarsi
-
L' sXsos
l'
cppoi;
pagana applicato
Come
In-
La
umani secondo
-
il
paganesimo
di Aristotele
il
cristianesimo di Platone
Edipo e Giobbe
- La quale consiuna quasi fatalistica rinuncia a riconoscere la traccia degli dei negli eventi umani - Aristotele e Euripide. 5. Il Eobertelli davanti a questo problema - La sua buona disposizione a intenderlo troppo sviata dalla volont di dedurne un signifi-
una pagana
cato cristiano.
Il
problema morale
gli si
suo mal-
grado
Se
si
pu pre-
il
romanzesco e
:
1'
eroico
pag.
il
46
par-
1'
ticolare,
telli
-
r altra secondo
verso
-
1'
universale
Diffidenza
il
romanzesco.
Ragione delle
Prima vaga interpretazione del Rober2. Effimera e futile ribellione ad simpatie che egli suole ispirare - Ana-
quelle
s'
inglesi
del
i
periodo
pro-shakespeariano
Da
ebbero
teorici lette-
3. Per
il
Giraldi
non
e poesia
Storpia
nuovi concetti
moralistico-aristotelici
-
romanzesco
Interpreta questo
dissoluzione di questo,
4. Vano tentativo di conservare il rinascimento o reale come lo dimostra la poesia stessa del Giraldi - Il Pigna
ma
un accenno
alla
peripezia
5.
Perch questa
411
come soluzione
-
L' eroico
del pro-
blema morale.
critico-morali
tra
il
6. Incertezza
il
Bernardo Tasso
l'
Sue
oscillazioni
delectare e
prodesse, tra
il
romanzesco e
-
eroico - Simile
ma
pii
coee
al
Sua
1'
prodesse nonostante
1'
ammirazione per
lo
Ariosto
Inquietudine
-
e follia di
ipocrisie
-
Sue ingenue
Giraldi,
Speroni
Bernardo e Torquato
peripezia
pag. 65
fa
1. Padova e
come
il
la tradizione aristotelica
:
capo
-
lei
il
rinascimento a Firenze
Ancora della
trissiniana
sui rapporti
Lo
tra
Speroni e
storia e poesia.
e r eroico
2. E sulla peripezia come conciliazione tra il romanzesco Sua pretesa d' essere con ci pi aristotelico del Trissino - La Cauace (1542). 3. Polemica intomo alla Canace nel 1550 - 1 criteri del-
l'
aristotelismo moralista
applicati a quella
per
Vane
raldi
4.
che rappresentano
-
1'
un vano amor
la
della
forma
la storia della
La
grandiosit classica,
all'
sen-
tentia e
il
concettino
Questo stato
i
d'
animo comune
-
primi secentisti
Importanza
di
Ci che
Speroni rappresenta.
-
favola pastorale
sito
-
La
discordia fra
dell'
Evidente derivazione
II
pius Madius
inizio dell' edificio critico aristotelico della
all'
pag.
82
-
1. Vero
controriforma
apparire del
fra le
commento
del
RoberteUi
Suo Imela-
2. Prima vera
esteriore
Maggi
-
Storia
dei
si
commenti come
di plagio
effetti di
-
Esempio
del suo
il
caso Maggi
-
3. Origine
commento
piet
contrastando
questo
con
principi
Ne propone un
altro cristiano
della lettera che avr corso glorioso fino a Lessing - Cos concilia siero di Aristotele e quello di
pen-
umanesimo - Il Maggi e il dantista Varchi - Risorgere di puri fantasmi medoevali come presunta integrazione del rinascimento. 4. Altre interpretazioni del Maggi.
Dante
:
vera fine
dell'
412
INDICE DEI CAPITOLI
l'
1. Perch
s'
il
Varchi rappresenta
si
aristotelico che
incontra e
si
fonde con la
Con
il
lui
r aristotelesimo padovano
bandiera del Maggi
-
porta-
modo
telli
di esprimersi
il
2. Le
bens
il
falso,
-
ma
il
suo mezzo
poesia
dal fine
Il fine della
V esempio - L' arto riceve la sua far 1' uomo perfetto e felice - La
-
poesia
-
Secondariet
dell'
-
elemento estetico
Una
Il
Maggi
il
Robertelli
di
Varchi - Le regole come espressione di quello stato animo - L' inquisizione. 3. Un nobile effetto di queste idee 1' amore Dante come poeta e pensatore - Esempi Il Varchi e il GiambuUari.
Capitolo Vili. -
Il
Minturno,
il
Concilio di Trento e lo
pag.
spagnolismo
Sommario.
.....
sua critica
-
102
Modo opposto
di considerar la poesia
cipi -
italianit
Il
2.
Minturno intende
alla poesia
di
con
la
Ma non
crede agli
effetti
-
rinascimento
liberalit
Acuta e moderna
nelle
3. Sua andata a Trento come Vescovo e sua improv- Modo singolare di pubblicare < V Arte
del
Condanna
romanzesco
riconciliazione
con
l'
eroico
per
il
di evitare
Vantaggi
esso contro
pericolosi
propositi
di
di
Trento
Conseguente teorizzazione
-
Ritorno
Pindaro
-
come espressione
di aristotelesimo e di
spagnolismo ad un tempo
Ricon-
contro
il
Lutero
con
lo'
.
Sca.
ligero e
Sommario.
Piccoloinini
pag.
114
1. Ragioni della fortuna storica dello Scaligero ultimo rappresentante europeo del prevalente pensiero classico italiano - Ragione della sua
sensibilit filosofico-religiosa por cui
2. Mo-
Pi completa con-
Tomaso
La
recta ratio
come
del
risposta
come soluzione
problema
413
-
moralistico-Ietterario
di-
Stretti rapporti
fra
V actio
affectus
Effettiva iden;
Unica differenza
r^ole sono un
pretesto.
4.
Il
Piccoloraiui
luci-
come
movimento
rigorista -
Sua mirabile
-
alle idee
della controriforma.
5. Esame
Conchia in-
sione
;
Nessuna azione
e nessuna rappresentazione
dell'uomo
pag.
126
Finalismo morale
Una
Ortodossia generale
-
cademia fiorentina
Il
Conformit
aristotelici
come
il
conte
Luigi
Laudi.
Dopo
del Boccaccio
Esempio
il
Anche
del-
la
teoria
inquisizione
in Platone
4. La
Riccoboni
(1581)
che
dalla cattedra di
Padova
-
Nuova
inter-
r uno
r altro
dire
Aristotele
la poesia
preponendo a ogni
sogno e deve stra-
Che
5.
Conseguenti rapporti
naturale
La scoperta
del Riccoboni
svolgimento
pag.
141
1.
Forma
:
queste teorie in
-
apparente
stridente
tragicommedia
nome.
2. Massimo valore
sto-
rico
al
Pastor Fido-
strato
-
Figura
moralismo letterario insorgono per mano del signor Giason De Nores di costui - Sue pose di continuatore dello Speroni e sua pai^azion
Canace
Poetica come strumento della Politica in genere e della Repubblica di Venezia in ispecie - La commedia considerata in questo modo medesimo.
3. Applicazione
condanna
di
di tali principi al
-
esso
I cittadini si
Assurde attribuzioni ad
Ari-
414
stotele
:
mondi
-
distinti
incontrino.
4. Replica
del
De Nores
con-
Conchiude
che
non pu essere che vano giuoco - Il poeta eviti la morale e r anima umana la tragicommedia genere eccellente perch trasporta la
la poesia
:
poesia nel
mondo
sogni.
6.
Il
posto
il
L' incontinenza
Eguale
ipocrisia.
il
6.
L' al-
Morto
-
dino
-
Summo
Sua
figura
di lui alla
Bernar-
Canace
contrasto
11
Summo
parti
cerca di portare
fra
gli edonisti
dell'
Questo prende
le
secondi
il
secentismo
trionfa.
di
un gesuita
-
alla
polemica su Dante
pag.
dello
159
spirito
Sommario.
lacobus Pontanus
dei tempi
polemica
nuocere
sione
-
La poesia in teoria deve insegnare: in pratica dilettare senza Sua novit: la teoria della lirica funerale come pura espreset credibilia
-
nomini,
suggestiva
cio
secentismo
puro.
Una
Fido
Pretesto
le regole
sostanza
se la
all'
Commedia
-
risponda a quelle
finalit
si
richiedono
arte
Difesa del
Mazzoni disceec-
Suoi
artificiosi
-
argomenti.
Si
il
4. Pi
-
coerenti (e guari-
invoca
come
La
la
IloixiXia
delle
di
pas-
dantesco
pericolosa
nonostante
condanna
Dio
Timide difese dello Zoppio, dello Speroni ed altri - Si conchiude negando ogni possibilit di fusione tra filosofia morale e poesia come con il Guarini
-
Il
pag.
171
con
1.
-
Il
-
Sua
affinit
precedenti
epica
La
il
attribuiti
-
anche
:
all'
Da
e
principio
Esempi
L'
Alamanni
Trissino
Un vano
Perch
Manzoni
la
spon-
medioevo manc
Borni
-
appena
-
intra vvista
e Petrarca
Ironia del
dai
fatti
rinascimento:
storici,
il
il il
come stanno, un
morale
Dubbio se
415
fatto
si
possa trasformarli
:
Ripiego
scegliere
un antico
- Il
favoloso
Inge-
Maggi
Conformi idee del Varchi, dello Scaligero, del Minturno, del Viperano.
li.
Fatuo amor
delle re-
4, Simile
Ripete
(tradizione ferra-
negando che
argomento che
la storia
lo
storico
ma uno
d'
La
poesia
pura
ogni
question
-
agudexa
Sua
puerile
moderni sebbene
gli
manchi
presentimento
nostre
- Il
Il
Castelvetro continuatore
dell'incapacit
5-
suo antagonista,
il
dall'incoe-
arte
un pensiero
vero
-
vitale -
Sua
critica
come
Il
se la poesia fosse
questione di abilit
precursore del Vico
simile
-
il
Piccolomini
come
veri-
vero
Conseguente necessit
falso e di rispettare
ad un
tempo
la storia
- Importanza del pensiero del Piccolomini. 6. Le stesse Manzoni a base del suo discorso sol romanzo storico >
Capitolo
SoJtMABio.
XIY. -
Il
Tasso
all'
pag.
idea che
il il
195
della
poeta
-
sia
signore
Castelvetro e
Goethe
Difficolt pratiche
-
da
lui
Piccolomini
l'
Impossibilit
di
fondere in
del vero
-
modo omogeneo
Questo
l.
il
dat> storico e
il reale stato d' animo del Tasso quando rifece la GeruSuo penoso vagabondaggio intellettuale dall'uno all'altro teorico contemporaneo - Dall' edonismo del Robertelli al rigorismo del Varchi, dalle regole dello Speroni al romanticismo pietista del Minturno - Da chi nega la catarsi neU' epica a chi l' afferma. 3. Sue definitive oscillazioni
salemme.
fra
il
Piccolomini e
il
il
ado-
perare
-
dato storico
come conversione
i
di attuare
-
Sua pena
-
Falliil
Pic-
colomini
del
Improvvisa difesa
di questo
periodo
perde
interpretiil
Sua
Ca-
Sua
Qualche
considerazione
stilistica.
Capitolo
SoMM.vRio.
XY.
Il
Cervantes
.....
di cose trovato dal
-
pag.
-
211
Neces-
Cervantes
intelligenza del
Don
Chisciotte
La
416
ispirate
Tornato
in
patria
sacrifi-
Don
particolare)
Argomenti
suoi, indi-
gnazione di Sancio
Incredulit di
Don
-
che
il
Ma
gli
;
proprio
come andarono
secondo
particolare
Rappresaglia
libro
di
Don
come
il
satira
alle
della poesia
Poema
il
di cose storiche -
Don
:
Chisciotte
Goffredo
della Poesia
Sancio
L' opera
non un ultimo
ma
controriforma
Don
Chisciotte
esempio
1'
Unamuno.
Capitolo
Sommario.
XVL
...
-
pag.
222
ed
esagerazioni oltrepassate.
2.
I tre veri
reazione
di
buono
primo
-
AflSnit e confusione
dei
due ultimi
In
che rapporti
- Il
con
la reazione cattolica - Il
d'
-
partito
un
medioevo
di
Michelangelo
Accenni in
scrittori a contrad'
3. Fallimento
dell'
ogni
impulso migliore
aspetti di essa
-
Effetto
ipocrisia del
pensiero e
animo
Multiformi
La consapevole menzogna
immoralit lar-
vata
In
nomo
partigiani del
-
DoDi-
Nores
vata
nel secentismo
sprezzo
anima umana
-
L' arte
superba tappezzeria
la
dell'
eco
4. Somiglianza
del
-
rLa Poetica
Beni
come
non
Il
concetto poetabile
-
La poesia
deve essere
ne chiara n
precisa
-
Volatizzazione
:
ossia
perfeziona-
mento
di cose
Esempio
il
Marino.
neir oratoria
sacra
Il
concetto
predicabile
1'
il
1'
canocchiale
deve bandire
esperienza e
osservazione
umane
con
Puro
come
alla poesia.
{>.
Ultimo perfexionamenfo
la poetica del
Donato
-
Proprio in essa
eccita o
si
purga
ad un tempo
I
il
vescovi
An-'
che in questo
Stopinus
-
classicismo
si
41'
IN FRANCIA
Capitolo XVII. - Cartesio e
SosTMARio.
il
La riforma
cartesiana.
.
classicismo aristotelico
e
della
pag.
247
rina-
1.
problema della
critica letteraria
poesia
si
consegnato
il
2.
divide
scimento francese
U primo prettamente
-
secondo cartesiano
del
Qualche atteggiamento
psicologica di
singolare
Budeus
soli' oeffetti
loquenza.
3. La riforma
Suoi diversi
anima sen-
del
male
Anima =
ragione, corpo
= passione
il
fenomeno
La passione
sempre
un male.
4. Paragone
lastica illustrata
da Dante
L'
-
passioni
attra-
Come
Il
invece
di
si
negativi
problema
letterario
Xou xal
(f?o'j.
r.
< trattato
come
presupposti cartesiani e
modi
significati
moderni:
cio
Dubbi
di
CorneUle.
Suo lavoro
di riduzione
-
di
Aristotele
a Cartesio
visibile
La
egli
-
catarsi
invece
il
che
il
Xou xal
-
Com'
spieghi
i
suo procedimento
risolti
In-
vanta
Tutti
con
raison
nel
Nicomede
La storia purgata della catastrofe e ridotta a * raison La passione che non deve arrivare alle lacrime - L'amall'
orrore
-
11
dramma
1'
orrore
Cinna
1'
>
e la narcosi
Borace
Simile condizione
di
La conseguente
e accettata
teorica
del
giusto
piamente da Voltaire.
dimento
fatte dai
Argomenti
di
Bossuet: non
si
risolto nulla -
umane
un grande
valore ideale.
p.
277
del
1.
Contrasto
fra le
il
ascensioni e le
rivolte
alla
tradizione
mantiene
la lette-
2. La
filosofia si
rinnova
418
il
Il
concetto
dell'
arte
come imitazione gi negato da S. Agostino - Malebranche acuisce il contrasto fra r anima e il corpo fino agli estremi limiti dell' occasionalismo - Critica dello stato pagano in cui 1' aristotelismo come pensiero (scolastica) e come forma (classicismo) mantiene lo spirito moderno rinnovato dal Cristianesimo Conseguenza
Il
di ci; idealizzazione
il
delle
3.
Effetti delle
nuove
del-
Rivelazione di
un nuovo sentimento
Il
come
l'
forza,
non debolezza
i
dell'
anima
i
sensibilit o tristezza.
senso
fatti
tale tristezza
sempre piacevole
Perch
tale
forza dell'
far sentire
anche
la mitologia - Il fondo dell' anima ancora pagano. 4. Queste idee in relazione con quelle del romanticismo latino - Con quelle del Manzoni -Sua interpretazione di Shakespeare alla luce di questa tristezza -
sulla letteratura
Shakespeare trascende
le critiche di
Bossuet
e,
implicitamente,
le questioni
come salutare disgusto delle cose umane - Assoluta concordanza del Manzoni con Malebranche nel concepire la forma classico-mitologica come traviamento di questo modo di sentire. 5. Modo conforme d'intendere il romanticismo di V. Hugo - Eguale
degli Italiani. L' sXsog v.c cp^oz interpretato
frasario
classicheg-
Eguale concetto
di esso di
Eguale interpretazione
l'
come avviamento all' immoralit dell' uomoShakespeare come espressione di un' arte
1'
e-
roe
Anch'
S.
Ago-
scioglie
italico si
con
quella
germanica.
6. Come
Ci che fu
preghiere
il
Cartesia-
nismo
zione
-
la religione
-
Esempi:
lo
di
Bossuet;
la lirica
La
La
raison
come
entusiasmo nega-
IN
Capitolo
Sommario.
GERMANIA
La
rivoluzione lessinghiana.
XIX.
pag.
301
1.
La riforma sembra
-
moto universale
il
prima
rivoluzione inco.sciente
La
Uno
storico tedesco:
in
2. Stato dell'umanesimo
-
Germania
aristotelico
Disprezzo
della
-
letteratura
Pili accorto
si
contegno di Lutero
Sua
idea che lo
-
Vecchio Testamento
Sua
e
in
letteratura
INDICE
Dn
CAPITOU
dei Tedeschi.
419
religione
e francesi
Greci
come precursori
le
dell'
3. Influenze
-
italiane
perch
-
Martino Opitz e la
Incontro
dell'
sua poetica
Bandagio spirito
-
umanesimo tedesco
alla
0-
catarsi
un' interpretafiero -
zione magica
La
-
libera dal
mo-
La Fruchtbringende
la
contemporaneo italiano e
francese
Dietrich
Gerusalemme
irridendo al
moralismo del
- Le idee del Buchner e la scristianizzazione del demone platonico La poesia grande quanto il mondo. 4- Questa primaria originalit germanica offuscata dalle influenze francesi - Harsdrffer - Il Birken e il Ld-
1'
henstein e
Giovanni Eist e
il
pietismo
-
dell'
estrema
destra luterana
Balthesar Kin-
dermann
e falsati
e Filippo 2iezen
momentaneo
deformati
latini nella
giusto mezzo
In questo
sua personalit e
tedesca
-
o. Elementi
cartesiana
delle
della
politica
Mitiga
occasionalismo
con
la teoria
percezioni
critica
insensibili senza
mutare
Sua
d^li
da
lui
detto quietismo .
6. Suo sguardo
sensibilit
soa latina
tusiasmo
dal Leibniz
germanesimo - Conflitto fra la latina e 1' entusiasmo germanico - Avversione alla raipredicata dal germanesimo in nome dell' entusiasmo - Confual contrasto fra latinit e
sione fatta dagli studiosi del nostro romanticismo fra sensibilit e en-
come
i
trionfo dell'
immanentismo sbozzata
i
contemporanei e fra
posteri tedeschi.
Capitolo
XX.
atto
pag.
330
SoMMAJuo
La polemica
-
di Leibniz era
ragione
sono sacre
pre cattiva
essa
gli
Non
stato
Conforme disposizione
sia
vero
di
significato
pagano
Lo
spirito della
il
Dramaturgia
Amburgo.
travisamento pietista
2. Mu-
dius al Corneille
La tragedia non
la
-
ci libera dalle
ci
passioni
ma
-
ci riconcilia
con esse
Caccia la piet e
paura che
il
raffredderebbero
-
La
vita irres'
sponsabile passione
Ironia verso
i
Cristianesimo tutto
Tedeschi
ac-
Greci
La moralit
della tragedia
interpretata se-
conde Spinoza: come panteistico equilibrio col Tutto. 3. Di qui nasce il V. atto del Faust e la disfatta di Mefistofele - Mefistofele rappresentante del
cattolicesimo trascendentale, Faust dell'
immauentismo spinoziano
Mefistofele
s.
Faust
li
nega e
si
Bauci e Filemone
compiuto
420
col panteistico timor di Dio, cio col sentimento dei suoi rapporti col Tutto -
Sua
catarsi
s'
Davanti
ha
alla salvazione di
Faust
e
Mefistofele
gli
angeli
La passione
-
Mefisto-
impedi di peccare e operare con panica fede detta da Goethe timor di Dio
11
4. Lessing e
della
-
Sua soluzione
dagli
questione
rapporti
rilievo
fra
il
agitata
Italiani
Suo
giusto
ohe
Ironia anche
maggiore
per
Gasparo Gozzi
-
e gli Italiani
Accusa
di ipocrisia
mossa a questi
dai Tedeschi
Accusa
di
cinismo mossa
IN INGHILTERRA
Capitolo
Sommario.
di
Amleto.
XXI. - Amleto
pag.
-
357
fit-
1.
Come
vi
giunse
il
classicismo
Francia e
Ragioni
tizie e
-
ragioni reali
Suo atteggiamento
classicismo greco
cristia-
espressione di
del
2. Non tragediabilit di Amleto - Esso ispirato dai problemi ideali tempo - Sua parentela con Giordano Bruno come critica di esso - La difficolt di agire di Amleto deriva dal non trovare pi appoggio in precisi principi morali per una svanita distinzione del Bene e del Male - Contrasto fra logica e coscienza - Sordo odio per Polonio rappresentante il Bene nel
vecchio senso
-
Incapacit di detestare
il
Male
la
l'Amore
come
l'Onore
(Fortebraccio)
Dio
Trascendentale.
Ci che rappresenta
il
effetti
storia
Conclusione
Indice dei nomi
pag.
372
403
r\
PLEASE
DO NOT REMOVE
FROM
THIS
CARDS OR
SLIPS
UNIVERSITY
OF TORONTO
LIBRARY