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^CQ
LUIGI
CAPUANA
SICILIA
NEI CANTI
POPOLARI
BOLOGNA
DITTA NICOLA ZANICHELLI
(Cesare e Giacomo Zanichelli)
MDCCCXCIV
CONFERENZA
LETTA
LI XII
MAGGIO MDCCCXCIV
DI
BOLOGNA
DANTE ALIGHIERI
LUIGI
CAPUANA
LA
SICILIA
NEI CANTI
POPOLARI
BOLOGNA
DITTA NICOLA ZANICHELLI
(Cesare e Giacomo Zanichelli)
MDCCCXCIV
fQ
uose
Ci
LIBRAR/
7191U
UNIVERSITY OF TORC
Propriet letteraria.
Luigi Capuana
Signore e Signori,
di
questa con-
La
novellistica
fatto
af-
l'intenzione
trattare
l'argomento
da erudito, da
soltanto,
folklorista,
o da critico,
ma
da
mi
si
perdoni
la brutta parola,
impressionista.
Quando
ricevetti
il
gentile
invito della
in Sicilia, e
che
anni
LA
SICILIA.
di assenza.
Questa
nella
la
volta,
po' straniero
terra
dove ho passato
valli,
fanciullezza
a inter-
appunto
quei
giorni,
riprendendo
la
strano
indefinito
senso
laggi,
tristezza che
mi aveva oppresso
pur rivedendo
in
delusione
il
la
gioia
viaggio
da
Roma
Un
a Messina.
dubbio
mi
agitava:
e le
Ero
can-
giato io?
gli
uomini
provincia riveduta?
Volevo chiarirmene
mi parve
di
d'
riflettendo; e allorch
aver
tro-
vato
la
giusta
di
d'
soluzione
quel
il
dubbio,
credetti
soggetto
capace
come
questo. Vorrei
Ragionando da erudito o da
LA
SICILIA.
di
nuovo.
e
Il
Vigo,
altri
Pitr,
il
Salomone -Marino
e
gli
benemeriti
competentissimi
uomini
che
hanno
oggi
come
hanno
si dice,
lasciato
vastisri-
simo
bello dei
sultati dei
avuto
rati di
la
qua dello
i
dovuto sor-
passare
e
la
limiti
quel che pi
e
la
limiti oltre
d'
quali
si
bont
pazienza
un uditorio
mutano
ficativa.
Ragionando da
quale
si
rispecchia
nella
novellistica con-
temporanea, avrei
superflua,
fatto
probabilmente opera
certamente
io
un
po' rischiosa,
non essendo
affatto
LA
SICILIA.
zialit del
dove
il
Verga ha segnato
un'
orma che
Ragionando
mi sono stimato
cosa
invece
in
da
impressionista,
di sincero, di
nuovo
di attraente;
n mi ha
risoluzione
crescioso
il
L'io
in-
In questa circostanza,
non mi
seme
il
brato
un' intrusione
cattiva
lega,
convincimento
proverbiale
di poter
contare su
la loro
cortesia
mi ha dato
P ardire
passo
di conferenziere.
Per spiegare
giustificare
in
qualche
modo
la scelta,
mi permettano
di fare P ipo-
LA
SICILIA.
tesi
bile,
non assurda, quantunque poco probad'un italiano del continente che, supela
rata
repugnanza
d'
un viaggio creduto
difficile
Uomo
coscienzioso,
sentito
dire
che
immediata dello
vuole
spirito d'
una regione,
un' idea
egli
interrogarli
dei
per
avere
non
adulterata
sentimenti,
delle
credenze,
che hanno
foggiato
il
ne sono divenuti,
per
cos
dire,
sangue,
Uomo
da
siciliani,
cio
qualunque
altro
in
luoghi descritti
personaggi messi
LA
SICILIA.
azione, ha comprato
tutti
che
meno
noti
esempio
De
del
Roberto, del
Navarro
della
Miraglia,
Varvaro
tamente
pagine,
ha atten-
coordinando
ultimo
le
diverse
ma
scientifico.
Di
si
politica, di questioni
economiche non
voluto
e lodiamolo
punto occula
economiche e
ha preso
un
biglietto di
ferrovia o di piroscafo, ed
partito.
Ha
menti
grandi
monue
le
arabi,
normanni;
da invidiare
i
continente; e
paesetti
LA
SICILIA.
le colline,
per
vita
le
montagne
quasi segre-
gati dalla
contemporanea.
la
Ha
gli
voluto
usi,
i
famiglia,
si
le feste religiose;
folla,
mescolato
e l per-
con
la
ha interrogato qua
aristocratici,
borghesi
laggi
o galantuomini
come diciamo
l'
intento di trovare
negli uomini,
conferma
letto e
di quel
cura aveva
studiato.
di
Di
quando
in
quando,
gli
parso
scorgere
qualche
ma non
le cir-
ne ha
fatto
le
costanze,
ha incolpato anche
per
la
propria insufficienza
di os-
servazioni speciali.
siamo
fargli
il
torto
supporlo un mal-
contento per natura, uno scettico per convinzione, un pessimista per progetto,
dob-
IO
LA
SICILIA.
biamo credere
quali
li
giusto
dovesse
falsa
trovarli, se
quei
canti
popolo
lodate
se
quelle
vessi da storcere le
da alterare
le
proporzioni.
Facciano ora,
non un'
il
ipotesi,
ma una
riflessione. Si figurino
maginino un
mestiere
siciliano che
fa
il
letterato
non avendo
ha potuto
sastu-
canti popolari
non
del Salomone-Marino,
ma
mezzo
al
popolo, contribuendo
il
a racco-
glierli
quando
raccoglierli era
atto quasi
LA
SICILIA.
II
ra-
per dilettantismo,
d' arte,
istinto
ha tentato
sincerit, se
stici e
non con
mezzi
arti-
con perdonabili
resultati;
un
siciliano
che,
brevi
lunghi
ha avuto agio
quasi
di spasgli
sionarsi, di perdere
influssi di quel
interamente
bene
e
il
continente,
ma anche
pur
se-
troppo!) tra
colo fa e
la Sicilia
di quasi
mezzo
la Sicilia
di
due
lustri addietro,
un
il
siciliano
passato
e che,
per lunga
assenza
dall' isola,
non
12
LA
SICILIA.
lo
sguardo
lo
la
del
presente,
tratto
se
veduto
;
un
beli' e
formato
pensino se
le
italiano
al
supposto
ben preparato
canti popo-
e la novellistica contemporanea.
tamente;
ma non ha
veduto
tutto;
stato
ingannato
1'
da apparenze capaci
d' illudere
occhio
di
poche settimane;
benevolmente
suo giudizio
ri-
sultato
lui, s'
falso,
senza colpa
di
Per eccesso
documenti,
al
contrario,
altro rimasto
cos imbarazzato
:
da doio ?
versi
domandare
gli
Sono cangiato
le
cose e
Intendo
il
LA
SICILIA.
13
ho potuto spiegarmi
la
profonda tristezza
il
dubbio,
non meno
triste
tormentatore,
soprag-
giuntomi dopo.
Ho
detto processo;
ma non
per questo
di
ragio-
quantunque comdiverse.
di
impressioni
Niente
sono coe-
scorgeranno
tutto
dovr sopprimere
riferisce
quel che
non
si
direttamente al
Ed
ecco,
quasi
su la soglia
della
mia
14
LA
SICILIA.
la figura alta,
il
primo
morto col
dal-
aveva
altiera,
andatura
modo che
fa
il
bilanciere
coi
E non
di
d'
soltanto la figura,
caratteristiche.
di
ma una
la
serie
scene
Prima,
lettura
un manoscritto
suoi
ricordi
intorno
quattro
egli ci
la
giovani studenti
me,
mentre
declamava
nazione siciliana,
siciliano
re di Sicilia,
il
parla-
mento
eco
rimbombavano sonoramente,
di altri
LA
SICILIA.
15
regno
d' Italia,
un re
d' Italia,
un parlamento
italiano.
erano intorbidati,
la
le sopracciglia s'
erano corrugate, e
il
mani
manoscritto e
le
lanciavano in faccia
il
grido:
Matricidi!
che
ci
rendeva
at-
toniti e mortificati.
Poi una conversazione, poco dopo tornato da una seduta dell'Accademia siciliana
del titolo
da
lui
Lo rivedevo
in berretto
da
che
in
lo
una mano e
di
uno schianto
di tosse e
l6
LA
SICILIA.
altro,
Figurati
Il
da pari suo,
tema
della discussione, e
lasci
il
pi niente da aggiungere;
ma
si
alza
Pitr,
prende
il
tema da un
di
altro lato, e
os-
lo
illumina di esempi,
riscontri, di
tesi soste-
nuta
dal
Di Giovanni.
mento
chi,
ma
egli
lo
capovolge,
sminuzza,
lo
sbalor-
entusiasma;
la
tesi
del
Di Gio-
vanni
del
trionfa!
stupire
tori-
esempi, critica
storica,
volan per
come poveri
bine.
allora,
non pi
ordinata,
LA
SICILIA.
17
ma
del
lotta
Di-Giovanni;
nuovo
a una
non c'intendiamo
pi.
si
Ai voti!
il
Ai
voti
Peggio.
Il
Pitr
astiene,
Di Gio-
in
favore
Oh!
Oh!.
la
l'epica descrizione.
all'
antica
esse e
x e
1' i,
o sciuri con
1'
l'
o duri con
la ci e
il
E, ricordando, frenavo di
nuovo
le risa,
fatto
verso
il
brav'uomo.
Ma
gi, intanto
che
il
l8
LA
SICILIA.
verso
e dei
la
mia
citt nativa,
il
canti
i
popolari mi
spingeva a ripen-
sare
campagne
di S.
a
Margherita, fra
per
le val-
sto-
leggende ora
ora
gentili,
ora
mormorate dal
Lamia, tra
le viottole
di
fichi
d'India,
le
lungo
di
arrampicantisi per
e dell' Arcura.
contrade
Rossignolo
Che
ulive!
I
festa, al
tempo
voce
spiegata canzoni
quel che
i
canulive;
ri-
rami per
far cascare
le
ai tronchi,
spondevano a coro,
fra
il
gracchiare delle
LA
SICILIA.
19
il
tubare
il
maggio.
la sera, al
lume fumoso
della
lampada a
scomchi
olio,
nel
tra
vasto strettoio,
le
a
i
veglia,
messe
ragazze
giovanotti,
avrebbe saputo
dire, di sguito,
tante canle
fave che
dovevano
amore,
servire a numerarle:
canzoni di
di desiderio, di
speranza, di dichiadi
saluti,
di separazione, di lontananza,
di
sventure,
madonne,
d'ogni
genere.
tutte
quelle
figure
di
brune
contadinotte,
dagli
occhi
nerissimi
scommessa,
fi-
mi turbinavano
gure
di vecchiette
dicevano meglio;
20
LA
SICILIA.
quella
per
esempio,
d'
una vecchina
alta,
dagli
stenti,
che mi
aveva dettato
la
leggenda
di S. a Caterina,
la
leggenda mi risuonava
all'
orecchio,
ed
effi-
mentri Ges
di
la scala
la scala
acchianava
lavava.
Tutta
sangu
s'
assittava
Tutta
sangu
la
seggia lavava.
Ges,
volendo
convertire quella
corti-
aveva
la
montando
Ges
la
inondava
di
sangue.
LA
SICILIA.
21
Che
a tavola,
ristorati.
E Ges, sedendosi
sangue
la seggiola, e
a tavola, inondava di
diceva:
salvarti.
Ma
Il
la cortigiana:
di
l,
mia camera.
ella si spoglia, voltatasi
E mentre
guardare
il
ri-
bel giovane,
al letto,
vede invece,
alla
parete accanto
Ges
crocifisso, san-
guinante:
Vitti lu crucifissu.
Stramuriu!
tutt'
uno.
La
peccatrice
lo stesso giorno.
A A A
Ges
li
tri
uri, la cunfissioni,
1'
li
quattr' uri
sei uri
estrema unzioni,
li
J n celu l'acchianau!
la
22
LA
SICILIA.
mentre
io
scrivevo
commosso
dalla
dettava
sentimento religioso.
Al ricordo dei
mi
ri-
cantilene.
Cos
mi
si
riproduceva
la
sensazione
addietro,
avuta in
quando
la squisita bellezza
una
di esse, tanto
mi sembra
Sotto
il
di riassaporarla di
cielo
limpidissimo
ma
senza
Joro canti
d'
amore.
Non pensino
alla
can-
LA
SICILIA.
23
zone
di
imitazione artistica
non spregevole
certa-
mente,
si
ma
pu
dire,
siciliano e
il
toscano; avreb-
sospirava, pree
straziante, e
la vallata, a
monotona
e insistente,
lentissimamente cul-
da
far
credere che
gna stessero
dolcezza, e
indirizzata,
tutta e
beversela
colei,
con voluttuosa
cui
che
essa
veniva
dovesse
sentirsene
penetrare
commuovere
Mineo,
lei
che
le
si
parlava
cantando.
la
voce
accostava, diveniva
reno con
la
maggiore o minore
intensit del
24
LA
SICILIA.
all'
orecchio,
mono-
aria.
gi
non sembrava pi
innamorato,
altri
voce
d'
un povero
di
contadino
ma
quella
e che
altre
si
generazioni, di
tempi;
di
non
di
lamentasse soltanto
pene, di
altri
amore,
eco
di
ma
altre
di
dolori,
speranze,
mi destava
organismo sensazioni
i
quali
modo
Quando? Non
certo
di
avrei
saputo
narmi.
dirlo,
ma
ero
la
E dopo
che
voce tacque,
di
me,
cul-
monotona,
insistente,
lentissimamente
tant' anni,
lantesi; e oggi,
dopo
ricordando,
insi-
torno a risentirla
precisa,
monotona,
stente, lentissima; e mi
si fa
come
in quella notte in
campagna.
LA
SICILIA.
25
Il
nato su pei
della
nuovi
al fischio
locomotiva;
ed
io,
fantasticando
in
se
qualche
lo
sto-
la
malaria,
buono,
sorri-
occhi,
mite e gentile; e
alcuni versi
di
mi tornavano
che parlano
in
di
mente
s
lui
con
immaginosa
efficacia:
ruttu, assituatu,
me
fratuzzi
1'
arbuli
hanno
statu,
Ed
in ppi
soru
li
ciuriddi he avutu;
Ceu P
Sulu
la terra
20
LA
SICILIA.
pene ho
sofferte
io,
l
come
un amico che
gli alberi
mi desse un
fratelli,
Ho
i
avuto
fiori.
per
dei
e per sorelle
state
il
Le erbe
la
campi sono
stata
il
mio
cibo;
terra
ep-
lo stesso
dolce
poeta,
morto
da una diecina
la
di
anni,
ma
ne salutavo
di
memoria;
mi
sembrava
sentirgli
ripetere,
come ogni
qual-
m' aveva
dettato
canti:
sciocchezze da ignorante;
deve compatirle.
Ed
o
il
io
poeta.
lo
Non
avrei
riveduto;
mi
conso-
LA
SICILIA.
iavo
r uomo
si
qual-
Ma non
voglio interrompere
incosciente inchiesta.
il
Ah
di
casa mia,
1*
guardando
!
im-
menso paesaggio
logica pianura
sottostante
Ecco
la mito-
cer-
care
cui
la rapita
s'
placabilis
ara
il
bosco
e,
28
LA
SICILIA.
di
lieve
materie fuse
affollano
intorno
alla
l,
base, scura di
foreste
e di lava.
Pi in
di
colline
che
la
tra-
sparenza
dell' aria,
purificata
da
recente
ravvici-
pioggia, rende
pi
spiccato quasi
nandolo
all'
occhio.
filo
dei-
orizzonte, le cupole,
di
vili
campanili,
il
castello
Castrogiovanni,
;
1'
Enna
e pi sotto, Calascibetta, in
tutto
cima a un
colle
fiammeggiante
di
sole.
Ma
come un gioco
di
LA
SICILIA.
29
birilli.
Non guardo
pi
il
lago
dei
Palici,
ebolli-
lago
in
continua
le
Nebrodi,
:
ma
qualcosa di pi caro,
intimo
tutte
sembrano
restie
mettersi di
nuovo
l
in
C
si
qua e
un che, che mi
non
spie-
lascia intendere.
garmelo.
torno
occhi
ombre,
le stesse
chiazze di colore
Ed ecco un suono
festoso di violini,
un
grugnire di contrabasso.
Lo
stato
di
assedio
qui
non impedisce
si
le
serenate; la gente
accorge appena
le
E per
vie
acdi
rumore
affrettato di
passi,
quasi
30
LA
SICILIA.
armento che
si
precipiti
per
la
china
i
d'
una
violini
Oh!
velluto,
Capille nire
comme no
canzonetta na-
me
udite e riu-
Roma!
quel
di
rumore
aspetto che
serenata ricominci pi in
l,
Cos, tutti
momenti,
tutti
giorni, nelle
mi
offende.
il
Non
ritrovo pi la corrente di
direi, di parentela,
la
simpatia,
legame,
che
generazione mia
ma
io,
e per
LA
SICILIA.
31
ci
non me ne
stupirei.
Vivendo col da
altre
fanciullo,
da giovane, tante
e perire,
cose ho
viste
trasformarsi
tant' altre
ho
sapevo
destinate
allora,
tempo.
giorno
si
Ma
alla
assistendo
1'
per
il
trasformazione,
cuore
anda-
moto perenne,
di
in-
me
sieme con
le altre
persone e
le
cose.
Ora
no.
Mi sentivo
vita,
isolato, tagliato
fuori
di
quella
la
mia
senso
di
la
tristezza
mi annebbiava
il
gioia
del
rimpatrio, scoloriva
Avevo
tadine
di
richiesto
dettarmi
di
qualche
bella canzone,
tentando
dita;
ne sapevano poche,
non
si
curavano
32
LA
SICILIA.
di
essendo
state a
libri;
scuola,
sguaiate can-
loro schietto
carattere
paesano
al
con-
smopolite.
Mi era
un giovane con-
poesia; venne da
me
infatti
ma
col suo
Ahim!
era pas-
sato anche
lui
per
le
Bologna,
tava
di
golosamente
dalle
.grembiuli,
balie
pettinature
pubblici, e
dai
giardini
qualcosa
di
peggio.
La sua
letterata,
ma un
prodotto
stitico
pre-
andato
LA
SICILIA.
33
Per
ci,
quando giunse
continente,
il
momento
di
ripartire
pel
montai in legna
all'
da Acireale,
Vigo,
di colui
non vedeva
La prima
amata aveva
n
1'
mondo
studiata,
non da
n da
filologo,
da erudito,
ma
da persona infiammata
d'in-
tenso affetto
filiale,
nei generosi
istinti
nelle
solide
qualit
gli
davo ragione,
rammentando
Ma-
34
LA
SICILIA.
tricidi!
le
labbra
miei compagni e a
me un
ir-
riverente sorriso!
e'
era un'
enorme
causa e
l'effetto in quella
la
ma
la
a parermi sufficiente.
allora incominciava
all'
dentro di
me un
di
ri-
processo quasi
inverso,
processo
di
coordina-
sensazioni e di impressioni,
rapido,
affannoso, angoscioso
per
le
sco-
mano
in
mano
la
facendo,
per
la
compenetrazione, per
di tutto
fusione che
vedevo accadere
riale
quel
vasto mate-
accumulato
LA
SICILIA.
35
se
cos
vogliono,
con
infelice
E mi
stumi
tornavano
in
mente,
foggie,
coil
caratteristici,
spariti
per sempre:
donna
siciliana nell'
andare
in chiesa,
in
visita o al passeggio,
seta
signore,
di
semplice
le
popolane,
scendeva
il
ampio attorno
da
pie,
corpo,
fissato
con
un nodo
il
sul
davanti,
raccolto sotto
braccio destro da
un
lac-
cetto infilato in
spalla.
una guaina
in
e
la
legato
alla
Mi tornava
mente
mantellina
di
lunga
fino
con
madre a
fi-
36
LA
SICILIA.
glia,
la testa e le spalle,
Il
contornava
il
viso
manto
lo
il
Ora
uno e
o
di
le
donne
siciliane
brate
quelle
ripensavo
le
come
persone vive
al
una volta
ridenti
essi, e
trovato
rifatte,
facciata
in
con
le
finestre
trasformate
balconi
di
sguaiata
architettura.
LA
SICILIA.
37
prima!
Ora
Vigo,
il
bene che
e
i
il
Salomone-Marino
si
loro
anonimi collaboratori
raccogliere
liani,
il
fossero
affrettati
sici-
canti di
soggetto
religioso, di
leggende
di santi,
di storie di
la
mente divagava.
briganti,
A
nella
proposito di
mi rifiorivano
memoria
le
saggio
novelli-
letta
avidamente e
anche dopo
ammirata da giovanetto,
e
riletta
con
uguale
interesse,
quantunque
con
Anche questa
di briganti;
ma
la fantasia
popolare non
li
elevava pi a dignit
di
leggenda, perch
38
LA
SICILIA.
briganti
si
diventati audaci
ma
voigari
malfattori; di
Angelo
Falcuneddu
Saltaliviti,
fin
gne
d'
popolare.
tutti cos
ha curpanza
1'
amuri,
La donna
la ruina di lu cori,
si
Massimamente
Una
suli
Falcuneddu
l'arma
e lu cori.
Cio: In tutte
le
La donna
se l'onore
il
la rovina
e'
uomo, massime
fuoco; allora,
ha da morire muoia!
sole,
Una
il
giovane, bella
come un
ha acceso
LA
SICILIA.
39
mente,
si
di giorno, di notte.
tutti
Dalla passione,
e cuore.
(storia,
disi
spiccano a
e
la
Cos comincia
ciamo laggi)
di
dava
alla
sole.
alla
Antonio Testa-
dava
fisco
la
la
campagna perch
dal
un esattore
del
aveva scacciato
di
lui,
misero tugurio
madre
e in
cos
ed era morta.
prendendosi
la
figlio
T aveva
vendicata,
vita di colui.
che
pure
chia-
si
mava
altrimenti,
ma
il
Verga Y ha
neir arte
si
ribattez-
zato con
questo
nome
non
cam-
lecito pi di
mutarlo
dava
alla
Non
la fan-
y:
LA
SICILIA.
tasia popolare,
ma una
potenza
artistica
che
accenno della
d'
vita reale.
discorso
una persona
di servizio
mia, quando
camdap-
pagna inseguito
prima innocuo
cida,
forza pubblica,
latitante, poi di
nuovo omi-
quasi
per miracolo.
La poverina udiva
fame che
il
parlare
latitante, inse-
guito
tisse
come una
bestia feroce,
dicevasi pail
pensiero
di quell'
uomo
sava;
la
tormentava sveglia,
la
agitava
sonni
la notte,
faceva deperire,
le
divenle
pareva
di
grazia,
una goccia
quella
acqua
eh' ella
altra
cia della
serviva
lui,
per
riscia-
cquare
piatti e
che a
riarso,
sarebbe
LA
SICILIA.
4I
parsa
di
nettare
deliziosissimo;
eh' ella
un boccone
ai
quel pane
di
buttava
cani,
un
pugno
quella
crusca
eh' ella
intrideva
il
lati-
spezzata
era
presto
rifiorita,
car-
cere, colui
non avrebbe pi
n fame
sete.
E, ricordando,
1'
io
tornavo ad ammirare
da quest' accenno,
d'
una bella
avea
sa-
maestri di musica,
puto cavare
Amante
di
Gramigna
della
E rammentavo
morta come opera
zione popolare.
il
la
d' arte e
come
alla
supersti-
E mi
tornava
in
memoria
tetro racconto
udito
Bronte, quando
42
LA
SICILIA.
figliuola d'
un
come morta
cini,
messa
e
tro-
sepoltura,
vata rabbrividita
in
dal
terrore,
rannicchiata
un angolo, dal
frate
sagrestano
sceso
la
credenza po-
la
rediviva.
frate
avesse
nella
fatto cos.
cos fa
il
marito
di
Lena
impazzisce
dall' or-
Oggi
1'
la
cato che
arte
la
non
sia riuscita
fissarne
per sempre
tragica terribilit!
LA
SICILIA.
43
qui
al so-
novellieri
e
contempo-
osservatori
infinitamente
pi artisti
si
del
mai non
condo
la
loro
diversa
potenza,
persone,
pur
tutti
personaggi
delle
novelle
del
della
sue prime
armi e mostra
tutti,
di
anche,
quelli
da
me
mondo
dell' arte
erano viviss'
mi
affollarono
gli
mi sfilarono sotto
di luoghi,
Idi
il
solitudini di Tbiti,
44
LA
SICILIA.
di
il
Reverendo, a
ca-
fittaiuoli
da spremere e
grano
febbri,
squallido
di
dalle
mortali
pianure
Lentini,
Mazzar
di
ha
Tur iddi,
e Santuzza, rivissuti
e
tre
la
gna
volte
Lola
compare
Alfio,
melodramma
altri,
gi di
i
fama mondiale....
tutti gli
il
fino
pi recenti:
Don
Candetto
del-
deloro
burattinaio, frate
e
le
Angelico
Papa
l'
Sisto,
monache pettegole
Amore.
Opera
Era
del Divino
effetto dalla
giudicata,
del
mio
vivi,
nuovo
stato
d'
s,
animo
Mi sembravano
lati
vivissimi,
ma
da
veva-
di malinconia, o
meglio,
velati
pori
che
li
slontanavano
nello
spazio
LA
SICILIA.
45
nel tempo; e
la testa e
tendere
Oramai non
altri
ci
saranno pi
n
dell'
altri
altri
Reverendi,
Alfii
l'
Papa
il
Sisto,
compari
al-
che mordano
lobo
orecchio
Non
e'
da un pezzo,
il
la lettiga di
compare
Cosimo
lettighiere, e
non
ci
saranno pi
al
tempo
nostro.
le
nostre
vecchie
cantilene
non
si
Ed
era vero,
riconoscevo:
ci
tant' altre
sarebbero state
gli
E mi
si
riproduceva davanti
occhi
cortile della
Nana
cos
bene descritto
dal
Navarro
ha questo
con
in
titolo
largo, chiuso
porte
delle
le
da un muro
e piazzetta
insieme;
case attorno
cordicelle tese
i
panni,
46
LA
SICILIA.
con
le finestre,
senza
vetri
le
ma
ornate di graste
di
fiori,
da dove
zano, mentre
uomini fumano
le
la
pipa e
lavorano davanti
e
porte, e chiacchierano
e
si
leticano
anche
a
loro
spaccano
le
i
teste;
mondo
sindaci
cipali
spenderecci
ingegneri
e
muniallar-
nemmeno
vestigio.
passi
il
cortile,
passi
le
il
Reverendo,
monache pettegoinsieme
di
Ma
da
tutto queir
cose e
dalla memoria,
si
sprigionava un significato
dai
caratteri
dai
sentimenti;
si
LA
SICILIA.
47
vedeva Y opera
livellatrice dei
tempi nuovi
sostituire
cattivo e
buono,
1'
la
stessa
in-
sieme, la tradizione
ginale,
il
la particolarit ori-
costume e
il
sentimento; e che ha
d'
pure alterato
rola,
significato
bruttissima cosa, e
cos
ha imposta
ai siciliani
come
l'ha fraintesa;
sapranno quale,
effetto della
mia immaginastato
cos.
che sentendomi
io
modo
debbo sembrar
difficilis,
se puero.
48
LA
SICILIA.
Certamente
dalla
la
grande
lavoro
il
della
ci-
ma
io
non rimpiangevo
i
cortile ; e le
casette sudicie, e
morso
al
lobo
un pezzo
nel
come
fi-
quello di
donna Antonia
la
Rosario del
De
Roberto,
gliuola, rimasta
vedova
tando
il
come
noi
li
perdoniamo
ai
nostri nemici!
di
ma-
Non
ma
perch
pi
mi sembravano pi
belli,
pi
buoni,
gli
si
che
fin
ve-
accidentali,
e
scorgevo
trasfor-
mazione sostanziale
lieto.
Ho
accennato, e serva di
LA
SICILIA.
49
una parola
il
talmente imposto
sanno
quasi
adoprarla
pi
primitivo.
Chi
non l'ha
sentita
?
ripetere?
una specie
il
di
associazione di malfattori;
meno
veniva
chiamata
una
bella
i
ragazza,
ma-
francesi direb-
bero
chic.
il
bellezza
della
sua
che non
lasciava posare
una mosca
suo
torti,
sul
modo
imponeva
riconciliazioni; e che,
con pantaloni
larghi,
50
LA
SICILIA.
zanti,
gli
camminava dondolandosi un
il
po',
le
con
ven-
occhi socchiusi e
cappello
su
titr,
palleggiando
la
personaggio innocuo
altro che la vanit.
se
non aveva
Oggi mafia
di tutto questo.
e mafioso
porta
di ricercarlo in
ma non
avvenuto.
E
la
l'
per
la stessa
sfida
mortale
il
morso
al
lobo
del-
orecchio e
era in
essi
Il
relativo duello
col
coltello;
e'
qualcosa
di
cavalleresco, di
generoso.
morso,
in
la sfida
sono
spariti, e
son rimaste
vece
le coltellate,
quali
av-
vengono
di tutte le citt di
questo
mondo
E rimpiango
volta che aveva,
il
non
nego,
scatti
di sel-
recenti incendiari
Valguarnera e
di
Caltavuturo,
ma
irri-
LA
SICILIA.
5I
flessivi,
ma quando
ma
che
nello stesso
fin nella
tempo
religioso davvero, e
d' arte,
Madonna,
il
ma
dia-
E non
so
rasse-
ciarliero, pap-
dopo
che
ti
gli
terre altrui
1'
tal-
ch
gli
l'avidit,
odio,
la brutalit;
non se
n'
.
fede com'
cos intanto, a
52
LA
SICILIA.
mi aveva turbato
in
rat-
Sicilia:
di
e da quel
cose viste,
cose
mio dubbio.
Ero cangiato
io,
ne convenivo,
ma
erano
in
una specie
fanciulli
di et ingrata,
come
quella dei
e
in
non
diventati
fanciulli;
affatto
giovinotti
rimasti mezzi
nel
mal punto
come sar
fra
di anni.
Voglio
augurare
air
in questo
loro
buono divenga pi
forte
non meno
LA SICILIA.
53
non
meno semplice
e schietto.
E pensando
italiano
della
gente
laggi, uniscano,
Signori,
loro auguri e
disadorna
malinconica parola
d'
un
Finito di stampare
il
di
20 Giugno
MDCCCXCIV
in Bologna,
SI
DANTE ALIGHIERI
PQ 4053 S5C3
PLEASE
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