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POLITECNICO DI BARI FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA

Corso di CENTRALI TERMICHE La cogenerazione di energia elettrica e calore: Aspetti generali

Docente: Prof. Ing. Sergio Camporeale

Sommario

cogenerazione di energia elettrica e termica trigenerazione impianti con turbine a gas centrali con motori a combustione interna costo industriale di produzione, costo delle esternalit e fattibilit economica esercitazioni elementi per la progettazione di massima degli impianti

Definizione di COGENERAZIONE
COGENERAZIONE: la produzione contemporanea di due diverse forme di energia (termica ed elettrica) intesi entrambi come effetti utili, partendo dalla stessa fonte primaria. La cogenerazione anche nota con lacronimo CHP (Combined Heat and Power) Condizione essenziale per la cogenerazione la richiesta simultanea di energia elettrica e termica. Lesempio seguente illustra il risparmio di energia primaria conseguibile con la cogenerazione.

TRIGENERAZIONE
TRIGENERAZIONE: la produzione e lutilizzo in maniera simultanea di energia elettrica, termica e frigorifera.
35% Combustibile 100% Motore termico 50% Energia termica recuperabile Perdite 15% Perdite 21% Utenza termica Utenza frigorifera 30% 15% Macchina ad assorbimento COP =0,7

Energia elettrica 5%

cogenerazione
Il termine cogeneration fu usato per la prima volta dal Presidente USA Carter nel suo messaggio sullenergia del (1977). I settori di interesse per la cogenerazione sono numerosi variando dai trasporti, al riscaldamento ambientale, alla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani e in genere a tutti gli usi civili ed industriali dellenergia. Luso combinato di sistemi integrati per la produzione contemporanea di energia elettrica e termica a partire dalla stessa fonte primaria, consentendo di avere rendimenti complessivi pi elevati, determina una riduzione del consumo di combustibili di tipo tradizionale e quindi delle emissioni inquinanti prima fra tutte lanidride carbonica (CO2). Questo ultimo effetto quanto mai importante anche alla luce delle determinazioni della Conferenza Internazionale di Kyoto (1992), per la riduzione delleffetto serra.

cogenerazione
La cogenerazione prevede la produzione combinata di energia elettrica ed energia termica utile (calore). Si caratterizza per il recupero in forma utile di parte dellenergia termica, che altrimenti verebbe dissipata nellambiente. Rispetto alla produzione separata delle stesse quantit di energia elettrica e calore la cogenerazione comporta: 1. un risparmio economico rispetto al minor consumo di combustibile;

2. riduzione dellimpatto ambientale, dovuta sia alla riduzione delle emissioni, che al minor rilascio di calore residuo nellambiente (minor inquinamento atmosferico e minor inquinamento termico).

Vincoli della cogenerazione


I principali vincoli della cogenerazione sono due: Contemporaneit della produzione di energia elettrica e calore; Localizzazione dellimpianto in prossimit dellutenza termica per le difficolt legate alla trasmissione efficiente del calore mediante un fluido termovettore a causa delle perdite di carico e delle dispersioni termiche. Lenergia elettrica viene tutta o in parte autoconsumata con leccesso di energia ceduto alla rete, mentre il calore viene utilizzato nella forma di vapore o di acqua calda, per usi industriali o civili (es. riscaldamento urbano tramite reti di teleriscaldamento), o nella forma di aria calda per processi di essiccamento.

Cogenerazione Topping e Bottoming


Il processo in cascata per la cogenerazione di energia elettrica e calore comprendere due casistiche: 1) topping, in cui la produzione elettrica effettuata con un ciclo termodinamico ad alta temperatura e quella termica conseguente al rilascio di calore dal ciclo; 2) bottoming, in cui il calore entrante nel ciclo termico il cascame di un utilizzatore di calore ad alta temperatura

Flussi di energia caratteristici di un impianto cogenerativo

F (o Qin) : potenza termica sviluppata dalla combustione completa del combustibile = Gb Hi W: potenza elettrica sviluppata (1.o effetto utile)

Qu : potenza termica utile (2.o effetto utile)


Qdiss: potenza termica dissipata nellambiente Per il bilancio energetico: F= W + Qu + Qdiss

Principali indici della cogenerazione


La definizione di rendimento del sistema cogenerativo non univoca in quanto, a fronte di una spesa energetica Qin = F, vi sono due effetti utili (W e Qu) con diverso valore termodinamico ed economico. E possibile definire degli indici (alcuni dei quali vengono chiamati rendimenti) che non possono essere considerati rendimenti in senso stretto perch contengono solo due dei tre flussi energetici principali: (F, W e Qu)

W Rendimento elettrico el = F
Rendimento termico th = Indice elettrico

Qu F
Rapporto termico/ elettrico:

W Ie = Qu

Qu = W

cogenerazione
E possibile definire un rendimento di primo principio che attribuisce lo stesso peso a W e Qu

W Qu W + Qu I = el + th = + = F F F
E possibile definire un rendimento di secondo principio che, da un punto di vista energetico, pi corretto assegnando un diverso peso energetico ed economico a W e Qu

W + Qu (1 T0 Tx ) II = F
Dove Tx la temperatura media a cui viene reso disponibile il calore Qu

Alcune considerazioni sugli indici della cogenerazione


Il rendimento di secondo principio ha il difetto di penalizzare troppo il calore Qu soprattutto quando questo fornito a temperature Tx medio-basse non rendendo giustizia alla opportunit energetica di effettuare la cogenerazione. Si deve tener presente che il calore Qu dovrebbe comunque essere prodotto in una caldaia convenzionale con un rendimento di primo principio magari elevato ma con una forte dissipazione di exergia. Per esprimere con un unico indice la qualit termodinamica di una operazione di cogenerazione conviene operare un confronto tra i consumi energetici dellimpianto e quelli che si avrebbero producendo gli stessi separatamente

Indice di risparmio energetico


E possibile allora definire lindice di risparmio energetico (IRE)

Fc F F F =1 = 1 IRE = W Qu Fc Fwc + FQc +

el c th c

Questo indice ci dice quanto risparmiamo nella configurazione cogenerativa rispetto alla produzione separata.

Rendimento di produzione elettrica


Un altro indice utilizzato nelle applicazioni e che si ispira allo stesso concetto dellIRE il rendimento di produzione elettrica

W W pe = = F FQc F Qu

th c

Esso attribuisce alla produzione elettrica solo la quota di combustibile in pi rispetto alla produzione termica in caldaia. Questo rendimento allora pu essere confrontato direttamente con il rendimento elettrico convenzionale, stabilendo come la cogenerazione consente di produrre elettricit con rendimenti molto elevati. Questo parametro ha il difetto di non dire nulla sulla quantit di elettricit prodotta. Il rendimento pe pu essere confrontato con il rendimento utile degli impianti a recupero, a suo tempo definito come: Pu u = & & Q1 Qu Dove Pu la potenza meccanica e Q1= b *F con b pari a rendimento di combustione dellimpianto cogenerativo. Il rendimento di produzione elettrica tiene conto delle perdite nel generatore elettrico e del rendimento di combustione nella generazione separata di calore.

Definizione di IRE secondo la normativa attuale


lIRE viene definito come il rapporto tra il risparmio di energia primaria conseguito dalla sezione di cogenerazione rispetto alla produzione separata delle stesse quantit di energia elettrica e termica e lenergia primaria richiesta dalla produzione separata:

IRE = 1

Ee Etind + + es p ts , civ ts , ind

Ec Etciv

Ec il consumo di energia primaria su base annua (esclusi generatori di calore ausiliari); Ee lenergia elettrica prodotta Etciv la parte di produzione di energia termica utile di una sezione di produzione combinata di energia elettrica e calore destinata alle utilizzazioni di tipo civile ai fini di climatizzazione, riscaldamento, raffrescamento, raffreddamento, condizionamento di ambienti residenziali, commerciali e industriali e per uso igienico-sanitario, con esclusione delle utilizzazioni in processi industriali; Etind la parte di produzione di energia termica utile di una sezione di produzione combinata di energia elettrica e calore destinata alle utilizzazioni diverse da quelle previste per Etciv ;

ts , civ il rendimento termico netto medio annuo di riferimento per un impianto destinato alla sola
produzione di energia termica utilizzata a scopi civili;

ts, ind il rendimento termico netto medio annuo di riferimento per un impianto destinato alla sola
produzione di energia termica utilizzata a scopi industriali;

es il rendimento elettrico netto medio annuo di riferimento per un impianto destinato alla sola

produzione di energia elettrica e dipende sia dalla taglia della sezione che dal tipo di combustibile utilizzato dallimpianto di produzione combinata di energia elettrica e calore in esame.

Rapporto termico / elettrico

Le modalit di prelievo delle due componenti elettrica e termica dellenergia prodotta, sono spesso caratterizzate da profili indipendenti e variabili nel tempo (processi continui, discontinui su base giornaliera e stagionale). Il problema principale della cogenerazione riguarda soprattutto la corrispondenza tra produzione e domanda sia sul lato elettrico che termico. Non sufficiente ottenere rendimenti complessivi di generazione prossimi allunit se poi non si possono razionalmente utilizzare le energie rese disponibili dalloperazione. Diventa quindi indispensabile rompere la rigida concatenazione fra le due forme di energia introducendo nel sistema i necessari gradi di libert in modo da adeguare le produzioni di energia elettrica e calore a quelle richieste di volta in volta dallutenza.

Criteri di scelta e progettazione


Condizione imprescindibile per ricorrere alla cogenerazione la presenza di una contemporanea domanda di energia elettromeccanica e di energia termica ad una temperatura che sia compatibile con il livello termico del calore reso disponibile dall'impianto di cogenerazione. Il livello di temperatura a cui richiesto il calore un fattore discriminante nella scelta di un impianto di cogenerazione in campo industriale. E' necessario stabilire se sia preferibile effettuare il proporzionamento in base alla richiesta termica o piuttosto a quella elettrica. Nel primo caso, bisogna prevedere la possibilit di acquistare dalla RETE leventuale energia elettrica ulteriormente necessaria oppure la possibilit di gestire tramite contratti di vettoriamento, scambio o vendita quella eventualmente eccedente i fabbisogni interni; nel secondo caso, sar necessario far fronte con sistemi tradizionali alle richieste termiche non sopperite dallimpianto di cogenerazione, oppure si dovr accettare leventualit di non sfruttare completamente il recupero termico disponibile, se questo dovesse eccedere le richieste interne.

Modalit di gestione dellimpianto di cogenerazione


Compito primario del progettista quello di presentare configurazioni flessibili nelladeguarsi alle variazioni delle richieste dellutenza e allo stesso tempo affidabili. Dal punto di vista del funzionamento, un impianto di cogenerazione pu essere gestito secondo tre modalit: generazione a potenza imposta inseguimento del carico elettrico inseguimento del carico termico Ad ognuna corrispondono differenti quantit di energia termica ed elettrica disponibili; di volta in volta vanno considerati i benefici e gli svantaggi relativi al funzionamento adottato. Inevitabilmente, si presenteranno esuberi e/o deficit di energia obbligando a ricorrere ad adeguati sistemi di integrazione. A guidare la scelta comunque sempre il livello di contemporaneit dei carichi termici ed elettrici e il tipo di tecnologia adoperato per la cogenerazione.

cogenerazione
In presenza di tariffa elettrica multioraria, necessario valutare se sia opportuno autoprodurre energia elettrica in cogenerazione anche nelle fasce orarie meno pregiate. In presenza di energia elettrica autoprodotta eccedente il fabbisogno interno, necessario valutare se prevedere contratti di scambio o piuttosto di vendita sul mercato; La cogenerazione comporta un investimento non indifferente ed in molti casi un onere per personale di sorveglianza e per manutenzione. Questi oneri (che sono oneri fissi) devono essere compensati dai previsti vantaggi energetici, che sono proporzionali alla produzione; per cui necessario verificare che le domande energetiche si presentino per un elevato numero di ore allanno.

potenza imposta
Con questa modalit di funzionamento non si tenta di soddisfare il massimo carico elettrico o termico richiesto dallutenza; infatti il verificarsi del massimo assorbimento energetico va considerato un evento occasionale, poco significativo ai fini progettuali. Altres si procede col tentativo di soddisfare le esigenze medie, ed in tale condizione massimizzare lo sfruttamento del calore di processo. Si ha chiaramente un funzionamento in parallelo alla rete, prevedendo di poter cedere ad essa leccesso di energia elettrica prodotta ed acquistare quella mancante. Il soddisfacimento dellutenza termica cos subordinato alla marcia imposta al sistema di cogenerazione, per cui senzaltro necessaria una caldaia di integrazione. La potenza prescelta potrebbe anche essere imposta da aspetti tecnici legati alla tecnologia utilizzata: ad esempio si potrebbe scegliere una marcia che ottimizzi le prestazione della macchina cogenerativa.

inseguimento carico elettrico


Si chiede al sistema di cogenerazione di seguire costantemente il carico elettrico dellutenza asservita. Non viene prevista la possibilit di cedere energia elettrica alla rete, ma rimane comunque la necessit dellallacciamento ad essa per sopperire ad eventuali deficit di potenza programmati od imprevisti (manutenzione, guasti). Il motore deve essere in grado di variare le proprie prestazioni mantenendo costante la propria velocit. Ci viene richiesto dalla necessit di mantenere costante la velocit di rotazione dellalternatore direttamente accoppiato al motore e quindi la frequenza della corrente generata. Quando la velocit di rotazione diminuisce a causa di un aumento del carico elettrico,viene aumentata la portata di carburante e viceversa per una diminuzione di carico si produce un aumento della velocit di rotazione. La scelta quindi legata al tipo di motore primo utilizzato: un motore diesel, ad esempio, si adatta male a questa modalit di funzionamento potendo inseguire il carico non al di sotto di met della potenza nominale, pena un forte degrado del rendimento.

inseguimento carico elettrico


Bisogna inoltre ricordare che il rapporto tra calore recuperato e potenza elettrica prodotta, per un dato motore, si mantiene allincirca costante, mentre il rapporto tra la potenza termica e quella elettrica richieste dallutenza pu essere variabile in maniera casuale. La presenza di una caldaia di integrazione potrebbe risultare indispensabile se gli andamenti delle due richieste dovessero risultare molto diversi tra loro.

inseguimento carico termico


Tenuto conto che difficilmente eventuali eccedenze di calore sono cedibili allesterno e la tecnologia disponibile non consente un accumulo vantaggioso in termini economici, in questa configurazione si d assoluta priorit al soddisfacimento del carico termico. Si ha quindi la possibilit di svincolarsi quasi interamente da sistemi di integrazione del calore, anche se vanno sempre tenute presenti le soste programmate (manutenzione) o accidentali (guasti) dellimpianto. La connessione in parallelo alla rete elettrica prevede lacquisto e leventuale cessione di energia. Nella applicazione a piccole utenze occorre a volte sovradimensionare la taglia del sistema di cogenerazione rispetto alle esigenze elettriche dellutenza per poter disporre di adeguate quantit di calore di processo. Presupposto spesso imprescindibile per tale esercizio un gran numero di ore di utilizzazione dellenergia termica ed una spiccata contemporaneit dei carichi termoelettrici.

funzionamento in isola
Il funzionamento "in isola", cio senza alcuna connessione alla rete, trova limitatissime possibilit dimpiego nel nostro paese, quasi esclusivamente in localit non servite dalla rete elettrica. Esso presenta infatti vari tipi di controindicazioni come, ad esempio, la difficolt di regolazione e il degradamento del rendimento nel caso di carichi elettrici fortemente variabili con conseguenti maggiori investimenti per dotare limpianto della necessaria elasticit (ad esempio ripartendo la potenza su un numero idoneo di macchine), o la necessit di prevedere macchine di riserva per assicurare la potenza in caso di fuori servizio.

Scelta del motore primo


Il campo di impiego della cogenerazione pu in teoria variare da potenze di qualche decina di kiloWatt fino alle centinaia di megaWatt. Per questo motivo non esiste una scelta unica per il ciclo termico di azionamento e quindi per il motore primo da adottare nelle applicazioni cogenerative. Il problema della ricerca della soluzione ottimale va risolta, di volta in volta, per ogni singola applicazione in base a parametri di giudizio che non saranno solo di natura tecnica ed economica, ma possono invece coinvolgere esigenze di carattere ambientale, urbanistico e sociale. Lindividuazione della soluzione ottimale non perci semplice, ma soprattutto non univoca perch risente della concomitante azione di molteplici fattori il cui peso soggetto a valutazioni soggettive anche notevolmente diverse.

Scelta del motore primo


Le fondamentali tipologie cogenerative tra le quali il progettista normalmente chiamato ad operare la sua scelta sono: impianti a vapore turbine a gas cicli combinati gas-vapore motori alternativi a combustione interna Per quanto riguarda le tecnologie innovative sono disponibili: microturbine celle a combustibile (fuel cells)

Scelta del motore primo


Le caratteristiche di tali motori primi, nellambito di un definito contesto impiantistico, portano alla seguente classificazione: a un grado di libert: motori alternativi, turbine a gas, turbine a vapore a contropressione, cicli combinati con turbina a vapore a contropressione, per i quali la definizione della potenza elettrica fissa necessariamente anche la potenza termica (o viceversa); a due gradi di libert: turbina a vapore a condensazione e spillamento, cicli combinati con turbina a vapore a spillamento, turbina a gas a iniezione di vapore, per i quali il rapporto elettricit/calore generati pu variare entro un campo molto ampio. In questo caso, potenza elettrica e termica generate possono essere fissate, entro certi limiti, indipendentemente luna dallaltra.

Scelta del motore primo


In generale vi sono quattro intervalli di taglia elettrica: Pe < 5 MW: i motori alternativi sono predominanti; 5 MW < Pe < 10 MW: la scelta tra motori alternativi e turbine a gas; 10 MW < Pe < 20 MW: le turbine a gas sono predominanti e si possono valutare i cicli combinati gas/vapore; Pe > 20 MW: i cicli combinati gas/vapore sono predominanti. Bisogna anche considerare che la situazione per le potenze medio piccole in evoluzione per lintroduzione di microturbine, celle a combustibile, turbine a gas aeroderivate ad alta efficienza elettrica.

Scelta del motore primo


Dal punto di vista del combustibile, vi sono due discriminanti di cui bisogna tenere conto: 1. modalit di combustione; 2. limiti sulle emissioni. Grazie alla combustione esterna, il ciclo a vapore il pi flessibile. Al contrario, la combustione interna ed il funzionamento continuo vincolano la turbina a gas e i cicli combinati alluso di combustibili pregiati. Mentre per i motori a ciclo Otto sono necessari combustibili gassosi o liquidi di qualit medio/alta, i motori diesel sono molto pi flessibili, poich possono utilizzare anche oli pesanti ma al peggiorare della qualit del combustibile aumentano sostanzialmente le spese di manutenzione.

Cogenerazione mediante impianti a vapore


Gli impianti cogenerativi a vapore operano secondo il ciclo Rankine: si distinguono due categorie: Impianti con estrazione totale del vapore (detti anche a recupero totale o con turbina a contropressione) Impianti con estrazione parziale del vapore (detti anche a recupero totale o con turbina a derivazione e condensazione). La potenza meccanica prodotta all'albero della turbina aziona il generatore elettrico. Il generatore di vapore pu essere alimentato con calore ottenuto nei modi pi disparati: dai combustibili fossili pi pregiati fino alle biomasse e in particolare, in questo caso, pu essere ricavato dagli inceneritori di rifiuti solidi urbani. Circostanza che ne esalta, a volte, la convenienza di impiego e i conseguenti vantaggi ambientali.

Le turbine a contropressione
In questo caso il vapore prodotto espande in turbina fino ad un livello di pressione e quindi di temperatura compatibile con il livello richiesto dall'utenza termica. La pressione del vapore all'uscita della turbina risulta cos decisamente superiore a quella normalmente prevista nel caso di sola generazione elettrica. Il vapore scaricato dalla turbina pu essere utilizzato direttamente inviandolo all'utenza mediante un'opportuna rete di vapore.

Questa possibilit si verifica quasi esclusivamente nel settore industriale quando le lavorazioni previste richiedono l'impiego di vapore a bassa pressione (2-8 bar) come ad esempio nelle cartiere, zuccherifici e in genere nell'industria chimica, tessile ed alimentare. Mancando la possibilit di recuperare la condensa si dovr in questo caso prevedere il reintegro continuo dell'impianto con acqua opportunamente trattata. Per evitare la formazione di incrostazioni soprattutto all'interno del generatore di vapore si deve infatti depurare l'acqua dalla presenza di sali minerali. Occorre inoltre eliminare i gas disciolti (aria) per ridurre la presenza di incondensabili nel ciclo. Con l'impianto a condensatore caldo si sceglie invece di trasferire il calore dal vapore espanso che condensa in un opportuno scambiatore a superficie (condensatore caldo) ad un fluido secondario che serve l'utenza.

Impianti a vapore a contropressione


In un impianto a contropressione il rendimento di produzione elettrica molto alto ed indipendente dal rendimento isoentropico della turbina. Infatti:
pe = W W = Q Q1 Qu F u th c b th c assumendo b th c si ha che W = F FQc

Pu W pe = b = b gen.el. = b gen.el.m Q1 Qu Q1 Qu

Le turbine a contropressione possono avere un rendimento isoentropico molto basso in quanto, come noto, esso non incide sul rendimento utile, anche se ci pu determinare un maggior consumo specifico di vapore per unit di potenza resa. L'espansione pi contenuta e soprattutto il pi basso volume specifico del vapore in uscita permettono di limitare la macchina ad un unico corpo di turbina di dimensioni contenute con una riduzione sensibile dei costi rispetto agli impianti convenzionali a condensazione.

Le turbine a derivazione
Il vapore prodotto pu espandere in turbina fino al livello di pressione pi basso compatibile con la temperatura del fluido esterno utilizzato per asportare il calore dal condensatore cos come di norma avviene nelle grandi centrali elettriche. Il calore richiesto per l'utenza termica ottenuto derivando parte del vapore nel corpo di bassa pressione della turbina al livello di temperatura e pressione richiesto per alimentare l'utenza. Solo il vapore rimasto nella turbina continua quindi la propria espansione fino alle condizioni di scarico. Anche in questo caso il vapore estratto pu essere direttamente utilizzato oppure il relativo calore viene ceduto ad un fluido secondario in uno o pi scambiatori a superficie.

Turbine a derivazione
Alla derivazione di vapore a fini cogenerativi si possono affiancare i tradizionali spillamenti utilizzati per aumentare il rendimento del ciclo Rankine. Queste complicazioni impiantistiche sono giustificate solo nel caso di grandi realizzazioni dove un incremento dell'efficienza di qualche punto percentuale permette sensibili risparmi in termini energetici e gestionali. A causa della dissipazione del calore di condensazione, questi impianti cogenerativi hanno un rendimento termico complessivo inferiore a quelli con turbine a contropressione. Sono per caratterizzati da una notevole flessibilit di funzionamento e sono quindi particolarmente idonei in presenza di utenze con assorbimenti termici discontinui. Infatti la portata di vapore derivata pu variare dal valore massimo di progetto al valore nullo con sola produzione quindi di energia elettrica il cui esubero pu essere ceduto alla rete senza problemi.

Cogenerazione con turbina a gas


La turbina a gas divenuta il motore primo pi largamente usato per la CHP di grande-media potenza, tipicamente nel campo 1-100 MWe. Il flusso in uscita dalla turbina caratterizzato da alte temperature (350500 e, C) data la notevole presenza di ossigeno (1618%), pu servire da comburente in una successiva caldaia di postcombustione, che permette cos di aumentare lenergia termica disponibile. Il calore recuperato caratterizzato da un elevato livello termico che consente di soddisfare anche utenze particolarmente impegnative. Il recupero termico non altera la potenza elettrica prodotta dalla turbina a gas (a parte una piccola influenza per laumento delle perdite di pressione allo scarico che comportano un aumento della pressione allo scarico della turbina) I combustibili a cui pi comunemente si ricorre sono quelli di alta qualit, gasolio, il kerosene o il gas metano. Possono essere utilizzati anche combustibili derivati da produzioni industriali (syngas), in particolare negli impianti petrolchimici.

Cogenerazione con turbina a gas


I gas esausti possono seguire, secondo le necessit, vari percorsi: Utilizzo diretto dei gas (es. forni industriali ad alta temperatura). una pratica diffusa in tutti quei processi industriali in cui possibile un contatto diretto con i gas caldi. Limpiego diretto del calore di scarico limitato solo a quei casi in cui i gas esausti non influenzano negativamente la qualit dei prodotti industriali, e tale pure la ragione per cui si alimentano tali turbine solo con gas metano. Cessione di una quota parte del loro contenuto termico, allinterno di un generatore di vapore a recupero (HRSG).

Turbine a Gas con recupero semplice

Caratteristiche della cogenerazione mediante turbina a gas

Temp dei gas di scarico: 450oC - 550oC pressione

idonea alla produzione di vapore ad alta

Rapporto termico/elettrico tra 1.5:1 e 3:1 in relazione alle caratteristiche della TG Idonea alla post-combustione (supplementary firing) per aumentare la temperatura dei gas di scarico fino a oltre 1000oC , in modo da incrementare il rapporto termico/elettrico fino a oltre 10:1 (tipicamente 5:1). Il rendimento di post-combustione molto alto (oltre 95% ma pu essere >1, come verr mostrato nel seguito). Tale rendimento molto superiore a quello delle caldaie ausiliarie che rappresentano invece un metodo molto meno efficiente di incrementare la produzione termica ad elevata temperatura. La cogenerazione con turbina a gas e post-combustione offre una notevole flessibilit nel soddisfare carichi termici variabili o richieste di calore a pi alta temperatura.

Post-combustione
Un sistema di postcombustione caratterizzato da un consumo di combustibile (spesa) e da un aumento di produzione termica rispetto al caso unfired. Si pu definire allora un rendimento di postcombustione definito come: P pc ,th = t Fpc dove Pt la produzione termica addizionale e Fpc il consumo energetico del bruciatore. implica una rotazione della linea di raffreddamento del gas nel piano T Q , con aumento della pendenza. Le conseguenze sono due: a causa dellinnalzarsi del livello termico a monte dellevaporatore di alta pressione, la produzione di vapore aumenta; minori temperature dei gas al camino con miglioramento del recupero termico della caldaia.

Se T pp rimane costante, la postcombustione

Regolazione delle turbine a gas in assetto cogenerativo


1. La regolazione della TG determina una riduzione della pot. Termica disponibile (poich diminuisce Gg o Tg o entrambi in base al tipo di regolazione) 2. Se la pot. Termica richiesta inferiore a quella disponibile senza PC possibile deviare parte della portata dei gas al camino . Se la potenza termica superiore a quella disponibile senza PC, possibile utilizzare la post-combusione.

Cogenerazione con turbina a gas a ciclo STIG (STeam Injected Gas turbine )

La cogenerazione con turbina a gas a ciclo STIG e eventuaale duct-burner consente di produrre vapore a elevata pressione con ottimi rendimenti indici di cogerazione ed estrema flessibilit nel rapporto termico/elettrico. Liniezione di vapore nel combustore pu essere abbinata a tecniche di abbattimento delle emissioni di NOx.

Cogenerazione con ciclo combinato gas-vapore e parziale estrazione del vapore

Un impianto a ciclo combinato gas-vapore pu essere esercito come impianto cogenerativo qualora una parte del vapore viene prelevato da uno o uno o pi corpi cilindrici oppure spillato dalla turbina a vapore. Generalmente lo schema dellimpianto a vapore presenta un assetto del tipo a condensazione e spillamento, anche se in teoria possibile anche uno schema con turbina a contropressione.

Turbine a Gas
Cogenerazione con ciclo combinato

Motori alternativi
I motori alternativi a ciclo Otto e Diesel costituiscono attualmente la tecnologia dominante nel campo delle piccole potenze, da pochi kW a qualche MW. In particolare conveniente il loro utilizzo fino a potenze dellordine dei 5-7 MW. Elementi distintivi delle applicazioni stazionarie di questa tecnologia sono: grandissima flessibilit ed affidabilit ottenuta mediante il trasferimento dellenorme esperienza accumulata nella propulsione; modularit (variando il numero dei cilindri in funzione della potenza da erogare); rendimenti elettrici elevati: dal 20-25% delle macchine da qualche decina di kW al 40% e oltre per i motori Diesel da diverse centinaia d kW; facilit nel reperimento di servizi e di personale per la manutenzione; costi di manutenzione molto pi elevati delle altre tecnologie per impianti fissi che ne limitano limpiego non oltre qualche MW; emissioni piuttosto elevate di tutti i maggiori macro-inquinanti di interesse normativo: risulta quindi necessario adottare costosi sistemi di abbattimento delle emissioni (catalizzatori) vasta diffusione della sovralimentazione, che consente di aumentare le potenze specifiche (kW per unit di cilindrata) e quindi ridurre i costi.

Motori alternativi per cogenerazione


Nellimpiego cogenerativo, il motore viene fatto funzionare generalmente a giri costanti, (con una velocit di rotazione scelta in base alla frequenza di rete), variando semplicemente la potenza richiesta. I motori a combustione per cogenerazione si distinguono in: Motori ad accensione comandata (a ciclo Otto) utilizzano gas naturale oppure gas con basso potere calorifico come il gas di discarica, o il biogas. In passato sono stati proposti sistemi alimentati a benzina (il TOTEM della FIAT) che sono stati abbandonati per gli elevati costi del combustibile. Motori ad accensione spontanea (o a ciclo Diesel); impiegano gasolio o, nella maggior parte delle attuali installazioni, gas naturale con una piccola iniezione di gasolio che provvede allaccensione della miscela (motori dual fuel); in casi sporadici, certamente non compatibili con gli obiettivi ecologici della cogenerazione, possono anche utilizzare olio pesante (Diesel lenti a due tempi).

Nel caso di applicazioni cogenerative, il combustibile pi utilizzato, il gas naturale, per le sue caratteristiche di compatibilit ambientale, per la disponibilit assicurata dalla capillare rete di distribuzione e per il costo relativamente contenuto. Il suo utilizzo riduce inoltre i costi di manutenzione, consente di dilatare gli intervalli di manutenzione ed in generale prolunga la vita utile dei motori. Infine occorre considerare la totale assenza di serbatoi per il combustibile, e dei necessari rifornimenti periodici.

Fonti di calore in un motore alternativo

Sorgenti di calore nei motori alternativi


Le sorgenti di calore potenzialmente impiegabili per la cogenerazione sono quattro: 1) i gas di scarico: rappresentano la sorgente termodinamicamente pi pregiata in quanto sono disponibili a temperature piuttosto elevate (400-500 e come tali C) consentono, tra laltro, la produzione di vapore di media pressione. Tipicamente, ascrivibile ai prodotti di combustione il 30-35% dellinput termico; 2) lacqua di raffreddamento: ad essa ascrivibile il 10-20% dellinput termico. Esso reso disponibile a temperature inferiori a 100 quindi impiegabile utilmente solo per C la produzione di acqua calda; 3) lolio lubrificante: anchesso disponibile a bassa temperatura (tipicamente 75-90 C) per una quota quantificabile tra il 4 e il 7% del globale; 4) laria di sovralimentazione: disponibile ovviamente solo nel caso di motori turbocompressi. Per ridurre il lavoro di compressione nel cilindro, laria in arrivo dal sistema di sovralimentazione viene normalmente raffreddata fino a 60-80 Il calore C. recuperabile dellordine del 5% del totale.

Motori a gas naturale ad accensione comandata


Nei motori a gas ad accensione comandata, il gas viene iniettato nei condotti di aspirazione e forma una miscela solitamente vicina al valore stechiometrico; il rapporto di compressione non supera normalmente valori compresi tra (9:1- 12:1) per evitare la detonazione, anche se il gas naturale presenta un potere anti-detonante pari a circa 120, contro 95 100 delle benzine. In alcuni casi si usano miscele magre, (con rapporto =aria/combustibile superiore al valore stechiometrico) per avere basse emissioni di NOx, ed alti rendimenti, si parla in questo caso di motori lean burn. I valori del rendimento dei motori a gas ad accensione comandata vanno dal 27%, delle piccole unit (< 50 KWel), fino a valori superiori del 45% per i motori di grossa taglia. Molti motori a gas per la cogenerazione derivano costruttivamente da motori Diesel realizzati per altri scopi; la trasformazione a gas impone laggiunta della candela per laccensione, e la perdita di potenza di circa il 60 80 % per evitare la detonazione. .

Motori a combustione magra (lean burn)


Sono motori ad accensione comandata. Il rapporto =aria/combustibile, superiore al valore stechiometrico; questo motore, costruito predisponendo una pre-camera posta in comunicazione con la camera di combustione, nella quale avviene laccensione di una miscela ricca, la quale poi entra nel cilindro e consente la combustione della rimanente carica che presenta invece un eccesso di aria. Il sistema di alimentazione del gas costituito da tubi comuni, che si estendono lungo il motore, da questi si dipartono i tubi singoli di alimentazione dei cilindri. Ci sono due tubi comuni per ciascuna bancata, uno per liniezione indiretta (a bassa pressione) e laltro per quella nella pre-camera (ad alta pressione). Il rendimento elettrico varia tra il 40 e il 45%.

Rappresentazione schematica di un motore a pre-camera ad accensione comandata a miscela magra alimentato a gas naturale.

Motori a gas naturale a ciclo Diesel:


Motori a gas naturale a ciclo Diesel: sono motori Diesel funzionanti prevalentemente a gas naturale, con laggiunta di una piccola quantit di gasolio (110 %), che ha la funzione di provocare lauto accensione della carica e di favorire la lubrificazione di alcuni componenti del motore. Il gas naturale, pu essere iniettato in due modalit differenti: a bassa pressione nel collettore di aspirazione, o assieme al gasolio ad alta pressione direttamente in camera di combustione. Nel primo caso la potenza nominale deve essere ridotta all80 95 %, mentre nel secondo non si ha praticamente una riduzione della potenza sviluppata dal motore; inoltre se dovesse essere prevista la compressione del gas naturale per portarlo alle pressioni presenti in camera di combustione la potenza complessiva del sistema cogenerativo dovrebbe essere ridotta del 4 7 % a causa del consumo energetico del compressore.

Motori alternativi

Motori ad accensione spontanea dual-fuel


I motori dual-fuel presentano due differenti sistemi di iniezione. Quando il motore funziona a gas naturale, una micro iniezione pilota di gasolio provvede allaccensione della miscela. Il sistema di iniezione di tipo common-rail, cosa che permette una iniezione di gasolio molto piccola in modo da avere emissioni allo scarico estremamente ridotte, che non sarebbero possibile con un normale sistema di iniezione. Quando, invece, il sistema funziona a gasolio, viene adoperato un sistema di iniezione convenzionale, cos che possibile utilizzare anche oli pesanti (heavy fuel oil , HFO), laddove ci consentito. Il rendimento di tali motori pu raggiungere il 48%.

Influenza della taglia del motore

Motori alternativi
In definitiva, il calore recuperabile a bassa temperatura si aggira attorno al 25-30% dellinput termico, a fronte del 30-35% disponibile nei gas di scarico. Come gi detto, i motori alternativi rientrano nella classe delle macchine a un solo grado di libert per le quali la sola regolazione possibile quella della potenza elettrica. Una volta fissata la potenza elettrica, il calore utile prodotto pu essere variato solamente in negativo dissipando allambiente una parte del calore altrimenti recuperato. Nel campo di impiego continuativo, assumono particolare importanza laffidabilit, la manutenzione e la vita del motore alternativo. Generalmente si prevedono operazioni di manutenzione ogni 1000 ore e revisioni generali con frequenza tra 10.000 e 30.000 ore di funzionamento. Il fattore di utilizzo annuo relativamente basso e si attesta su valori non superiori al 90%.

sintesi
tecnologie cogenerative motori diesel motori a gas turbine a gas microturbine celle combustibili

potenza KW

25-20.000

50-5.000

500-30.000

30-200

300-50.000

rendimento elettrico

27-44

24-37

25-40

21-30

30-60

rendimento totale

85-88

85-88

85-90

80-85

75-85

vita operativa h

60.000

60.000

110.000

60.000

45.000

rumore a 1m dB

70-115

70-115

75-90

65-80

60

costo impianto euro/kW cost. manutz. euro/kW cost.aggiunt. euro/kW

200-350

250-750

300-900

700-1.0000

3.500-5.000

0,005-0,01

0,007-0,02

0,003-0,008

0,005-0,01

0,005-0,02

75-150

75-150

100-200

75-350

La situazione italiana

La potenza installata totale ammonta a circa 6.900 MW; la figura riportata di seguito ne illustra la suddivisione secondo il tipo di motore primo, riferita al 2004 (Dati GSE, ex GRTN).

Nel 2004 sono stati prodotti in cogenerazione circa 36 TWh elettrici e 39 TWh termici, consumando combustibile per complessivi 110 TWh. Si sono quindi risparmiati, grazie alla cogenerazione, circa 35 TWh. Si osserva quindi una sostanziale coerenza con le corrispondenti grandezze riferite al 2003.

Situazione italiana
Il gas naturale il combustibile pi diffuso, seguito dal gas di processo dallolio combustibile (v. figura seguente).

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