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Bilancio desercizio e principi contabili

CAPITOLO 1: RUOLO E POSTULATI DEL BILANCIO DI ESERCIZIO 1.1 Bilancio come sintesi contabili e bilancio come pacchetto informativo Il bilancio di esercizio una rappresentazione della dinamica gestionale dei valori economico finanziari, verificatasi nellesercizio pur racchiudendo valori determinati sulla base di prospettive future: 1. primo significato sistema di dati periodicamente elaborati (esercizio amministrativo) raccolti in un unico package informativo per illustrare lo svolgimento della vita aziendale. Se il fine consiste nel raggiungimento di altre grandezza sono necessari altri strumenti di rilevazione le cui risultanze possono comunque essere rappresentate nel pacchetto informativo che costituisce il bilancio. 2. secondo significato sintesi di periodo del sistema di contabilit generale, fondata sullo strumento di rilevazione cio il conto, per rappresentare le risultanze di periodi discreti (esercizi amministrativi). Questo legame con la contabilit comporta che il bilancio ne acquisti le stesse potenzialit e limiti come strumento di rilevazione della gestione. Il riferimento a valori monetari costituisce la potenzialit per interpretare levoluzione aziendale e per sintetizzare le risultanze, ma costituisce anche il limite poich molti aspetti della gestione non sono esprimibili in termini monetari quindi la rappresentazione parziale nonostante si possa comprendere levoluzione del profilo reddituale, finanziario e patrimoniale avvenuta nellesercizio. Il bilancio quindi lo strumento per determinare il reddito di esercizio. Se il fine consiste nel durevole raggiungimento di un risultato economico positivo allora grazie al bilancio si pu valutare se lazienda sia indirizzata verso il raggiungimento delle finalit (o della condizione di durevole esistenza) quindi assume il ruolo di strumento informativo. Il passaggio dal significato tradizionale e quello pi ampio di strumento informativo si verificato in modo graduale dipendendo dallevoluzione delle funzioni attribuite al bilancio. 1.2 Le funzioni di bilancio La funzione universale del bilancio di mettere in evidenza il reddito cio la variazione della ricchezza conferita dai proprietari, causata dallo svolgimento della gestione aziendale. Se il risultato positivo, i proprietari possono prelevare una quota di utili ma senza la redazione del bilancio, qualsiasi prelievo potrebbe sfociare in una privazione dei mezzi aziendali ritenuti necessari per lo svolgimento dellattivit, ledendo il principio dellintegrit del capitale. A tale funzione si associa luso di tale documento come base per stabilire le imposte sul reddito prodotto dallazienda. Le altre funzioni sono: 1. rendiconto usato come strumento informativo per permettere ai proprietari di valutare loperato degli amministratori che concretamente dirigono lazienda. Anzich valutare le molteplici decisioni, ai proprietari il bilancio serviva per valutare la sintesi delloperato degli amministratori che concerneva sulla determinazione della variazione della ricchezza. In relazione del raggiungimento degli obiettivi reddituale, i proprietari decidevano il rinnovo del mandato di amministrazione o la sua cessazione. Tale funzione importante ancora oggi dove i soggetti amministratori sono distinti dai proprietari (public company anglosassone). Gli utenti del bilancio sono quindi i proprietari. 2. funzione informativa interna strumento di controllo a consuntivo ed a preventivo della gestione aziendale. Il bilancio possiede un contenuto conoscitivo importante per gli amministratori e per tutti i soggetti che partecipano alla decisioni. Dalla interpretazione emergono giudizi sulla situazione finanziaria ed economica quindi spesso il bilancio usato per interpretare la dinamica passata e per prospettare possibili evoluzioni future. In chiave analitica saranno necessari ulteriori strumenti ma resta fermo il bisogno della direzione di disporre di indicatori di massima sintesi che solo il bilancio pu fornire. Gli utenti del bilancio sono quindi i soggetti interni. 3. funzione informativa esterna in funzione del crescente peso delle aziende nel condizionare la vita della societ, la gamma di soggetti interessati allazienda si ampliata anche ai soggetti esterni o stakeholder (finanziatori, clienti, fornitori, dipendenti e associazioni di consumatori) poich dal comportamento dellazienda dipende o meno il soddisfacimento dei personali interessi (capacit di rendimenti futuri, mantenere e tutelare loccupazione, salvaguardare lambiente e prodotti di qualit).Il bilancio fornisce una visione dello stato di salute aziendale e tutti richiedono la valutazione di sintesi della capacit dellazienda di mantenersi in un equilibrio economico durevole (condizione di esistenza). 1

Il bilancio tradizionalmente formato dallo Stato Patrimoniale e dal Conto economico, ma non soddisfa interamente le esigenze informative di ogni tipologia di stakeholder. Altre informazioni (politica ambientale, di ricerca e sviluppo, creazione di risorse immateriali) possono essere inserite nel pacchetto informativo centrato sul bilancio che conterr una serie di informazioni pi analitiche e concernenti ambiti specifici sia di provenienza contabile che non. La funzione informativa del bilancio rappresenta il profilo pi dibattuto del bilancio di esercizio ed pi rilevante quanto pi le aziende saranno meno affari privati da discutersi tra un ristretto gruppo di soggetti ma assumono una funzione di sociale di rilievo che condiziona molteplici aspetti della vita della collettivit. Le funzioni assumono importanza in base allesistenza di certi caratteri. Il ruolo di rendiconto assume risalto nei casi in cui i due ruoli non siano accertati da un unico soggetto. Un carattere determinante per la funzione informativa la quotazione sui mercati immobiliari di titoli emessi dallazienda. A parit di altre condizioni, la maggiore disponibilit di informazioni riduce il rischio per gli investitori favorendo lottenimento di finanziamenti meno costosi. Comunque il ruolo importante della funzione informativa verso lesterno dipende anche da altri fattori infatti letica degli affari pi sviluppata, ha portato le aziende a vedere i terzi come soggetti da rispettare e soddisfare nei propri bisogni, se lazienda desidera catturare la loro attenzione. Una pi diffusa cultura economica presso lintera collettivit porta a concepire il bilancio come una newsletter sullevoluzione del nostro mondo, la cui diffusione non pi limitata ai professionisti. Quanto pi il bilancio diventa uno strumento informativo per lesterno, tanto pi aumentano le esigenze di chiarezza (comprensibilit), di rispetto dei principi di redazione e di controllo dellattendibilit dei dati rappresentati. Gli stakeholder inoltre sono interessati a comparare le informazioni con quelle di altre aziende. Il bilancio deve quindi essere affidabile, garantito nella sua correttezza, imparziale e comparabile con quello di altre aziende. Finch il bilancio aveva destinatari soggetti con interessi coincidenti con quelli dellazienda, non vi era problema nellinserirvi informazioni riservate ma poich diventa pubblico, le informazioni possono essere usate anche dai concorrenti e lazienda stessa, nei momenti in cui i risultati inducono preoccupazioni negli stakeholder, incentivata a nascondere o attenuare il risalto di tali dati o rendere non confrontabili le informazioni sugli aspetti negativi della gestione. Poich la capacit informativa del bilancio pubblico deve essere garantita si ha una regolamentazione obbligatoria del bilancio, affidata alle leggi nazionali o alle regolamentazioni delle associazioni professionali, a cui viene affiancato un sistema di controlli e di sanzioni sulloperato degli amministratori per rafforzarne il potere imperativo. Inoltre con la regolamentazione giuridica si attenuato il rischio di conflitti tra le funzioni del bilancio, infatti oggi coesistono assieme. Lassolvimento di tali funzioni, pu comportare dei contrasti infatti in passato era normale avere un bilancio interno (attendibile) ed uno esterno (modificato per impedire ai lettori la disponibilit di un eguale contenuto conoscitivo sia per motivi di segretezza che per indurre i terzi ad adottare comportamenti pi favorevoli allazienda), oggi si tende verso un bilancio unico anche se sono sempre diffusi sospetti che molte aziende redigano due o pi bilanci. Il contrasto tra esigenze di riservatezza e soddisfacimento degli stakeholder pu essere composto pensando a due profili: 1. primo il bilancio tende a soddisfare una parte delle esigenze conoscitive di soggetti esterni ma non le esaudisce completamente quindi rispetto ai dati potenzialmente utili, il bilancio contiene quelli pi di sintesi e di comune interesse, spetter poi agli stessi utenti contattare lazienda per avere ulteriori dati 2. secondo si possono prevedere forme diverse di bilancio: strutture pi analitiche per gli utenti interni e strutture pi sintetiche per gli utenti esterni, in tal modo la sintesi protegge gli interessi competitivi dellazienda non impedendo di rappresentare i valori fondamentali della gestione Gli obblighi normativi costringono anche le aziende con prospettive reddituale inferiori alla media a divulgare informazioni per garantire una maggiore efficienza allocativa per il mercato dei capitali. Lampliamento degli obblighi riduce i margini per abusare di informazioni riservate che alcuni soggetti operanti nellazienda potrebbero esercitare in chiave opportunistica ma presenta molti costi sociali. Linformazione dovuta (resa obbligatoria dalla legge) deve rappresentare il minimo comune conoscitivo a disposizione del pubblico ed ha la funzione di rendere credibili le informazioni poich si hanno delle sanzioni per una loro omissione o per la divulgazione di informazioni non veritiere. Il sistema dei controlli sulle informazioni prevede un controllo continuo affidato a professionisti esterni, soggetti pubblici e controllo eccezionale che si ha solo in casi patologici. Inoltre gli utenti sono in grado di esercitare una forma di controllo ex-post. La produzione di informazioni presenta dei costi direttamente legati al loro ottenimento, costi competitivi, costi di tipo politico e costi operativi indiretti, determinati dalladozione di comportamenti sub-ottimali da parte dellaziende a seguito degli obblighi informativi posto a loro carico. 2

Incremento degli obblighi informativi pu suscitare effetti contrapposti non desiderati come incremento della volatilit dei titoli che fa aumentare la rischiosit per gli investitori e quindi si hanno aumenti del costo del capitale; inoltre pu causare il sovraccarico informativo cio un incapacit di distinguere gli aspetti pi rilevanti dai dettagli. 1.3 I principi contabili come regole del bilancio: uno sguardo dassieme al quadro normativo La base della normativa che disciplina nel nostro Paese la redazione del bilancio sono gli articoli del codice civile sulle societ di capitali (art. 2423-2435bis) che rappresentano lapplicazione della IV direttiva CEE per larmonizzazione delle norme di redazione dei bilanci (requisito fondamentale per la comparabilit inter-aziendale). Tale norme sono state modificate con la riforma del diritto societario. Per le societ di persone e per le imprese individuali vale solo il riferimento allart. 2426 sui criteri di valutazione delle poste dello Stato Patrimoniale. Per le banche, le imprese assicurative e gli intermediari finanziari sono previste discipline specifiche. I principi contabili sono regole sulla scelta dei fatti da rilevare contabilmente, le modalit di rappresentazione contabile, valutazione e esposizione delle poste in bilancio. Ad integrazione ed interpretazione sono stati emanati dei principi contabili del CNDC-CNR (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e del Consiglio Nazionale dei Ragionieri) oggi OIC, che dentro la cornice delle norme civilistiche, forniscono regole di dettaglio o integrazione per argomenti non trattati dal codice. I principi contabili dello IASB hanno ispirato quelli precedenti e sono stati elevati dallUnione Europea come regole contabili obbligatorie per la redazione del bilancio consolidato delle societ quotate nei mercati finanziari dei Paesi appartenenti allUE che quindi sostituiscono le regolamentazioni degli Stati membri. I singoli Stati hanno la facolt di stabilire se questultime regole devono essere estese sia alla redazione dei bilanci di societ quotate che non quotate. Per le societ non quotate non ci sono obblighi di seguire i principi del CNDC-CNR mentre per le societ quotate si ha un esplicita raccomandazione alladozione per garantire qualit e verificabilit ai bilanci. Il campo applicativo dello IASB stato definito con la Legge Comunitaria 2003 e prevede: 1. societ quotate, societ aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico, banche e intermediari finanziari obbligo di applicazione nel bilancio consolidato dal 2005, facolt di applicazione per il Bilancio individuale desercizio dal 2005 ma vi lobbligo di applicazione dal 2006 2. societ assicurative obbligo di applicazione nel bilancio consolidato dal 2005, obbligo di applicazione per il Bilancio individuale delle imprese quotate che non redicono bilancio consolidato nel 2006 e divieto di applicazione negli altri casi 3. societ che redigono il Bilancio in forma abbreviata divieto di applicazione Per le societ quotate sussistono ulteriori obblighi informativi introdotti con la Legge Draghi. Il bilancio delle societ quotate deve essere sottoposto al controllo di un revisore esterno (societ di revisione) e al controllo della Consob mentre il bilancio delle societ non quotate deve essere giudicato dal collegio sindacale cio un organo interno eletto dallassemblea dei soci. Le varie normative evidenziano in sintesi: 1. netta separazione tra le societ quotate e non quotate il bilancio delle prime sottoposto a controlli e a norme internazionali comuni, quello delle seconde soggetto ad una disciplina blanda 2. standardizzazione internazionale per evitare differenze troppo marcate sono state approvate due direttevi che rendono obbligatoria nei bilanci ladozione di alcune regole tipiche degli IAS: a. gli Stati possono autorizzare o imporre la valutazione al fair value (valore di mercato) delle attivit finanziarie abolendo la regola della valutazione al minore tra costo e valore di mercato (escluse le partecipazioni in societ controllare e collegate, titoli detenuti fino a scadenza, crediti/debiti non detenuti a scopo di negoziazione) b. potenziamento del pacchetto i bilancio con linclusione di nuovi documenti, arricchimento informativo della relazione di gestione e nuovi criteri di valutazioni 3. eliminazione del potenziale inquinamento fiscale il legislatore fiscale obbligava ad inserire nel C.E. costi che non avevano giustificazione economica ma che garantivano la possibilit di ridurre il reddito imponibile, inoltre il codice civile permetteva di usare i criteri di valutazione tributaria quindi il risultato finale diventava inquinato da valori non corrispondenti alla reale situazione dellazienda. Con la riforma del diritto societario, si impedito luso dei criteri fiscali e si permesso la deducibilit dei costi senza giustificazione civilistica con linserimento in un prospetto della dichiarazione dei redditi. 3

1.4 I postulati del bilancio di esercizio secondo il codice civile (art. 2423-2423 bis) Lart. 2423 dispone che gli amministratori devono redigere il bilancio formato dallo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota Integrativa. Il C.E. sintetizza la dinamica reddituale dellesercizio trascorso consentendo di calcolare il reddito di esercizio dopo aver fornito distinta evidenza a classi di ricavi e di costi. Lo S.P. espone alla chiusura dellesercizio, le rimanenze economico-finanziarie della gestione derivanti da cicli non completati e lasciate agli esercizi successivi come elementi passivi e attivi del patrimonio. Nella Nota Integrativa si commentano i dati contenuti nei due prospetti precedenti per capirne la composizione, le variazioni subite da un esercizio allaltro e le problematiche valutative. Sia il C.E. che lo S.P. sono due prospetti che derivano dalla contabilit generale. Il rendiconto finanziario non in Italia un prospetto fondamentale ma ha un ruolo di rilievo poich consente di spiegare la dinamica di tutti o di certi valori finanziari. A tale mancanza suppliscono i principi contabili professionali Lart. 2423 dispone inoltre che il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della societ e il risultato economico dellesercizio (clausola generale): 1. chiarezza comprensibilit del bilancio da parte di un utente esterno dotato di competenze tecniche 2. veridicit non una verit oggettiva poich nei processi valutativi ci sono i giudizi soggettivi cio si deve stimare e congetturare valori economico-finanziari la cui traduzione in flussi monetari avver in futuro o gi avvenuta in passato; quindi si parla di attendibilit che rispecchia la realt gestionale, dopo aver sviluppato un coerente sistema di ipotesi sulla gestione futura e i legami con quella passata 3. correttezza neutralit rispetto ai diversi centri di interesse nellesprimere i giudizi soggettivi insiti nei processi valutativi Lart. 2423 infine introduce il postulato della completezza informativa: 1. se le informazioni richieste dalla legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari aggiungendo delle voci negli schemi prescritti o predisponendo dei prospetti supplementari 2. se in casi eccezionali, lapplicazione di una disposizione incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, allora non deve essere applicata il legislatore quindi obbliga a derogare le norme quando non raggiunto lo scopo di fornire una rappresentazione veritiera e corretta, ma questo marginale discrezionale trova un limite contro gli abusi, nei casi eccezionali che non possono essere n previsti n prevedibili 3. la Nota Integrativa deve motivare la deroga e indicarne linfluenza sulla situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico, infine gli utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura al valore recuperato. 4. il bilancio redatto in unit di euro, senza cifre decimali, ad eccezione della N.I. Lart. 2423 bis indica i principi di redazione: 1. la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva di continuazione dellattivit, tenendo conto della funzione economica dellelemento considerato: a. prospettiva di continuazione dellattivit un proto-postulato cio una premessa poich il bilancio riguarda unazienda che ha la prospettiva di durare altrimenti si avrebbe un altro tipo di bilancio. Le valutazioni devono essere effettuate secondo i criteri di funzionamento b. prudenza un postulato affermato in termini generali e sottintende lo scopo di conservazione del capitale poich si evita che i proprietari prelevino utili incerti a danno terzi creditori c. funzione economica il postulato della prevalenza della sostanza sulla forma introdotto dai principi contabili professionali. Se applicato in pieno, potrebbe far si che un prestito di finanziamento concesso con lo scopo di trasformarlo in una partecipazione, debba essere classificato come una partecipazione e non come un credito, mentre dal lato dellazienda affidata sarebbe una componente del patrimonio netto anzich un debito 2. prudenza gli utili sperati non possono essere inseriti nel C.E. ad incremento del reddito di esercizio e devono essere indicate, invece, le perdite temute. Tale postulato si lega a quello della competenza economica

4. competenza economica si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dellesercizio indipendentemente dalla data dellincasso o del pagamento; serve per interrompere in modo fittizio la circolarit dei costi e dei ricavi ai fini dellimputazione al C.E. dellesercizio: a. principio della realizzazione dei ricavi sono di competenza i ricavi il cui processo produttivo sia stato completato e per i quali lo scambio sia avvenuto durante lesercizio b. principio dellinerenza dei costi ai ricavi sono di competenza i costi relativi alle prestazioni effettuate 5. valutazioni analitiche gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente e la differenza consiste nella funzione assolta 6. continuit sostanziale divieto di modificare i criteri di valutazione adottati da un esercizio allaltro, fatto salva la possibilit di derogare al principio, in casi eccezionali, motivando la deroga ed evidenziandone i riflessi nella N.I. Il caso eccezionale si ha quando la costanza di applicazione conduce alla violazione dei principi della rappresentazione veritiera e corretta. Usare criteri mutevoli, rende scarsamente comparabili i bilanci tra loro inoltre tale divieto riduce lo spazio di manovra a favore degli amministratori nel mutare di volta in volta criteri per tentare di esporre situazioni migliori di quelle ottenibili con i vecchi criteri. 1.5 I postulati del bilancio di esercizio secondo i principi contabili del CNDC-CNR I principi di bilancio del CNDC-CNR sono indicati nel documento 11 e servono per integrare o interpretare la legge, inoltre evidenziano limportanza del bilancio di soddisfare le conoscenze sulla gestione aziendale: 1. utilit per i destinatari, rappresenta una conseguenza derivante dallapplicazione dei postulati successivi quindi lutilit decisionale per i lettori rappresenta, nella prospettiva del bilancio come strumento informativo verso lesterno, lo scopo ultimo del bilancio e non tanto un postulato 2. prevalenza della sostanza sulla forma il trattamento contabile dei fatti deve basarsi sulla sostanza economica delloperazione, pi che sugli aspetti formali (conformit agli norme). Il criterio consiste nel trattare in modo unitario e uniforme quelle operazioni che rappresentano giuridicamente degli atti isolati ma sono tra loro collegate sotto il profilo economico 3. comprensibilit (chiarezza) favorita fornendo informazioni analitiche e inserendo nella N.I. elementi che consentono di agevolare lintelligibilit della schematica simbologia contabile: separata indicazione dei singoli componenti del reddito e del patrimonio senza compensazioni distinzione dellarea straordinaria da quella ordinaria distinzione dei componenti reddituale tipici dagli altri 4. neutralit (imparzialit) il valutatore deve svolgere il suo ruolo con imparzialit e competenza, avendo per riferimento il maggior numero possibile di destinatari, senza ricercare il soddisfacimento di interessi particolari. Esempi di deviazioni: politiche di livellamento dei redditi con compensazioni tra i risultati economici di esercizi successivi con accorgimenti che impediscono la comprensione della reale sostanza economica effettuazione di valutazioni ispirate alla logica dellacquirente adozione di una logica valutativa ispirata ai criteri stabiliti dal fisco per la determinazione del reddito imponibile 5. prudenza imputare al conto del reddito solo i ricavi realizzati mentre i costi saranno da attribuire allesercizio anche se non effettivamente sostenuti ma solo stimati anche se non si deve eccedere nelladozione di questo criterio sopravvalutando oltre misura i costi per i rischi e perdite 6. periodicit il bilancio deve essere redatto in ogni esercizio 7. comparabilit costanza di applicazione sia negli aspetti sostanziali (applicazione degli stessi criteri di valutazione) che nella struttura formale (modalit di esposizione delle voci costanti nel tempo). Per la comparabilit formale, il legislatore rende inderogabile la forma dellS.P. e del C.E. Inoltre si ha lobbligo di mostrare per ogni voce il corrispondente importo dellesercizio precedente e deve essere fornita chiara evidenza dellimpatto contabile delle operazioni che possono rendere ardua la comparabilit di bilanci relativi ad esercizi precedenti. Per la comparabilit sostanziale, la costanza dei 5

criteri di valutazione non garantisce la comparabilit spaziale tra bilanci di aziende diverse poich bisognerebbe che tutte le aziende adottassero lo stesso criterio ma metodi di valutazione alternativi sono ammessi quindi non possibile garantire a priori il raggiungimento della comparabilit spaziale. - continuit costanza di applicazione dei principi contabili e dei criteri di valutazione, presentato come un principio autonomo ma costituisce una specificazione del principio della comparabilit sostanziale 8. omogeneit ladozione in bilancio di ununica moneta di conto; una specificazione della regola generale della chiarezza 9. competenza i costi e i ricavi sono imputati avendo riguardo alla sostanza economica delloperazione e non alleffettiva movimentazione numeraria. Limputazione pu avvenire considerando disgiuntamente i costi e i ricavi ma deve valere il principio della correlazione cio limputazione deve avvenire congiuntamente per quei ricavi e per quei costi legati tra loro da nessi funzionali, in termini di contributo ai processi operativi. Si tratta di capire quando si deve ritenere verificata la sostanza economica delloperazione. In linea con il fremework IASB, si considera come punto di partenza la definizione della competenza dei ricavi e assume rilevanza latto di scambio. I ricavi quindi sono di competenza quando sono realizzati, cio quando il processo produttivo stato completato e lo scambio avvenuto con passaggio sostanziale oltre che formale del titolo di propriet. Tale momento si ha con la spedizione o quando i servizi sono resi e fatturabili quindi si ha un riconoscimento esterno di un valore sino a quel punto solo ipotizzato internamente, al quale si contrappone la prestazione aziendale di cessione di un prodotto ultimato. I costi devono poi essere correlativi ai ricavi. Stabiliti i ricavi quindi si tratta di imputare quei costi che ad essi sono associati da un legame funzionale. I costi gi sostenuti ma non connessi a ricavi imputati sono rinviati al futuro se possono contribuire allottenimento di altri ricavi nei prossimi esercizi. I costi devono soddisfare due condizioni: - beni e servizi a fecondit semplice esiste unassociazione causale diretta con i ricavi - beni e servizi a fecondit ripetuta per ripartizione di quote del costo complessivo su base razionale e sistematica in mancanza di una pi diretta correlazione Vi sono poi costi che non correlati ai ricavi dellesercizio, sono di competenza poich non contribuiranno allottenimento di futuri ricavi e non possono essere rinviati 10. significativit e rilevanza il bilancio deve essere utile alle decisione dei destinatari che sono comunque operatori economici e quindi caratterizzati da scarsit di risorse, tempo e capacit di elaborare le informazioni provenienti dallazienda. Si tratta di privilegiare con la redazione, le informazioni pi rilevanti per i destinatari a scapito di altre, che comporterebbero un costo superiore al beneficio informativo 11. valutazione al costo il costo come criterio base nelle valutazioni giustificato poich: - esprime nel momento iniziale dellacquisizione di un fattore, il valore (minimo) funzionale che lazienda attribuisce al fattore - limita la discrezionalit dei redattori vincolando le loro stime ad un preciso valore - facile applicazione e agevolmente verificabile Se il valore recuperabile di un bene fosse diverso dal costo, dovrebbe essere modificato per tener conto delle mutate situazioni quindi si tratta di un criterio di valutazione e non di un valore inderogabile 12. conformit del complessivo procedimento di formazione del bilancio ai corretti principi contabili. Tale procedimento composto da diverse fasi (rilevazione dei fatti, inventariazione dei componenti attivi e passivi, rappresentazione della situazione patrimoniale-finanziaria e dei risultati) quindi si stabilisce in linea generale, le modalit operative pi opportune 13. funzione informativa della N.I. e delle altre informazioni necessarie. La N.I. deve fornire gli elementi necessari affinch le informazioni siano chiare e significative, ampliando lo schema dei prospetti del bilancio e inserendo nuovi elementi. Si tratta di una specificazione del postulato della chiarezza. Le applicazioni sono: rendiconto finanziario, prospetto di variazione dei conti del netto, elementi necessari per la riclassificazione secondo il criterio finanziario informazioni sulle limitazioni alla disponibilit relative a immobilizzazioni, rimanenze e liquidit informazioni sulle operazioni con aziende consociate 6

informazioni sulla concentrazione dei crediti tra pochi clienti informazioni sul grado di utilizzo delle immobilizzazioni materiali 14. verificabilit affinch linformazione sia affidabile, il bilancio e le relative scritture devono essere verificabili, in modo che un controllo sia capace di confermare o meno lattendibilit. Tale postulato contribuisce a potenziare la valenza del postulato del costo poich per ogni revisore pi difficile attestare la validit di stime soggettive piuttosto che verificare il costo sostenuto per certi fattori. 1.6 I postulati del bilancio di esercizio secondo i principi contabili dello IASB I postulati del bilancio secondo lo IASB sono contenuti nel framework for the preparation of financial statements (1989) che contiene sia i postulati che le definizioni dei concetti pi importanti ed ha influenzato il documento n.11 del CNDC-CNR: 1. finalit dare informazioni utili ad unampia gamma di soggetti sulla situazione patrimoniale, risultato economica e variazioni nella struttura finanziaria, affinch possano prendere decisioni. I terzi sono interessati a conoscere la capacit dellazienda di generare flussi di cassa e i tempi nei quali si manifesteranno. E richiesto quindi lesame dello S.P., C.E., prospetto dei flussi di cassa e altri prospetti che devono dare un quadro fedele degli aspetti economico-finanziari 2. postulati sono: a. competenza economica b. going concern cio il proto postulato 3. richieste sono: a. comprensibilit data per scontata nel lettore una conoscenza dei fondamenti della gestione aziendale ma in nessun caso possono essere omesse informazioni poich la loro comprensione risulterebbe difficile b. significativit utilit per i destinatari quindi la lettura deve consentire allutente di correggere valutazioni fatte in passato e compiere nuove previsioni. Il bilancio favorisce lattivit revisionale distinguendo i componenti straordinari da quelli ordinari. Bisogna considera anche la rilevanza cio il limite oltre il quale linformazione perde di significato. Linformazione per essere significativa deve essere rilevante cio di utilit non marginale per lutente. La rilevanza dipende dallincidenza percentuale sul totale aziendale delle cifre coinvolte ma in alcuni casi esiste anche a prescindere dal profilo quantitativo. c. attendibilit fiducia che lutente ripone nei dati del bilancio, implica che sia redatto in modo veritiero e fornisca una rappresentazione fedele privilegiando gli aspetti sostanziali sulla forma adottando un atteggiamento neutrale. Inoltre supportata dalla completezza e dalla prudenza. d. comparabilit sottolinea come le tecniche contabili adottate devono essere variate quando penalizzino oltremodo lattendibilit e la significativit, inoltre le variazioni devono essere sempre commentate. 1.7 Una sintesi dei postulati del bilancio di esercizio Tutte le fonti dei postulati si ispirano al modello di un sistema deduttivo nel quale dai principi astratti e generali si giunge per deduzione a ricavare le norme specifiche da applicarsi alle singole voci. Deve esistere una coerenza tra le regole e una certa gerarchia in moda da dirimere possibili conflitti tra postulati ma in realt non sempre evidente. Utilit per i destinatari (scopo del bilancio di esercizio) 1. chiarezza significativit (rilevanza), omogeneit, funzione informativa della N.I. 2. attendibilit competenza economica, neutralit/correttezza, prudenza/realizzazione dei ricavi/valutazioni costo, verificabilit, prevalenza della sostanza sulla forma, completezza/obbligo informazione integrativa, obbligo di deroga ex art. 2421/4 comma 3. comparabilit continuit dei criteri di valutazione, periodicit Lutilit della funzione informativa per gli utenti, il metro di giudizio per valutare la congruit di tutti gli altri postulati, inoltre gli altri tre postulati sono raggruppabili in tre principi basilari.

CAPITOLO 2: GLI SCHEMI DI BILANCIO Lart. 2423 dispone che il bilancio composto: Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa. Lart. 2428 dispone che la relazione di gestione accompagna il bilancio ed redatta dagli amministratori nella quale spiegano la gestione trascorsa e le prospettive future. Secondo i principi del CNDR-CNE e IASB fanno parte del bilancio anche il rendiconto finanziario in qui si spiega la variazione complessiva della liquidit aziendale distinguendo le cause dei flussi di cassa, e il prospetto dei movimenti del patrimonio netto. Linserimento di questi prospetti diventato prassi. 2.1 Lo Stato Patrimoniale Gli elementi dello stato patrimoniale Il codice non descrive i requisiti per inserire un elemento nello S.P. ma descrive solo gli schemi di classificazione, rinviando per lesame dei caratteri generali degli elementi patrimoniali, alla teoria economico-aziendale italiana. Anche i principi del CNDC-CNR seguono tale atteggiamento. Il framework dello IASB fornisce considerazioni sui caratteri generali dello S.P. e su concetti: 1. attivit sono risorse controllate dallazienda, risultato di operazioni svolte in passato dalle quali sono attesi futuri benefici economici e tali benefici si possono misurare attendibilmente. Secondo questa definizione non si discrimina pi in base alla propriet ma in base al controllo. Il risultato di operazioni svolte in passato comunque giustifica la non iscrizione di elementi che avranno manifestazione in futuro (intenzione di vendere). Lattesa di benefici si comprende dal fatto che gli elementi patrimoniali devono rappresentare condizioni utili per lottenimento di futuri ricavi. Si parla quindi di probabilit di benefici economici poich possono verificarsi eventi che mutano il quadro originario quindi la probabilit deve essere valutata nel momento della redazione del bilancio. Se il beneficio economico non misurabile in modo attendibile ma soggetto ad incertezze allora lelemento non pu essere iscritto. 2. passivit sono obbligazioni attuali dellazienda, risultato di operazioni svolte in passato dalle quali sono attese fuoriuscite di risorse che darebbero, se mantenute in azienda, futuri benefici economici e tali sacrifici possono essere attendibilmente misurati. Lobbligazione un impegno assunto ad adottare un certo comportamento, derivante da leggi, contratti o autonoma decisione resa pubblica. Lessere i risultato di operazioni finanziare svolte in passato giustifica la non iscrizione di elementi che avranno manifestazione in futuro (intenzione di acquistare). La passivit implica un probabile sacrificio futuro, connesso alla privazione di beni che se mantenuti in azienda determinerebbero benefici economico nel senso sopra definito. 3. patrimonio netto il risultato della differenza tra attivit e passivit. Lo schema generale di classificazione, le macroclassi ed il loro contenuto Lart. 2423 ter dispone che salvo le disposizioni di leggi speciali per le societ che esercitano particolari attivit nello S.P. e nel C.E. devono essere iscritte separatamente e nellordine indicato, le voci previste dagli art. 2424-2425. Le strutture degli schemi dei prospetti contabili componenti il bilancio sono obbligatorie, rigide e non modificabili. La rigidit una conseguenza del postulato di comparabilit dei bilanci. Lart. 2424 distingue due sezioni contrapposto: attivo e passivo. Per ciascuna ci sono tre livelli di articolazione: il primo indicato con le lettere alfabetiche, il secondo con numeri romani e il terzo con numeri arabi. Il quarto livello indicato con lettere minuscole ed presente solo in alcune voci. Nellattivo abbiamo: 1. classe A crediti verso soci derivanti da sottoscrizioni di nuove quote di capitale (in fase di costituzione o aumento) per le quali non stata ancora effettuato il conferimento. Nelle societ di capitali, il versamento immediato degli importi sottoscritti obbligatorio per i conferimenti diversi dal denaro e per il 25% dei conferimenti in denaro. I rimanenti possono essere liberati solo dopo che gli amministratori li avranno richiamati. Nelle societ di persone non vi sono regole per il conferimento quindi finch non effettuato, il relativo credito deve essere esposto in tale classe indicando separatamente la parte richiamata ma non versata perch lavvenuto richiamo rende il credito a breve termine mentre sulla parte non richiamata il codice non pone alcun termine. Il motivo di questa distinta evidenza sta nel fatto che tali crediti sono capitale sociale non versato e quindi il mancato versamento comporta una riduzione delle garanzie patrimoniale nei confronti di terzi. 8

2. classe B C lart. 2424 bis dispone che gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni. In caso di utilizzo non durevole lelemento deve essere iscritto nellattivo circolante. Il codice non precisa un limite temporale ma si intende convenzionalmente che sia dato dalla fine del prossimo esercizio quindi devono essere inseriti tra le immobilizzazioni gli elementi che si prevede di utilizzare in azienda oltre il temine dellesercizio successivo, gli altri andranno nellattivo circolante. Il criterio di classificazione la destinazione degli elementi in azienda decisa dagli amministratori cio la funzione che assumono in relazione dei processi produttivi e non la natura tecnica. Leccezione di tale criterio, quindi si ha la classificazione per natura, si ha per: a. crediti v/clienti derivano dai ricavi di vendita e sono inseriti nellattivo circolante anche se a lungo termine b. crediti di finanziamento derivanti dai prestiti e sono inseriti tra le immobilizzazioni anche se a breve termine Nel passivo, il criterio di classificazione la natura delle fonti di finanziamento (mezzi proprio o di terzi, in primis) anche se sono evidenziate a se le classi dei fondi e dipende dallincertezza in merito alla determinazione di uscite o perdite future. I ratei e risconti se attivi nella voce D dellattivo mentre se passivi nella voce E del passivo. La tradizione contabile considera questi due elementi come simili per certi caratteri (conti transitori che sorgono a fine esercizio con le scritture di assestamento e dipendono dal fatto che un costo o un ricavo sono in parte di competenza dellesercizio di chiusura e tale costo o ricavo matura in base al decorso del tempo), dallaltra parte la natura per opposta. I ratei sono valori numerari presunti simili ai crediti/debiti mentre i risconti sono costi/ricavi sospesi al futuro ma la manifestazione finanziaria gi avvenuta in passato. Lart. 2424 inoltre dispone che se un elemento pu ricadere sotto pi voci, in N.I. devono essere riportate le altre voci sotto le quali lelemento poteva essere inserivo se necessario per la comprensione del bilancio. Al termine dello S.P. inoltre bisogna evidenziare le garanzia prestate direttamente o indirettamente (distinguendo il tipo di garanzia) e specificando quelle a favore di altre azienda facente parte dello stesso gruppo societario. Infine devono risultare gli altri conti dordine. La classificazione dellattivo e del passivo non basata sul criterio finanziario in base al quale le poste sono distinte in funzione del tempo necessario per generare la liquidit (attivit) o per assorbirla (passivit). NellS.P. civilistico questo criterio solo parzialmente soddisfatto dallart. 2424 secondo cui nei crediti compresi nellattivo circolante e nei debiti bisogna distinguere la parte liquidabile oltre lesercizio successivo e nei crediti immobilizzati la parte esigibile entro lesercizio successivo. Il documento 12 CNDC-CNR stabilisce di adottare il criterio finanziario distinguendo le attivit e le passivit a breve (correnti) da quelle a lungo termine in funzione della possibilit che generino movimenti di denaro entro il periodo del successivo esercizio. La struttura civilistica non permette una comprensione della situazione finanziaria per grazie alle informazioni suppletive, pu essere operata e favorisce la preparazione del rendiconto finanziario. Il documento 12 suggerisce di inserire nella N.I. informazioni che permettono di effettuare una classificazione secondo il criterio finanziario ma la mancanza di esse non ritenuta tale da inficiare la rappresentazione chiara, veritiera e corretta. Le immobilizzazioni comprendono tre sottoclassi: immateriali (I), materiali (II) e finanziarie (III). Lattivo circolante comprende quattro sottoclassi: rimanenze di magazzino (I), crediti (II), attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni (III) e disponibilit liquide (IV). Si ha quindi lintroduzione di un criterio della liquidit crescente per lattivo cio dalle poste pi distanti temporalmente . Il passivo prevede per i mezzi propri una serie di distinzioni di secondo livello senza che allinterno vi siano ulteriori specificazioni con i numeri arabi, diversamente dalla classe dei fondi e dei debiti per le quali vale lopposto cio non c nessuna distinzione di secondo livello ma una diretta di terzo livello. Le possibilit di modifica delle voci previste dallo schema civilistico Lart. 2423 ter sempre alla luce del postulato della chiarezza dispone: 1. possibilit di suddividere le voci indicate dai numeri arabi, senza eliminazione della voce complessiva e dellimporto corrispondente 2. possibilit di raggruppare le voci indicate dai numeri arabi quando il loro importo irrilevante alla fine della rappresentazione chiara veritiera e corretta o quando tale accorpamento favorisce la chiarezza ma nella N.I. le voci devono essere contenute separatamente 9

3. obbligo di adattare le voce indicate dai numeri arabi quando lo esige la natura dellattivit esercitata 4. obbligo di aggiungere altre voci quando il loro contenuto non compreso nello schema civilistico 5. divieto di effettuare compensi di partite (debito e credito verso lo stesso soggetto, a meno che la compensazione sia consentita giuridicamente) Per favorire la comparabilit temporale, impone di inserire a fianco di ogni voce dellS.P. e del C.E. limporto dellesercizio precedente. Se le voci non sono comparabili, quelle relative allesercizio precedente devono essere adattate. La non comparabilit e ladattamento o limpossibilit devono essere segnalati e commentati nella N.I. (applicazione postulato della comparabilit). Se limporto della voce indicata con il numero arabo nullo allora pu essere omessa ma non vale per le voci indicate con i numeri romani o le lettere maiuscole. Lo Stato Patrimoniale secondo lo IASB Lo IAS 1 non fornisce uno schema dellS.P. ma indica solo un contenuto minimo ed alcune regole. Le attivit e passivit devono essere inserite nella classe corrente se destinate ad essere realizzate (attivit) o estinte (passivit) nel corso del ciclo operativo dellazienda anche se la scadenza superiore ai dodici mesi. Sono non correnti nel caso contrario. Se le attivit e passivit non derivano dal ciclo operativo tipico (acquisto-produzione-vendita) come le attivit finanziare e i finanziamenti, la distinzione consiste nella previsione della loro realizzabilit/estinguibilit entro i 12 mesi. Lo IASB non stabilisce un ordine delle voci e a differenza dello schema civilistica, gli investimenti immobiliari vengono evidenziati distintamente e sia ha la netta separazione dei crediti/debiti commerciali da quelli finanziari. 2.2 Il Conto Economico Gli elementi del Conto Economico I componenti del Conto Economico, sono i ricavi e i costi la cui differenza indica il reddito desercizio. Secondo Zappa, il singolo costo/ricavo una componente elementare del reddito desercizio derivato da una variazione numeraria quindi nessun elemento preso nella sua individualit pu assurgere a ritenersi una variazione diretta del patrimonio netto ma solo dal loro sistema si ha il reddito che il solo a rappresentare la variazione del patrimonio netto. Sia il codice che il CNDC-CNR non definiscono il costo/ricavo mentre secondo il framework IASB il ricavo (costo) lincremento (decremento) dei benefici economici sotto forma di afflusso (deflusso) o rivalutazione (svalutazione) di attivit o di decremento (incremento) di passivit che comportano un incremento del patrimonio netto. Emerge la concezione patrimonialista che pone il fulcro del bilancio nellS.P. definendo prima le attivit/passivit e poi per derivazione i ricavi/costi. La misurazione attendibile di tali incrementi o decrementi rappresenta laltra condizione per il loro inserimento nel bilancio. Lo IASB precisa la necessaria verifica del criterio della correlazione costi-ricavi e considera ricavo la rivalutazione di unattivit, anche se non si avuta realizzazione con un atto di vendita. Questa impostazione congrua con la valutazione ai valori correnti (fair value) dello IASB ma lontana dalla normativa italiana secondo cui si possono indicare soltanto gli utili realizzati alla fine dellesercizio. Lapplicazione dello IASB porta ad un risultato diverso e meno prudente di quello italiano. Lo schema generale di classificazione, le macroclassi ed il loro contenuto Lart. 2425 bis indica la struttura del C.E. scalare a due livelli, il primo livello indicato con la lettera maiuscola, identifica 5 classi e per ciascuna deve essere riportato il totale. Allinterno di ogni classe presente una classificazione di voci indicate con i numeri arabi. La struttura scalare permette di evidenziare i risultati parziali che sono dati dalla differenza A B e dal risultato prima delle imposte. Dopo questultima voce sono indicare separatamente le imposte sul reddito che prevedono lutile (perdita desercizio) a chiusura del C.E. Valgono le stesse possibilit e obblighi di modifica dello schema dellS.P. (art. 2423 ter).

Classe A ricavi dei processi produttivi appartenenti alla gestione caratteristica e a quella extracaratteristica inoltre si trovano anche le variazioni delle rimanenze di prodotti finiti e commesse in corso di lavorazione e le capitalizzazioni (incrementi di immobilizzazioni a seguito di processi produttivi interni). Si hanno valori che hanno gi avuto una manifestazione finanziaria (ricavi vendita), ricavi che sono un aumento della produzione interna ma non si ancora tradotta in cessioni al mercato (magazzino) o per la 10

quale non previsto un realizzo diretto ma indiretto come partecipazione ai processi interni (capitalizzazioni). Il C.E. adotta una concezione di ricavo come output del processo produttivo a prescindere dal suo realizzo per atti di scambio. Classe B comprende i relativi costi cio tutti i costi che hanno contribuito ad ottenere quegli output produttivi quindi si parla di struttura a costi e ricavi integrali per il C.E. Si ha la classificazione dei costi per natura cio i costi sono classificati secondo il correlato fattore produttivo, senza evidenziare le funzioni aziendali o i processi che tali fattori alimentano. Secondo il documento 12 si dovrebbero classificare per destinazione identificando la funzione aziendale di riferimento (industriale, commerciale, ricerca e sviluppo, amministrazione e spese generali). A B rappresenta un risultato operativo globale che include anche la gestione extracaratteristica. Classe C componenti reddituale relativi alla gestione dei finanziamenti (interessi attivi su crediti e passivi su debiti) e delle attivit finanziarie (dividendi, interessi su titoli) che hanno comportato una manifestazione numeraria oltre alle differenze su cambi. Classe D componenti reddituale che non riflettono i costi e ricavi derivanti da operazioni con terzi ma da rilevazioni di assestamento (svalutazioni e rivalutazioni) applicando i criteri di valutazione delle attivit finanziarie. (la classe C D comprende i riflessi reddituale della gestione dei finanziamenti e delle attivit finanziarie possedute dallazienda) La gestione ordinaria data dalla somma di tutte le classi precedenti. Classe E componenti straordinari del reddito, vengono evidenziati separatamente per consentire al lettore di distinguere i componenti reddituale che non avranno possibilit di ripetersi (straordinari) per escluderli dalle stime future. Si favorisce cos la comparabilit dei bilanci, depurandoli da costi/ricavi irripetibili. Straordinari non in riferimento alleccezionalit dellevento ma alla sua estraneit allattivit ordinaria; questa eccezione negativa poco soddisfacente perch il codice non fornisce una definizione di attivit ordinaria. Il documento del CNDC-CNR fornisce un elenco dei singoli componenti di tale sezione. Il documento 29 invece stabilisce dei criteri generali che devono avere i componenti straordinari: - determinati da circostanze casuali o accidentali quindi estranee alla volont dellazienda ma alcuni anche se indipendenti rientrano nellarea ordinaria in quanto connessi al rischi di impresa - estranei allattivit ordinaria - infrequenti Esempi: * sopravvenienze e insussistenze derivante da fatti naturali o comunque estranei alla gestione di impresa: - furti e perdite per cause naturali e relativi rimborsi assicurativi - liberalit ricevute, multe e ammende a carattere prevedibile - indennit per rotture di contratti * componenti reddituale derivanti da operazioni con rilevati effetti sulla struttura aziendale - plus(minus)valenze da riconversione produttiva, da espropri o nazionalizzazioni di beni, da conferimenti di aziende o rami e da fusioni o scissioni In base alla IV direttiva CEE sarebbe possibile adottare lo schema a costo del venduto secondo cui i ricavi di vendita sono enucleati a s e ad essi si contrappone il costo del venduto (costo della produzione integrale variazioni di magazzino di prodotti capitalizzazioni) che deve essere confrontato con i ricavi di vendita per ottenere il risultato operativo. Sia nella classe A che B ci sono due voci residuali (A.5. altri ricavi e proventi; B.14 oneri diversi di gestione) per le quali il codice non fornisce indicazioni sul contenuto.

Secondo il documento 12 il C.E. dovrebbe individuare le diverse aree gestionali (caratteristica, accessoria, finanziaria e straordinaria) per consentire la comprensione dei motivi che hanno condotto al risultato economico di periodo. Le aree individuano come fondamentale risultato intermedio il risultato operativo. Larea caratteristica formata dai componenti reddituali derivanti dalle operazioni che identificano e qualificano lattivit economica aziendale. Larea finanziaria formata dai componenti reddituale 11

connessi al finanziamento dei processi aziendali e alla gestione delle attivit finanziarie. Larea accessoria una concezione residuale rispetto alle precedenti. Le tre aree formano la gestione ordinaria che si contrappone a quella straordinaria. Rispetto a questi schemi la struttura civilista non allineata perch: 1. basata sullo schema a costi e ricavi integrali che presenta nellarea del valore della produzione voci eterogenee quanto a manifestazione finanziaria. I ricavi di vendita gi realizzati sono raggruppati con la variazione delle rimanenze del magazzino prodotti o con gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni che sono valutati al costo e sono privi di realizzazioni finanziaria 2. non presente larea accessoria che viene confusa con quella caratteristica negli aggregati A e B 3. A B non il risultato operativo della gestione caratteristica ritenuto dal documento 12 un indicatore fondamentale della redditivit tipica della gestione. Nonostante queste deviazioni, la struttura civilistica in grado di assolvere la sua funzione informatica del risultato economico dellesercizio secondo i corretti principi contabili. Il Conto Economico secondo lo IASB Il C.E. dello IASB prevede un contenuto minimo, integrabile con quanto gli amministratori ritengono necessario per esporre in modo attendibile e comprensibile la dinamica: 1. ricavi di vendita 2. costi finanziari 3. plusvalenze/minusvalenze derivanti da dismissioni di beni strumentali e di rami dellazienda 4. imposte 5. utile/perdita di esercizio Non permessa lautonoma identificazione di unarea straordinaria visto che i componenti che prevalentemente la costituiscono (plusvalenze/minusvalenze da cessione di beni strumentali) sono individuate in una voce autonoma. Lo IASB non impone un criterio di classificazione dei costi, con il criterio per natura si avrebbe una struttura simile a quella del codice. Il criterio di destinazione invece porta a distinguere nellarea operativa il costo industriale del venduto (costo della produzione ottenuta variazione magazzino prodotti), i costi di distribuzione e quelli amministrativi, distinguendo lincidenza a C.E. delle principali funzioni aziendali. La differenza dei ricavi di vendita e del costo industriale del venduto evidenzia il gross profit cio un margine intermedio. Se per lazienda opta per una classificazione dei costi funzionale, deve presentare il dettaglio dei costi classificati per natura. 2.3 Le funzioni della Nota Integrativa Il contenuto obbligatorio della N.I. indicato dallart. 2427 ma altri richiami sono contenuti in altri articoli. Le funzioni della N.I. sono: 1. spiegazione dei criteri di valutazione adottati nella prassi la descrizione di tali criteri contenuta nella parte iniziale della nota stessa (punto 1) 2. dettagliare certe voci dello S.P. e C.E. (punti 3, 5, 6 ter, 7, 7 bis, 12, 13, 17, 19 bis) o specificarne il contenuto (punti 6, 8, 11, 14, 16) 3. dettagliare le variazioni quantitative degli elementi dello S.P. il punto 4 dispone che siano descritte le variazioni che hanno subito gli elementi dellattivo e del passivo, sottolineando la descrizione delle variazioni per formazione e utilizzi subite dai fondi del passivo e dalle poste del patrimonio netto. Il punto 2 dispone che siano descritte le cause di variazione della immobilizzazioni che dal costo storico hanno condotto al valore che appare in bilancio

4. fornire informazioni aggiuntive rispetto allo S.P. e al C.E. che non rappresentano commenti di voci gi inserite ma che permettono di cogliere informazioni utili: a. punto 6 bis descrizione di effetti significativi delle variazioni dei cambi valutari successivi alla chiusura dellesercizio 12

b. punto 9 indicare gli impegni non risultati dallo S.P. e commentare i conti dordine la cui comprensione utile per valutare le prospettive c. punto 10 ripartizione dei ricavi di vendita per rami di business e aree geografiche d. punto 15 numero medio di dipendenti ripartito per categoria e. punto 18 il numero e i diritti inerenti alle azioni di godimento, alle obbligazioni convertibili in azioni e ai titoli o valori simili emessi dalla societ f. punto 19 il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla societ con lindicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni aziendale g. art. 2426 indicare la differenza, se significativa, tra il costo delle rimanenze di magazzino distinte per categoria derivante dallapplicazione del metodo scelto tra LIFO, FIFO, costo medio e il costo corrente alla chiusura dellesercizio. 5. spiegare ladozione di certi comportamenti contabili poich coinvolgono valutazioni soggettivi e in questo modo si cerca di evitare la lesione del principio di prudenza: a. art. 2427 motivazione delliscrizione in S.P. dei costi di ricerca e sviluppo, di pubblicit, dei costi di impianto e di ampliamento b. punto 3 bis la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni immateriali di durata indeterminata, facendo riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici, alla durata utile, al valore di mercato, segnalando le differenze rispetto a quelle operate negli esercizi presententi ed evidenziando linfluenza sui risultati economici dellesercizio e sugli indicatori di redditivit c. art. 2423 motivare la deroga delle regole del codice sul bilancio per consentire la rappresentazione chiara, veritiera e corretta d. art. 2423 bis motivi che hanno determinato limpiego di criteri di valutazione diversi da quelli precedenti in deroga del postulato della comparabilit sostanziale e. art. 2426 motivare le variazioni dei criteri di ammortamento; motivare la differenze positiva se mantenuta in bilancio, tra costo delle partecipazioni immobilizzate in controllate e collegate ed il corrispondente valore desumibile dallo S.P. della partecipata; motivare la scelta di un periodo di ammortamento dellavviamento superiore ai 5 anni Con la riforma societaria, stato introdotto lobbligo di inserire nella N.I. nuovi prospetti: 1. punto 7 bis prospetto sulle poste del netto 2. punto 14 prospetto sulle imposte differite e anticipate 3. punto 22 prospetto sulle operazioni di leasing 4. punto 20 commento e descrizione dei criteri di valutazione per i beni inclusi nei patrimoni destinati a specifici affari 5. punto 21 indicazione dei beni e dei proventi riferiti ai finanziamenti destinati ad uno specifico affare 6. punto 6 per le aziende che dovevano indicare per ogni credito e debito, quelli con scadenza superiore ai 5 anni e i debiti assistiti da garanzie (specificare il tipo) stata aggiunta la richiesta di indicare la ripartizione secondo le aree geografiche, per capirne lincidenza che il rischio Paese pu avere sullesigibilit dei crediti 7. art. 2497 bis specificare i dati essenziali dellultimo bilancio della societ che esercita la direzione e il controllo Inoltre in recepimento della direttiva UE bisogna indicare: 1. immobilizzazioni finanziarie iscritte ad un valore superiore al fair value, salvo partecipazioni in controllate e collegate e partecipazioni in joint venture valore contabile e fair value; motivi per cui il valore contabile non stato ridotto 2. strumenti finanziari derivati il fari value e le informazioni sullentit e la natura (caratteristiche) La funzione specifica della N.I. quella di favorire la comparabilit formale dei bilanci in due casi: 1. se gli amministratori per favorire la chiarezza hanno raggruppato le voci precedute dai numeri arabi, la nota deve evidenziare distintamente le voci 13

2. se gli importi dellesercizio predicente non sono comparabili con quelle dellesercizio successivo, la nota deve indicare le informazioni necessari a consentire la comparabilitSecondo il documento 12, la configurazione civilistica della N.I. in grado di assolvere la funzione di completamento dellinformativa dei bilanci ma richiede una serie di integrazioni ritenute necessarie: 1. alcune informazioni che la legge impone di inserire nella relazione sulla gestione, devono essere collocate nella N.I. e tale differenza rilevante perch la relazione non fa parte del bilancio quindi il controllo dei revisore avrebbe un efficacia minore. Quindi per la descrizione della natura dellattivit dellazienda, i fatti di rilievo dopo la chiusura o i rapporti con imprese consociate e collegate, deve esserci in N.I. un rinvio a quanto descritto nella relazione sulla gestione 2. per le voci A.5 e B.14 se hanno un importo significativo, deve essere fornito il dettaglio 3. nella N.I. deve essere introdotto il rendiconto finanziario 2.4 Il rendiconto finanziario Lart. 2423 dispone che si devono fornire tutte le informazioni complementari a quelle richieste dalla legge per consentire la rappresentazione chiara, veritiera e corretta, quindi il prospetto dei flussi finanziari (rendiconto finanziario) un documento non espressamente richiamato ma necessario per la comprensione della dinamica finanziaria della societ (visione dinamica dellaspetto finanziario mentre con lo S.P. si ha una visione statica dellaspetto fiananziario). Il cash flow dellesercizio dato dalla somma: 1. cash flow della gestione reddituale per rilevare tale flusso di cassa si possono usare due metodi: a. metodo diretto dato da ricavi monetari costi monetari. Lottenimento delle entrate di denaro dai clienti si calcola sottraendo dai ricavi di vendita la variazione dei crediti commerciali (c. finali c. iniziali). Luscita di denaro a favore dei fornitori di materie prime si ha sottraendo dai costi di acquisto dellesercizio la variazione dei debiti relativi (d. finali d. iniziali) b. metodo indiretto dato da +/- risultato desercizio + costi non monetari ricavi non monetari. Quindi si tratter di sottrarre laumento (aggiungere il decremento) delle rimanenze e risconti attivi poich la contropartita economica un ricavo non monetario, sottrarre laumento (aggiungere il decremento) dei crediti e dei ratei attivi poich i ricavi che li hanno generati non hanno comportato incremento di liquidit, aggiungere laumento (sottrarre il decremento) dei debiti verso fornitori (che hanno per contropartita un costo nel C.E.) e dei ratei passivi perch i costi che li hanno generati non hanno comportato decremento di liquidit 2. cash flow degli investimenti 3. cash flow dei finanziamenti 4. cash flow derivate dalle operazioni con i soci 2.5 Il bilancio in forma abbreviata Lart. 2435 bis dispone che il bilancio in forma abbreviata (con minori informazioni) pu essere redatto da societ che nel primo esercizio o successivamente, per due esercizi consecutivi, non superano due dei seguenti limiti: 1. totale attivo 3.125.000 2. ricavi delle vendite e delle prestazioni 6.250.000 (voce A1) 3. dipendenti occupati in media durante lesercizio 50 unit Sono stati utilizzati tre parametri in relazione alla difficolt di invidiare un unico criterio che definisce la dimensione aziendale. A seconda del processo produttivo infatti pu esserci una prevalenza del fattore lavoro umano piuttosto che di investimenti e viceversa. Questa possibilit riservata quindi alle societ minori perch coinvolgono un numero minore di soggetti e la domanda di informazioni sar pi bassa.

Lo S.P. abbreviato: 1. inserire solo le macroclassi e le sottoclassi 14

2. macroclassi A e D raggruppabili in CII nellattivo, macroclasse E raggruppabile in D nel passivo 3. da BI e BII dellattivo devono essere esplicitamente detratti ammortamenti e svalutazioni 4. in CII dellattivo e D del passivo devono essere separatamente indicati crediti e debiti esigibile oltre lesercizio successivo In C.E. abbreviato: 1. sono ammessi raggruppamenti: a. A2 e A3 = variazione rimanenze prodotti e lavori in corso su ordinazione b. B9 c, d, e = altri oneri del personale c. B10 a, b, c = ammortamenti e svalutazioni delle immobilizzazioni d. C16 b, c = proventi finanziari da titoli diversi dalle partecipazioni e. D18 a, b, c = rivalutazione attivit finanziarie f. D19 a, b, c = svalutazioni attivit finanziarie 2. nelle voci E20-E21 non richiesta la separata indicazione delle plus(minus)valenze e delle imposte relative a esercizi precedenti In N.I. di conseguenza: 1. omettere le informazioni dei punti 2, 3, 7, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 17, art. 2426, 2427, 2427 bis 2. inserendo informazioni relative alle azioni proprie e di controllanti possibile non redigere la R.G. 2.6 La relazione sulla gestione Lart. 2428 obbliga gli amministratori a redigere la relazione sulla gestione da allegare al bilancio nella quale descrivono a fini informativi, landamento della gestione trascorsa, la situazione della societ e levoluzione prevedibili della gestione (con riferimento alla societ, ai settori in cui ha operato e al gruppo a cui appartiene). Il principale obiettivo quello di illustrare la strategia aziendale che permette di interpretare il sistema dei valori contenuti nel bilancio. Inoltre il commento deve essere completo cio deve riguardare lazione gestionale nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso le imprese controllate; bisogna descrivere levoluzione delle strategie riferita anche al gruppo nel suo complesso perch proprio in esso che si sviluppa la strategia complessiva. Linformazione sugli andamenti gestionali deve essere fornita a livelli di dettaglio per ciascun settore nel quale lazienda ha operato e per settore si pu intendere la ripartizione geografica della gestione operativa o la linea di business cio articolazione per tipologia di prodotti o per funzionalit duso (tipo di bisogni che i prodotti soddisfano). La libert lasciata dal legislatore per interpretare tale concetto deve essere usata dagli amministratori per scegliere la classificazione che meglio si adatta alla strategia e la pi usata ai fini decisionali per consentire al lettore di capire meglio la dinamica aziendale. La relazione inoltre deve fare particolare riguardo ai costi, ricavi e investimenti per la descrizione degli andamenti. Il contenuto principale della relazione : 1. attivit di ricerca e sviluppo 2. rapporti con le controllate, collegate, controllanti e controllate da questutlime 3. numero e valore nominale delle azioni proprie e delle controllanti alla chiusura dellesercizio, con indicazione della frazione di capitale corrispondente 4. movimenti nel numero e valore nominale delle azioni proprie durante lesercizio, con indicazione della frazione di capitale corrispondente e dei motivi delle compravendite 5. fatti di rilievo accaduti dopo la chiusura e prima della redazione materiale del bilancio 6. elenco delle sedi secondarie della societ 7. obiettivi e politiche sulla gestione del rischio finanziario, nonch esposizione al rischio di prezzo, di credito, di liquidit e di variazione dei flussi finanziari, in relazione alluso di strumenti finanziari, se rilevanti per la rappresentazione veritiera e corretta Inoltre rapporti con le capogruppo e le altre societ ad essa soggette e loro effetti. I primi due punti sono collegati alla descrizione della strategia aziendale perch: 1. attivit di ricerca e sviluppo costituiscono la premessa per levoluzione futura 2. rapporti con le altre aziende del gruppo consente di capire quanto lazienda disponga di unautonoma capacit di manovra o dipenda dai legami indotti dallappartenenza al gruppo CAPITOLO 3: L IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 15

3.1 Contenuto e definizioni La classificazione civilistica e le condizioni per liscrizione in Stato Patrimoniale Le immobilizzazioni immateriali secondo il codice includono: 1. costi di impianto e di ampliamento 2. costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit 3. diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dellingegno 4. concessioni, licenza, marchi e diritti simili 5. avviamento 6. immobilizzazioni in corso e acconti 7. altre Il codice non fornisce alcun commento specifico sulla valutazione dei singoli elementi ma nei primi due casi, lart. 2427 richiede che la N.I. contenga la descrizione dei motivi che hanno indotto gli amministratori a capitalizzarli o a rinviarli al futuro anzich spesarli nellesercizio di sostenimento. Il documento 24 del CNDC-CNR invece precisa i tratti comuni a tale gruppo: 1. assenza di tangibilit 2. sostenimento, identificabilit e misurabilit dei costi per la loro acquisizione o produzione interna 3. utilit pluriennale beneficio economico in termini di maggiori ricavi o minori costi rispetto a quelli che si verificherebbero nel caso di assenza di tali beni Il presupposto della controllabilit la capacit di fruire in esclusiva i vantaggi da esso detraibili mentre il presupposto dellidentificabilit la capacit di distinguere lelemento dal pi generale avviamento aziendale. Per liscrizione irrilevante la fonte di acquisizione perch sono iscrivibili gli elementi che soddisfano le condizioni precedenti indipendentemente che siano disponibili a seguito di acquisto dallesterno, produzione interna o acquisizione a titolo di godimento, salvo che si tratti di acquisto a titolo gratuito perch non soddisfa la condizione dellattendibile misurazione del costo. Beni immateriali e oneri pluriennali Le immobilizzazioni immateriali sono formate: 1. beni immateriali sono i diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno; concessioni, licenze, marchi e diritti simili. Sono oggetto di specifica tutela giuridica che li porta ad essere oggetto di diritti attivi/passivi. Secondo il CNDC-CNR in presenza dei requisiti di utilit e misurabilit del costo, sussiste lobbligo di iscrizione 2. oneri pluriennali sono i costi di impianto e di ampliamento; costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicit. La maggiore incertezza sul reale contenuto economico in termini di utilit futura giustifica il fatto che non vi lobbligo ma la facolt di iscrizione (nelle societ non quotate condizionata al consenso del Collegio sindacale); il periodo di ammortamento massimo 5 anni; se i valori non sono ancora ammortizzati, gli utili sono distribuibili se vi sono riserve di utili sufficienti a coprire il costo residuo. Questa disciplina razionale in relazione al postulato della prudenza ma comporta il rischio di penalizzare quello della competenza pertanto se ricorrono le condizioni per la capitalizzazione, questultima sarebbe obbligatoria e non facoltativa se si vuole rispettare il postulato della completezza 3. avviamento, immobilizzazioni in corso e acconti secondo il CNDC-CNR in presenza dei requisiti di utilit e misurabilit del costo, sussiste lobbligo di iscrizione 3.2 Aspetti generali di valutazione Il valore originario Lart. 2426 dispone che le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione con modalit diverse a seconda che lacquisizione sia: 1. esterna costo di acquisto comprensivo degli oneri accessori 2. interna costi diretti e la quota ragionevolmente imputabile dei costi indiretti. La produzione interna origina la capitalizzazione che va inserita tra i ricavi nel C.E. in A4 mentre in contropartita si apre il conto riferita alla specifica immobilizzazione. Se la produzione interna non completata si usa il conto immobilizzazioni immateriali in corso di ottenimento. Gli ammortamenti 16

Lart. 2426 dispone che il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilit dutilizzazione. Lammortamento la ripartizione del costo nei vari esercizi ai quali limmobilizzazione offre un contributo ai processi produttivi. Sistematico significa che deve essere compiuto in ogni esercizio sulla base di un piano che deve essere rivisto periodicamente per verificare che non siano intervenuti cambiamenti che richiedono una modifica delle stime effettuate. Il processo inizia dal momento in cui limmobilizzazione disponibile per luso anche se concretamente non utilizzata. Il valore da ammortizzare la differenza tra il costo originario (aumentato delle rivalutazioni e migliorie, diminuito delle svalutazioni) e il valore residuo al termine della vita utile del bene che generalmente considerato nullo per lincertezza in merito alla sua determinazione. La vita utile basata sulle prospettive temporali di utilizzo. Per i beni immateriali paragonata al periodo che la legge o il contratto stabiliscono come intervallo in cui lazienda pu sfruttare in esclusiva il bene. Per gli oneri pluriennali invece mancano dei riferimenti quindi in applicazione del postulato della prudenza, la legge stabilisce una durata convenzionale massima pari a 5 anni. Nel caso dellavviamento si ha la possibilit che gli amministratori, dietro parere positivo del collegio sindacale e adeguata motivazione in N.I. (con indicazione dei fattori che hanno giustificato una vita utile maggiore) stabiliscono un periodo superiore. La vita utile pu essere definita anche in termini di quantit di prodotto che lazienda attende di poter ottenere dalluso dellimmobilizzazione. Il criterio di ripartizione del valore pu essere secondo il documento 24: 1. quote costanti il pi immediato poich pi semplice. 2. quote decrescenti il pi coerente se si ipotizza che limmobilizzazione immateriale offra un contributo maggiore nei primi esercizi, anche in applicazione del postulato della prudenza. 3. altri consentito luso di altri metodi pi opportuni in relazione al caso specifico La quota ammortamento iscritta nel C.E. in B10a mentre il fondo ammortamento accreditato in contropartita inserito nello S.P. a diretta rettifica dellimmobilizzazione a cui si riferisce Le rivalutazioni Secondo il documento 24 sono possibili le rivalutazioni se permesso da leggi speciali e nei limiti da questa stabiliti. Non consentita nessuna discrezionalit nelloperare rivalutazioni monetarie per tenere conto dei processi inflazionistici o rivalutazioni economiche dei beni dovute ad un maggiore valore dipendente da circostanze di mercato. Sar la legge a disciplinare tale situazioni. Le rivalutazioni non possono determinare ricavi da inviare a C.E. ma solo aumenti di riserve del netto che si epilogano nel passivo dello S.P. in AIII riserve di rivalutazione. In N.I. devono essere indicati: 1. criteri seguiti per la rivalutazione 2. importo della rivalutazione al loro e al netto degli ammortamenti 3. effetti sul patrimonio netto Il valore realizzabile come limite superiore e le svalutazioni In ogni momento il valore al quale limmobilizzazione iscritta in contabilit non pu superare il valore recuperabile che secondo il documento 24 il maggiore tra: 1. valore in uso valore attuale dei flussi di cassa attesi nel corso della vita utile grazie allimpiego del bene nei processi produttivi (valore di realizzo indiretto) 2. valore realizzabile tramite alienazione prezzo ricavabile dalla vendita in condizioni normali di mercato al netto degli oneri diretti di gestione (valore di realizzo diretto) Se il valore iscritto in contabilit risulta superiore a tale limite, lazienda deve svalutare limmobilizzazione con addebito al C.E. dellesercizio. Lart. 2426 dispone che le immobilizzazioni siano svalutate in caso di perdita durevole emergente alla data di chiusura dellesercizio, quindi la svalutazione distinta dal processo di ammortamento.

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Laccertamento sulla ricuperabilit del costo del bene deve essere fatto quando: 1. nel momento in cui il bene viene iscritto per la prima volta in contabilit 2. ogni volta che certe condizioni di utilizzo o operativit dellazienda subiscono dei mutamenti rilevanti se limpresa versa in una situazione di perdita ed espone in bilancio immobilizzazioni immateriali quali oneri pluriennali bisogna dimostrare la ricuperabilit dei costi iscritti nellattivo 3. in ogni caso, in condizioni di straordinariet e gravit perch altrimenti ricadrebbero nellordinario processo di ammortamento Si pu svalutare fino: 1. valore funzionale nelleconomia dellazienda (valore duso), nella prospettiva di continuazione dellattivit 2. valore di realizzo diretto se il bene destinato alla vendita Se il bene destinato alla vendita non dovrebbe figurare tra le immobilizzazioni ma nellattivo circolante con applicazione del criterio di valutazione al minore tra il costo e valore di realizzo desumibile dallandamento del mercato. Rilevazione svalutazione svalutazione immobilizzazioni immateriali xxxxxxxxxx f.do svalutazioni immobilizzazioni immateriali xxxxxxxxx Una volta compiuta la svalutazione, se le cause che laveva determinata non sussistono pi, lart. 2426 stabilisce che si deve stanziare una rivalutazione al C.E. che lunica caso in cui una rivalutazione ha un impatto reddituale permesso: rivalutazione di ripristino (serve per riportare il valore dellimmobilizzazione fino al massimo del costo residuo prima della svalutazione). Per lammortamento, bisogna considerare che successivamente alla svalutazione, la quota annuale di ammortamento era stata calcolata non sul costo storico ma sul costo storico svalutato quindi ora bisogna portare la differenza tra le quote di ammortamento ordinario e quelle calcolate dopo la svalutazione a rettifica della rivalutazione di ripristino. Il documento 24 precisa che il ricavo per plusvalenza di ripristino deve essere al netto degli ulteriori ammortamenti non calcolati a causa della precedente svalutazione ecco perch pu essere operata fino a concorrenza del costo originario. Lavviamento e gli oneri pluriennali non ammettono rivalutazioni di ripristino. Rilevazione rivalutazioni di ripristino f.do svalutazioni immobilizzazioni immateriali xxxxxxxxxx f.do ammort. immobilizzazioni immateriali xxxxxxxxx rivalutazione immobilizzazioni immateriali (A5) xxxxxxxxx Nel C.E. la svalutazione confluisce in B10c altre svalutazioni delle immobilizzazioni mentre il fondo svalutazione collocato in S.P. a diretta detrazione della voce a cui si riferisce. La rivalutazione di ripristino collocata nella voce A5 del C.E. In N.I. bisogna precisare, con riguardo alle immobilizzazioni immateriali di durata indeterminata: 1. misura e motivazioni delle riduzioni di valore 2. il concorso alla produzione di risultati economici futuri 3. prevedibile durata utile 4. valore di mercato per quanto determinabile 5. differenze rispetto agli esercizi precedenti 6. impatto sui risultati economici e sugli indicatori di redditivit dellesercizio gi comunicati 3.3 Le singole tipologie Costi di impianto e di ampliamento Secondo il documento 24 i costi di impianto e di ampliamento sono quei costi non ricorrenti che riguardano ben precisi momenti della gestione: 1. costi pre-operativi sia di tipo legale (atto costitutivo, tasse) ed operativo (iniziali ricerche di mercato, addestramento iniziale del personale) 2. costi relativi ad ampliamenti successivi (aumenti di capitale, ammissione alla quotazione borsa) 18

Se in presenza di tali costi, gli esercizi futuri prevedono utili in grado di coprire le quote di ammortamento allora rispettata la condizione di ricuperabilit pertanto possono essere mantenuti tra le attivit altrimenti necessaria una svalutazione. Lo IAS non consente la capitalizzazione di tali costi. Costi di ricerca e sviluppo Secondo il documento 24 i costi di ricerca e sviluppo capitalizzabili sono quelli relativi alla ricerca applicata e allo sviluppo, ritenendo quindi che i costi connessi alla ricerca di base devono essere spesati nel C.E. dellesercizio di sostenimento perch sostenuti in modo ricorrente: 1. ricerca di base insieme delle indagini non precisamente finalizzate verso risultati quindi non sono dimostrabili i benefici futuri 2. ricerca applicata esiste un progetto che sia: a. chiaramente definito, con costi identificabili e misurabili b. realizzabile, con il controllo di risorse adeguate la difficolt nella stima della realizzabilit dipende sia da circostanze interne che esterne quindi possibile ritenere non pi fattibile un progetto inizialmente ritenuto tale (i costi capitalizzati inizialmente devono essere spesati nellesercizio in cui evidente la non realizzabilit) o stimare possibile un progetto prima ipotizzato irrealizzabile (capitalizzare i costi dal momento in cui il processo si dimostra fattibile perch quelli precedenti non possono essere retroattivamente spesati) c. i cui costi siano recuperabili mediante ricavi futuri (utilit) La capitalizzazione comprende i costi diretti, quelli indiretti allocati su basi congrue costanti nel tempo e gli oneri finanziari se hanno relazione specifica con la ricerca e se la natura del progetto sia tale da giustificarne la capitalizzazione in termini di entit e durata. Lammortamento calcolato quando la risorsa utilizzabile nei processi produttivi in 5 anni a quote costanti o decrescenti. Costi di pubblicit Secondo il documento 24 i costi di pubblicit sono capitalizzabili solo se sostenuti, in modo non ricorrente, per ottenere il successo di uniniziativa. Vengono assimilati ai costi di impianto e di ampliamento per i presupposti richiesti per la capitalizzazione e per e regole dellammortamento, indipendentemente dal fatto che la collocazione dei costi di pubblicit nello S.P. separata dai costi di impianto e di ampliamento. I costi per il materiale promozionale andranno spesati nellesercizio se il materiale non ha effettivamente un utilit pluriennale (catalogo generale) dove in tal caso giustificata la capitalizzazione. Il metodo di ammortamento determinato in funzione della maggiore rapidit con la quale lutilit sottesa dal costo si trasferir ai ricavi di vendita quindi una cessione di utilit concentrata nei primi esercizi suggerir un metodo a quote decrescenti anzich a quote costanti. Diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere dellingegno Secondo il documento 24 la capitalizzazione dei diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere dellingegno subordinata alla sussistenza dei requisiti generali: 1. titolarit di un diritto esclusivo di sfruttamento 2. misurabilit del costo sostenuto 3. ricuperabilit dei costi di iscrizione tramite benefici economici i benefici economici devono essere dimostrati da piani relativi al concreto impiego, fattibili tecnicamente ed economicamente, i cui effetti economici sono inclusi nei budget aziendali Per la stima del costo iniziale bisogna distinguere: 1. acquisizione della propriet che a sua volta si distingue in: - a titolo derivativo costo di acquisto comprensivo degli oneri accessori inclusi i costi di progettazione e quelli per gli studi di fattibilit relativi allimpiego del brevetto in azienda - a titolo originario stesse regole esaminate per il costi di ricerca e sviluppo 2. acquisizione della licenza va inserito nellattivo solo se il costo della licenza ha dato origine ad un costo una tantum 19

La vita massima si fonda sulla durata riconosciuta dalla legge ma pu essere ridotta se il prospettato periodo di utilit riguarder un intervallo pi breve. Il metodo a quote costanti pu essere sostituito con quello a quote decrescenti o variabili in funzione dei volumi di produzione, se riflettono meglio la riduzione dellutilit del cespite. Oltre allammortamento, in ogni esercizio si deve valutare se le condizioni che ne consentono la capitalizzazione sussistono ancora o se si sono modificate, in tal caso bisogna svalutare. Concessioni Secondo il documento 24 le concessioni iscrivibili sono quelle: 1. da parte della p.a. di diritti sui beni di propriet degli enti concedenti (suolo demaniale) 2. da parte della p.a. di esercizio di attivit proprie degli enti concedenti (parcheggi) Lo S.P. interessato solo se i diritti hanno comportato il sostenimento di costi una tantum. Lammortamento in relazione alla durata della concessione ma non stabilito niente sul metodo. Licenze Secondo il documento 24 le licenze possono derivare da provvedimenti della p.a. o daccordi con soggetti privati. In questultimi casi il documento spinge verso linclusione delleventuale immobilizzazione nella classe che accoglie il diritto principale (licenze brevetto vanno nel brevetto) del quale accolgono anche le regole. In base alla nozione restrittiva tra i brevetti non possono essere iscritte le licenze duso per brevetti di propriet di terzi, ma il costo per le licenze deve essere iscritto nellattivo BI4 e valgono le stesse regole dei brevetti. Valgono le regole delle concessioni per liscrivibilit e lammortamento. Marchi Secondo il documento 24 i marchi capitalizzati sono quelli: 1. sviluppati internamente bisogna distinguere i costi sostenuti specificatamente per lo sviluppo dei marchi (costi diretti) e quelli relativi ai progetti di ricerca, allavviamento della produzione o alle campagne promozionali 2. acquisiti da un fornitore esterno 3. acquisiti con lintero complesso aziendale deve essere separatamente valutato ed iscritto in bilancio in base al suo valore corrente Non sono capitalizzabili quindi i marchi acquisiti a titolo gratuito. Il documento non fornisce regole sullammortamento salvo precisare che il periodo di vita utile collegato al periodo di produzione e commercializzazione in esclusiva dei prodotti a cui il marchio si riferisce. Se la vita utile non prevedibile si ha un limite massimo di 20 anni. Avviamento Secondo il documento 24 ha rilevanza solo lavviamento derivato dallacquisto di unazienda o di un ramo di essa o di una partecipazione quindi impedisce ogni riflesso contabile allavviamento originario o originato determinato dalla combinazione produttiva. Lavviamento derivato costituito da costi a utilit differita nel tempo, incluso nel corrispettivo pagato per lacquisto dellazienda (o parte di essa) e quindi non scindibile dal complesso aziendale acquisito. Il primo accertamento per liscrizione consiste nel valutare se la differenza tra costo sostenuto e valore corrente dei beni e degli altri elementi acquisiti sia dovuta ad un beneficio economico futuro quindi incidono le prospettive reddituale e competitive caratterizzanti lazienda acquisita. Se la differenza giustificata da favorevoli prospettive reddituale dellazienda acquisita e si prevede che verr recuperata con il flusso dei redditi futuri, allora andr capitalizzata in BI5 dellattivo. Se la differenza dovuta ad altre circostanze allora deve essere spesata in C.E. Lavviamento deve essere ammortizzato in un periodo non superiore ai 5 anni ma una maggiore durata consentita se la specifica situazione fa presumere il mantenimento di unutilit per lunghi periodi (ragioni esplicitate in N.I.). Lavviamento inoltre va verificato al termine di ogni esercizio per valutare la sussistenza di possibili cause di svalutazioni che si tradurrebbe in un addebito al C.E. in B10c.

Immobilizzazioni in corso e acconti 20

Le immobilizzazioni in corso di realizzazione si riferiscono agli elementi immateriali sviluppati internamente prima che sia ultimata la loro ultimazione, per questo non c lammortamento ma solo un graduale processo di accumulo dei costi e la successiva capitalizzazione. Quando lo sviluppo ultimato, appena lelemento disponibile per luso, si ha la chiusura del conto destinato allimmobilizzazione in corso e lapertura del conto destinato allelemento originato da tale sviluppo. Gli acconti sono anticipi a fornitori di immobilizzazioni immateriali che rimangono accesi in BI6 fino al completamento della fornitura con la ricezione e la registrazione della fattura. Contenuto della Nota Integrativa Lart. 2427 dispone che la N.I. deve indicare: 1. criteri applicati nella valutazione (art. 2427) 2. movimentazioni intervenute nelle immobilizzazioni e per ciascuna di esse le precedenti rivalutazioni, svalutazioni, ammortamenti e spostamenti, rivalutazioni, svalutazioni e ammortamenti effettuati nellesercizio 3. composizione, ragioni di iscrizione e criteri di ammortamento dei costi di ricerca e sviluppo, pubblicit, impianto e ampliamento 4. indicazioni per la vita utile dellavviamento superiore ai 5 esercizi Lart. 2427 bis dispone inoltre che in N.I. devono essere descritte la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni immateriali di durata indeterminata, facendo a tal fine esplicito riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici, alla loro prevedibile durata utile e per quanto determinabile al loro valore di mercato.

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CAPITOLO 4: LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 4.1 Contenuto e definizioni Le immobilizzazioni materiali vanno nella classe BII dellattivo e comprendono: 1. terreni e fabbricati 2. impianti e macchinari 3. attrezzature industriali e commerciali 4. altri beni 5. immobilizzazioni in corso e acconti Il fondo ammortamento (fondi svalutazione se esistono) vanno a diretta rettifica di tali conti con il segno meno. Le caratteristiche sono: 1. destinazione ad uso durevole 2. utilit pluriennale 3. ammortamento processo di ripartizione del costo di acquisizione per attribuire allesercizio in corso la quota duso 4. modalit di realizzo indiretto dellinvestimento 5. sussistenza fisica del bene Il documento 16 CNDC-CNR sugli aspetti di classificazione stabilisce che le immobilizzazioni materiali sono tali considerando la destinazione dei beni e non la loro natura: 1. cambiamento della destinazione deve risultare dalla delibera del consiglio di amministrazione 2. plus(minus)valenza dallalienazione un componente straordinario del reddito 3. in N.I. devono essere esposte le ragioni del cambiamento, il criterio di valutazione e limpatto del cambiamento sul risultato economico Il documento 16 CNDC-CNR sulla sub-classificazione stabilisce: 1. terreni e fabbricati terreni, fabbricati civili e industriali, costruzioni leggere 2. impianti e macchinari impianti generici, specifici, altri impianti, macchinario automatico e non 3. attrezzature industriali e commerciali attrezzature e attrezzature varie 4. altri beni mobili, macchine dufficio, automezzi, imballaggi durevoli, beni gratuitamente devolvibili, migliorie a beni di terzi 5. immobilizzazioni in corso e acconti immobilizzazioni in corso di costruzione, anticipi a fornitori 6. fondo ammortamento iscritti in diretta detrazione di ogni singola voce distinguendo il costo del cespite, lammontare del fondo e il valore netto (seconda alternativa per i bilanci in forma abbreviata) Nel C.E. le voci sono: 1. ammortamenti B10b 2. svalutazioni derivanti da perdite durevoli B10c 3. capitalizzazioni A4 4. plus(minus)valenze da alienazione A5(B14) se si verificano: - beni ceduti appartengono alla gestione caratteristica - hanno originato plus(minus)valenze non significative - alienazione ha avuto luogo per il rinnovo fisiologico delle dotazioni Altrimenti il provento o lonere viene iscritto nellarea straordinaria. 4.2. Aspetti generali di valutazione Il criterio base la valutazione dellimmobilizzazioni materiali al costo diminuito del relativo ammortamento con il limite del valore recuperabile con luso cio il valore del bene che in grado di essere coperto dai ricavi derivanti dalla vendita della produzione allottenimento della quale lo stesso bene ha concorso. Il valore originario

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Le immobilizzazioni sono iscritte in bilancio al costo di acquisto (comprensivo oneri accessori) o di produzione (costi diretti e quota costi indiretti). Secondo il codice tra i costi indiretti rientrano anche gli oneri finanziari relativi alla fabbricazione o allacquisto dellimmobilizzazione. Il documento 16 CNDC-CNR stabilisce: 1. acquisto da terzi il valore originario rappresentato dal costo di acquisto al netto degli sconti commerciali (anche sconti di cassa se rilevanti) maggiorato degli oneri accessori (iva indetraibile, se sommata non comporta un valore complessivo eccedente il valore recuperabili con luso) 2. costruzioni economia il costo originario si ottiene dallaggregazione di tutti i costi diretti di fabbricazione pi la quota di costi generali industriali. Se la costruzione in economia ha un carattere occasionale, consentito escludere la quota di costi generali poich ritenuti costi di periodo. Non si pu superare il valore il mercato per tali beni. In N.I. deve essere specificato dove sono inserite le spese generali. Il documento 16 CNDC-CNR stabilisce che gli oneri finanziari connessi allacquisizione di unimmobilizzazione possono essere capitalizzati se: 1. si riferiscono solo a capitali presi in prestito specificatamente per acquisire le immobilizzazioni 2. realizzati nel periodo che sia significativo, tra lesborso dei fondi e la disponibilit del bene alluso 3. finanziamento realmente utilizzato per acquisire il cespite 4. se hanno concorso sia finanziamenti a breve che a lungo, si deve supporre che le acquisizioni siano avvenute utilizzando prima i finanziamenti a lungo (principi correlazione fonti-impieghi) 5. la capitalizzazione avviene al tasso storico per i finanziamenti a lungo o alla media ponderata dei tassi, in caso di pi finanziamenti 6. il valore inclusivo degli interessi non deve superare il valore recuperabile con luso da dimostrare con un apposito prospetto In N.I. deve essere riportato lammontare della capitalizzazione degli oneri finanziari sia per la parte compiuta allesercizio sia per la somma delle capitalizzazioni compiute. Secondo lo IASB il criterio di contabilizzazione preferito quello di spesare i costi dei finanziamenti a C.E. nellesercizio di sostenimento ma permessa la capitalizzazione ad incremento del costo di un bene degli oneri finanziari che siano direttamente imputabili allacquisizione, costruzione o produzione se ricorrono le condizioni precedenti, in tal caso la capitalizzazione inizia con lavvio dello sviluppo del bene, si sospende quando lo sviluppo interrotto per periodi non brevi e si interrompe se il bene pronto per il suo utilizzo o per la vendita. Gli incrementi successivi del valore: le capitalizzazioni delle migliorie e rivalutazioni Dopo lacquisizione unimmobilizzazione materiale pu aumentare: 1. migliorie lavori di manutenzione che accrescono la capacit produttiva, la vita utile o la sicurezza del cespite. Non si ammette la capitalizzazione delle spese per mantenere il bene in efficienza che sono quindi costi a carico. La miglioria comporta una capitalizzazione nel C.E. in A4 a fronte dellincremento dellimmobilizzazione migliorata in S.P. 2. rivalutazioni se consentite da leggi speciali e nei limiti di queste. Il documento 16 CNDC-CNR non consente nessuna discrezionalit nelloperare rivalutazioni monetarie per tener conto dei processi inflazionistici o rivalutazioni economiche dei beni dovute ad una maggior valore per circostanze di mercato. Lo IASB permette la continua rivalutazione di un cespite al valore corrente ma la legge deve disciplinare tale situazione. La rivalutazione non pu determinare un componente reddituale ma solo un aumento di riserva del netto in AIII del passivo e un incremento dellimmobilizzazione in attivo. In N.I. devono essere specificati i criteri seguiti, limporto della rivalutazione al lordo e al netto degli ammortamenti e leffetto sulla misura del patrimonio netto. I decrementi successivi del valore: processo di ammortamento Lammortamento una ripartizione del costo negli esercizi in cui limmobilizzazione offre un contributo ai processi produttivi. Deve essere sistematico cio riguardare tutti i beni e compiuto ogni esercizio su un piano rivisto periodicamente per verificare che non siano intervenuti cambiamenti tali da richiedere una modifica delle stime effettuate nella determinazione della residua possibilit di utilizzazione. Lammortamento riguarda anche le immobilizzazione temporaneamente non utilizzate ad eccezione di 23

quelle con utilit non limitata nel tempo. Il processo inizia dal momento in cui limmobilizzazione disponibile per luso. Il valore da ammortizzare la differenza tra costo originario (aumentato delle rivalutazione e delle migliorie) e il valore residuo al termine della vita utile (generalmente nullo). La vita utile basata sulle prospettive di durata fisica e su altri fattori di obsolescenza economica; se la riconsiderazione del piano di ammortamento portasse a mutare la vita utile, il valore netto del cespite deve essere ripartito sulla nuova vita utile residua (modifica motivata in N.I.). Il criterio di ripartizione del valore indicato dal documento 16 CNDC-CNR quello a quote costanti per la semplicit o quello a quote decrescenti se il cespite offre il contributo maggiore nei suoi primi esercizi. E comunque accettabile luso per diverse classi di cespiti di metodi quote costanti o decrescenti. Si pu inoltre applicare la met dellaliquota normale per il primo esercizio se lammortamento non si discosti significativamente da quello ottenibile applicando laliquota ordinario. Luso dei coefficienti per determinare le quote dammortamento deducibili fiscalmente, non necessariamente rappresentano la vita utile del bene quindi devono essere criticamente considerati in relazione alla specifica situazione aziendale. Se un cespite caduto durante lanno, si deve calcolare lammortamento per la frazione dellesercizio. I cespiti completamente ammortizzati che continuano ad essere utilizzati devono essere eliminati dal bilancio e apparire in N.I. Se il cespite comprende accessori di ammontare rilevante con vita utile inferiore al cespite principale, si deve effettuare ammortamenti distinti con conseguente iscrizione separata del bene principale e del bene accessorio. I decrementi successivi del valore: le svalutazioni Quando gli amministratori prevedono la difficolt nel recuperare il valore netto contabile tramite luso, deve valutarsi se si verificata una perdita durevole di valore che richiede la svalutazione e pu dipendere da situazioni che discendono da circostante riguardanti gli impianti o da circostanze generali su problemi a livello aziendale che fanno temere lincapacit da parte dei futuri ricavi di coprire le quote dammortamento. In tal cosa deve essere redatto un piano riguardante le prospettive di utilizzo delle immobilizzazioni sul quale fondare la svalutazione. In N.I. devono essere indicate le ragioni e lammontare della svalutazione: Rilevazione svalutazione svalutazione immobilizzazioni materiali xxxxxxxxxx f.do svalutazioni immobilizzazioni materiali xxxxxxxxx Se vengono meno i motivi della svalutazione si deve operare la rivalutazione di ripristino che deve essere inviata a C.E. tra i ricavi perch ha la funzione di compensare la precedente svalutazione che aveva inciso sul reddito di un esercizio precedente quindi pu essere operata fino a concorrenza del costo originario. Rilevazione rivalutazioni di ripristino f.do svalutazioni immobilizzazioni materiali xxxxxxxxxx rivalutazione immobilizzazioni materiali (A5) xxxxxxxxx 4.4 Le regole IASB Le immobilizzazioni materiali Ammortamenti e rivalutazioni: Lo IAS 16 prevede due trattamenti contabili alternativi: 1. cost model il metodo tradizione ed in vigore di valutare limmobilizzazione al costo iniziale diminuito degli ammortamenti e delle svalutazioni 2. revaluation model non in vigore, consiste nel valutare in bilancio le immobilizzazioni iscritte al costo, al fair value alla data della rivalutazione, riducendo tale valore degli ammortamenti e delle svalutazioni. Non stabilito un intervallo di tempo entro il quale compiere le rivalutazioni ma si raccomanda luso di una regolarit nel compiere le rivalutazioni. Il fair value desunto dai prezzi praticati sul mercato dei beni ma in mancanza si pu stimare il fair value usando metodi alternativi come la stima del costo di rimpiazzo. La mancanza di un mercato attivo per le immobilizzazioni immateriali invece impedisce ladozione del revaluation model. Per evitare politiche di rivalutazione selettiva, ladozione di tale metodo deve avvenire per lintera classe di risorse a cui appartiene lasset, dove lappartenenza alla classe data dallomogeneit, dalla natura e dalla destinazione 24

produttiva. La rivalutazione dovuta ad adeguamento al fair value comporter laccreditamento di una riserva del netto (differenza tra lincremento del valore di carico del bene e lincremento del relativo fondo ammortamento). La svalutazione dovuta a tale adeguamento determina un costo. Il decremento successivo ad una rivalutazione fa ridurre la riserva precedentemente accreditata fino a concorrenza del suo importo. Una rivalutazione successiva ad un decremento registrato come costo determina un ricavo da contabilizzare come rivalutazione di ripristino. La riserva di rivalutazione pu essere girata a riserva disponibile per la sua totalit al momento della dismissione o per quote man mano che il bene ammortizzato, in questultimo caso la parte disponibile la differenza tra la quota di ammortamento calcolata sul valore rivalutato e la quota di ammortamento che si sarebbe avuta senza ladeguamento. Esempio: un macchinario ha il valore di 100, la quota di ammortamento il 10%. Alla fine del secondo anno dopo lammortamento, si ha un valore netto contabile 100 (100 x 20%) = 80. Se il fair value di 120, bisogna rivalutare il bene di 40 alimentando la riserva del netto. Lincremento percentuale del costo storico e del fondo ammortamento pari al rapporto tra la differenza del fair value con il valore netto di partenza e il valore netto di partenza (120 80) / 80 = 50%. Il valore originario aumenter di 100 x 50% = 50 e il fondo di 20 x 50% = 10. Rilevazione revalution model immobilizzazioni materiali macchinari 50,00 fondo ammortamento macchinari riserva di rivalutazione

10,00 40,00

In N.I. devono essere specificate la data di rivalutazione, i criteri usati, i parerei dei soggetti esterni, il valore che avrebbe avuto la classe di cespiti se fosse stato adottato il cost model e lammontare della rivalutazione. 4.5 I beni in leasing I beni in leasing devono essere iscritti nello S.P? 1. documento 16 CNDC-CNR il passaggio a titolo di propriet un elemento necessario per linclusione di un bene tra le immobilizzazioni materiali quindi sembra vietare liscrizione di tali beni fino a quando non avvenuto il riscatto (metodo patrimoniale). 2. IAS 17 secondo il principio della prevalenza della sostanza sulla forma, una rappresentazione chiara, veritiera e corretta imporrebbe di contabilizzare i beni ricevuti in leasing con il metodo finanziario secondo cui si ha liscrizione del bene nello S.P. del locatario ed il suo regolare ammortamento, a fronte di un debito di finanziamento verso il locatore. Il pagamento dei canoni periodici figura come rimborso graduale del debito. 3. disciplina nazionale per tutte le immobilizzazioni si deve dare separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria quindi propende per lapplicazione del metodo patrimoniale secondo cui il bene rimane iscritto nello S.P. della societ di leasing (locatore) e il locatario registra solo i canoni nel C.E.. Inoltre in N.I. bisogna specificare un prospetto da cui risultino le informazioni per rielaborare la scrittura con il metodo finanziario. Secondo lo IAS 17, il leasing finanziario trasferisce, sostanzialmente, tutti i rischi e i benefici connessi alla propriet; tale carattere pu essere individuato in presenza di alcune condizioni: 1. presenza di una clausola di riscatto 2. sostanziale coincidenza tra durata del contratto di leasing e vita utile del bene 3. elevata specificit del bene rispetto alle esigenze del locatario In conclusione con il metodo finanziario: 1. il valore da attribuire al bene pari al valore attuale della somma degli esborsi da pagare 2. il pagamento della rata considerato come rimborso parziale del debito complessivo 3. linteresse deve essere calcolato ad un tasso costante sullammontare del debito residuo 4. si prevede lammortamento a fine esercizio 25

Il leasing operativo si ha in caso contrario. Deve essere contabilizzato dal locatario solo a C.E. evidenziando tra i costi i canoni corrisposti al locatore. Il locatore deve invece rilevare i canoni tra i ricavi e ammortizzare il bene in conformit a quanto previsto dagli standard relativi al bene locato. Esempio: Lazienda stipula un contratto triennale di leasing per un piccolo macchinario industriale, lentit del canone di locazione anulare, da corrispondere in un'unica soluzione 6.000 . Al termine del periodo indicato previsto un riscatto finale di 2.000 . La vita utile del bene quantificata in 4 esercizi e si ipotizza un tasso di attualizzazione pari al 6%. Esborso complessivo (6.000 x 3) + 2000 = 20.000 inizio primo periodo V.A. canoni e prezzo di riscatto: 6.000 + 6.000 x 1,06-1 + 6.000 x 1,06-2 + 2.000 x 1,06-3 = 18.680 costo interessi totale: 20.000 18.680 = 1.320 debito residuo dopo il primo canone: 18.680 6.000 = 12.680 fine primo periodo interessi competenti: 12.680 x 6% = 761 debito residuo a fine periodo: 12.680 + 761 = 13.441 ammortamento: 18.680 / 4 = 4.670 valore netto fine periodo: 18.680 4.670 = 14.010 secondo periodo debito residuo iniziale: 13.441 6.000 = 7.441 interessi competenti: 7.441 x 6% = 446 debito residuo a fine periodo: 446 + 7.441 = 7.887 valore netto fine periodo: 14.010 4.670 = 9.340 terzo periodo debito residuo iniziale: 7.887 6.000 = 1.887 interessi competenti: 1.887 x 6% = 113 debito residuo a fine periodo: 113 + 1.887 = 2.000 valore netto fine periodo: 9.340 4.670 = 4.670 quarto periodo debito residuo iniziale: 2.000 2.000 = 0 valore netto fine periodo: 4.670 4.670 = 0 ATTIVO B) Immobilizzazioni II immobilizzazioni materiali 2) impianti e macchinario D) Debiti 14) altri debiti 14.010 9.340 4.670 0

PASSIVO 13.441 7.887 2.000 0

CONTO ECONOMICO B) Costi della produzione 10) ammort. e svalutazioni b) amm. imm. materiali 4.670 4.670 C) Proventi e oneri finanziari 17) interessi e altri oneri finanz 761 446

4.670 113

4.670 0

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CAPITOLO 5: LE RIMANENZE DI MAGAZZINO 5.1. La classificazione civilistica Le rimanenze si inseriscono nella classe dellattivo C) I composta da: 1. materie prime, sussidiarie e di consumo 2. prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3. lavori in corso su ordinazione 4. prodotti finiti e merci 5. acconti sono anticipi corrisposti ai fornitori di tali beni, inseriti nel magazzino avendo riguardo allaspetto economico della transazione (quota di costo pagata in anticipo) piuttosto che a quello finanziario (credito verso il fornitore) Nel C.E. si hanno le voci riferite alle variazioni delle rimanenze: 1. variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti A2 2. variazione delle rimanenze di lavori in corso su ordinazione A3 3. variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci B11 Le variazioni sono date dalla differenza tra la rimanenza finale e quella iniziale: 1. positiva con il segno + in A2 e A3, con il segno in B11 perch in questo caso lincremento delle rimanenze funge da elemento riduttivo del costo della produzione dellesercizio 2. negativa con il segno - in A2 e A3, con il segno + in B11 5.2 La regola generale di valutazione del cost or market Lart. 2426 dispone che le rimanenze, i titoli e le attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o produzione, ovvero al valore di realizzazione desumibile dallandamento del mercato se minore. Secondo il documento 13 del CNDC-CNR le rimanenze di magazzino sono costi da rinviare a futuro, prudenzialmente svalutati quando il valore di mercato raggiunga livelli inferiori. Si rigetta la possibilit di includere anche parte del margine reddituale in corso di formazione. Il criterio base il costo storico: 1. costo di acquisto materie prime, sussidiarie, di consumo, semilavorati di acquisto e merci (beni di sola commercializzazione che non subiscono nessuna lavorazione) 2. costo di produzione prodotti in corso di lavorazione, semilavorati di produzione e prodotti finiti Se il valore di realizzo stimato alla chiusura dellesercizio minore, tale costo deve essere svalutato. Il costo comprende il complesso di elementi di costo sostenuti per avere la disponibilit delle giacenze nella condizione in cui sono al momento della valutazione. La valutazione dei beni in magazzino deve avvenire voce per voce. Per i lavori in corso su ordinazione prevista una deroga (metodo della percentuale di completamento) che stabilisce la possibilit di avvalersi anche della valutazione effettuata sulla base dei corrispettivi pattuiti (oltre alla valutazione con il metodo del costo) cio si valuta il lavoro in corso su ordinazione ad una percentuale del prezzo di vendita finale che determinata dallo stato di avanzamento delle lavorazioni. 5.3 Materie prime, sussidiarie e di consumo Sono i componenti di acquisto destinati ad essere incorporati nei prodotti finiti e i materiali di consumo. Secondo il documento 16 anche i pezzi di ricambio di impianti, macchinari e attrezzature di rilevante costo unitario e di uso ricorrente devono essere contabilizzati come rimanenze. La composizione del costo unitario di acquisto Lart. 2426 stabilisce che nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il documento 13 precisa che nel costo di acquisto si devono considerare il prezzo effettivo (risultante dalla fattura), gli oneri accessori, le spese di trasporto, sdoganamento, assicurazione, iva indetraibile. A tale valore devono essere sottratti resi, abbuoni, premi e sconti commerciali (incondizionati o sulla quantit), aggiunti i costi di ricevimento, controllo e immagazinaggio se rilevanti e conveniente. Gli sconti condizionati poich dipendono da una decisione finanziaria sono inclusi nellarea finanziaria. La valutazione delle rimanenze presuppone lindividuazione e lattribuzione alle singole unit fisiche dei costi di acquisto o produzione 27

specificatamente sostenuti ma ci non attuabile a causa dellentit delle rimanenze e della loro velocit di rotazione; per questo si hanno delle assunzioni sul flusso delle rimanenze e dei costi cui corrispondono. I metodi di determinazione del costo per i beni fungibili Tabella Data Q.t acquisti Prezzo unitario Costo di acquisto Scarico Q.t rimanenze 01/01 5.000 25,00 125.000 5.000 15/02 1.000 4.000 08/03 2.000 27,00 54.000 6.000 03/07 3.000 3.000 12/08 4.000 27,50 110.000 7.000 11/09 2.000 26,00 52.000 9.000 28/10 4.000 5.000 15/11 1.000 28,00 28.000 6.000 Totali 31/12 14.000 369.000 6.000 Lart. 2426 dispone che il costo dei beni fungibili pu essere calcolato (se la valutazione non viene e non pu essere fatta a costi specifici ma per i beni non fungibili obbligatoria la valutazione a costi specifici): 1. metodo del costo medio ponderato che pu essere: a. per periodo comporta il calcolo di una media dei prezzi di acquisto dei beni ponderata per le quantit acquistate considerando che la somma dei pesi corrisponde al totale delle quantit acquistate nel periodo. Il costo medio ponderato del periodo 369.000 / 14.000 = 26,36 La rimanenza finale 6.000 x 26,36 = 158.142,86 La rimanenza iniziale 125.000 quindi la variazione 158.142,86 125.000 = 33.142,86 b. per movimento si determina un nuovo costo ponderato ogni volta che si verifica un nuovo acquisto, il costo medio quindi utilizzato per valorizzare gli scarichi successivi quindi ogni scarico viene valorizzato ad un costo significativo di recente formazione. Costo Ammontare Costo Se il unitario medio valore di mercato 01/01 5.000 25,00 125.000 25,00 maggiore di 26,80 15/02 -1.000 (25,00) -25.000 allora il valore delle rimanenza 4.000 25,00 = 100.000 rimanenze finali 08/03 2.000 27,00 +54.000 160.778 nuovo costo medio 6.000 =154.000 25,67 La 03/07 -3.000 (25,67) -77.000 rimanenza iniziale rimanenza 3.000 25,67 =77.000 125.000 quindi la 12/08 4.000 27,50 +110.000 variazione 160.778 nuovo costo medio 7.000 =187.000 26,71 125.000 = 35.778 11/09 2.000 26,00 +52.000 nuovo costo medio 9.000 =239.000 26,56 28/10 -4.000 (26,56) -106.222 rimanenza 5.000 26,56 =132.778 15/11 1.000 28,00 +28.000 Rimanenza 31/12 6.000 =160.778 26,80 comparando i due metodi, si pu notare che il secondo metodo comporta un valore pi alto poich in tale metodo avviene una progressiva sostituzione delle quantit acquistate in precedenza con quelle acquistate successivamente e i prezzi di acquisto sono tendenzialmente crescenti. Data Q.t

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2. metodo F.I.F.O. ipotizza una movimentazione delle rimanenze razionale e concreta perch si utilizzano o si vendono quelle da pi tempo disponibili e restano le quantit relative agli acquisti o produzioni pi recenti. Quantit scaricata Prezzo unitario Valore rimanenze 1.000,00 28,00 28.000,00 2.000,00 26,00 52.000,00 3.000,00 27,50 82.500,00 6.000,00 162.500,00 Il valore unitario rimanenze 162.500 / 6.000 = 27,08 se la valutazione di mercato maggiore allora la variazione della produzione data da 162.500 125.000 = 37.500 3. metodo L.I.F.O. i beni in uscita dal magazzino sono quelli acquistati per pi recenti e nel magazzino rimangono i beni entrati nel primo periodo. Valorizzazione scarichi Data Quantit scaricata Prezzo unitario Valore rimanenze 15/02 1.000,00 25,00 25.000,00 03/07 2.000,00 27,00 54.000,00 03/07 1.000,00 25,00 25.000,00 28/10 2.000,00 26,00 52.000,00 28/10 2.000,00 27,50 55.000,00 Totale 8.000,00 210.000,00 Quantit scaricata Prezzo unitario Valore rimanenze 3.000,00 25,00 75.000,00 2.000,00 27,50 55.000,00 1.000,00 28,00 28.000,00 6.000,00 158.000,00 Il valore unitario rimanenze 158.000 / 6.000 = 26,33 se la valutazione di mercato maggiore allora la variazione della produzione data da 158.000 125.000 = 33.000 Osservando i risultati ottenuti con i quattro metodi, la valutazione pi prudente quella effettuata con il LIFO in regime di prezzi crescenti perch attribuisce il valore pi alto ai prelievi e il valore pi basso alle rimanenze poich sono valutate in base alla partite pi remote (se i prezzi sono decrescenti la valutazione pi predente il FIFO perch le rimanenze sono valutate in base agli acquisti pi recenti e quindi inferiori). Il LIFO conduce ad una sottovalutazione delle rimanenze nello S.P. ma gli scarichi avvengono al valore maggiore quindi in C.E. si incrementa il costo del venduto. In N.I. bisogna riportare la differenza rispetto ai costi correnti se alla chiusura divergano notevolmente dalla valutazione delle rimanenze ottenuta applicando sia il LIFO che gli altri criteri. Determinazione del valore di mercato ed eventuale svalutazione La valutazione deve avvenire al minore tra il costo ed il valore di realizzazione desumibile dallandamento del mercato. Per le materie prime di consumo e sussidiarie e i semilavorati di acquisto il valore di mercato coincide con il costo di sostituzione cio il valore al quale una determinata voce di magazzino pu essere riacquistata alla chiusura dellesercizio. Tale riferimento temporale non assoluto ma va interpretato in base alla tendenza. La valutazione deve avvenire voce per voce, senza compensare le svalutazioni relative ai beni che presentano un valore di mercato inferiore al costo con gli utili sperati relativi ai beni che si presume di poter vendere ad un valore superiore al costo. Se le materie in rimanenza hanno un costo superiore a quello di sostituzione, si deve effettuare una svalutazione: 1. rilevazione del valore delle rimanenze finali 2. svalutarle con un fondo di rettifica che storni la corrispondente voce dello stato patrimoniale 3. il costo della svalutazione deve essere inserito in C.E. alla voce B11 Se al termine dellesercizio successivo i beni svalutati presentano un valore di mercato di nuovo superiore al costo, la svalutazione deve essere eliminata ripristinando in bilancio il costo originario, in tal caso il fondo svalutazione va stornato rilevando un componente positivo di reddito nel C.E. alla voce B11 con segno positivo. 29

5.4 Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati Secondo il documento 13, i semilavorati, che possono essere acquistati o prodotti internamente, hanno identit fisica definita mentre i prodotti in corso di lavorazione sono materiali e componenti in fase di avanzamento non identificabili fisicamente in modo univoco. Per la valutazione i semilavorati di acquisto seguono le stesse regole delle materie precedenti. Per i prodotti in corso di lavorazione e semilavorati di produzione invece bisogna individuare classi di elementi che si trovano allo stesso stadio del processo produttivo ed attribuirgli la parte dei costi di produzione sostenuta fino a quel punto. Bisogna comune confrontare il costo con il valore di realizzo al netto dei costi ancora da sostenere e scegliere il minore. 5.5. Prodotti finiti Secondo lart. 2426 il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto e una quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione. Il legislatore concede quindi la facolt di applicare una valutazione a costi pieni, mentre il documento 13 raccomanda una valutazione al costo industriale (comprensivo costi indiretti industriali) per evitare una sottovalutazione delle rimanenze, quindi avremo: 1. costo industriale diretto materiali, componenti, manodopera diretta, lavorazioni esterne, imballaggi 2. costi industriali indiretti quelli ragionevolmente imputabili sono quelli relativi alla funzione industriale-manifatturiera cio quelli che hanno contribuito a portare le giacenze in magazzino nel luogo e nelle condizioni in cui sono nel momento considerato: a. ammortamenti industriali b. manodopera indiretta c. materiali di consumo d. manutenzioni quindi rimangono esclusi costi distribuzione commerciale, costi di ricerca e sviluppo, costi amministrativi, oneri straordinari e oneri finanziari. Determinazione del costo complessivo dei prodotti in rimanenza Calcolato il costo unitario dei prodotti si devono applicare i criteri di stima del flusso fisico per determinare il costo complessivo delle rimanenze (FIFO, LIFO, costo medio ponderato). E possibile usare criteri diversi tra materie e prodotti ma sconsigliato. Il valore di realizzazione desumibile dallandamento di mercato Le rimanenze in magazzino vengono valutate al minore tra costo e valore di realizzazione desumibile dallandamento di mercato. Questultimo secondo il documento 13 il valore netto di realizzo cio il prezzo di vendita al netto dei costi di completamento e distribuzione (costi diretti di vendita) da sostenere nella misura in cui sono prevedibili. Il valore netto di realizzo tiene conto delle circostanze di realizzo della produzione (condizioni della concorrenza, consistenza e stato della giacenza). Tale valore quello esistente alla chiusura dellesercizio ma tale riferimento temporale non assoluto in quanto va interpretato in base alla tendenza. La valutazione deve essere compiuta voce per voce, senza compensare le svalutazioni con gli utili sperati. Se il bene deve essere svalutato in virt del valore di mercato inferiore al costo bisogna ripristinare la condizione del valore di mercato superiore al costo. 5.6 Merci Le merci sono beni di sola commercializzazione e lacquisto documentato dalla fattura. Per la determinazione del costo si hanno gli stessi problemi delle materie mentre per la determinazione del valore di mercato valgono le regole dei prodotti finiti. 5.7 Lavori in corso su ordinazione Nella classe C) I3 dellattivo si hanno le rimanenze dei lavori in corso su ordinazione e la variazione delle rimanenze si hanno in C.E. nella voce A3. Secondo lart. 2426 la valutazione pu avvenire sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza.

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I lavori in corso su ordinazione sono contratti per la realizzazione di beni e servizi che presentano le seguenti caratteristiche: 1. eseguite su ordinazione di un committente 2. durata pluriennale 3. rilevanza economica e complessit realizzativi Questi elementi devono risultare da un contratto contenente le clausole che disciplinano gli aspetti nel rapporto commerciale tra cui il corrispettivo. La durata non un elemento discriminante perch possono esistere lavori in corso su ordinazione con durata inferiore allanno. Loggetto del contratto (bene materiale, immateriale, servizio) inoltre non discriminante. Metodo della percentuale di completamento e della commessa completata I lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza, secondo due metodi: 1. commessa completata comporta una irregolarit dei risultati reddituale in quanto lintero margine riconosciuto nellunico esercizio della cessione. La comparabilit dei risultati di periodo disattesa. Tale metodo si basa sul costo storico e sul principio di prudenza 2. percentuale di completamento si valutano ad una percentuale del prezzo di vendita finale e tale percentuale determinata dallo stato di avanzamento delle lavorazioni. Ad ogni esercizio si riconosce una quota del ricavo pattuito a contratto e si distribuisce il margine reddituale derivante dalla commessa lungo gli esercizi nei quali si ha la costruzione del bene, in proporzione alla parte di lavoro svolto nellesercizio. Tale metodo si basa sui ricavi pattuiti e sul principio di competenza economica Secondo il documento 23 il secondo criterio da preferire purch siano attendibili i numerosi elementi interessati dalle stime richieste. Il primo criterio ammesso in tre casi: 1. laltro metodo non applicabile per incertezze che rendono inattendibili le stime 2. commesse con durata infrannuale 3. si forniscono in N.I. le informazioni derivanti dallapplicazione della percentuale di completamento Una volta scelto il metodo deve adottarsi per tutte le commesse, pu essere variato in presenza di casi eccezionali per consentire la veritiera e corretta rappresentazione in bilancio ma bisogna specificare in nota limpatto. I due metodi possono coesistere: 1. percentuale di completamento per le commesse i cui costi e ricavi sono stimabili con attendibilit mentre per le altre la commessa completata 2. percentuale di completamento per le commesse pluriennali e commessa completata per quelle infrannuali Metodo della percentuale di completamento: preventivazione dei costi di commessa Prima della stipulazione del contratto viene redatto un preventivo di costo che deve essere periodicamente rivisto in funzione dei nuovi fatti. La preventivazione deve considerare anche limpatto dellinflazione sullammontare futuro dei singoli elementi di costo. I costi vengono classificati secondo il momento di sostenimento dei costi: 1. costi di acquisizione della commessa precedono la stipulazione del contratto, vengono spesati nellesercizio di sostenimento quindi sono esclusi dal computo dei costi di commessa 2. costi pre-operativi sostenuti dopo il contratto ma prima dellinizio del processo produttivo: a. percentuale di completamento capitalizzati nel conto altre immobilizzazioni ed ammortizzati in base allo stato di avanzamento dei lavori (aliquota di ammortamento coincide con la percentuale di avanzamento dei lavori compiuta nellesercizio) b. commessa completata calcolati direttamente come costi di commessa quindi imputati al C.E. e in fase di assestamento capitalizzati fra le rimanenze di lavoro in corso 3. costi di esecuzione costi diretti ed indiretti (quota ragionevolmente imputabile): a. percentuale di completamento calcolati direttamente tra i costi di commessa e concorrono alla determinazione della percentuale di completamento b. commessa completata calcolati direttamente tra i costi di commessa 31

4. costi post-operativi successivi alla chiusura della commessa, vengono accantonati a fondo rischi (B3 passivo) in relazione alla percentuale di avanzamento dei lavori Le eventuali sopravvenienze passive nate per conguagli di costo non prevedibili durante lo svolgimento vanno considerate come costi di produzione dellesercizio in cui si manifestano (no area straordinaria). Metodo della percentuale di completamento: determinazione dello stato di avanzamento dei lavori e valutazione della commessa Per stimare lo stato di avanzamento dei lavori il documento precisa che una volta scelto un metodo deve essere utilizzato per tutte le commesse e costante nel tempo. Le deroghe sono consentite in casi eccezionali e impongono linformazione in N.I. I metodi principali sono: 1. metodo del costo rapporto tra i costi gi sostenuti e il totale dei costi preventivati della commessa; tale valore indica il valore della commessa in corso di valutazione da esporre in S.P. come rimanenza finale di magazzino: - costi sostenuti al 31/12 200.000 - costi totali da preventivo aggiornato 800.000 - percentuale di completamento 25% = 200.000 / 800.000 - ricavi da preventivo aggiornato 1.000.000 - valore commessa in corso di lavorazione 250.000 = 1.000.000 x 25% - variazione rimanenze A3 del C.E. 250.000 0 = 250.000 - nei costi della produzione sono inglobati i 200.000 - il margine di commessa implicitamente incluso nel C.E. 50.000 = 250.000 200.000 2. metodo grandezze fisico-tecniche (ore lavorate, unit consegnate per le commesse divisibili, misurazione fisica) si distingue il ricavo totale che risulta composto dai costi esterni (materie,servizi) e dal residuo che il valore aggiunto, questo viene diviso per le ore di lavoro previste e si ottiene un valore aggiunto orario. La valutazione finale della commessa data dalla somma dei costi esterni sostenuti e del prodotto delle ore lavorate per il valore aggiunto orario: - ricavi da preventivo aggiornato 1.000.000 - costi esterni da preventivo 400.000 - valore aggiunto 600.000 = 1.000.000 400.000 - ore lavoro previste 30.000 - valore aggiunto orario 20 = 600.000 / 30.000 - ore di lavoro impiegate 10.000 - valore aggiunto ottenuto dalla commessa 200.000 = 10.000 x 20 - costi di materie impiegate 100.000 - costi di servizi impiegati 80.000 - valore commessa in corso di lavorazione 380.000 = 200.000 + 100.000 + 80.000 Nel metodo della percentuale di completamento, ogni variazione che subisce il margine di commessa per effetto di cambiamenti nei preventivi di costo e di ricavo di competenza dellesercizio in cui laggiornamento si verifica. Se il cambiamento indotto da elementi instabili e non permanenti, per il criterio della prudenza, si considera di competenza dellimpatto se negativo mentre se positivo si riparte leffetto sugli esercizi successivi. In N.I. si descrive leffetto di tali mutamenti di preventivi. Metodo della commessa completata Il criterio di valutazione consiste nel metodo basilare cio il minore tra costo e mercato quindi se i costi della commessa superano il presumibile valore di realizzo, nella valutazione si adotta questo secondo importo. Per stimare il valore di mercato si applicano le regole sulle rimanenze. La prima approssimazione del valore di mercato data dal prezzo stabilito nel contratto e solo se questo non certo si prendono in considerazione altri elementi. - costi sostenuti 31/12 200.000 - costi totali da preventivo aggiornato 800.000 - percentuale di completamento 25% - ricavi totali da preventivo aggiornato 1.000.000 32

Rimanenza di 200.000 se il valore di realizzo a tale fase dello stato di avanzamento non inferiore. Il presunto valore di realizzo di 250.000 = 1.000.000 x 25% che poich superiore al costo di 200.000 non richiede la svalutazione. CAPITOLO 8 : ATTIVITA FINANZIARIE 8.1 Definizioni e classificazioni Le attivit finanziarie sono i titoli mobiliari (obbligazioni, titoli di stato, partecipazioni) posseduti dalla societ. Possono essere inserite nellattivo: 1. B III immobilizzazioni finanziarie a. partecipazioni (in imprese controllate, collegate, controllanti, altre imprese) b. crediti c. altri titoli d. azioni proprie 2. C III attivit finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni a. partecipazioni in controllate si ha uninfluenza dominante: - 50% + 1 di azioni - n azioni che comunque rende in grado di eleggere la maggioranza in consiglio di amministrazione - rapporti giuridici (contratto) che stabiliscono che limpresa A controlla la B b. partecipazioni in collegate si ha uninfluenza notevole quanto limpresa A ha un numero di azioni maggiore al 10% se quotata o al 20% se non quotata c. partecipazioni in controllanti d. altre partecipazioni e. azioni proprie f. altri titoli La classificazione dellattivit finanziaria come immobilizzazione si basa sul criterio funzionale cio sullintenzione degli amministratori di mantenere un titolo nel patrimonio aziendale fino alla sua naturale scadenza, mentre la volont di destinare tale elemento agli scambi comporta la qualifica come attivit finanziaria non immobilizzata a prescindere dal fatto che secondo la classificazione per natura la sua scadenza sia pluriennale. Pu verificarsi che attivit finanziarie della stesse specie siano per una parte immobilizzate e per laltra circolanti. Inoltre le mutati condizioni gestionali possono comportare una variazione della qualifica, ma il passaggio deve essere motivato in N.I. con limpatto di tale variazione sulla situazione del bilancio quando il cambio comporta ladozione di un criterio diverso rispetto allesercizio precedente. Per le partecipazioni, il codice compie una presunzione (amministratori devono motivare la scelta contraria) considerando immobilizzate le partecipazioni in altre imprese se costituiscono il 20% del patrimonio della societ partecipata non quotata o il 10% se quotata. 8.3 La valutazione dei titoli obbligazionari Le obbligazioni devono essere iscritte al costo storico comprensivo degli oneri accessori direttamente imputabili allacquisto ad esclusione degli interessi passivi sostenuti per la fruizione del pagamento dilazionato. Lunica eccezione sono gli zero coupon bond (titoli privi di cedola che attribuiscono la differenza tra prezzo di emissione e valore rimborsato) in cui si registra il costo e non il valore nominale. I titoli obbligazionari immobilizzati Le obbligazioni devono essere valutati titolo per titolo, attribuendo ad ognuna il costo specificamente sostenuto per lacquisto che il tetto massimo della valutazione in bilancio. Il costo svalutato se si riscontra una perdita durevole che secondo il documento 20 si ha: 1. titoli obbligazionari quotati ribasso di mercato significativo, persistene e privo di elementi che lasciano ritenere che sia probabile uninversione di tendenza. Il criterio per determinare lentit della perdita durevole fa riferimento ad una media dei prezzi di mercato di un periodo congruo (6 mesi) con le indicazioni relative alla quotazione del nuovo esercizio fino alla data di redazione del bilancio 33

2. titoli obbligazionari non quotati indicazione di deterioramento delle condizioni economicopatrimoniali delle societ emittente che compromettano la capacit di questultima di corrispondere gli interessi o rimborsare il titolo a scadenza (indagine svolta anche per i titoli quotati). Per determinare lentit della perdita durevole la base di riferimento sono i prezzi di borsa per titoli simili e lentit degli andamenti economici negativi dellemittente La riduzione di valore del titolo pu essere considerata in parte temporanea e in parte duratura con conseguente abbattimento di valore solo per a seconda parte. La svalutazione va imputata al C.E. D19b con contropartita un fondo svalutazione che fa a rettificare indirettamente con il segno nellattivo il valore del titolo. Nei successivi esercizi se sono venuti meno i motivi della svalutazione deve essere ripristinato il valore originario (d18b con storno del fondo relativo). Le voci E20 e E21 (proventi e oneri straordinari) contengono gli utili e le perdite derivanti da realizzo di titoli a reddito fisso immobilizzati poich il realizzo dei titoli immobilizzati sono un evento straordinario in quanto comportano un cambiamento di destinazione economica. Le spese di cessione dei titoli seguono il trattamento degli utili/perdite sulla compravendita. In N.I. deve essere motivata la svalutazione e gli elementi utilizzati per determinarla, lammontare delleventuale rivalutazione di ripristino, la ragione e le conseguenze fiscali. Se le immobilizzazioni finanziare diverse dalla partecipazione in controllate e collegate sono iscritte ad una valore maggiore del loro fair value bisogna motivare in N.I. e mostrare il relativo fair value. I titoli obbligazionari compresi nel circolante Le obbligazioni non immobilizzate vengono contabilizzati con la procedura del costo specifico che onerosa se ci sono rilevanti volumi di titoli fungibili ed a elevata velocit di rotazione. Si propende per lapplicazione del LIFO, FIFO o costo medio ponderato. Il costo cos considerato deve essere confrontato titolo per titolo, con il valore di realizzazione desumibile dallandamento di mercato per scegliere il minore (principio di prudenza): 1. titoli quotati il valore di mercato dato dalla quotazione di titoli simili per affinit di emittente, durata e cedola. In mancanza si usa il valore nominale rettificato, per tenere conto del rendimento del mercato con riferimento a titoli di pari durata e affidabilit 2. titoli non quotati secondo il documento 20 la quotazione dellultimo giorno dellesercizio, anche se meno discrezionale, pu risentire eccessivamente di situazioni transitorie che non riflettono tendenze stabili, quindi la valutazione deve avvenire al prezzo medio delle quotazioni dellultimo mese dellesercizio se esprime landamento effettivo del mercato ma se porta a valore eccessivi si deve prendere in considerazione la media dei prezzi dellultima settimana. Se tale valore incoerente con il dato registrato nel nuovo esercizio fino alla data di redazione del bilancio, nel senso che ben pi basso, in bilancio si deve considerare questa tendenza e valutare ad un prezzo pi prudenziale (mese 98, settimana 92, si valuta a 92) Se il valore di presunto realizzo inferiore al costo si deve svalutare (non occorre la perdita durevole perch siamo nellattivo) a fronte di un fondo svalutazione. Negli esercizi successivi, se il valore di mercato eccede nuovamente il costo originario, si deve inviare una plusvalenza di ripristino ( D18c nel C.E.) al massimo pari alla svalutazione precedente. ( 100 92 svalutazione; 92 102 ripristino per 100 mentre per 2 non si fa niente perch un utile non realizzato) 8.4 La valutazione delle partecipazioni Per le partecipazioni non immobilizzate valgono le stesse regole delle obbligazioni non immobilizzate. E diversa solo la collocazione nel C.E. delle svalutazioni delle partecipazioni D19a e della rivalutazione di ripristino D18a. La valutazione delle partecipazioni immobilizzate: il metodo del costo Le partecipazioni immobilizzate sono quelle detenute per investimento duraturo o in vista dellesercizio di uninfluenza dominante o notevole, assicurata da posizioni di controllo o collegamento per percepire i dividendi e le collaborazioni relative alle aree gestionali. Tali partecipazioni sono rilevate al costo di acquisto comprensivo degli oneri accessori diretti che si incrementa per conferimenti alla partecipata disposti a seguito di aumenti di capitale a pagamento e si decrementa con la svalutazione se la partecipata riduce il capitale sociale per coprire le perdite. Gli aumenti di capitale gratuiti non hanno effetto sulla rilevazione contabili della partecipazione (in N.I. richiamati gli estremi di tale operazione). 34

Per le partecipazioni immobilizzate in controllate e collegate bisogna scegliere tra il criterio del costo o del patrimonio netto; questultimo lunico che consente al valore della partecipazione di seguire landamento gestionale della partecipata. Il metodo del costo pu essere adottato solo se linfluenza limitata da fattori particolare ma bisogna motivare in N.I. Comunque bisogna confrontare il criterio del costo con il valore derivante dallapplicazione del metodo del patrimonio netto (partecipante deve redigere il bilancio consolidato) o con la frazione del patrimonio netto che risulta dallultimo bilancio della partecipata (non obbligo bilancio consolidato). Se il metodo del costo porta ad un valore maggiore di quello derivante dal patrimonio netto, leccedenza giustificata solo da una sottovalutazione contabile dei beni della partecipata o un avviamento, in assenza di tali elementi richiesta la svalutazione. Il criterio del costo comporta una modifica del costo originario a seguito di perdite durevoli quindi bisogna verificare perdite di esercizio strutturali della partecipata che intaccano la sua consistenza patrimoniale provocata da situazioni negative. Si ha una presunzione se non dimostrabile che la partecipata non pu nel breve periodo sovvertire la perdita con risultati economici positivi. Il mantenimento del costo ammesso in presenza di perdita se la partecipata al primo esercizio di attivit e si pu ritenere unimmediata redditivit nel successivo esercizio. Le voci D19a e D18a accolgono le svalutazioni (perdita durevole) e le rivalutazioni di ripristino. In contropartita si muove il fondo svalutazione relativo. In N.I. si descrivono le ragioni della svalutazione (rivalutazione), lammontare e gli elementi che hanno condotto a tale scelta. Nelle voci E20 e E21 sono inseriti gli utili e le perdite da cessione di partecipazioni immobilizzate che assumono natura straordinaria se legati al cambiamento di destinazione economica. Il metodo del patrimonio netto Non necessario che in bilancio sia adottato un unico metodo per tutte le partecipazioni. Il metodo del patrimonio netto deve essere applicato in caso di esercizio di influenza effettiva notevole sulla gestione della partecipata e consiste: 1. consolidamento sintetico si sostituisce al valore della partecipazione il patrimonio netto (pro-quota) della partecipata 2. consolidamento analitico (porta alla formazione del bilancio consolidato) si sostituisce analiticamente al valore della partecipazione le diverse attivit e passivit della partecipata Il valore della partecipazione deve riflettere il valore del patrimonio netto della societ partecipata quindi bisogna rivalutare la partecipazione se la partecipata consegue degli utili o svalutarla se consegue perdite. Si pu abbandonare tale metodo in tre casi: 1. perdita dellinfluenza notevole 2. insussistenza della destinazione durevole dellinvestimento e lappartenenza alle immobilizzazioni per la prospettiva di una cessione a breve della partecipazione 3. mutamento dello scopo dellinvestimento da coinvolgimento nella gestione a pure investimento finanziario Se avviene il cambiamento, bisogna considerare come costo il valore del patrimonio netto sino a quel momento determinato. Se avviene il passaggio opposto, il costo della partecipazione rivalutabile fino a concorrenza del valore derivante dal nuovo metodo. Nel caso di perdite durevoli di valore, la svalutazione della partecipazione pu essere anche superiore a quella derivante dallapplicazione del metodo del patrimonio netto. Criterio di scelta Aspetti contabili di base influenza rivalutare per svalutare per svalutare per perdite effettiva utili della perdite non durevoli anche notevole partecipata durevoli della eccedenti perdite di partecipata bilancio Patrimonio netto SI SI SI SI Costo NO NO NO SI 35

Confronto iniziale tra costo e patrimonio netto: Lart. 2426 dispone che quando la partecipazione iscritta per la prima volta con il metodo del patrimonio netto, il costo di acquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto risultate dallultimo bilancio dellimpresa controllata o collegata, pu essere iscritto nellattivo indicando le ragioni in N.I. La differenza per la parte attribuibile a beni ammortizzabili o allavviamento deve essere ammortizzata. Con tale confronto si cerca di distribuire il costo di acquisto ai singoli elementi del capitale della societ partecipata. Le attivit e passivit emergenti dallultimo bilancio sono soggette a rettifiche extracontabili per assegnare loro un valore il pi possibile in linea con il valore corrente alla data dellacquisto della partecipazione. Se il costo di acquisto > quota di patrimonio netto pu essere causato da: 1. avviamento della societ partecipata dipende dalle attese dei sovraredditi futuri in relazione al contesto in cui la partecipata opera. La partecipazione mantenuta al costo di acquisto senza rilevare a s lavviamento che poi deve essere ammortizzato per rettificare lutile/perdita dei successivi bilanci della partecipata 2. perdita non ci sono le attese precedenti. Si ha un cattivo affare poich si paga la partecipazione ad un prezzo superiore alla quota corrispondente del patrimonio netto. Bisogna svalutare addebitando in contropartita un costo in C.E. in D19a Se il costo di acquisto < quota di patrimonio netto bisogna ritenere che nellacquisto della partecipazione, la partecipante ha fruito di uno sconto e deve aumentare il valore della partecipazione e in contropartita una riserva non distribuibile nel passivo AVII La considerazione del risultato di esercizio della partecipata: negli esercizi successivi le plusvalenze derivanti dallapplicazione del metodo del patrimonio netto, rispetto al valore indicato nel bilancio dellesercizio precedente sono iscritte in una riserva in distribuibile. Il valore della partecipazione deve riflettere non solo inizialmente ma anche successivamente le variazioni che subisce il patrimonio netto della partecipata. Allutile o alla perdita della partecipata devono essere apportate delle modifiche che consistono in quelle richieste dalla compilazione del bilancio consolidato, che derivano: 1. mancata applicazione delle norme di legge o dei principi contabili 2. applicazione dei principi contabili uniformi a quelli utilizzati dalla partecipante 3. traduzione in moneta di conto dei bilanci espressi in valuta estera 4. eventi significativi verificatosi tra la data di chiusura dellesercizio della partecipata e quella della partecipante se non coincidono 5. operazioni intersocietarie 6. conseguenze delle rettifiche extracontabili operate per confrontare il costo di acquisto con il corrispondente valore del patrimonio netto se era stata operata una rivalutazione degli immobili nel confronto iniziale, sulla rivalutazione fa effettuato un ammortamento (secondo il criterio della partecipata) che fa ridurre il risultato di esercizio della partecipata (analogo procedimento per lavviamento) La quota spettante del risultato di esercizio rettificato della partecipata va inserita nel bilancio della partecipante in una riserva non disponibile (impiegabile per coprire perdite di esercizio) con incremento del valore della partecipazione. Non si hanno riflessi nel C.E. in quanto il plusvalore non stato realizzato finanziariamente visto che non stata deliberata la distribuzione dei dividendi. Nellipotesi di perdita della partecipata, si deve svalutare la partecipazione D19a in C.E. che non pu essere coperta da riserve di rivalutazione precedenti per evitare i compensi. La riserva di rivalutazione ha lo scopo di rappresentare il plusvalore rispetto al costo di acquisto che la partecipazione ha subito per effetto degli utili conseguiti dalla partecipata, quindi se negli esercizi successivi la partecipata presenta delle perdite, queste si riflettono con la svalutazione e determinano una riduzione della riserva (con contropartita una riserva disponibile) per far coincidere il saldo della riserva stessa con il plusvalore complessivamente ottenuto nei diversi esercizi. Se la perdita conseguita dalla partecipata tale da azzerare il valore della partecipazione e richiede alla partecipante ulteriori impegni, solo se la partecipante si impegnata nel coprire le perdite residue, si deve stanziare un fondo rischi. La contabilizzazione dei dividendi deve avvenire con il criterio della competenza quindi quando sorge il credito derivante dalla delibera assembleare. La contabilizzazione si ha nellesercizio successivo a quello in cui si considerato il risultato di esercizio della partecipata ma nei casi di pieno controllo, la controllante pu contabilizzare il dividendo nellesercizio in cui matura. Il dividendo inserito nel C.E. in C15a, quando 36

si ha la realizzazione monetaria, il valore delle azioni andr ridotto addebitando in contropartita la riserva in distribuibile.

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