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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPAtl SAWTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj AlSOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLÈNTVI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE ..^

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XV L

VOL. XVII

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIL

Iwbemfvan^ Colte)»,
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d Oi^ ^ v«# V.JI
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

C
CON CON
IjONSALVI Ercole, Cardinale. precedettero), fu annoverato da Pio
Ercole Consalvi d'una nobile fami- VI tra la romana prelatura, dove
glia orionda di Toscanella, nacque incominciò la luminosa carriera,
in Roma agli8 giugno lySy, dal di cui era stato in certo modo presa-
marchese Giuseppe Consalvi, e da go, in alcuni poetici componimenti,
Claudia de' conti Carandini. Nella che furono stampati insieme a quel-
sua fanciullezza ebbe a modello le lid'altri convittori del seminario
virtù del Cardinal Andrea Negroni, e suddetto nel 1772. Nel corso di
pervenuto alla prima adolescenza fu sedici anni successivi con attività,
collocato dai genitori nel seminario diligenza e fedeltà soddisfece alle
di Frascati allora fìorentissimo. Ivi cariche conferitegli da Pio VI, cioè
si guadagnò la stima e la benevo- di ponente di buon governo , di
lenza del Cardinal duca
vescovo votante della segnatura di giusti-
di Yorck, che gli portò sempre zia, e di uditore della sagra rota.
molto affetto sinché visse. Tornato Oltre a ciò il Pontefice, conoscito-
in Roma, entrò nell'accademia eccle- re del suo zelo, de' suoi talen-
siastica a perfezionarsi ne' più gra- ti, e della destrezza sua, gli affidò
vi studi e nelle discipline; e dopo l'amministrazione del grandioso sta-
aver egregiamente compiuto il cor- bilimento dell'ospizio apostoHco di
so degli studi (ne' quali diede non s. Michele, e lo destinò segretario
dubbie prove di quel felice , ed della congregazione deputata all'e-
alto ingegno che un giorno doveva same del nuovo piano economico
renderlo celebrato a segno da su- della provincia bolognese, e dell'al-
perare nella perizia diplomatica i tra congregazione stabilita pel buon
Cardinali segretari di stato che lo regolamento delle milizie pontificie
r» CON CON
colla qualifica di assessore ilei Car- elezione dovette fare nella restau-
dinal segretario di stato. In questo razione del regime pontificio, sia
ultimo ministero mostrò il Consalvi nelle promulgazioni di leggi , sia
animo eguale alla somma difficoltà in utili riforme , sia nell' ammini-
de'tempi: e siccome era riguardato strazione, ed ogni altra provvidenza,
come valido ostacolo all'abbattimen- che sembra supei'fluo l' enumerarle,
to della sovranità pontificia, gli fu comechè ridonderebbero ad encomio
insidiata la vita. Nei primi del del nostro Cardinale, che per la il-

1798, detronizzato Pio VI dalle limitata fiducia del Pontefice, e


armate repubblicane di Francia, il per la sua operosità ne portò sempre
Consalvi potè evadere dal giogo per ragione della carica il princi-
straniero, e viaggiare in estere con- pal peso. Altrettanto si dica degli
trade per sua particolare istruzione. affari ecclesiastici, come del celebre
Intanto nell'agosto 1 799, essendo concordato tra Pio VII, e la re-
morto in Valenza di Francia il glo- pubblica francese [Vedi). Ma per gli
rioso Pio VI, venuto il Consalvi in stessi meriti del Cardinale, per la
cognizione che i Cardinali dispersi benevolenza del Papa, pel geloso uf-
si adunavano a Venezia per dargli fizio, e più di tutto per l'acerbi-
il successore, siccome trovavasi in que- tà de'tempi; fu bersaglio di poten-
sta città, egli si pose a disposizione ti nemici, che indussero con pena
del sagro Collegio che lo nominò , Pio VII a distaccarlo dal suo fian-
prosegretario del conclave incari- , co, accettando la di lui rinunzia al
co equivalente a segretario di stato. posto di segretario di stato, e con-
In questo tempo tra gli altri ebbe ferendogli invece la prefettura della
ad ammirare e la meravigliosa segnatura di giustizia nel 1806, e
istancabilità , e mente del
la bella l'abbazia di Grotta ferrata in com-
prelato, il Cardinal Barnaba Chiara- menda, che godette sin che visse.
monti, che sublimato nel marzo Non andò guari, che, occupata nuo-
1800 al papale triregno, col nome vamente Roma dai francesi nel 1 809^
di Pio VII, gli affidò il difficile e portato via prigioniero Pio VII, i
incarico della segretaria di stato, e Cardinali tutti furono o esiliati o
nella sua prima promozione degli imprigionati. Consalvi stette confi-
1 1 agosto del medesimo anno, lo nato trentatre mesi a Reims, e tre-
creò Cai-dinale di santa Chiesa del- dici a Beziers. Ricomposte però nel
l'ordine de' diaconi, colla diaconia 18 14 le cose, e restituiti i domini!
di s. Agata alla Suburra. Quindi della santa Sede a Pio VII, il Car-
dichiarollo segretario di stato, e per- dinale raggiunse a Rimini il Pon-
ciò prefetto delle congregazioni di tefice mentre l'cstituivasi a Pioma,
consulta e della lauterana , non e giunti che furono in Foligno ven-
che membro di quelle del s. offizio, ne nuovamente da Pio VII dichia-
della concistoriale, del concilio, e rato segretario di stato, ed amba-
di propaganda fide, dichiarandolo sciatore straordinario al re di Fi'an-
altresì visitatore apostolico del no- cia Luigi XVIII. Subito il Cardi-
minato ospizio di s. Michele, che nale partì alla volta con di Parigi
governò sino alla sua morte. monsignor Raffaele Mazio, che poi
Sono troppo note le grandi o- si meritò la dignità cardinalizia,
pevazioni che Pio VII dopo la sua e con Giuseppe Evangelisti cifrista
,

CON COx\ 7
della segretaria di stato, il quale molla di tutti i numerosi affari
sino al suo ritorno in Roma gli pre- che si dovettero trattare coi diver-
stò utili servizi col suo zelo, colle si sovrani , e dei concordati che
sue cognizioni, e colla sua attività si conchiusero. Quindi legislazioni
istancabile.Giunto a Parigi, trattò provvedimenti, ed innumerabili cose
coir imperatore Francesco I, e col opei'ò sempre con rettitudine d'in-
re Luigi XVIII su gravi affari sì ec- tenzioni, con estremo amore di Ro-
clesiastici che politici , fra' quali la ma, e con incomparabile attacca-
restituzione delie legazioni di Bolo- mento all'i m mortai Pio VII, di cui
gna, di ForH
Romagna, e e della procurò sempre la gloria, ed una
delle marche di
Provincie delle fama perenne. Operò ancora mol-
Ancona, di Macerata e di Fermo, te cose grandi ed utili, ma il timo-
non che del ducato di Camerino re de' tempi, e quello di comparire
e di quello di Benevento, e Ponte insaziabile di dominio, lo dissuase-
Corvo. Siccome poi Alessandro I ro da altre operazioni che non mi-
imperatore delle Russie, e Federi- nor onore gli avrebbero partorito.
co Guglielmo UT di Prussia, do- Integro, e d'indole generosa e ma-
vevano partire per Londra per Io gnanima, di modi cortesi, amico
sfesso argomento, il Cardinale li di tutti i principali regnanti, dei
raggiunse in quella città, ed ivi trat- più illusti'i uomini, e più autore-
tò pure col re d'Inghilterra Giorgio voli, mecenate degli artisti e dei
IIL Quindi si recò a Vienna ove letterati, non risparmiò industria
erasi adunato il famigerato congres- per guadagnarsi l'ammirazione degli
so qual consiglio di pace Europea, stranieri, e perchè Roma si rendes-
inteso a ristabilire la fermezza dei se loro un soggiorno gradevole, e
governi di essa. Presso i sovrani in comparisse regina dell'universo.
Vienna riuniti, e presso il congres- Pianta la morte di Pio VII, il
so, il Cardinale pose in opera tut- Cardinal Consalvi commise al com-
ta la sua operosità, perchè definiti- mendatore Thorvaldesen, a memo-
vamente Sede apostoli-
fossero alla ria di eterna gratitudine, un ma-
ca restituite le menzionate legazio- gnifico sepolcrale monumento, da
ni, e le Provincie, che aveva essa per collocarsi nella basilica vaticana, e
necessità dovuto cedere nella pace che brevemente descrivemmo al
di Tolentino. Tutto ottenne oltre la Volume XII, p. 3io del Diziona-
restituzione degl' insigni capolavori rio. Scaduto però Consalvi dalla
che da Roma erano stati tras-
artistici, somma di tanto ministero, restò
portati in Francia , né risparmiò colla carica palatina di segretai-io
proteste per ciò che la santa Sede de' brevi pontificii, e dovette sof-
sì nel temporale, e sì nell'ecclesiastico frire le conseguenze della varietà
fosse stata pregiudicata. Pieno di delle umane vicende. E fama che
gloria si restituì al Pontefice Pio se fosse ulteriormente vissuto sareb-
VH, il quale gli accordò più este- be stato riportato al ministero del-
sa fiducia. Laonde fino ai 20 ago- lo stato da Leone XII. Tuttavol-
sto 1823, epoca di sua morte, con ta nel gennaio 1824 quel Pon-
autorità illimitata, governò il Con- tefice gli conferì la cospicua pre-
Siilvi lo stato pontificio , abbel- fettura della congregazione di pro-
lì Roma, e fu l'anima, e la gran paganda Jicle^ che godette per pò-
8 CON CON
chi giorni. Logoro dalle immense vere nella chiesa cji s. Marcello,
fatiche sostenute, afflitto dal male e nella cassa che il suo
racchiude
(che in un alla sezione dei cada- corpo fu posta in un tubo di latta,
vere descrive il numero 8 del giusta il costume, l'iscrizione necrolo-
Diario di Roma del 1824)5 il Car- gica, che pure riporta il citato Dia-
dinale Consalvi spirò nel bacio rio. Il detto artista che inventò ed e-

del Signore a' 24 gennaio di det- seguì il monumento, lo compose di un


to Poche ore prima della
anno. basamento con iscrizione, e sopra vi
sua morte, avendo mandato a pose un'urna, avente la medaglia nel
chiedere a Leone XII V apostolica centro coll'effigie del Cardinale,e quel-
benedizione, il Papa per tratto di la del marchese suo fratello; il tutto
singoiar distinzione, volle che il secondo la volontà del porporato. Ma
Cardinale Castiglioni (poi Papa Pio l'esecutore testamentario, e lo sculto-
Vili ) penitenziere maggiore glie- re per far memoria di quanto il gran-
la portasse personalmente. Non va d'uorao avea fatto per la Chiesa, cre-
taciuto, che recandosi il duca di dettero bene di aggiugnere nel davan-
Lavai Moutmorency, ambasciatore ti dell' urna la statua appunto del-
di Francia, nell' appartamento del la Chiesa tutta vestita di vari panni,
Cardinale per domandare sue noti- e che in atto mesto guarda il ri-
zie, e trovatosi presente quando gli tratto del defunto, e tiene con la de-
fu somministrata la estrema unzio- stra la croce, che appoggia sulla me-
ne, adempì anche al pietoso officio desima urna, e con la sinistra le

di rispondere alle preci recitate in chiavi. Il monumento fu collocato


tale funzione dal sagro ministro. Le nella cappella del ss. Crocefisso.
solenni esequie furono celebrate in Tanta virtù, e sì belle doti fu-
detta chiesa, e vi offri l'incruento rono premiate coli' universale com-
il Cardinal Bertazzoli.
sagriflzio pianto, e si in Italia, che fuori, gli
testamento del Consalvi fu una
Il furono resi molti onori. In R.oma
nuova dimostrazione del suo gran- furono alla sua memoria coniate
d'animo, dappoiché, oltre diversi medaglie, ed i suoi estimatori ed
legati, generosamente accordò pen- amici, coir opera del lodato scul-
sioni vitalizie a' suoi famigliari, pre- tore Thorvaldesen gli eressero un
scrisse il compimento di alcuni sa- leggiadro monumento nel Pantheon,
gri edifìzi, nominò esecutori testa- cioè nella chiesa di s. Maria ad
mentari monsignor Buttaoni uditore Martyres^ di cui il defonto porporato
del Papa, e il conte Parisani, lascian- era divenuto diacono. Il suo nome
do la sua eredità al benemeri- risuonerà sempre celebrato, e la sto-
to istituto della congregazione di ria lo ha scritto tra quello dei Car-
Propaganda la quale però entrar
, dinali Ximcnes, Richelieu, e Maz-
non ne poteva in possesso che alla zarini, grandi ministri di stato. Vis-
estinzions di tutti i legati. Inoltre se anni sessantasette, e circa venti-
dispose, che in un modesto mar- quattro nella dignità cardinalizia,
moreo avello, eseguito poscia egre- nel qual tempo non mai volle ac-
giamente dall' esimio scultore pa- cettare protettorie. I pubblici fogli,
dovano Rinaldo Rinaldi, unitamen- e molti biografi ne esaltarono le

te alle ceneri di un premorto suo gestc, fra' quali rammenteremo l'e-

fratello, si tumulasse il suo cada- logio letto nella pontificia accade-


COxN CON 9
mia romana di archeologia dal eh. di s. Lizier da uno de'suoi vescovi,
cav. Luigi Cardinali, che poi fu stam- che mori nel 7 52. Fu chiamata an-
pato con questo titolo; Elogio del che ^fa/r/tì5, per cui i vescovi, sino al
Cardinale Ercole Consalvi, Roma, duodecimo secolo, portarono il ti-

e Pesaro, 1824. tolo di vescovi d' Austria. Nella cit-


CONSCIENZIOSI, o COSCIEN- tà eranvidue cattedrali dedicate u-
ZIOSI. Appellazione di eerti ereti- na V. Maria, l'altra al santo
alla B.
ci, i quali non conoscevano per re- vescovo Licerio, servite entrambe
gola delle azioni che la propria da eguale numei'o di canonici. Ma
coscienza. Nel secolo XVII fu rin- Bernardo diMarmiesse, avendone u-
novato r errore da certo Mattia niti i capitoli nel 1680, scelse per cat-
Kunlzen, che passò quindi all'a- tedrale la chiesa di Nostra Signora
teismo. del Sisge, posta in cima alla città,
CONSERANS, o S. LIZIER, Ci- presso l'episcopio. Il capitolo com-
vitas Conseranorum, et Fanum s. ponevasi di otto dignità, di dodici
Licerii. Città vescovile di Francia nel canonici, di due rettori o vicarii per-
dipartimento dell'Arriège, capo luo- petui, non che ,di ventiquattro pre-
go di cantone, che sorge sulla riva bendati. Dapprima la diocesi era
destra del Salat, o Sarlat. E divisa formata da ottanta parrocchie; ma
in alta e ed è posta sopra
bassa, epoca della soppressione, pel con-
all'

una piccola montagna, ai piedi del- cordato fatto nel 1801 tra la repub-
la quale scorre la detta riviera, del blica Francese e Pio VII, le parroc-
da un ponte, nel
Salat, attraversata chie si erano ridotte a settantadue,
mezzo del quale avvi una torre che oltre ad un'abbazia, e ad alcuni con-
prima si custodiva. Possiede una venti, e monisteri di religiosi. Il

bella cartiera, e miniere di rame vescovo godeva l' annua rendita di


e di piombo. Ne' dintorni trovansi ventiquattromila lire, con vuia tas-
ancora banchi di marmo grigio, ne- sa di mille fiorini. V. Gallia Christ.
ro e bianco. Questa antica città del- tom. I, pag. 1 123, della nuova edi-
la Guienna, chiamala pure Cense- zione.
rans, e Coserans, fu già la capita- CONSERVATORI DI ROMA.
le dei Consorani , e poi del paese di O MAGISTKATO RoMANO. K, SeNATO
Conserans Guascogna, cioè
nell' alta E MAGISTRATO RoMAJfO.
dopo la distruzione di Conserans CONSERVATORII di Roma. La
fatta da Bernardo di Comminges. pietà romana fondò numerosi luo-
Il popolo dei Consorani dell' Aqui- ghi di ricovero, d'istruzione e di edu-
tania faceva parte della NovenipO' cazione per fanciulle e donzelle, ed
pidonia. Nel decimo secolo questo anche per donne, principalmente per
paese era una contea distinta del sottrarle alla corruzione de' tem-
Comminges: divenne dominio dei pi , alcuni de' quali in progres-
conti di Barcellona, e poscia fu sotto so , come si può vedere a' rispetti-
particolari visconti. vi articoli, divennero monisteri, e
La sede vescovile di Conserans per conservare in parte la pri-
fu eretta nel quinto secolo, e secon- maria istituzione , continuarono a
do Commanville l'anno 5o6, di- tenere delle fanciulle in educazione,
venendo sufFraganea della metro- che perciò chiamansi convittrici, o
poli di Auch. Quindi prese il nome educande, pagando ciascuna discretcn
IO COìN CON
dozzina, e vestendo abiti di stabi- locamento , o congiungendosi in
liteprammatiche. Alcuni di questi matrimonio, o facendosi monache.
monisteri sono con clausura, altri Quando Clemente XI era Cardi-
non l'hanno; ve ne sono pel ceto nale, già a sue spese aveva stabi-
nobile, come per quelle di civil con- lito alcuni di questi luoghi di si-

dizione. In questi monisteri, come curezza, pel sovvenimenlo de' qua-


nei conservatorii, le educande sono li qualche volta fu costretto a
affidate alla tutela, alla istruzione, dare i suoi mobili, a diminuire il

ed alla educazione di particolari numero de'suoi famigliari i più ne-


l'eligiose e maestre, che insegnano cessari, non che persino a vendere
un metodo di vita divota e civile, gli ornamenti , e gli argenti della
e ammettono le educande a molti sua cappella ; e, divenuto Papa, tro-
degli atti propri di tutta la reli- vando cento mila scudi destinati
giosa comunità. ad un' opera che non si faceva, li

L' origine de' conservatorii ( ec- applicò tutti pei conservatorii. Co-
cettuato quello delle Projette isti- sì Roma anche per queste istitu-
tuito da
Innocenzo III ) sem- zioni pie ed utilissime primeggia,
bra rimontare ai primi anni del qual si conviene alla capitale ed
secolo XVI per le provvide cure al centro del cattolicismo, come fu
e pel costante zelo de'sommi Pon- la prima in questo genere di educa-
tefici, nonché per la generosa pietà di zione, che porgesse esempio all'I-

Quindi nel
tanti benemei'iti istitutori. talia, e all'Europa. E nel pontifi-
fine di quel secolo vediamo occu- cato di Pio VI, ebbero pur luogo
parsene anche Sisto V, il quale e- diverse fondazioni di utili conser-
resse un conservatorio per le vedo- vatorii, mentre altri ne sperimen-
ve, e per le zitelle nella regione tarono la generosità.
de'Monti, presso il monistero di Dell'utilità e della storia de'con-
s. Bernardo, applicandovi l' eredità servatoiui trattarono diversi auto-
di Marc' Antonio Moreti, e di Mad- ri. Rammenteremo pertanto Cam-
dalena Strozzi Anguillara. Nel se- millo Fanucci, nel trattato di tut-
colo seguente Alessandro VII, com- te leopere pie della città di Roma;
passionando lo stato abbandonato Carlo Bartolommeo Piazza nelle
e pericoloso di tante zitelle, che diverse erudite sue opere, massima-
ad onta de'numerosi conservatorii mente neW Eusei'ologio Romano, e
di Pioraa vagavano per la città, nelle Opere pie di Roma, trattato
fece aprire scuole per tutti i rioni \\\ De' conservatorii di zitelle, don-
jjerchè ivi ad esse s'insegnasse lutto ne penitenti, e fanciulle. A' nostri
ciò che concerne la santa nostra re- giorni d. Guglielmo Costanzi pub-
ligione, e le arti domestiche proprie blicò l'Oi'.re/vato re di Roma ec.,ove
del sesso. Indi, per non dire di al- nel libro Vili, tratta delle Istitu-
tri Pontefici, fubenemerito
assai zioni pie per l'educazione delle don-
dei conservatorii Clemente XI crea- zelle. Monsignor Carlo Luigi Mo-
to nel 1700, sia aumentarne
coli' nchini nel libro intitolato: Degli
il numero, sia col costituire ad alcuni istituti di pubblica carità e d'istru-
le dotazioni, e sia assegnandone del- zione primaria in Roma, nella par-
le altre perchè le donzelle con te seconda, al § Vili di sua erudita
lucili là potessero prendere un col- prefazione ,
parlando dei conserva-
CON CON II

torli , COSI siSebbe- esprime : « » scritte qualche congregazio-


a
> ne stimi che piuttosto domestica « ne di carità , per esempio le
5 debba essere l'educazione delle » figlie del rifugio (di cui parlani-
> donne, perchè appunto domesti- » mo al voi. Vi pag. 272, e seg.
) ca è la loro destinazione, laddo- « del Dizionario) , e l' educazione
> ve pubblica è per gli uomini; » sarebbe senza pregiudizi. Leone
j ciò non ostante utile è certamen- » XII volle dare ai conservatorii
5 te l'istituzione de'conservatorii, » un comune centro; or però vi
* poiché molte donzelle del po- " hanno tanti superiori quanti so-
> polo non avrebbono modo d'es- « no gl'istituti ".
> sere educate nelle proprie fami- Molti conservatorii hanno
un Car-
> glie. I conservatori! ne pongono in dinal per protettore o superiore.
,

salvo molte, che o prive di ge- Noi andremo compendiosamente a


5 nitori, o da loro crudelmente descrivere i principali conservatorii,
> abbandonate, cadrebbero presto che al presente fioriscono in Roma
o tardi vittima della seduzione. con l'autorità dei sunnominati scrit-
j L'istruzione religiosa, l'ammaestra- tovi e di altri, riportandoli qui ap-

mento ne'lavori donneschi, il vit- presso per ordine, e secondo l'epo-


j to sobrio, il vestir semplice ed ca della individuale loro istituzione.
uniforme , l' impratichirsi negli L' amministrazione, e la direzione

uffici di dispensa, cucina, bucato de'conservatorii, nel corrente secolo,


j e che nelle famiglie è
tutt'altro a cagione delle note vicende, andò
j affidato alledonne, rende buo- soggetta a cambiamenti. AH' epoca
* ne madri quelle che vanno a ma- dell' invasione delle armate impe-
> rito. Che se i conservatorii con- riali francesi, cioè nel i8og, i con-

j gedassero le zitelle giunte che servatorii di Roma furono riuniti


" fossero a maturità, il bene di ed assoggettati ad una commissio-
queste istituzioni si dilTonderebbe ne amministrativa , composta di
sopra un maggior numero d'in- monsignor Giovanni Fornici, del
dividui; in luogo di quelle che p. Polani, parroco della chiesa di
già compirono 1' educazione ed s. Maria del Popolo, e del cav.
hanno età da reggersi da sé stes- Francesco Bernini. La commissione
se, subentrerebbero altre più gio- amministrativa si occupò tanto del-
vinette, che invano or domanda- la disciplina morale, che dell' eco-
no questo soccorso.E quelle fem- nomico dei conservatorii, e siccome
mine che vi dimorano, certe che la maggior parte delle rendite con-
il conservatorio non è la loro sisteva in Luoghi di Monti {^Fcdi)y\xx
stanza perpetua, si darebbero mag- assegni sulla cassa della Dateria apo-
gior carico d'apprendere, e si ren- stolica, della Elanosineria dd Papa,
derebbero più preveggenti. Né sa- e dei Vacabili ( Fedi) , ed altre
rebbe ardua cosa trovar loro un che erano addette al cessato gover-
collocamento, poiché se non ad al- no pontificio, e perciò ammortizza-
tro potrebbero acconciarsi nelle pri- te, così valutandone il totale fu
vate famiglie, che invano or chieg- assegnato ai conservatorii un com-
gono fanles(;he abili ed oneste. Al- penso, che mensilmente doveva pa-
levecchie che fanno da priore, e gare la Mairiìi sul prodotto dei cosi
' maestre, supplirebbero donne a- delti odivi, ossia il dazio, e consumo.
,

13 CON CON
Nell'anno i8i4, ripristinato il torio di s.Michele a Ripa (Fedi),
governo pontificio provvisorio, seb- ove esistono più centinaia di donne,
bene Pio VII a' 24 maggio rien- non fu riunito alla commissione
trasse gloriosamente in Roma da amministrativa, ma restòannesso
dove era stato dalla forza strap- alla sua propria amministrazione,
pato a' 6 luglio i8og, fu egual- vale a dire dell'ospizio apostolico,
mente per modo provvisorio con- affidata in quell'epoca al p. Isaia
fermata la commissione amministra- generale dei Somaschi.
tiva dei conservatorii di Roma Succeduto nel pontificato a Pio
venendo però cambiati i soggetti VII, il zelante Papa Leone XII,
che la componevano Ne fu fatto . nella vista di richiamare i conser-
presidente monsignor Ercole Dan- vatorii di Roma allo spirito della
dini che poi venne creato Cardinale, loro primitiva istituzione, a dissi-
e vennero eletti membri il can. Lui- parne gli abusi che in progresso
gi del Drago, al presente Cardinale di tempo erano introdotti, e
vi si

di santa Chiesa, il canonico Luzi, e a più util lente sistemarli, con suo
il cavaliere Questa nuova
Nuzi. moto-proprio de' 1 4 novembre 1826,
commissione durò undici mesi, men- decretò che tutti i conservatorii di
tre nel febbraio del i8i5, fu di- Roma fossero da quell'ora in avan-
sciolta per ordine di Pio VII, il ti esclusivamente regolati, diretti,
quale coli' organo della segretaria e amministrati da una deputazio-
di stato, restituì l' amministrazione ne permanente, composta di un Car-
parziale d'ogni conservatorio di Ro- dinal presidente, di quattro asses-
ma, agli antichi protettori. Cardi- sori, e di un segretario con voto.
nali, prelati, deputati, superiori, e Per presidente dichiarò quel Pon-
precisamente secondo il sistema, e tefice il Cardinal Ludovico Micara,
le individuali norme anteriormente per assessori i monsignori Giovanni
esistenti nell'anno 1809. Soglia arcivescovo di Efeso e suo
Qui conviene notare, che in detta elemosiniere, ora Cardinale, Carlo
amministrazione restò compreso il Chicherio, Francesco Capaccini, al
Conservatorio delle Borroniee ( P^e- presente internunzio apostolico nel
di) escluso nella seconda riunione Portogallo , e Stefano Scerra, at-
ordinata da Leone XII, della qua- tualmente vescovo di Orope, e se-
le andiamo a parlare. L' esclusio- gretaiùo della congregazione della
ne si fu per la caducità, stabilita dal Immunità. Per segretario nominò
fondatore Cardinal Vitaliano Bori'O- poi il canonico Giovanni Maria
ineo, il quale nel suo testamento Mastai-Fen-etti, ora Cardinale, che
determinò, che se per fatto sovrano fu succeduto da monsignor Anton-
fosse cambiato l'amministratore del Maria Cagiano-de-Azevedo, ora se-
conservatorio, (che nominò in perpe- gretario di consulta; mentre per
tuo il direttore prò tempore dell'ora- computista fece Germano Doria.
torio del p.Caravita,il quale all'epoca Volle il Papa Leone XII che uno
della fondazione era sotto la direzione de' detti assessori fosse incaricato
dei sacerdoti secolari) restasse abolito della soprainlendenza allo spiritua-
il conservatorio, e devolute fossero le le, e al disciplinare di tutti i con-
rendite all'ospedale di Milano. E da servatorii, l'altro all'incremento del-
osservarsi ancora, che il Conserva- l' industria, e delle manifatture, e
,,

CON CON i3
destinò gli altri due assessori a Vili, eglidopo aver udito il pa-
sopravvegliare all' amministrazione ,
rere di una commissione di Car-
alle sue rendite, ed alle sue spe- dinali espressamente a ciò deputa-
se. Per semplificare poi l'ammini- ta, con sue lettere apostoliche:
strazione ordinò quindi, che lo sta- Litlerae apostolicac quibus coeno-
bilimento dei conservatorii venis- hia puellarum Urbis ^ vulgo conser-
se considerato per modani imius, vatorii, ad pristinum statum revo-
dichiarando addetti a questo va- cantur, date a' 28 agosto 1829, e

sto stabilimento i locali conosciuti che incominciano colle parole: In-


sotto le denominazioni di Conser- ter praeclara quae Urbeni deco-
vatorio di Paolo primo eremita;
s. rant christianae charitatis monu-
della divina Provvidenza j delle menta, etc, dichiarò, che, conosciu-
Pericolanti; de' ss. Clemente e Cre- tosi dalla temporanea riunione dei
scentino detto le zoccolette ; di san conservatorii di Roma, e dalla com-
Pasquale; delle mendicanti; il con- parazione degli uni cogli altri ciò
servatorio Pio, e quelli di s. Eu- che fosse necessai'io di emendare in
femia, del Refugio, di s. Caterina ciascuno di essi, a conservare nel mi-
de'Funari, ec. Né lasciò ancora Leo- glior modo integre e salve, secondo le
ne XII di prescrivere le norme per disposizioni dei pii fondatori, era espe-
la organizzazione dell'imponente sta- diente ordinare, che a tutti fossero
biUmento ; i requisiti delle alunne restituite le proprie case, e toi'nasse-
educande, e convitti'ici , affinchè ro a fare come prima separate fa-
possano essere ammesse nei conser- miglie. Volle per altro il plaudente
vatorii, secondo la stabilita classifi- Pontefice, che l'assegnamento an-
cazione ; il sistema di educazione ; nuo di scudi ventoltomila e cin-
le qualità dei lavori in che debbono quecento , fatto dal suo predecesso-
le donzelle istruirsi; il numero da re allo stabilimento de'conservatorii
ammettersi in ciascun conservato- i*iunitisi sulla cassa del pubblico
rio,ed altre provvidenze. A soste- erario, fosse continuato sino a nuo-
gno de' suoi pesi appropriò allo ve provvidenze, e ripartito in pro-
stabilimento tutti i beni, le rendi- porzione de' bisogni di ciascun con-
te, e gli effetti de' singoli conserva- servatorio. Il pubblico erario con-
torii di Roma riuniti, e ne formò tinuò a pagare ai conservatorii di
una generale amministrazione. Chia- Roma la detta somma, conforme a
mò in fine l' erario pontificio a quanto tuttora ricevono per mezzo
soccorrere lo stabilimento stesso, della direzione generale del debito
somministrandogli un sussidio an- pubblico, che incominciò per mas-
nuo di scudi ventotto mila e cin- sima generale a pagare dal gen-
quecento, e facendo in pari tempo naio i833.
cessare ai conservatorii tutti i soc-
corsi che percepivano in vari mo-
Conservatorio delle Pro/ette, presso
di dalla elemosineria apostolica
l'ospedale di s. Spirito in Sas-
dalla dataria, dall'amministrazione
sia.
de' lotti, da altre casse, non che
dal medesimo erario pontificio.
Passato agli eterni riposi Leone Al gran Pontefice Innocenzo HI
XII, nel 1829, e succedutogU Pio si deve principalmente , il cele-
i4 CON CON
bratissimo, e benemerito Ospedale zione di farsi monache, comparivano
di s. Spirito in Sassia {Vedi), e abbigliate come tante spose, le altre
suoi annessi, e l'orif^ine del vasto incedevano vestite in abiti semplici,
conservatorio delle Projette, situato e gli svizzeri del Papa in doppia fila
in una parte del grandioso palazzo le accompagnavano. La processione
congiunto allo spedale, di cui si terminavasi coi cantori, e coi cano-
parlò anche all'articolo Commen- nici l'egolari dell'Ordine di s. Spi-
datore dì s. Spirito [Vedi). II me- rito. Tutta la città accorreva a vede-
desimo Innocenzo III, con saggio re tali processioni, principalmente
divisamento, prepose alla direzione quelli che bramavano
sceglierne una
dell'ospedale, ed all'assistenza degli per moglie- Perciò matrimoni era-
i

infermi i canonici regolari di s. no frequenti, e nel 1 647 se ne cele-


Spìrito in Sassia {Vedi), e, come brarono settantacinque. Tuttavolta le
si dice a quell'articolo, affidò l'edu- processioni vennero abolite nei pri-
cazione, e la direzione delle espo- mordi del secolo XVIII.
o nate da po-
ste figlie illegittime, Clemente Vili prese cura delle
veri,o snaturati genitori, a certe monache di s. Tecla, edificò a questa
monache pur bastarde, che presero santa per uso loro, e per quello
il nome di s. Tecla. delle Projette una chiesa, conceden-
Per rendere le monache anche do alle monache 1' uso del velo ne-
utili all'ospedale, stabili che quel- ro sul capo, e secondo il p. An-
le giunte ad età matura si recas- nibale da Latera, Compendio della
sero a fare in esso i servigi ed a Storia degli Ordini regolari, t. I.
soccorrere gì' infermi. Ma in pro- p. 33, Clemente Vili ampliò anche
gresso di tempo venne loro tolto il locale in forma di monistero. Di
questo incarico, ed esclusivamente poi nel pontificato di Innocenzo X,
ebbero quello di educare le bastar- incolpate le monache di qualche dis-
de. L'istituto si propagò altrove, ordine, secondo alcuni, restarono sop-
massime in Polonia, ma senza clau- presse. Nel precedente pontificato
sura e pel solo fine di servire gli in- di Paolo V e nel 16 16 erasi pub-
fermi, divenendo anzi sotto tale a- blicata la Notificazione sopra le va-
spetto il modello a simili istituti di rie provvidenze riguardanti il buon
religiose ospitaliere, che in progres- regolamenlo del conservatorio di s.
so si sono fondati. Spirito. V. il p- Bonanni, Catalogo
Nel secolo XV, Pio II oi'dinò che in degli Ordini religiosi delle Vergini
giorni determinati, si facessero ogni a Dio dedicate, par. II, capo LXIV,
anno tre processioni, cioè nella secon- monache di s. Spirito in Sassia, ove
da domenica dopo la festa dell'E- pure se ne vede la figura. Ma dal
pifania , ai 25 aprile in quella di Cardinal Petra, Comnientaria ad
s. Marco, e nella seconda festa di Const. Apost. t. II. p. 254 num.
Pentecoste perchè fossero le Pi'ojette 20 edizione di Roma 1706, si ri-
vedute dal pubblico. La processione leva che le monache ancora esisteva-
veniva aperta dai bastardi maschi, no col voto di clausura a differenza
che allora dimoravano nel pio luogo, delle polacche che non l'avevano.
e seguivano due a due le numerose Si legge ancora che il prelato com-
fanciulle precedendo alle minori le mendatore alla nuova superiora con-
maggiori. Quelle che avevano voca- segnava un piccolo bastone in se-
CON CON i5
anodi ci misdizione, a differenza del- dote quando si maritano. La dote
le abbadesse che usano il pastorale. che dà loro la pia casa è di cento
Il commendatore di s. Spirito, scudi, e l'abito che usano le Projet-
monsig. Virgilio Spada, per miglio- te quando escono dal conservato-
rare r educazione delle bastarde, rio è di lana color scuro lionato,
e per avvezzarle alla parsimonia portando in capo im velo bianco.
ed al lavoro, apri un nuovo con- Leone XII fece ristampare nell'an-
servatorio per le Projette che si no 1827 le loro regole con questo
restituivano dalie nutrici, ed in es- titolo: Regole sul conservatorio del-
so stabilì telai di lana e canape; quin- le zitelle Projette di s. Spirito, ema-
di, perchè le donzelle lavorassero di nate dalla sagra visita apostolica
buona voglia, diede loro parte del del 26 giugno 1827.
guadagno, e dispose ancora che gli

ulìici di cucina si facessero per tur- Conservatorio delle Neofite. V.


no medesime, affinchè diventas-
dalle l'articolo Neofiti.
sero abili fantesche. Si osservò che
il desiderio nelle Projette di faticar Conservatorio di s. Caterina dei
meno, o star meglio, le spronava Funari.
a contrarre matrimonio, o ad ac-
comodarsi a servire nelle case priva- Nel rione XI s. Angelo evvi la
te, cosicché in breve tempo la fami- chiesa, e il conservatorio di s. Ca-
glia della pia casa sarebbe stata terina de'Funari, del quale volendo
ridotta metà. Però in seguito
alla meglio far conoscere l'origine, par-
il numero delle Pi-ojette talmente leremo prima della chiesa, oltre
si aumentò che Benedetto XIV fe- quanto e del conservatorio e della
ce ampliare il locale coli' aggiun- chiesa stessa si è detto da noi al
gervi una fabbrica capace di quat- volume IX pag. 146 del Diziona-
tro dormitorii, e diede alle Projette rio, allorché parlammo della cap-
tutto quello spazio presso il Tevere pella cardinalizia, che ivi si celebra
che occupava Tantico cimiterio (co- ai 25 novembre per la festa di
me dicemmo al voi. XIII pag. i52 santa Caterina vergine e martire.
del Dizionario) ricingendolo pure di Diremo qui adunque che nel XII
muro. Sotto i dormitori furono co- secolo ivi esisteva una chiesa inti-
struiti alcuni portici, o loggie coperte, tolata a santa Maria Dominae Ro-
per distendervi le biancherie nei sae, forse dal nome di chi l'avea
giorni piovosi, ed edificata fu pure fondata. Dicevasi pure in Castello
una stufa. Il bucato, per tutta la Àureo, perchè era nelle rovine del
pia e vasta casa di s. Spirito, è af- circo Flaminio. Cencio Camerario,
fidato alle Projette, alcune delle qua- neir ordine Romano , nomina un
li tessono le fascie pel baliatico de- monistero annesso monasterium Do-
gli esposti, il treliccio per i materassi minae Rosaej ma, secondo altri, ab-
dell'ospedale, mentre altre si occu- biamo che nel secolo XIII, e nel
pano in cucire, aggricciare cotte e bel mezzo del circo Flaminio, già
rocchetti, ricamare in seta d'oro ed esisteva una piccola chiesa dedicata
esercitarsi in altri donneschi lavori, a s. Rosa di Viterbo, detta in Ca-
da cui traggono profitti, che spen- stro Àureo , i. cui vestigi tuttora
dono per loio uso, o ripongono per si veggono dentro il contiguo mo-
,

lU CON CON
nistero. Quindi fu eretta un'altra ri. L' interno della chiesa è ricco
cliiesa dedicata a che s. Caterina, di marmi, pitture ed ornati, per
volgarmente fu detta de' Funari cui riesce assai elegante. Il quadro
dappoiché restando ancora nel se- dell' altare maggiore, sotto il quale
colo XV
sgombra in gran parte l'a- si venerano i corpi de' santi marti-
rea del circo Flaminio, del quale ri Saturnino, Sisinnio, e Romano,
eziandio duravano la forma, e l'an- oltre diverse reliquie, è di Livio
damento dei sedili, il lungo spa- Agresti, che vi figurò il martirio
zio disabitato serviva ai funaiuoli di s. Caterina. Egli inoltre dipin-
pel lavorio delle corde. Da ciò se lateralmente i ss. Pietro e Pao-
la chiesa di s. Caterina, ch'era nel lo, e al di sopra la ss. Annunziata.
centro del circo, fu delta àiQFuna' La volta del detto altare, e quel-
ri. Ridolfino Venuti, Roma moder- le delle cappelle, non che i qua-
na, t. II, pag. 847 ; il Piazza, Ope- dri di esse, sono da Anni-
dipinti
re ec. p. iSj, delle zitelle dì s. Ca- bale Caracci, dal Muziani, da Fe-
terina de'Funariy ed altri scrittori, derico Zuccari, da Scipione Pulzo-
asseriscono che s. Ignazio Lojola, ni, detto Gaetano, da Marcello Ve-

fondatore della compagnia di Gesù, nuti, da RafFaellino da Siena, da


nel i536, ottenne dal Pontefice Giovanni Zanna, detto il Pizzica,e
Paolo HI la chiesa di s. Caterina, da Girolamo Nanni.
e che restauratala colle limosine di Per opera adunque di s. Ignazio
pii benefattori, fabbricò l' annesso Lojola fu fondato questo conserva-
conservatorio e monistero per l'e- ed istrui-
torio, affine di preservare
ducazione di povei-e donzelle, espo- donne che si erano
re le figlie di
ste alla seduzione. Il Cardinale Fede- abbandonate al mal costume , o
rico Donato i544> intra-
Cesi, nel di quelle estremamente povere. A
prese a fabbricare magnificamente questa istituzione , verso l'anno
la chiesa con architettura di Gia- 1543, si unì una congregazione
como della Porta , lavoro che fu o confi'aternita composta di persone
compito sotto Pio IV nel i564. pie e nobili, per aiutare il santo
Oltre a ciò il benefico Cardinale nel buon governo delle donzelle, e
vi collocò alcune campane che fe- neir amministrazione delle limosi-
ce venire dalla Germania, il con- ne relative al mantenimento.
loro
certo delle quali riusciva uno dei La divina Provvidenza suscitò mol-
pili armoniosi e più belli di Roma. ti generosi benefattori, e pel primo,

La facciata esterna di travernino è il lodato Cardinal Cesi, che in be-


riguardata dagl' intendenti per una neficio dell'istituto fabbricò la chie-
delle migliori del nominato archi- modo narrato^ né mancarono
sa nel
tetto,venendo decorata la porta, Romani Pontefici a soccorrerlo, ed
nei due lati esteriori, da due bel- arricchirlo di grazie e privilegi, co-
lissime colonne di marmo paonaz- me Paolo IH nelle lettere aposto-
zetto. Altri Cardinali, che nominam- liche colle quali approvò 1' istitu-

mo nel succitato articolo, ristaura- to; Paolo IV ai 2 novembre del-


rono ed abbellirono sì la chiesa, l'anno i558, e con la bolla de' 2
che il monistero, né vogliono esse- gennaio del i56o, Pio IV, e poscia
re senza menzione il Cardinal Gio. Pio V, e Clemente Vili ec. Sot-
Battista Altieri, ed altri benefatto- to quest'ultimo lo stabilimento fio-
.

CON CON 17
riva a tal sei;no, che conteneva ricamare, nell'aggricciare ec. : si eser-
centosessanta donzelle. Ma già alcu- citano anche nelle faccende dome-
ne maestre assegnate alla istruzione stiche, per essere poi utili alle lo-
delle giovinette, trenta anni circa ro famiglie. Anticamente il conser-
dopo la fondazione, vollero assumere vatorio concedeva le figlie del luo-
r abito monastico di s. Agostino, e go per fantesche , col patto peiò
quindi professarne la regola. Secon- che chi le prendeva dovesse rite-
do diversi autori, anche s. Filippo nerle sei anni , e dar loro scudi cen-
Neri concorse a questa utile istitu- tocinquanta di dote quando si ma-
tione, ed suo inci'emento, per
al ritavano. Contigua al monistero era-
ricoverare, educare, mantenere e vi una casa per accogliere le figlie

dotare le povere fanciulle esposte del luogo se divenivano vedove, le


a pericoli. 11 Cardinal Antonio Bar- quali vi restavano finché passavano
berini fratello
, di Urbano Vili, a seconde nozze. Vi si ritiravano
cliiamato s. Onofrio dalla sua chie- eziandio le figlie del luogo, che mal-
sa titolare, lasciò al conservatorio ren- trattate dai mariti non potevano
dite pel mantenimento di due nobili soffrirne le sevizie, ed esse vi ri-
donzelle povere e pericolanti nell'o- manevano sino alla reciproca paci-
nestà, la cui scelta spetta al Car- ficazione. In questo conservatorio
dinal protettore, il quale subentrò prima teneva anche scuola per
si

al governo del luogo, al mancar le fanciulle di onorate famiglie,


della confraternita. Egli è per que- senza che potessero pernottarvi
sto che sono nel Cardinale le fa- Tanto le educande che le figlie del
coltà della nomina dei deputati del luogo vestono abito di prammatica
conservatorio, e delle figlie del luo- nero. L'edifìzio è un fabbricato ben
go. L'istituto si compone di mona- murato, e meglio scompartito.
che, di orfane, ed anche di civili Abbiamo dal diarista Giacinto
donzelle, che pagano una mensi- Gigli nel Diario che scrisse dai
le pensione di cinque scudi, e sono 1608 al 1657, che a' 7.5 novem-
affidate alla cura delle monache. bre, festa di s. Caterina, le zitelle
Le orfane sono chiamate figlie del di questo conservatorio uscivano dal
luogo, e vengono gratuitamente ali- monistero, vestite le maggiori, di
mentate, né da esse si richiedono roverso lionato, e panno bianco in
le qualità volute nella primitiva testa, e precedute dalle più piccole
fondazione, bastando loro la povertà, vestite da angeli e da sante. Quindi
civile condizione, e lo stato di orfane. processionalmente si recavano alle
Ma sì queste che le educande godono chiese del Gesù, di s. Maria sopra
il medesimo trattamento, e se le fi- Minerva, e dei ss. XII apostoli, e poi
glie del luogo si maritano, hanno si restituivano al conservatorio. Ma
una dote di cinquanta scudi^ e se nel 16 IO, essendosi smarrita una
si monacano nello stesso monistero, donzella, si tralasciò di fare la pixi-
devono somministrargli una dote cessione. Tuttavolta, dopo ventidue
di quattrocento scudi. Esse lavorano anni, il di primo maggio 1640,
tanto pel pio luogo, che per qua- tornarono le zitelle ad uscire dal
lunque committente, ed in questo monistero, ed in processione anda-
secondo caso è per loro il profitto. rono tutte vestite come sopra, alla
I lavori consistono nel cucire, nel visita della detta basilica de'ss. XH
VOL. XVII. 2

^jS^y^n^iìh Covvecp,
i8 CON CON
apostoli, in numero di centocinquan- sulla strada a destra della via Ap»
tasette, essendo altre rimaste in ca- pia, che pur chiamasi del Divino
sa. Termina il racconto il Gigli Amore. Il castello, che dà nome
col dire che la causa di questa al fondo, sorge su di un colle iso-
nuova uscita si fu perchè non es- lato, avente il recinto coronato da
sendo piti vedute , più non si torri quadrilatere pienamente in ro-
maritavano Le costituzioni della
. vina. La costruzione si attribuisce
compagnia delle vergini miserabili agli Orsini, forse nel declinare del
di s. Caterina della Rosa di Ro- secolo XIII; ma i fabbricati del-
ma, furono stampate negli anni l'internosembrano opera del seco-
1601, e nel
1607, i655,
1700. lo XV. Il nome di Leva deriva
La regola Agostino per le
di s. da Olibanuni, nome comune a mol-
monache di s. Caterina della Rota, ti fondi ne'bassi tempi, e voce bar-
si pubblicò in Roma nel i63o, nel bara significante incenso, e data pro-
1700, e nel 1785. K. il Raggua- babilmente a quei fondi assegnati
glio delle opere pie stabilite in Ro- alle chiese per le spese dell'incenso.
ma da s. Ignazio Lojola § IV. Fu detto ancora quel lenimento Ca-
Monistero e casa per le fanciulle stel di Levano, da mons. Oliba-
pericolanti. ni. Entrando nel cortile , che pre-
Appartiene a questo monistero cede la chiesa, si vede incastra-
illenimento nell'agro l'omano chia- ta nel muro una lapide, dalla qua-
mato Castel di Leva, p\h volgarmen- le, e da alcuni frammenti di anti-
te conosciuto col nome di Madon- chitàj si rileva che ne'dintorni ab-
na del Divino Amore per la chiesa bia forse esistito una villa antica
ivi dedicala alla Vergine sotto questo della gente Faccia.
titolo. E siccome il lunedì dopo la Venendo alla chiesa, e alla pro-
Pentecoste ad essa concorre in gran digiosa immagine, i numeri àe Dia'

folla il popolo di Roma, quello di ri di Roma 36o5, e 36 4 dell'an-r

Albano e di altri luoghi, così per no 1740, riportano la descrizione


la tanta celebrità popolare della del riconoscimento dell'antichissima
chiesa, non riuscirà discaro un cen- immagine della Madonna del Divi-
no storico sul lenimento, e sulla no Amore, dipinta sul muro del
miracolosa immagine, che ivi si ve- diruto castello di Leva, di proprie-
nera. cenno storico sul primo
Il tà delle monache Agostiniane di s.

lo deduciamo dal Nibby, Analisi Caterina de'Funari, pei copiosi mi-


de'dintorni di Roma, l. I, p. 4^^» l'acoli operati. Vi si recarono il Car-

e quella sul secondo dai Diari di dinal Guadagni vicario di Roma, e


Roma, di cui citeremo i numeri. Il monsignor Spada vicegerente. Quin-
numero 4^* ^^^ 18 14 ci dà la com- di fu tagliato il muro ov' era la

pendiosa istoria della chiesa, del sacra immagine, la quale in pro-


monistero, e del conservatorio di cessione venne trasportata alla vi-

s. Caterina de'Funari. cina tenuta, detta la Falcognana,


Il Castel di Leva, diviso dal mon- della nobile famiglia Cenci, e col-
te di Leva, appartenente alla no- locata nell'altare maggiore della
bile famiglia Gavotti, contiene cir- chiesa dedicata ai santi re magi. I
ca rubbia 149, e si trova sette mi- numeri dei Diari di Roma ^"iiQ
glia fuori di porla s. Sebastiano e 439.9 dell'anno 174Ì fiumo la nar-
4

CON CON 19
razione della chiesa fatta fabbricate ro presso Colonna Trajana {Fedi),
dalle monaclic, e dai loro superiori, della demolizione dell' una e del-

nel sito precisamente ove fu tolta l'altro, del passaggio che fecero le zi-

l'immagine della Beata Vergine, e telle prima nel conservatorio di s.

parlano anche del solenne traspor- Caterina de'Funari, poi nel 181
to, e processione colla quale la im- nel monistero di s. Ambrogio a
magine stessa, dalla chiesa della [)iazzaTartaruga, quindi nel 1828
Falcognana, ov'era stata tempora- per disposizione di Leone XII nel
neamente depositata, venne stabil- conservatorio delle Trinitarie a s.
mente collocata nella propria chie- Paolo primo eremita, e finalmente
sa. Il trasporto essendo seguito nel- nel 1840 nelle medesime vicinan-
la seconda festa con
di Pentecoste, ze del foro Trajano, presso la chie-
in diligenza plenaria concessa da Be- sa di s. Lorenzo, a Macel de'Cor-
nedetto XIV a tutti quelli che in vi, detto volgarmente s. Lorenzolo,
tal giorno visitavano la divota i»n- si tratta neivolumi IX pag. 2o3,
magine, ne venne a quel giorno e 204 ; e XII pag. 9 del Diziona-
stabilita la festa ogni anno col pre- rio. Solo qui aggiungeremo , che
mio delle sante indulgenze. Final- l'istituto fu sempre protetto dai
mente, dal num. 5i3o dei Diari di Pontefici, e ricolmo di privilegi ed
Roma del lySo, il Cardinal Rezzoni- esenzioni, massime da Urbano Vili,
00, che poi fu Papa Clemente XIII, che privativamente gli assegnò gli u-
si recò a consagrare l'altare della tili della Depositeria Urbana (Fe-
Madonna Divino Amore assi-
del di ), ne confermò protettore in
stito da monsignor Castelli vicario perpetuo il Cardinal camerlengo
del monistero de' Funari , e poi pro-ternpore , e volle che il pre-
Cardinale, avendo esposte il giorno lato uditore del camerlengato , e
precedente le sagre reliquie e fat- i cavalieri deputati ne fossero gli
te le consuete vigilie, monsignor amministratori, e deputati anche
Torio vescovo di Monopoli La . del monistero delle cappuccine di
divozione verso la detta miracolo- s. Urbano. Come uditore del camer-
sa immagine si è mantenuta sem- lengato ne fu amministratore mon-
pre viva: immenso n'è il concorso, signoiv Bra.'^chi divenuto Pontefice
ed intorno alla chiesa ed al porti- col nome di Pio VI. Continuò egli
co,si veggono appese le testimo- la sua propensione al conservatorio,

nianze delle grazie ricevute ex e per la divozione che aveva alla


Ìvoto. vergine, e martire s. Eufemia, ogni
anno ne visitava la chiesa nel di
Conservatorio de'ss. Quattro. della festa, accordandole alcuni pro-
venti nel 1785, come abbiamo da
V. gli articoli Chiesa de'ss. Quat- una iscrizione lapidaria del celebre
tro Coronati , e Collegio Sal- Morcelli. Brevemente vogliamo dar
VIATI. un cenno sulla chiesa contigua al
nuovo conservatorio intitolata a s.

Conseri'aton'o di s. Eufemia. Lorenzo detto puranco s. Lorenzuo-


lo. Posta nel rione Monti fu già ,

Dell'origine di questo pio luogo, una delle antiche parrocchie di


della sua antica chiesa e moniste- Roma. Clemente XI nel 1704 la
.

20 CON COi\
dioilc ai pp. Pii Operai, i quali, a p. io(), Delle mal maritate alla
cagione della ristrettezza del luogo, Longara.
passarono alla casa e chiesa di s. Al p. Domenico di Gesìj Maria,
Maria de'Monti. Restò soggetta al carmelitano scalzo , dobbiamo nel-
vicariato di Roma, ma mentre era l'anno 16 1 5 fondazione del moni-
la

vicario il Cardinale Carlo Odescal- stero, o conservatorio di s. Croce, ove

chi fu ceduta alle zitelle del con- introdusse alcune donne, che aveva
servatorio di s. Eufemia, riducendo raccolte in una piccola casa, e dove
la camera apostolica il contiguo con apposite regole da lui scritte le
locale, antica abitazione del parro- manteneva colle limosine che andava
co, e poi del rettore della chiesa stes- raccogliendo. Ebbe per fineil vene-

sa. Le pitture dell' altare maggio- rando religioso di togliere dal pec-
re, e quelle della volta furono o- cato le donne di vita disonesta sen-
pei'a di Giovanni Alberti. A' io a- za obbligarle a voti ed a clausura,
gosto ivi si celebra la festa del permettendo ad esse di entrare in
santo titolare, e dice Ridolfino Ve- altri monisteri a vestire l'abito reli-

nuti, Roma moderna, 1. 1, pag. 80, gioso, o di maritarsi. Ajutò mirabil-


che questa chiesa di buona forma, mente questa pia opera Baldassare
dalla sua piccolezza chiamasi s. Lo- Paluzzi nobile romano, con generose
l'enzolo somme. Dopo qualche tempo le don-
ne ivi recluse vollero assumere per
divozione un abito monacale nero
Conservatorio di s. Croce della Pe-
e tagliarsi i capelli, ciò che in pro-
nilcnza alla Longara dello del
gresso fecero con qualche solennità.
Buon Pastore.
Quindi il p. Domenico, ajutato an-
cora dai copiosi soccorsi del duca
11 conservatorio di s. Croce, det- di Baviera, di cui godeva la prote-
to le Scalette, è un pio luogo ove zione, potè fabbricare la chiesa, e
dal Cardinale vicario si pongono il monistero, al quale fu pure gene-
le femmine di cattiva vita. Soglio- roso benefattore il Cardinale An-
no ivi pur anche ritirarsi le mal tonio Barberini, fratello di Urba-
maritate, e quelle che abbandonan- no Vili.
do la vita licenziosa, si vogliono Il governo del luogo venne po-

dedicare al servigio di Dio, ed alla scia affidato ad un Cardinal pro-


salvazione della propria anima. Si- tettore, ad un prelato, e ad alcuni
mili ricetti sono in Roma molto deputati, e da ultimo cioè nel 1802,
antichi, e fino da Leone X si era al collegio de'parrochi di Roma, co-
aperto il monistero delle Coiivertile me si dice Conser-
parlando del
nella via del Corso, di cui parlam- vatorio della divina Clemenza (Fe-
mo ai voi. I p. i35, e li p. 3oi di). Ma mentre di questo luogo
del Dizionario. Quindi s. Ignazio era vicario il Cardinal Carlo Ode-
Lojola nella stessa via della Lon- scalchi, col beneplacito apostolico
gara, sotto Paolo III nel iS^i, ne fu affidata la direzione alle
istituì il conservatorio mal delle monache di Nostra Dama di Carità
maritate, che non volevano, o non del buon Pastore di Angers, dette
potevano stare coi loro mariti. Di perciò del Buon Pastore (Vedi).
esso tratta il Piazza, Opere pie, A quell'articolo si dice che l'ammi-
,

CON CON 2t
ti iili azione del consei" valori o fu ìo- per la comunità, corispondente al
10 alfidata nel 1889, che il nume- coro delle monache ed all'altare, che
ro delle penitenti si è aumentato, perciò fu eretto isolato. 11 monistero
clic molte di esse richiesero di ri- viene chiamato delle Scalette, per-
manervi, altre di ritirarsi , ed al- chè due piccole scale danno accesso
tve finalmente rientrarono nelle al medesimo, ed alla cliiesa. Sopra
vie della grazia, e ritornarono nel la porta esterna del monistero si è
seno delle proprie famiglie. Il re- ora collocata la statua rappresentan-
gnante Pontefice per animare lo ze- te il Buon Pastore, il quale sulle
lo delle monache nel febbraio 1 842 spalle porta una pecora smarrita
visitò la loro chiesa, quindi nel con- locchè fa allusione all'istituto.

tiguo monistero e conservatorio,


le ammise al bacio del piede. Ora Conservatorio deWospizio aposto-
però le donne penitenti non vesto- lico di s. Michele a Ripa grande,
no più come le antiche l'abito mo- V. Ospizio apostolico di s. Mi-
nacale, ma vestono conforme alla CHEtE.
loro condizione. Nel medesimo mo-
nistero evvi ancora un convitto di Conservatorio delle mendicanti.
giovani per l'educazione, o corre-
zione di qualche lieve mancanza, Questo pio luogo si chiamò con-
che chiamasi classe dì preserva- servatorio delle povere orfane men-
zione. Esse sono del tutto divise dicanti del Sagramento, ad teni-
ss.

dalle penitenti, e non hanno comu- plum pacis, ed anche del p. Gara-
nicazione veruna colie medesime, e vita, e del p. Paolo, per quanto
s' istruiscono nei lavori propri del andiamo brevemente a dire. Nel
sesso femminile. Il medesimo Pa- pontificato d' Innocenzo X, e nel-
pa regnante ha stabilito, che il l'anno i65o, una pia donna, che
Cardinal protettore delle monache, frequentava la divozione della visi-
e di questo pio luogo sia sempre il ta del ss. Sagramento esposto in
Cardinal vicario prò tempore , il forma di quaranta ore, vedendo
quale nomina un prelato deputato. alcune fanciulle andar vagando
La prende il nome della
chiesa per le chiese con disturbo de'fede-
ss. Croce perchè ad essa dedicata li, si mosse con lodevole zelo a rac-
quando nel 16 19 fu fabbricata. Nel- coglierle presso di sé, acciocché non
l'altare principale eravi dipinto Gesù pili andassero girando, e la sera
Cristo, che porta la CrocCj ope- a dormire sotto i pubblici portici.
ra di Terenzio da Urbino: poi vi Una signora fiorentina tratta da sì
fu posto quadro col ss. Crocefisso
il beli' esempio , vestì le donzelle in
del cav. Francesco Troppa, dal qua- numero di dodici, e con permissione
le venne pur dipinto quello dell'An- di monsignor Ascanio Rivaldi vice-
nunziata a destra, mentre la tavola gerente assegnò ad esse uniforme
rappresentai) le s. Maria Maddalena abito bianco con pazienza rossa, col
penitente a sinistra è di Ciccio Ora- quale incedevano per la città can-
ziani napolitano. Da ultimo fu ri- tando canzonette spirituali, ed insie<-

mosso il (|uadro del ss. Crocefisso, ine raccogliendo limosine, donde fu-
e trasportato dentro al monistero, rono chiamate mendicanti, nome col
ed in vece vi è una grande grata quale tuttora si appellano.
12 CON CON
Essendo nato qualche disordine, le volle concorrere al divisamento
ne prese cura e protezione la du- con pretendere s"i moderata somma.
chessa di Latera, ed acciocché fos- Il palazzo e giardino trovansi pas-
sero meglio custodite, le affidò ad sata la piazza delle Carrette d'appres-
una savia donna, che ahitava in so al tempio celebre, che i romani
Tordinona, il cui marito era addet- eressero alla pace: e siccome era un
to a quelle prigioni, ed il numero vasto, e bello edifizio, fu convertito
si accrebbe a venticinque. Termi- in comodo e regolare conservatorio,
nato l'anno, l'elemosine diminuiro- per cui è uno de' migliori di Ro-
no, ma la divina Provvidenza mos- ma. Vi sono alcune scale con buo-
se il rinomato gesuita p. Pietro ni dipìnti a fresco, e l'oratorio, o
Garavita a supplire al mantenimen- chiesina interna aveva un quadro
,

to, e alla direzione delle povere di Giovanni Bigatti, rappresentan-


mendicanti. Tanta premura
fu la te la sagra Famiglia. Alessan-
cui egli vi pose, che aiutato da dro VII permise che vi si cele-
molti benefattori , il loro numero brasse la messa nei di feriali, e
ben presto arrivò a cento, e la du- nelle feste con adempimento del pre-
chessa vi prepose al governamento cetto per le donzelle, che l'ascoltasse-
due monache. Quindi dovendo par- ro. Le poche rendite del conservato-
tire il p. Pietro Garavita per Ge- rio, e le llmosine che ad esso si da-
nova sua patria per darvi le mis- vano non essendo proporzionate al
sioni, fu affidata la direzione delle bisogno e al numero delle alunne,
donzelle allo zelo fervoroso, e all'in- la congregazione deputata a tutte
telligente carità Paolo Mer-
del p. le zitelle bisognose preferiva quelle
cati sacerdote Giovanni dei
di s. orfane. 11 p. Paolo poi v'introdus-
Fiorentini, degno di perenne me- se molti, e vari lavori di seta, fran-
moria perchè principalmente da lui gio, cordoni, calze, guanti ed altre
il conservatorio ripete lo stabili- opere di canape, e di lino, che il

mento, e la perfezione. Prima tras- Piazza enumera a p. 166 delle ope-


portò le donzelle vicino alla sua re pie. Ciò fece il benemerito di-
«chiesa di san Giovanni de'Fioren- rettore anche per agevolare il mari-

tini, e poi essendosi accresciute al taggio alle donzelle, ed ubertosi ne


numero di centoventicinque, col pa- furono i buoni effetti. Ma quello,
rere di monsignor Rivaldi vicege- che sopra tutto rese celebre il con-
renle, furono collocate in più co- servatorio, fu l'introduzione dell'ar-
moda abitazione a piazza Margana, te lana, che con poco suc-
della
ridotla perciò a forma di conserva- cesso avevano già tentato in Roma
torio. Intanto, nel 1660, a' io mar- s. Pio V, Sisto V, ed Urbano Vili.

zo, morì il detto prelato Rivaldi Si cominciò col tessere le mezzela-


lasciando erede il pio luogo di cin- ne per vestire donzelle, poi si pas-
quantamila scudi, il perchè ne viene sò ai telai pei loversi, alle saie,

considerato come il fondatore. Fu- alle stame, e ad altre specie di la-


rono allora acquistati per ventidue vori , non senza opposizione dei
mila scudi, benché, come osserva il mercanti e tessitori ; quindi s'intro-
Venuti, Roma moderna t. I, p. 76, dusse la fabbricazione degli scarlatti
ne valessero ottantamila, il palazzo ed con vero color cremisi, e panni di
il giardino del Cardinal Pio, il qua- altri colori ad uso di Francia, per-
,

CON CON 0.3

che un benevolo tintore francese sesso, massime in manifatture di

ad utile dello stabilimento ne die- cotone: non lavorano piti le lane,


de i relativi insegnamenti. Alessan- e siccome tuttora godono del pri-
dro VII vedendo che i lavori del- vilegio di fornire di drappi il go-
le lane andarono vieppiìi perfezio- verno, il pio luogo li fa lavorare
nandosi, ad incoraggiamento delle a- dai lanari nelle ampie sale del me-
liinne, con breve dei 27 luglio desimo stabilimento. Le zitelle si

i665, esentò il conservatorio dal ritengono il denaro ritratto dai lo-


consolato dell'arte della lana, e Cle- ro lavori e fatiche, dovendo però
mente IX, animato dai medesimi sen- ognuna pensare alle vestimenta do-
timenti del predecessore con un mestiche . Quello di prammatica è
l>ando menzionato dal Piazza, proi- di saja di colore cenei'ino, che in
bì r introduzione di panni este- uno agli altri arnesi , e ai due
ri, e concedette al conservatorio la fazzoletti bianchi con cui rìcoprono
privativa di fornire i drappi per ve- le spalle e il capo , e coi quali
stire la guardia svizzera pontificia, incedono in pubblico, si fornisce
e i condannati alle galere di Ro- ad esse dalla casa. Nell'anno 1780
ma, porto di Anzio, e Civitavecchia. Pio VI soccorse generosamente il

Inoltre Clemente IX soccorse il pio conservatorio, che si trovava in bi-


luogo ed abilitò a godere
le zitelle sogno, assegnandogli annui scudi
il sussidio dotale, che annualmente duemila; indi nel 1790 tassò di
dispensa l'arcicon fraternità della ss. altrettanta somma i monisteri di
Annunziata. Roma, per aiutare questo istituto.
Clemente X, a' 3 r agosto, ap-
provò le leggi, e le costituzioni del Conservatorio della Divina Prov-
conservatorio, quale per 'un mi-
il vidcìiza. e s. Pasquale.
l'acolo ivi operato da Dio ad inter-
cessione di s. Filippo Neri , elesse Ad onta che la pietà romana
questo santo per protettore princi- avesse istituito molti conservatorii
pale.Di poi il p. Paolo Mercati do- per conservare la pudicizia delle
po avere sofferto, benché innocente, povere zitelle, e preservaila dai pe-
alcune differenze, ricco di meriti, ricoli della loro età e condizione,
e di età, mori di 90 anni a' 7 a- tuttavolta a cagione della popolosa
gosto 1690. Il pio luogo sempre Roma il zelante sacerdote romano
progressivamente ha fiorito, prima Francesco Paperetti, vedendo mol-
governato e diretto da una con- te zitelle proprie
trascurate dalle
gregazione di dodici deputati che madri, e abbandonate,
pieno di
aveva per capo un prelato, ed ora fiducia nella divina Provvidenza, e
dal Cardinal pro-datario, il quale neir aiuto di caritatevoli persone,
vi tiene due deputati, uno eccle- volle riunire alcune di tali donzel-
siastico, l'altro secolare. Il Cardina- le in una casa, ch'egli aprì nel
le accetta lealunne, per lo più or- marzo 1674, regnando Clemente
fane, e queste non vengono poste X, nella via di Tor de' Specchi.
fuori del conservatorio, che spose, Le affidò alla cristiana istruzione
o monache. Al presente le donzel- di alcune maestre, le quali pur
le ascendono circa ad un centinaio, dovevano istruirle ne' lavori don-
si occupano di lavori proprii del neschi, per trarne vantaggio pel
a4 CON CON
conscrvatono per le donzelle
, e conservatorio a Clemente XII, non
stesse. Il Papa generosamente con- ebbe pih luogo. A' 23 marzo 1684,
corse alle pie intenzioni del fon- con dolore delle zitelle, morì il fon-
datore: anzi osservando che ogni datore Paperetti.
giorno si accresceva il numero del- Pio Vili assoggettò il conserva-
le alunne, nell'anno santo 1675 torio al Cardinal vicario prò tenh-
le trasferì ad una qasa più gran- pore , che facendo le veci dei pav
de, presso la chiesa di s.Orsola sati Cardinali protettori, questi no-
nella via di Ripetta, e diede allo mina due deputati , uno ecclesia-
stabilimento il nome
Conserva- di stico disciplinare, e l'alti-o econo-
torio della divina Provvidenza. Di mo; il pi-imo ha cura del culto,
poi il locale venne successivamente ed invigila sulla disciplina interna
ingrandito, giunse a contenere due- ed esterna; il secondo amministra
cento donzelle, e riuscì forse il pih le rendite di esso. Al presente sono
vasto de' conservatorii di Roma, pei cento le zitelle povere ma di civil ,

suoi numerosi, e comodi dormitori, condizione: esse, oltre all'esser istruite


e migliore infermeria. nella musica ,
possono abilitarsi a
Innocenzo XI ne fu egualmente quasi tutti i lavori della loro sfe-
benefattore dappoiché attribuì al ra, ad ogni sorte di tagliatura , e
conservatorio, per l'acquisto della cucitura sì di che di
biancheria,
casa, un legato di scudi diecimila vesti ; ad ogni soita di ricamo di ,

lasciato ad
pias causas, e nominò aggricciatura , di composizione di
in protettore il Cardinal Alderano fiori, e di altre galanterie, che al-
Cibo suo segretario di stato, e di- la giornata sono in uso. Il guada-
rettore monsignor Domenico Maria gno è tutto a loro profìtto. Prima
Corsi, che vi pose un rettore, e poi cucivano con privativa i guanti,
dal detto Papa fu creato Cardina- ed eseguivano altri lavori di pelle,
le. Narra il Cancellieri nel suo Mer- e tutt'ora in ampia sala ammetto-
cato pag. 63, che Innocenzo XI, no a scuola alcune piccole fanciul-
con chirografo del 1682, convertì le. Quando escono dal conservato-
una contribuzione, che annualmen- rio vestono un abito nero, con faz-
te pagavasi dai mercanti di Ripet- zoletto, e cappello con velo nero.
ta, dai barcaiuoli, navicellari, chio- Sono dirette da una priora. Alcu-
darolì ed altri per la festa di san ne zitelle vi dimorano in qualità
Rocco, in vantaggio del conserva- di convittrici, pagando la mensile
torio, giacché la contribuzione si dozzina "eli scudi cinque : allorché
erogava^ in palli per le corse delle le alunne
maritano, o si fanno
si

barche, e pei strappacoUi dei pa- monache, hanno in dote cento scudi.
peri nel Tevere, ed altri simili La suddetta chiesa di s. Orsola
trastulli, e profanità secolaresche, fu resa di solo diritto delle alunne,
le quali se servivano di popolar ed è dedicata a Maria santissima
sollazzo, erano inconvenienti ad o- del Rosario. Fu fabbricata con di-
norare il santo, la cui chiesa è segno del marchese Theodoli i :

nellamedesima contrada. Aggiunge quadri dei tre altari sono di Pla-


il medesimo Cancellieri, che nel cido Costanzi, cioè il s. Giuseppe,
1738 si voleva rinnovare il trastul- il Crocefisso, e la ss. Annunziata
loj ma ricorrendo i superiori del coir Angelo dai lati dell' alture
,

CON CON 25
maggioro, mentie la volta fu di- parrocchia di Martino ai Monti,
s.

pinta da Giacomo Triga, come nel settembre del i668 fondò que-
dice Ridolfìno Venuti , Roma mo- sto sotto il titolo dell' Immacolata
derna tom. I, par. II, p. 4*5 '• J" Concezione, per le donzelle povere
questo conservatorio, sotto il pon- e di ci vii condizione, cui a motivo
tificato di Leone XII, furono tras- dell'età non era dato entrare in
portate tutte le zitelle^ ch'erano altri conservatorii di Roma, e per
nel conservatorio di s. Pasquale in mantenerle ivi nella istruzione di
Trastevere, e contemporaneamente una cristiana educazione, finché
vi furono trasportate anche alcune non si fossero maritate, o fatte
da s. Caterina de' Funari, ed altre monache. A tale effetto non solo
dal conservatorio di s. Maria dei Clemente IX approvò l' istituto
Rifugio presso s. Onofrio, chiama- ma abilitò le donzelle a poter con-
to volgarmente del p. 'Russi. Dal seguire qualunque dotazione , seb-
citato Venuti, tom, II, par. II, p. bene non toccasse la distribuzione
io4o, si rileva che le zitelle del al rione ove slavano, giacché da

conservatorio di s. Pasquale, erano tutti i rioni della città erano pre-


stale altra volta rimosse da quel se le zitelle. In oltre Clemente IX
luogo. Nel locale di s. Pasquale pose il conservatorio sotto la pro-
furono istituite in seguito quattro tezione, e direzione del prelato "vi-

belle opere, cioè una casa di con- cegerente prò tempore, e gli diede
vitto per le donne provette, che in ajuto quattro deputati, fra' quali
amano vita ritirata, e quasi mona- il p. Girolamo Serafini, cai-melita-
stica, col pagamento di tenue pen- no dell'antica ,
parroco
osservanza
sione un luog^o di educazione per
; di Martino. Quindi siccome fu-
s.

le civili donzelle, con picciola cor- rono poste a dirigere il conserva-


risposta; una casa di esercizi spi- torio alcune maestre, avendo que-
rituali, particolarmente per le po- ste preso r abito di oblate carme-
vere, che bramano fare la prima litane. Clemente X nel confermare
comunione; ed una scuola di fan- le concessioni di Clemente IX, ac-
ciulle, diretta da quattro maestre. cordò loro tutte le indulgenze e gra-
zie, che godono le monache carme-
Conservatorio della ss. Concezione litane professe.
detto delle Viperesche. Poco dopo la fondazione fu fab-
bricata una piccola chiesa presso il

Livia Vipereschi, nobile romana, conservatorio, e a questo oggetto la


allo splendoi'e dei natali, ed ai be- principessa d. Maria Camilla Orsi-
ni di fortuna aggiunse i pregi di ni Rorghese, anch'essa benemerita
esemplare integrità di costumi, e del conservatorio della Divina Cle-
di zelo per la salute de' suoi simi- menza, contribuì la somma di cin-
li. Mentre la pia matrona esercita- quemila scudi. La zelante fonda-
vasi in opere di pietà cristiana, ed trice d. Livia Vipereschi con edifi-
aveva donato una casa in Traste- cazione di tutta Roma morì ai 6 di-
vere al conservatorio della divina cembre 1675, ed oltre quanto aveva
Clemenza per istabilirvisi, nella re- fatto per queste donzelle in vita, le
gione de' Monti, presso l' arco di lasciò sue eredi coH'annua entrata
s. Vito , e precisamente sotto la di scudi trecento, per cui le alun-
,

id CON CON
ne presero il nome di Viperesche. Questo utile conservatorio sus-

Oltre le donzelle figlie del luoso sistette sino al 1802, nella qual epo-
sono ricevute nel conservatorio con ca, il Cardinale Giulio dalla So-
mensile pensione altre zitelle per la maglia vicario di Roma, apri la sa-
educazione, le quali vestono uui- gra visita nel monistero di s. Croce
formemente tutte di lana nera, e detto anche delle Scalette, ora del
vengono istruite nella pietà, e nella Buon Pastore alla Lungara, e rimos-
condotta civile. se da questo le monache col man-
darle a quello delle ss. Rullìna e Se-
Conservaton'o della Di\>ina Clemen- conda nella via chiamata della Litn-
za detto anche del Rifugio in garina nella stessa regione di Tras-
Trastevere. tevere. Il medesimo Cardinale po-
se sotto la direzione del collegio
Nel pontificato di Clemente IX de' reverendi parrochi di Roma ta-
in una casa posta nella piazza di le locale, destinandolo a ricevervi
s. Calisto, precisamente incontro al- quelle donne, che pei loro trascor-
la chiesa in Trastevere donata da si sarebbero state ivi poste o dal
Livia Vipereschi nobile romana fon- tribunale del vicariato, o anche a
«.latrice delle Viperesche, fu eretto richiesta dei loro mariti. Contem-
questo pio luogo chiamato del E.ifu- poraneamente però, stante i debiti
gio, dell'Assunta, e più comunemente de' quali era gravato il conservato-
di s. Maria della Clemenza, dalla rio della divina clemenza, lo disciol-
miracolosa immagine di questo no- se, rimandando alle loro case le

me, che si venera nella prossima basi- poche donne, che vi erano, e dispo-
lica di s. Maria in Trastevere, dap- nendo che , pagati i debiti , nuo-
presso quale aveva il conser-
alla vamente si aprisse sotto la stessa
vatorio avuto la primaria origine. direzione del collegio de'parrochi.
Il pio luogo riconosce per fondatori Al presente n' è prossima la riaper-
alcuni zelanti parrochi di Roma, che tura, essendo ormai estinte quasi
colla direzione di monsignor Gia- tutte le passività.
como de A ngelis arcivescovo di Urbi-
no, vicegerente, poi fatto Cardinale Conservatorio di s. 3Iaria del
da Innocenzo XI, col soccorso di cin- Rifugio del p. Bussi.
que mila scudi, ed altre generose
limosine della principessa Maria Ca- Nel pontificato di Clemente XI,
milla Orsini Borghese ( i membri e nel maggio 1708, Alessandro Bus-
della quale casa furono poi anche si patrizio di Viterbo, e sacerdote
benefattori del luogo), diedero prin- della congregazione dell' oratorio ,

cipio alla pia opera. Col benepla- volendo istituire il conservatorio


cito di Clemente IX, che vi con- per le donzelle particolarmente or-
tribuì con mensile soccorso nel 1669, fane (rimpetto alla chiesa di s. Bia-
furono ivi raccolte donne si zitelle gio della Pagnotta, e poscia nel
che vedove, le quali non avessero mese maggio 1703 avendo ac-
di
taccia che le disonorasse; vi si am- quistato il palazzo del Cardinal An-
mettevano anche maritate, e quelle tonio Glori), che pentite dei loro tras-
specialmente, che volevano sottrarsi corsi, bramassero vivere in peniten-
ai cattivi trattamenti dei loro mariti. te raccoglimento, prima radunò al-
CON CON 27
cune donzelle una casa posta
in tredici ai ventisei anni, e devono es-
in via Giulia di Camerino, presso sere povere di condizione, e biso-
la chiesa di s. Onofrio sul monte gnose di custodia. 11 vestito tanto
Gianicolo Quindi coH'autorità di
. delle convittrici, che delle alunne,
Clemente XI il fondatore prepose le quali prima vestivano di color
al governo del pio luogo d. Ma- tanè, è uniforme nero, che si cava
ria Vittoi'ia Ciccolini, nobile o- dalle alunne col profitto di lavori
simana, la quale con gran vantag- propri del sesso, come dal rica-
gia delle zitelle lo resse quaranta- mare, cucire, stirare, lavorare ma-
sei mentre il p. Alessandro
anni, glie, paramenti sagri ec. Il conser-

Bussi, dopo aver meritato la stima vatorio ha pure chiesa interna di


di Clemente XI, e Benedetto XIII piccola forma, in cui si venera una
morì compianto a'22 marzo 1728 immagine della beata Vergine di-
in età di settantaciiique anni. Que- pinta da d. Ferdinando Sanfelice;
ste alunne per lui chiamaronsi le ha pure oratorio, infermeria e re-
penitenti del p. Bussi. Dopo la me- golare abitazione , oltre i giardini.
tà del decorso secolo il celebre Car- N' è sempre protettore, e superioi*e
dinal Marc' Antonio Colonna vicario il Cardinal vicario pro-tempore, che
di Roma, a vantaggio delle don- vi destina al governo due deputati
zelle del conservatoi'io, stabin pres- ecclesiastici.
so questo un monistero di carmeli-
tane scalze, dette le Teresiane, con Conservatorio de' ss. Clemente e
voti sen)plici, acciocché le zitelle, CrescentinOj detto delle Zocco-
che avessero bramato monacarsi, lelte.

ivi potessero agevolmente mandare


ad effetto la loro vocazione. Nelle La sua origine rimonta al 1699
ultime vicende, essendosi notabil- nell'avvicinarsi l'anno santo
1700,
mente diminuite le rendite, restò che incominciato da Innocenzo XII,
soppresso il monistero, e le monache fu compito da Clemente XI. Il

superstiti, secondo le disposizioni del sommo Pontefice Innocenzo XII,


Cju'dinal benefattore, furono unite il quale per lo zelo, e per la carità
alle zitelle del conservatorio. Il me- apostolica si acquistò il glorio-
desimo Cardinal Colonna fu pure so titolo di padre de' poveri, ve-
benemerito, col fondo che assegnò dendo tante povere giovinette pri-
al monistero delle Carmelitane di ve di genitori miserabili , e tras-
Tolentino, acciocché vestissero gra- curati nel una cristia-
dar loro
tuitamente quelle zitelle di questo na educazione, le quali andavano
conservatorio, che avesseix) amato accattando per Roma non senza
monacarvisi, come tuttora esiste. grave pericolo di molti disordini,
Annualmente vi dimorano una divisò di riunirle in qualche luogo.
trentina d'individue, comprese la su- Pertanto ne diede l'incarico al suo
periora ele quattro assistenti o mae- elemosiniere, monsignor Girolamo
non però le convittrici,cheascen-
stre, Berti, ecclesiastico di edificante pie-
dono ad una ventina, e pagano la tà, il quale, in uno ad altri eccle-
pensione mensile di paoli qua- siastici, ne un» un qualche nume-
rantacinque.Le giovani, che ivi si ro ne' granari presso s. Eligio dei
ammettono, ordinariamente sono dai Ferrari, e precisamente incontro al-
28 CON CON
la chiesa di Giovanni Decollato.
s. Vaticano, come elemosiniere di Cle-
Poste così in sicuro molle povere mente XII, alcuni credettero che
fanciulle, Innocenzo XII assegnò lo- eotto di lui fosse stato fondato il

ro pel mantenimento, e per primo conservatorio.


fondo l'annua pensione di scudi Sino al 1748, ed al pontifica-
mille, che impose sulla mensa ve- to di Benedetto XIV si sa dall'au-
scovile di Osimo. La qual pensio- tore della vita di Maria Madda-
ne il successore Clemente XI tras- lena Laudadio, già alunna del con-
ferì poscia a carico della dateria servatorio , e morta in concetto
apostolica, e nello stesso tempo que- di santità, che queste zitelle vesti-
sto ultimo Papa, dichiarò che al vano tonaca di grossa lana, da lo-
nascente pio luogo presiedesse sem- ro medesime tessuta in doppio co-
pre monsignor elemosiniere aposto- lore, perciò rassomigliante al nero
lico pro-tempore, ed anche come e al cinericcio, non che sopravveste
capo della congregazione di perso- bianca di lino, velo bianco sulle
ne saggie ecclesiastiche, e secolari. spalle, e zoccoli a'piedi, donde vol-
In progresso di tempo si aumentò garmente furono chiamate zocco-
il numero delle akinne per cui lette. Occupata Roma la seconda
non essendo il luogo sufficiente volta dai francesi nel tempo della
a contenerle, il medesimo Clemen- loro amministrazione, ai 3o settem^
te XI comperò il sito ove al pre- bre 181 1, le alunne furono rimos-
sente esiste il conservatorio, cioè se ed espulse dal conservatorio:
nel rione Regola ,
presso l'ospizio alcune si dispersero, ed alcune en-
detto de'Cento Preti, ora ospedale trarono in altri conservatorii. Ri-
dell' Ordine gerosolimitano per le tornato felicemente Pio VII nel
milizie pontificie a ponte Sisto. Ri- 18 14) per le cure del pio ed e-
dotto il locale in forma di conser- semplare suo elemosiniere France-
vatorio, le alunne vi si trasferirono sco Bertazzoli nell'anno seguente
,

nel 1715, come si legge nella la- fece riaprire il conservatorio, e re-
pide posta sulla porta dell'ingresso. stituirvi le donzelle.
Quindi Clemente XI diede loro L'edifizio ha nell'interno cinque
per santo protettore Clemente I, dormitori, infermeria, refettorio, ec.
Papa e martire, santo del suo no- cappella , e giardino sulla riva del
me, cui poi fu aggiunto s. Crescen- Tevere. Questo pio luogo per le

tino, e volle che le alunne fossero zelanti cure del prelato elemosinie-
chiamate le Povere Mendicanti di re del l'egnante Pontefice, cioè di
s. Clemente, e il conservatorio la monsignor Ludovico Tevoli, arci-
cosà di s. Clemente, come abbia- vescovo di Atene, e canonico Va-
mo dal Novaes nella vita di quel ticano, fiorisce grandemente. Dap-
Pontefice, tomo XII, p. 246. Il poiché, migliorata la condizione del-
preciso loro istituto fu di attende- le alunne, regolata meglio l'ammi-
re al buon regolamento dello spi- nistrazione, restaurato il conserva-
rito, ed al lavorio dei fustagni. Sic- torio, l'aliare, e la cappella, o chie-
come poi ne fu zelante prelato or- sina eh' è dedicata ai ss. Clemente
dinario, monsignor Nicola Saverio e Crescentino , fornita inoltre di
Albini di Benevento, arcivescovo di sagri arredi, e paramenti, il conser-
Alene, e canonico di s. Pietro in vatorio sempre più prova grandi
CON CON 29
•vantnqgi per essere soggetto alla ma, cioè sulla porta di s. Maria
clemosineria apostolica, e per aver ad Martyres, insieme cogli altri
sempre per superiore U elemosiniere poveri al presente , quando esco-
:

del Papa [Feiii^ no dal conservatorio, vestono affat-


In questo conservatorio si rice- to di nero , e la questua non ha più
vono le fanciulle, màssime le orfane, luogo.
ordinai iamente dai sette agli undi- y. Regole da osservarsi dalle
ci anni, per nomina di monsignor zitelle del ven. conservatorio de' ss.
elemosiniere, e nell'ingresso le zi- Clemente, e Cresentino in Roma,
telle devono essere corredate di dette le zoccoletle presso il pon-
quanto abbisognano, nelle vestimen- te Sisto, Roma
i8i5. Queste re-
ta, nelle biancherie, ed altro occor- gole nella suaccennata riprislina-
rente, come si pratica in tutti gli zione del conservatorio furono me-
altri conservatorii, corredo che vol- glio stabilite ed ordinate da quel-
garmente si chiama 1' acconcio. Il le antiche dal lodato monsignor
successivo vestiario si ricava poi Bertazzoli, arcivescovo di Edessa,
dal prodotto dei lavori delle me- e poi amplissimo Cardinale, insie-
desime alunne, i quali consistono me ai deputati, e ministri del me-
nel cucire, lavare, stirare, aggric- desimo conservatorio.
ciare , ricamare, ed altro. Prima
erano valenti queste donzelle nei Conservatorio Pio.
tessuti di lino, e canape detti fusta-
gni di molta durata, ma dopo che Antonio Casali fu prelato com-
a buon prezzo si fabbricano eccel- mendato per la sua carità verso
lenti telerie in diversi luoghi dello i poveri e per custodire la pudici-
stato pontificio, naturalmente fu-
i zia delle oneste zitelle, al qual ef-
stagni , come più costosi, caddero fetto promosse questo istituto men-
di commercio. Oltre a ciò le alun- tre era governatore di Roma. Quin-
ne per turno fanno pel pio luogo di fu creato Cardinale, e continuò
il bucato, la cucina, ed altri uffizi; nella carica di pro-governatore si-

quindi le più savie, e le più adat- no al conclave per morte di Cle-


te divengono maestre, e dirigono mente XIV. Eletto nel medesimo
le alunne, non che le fanciulle estra- Pio VI, per le istanze del Cardi-
nee, che sono ammesse nel conser- nale stabili di aprire un nuovo con-
vatorio, solo però alle scuole di la- servatorio, locchè effettuò a'5 lu-
vori muliebri, ad apprendere a leg- glio 1775 alle falde del monte
gere, ed esercitarsi in opere di pie- Gianicolo, cioè dappresso un luogo
tà. Al presente la comunità si com- delizioso, che prima faceva par-
pone di circa cinquanta individue, e te del giardino Corsini. Il Cardina-
r a rcicon fraternità dell' Annunziata le venne fatto dal Papa protettore
e il capitolo vaticano sogliono som- del conservatorio, eh' egli nominò
ministrare una dotazione alle alun- Pio, o Piano, per averlo posto sot-
ne, che si maritano, o si fanno to la protezione di Pio V, del
s.

monache. Prima le donzelle vesti- qual santo Pontefice aveva assun-


vano, come dicemmo, ed accompa- to il nome nell'psere eletto Papa,
gnate dalle maestre alcune desti- per la sua particolare divozione ver-
nale andavano questuando per Ro- so il medesimo. Form il magna-
,

3o CON COi\
nimo Pontefice la comunità di tut- Attualmente le alunne fanno di-
to roccoli-ente pel ben essere delle versi lavori propri del sesso, e sono
alunne, ed il Cardinale si mostrò dirette da una priora, e dalle mae-
finche visse caldo zelatore del mede- stre che si scelgono tra le medesi-
simo conservatorio, per cui da al- me. Un Cardinale di s. Chiesa è
cuni ne fu tenuto per fondatore. il protettore dell' istituto , che vi
Aumentandosi il numero delle don- tiene due deputati, uno per 1' am-
zelle, e quindi i bisogni della co- ministrazione economica, l'altro per
munità, ne prese peculiar cura il lo spirituale , e da lui dipendono
medesimo Pontefice Pio VI, che in- le ammissioni delle alunne. Quan-
grandì l'edifizio il quale si compo- do queste talvolta escono dal con-
ne di tre dormitori, dell'infermeria servatorio per camerate, usano abi-
ec. , di un giardino pel passeggio. to uniforme di saja nera, pannoH-
Da ultimo poi fu costrutto un cam- no bianco in testa, e fazzoletto pur
mino secondo i recenti metodi eco- bianco sulle spalle. I propri parenti,
nomici. Inoltre Pio VI prescrisse ed alti'i , come si pratica ne'con-
i regolamenti del pio luogo massi- servatorii, possono visitare le zitelle,
me bene spirituale delle alun-
pel alle qualiperò non si permette di
ne, che non partono se non per andare a pranzo fuori del conser-
prendere marito o monacarsi. Gli vatorio.
accrebbe ancora l'assegnamento, e
Conservalorio della Ss. Trinità
siccome le donzelle lavoravano to-
detto delle Trinitarie.
vaglie damascate di molto pregio
e grandezza, quando il Papa le o- Nel pontificato di Pio VI, Cate-
norò di sua presenza, esse gli umi- rina Marchetti nobile e possidente
liarono una di tali tovaglie con romana, raccolse alcune oneste don-
intorno bellissimi rabeschi, ed in zelle di buona indole nella sua ,

mezzo lo stemma gentilizio di lui. casa presso la chiesa di s. Prasse-


Il Papa ne gradi 1' offerta, ed am- de, e le offri alla direzione dei re-
mirò l'artifizio del lavoro. Quindi ligiosi Trinitari scalzi della Reden-
lo stesso Pontefice, ad ulterior van- zione degli schiavi [Vedi), perchè
taggio del luogo ,
per consiglio di la pia donna era terziaria di quel-
monsignor Fabrizio Ruffo allora teso- l'Ordine, e ne vestiva l'abito. Vuoi-
riere generale ,
poi Cardinale , vi si, che la Marchetti volesse forma-
stahih un lanifizio. AI presente le re in detto luogo un monistero, e
donzelle non lavorano più le lane, delle zitelle altrettante monache
e siccome la situazione dello sta- Trinitarie ,
quando il tesoriere ge-
bilimento gode il benefizio di mol- nerale d' allora monsignor Fabrizio
ta copia d' acqua che scorre giìi dal E.u{ib, poi Cardinale, modificò le
colle, vi furono introdotte le pri- idee della fondatrice, e la persuase
me macchine provenienti dalla Fran- a ricevere nella novella comunità le
cia ,
per la lavorazione delle lane orfane de' ministri della R. Camera
dei panni ec. per conto del mar- apostohca, provvedendo coli' erario
chese Guglielmi, il perchè divenne di questa mantenimento. Au-
al loro
vm' opificio utilissimo, che rende al mentandosi progressivamente il nu-
luogo non poco vantaggio per l'af- mero delle alunne, il luogo diven-
fìtto, che ne ritrae. ne un conservatorio, che s'intitolò
,

CON CON 3i

della Ss. Trinila, e le donzelle fu- circondavano questo sontuoso mo-


rono cliiamate le Trinitarie , sotto numento, erano state collocate pri-
la direzione spirituale del viccregen- ma nel conservatorio di s. Caterina
te prò tempore^ e la temporale dei de' Fuiiari, poscia nel monistero di
prelati tesorieri generali. s. Ambrogio per volere di Pio VII,
1789 mori la istitutrice, che
Nel da dove furono da Leone XII tras-
faceva da superiora e le succes- , ferite in questo conservatorio. Riu-
se una certa Patrizi , che era be- scendo il locale angusto alle due
nemerita del luogo, per aver coo- famiglie ,
per lo zelo ed impegno
perato alla defonta sì nell' eriger- dell' attuale Cardinale pro-tesoriere
lo,che in regolarlo. Però non an- generale Antonio Tosti, il Cardinal
dò guari , che pel numero delle Odescalchi vicario di Roma cedette
donzelle essendo la casa divenuta la casa e chiesa di s. Lorenzo a
angusta, il Pontefice Pio 'VI le con- Wacel de' Corvi alle alunne, e alla
cesse la chiesa, e il monistero di prefetta del conservatorio di s. Eu-
s. Paolo primo eremita nella via femia. Queste col beneplacito del
che dalle quattro fontane conduce regnante Gregorio XVI , vi passa-
alla basilica Liberiana, la quale an- rono a dimorare nel 1840. Oltre
ticamente apparteneva ad alcuni re- a ciò il lodato Cardinal Tosti, fece
ligiosi eremiti della regola di detto operare al conservatorio delle Tri-

santo, di nazione ungari , e polac- nitarie molti necessaii restauri.


chi. Il generoso Papa avea già pri- In quanto alla chiesa antica di
ma fatto restaurare la chiesa, e il s. Paolo primo eremita, la cui fe-
monistero, che venne ridotto ad sta ivi celebrasi ai 25 gennaio, igno-
uso di conservatorio. Sebbene le rasi quando sia stata edificata , e
regole fatte compilare dalla ÌMar- dedicata al primo santo eremita
chetti fossero lodevoli, il tesoriere della cristianità. L' odierna poi^ do-
Lorenzo Litta, poi Cardinale, ordi- po la demolizione della precedente,
nò delle regole parziali per la di- fu fabbricata verso la metà del se-
sciplina interna. Le alunne s'impie- colo decorso, con architettura, che
gano a cucire, e gricciare, ricamare gì' intendenti qualificano per bizzar-
ed altro ed lo guadagno lo impie-
, ra. L'ingresso è decorato da un a-
gano nelle vesti menta , le quali vancorpo semicircolare a portichet-
quando escono dal conservatorio, to , sostenuto da colonne esso è :

.sono di color turchino, con lo stem- sovrastato da un albero di palma


ma in petto dei pp. Trinitari. Con- con sopra un corvo avente a' fian-
tiguo al conservatorio evvi il giar- chi due leoni, cose tutte allusive
dino. alle geste del santo, il tutto di tra-
Nella riunione dei conservatori! vertino. L'interno della chiesa è a
operata da Leone XII, questo Pon- croce greca, decorato di colonne,
tefice unì alle alunne Trinitarie in e pilastri , che reggono la cupola.
questo medesimo luogo , le zitelle Le volte sono abbellite da stucchi,
del Conservatorio di s. Eufemia e neir altare maggiore evvi la sfa-
fFe*^/^ , neir anno 1828, le quali tua in marmo di s. Paolo primo
dopo demolizione della loro chiesa
la eremita, entro una caverna, la qua-
e conservatorio presso Colonna Tra- le è artificiosamente illuminata da
jana, per isgombrare gli edifici che una finestra , che si nasconde agli
32 CON CON
occhi fle' riguardanti; lavoro lodalo naie, l'acquisto del palazzo Vilel-
come buona composizione. Rilevia- leschi, alle falde del Gianicolo pres-
mo da Eidolfino Venuti, Roma so la porta Settimiana. La metà
moderna tomo I, p. 162, che nel- verme ridotta a conservatorio, con
l'altare principale della chiesa demo- interna cappella, ed una parte fu
lita eravi un dipinto del Cesi , e destinata alla erezione di grandio-
che il monistero od ospizio , era so filatojo idraulico d' incannato-
l'unico che fosse rimasto in Roma rio , e distinto torcitore per la-
ai suddetti anacoreti. vorare di sete grezze , e ridur-
le in organzino ad uso del Pie-
Conservatorio delle Pericolanti. monte, per dare cosi alle alunne
una occupazione, ed anche il modo
Il sacerdote Giuseppe Barlari, ed di procacciarsi un guadagno. Que-
il secolare Fi-ancesco Maria Cervetti sta macchina è veramente maravi-
ambedue genovesi ( e quest'ultimo gliosa, e sorprendente. I mercanti
già compagno di Tata Giovanni, recano alle alunne i lavori delle
cioè Giovanni Borghi nell'ospizio ed seterie, ed il quinto del guadagno
orfanotrofio detto di Tata Giovan- serve per le vestimenta, il resto pel
ni ), dimorando in Roma, e consi- mantenimento della macchina, e in
derando quanto fosse gradito a Dio benefizio del pio luogo.
e salutare al prossimo di togliere Il passaggio delle alunne dal pa-
dai pericoli del mondo le povere lazzo Leoni a quello de'Vitelleschi
fanciulle, che vagano per le strade segui a'26 giugno 1794. Ma nell'ago-
prive di genitori, e di direzione, sto per morte del Cervetti, Pio VI
divisarono istituire un conservatorio, si dichiarò protettore del conserva-
ed a tale oggetto, a'22 febbraio r 788, torio, ed esortò il Barlari ad as-
presero a pigione una casa dietro sumerne l'intera direzione. 11 pio
la chiesa di s. Maria della Pace, luogo allora per le pontificie largi-
ove riunirono alcune donzelle. In zioni contava cento alunne, e per-
breve tempo il loro numero talmen- ciò Pio VI si compiacque di ap-
te si aumentò, che i fondatori le provarlo con suo chirografo. All'e-
trasferirono nel palazzo Leoni sul- poca infausta dell'effimera repub-
la piazza Maria in Trasteve-
di s. blica, si può dire che il Barlari man-
re, cui egualmente presero a pigio- tenesse il conservatorio, pel qua-
ne. Il conservatorio andava sussi- le impiegò circa otto mila scudi.
stendo pei soccorsi dei benefattori, Assunto al pontificato Pio VII, an-
del Cervettij e principalmente del ch'egli visitò il conservatorio di
Barlari, quando ebbe la ventura cui dichiarossi protettore, e gli as-
di procacciarsi la protezione di Pio segnò scudi mensili trecento venti-
VI, che in persona poscia visitò il cinque per organo
del suo erario,
pio luogo, ove stanno attualmente di monsignor Lorenzo Litta poi Car-
le alunne, col divisamento di col- dinale, che siccome tesoriere gene-
locarvi le figlie orfane de'ministri rale era superiore di questo pio luo-
camerali. Quindi somministrò gene- go nel temporale, come lo era e
rose somme, e volendolo provvedere lo è nello spirituale il prelato vi-
di locale pii.i ampio, ordinò al te- cegerente. Quindi Leone XII, volen-
sorieie Fabrizio Ruffo, poi Cardi- do nel 1828 riunire tutti i con-
,

CON CON 33
sei'vatorii di Roma sotto una sola liane Borromeo, che morì nell' an-
amministrazione, il conservatorio del- no 1793, a soccorrere il nascente
le Pericolanti cessò di aver per supe- conservatorio , laonde il generoso
riore il tesoriere generale; e quan- Porporato acquistò le case conti-
do Pio YllI con lettere apostoliche gue al suddetto luogo, che ridusse
de'?.8 agosto 1829 disciolsc la de- in forma di conservatorio, gli as-
putazione permanente de' conserva- segnò rendile, e lo dichiarò erede
torii rimettendo ogni conservatorio dei suoi beni liberi , meno alcuni
all'antico sistema, questo ebbe al- legati. Per questo motivo il con-
lora a superiore un presidente nel- servatorio prese il nome di Borro-
la persona del commissario gene- meo, e le alunne furono chiamate
rale della R. C. Apostolica. In se- Borromce. Ordinò per altro , che
guito tornò a presiedere a detto pio oltre la priora, un ecclesiastico ne
stabilimento il tesoriere generale dovesse essere il superiore, il quale
della R. C. A.prò tempore. Le alun- si opera coadiuvare da
facesse nell'
ne sono ordinariamente una cinquan- un compagno, per cui da questi
tina, oltre la superiora, e si eserci- superiori dipende l'ammissione del-
'tano oltre che nei suddetti lavori, le alunne, l'amministrazione, e la
nelle faccende domestiche, e in eser- disciplina.Il medesimo ne affidò la

cizidi pietà, vestono uniformemen- cura allo stesso Giuseppe Marconi


te secondo le prescrizioni del fon- con le seguenti parole, che si tra-
datore Barlari, cioè di saia nera, scrivono ad verhum dal testamento
fazzoletto bianco, e bauttino nero; suddetto. » E siccome per un fine
ed osservano il divieto di non pran- » sì santo è necessario , che un
zare mai in case particolari. « probo e pio sacerdote raccolga
» le dette fanciulle disperse , e ne
Conservatorio Borromeo. M abbia la direzione, come è ora
» il sig. D. Giuseppe Marconi che

Il sacerdote d. Giuseppe Marco- " con vero zelo, e carità ci pre-


ni , commendato per apostolico ze- » siede, ed invigila, da cui sono
lo, e dottrina, morto nel pontifi- " state anche formate le regole per
cato di Pio VII, vedendo alcune " dette scuole : così quando il me-
fanciulle di tenera età oppresse dalla » desimo sacerdote D. Giuseppe
miseria e dall' infermità ,
perchè ,
» Marconi o non voglia , o non
siccome prive di soccorso , erano '> possa più prestarsi, sia in dì lui
abbandonate alla strada, caritate- » libertà, ed arbitrio scegliere il
volmente le riunì in un locale ter- " nuovo direttore, e successore, ed
reno sul colle Esquilino presso via " a quello se ne affidi la cura, e
Graziosa, ove imprese non solo ad " così si osservi in perpetuo cioè ,

alimentarle, e vestirle, ma a farle M che ciascun direttore abbia di-


curare, ed istruire, e fu detta la « ritto di scegliersi il suo succes-
casa delle povere fgliuole della » sore, non essendovi chi meglio
scuola della divina carità: Il volgo » possa conoscere qual sacerdote
chiamò allora queste zitelle col no- « sarebbe più opportuno e adatto,
me di Cenciose. Aumentandosi il « che r attuai direttore, che si tro-
numero delle donzelle ^ il pio sa- » va in esercizio, ed ha cognizio-
cerdote impegnò il Cardinal Yita- » ne degli altri. Che se mai qual-
VOL. xvu. 3
34 CON CON
» ehe direttore venisse a mancare ta virtù, e d. Ciro, ricco, e zelante
» senza aver nominato il suo suc- sacerdote spagnuolo, raccolsero in
« cessore, in tal caso la scelta ap- una casa provveduta dal secondo
M partenga al prefetto pro-tempore al vicolo delle colonnelle, presso alla
» deU' oratorio detto del p. Cara- chiesa ed ospedale di s. Giacomo
»> vita ". Inoltre il provvido Car- degli Incurabili, alcune di quelle
dinale ordinò, che se per qualun- donne nubili, che infestate da ma-
que caso avessero i beni, o ad es- lattie veneree eransi curate nel det-
sere distratti, o accumulati ad altro to ospedale, giacché solevano nuo-
corpo morale, i beni stessi fossero vamente abbandonarsi alla dissolu-
devoluti all'ospedale militare di Mi- tezza, senza badare alla salute del-
lano: perchè quando Leone XII
il l'anima, e del corpo. Maria Tere-
desiderava riunire anche questo agli sa fu costante nella pietosa ope-
altri conservatorii, conosciuta la pia ra , associò a sé la propria sorella
disposizione, ne dimise il pensiero. Clementina, che poi esercitò l'uffì-
Le alunne sono circa cinquanta, zio di sottopriora, morta piamente
si esercitano in alcune particolari nel giugno i833; ed insieme al
pie osservanze; attendono a diver- buon sacerdote spagnuolo dispose,
se specie di lavori, come in far che una zelante maestra della casa
calze, cucire, incannare la seta, ed si recasse di frequente alla visita
altro. Quando nelle domeniche, o delle inferme del suddetto morbo
altre feste escono dal conservato- nell' menzionato, per in-
ospedale
rio,hanno una veste di saia color vitarlecon saggie, e religiose rifles-
paonazzo, un fazzoletto in testa, ed sioni, a ritirarsi con lei dopo la
altro sulle spalle, ed in tutto sono guarigione.
esemplarissime. Pio VII visitò l'istituto, ossia il

ritiro al vicok» delle Colonnelle, cui


Conservatorio o Ritiro della Crocej d. Ciro avea dato il nome di s.
di s. Francesca Raniana. Croce, ed apprezzando la somma
utilità , e la santità dell' opera, e
Quel Dio , che tanto ardente- vedendo che prosperava, con suo
mente desidera la salvezza delle breve apostolico dato nel 1804, gU
unirne, a quelle creatuie che più concesse la chiesa, ed ospizio o con-
delle altre l' offèndono non ha la- vento di s. Francesca Romana dei
sciato di somministrare gli aiuti i pp. Trinitari del riscatto della pro-
più opportuni , ed i mezzi i più vincia lombarda fino d'allora estinta,
valevoli a salvarle Per togliere . situato in via Fehce alla falda del
queste miserabili dalla strada della monte Questa chiesa venne
Pincio.
perdizione, e per allontanare tante edificata nel i6i4 in onore della
pietre d' inciampo alla cieca uma- ss. Trinità, e di s. Francesca Ro-
nità , ha voluto che si fondasse un mana dai detti religiosi , che vi si

nuovo conservatorio , chiamato il trasfei'irono da s. Tommaso in For-


Conservatorio o ritiro della Croce, misj ove stavano. Sotto Innocenzo
detto di s. Francesca Romana. XI la chiesa fu ridotta in miglior
Nel pontificato di Pio VI, e nel forma, con archilettui-a di Mattia
1792, suor Maria Teresa Sebastia- de' Rossi. Vi si pose un bel qua-
ni terziaria carmelitana di seiiuala- dro dipinto dal Cozza , rappresea-
,,

CON CON 35
tante la Vergine, in mezzo a
B. In questo ritiro le vittime del-
due angeli vestiti con abito del ri- la seduzione vivono tranquillamen-
scatto; ed il coro venne decorato te per la via della virtù , di-
con alcuni medaglioni. La confra- rette da un
deputato ecclesiasti-
ternita di Gesù e Maria, di cui si co dipendiente dal Cardinal vicario,
tratta all' articolo Confraternite , che pur sopraintende all' ammini-
ottenne dai Trinitari una parte del strazione economica. Questi sceglie
convento, dove nel 1712 stabili il fuori della comunità la supei'iora,
proprio oratorio. Così il Venuti, le due maestre, e la portinaia, per-
Roma moderna, t. I, p. 198. Que- sone di esperimentata probità, e reli-
sta chiesa è piccola , ma ben cu- gione, acciocché insegnino alle alunne
stodita, si apre nella mattina per la sana morale diano ad esse
, e
comodo del pubblico, ha. cinque al- un' ottima istituzione.
Il regolamen-

tari, \i si celebi'a con solennità la to interno tende a rendere le zi-


festa del sagro Cuore di Gesù, e si telle esemplari: e sebbene sia leci-
fanno altre festività. Il fratello della to alle donzelle di uscire dal pio
fondatrice Pompeo Sebastiani, d'il- luogo se ad alcune venisse noia
libati costumi, volle abitare dap- della recluisone, tuttavia quasi tutte
presso alla pia casa, edificò nel mez- perseverano, anzi alcune di esse do-
zo della chiesa una sepoltura, per- po moltiplici prove di fermezza, e
chè servisse per sé, e dueper le di vero proponimento , si ammet-
sorelle, come alla loro morte ebbe tono nel conservatorio a vestire un
essendo accaduta quella del-
effetto, abito penitente, ed all' esercizio di
la benemerita, e virtuosa suor Ma- particolari rigori di mortificazione.
ria Sebastiani nel 1839 ai 16 feb- Va ancora notato, che molte di es-
braio, come si legge nella lapide se- se sono passate a vestire l'abito
polcrale. religioso con solenne professione
In questo luogo l' istituto prese delle agostiniane convertite, e pe-
la forma di conservatorio. L' edifi- nitenti del raonistero di s. Giaco-
zio è con giardino buono, e rego- mo alla Longara, delle quali si trat-
lare, ma non vasto, per cui ordi- ta al volume I, pag. i35 del Di-
nariamente sonovi , oltre la supe- zionario. Esse meritarono diverse
liora e due maestre , una ventina volte di essere onorate della pre-
di nubili di ricovero scelte dal de- senza del Papa che regna, il quale,
putato, e dalla superiora del sud- a' 29 ottobre i832, visitò pure
detto ospedale di s. Giacomo. Sì questo conservatorio, come si legge
le vedove, che le maritate vi sono nel numero 88 del Diario di Ro-
escluse. Vivono filando la lana per ma di quell'anno, in occasione di
un privato fabbricatore, nulla han- aver visitato lo studio del valente
no di px'oprio , menando una vita scultore cav. Giuseppe Fabris, che
comune perfetta. Quando escono dal si trova dappresso al pio luogo.
conservatorio per istrado poco fre- Quindi il deputato del luogo pio
quentate, le donne vestono abito uni- e la superiora, per memoria della
forme di color caffè o tanè, con faz- pontificia visita , nell' ingresso del
zoletto bianco, ed una piccola cuffia conservatorio, fecero erigere apposita
in testa. Ai parenti più prossimi è iscrÌ£Ìone in marmo.
permesso visitarle una volta il mese.
36 CON CON
Conservatorio del Refus^io di santa che le alunne ricavano nel filare la
Maria in Trastevere. lana, danno paoli undici al mciv:
al pio luogo: quando escono a di-
Quasi eguale al precedente ('•
porto in luoghi remoti, vestono a-
questo istituto, giacfchè come le bito uniforme, e sono accompagna-
donne che escono dall'ospedale di te da una maestra. Ordinariamen-
s. Giacomo, trovano un luogo di te la fiiniiglia si compone di una
eccellente ricovei'O nel ritiro della ventina d'individue.
croce di s. Francesca Romana, così
le donne tanto zitelle, quanto marita- Conservatorio dell' Addolorata ,
te e vedove , che escono dalle pri- della Sagra Famiglia.
gioni di s. Michele, escluse però le
recidive, compiuta che abbiano la D. Baldassare Odescalchi , duca
condanna subita quasi sempre per di Bracciano, mosso a compassione
mal costume, possono rinchiudersi di due povere fanciulle, ordinò che
in questo pio luogo. Fondatore di si nutrissero, ed educassero nel suo

esso nel 1806 fu il p, Fi'ancesco palazzo presso i ss. Apostoli. Dopo


Stracchini, sacerdote di Girolamo s. la sua morte uno de' suoi rispet-
della Carità, nel 18 19 fatto dà Pio tabili figli, monsignor Cai'lo Ode-
VII vescovo di Segni, uomo di se- scalchi, poi amplissimo Cardinal vi-
gnalato zelo per l' onore di Dio. cario di Roma, che santamente mo-
A questo si può unire anche mon- ri coll'abito de' gesuiti, credette più

signor Belisario Cristàldi, poscia Car- conveniente affidare le due donzelle


dinale, perchènon solo era com- ad una. maestra nel conservatorio
pagno al primo, ma inoltre essen- delle mendicanti. Poco dopo alla
do grandemente limosiniero, e pro- stessa maestra furono date ad istrui-
teggitore dei pii istituti, fece altret- re altre giovanette , e siccome il
tanto con questo del Refugio. A tale conservatorio non poteva contener-
efletto questi due personaggi sulla le, monsignor Odescalchi procurò
piazza di s. Maria in Trastevere loro una casa presso il monistero
acquistarono l'ospizio già apparte- delle Oliale Filippine (Vedi), al
nente ai pp. della compagnia di monte Esquilino, dove ai 2 1 giu-
Gesù portoghesi, il quale era como- gno t8i6; giorno sagro al protet-
do, e con buon giardino. tore della gioventù s. Luigi Gonza-
Le suddette donne si esercitano ga, trasferì tanto la maestra che
in diverse opere di cristiana pietà, le alunne, col divisamente di for-
e nei lavori di lana ; si trattengo- marne un utile istituto, o convitto,
no poi nel conservatorio a loro be- col pagamento di quattro o cinque
neplacito, restando in libertà di riu- scudi mensili. Stabilì, che vi fosse-
nirsi co' mariti, o coi parenti. So- ro ricevute le donzelle anche supe-
no dirette da una superiora, e da riori neir età ad anni dodici ,
per
due maèstre, non che da una so- cui presto il numero delle indivi-
cietà di ecclesiastici addetta parti- due ascese a quaranta. Queste fu-
colarmente alla istruzione spiritua- rono poste in uno all'istituto sot-
le, mentre una deputazione di gen- to la special protezione della b.
tildonne si occupa in provvedere le Vergine Maria, col • professare uu
biancherie, ed altro. Dal guadagno particolare culto a'suoi dolori, e la
CON CON 37
comunità prese il nome di conser- oscuro con fizzolclto bianco e man-
vatorio dell' Addolorata. to simile in testa. Le medesime
Partito il Cardinale Odescalchi vengono mantenute da diversi be-
da Roma per entrare nella com- nefattori, ed il pio luogo, sebbene
pagnia di Gesìi, il conservatorio si . senza rendite, fiorisce pure col pro-
disciolse, al modo che dicesi a Con- dotto delle succennate elemosine
servatorio, o pia casa di Carità mensili. Per tal maniera si ten-
in Via di Borgo sant'Agata ( Ve- gono lontane dalla corruttela del
di), e venne ivi sostituito l'al- mondo tante fanciulle pericolanti,
tro chiamato Conservatorio della che sarebbero preda del mal costu-
Sagra Famiglia. Profittò del lo- me. Lo scopo principale di detto pio
cale suddetto una pia persona per istituto è di educare le giovani, e
nome Marianna Allemand, che già renderle capaci a servire nelle cri-
a sue spese, e coli' aiuto di qualche sliane famiglie, come già alcune vi
altro benefattore aveva aperto un sono state collocate.
asilo ad un qualche numero di fan-
ciulle povere, e derelitte in una ri-
Conservatorio, e Monistero di Ma-
stretta casa presso l'alberata di s.
ria Santissima in s. Dionigio
Maria Maggiore. Vi trasportò di
alle quattro Fontane.
fatti il suo nuovo conservatorio, dal
quale la medesima dopo alcun tem-
po si esentò, ritirandosi a convive- Questo pio istituto prima era
re in un vicino monistero. Fu al- diretto dalle. monache Orsoline fran-
lora che la direzione del conserva- cesi della ss. Concezione, sotto la
torio nominato della Sagra Fami- regola di s. Basilio, chiamate co-
glia fu intrapresa dalla principessa munemente le dame apostoline, che
d. Maria Doria Pamphily, coadiu- vestivano di scotto nero, con mez-
vata dalla baronessa prussiana Fe- zetta di color violetto,con bordu-
derica di Kimsky, oltre il rispetti- ra bianca ; dal loro collo pendeva
vo deputato ecclesiastico, che si no- un cordone di color bleu , con
mina dal Cardinal vicario di Roma. una croce d'argento doi'ato. Hanno
Questo stabilimento d'allora in poi un velo bianco, che cuopre la fron-
venne a fiorire, come anche adesso te, in mezzo alla quale usavano
si scorge, per un numero conside- altra croce nera forma greca. di
rabile di alunne, che vi sono ammes- Il capo pur coperto da dop-
era
se. Queste vengono presiedute lo- pio velo bianco, e nero, ed i fianchi
calmente da una superiora ed i- , si cingevano con cordone nero.

da
struite abili maestre, che inse- La dama Eumelia Sanbucy fran-
gnano ad esse i lavori propri del cese fu bramosa di fondare in Ro-
loro sesso, e le faccende domesti- ma un monistero, e conservatorio
che; ma più le istruiscono nella re- a maggior gloria di Dio, e perchè al-
ligione, e le esercitano nelle pra- l' insegnamento delle fanciulle nelle

tiche della cristiana pietà. Quando cose di nostra santa religione, si


le alunne escono, benché di l'ado, unisse l'educazione, e l' istruzione
dal conservatorio per diporto , o coir insegnare ad esse il leggere, lo
altro, hanno sempre un abito uni- scrivere, l'ortografia, V ai'it melica,

forme secondo le stagioni di colore la hugua italiana, e francese, la geo-


38 CON CON
grafìa, la storia, e tutti i lavori per l'inverno, e di nanckin bianco
che sono propri di fanciulle di per l'estate.
civile condizione. A tal effetto la La chiesa di s. Dionisio fu edi-
fondatrice, nel pontificato Pio
di ficata nel 16 19 dai religiosi Trini-
VII, ottenne la chiesa, e il convento tari francesi, che la dedicarono al
che avea già appartenuto ai reli- santo areopagita. Di poi fecero or-
giosi Trinitarii riformati del Riscat- nare il prospetto esterno con dise-
to, della medesima nazione francese. gno Antonio Mac-
dell'architetto Gio.
Laonde a'g ottobre i8i5, giorno ci. quadro dell'altare
Neil' interno il

in cui nella detta chiesa si celebra maggiore fu dipinto da Carlo Cesi


la festa del santo titolare Dionisio che vi effigiò in alto la ss. Trinità,
l'Areopagita, la Sanbucy aprì il e in basso 1' Immacolata Conce-
conservatorio, del quale fu la pri- zione, e s. Dionigio inginocchiato.
ma superiora, e dopo due anni ivi Nelle pareti laterali di questo alta-
morì piamente. re, a conili epistolae, è un affresco
Al presente l'insegnamento, che in cui vedesi espresso un sommo
ricevono le educande, è quale si Pontefice, che veste dell'abito religio-
disse; ma
nel i834 nel mese di so un frate Trinitario del l'iscatto.
aprile le monache, o dame aposto- Nell'altra parte, cioè a cornu evan-
line, cambiarono regola coll'aposto- gelii, si osservano due fratipure del
lica approvazione del regnante Pa- riscatto, che pagano ai turchi il

pa Gregorio XVI, e presero quel- prezzo degli schiavi da essi redenti.


la delle i-eligiose di Maria Santissi- Questi due affreschi sono del me-
ma Nosti-a Signora, Notre Dame desimo Cesi. Inoltre sonovi tre al-
i^J^edi), entrando in quell'Ordine tri altari, cioè quello della cappellina
fondato da madama di Lestonnac a destra entrando in chiesa, che ha
nel 1610, ed approvato da Paolo per quadro un Ecce Homo attri-

V- A tal effetto fecero venire da buito a Luca Giordano ; quello dal


Tolosa tre religiose francesi per lato dell'epistola, quadro
nel cui
incorporarle alle monache di questo monsieur David rappresentò i ss.
roonistero: presero il loro vestiario Giovanni de Matha , e in alto
di scotto nero, con maniche lai-ghe, la ss. Triade, innanzi alla quale
cinta di lana nera, soggolo bianco veggonsi inginocchiati due schiavi,
di tela, benda bianca di sopra, e cui vengono tolte le catene da un
nera di sotto, cui sovrapposero un angelo, che ha indosso lo scapolare
velo fino nero. Dal collo pende da del riscatto; finalmente nel terzo
un cordone nero un crocefisso pic- altare, dalla parte del vangelo, si

colo di cocco. Da questa descrizione venera la b.Vergine avente in grem-


del vestiario, si vedrà in che con- bo il bambino, in mezza figura,
sista il cambiamento di quello sud- buon dipinto del secolo XVI. A
descritto. Al presente il conservatorio sinistra di quest'ultimo altare, os-
è stato molto ampliato perchè fio- servasi pendente dalla parete un
risce, numerose sono le educande
e quadro in cui esprime un'appa-
si

che pagano la mensile pensione di rizione del ss. Sagramento, e in


scudi sette e mezzo, vestendo a pia- basso s. Dionigio, e s. Luigi IX re
cere in casa, e quando escono hanno di Francia, opera attribuita a mon-
però abito uniforme di scotto nero sieur Le-Bruu. Ridolfino Venuti,
CON CON 39
Jioma moderna, tomo I, pari. I, (Fedi) non poteva riceverle tutte,
pag. 162, narra che nel giardino divisarono di stabilire un locale,
contiguo al monistero, chiamato or- ove le donzelle che uscivano dal-
to del greco, nel pontificato di Cle- l'ospedale, fossero trattenute a vita
mente Vili, da un greco di Scio migliore. Laonde la nominata zelan-
perla prima volta si introdusse in tCj e pia principessa da Leone XII, ai
Koma la coltivazione della pianta 12 agosto dell'anno santo 1825, ot-
ortense chiamata Sellaro, che pel tenne a questo nobile oggetto il '

grato suo sapore cotanto si propagò. suddetto ospizio, mediante aposto-


lico breve, in uno alla contigua
Conservatorio del Eifugio della piccola chiesa, diritti, e ragioni del
Lauretana. medesimo. Quindi formatasi una
congregazione di dame, s' intitolò
JVei primi anni del secolo XVIIT, Congregazione Lauretana, dal tito-
nella via che conduce alla basihca lo della chiesa, che insieme all'al-
di Giovanni in Laterano, e pres-
s. tare principale è dedicata a Maria
so la chiesa di s. Clemente, il ven. ss. di Loreto, sotto la direzione del
p. Angelo Paoli da Argigliano, dio- Cardinal vicario jw-tenipore.
cesi di Sarzana, carmehtano dell'an- Ridotto il locale, furono in esso
tica osservanza, nel convento di s. ricevute le convalescenti dell'Ospe-
Martino di Roma istituì un ospizio dale di s. Giacomo, che avessero
per ricevervi poveri convalescenti,
i bramato menare vita ritirata, e sta-
che dopo guariti dalle loi'O infer- re laccolte con Dio. Non vennero
mità erano licenziati dagli ospeda- escluse neppure quelle donzelle, che
li, per cui il pio luogo prese il no- erano gravide, le quali al tempo
me di Ospizio del p. Angelo. Rlor- del parto mandavano a sgravar-
si

to santamente il fondatore nel 1720, si air ospedale di s. Rocco, dopo


Clemente XII nel lySg fece intro- di che si ricevevano nel conserva-
durre presso i sagri riti la causa torio, che aveva preso il titolo di
pel riconoscimento delle sue eroi- Casa del refugio della Lauretana.
che virtù, e poscia nel 1756 ne Si ricevettero anche maritate, che
fu pubblicata la vita colle stampe pei loro trascorsi eransi separate
di Propaganda /?^e; Mancato il prin- dai maritij e pentite della vita pas-
cipal sostegno dell' utile ospizio, col- sata ad essi poi ri uni vansi. Fu sta-
l'andar del tempo restò chiuso. In- bilita una priora, ed una sotto
tanto permise la diviiia Provviden- priora per la direzione delle alun-
za, che si recassero alcune dame, ne, e dei lavori che si facevano
insieme colla principessa d. Teresa la metà doveva essere del pio luo-
Doria-Orsini, a visitare le inferme go. Accompagnate dalla priora, e
all'ospedale di s. Giacomo. Queste velate uscivano una volta la setti-
pie diame considerando come quelle mana al passeggio in luoghi re-
vittime della seduzione, mentre cu- moti.
ra vansi dal morbo venereo, poi ivi Ma nell'odierno pontificato di
ritornavano a curarsi per essere ri- Gregorio XVI, l' istiltUo ha preso
cadute nei primieri disordini, giac- nuova vita e vigore, perchè gli è
ché il Conservatorio o ritiro di s. stala data alti-a forma. La direzio-
Croce in s. Francesca Romana ne e cura del medesimo è stata
4ò CON CON
afiiilata alle monache del Buon da in Trastevere. V. 1' articolo
Pastore {^Vccli), che vi risiedono Sagro Cuore di Gesù, e Dame.
in numero di tre, olti-e una con-
versa, giacche si vide con qual pro- Conservatorio , o pia Casa di Ca-
fitto ed impegno dirigevano il rità in via di Borgo s. Agata.
Conservatono di s. Croce della
Longara ^P^edi). Con nuovo meto- La pia società, che milita sotto
do si è qui stabiUto, che si rice- la speciale protezione di Maria Ver-
vano le zitelle, le quali hanno sof- gine regina degli apostoli, eretta
ferto mali prodotti dai loro cattivi in Roma nell'anno i835 per la
costumi, e quelle zitelle, che essen- conservazione, e accrescimento del-
do state sedotte, avessero anche la pietà, e della fede cattolica, con-
avuto figli nel loro nubile stato, e siderando, che fra i mezzi condu-
quelle zitelle in fine, che abban- centi al suo nobile intento non te-
donando il mal fare sono bi'amose neva r ultimo luogo la educazione
di ravvedersi, e menar vita cristia- delle donne, nell'anno i836 inco-
na. Perciò luogo è divenuto un
il minciò a raccogliere delle piccole
nionistero, le alunne non escono donzelle per lo più abbandonate
più, il giardino contiguo venne am- nelle pubbliche contrade di Roma,
pliato per comodo delie alunne, la per torledai moltiplici pericoli, riu-
chiesa che ha tre altari, ogni mat- nendole piamente in una casa pri-
tina apre al pubblico per la san-
si vata di proprietà di uno dei mem-
ta messa, ed il Cardinal vicario vi bri della pia società , e quindi in
nomina un prelato deputato ,
per altro locale presso s. Maria Mag-
vegliare sul conservatorio , in uno giore in via detta l' Alberata. Ma
alla prima delle dame della congre- suscitata qualche tribolazione, si fe-

gazione Lauretana, che attualmen- ce una classificazione , e restando


te è la Bracciano d.
duchessa di parte della comunità presso santa
Anna Torlonia-Sforza, che benefica Maria Maggiore, che ora è trasfe-
il luogo col suo zelo, colla sua rita in altro locale non lungi dal
generosità, e col procurare ad esso raonistero delle Filippine, ne pre-
Jimosine colle altre dame, e col der sero cura caritatevole alcune pie
putato. persone, che con gran zelo ne pro-
mossero l'avanzamento. Fiorisce sot-
to il nome di Conservatorio del-
Conservatorio delle dame del sagro
l'Addolorata, ovvero della sa^ra
Cuore di Gesti per le donzelle
Famiglia. Fedi.
nobilij presso la chiesa della ss.
L' altra porzione restò affidata
Trinità al monte Pincio. V. Gli
alla pia società, che mancando al-
articoli Sagro Cuore di Gesù, Da-
lora del necessario locale, collocò
me e CHIESA DELLA SS. TrINITa' AL
le ragazze in una casa
educa- di
MOMTE PlNClO.
zione nello stradone di Giovanni s.

in Latex-ano pagando un mensile


,

Conseivatprio delle dame del sagro assegno e di là, essendo morta la


,

Cuore di Gesti, per le donzelle promotrice di detta casa, le trasfe-


di civil condizione, presso la rì in altro locale in via del Bo-
chiesa delle ss. Raffina e Secon- schetto nella regione de' Monti. Ma
,,

CON CON 4i
ili fine crescendo di giorno in gior- veniente, se non vengono richieste
no il numero delle alunne della dai loro parenti o non , si crede
pia società , specialmente dopo che espediente di consegnarle ad essi

la città di Roma fu afflitta dal si procura collocarle in onesto ma-


morbo asiatico detto Cholei'a si , trimonio, o farle entrare in qualche
api"! una casa più ampia e deco- monistero, se abbiano vocazione per
rosa, ch'è la presente, col titolo di lo stato religioso, o s'impiegano per

Pia Casa della Carità, posta in cameriere presso pie persone, ove
via di Borgo s. Agata numero g, minore sia o prendono
il pericolo,
presso monte Magnanapoli. In que- altra destinazione,oppure si riten-
sto locale fu già il Collegio Fiic- gono nella pia casa, se si credono
cioli {Vedi); quindi passò in pro- utili per la medesima. Finalmente

prietà delle monache riformate di da questo conservatorio ebbe ori-


s. Francesco, e ritenuto in enfi- gine il Conservatorio o ritiro del
teusi perpetua della Camera Apo- sagro Cuore di Gesù alla salita
stolica. Però il regnante Papa Gre- di s. Onofrio (Vedi).
gorio X\'I, con venerato rescritto
de' 2 5 marzo i838, diede il lo- Conservatorio a Ritiro del sagro
cale alla medesima pia società, mer- Cuore di Gesù alla salita di s,
cè una convenzione firmata dal Cai'- Onofrio.
dinal IVIario Mattei in allora pre-
sidente della commissione de' sussi- Nel mese
dicembre i84o,
di
dj , e dal sacerdote romano
Vin- d. essendosi V opportunità
presentata
cenzo Pallolti, zelante e benemeri- di comperare un ampio locale, che
to rettore della stessa pia società, già appartenne al sacerdote d. Fi-
caricandosi la commissione de' sus- lippo Ludovisi alla salita di s. Ono-
sidj di pagare il canone, e il quin- frio presso la via della Longara
dennio relativo, e la pia società di la superiora del Conservatorio , a
tenere aperto il detto locale a van- Pia Casa di Carità in via di Bor-
taggio della classe povera , o del- go S. Jgata (Fedì), con annuenza,
l' uno, o dell' altro sesso. e cooperazione di quella pia socie-
Le alunne di questa pia casa so- tà, e sotto la speciale protezione di
no sotto la protezione del patriar- Maria SS. regina degli apostoli, si
ca s. Francesco d' Assisi, e porta- accinse alla compera dì detto loca-
no abito uniforme prammatica, di le, si trasferì quindi nel medesi-
e
cioè di lana bigia, con cordone ai mo con un buon numero di ra-
lombi, e velo parimenti bianco in gazze della Pia Casa di Carità, per
lesta. La superiora , e le maestre dar principio ad una novella co-
vestono l' abito del terzo Ordine munità , sulle norme , e lo spirito
di s. Francesco. Conta al presente della mentovata pia casa donde par-
il conservatorio circa settanta in- tivano. Questo conservatorio fu de-
dividui. In esso si fabbricano tessu- nominato Ritiro del sagro Cuor di
ti di tela, e cotone, coperte imbot- Cesie perchè la comunità si de-
,

tite, si orlano le scarpe, si ricama, dicava specialmente al culto del


si aggriccia , si cuce in ogni mar sagro Cuore. Il numero attuale de-
niera, si lava e si fanno altri lavor gli individui del conservatorio è
ri. Giunte le donzelle ad età con-: di circa quaranta. Il nobile, e ca-
4a CON CON
ritatevolc commendatore d. Carlo colò in Carcere, sua altra diaconia,
Torlonia assunse la tutela, e la di- cui era stato trasferito presso l'al-

rezione pei temporale della comu- tare del Sagramento. Da Ludo-


ss.

nità, mentre la pia società anzidet- vico Jacobilli si ha la vita dello


ta premurosamente attende allo spi- insigne Cardinal Consiglieri, che al-
rituale. Dalle donzelle si fanno va- tri chiamarono Ghislieri.

ri! lavori propri! del sesso , e tali CONSOLI PONTIFICII. I go-


da rendere ciascuna delle alunne verni tutti bene ordinati, a prote-
capace di procacciarsi nell' età raa- zione della loro marina mercantile,
tui'a il necessario sostentamento, e hanno creduto necessario di stabili-
provvedere ai bisogni delle fami- re ne' principali porti esteri alctmi
glie. loro rappresentanti sotto titolo di
CONSIGLIERI Giambattista, consoli o agenti consolari, come di
Cardinale. Giambattista Consiglieri vice-consoli, secondo l'importanza
di Roma ebbe da legittimo matrimo- de' luoghi ove debbono risiedere.
nio due figliuole. Morta la moglie, Così ha fatto, e fa anche il gover-
egli eh' era fornito di ogni maniera no pontificio; e i Cardinali camer-
di letteratura, e dotto nelle lingue lenghi di s. Romana Chiesa han-
greca e latina divenne presidente
, no avuto sempi-e su di essi giuris-
della camera, e a mezzo di suo dizione, ed hanno tuttavia la libe-
fratello Paolo Consiglieri , ch'era l'a nomina e direzione di siffatti
camerier secreto di Paolo IV, poi rappresentanti pontificii, e spedi-
canonico nella basilica vaticana, fu scono loro patente di nomina, la
dallo stesso Papa promosso al Car- quale si l'innova ad ogni Cardinal
dinalato colla diaconia di s. Lucia camerlengo. I consoli porftificii , ec-
jn Selci, a' i5 marzo del iSSj. La cettuato qualche rai'issimo caso per
sua promozione avvenne pei'chè suo particolari circostanze, non hanno
fratello Paolo, uno de'quattro fonda- soldo od onorario alcuno, e non
tori collo stesso Papa dei Teatini, ritraggono dal loro ufficio altro
essendo stato chiamato nel palazzo profitto che quello, or maggiore,
apostolico all'esaltazione di Paolo or minore, proveniente dalle tasse
IV, che gU conferì le narrate qua- consolari sui legni ivi approdati, pas-
lifiche, e poi il voleva esaltare al saporti, fedi ec. In considerazione di
cardinalato, con eroica virtù lo ricusò, questo gratuito servizio, il governo
proponendo in vece il degno fra- pontificio li compensa, al fine di ogni
tello Giambattista, siccome dotto, anno, delle spese fatte per suo or-
ed affezionatissimo alla santa Sede. dine, o in suo servizio, cioè di car-
Quindi fu spedito legato a Intere a teggio, di stampe trasmesse, e si-

Filippo II re cattolico per urgen- mili.


tissimi affari, e vi riuscì felicemen- I consoli pontificii sono incari-
te; dipoi dallo stesso Pontefice ven- cati di proteggereed i naviganti
ne eletto con altri saggi uomini, a ilcommercio pontificio, e siccome
decidere le cause dello stato della debbono risiedere nei porti esteri,
chiesa con facoltà senza limiti. Do- per lo piii si scelgono tra gli este-
po due anni di Cardinalato, pian- ri dimoranti in detti porti, ovvero
to da tutta Roma, morì nel i SSg, tra gli statisti ivi domiciliati. Que-
e fu sepolto nella chiesa di s. Ni- sti consoli pontificii, a aigione che
CON CON 43
la santa Sede tiene nunzi od in- Elenco de Consoli Pontificii negli
ternunzi in pochi regni, talvolta stati esteri.
trattano qualche affare risguardan-
te Ja diplomazia, la sanità pubbli- NB. Dove non è indicato il titolo si
ca, la commercio, ed an-
polizia, il deve intendere che vi è un Con-
co affari ecclesiastici; il perchè i sole non generale.
consoli pontifìcii sono in corrispon-
denza, oltre che col Cardinale ca- Albana in Dalmazia. Agente couf
merlengo, coi Cardinali segretario solare.
di stato, e segretario per gli afiari Algeri. Console generale.
di stato interni, col tesoriere gene- Alicante,
rale, e con altre autorità ecclesia- Amsterdam. Console generale.
stiche, civili e militari del Ponti- Anversa. Console generale nel Bel-
ciò governo, essendo però subordi- gio.
nati e dipendenti ai nunzi ed in- Bahia nel Brasile. Vice-console.
ternunzi nei luoghi ove questi vi Barcellona. Coadiutore al conso-
sono. I consoli pontifici non han- lato.
no unifoi-me; però sogliono ottene- Bari. Vice-console.
re quello onorario di marina dal- Barletta. Vice-console.
la presidenza delle armi, per mez- Beleni in Portogallo.
zo della segretaria di stato. Bona di Algeri. Agente consolare.
Va notato che non tutti i con- Brindisi. Vice-console.
soli , e vice-consoli pontifìcii, pos- Cadice.
sono indossare l'uniforme della Ma- Cagliari. Console generale.
rina Pontificia [Fedi), non aven- Carlo Forte in Sardegna. Vice-
do essi un tal diritto. Questo ono- console.
re viene loro concesso in via di Cartagena.
grazia speciale presso domanda che Catania. Vice-console.
ne fanno, il grado più elevato, che Cefalonia. Vice-console provviso-
finora siasi accordato a qualcuno, rio.

è stato di colonnello onorario di Cette in Francia. Vice-con«ole.


marina. Presentemente godono que- Chioggia nel regno Lombardo- Ve-
sto grado i consoli generali di Mi- neto. Vice-console.
lano, e di Palermo: come hanno Città di Porlo in Portogallo. Con-
quello di maggiore onorario i con- sole deputalo.
soli del Belgio, della Grecia, delle Corsica. Console generale.
Isole Ioniche, di Marsiglia, dei Pae- Filadelfia, negli Stati Uniti d^ A-
si Bassi , e di Venezia. Vi sono merica.
degli altri consoli pontifìcii col gra- Fiume, e Buccari. Console col coa-
do di capitani onorari ; e tra i vi- diutore.
ce-consoli vi sono di quelli che lo Gaeta. Vice-console.
hanno di tenente, come di sotto- Gallipoli.
tenente onorario di detta Marina Genova. Console generale, con coa-
Pontifìcia. diutore con futura successione, e
vice-console esercente.
Gibilterra.
Girgenti in Sicilia. Vice-console.
44 cOi\ CON
Giulia nel regno di Napoli. Vice- Perù. Console generale, residente in
console. Lima.
Grecia. Console generale con resi- Pescara. Vice-console,
denza in Atene. Porto Re nel littorale ungarico. Vi-
Ischia. Vice-console. ce-console.
Isole Ionie. Console generale, resi- Porto Ferrajo. Vice-console.
dente in Corfù. Porto Maurizio. Vice-console.
Lavagna. Vice-console. Ragusi.
Lisbona. Reus in Ispagna.
Livorno. Consóle generale, con coa- Reggio in Calabria. Vice-console.
diutore con futura successione, ed Rio Janeiro nel Brasile.
insieme vice-console. Rovigno nell'Istria. Agente conso-
Loano. Vice-console. lare.

Lucca. iS. Maura. Vice-console.


Malaga. S. Remo. Vice-console.
Malta. Savona. Vice-console.
Marsiglia.Console generale. Sebenico in Dalmazia. Vice-con-
ManfìTdonia nel regno di Napoli. sole.

Vice-console. Segna in Dalmazia. Vice-console,


Mascali Giarre. Agente consolare. con coadiutore, con futura suc-
Marsala. cessione.
Melazzo. Vice-console. Setubal. Vice-console.
Messina. Vice-console. Sira. Vice-console.
Milano. Console generale nel regno Spalatro in Dalmazia. Vice-con-
Lombardo- Veneto. sole.

Molfella. Vice-console. Spezia, ossia Golfo della Spezia


Monopoli. Vice-console. nel Genovesato. Vice-console.
Napoli. Console generale di Napoli, Stockolm.
e dei porti nella linea del Me- Taganrog, Vice-console.
diterraneo. Tarragona.
Napoli. Console generale dei poi'ti Terra Nuova in Sicilia. Vice-con-
di Napoli nella linea dell'Adria- sole.

tico con provvisoria residenza in Tine in Grecia. Vice-cousole.


detta capitale, e console coadiu- Tolone. Vice-console.
tore del precedente. Tortoli in Sardegna. Vice-console.
Napoli di Romania. Vice-console. Tortona.
Nizza. Tranì. Vice-console.
Nuova Orleans f negli Stali Uniti Trapani. Vice-console.
di America. Trieste.
Odessa. Valenza.
Orano d' Algeri. Agente conso- Vasto. Vice-console.
lare. Venezia.
Ortona. Vice-console. Ventimiglìa nel Geno\'esato. Vice-
Palamos j e s. Felice de Guizols console.
in Ispagna. Vice-console. P^igo in Galizia.
Palermo. Console generale in Si- Zante.
cilia, con vice-cousole. Zara.
. CON CON 45
Siccome poi in Milano cvvi nn vranità vi venne introdotta in for-
console generale pel regno Lombar- za dell'atto finale del congresso di

do- Vendo senza che vi sia in tal Vienna. Per conseguenza anche le

città porto di mare, e siccome tal attività, e le passività del monte


console ha un carattere di rappre- di Milano dovevano ripartirsi tra
sentante diplomatico Pontificio, co- le suddette sovranità, come si pre-
si sembrano necessarie le seguenti scrisse negli articoli 97 e io3 del-
anologhe nozioni. l'atto finale anzidetto. Quindi i so-
Durante il regno d'Italia, nei vrani d' Italia interessati in tale
primi anni del corrente secolo, fu riparto inviarono in Milano i loro
in Milano istituito un monte detto rispettivi plenipotenziari per tenere
dall'ii^iperatoro de'francesi, e re di un congresso relativo soltanto agli
Italia d'allora. Monte Napoleo- affari monte, e conchiudere un
del
ne. E perchè al medesimo furono trattato, che formasse la base delle
applicate tutte le attività, ossia capi- operazioni future per la soddisfazio-
tali fruttiferi, già spettanti alle cor- ne del debito ripartito, e spettante
porazioni religiose, ed ai luoghi pii a ciascun governo interessato. Per
soppressi dal governo italico in la santa Sede furono incaricati ed
tutta la estensione del suo territo- inviati a Milano cjuali plenipotenzia-
rio, che prima della invasione fran- ri monsignor Pacca, poi governa-
cese appartenevano a vavie sovrani- tore di Roma, e monsignor Castal-
tà, cos\ furono attribuite tutte le di poi Cai'dinale, l'avvocato Vera,
passività che derivano dalla sop- e per contabile l'agionatore Gio.
pressione anzidetta, e dal nuovo Battista Franceschi.
ordine di cose in allora stabilite. Riunitisi tutti i detti plenipoten-
Queste passività consistevano prin- ziari in Milano, conchiusei'o una
cipalmente nel pagamento delle pen- preliminare, e generale convenzio-
sioni a'frati, monache ,
preti secola- ne in data i giugno 18 16, colla
ri, dotazioni a'capitoli ed a'parro- quale si stabilirono generalmente i

chi già spogliati de'loro beni, nel- modi di soddisfare le pensioni vita-
le pensioni e giubilazioni, ad anti- lizie, i debiti lasciati dalle provvi-
chi impiegati civili ,
giudiziari e sioni, amministrazioni ec, e si trat-
militari che avevano prestato ser- tò di ogni altro oggetto relativo al-
vizio ai governi anteriori, ed in altri le disposizioni degli articoli 97 e
pesi vitalizi e perpetui, come per io3 succitati. In seguito, ai 12 de-
assegni alle università ,
ginnasi , e cembre i8i6, si conchiuse altra con-
pubblici stabilimenti. venzione particolare sui soli pleni-
Da questo breve cenno è facile potenziari pontificii, il tenore della
immaginare come presto ingigantisse quale, per maggiore intelligenza del-
questo, monte, che, cessato il gover- le cose dei'i vanti dal citato monte,
no italiano nel i8i4, venne chia- si riporta qui appresso sostanzial-
mato in appresso Monte di Milano. mente, di coi nominati
concerto
11 territorio del già regno d'Italia, soggetti, i avendo ultimata
quali
come ognuno sa, fu ripartito tra la loro plenipotenza, tornarono in
gli antichi legittimi sovrani che ne Roma coi protocolli dei congressi
tornarono al possesso più o meno tenuti in Milano, e con una gran
estesamente, e qualche nuova so- parte dello stralcio di carte e pò-
46 CON CON
sìzioni, e registro; spettanti al go- ma mente verificato e liquidato as-
verno Pontiilcio. sume l'obbligo di pagarlo come
Non cessarono però gli aiTari e debito del suo stato.
le consultazioni del monte di Mi-
lano, ch'era stato già il centro di Articolo II.

COSI ed intralciata ammi-


vasta ,

nistrazione. Questo centro rimase Sua Maestà imperiale reale au-


e rimane tuttora per lo scioglimen- striaca per parte sua rinunzia ia
to delle questioni allora restale sos- favore di sua vSantità ad ogni suo
pese, e per le massime ulteriori; che diritto su qualunque proprietà, e
al sopravvenire di casi sarebbe sta- credito del cessato regno d'Italia
to necessario di fissare in seguito. esistente nel territorio Pontificio.
Ogni governo italiano cointeressato
nomina uno o due savi commis- Articolo III.
sari diplomatici residenti in Mila-
no, per parte della commissione ge- Tutte le carte relative agli og-
nerale diplomatica del monte, col- getti contemplati nei due preceden-
la quale le rispettive direzioni del ti articoli saranno subito dopo il

debito pabhlico degli stati diversi cambio delle ratifiche del presen-
(su cui ricadono le parti di debi- te atto consegnate ai commissari
to a ciascuno stato spettante) han- pontificii, o alla persona ch'essi indi-
no sempre corrisposto e corrispon- cheranno, dal governo austriaco, i
dono tuttora. 11 commissario Pon- cui impiegati si presteranno anche
a Milano, oltre la corrispon-
tificio nel caso a dare tutte le dilucida-
denza per gli affari singolari, che zioni ulteriori su detti oggetti.
secondo le convenzioni, e successivi
regolamenti debbono risolversi dal-
Articolo IV.
la commissione centi-ale di Milano,
invia periodicamente gli atti, e le
deliberazioni delle oi'dinarie sessio- Per la piena esecuzione dei prece-
ni , che si fanno dai commissari denti articoli, saranno da sua Mae-
delle varie sovranità. stà imperiale reale austriaca, ad
istanza di sua Santità, liberate le
Articolo I. ipoteche che potessero esistere nel
territorio austriaco.
11 governo austriaco resta piena- Si ommettono gU altri articoli di

mente esonerato da qualunque de- formalità.


bito proveniente dalla sua ammini- Questa convenzione fu ratificata

strazione provvisoria, ed occupazio- dal Pontefice Pio VII li io giu-


ne militare delle Marche, e delle gno 1817; e ne venne commessa
Legazioni, compresi i beni annessi l'esecuzione plenaria alla direzione
nelle Legazioni da quel governo prov- generale del debito pubblico, dan-
visorio austriaco tuttora esistente, dosi al commissario Pontificio, resi-
e restando i capitali, e credito del- dente in Milano, il titolo e le prero-
la detta
amministrazione a favore gative di console generale Pontificio
.

del governo Pontificio, questo tiene nel regno Lombardo Veneto. L'at-
per suo il detto debito, e legitti- tuale è insignito col grado di co-
,

CON CON 47
lonnello onorario della marina Pon- collezione delle leggi marittime, che
tifìcia. nate sono dai fatti.

II avvocato Cesarini, ncll'ap-


eh. 11 medesimo avvocato Cesarini
plautina sua opera Piincipii dilla : ai vocaboli consolato, e console trat-

giurisprudenza coinmerciale esami- ta col noto suo sapere dei piìx im-
nati, seconda edizione con molle portanti argomenti.
variazioni ed aggiunte, Macerata Dall'opera: // consolato del mare
1840, capo VI, Del console e del colla spiegazione, con note ai con-
Consolato, pag. 204, dice che la Barcellona , Venezia, Ge-
solali di
denominazione di console, data dai nova di Gesù Maria Casa regi
ec.

Romani ai primi magistrati in sosti- Livorno 1788, si rileva quando, e


tuzione della regale dignità, a'nostri dove furono concessi i seguenti ca-
giorni si conferisce a quel magistrato pitoli ed ordinazioni riguardanti i

che governo invia in altra na-


il consolati che andiamo a nominare.
zione per ivi slare a favorire il
commercio dei propri sudditi, o Roma. L' anno dell' Incarnazione di
cittadini, che ci vadano ad appro- Cristo 1075 a cai. di Marzo fu-
dare. Per r importanza del com- rono concessi in Roma nella ba-
mercio, da cui principalmente de- silica di s. Giovanni in Laterano ,

riva la floridezza dei popoli, bene e giurati dai Romani di osser-


si onora col nome di console que- vare sempre i relativi articoli, e
gli , che a vantaggio de' suoi con- ordinazioni.
cittadini, e dei sudditi, del sovrano Acri. L' annoi i x i a cai. di Set-
che rappresenta, si manda anche tembre furono concessi in Acri
in esteri paesi a proteggerlo. Sic- nel passaggio di Gerusalemme
come inoltre l'oflìcio del console in pel re Ludovico, e pel conte di
massima parte si esercita nei porti Tolosa , e giurarono osservarli
di mare, così ordinariamente ivi sempre.
egli risiede. Il consolato, fuori del- Majorica. L'anno 1 1 1 2 furono con-
l' Italia e della Provenza _,
cangia cessi in Majorica per i Pisani, e

spesso denominazione, poiché si chia- giurarono di osservarli sempre.


ma nel resto di Francia lìapport, Pisa. L' anno i 1 1 8 furono concessi
in Inghilterra Protest, in Olanda in Pisa in s. Pietro del mare in
ed in altri paesi del Nord Zee-Pre- podestà di Ambrosio Migliari, e
texex. giurò osservarli.
Il consolato è di antichissimo Marsiglia. L'anno 1162, nel mese
stile presso tutte le nazioni. Olire di agosto , furono concessi in
la nuova che questo conso-
legge, Marsiglia nell' ospedale, nella po-
lato prescrive, se ne aveva l'ingiun- testà di ser Gaufré Antoix, e giu-
zione anche dalle nostre antiche leg- rò di osservarli sempre.
gi j le quali tuttora sono in vigore Almeria. L' anno 1 1 74 furono con-
in quelle parti, che non sono soggette cessi in Almeria pel conte di
a riforma. Siccome quanto accade BarcellQna,e per i Genovesi, e si
nei marittimi viaggi è comprovato giurò di osservarli sempre.
tlagli attestali che si rilasciano dal Genova. L'anno 1186 furono con-
consolato , così nel vocabolo con- cessi in Genova nella potestà di
ciato si esprime ancora l'antica ser Pinel Miglers, ser Pier Am-
4H CON CON
brosi, e ser Donato,
Gio. di s. tino, e giurarono di osservarli sem-
e ser Guglielmo di Caimosino, pre.
ser Baldotii, e ser Pier d'Are- Ma/orica.li'avno 1270 furono con-
nes, i quali giurarono al capo cessi pel re Jacopo di Aragona,
del molo di sempre osservarli. in Majorica, e giurò di farli osser-
Brandi. L'anno i 187 a cai. di feb- vare sempre.
braio furono concessi in Brandi
pel re Guglielmo, e giurò di P^. il eh. Martinetti nel suo Co-
osservarli sempre. dice de'i^oi'enpag. 447j Del Com-
Rodi. L' anno 1 90 furono con- mercio Marittimo il quale ci av- ,
1
cessi in Rodi pel Galeta, e giurò verte che tra i libri più famigerati
di osservarli sempre. per gli usi marittimi , si citano il
Morea. L'anno 1200 furono con- cosi detto Consolato del mare j il
cessi pel principe di Morea, e Targa, Della contrattazione maritti-
giurò di sempre osservarli. ma j e Giovanni de Lucca, De j'u-
Costantinopoli. L' anno 1 2 1 5 furo- re marilinio. V. i titoli del codice
no concessi pel comune di Ve- Giustiniano, De naufragiis, de na'
nezia in Costantinopoli, nella vihus non excusandis
de navicu- ,

chiesa di s. Sofia pel re Giovan- lariis seii de nautico


nauclerìis ,

ni incontinente, che furono cac- foenore, de naulis tyhe.rinis. V. al-


ciati i greci, e giurò di osservar- tresì il celebi'e pubblicista Francesco
li sempre. Risicato^ De stata hominum in rep.
Alamania. L'anno 1224 furono tom. IL De nautica arte et nautaruni
concessi in Alamania pel conte, stata, p. i52 edit. Panormi 1673.
e giurò di sempre osservarli. Aggiunge lo stesso Martinetti , che
Messina. L'anno i22 5 furono con- circa i doveri degli ammiragli, quali
cessi in Messina nella chiesa di supremi giudici e magistrati navali,
s. Maria Nuova in presenza del come pure dei ministri della ma-
vescovo di Catania per Federico rina e uomini di mare, oltre la
II imperatore d'Alemania, e giu- raccolta delle leggi inglesi ed olan-
rò di osservarli. desi, tratte in gran parte dalle leg-
Parigi. L'anno i2 5o furono con- gi rodie, vi sono importanti cogni-
cessi per Giovanni di Belmonte zioni nel Mastrillo De magislr. lib.

sopra l'anima del re di Francia, 5. cap. 1 3 ; e nelle prammatiche


che in quel tempo non era ben del regno delle due Sicilie, special-

sano, in presenza de' cavalieri del- mente nella Pramm. I. De officio


rOst, e dei templari^ e degli spe- portulani, come pure nel Capitola-
daheri, e dell' ammiraglio di le- re 91 del re Giovanni j ed in Ma-
vante, per osservarli sempre. rio Muta commentatore ,dotto
Costantinopoli, h'anno 1261 furono tom. 6. ediz. di Napoh, e Palermo,
concessi in Costantinopoli in s. An- nel commento di detto capo 91.
gelo per Paleologo imperatore, e V. pure il Codice per la veneta
giurò di osservarli seinpre. mercantile marina Venezia 786, ,
i

Sona e Costa/Uinopolì.h'anao [270 con r Editto pubblico di navigazio-


furono concessi in Sii'ia per Fe- ne mercantile austriaca , Venezia
derico, re di Cipro, e in Costan- 1816. Nel volume li. p. 197, e
tinopoli per r imperatore Costan- seg. Pratica della Romana Curia, si
,

CON CON 49
tra Ha del consoli) to di Anoonaj e di dicaturam haberet. Bernardus de
({nello in Civitavecchia. Binis consul sub Leone X. Pau-
Finalmente riporteremo alcuni ar- Ilis III confirmat praed. ind. et
gomenti descritti dalle Schede Va- alia slatuta a mei'c. facta. Phi-
ticane nell'archivio della santa Se- lippus del Bene Consul. hoc an-
de, che più da vicino riguardano i no.
consoli, o in qualunque modo spet- Anno i5i49- ^ot. propr. de confir-
tano ai medesimi, tra' quali si vedrà mat. consulis prò mercatoribus
l'origine di alcuni consoli esteri ne- Urb. subditis Caroli V.
gli stati Pontificii. Per ultimo ri- Anno i55o. Martinus de Ajala fit
porteremo 1' elenco dei consolati consul inUrbe nautarum subdi-
attuali , e dei luoghi ove sono. torum imperatoris.
Anno i552. Consules Tabernarior.
Anno i5oo. Deputatur consul Anno i554. Il re delle Gallie rin-
nationis gaìlicanae apud Ripam et forza le truppe nel Senese , ed
Ripettam. esorta il console de' fiorentini in
Anno i5i4- Julius Castellanus con- Urbe ad aiutare l'impresa.
fìrmatur consul mercatorum Ja- Anno i574- de Cunigà Orato-
Jo.
nuen. et corsorum in Urbe.
, ris Reg. Hisp. literae quibus A-

Anno 1576. Litterae consulatus ma- lexandrum Buoncuore deputai


ris regni Neapolitani in Urbe. consulem Hisp. donec rex aliter
Anno i5i2. Hieronymus Castro- staluerit.
nus, consul Neapoht. V. Flum. Anno iSy^. Lettere del re di Spa-
Tiberis. gna, con ordina all' amba-
cui
Anno i5i4. Julius Castellanus ci- dar l'ufficio ad Ales-
sciatore di
vis romanus a natione Januen. sandro Buoncuore.
et Cors., electus consul. Anno i5'j5. Jo. Oratoris hisp. li-

Anno i5i5. Confirmant. Capitula terae, quibus Alexand. Buoncuo-


hic adnotata edita a Florentinis re, juxta mandatum regium con-
circa mercatores in Urbe degen. sulem hisp. confirmat. per obi-
et electionem consulis Fiorentini. tum Martini de Ajala, qui illud
Anno i52o. Breve, quo Rinaldi de obtinuit a Carolo imperai.
Ricasohs alias primo consuli Flo- Anno 1576. Camer. renovat Mot.
rentin. in curia constituto ,
qui a Pio V concessum Martino de
se absentaverat, mandat, ut vì- Ajala Cons. hisp. favore Alexan-
sis praesentibus , ad curiam se dri Buoncuore, qui eidem suc-
confera t. cessit.
Anno iSiS. Camer. Franciscum Anno 1576. Pii V
mot. concessio-
Cincium Civ. Rom. a roercato- nis factae prò Martino de Ajala
ribus, sive navilium patronis con- consule Hispan.
sulem nationis Corsicae deputa- Anno 1578. Querelae Philippi Ca-
tum, per priv. Bartholomaei de stilioni consulis Januen. in Civi-
Valle confirmat. ta vetula contra quemdam pro-
Anno i535. Leo X Mercat. Flo- xenotam, qui mercedem praeten-
rentin. ind. concessit eligendi con- debat ex contractibus, eo inscio,
sulem Florentin. cum duobus con- et absenlCj facti5.
siliariis, et uno cancell. qui ju-
voi,. xvn.
.

5o CON CON
Elenco degli agenti e consoli esteri .solato. Grecia. Inghilterra, vice-

negli slati Pontificii. console. De'Levanlini. Lucca. Mes-


sico, vice-console. Napoli, vice-

Roma. Consoli generali della con- console. Paesi-Bassi. Portogallo,


federazione Elvetica, e di Dani- vice-console in detto porto, e suo
marca; di Francia, col caratte- distretto. Prussia, vice -console.
re di agente consolare ; d'Inghil- Russia. Sardegna, vice -console.
terra col grado di agente cori- Spagna. Stati uniti di America,
solare SI in Roma, che nella li- vice console. Svezia e Norvegia,
nea del Mediterraneo sottoposta in detto porto e sue dipendenze.
ai dominii pontifìcii; di Lucca Toscana, console generale, con
console ; del Messico, vice-conso- vice-console.
le ; del principe di Monaco, con- Coniacchio. Austria , agente conso-
sole in Roma e nei dominii del- lare. Napoli , vice-console. Stati
la santa Sede ; Napoli vice-con- uniti di America vice -console.
sole; Portogallo; Prussia conso- Cornelo. Francia , agente consolare.
le: Sardegna, console generale, Inghilterra, vice-console. Napoli,
con vice-console; Sassonia, agen- vice- console. Sardegiia, vice-con-
te regio; Spagna console, con un sole.
vice-console : Stati uniti di A- Fano. Danimarca. Francia, agente
merica, console; Svezia e Norve- consolare. Napoli, vice -console.
gia console; Toscana, console;
, Prussia. Svezia, e Norvegia, vice-
Wui-temberg, console per tutto console.
lo stato Pontifìcio. Fermo. Austria, agente consolare.
Ancona. Austria, console generale, Danimarca , vice-console. Fran-
col cancelliere del consolato. Al- cia , vice-console. Napoli, vice-
bania . Baviera . Belgio. Brasile, console. Russia, vice- console. Sar-
vice-console. Danimarca, in tutta degna. Svezia e Norvegia, vice-
la linea dell'Adriatico. Francia. console. Toscana, vice-console.
Grecia. Inghilterra, vice-console. Ferrara. Napoli, vice-console. Sar-
De' Levantini. Lucca. Napoli, con- degna , console, con vice-con-
sole generale, col vice-console. sole.

Poi'togallo, viceconsole in dotto Fiumicino. Francia, agente conso-


porto e suo distretto. Prussia lare.Lucca, incaricato consolare.
Russia e regno di Polonia, con- Sardegna, incaricato consolare.
sole generale. Sardegna. Spagna. Coro. Napoli, vice-console. Stati U-
Stati uniti di America. Svezia e niti di America, vice-console.

Norvegia. Toscana console gene- Grotlamare. Austria, agente conso-


rale, con vice-console. lare. Napoli, vice-console.
Ascoli, Francia, vice-console. Loreto. Francia. Toscana, agente
Cervia. Austria , agente consolare. consolare.
Cesena. Austria, agente consolare. Magnavacca. Napoli , vice-console.
Cesenatico. Austria , agente conso- Stati Uniti di America, vice-con-
lare. sole.
Civitavecchia. Austria. Baviera. Bel- Montalto. Francia, agente consola-
gio. Brasile, vice-console. Dani- re. Napoli, vice-cousole. Sarde-
marca. Francia, gerente del con- gna, vice -console.
,
,

CON CON 5i
Nettuno. Francia, vice-console. Spa- CoNGBEGAZIOM CaRD1NAL!Z1E, C tutti
gna, vice-console. i singoli di Ognuna di esse. I pri-
Ostia. Sardegna, vice-console. mari consultori sono quelli della
Pesaro. Austria, vice-console. Da- Congregazione, del s. Offìzio {Vedi),
nimarca . Francia, vice-console. ove riportiamo molti esempi di
IngliilteiTa vice-console. Napoli. quelli promossi al Cardinalato, co-
Sardegna, vice-console. Svezia e me si dice, che nella loro morte
Norvegia, vice-console. la congregazione fa celebrare le ese-

Ponte Lagoscuro. Austria . Napoli quie nella chiesa di s. Maria sopra


vice-console. Minerva.
Porto d'Anzio. Austria, agente con- CONTARELLI ]Matteo, Cardi-
solare. Francia, vice-console. In- nale.Matteo Contarelli nacque nel
ghilterra, vice-console. Lucca in- iSig a Moi'annes presso il fiume
caricato vice - consolare. Napoli Sarte d'Angiò. \ci)uto fortuita-
vice-console. Sardegna, incaricato mente in Italia, ricovrò presso An-
vice-consolare. Toscana, vice-con- drea de' Bovi, laurealo in legge, e
sole. prelato di Paolo 111, il quale, spe-
Priniaro. Stati Uniti di America ,
dito dal Papa al concilio di Tren-
vice-console. to, lasciò il ContareUi al di lui pa-
Ravenna. Austria, vice-console. Fran- rente Ugo Buoncompagni, poi Gre-
cia, vice-console. Portogallo, vice- gorio XIII. Nel i56o venne dal
console in detta città, e suo di- Buoncompagni raccomandato, e pro-
stretto. Svezia e Norvegia, vice- posto a Pio IV come datario al Car-
console. dinal Ippolito di Este legato iu
Recanati. Napoli, vice-console. Spa- Francia. Poi dovette seguire il Car-
gna, vice-console. Toscana, agente dinal Bonelli nipote di s. Pio V,
consolare. che dallo zio era stato destinato
Rimini. Austria, agente consolare. legato alle prime corti di Europa.
Francia, vice-console. Napoli. Sve- Per le sue qualità sempre più di-
zia, e Norvegia, vice-console. venne caro al Buoncompagni già Car-
Sant'Alberto. Austria, agente con- dinale: anzi guadagnossi l'animo di
solare. questo per siifatta guisa, che dive-
Sinignglia. Austria. Belgio, vice-con- nuto Pontefice, lo elesse a datario,
sole. Francia , agente consolare. essendo stato anche chierico d'i ca-
Inghilterra, vice-console. Napoli, mera: e poi, a' 12 dicembre i583,
viceconsole. Prussia. Sardegna, lo creò Cardinal prete di santo Ste-
vice-console. Svezia. Toscana, vi- fano nel Montecelio, colla carica di
ce-console. prefetto alla segnatura de' brevi. II

Terracina. Francia . Lucca , vice- Contarelli a sue spese costruì la bel-


console. Napoli, vice-console. Por- lissima facciata della chiesa di san
togallo, vice-console in detto por- Luigi de' francesi a E.oma,
do- e
to, e suo distretto. Sardegna, vi- noUa di diecimila scudi ad ornare
ce-console. l'aitar maggiore. Dopo il conclave
Volano. StiUi Uniti di America di Sisto V, mori a Roma di scs-
vice- console. santasei anni, dopo due di Cardi-
CONSULTORI DELLE CoNGREGA- nalato nel i58*>. Fu sepolto nella
ziOM Cardinalizie. T'. gli articoli detta chiesa di s. Luigi, nella can-
^>. CON CON
pella Matteo, cui egli mede-
di s. ta anni dopo otto di cardina-
simo avea fondata. Gregorio XIII lato. Portato a Venezia, lo seppel-
si protestò di averlo eletto a da- lirono a s. Maria dell' Orto nella
tario, perchè lo conosceva di straor- tomba de' suoi maggiori, con nobi-
dinaria integrità di vita, e molto lissimo epitaffio,
postovi da Luigi
erudito. e Gasparo Cornaro nipoti di lui.
CONTA RINI Gasparo, Cardi- Monsignor Giovanni della Casa scris-
nale. Gasparo Contarini patrizio se in latino la vita di questo Car-
veneto, nel i483, divenuto celebre dinale che fu premessa alle ope-
per ogni maniera di studi nella re dello stesso Cardinale stampa-
università di Padova, dalla sua te in Parigi nel i5ji, ed in Ve-
repubblica venne spedito ambascia- nezia nel iSSg, nella quale, oltre
tore a Carlo V, a cui riuscì caris- la purità della lingua latina, vi so-
simo. Egli ebbe in seguito altre no molte cose importanti per la
ambascerie onorevoli, e la capita- storia civile , e letteraria di quei
nia di Brescia; quindi fu spedito tempi. Nello stesso idioma fu ancora
ambasciatore a Roma, ed a Ferrara composta da Antonio Gaetani , e
per la liberazione di Clemente VII. pubblicata colle stampe di Padova
Tornato a Venezia, fu annoverato nel i585. Si ha pure dal Cardinal
tra i savi, e tra i consiglieri di quella Quirini in lingua italiana la Fila
repubblica in appresso. Paolo III , del Cardinal Gasparo Contarini
riconoscendolo degno di far parte scritta da monsignor Ludovico Cec-
del sagro Collegio , a' 20 maggio catelli, e da esso Cardinal Quirini
del i535, lo decorò assente della illustrata, Brescia ij^^.
dignità cardinalizia colla diaconia CONTE, Cardinale. Conte di
di s. Maria in Aquiro. Il Contarini Milano fu promosso al cardinalato
poscia passò all'ordine dei preti col da Urbano II, e, secondo Panvinio,
titolo presbiterale di s. Prassede ;
da Pasquale II, colla diaconia di
nel i536 fu fatto vescovo di Bellu- s. Maria in Aquiro. Onorio II Io
no, protettore della s. Casa di Loreto, annovei'ò trai Cardinali preti col tito-

e de'canonici di s. Giorgio in Alga. lo di s. Sabina. Intervenne alla e-


Il suddetto Papa nel i54i lo spedì lezione di Gelasio II, approvò quella
alla dieta di Ratisbona, come lega- di Calisto II, e concorse a quelle di
to, ove seppe cattivarsi gli animi Onorio II, ed Innocenzo II, cui poscia
degli stessi protestanti, e riuscì con abbandonò per seguire 1' antipapa
somma soddisfazione del Pontefice, Anacleto II, a nome del quale impo-

sebbene avesse de' nemici che gì' im- se lacorona reale a Rogerio duca di
putarono essere stato condiscendente Calabria. Senonchè si ravvide a
co' protestanti : ma il cardinal Fre- tempo, e morì in seno alla Chiesa
goso pienamente lo giustificò, men- mentr' era Pontefice lo stesso Inno-
tre in consistoro il Conlarelli ne cenzo II.

convinse le stesso Paolo III. Dipoi nel CONTE Pietro, Cardinale. Pie-
1 542 ebbe la legazione di Bologna, tro Conte nacque nella provincia di
e fu spedito nuovamente a Cesare Campagna, fu monaco abbate di
per rimuoverlo dalla guerra contro Montecassino, e per la santità dei
la Francia ; ma la morte Io colse costumi, e per la eccellenza del sa-
a Bologna nel 1 543 , di 5essan- pere da Innocenzo III fu creato Car-
CON CON 53
dinaie. Accolse dipoi molto onore- cante tulio il lerrilorio con terre,

volmente a Montecassino Ottone castella e ville sottoposte al co-

IVj che gli accordò un diploma, mando, e alla giurisdizione del con-

nel quale proibivasi a chicchessia te. Egli è certo che non già i conti
di scacciare i monaci dal possedi- presero tal nome da Comitatus, ma

mento delle loro castella. Morì nel bens\ Comitatus è venuto da Co-
12 io, ovvero nel 121 i, al suo mes. V. Conte Palatino , e Conte-
monistero, come abbate, dopo aver- stabile.

lo governato per diciotto mesi. Il IVel quarto secolo i conti comin-


Cardella pose questo Cardinale fra ciarono a diventar militari , e nel
quelli d'Innocenzo III, di cui è quinto era già stabilito , che i go-
ignoto il tempo della promozione; vernatori di Provincie portassero il

anzi egli protesta, che veramente nome e la qualità di duchi , e i

non si sa qual Papa facesse Cardi- governatori di una città o di una


nale il Conte dappoiché il Wion
_,
diocesi, assumessero la qualità, e il

dice, che Tritemio, cui può ag-


il titolo di Conti.Ai rispettivi articoli
giungersi r Ughelli , soltanto per delle diocesi sono notate quelle, in
congettura attribuirono ad Innocen- cui primi vescovi portarono il ti-
i

zo III l'esaltazione del Cardinal tolo,ed esercitarono la giurisdizione


Pietro. di conte: anzi ad alcuni di essi ne è
CONTE. Comes. Signore di con- rimasto il semplice titolo. Apprendesi
tea, grado, e dignità; ed oggi è per dal Muratori , che nei detti tempi
lo più semplicemente titolo di ono- due erano gl'impieghi del conte:
re. La contea era il dominio, e lo il comandare alle milizie, e il de-
stalo del conte Coviitatus. Il nome cidex'e le liti del popolo, se erano
di conte deriva dal latino Comes, che portate dai minoici tribunali al suo.
significava compagno degli impera- Quanto all'autorità giudiciaria, ve-
tori. Tra i primi si videro i conti del niva da essi esercitata col tenere
palazzo, comìles palalii, e secondo di tanto in tanto i Malij,cioè i pub-
il Dacier si chiamarono Comiles
, blici giudizi, e i placiti per qualche
quelli che erano della corte de'prin- lite particolaie coli' assistenza degli
cipi, o del seguito degli uffiziali o Scalini, e degli altri minori giudici,
magistrati, quali andavano a go-
i col consiglio de' quali proferivano
vernare le Provincie, o a condurre poi la sentenza, non già unicamen-
glieserciti. Erano questi propria- te come a loro paresse. Presso l'an-
mente cortigiani, che componeva-
i tico Marcolfo , pubblicato dal Ba-
no le antiche corti. Alcuni scrittori luzio, t. II. Capitular., si legge, al
fanno risalire l'origine del titolo di lib. I. cap. 8, la formola de Du-
conte sino ai tempi degl'imperatori cala, Patriliatu, vel Comitatu , cioè
Augusto, ed Adriano, ed aggiungo- come si creava un duca, un patri-
no, che presso i romani significa- zio , un conte , e si rileva eh' era
va in quell'epoca i favoriti dell'impe- ben illustre la dignità, e condizio-
ratore, e quelli che ne' loro viaggi ne de' conti. Anche i conti entrava-
lo accompagnavano. Dice il Mura- no nel ruolo de' principi ed essi ,

tori, che dalla voce Comes, signifi- pure intervenivano co' duchi mar- ,

cante governatore della città, si for- chesi , e vescovi all' elezione del r«
mò poscia Ccmitatus ,
parola indi- d' Italia.
, . ,

54 CON core
Carlo il Calvo, che fiori nel no- comoda cosa i sagri pastori l' otte-
no secolo si dice essere stato il
, nere dai re ed imperatori anche il
piimo che con un capitolare auto- temporal governo delle loro città
jizzasse la successione de'conti nelle in un tempo che i principi, per es-
famiglie , allorché passò in Italia sere eletti re d'Italia, od impera-
per seconda volta. Veramente la
la tori, avevano bisogno dell' amicizia,
successione durevole delle contee ajuto e fedeltà de' vescovi. Perciò
delle famiglie incominciò nei pri- fino da prima del mille ottennero
mordi del diritto feudale. F. Feu- alcuni vescovi anche le signorie tem-
di. Carlo Magno, i suoi successori ,
porali delle loro città coli' esserne
ed altri sovrani di que' tempi, die- creati conti , come si può vedere
dero in feudo a coloro, che li ave- nel tomo HI p. 5 3 1 del Murato-
vano assistiti nelle guerre, molte ri, Dissert. sopra le antichità Ita-
terre più o meno vaste, e talvolta liane dissertazione LXXI
, Della :

intere provincie, le une sotto il ti- potenza de' vescovi, abbati, ed altri
tolo di ducali (ciò che pur fecero ecclesiastici. Altro motivo della de-
i longobardi) e le altre sotto il ti- pressione de' conti nelle città , fu
tolo di contee. Dal medesimo Mu- l' poco a poco introdotti i
essersi
ratori si rileva, che quando i conti conti rurali, che dominando in qual-
non avevano in feudo le città, ma che terra o castello, ottenevano da-
solamente in governo dipendente- , gli augusti il titolo e la giurisdizio-
mente dell'arbitrio del principe, un ne di conti in quel luogo, senza
tal governo soleva nondimeno es- rimanere più soggetti all' autorità
sere stabile, e durava tutta la vita del conte che governava la città.
,

loro; né chi una volta era conte Allorché poi nelle carte antiche si

deponeva quel nobile impiego se , incontra la formola Comes de Co-


non per salire a gradi maggiori. niitatu, restando incerto se significhi
Anzi a poco a poco s'introdusse la il conte, ossia governatore o signo-
consuetudine che i figli, o pei me- re della città, o pure un conte che
riti del padre, o coli' ajuto della possedesse uno, o più castella in
pecunia data nei bisogni, in cui per quel contado e distretto, ne rende
le guerre si trovarono i sovrani ragione il prelodato Muratori, ope-
massime quelli di Germania per ra citata, dissertazione Vili, Dei
salire al trono d' Italia, succedeva- Conti , e Viceconti de' secoli bar-
no nella carica stessa. Non si ces- barici. L' Altaserra ci ha dato: De
sava di essere conte che pei" deme- Ducibus et Comilibus Galliae pro-
riti. vincialibus , Francofurti 1 7 3 1
Talvolta i duchi e i marchesi pro- Tornando ai conti rurali ,
questi
curandosi il reggimento particolare sitrovano prima del mille, ed an-
di qualche città furono contrasse- darono siffattamente crescendo in
gnati col titolo di Conti, e ciò tan- numero, smembrando or questa, ed
to in Italia che in Francia. La de- or quella terra, castello e villa dal
cadenza poi dei conti avvenne per distretto delle città, che si ridussero
diverse ragioni ; la prima fu le con- ad aver poco territorio; e i conti
troversie nate tra i vescovi , e i secolari , e poscia i vescovi creati
conti governatori delle città, e del conti per questa ragione , non più
contado loro. Giudicarono perciò istendevano molto lungi la loro giù-
,

CON CON 55
risdizione. Finalnunte svanirono i defonto duca d' Orleans primoge-
conti delle citlà allorché queste ri- nito del re de' francesi Luigi Fi-
presero la libertà, e diventarono lippo, fu dato il titolo di conte di
repubbliche. Oltre ai conti, furono Parigi. Conchiudiamo col Murato-
aulicamente in uso i viceconti, di- ri, che il titolo di conte si trova
gnità molto stimata. cotanto moltiplicato, massime in Ita-
Neil' Araldica inglese il titolo di lia, che ognuno se lo procaccia per
conte è il più antico, essendo stato far intendere ch'egli è nobile: chi
in uso anche fra i Sassoni invasori poi nondimeno gode con ex feu- lo
dell' Inghilterra. In quei tempi il do nobile unito, ritiene gran parte
titolo di conte era mia dignità, che del pregio degli antichi conti.
aveva una giurisdizione luogosul Allorché si voglia nello stato pon-
di cui portava il nome. Poco tem- tificio ottenere il titolo di conte, e
po dopo la conquista de'norman- fondare vma contea per via della
ni si trova che Guglielmo il con- Camera apostolica, occorrono i se-
quistatore creò molti conti, con- guenti attestati, e cautele, i." La
cedendo loro il terzo delle tasse persona , che desidei-a fondare una
giudiziarie dei loro rispettivi distret- contea, e prendere il titolo di con-
ti; ma una tal rendita è da lungo te, deve esibire gli attestati, che
tempo cessata, ed in vece chi la go- provino essere la sua famiglia no-
deva riceve una piccola annua pen- bilmente distinta nella popolazione
sione dal cancelliere dello scacchie- a cui appartiene , i quali attestati
re. Nella medesima Inghilterra poi possono procurarsi dai magistrati
il titolo di Visconte (Fedi) , è di delle comunità, dal vescovo, ovvero
un'epoca dappoiché ab-
piìi recente, dal 2.° deve assegnarsi lui
clero.
biamo dalla storia che il primo fondo qualche entità e rispetta-
di
visconte fu Giovanni Beaumont bile, nel quale erigere la contea,
creato dal re Errico VI nel 1439. avvertendosi, che in detto fondo de-
Né deve tacersi, che talvolta i du- ve esservi almeno una cappella. Coi
chi, e marchesi, principi, sovrani nominati attestati si presenta sup-
di stati, vollero chiamare conti,
si plica al Sommo Pontefice, il quale
come gran contessa Matilde si
la la rimette al Cardinal camerlengo
grandemente benemerita della Chie- di santa Romana Chiesa, da cui si

sa Romana, e del suo dominio tem- rilascia il chirografo, o diploma della


porale. Anche dipoi molti principi contea. Questo chirografo deve re-
di famiglie sovrane portarono il ti- gistrarsi all' uffizio del segretario di
tolo di conte con giurisdizione , e camera , e la spesa ascende a circa
talvolta senza, d' una città e pro- scudi trecento. Lo stesso titolo di
vincia. A' nostri giorni il fratello di conte , ed erezione d'un idoneo fon-
Luigi XVI, e di Luigi XVIII re di do rustico in contea, si accorda dal
Francia, era il conte d' Artois, poi Pontefice, ordinariamente coli' auto-
re Carlo X; anzi al presente nella rità di un breve apostolico, ed in
real corte delle due Sicilie alcuni questo caso si debbono esibire alla
principi portano i titoli di
reali segretaria de'pontificii brevi qne'rae-
conti di Trant, di Castro-Giovanni, desimi documenti, di cui si é par-
di Lecce, AaW Aquila , di Siracusa lato di Egualmente il Pon-
sopra.
e di Trapani. Al primo figlio del tefice, per mezzo della stessa segie-
,,

56 CON CON
tarla de'brevi, per dimostrare la sua per premiare la virtù, ed un me-
propensione e ad un
benevolenza rito reale.
qualche individuo, premiarne i me- Sembra, che l'origine de' Conti
riti e le benemerenze da lui acqui- del Palazzo, o sia del Sagro Pa-
state colla religione, e colla santa lazzo derivi dai re di Francia, nella
Sede, lo fregia del titolo personale, corte de' quali sino dal secolo VI
e per discendenza di conte , senza fu in uso questa dignità; quindi
che egli presenti alcun fondo per dalla Fi-ancia passò in Italia allor-
essere eretto in contea. ché Carlo Magno occupò questo
CONTE PALATINO. Conte del regno ciò che avvenne nel declina-
;

Palazzo , ovvero Conte del Sagro re del secolo ottavo. Incmaro, arci-
Palazzo , e delV aula Lateranense. vescovo di Reims, cap. 2 1 de Ord.
Dignità, e titolo onorifico con cui et Offìc. Palat., così descrive l' in-
i Romani Pontefici e gl'imperatori carico del conte del palazzo: Comi-
di Germania graziarono certe pei-- tis Palata, Inter cetera innumerahi-
sone. Anticamente la potestà di que- lia, in hoc maxime sollicitudo erat,
sti conti si estendeva a conferire il ut omnes legales caussas, juste ac
grado di dottore, a creare notari rationahiliter determinaret, seu per-
legittimare bastardi, dar corone d'al- verse judicata, ad aequitatis trami-
loro ai poeti , nobilitare borghesi tem traduceret. Ampia per questo
concedere stemmi autorizzare ado- , era l' autorità del conte del palaz-
zioni ed emancipazioni, accordar let- zo, perchè non solamente giudicava
tere di benefici , di età etc. Osserva di tutte le cause dello stato , che
Lodovico Antonio Muratori, Z)/.9.9erf. per appellazione venivano al tribu-
J^II, Del Conte del sagro palaz- nale del sovrano, ma quelle ezian-
zo, che ai suoi tempi era in Ger- dio conosceva, che riguardavano i

mania in sommo onore e potenza, diritti del principe e la quiete dei


il conte palatino del Reno, uno de- suoi stati ; ne alcuna causa era por-
gli Elettori del Sagro Romano Im- tata al sovrano, se prima non pas-
pero (Fedi) , titolo che negli anti- sava per le mani del conte, a fine
chi secoli denotò una delle più il- di osservare, si necessitas esset , ut
lustri dignità anche del regno d'Ita- caussa ante regem merito venire de-
lia. GÌ' imperatori poi dei bassi tempi, beret^ come soggiunge lo stesso Inc-
principalmente del secolo XV , e maro. Grado altresì sommamente
quelli de' seguenti , continua lo stes- cospicuo era quello dell' arcicappel-
so Muratori, per far monete pro- lano di corte, che precedeva i ve-
stituirono siffattamente il nome di scovi ed arcivescovi , ed anch' egli
Conte Palatino, che lo troviamo ri- riferiva al re le cause degli eccle-

dotto ad un miserabile fumo com- siastici. Però, senza un ordine del


perato con pochi soldi da chi si re, non poteva il conte del palazzo
diletta di carte pecore, ossia di- terminar le cause de' potenti, come
plomi procacciati con impegni e siha dalla legge 43 di Carlo Ma-
raccomandazioni , non vergognan- gno, tra le longobardiche. Tal di-
dosi taluno di domandarli da vieto proveniva , acciocché il conte
per sé stessi mentre che le o-
, palatino non si perdesse dietro alle
norificenze dovrebbono conferirsi cause de' grandi, trascurando intan-
spontaneamente dai principi sol , to quelle de' poveri e dei meno
,

CON CON 5j
potenti, per le quali avevano mag- altri atti ancora si scorge, che il

gior premura i buoni principi. conte del palazzo aveva vm vicario


Alcuni litennero che nella corte appellato perciò Vicecomes , oggidì
dei re di Francia "vi fosse un solo Visconte. Sì scorge ancora , che i

conte del sagro palazzo, ma inve- conti del sagro palazzo ordinaria-
ce in qualche tempo furono due i mente facevano la loro residenza
conti palatini, ed il TVlabillon ne ha in Pavia, dov'era il palazzo dei re
portalo gli esempj, de re Diploni. d'Italia. Forse anche reggevano quel-
lib. 2. cap. II. n. i4- Il bisogno la provincia con l' autorità onde ,

dei popoli , e la divisione dei re- altri duchi, o marchesi governava-


gni, diedero cagione all' introduzio- no il paese loro assegnato. Anco
ne di più conti nel palazzo. Lo eb- poi i principi beneventani avevano
^ bero r Aqui tenia e la -Borgogna , il loro conte del palazzo; perciò
ne* quali regni si divise l' impero stimò Pietro diacono di dover iden-
de'Franchi. Questa dignità fu ezian- tificare quello del palazzo dei re
dio in uso ne' regni di Germania, d'Italia. Si rileva dal Borgia, Me-
Inghilterra, Polonia, ed Ungheria, morai? istoriche de Benevento parte
tenendosi da per tutto in sommo seconda , p. 106, che dopo essere
onore. Cosi si ebbero conti palati- cessato in Benevento il dominio dei
ni nel regno d'Italia, quando ne di- longobardi . il palazzo de' principi,
vennero dominatori i Fi'anchi, per- abitato dai rettori pontificii, conti-
chè stabilendosi un re particolare, nuò a chiamarsi palazzo principe-
fu nominato un conte palatino, af- sco, palazzo del Papa, e palazzo
fine di risparmiare ai popoli di por- della curia romana. Quindi riporta
tare le cause nel centro della Fran- che Falcone, nella sua Cronaca nel
cia. L'autoi'ità di questo conte si iiSy, parla di un certo Bernardo
conosceva dal popolo di tutto il re- qui Comes palata vocahatur; il per-
gno , che poteva appellare a lui ,
chè si vede chiaro che nel palazzo
dai duchi, marchesi e conti , e in Beneventano, sotto pontifìcii ret- i

qualunque parte dei regno, dov' e- tori, continuavano alcuni impieghi,

gli si trovasse, e con facoltà ordi- che già vi furono in tempo de'prin-
naria potea giudicare di tutte le cipi longobardi. Uflllzio dei conti del
cause. Che
grande fu l'autorità
se palazzo di Benevento in tempo dei
de' messi regali, maggiore fu quel- principi e rettori menzionati , era
la dei conti palatini. L'autorità dei il giudicare le cause , che dai mi-
messi era solo delegata e tempo- nori giudici della città e dello sta-
ranea, e da essi potevasi appellare to si portavano in grado di appel-
ai conti palatini. lazione, o al principe, o al rettore
Il dotto IMuratori, loc. cit. pag. Avverte il medesimo Bor-
pontificio.

59. e seg., riporta una serie di con- gia, che in Benevento negli accen-
ti palatini dell' Italia. Si deve no- nati tempi vi erano vari giudici
tare, che nell'anno 878,6 nel se- i quali, oltre l'adempiere alle parli
guente da due placiti viene com-
, di decurione , o sia senatore , che
memorato Heribaldus Comes sacri oggidì diciamo consigliere , compi-
Palata. Questo medesimo personag- vano quelle eziandio di pretoie per
gio nell'anno avanti è intitolato la cognizione della giudicatura del-
f icecomes Palntìì dal che e da ; , le liti, come da più luoghi del ci-
,,

58 CON . CON
tato Falcone è manifesto. que- Da pala/.zo, sorsero in sua vece i conti
sii, e da altri nainori giudici si ap- palatini delle particolari provincie.
pellava al conte di palazzo, non Nel regno- di Napoli, sotto i principi
credendo il Borgia che sotto i ret- Normanni, furono molto in credito
tori pontifìcii fosse in Benevento i conti di Lauretello, i quali si

questo titolo solamente onorifico, trovano Comiles


intitolati Palatii.
siccome divenne poscia altrove, e II Galletti, Del primicerio p. i6,
siccome dura tuttora. Imperocché pubblicando le cerimonie fatte nel
questo uffizio, mancato il sagro pa- io46, per la coronazione dell' im-
lazzn, venne ripartito tra più sog- peratore Enrico HI, e di Agnese
getti sotto le denominazioni in altri sua consorte dice, che furono rice-
tempi di vicario del rettore, e poi vuti dal prefetto di Roma e dal
di luogotenente e di uditore, per conte del palazzo lateranense. Que-
cui questi in certo modo subentra- st' ultimo, a suo tempo, levò all'im-
rono neir incarico di conte del pa- peratore i sandali e le calze, quin-
lazzo. di lo ricalzò degli stivali imperiali,
Ritornando ai conti del sagro e gli pose gli speroni di s. Mauri-
palazzo d' dacché dopo l'an-
Italia, zio. Anche la Toscana ebbe il suo
no mille cominciarono le città di conte palatino nel secolo XIII. Pa-
Lombardia, e di .altre parti d' Ita- rimenti ebbero il titolo di conti
lia, ad alzare il capo per mettersi palatini i potenti una volta conti
in libertà, poco a poco andò sce- Guidi, e i conti Alberti di Praia,
mando l'autorità de' ministri im- e i cOnti Venerosi. Questo mede-
periali, e toccò appunto questa dis- simo titolo, ed autorità conferirono
avventura ai conti di palazzo. Fu- i sommi Pontefici , e i susseguenti
rono cacciati dai pavesi dal real imperatori, a moltissime persone ;

palazzo di Pavia, e si ricoverarono di maniera che lo splendore del ti-


a Lomello terra ragguardevole
, lolo andò progressivamente a di-
onde la provincia, sommamente fer- minuirsi. Tanto i Pontefici , come
tile di grani, prese il nome di Lo- gì' impei-atori nel creare tali conti
mellina, e divenne il loro partico- gì' intitolavano: Sacri lateranensis
lare dominio. Ma come i pavesi palatii comites, anzi Sacri nostri
occuparono puranco quella proviu- lateranensis palatii, et aulae no-
cia e ne smantellarono la terra,
, strae ronianae coniiies. E Castruc-
costrinsero il conte a dimettere il ciò,duca di Lucca, nell'anno 1828
suo ministero, e secondo l'uso di fu da Ludovico di Baviera creato
que' giorni, a farsi cittadino, e sud- conies palatii lateranensis. Niun di-
dilo della loro città. Anche da Ot- ritto restava piti agli imperatori ia
tone di Frisigna si apprende la quei tempi sopra Roma ,
per cui
grandezza e l'autorità del conte pa- potessero far valere siffatti titoli,

latino. Egli pertanto dice, ch'era Non è poi vero, che il titolo di
vicario in Italia degl' imperatori, e conte palatino fosse inventato la
che, dimorando nel palazzo di Pa- prima volta -da Federico I Barba-
via, stendeva la sua giurisdizione rossa nel secolo XII, per distingue-
sopra tulte quelle parti d' Italia re i Su di che va
coati del Reno.
che dipendevano dall'imperio. letto Breve istoria del
il Borgia,
Cessata la dignità di conte del dominio temporale della santa Se-
CON CON 59
de, p. 32?. Degli antichi conti del (Vedi). Dichiararono eziandio i Pa-
palazzo, ne resta appena un'ombra pi conti palatini i presidenti del-
)ie' conti palatini de' nostri dì, i l'Accademia di s. Luca (Vedi),
'quali prima concedevano, come su- pe' quali Pio VII istituì l'Oidine,
periormente si è accennato, la lau- che descrivcsi al voi. XI, p. iGeseg.
rea dottorale, creavano notarii ec. del Dizionario, come dichiararono
Fino agli ultimi tempi i sommi e dichiarano, per mezzo di un breve
Pontefici solevano creare conti pa- apostolico, conti Palatini que' perso-
latini, cioè conti del sagro palazzo, naggi, che per benevolenza, o in pre-
e dclVaxda lateranense i conclnvisli mio dei loro pregi, e virtìi, voglio-
de' Cardinali (Fedi), ne' conclavi, no decorare di questo onorifico ti-
in cui erano stati sublimati al pon- tolo.Quando il capo della nobilis-
ed altrettanto facevano coi
tificato, sima famiglia Sforza Cesarini no-
Dapiferi (Vedi), che sono quelle minava, per privilegio pontificio, al-
nobili , o civili persone , le quali cun individuo in cavaliere della mi-
presiedono in tempo di conclave lizia aurata, e dello sperone d'oro,
al trasporto delle vivande ai Car- lo dichiarava altresì et sacri pala-
dinali dai rispettivi palazzi. Egual- tii, aidaeqiie lateranensis coniid pa-
mente, fino agli ultimi tempi, i Pa- latino , colle analoghe prerogative
pi solevano creare cavalieri dello e distinzioni.
sperone d'oro (Vedi), e conti pa- Sino al pontificato di Pio VII,
latini i paggi nobili che gli ave- per indulto della santa Sede, i Car-
vano assistiti nella solenne cavalca- dinali legati, i vescovi assistenti al
ta, colla quale presero possesso nel- soglio Pontificio, ec, godevano la
la basilica lateranense. Così face- nomina di alcuni cavalierati dello
vano cavalieri dello sperone d'oro, sperone d'oro, non che di conti pa-
e conti del sagro palazzo, ed aula latini. Il Parisi, nelle Istruzioni ec,

lateranense (come per ultimo di- tomo IV, p. 5 e seg., riporta la


chiarolli Pio VI), loro i intimi e Formula comitis palatini, et equilis
nobili famigliari, cioè il maggiordo- mililiae auratae ; ed avverte che
mo, il maestro di camera, l'elemo- sebbene il cavalierato sia titolo per
siniere, il sagrista , i due isegretari sé secolare, tuttavia ildiploma di
de' brevi a' principi, e delle lette- solo conte palatino, si dà anche agli
re latine, il sotto datario, i came- ecclesiastici colle, limitazioni che ac-
rieri segreti partecipanti di spada cenna. Non riuscirà discaro, che qui
e cappa, i cappellani e chierici se- appresso si riporti ima formola di
greti, maestro del sagro pa-
il p. diploma di conte palatino, usata da
lazzo, il maestro di casa di esso, e un vescovo assistente al soglio nei
gli aiutanti di camera, come si può primi anni del secolo corrente.
vedere all'articolo Famiglia Ponti- »> Quel sincero affetto, che por-
ficia. Va ancora notato, che i Pon- " ti verso la santa ed apostolica
tefici, nel creare un cavaliere del- » Sede, la probità della vita e dei
la milizia aurata , ossia dello spe- » costumi, e gli alti'i ornamenti
rone d* oro, lo creavano pure conte » lodevoli di virtù e di dottrina,
palatino, conte del sagro palazzo ed w meritano che in te si ritrovi
aula lateranense argomento che
: , " la capacità di ricevere le nostre
«i tratta all'articolo Sperone d' oro » maggiori grazie, per lo che aven-
6o COi\ CON
do il santissimo nostro signore condo gli articoli già dalla san-
Papa Pio VII, a noi siccome » ta Sede proposti; altrimenti sie-
prelato domestico, ed assistente » no nulle ed invalide le presenti
al soglio pontificio , in vigore » nostre lettere. In fede delle qua-
delle sue lettere in forma di breve, » li ordinammo di spedire queste
spedite il giorno i8o4, fra » lettere di nostra mano sottoscrit-
gli altri doni della sua munifi- ' te, e del nostro sigillo muni-
cenza, concessa la facoltà e la > te per l' infrascritto nostro se-
potestà di creare alcuni chiaris- > gretario.
simi personaggi per nobiltà per- » Dato in Roma fuori della por-
sonali, conti del palazzo -apostoli- > taFlaminia nell'anno i8o4..-.
co e dell'aula lateranense, come ' del pontificato di Pio VII anno

parimenti cavalieri della milizia "


V.
aurata; noi pertanto, volendo di- Finalmente il menzionato Pio
mostrare a te special favore, e VII, dopo il suo glorioso ritomo
volendo decorare la tua persona in Roma nel i8i4, comandò che
con titolo di più degno nome, il titolo e grado di conte palatino
colla predetta autorità (come si fosse affatto separato dal cavaliera-
è detto a noi concessa), facciamo to dello sperone d'oro, e si confe-
e creiamo col tenore delle pre- risse per mezzo di un pontificio
senti, te conte del palazzo apo- breve separatamente, togliendo così
stolico, e dell'aula lateranense, la promiscuità di cavaliere e conte.
e concediamo a te che possa ser- CONTENSON Vincenzo. Scritto-
virti, godere, e possedere libera- re teologò del secolo decimosettirao
mente, e lecitamente,- col tenore nato l'anno 1641 nel Condomese.
della presente di apostolica au- Fece professione a Tolosa nell^Or-
torità, la croce d'oro giusta l'e- dine di s. Domenico, ove si distin-
semplare a te consegnato, e por- se per la sua applicazione allo stu-
tare la catena d'oro, ed il pallio, dio, e pei grandi progressi in esso
con simile croce, e godere tut- fatti. Insegnò filosofia Alby e
in
ti e singoli i privilegi , indulti, teologia in Tolosa . Morì 1' an-
esenzioni, e prerogative di cui no 1674 nella città di Creil nel-
gli altri cavalieri dello stesso di- la Francia, dove predicava l'avven-
ritto econsuetudine, ed in qua- to. Il p. Contenson era pio e dotto:
lunque modo posseggono, usano e leggeva molto la Scrittura ed i pa-
godono ('eccettuate però le esen- dri, e specialmente s. Tommaso.
> zioni tolte dal sagro concilio Tri- Ci ha lasciata: Tlieologia mentis et
dentino ) Ti avvertiamo però,
. cordis, nella quale istruisce, e ad
che prima che cominci a godere un tempo commove.
' dell'effetto delle nostre grazie e CONTESSA, o Gran contess.*.
» privilegi debba prestare il giu- Matilde. Questa eroina benemerita
» ramento consueto di fedeltà nel- della santa Sede, sovrana della To-
» le nostre mani, o di altra per- scana, e di una parte della Lom-
' sona costituita in dignità eccle- bardia, nacque nel medio evo l'an-
siastica, da eleggersi dalla tua no 1046 da Bonifacio III marche-
» persona; e così ancora emette- se di Toscana, e da Beatrice. Es-
'' re la tua professione di fede se- sendo morti un' altra figlia ed un
CON CON Gì

figlio di Bonifacio, e di Beatrice, la città Leonina. Pure Gottifredo,


Matilde in età assai giovane, nel coll'aiulo de'romani, costrinse que-
io54 alla morte del padre rimase st'ultimo alla fuga, e per l'aiuto di
erede di uno de'più potenti slati Cencio, figlio del prefetto di Roma,
d'Italia. La Toscana, Lucca, Mo- potè rifugiarsi nel Castel s. Angelo.
dena, Reggio, la Garfagnana, Man- Intanto nel 1073 successe ad Ales-
tova, Ferrara (che \uolsi data a sandro li s. Gregorio VII, che vo-
Tedaldo bisavolo della gran con- lendo abolire le investiture ecclesia-
tessa dal Pontefice Giovarmi XVI stiche s' inimicò con Eni-ico IV
creato nel gSS), e forse anche Par- re de'romani, e nel 1076 lo sco-
ma e Piacenza le erano sottommes- municò.
se. Matilde aveva forza di caratte- Matilde non visse lungamente col
re, coraggio, e pronti talenti, atti a suo sposo, il quale per essere devo-
far buon uso de'graudi mezzi che to ad Enrico IV, fu fatto assassina-
possedeva. In età di otto anni Ma- re in Anversa nel febbraio 1086
tilde andò immediatamente al pos- da Roberto conte di Fiandra, ne-
sesso degh stati paterni. Sua madre mico del re. Due mesi dopo la con-
Beatrice conservò l'amministrazione tessa Matilde perdette anche sua
di tali stati, e la divise anche col madi'e, e da quel tempo si diede
suo secondo marito Goffredo il ad ornare gli stati suoi di magni-
Barbuto duca di Lorena. Morto fici edifici, di chiese, di castelli, e
questi nel 1070,6 Beatrice nel 1076, di porti. Offri pure a s. Gregorio
Matilde regnò sola; d'allora in poi VII il suo possente aiuto nelle
tutta la sua esistenza non ebbe che gravi vertenze da cui allora l'im-
imo scopo, quello cioè di difendere pero era agitato per cagione del-
da Enrico IV, ed Enrico V i Pon- l'antipapa Clemente III, fatto eleg-
tefici Alessandro II, s. Gregorio VII, gere da Enrico IV contro quel le-

Vittore Urbano II, e Pasquale


111, gittimo Pontefice. I principi di Ger-
II, non che di aumentare domi- i mania indussero poscia il re ad
nii temporali, e il potere della san- invocar perdono dal Papa, e que-
ta Sede. sti a passare in Augusta per cui
Ebbe Matilde prime noz-nelle r arcivescovo di Treveri , amba-
ze Goffredo, o Goltifredo, il GobbOy sciatore del re, ne lo aveva istan-
figlio del suo patrigno duca di Lo- temente pregato. Mosso s. Grego-
rena. Egli esercitò in nome di lei rio VII dagl'inviti di Matilde si po-
qualche autorità nella Toscana, e se in viaggio, ma giunto in Vercelli, il

negli altri suoi dominii. Nella vita di vescovo ch'era cancelliere del regno
Alessandro II, creato nel 106 i, scrit- d'Italia, lo avvertì che Enrico IV
ta dal Platina, si rileva che quan- l'incontrava con poderoso esercito
do Enrico IV fece eleggere contro e con iniqui disegni. Allora il Pa-
quel Pontefice l'antipapa Onorio II, pa retrocedette, e ritirossi nelT ines-
e quando questi si recò in Ro- pugnabile castello di Canossa nel
ma , venne Alessandro II difeso Reggiano , ricevutovi dalla gran
da Gottifredo. Abitavano entrambi contessa, che n'era la patrona, col-
il palazzo lateranense, mentre l'an- la maggior venerazione, e coi più
tipapa, nel suo ritorno in Roma con alti riguardi. Ivi si recarono mol-
un esercito, occupò il valicano e ti vescovi e laici (edeschi , dal
,

6a CON COiN
Papa stati scomunicati come se- che ne fu compilato a' 28 gennaio
guaci di Enrico IV, e che elu- 1077, ^ '^ confermò co'più terri-
dendo le guardie del re erano pe- bili giuramenti, P^. il Platina nel-
netrati nella Loaibaidia, e in Canos- la vita di san Gregorio VII, pag.
sa si scalzarono i piedi, si vestirono 1^1, e seg.,che i-iprodusse le for-
di lana sopra la carne, e in questo mole di scomunica usate contro En-
stato andarono a chiedere l'assolu- rico IV. Ricevette quel re il cor-
zione al Pontefice. Egli rispose, clie po di Cristo dalle mani del Papa,
nulla più desiderava ardentemente, pranzò con lui, e fu trattato con
quanto la riconciliazione de'peccatori; mollo onore.
ma una si lunga ostinazione
che I lombardi , seguaci del re me-
esigeva una penitenza e prove con- desimo, all'udire la sua ritrattazione
venienti, e dopo l'una, e le altre li siccome ostinati nemici di s. Grego-
assolvette, come si ha dal Bcrcastel rio VII, e calunniatori di sua vir-
Storia del Cristianesimo toni. XII, tù, si ribellarono; i signori lom-

p. i5i, e seg. bardi si ritirarono da lui, e le cit-


Enrico IV bramoso era pure di tà lombarde gli chiusero le porte.
farsi assolvere; al qual fine ebbe Per istabilire il suo credito coi lom-
anche una conferenza con Matilde, bardi, non curando che la Ger-
che interpose i suoi uffizi, in uno mania gli si ribellasse, Enrico IV,
a quelli della sua suocera contessa passali quindici giorni, ruppe il so-
di Savoia, e di Adelao suo figlio, lenne fatto col Papa, e
trattato
a quelli di s. Ugo abbate di Clu- ricuperò poco a poco l'animo dei
ny, e de' personaggi più cari al lombardi , ed altri italiani del suo
Pontefice, perchè assolvesse il re al- partito ; ma i principi di Ger-
meno dalla scomunica. Temendo il mania il deposero, e gli sostitui-

Papa la leggerezza del re, ne pro- rono il duca di Svevia E.odol-


crastinò r esaudimento . Lasciato fo. Enrico IV montato in furore
perciò dal principe fuori di Canos- immaginò d' impadronirsi del Papa
sa suo seguito, fu ammesso so-
il e della contessa Mafilde, che in
lo nella piazza, che aveva ti'e re- vece ritii'aronsi nelle gole delle mon-
cinti di mui*a. Fu fatto restare nel tagne, onde s. Gregorio VII stette per
secondo, senza alcun segno di digni- tre mesi presso la gran contessa

tà , coperto semplicemente di un la quale, per consolarlo colla sua di-


panno grosso di lana. Ivi passò tut- vozione esemplare della ribellione di
to rimanente di quel giorno, e
il tanti altri snaturati figliuoli, fece alla
gli due seguenti senza man-
altri Chiesa romana la donazione di tol-

giare che un poco di pane, che gli ti i suoi slati , riserbandone l'u-
si dava verso sera. Finalmente, alle sufi'utto pel rimanente de' suoi
replicale istanze della contessa Ma- giorni. In tal modo la santa Sede
tilde e di altri, fu Eurico IV nel aggiunse a'suoi dominii la Toscana

quarto giorno ammesso all'udienza e gran parte della Lombardia, con-


pontificia. Dopo molte discussioni si sisleuLe nella principal porzione del
convenne rimarrebbe assolu-
ch'egli Mantovano, Parmigiano del
del ,

to colla condizione, che riporta il Pieggiano, del Modenese, della Gar-


citato Cei Castel. Accettò il re tut- fagnana ec; ciò che per altro fu
te le coudizioni, sotlgscrisse l'atto poi per la sauta Sede una sorgcu-
CON CON 0)3

te di turbolenze e calamità, come i nemici di s. Gregorio VII, molti


si narra all'articolo Sovranilà Pon- vollero ritornar al grembo della
tificia (Vedi). Chiesa, il perchè il Papa nominò
In seguito la contessa dovette col- s. Anselmo legato di Lombardia.
learmi difendere sé stessa e il Papa Nel 1086 a s. Gregorio VII suc-
contro gli scismatici, contro Enrico cesse Vittore III, ed a; lui nel 1088
IV, e contro l'antipapa Clemente Urbano li. Questi persuase nell'an-
HI. L'anima forte di Matilde non no seguente la gran contessa, alllne
lasciavasi piegare dalle sventure: di dar foi"za al proprio partito con-
da essa l'accolto per cacciar
l'esercito tro l'antipapa, e contro Enrico IV,
da Ravenna l'antipapa, fu disfatto a sposare Volfone V, ossia Guelfo
a'i5 ottobre 1080. Nell'anno seguen- li come altri lo chiamano, figlio
te la sua patria Lucca, cli« in allo- di Guelfo I duca di Baviera, di
ra era forse la città piti considera- somma potenza. Ciò seguì, sebbene
bile della Toscana, si rivoltò contro la principessa avesse oltrepassati cpia-
Matilde. Sienane segui l'esempio, ranta anni di età, e colla coiuli-
e nel 1082 Enrico IV devastò il zione, dallo sposo accordata, di con-
Modenese, e ne assediò in vano le servare nel letto maritale illese 1 o-
fortezze, che la contessa ivi posse- nestà e la pudicizia. E siccome
deva. In mezzo a tante procelle es- Guelfo II era nipote del marchese
sa continuava a somministrare ge- d' Este, vennero collegate contro
nerosi soccorsi a s. Gregorio ^11, Enrico IV le case più potenti di
consacrando a questa guerra di re- Germainia ed Italia. Irritato il re
ligione i tesori delle chiese, conceden- per tale unione, portò la guerra
do dei feiidi in compenso. Dal canto tanto in Baviera, che negli stati

suo Matilde riportò non pochi vantag- della principessa : assediò Mantova
gi sull'armata imperiale, che sorpresa nel 1090, a se ne impadronì a' ics

in luglio 1084, a Sorbara nel Mo- aprile logi; indi prese tutte le

denese, fu sbaragliata e posta in fortezze da Matilde possedute al


fuga. Racconta il Bercastel, che gli nord del Po, e con egual successo
scismatici piombarono all'improvviso portò la guerra nelle terre, che
sulle terre di Matilde, e che i vas- stanno tra quel fiume, e gli Appen-
salli suoi sorpresi, non ebbero tem- In una dieta, che la contessa
nini.
po di radunare, che poca gente: convocò a Carpeneto, quasi tutti i
ma s. Anselmo, vescovo di Lucca suoi teologi e baroni l' esortavano
e direttore della principessa, supplì alla pace; ma un monaco di Ca-
al numero col coraggio che ispi- nossa le promise il soccorso dal cie-
rò agli armati, e mandò il suo pe- lo, se perseverava in quella santa
nitenziere ad assolverli. Diedero es- guerra. Laonde la pia contessa im-
si pertanto la battaglia con tal pose silenzio a' suoi timidi consi-
valore, che gli scismatici fuggirono glieri ; ed Eurico IV fu costretto
alla prima scarica, e ne furono fatti in fatti a rivolgere altrove le sue
molti prigionieri, e copioso fu il botti- armi. Cosi la principessa ricuperò
no. Innumerabili furono i nemici uc- ben presto le fortezze che aveva
cisi, ed i cattolici ebbero soli tre mor- perdute, e nel 1094, a sue pre-
ti, ed altrettanti feriti per manifesta ghiere , Urbano lì visitò la Lom-
protezione del cielo. Cosi, diminuiti bardia. Nel seguente anno pero
(S4 CON COiX
Gueifo II si separò sdegnato da re; e di più ancora Ferrara, che
lei perchè non voleva ritirare a
,
dopo essere stata tributaria alla s.

sno vantaggio la donazione fat- , Sede, era stata concessa al suo bisa-
ta de' suoi stati alla santa Sede. volo, come di sopra si disse. Ag-
Anzi, essendosene perduto il formale giunge il Platina, che alcuni scri-
atto , essa nel Pontificato di Pa- vono ( tra' quali é Vincenzo ) , che
squale li lo rinnovò nella sua for- questa eccelsa donna morisse in Fi-
tezza di Canossa a* 1 7 novembre renze in queir incendio, che bruciò
1 102. la maggior parte della città colla
La deposizione e la morte avve- morte di circa due mila uomini, e
nuta nel 1106 di Enrico IV, sem- che il di lei corpo fu trasportato in
brarono liberare Matilde da ogni Lombardia, e sepolto nel monistero
timore dalla parte della Germania, di Benedetto lungi dodici miglia
s.

perocché Enrico V, figlio di lui, le da Mantova. 11 Platina crede che la

dimostrava grande rispetto. Nondi- principessa morisse in Mantova, e per


meno "quando quel re de' l'omani suo ordine fosse sepolta per opera
nel Ilio si condusse in Italia, essa di Anselmo, persona di gran santi-
non volle recarsi alla sua corte; ma tà, e fondatore del monistero, me-
gli spedi ambasciatori che gli giura- diante le generose somme sommi-
rono in suo nome fedeltà verso e nistrategli dalla defonta. I lucchesi
contro tutti, fuorché contro la santa credevano possedere il corpo di Ma-
Sede soltanto. Enrico V nel i i i , i tilde; ma volendo Guido Gonzaga
dopo avere imprigionato Pasquale risarcire il detto monistero , ritro-
II, e dopo essere stato da lui coro- vò il corpo di essa, e lo ripose de-
nato imperatore, visitolla nel suo bitamente in luogo più onorevole.
castello o fortezza di Bibbianello I romani Pontefici tennero nella

presso Reggio, dove ebbero un col- più alta considerazione le gloriose


loquio in tedesco, giacché Matilde geste di Matilde. Per gratitudine
parlava assai bene quella lingua, e le dipingere nel palazzo apo-
fecero
molte altre. Frattanto essa aveva stolicoVaticano, e Benedetto XIII,
ricupei'ato le città, ed i castelli per- in contemplazione che Lucca sia la
duti neir ultima guerra, eFerrara patria della gran contessa, eresse in
era rientrata fino dal 1 102 nel suo metropoli quella sede confermò
,

dominio. Mantova la ricuperò nel ed ampliò i suoi privilegi. Urbano


li 14, ma fu l'ultima delle sue im- Vili nella basilica vaticana eresse
prese , giacché morì ai 24 luglio a Matilde nel i635, un magnifico
I I i5; ed il suo corpo fu seppellito monumento di *
marmo sovrastato
nel sontuoso monistero di s. Bene- dalla statua di essa, la cui testa fu
detto di Polirone presso Mantova, scolpita dal celebre Bernino, il qua-
che essa avea colmato di beneficii. le diede il disegno pure pel depo-
II Platina, nella vita di Pasquale sito. Il resto é opera di suo fra-

li, racconta che sotto di lui morì tello Luigi, mentre il bassorilievo
la contessa Matilde assai vecchia, e rappresentante l'assoluzione ricevu-
lasciò per testamento alla chiesa di ta dal re Enrico IV da s. Gregorio
lloma, quanto è dal fiume Pescia, VII, venne eseguito da Stefano Spe-
e s. Quirico su quel di Siena, fino ranza. Quindi Urbano Vili, per
a Caperano dall'Appennino al ma- onorare la memoria di Matilde, da
,,

CON CON 65
Mantova, fece nel Vaticano traspor- Cosimo della Rena, dal Cardinal
tarne le ceneri. Volendo poi Urba- Bona, da Luca Olstenio, Antonio
no Vili restaurare il magnifico ap- Pagi, Carlo du Gange, Lodovico
partamento di Giulio 111, presso le Antonio Muratoli, Goffredo Gugliel-
camere dipinte da Raffaello , nella mo Leibnitz, dal p. Andrea Rota,
sala che lo precede , dal viterbe- e da quanti hanno avuta occasione
se Gio. Francesco Romanelli, fece di favellare delle cose di questa in-
rappresentare a fresco i fatti della signe principessa. Della stessa opera
gran contessa, per cui la sala e il ci diede una seconda edizione ar-
detto appartamento presero il nome ricchita di preziose giunte il p. Man-
di appartamento della contessa Ma- si, come si vede dal titolo : Memo-
tilde. Descritto esso viene dal Taja, rie della gran contessa Matilde re-
Palazzo Vaticano, pag. 198, e dal- stituita alla patria Lucchese da
lo (Jhattard Descrizione del Prati- Francesco Maria Fioi'enlinij secon-
cano, pag. 186. Il maggioi'e de' di- da edizione illustrata con note cri-
pinti figura r assoluzione di Enrico licìiCj e con le aggiunte di molti

IV, il quale si vede presentare da Ma- documenti ( alcuni de' quali si deb-
tilde al Papa in atto supplichevole, bono correggere ed accrescere con
alla presenza de' Cardinali, ed altri quelli, che trovansi negli Ance,
personaggi, massime di Ugo, od U- meda aevi del p. Zaccaria a carte
gone abbate cluniacense, che sem- 3o3, 309 e 3 io) appartenenti a
bra farsi mallevadore del penti- Matilde, ed alla di lei casa, da
mento del principe. Siccome que- Giandomenico Mansi della congre-
sto dipinto avea solferlo, così per gazione della Madre di Dio, Luc-
conservarne la memoria , Papa
il ca 1756. Carlo Antonio Erra,
Il p.
regnante vi ha fatto sostituire una della medesima congregazione, pub-
diligentissima copia a olio eseguita blicò ancora colla sua nota erudi-
con perizia e valore dal eh. cav, zione , le Memorie storico-crìtiche

Pietro Paoletti bellunese. E sicco- Roma 1768.


della contessa Matilde,
me nel pontificio palazzo di Castel Donizone, monaco del monistero di
Gandolfo eravi un quadro rappre- Canossa nel territorio di Reggio,
sentante Matilde con veste di por- vivendo ancora la contessa Matil-
pora a cavallo, interessante sì per de, prese a scriverne la vita in versi
le sembianze della contessa, che pel assai incolti ; e poiché essa morì
costume dei suoi vestimenti, l'istes- nel I 1 5 , vi aggiunse un capo a
I

so Gregorio XVI lo fece portare in raccontarne la morte. Dopo altre


Roma, e collocare sull'architrave edizioni, fra le quali ve n'è una fat-
della porta della menzionata sala. ta dal Tegnagclio in Ingolstadt nel
Le geste di questa grand'eroina, 1612, la pubblicò di nuovo, ma
sì benemerita della Chiesa, furono assai più accresciuta e corretta,
già egregiamente descritte dal ce- con una bella prefazione, il Mura-
lebre Francesco Maria F'iorentini toi'i ne' suoi Script. Rer. Ital. t. V,

medico primario di Urbano Vili pag. 337. Della Genealogia Ma-


e stampate in Lucca nel 1642. il thildis comitissae avea già scritto
merito di quest' opera fu grande- il celebre Felice Contelori , in un
niente celebrato con moltissime lodi libro pubblicato, Interamnae i557.
dal Cardinale Sforza Pallavicini, da Ma a' tempi più a noi vicini sono
vot. xvu. 5
-

€6 CON CON
a ricordarsi i, due eruditi Cardi- do alcuni, erano quelli che noi
nali Giuseppe Garampi noli' Jllu- chiamiamo grandi scudieri. In pro-
s trazione di un antico sigillo della gresso di tempo il loro potere ven-
Garfagnana, Roma 1759, e Stefa- ne tanto esteso, che essi comanda-
no Borgia nel pregevole rame che vano ai generali, ed anche ai prin-
pubblicò della genealogia di sì im- cipi del sangue. Questi dignitari
mortale contessa. Queste opere men- facevano regolamenti che riguarda-
i

tovate sono da preferirsi al Trat- vano ed avevano sotto


le truppe,

tato della vera origine, fatti, e co- di loro un prevosto che giudicava
stumi, lodi di Matilde la gran con- i delitti commessi dai militari.

tessa d'Italia, di Demetrio di Gui- Il Donali, De' dittici degli antichi,

do Mellini , Firenze 1 589 ; alla p. i58, riporta un esempio della di-


Cronica della vera origine, ed azio- gnità ex Comes sacri stabuli, o conte
ni della contessa Matilde, di Bene- del sagro stabulo, ed aggiunge che
detto Lucchini pubblicata nel 1592 ; da ciò nei bassi tempi derivò la voce
alla Lettera apostolica di Domenico di Contestabile, come osserva Mont-
Mellini in difesa di alcune cose già faucoa, Suppleni. Antiq.expliq. t. Ili,

scritte da lui, e appartenenti alla p. 233. Il conte del sagro stabulo


contessa Matilde, e riprese da Be- nel codice Teodosiano, presso il
nedetto Lucchini, stampata in Man- Du Cange, Glos. lat. V. Comes,
tova nel 1592, e poi in Firenze viene pnr chiamato Trihwius Sta-
nel 1 594 ; alle Meraviglie eroiche buli, e dice che chiunque nel suo
di Matilde la gran contessa d' I- principio godeva di questa carica,
talia, del mai-chese Giulio del Poz- non aveva altra ingerenza che sui
zo, uscita alla luce in Verona nel cavalli , e di essere scudiere del
1678 con figure ; alla Vita c\\q ne principe; ma in progresso di tempo
scrisseAntonio Beffa INegrini da essa divenne una delle prinae digni-
Asolo nella Marca Trevigiana; a tà dappoiché i conti del
militari,
quella che in latino pubblicò nel sagro stabulo erano i primi geue-
1614 Michele Lunigo, De insigni raU dell'esercito. Così il Donati.
donalione coniilissae 3Iathildisj fi- Lodovico Antonio Muratori, nel-
nalmente alla Fita della contessa la sua quarta Dissertazione De-
Matilde, scritta da d. Silvano Raz- gli uffizii della corte dei re antichi
zi camaldolese, e pubblicala in Fi- d'Italia, e degli imperatori, dice che
renze nel 1587. in un placito tenuto in Spoleto nel-
CONTESTABILE , o CONE- l'anno 860 da Lodovico li impera-
STABILE, Comes Stabuli. Nome di tore, fra i cortigiani imperiali eravi
dignità militare, come Gran Con- Hechideus comes, et pincernus pri-
testabile lo è di dignità principale mus, conte e capo dei coppieri. Nel
nelle corti de'grandi principi. Que- palazzo degli augusti franchi, e dei
sto vocabolo deriva dal latino Comes principi di Benevento, eravi il rag-
Stabuli, capo della scuderia che
, guardevole grado di Comes stabuli
pur fu detto Praefectus Stabu- che ora diciamo Contestabile, cioè
li, Stratore, ed oggi Cavallerizzo prefetto delle stalle, o scuderie del
(Fedi). Anticamente i contestabili principe. Ci avverte il Borgia, Mem.
avevano la soprai n tendenza delle ist. di Benevento, t. II. p. i6i, che
scuderie reali, ed in origine, secon' in delta ci Uà anticamente erano due
CON CON 67
primari magish-nti, il Rettore, e il era Palenno, ma anche nelle pi\)-
Conlcxtahile;a\ primo apparteneva il vincie di tutto il regno , ad altri
politico, al secondo spettava il ma- de' quali diedero il comando di
neggio delle cose militari, con di- qualche corpo di fanteria o di ca-
pendenza però dal Rettore, come valleria, e ad altri il governo de' luo-
da quello che non volendo da per ghi principali. Falcone nella sua ,

sé stesso amministrare il militare, Storia all'anno i i32, parla del con-


aveva facoltà di eleggere il conte- testabile di Montefulco, luogo sei
stabile. Queste erano le principali miglia lontano da Benevento, dove
cure de' detti due magistrati, giac- da più secoli eravi il tribunale della
che nel rimanente, salva l' autorità provincia del Principato Ulteriore.
del Rettore, di comun consenso ad- A distinzione però di questi conte-
operavano le cose, alio stesso mo- stabili, che risiedevano nella pro-
do, che essendo alla testa del go- vincia, e che prendevano nome dal
verno il solo contestabile, qua- luogo della loro dimora, dicevan-
si perchè di suprema rappresen- si assolutamente Regni comcstabuli
tanza rivestito in vece del Ret- quelli, eh' erano nella capitale, co-
tore, adempiva ad ambedue gli me maggiori degh altri , i quali
impieghi. Stranamente poi, come os- dappoi si chiamarono Maestri con-
serva il Muratori, fu trasferito in testabili, e Magni contestabili. Av-
Francia questo impiego a chi era verte poi il citato Borgia , che in
condottiero di armata. Nelle sue Francia primieramente fu dato il
giunlr alla Cronica Casaiiriense, e titolo di Contestabili, ai condottie-
in un placito del suddetto anno ri degli eserciti.
840, tenuto pure da Lodovico II, Il regno di Armenia ebbe un
fra i cortigiani vi è un Adelbertum contestabile, Io ebbe il regno di
ComUem Stabuli; e l'anonimo Saler- Napoli, ed era una delle sette digni-
nitano, ne' Paralipomeni , a pag. tà principali ereditarie del regno,
928, che Grimoaldo Store-
scrive esercitando cariche di
le luogo-
seyz, principe di Benevento , disse tenente del re negli eserciti, e di capi-
ad uno di quei cittadini: Slabuhun tano generale de' medesimi. Ma del-
nostrum pete, et qualem volueris la carica di gran-contestabile del
eqiutni exinde tolle. At ille ad Co- regno di Napoli, esercitata per diver-
mitcni Stabuli properavit eie. Che si si secoli dalla nobilissima famiglia ro-
trovasse anche l'uffizio di MarescaU jnana Colonna ( Vedi) , e delle di-
co nella corte degli Augusti, e dei stinte sue prerogative dicemmo a
re, sembra verosimile,
se pure non queir articolo. Negli ultimi tempi
fu lo che quello di Comes
stesso quésta dignità fu soppressa per le
Stahidi. I marescalchi in Francia note vicende politiche. In Francia
divennero marescialli, e gran mare- era stata già tolta nel 1627 <1^' '"^
scialli. Luigi XIII, dopo la morte del du-
I Normanni dopo che s' impa- ca di Lesdiguières ultimo contesta-
dronirono della Sicilia, e delle pro- bile in Francia. La dignità di con-
vincie, che ora formano il regno di testabile, fu una delle principali
Napoli, sotto Ruggiero primo re di nell'Ordine religioso ed equestre di
quelle terre , posero i contestabili s. Stefano.

non solo nella capitale che allora Non deve tacersi, che anche ap-
68 CON
presso i monaci si legge essere stato ^('.v Eiàpc.rciirSj t. V. ar. 18. an.
questo uHiciO d| Contestabile , che 368. p. 4^- pai'la a lungo de' pre-
Bernardo monaco, e. i3 con.suelu- gi degli Anicj, ceppo della casa
din. cluniàcens. ms.i. per lai modo Conti.
descrive nel citato Glossario del Du Giampietro Crescertzi nella sua
Gange. K. ConestaBulus: « Est fra- Corona dclld nobiltà d' Italia par.
» ter cui est commissa obedienlia, I. Narraz. i. cap. 3. p. 46-, dell'e-
» ut de equis curam habeat, et mu- dizione di Bologna 1 639 , seguito
» lis, quem nos Vulgariter Cone- poi dal Gesuita Gàmberti nello
M slabùlum Vocaraus; ipse habet Specchio della verità, par. i. p.
70,
» agasoneni suum, qui capit curam dice altresì ch'essa proviene dalla
" de equis etc. habet autem in cu- casa Anicia Pierleoni Frangipani,
» stodia sua tolara avenam, et hor- la quale propagata nella Germania
>' déiim monasteri! etc, sellas, cal- si chiamò Austriaca. Per confermare
« caria, frena, ferra, etc. ". questa opinione egli l'iporta a p.
CONTI Fa.migIia. La nobilissima 720 un testimonio, prodotto dal
ed illustre famiglia Conti, una delle Ciàcconio nella vita di Gregorio
quattro che Sisto V dichiarò le più VI, di Alberto di Argentina, anti-
cospicue e più , antiche deli' I- co scrittore dell' istoria Germanica,
lalia, ebbe gloriosa origine , e sic- ilquale pretende che dalla famiglia
come da essa derivarono le fìuni- Conti proceda l' imperiai casa d'Au-
giie de' Conti di Segni, di Anagni, stria: così ancora Giovanni Seilrido
e del Tuscolo, oggi Prnscali (Pedi), da Breslavia monaco cisterciense ,
,

le restò per antonomasia cogno- il ed abbate dei monistero dì Zwey-


me di Conti. Pei' sentimento più tai nella sua opera Arbor Ani- :

comune degli scritlofi, questa fami- ciana , sèu Genealogia sercnissi-


glia, tanto celebrata, ha la sua ori- monini augiislissimae Austriae do-
gine dalla antica famiglia Romana mus principuni. ab Anicia autiquis-
Anicia, ossia Oltaviana, la più po- sìnia, nobilis sima quc Urbis Roninc
tente, la più ricca, e la più nobile familia deducta^ stampata in Vien-
che si avesse la città di Roma nel na d'Austria nel 161 3 in due to-
IV secolo. Divisa fu essa in più ra- mi. Dopo aver confutato molte opi-
mi, ed esaltata venne da tutti gli nioni sull'origine della casa d'Au-
antichi storici, e principalmente fu stria, nel lib. I, cap. 6, p. 27, sta-
gloriosa per aver dato il primo sena- bilisce la provenienza di essa dalla
tore romano alla religione cristia- famiglia Conti, ossia Pierleoni, e lo
na (come rileva Prudenzio in Syni. conferma col sentimento di parec-
\. I. p. 221); per aver dato i ss. chi imperatori di quella augusta
Canzio Canziano , e Canzianilla ,
, casa, e col voto di molti scrittori
celebri tra i martiri di Dioclezia- tedeschi, ed italiani, fino al nume-
no ,le famose dame e matrone ro di sedici. La stessa origine vuol
Proba Giuliana e Demetriade, il-
, , provare diffusamente il p. Diego
lustri anche esse nella santità, non Lequile religioso francescano nella
che il celeberrimo console e con- sua opera: U
Arciduca Ferdinando
fessore egregio Anicio Manlio Se- Carlo Conti regnante, ovvero pane-
verino Boezio ed altri di cui si
, girici poetici in sua senza data di
parlerà. II Tillemont nell' Histoire edizione.
, ,

CON CON 69
Tornando poi all' origine della alili scrissero Conte di Segni. Appog-
fiunit^lia Conti, da mi i citali au- giò egli le sue asserzioni olle carte
tori fanno procwiere la famiglia de- autentiche degli archivi di Roma,
gli arcidnclii di Austria, Marco principalmente del Vaticano, ed a
Dionigi nella sua Genealogia di Ca- quelle ch'erano prima in Castel s.

sa Conti, pubblicata in Roma nel Angelo, ch'egli come prefetto aveva


1669, alfcruia, col comune parere in mano.
dei genealogisti, ch'essadeve il suo Per i tempi anteriori all' epoca
principio a Gregorio console roma- di Trasimondo sembra certo, al
,

no, che visse nell'anno di Cristo dire del Ratti, che i Conti discen-
800. Tolonieo , figlio di esso fu dessero dai governatori di città, che
principe del Tuscolo, e Teodoro fi- è il vero e genuino significato del
glio di Tolomeo, propagò- la stes- loro cognome ( F. Conte ), giacché
sa fìuniglia divisa in due rami, il dominio loro sulla città di Segni
cioè de'Conti di Tuscolo, e de' Conti solo principiò nel i353; e che o
di Segni. JNicola Ratti , della fanti- dijll'averne essi governala (jualcuna
glia Sforza, Roma 1795, nel to- compresa nella campagna di Roma,
mo li, p. 217, volendo dare un o dall'aver fatto ivi posteriori ac-
saggio delle famiglie Conti di Se- quistij sia derivata la loro ordina-
gni, Cesarini, Savelli, Peretti, Ca- ria residenza ora in Anagni,
ora
brerà, e Bovadilla , nelle note alle in Segni, ora in alciui altro di quei
due ultime Sforzesche Fulvia Con- luoghi, donde poi vari de' loro sog-
ti,e Livia Cesarini, per mezzo del- gettifurono detti Anagni ni, Segni-
le quali le medesime s'innestarono ni, Campani. Al tempo d'Inno-
colla Sforza, coli' autorità di gravi cenzo III l'anzidetta famiglia, che
scrittoli, dice che la famiglia Conti rapporto alla linea di Segni, e Val-
è una delie primaiie patrizie roma- montone, si estinse nella Sforza, e
ne, e delle più aniiclie, discenden- rapporto all'altra dei signori, e du-
te dalla Ottavia poi Anicia, detta cili di Poli (che all'epoca in cui
ancora di s. Eustachio, dalla quale scriveva il Ratti sussisteva nella
similmente ripetono la Pierleona persona del duca Michelangelo)
d.
e la Fiagipani, e (juella dei tanto cominciò a stabilmente fissarsi in
celebri Conti Tusculani maniera : di Roma , acquistando nuovi feudi
che tutte queste famiglie sono in e signorie salì all'auge di sua gran-
origine la medesima, ossia tante di- dezza, conservata senza interruzione
ramazioni dell' Anicia. Avverte pe- per lo spazio di sei secoli. I due
rò il dotto Ratti, come quello che nominati rami di Segni e Valmon-
compilò l'erudita opera, coi docu- tone, e de' signori e duchi di Poli
menti esistenti nella fìuniglia Sfor- sono appunto i principali, che di-
za Cesarini, di cui era primario mi- rettamente discendono dalla casa
nistro, che il più discreto degi isto- d'Innocenzo I|I. Va però notato,
rici nel ricercare la famiglia Conti che ninna delle dette terre e delle
sia slato il Gontelori, i| quale seb- città erano possedute dalla nostra
bene sembri congetturaie anch' es- famiglia Conti primachè Innocenzo
so siffatta origine, pure in sostanza III nel 1198 ascendesse alla vene-
non la ripete che da Trasi mondo randa cattedra di s. Pietro. Va
padre del grande Innocenzo III, che pure con etto il ('iacconio, cui tea-
70 CON CON
nero dietro altri biografi de'Cardi- giunti dentro i limiti de! giusto e
nali, non solo riguardo ad Inno- dell' onesto. Nel medesimo anno
cenzo III, ma anche alla maggior della sua esaltazione Car- creò
parle de' Cardinali della famiglia dinaie il suo cugino Ugolino Con-
Conti, che tutti chiamano de' conti ti , che nel iiij venne esalta-
di Segni giungendo perfino ad
,
to al pontificio trono col nome
appropriarne certuni, solo perchè di Gregorio IX ( Vedi ) , il cui
diconsi di qualche feudo , che pò- nome risuona in benedizione nella
scia fu de' signori Conti, come un Chiesa. Innocenzo III creò quindi
Ottaviano de Polo, o de Poli, fat- nell'anno 1200 Cardinale l'altro
lo Cardinale nel i 182 da Lucio cugino Giovanni Conti, dichiaran-
III, e che era di un'altra nobile dolo cancelliere di s. Chiesa, e nel
famiglia romana, allora signora di i2o5 esaltò pure al cardinalato un
quel castello, non che altri sem- terzo cugino, Ottaviano Conti. Il

pre ingannati del titolo di Conti. Conlelori assegna un sol fratello


Conviene anzi dire che la maggior ad Innocenzo III, cioè Riccardo,
parte delle antiche flìmiglie nobili ma vari altri ne assegna il Kircher
di Roma discenderebbe dai Conti nell' Hisloria Eutstachio- Mariana,
Tusculani. Noi per altro, dopo aver e il Dionigi nella Genealogia di
fatto questa protesta sulla giusta casa Contij gliene attribuisce uno
autorità del Ratti, riporteremo do- per nome Pietro, da essi voluto il

pò questo articolo le numerose bio- fondatore della tanto celebre Torre


grafie de' Cardinali di questo co- de' Conti in Roma, che anche ai
gnome con quelle denominazioni, nostri giorni si fa ammirare nel
che loro diedero il Cardella nella rione Monti alla Suburra qual me-
Sloria de' Cardinali, e il Novaes raviglioso monumento della gran-
in quella de sommi Pontefici, sen- dezza di que' secoli fazionari. Il

za affermare se convengano alla Ratti però con documenti dimostra


detta famiglia. Il p. Ratti, a pag. a pag. 229, che la torre venne e-
228, ne dà analoghe ed opportune dificata da Innocenzo III, da e
spiegazioni. Riccardo fratello di lui, adducendo
Innocenzo III dunque, chiama- a ragione che la famiglia Conti
to prima Lottarlo, fu figlio del sotto questo pontificato soltanto si

mentovato Trasimondo, e di Cla- stabili in Roma. Il Nardini, Roma


rice Scotta, nobilissima dama ro- antica, pag. 149, dice che la tor-
mana, che altri chiamano Cla- re molto bella ed alta, ma
era
rina. Sì nello spirituale che nel che minacciando rovina, fu diroc-
temporale oltre modo giovò al- cata nel pontificato di Urbano VIII.
la Chiesa, ed alla Sede apostoli- Non va qui taciuto, che il lodato
ca (come persino da ultimo provò Gregorio IX, consanguineo d' Inno-
Federico Hurter nell' applaudita cenzo III, volle essere anco emulo
Storia del Papa Innocenzo III ec. della sua magnificenza, dappoiché
Amburgo i836, di cui il eh. Ro- un'altra grandiosa torre innalzò
vida ci ha dato la traduzione in per la sua famiglia, che è quella
idioma italiano, Milano iSSg), né stessa, che resta a monte Mngna-
fu ingrato alla sua famìglia, ne napoli, ora rinchiusa nel moniste-
alieno fu dal beneficare i suoi con- ro delle domenicane di s. Catcri-
.

CON CON ji
na da Siena, chiamata Torre delle discendenti. Riccardo in Ferentino
milizie da qualche presidio milita- prestò il giuramento di fedeltà al
"re, che ivi si sarà tenuto in tem- Papa, e suoi successori per lo stato
po delle fazioni, e non già perchè di Sora ; locchè fu confermato con
e la torre ed il sito fossero una diploma nel 1 2 1 5 dal re Federico
stazione delle antiche milizie roma- II. Il possesso della contea e stato
ne sotto gl'imperatori, come alcuni di Sora nella persona del conte
antiquari hanno creduto. Riccardo, e della casa Conti, durò
La nostra famiglia Conti, che al pochi anni, e terminò nel successi-
tempo d'Innocenzo III ebbe la sua vo pontificato di Onorio III, quan-
prima abitazione in Roma alia Su- do l'ingrato Federico II, dimenti-
burra nel sito ancora detto Tor cando che ad Innocenzo III dove-
de' Conti, ne' successivi anni ( forse va fanciullo il regno, e adulto l'im-
quando cominciò a popo-
la città pero, ne spogliò con aperta ingiu-
larsi più verso il campo Marzo, e stizia il di lui fratello Riccardo,
ne' luoghi ad esso vicini'), passò al come si ha dal Trizi: Memorie islori-
palaazo annesso all'altra torre detta cìie della cillà di Sora, par. II, p. 87.
delle milizie, il che da un
rilevasi Qualche anno innanzi al i%i5
istromento citato dal medesimo Con- Innocenzo III avea messo Riccardo
telori.Questa seconda torre, eretta in possesso di altri castelli nella
da Gregorio IX, appartenne ai con- campagna di R.oma, pei quali nel
ti di Segni, che continuamente la 1208 Riccardo avea prestato.il
abitarono acquistando nel i48i le giuramento: » Innocentio III in-
case contigue dai Colonnesi. - frascripta castra scilicet Polum,
Che Innocenzo III poi avesse a - Fustinianum, Anticulum Roc- ,

fratello Riccardo, chiaramente ap- - cham de Niblis, Montem ma-


parisce dalle concessioni , investi- *• gnum, Guadagnolum, Saracine-
ture , e privilegi dal Papa ac- »» scum, Roccham de Soricis, Ca-
cordati alla propria famiglia, nei - stellum novum, quae alias fue-
quali è sempre nominato il solo » runt tradita in feudum Oddoni
Riccardo con i suoi eredi, e suc- »» de Polo a Borone sanctorum
cessori. Or sopra Riccardo appun- »• Cosmi et Damiani diacono Car-
to Innocenzo III versò le sue be- - dinali camerario, concedit nobili
neficenze, quando lo potè, senza » viro Riccardo fratri germano re-
commettere con altri ingiustizia, né « tinenda, donec de damnis, et
pregiudicare la Sede apostolica M expensis, quae in iis fecerat, fuis-
Essendosi ribellato a Federico II >» set eidem satisfactum, ut in lit-

(
Papa del regno
già investito dal >» teris dat. Romae 7 idus octobris
di Napoli) Corrado conte di Sora, >» anno VII. Pro bis castris Ric-
e castellano della Rocca, fu tra gli » cardus praestitit juramentum fi-
altri spedito contro di lui Riccardo *' delitatis eidem Innocentio die 6
Conti, die avendo ricuperata quel- « octobris 1208 ind. XI". É a
la città e fortezza dalle mani del sapersi, che Oddone signore di Po-
ribelle, ne ebbe da Innocenzo III li, e degli altri mentovati castelli,
il dominio, e l'investitura, adendo era debitore alla camera apostoli-
prima ottenuto il titolo di conte ca di molte somme di denaro.
dal re Federico II per sé, e suoi Non avendo altra successione, che
rjl CON CON
una figlia per nome Costanza, con- il padre Casimiro da Roma nelle
venne egli di darla in moglie ad uno erudite Aleinone storiche dt-llc i.

de' figli di Riccardo, colla condi- chiese e conventi de'frali minori nel-
zione, che questi si obbligasse a la provincia Romana, r^po XXV,
pagare i suoi debiti. Dopo accetta- p. 4'' e s^g- Riccardo lasciò tre
to il partito, Oddone si pentì del figli. Paolo, e Giovanni, l'uno pro-

trattato, per cui non solo da esso console, l'altro senatore di Roma,
si ritirò, ma giunse alla perfidia e Stefano Cardinale. Il Ciacconio, e
di sollevare il popolo di Roma gli altri scrittori delle vite de'Car-
contro il Papa, e per mettere al dinali, neir attribuirne, come di-
sicuro la sua terra di Poli, l'assog- cemmo di sopra, vari alla casa Con-
gettò al dominio del Senato Ro- ti, che le appartengono solo per pa-
mano {P'edi). Il Pontefice, giusta- rentela , non fanno menzione del
mente irritato, consegnò a Riccardo Cardinale Stefano nipote d'Innocenzo
le anzidette terre come in deposi- III. Di esso tratta bensì il Ratti
to, commettendogliene la custodia alla pag. iBti. I due primi figli di
e la difesa finché la camera apo- Riccardo divisero beni paterni, col i

stolica fosse interamente soddisfatta consenso del fratello Cardinale. Al


de' suoi crediti. Abbassato l'orgoglio primogenito toccò Yalmontone, Sac-
di Oddone, maritò Costanza a Gio- co, Pluminaria ec. , al secondo la

vanni Conti secondogenito di Ric- Torre, e tutte Roma, coi


le case di
cardo, e per mezzo di un tal ma- beni di Ponte Mammolo, di Monte
trimonio la casa Conti ereditò la Fortino ec. , lasciandosi per indivisa
terra di Poli, colle altre possedu- la terra di Poli.
te da Oddone, ch'era nipote del Da questa divisione si formarono
sunnominato Cardinale Ottaviano. le due linee primarie dei Conti si-

Benché la maggior parte de'men- gnori, e poi duchi di Poli discen-


tovati feudi rimanesse alla casa Con- denti da Giovanni, secondogenito del
ti, ed ai successori di Riccardo e di conte Riccardo, e dei signori di Yal-
Innocenzo III, a cagione delle con- montone, e poi di Segni, discenden-
dizioni dell'investitura, il dominio tida Paolo primogenito. La serie
in progresso poco era sicuro. Per- genealogica de'priini si può leggere
chè dunque Riccardo, e i suoi di- ne'citati scrittóri, e nel Moreri, che
scendenti avessero uno stabilimento la continuò ov'essi la terminarono.
certo, e insieme decoroso, nel 1 209 Noi dipoi riporteremo come essa
il Papa comprò il grosso castello negli tempi si estinse in
ultimi
di Yalmontone , allora posseduto Roma. Riguardo all'altra termina-
dai canonici regolari lateranensi. Lo ta negli Sforza, diremo qualche co-
strumento di acquisto si conserva sa di più importante: prima però
nell'archivio Sforza, e questa prima noteremo che Corradino, figlio di
signoria comprata dalla casa Conti, Corrado e nipote di Federico II,

servì di distintivo alla linea primo- alla casa Conti diede per arme l'a-

genita finita poi nella Sforza. I conti quila scncchiata,c il popolo Romano
signori di Yalmontone, profusero il campo rosso. Dipoi l'imperatore
le loro beneficenze sopra questo Ferdinando il concesse due sten-
loro principale feudo, massime in dardi, ed alcuni pezzi d'artiglieria
opere di pietà, sicccome descrive a Torquato Conti per onorare le
,,

CON CON 73
sue armi gentilizie, in premio dei j» et castrorum Cuerceni et Collis
servizi militari prestatigli contro i » Pardi Alatrinae dioecesis, et fru-
Danesi, e gli Svedesi. Questo Tor- « ctus ex supradictis castris et ex;
quato fu anche generale pontificio " civitate Signina, Lariano, Pallia-i
di Urbano Vili per sostenere la " no, et Serrone Velletren. et Prae--
Valtellina; ed il suo figlio Innocen- « nestinac dioeces. perceperunt ....
zo venne fatto tribuno dell'imperio « Dat. Romae V idus novembris
per la prode difesa della città di »»anno primo. Urbanus VI Adinul-
Praga assediata dagli Svedesi, e po- « phum de Valle Montonis comi-
scia fu generale de'veneziani contix> * tem civitatis Signinae, Palliani
il Turco. M et Serronis constituit capitanum
Sino alla metà del secolo XIV " in civitate Signinae, Palliano, et
la linea primogenita si chiamò dei »> Serrone etc. adbeneplacitum. Da-
Conti signori di Valmontone ; » tam Romae quarto kal. junii
quindi dominio, e la pubbli-
il » anno tertio ".
ca amministrazione della città di Qualche rovescio ebbero i Con-
Segni cominciò nella casa Conti ti rispetto alle sopraddette signo-
nell'anno 353, ceduta con solen-
1 rie, nei tempi del lagrimevole sci-

ne trattato da quel comune a Gio- sma, sotto lo stesso Urbano VI,


vanni Conti prò console di Ro- poiché neir anno XI del suo pon-
ma, nel pontificato d' Innocenzo tificato, commise a Nicolò de Fiz»
VI. Da alcuni documenti si rileva, lerionis de Pipemo di prendere il ,

che già la casa Conti possedeva nel possesso di tutte le mentovate ter-
territorio di Segni acquisti proba- YG, città e castelli da Adinolfo, ed
bilmente fatti mentre alcuni suoi Ildebrandino Conti , alla cui cu-
individui n'erano podestà. La lon- stodia, e difesa fu dal Papa costi-
tananza de' Papi che risiedevano tuitor istesso Nicolò. Ma Bonifacio
in Avignone, e la potenza di cui IX, che nel 1389 gli successe, subi'p
in Roma godeva questa famiglia to reintegrò ambedue i fratelli Conti
Conti, potè rendere valida per al- in tutti i loro primieri diritti, e
lora una tal cessione confermata con giurisdizioni riguardo a Palliano, e
nuovo stromento de'i4 aprile i362 Serrone , de' quali luoghi li creò
a Pietro uno de'figìi di Giovanni. vicari ad 29 annoruin sub annuo
Restituita nel iSyy da Gregorio censii decenilihrarum cerne in fc'
XI la residenza pontificia in Roma, sto Assumplionis B. M. Virginis.
ì Conti dovettero procurare di ac- Più generoso si mostrò Giovanni
comodare le cose loro coi Papi rap- XXI li, che confermando le investi-
porto il dominio di Segni, e pare ture di Bonifacio IX, le estese si-
che vi riuscissero più di quanto po- no alla terza generazione a favore
tevano desiderare, giacché ottennero d'ildebrandino, e suoi figli, tanto ri-

da Urbano VI nel 1378 non solo spetto alla città di Segni , che di
il governo di detta città, ma an- Palliano, e Serrone sub annuo censii
che quello di varie altre, e di mol- unius asturis , et i5. librarum ce-
ti castelli colle loro rendite; '> 11- rae in festa omnium Sanclorum. Ve-
»j debrandinus Adinulphus de
, et ramente Giovanni XXIII non ispe-
" comite fratres Urbani VI susce- dì che le bolle di tali vicariati
» perunt regimen civitatis Alatri, giacché la concessione era di Ales-
, ,

74 co.\ CON
Sandro V. Adinolfo, e IldebranJino M fensionc suscipil pracfatum U-
Conti furono due rispettabili sog- » debrandinum, et hbcros eorum-
getti della linea di Valmontone e >* quc tcn-as , et subditos, vidclicet
Segni , e valorosi guerriericome H civitatem Signiae, Castrum Val-
i'a padre loro Giovanni, cui nel
il - lismontonis, Sacci cum Molendino,
1 356 il popolo romano , con am- » Pluminariae, Gabrinianicum Mo-
pio diploma, nominò capitano ge- M lendino, Montis Lanici , Pruni
nerale contro i ribelli. Questo Gio- « Montis Longi Signi nae dioeces.,
vanni accolse in Valmontone prima « Castrum Patriciae cum turrc, et
Gregorio XI, e poi Urbano VI. » cacumine, Praxedii, Postertii Fe-
Più tardi i Conti ricevettero in » rentin. dioeces., Castrum Rocchae
Valmontone Carlo Vili re di Fran- » Siccae Terracin. dioeces., Castrum
cia, e gli ambasciatori di Massimi- » Julianì, et Tiberii Velletren. dioe-
liano I re de' Romani, e di Ferdi- M ces. Castrum Lugnani, Zanchili,
nando V re di Spagna. Si deve poi » Pi'aenestin. dioeces., Castrum Car-
riflettere che Adinolfo, e Ildebrau- « pineti , Gurgae , Villae Magnae,
dino non andarono sempre d' ac- »5 Castellum Mattihae Anagninac
cordo , forse perchè il primo inte- " dioeces. Dal. Romae, XIII, Rai.
ramente addetto al partito dei Pa- M martii 1428." Veramente in par-
pi, e l'altro alla fazione opposta, te già era stata effettuata la ricon-
ed a quella del re di Napoli che ciliazione di Alto Conti colla Chie-
gli die il feudo di S. Angelo nella sa,mediante un onorevolissimo di-
Terra di Lavoro. Anche Adinolfo ploma, che gli spedi nel i4i7 il
fu addetto alla corte di Napoli ed concilio Costanza, come a ret-
di
il Carlo HI Dui'azzo, da cui ebbe tore delle Provincie diMarittima,
gelosi incarichi e pensioni. Urbano e Campagna. E pure da notarsi, che
VI lo avea fatto capitano della il governo di queste provincie fu
provincia di Campagna. quasi ereditario per alcune genera-
Adinolfo mancò senza successione zioni prima
nella famiglia Conti, e
maschile. Non cosi Ildebrandino di Alto lo avevano esercitato lo zio
che tra gli altri suoi figli ebbe il Adinolfo, ed il Cardinale Stefano per
Cardinal Lucido, creato da Giovan- delegazione d' Innocenzo III suo zio.
ni XXllI, ed Alto capo della fa- Martino V, nella concessione non
miglia rinomatissimo capitano, che comprese Palliano, e Serrone per-
di nuove signorie ed onorificenze chè queste comunità avevano fatto
accrebbe la sua casa. Ildebrandino, istanza di passare sotto il dominio
siccome aveva soccoi'so i ribelli della de' Colonnesi suoi parenti, per cui
Chiesa, dovette soffrire alquanto nei egli ne infeudò i nipoti Antonio, e
suoi dominii. Il Cardinal Lucido, pres- Odardo in vicariato perpetuo. In
so Martino V, alla cui elezione con- vece compensò la famiglia Conti
corse, ottenne però al rifeiire del con ampliare alla terza generazione
Contelori: » remittit omnes offen- l'investitura di Segni, e suo distret-
w sas plenarie ad omnia et singu- to, che prima le avea accordato
» la, terras, castra, privilegia, et per soli tre anni. Ne' medesimi ter-
" bona restituii, et reintegrai, et mini investì Ildebrandino de' castelli
» insuper sub sua, et Romanae Ec- di Canino , Gradoli delle Grotte ,
,

» ci^siae protectione, tutela, et de- dell' abbadia di Ponte nella diocesi


, ,

CON CON y5
di Montefiascone , e Castro. Di più gna persona del duca Lorenzo d.

prese al soldo della Chiesa Romana la linea Conti discendente da In-


Alto Conti, eancora
gli conferì nocenzo III. Sulla adozione, e ar-

l' onorifica carica di Maestro del rogazione della famiglia Sfoi-za nel-
Sagro Ospìzio {^Vedi), che rimase la Conti di Segni invita il Ratti a
in questa linea sino al principio doversi particolarmente osservare,
del secolo XVIf, cioè sino a Fe- che la medesima non si elìettuò per
derico, figlio di Stefano, e cugino mancanza totale di quest' ultima ,
di Gio: Battista ultimo signore di mentre non solo eravi la linea dei
Segni di casa Conti, estinta la qua- duchi di Poli, che si sarebbe po-
le, passò alla linea dei duchi di Po- tuta sostituire a quella di Segni;
h nella persona di Appio Conti, e ma in questa eziandio vi era suc-
di Carlo padre cT Innocenzo XIII cessione, continuata da vari cugini

( Fedi). di Gio: Battista padre di Fulvia,


Ritornando ai Conti vicari di Se- ed in ispecie da Federico maestro
gni, Alto fu un ingrato , che per del sagro ospizio, di cui fu figlio

mezzo del ribelle conte Antonio di Camillo Conti, duca di Carpineto,


Pontedera commise in Roma mol- che visse nella metà del secolo XVII,
te ci'udeltà , essendo potentissimo. e che fu 1' ultimo Conti della casa
Quindi Pio II rinnovò 1' investitu- di Segni, giacché gli era premorto
ra di Martino V a Giovanni e Bru- r unico maschio Federico. Al-
di lui
no figli di x\llo sub annuo censu l'altro Federico, nel i^f^ passò ,

iinius lìbrae argenti. E questa è Valmontone per morte di Gio: Bat-


r ultima che si abbia sino a quella tista mentovato. Qui noteremo, che

di Paolo III a favore di Fulvia nel i5i'j Valmontone molto soffrì


figlia unica ed erede di Gio Bat- : dall' esercito crudele di Carlo V ;

tista, nato da Mariano Bru- figlio di e nuove sciagure piovo sotto Paolo
no. Il Pontefice Paolo HI perpetuò IV, quando Gio: Battista ne aprì le
il vicariato di Segni ne' discendenti porte al duca d'Alba. Presa fu
di Fulvia e di Mario Sforza di lei allora Valmontone prima dalle trup-
marito; in vigore del qual privile- pe del Papa, poi dalle Spagnuole,
gio, confermato poscia da Giulio HI, e da quelle di Marc' Antonio Co-
è rimasta in feudo perpetuo nella lonna, fu posta a sacco, ed incen-
casa Sforza una sì ragguardevole diata nel 1634. Mario II Sforza
signoria ,
goduta dalla medesima vendè Valmontone e Pimpinaro a
aucoi-a col titolo di ducato per nuo- d. Taddeo Barberini , donde nel
.

va concessione di Sisto V. La sud- i65i passò in casa Pamphyli {Ve-


detta Fulvia, col Cardinal Baronio, di) insieme ad altri castelli.
fu la fondatrice del monistero del- L' elenco degli altri feudi di que-
le Cappuccine {Vedi) di s. Urbano sta linea primogenita Conti, duchi
in Roma, e fu ancora singoiar be- di Segni si
, può vedere presso il
nefattrice della congregazione del- Contelori. Questi feudi servirono di
l' Oratorio. appannaggio ai cadetti che pren- ,

Col mezzo pertanto di Fulvia devano il nome e da quel


il titolo
s' innestò la famiglia Conti di Se- tal feudo che toccava loro in pro-
gni e Valmonte nella Sforza, dalla pria porzione. Così alcuni si chia-
quale si propaga tuttora nella de- marono Signori di Moutefortiuo
,

76 COxN CON
altri Carpinelo altri di Rocca
dì , gni, e perciò pai-ente d' Innocenzo
Massima ce. Tal divisione fu il mo- III, in morte d' Innocenzo IV, nel
tivo per cui la casa Conti perdette 1254 fu crealo Papa colnome di
molte sue signorie all'estinzione delle Alessandro IF (Fedi). Fu egli di
lince particolari, i"i tornando i feudi mirabile umiltà, mansuetudine, e
alla Camera apostolica, o passando santità di vita.

in altre famiglie per mezzo di ma- Da IV discese per


Alessandro
trimoni, o di testamenti. La sosti- linea retta beato Alessandro Con-
il

tuzione della casa Sfojza alla Conti ti, uno de' primi luminari dell' in-
sembrò eseguita appositamente per clito Ordine francescano; Ordine
dare alla prima una nuova dirama- che tanto pur deve alla casa Conti
zione, che in mancanza ancora, sic- per r approvazione e protezione ,

come ne' primi del corrente secolo avutane da Innocenzo III, e da Gre-
avvenne della linea superstite dei gorio IX. Aggiungeremo, che alla
duchi di Poli, Guadagnolo ec, po- linea di Valmontone e Segni va ri-
tesse ereditarne in parte i distintivi, cordata la figlia di Filippo re dei
e Je possidenze, e propagarne le glo- romani, maritata a Paolo primoge-
l'ie ne' secoli futuri. Perciò ne'figli, nito di Riccardo fratello d'Innocen-
e nipoti di Fulvia trovasi qualche zo III ; e Luciana , figlia di detto
volta in uno il solo cognome Con- Paolo, data in moglie a Boemondo
ti quasi dimenticato il proprio ca- V, principe d'Antiochia, e conte
sato Sforza. di Tripoli, il quale le donò la me-
Prima di passare a parlare della tà della contea di Tripoli nel caso

linea di Poli, per non interrompe- che avesse successione dal suo ma-
re la narrazione dell'iuiinediata di- trimonio, e trentamila bizantini di
scendenza d' Innocenzo HI, diremo Tripoli in caso contrario. Luciano
alcuna cosadi Gregorio IX, di Ales- ebbe successione superstite, dalla
sandro IV, e de'loro congiunti del- quale fu continuata la serie de'priu-
la stessa linea di Valmoutone e cipi di Antiochia nella persona di
Segni. Boemondo V I , che si sposò con
Ugolino da Anagni, de' conti di Sibilla figlia del redi Armenia. Ed
Segni, come lo chiamano gì' istori- in ultimo rammenteremo la consan-
ci, nipote cugino d' Innocenzo III guinità, che Conti ebbero fino dal
i

fatto da lui diacono Cardinale di s. pontificato d'Innocenzo HI con Vul-


Eustachio, per le sue grandi e me- cano re di Diocle e Dalmazia., at-
i-avigliose doti, meritò di essere su- tcstata da lui medesimo, in una
blimato al trono pontificio nel 1227, lettera alPapa. » Interea noverit
e vi sedette glorioso sino al 124' " paternitas vestra quia augustali
nel modo che si dirà alla sua bio- « stemmate insignimur, et quod
grafia. Accrebbe egli colle sue pre- » gloriosius , et beatius est nostri
clare geste, e suprema dignità il » generosi sanguinis affinitatem ha-
lustro della casa Conti, e creò Car- » bere cognovimus. " Veggasi Epi-
dinali Rinaldo o Orlando Conti suo pistolar. Innocenlìi ITI. lib. II. ep.
nipote, colla diaconia di s. Eusta- 176. Da tultociò si può dedurre la
chio, e Nicolò Conti de' Conti di grandezza, e la nobiltà della fami-
Segni nato in Anagni. Rinaldo per- glia Conti, anche innanzi il Ponti-
tanto, nato da Filippo Conti di Sc- ficato d' Innocenzo III.
,,

CON CON 77
Passando ora alla linea dei conti Fausliniano , ritenendo Poli che ,

ducili tli Poli , Guadagnolo ec. Oddone conservò sino al pontificato


estinta in Michelangelo nei primi di Adriano IV, il quale verso l'an-
del corrente secolo, abbiamo di so- no II 58 lo rivendicò alla Chiesa
pra \eduto, come il ducato di Poli Romana. Poco dopo ritornò Poli alla
venne in casa Conti sotto Innocen- famiglia di Oddone, che alcuni vo-
zo III; e come toccò a Giovanni gliono appartenente ad un ramo dei
senatore di Roma, figlio di Riccar- conti tusculani, e nel 1208 n'era
do Papa, per avere spo-
fratello del enfitetua e proprietario Oddone ni-
sato Costanza, figlia ed erede di pote del precedente, dal quale, co-
Oddone signore di Poli, in uno ad me si disse, passò in casa Conti
altre sue terre. Cosi dicemmo, che pel maritaggio di Costanza. In que-
nella divisione fraterna, tòcco a Gio- sta guisa rimase Poli alla famiglia
vanni stipite di questa linea , la
, Conti fino alla morte di d. Michel-
torre detta delle Milizie, col con- angelo , indi venne acquistato da
tiguo palazzo, e tutte le case di d. Giovanni Torlonia duca di Brac-
Roma, Ponte Mammo-
coi beni di ciano, formando un ducato, del qua-
lo, di ec. Quindi non
Montefortino le porta il titolo il primogenito
riuscirà discaro uu cenno su Poli, della famiglia, cioè il benefico d.
e Guadagnolo , prima di najrare Marino Torlonia. Il colle sul quale
alcuna delle principali notizie di sorge questa terra è di tufo litoide
questa linea , che siccome estinta, di color lionato , che presenta la

non interessa tanto come T altra, pianta di un triangolo, il cui ver-


sulla quale fummo in proporzione tice è verso la strada romana, e la
più diffusi. base è occupata dal palazzo Conti,
Poli, Pollini^ Castnim Polis ^ è oggi Torlonia, grandioso come tutti
una terra situata nella Comarca di i palazzi baronali delle terre in-
Roma , e nel distretto di Tivoli torno a Roma ; palazzo che in gran
che racchiude circa due mila abi- parte nel XVI secolo , fu ridotto
tanti, lungi da Roma circa venti- al modo che si vede, essendo de-
quattro miglia, e fu detto ne' bassi corato di pitture arabesche della
tempi CaslelUint s. Pauli. Nel X scuola di Giulio Romano. Lo ab-
secolo r imperatore Ottone III ne bellì, e lo restaurò Innocenzo XìII, il

confermò il dominio al monistero quale eziandio migliorò grandemen-


di s. Andrea al clivo di Scauro, te la strada, che da Roma vi con-
ora de' camaldolesi, cioè de' ss. An- duce. La parte che guarda l'orien-
drea, e Gregorio. Quindi nel secolo te, opera saracinesca, è la piìi an-
XI e nel io5i fu dato dai monaci tica dell' edificio, e si deve forse
in enfiteusi a Giovanni Conte. Nel- al XIII secolo, quando i conti di
l'anno però iiSi), Pietro, abbate Val montone divennero signori di
di s. Gregorio, mosse quci-ela con- Poli.
tro Oddone di Poli, al concilio la- Guadagnolo, Giiadiiniolum, Giia-
teranensc adunato da Innocenzo li, dagnioluni, villaggio della Comar-
come invasore e detentore di Poh, ca di Roma nella diocesi e distret-
Fausliniano, e Guadagnolo terre to di Tivoli, appodiato a Poli, e
monistero di s. Gregorio.
tutte del che contiene circa duecento e cin-
Dopo molte difficoltà fu restituito quanta abitanti. Esso è posto su
,

78 CON CON
d'una delle cime del monte Vol- Eblje monistero annesso , di cui si

ili iella o Mentorella, la più eleva- osservano ancora oggi le vestigia, e


ta di quelle che dominano la cam- fu soggetto al monistero de* ss. Be-
pagna romana. Se ne fa rimontare nedetto, e Scolastica di Subiaco.
l'origine al secolo X, a cagione Nel luogo ove s. Eustachio ebbe
dell'aspra sua cima onde trovarvi l'apparizione, l' imperatore Costan-
un sicuro asilo nelle devastazioni tino Magno fabbricò una chiesa
di quel secolo, ed è trenta miglia che dal Papa s. Silvestro I venne
distanteda Roma. Le sue vicende consagrala. V. il p. Rircker, De
andarono unite con quelle di Poli, primae ecclesiae Deiparae in monte
e coloro che in esso dominarono, Volturello fundatione a Constant
signoreggiarono pure in Guàdagno- tino facta, pag. 107; et de secun-
lo, che rimase feudo del secondo dae ecclesiae Deiparae Eustachianae
ramo de' Conti. Estinto quel ramo, instauratione a s. Benedicto coepta,
passò in potere del duca d. Gio- et a posteris suis successu tempons
vanni Torlonia , che 1' assegnò pel perfecta, pag. de hodier-
i i l : et

primogenito della famiglia goden- ,


nae ecclesiae Mariae Eustachianae
dolo ora il duca d. Marino Torlo- constitutio'ne accurata descriptiOj p.
nia suUodato. Non si deve poi pas- 118. La chiesa, e il monistero di-
sare sotto silenzio l' antichissimo, e vennero in progresso di tempo com-
celebre santuario della Mentorella, menda dei Cardinali della famiglia
che diede origine a Guadagnolo, ri- Conti. Questo santuario possiede
cordandosene qui brevemente l'isto- arredi sagri del IX o X secolo, di
ria,diffusamente già scritta dal p. grandissimo pregio; secoli cosi scarsi
Atanasio Kirker gesuita nell' eru- però di monumenti. 11 regnante
dita, ed interessante Hislorìa Eu- Pontefice, con breve del 6 maggio
stachio-Mariana^ stampata in Ro- 1837, atìidò l'amministrazione dei
ma nel i665, di cui facemmo men- beni della chiesa al duca d. Mari-
zione con analoghi cenni storici al- no Torlonia, il quale col noto re-
l'articolo Chiesa di s. Eustachio ligioso zelo , ci fa fiorire il divin
{Vedi). culto, avendovi anche operalo no-
Il luogo detto la Bultarclla o tabili restauri.
Mentorella era già celebre ai tem- La .seconda linea de* Conti signo-
pi di s. Giovanni Damasceno, il ri di Poli , Guadagnolo ec. , fiori

quale parla della visione che quivi per uomini valorosi, e grandi per-
ebbe s. Eustachio nobilissimo ca- sonaggi, non che per molti Cardi-
valiere romano, dalla cui famiglia nali, le cui biografie vengono ri-

discende la Conti, allorché andando portate dopo questo articolo. Fra


a caccia di un cervo, vide tra le le vicende però ad essa linea dis-
corna di lui l'immagine del Sal- astrose, noteremo quella avvenuta
vatore. La Mentorella è situata nel- sotto il Pontificato di Paolo II. Re-
la diocesi di Tivoli circa un miglio pressa in sul rinascere da quel Pon-
distante da Guadagnolo alle radici tefice la malvagia setta de' Frati-
di un' altissima rupe, ov' è tuttora celli nel Piceno , e nella terra di
l'antica chiesa di che si
s. Maria , Poli, contentandosi, che questi scel-
trova detta de Voltuvilla, de Vul- lerati comunque degni del suppli-
tuillay de Voltiirella^ e Bulturella. zio di fuoco, fossero castigati alciuìi
CON CON 79
coU'esilio di seffe anni, altri wl 2I0 duca di Poli,
a Lottano Conti
carcere di Campidoglio, fece metter per esso, e a' suoi nati maschi laici
Stefano Conti, fautore di quella set- e legittimi , però con riservare le
ta in Castel s. Angelo, dopo aver ragioni ai figli maschi di d. Camil-
egli ceduto a' suoi figli la terra di lo, se li avesse avuti. Laonde dalla
Poli, e gli altri dominii. linea de' conti di Segni, passò la detta
Dicemmo superiormente, che Mar- rispeltabile carica a quella de'duchi di
tino V conferì ad Alto Conti, della Poli, avendola goduta Appio Conti,
linea di Segni, l'onorevolissima ca- e Carlo che con Giovanni Nicolò
(

rica di Maestro del sagro ospizio, cavalcarono nel possesso d'innocea*


che rimanendo ereditaria nella fa- zo Xtra i baroni romani ) padre
miglia, l'ebbe poi il suo figlio Gio- d' Innocenzo XIII, ed altri discen-
vanni. Dopo la morte di questi nel denti sino a d. Michelangelo , che
i522 l'ottenne, da Giulio 11, Stefa- mori nel pontificato di Pio VII-
no sua vita durante. Nel i5i6 Leo- Quello che più di ogni altro glo-
ne X, con moto proprio, dato in rificò la linea de' Conti duchi di
Poli, l'estese ai figli ed al nipote Poli che nacque
fu Michelangelo,
di detto Stefano signore di Val- primogenito di d. Carlo Conti duchi
montone e di Segni, maschi legit- di Poli, e d'Isabella Muti a' i3
timi e laici, la qual grazia nel i535 maggio i655 in Roma. Michelan-
fu confermata da Paolo III. Rife- gelo abbracciò la vita ecclesiastica,
risce il Contelori a pag. 35, che si mise in prelatura, fu nel 1706
essendo nata disputa tra i figli di creato Cardinale da Clemente XI,
Stefano , nipote di Alto, qnis in ed alla sua morte, agli 8 maggio
ma^istratu sacri hospitii succedere 1721 giorno suo onomastico, ven-
Patdus III declaravil ad
deheret, ne eletto Papa, prendendo in me-
majorem qffìcium pertinere, ut
natii moria d' Innocenzo III , principal
ad eum laicum qui prò tempore
, splendore di sua famiglia, il nome
erit major natu, die
i j'ulii i542. d'Innocenzo XIII. Indescrivibile fu
Da Federico figlio di Stefano nac- la gioia de' romani nel vedere sul
quero Camillo ed Orazio, e questo pontificio soglio un loro concitta-
secondo per essere il primo chierico, dino con solennissime feste, e no-
:

n'ebbe l'amministrazione, e gli emo- bili apparati ne celebrarono l'avve-


hiraenti. Dopo Orazio morto in , nimento, come si può vedere nel
maggio, Camillo successe con re- Cancellieri, Storia de' Possessi pag.
scritto di Clemente Vili nel i59g, 341 e seg. ed a pag. 5 io. Nel for-
ancorché inabile per essere chie- mare la sua corte Innocenzo XIII
rico, sotto pretesto che non vi fosse fece capitano dei cavalleggieri fr.

verun altro della famiglia Conti ca- Carlo cavaliere gerosolimitano, e d.


pace per tale uffizio. Questo Ca- Marcantonio Conti suoi nipoti. Quin-
millo cavalcò nelle cavalcate, colle di, a' 20 giugno del medesimo an-
quali presero il solenne possesso nel- no , nella sua prima promozione,
la basilica lateranense , Leone XI , soltanto creò Cardinale il suo fra-
e Paolo V, Quindi, il di primo tello d. Bernardo Conti, de' duchi
maggio 162 I, Gregorio XV, vivente di Poli, già vescovo di Terracina,
ancora il duca ;d. Camillo, conferì e poscia il dichiarò penitenziere
la carica di maestro del sagro ospi. maggiore. Susseguentemente a' 19
,

8o CON CON
novembre 17^1 nominò principe Innocenzo XI 11, siccome d'animo
assistente soglio l' altro minore
al grande, di carattere grave, e pieno
fratello d. Giuseppe Lottarlo Conti, di maestà, intraprese, a' 26 aprile
che avea sposata d. Lucrezia Co- 17^3, tal piccolo viaggio in sedia
lonna, vedova di Stefano Colonna, a mano, con sontuoso corteggio, e
e figlia di Marc' Antonio Colonna corrispondente formalità , seguito
contestabile del regno di Napoli. D. dal suo nipote monsignor Stefano
Marc' Antonio Conti capitano dei , Conti, primo cameriei'e segreto par-
cavalleggieri duca di Guadagnolo, tecipante, e protonotario apostolico,
e figlio di detti coniugi, venne dallo e (lui pronipote monsignor Ruspoli
zio Pontefice, a' 16 febbraio 1722, segretario de' memoriali. Fu in-
nella cappella segreta del palazzo contrato dal principe Strozzi ai
Quirinale, congiunto in matrimonio confini della tenuta di Lunghezza,
con d. Maria Faustina, figlia di d. tlove si fermò a desinare. Prose-
Giuseppe Mattei Orsini, duca di Pa- guendo il viaggio, giunse Innocenzo
ga ni ca Xin a Villa Catena, ricevuto dal
Essendo Innocenzo XIII estre- j)roprio fratello d. Giuseppe Lotta-
mamente pingue e di mal ferma rio alla testa d' una compagnia di
salute, dopo aver sofferto nel pon- cavalleggieri, ed alti-a di fanteria.
tificato una malattia per consiglio ,
Indi, a' 29 aprile, proseguì il Papa
de' medici, si recò prima a Villa la sua gita per Poli, e vi ritornò
Catena signoria di sua casa, e poi il primo di maggio, ed il seguente
a Poli suo diletto soggiorno. La giorno, mentre ai 3 maggio si re-
Villa Conti, detta la Filla Cate- stituì in Roma. La descrizione di
na, ed ora Villa Torlouia per gli questo viaggio essendo intei'essante
acquisti sunnominati, è posta sulle sì per i cerimoniali, che per alcu-
pendici del monte di s. Maria , e ne notizie che riguardano la Villa
presso il colle Faustiniano. Edificata Catena e Poli, si riportano all'ar-
venne dai duchi di Poli, e fu resa ticolo Viaggi , e Filleggiature dei
da essi deliziosa e nobile, con fabbri- Pontefici {Fedi).
che, acquedotti, fontane, laghi, par- Poco più oltre visse Innocenzo
chi, e giardini. La descrisse Anni- XIII, giacché terminò i suoi giorni
bai Caro nelle sue Lettere, allorché a' 7 marzo 1724: poco pur vissero
il duca Torquato Conti nel i563
d. gli altri per cui il
suoi parenti ,

la ridusse più amena con magni- suddetto Stefano , per continuare


fiche decorazioni , a cagione della l'illustre casa, prese moglie, e poi
sua salubre posizione; il perchè In- morì nel 1763, essendosi recati suoi i

nocenzo XIII, avanti il Pontificato, figli d. Michelangelo duca di Gua-


soleva andarvi a villeggiare. La dagnolo , e monsignor Innocenzo
Villa prese il nome di Catena per Conti, poi Cardinale, ultimi super-
le catene, che ne sbarrano ai legni stiti della prosapia Conti di Poli
r accesso sulla strada di Poli, a cui a Castel Gandolfo nel mese di giu-
è vicina, mentre è distante da Ro- gno a darne parie a Clemente XHI.
ma venticinque miglia. Ne' tre suoi Già d. Michelangeio, sino dal 1739,
deliziosi casini, si gode la bella vista erasi unito in matrimonio
con d.
di tutta la vastissima campagna ro- Girolama Publicola Santacroce, che
mana. gli portò in dote quarantamila scu-
-
.

CON CON 81
(li , senza poter avere successione. del lodato duca d. Lorenzo. Il du-
Si terminò in lui la linea di Poli ca Francesco è nato dall'onorevole
e Guadagnolo, perchè il Cardinal matrimonio contratto dall'illustre ge-
Innocenzo suo fratello era morto nitore con d. Carolina Schirley, di
sino dal ijS5, e per ultimo man- una nobilissima famiglia di pari di
cò a vivi la consorte, cioè nell'anno Inghilterra, discendente dagli anti-
i8i5. chi sassoni, ed imparentata colla
Il palazzo Conti, ossia di Poli famiglia reale. Prima di lui nacque
a fontana di Trevi, che fino dal- la primogenita d. Bianca, che es.sen-

l'anno 1643 dà il nome alla piaz- do bienne da pochi giorni, lasciò


za , colla sua fronte meridionale nel pianto i teneri genitori nel feb-
forma il prospetto della fonte men- braio 1 84 Essa al primo apparire
1 •

tovata. F^u architettato da Marti- nel mondo, vinceva tutto quello che
no Lunghi il vecchio, e non man- può essere di più raro ne'bambini :

ca di eleganza e di grandiosità. Ap- di belle forme, di lieto esteriore,


partenne già ai duchi di Cesi, indi .sempre ilare, affabile, e giaziosa eoa
agli Orsini, poscia ai duchi di Poli tutti; pronta, giudiziosa, di meravi-
e Guadagnolo , da'quali l'ereditò glioso intendimento, e di eccellente
la casa Sforza-Cesarini, erede della memoria come la madre. Meritò
linea de'Conti di Segni, da cui ac- essa r ammirazione, e l'amore della
quistollo il defoiito principe di Piom- regina vedova d'Inghilterra. Giusta-
bino d. Luigi Boncompagni, il quale mente ne celebrò le infantili e sin-
ai nostri giorni lo ha restaurato. La golari prerogative, il eh. Pietro Gior-
villa poi, che i Conti avevano in dani, in una lettera scritta al se-
Frascati, piima de' Ludovisi, di cui gretario del duca Lorenzo, l'egregio
si parla all'articolo faille [Vedi), Raffaele Caraffa, e riportata nella
anch'essa fu ereditata dalla casa Strenna Piacentina dell'ottobre 84 1 1

Sfòrza Cesarini. Dall'attual duca d. Le onorificenze della famiglia Conti


Lorenzo, degno erede de'suoi pre- vennero descritte al pari che la sua
clari maggiori fu per convenzione , potenza, e la sua grandezza, da mol-
ceduta alla pi'opria sorella d. Anna ti autori. Nella storia della città di
maritata a Marino Torlonia du- d. Roma, dopo il secolo XI I, i Con-
ca di Bracciano, di Poli e di Gua- ti fecero costantemente la primaria
dagnolo, ec. per cui si può dire , figura in egual modoColon- che i

che tutti i possedimenti della casa nesi, gli Orsini, i GaetaSaveUi, i

Conti sono passati dalla linea Sfoi-- ni ec. In ordine alle illustri paren-
za alla Torlonia a cagione del ma- tele i loro matrimoni sono stati
ritaggio di d. Anna Sforza, e pcgli sempre celebrati colle principali e
acquisti del suo suocero duca Tor- più potenti famiglie di Roma, di
lonia ; il perchè detti possedimenti Italia, e di alti-ove. Grandissimo
si sono poscia riuniti in questa poi è il numero, come si può rile-
benemerita famiglia. Il titolo, e le vare dalle seguenti biografie, dei
prerogative di duca di Segni, è ora Cardinali, di notizie certe, secondo
portato da d. Francesco Sforza Ce- il novero del Cardella, e del No-
sarini signore di egregia indole, di vaes, non che degli arcivescovi, dei
molta intelligenza, e perciò di gran- vescovi ed abbati. Molti ancora
di e liete speranze, siccome figlio furono i maestri del sagro ospizio,
voL. xvn. 6
,

82 CON CON
selle i prefotli di Roma, e cinque Più ebhe questa famiglia tre anti-
i senatori di essa. I laici della fa- papi, cioè Benedetto X del io58;
miglia sino al secolo XVII, può Vittore III, detto IVdel 11 38; e
francamente dirsi, che tutti furono Vittore IV, detto V, del 11^9,
eccellenti guerrieri e valorosi ge- lutti e tre stati prima Cardinali.
nerali di armata, e tredici di essi Altri distinguono e registrano
furono generali di s. Chiesa. T^. gii come appresso, i Pontefici di questa
storici di casa Conti, e principal- famiglia, facendo distinzione da quel-
mente il dotto Felice Contelori; li, che appartennero 'alla famiglia
Genealogìa familiae Comitum Ro- Anicia, da allora che prese il nome
manorum, Romae i65oj e France- di Conti. Finché fu detta Anicia,
sco Valesio de Tur ri Conti tutu, ebbe s. Leone I del 44oj s- Felice
Dissert. nel tomo XXVIII degli II, detto III, del 4^^; ^^ alcuni
opuscoli di Calogerà p. 3i. Il Conte- vi aggiungono Giovanni If; Pelagio
lori ha raccolto, e cita tutte le me- II del 577; s. Gregorio I Magno,
morie de'piìi illustri soggetti della i quali tutti insieme regnarono cin-
casa Conti, estratte tanto dagli ar- quantatre anni nella sedia pontifi-
chivi di Roma, che dalle opere di cale. Quando si cognominò Conti
autori contemporanei,
sì stampate ebbe questa famiglia Sergio III, Gio-
che manoscritte. Distesamente poi vanni XI, Giovanni XII, Benedetto
si leggono le loro imprese presso V, Benedetto VI, detto VII, Benedet-
gli scrittori delle cose d'Italia, nel- to Vili, Giovanni XIX,detto XX, Be-
la gran raccolta del Muratori. nedetto IX, Innocenzo III, Gregorio
Alcuni autori assegnano alla fa- IX, Alessandro IV, che tutti insieme
miglia Conti (cioè quelli che li fan- regnarono anni centodiciotto. Laon-
no discendere dai signori del Tu- de Pontefici dei due cognomi go-
i

scolo, ed altri rammentali nel prin- vernarono la Chiesa universale per


cipio di questo articolo ) i seguenti anni centoseltantiuio senza com- ,

sommi Pontefici, cioè Felice 11, det- prendervi Innocenzo XIII, nel cui
to III, già Cardinale prete, dell'an- possesso sulla piazza di Campidoglio
no 4*^3; Giovanni II, che da pre- si vedevano eflìgiati, in altrettanti
te Cardinale nel 533 fu eletto Pa- medaglioni, questi ultimi dodici
pa; s. Gregorio I diacono Cardi- Pontefici della famiglia Conti. Inol-
nale del 590 ; Benedetto IV figlio tre ivi si vedeva appoggiata con
di Mammolo del c)Oo; Nicolò I dia- una mano allo stemma una don-
cono Cardinale dell'858 ; Sergio III na, che mirava il ritratto d'Inno-
già prete Cardinale del 904; Gio- cenzo XIII, con l'iscrizione: SicuT
vanni XI del 931; Giovanni XII AQUILA UMILIA DESERIT, ALTA PETIT,
diacono Cardinale del 956; Bene- COELORUM VICINA CONSCENPIT.
detto V diacono Cardinale del 964 ; Ecco Cardinali di cognome Con-
i

Benedetto VII Cardinal vescovo di ti, oltre quelli summentovali, secon-

Sutri del 975; Benedetto VIII dei do r ordine cronologico della loro
Couli Tusculani del 1012; Giovan- promozione al cardinalato.
ni XIX, detto XX, del 1024; Be- CONTI, Cardinale. V. S. Gio-
nedetto IX diacono Cardinale del vanni li Papa.
io33; Innocenzo III, Gregorio IX, CONTI, Cardinale. V. S. Nicolò
iVlessaudro IV, ed Innocenzo XI lì. I Papa.
CON CON 83
CONTI, Cardinale. V. Benedet- CONTI Lotario, Cardinale. Lo-
to IV Papa. tario Conti di Segni romano , fra-
CONTI, Cardinale. V. Giovan- tello Benedetto VIII, detto IX,
di
ni XI Papa. eletto nel io33, venne da lui pro-
CONTI, Cardinale. V. Giovanni mosso a Cardinal diacono di S.R.C.
XX Papa. CONTI Bonifacio, Cardinale. Bo-
CONTI Bonifacio, Cardinale. Bo- nifacio Conti, creato nel Jo49 ve-
nifacio Conti di Segni, lonoano, le- scovo Cardinal Albanese dal Papa
gittimo figliuolo di Deusdedit, era s. Leone IX, fu forse il più dotto
vescovo di Segni, e poi da Marino nel suo barbaro secolo ; per lo che
li,ovvero Martino III del
943, Vittore II, tenuto il concilio a Fi-
venne fregiato della dignità Car- renze per richiamare all'antico lu-
dinalizia. stro il celibato degli ecclesiastici , si

CONTI Sergio, Cardinale. V. servi del Conti per conseguirne


Sergio III. r effetto , e per allontanare dalle
CONTI Sergio, Cardinale. Ser- loro chiese alcuni vescovi simoniaci.
gio de' Conti Tusculani , romano ,
Si crede, che sia morto nel 1
067 ,

era Cardinal prete crealo da Sergio diciotto anni dacch' era Cardinale.
III. Morì nel 910, e fu sepolto CONTI Giovanni, Cardinale. Gio-
onorevolmente. vanni creduto da alcuni della fami-
CONTI Sergio, Cardinale. Ser- glia Conti, vescovo di Toscanella,
gio de' Conti Tusculani di Segni ,
poi nel divenne vescovo di
1049
romano, viveva nel 9*28, e fu crea- Porto. Fu creato Cardinale da s.
to Cardinal diacono da Leone VI. Leone IX ed intervenne ad un
,

CONTI Ottaviano , Cardinale. concilio tenuto a Roma sotto Ni-


V. Giovanni XII. colò II. Ebbe forte controversia col
CONTI Giovanni, Cardinale. Gio- vescovo di Selvacandida per la giu-
vanni de' Conti Tusculani creato , risdizione delle chiese de' ss. Adal-
Cardinale da Giovanni Xllf, fu fe- berto e Paolino nell' isola di Tras-
delissimo all'imperatore Ottone,, det- tevere, detta Licaonia , ma il Pa-
to il Grande y e vide la coronazio- pa decise a suo favore , e segnò i

ne solenne di lui nel Natale del limiti della sua giurisdizione. Da


968. Resistette all' invasore della s. vescovo di Toscanella, Giovanni
Se(}ii Bonifacio VII, detto Franca- Vili lo spedi legato apostolico
ne, e foce assai, perchè venisse esi- a presiedere ad un sinodo in Pont-
liato; ma ritornato a Roma 1'
in- i^ois. Più di una volta fu media-
degno uiuipatore, dopo aver fatto tore tra Cesare e la santa Sede.
morire di veleno Giovanni XIV , CONTI Giovanni, Cardinale. V,
fece cavare gli occhi a questo Car- Benedetto X.
dinale, che preso da profonda ma- CONTI Sasso, Cardinale. Sasso
linconia, mori 985, fornito delle
nel Conti, che alcuni chiamano Sasso-
migliori virtù, che possono adorna- ne, nato in Anagni, scrittore e cap-
re un principe della Chiesa. pellano pontificio , da Pasquale II
CONTI
Giovanni, Cardinale. V, eletto Papa nel 1099, fu creato
Benedetto VIII. Cardinale prete col titolo di s. Ste-
CONTI
Teofiiatto , Cardinale. fano nel Montecelio. Promosse l'e-
V. Benedetto IX. saltazione al pontificato di Gelasio
84 CON CON
li, Calisto II, e Onorio II. Que- taviano Conti era nobile romano , e
sti , in uno a due altri Cardi- degli antichi signori di Poli. Venne
nali, lo elesse legato all'imperatore fatto segretario del concilio Latera-
Enrico V, per terminare le gravi nense, e fu familiare di Papa Lucio
differenze, ed a stabilire una volta III, il quale nel dicembre 1182 lo
la sospirata pace, che si conchiuse creò diacono Cardinale de' ss. Ser-
specialmente per opera di lui. In que- gio e Bacco. Nel 1189 divenne ve-
sta gloriosa ambasceria tanta fama scovo di Ostia; ed Urbano III lo
si acquistò, che dopo la morte di mandò legato in perInghilterra
Calisto II, tutti lo voleano elegge- coronare re d'Irlanda Giovanni fi-
re a Pontefice. Ma
la sua ostinata glio di Enrico II: indi fu legato in
adesione allo scisma di Anacleto II, in molte provincie. Tornando da
che lo fece cancelliere della Chiesa quella di Normandia, nella quale lo
Romana, gli fece perdere tutto il aveva spedito Celestino III per
credito. Moiù partigiano dell' antipa- comporre alcune controversie, per
pa nel I iSy. ordine di Conrado duca di Spoleto
CONTI Gregorio, Cardinale. V. fu imprigionato nel castello di s.

Vittore IV Antipapa. Maria; che poscia fece de-


castello
CONTI Ottaviano Cardinale. , molire Innocenzo III nel i 198.
V. Vittore V Antipapa. Corrado inutilmente avea procura-
CONTI Giovanni, Cardinale. Gìo- to riconciliare il Cardinale colla
vanni Conti da Sutri, nel 1 1 5o fu Chiesa, insieme a Marcualdo sini-

creato da Eugenio III Cardinal pre- scalco dell'imperio. Dopo un anno


te dei ss. Giovanni e Paolo, la qual ricuperò la libertà, e venne fitto
chiesa egli beneficò moltissimo. vicario in Roma , ove consagrò
Sotto Adriano IV venne spedito le- quattro altari della basilica vati-
gato a latere all' imperatore, al fine cana. Nuovamente fu dichiarato le-

di pacificarlo con la Chiesa. Dipoi, gato, per indurre il re Filippo Au-


a mantener fedeli alla Chiesa gli gusto a riprendere la sua legittima
orientali, passò legato in oriente; moglie, ed avendo ottenuto l' inten-
ma avvisato del suo arrivo Baldoi- to, tolse dal regno di Francia l'in-

iio III re di Gerusalemme, gli or- terdetto. Passato in Sicilia ricevet-


dinò di fermarsi fino a che, tenuto te dall' imperatrice Costanza il giu-
vm sinodo a Nazareth, si conchiuse ramento di fedeltà alla santa Se-
di riconoscere Alessandro III per le- de, oltre l'obbligo dell'annuo cen-
gittimo successore di s. Pietro , in so pel regno di Sicilia. Finalmente
confronto dell'antipapa Ottaviano, pieno di meriti mori nel 1206 in
che aveva preso il nome di Vittore circa, dato avendo il proprio voto
V. Poscia tornato a Roma, il Papa per r elezione di cinque Pontefici.
Alessandro III lo elesse a suo vica- CONTI Lotario, Cardinale. V.
rio in Roma medesima, ed arciprete Innocenzo III.

della basilica vaticana; ma dopo es- CONTI Ugolino, Cardinale. V.


sere intervenuto alle elezioni di A- Gregorio IX.
naslasio IV, ed Adriano IV, Ales- CONTI Giovanni, Cardinale. Gio-
sandro III, e Lucio III, morì dopo vanni Conti di Anagni era cugino
trenta anni di Cardinalato. ad Innocenzo III, suo cappellano,
CONTI Ottaviano, Cardinale.Oi- ed uditore di rota, secondo Ber-
,

CON CON 85
nini. dicembre del i3oo, dal
Nel sa , e sottodiacono apostolico , nel
medesimo Innocenzo III venne creato dicembre del 1262 da Urbano IV
Cardinal diacono di s. Maria in venne creato Cardinal diacono dei
Cosmedin, e vicecancelliere della S. ss. Cosimo e Damiano, e governa-

R. Chiesa. Scrisse molte lettere pel tore della provincia di Campagna.


Pontefice che lo inviò legato ad Dopo il conclave di Clemente IV,
Orvieto a comporre le fazioni dei morì nel 1269, sei anni dacché era
guelfì, e ghibellini, delle quali era- Cardinale.
no capi le famiglie Monaldi, e Fi- CONTI DI Segni, Cardinale. V.
Morì dopo dodici anni.
lippi. B. Andrea.
CONTI Ottaviano , Cardinale. CONTI Lucio, Cardinale. Lucio
Ottaviano Conti di Anagni, cappel- Conti de' signori di Poli, romano,
lano pontificio e canonico di s.
, protonotario apostolico. Per la sua
Pietro, nel dicembre del 206 da 1 vastissima erudizione, a' 6 giugno
Innocenzo III suo cugino, venne del i4ii> Giovanni XXIII lo creò
creato Cardinal diacono dei ss. Ser- Cardinal diacono di s. Mai'ia in
gio e Bacco, camerlengo della S. Cosmedin, poscia divenne arcidia-
R. C. , e legato nella Marca per cono di S. R. C. Al concilio di Co-
allontanare da essa l'usurpatore Mar- stanza promosse quanto poteva Mar-
cualdo. Dopo aver concorso col V,e recitò elegante orazione circa
tino
suo voto alle elezioni di Onorio pace della Chiesa, per cui perdonò
la
III, e Gregorio IX, mori arcidia- quel Papa al padre di lui, ed ai fra-
cono della Chiesa Romana, 24 ^n- telli qualunque ingiuria praticata
ni dacché era insignito della su- verso alla Chiesa; restituì loro alcune
blime dignità Cardinalizia. terre e castella, ed inteudolli fino
CONTI RijfALDo, Cardinale. V. alla terza generazione di altri fondi
Alessandro IV. del dominio pontificio: inoltre lo spe-
CONTI Nicolò, Cardinale. Ni- dì legato a tener in freno i Bolognesi
colò Conti da Anagnij suddiacono, ribellati al Pontefice. Dopo la mor-
cappellano pontifìcio , e canonico te di questo fu ai comizi di Euge-
della basilica vaticana , fu creato nio IV , che lo confermò nella
Cardinal prete di s. Marcello da sua legazione, e lo mandò ai con-
Gregorio IX nel dicembre del 1228. fini dello stato ecclesiastico ad in-
Andò legato in Armenia a pacifica- contrar r imperatore Sigismondo
re il nipote di quel re col conte che recavasi a Roma, a ricevere la
di Tripoli, a motivo del pi-incipato solenne incoronazione da quel Pon-
di Antiochia; ma dato troppo so- tefice. Eugenio IV lo fece arciprete
spetto di favorire il conte oltre il della basilica vaticana, quindi della
dovere, il re di Armenia supplicò lateranese. Dopo le quali cose nei
il Pontefice, perchè deputasse giu- 1437 morìa Bologna ventisei an-
dici meno sospetti. Fece un dono nidacché vestiva la sacra porpora,
di sessanta libbre di argento alla ed ebbe tomba in chiesa dei frati
basilica vaticana, e mori nel 1239, Serviti.
dopo dieci anni di Cardinalato. CONTI Giovanni, Cardinale. Gio-
CONTI Giordano , Cardinale. vanni Conti, patrizio romano, nacque
Giordano Pirunto Conti di Terra- nel i4'4- F" arcivescovo di Gon-
gna, vicecancellieie di S. R. Chie- za nel i4^6 sotto Calisto III; poi ai
86 CON CON
i5 novembre 1482 venne ascritto verno dell' Uml>ria e Perugia, ove
al senato apostolico col titolo dei lasciò eterna memoria di sé nelle
ss. Nereo ed Achilleo da Sisto IV, costituzioni dette Coniilulc. Poscia
da cui passò a quello di s. Vitale, Clemente Vili lo elesse a quello
colla commenda della diaconia di della Marca, ed a nunzio straordi-
s. Adriano. Dopo essere intervenu- nario alla corte di Vienna. Accolse
to ai Innocenzo Vili,
conclavi d' nel suo palazzo diAncona lo stosso
e di Alessandro VI, mor\ a Roma Clemente Vili, e accompagnò a lo
nel 1493 di 79 anni e i r di Car- Ferrara; poi nel iSgg fu legato
dinalato, e fu sepolto in chiesa di di Avignone. Finalmente dal Papa
s. Maria in Araceli. per le Ranuccio Farne-
istanze di
CONTIFrancesco Cardinale. , se duca di Parma
venne crea- ,

Francesco Conti , romano di gene- to li 6 giugno del i6o4 Car-


rosa prosapia , celebre per dottrina dinal prete di s. Grisogono. Poi
e pietà, fu sotto Alessandro VI nel passò a quello di s. Lorenzo in Lu-
1494 fatto arcivescovo di Gonza, cui cina. Benché privo di rendite suf-
govei'nò a mezzo de' suoi vicari. Dal- ficienti sostenne sempre il deco-
,

le truppe che accompa-


francesi , ro della sua dignità , e giunse a
gnavano Carlo Vili al possedimento fabbricare una villa a Poli greca-
del regno di Napoli , fu saccheg- mente detta icrocomion, Borgo sacro,
giato il palazzo di lui, poiché pas- poiché valea moltissimo negli i-

sarono per di là. Quindi dopo ven- diomi greco, e latino. Morì a Ro-
tidue anni, Leone X nel primo luglio ma improvvisamente nel i6i5,
del i5i7 lo creò Cardinal prete di dopo 1 1 anni di Cardinalato, e fu
s. Senonchè dopo 4 anni, nel
Vitale. sepolto nella chiesa del suo titolo,
i52i, morì a Turrichio di Velletri; dopo essere intervenuto ai concla-
ma ebbe tomba nella sua titolare vi di Leone XI, e Paolo V.
di Roma. Fu lodato per indole e- CONTI GiANNicoLÒ , Cardinale,
gregia, e rispettabile nella pietà, e Giannicolò Conti, de' duchi di Poli
nella perizia legale. Terminò la sua romano, nacque nel 1617, Fu com-
vita così povero, che non eravi mo» missario delle armi nelle legazioni
do di celebrargli i funerali. Lasciò di Bologna Ferrara e Ravenna ;
,

erede Leone X col raccomandargli presidente della Marca, e sotto In-


Jacopo suo fratello, Mario, ed E- nocenzo X, vicelegato di Avigno-
vangelista suoi nipoti figli di Gio- ne, e governatore di Roma. Essen-
vanni altro fratello, e quattro altri do abilissimo in tutte queste cari-
individui che si dissero suoi figli che, i4 gennaio del 1664, Ales-
a'
naturali. sandro VII lo creò Cardinal prete di
CONTI Carlo, Cardinale. Carlo s. Maria della Trasponlina; poi nel

Conti della nobile famiglia di Poli, 1666 vescovo di Ancona, che governò
percorse primi studi nel collegio ger-
i per 33 anni da ottimo pastore, e
manico, e si laureò a Perugia; quin- dove accolse splendidamente Cristi-
di fu vicelegato di Viterbo, e della na regina di Svezia, e l'arcivesco-
provincia del Patrimonio; poi pre- vo di Ragusi con 74 monache scam-
siedette a quella di Camerino, quan- ])ate dalle scosse orribili del terre-
do Sisto V, nel i585, lo promosse molo avvenuto a Ragusi medesima.
al vescovato di Ancona, co| go- Conduceva il suo gregge nell'eser-
CON CON 87
cizio delle migliori virtù, e la com- ma il primo di febbraio
1781.
passione verso i poveri non era cei- Fatti gli studii regolarmente si ,

tamente l' ultima, che fregiavalo al- dedicò allo stato ecclesiastico; quin-
tamente. Intervenne ai conclavi dei di, sotto Benedetto XIV, venne an-
due Clementi IX e X, d' Innocen- noverato alla romana prelatura, e
zo XI, Alessandro VIII, e Innocen- poscia fu segretario della sagra con-
zo XII, ed in quello di Clemente X gregazione cardinalizia delle indul-
ebbe favorevoli 2 2 voti. Nel 1691 genze , Clemente
e sagre reliquie.
passò al vescovato di Sabina , ri- XIV, nel concistoro de' 18 dicem-
tenuta in amministrazione la chiesa bre 1 769, lo dichiarò arcivescovo
di Ancona, ove morì nel 1698 di di Tiro in partibus, e nunzio aposto-
81 anni, dopo 34 di Cardinalato. lico in Portogallo, dappoiché per
CONTI Michelangelo, Cardina- dieci anni era rimasta quella nun-
le. V. Innocenzo XIII. ziatura vacante per le vertenze in-
CONTI Bernardo Maria, Cardi- sorte nel pontificato di Clemente
nale. Bernardo Maria Conti era no- XIII tra la santa Sede, e quella
bile romano, e fratello di Papa In- rcal corte, dopo il nunzio Accia juo-
nocenzo XIII, Nacque egli a' 26 li. Tanto la corte , che il primo
marzo 1664, e nel 1680 vestì l'a- ministro , il famoso marchese di
bito dell' Ordine di s. Benedetto. Pombal , intesero con piacere la
])a abbate di Farfa nel 1 7 io fu pro- nomina del prelato Conti , sia pel
mosso da Clemente XI al vescovato pacifico suo carattere
, che per la
di Terracina, cui rinunziò dopo nunziatura lodevolmente esercitata
dieci anni per motivi di salute. Dal in quel regno dal pro-zio Innocen-
Pontefice suo fratello venne all'im- zo XIII. Nel febbraio del 1770
provviso fatto Cardinale nel 1721, partì per Lisbona il nostro Inno-
nel concistoro de' 26 giugno, e gli cenzo, visitando prima, secondo le
fu conferito inoltre prima il titolo istruzioni ricevute, le certi di Fi-
presbiterale di s. Bernardo ; ebbe renze, Parma , Torino , e Madrid.
anche la dignità di penitenziere Giunto alla frontiera del Portogab
maggiore in luogo del Cardinale lo venne ricevuto colle più lusin-
Paolucci , la qual carica egli coprì ghiere distinzioni, che continuarono,
sino a' 22 aprile lySo, in cui e crebbero successivamente. F^. Ber-
morì di apoplessia nel conclave per castel, Storia del cristianesimo tomo
morte di Benedetto XIII nell' età XXXIV, pag. 33 e seg. Il Papa
d'anni 66 in circa. Era interve- ne fu oltreraodo lieto , e con ap-
nuto anche al conclave per la di posita allocuzione ne diede parte
lui elezione. Il suo cadavere fu tras- ai Cardinali in concistoro. Quindi
portato nella chiesa della Madonna creollo Cardinale di santa Chiesa
delia Montorella presso il feudo di riserbandolo in petto , e poi pub-
Guadagnolo, juspatronato di sua blicandolo nel concistoro de' g apri- r

nobile famiglia. le 1773. E siccome in compagnia


CONTI Innocenzo , Cardinale. del Cardinale eravi il fratello p. Mar-
Innocenzo Conti , figlio di Stefano c'Antonio Conti somasco, così Cle-
duca di Poli e Guadagnolo, e fra- mente XIV lo deputò in ablegato
tello di Michelangelo, ultimo duca alla presentazione della berretta
di questa famiglia , nacque in Ro- cardinalizia. A tal effetto gli fece
,

88 CON CON
spedire due brevi apostolici , con .segretario della congregazione cardi-
vino de' quali dichiarollo cameriere nalizia del buon governo, di cui

secreto benché religioso, e coli' al- era stato ponente , e poi a quella
tro gli affidò r ablegazione. Reca- di assessore del s. offizio. Clemente
tosi poscia in Roma , il Cardinale XIII, volendolo aggregare al sagro
ebbe in titolo cardinalizio la chie- Collegio, nel concistoro de' 24 set-

sa di Maria d' Araceli


s. e nel , tembre 1759, lo creò Cardinale del-
1775, dal nuovo Pontefice Pio VI, l'ordine de' preti, e poi gli conferì
fu fatto segretario de' brevi ponti- per titolo la chiesa di s. Stefano
fìcii.Fece parte delle congregazio- al monte Celio, e lo annoverò alle

ni dell' esame de' vescovi, de' sagri congregazioni cardinalizie del buon
riti, del concilio, delle indulgenze, governo, dell'immunità, delle acque,
e delle sagre reliquie , della ceri- ripe, e Tevere. Fu protettore della
moniale, e della concistoriale. Fra chiesa di s. Venanzio ed Ansuino
le protezioni ch'egli accordò, no- de' camerinesi in Roma, allora par-
mineremo le città di Anagni, e di rocchiale, emoiù d'anni ottantadue
Narni, l'Ordine de' cappucx:ini i , non compiti, a' 1 4 dicembre 1770,
monaci della congregazione di Mon- compianto per le sue egregie qua-
te-Vergine, non che vari monisteri, lità. Soffrì con somma pazienza l'ul-

confraternite, ospedali, luoghi pii tima e lunga malattia, che lo por-


ed altre città , e terre dello stato tò al sepolcro. Il suo corpo, dopo
pontificio. Ma, nella fresca sua età la consueta sezione ed imbalsama-
di cinquantaquattro anni morì e- , tura, fu esposto, vestito degli abiti
gli nella sua villa di Frascati a' i5 paonazzi, in una delle anticamere
novembre 1785. Il suo cadavere, del suo palazzo sopra il solito letto
trasferito in Roma, fu esposto nella ricoperto di nobile coltre, donde
chiesa di s. Marcello ove si cele- fu trasportato alla sua chiesa par-
brarono l'esequie, e poi venne se- rocchiale di s. Andrea delle Frat-
polto nella sua chiesa titolare di s. te, ove gli furono celebrate solenni
Maria in Araceli, con iscrizione ri- esequie. Clemente XIV l'onorò di
ferita dal numero 1166 del Dia- sua presenza, recandovisi in pub-
rio di Roma, de' 4 marzo 1786, blica forma , con due Cardinali in
nel quale pur si legge l'elogio del- carrozza assistette in trono alla
;

le belle doti, e delle virtù di cui messa, e dopo fece l'assoluzione in-
era adorno. torno al cadavere, il quale, secondo
CONTI Pietro Paolo, Cardina- la testamentaria disposizione del de-
le. Paolo Conti, nobile di
Pietro fonto, venne trasportato privatamen-
Camerino nacque in quella città
, te alla chiesa di s. Venanzio, ed
a' 24 febbraio 1689. Ricevuta una ivi tumulato. Questo Cardinale fu
educazione proporzionata alla sua uomo di sommi talenti, ebbe delle
condizione, entrò nell'accademia ec- viste politiche , e colla sua schiet-
clesiastica di Roma , abbracciò lo tezza molto parlò, e scrisse sul si-

stato clericale, dedicandosi in ser- stema governativo. Ebbero una ce-


vigio della santa Sede. Fu fatto lebrità i suoi due opuscoli pubbli-
prelato, e percorse lodevolmente la cati colle stampe, intitolati l'uno:

sua carriera finché da Benedetto Vir desiderio rum, cioè desiderii di


XIV venne promosso alla carica di un zelante suddito da umiliarsi al
,

CON CON 89
sommo Pontefice, i-accomandali al rare ;
quindi eh' era necessario di-

sagro Collegio radunato in concla- chiararsi bene dell' un partito , o


ve per la sede vacante di Benedet- dell' altro.

to XIV. L' altro opuscolo ha per CONVENTO, Convcntus, Mona-


titolo : Domini principem voto expe- steriuni, Coenobiiun. E quel luogo,
terc, cioè discorso dell'ambasciatore o casa, che racchiude religiosi e re-
dello stato ecclesiastico al conclave, ligiose,ed altre comunità regolari.
per la sede vacante di Clemente Non solo per convento s' intende
XII. Si vuole, che molte variazioni l'abitazione delle monache, dei mo-
nel sistema di governo, e impiantol' naci, dei frati ec, ma questo nome
di alcuni uffici, da questo Cardinale vale anche per qualificare la congre-
bramati, vedano posti ora in pra-
si gazione, e l'adunanza. Dice il Macri,
tica. Per darne un cenno basti il che la voce convento, appresso Cesa-
dire,eh' egli desiderava per la retta rio, significa convenire insieme, o
amministrazione della giustizia, che radunarsi , come scrive nel lib. V
i ben pagati dall'e-
giudici fossero de miracoli3 cap. 22. Per convento
rario ,e severamente puniti nelle si dicono ancora i frati stessi che ,

loro mancanze, e che si stabilisse abitano in convento, onde vivere a


r officio delle ipoteche , le quali a- convento vale vivere in comune. Il
vessero forza per tanti anni, e non termine poi conventuale, che con-
più, per cui far se ne doveva il cerne al convento, è in uso rispetto
nuovo impianto. ai religiosi che dimorano nel con-
CONTINO, Cardinale. Contino vento, quali membri di esso, a dif-
Cardinal vescovo di Sabina ai tem- ferenza degli ospiti , cioè di quelli
pi di Pasquale II, che fu eletto nel che avevano benefìzii dipendenti dai
1099, confermò quanto quel Papa conventi. Si dice pur conventuale
stabih a favore di Errico V Cesa- rispetto all' entrate del convento
re, circa l'investitura dei benefici alla casa medesima abitata dai re-
ecclesiastici. ligiosi, religiose ed altri , ovvero
CONTOBABDITI o Contobad- rispetto ad alcuni uffizii di chiesa
DiTi. Eretici del secolo sesto, disce- che fanno nel convento, come
si la
poli di Severo di Antiochia e di messa conventuale vale a dire , la
Teodosio. I loro errori erano a un messa conforme all'uffizio del gior-
dipresso quelli de' maestri, ed anzi no, che la comunità deve udire, a
per soprappiù rigettavano i vescovi. differenza delle messe che si dico-
f^. Agnosti, e Teodosiani. no per anniversarii, o pie fondazio-
CONTROPJMOSTRANTI. Ere- ni. Conventualità finalmente dicesi
tici XYIII, che sortiro-
del secolo la società de' religiosi, che vivono
no l'appellazione da un loro libello insieme regolarmente in una me-
intitolato Control iinostranza, scritto desima casa.
per opporsi all'altro libello de' ri- L'erudito Pompeo Sarnelli, nelle
mostranti, che si chiamava Rimo- sue interessanti Lettere eccl. al t.

stranza. Nacquero essi dalle stesse Ili, p. 128 e seg., ci dà preziose


sette de' protestanti e rimostranti, notizie de' conventi abitati da nu-
i erano legati assieme negli
(piali merosissimi religiosi , e persino da
argomenti di fede. Sostenevano che migliaia di essi, come narra distinta-
tal comunione non si potea toUc- mente coll'autorità deiili storici, ed
,

90 CON CON
altri scrittori. Noi qui daremo solo sino vi furono celebrati i conclavi.
alcune poche analoghe nozioni di Benedetto XI mori in Perugia a' 6
tempi non tanto lontani. Trite- luglio i3o4) nel convento de' suoi
inio abbate benedettino di Ilirsauge, domenicani da lui abitato, per cui
che visse nell'anno i48o, dice del fu sepolto nella chiesa contigua.
suo Ordine, che il numero de' mo- Clemente V, nel marzo iSog, si

nisteri, detti abbazie, superava quin- recò in Avignone per fissarvi la


dici mila senza comprendervi le
, residenza pontificia, e passò ad abi-
prepositure, e i monistcri delle mo- tare il convento de' domenicani. In
nache. Folengio aggiunge constare ([uello de' medesimi religiosi in Lio-
dalle bolle pontificie, che in uno ne fu tenuto il conclave, nel quale,
stesso tempo ei-ano ti-entasette mila dopo quaranta giorni , venne eletto
abbazie; il B uccelli no , nel Me.no- a successoreGiovanni XXII. Neil 335,
loglo benedettino , riferisce essersi agli 8 gennaio. Benedetto XII si

numerati nel concilio di Basilea ot- fece coronare nel convento de' do-
tantaduemila settecento quarantuno menicani d' Avignone. Eugenio IV,
monisteri. Abbiamo dal Sabellico, e Nicolò V, nel XV secolo, furono
che domenicani al suo tempo ave-
i esaltati al pontificato nei conclavi
vano ventuna provincie con mol- tenuti convento di
nel s. Maria
tissimi conventi, e un numero assai sopra Minerva di Roma; e Giulio
grande di frati, de'quali mille e cin- II, ritornando in questa città , al-
quecento erano maestri di teologia. loggiò nel convento presso la Chiesa
Lo stesso autore dice dell' Ordine di s. Maria del popolo {^ì^edi), ove
francescano » Raro et nescio an dicesi degli altriPapi che ivi al-
» unquam verius dexerim, ullum bergarono. Clemente IX in tempo
» humanae pietatis insti tutum ma- di carnevale si ritirava nel conven-
» jora sensit incrementa totum or- : to de' domenicani di s. Sabina sul
" bem terrarum una haec imple- monte Aventino; e Benedetto XIII,
'> vit faniilia ". Erano a suo tem- una volta all'anno si ritirava nel ,

po quaranta provincie dell' Ordine piccolo convento del suo Ordine do-
de' minori, divise in custodie, e le menicano, a Monte Mario, ove eser-
custodie in conventi, abitati da ses- citavasiin penitenze ed orazioni
santa mila frati. Azorio, nel lib. l vestendo l'abito religioso, ed essen-
delle sue istituzioni morali , e. I, do il primo ad eseguire gli esercizi

racconta che a suo tempo la sola comuni, non meno di giorno che
famiglia de' minori osservanti nu- di notte. Nel medesimo conven-
merava centomila frati. to si recava ancora diverse volte
Su tuttociò che riguarda i con- fra la settimana , o per qualche
venti vanno consultati i relativi ar- giorno, o nel solo dopo pranzo per
ticoli, principalmente Comunità' ec- prendervi aria. Andava altresì a
clesiastiche, Clausura, Chiostro, desinare co' suoi religiosi anche nel
MoNisTERo , Congregazione del- convento della Minerva , senz' altra
la DISCIPLINA REGOLARE, RELIGIOSI, differenza in l'efettorio , che quella
ec. di un vacuo di un luogo tra lui, e
Nei conventi talvolta furono ri- il p. generale.
legati grandi personaggi , come vi CONVENTUALI Minori, del-
alloggiarono sovrani, Papi, e per- l' Ordine di san Francesco. V.
, .

CON CON 91
Francescani , minori coriTentuali. s. Felice II, detto III. Gli successe
CONVERSANO ( Com'crsan. ) . Ilario, il quale fu al concilio , che
Città con resilienza vescovile nel re- il Papa Simmaco adunò nel 5o 1

gno delle due Sicilie nella provincia La bella cattedrale di antica co-
della Terra di Bari, capoluogo di struzione è dedicata alla beata Ma-
cantone. Essa è posta in deliziosa ria Assunta in cielo. Il capitolo si

collina, circondata da fertili campi, compone di quattro dignità , cioè


ove fra i molti prodotti principal- dell' arcidiacono, dell'arciprete e di
mente prospera il cotone. Conver- due cantori o primiceii più, : vi so-
sano, chiamata pure Conversa , e no venti canonici compresi il ca-
Cupersanum, vanta remotissima an- nonico teologo, e il canonico peni-
tichità, attribuendosi la sua fonda- tenziere, oltre diversi preti, e chieri-
zione agli etruschi. In progresso i ci. Nella cattedrale vi è la paiToc-
normanni ne capo luogo
fecero il chia amministrata dal capitolo per
del loro governo, e la metropoli mezzo di due preti amovibili, con
dei conijuistati domimi. Quindi di- fonte battesimale . L' episcopio è
venne contea, e fu data in feudo presso la cattedi'ale, oltre la quale
agli Acquaviva duchi d' Atri. Con- in Conversano non vi sono altro
versano molto sofTri per la peste parrocchie. Esistono però tre mo-
e per altre vicende. Oltre la cat- nisteri di monache, un conservato-
tedrale. Ila i suoi edificii nieiitano rio, diverse confraternite e pie u-
menzione altri templi. E distante nioni , ed il seminario. La mensa
una lega dalla riva del mare Adria- vescovile è tassata, nei libri della
tico ove in rìpido scoglio trovasi camera apostolica , in fiorini cin-
la città di Polignano, che conta quantatre.
cinquemila abitanti circa. Diede i CONVERSIONE e Commemora-
natali al celebre, ed eruditissimo zione DI s. Paolo. V. S. Paolo
monsig. Pompeo Sarnelli vescovo di apostolo.
Biseglia. Fu già marchesato: ha una CONVERSO o Convertito. Con-
collegiata con altre chiese, conventi versi. Converso dicesi quegli che

ec. ed una abbazia reale a pie


, : porta l'abito di un Ordine religioso
della cittàsi vede la così detta grot- in un convento o monistero, ed è
ta del palazzo, che ha duecento laico che serve alla chiesa, e ai re-
cinquanta piedi di profondità, e nel- ligiosi negli uffici minori. Il Mura-
le vicinanze di essa sopra una lin- tori dice, che conversione significa
gua di teri'a, che sporge assai den- abbracciare lo stato religioso, e nel-
tro il mare, giace il magnifico con- la sua dissei't. LXVI, Dissertazio-
vento di s. Vito. ni sopra le antichità Italiane, dice
L'origine della sede vescovile di che nelle bolle di Alessandro III, e
Conversano rimonta al quinto se- Innocenzo IV, cioè in una del
colo, ed è suffraganea dell'arcive- 1175, e in altra del 1247, trovò
scovo di Bari. L' Ughelli , Italia questa formola: » Praeterea liceat
sagra, tom. VII, p. 700, ne riporta » vobis et mulieres liberas, et ab-
le notizie storiche de* suoi vescovi, » solutas quae sui compotes se
e pel primo registra Simplicio, che " monasterio vestro reddere volue-
intervenne al concilio romano adu- « rint, ad conversionem recipeie,
nato neir anno 4^7 '^^^ Pontefice >• et eas absque conlradiclione ali-
9^ CON CON
« qua retinere ". Significava adun- giunge. « come il primo
Osservasi
que la parola conversione il rinun- « esempio di frati conversi, che il
ziare al secolo con abbracciare la « santo abbate di Vallombrosa rice-
vita monastica, e vestire l'aliito re- « veva, erano soggetti distinti per
ligioso. Soggiunge il medesimo au- M condizione dai monaci di coro, i
tore, che anticamente monisteri i » quali fino d'allora erano quasi tut-
delle monache tenevano al loro ser- > ti chierici, o destinati a divenirlo.
vizio dei laici portanti l'abito mo- - Tanto era il rispetto, in cui ave-
nastico, appellati conversi, i quali » va gli Ordini sagri, che ne esclu-
avevano la loro abitazione fuori « deva tutti colox'o, i quali prima
del chiostro, e prestavano alle mo- » della loro conversione fossero stati
nache quei servigi, che occorrevano >• concubinari, simoniaci, o macchia-
alla loro economia, come oggidì » ti di qualche altro vizio vergogno-
praticano tanti servi secolari. Anche « so ". Della diversa specie di con-
al presente, in luogo vicino al mo- versi o laici, del loro abito, e par-
nistero delle monache, suole abita- ticolarità, si tratta ad ogni articolo
re alcun converso del medesimo di Ordine religioso d' ambo i sessi

Ordine religioso delle monache qual in questo Dizionario.


compagno ed aiuto al p. confesso- CONVITO, Convivium. Splendido
re, non che pei servigi delle mo- desinare o cena. L'uso de' conviti fu
nache stesse, come nelle funzioni comune a tutte le nazioni di tutti
ed uffiziatura della chiesa, per la i secoli. Fino dai tempi più remo-
questua, ed altro. ti avevansi occasioni, segnalate per
Sino al secolo XI si sa anche mezzo di convito, di grande appa-
da altri scrittori, che si chiamaro- rato, e di allegria. La Scrittura dice,
no convei'si, vale a diie convertiti, che Abramo per ad
ospitalità invitò
tutti gli adultiabbracciavano
che un banchetto que' tre angeli, che alai
la vita religiosa e monastica, per comparvero in forma di giovani, e
distinguerli dai fanciulli che si chia- che tenne un gran convito nel gior-
mavano Oblati (Vedi), cioè ojferti^ no in cui si compì l'allattamento
perchè i loro parenti li stabilivano d'Isacco. Labano ancora invitò gran
nei monisteri offrendoli a Dio sino numero de' suoi amici ad un con-
dalla infanzia. JVel medesimo secolo vito preparato per le nozze della
XI s. Gio. Gualberto, fondatore del- sua con Giacobbe. Questo con-
figlia

lacongregazione monastica dei Val- vito nuziale ci conferma quelli


lomhrosani (J^edi), colla regola di fatti in simile occasione da tutte
s. Benedetto, cominciò a ricevere le nazioni, e che progressivamen-
Laici (Fedi), o Frati (Fedi) con- te ricevettero lustro ed incremento.
versi, unicamente destinati ai lavori Giuseppe imbandì vm lauto convito ai
del corpo, e distinti dagli altri re- suoi fratelli, allorché si fece ad es-
ligiosi destinati al coro ed al chie- si riconoscere. Il santo Giobbe per-
ricato. F. il p. Mabillon, Saeculi metteva che i suoi figliuoli s'invi-
sexd hened. pracf. 2, n. 2, e n. 90. tassero scambievolmente nelle loro
L'ab. Berrastel, Storia del Cristiane- case, sebbene non mancasse di of-
simo, tomo XII p. 109: Primi fra- frire sagrifizi pei peccati, che i me-
ti conversi, parlando delle mirabili desimi avessero potuto commettere
geste di s. Giovanni Gualbeìto, sog- colla lingua, come dice san Grego-
CON CON 93
rio I, in tali occasioni, che egli nella Spagna, di accostarsi ad un
provocava per rinnovare e con- convito di gentili, fu gravemente
solidare la fraterna benevolenza . accusato d'idolatria, e deposto me-
Per mezzo di un grande convi- ritamente dal vescovato.
to il padre di famiglia nel Van- Il concilio di Coyac, celebrato
gelo celebrò il ritorno del figliuol nel io5o, prescrisse agli ecclesiasti-
prodigo. Per sapere poi se fosseio o ci che si troveranno ai conviti fu-
no frequenti, con altre opportune nebri, di fare qualche opera buona
osservazioni, si può leggere il pa- per le anime de'morti, e che a que-
dre Menochio : Stuore tom. I, p. sti conviti s' invitassero i poveri, ed
370, capo XVI, dove esamina se sia i convalescenti di malattie ; e che i
probabile, che li figliuoli di Giob- preti non si trovassero alle nozze
be fra di loro facessero conviti per mangiare , ma solamente per
ogni dì tutto l'anno. Il Sarnelli, nel dare la benedizione. Il Berlendi,
tomo VII, pag. 17 Leu. Eccles. Delle oblazioni p. 264, dice che
tratta nella lettera Vili: Nel con- Ruperto vescovo di Bamberga, co-
vito di Assuero niuno era forzato mandò che in Anniversario ejus
:

a bere, e donde è detto farsi brin- fratribus consolatio inde exhibea-


disi. V. l'articolo Brindisi. tur j alla quale refezione corrispon-
Il nostro divino Salvatore mede- de quel Plenum servitiuni, che so-
simo non ebbe difficoltà d'interve- vente si legge neir istituzione degli
nire più volte co' suoi Apostoli ai anniversarii doversi dare in quelli
conviti di nozze, come in Cana di dimorte ai religiosi. Tale costu-
Galilea, o piu-e dei pubblicani e manza può dirsi che abbia avuta
dei farisei, servendosi di queste oc- la sua origine dalla pratica an-
casioni per insinuare più dolcemen- tica d'imbandirsi solenni conviti nei
te nei loro animi la sua celeste giorni de' funerali, nella casa del de-
dottrina. Non vi è dubbio pertanto funto, a tutti quei parenti, amici,
che i conviti sono per sé stessi le- ed anche che vi erano
ecclesiastici,
citi ed onesti, purché si facciano intervenuti; come più anticamente si
con quello spirito di carità e di era costumato di fare sopra gli stes-
temperanza, che si richiede. I con- si sepolcri. Ma in progresso di tem-

viti de'gentili non erano frequentati po, avendo ì vescovi vietato al clero
dai primitivi cristiani, come osserva r intervento ai convili anche fune-
il padre Mamachi, De costumi dei bri, massimamente a quello rego-
primitivi cristiani t. I, pag. 289. lare, all' incontro i benefattori nei
" Noi (dicea Minucio Felice) faccia- funerali ordinavano che al vitto
M mo dei conviti non solamente ca- consueto fosse aggiunta per loro con-
'5 sti ma ancora sobri. Imperciocché to una pietanza.
» non ci saziamo, uè ci ubbriachia- Oltre quanto si disse all'articolo
« mo, ma temperiamo colla gravità Banchetti {ì^edi) su quelli degli ec-
» la allegrezza ". Somiglianti cose qui aggiungeremo che
clesiastici,
scrive Tertulliano nel e. XXXIX s. Girolamo, scrivendo sopra il capo
del suo ^apologetico. V. Agape ed secondo di Michea profeta fa ima ,

il
§ VII dell'articolo Comumoive. Nel gagliarda invettiva contro gli ec-
terzo secolo della Chiesa, avendo a- clesiastici, che eccedono in far con-
vuto l'ardimento Marziale, ve.scovo viti a persone secolari. Egregiamen-
94 CON CON
Itiancora s. Basilio, nella inlerro- speditamente al termine del pranzo.
f^azionc ventesima delle regole più Iiendute a Dio le dovute grazie, im-
dilFusamentc , ammaestra
spiegate piegavano il resto del giorno nell'oc-
tutti i ed insegna loro il
religiosi, cuparsi de' loro mestieri ed uffizii,

modo come debbano, senza super- e nell'esercizio di opere caritatevoli-


fluità, accarezzare e banchettare i Il Savio nell' Ecclesiastico al e-

forasticri. Pompeo Sai-nelli nel to- 3 1


,
suppone, che ne' conviti si
4 1 5

mo VII dedica la lettera IX, Se parli avvisando che non si ripren-


ne'com'iti degli ecclesiastici si deb- da veruno, né si disprezzi con im-
ba tacere, o parlare, e racconta che properii: In convivio vini non àr-
s. Ambrogio convitava nel IV se- guas proxiniant , et non despicias
colo uomini chiarissimi e con tali , euni in jucundilate illius: verba ini-
iifTici di carità egli si venne a gua- properii non dicas illi: et non pre-
dagnare l'amore anche de' duci del- mas illutn in repctendo. Dice in
l' esercito, come è manifesto da quan- Convivio vini, perchè anco i greci
to andava dicendo Arbogasto con- chiamano il convito Syniposius, cioè
te, e valoroso capitano, che gloria- conipotatìoneni. In molti luoghi non
vasi di essere stato più volte con- invitano al desinare, ma solo al
vitato da s. Ambrogio, e di altret- bere quantun({ue allora si pranzi.
tanto pregiavasi Vincenzo prefetto I medesimi greci chiamano ancora
delle Gallie. il convito Syndipnos, cioè concoe-
Il citato Mamacìii t. II. p. 53 nationcm ; meglio però dicono i la-
racconta che gli antichi cristiani de- tini Convivìuin, perchè aniicorum et

sinando facevano che si cantassero vilae con/unclionein habet. ()uello


loro degl'inni, e de' salmi. S. Gio. però che avvisa il Savio, è che sia
Crisostomo nella esposizione del sal- Convivium non Convitiuni, come
mo 4' esorta i fedeli d'insegnare dice Cicerone in Ferrem, cum ma-
alle mogli, ed ai figli loro de' can- xinio clamore, et convicio. Si deve
tici, e degli inni, affinchè si avvez- adunque nel convito tenere silenzio
zino a cantarli, non solamente quan- finché il maggiore tace; ed il mag-

do tessono, o fanno qualche altro giore deve fare parola acciocché


lavoro, ma eziandio quando desi- all'onesto convito non manchi la
nano, o stanno a cena. Volendo be- modesta allegrezza del parlare dei
re, prima di salutare i compagni, convitati; il perché soggiunge lo
scgnavansi col segno della santa stesso vSavio nel capo seguente: lo-
croce, e invocavano Cristo. Termi- qucre major nata , decet cnini te
nata la rendevano grazie al
tavola, primuin verbuni.
Signore, cantando degl' inni e dei Per la parte del taceie ne' con-
salmi, e leggendo qualche parte del- viti, molti sono i difensori. Nella
la sagra Bibbia, le quali cose con- mensa de' prelori, e degl'imperato-
fermano Tertulliano, s. Cipriano, ed ri si taceva. Essendo Solene a ta-
altri gravi scrittori, che fiorirono vola con Periandro tiranno de' Co-
nei primi secoli del cristianesimo. rinti, e standosi quieto, fu dal ti-
In questa guisa que' buoni cristiani ranno interrogato, se il silenzio pro-
si guardavano di non mangiare e cedeva da povertà di parole , ov-
bere più del dovere, pei'chè poi vero da stoltezza. Solene subito ri-
dovevano essere pronti a leggere spose, che chi può tacere alla mea-
,

CON 95
.sa, non è stolto. Arcliiclamo, vo- IlPanteo nell' introduzione al-
lendo calunniare 1' oratore Ecato l' opei'a de Fonlihus Calderianis ,
perchè non aveva mai parlato in un narra che in Hermolai Barbari con-
convito, ne prese le difese, e disse: viviis solum lectoris acroatna audi-

che quelli che sanno ben parlare tur. Nusquani cnini apud cuni sine

conoscono anche il tempo di tace- lectioneprandelurcoenaturve, ut con-


re. Iperide parimenti, in egiial ca- vivarum ventreni, ut aninuun pan-
so, essendo richiesto perchè non par- Anche Francesco I re
ter oblectet.
lasse, soggiunse:» il discorrere delle di Francia si faceva leggere, men-
cose alle (juali io sono acconcio, non tre pranzava, qualche opera degna
(juadrano a questo tempo; e quelle della sua attenzione. Di fatti il

che quadrano a questo tempo non Gragneo ebbe l'onore di spiegargli,


quadrano a me". Gli ambasciatori inter prandendum^ i Commentai]
del re di Persia, essendo a convito di Primasio vescovo di Utica, o di
in casa di un grande di Atene e , Adrumetico , sopra l' epistola di s.
vedendo Zenone celebre fdosofoa non Paolo. Racconta poi Bei'nardo Tas-
dire cosa veruna , cominciarono ad so, che Luigi Pulci lesse di mano
accarezzarlo, e ad invitarlo a beic,di- in mano alla mensa di Lorenzo
cendogli: e di voij o Zenone, che di- de' Medici i ventotto canti del
,

remo al nostro re ? Non altro, ri- poema romanesco da lui composto


spose il filosofo, se non di aver ve- per insinuazione di Lucrezia Tor-
duto un vecchio die si taceva a nabuoni, madre di Lorenzo il Ma-
tavola. Si aggiunge che i caldei, i gnifico, intitolato il Morgante.
medi e i persiani non parlavano Ritornando al silenzio ne' convi-
mentre sedevano a tavola ma sol- , ti, e a quelli che lo lodano, di te-
tanto si facevano intendeie a cen- mo cVie altri esortano ancora al
ni. Tuttoclò in favore del silenzio diletto dell'onesto e savio ragiona-
ne' conviti; ma dalla parte del par- re, sull'esempio di alcimi re]igio>;i,

lare sono molto maggiori i di- che verso il fine della mensa dan-
fensori. Sogliono è vero religiosi i no luogo all'onesto parlare, per cui
osservare il silenzio mentre man- abbiamo il grazioso proverbio /// :

giano , ma uno intanto legge qual- principio silentiìun medio stri- , in


che libro spirituale, di sagra Scrit- dor denlium, in ultimo rumor gcn-
tura etc, acciocché mentre si rifo- liuni. Il medesimo sembra aver pra-
cilla il r animo ancora sia
corpo , ticato s. Agostino, perchè alla sua
pasciuto. V. Frane. Sacchini, Epi- mensaj dopo essersi alquanto letto,
stola de utilitate bene legcndi ad dava luogo al parlare, non al mor-
mcnsanif Mediolani 1621. Theoph. morare. Altri insegna che ne' con-
Raynaudus, de Anagnostc ad men- viti ecclesiastici dopo la sagra le-
,

sam rclìgìosani., i.lLiW. Oper. Lu^- zione, né si dee parlare troppo, né


duni i665; Sarnelli, della Lezione tacere affetto. Ed in quanto agli
alla mensa , e qual inno dicesse impei-atori romani si legge nel Ba-
Gesù Cristo finita la cena, tom. ronie all'anno 4^> ^' ' '» che Au-
VI. Leti. Eccl. p. III. Se poi nei gusto per l'ordinario ne' conviti, i

conviti ecclesiastici si debba tace- quali erano frequenti e quasi quoti-


re o parlare , si ti-atta da tale au- diani, si recava a memoria quello che
tore nel luogo succitato. aveva imparalo da' filosofi, ovvero
t)6 CON CON
|K'r la convei'sazione di uomini iu- " da queste vivande (jualunque
to
tendenli, ch'egli teneva in casa. Lo « cosa, che in esse vi sia di mali-
stesso lìaronio, all'anno 67 n. 33 M gno, e di nocevole". Se trovava-
dice, che fia i cristiani ne' conviti si presente qualche sacerdote, a lui
soleva proporsi alcuna questione in- toccava benedire la tavola, come .si

torno alle sagre lettere. V. il p. dimostra negli atti di s. Teodoro


Menochio, Sluorc toni. III. p. 200, martire, presso il Ruinart.
capo XIX, Se ne' conviti sia vicglio Anticamente eravi 1' uso che nei
lo stare in silenzio, o il parlare. Al grandi conviti intervenivano sette
seguente capitolo riporta t istoria, persone 1' ottavo era il re o il
, ,

riferita da s. Gregorio di Tours presidente del convito laonde ebbe ,

sulla benedizione de' cibi. Su que- origine il proverbio: Septem con^


sta va letto la pag. 64 del voi. V viviuni , novem conviliuvi , come
del Dizionario , e 1' articolo, Bene- attestaMacrobio lib. i, Satani, cap.
dicite. VII. Sulla moderazione dei conviti
Gli antichi cristiani, dopoché si degli antichi l'omani, è a sapersi
erano esercitati nei loro mestieri, che erano al ed tempo di Apicio,
o aveano terminato di attendere ai anco molto prima, andate in disuso
loro uffizi, verso l'ora del mezzodì le leggi dette sumptuarie, dai ro-
si ponevano a desinare, invocando mani state stabihte. Plinio, nel lib.

prima Dio, e facendosi il segno X, cap. menzione della


So, fa
della santa croce, come attesta il legge Fannia, la quale fu promul-
mentovato Tertulliano : leggevano gata da C. Fannio console, undici
prima ancora qualche pai'te della anni prima della terza guerra, che
sagra Scrittura, per infervorarsi mag- i romani fecero ai cartaginesi. Co-
giormente nel servizio del Signore, mandava questa legge che ne' con-
e per confermarsi nelle massime viti non si dessero uccellami, e solo

della religione che professavano. conccdevasi una gallina ordinaria ,

Facevano dipoi sulle vivande il se- che non fosse particolarmente in-
gno della croce, non che sull'ac- grassata. Seguì poi la legge Dulia,
qua, e sul vino che avevano da la quale determinò una certa pena
bere, e dopo recitata qualche analoga contro i ti-asgressori di simili leggi.
preghiera incominciavano a desinale. Successe poi la legge Licinia, fatta
Di queste preghiere, una forraola da P. Licinio Crasso, nella quale si
fu prescritta da Origene nel libro ordinava che nei giorni delle ca-
,

II, sopra s. Giovanni, ed è la se- lende e delle none, nel dì che si


guente. » O tu, che dai il nudri- faceva mercato si potessero spen-,

» mento a tutti 1 viventi, concedi dei"e nel pranzo triginta asses, tren-
» a noi la grazia di godere colla ta soldi, ma me-
negli altri giorni
5>tua benedizione di queste vivan- no solenni si comandava che non
« de. Tu hai detto, o Dio, che qua- si mettessero in tavola più che tre
5' lunque volta noi berremo qual- libbre di carne: Carnis aridac pon-
» che cosa di mortifero, ella non do tria, salsanientoruni pondo li-

" ci apporterà vcrun nocumento, bra. De' frutti , ed erbe non vi

55 purché invochiamo il tuo Nome: era tassa, quod ex terra, vite, ar-
53poiché tu sei onnipotente, e in- boreve natimi sit. Macrobio al li-
» fìnìtamente grande. Leva pcrtan- bro citato de Salumai., cap. 17,
,

CON CON 97
parla di questa legge della parsi- di Timagora, Eutimio,
alcuni, cioè
monia degli anticlii romani; ma Candiotto, Temistocle, e il medico
sotto r impero abbiamo molti esem- Democede, perchè avea restituita la
pi di d'apula, e della piti raffinata sanità a Dario.
ingordigia. In questi regi conviti le tavole
11 convito famoso di Assuero re erano disposte in modo, che alcuni,
di Persia fu solenne e sontuosissi- sebbene mangiassero nello stesso tem-
mo , tanto per 1' apparecchio , che po che mangiava il re, non istavano
pel numero e per la dignità dei nella medesima stanza, e quelli che
convitati, e pel tempo che durò : in questa erano chiamati sedevano
fecit grande conviviuni, dice la Scrit- a tavole distinte, e si ponevano fra
tura nel lib. di Ester cap. I. Gli le loro tavole, e quelle del re, certi
invitati furono tutti i principi e veli fatti in modo, che il re vedeva
satrapi del regno, anzi tutto il po- i convitati, senza che essi potessero
polo della città di Susa. L'appa- vedere lui. Ateneo, nel lib. IV^
rato fu superbissimo ,
perchè i let- dice , che d' ordinario i convitati
ti, sopra i quali secondo l'uso an- non erano più di dodici. Pare che
tico giacevano i convitati intorno questi conviti, e questo onore do-
alla mensa, erano d'oro e d'argen- vesse essere di poca consolazione
to, come
lo erano i vasi in cui si agi' invitati, s' è vero quello che di-
beveva e quelli delle vivande. Cor-
, ce Luciano nell'opuscolo, de mer-
rispondenti erano i cibi e i vini, e cede condiictis, cioè, che bisognava
siccome era regolato da principi, stare cogli occhi bassi , acciocché
cos'i fu escluso l'abuso di alcuni niuno degli eunuchi potesse avver-
conviti, o inviti a bere, che si pro- tire, che l'invitato avesse alzato gli
vocava colle parole: Non erat qui occhi per guardare alcune delle
cogeretad bibendum. Le cerimonie concubine del re cosicché in simili
,

furono diverse da quelle che usa- conviti mancava quella libertà, che
rono poscia gli altri re di Persia, è il condimento principale d' un
che non solevano addimesticarsi coi convito, e della naturale allegrezza.
loro sudditi, anzi mangiavano soli, Ateneo inoltre, nel lib. i4j ci rac-
ovvero colla moglie, colla madre, o conta di peggio, che il ove dice
con uno o piìi figli. Il primo luogo re de* Parti invitando alcuno degli
lo prendeva la madre, il secondo amici a mangiar seco, mentre che
il re , il terzo la regina. Artaserse giaceva sopra alto e ricco letto
talvolta convitò i fratelli, e Dario obbligava i convitati a giacere in
i principi, i satrapi, e i magistrati, terra, e a cibarsi di ciò che dal
conje Assuero. Quando invitavano i re era gettato, senza nominare al-
congiunti, il convito chiamavasi Co- tre barbarità cui soggiaceva 1' in-
gnatoritni pranditini. romani so-
I vitato per lievi cause, ed altre che
levano convitare i parenti, ed allora ha registrate la storia. Sullo sta-
il convito chiamavasi Charislia. I re a mensa sedendo sui letti, V.
re di Peisia ai detti pranzi non Dassovit, Dissert. de Accnbitu he-
convitavano quelli di altre nazioni, braeorwn ad Agnuin Paschaleni^
come greci, o barbari, e solo assai Witterb. i6g8; Aid. Manutium, (5?e
raro fu il caso di averne invitato accunibendi , et coniedendi ratione
alcuno. La storia registrò i nomi ine. ijusd, opusc.y et. tom. i. Thcs.
VCL. XYU. 7
,
. ,

98 CON CON
Sallengre 229; Ciacconiiun de Tri- che si facevano ai convitati. Si legge
clinio, Romae i588, Amst. 1689, nella antica gran Con-
vita della
et Clini Appena. Fulv. Ursini , et tessa Matilde (Fedi), che in un
Hier. Mercurialis, Diss, de Accuhi- banchetto imbandito dal marchese
lus in Coena origine, Lipsiae 1758. Bonifacio suo genitore, i .soli aromi
Gli antichi pertanto stavano ai dell'oriente erano cotanto copiosi,
conviti,uno accanto all'altro, e che si mandarono al molino de'gra-
mangiavano di fianco in situa- ni per macinarli. In un banchetto
zione più vantaggiosa della moder- dato dai Visconti signori di Mila-
na, per maggior facilitazione della no, si donarono agl'invitati cento-
digestione ; dappoiché coricandosi cinquanta bellissimi cavalli, oltre
dalla parte del piloro, avea piìi vari monili preziosi, nonché altri
campo il cibo d' insinuarsi , e di donativi di altissimo pregio. Dei
triturarsi negli intestini. solenni conviti, e dei conviti di va-
Finalmente, per mezzo de' con- rie specie, si tratta in diversi ar-
viti, si celebrarono e si celebi'ano ticoli questo Dizionario; e di
di
principalmente i ritorni dai viaggi quelli dati a Leone X, e al sagro
delle persone illustri, e quelli delle Collegio de' Cardinali dal magnifico
armate vittoriose; il ritrovamento Agostino Chigi, si tratta all'articolo
di persone e di cose che eransi diligi Nel 1829 il cav.
{Fedi).
sinari'ite; i parti felici, massime dei Giuseppe d' Este pubblicò in Ro-
primogeniti dati sono
, in somma ma un opuscolo intitolato Disser.
per circostanze di gìoja e tripudio delle tavole moderne.
plesso tutti popoli. Noteremo che
i Nel giorno dell' istallamento dei
nei tempi di mezzo, o del medio patriarchi di Mosca prima si faceva
evo , non meno che dopo la cessa- un solenne come
convito, si rileva
zione delle barbarie, e il ristabilito dalla descrizione, che il vescovo Ar-
incivilimento, più frequenti, più senioha fatta di quello del patriarca
magnifici , e più lussuriosi che in Giobbe nel 1589, in cui si ravvisa
qualunque altro paese, in Italia ce- la più grande opulenza,, congiunta
lebraronsi i conviti, che spesso pi- al gusto il più bizzarro; giacché
gliarono il nome di cord bandite, superbi schifi erano carichi di cop-
per una specie di bando con che pe d' argento, di fiaschi, e di boc-
pubblicavasi in tutti i paesi cir- cie circondate di ghirlande d'oro,
convicini. Di tali Corti bandite si e piene de' più rari , e preziosi vi-
tratta all' articolo Corte {^Vedi) ni. Nel numero prodigioso di tazze
Oltre a ciò è noto, che di molti di d'oro di varie forme, e di diffe-
que' banchetti celebrati per nozze renti grandezze, ve n'erano di quel-
per vittorie , e per altre occasioni le, che dodici uomini portavano a
di giubilo sovente menzione
, si fa stento. Il vasellame rappresentava
nelle nostre antiche cronache. Di ogni sorte di animali , tigri , orsi
alcuni conviti hanno pompose
si tori, cavalli, lepri, cani, polli , pa-
descrizioni, le quali sembrano qua- voni con ale d'oro, cicogne, pel-
si incredibili, per la ({uantità e qua- licani, struzzi ,
piccioni , tortore ,

lità di deUcalissimi cibi, e per la fagiani, pernici, ed un liocorno di


profusione immensa de' preziosi ar- straordinaria grandezza I doni .

redi, e dei ricchi, e copiosi donativi, del patriarca, e del seguilo non
CON CON 99
furono, che d'oro carichi di
piatti samente disposto si trovavano oltre
diamanti, e perle fine, l'abbondanza ai trombetti, ed ai timpanisti di
delle quali in Russia è grandissima, corte, i suonatori destinati ad ese-
pci-chè in Estionia , e in Livonia guire la musica durante il banchet-

ritrovansi molti laghi dove esse si to. I cibi , anticamera


recatisi nell'
pescano. Antolog. t. III. p. 3o. Al- dagli staffieri accompagnati da guar-
l' articolo Pranzi [V^edi) si parla di die del corpo dei trabanti, vennero
solenni conviti imbanditi dai som- portati nella sala dagli scudieri pre-
mi Pontefici, con altre analoghe ceduti dal gran siniscalco lombar-
erudite notizie. V. inoltre l'articolo do-veneto col bastone , e poi fu-
Cena. rono collocati sulla mensa dai ciam-
Per dare poi un' idea della son- bellani a ciò destinati, e diretti dal
tuosità, splendidezza, e del cerimo- gran maestro delle cucine.
niale usato a' nostri giorni per un Quando la mensa fu imbandita,
imperiale regio convito , non riu- il gran siniscalco del regno lombar-
scirà discaro che qui si faccia la bre- do-veneto ne diede avviso al mag-
ve descrizione di quello, che ebbe giordomo maggiore lombardo-vene-
luogo in Milano a'6 settembre i838, to, il quale si recò con questo an-
nel palazzo di corte, e nella sala nunzio presso r imperatore, ed ot-
delle Cariatidi, per la seguita in- tenuto il sovrano assenso, fece dare
coronazione colla corona di ferro^ del dal gran cerimoniere lombardo-ve-
regnante imperatore d' Austria Fer- neto il segnale per l' avviamento
dinando I, come re del regno lom- del corteggio. Uscito questo dal-
bardo-veneto. l' appartamento, le cui anticamere,
Nella sala delle Cariatidi sopra un al pari della sala delle Cariatidi
largo assito, coperto di tappeti tur- erano occupate dalle guardie del
chini e gialli s' imbandii una tavola corpo, e dalle guardie nobili lom-
sormontata da vm baldacchino. Da- bardo-venete, si recarono tutti col-
vanti alla medesima si collocarono r ordine seguente alla mensa. Due
due sedie a bracciuoli coperte di forieri di corte , i paggi i forieri ,

stoffa d'oro per l'imperatore, e per di camera, gli scudieri , i ciambel-


l'imperatrice. Le sedie a bracciuoli pei lani , i consiglieri intimi , l' araldo
serenissimi arciduchi, ed arciduchesse del regno lombardo veneto, il mag-
che presero parte al banchetto, erano giordomo maggiore del regno lom-
coperte di velluto rosso orlato d'oro, bardo-veneto col bastone, ed il gran
e le sedie pei due Cardinali, e per coppiere del regno lombardo-veneto
monsignor nunzio apostolico, pure portando lo scettro sopra un cu-
commensali, erano senza bracciuo- scino. Quindi venivano il gran si-
li, ma coir appoggio coperto di vel- niscalco del regno lombardo-veneto,
luto rosso con frange d'oro. Da una che aveva deposto il bastone accen-
parte vi era una tavola coperta di nato più sopra, e che portava il glo-
velluto turchino e giallo per depor- bo sopra un cuscino; il gran ciam-
vi gli ordini del regno. Pei sere- bellano del regno lombardo-veneto,
nissimi px'incipi , che intervennero col cuscino della corona; il gran
in qualità di spettatori , e pel cor- scudiere del regno lombardo-veneto
po diplomatico , furono erette ap- colla spada sguainata alzata; i se-
posite tribune. In un sito esprcs- renissimi arciduchi accompagnati dai
,

loo CON CO.V


gran maggiordomi ; l'imperatore col re lombardo-veneto, ed all'inipera*
paludamento dell' incoronazione e , trice dal di lei ciambellano di servi-

la corona ferrea sul capo circon- , zio. L'asciugatoio si porse all'impe-


dalo dai decorati del tosone d'oix), ratore dal maggiordomo mags^iore
e dalie gi-an croci degli im[>eriali lombardo-veneto, ed all'imperatrice
e reali ordini (fra cui erano i due dal proprio gran maggiordomo. In-
governatori di Milano, e di Vene- di si avanzò l'elemosiniere della co-
zia), dalle grandi cariche di corte, rona che primo in rango, fece un
dai capitani delle guardie del cor- profondo inchino , ed assistito dal
po, e dall' ajutante generale. Alla cerimoniere di corte pronunziò il

sinistra dell'imperatore, un passo in- Benedicite. Poi fatto un altro pro-


dietro ,
procedeva l'imperatrice Ma- fondo inchino, ritornò al suo po-
ria Anna Carolina, accompagnata dal sto.Allora fra il suono delletrom-
proprio gran maggiordomo, e dal- be e dei timpani, l'imperatore, l'im-
la gran maggiordomessa; due pag- peratrice, i serenissimi arciduchi, e
gi sostenevano lo strascico dell'abi- le serenissime arciduchesse, ed indi
to dell'imperatrice; le guardie no- i due Cardinali e monsignor nun-
bili lombardo-venete formavano l'ac- zio sedettero ai rispettivi posti. Al-
compagnamento due lati estremi
ai l'imperatore venne avanzata la se-
degl' imperiali conjugi. Seguivano le dia dal maggiordomo maggiore lom-
serenissime arciduchesse coi rispet- bardo-veneto, agli altri serenissimi
tivi gran maggiordomi, e gran mag- personaggi dal rispettivo proprio
giordomesse. A ciascuna arciduches- maggiordomo, il quale disimpegno
sa era da un paggio sostenuto lo in generale tutto il servizio perso- .

strascico; venivano le
finalmente naie, come per esempio di togliere
dame di palazzo che erano di servizio. di mano il cappello agli arcidu-
Poco prima che s'incamminasse chi ec.
il corteggio, i due Cardinali Gai- Appena
l' imperatore fu seduto,
sruck arcivescovo di Milano, e Mo- il gran ciambellano lombardo- ve-
nico patriarca di Venezia, non che neto gli levò dal capo la corona
monsignor Altieri nunzio apostolico ferrea, e la depose sul cuscino sur-
del Papa regnante Gregorio XVf, riferito, indi la recò sopra la ta-

si recarono nella sala delie Cariati- vola dove erano gli altri onori del
di attendendo presso i posti loro regno, rimase
vicino ai quali egli
destinati l'arrivo dell'imperatore ed in durante il banchetto. Il
piedi
imperatrice. All'alto che questi en- maggiordomo lombardo- veneto, ed
trarono nella gran sala, risuonarono il grande scudiere lombardo-veneto,
le trombe ed i timpani, ed i gran si collocarono dietro la sedia del-
dignitari del regno lon)bardo-vene- l'imperatore stando primo a de- il

neto, che portavano gli onori del stra, e tenendo in mani il bastone
regno, li deposero, compresa la spa- della carica. Il gran siniscalco, ed
da, sulla tavola a ciò destinala. Giun- ilgran coppiere lombardo-veneto
ti alla mensa gl'imperiali coniugi, andarono a collocarsi all' estremità
stando davanti ai propri posti, si inferiore della tavola, colla faccia
lavarono le mani. I paggi tenevano rivolta verso l'imperatore. Le quat-
i bacili d'oro, e l'acqua venne ver- tro grandi cariche di corte stavano
sata all'imperatore dal gran coppie- in piedi al lato destro dell'impera-
CON CON IDI
guardie del
tore. I (ine capitani dt^lle tia, e la ripose in capo dell' im-
corpo, e l'aiutanh; generale stavano peratore. Il maggiordomo maggio-
dielix) la sedia dell'iinper^itore. Die- re lombardo- veneto gli ritirò la
tro quella dell' imperatrice, come sedia e 1' imperatore , come pure
pure dei serenissimi arciduchi e gli altri serenissimi personaggi , si

delle serenissime arciduchesse , si alzarono da tavola. In questo pun-


posero i rispettivi gian maggior- to si avanzò l' elemosiniere del-
domi. Allorché l'imperatore doman- la corona secondo in rango, fe-
dò da bere, il maggiordomo lom- ce un profondo inchino ed assi- ,

bardo-veneto fece l'opportuno cen- stito dal cerimoniere di corte, pro-


no al gran coppiei"e lombardo ve- nunziò il Gralias ago: indi fat-
due paggi si avvicinarono a
neto, e to un altro inchino ritornò al suo
luitenendo sopra bacili d'-oro, l'uno posto. I gran dignitari ripresero gli
vino ed acqua, l'altro una coppa. onori del regno dalla tavola, sulla
11 gran coppiere mescolò all'impe- quale erano riposti, ed il corteggio,
ratore facendo un profondo inchi- tra il suono delle trombe e dei
no. A questo punto si alzarono i timpani, uscì dalla sala collo stesso
due Cardinali, e rimasero in piedi ordine come nell'arrivo. L'impera-
fnichè l'imperatore restituì la cop- tore, e l'imperatrice, salutati al loro
pa gran coppiere. L' imperatore
al ingresso nella sala e alla loro parten-
si degnò di bere alla salute de' suoi za, con unanimi vivacissime acclama-
sudditi lombardi e veneti nella coppa zioni, ebbero a varie riprese le stesse
della regina Teodolinda, ed il gran testimonianze, e le stesse dimostra-
cerimoniere lombardo-veneto fece zioni di ossequio, d'affetto, di giubilo
im cenno all'orchestra, the durante durante il banchetto, che fu rallegra-
il banchetto slava eseguendo la mu- to coi canti de' più distinti artisti.
sica Intanto che risuonarono le
. Giunti imperiaU copiugi ne'pro-
gì'

trombe ed i timpani, si fecero le pri appartamenti interni, il gran


salve dell'artiglieria. cerimoniere lombardo-veneto, die-
Il pospasto venne portato nella tro il cenno ricevuto dal maggior-
sala dagli scudieri, non però pre- domo maggiore lombardo- veneto ,
ceduti dal gran siniscalco lombai-do annunziò, che il servigio era termina-
veneto, e fu collocato nella tavola to, e l'adunanza si sciolse. Nella sera
dai ciambellani. Giunto a termine tutta la città brillantemente illumi-
il banchetto, il gran maestro delle nata, porse nuovo argomento della
cucine avvisò due cappellani del-
i sua affettuosa divozione alla augu-
la corona, essere mente dell'impera- sta coppia. P^. Coronazione dei
tore di levar la tavola, per lo che RE, al fine del quale articolo ap-
entrambi si alzarono, e rimasero in punto si riporta quella •
dell'impe-
piedi davanti alle loro sedie. L'im- ratore Ferdinando I, che precedet-
peratore e l'imperatrice si lavarono te a questo solenne convito.
allora le mani come priraa,stando però CONVITTO. Il convivere in un
a sedere,e colla sola differenza, che l'a- determinato luogo più persone in-
sciugatoio venne presentato all'impe- sieme, simili vivere, convivere. An-
ratore dal grande scudiere lombardo- che il luogo dove si convive dicesi
veneto. Il gran ciambellano lom- convitto; così il Dizionario della
bardo-veneto si appressò alla coro- lingua italiana. Perciò dicesi convita
102 CON CON
tore chi convive con altri in colle- questo istituto si vegga il Coslanzi,
gio, seminaiio, ospedale, pio luogo, l'osservatore di Roma, t. I, p. 80.
conservatorio, casa religiosa, e si- Il medesimo Piazza, loco citato
mili, come quel giovane ancora che a pag. 352, tratta del Convitto ec-
pagando una mensile od annua pen- clesiastico a s. Gio. deiJiorentini, che
sione, convive in un collegio, semi- ebbe origine sotto Leone X, e pro-
nario, liceo, monistero ec. istruen- sperò sotto s. Filippo Neri. V. Arci-
dosi nelle scienze, in una saggia, confraternita DELLA pietà' de' fioren-
morale, religiosa e scientifica edu- tini IN Roma. Sisto V nel iSHy e-
cazione secondo i diversi rispettivi resse presso ponte Sisto l'ospedale,
stabilimenti a cui è addetto. Così che poi divenne il convitto detto
si denomina convittrice quella don- de'cento preti, come si dirà altro-
zella che sta a dozzina, e corrispon- ve, il cui locale dal regnante Pon-
de una mensile od annua pensio- tefice si diede all'Ordine Gerosoli-
ne, e che come i convittori man- mitano, stabilendovisi da ultimo lo
gia, ed è istruita nella religione, ospedale militare. Alcuni chiamano
nelle cognizioni pioprie del sesso anche convitto quella unione di
in monisteri o in conservatori, od sacerdoti, istituiti presso l'arcìcon-
in altri istituti di educazione. E fraternila della ss. Trinità de'pelle-
tanto i convittori, che le convittri- griiii {Vedi), da d. Mariano Soccì-
ci, allorché escono dal luogo, ed ni, prete dell'oratorio di s. Filippo
anche nel medesimo, usano abito Neri.
uniforme, ed osservano i regolamen- CONVOIONE (s.), abbate. Nac-
ti propri degli stabilimenti, e con- que a Comblesac , liella diocesi di
vitti ove vivono. saint-Malò. Avutasi da suo padre
Convitto anche una con-
dicesi una distinta educazione, abbracciò
gregazione di preti
secolari, che lo stato e in breve
ecclesiastico
vivono in comune con apposite crebbe egli così nella estimazione
regole, esercitandosi in qualche pio del vescovo di Vannes, che diven-
ed utile esercizio. 11 Piazza, Opere ne arcidiacono di quella chiesa. Non
pie di Roma, p. 29, parla del con- andò guari di tempo che, annoiato
vitto ed ospedale dei poveri sacer- il nostro santo delle cure del se-

doti secolari istituito sotto Pio li, e colo, deliberò di abbandonare ogni
confermato da Giulio II, che gli con- cosa, ritirandosi in una solitudine
cesse la chiesa di s. Marta in Ac- nelle estreme parti della diocesi di
quiro, ove rimase sino a Paolo III. Vannes. Quivi fu raggiunto da al-
Poscia passò nella chiesa di s. Bar- tri cinque ecclesiastici desiderosi di

bara, indi in quella di s. Lucia dei vivere con lui nel silenzio delle
Ginnasi nel pontificato di Clemente umane cose. Egli li accolse ben vo-
VIII. Ivi venne istituito un ospe- lentieri, ed ottenuto un luogo chia-

dale pei sacerdoti pellegrini, che mato Roton o Redon vi edificò


, ,

si recano a Roma, ampliato, e be- un monistero. Altri ancora conven-


neficato da Clemente IX, che da nero a questo, tra i quali un certo
prelato n'era stato deputato, leg- Gerfredo, il quale insegnò la pra-
gendosi sulla porta l'iscrizione: Hospi- tica della regola di s. Benedetto.
tiunt pauperuni sacerdotum pere- Convoione fu il primo abbate , e
grìnoruni . Sullo stato presente di non è a dire quanto egli fosse di
, 1

CON CON' io3


etlificazione a' suoi monaci nello baie fu chiamato da Stazio nel pae-
sfiaordinaiio fervore delle sue ve- se degl' Irpini , al riferire di Tito
glie^ e delle sue orazioni. Mori il Livio, sotto pretesto che gli ren-
santo abbate nel compianto di tutti deva questa città. La sua forte po-
a' dì 5 gennaio dell'anno 868. 11 sizione, e gli accresciuti propugna-
corpo di lui fu seppellito in prima coli la resero importante nelle epo-
a Ple-lan , luogo in cui si erano che successive , e sempre gli stra-
trasferiti que' monaci per la inva- nieri invasori se ne disputarono il
sione de' Normanni, ma dappoi fu possesso. Nel 554 i goti se ne im-
portalo a Redon sua prima dimo- padronirono, e Narsete assedioUa
ra. La festa di questo santo, secon- poscia, e la prese. Nel medio evo
do il martirologio di Francia e quel- era talmente formidabile, che Carlo
lo dei benedettini, ricorre a' 28 di- Magno impose a Grimoaldo l'ob-
cembre , forse in memoria della bligo di demolirne le mura. I lon-
traslazione delle sue reliquie. gobardi essendo stati cacciati dai
CONVULSIONARII. Appellazio- normanni, Conza continuò a gode-
ne data a certi fanatici , i quali nel re una gran prosperità divenne ,

secolo passato volevano spacciare per contea e principato , ma dipoi fu


miracoli certe convulsioni, che si quasi interamente distrutta da un
accinsero a dimostrare successe pres- furioso terremoto nel 1694 agli 8
so il sepolcro del diacono Paris settembre. Quel terremoto recò pu-
famoso appellante dalla bolla Uni- re gravi danni ad altri luoghi del-
genitiis. Cominciarono essi nella l'archidiocesi.
Francia, ma pre#ntemente così fatto La sede arcivescovile è egual-
parossismo di stoltezza sembra af- mente antica ,
giacché il vesco-
fatto estinto. Tutti coloro si dichia- vo Pelagio nell'anno 743 intervenne
ravano nemici di quella bolla , e al concilio romano celebrato dal
per sostenersi difendi tori della reli- Papa s. Zaccaria. Nel 967 si tx'ova
gione procuravano ogni mezzo per un Pietro per vescovo , nel 1 08
ingannare semplici, affermando e
i un Leone, che fu il primo arcive-
giurando che Iddia operava mira- scovo, quando governava la Chiesa
coli in lor favore. Si divisero essi universale s. Gregorio VIL Dopo
in diversi partiti secondo che il fa- si trova nel i io3 l'arcivescovo Gre-
natismo più o meno li trasportava. gorio, ed alti-i successivamente, fi-a i

CONZA, o CojrsA ( Compsan. ).


quali s. Erberto, fr. Consiglio della
Città , con residenza arcivescovile ,
nobile famiglia Gatti di Viterbo, il

nel regno delle due Sicilie nella Cardinal Latino Orsini romano, il

provincia del Principato Ulteriore. Cardinal Alfonso Gesualdo napoli-


È costruita sopra una collina a pie tano, il Cardinal Bartolommeo Cesi
degli Appennini, e verso la sorgen- romano, senza nominare ì Cardi-
te dell' Ofente. Questa antichissima nali che ne furono amministratori.
città, nel paese degl' Irpini, fu chia- L' Ughelli tesse l'elenco de' vescovi,
mata pure Coursa,.e Compsa. Fu ed arcivescovi di Conza, e ci dà le
talmente considerabile , che nella notizie di questa diocesi al tomo VI,
seconda guerra punica, per la bat- pag. 797 e seg. della sua Italia
taglia di Canne, potè fornire ai sagra. Prima erano suffraganei di
i"omani i più vaUdi soccorsi. Anni- questa metropoli i vescovati di s.
io4 -cop COP
Angelo fle* Lombardi, di Bisaccia, so, paludoso, presenta però da
e
di Lacedonia, di Monte Verde, di lontano un aspetto magnifico è :

Muro, e di Satri ano. Al presente cinta da vari luoghi deliziosi, ed ha


le chiese sulFraganee a Gonza sono: buona acqua, che serve all'uso de-
s. Angelo de Lombardi Bisaccia ,
,
gli abitanti. La cingono pure forti, e

Lacedonia e Muro. Nel 1 8 8, il


, 1 regolari mura, ed è fiancheggiata da
Pontefice Pio VII colla lettera apo- ventiquattro bastioni, non che prov-
stolica De utiliori Dominicae, unì veduta di fosse piene d' acqua a-, ,

alla sede di Gonza, Satriano, non che vendo al nord inoltre la sua buo-
Bisaccia, eoa s. Angelo de' Lom- na cittadella.
bardi, e conservando la cattedralità Copenaghen è composta di tre
alla chiesa vescovile di Campagna, parti, cioè la città veccliia, la città

V affidò in amministrazione
(Inceli), nuova, e Christianshafim, o porto
perpetua all'arcivescovo di Gonza. di Cristiano. Questa ultima parte,
IVel i597 ìq questa città si celebrò che però non forma che un solo
un sinodo diocesano, mentre n'era quartiere, fu fondata in parte nel
arcivescovo Scipione Gesualdo. i6i8 sull'isola di Amager, e for-
La chiesa cattedrale di Gonza è mava una città distinta avente il

un bello edifizio, decorato con ope- proprio governatore. Attualmente


ve di scoltura, e di antichi mauso- non comunica col resto di Amager,
lei, e dedicato all'Assunzione di Ma- che col mezzo di due ponti. Al
ria Vergine in Gielo. 11 capitolo ha nord è separata dal restatale della
quattro dignità, la prima delle quali città mediante lo stretto, il quale
è l'arcidiacono oltre otto canonici. forma il porto mertantile ed il mi-
Evvi il fonte battesimale, e la par- litare, che rinchiuso essendo nella
rocchia è aniministrata dal canoni- parte meridionale, permise di co-
co cantore, seconda dignità del ca- struirvidue ponti, che congiungono
pitolo. A Ccjgione dell'aria malsana Christianshafen. Questa parte di Co-
la città è poco popolata, abitandovi penaghen è interrotta da canali sui
circa duemila individui, e l'arcive- quali si gettarono vari ponti. Le
scovo che faceva la residenzqi se- strade sono regolari, molto larghe
condo Commanville a san Menna, e ben fabbricate, e vi sono belle
la fa ora a s. Andrea, luogo ap- piazze. In questa parte si vedono edi-
partenente al distretto di s. Angelo fizii degni di osservazione. La chie-
de' Lombardi, più popolato di Gon- sa del ss. Salvatore farse è la più.

za. Risiede egli pure talvolta nella bella di Copenaghen, fu incomin-


città vescovile di Gampagna , non ciata nel 1682, e compila nel 1694;
che in s. Menna. la cupola, su cui posa il campani-
COPENAGHEN, Hafaia. Capi- le, permette di potervisi cammina-
tale dell' isola Zelandia o See-
di re all' intorno sino alla sommità.
land, e di tutto il regno di Dani- La chiesa tedesca Fridericiana, posta
marca {Vedi). È situata sullo stret- sulla piazza dove stavano le regie
to del Sund, e in parte sulla costa fàbbriche, fu principiata nel I755,
orientale dell'isola, ed in parte fra e consagrata nel lySQ- Evvi inol-
quell' isola, e quella di Amager che tre la casu per l'educazione pei po-
formano la riva occidentale del veri fanciulli ;
quella di punizione
Sund. Piantata in un terreno bas- presso il mercato con piccola chie-
,

COP COP io5


sa; quella della compagnia delle. considerabile de' quali è il colle-

Indie, il cantiere, la faiibrica del gio reale, stabilito dai re da ohe la


nitro, la porta Christians-lia fen, ce. nazione ebbe fatalmente abbraccia-
Il nome di questa por/ione di Co- to la Confessione Àu^ustaìm {^Fedi).

penaghen deriva dal suo ibndatoixi Rinchiude quella università una bi-
il re Cristiano IV. blioteca di settantamila e più yn-
La fitta vecchia è separata dalla lumi, un museo di storia naturale,

nMov{< pel nuovo canale, e per la un anfiteatro anatomico un giar- ,

strada detta Gother Strasse, che dino botanico un elaboralorio di


,

taglia trasversalmente , e a linea chimica, ed un osservatorio. Cele-


retta Iqtta la città. Per gl'incendii bre è ancora l'arsenale, nel cui se-
del lya'S, e 1794» questa parte di condo piano evvi la reale biblioteca
Copenaghen fu quasi tuttn riedifi- ricca di circa duecento cinquanta-
cata, e quantunque si chiami la mila volumi, coi preziosi manoscritti
città vecchia, si può dire la parte arabi di Niebuhr, ed il globo del
più moderna di Copenaghen la , celebre Tyco-Brahe, valente astro-r
più grande, e popolata, in fine la nomo danese.
vera città propriamente detta. Fra Vanno principalmente rammen-
gli edifizii più osservabili della città tati, la casa degli orfanelli, le pri-
vecchia, sono degni di menzione il gioni della città , con ima chiesa
vasto ospedale di Varlow di antica particolare , il palazzo delle poste
fondazione, ma che sembra unn la chiesa della Madonna , eh' è la
fabbrica nuova ; il palazzo detto collegiata, rifabbricata dopo il gran-
del senato, nuova isoletta che di- de incendio, e nella quale s' inco-
vide il vecchio dal nuovo mercato, ronano i re danesi e si consagra- ,

in cui evvi un luogo destinato ai no i vescovi ; quella di s. Pietro


supplizii cinto di mura; il palazzo accordata alla nazione tedesca nel
del principe Federico, incominciato 1585, e dichiarata parrocchiale nel
dal re Federico IV, e nel i744 16 18; quella dello Spirito Santo,
accresciuto di un bel tratto di fab- che prese il nome da un antico
brica nel dinanzi ; la porta Wester- ospedale ivi prima fondato ; quella
ihor, fabbricata nel i668 dal re della ss. Trinità, eretta nel 1637
Federico III, e quella di JVorder- dal re Cristiano IV per comodo
thor, bello ed elegante edifizio, fat- degli studenti, e nel 168 3 destina-
to nel 1728. La università, che è ta a chiesa parrocchiale la quale ,

la sola del regno, eretta dal re En- chiamata viene anche la Rotonda a
rico di Pomerania, col consenso del cagione della forma del suo cam-
Pontefice Martino V , e quindi nel panile, eh' è una torre alla e cir-

1479 eretta di nuovo dal re Cri- colare, che serve di osservatorio, ri-
stiano \ , dal Papa Sisto IV ot- tenuto per un capo d'opera d'in-
tenne i medesimi privilegi di quel- venzione. sommità di esso si
Alla
la di Bologna , e venne dotata ascende per una scala talmente
di ricche entrate dai re successo- spaziosa, che vi può passare una
ri. Però principalmente riconosca carroz:Ra. S. Nicola, una delle più
dal re Cristiano VI, l'ottimo sta- grandi, e considerabili chiese , per
to in cui al presente ritrovasi, ed conto degli ornamenti sì interni che
è composta di molti collegi , il pi« esterni, è copqrtq di lastre di ra-
,

io6 COP COP


me, ed è una fabbrica, la quale deHarliglieria, e nel mezzo di essa
non si terminò che nel i5i'/. Ha la statua equestre di Cristiano V,
un maesloso campanile ricostrui- fatta di piombo dorato in figura
to dopo il i663, giaccliè un vento gigantesca, ed eretta nel 1G88,
burrascoso avea atterrato il vec- sopra un ben rilevato piedistallo.
chio. La chiesa di Bremer-holm, o Vanno pure rammentati l'ospeda-
dell'ammiragliatOj cdifizio una vol- le della marina , la chiesa della
ta destinato ad uso della marina guarnigione, fabbricata nel 1 704 ,

poi divenuta parrocchia , fu eretta l'orto botanico, la fabbrica dell'ac-


nel 1601. Sono pui-e a rammemo- cademia de' cadetti, e la porta det-
rarsi diversi altri edifizi , come il ta Oster-Tlior. È notabile eziandio
commissariato generale, vasto fab- alla estremità delsud ovest, il palaz-
bricato incominciato nell' anno zo regio di Rosenburg, non molto
1704 dal re Federico
IV, ad- grande, fabbricato alla gotica da Cri-
detto pure all'ammiragliato, appar- stiano IV nel 1604, cinto di fosse, e
tenendo anche alla marina il Bre- di cui è specialmente pregevole la sala
luer-HoIm, isoletta, ed il Nuovo- delle cerimonie, che comprende tut-
Holm, dove stanno i materiali per ta la larghezza, e la lunghezza del
la costruzione delle navi , non che palazzo, ornata di belle pitture, e
la isoletta di Cristiano, Christians- di tappeti preziosi, e di altre ric-
holm, dove trovansi il regio vasto che, e magnifiche suppellettili. In
arsenale marittimo, il magazzino quesla sala il re apre le sedute
dei viveri, la borsa, fabbrica gotica delle alte corti di giustizia. Si col-
iintica, per la maggior parte fatta locarono in questo palazzo la zecca
ila Cristiano IV nel 1624, final- regia, ed il gabinetto delle meda-
mente la banca, ed altre varie piaz- glie, dovizioso di una magnifica col-
ze, mercati, ed altri belli edifizii. lezione di monete de' consoli di Ro-
Dalla parie del porto molti canali ma sotto la repubblica, e degl'im-
penetrano nella vecchia città , che peratori romani. 11 museo contiene
si divide in dodici quartieri. le regali insegne, sculture in avorio,
La città nuova, o città di Fe- coppe antiche d'oro, e di argento
derico, olire strade diritte e larghe, ec. ec. I vicini giardini servono di
piazze regolari, e le più belle abi- pubblico passeggio.
tazioni di Copenaghen. E composta La città detta Fridericiana, Fri-
di due quartieri, e vi si osserva il derichs- Stadi, nel luogo ove era
nuovo mercato detto del re, piaz- prima il regio palazzo di Anialien-
za vasta, ma irregolare, una parte I)ui'g, fu interamente ricostruita
della quale è occupata dal palazzo dal 1746 1765 da Federico V.
al
(^harlottenbury, cdifizio vasto, e Essa principalmente si compone di
comodo, incominciato nel 1672. In una piazza pur detta di Federico,
esso ha sede 1' accademia delle bel- che ha quattro uscite, le quah
le arti, fornita di considerabili pri- portano ad altrettante larghe stra-
vilegi da Federico 17^4, eV nel de. Il primario ingresso è formato
presso la quale trovasi un g^inet- di una porta sostenuta da doppia
to di storia naturale. Evvi pure in linea di colonne corintie, alla quale
questa piazza il corpo di guardia, mettono capo le quattro nomina-
un teatro, la fonderia e deposito te spaziosissime contrade. Oltre d»
COP COP I07
essere ornata di superbi palazzi, e pei sordo-muti. Tutta l' industria
di bellissime abitaziuni cittadine- tiella Danimarca si può dire es-
sche, rincliiude quattro principali sere concentrata in questa città,
cdifìzi, che sono i palazzi del re, che contiene inoltre numerosissi-
di suo figlio, de' suoi fratelli, e le me fabbriche di manifatture. La
scuole della marina. Nel centro ev- natiu-a costituì questa città in mo-
vi una statua equestre di bronzo do di primeggiare pel commer-
dello stesso Federico V. Una delle cio, che ha con tutte le parti del
quattro strade conduce alla chiesa mondo. I suoi abitanti sono navi-
Fridericiana, cosi detta dal nome gatori, e possiede floridi stabili-
del fondatore, sul modello di san menti nelle altre parti del globo.
Pietro di Roma, e la cui prima La sua banca nazionale fu eretta
pietra fu gettata a'3o ottobre i749> nel lySG da Cristiano VL Evvi
per solenne l'ingraziamento a Dio una compagnia delle Indie, od A-
di aver per tre secoli conservato siatica, diverse società di assicura-
sul trono di Danimarca la casa di zioni, e conta più di cento dieci
Oldenburgo. Meritano pure menzio- mila abitanti. A qualche distanza
ne r ospedale Fridericiano, la do- dalla città si vedono i castelli di
gfina, e i quartieri de' marinari. Fredensborg , e Fredenksberg edi-
Il porlo di Copenaghen è for- fizi magnifici. Fredensborg, o co-
mato da un braccio di mare, che me altri lo cljiamano Friedrics-
divide la città dalla contigua iso- borg, è vasto e forte castello dei
letta di Amarck. Può ricevere cin- re danesi, circondato da tripla fos-
quecento bastimenti mercantili , e sa, vero capo d'opera di gotica ar-
quantunque il suo ingresso sia co- chitettura; vi è in esso una bella
s'istretto, da non potervi passare chiesa , nella quale talvolta i so-
che una nave alla volta, pure la vrani si fecero consagrare, ed è lon-
sua profondità è sufficiente anche tano otto leghe da Copenaghen.
ai grossi navigli, che possono per Fredenksborg, o Friedriesborg, è
mezzo di profondi canali avvicinar- una regia villa, soggiorno ordinario
si comodamente alle case, e ai ma- della corte nella stagione estiva alla
gazzini dei commercianti, i quali vi distanza di tre leghe dalla capita-
scaricano e caricano le loro merci. I le, perchè l' aria della città non è
vascelli della marineria reale sono perfetta . Copenaghen fu patria di
separati dagli altri da una specie molti celebri personaggi. Solo note-
di galleria. remo Tommaso Bauguis, Giovanni
Dopo di avere accennato super- liodius Nicolò Stenone
, e Ga- ,

ficialmente ciò che ciascuna divi- sparo Eertolini, oltre il vivente esi-
sione di Copenaghen offre di più mio scultore commendatore Alberto
ragguardevole, diremo sommaria- Thorwaldsen. Questo sommo artista,
mente, che questa città è nel nu- che ricevette in patria meritamen-
mero delle più belle capitali del- te gli onori e l'accoglienza più lu-
l'Europa, pe'suoi edifizi , chiese, singhiera, con basso rilievi decorò
ospedali, istituti di beneficenza, sta- la cappella del castello di Christians-
bilimenti e società scientifiche, scuo- borg, ove dimora la famiglia rea-
le normali, di veterinaria, e mili- le, e che fu ricostruito dopo T in-
tari, avendo eziandio un istituto cendio del 1795. Nella chiesa poi
,

io8 COP COP


della beata Vergine, terminala nel Danimarca in luogo di Lcyra, che
i8?,q, la cui antica torre è altissi- lo era prima. Neil' anno stesso fu
ma, operò tredici statue colossali, dotata anche di leggi particolari
rappresentanti i dodici Apostoli, e che poi nel i58i furono rinno-
il Salvatore, eseguite con mirabile vate.
arte. Nella basilica vaticana il me- Soggiacque Copenaghen a varie
desimo scultore eseguì il deposito vicende, dappoiché fu presa, e sac-
marmoreo al gran Pio VII. cheggiata nel i36o e nel i58i;
Federico IH nel i65^8 accordò fu assediata negli anni i3o6, 1428,
ai cittadini di Copenaghen i privi- i52 3, e r535. Soffrì in più volte
legi, e gli onori della nobiltà, che molto dalla peste dell'anno i546,
furono poi confermati nel 1661. ed in quella del 171 1. Nel 1626
Fra la città e il porto, in mezzo fu notabilmente accresciuta, e nel
alle acque, è situata sopra alta co- i658 Carlo Gustavo re di Svezia
lonna la statua colossale di Leda entrò nel paese di Holstein, nell' i-

col cigno, che fu trovata nel 167 i sola di Funen, e facendo passare
presso Colmar nella Svezia. sul ghiaccio il suo esercito, costrinse
Copenaghen non era in origine il Danimarca Federico III, a
re di
che un casale abitato da pescatori. segnare un trattato assai svantag-
jVel 1168 Azel o Absalon arcive- gioso. Nel seguente il re svedese
scovo di Lunden e vescovo di Rot- , assediò per quasi due Cope- anni
fichild, avendo ottenuto da Wal- naghen, ma inutilmente. La flotta
demaro I re di Danimarca la con- combinata inglese, e svedese bom-
cessione del territorio di questo ca- bardò la città nel 1700. Spes-
sale, fortificò il porto, e fece eri- se volte Copenaghen fu vittima di
gere sopra una piccola isola il ca- incendi violenti, e fi"a gli altri ia
stello di Axelhuus per proteggere quello del i65o, ed in quello spe-
la costa contro i pirati, che infesta- cialmente del 1728, che nello spa-
vano il Baltico. Parecchi pescatori zio di 4<^ oi'G consumò circa due
fabbricarono dapprima capanne in- terzi della città: quello del 1794
torno alla fortezza, e siccome vi le distrusse quasi mille case, e quel-
fecero un gran commercio di pesce lo finalmente del 179^ le fu del
secco, in progresso di tempo, si apri pari tei'ribile. Ma nulla fu per
il campo a diversi mercatanti , di questa città più funesto, che il

costruire diverse case, e di formarvi bombardamento della flotta inglese


una città, che fu chiamata Copena- nel 1807. Sorpresa in piena pace,
ghen, vale a dire rada o porto di non potè opporre che una debole
meicanti, e divenne essa una delle resistenza, e non solo vide un gran
città piìi considerabili del nord , numero de' suoi edifizj ridotti in
massimamente dopo che i re di cenere (e fra questi la cattedrale,
Danimarca vi hanno stabilito il lo- ed una parte della università ), ma
ro soggiorno. Fu cinta di baluardi la sua flotta, e le munizioni d'ogni
e di fosse, e ricevette i privilegi di genere le furono rapite, e condot-
città nel 1284. Fino dal i443 era te nei porti dell' Inghilterra. Final-
una città vescovile, e Cristoforo di mente uno spaventoso uragano ^ ai
Baviera vi trasportò la sede della 1 8 novembre 85,4? fece salire le
i

corte, e ne fece la capitale della acque del mare alla città, e le ca-
COP COR 109
gionò guasti iucalcolabili. Da po- re senza permesso dai loro chiostri;
co tempo si è avuta notizia , che ed ai vescovi fu vietato di ordina-
in Copenaghen ii ministro plenipo- re alcuno di altra diocesi, senza il

tenziario dell' imperatore d'Austria, permesso di quelli cui appartene-


ha ottenuto il permesso di fabbri- va l'ordinazione. Labbé t. XXI,
care una chiesa vicino al palazzo Arduino L VII , e Diz. de Cane.
della legazione. Tal chiesa avrà la pag. 102.
facciata al pubblico; ma ancora COPIS Melchiok, Cardinale.Mé'
mancano quadir, arredi sagri ed , chior Copis, detto Meckau, aleman*
altro. Non è stato però permesso no di nazione, era piissimo, e molto
di fabbricarvi il campanile, e porvi dotto, già coadiutore, e poi vesco-
le campane. Questa sarà la prima vo di Lrixen nel Tirolo; quindi, a
chiesa pubblica dopo le vrcende ac- mezzo di Massimiliano I imperatore,
cadute alla religione cattolica per da Alessandro VI a'3o maggio i5o3
l'eresia di Lutero, e Calvino in que- fu creato Cardinal prete di s. Nicolò
ste parli. tra le immagini, da cui passò poscia
all'altro titolo presbiterale della chie-
Concili di CopenagJien. sa di s. Stefano nel Montecelio. Se

non che ambasciatore dell'imperatore


Alcuni geografi dicono, che in Co- presso la s. Sede, morì improvvi-
penaghen si tennero dei concili samente nel i5o9 dopo sei anni di
negli anni laSi, i^25 i6i4, e
, Cardinalato , e fu sepolto nella chie-
1629. Certo è, che nel ì^25 vi si sa di S. M. in Araceli. Era genero-
tenne un concilio, il quale per la so nel sovvenire a'poveri, alle ver-
sua celebrità, da tutti gli storici con- gini , e ai pupilli.
cordemente è riportato, ed è chia- COPPOLLATI, o CUPALATA
mato Hafiiiensej o Haifniense. bel- Gerardo, Cardinale. Gherardo Cop-
l'anno pertanto ì^o.5 il giovedì do- pollati, o Cupalata piacentino, crea-
po la festa di s. Canuto re e mar- to Cardinal vescovo di Palestrina
tire, l'arcivescovo di Lunden Pietro da Nicolò III a' 12 marzo del 1278,
Lucco, o Luckius, con i suoi suf- dopo un anno placidamente morì.
fraganei , ed altri prelati, abbati, de- COPRITI DE, Copritis Ficus.
cani, prevosti, e religiosi, tenne un Sede vescovile dell'alto Egitto, eret-
concilio sulla riforma de' costumi ta nel quinto secolo secondo Com-
tanto degli che dei se-
ecclesiastici, manville , sottoposta al patriarcato
colari, corrotti dalle continue guer- di Alessandria. Alcuni credono, che
re, laonde con lettera sinodale fu- sia Canam o Banani del basso Egit-
rono rinnovati gli antichi regola- to. Il vescovo Silvano intervenne
menti, e se ne fecero diversi nuovi al concilio d'Efeso, ed in esso si

secondo le circostanze de'tempi. Per sottoscrisse nell' anno 4^ i •

essi si pi'oibirono il lusso, la crapula, COPTI. V. CoFTt, Alessandria


le bettole , le armi , le concubine, d'Egitto, Abissinia, Chiesa di s.
r ingresso nei conventi di religiose Stefano de' Mori ec.
agli ecclesiastici.fulminarono le
Sì CORACESIO, Coracesium. Sede
censure contro quelli che turbassero vescovile della prima provincia di
la Chiesa, e lo stato. Fu ancora Panfilia nella diocesi d' Asia, sotto
prescritto alle monache di non usci- la metropoU di Sida , la cui ere-
no COR COR
/ione rimonta al quarto secolo. abbazie, che teneva a Padova una,
Leone il saggio la chiama Coracis- l'altra a Verona. Fu al concilio di
siuin. Costanza, e da Martino V nel 14^0
CORADA o CHORADEA. Sede ebbe a commenda la chiesa di Ci-
vescovile della seconda Fenicia del vitanuova; poscia nel i435 Euge-
Libano , nel patriarcato di Antio- nio IV lo deputò a quella di Cer-
chia sotto la metropoli di Dama-
, via ,
passato già nel i43o al ve-
sco che Commanville dice fonda-
, scovato di Porto , e nel 1 43 1 a
ta nel quinto secolo. Il vescovo Pie- quello di Ostia. Da ultimo sì ritirò
tio fu rappresentato nel concilio nel monistero di s. Giambattista a
di Calcedonia da Teodoro di Da- Padova, cui fece dono della pro-
masco, e Teodoreto intervenne, e pria sceltissima biblioteca. Mori as-
sottoscrisse a quello generale , V sai vecchio nel i44^j decano del sa-
Costantinopolitano II. cro Collegio, perchè Cardinale da 37
CORARIO, Ange- o CORRARO anni, dopo aver distribuita ogni
lo, Cardinale. V. Gregorio XII. cosa a' poveri. Scrisse molto bene
CORARIO, o CORRARO Anto- alcune opere, ed ebbe tomba nella
nio, Cardinale. Antonio Cora rio ve- chiesa di s. Giorgio in Alga a Ve-
neziano, nipote al Pontefice Gre- nezia, f^. Porpora e Tiara veneta
gorio XII, fu uno de' primi fon- del Cardinal Quirini.
datori de' canonici regolari di s. CORAZZE. Guardia pontificia a
Giorgio in Alga, stimato, e lodato cavallo non più esistente. Siccome
assai da s. Gio. da Capistrano, e da parlando delle cavalcate, processio-
s. Antonino. Nel i4o7 divenne ve- ni, possessi ed altre funzioni de'Pon-
scovo di Bologna, cui forse mai tefici, come de'loro treni, più volte
possedè, perchè in appresso si ri- in questo Dizionario si è nomina-
tirò dall'ubbidienza dello zio Gre- ta questa guardia, non riuscirà di-
gorio XII. Divenne successivamente scaro che qui sieno riuniti alcuni
camerlengo di S. R. C, patriarca cenni sulla medesima, secondochè ci
di Costantinopoli, o di Gerusalem- fu dato di rinvenirli. Essa componeva-
me ,
quindi dallo stesso Gregorio si di un capitano, di diversi ufficiali, di
XII a' 9 maggio del i4o8 fu crea- due troml>ette, e di un suonatore di
to Cardinal prete di s. Pietro ai timpani : aveva, oltre il capitano,
Vincoli, arciprete della basilica va- il tenente, la cornetta, i sergenti o ca-
ticana, con amplissima facoltà dap- po truppa, e i forieri. Le corazze era-
poi conferitagli dal Pontefice Mar- no quarantotto, divise in quattro
tino V nel 143 1- Nel 1428 fu corpi ognuno de'quali si componeva
inoltre incaricato di riformarla col di dodici corazzieri. La montura con-
clero, se abbisognasse. Inoltre fu ab- sisteva inuniforme, e calzoni di co-
bate di Zenone a Verona, legato
s. lor bleau, mostre rosse, e cappello
in Francia ed Alemagna per or-
, bordato; sul corpetto rosso pone-
dine del medesimo Gregorio XII, vano la corazza d'acciaio, che rl-
ed in appresso da Martino V cuopriva il loro petto, e da tal coraz-
venne spedito alla legazione di Sie- za la guardia prese il nome di co-
na e Perugia, Generoso verso i
, razze, o corazzieri. L'altra montura
poveri, li sovveniva quanto poteva; di gala era eguale e per la forma,
e cedette ai Benedettini due ricche e pei colori alla giornaliera, meno
COR COR III
il giiarnitnenlo di galloni d'oro, e di Araceli stavano schierale due nuo-
qualche altro ornamento. Le armi ve compagnie do' dragoni, che al
adoperale dalle corazze erano la passaggio del Papa fecero armonio-
spada, la carabina, e le pistole. so concerto di piffari, e altri stro-
In quanto alla No- origine, il menti da fiato, e dopo seguitarono
Taes nella vita di Clemente X, t. la compagnia delle corazze fino al
X, p. 282 dice, che Innocenzo X, Laterano. Nel ritornare al palazzo
eletto nel
1644» istituì le corazze, e apostolico il Papa non cavalcò, ma
che Clemente X riformò nel 167 i andò con due Cardina-
in carrozza
la compagnia di esse. Ma nella \ita li palatini, accompagnato da nume-
di Paolo V, tomo IX, p. 1 25, che rosa cavalcata, e dalie compagnie
fu innalzato al pontificato nel i6o5, de' cavalleggieri, e corazze. Nel pos-
il medesimo autore parlando della sesso, che nel x'j'xi prese Innocen-
grandiosa ampliazione del palazzo zo XIII, chiudeva la cavalcata la
apostolico quirinale, fatta da quel compagnia delle corazze, comanda-
Pontefice, aggiunge che vi eres- te dal loro capitano marchese dei
se ancora una stalla per i cavalli Cavalieri. In quello del 1758 di
della guardia delle corazze. Nella Clemente XIII, dopo le compagnie
raccolta fatta dal Cancellieri delle de' cavalleggieri, proseguiva quella
Descrizioni de'solcnni possessi dei delle corazze, alla testa delle quali
Pontefici, si rileva in quello del cavalcava il marchese de' Cavalieri
1670 preso dal mentovalo Clemente loro capitano, preceduto al solito
X, che dopo il vessillifero, ed ca- i dalle trombe e dai timpani della com-
valleggicri, veniva altera, lU dicitur, pagnia, ed in sequela di essi veniva
di corazze, sub suis offìcialìhus ele- tuttala fanteria pontificia. Nel possesso
ganter, et i'enusle, more mililuni de- del I 769 di Clemente XIV, dopo le
cora tis. Nella nota egli avverte il due compagnie de' cavalleggieri, e
lettore con queste parole: ecco una dopo le consuete trombe e tim-
nuova guardia di cavalleria aggiun- pani, avea luogo la compagnia delle
ta allo splendore della cavalcata del corazze con alla fronte il marchese
possesso. Le altre notizie sull'inter- Gaspare de' Cavalieri loro capitano,
vento delle corazze nelle cavalcate chiudendosi la cavalcata da tutta
de'solenni possessi de'Papi alla ba- la fanteria pontificia. Intervennero
silica lateranense, desuntedal me- nei possessi l' ultima volta le co-
desimo Cancellieri, vengono qui ap- razze, nel 1775 per quello preso
presso da noi riportate. da Pio VI, precedute dalle pro-
Nel 1689, pel possesso di Ales- prie trombe e dai timpani, e dal
sandro Vili, dopo i soldati colle marchese de' Cavalieri capitano ,
laiicic incedevano le corazze del cav. Orazio Grassi, e marchese Olgiati
Crispoldi, e una compagnia
poi officiali, chiudendo la cavalcata la
di fanteria comandala da Federico fanteria pontificia.
Colonna. Le corazze erano colle lo- Tutte le corazze intervenivano
ro bande turchine, e bianclie. Nel eziandio dopo cavalleggieri, quan-
i

1700 pel possesso di Clemente XI, do il Papa recavasi alla cappella


appresso i Cavalleggieri (f^edi), se- col treno di cavalcala per le cap-
guiva la compagnia delle corazze pelle della ss. Annunziata, s. Filip-
del detto cav. Crispoldi. Nella piazza po, Natività, san Carlo, ed altre
,,

112 COR COR


cavalcale, e nella solenne proces- ti le, e i due laterali ai due corpi
sione del Corpus Domini, come si di guardia, cioè de' cavalleggieri, e
ha dal Bonannì, ed altri autori. delle corazze. Sopra di questi por-
Nelle cappelle ordinarie, e nei tre- toni vi sono trofei, ed emblemi mi-
ni di città, era il Papa seguito da litari allusivi a dette guardie. Dice
un capo truppa, con dodici coraz- ancora il Venuti, che esso architet-
ze. Nel treno di trottate giornalie- to fece tutti i comodi necessarii per
ro,quando Pontefici vi si reca-
i l'abitazione de* cavalleggieri e delle
vano con una sola carrozza, appresso corazze, con istalle pei loro cavalli.
a questa incedevano le sole corazze, Gio. Pietro Chattard, Nuova de-
una la precedeva, il capo truppa scrizione del Faticano , ec. t. Ili

andava allo sportello, e tre coraz- pag. 341, capitolo XIX, Quartiere
ze seguivano la carrozza. Per tali per la guardia reale delle corazze
servigi resi da questa guardia, non pontificie j dice quanto segue ( av-
che per altre circostanze, si possono vertendosi eh' egli pubblicò la sua
vedere gli articoli Viaggi, e Va- opera nel lySy): « E indubitato,
lEGGIATURB De' PONTEFICI, non chc che nei tempi un tal
trascorsi
Treni. Quando il Papa si recava quartiere avesse sua situazio- la

in tali cappelle ec. in carrozza, sem- ne presso il palazzo Vaticano


pre le corazze cavalcavano seguite ed in ispecie in Borgo Pio , co-
dalle due prime carrozze de' Car- me ne fa fede il conte Bernar-
dinali, eh' erano in quella del Papa. dino Bernardini , nella sua ele-
Nella detta processione eiano le co- gante ed esatta Descrizione dei
razze seguite da tutto il battaglio- Rioni di Roma alla pag. 1 8 ; poi-
ne de* soldati Ap-chiamati rossi. ché per le investigate notizie cer-
prendiamo dal Lunadoro, Relazio- te , avute da persone degne di
ne della corte di Roma, t. H p. ,
fede , le medesime corazze per
271, che la compagnia delle coraz- lungo tempo risiederono dov' è
ze a cavallo, insieme a quella dei al presente un palazzotto spet-
cavalleggieri pure a cavallo, vegUa- tante agli eredi Ferruzzi esisten-
va guardia del corpo e de' pa-
alla te, anche al di d'oggi, in detto
lazzi e che la compa-
apostolici : Borgo Pio ; ed in appresso nel
gnia delle corazze aveva il capita- palazzino denominato della Pie-
no, e l'uffiziale detto cornetta , e gina in Borgo Nuovo. Ma da che
dipendeva da monsignor commissa- i sommi Pontefici trasferirono la
rio delle armi. Nei treni di città se- loro residenza al Quirinale , e
guivano la carrozza del Papa do- fino dal pontificato di Clemente
dici cavalleggieri, e dodici corazze. XI, le fu assegnato altro quar-
RidolfinoVenuti, moderna, Roma tiere stabile nelle Terme Dio-
tomo 1, pag. i54, Del palazzo della cleziane vicino ai granari ; onde
Consulta dice che Clemente XII,
, la sola memoria di esso vi è ri-
con architettura del cav. Fuga ,
masta. Innalzato nel pontificato
eresse questo sontuoso edifizio , ri- di Clemente XII il sontuoso pa-
partendo la facciata principale dalla lazzo della Consulta sul monte
parte della piazza del Quirinale in Quirinale predetto, quivi, unita-
tre portoni quello di mezzo in-
: mente al quartiere de' cavalleg-
troduce alle scale, ed al gran cor- gieri a destra, ed all'altro delle
,,

COR COR n3
iora77.e a sinislra, fu data stabile ' opposta della basilica, e situatasi
" j)L'ri«uuu;n7.a_, con tutti i comodi dirimpetto all' obelisco, dopo pas-
« iiecessaiii per la loro abitazione ' sato il treno del santo Padre, e
« e stalle. In tempo di sede va- le guardie nobili, continuò l'ono-
»» canle viene assegnato loro il cor- » revolc accompagnamento del so-
» tile degli archivii, ove si labbri- " vrano sino al Quirinale. 11 suo
•» ca uri aisotto di tavole per loro > vestiario consisteva in un pajo
« trattenimento durante il concia- ' di coturni , calzabraghe lunghe
>' ve ". di panno bleau con loro pelle
La guardia pontificia delie co- > un giaco di panno giallo ed ,

razze si dopo l'invasione di


estiuse una marsina di panno bleau con
Boma fatta dalle armate francesi paramani gialli, corame bianco
repubblicane nel 179B, né più si con sua cartocciera, e bandoliera
ripristinò. Pio VII diede una pen- con molletta d'acciajo. L' arma-
sione a quelli, che la componeva- mento era composto di squadro-
no il perchè leggiamo nella descri-
; ne, carabina corta appesa nella
zione del possesso preso nel 1801 da bandoliera, ed un paio di pisto-
quel Papa, che appresso alle Guar- le. Le selle a uso di cavalleria con

die Nobili [Vedi), succedute alla loro sciabracca di panno bleau,


guardia de' cavai leggieri, seguivano erano guarnite all' intorno di
i dragoni a cavallo e chiudevano , panno giallo con cifra all' estre-
la pompa della cavalcata le car- j mità dei pezzi di un C. e P. de-
rozze Siccome i
de' Cardinali ec. » notante : Cavalleria Pontifìcia.
dragoni in parte subentrarono a fa- > Questa nuova guardia destinala
re presso il Pontefice il servizio delle » al servigio campa-
di città e di
corazze, quindi, oltre quanto di lo- ' gna , ha
caserma alla
la sua
ro diremo all'articolo Milizie Pon- > Consulta, che prima era occupata
tificie {Vedi), non riuscirà discaro » dalla compagnia de* Corazzierij
che qui sia aggiunto il seguente > e monsignor maggiordomo ne
cenno, tratto da una nota del Can- > dispone , con intelligenza della
cellieri fatta alla descrizione del pos- « congregazione militare ".
sesso suddetto: »I dragoni formava- CORBEJA, Gorbia, o Corwei.
" no dieciotto file a tre di fronte, Città vescovile degli stati Prussia-
« con un sergente e due caporali. ni , nella provincia di Westfalia
» Marciava alla testa 'il capitano sulla riva sinistra del Weser in una
» Gioacchino Reali, comandante di amenissima situazione. Corbeja o
» questo corpo, seguitato dal te- Corbey era la più antica abbazia
» nente Giuseppe Leoni suo aiu- dei benedettini di Germania. Nel-
» tante, e da una tromba, col sot- l'anno 822, a richiesta del primo
» totenente alla coda Carlo Natali. suo abbate Adelardo, l'imperatore
» Giunto il santo Padre alla ba- Lodovico I il Pio fondò questa ab-
» silica lateranense, questa truppa bazia nella foresta di Solingen di
» si schierò in ordine di parata alla là dal Weser, già appartenente al-
» sinistra della chiesa, ove rimase la Sassonia luogo precisa-
, e nel
" fino dopo la benedizione Papale. mente chiamato Helhi, od Heclii
» Indi riprendendo la sua prima in un paese sterile, nel quale non
»' formazione si condusse alla parte potendo prosperare la erettasi ab-
VOL. xvii. 8

Iwsemoifvfc ^oU^^
,,

ii4 COR COR


Ijjizia, si disegnò poco dopo di tras- tene t. 1, p. 573, Vctcr. Scriplor),
portarla in un sito migliore. Si scel- il PontelicQ Anastiisio IV nel i i 'Ji4

se quindi il luogo di Corwey sul concesse l'uso dell'anello sua vita


Weser, ed ivi s' innalzò il nuovo durante, cui l' immediato successo-
monistero, e si trasportarono tutti re Adriano IV aggiunse l'uso dei
i monaci, unitamente a quelli per- sandali, e della dalmatica; insegne
venuti dalla celebre, e ricca abba- allora tutte proprie de' soli vescovi.
zia di Gorbia, o Corbeja di s. Bene- V. il Martene a pag. 616. Divenne
detto in Piccardia, per cui la nuo- inoltre l'abbate di Gorwei principe
va abbazia per distipguerla da quel- dell'imperio, nel circondario di
la di Francia, fu chiamata Picco- Westfalia, finche Pio VI elevò l'ab-
la o Nuova Gorbia. A cagiono della bazia a diocesi e seggio vescovile
rinomanza dell' abbazia francese, facendo primo vescovo di Corbeja,
donde derivò questa di Sassonia, ci nel concistoro de' 18 giugno 1792,
permetteremo qui un breve cenno Teodoro Brasech di Lohausen dio-
storico. Gorbia fu mi' abbazia eretta cesi di Golonia. Dipoi , nel conci-
nel 657 ^^ ^' Matilde regina di storo del primo giugno 1795, lo
Francia presso Amiens. S. Teodo- stessoPio VI fece vescovo di Gor-
fredo vi pose alcuni monaci di Lu- beja Ferdinando de Lunick di Gle-
xcvil, e ne fu egli il primo abba- wel diocesi di Golonia ; ma fu l'ul-
te. La regina, Glotario IH suo fi- timo vescovo, dappoiché essendo
glio, e molti Papi arricchirono l'ab- stata l'abbazia nel i8o3 secolariz-
bazia di privilegi, per cui nel IX zata, e concessa, per le vicende dei
secolo già non la cedeva a veruu'al- tempi, per indennizzazione al prin-
tra della Francia. Da essa uscirono cipe di Grange, quindi nel 1807
distinti come s. Anca-
personaggi, divenuto il suo territorio parte del
rio apostolo del Nord Pasquale , regno Westfalico, e finalmente pas-
Ratbert, Retramme, s. Gerardo, ed sato essendo il territorio medesimo
altri. Dopo varie disgraziate vicen- e la città nel dominio della Prus-
de, nel 1 618 , vi s' introdussero i sia nel i8i5, il Papa Pio VII, col-
benedettini della congregazione di r autorità della bolla , De salute
s. Mauro, che la ristorarono. L'ab- animarurn, data a' 26 luglio 182 i,
bate di essa era conte di Gorbia, colla quale circoscrisse le diocesi
e signore spirituale e temporale del- degli stati del re di Prussia, sop-
la città. presse la sede vescovile di Gorbeja.
Ritornando a Corbeja, o Corwei, La cattedraleè grande, ed assai
abbazia di Sassonia, diremo che in decorata. Evvi una biblioteca do-
progresso di tempo molte posses- viziosa d'interessanti manoscritti. Vi
sioni, e molti raonisterifurono in- si tiene una fiera annuale di sette

corporati a questa
per cui di- , giorni ; ma questa città è poco abi-
venne potente a segno, che il suo tata.
territorio giungeva a cinque miglia GORBINIANO (s.), vescovo di
quadrate di Alemagna di superfì- Frisinga in Baviera. A Ghartres
cie, con diecimila abitanti da essa nella diocesi di Parigi, nacque que-
dipendenti. Al suo abbate Wibal- sto santo, e quivi per molli anni
do (ciò che poi ebbero anche i menò vita solitaria. Recatosi a Ro-
suoi successori come si ha dal Mar- ma , in progresso di tempo ,
per
COR COR ii5
secondare la molla divozione che CORDILO, Corydalus, seu Co-
aveva all'apostolo s. Pietro, vi for- drillus. Sede vescovile della seconda
mò la sua dimora in una celletta Panfilia, eretta nel quinto secolo

non molto lungi dalla chiesa del secondo Commanville, e sottoposta


suddetto principe degli apostoli, in alla metropoli di Pirgi.

sino a che condotto dalla obbedien- CORDONE. Se del cappello,


za al santo Padre, acconsentì di V: r articolo Cappello ; se per Col-
essere consecralo vescovo, ritornan- lana, V. V articolo Collana ; se per
do alla sua patria per predicarvi il cinto o cintura, V. l'articolo Cinto.
Vangelo. Fu poscia nella Baviera, V. inoltre Cordone di s. Fran-
e convertì molli idolatri. Posta la cesco.
sua sede episcopale a Frisinga, sep- CORDONE, Ordine. Fu chia-
pe con mirabile accordo congiun- mato Ordine del cordone giallo una
gere gli esercizi della più alta con- società che gli scxùttori qualificano
templazione alle cure indefesse dell'a- per ridicola, e perciò venne abolita
postolico ministero. Incontrò la dis- da Enrico IV re di Francia, sotto

grazia di Grimoaldo, duca di Baviera, del quale era istituita, con


stata

e di Biltruda sua illegittima moglie, lettere patenti del primo dicembre


perchè con quella apostolica libei'tà 1606. Se ne fa fondatore un duca
che il distingueva, areali rimpro- di Nevers, che la compose di ca-

verati dell'incestuoso matrimonio. valieri cattolici ed eretici. Erano

Il Signore lo scampò dalla morte, obbligati i suoi membri ad aiutar-


che per assassinio da quella rea prin- si scambievolmente, persino con de-

cipessa veniagli preparata: fu costret- naro permettendosi prestanze si-


,

to però a fuggire, e morti il duca no a cento scudi. J^, il p. Helyot


e la duchessa, ritornò alla sua se- Storia digli Ordini, ec. toni. Vili,
de dove dopo una vita
in Frisinga, pag. 419.
santissima pacificamente morì nel CORDONE DI s. Francesco.
780. Il nome di lui è ricordato Specie di fune con nodi che por-
nel martirologio romano. tano per cintura diversi Ordini,
CORDELIERA Ordine. V. Cix- tanto di religiosi, che di monache,
To, Cintura o Cordeiliera, e l'ar- i quali riconoscono s. Francesco di
ticolo Cordone di s. Francesco. Assisi per loro istitutore, e perciò
CORDELIERE. Monache del- chiamansi Francescani {J^edi), co-
l'Ordine di s. Francesco, istituite me i minori conventuali, i minori
da Bianca figlia di s. Lodovico IX osservanti, i cappuccini, i riforma-
re di Francia, la quale essendo re- ti ec. ec. Essi lo portano bianco
stata vedova di Ferdinando IV, re di lana, e di corda, mentre quello
di Leone e di Castiglia, fece fab- de' penitenti è nero. Vi sono delle
bricare in Parigi monistero per il confraternite Cordone di san
del
le Cordeliere nel sobborgo di san Francesco, che abbracciano non so-
Marcello. Il loro vestiario si appros- lo i religiosi, ma anche le persone
simava a quello de'Cordellieri. V. dell'uno e l'altro sesso. Per ottene-
Dizionario degli Ordini religiosi^ e re le indulgenze, concesse dai som-
mititari, pag. 204. mi Pontefici a tali pie società, i

CORDELIERI, religiosi minori di confratelli e le consorelle sono ob-


s. Francesco, f^. Francescano chidine. bligati a recitare ogni giorno cinque
ii6 COR COR
Pater noster, colle ^ve Maria j ed il della cristianità, e persino da' Car-
Gloria Patrij e portare il cordone, dinali, vescovi, prelati, ed altri di-
che tutti i religiosi possono dare, stinti personaggi. Concesse al soda-
ma che dev'essere benedetto, con lizio lo stesso Pontefice tutte le

propria orazione , dai superiori del- indulgenze, che Papi avevano ac-
i

l'Ordine. Il Pontefice Leone X ap- cordate all'Ordine Francescano, ed


provò la pia pratica di portare, il all' arciconfratei'nita del Gonfalone
cordone di s. Francesco, e vi con- di Roma.
cesse anche indulgenze. L'istituzio- Volendo inoltre Sisto V, che
ne primaria è per onorare le ritor- questa divozione fosse più partico-
te sofferte da Gesù Cristo nella sua larmente propria dell' Ordine dei
passione, e le corde con cui fu av- minori conventuali di s. Francesco,
vinto, e per meditare la sua passione diede ampia facoltà, privativamen-
medesima, affine di star cauli per non te, quanto ad ogni altro, al mini-

cadere nei lacci del peccato, da cui stro generale di detto Ordine e suoi
ci libei'ò colla sua gloriosa morte. successori, di erigere simili confra-
Anna di Bretagna, regina di Fran- ternite colla partecipazione di tutte
cia, istituì l'Ordine della Cordeliera le grazie, ed indulgenze concesse
{Vedi), in onore delle corde onde alla prima istituita in Assisi. Con-
fu legato il nostro Signore nella ferì inoltre al medesimo p. gene-
sua passione, e gli diede il nome rale, la facoltà di aggregarvi quel-
appunto della Cordeliera^ per la le confraternite, che fossero stale
gran divozione, che aveva a san canonicamente erette nelle chiese
Francesco d' Assisi, di cui portava tanto dei conventuali, che dei zoc^
il cordone. colanti, riformati, e cappuccini, col
11 Opere pie di
Piazza nelle godimento di tutti i privilegi e fa-
Roma, capo XllI, Del Cordone di vori, in qualsivoglia parte del mon-
s. Francesco a^ ss. Apostoli, rac- do. Il Pontefice Paolo V dipoi
conta che il Pontefice Sisto V, per confermò questa confraternita.
rendere piìi segnalata e cospicua CORDOVA (de) Aguillar Alfoxso,
la divozione verso il padre s. Fran- Cardinale. ì^. Aguillar.
cesco, e insieme accrescere venera- CORDOVA (de) Fernandez Luicr,
zione all'Ordine al quale aveva ap- Cardinale. Luigi Fernandez de Cor-
partenuto, nella chiesa de' conven- dova nato a' 22 gennaio dell' an-
tuali di Assisi, sotto il cui alta- no 1696 in Montilla, feudo di sua
re maggiore riposa il di lui vene- casa nell'Andalusia, era nipote ma-
od approvò col-
rabil corpo, eresse terno del Cardinale Luigi Porlo-
la costituzione XX
Ex supremae carrero, arcivescovo di Toledo. Da
die 19 novembris i585, Bull. Rem. Linocenzo XIII fu fatto nel 1721
toni. IV, pag. 166, l'arciconfrater- canonico di Toledo, e da Clemente
nita de' Cordiglieri, cosi detta dal XII decano della stessa metropoli-
cordone di s. Francesco, con eser- tana. Abbandonato di poi il ricco
citare i confrati, e le consorelle al- patrimonio di sua casa, che gli pro-
cuni pii esercizi, e portare il cor- veniva per la morte dell' unico suo
done ad imitazione di quello usalo fratello, seguitando la via ecclesia-
dal santo patriarca. Tale divozione stica, nel concistoro de' 18 dicem-
fu già praticata ia diverse parti bre I75i4> fi-^ ^'^ Benedetto XIV
,

COR COR !i7


creato prete Cardinale, e ad istan- air età di cinquantatre anni, morì
za del re Ferdinando VI venne in Madrid a' 6 maggio 1777. ^^^'

promosso nel 1 755 all'arcivescovato rito la confidenza del suddetto Car-


di Toledo ad onta della sua resisten- lo III, il quale lo consultava in
za, che non si lasciò vincere se tutti i negozi più difllcili del re-
non dalle preghiere del sovrano, e gno, tanto religiosi che politici, ed
dal consiglio dei teologi. Morì in il suo parere era così saggio che ,

Toledo a' 26 marzo 1771 d' anni più volte s* ebbe 1' approvazione
76. Pastore vigilantissimo fu egli, dei tribunali supremi di Madrid.
frugale, nemico dei fasto, pieno di CORDOVA {Corduben.). Città
bontà verso i miseri, e tutte volse con residenza vescovile nell' Anda-
le sue cure nelle opere della bene- lusia, capo luogo di provincia. Que-
ficenza e della religione, sia nel do- sta città è antichissima e celebre;
tare le vergini, nel mantenere i deliziosamente è situata a piedi di
poveri giovani nei seminari, nel aspra montagna di uno dei rami
sovvenire gli ospedali, e nel fornire della Sierra Moi*ena, all'ingresso
le chiese di sagri arredi. Non es- di una vasta pianura, e sulla riva
sendosi mai recato in Roma, non destra del Guadalquivir che vien
,

ebbe né il titolo, né il cappello di attraversato da un ponte di


bel
Cardinale. pietra di sedici arcate, lungo tre-
CORDOVA Spinola de la Cer- cento sessantaquattro braccia, e largo
ea Bo:vAVENTURA, Cardinale. Bona- nove e mezzo con immensa opera,

ventura de Cordova Spinola de la costruita da muri, per mano degli


Cerda, spngnuolo, nacque da nobilis- arabi. Cordova è residenza delle
sima stirpe in Madrid a' 2 3 mar- principali autorità della provincia
zo 1724- Abbracciò lo stato eccle- del suo nome, ed è di aspetto gra-
siastico, e divenne arcivescovo di ve, e tetro, per le sue muraglie se-
JVeocesarea in partibus, e patriarca mi-arabe e semigotiche. Forma un
,

delle Indie, e gran elemosiniere del quadrato lungo, ed è costrutta a


re di Spagna Carlo III. Il Ponte- modo di anfiteatro. Guernita di
fice Clemente XIII, nel concistoro pecchie mura fiancheggiate da gran-
de' 2 3 novembre 1761 , lo creò di torri ,
presenta un vasto recinto,
Cardinale di s. Chiesa, e per mez- in gran parte occupato da ameni
zo del pontificio ablegato monsi- giardini : porzione fu fabbricata dai
gnor Antonio Palafox gli rimise la romani , e l' altra dai mori. Tro-
berretta cardinalizia. Per morte di vasi in qualche modo divisa que-
Clemente XIII il Cardinale an- , sta città in due parti , quella ad
dò al conclave, e concorse all' ele- est ebbe dai mori il nome di Ajar-
zione di Clemente XIV, il quale quia, cioè città orientale, e quella
gli conferì il suo titolo presbiterale all'ovest chiamasi Almedina , che i

di s. Lorenzo in Pane e Perna che cristiani chiamarono Villa. Ha Cor-


riteneva nel cardinalato , oltre il dova sobborghi vastissimi, e boschi
cappello rosso, e l'anello cardina- interi di olivi, aranci, e cedri. An-
lizio ,
quindi lo nominò membro guste, tortuose, e sporche sono le
delle sagre congregazioni di Propa- vie della città , la quale però è
ganda fide, della visita apostolica decorata di belle fontane. Si di-
e della disciplina regolare. Giunto stingue tra le principali piazze la
,, , ,

ii8 COR COR


maggiore chiamata Correderà, pei' ambedue santi in molta venera-
la sua estensione, simmetria, ed or- zione.
nato, non che pei comodi suoi por- Cordova al tempo che l re mori
tici. Sono degni di menzione gli vi facevano la loro x-esidenza, come
avanzi di un palazzo de' re mori capitale dei tre regni da loro fon-
denominato Aleazar, ove prima dati nell'Andalusia, era magniOca
risplendeva il lusso il più fastoso, in ogni genere, vi si coltivavano le
meritando menzione il palazzo vesco- scienze e le arti, aveva una famosa
vile, la chiesa dei Martiri, quella università, era florida per commei'-
di s. Francesco, ed il collegio di cio, e manifatture, e contava più
s. Paolo. Della meravigliosa catte- di trecento mila abitanti , ridotti
drale si terrà discorso in appres- verso il XVII secolo a sessanta mi-
so. Un antico palazzo dei goti, un la, edora a c'u'ca trentacinque mila.
famoso haras reale, ch'è il meglio Uno storico parlando di Cordova,
mantenuto di tutta V Andalusia dice che la capitale degli Onniadi
meritano pvire osservazione Fuori . è ora assai decaduta , sì che mal
delle mura l' odierno palazzo dei potrebbe credersi che questa città
monarchi di Spagna ha maestosa somigliante quasi a letto d'inaridi-
apparenza. In esso si mantiene la to torrente sia 1' antica Cordova ,

miglior razza de' cavalli andalusi. vantata tanto dagli storici, e dai
Questa era assai commercian-
città poeti; che nel suo recinto di dieci
te sotto romani , ed i mori , ed
i leghe di lunghezza racchiudeva
anco per due secoli sotto gli spa- dieci mila contrade , ottantamila
gnuoli, ma ora è molto decaduta, palazzi, novecento terme pubbliche,
«è più conserva che qualche fabbrica, duecento mila case, e comandava a
fra le quali rammenteremo quelle dodici mila villaggi, tutti calcoli
di cuojo all' uso de' mori, che chia- però che sembrano esagerati.
masi cordoi'ano , o pelli inarroc- In questa città, secondo S trabo-
chine. Cordova è la patria dei due ne, abitarono i primi romani, che
Seneca, del poeta Lucano, di Aver- incominciarono ad entrare nello Spa-
roè, del gran capitano Gonzalvo gne, e, secondo Silio Italico, ai ro-
Fernandez, meglio conosciuto sotto mani stessi se ne deve la fonda-
il nome di Gonzalvo di Cordova zione, avanti la seconda gueri-a pu-
di Paolo Cespedes, pittore, architet- nica, e specialmente il suo ingran-
to, e scultore, dello storico Am- dimento si attribuisce al console
brosio Morales, del celebre rabbi- Marcello, Certo è che in tal' epoca
no Maimonide, di Gongoi'a-y-Agore, essa portava il titolo di Colonia Pa-
che vuoisi il principe dei poeti spa- tricia perchè di fatti ivi era usi stabi-
,

gnuoli del suo tempo, di Giovan- lite delle famiglie patrizie. E certo an-
ni di Mena, altro celebre poeta, e cora, che Cordova fu la prima città, cui
di tanti altri. Nei fasti ecclesiastici i l'omani ebbero nella Spagna col
pure è celebre Cordova; ed Eulo- titolo di Convenluf, ed avente il di-
gioj prete di una delle primarie fa- ritto di battere moneta. Divenne
miglie della città, sostenne glorio- tanto considerabile, che Strabonè
samente martirio nell'anno 859,
il non dubitò di eguagliarla a Gades
e Perfetto prete ne\\\, anno 860 o Cadice pel commercio, vantando-
ricevette la palm« del martirio, ne del pari l' estensione, la fertili
COR COR 119
tìi delle sue campagne, e gli altri Quanto all' esterno, ha
1' edifìrio

suoi pregi. I goti se ne Impadro- l'aspetto di fortezza, non ha porta


iiironu nell'anno Sya. Dipoi nel principale, come sono tutte le mo-
693 fece questa città una ostinala schee, l'ha laterale. Vuoisi clic in
resistenza , ma si vide obbligala a origine 1' edifizio fosse un tempio di
cedere alle forze dei mori, coman- Giove, quindi cangiato in moschea,
date dal generale Abderamo , il dopo essere stato ridotto a chiesa
quale avvenimento accadde ncU'an- cattolica , nella qual forma fu ri-
no 170 dell'egira dei maomettani. tornato dopo r aboHzione del bu-
IVon andò guari che Abderamo , giardo culto Maomettano. Nell'in-
ribellatosi contro il califfo di Da- terno una selva di colonne, che so-
masco suo signore, si fece re del no più di ottocento cinquanta, di-
paese che costituì in fiorentissimo sposte a zig-zag, alte da circa dieci
regno, stabilendo Cordova sua re- piedi, vengono sormontate da due
sidenza, e capitale de'suoi stati. Du- archi l' uno all' altro sovrapposti.
rò capitale, sino a che regnarono i Da tramontana mezzogiorno le a
di lui successori, cioè sino al i236, colonne sono più distaccale, perchè
epoca in cui il santo i*e Ferdinan- se ne contano trentasei su d'una
do III s'impadronì della città, e linea in tutta larghezza della mo-
del regno. schea, e diciassette sole nel senso
La sede vescovile di Cordova opposto, formanti un magico ef-
vuoisi fondata, secondo Commanvil- fetto. Il cgistianesimo appropriando
le, neir anno 3oo, '
e secondo altri, al proprio culto questo splendido
nel principio del quarto secolo. Nella edilìzio , ha costruito una chie-
vita di s. Dionisio Papa, che morì sa cristiana nel centro medesi-
l'anno 272, si legge, che scrisse una mo dell' araba moschea . Questo
lettera a Severo vescovo di Cordo- capo lavoro architettonico per-
va, quale però dagli eruditi è
la duto come accessorio in mezzo
stimata apocrifa. La sade fu sotto- all' immenso edilìzio che lo rac-
posta alla metropoli di Toledo, come chiude, è collocato precisamente
lo è tuttora, ma coli' invasione degli nel centro dellamoschea in modo
aiabi restò soppressa, e solo fu ri- da chiudere ogni varco all'aria, ed
stabilita nel secolo XIII, dopo che alla vista, e più di un centinaio di
s. Ferdinando III , re di Lione e colonne furono tolte .per innalza-
di Castigiia, cacciòmori dalla cit- i re il santuario al vero Dio. Una,
tà, cangiando gran mo- la loro più esatta descrizione si legge nel-
schea in cattedrale. Questa ma- l' Album giornale letterario di Ro-
gnifica moschea fu eretta nel 692 ma, volume V, num. 33. Ci limi-
dal re Abderamo, ed è un edilizio, di teremo ad aggiugnere, che altri di-
cui nella penisola non avvi l'egua- cono lunga la cattedrale cinquecen-
le sì per grandezza che per pre- , to trentaquattro piedi , e contener
ziosità: la vastità consiste in un im- essa trentotto navate sostenute da
menso quadrilatero di quattrocento mille colonne di bel marmo e dia-
venti piedi di lunghezza , e quat- spro,con diciassette porte. Altri rac-
trocento di larghezza , oltre la ric- contano in fine essere la forma qua-
chezza nei marmi , il risplendente si quadrata, con diverse cappelle
solfilto dorato, e tante decorazioni. all'intorno, lunga seicento venti
,

I20 COR COR


piedi, sopra quattrocento quaranta rono nel concilio Sardicense e ven-
<li larghezza j con quattrocento co- nero ammessi alla sua comunio-
lonne di marmi diversi, come dia- ne coloro, che quel concilio avca
spro, alabastro , marmo nero, ec. ricevuti. Fabricio in Synod., Re-
sostenenti le trentotto navate, e con gia, t. Ili, Labbé tom. II, Ar-
ventiquattro porte. duino tom. I.
La cattedrale è dedicata all'Assun- Il secondo concilio adunossi l'an-

zione di M. V. in cielo, ove si venera- no 852, cioè un conciliabolo rac-


no i corpi dei ss. Martino, Aciseli, e colto per ordine dei re arabi mao-
Vittoria, non che molte reliquie di mettani, massime di Abderamo, o
altri santi, tenute con molta decen- Abdel-Rhaman III, ad istigazione
za. È abbondantemente provvista di Reccafredo, che al dire di Mo-
di sagre suppellettili, arredi, e pa- rales era metropolitano, sospinto
ramenti, fra i quali primeggia un da un falso zelo, e dal timore di
ciborio prezioso per racchiudervi la spiacere ai maomettani. Si dichiarò
santa Eucaristia. Il suo capitolo contro i martiri; laonde si con-
'già ha otto dignità, sul-
ricchissimo dannò il martirio volontario di
le quali gode la preminenza quella quelli, che si offrivano da se stessi,
di decano, con venti canonici com- ed il culto che loro si rendeva. Il
presi il teologo, ed il penitenziere, perchè molti mali piombarono sulla
non che trenta prebendati, dieci chiesa di Cordova, e sulle altre chie-
maggiori, e venti minori, oltre al- se; fu posto quindi in prigione il ve-

tri preti , e cappellani addetti al- scovo di Cordova, con molti sacer-
l' uffiziatura. Vi è il fonte battesi- doti, fra' quali s. Eulogio, non d'al-
male, e la cura d'anime esercitata tro colpevole che di avere incorag-
da quattro sacerdoti. Oltre la cat- gilo i martiri colle sue istruzioni.
tedrale vi sono altre tredici chiese Egli nel Memoriale Sanctorum ,

parrocchiali con fonte battesimale, combattè questo concilio, e poi fu


una collegiata sotto il titolo di s. martirizzato con un gran numero
Ippolito, e diversi conventi, e mo- di cristiani , nella persecuzione dei
nisteri di religiosi, e di monache ,
seguaci Al concilio
dell' Alcoi'ano.

in uno a varie confraternite laicali, intervennero metropohtani di va-


i

seminario con molti alunni, monte rie Provincie. Regia tom. XX. Lab-
di pietà, ospedali, ed altri pii luo- bé tom. VIII. Arduino tom. V.
ghi di beneficenza. La mensa ve- CORDOVA {Corduben.in Indiis).
scovile è tassata nei libri della ca- Città con residenza vescovile nell'A-
mera apostolica, ad ogni nuovo ve- merica meridionale, nella provincia
scovo, in fiorini mille , e quindici. del Tucuman. Cordova, o la nuova
Cordova, è capo luogo del governo
Concini di Cordova. del suo nome, provincia di Buenos-
Ayres. Sta in un terreno piuttosto
Il primo concilio di Cordova paludoso, ma fertile presso alla Pu-
chiamato Cordubensc, fu celebrato cara, che va a perdersi in un lago
V anno 347 ^^^ grande Osio vesco- salso. Le sue strade sono pulite, e
vo di Cordova, mentre altri lo ri- lastricate, e le case molto bene co-
jiortano all' anno seguente. In esso strutte. La piazza del mercato è
vennero condannati quelli che Io fu- vasta , e cinta di grandi , e belle
,

COR COR 121

fabbriche. Vi sono due collegi di- fatto vescovo di Cordova , chiesa


ncndeiiti da una rinomata univer- eh' è surtraganea dell' arcivescovo
sità. (Cordova è popolata di spa- de la Piata, ossia Charcas.
i^tiuoli, e di negri, i primi si l'un- Bella e degna di osservazione è
no ascendere a circa due mila , e la cattedrale, dedicata a Dio sot-
i secondi a piìl del doppio. Cor- to r invocazione dèi principi de-
dova l'u fondata da Girolamo Ca- gli apostoli, i santi Pietro, e Pao-
brerà, clie così la cliiamò a ca- lo. 11 capitolo si compone di cin-
gione della somiglianza della sua que dignità di cui la prima è quel-
situazione a quella di Spagna. Il la del decano, oltre i canonici, i

re Filippo V, nel secolo XVIII, beneficiati detti porzionari, i cap-


la fece capitale del Tucuman,ed in pellani, i preti, e i chierici addetti
seguito divenne luogo de-
il capo al servizio divino. La cura parroc-
gli stabilimenti de' Gesuiti in que- chiale, esistente nella cattedrale, è
sta parte dell' America, Dopo la affidata ad un rettore. Nella me-
emancipazione dalla Spagna, si for- desima cattedrale evvi il fonte bat-
mò in questa città il vessillo della tesimale, e si venerano alcune
opposizione, per cui molto dovette reliquie. In Cordova vi sono altre

soffrire nelle guerre civili. quattro chiese parrocchiali col sa-


La sede vescovile di Cordova fu gro fonte , tre conventi cU religiosi,
istituita dal Pontefice Pio IV nel- due monisteri di monache , ospe-
r anno 56o e secondo altri da s.
1 , dale, seminario ec. La mensa è tas-
Pio V nel 1370, cioè secondo quelli sata in fiorini trentatre. Questa dio-
che con Commanville forse confu- cesi fu ingrandita, con dismembra-
sero l'istituzione di questa sede con zioni di quella di s. Giovanni de
s. Jago de 1' Estevo o s. Miguel , Cuyo , con 1' autorità delle lettere
Fanwn Sancii Michaelis de Malta. apostoliche, che il Pontefice Grego-
Certo è, che nella istituzione le fu- rio XVI emanò a' 19 settembre
rono assegnate per mensa vescovile 1834.
sei mila pezze. In .seguito per le CORENTINO (s). Questo saiìto
vicende de' tempi cessò di essere viene creduto discepolo di s. Mar-
seggio episcopale, e in tutto il se- tino di Tours, ed onorato per pri-
colo XV III non si rinviene memo- mo vescovo di Cornovagfia, o di
ria di alcun suo vescovo. Ala final- Quimper nella bassa Bretagna. Non
mente venne ripristinata la sede nei si può veramente fissare il tempo
primi del corrente secolo dal som- in cui visse, né raccontare con
mo Pontefice Pio VII, che nel con- sicurezza delle sue geste. La chie-
cistoro de' 9 settembre i8o5 ne sa, di cui è fondatore, è dedicata
fece vescovo Rodrigo Antonio de alla santa Vergine, non che al suo
Orellana della diocesi di Placencia. nome. La città di Kemper, o Quim-
Dipoi nel i83o Papa Pio Vili fece per ritrae dal suo nome il titolo
vescovo in partihus di Comana Be- di Quimper-Corentino. Viene ono-
nedetto Lascano di Cordova, dichia- rato nei giorni, i maggio, 5 settem-
randolo vicario apostolico di c[uesta bre, e 12 dicembre. Molte chiese
diocesi; quindi il medesimo prelato di Francia vantano di conservare
dal regnante Gregorio XVI , nel porzione delle sue spoglie; alcune
concistoro de' 11 luglio i836, fu ossa di lui principahneute si ono-
Ili COR COR
lano nella ba<iia di s. Vittore in ed erano obbligati ad avvisare il

Parigi. vescovo, acciocché rimediasse ai dis-


CO REPISCOPO. Chorepiscopus. ordini. Però la disciplina della Chie-
Clìiamavasi una volta con tal no- sa sui corepiscopi fu varia secondo
me un prete, che esercitava alcune, i tempi, e i luoghi, e così i loro
o la maggior parte delle funzioni diritti e le prerogative. In oriente i

vescovili, nei castelli, e villaggi, e corepiscopi ebbero piìi potere, e


ch'era rigiaardato come il vicario dai vescovi non furono quasi mai
del vescovo. di buon occhio rimirati, specialmen-
Questo nome deriva da Chorìoii te nelle Gallie, e nell'Alemagna do-
regione, conti'ada, piccolo paese. Co- ve erano molti. In fatti non si
rèvescovi, vicari de' vescovi^ coadiu- trova mai, che tra i greci sia sta-
tori de'vescovi, vescovi foranei, villa- to loro impedito il cresimare, con-
ni episcopi, furono chiamati ne' ca- sagrare chiese, e vergini, e fare al-
pitolari di Carlo Magno lib. 7, e. tre funzioni, che proibite loro fu-
187. Fra questi alcuni erano con- rono tra i latini. Non ostante ave-
sagrati vescovi, e non solo cresima- vano il diritto di confermare i neo-
vano, ma eziandio ordinavano i mi- fiti, almeno in alcuni casi, siccome
nistri della Chiesa. Altri erano sem- lo dimostra Rabano Mauro, il qua-
plici sacerdoti, di un grado supe- le dice che i corevescovi furono i-

riore ai comuni, cui presiedevano stituiti per aver cura de'poveri, ac-
a nome del vescovo facendo in di cioccliè i rustici non restassero pri-
lui aiuto altre funzioni non vesco- vi di questo sagramento. Assisteva-
vili, dalla confermazione in fuori, no ai concili generali, e nazionali,
che da diversi concili era loro vie- avevano voto deliberativo, vi por-
tata. V^. Carol. de Fresne Glossar. tavano i suffragi, sottoscrivevano co-
tom. II p. 547. Il Chardon, Storia me gli altri vescovi come si vede
dei Sagramenti p. 1 2 i De' coreve- in molti concili, ma non è facile
scovi, e loro prerogative, dice, che sapere se godessero tali prerogati-
anticamente i corevescovi o corepi- ve in virtù della loro dignità, ov-
soopi facevano un certo ordine di vero comie vicegerenti de' vescovi,
mezzo tra il vescovato e il sacer- che li mandassero ai concilii, quan-
dozio, e che i corevescovi così chia- do non potevano intervenirvi per-
mavansi per essere destinati alla sonalmente. Una delle loro più ordi-
campagna, cioè alle piccole città e narie funzioni era l'ordinare i chie-
terre dipendenti dalla città vesco- rici minori nelle parrocchie, cioè i

vile, e che perciò facevano la loro lettori, esorcisti, e suddiaconi. I co-


dimora nelle più remote parti del- revescovi della diocesi di Cesarea in
la diocesi, ove i vescovi non pote- Cappadocia se ne abusarono, ara-
vano andare. mettendo nel clero molti indegni
Né sólamente i corepiscopi ri- senza esame, e mossi dagli altrui
siedevano nelle terre e piccole cit- uffizi. Quindi s. Basilio gli riprese
tà, ma avevano ispezione ancora acremente,, e comandò loro di non
sopx'a le chiese vicine, o dipendenti. fare per l'avvenire tali ordinazioni,
Dovevano vegliare sopra la condot- senza prima dargliene avviso, come
ta de'preli, diaconi, ed altri chieri- si può vedere nell'epistola i8i vet.
ci; avevano diritto di ammonirli, cd'U.
,

COR COR 123


Tutfavolta sembra non potersi ne- cattolico gli suoccdeta: tanto fli de-
gare, che niassitne neiroricntc, i ciso nel concilio Niceno per conto
corevescovi abbiano goduta la pre- de* vescovi Novaziani, i quali però
rogativa di ordinare anche sacerdo- non avevano maggiore autorità,
ti e diaconi, benché con dipen- che gli altri corevescovi.
denza dal vescovo. Ciò apparisce sono su di ciò
Nell'occidente. vi
dal concilio di Antiochia. Il conci- esempi favorevoli, e contrari. Alcu-
lio di Ancira, anteriore all'antib- ni riconobliero nei corepiscopi l'au-
cheno, fu piti favorevole ai corepisoo- torità di ordinare sacerdoti, e dia-
pi, dicendo il canone i3: » Non sia coni, mentre altri la negarono. Ve-
>» permesso ai corevescovi ordinar ro é però, che non godettero mol-
" sacerdoti, né diaconi, né i preti to tempo di tal prerogativa nella
» della città senza la permissione del Chiesa latina. Il secondo concilio
" vescovo in iscriflo ne'Iuoghi non di Siviglia loro la tolse, come an-
» soggetti alla loro giurisdizione ". che la consagrazione delle vergitii,

Altri inlci pretarono, ch'è permesso la benedizione degli altari, la im-


a' corevescovi ordinar sacerdoti, e posizione delle mani agli eretici ab-
diaconi ne'Iuoghi della diocesi loro iuranti, e la consegrazione della
commessi, ma non già i preti del- cresima, le quali cose espressamen-
le città, od altre terre. Era neces- te volle conservare a' vescovi ad e-
saria questa avvertenza, perchè giu- sclusione d'ogni altro. Nelle Gallie, e
sta il concilio di Neocesarea, ed al- in Aleraagna i vescovi s'inasprirono
tri monumenti antichi, i preti di grandemente control corevescovi, o
città erano considerati di più di perché abusassero di loro potestà, o
quelli di villa. A cagione dei cano- perché alcuni prelati meno zelanti,
ni d'Antiochia, e di Ancira, non lasciassero ad essi l'esercizio delle fun-
sembra dubitarsi del carattere epi- zioni, ch'erano loro proprie. Le cose
scopale de' corevescovi in oriente arrivarono a segno, che al tempo
benché venissero ordinati dal vesco- di Carlo Magno si dubitò delle or-
vo diocesano, senza assistenza di dinazioni di sacerdoti, e diaconi fat-
verun altro, dappoiché non avreb- te da' corevescovi, quindi i secolari
bero potuto ordinare sacerdoti, an- non permettevano, che i
'
corevescovi
che colla dipendenza dal vescovo, cresimassero i loro figliuoli. A ter-
se non fossero stati vescovi, ad on- minar le contese, i vescovi di Fran-
ta di quanto dice il padre Morino, cia nell'anno 799 spedirono un ar-
con altri teologi, e canonisti. Depo- civescovo in Roma per consultare
sto Armentario dal vescovato per il Pontefice s. Leone III. L'arcive-
essere stato ordinato contro i ca- scovo s'ebbe per risposta, che la
noni da due soli vescovi, senza a- questione già era stata definita dal-
spettare il consenso del metropo- la sqnta Sede, cioè che i sacerdo-
litano, e de'cottìprovinciali, fu per ti e diaconi fatti dai corevescovi non
indulgenza fatto corevescovo in un erano validamente ordinati, e che si
cantone delle Alpi marittime. Tal- dovevano dedicare di nuovo le chie-
volta quando un vescovo eretico se, e consecrare le vergini, senza
ritornava alla chiesa, si faceva co- timore di i*eiterazione. Piacque si

revescovo nella diocesi a cui appar- ai vescovi francesi, che ai tedeschi il

teneva, ed alla morte del vescovo pontificio decreto , e lo pubblica-


,

124 COR COR


rono in un concilio di Ralisbona, novale dispule nella Francia, come
del quale ordinarono l'inviolabi- in parte riuscì essendo stata di
le osservanza. Però consultato di molto ristretta la potestà de' core-
poi nel nono secolo s. Nicolò I so- vescovi; ed Ebbone, arcivescovo di
pra questo stesso argomento da Reims , li distinse ne' suoi statuti
Radolto arcivescovo dì Bourges, ri- da' preti ordinari nella sola ispe-
spose: » Voi dite che i corevesco- zione sulla condotta de' ministri ec-
» vi hanno ordinati sacerdoti, e clesiastici , potendoli ammonire , e
diaconi da alcuni
costà, i quali correggere quando si fossero allon-
vescovi vengono deposti, e da tanati dai propri doveri ,
perchè
altri riordinati. Noi diciamo che die' egli: » Giusta i decreti de' som-
non si dee né punire gl'innocen- « mi Pontefici Daraaso I, Innocen-
ti, né reiterare le ordinazioni, e >' 7,0 I, e Leone
ciò che I, tutto
consècrazioni ; poiché i corevesco- » hanno fatto col ministero del su-
vi sono istituiti ad imitazione " premo sacerdozio, è nullo, essen-
dei settanta, né si può dubitare » do abbastanza provato , che non
che abbiano la dignità episco- " sono differenti dai semplici preti".
pale. Ad forinam eniiii yo chor- Il p. Morino procura di sostenere
episcopi farti surit ,
qaos quis questa opinione, lo che necessaria-
duhitet cpiscoporwn habiiisse of- mente lo impegna a provare che i
ficia? Ma- perché i sagri canoni semplici preti per commissione del
pi'oibiscono che ciascun si appro- Papa, o della Chiesa possono ordi-
pri qualsiasi funzione, acciocché narne degli alti'i, citando molti au-
la dignità del vescovo non pas- tori che scrissero avanti il XII se-
si ai corevescovi, e quindi l'onor colo non molto periti della storia
di lui si avvilisca, noi vietiamo loro ecclesiastica. I corevescovi adunque
di far cosa alcuna contro le re- erano soggetti al vescovo, che gì' im-
gole '. piegava a suo talento, e a lui do-
I teologi, e i canonisti
qualificano per saggia questa deci- vevano render conto del loro ope-
sione, che
nella giusta medio-
sta rato; laonde non è meraviglia, che
crità, perché
conservando a'vescovi a lui se ne lasciasse la scelta, e l'or-
le loro preeminenze, non degrada dinazione perché nessuno più di
,

i corevescovi, ma vuole che sieno lui vi aveva interesse, né erano che


subordinati al prelato della dio- suoi vicarii, o cooperatori, la cui
cesi: non annulla le loro fatte or- potestà poteva egli ampliare, e re-
dinazioni ,
proibisce di reiterarle, stringere come giudicava a propo-
e vuole che sieno
più guardin- sito. Se poi i corevescovi riceves-
ghi per l'avvenire per non irrita- ,
sero una particolare consagrazio-
re i vescovi, i quali vedevano mal ne, dice il Chardon che se era-
volentieri che si usurpassero quegli no veramente vescovi, ricevevano
uflizi, che loro giustamente spetta- la Qonsagrazione episcopale, a riser-
vano, ed erano disposti di adem- va che questa facevasi da un solo
piere. vescovo se poi erano semplici preti,
:

Con tal prudenziale contegno ricevevano la sola sacerdotale. Tut-


senza entrare nella questione dom- tavia presso gli orientali si può di-
matica se i corevescovi fossero ve- re, che aravi un rito particolare pei
scovi o no, era facile sopire le riu- corevescovi, la cui formola si legge
COR COR 12)
nel rituale de' maroniti , o de' gia- Bernini, Stona ddh: eresie, 93, p.

cobiti, e nel 54 de canoni araldi. che s. Datnaso I, il quale governa-


Nella chiesa poi occidentale noti si va iu tal ti;mpo la Chiesa univer-
può afFermare, che vi fosse parti- sale, tolse a' vescovi l'aiuto de' core-

colare cerimonia per la loro ordi- vescovi, foi'se a cagione de! Nova-
nazione, perchè non se ne trova
sì ziani.
vestigio negli antichi rituali e pon- Nel terzo secolo, essendosi molto
tificali, perchè i corevescovi tra
sì dilatato il cattolicisnio, e abbrac-
di noi furono introdotti piìi tardi ciandolo in folla i rustici delle vil-
che nella Chiesa di oriente. Ma da le, i corevescovi si resero in qual-
(juando i corevescovi abbiano co- che modo necessarii, e quindi di
minciato, e finito nella Chiesa , lo molto si moltiplicarono. Due di lo-
andiamo compendiosameHte a dire, x'o si rinvengono sottoscritti fra i
coU'autorità del Chardon, e di altri vescovi del concilio di Neocesarca,
gravi autori. quindici nel Niceno, cinque in quel-
Le prime memorie ecclesiastiche lo di Cappadocia, altrettanti iu
de' corevescovirimontano al princi- Isauria, due in quello di Siria, al-
pio del quarto secolo, ed ai cano- trettanti in quello di Bitinia, ed
ni dei summentovati concilii di Neo- uno nel concilio di Cilicià. Questa
cesai'ea, e di Ancira. S. Ignazio, assistenza de' corepiscopi ai concilii
che parla sovente de' gradi minori fu per privilegio , siccome pure fu
del chiericato, e il concilio di El- accordato in seguito agli abbati mi-
vira, che fece leggi per tutto il cle- trati, ed ai generali degli Ordini
ro, inclusivamente dai vescovi ai regolari. La seconda apologia di s.

chierici minori, non fanno parola Atanasio fa vedere , che v'erano


de' corevescovi. Così diciamo di s. corevescovi nell' Egitto. Il quarto
Cipriano, che visse sino alla metà concilio generale ne parla come di
del terzo secolo. Ciò non pertanto un ordine inferiore a quello dei
i corevescovi sono più antichi dei vescovi , e superiore a quello dei
due memorati concilii, giacché essi sacerdoti, perchè in effetto avevano
ne parlano come di un ordine già potestà episcopale, ed altronde era-
stabilito, poiché, come di sopra ac- no soggetti al vescovo diocesano.
cennammo, repressero il loro orgo- Dice ancora che Eutichio, coreve-
glio, e prescrissero i termini onde scovo di Aulara , si fece capo dei
contenersi. Il perchè essendo stati quartodecimani, eretici che voleva-
que' due concilii orientali , si può no celebrar la pasqua nella XIV
credere che la primiera istituzione luna di marzo, in qualunque giorno
de'corevescovi sia stata fatta nel Pon- cadesse. Il concilio di Sardica , te-
to, nella Galazia, e nelle circostan- nuto nel 347, e il Laodiceno, del
ti Provincie, donde sarà passata alle 364) stabilirono che ne' piccoli paesi
altre parti orientali verso l' anno vi fossero i corevescovi , ed i pe-
270. A così credere muove la ri- riodeuti mossero que' padri a
. Si
che anche i Novaziani a-
flessione, tal determinazione, per non avvi-
vevano i loro corepiscopi , usanza lire la dignità vescovile , per non
che sicuramente non avranno pre- concederla a tutti i luoghi, ed una
sa dalla Chiesa cattolica dopo la tal discipUna fu posta in uso, quan-
loro disunione. Di fatti abbiamo dal do si divisero e qualificarono le cit-
126 COR COR
tà dalle castella, ottenendo il nome Tutto ciò è confermato dal con-
di città solo quel luogo, che da cat- cilio di Mcaux il,quale così si
tedra vescovile era illustrato, e re- esprime: « se il vescovo della città,
stando fra i castelli annoverati quei M o per mollezza, o per girar li-
paesi,che da un corepiscopo, o da »» beramente fuori della sua diocesi,
un periodeuta governa vasi. I perio- » o per lesue infermità permette- J
deuti erano visitatoli ecclesiastici « rà a' corevescovi oltrepassare i S
delle ville, ed altri piccoli luoghi « loro doveri, sappia che sarà sot-
delle diocesi, invigilando sui costu- » toposto a sentenza canonica ".
mi de' fedeli. Questo uftìzio fu isti- Lo stesso si nota ne' capitolari , e
tuito nel concilio Laodiceno. F^. il vi si scorge che l'ambizione de' co-
Macri a tal vocabolo. revescovi stimolò i principi ad agi-
Nelle chiese di occidente più tar- re di concerto coi vescovi per torli

di comparvero i corevescovi. Il con- dimezzo. Ecco le loro parole: « Ab-


cilio di Pùez, tenuto nel 4^9» ^ J^ M biamo giudicato a proposito, che
primo che ne parli, facendo men- " in avvenire non si facciano core-
zione di quell'Armentario, di cui « vescovi, perchè fino ad ora quelli
si è detto di sopra. Essendo slati »» che ne fecero ignoravano i de-
in questo concilio di molto dimi- »» creli de* santi Padii, e de' Papi,
nuiti i loro privilegi, non si può »> e non cercarono, che il loro ri-
dubitare che molto prima esistes- >» poso, e piacere ". In tal guisa i
sero, non però in gran numero. vescovi, conoscendo l' inconvenien-
Ne parlano bensì le lettere di s. za di aver per vicarii uomini ador-
Damaso I, di s. Leone I, e di Gio- ni del carattere vescovile, pensaro-
vanni HI, che alcuni tengono apo- no seriamente a disfarsene. Ne trat-
crife, come immaginate da qualche tarono in più concili, come di Pa-
fiero nemico de' corevescovi : tut- rigi, di Ratisbona, e di Metz, ove
tavolta r impostura li pregiudicò ,
fu rivocata in dubbio l'autorità dei
e si può dire che contribuì alla corevescovi, e fu risoluto abo- di
loi'o soppi'essione, massime quando lirli. Ciò non potè ed
fai"si subito,
ne' secoli VI e VII si moltiplica- i corevescovi si mantennero nel po-
rono, durante le guerre, impercioc- tere per tutto il nono secolo, e solo
ché allora i principi davano i ve- verso la metà del decimo vennero
scovati a persone avide solo delle insensibilmente tolti per un tacito
rendite, le quali volentieri scarica- accordo de' vescovi orientali ed oc-
vano sui corepiscopi le loro incom- cidentali, i quali si l'iserbarono le
benze, lo che diede loro motivo di funzioni episcopali, cui facevano i

usurpare qne' diritti, che le leggi corevescovi, e trasferirono agli Ar-


non accordavano. Quindi si resero cipreti [Vedi) le altre loro prero-
cotanto odiosi, che riformata la di- gative, le quali sono la ispezione
sciplina, anche pel zelo di Carlo sopra le chiese di villa, la corre-
Magno, i vescovi cercarono di umi- zione degli abusi, e l'autorità so-
liarli, ed essi studiando di mante- pra il Queste prerogative de-
clero.
nersi vennero fatti que' conciliari
, gli arcipreti sono bene ricordate in

decreti che tanto restrinsero la


, un concilio romano, o, come altri
loro autorità, siccome superiormen- vogliono, di Ravenna celebrato al
te dicemmo. cominciare del decimo secolo con
COR COR i?.7

qiiesfo canone: - Acciò il popolo di il Beveragio, Bingamo,


il Cave, il

» Dio non restì privo di soccorso, ed il Basnage sostennero che i cor-


>, vogliamo che in ciascuna pieve episcopi fossero veri vescovi. Fra
» si facciano arcipreti, i quali ve- gli scrittori cattolici sono a nove-

)> glino non solo sopra il popolo, rarsi il Tournely, de Sacram. ordì-
}) ma anche sopra il clero, e s'in- nis quaest. VI, p. 216, ven. edit.,
» formino della loro vita, e de' loro come quasi la pensa il citato Chardon.
« uffizi per darne conto al vesco-
i Più comune per altro tra' nostri
» vo. Né questi si scusi con dire teologi è l'opinione , che i corepi-
" che d' uopo non ha di arcipreti, scopi fossero semplici preti : così il

« perchè per quanto ei sia capace, Turriano, Antonio Agostino, l'E-


« è tuttavia spediente che divida stio , a' quali si possono aggiugnere

» con altri il proprio fai'dello e


"
, i protestanti Salmesio, de Dominis,
» com'ei regge la chiesa matrice, e il Forbesio. Di questa sentenza
« o cattedrale, così questi preti possono dirsi anche coloro, i quali
" reggano le chiese soggette. Dessi vogliono, che il corepiscopato sia per
» per altro tutto riferiscano al ve- sé stato uffizio di soli preti, come-
j» scovo, e senza i suoi ordini non chè alcuna volta da' vescovi per
M ardiscano imprendere cosa alcu- accidens esercitato. Tra i difensori
sj na ". Questo progetto di divide- di tal opinione , così spiegata da
l'e gli uflizii de' corevescovi , cioè Tournely, si noverano il Tomassino
gli episcopali ai vescovi, e i sacer- e il Morino, e ad essi può aggiun-
dotali agli arcipreti, fece abolire a gersi il Cabassuzio nella Notizia ec-
poco a poco tutto il loro ordine. clesiastica sul XIII canone del con-
Finalmente i corevescovi duraro- cilioAncirano pag. gS. Ma niuno
no più lungamente presso i Sirii ha questa con più vigore sostenuta
ed altri orientali, e in alcune parti del Wi tasse, e conti'o questo par-
della Germania , come in Treveri ticolarmente se la prende il p. Sba-
ed in Colonia ; ma dagli antichi raglia difensore di quella prima opi-
erano ben diversi, ed erano come nione. Ad altri piacerà non per-
una specie di vescovo del coro nelle tanto più la sentenza di mezzo, che
In fatti a Treveri eranvi
cattedrali. propose il Bellarmino de Clencis^
quattro dignità col titolo di core- lib. I, e. 17, e rinnovò l' Hallier,
piscopo, come superiore del coro. de sacris Elect. et Ordinai., sect.
Altri dicono, che ai corevescovi suc- 5, e. che alcuni
2, § 2 e seg., cioè
cedettero gli Arcidiaconi ( Vedi )
corepiscopi fossero preti , ed altri
presso i latini, e presso i greci gli anche vescovi , la quale opinione
Esarchi [Fedi), o deputati del pa- sembra la più conforme ai narrati
triarca per la visita delle chiese e fatti,perchè spiega, come è acca-
dei monisteri. V. Suffraganei , o duto, che i corepiscopi hanno molte
CoREPiscopi, e Vescovi. volte amministrato la sagra ordina-
Sulle diverse questioni, che i teo- zione. Non si deve finalmente ta-
logi sì cattolici che protestanti , e cere, che molti cattolici, e parecchi
sulle controversie ch'essi sempre fe- eretici, pretesero fare risalire i cor-
cero sui corepiscopi, non dispiacerà episcopi fino ai tempi degli Apo-
che qui riportiamo alcuni sentimenti stoli, e Mosemio l'attribuisce al pri-
de' medesimi sciitton. L'Ammondo, mo secolo, Slor. eccl. primo secolo
128 COR COR
par. II, § i3, Jitstit. Slor. Chris t. fu ò la sede della repubblica delle
par. Il, cap. 2, § 17. Isole Jonie. La città in generale non
CORFD' (Corryren.) . Città con è uè bella, né ben fabbricata, ma
residenza arcivescovile, capo luogo può dirsi una piazza guerra for- di
dell' isola del suo nome nel maie tissima. 11 sobborgo di Rastrados
Jonio, e capitale degli Stati uniti occupa una parte del sito dell'an-
delle Isole Jonie. Essa è costiulta tica Corcyra \' altro
sobborgo Man-
:

in riva al mare in una lingua di druccio resta a destra della città.

terra iu forma di anfiteatro , ma Il suo porto non è grande, poten-


quasi triangolare. E posta in parte so- do ricevere soltanto vascelli mer-
pra un promontorio della costa cantili, ma la rada è assai vasta e
orientale, ai cui piedi evvi il porto, sicura, ove le flotte stanziano sen-

ed in parte sulla vicina spiaggia, za pericolo ; fu dichiarato porto fran-


che guarda l'Epiro, ed è quasi in due co , e r apertura di esso seguì il

porzioni divisa, la più estesa delle giorno primo settembre 1825. L'i-

quali è quella della parte di terra, e soletta diVido , r antica Ptycha ,


la minore l'altra che guarda il ma- che resta in faccia a Corfù, è oc-
vecchia, mentre
re, ov' è la fortezza cupata dal lazzaretto sanitario, ed è
al nord sul monte san-Marco esiste difesa da una triplice fila di bat-
la fortezza nuova, la quale occupa terie , formando per così dire le
un angolo della città. Questa for- esterne fortificazioni del porto. Vi
tezza fu fabbricata dalla repubblica sono molte e ben costruite caserme,
veneta per dominare l'esteriore mon- e fra i palazzi, quello del senato
te d' Àbramo, poscia spianato, per- si per l' architettura e
distingue ,

chè il turco Barbarossa assedianlc pegli ornamenti. Delle sue chiose


la città, r àvea occupato nel iSSy. parleremo in appi'esso. Ultimamen-
La fortezza della Campagna è po- te si è scoperto un tempio d'ordi-
sta sopra una eminenza ben forti- ne dorico, che si suppone fosse de-
ficata, e difesa da ogni lato. Il ca- dicato a Nettuno, ed a Bacco. So-
stello di s. Angelo guarda e difende novi pure ampli cantieri da costru-
ilporto. Il porto ed il castello sono zione e la via per giungere alla
,

muniti di tutto ciò, che può ren- fontana di Crissida, ed alla distrut-
dere una piazza di guerra capace ta città di Chersepoli, non che ai
della maggiore resistenza, principal- giardini d' Alcinoo. Allo zelo di lord
mente dopo le fortificazioni miglio- Federico North, conte di Guilford,
rate, ed erettevi dai fiancesi, e da- devesi la fondazione in Corfù della
gl' inglesi. jEd è perciò, che con ra- prima università greca de' tempi
gione si celebra Corfù, qual mo- moderni. Egli superando insormon-
dello di propugnacoli militari s\ tabili r aprì con sedici
ostacoli ,

marittimi, che texTCStri. Anche il cattedre nelnovembre 1823, e vi


monticello di s. Salvatore, posto a pose pure una doviziosa biblioteca.
sinistra fuori della città, è ridotto Questa città credesi fabbricata
a modo di cittadella. Una delle dai Corinti , ma se ne ignora il

cittadelle separate dalla città per tempo. Solo si sa , che nell' olim-
mezzo di una spianata , è la resi- piade XIX, o nell'anno di Roma
denza attuale del governatore, o al- 5i ,
per lo meno l'ampliarono essi
to commissario inglese, giacché Cor- sino aU'ai'ca odierna. Corfù seguì
COR COR 129
la sorte, e le vicende dell'isola, e trasportate dalla fortezza le reliquie^
molte volte venne minacciata dai di s. Arsenio. Il capitolo prima era
turchi , e memorabile 111 1' assedio numeroso, ed ora si compone di
del 1716. I turchi in numero di quattro dignità, la prima delle (juali
quarantacinque mila lo incomincia- è l'arcidiacono, di sei canonici com-
rono il 5 luglio, e lo spinsero vi- presi il teologo, e il penitenziere, di
vamente sino 22 agosto, in cui
ai due mansionari , ed altri preti e
precipitosamente lo abbandonarono chierici pel divino servigio. 11 de-
durante la notte, dopo essere stati cano, eh' è la seconda dignità , è
respinti in ogni assalto. Nel 17 18 parroco della cura della stessa cat-
la esplosione di una polveriera at- tedrale, ove évvi il fonte battesi-
terrò un quartiere della città, cioè male. Egli è ajutato in tal ministe-
il castello vecchio, non che l' arse- ro da un sacerdote. Nella fortezza
nale, e molte abitazioni di parti- vecchia vi è l'altra parrocchia nella
colari, morte di parecchie
colla chiesa della beata Vergine del Car-
persone. Durante la ultima guerra, mine, dove fu istituita una confra-
questa città resistette alle forze in- ternita. La chiesa della b. Vergine
glesi , e non si arrese che nel 1 8 1 4- Annunziata era già appartenente agli
La sede vescovile di Corfù nel- La chiesa della b. Ver-
agostiniani.
1' esarcato di Macedonia , apparte- gine del Rosario è un antico ora-
nendo all'antico Epiro, fu eretta, torio di gius patronato laicale. Lcj
secondo Commanville nel quinto , chiesa della b. Vergine del Tene-
secolo, ed era suffraganea di Le- do apparteneva ai minori riformati.
panto. Ebbe un arcivescovo ono- Nella chiesa di s. Nicolò, appar-
rario di rito greco, residente nel- tenente al comune, si vede il mau-
l'antica capitale dell'isola di Cor- soleo dell'imperatrice Teodora, tras-
fù, chiamata Paleopoli, o Cherso- portatovi da Cipro nel i436. Pri-
poli, sulla riva del mare, con sua meggia però sopra tutte, non solo
cattedrale. Quando la repubblica di fra le chiese della città, ed isola,
Venezia nel i386 s'impadronì del- ma anche fra tutte quelle di Gre-
l'isola e di questa città, vi fece cia, il ricco e celebre santuario, in
porre dalla santa Sede un arcive- cui si custodisce il corpo di s. Spi-
scovo latino, quantunque non vi ridione, vescovo di Tremitunte in
fossero allora di -questo rito, che Cipro , e protettore deila città e
gì' individui veneti. Dipoi furono dell' isola intei'a. Essa è doviziosa
dichiarate suffraganee di Corfìi, le di sagri arredi e suppellettili, ed è
sede vescovili di Zante, e Cefalonia, giuspatronato della nobile famiglia
come lo sono tuttora. I greci di- 13ulgari corfiotta. La diocesi di Corlu
cono che Giasone, e Sofipater, o si estende per tutta l'isola; e la men-
Susipatro, hanno recato nell'isola sa arcivescovile è tassata ne'libri del-
la luce del vangelo. La cattedrale la camera apostolica in fiorini tre-
è dedicata a Dio sotto l'invocazio- cento. Dell' incontro solenne fatto
ne dei ss. Giacomo apostolo il mag'- dagli ebrei all' arcivescovo di Cor-
giore, e di s. Cristoforo. Questo fìi, e molto interessante, se ne trat-
magnifico edificio venne eretto nel ta all'articolo Ebrei, (f^edi).
1670 dall'arcivescovo Labia patrizio CORFU'. Isola del mare Jonio,
vèneto. Nella cattedrale sono state la prima, e la più importante delle
VOL. xvn. 9
,,

i3o COR COR


selle isole, che compongono la re- me, o alla voce fenicia Schara,c]ìv
pubblica Jonia, situata all' ingresso significa isola del commercio; il per-
del mare Adriatico alla foce del chè anche suoi antichissimi abi-
i

golfo di Venezia, e presso la costa tanti furono sempre rinomati. Fu

occidentale della Turchia Europea, dipoi chiamata Corcyra, come la-


da cui è separata mediante un ca- tinamente tuttora si chiama, e se-
nale. Quindi a buon diritto si chia- condo Diodoro Siculo venne cosi ,

mò r antemurale dell' isola contro detta dal nome


una ninfa da di ,

le ottomane incui-sioni. E coperta cui Nettuno ebbe un figlio nomi-


l'isola di colline, ed è interrotta da nato Feaccj che fu eziandio il pri-
un piccolo numero di pianure. La mo re dell' isola. Allora si chiamò
sola montagna, che rinchiude, è Phaeacia, e i suoi abitanti si dis-
Mavrona situata nella parte setten- sero Phaeaces sino dai tempi di Ome-
trionale. Gode Corfù di un clima ro. Altri fanno derivare la voce
mite a segno, che sembra una pri- Corcyra dall'araba Carcara , ossia
mavera anche nell'inverno; però va tei'ra in cui si vive in sicurezza e
soggetta a repentini passaggi d'at- in pace, e quella di Phaeacia dal-
mosfera dal caldo al freddo, e vi- l'araba Phaich, che significa un po-
ceversa. E pure soggetta ai terre- polo per ricchezze, dignità e vir-
muoti ed alle malattie epidemiche. tù oltre ogni altro ragguardevole.
Conia r isola più di sessanta mila Vuoisi ancora che il presente no-
,

abitanti , la maggior parte di rito me di Corfù derivi dall' antica Cor^


greco, e molti cattolici di rito la- cyra , o dal nome greco Coripho,
tino, essendo vene nella città di Cor- che dagli scrittori del medio evo si

fìi stabilmente più di due mila diede ad un alto promontorio di


senza comprendervi i negozianti, i questa stessa isola. Lunghi e fa-
marinari, soldati ec, che sempre si volosisarebbono i racconti dei
trovano in porto. Sotto il governo suoi primari abitanti, come degli
de' Veneziani dividevasi l'isola in Argonauti quivi approdati con Me-
quattro territori chiamati Balie ^ dea del matrimonio di essa con
,

cioè di Oros, di Argiru, di Mezzo, Giasone, dell' arrivo di Ulisse sal-


e di Allescliimo o Lencìdno. L* i- vato dal naufragio, del passaggio
sola di Corfù può considerarsi , in di Enea in vicinanza a queste
qualche modo, come la chiave del- spiagge, e di tanti altri favolosi rac-
l' Adriatico, avendo sempre avuto conti.
un' importanza politica. Sembra pertanto che l' isola sia
suo primo nome fu quello di
Il stata popolata da una colonia di
Drepane voce greca che significa
, corinti condottivida Chersicrate, o
falce, dalla sua figura, eh' è preci- Cherporate della famiglia degli Era-
samente di una falce. Fu detta Ma- clidi , circa 700 anni dopo la ro-
crisa cagione della sua forma bis- vina di Troja secondo Timeo
,e ,

lunga, ovvero, come vogliono i mi- quattrocentocinquanta circa secondo


tologi , dal nome della nutrice di Tucidide. Chersicrate fu creato re
Bacco. Viene chiamata più di fre- de' Feaci essendosi estinta la pri-
quente da Omero, e dai più anti- miera dinastia, e forse fondò, o più
chi autori col nome di Scheria facilmente restaurò ed abbelPi la ,

attribuendo alla favola un tal no- città capitale dell' isola , che allora
, ,

COR COR i3i


fu della Cherscpolì In Corfii regnò . un preside militare romano fu pre-
tallio la libertà , clie passò in pro- posto al governo dell'isola. Dall'im-
verbio la frase : Corcyra liberlas. peratore Calligola ottennero i Cor-

I Corei resi si segnalarono per va- ciresialcune esenzioni, e sotto l'im-


lorose azioni, e, al dire di Tucidi- pero di Claudio ricuperarono la li-
de, non vi fu battaglia nella Gre- bertà , in compenso dei soccorsi
cia, in cui non vi entrassero le lo- somministratigli contro i Pitti (ora
ro truppe. Nella famigerata spedi- inglesi).All'imperatore Lucio Vero
zione di Serse accorsero pur essi contro i Parti, a Diocleziano nella
alla comune difesa con sessanta le- espugnazione di Alessandria , ed a
gni armati , benché poi in quella Valentiniano per occupare Ravenna
guerra non si mischiassera Gì' illi- ì somministrarono ausilia-
Coi'fìotti
rici approdali alle vicine spiaggie rie milizie, ene meritarono la do-
sconfìssero gli epiroti : alla minac- vuta lode. In tal' epoca l' isola fu
cia del perìcolo, in uno agli altri convertita alla dafede cristiana
greci, auclie quelli di Corfù ricor- due discepoli Pao-
dell' apostolo s.

sero alla protezione delia repub- lo, Giasone, vescovo d'Iconio, e Su-
blicaromana, che già incominciava sipatro vescovo di Tarso. Intanto
a dominare sul mare, la quale an- proseguendo l' isola di Corfù a ri-
che per ispirilo di vendetta contro manere sotto la prolezione dell'im-
gì' illirici , accorse prontamente in pero romano, al principio del greco
aiuto degli alleali. Dopo di aver impero sotto Costantino il grande,
conquistalo Durazzo con tutto l'il- divenne una porzione dell' impero
lirio, romani regolarono col mez-
i medesimo, leggendosi nella storia,
zo del loro console Aulo Postumio che sempre i Corciresi prestarono
lo stato civile di Corfù male ordi- soccorsi all'impero d'oriente contro
nalo nella polizia, nelle leggi, e nei quello di occidente. Continuarono
costumi. Sistemala l'isola in tal essi i loro afifetti verso i greci im-
guisa, potè, mediante l'esercizio del peratori , anche dopo estinto l'im-
suo antico commercio , agevolato pero di occidente con Momillo Au-
dalla marittima situazione, e dalle gustolo, e soprattutto nella spedizio-
forze romane , rimettersi nel suo ne da Giustiniano I diretta contro
primiero lustro. Grati quindi i Cor- i goti invasori , sotto la condotta
ciresi ai romani, fornirono ad essi del gran capitano Belisario. Ed è
continuali soccorsi nella guerra con- perciò che l' isola molto soffrì per
ti'o Filippo re di Macedonia, e nel- Totila re de' goti , dopo eh' ebbe
la Cartaginese contro Annibale, cat- vinto la Grecia, l'Epiro, l'Etolia,
turando le navi, che Annibale spe- e l'Acarnania.
diva al re macedone. Gli abitanti dell' isola di Corfìl
I Corciresi in seguito ottennero rimasero sempre affezionati al gre-
da Giulio Cesare di vivere colle co impero, e quando ai goti suc-
proprie leggi in forma di repub- cessero in Italia i longobardi , al
blica ; ma per avere nel triunvirato cui regno fu contemporaneo l'esar-
prese le parli di Marc' Antonio, fu- cato orientale, e ai tempi di Era-
rono poi dal vincitore Ottaviano clio, e di Costante suo nipote, in
Augusto assediati e soggiogati, dalla cui fu saccheggiata 1' isola dalla
libertà passarono alla schiavitìi, ed flotta saracena, che poi mosse con-
,

132 CO^ COR


tio Leone l'Isaiirico. Da questo itii- gliato dal successore neU' impero, il

peralore perciò, come prima dal- legittimo figlio Alessio.


l'imperatore Giustino, ottennero i Dopo che i veneziani," e i fran-
corfìotti la concessione di alcuni cesi conquistarono Costantinopoli
diritti, confermati, ed ampliati da nella divisione delle greche provin-
Irene madre di Costantino VL In cie non si comprese l'isola di Cor-

tale poterono gì' isolani


occasione fù, che restò in potere dei supei*-
dominar sopra cinquanta miglia di stiti dell'imperiale famiglia. Miche-
paese in terra ferma, in modo di le nipote di Alessio ne ritenne il
aver per tributarie le città di Du- titolo ducale reggendo anco l'Epiro
razzo, Butriano, AstigoniaCimara, , e Durazzo. A lui succedettero lo
ed Apollonia. Anco dopo la pace, zio Teodoro, e Michele III suo ni-
e la divisione de' due imperi fra pote, che fissò nell'isola la stabile
Carlo Magno, e Niceforo, al greco sua residenza, ne cinse di mura
rinmse Corfìi^ da cui ebbe soccorsi una porzione, e alzò sul continente
per combattere contro Pipino. Non il castello di Butrintò. Succeduto
minori ajuti ricevette da quest'iso- Michele IV, per maggiormente sta-
la Leone , V
ed il suo successore bilirvisi nel dominio, sposò una fi-

Michele, mentre facevano la guer- glia di Teodoro Lascaris, preten-


ra a' Saraceni , i quali , dopo aver dente l'impero greco, che ancora
saccheggiata 1' Italia , e la Sicilia, era in potere de'Iatini. Allora fu
assediarono Taranto, che allora era che Michele IV assunse il titolo di
soggetta all' impero greco. In que- despota dell'Etolia, dell'Epiro, e di
sti tempi trovavasi nell'isola un pre- Corfù, lasciando questo vuoto titolo"

side greco, sebbene avesse i propri al suo figlio Niceforo. Frattanto l'im-
magistrati, e le sue leggi munici- perator Baldovino scacciato daCostan-
pali. I mostrarono molto
corfìotti tinopoli, fra i molti principi ai qua-

valore nella guerra degli imperatori li chiese soccorsa, lo ebbe soltanto


di oriente, contro gì' invasori nor- da Carlo I d'Angiò l'e di Napoli,
manni, che gli spogliarono di quasi in cui potere cadile prima Durazzo,
tutta la Puglia , e in parte della poi Corfù, che all'Angioino giurò
Calabria. Mentre però in Costanti- fedeltà, ed omaggio, ottenendo da
nopoli regnava Mannello il suo , esso la conferma de' suoi antichi
nemico Roggiero II re di Sicilia privilegi 11 governo francese in
.

essendosi impadronito anche di Cor- breve divenne odioso aglisolani. Car-


fìi, r imperatore ben presto la ri- lo I, spogliando i nazionali de'Ioro
cuperò coU'ajuto de' veneti; ma in feudi, li conferì agli stranieri; e
ricompensa fattosi loro nemico e , prepose nell'isola un balio o mae-
collegatosi col re Stefano di Un- stro. Questo unito a tre giudici
gheria, gli spogliò de' loro acquisti amministrava la giustizia con supre-
nella Dalmazia. In tali turbolenze, ma ed illimitata autorità, e tolse
il doge Vitale Michieli tentò inva- dalla chiesa cattedrale di Corfù
no di ricuperare Corfù, che, segui- l'arcivescovo e clero greco, sostituen-
ta la pace , fu data da Mannello dovi un prelato latino. GÌ' isolani
ad Alessio suo figlio naturale , col greci se ne lagnarono apertamente,
titolo di duca di Corfù, unendovi quindi fu lora concesso che trenta-
r Etolia, e r Epiro ma ne fu spo- : due canonici del rito greco con al-

à
COR COR i33
tretlanli nobili italiani esigessero un suo naviglio all'isola, fu accolto
protopapa, a cui appartenessero le dagli abitanti, che in pieno consi-
controversie del rito greco. In tut- glio vollero farsi sudditi del vene-
ta l'isola distrilnù il re Carlo di- todominio, e ai 10 maggio, o, co-
gnità ecclesiastiche, e fece fare al- me altri dicono, nel giugno i386
tri otto protopapa pei greci. inalberatasi in tutta l'isola la ve-
Dopo lo stabile accpiisto dell'iso- neta bandiera, consegnate nella chie-
la di Corfù, Carlo s'impadronì di sa di s. Francesco al capi tano le

Lepanto, Patrasso, \onizza, ed al- chiavi formalmente, furono quindi


tre isole dell'Arcipelago, e avrebbe spediti cinque ambasciatori a Vene-
molto più estese le sue conquiste, zia, ove in atto solenne si rinnovò
se il notissimo vespero siciliano il giuramento di fedeltà. Poco ap-
non ne avesse posto un Nel limite. presso le isole Jonie si conobbero col
huigo corso delle vicende napolita- nome di Levante P^enelo. Fu tran-
ne, e siciliane, gli Albanesi mole- quillo il possesso de' veneziani in
starono l'Epiro, e Carlo investì del- quest'isola sino al i4or,in cui da
l'isola di Coifìi Filippo suo nipote Tommaso Comneno, che aveva il
a cui successe Roberto suo figlio, titolo di despota nell'Albania, fu
the nel ì 364 ebbe a successore molestata nella parte del continen-
l'unico suo figlio Filippo. Estinta te verso l'Epiro.
questa linea, ritornò Corfù al re In quest'anno stesso il re di Na-
di Napoli, ove nel 1867 regnava poli Ladislao, figlio di Carlo III
la regina Giovanna I. Nelle turbo- Durazzo, essendo stato acclamato l'e
lenze napolitane, Corfù sempre ma- d'Ungheria, e poscia essendo mor-
le inclinata al dominio del rito la- to il principe Lodovico d'Angiò,
tino, ebbe campo di scacciare i mi- cui non era rimasto che il princi-
nistri napolitani, e di erigersi in pato di Taranto, rinnovò le sue
repubblica come negli antichi tem- pretensioni sopra Corfù; ma per la
pi, ma la tenuità delle sue forze somma di trenta mila ducati ce-
non le permise di mantenervisi. I dette ai veneziani tutte le sue ra-
genovesi assalirono l'isola per sotto- gioni.
metterla, ed i suoi abitanti atterriti Nel r4o3 i genovesi fecero uno
furono costretti a. cercare altrove sbarco nell'isola, ma vennero re-
difesa. Non volendola, né potendola spinti con perdita. Per la sua po-
sperare dal regno di Napoli, in pre- sizione, e pei lavori fattivi dalla re-
da a grandissimi torbidi, non dallo pubblica veneta', indarno soventi
imperatore d'Oriente, ridotto ad una voltevenne assalita dai turchi, che
estrema debolezza, non dai despo- sempre mirai'ono a conquistaj-la, e
ti della Grecia per lo più tiranni, segnatamente nel i537 sotto ileo»
o giudicati troppo deboli per con- mando del famigerato Barbarossa,
trapporli alle flotte genovesi, pen- allorquando andarono a vuoto le
sai'ono di ricorrere ai veneziani lo- sue prove sull'Italia, a cagione del-
ro rivali nella potenza marittima. la lega conchiusa tra i veneti, il
La possente repubblica veneta com- Papa Paolo IH, e l' imperatore Car-
mise l'impresa al suo capitano del lo V. L'ammiraglio dell' imperatore,
golfo Adriatico Giovanni Miani, il Andrea Doria, mandò a vuoto gli
quale cautamente appressatosi col sforzi degl' infedeli, senza curarsi di
.

i34 COR C () I\

combatterli con dispiacere de' col- no mettere assedio alla piazza il


legati. Ma il maggior pericolo per primo d'agosto, e la tennero stret-
Corfù fu il tentativo formidabile, tamente assediata con sei mortari,
che fecero i tuj-chi suU' isola nel e sessanta pezzi di cannone , bat-
1
7 1 6, e se i veneti non erano aiu- tendola giorno e notte, intanto che
tati da' principi alleati, e in pecu- i difensori resistevano intrepidamen-
liar modo dal Pontetice Clemente te. Ai i8 agosto il comandante ot-
XI, i sarebbono stati sot-
corfiotti tomano volle fare nella notte un
tomessi al giogo ottomano. Ren- disperato tentativo, sperando di so-
dendosi sempre più baldanzosi i pi-affare il valore col numero. Difatti
tui'chi per le vittorie riportate, pre- nel primo impeto i turchi penetra-
sero quindi di mira gli stati au- rono nella piazza d'armi, ed occupato
striaci, la repubblica veneta, ed an- il bastione di s. Antonio, vi piantarono
che gli stati romani, al qual fine trenta bandiere. Ma accorsi il Lo-
erasi loro esibilo il perfido marche- redano, lo Sculemburgo, e France-
se Langallerie rinnegato francese sco Mosto provveditore della piaz-
Clemente XI, per iscansare tanto za, colla voce, e coU'esempio inco-
danno ai cattolici, in detto anno raggirono la guarnigione, che oppo-
1
7 1 6, ordinò pubbliche preci con se la più valida resistenza. E dopo
indulgenze, afFme d' implorare il ce- una micidiale, e tremenda lotta,
leste aiuto. Intanto a' 5 luglio l'ar- fu infine decisa la vittoria per una
mata navale ottomana comandata opportuna manovra del prode Scu-
da Gianun-Cogia, e composta di lemburgo, a cui ancor vivente ven-
quadre con barbare-
sessanta vele ne innalzata nella fortezza vecchia
sche, e alessandrine, quaranta ga- di Corfù una statua con epigrafe
leotte, e tredici galere, comparve onorevole d'ordine del senato ve-
nel canale, ed incominciò nel di neto, che gli dono
inviò pure in
seguente a sbarcare i turchi ch'e- una spada preziosamente guarnita,
rano accampati nella teri'a ferma, gratificandolo inoltre con decorosa
mentre il capitano generale veneto pensione. Però all' improvviso dopo
Pisani, erasi colle sue galere riti- r inazione, nella notte de' 2 i ago-
rato all' isoletta contigua detta Mer- sto, dicono in quella del ig
altri

lerà fuori del canale. Fu allora, che o 2 0, colpiti da panico timore i


piena di coraggio la flotta veneta turchi vergognosamente fuggirono
comandata Cornaro,
dal valoroso lasciando l'artiglieria, le ai^mi, il

entrò nel canale, ove seguì aspro bagaglio, le vettovaglie e sino degli
combattimento colla peggio dei tur- animali, Questo fatto dai buoni
chi, i quali non lasciarono di far cristiani venne attribuito al patro-
danno ai veneti, che introdussero cinio della B. Vergine Maria, e di
nella città di Corfù il provveditore s. Spiridione, e da ahi'i alla stre-

generale Antonio Loredano, ed il pitosa vittoria, che il principe Eu-


mai-esciallo conte Mattia di Scu- genio aveva riportato in Ungheria
lemburgo insieme ad opportuni
, sui turchi, a Petervaradino.
rinforzi di truppe tedesche. Indi gli Non deve passarsi sotto silenzio
ottomani formarono nel canale un quanto fece Clemente XI, come
cordone sino all'isola, per cui ad padre comune de' fedeli, oltre l'im-
onta degli sforzi dei veneti potero- plorato aiuto divino, a vantaggio
COR COR i35
tlolla repiibblica veneta, e tlell'isola truppe imperiali, siccome fecero con
(li CorfLi, Ottenne primieramente felice successo, dovevano attaccare
(lai principi cattolici la sagra lega i turchi per Clemente XI
terra.
in soccorso dei veneti, e dei cor- accordò all' imperatore le decime
fiotti ; spedi due galere e due na- ecclesiastiche per tre anni si negli
vi, oltre a cinque altre che prese stati che nel ducato di
austriaci,
a nolo, e consegnò al comando dei Milano, concedendogliele per cin-
cavalieri di Malta, al qual oggetto que anni nel regno di Napoli in
prese ad imprestito trecentomila ragione del sei per cento.
scudi per pagarne il nolo. Dal re L'isola di Corfù rimase in pa-
di Spagna Filippo V col suo zelo cifico possesso della repubblica di
ottenne quattro galere e sei navi Venezia sino 1797, il quale ces-
al
di linea, e da Giovanni Y re di sò quando Bonaparte, generale delle
Portogallo sei navi di linea, ed al- armate francesi repubblicane, portò
trettante minori, pel qual soccorso l'ultimo colpo alla veneta repub-
il Papa prorogò a Giovanni V il blica. Il celebre trattato di Campo
sussidio concesso nell'anno 17 12, ed F'orinio concesse ai francesi il pos-
altro ne accordò d' un milione di sesso di che già avevano
Corfìi ,

crociati sopra i frutti de' beni ec- militarmente occupata. Nel 1799 la
clesiastici del suo regno. Lo stesso flotta combinata dei turchi e dei
soccorso il re mandò nell'anno se- russi forzò l' isola a capitolare , e
guente sotto il comando di Men- fu riunita alle altre isole Jonie, che
doza, col quale Clemente XI si si costituirono in repubblica detta
congratulò per le vittorie riportate Settinsulare. Dopo la battaglia di
sugi' infedeli nel mare Egeo. Cosi- Marengo Bonaparte sottomise Cor-
mo III, granduca di Toscana, inviò fù, colle isole compagne alla pro- ,

in aiuto de' veneti quattro galere, tezione della Francia, che ne con-
il pei'chè fu ringraziato dal Ponte- servò il dominio sino al 18 4- In-
1

fice, e due ne mandò la repubbli- di, per le transazioni stabilite nel


ca di Genova, Tutte queste forze congresso di Vienna, divenne re-
marittime si unirono alle venete in pubblica divisa in otto cantoni sot-
Malta. Per questa spedizione Cle- to la protezione immediata della
mente XI impose sul clero d'Italia gran Brettagna, essendone la città
per cinque anni, il sei per cento di Corfù il capo luogo , e la sede
sui benefici ecclesiastici: domandò del governo.
un sussidio dai vescovi spagnuoli CORI. Città e feudo del Senato
e portoghesi, oltre a quello che in Romano {
Vedi).
mezzo alle angustie in cui trovava- CORI A [Caurien.). Città con re-
si, fece somministrare dalla camera sidenza vescovile di Spagna , nella
apostolica, e dal sagro Collegio dei provincia di Estremadura, chiamata
Cardinali. Finalmente si deve a anche Carità , e dai romani Cau-
Clemente XI la sospensione della riiim. E situala sulla piccola rivie-
guerra, che l' imperatore Carlo VI ra destra dell' Alagon, sulle frontie-
faceva alla Spagna, acciocché essa re del Portogallo, superiormente al-
aiutasse i veneziani. pure Da essa l'imboccatura di detto fiume nel
ottenne la promessa di ncm mole- Tago, in una fertilissima pianura.
stare i dominii austriaci, giacché le Le sue antiche muraglie ancora sus-
,

i36 COR COR


sislono, ed è difesa da un piccolo de, secondo Commaiiville, vi fu
forte posto sopra un' altura la cui istituita nel quarto secolo, e fu sot-

erezione rimonta al secolo XIV. Ev- toposta al patriarcato antiocheno


vi un J)el ponte di sette arcate, sul- e alla metropoli di Tarso, a cui è
r antico letto dell' Alagon, e conta soggetta, sebbene sia pur essa in
circa mille e settecento abitanti. partibiis. II regnante Gregorio XVI,
Questa nominata da
antica città, essendo vacante questo titolo ve-
Plinio, da Tolomeo, e da altri, era sco.vile per morte di monsignor Pie-

il capoluogo diun marchesato ap- tro de Urmeny, lo confei'ì colla di-


partenente ai duchi d'Alba. Ne' suoi gnità episcopale, nel concistoro dei
dintorni \i sono sorgenti minerali, a 7 aprile i84o, a monsignor fr.
ed un lago abbondante di pesce. Lorenzo Serafini da Camerata, del-
La sede vescovile di Coria si vuo- l' Ordine de' cappuccini ed allora ,

le ei'etta nel quinto secolo , o nei predicatore apostolico, che dipoi ai


primi anni del sesto. Fu sottoposta 25 maggio 1841 dichiarò vescovo
a Merida, e poi a Compostella, di assistente al soglio pontificio.
cui tuttora è sulfraganea. La cat- Avvi un altro Corico chiamato ,

tedrale è un elegante edificio, di anche Corges, Core, o Corgeigen-


gotica architettura, dedicata all'As- dam, città de' confini di Armenia,
sunzione della b. Vergine Maria. in cui i nestoriani istituirono un
Il capitolo, che prima era compo- vescovato col titolo di metropolita-
sto di canonici regolari di s. Agostino, no. Si conosce ancora un altro Co-
ha undici dignità,la prima delle quali rico, denominato anche Cliorachi-
è il decanOjdi quindici canonici com- sar, e Ckiire, città della prima Ci-
preso il teologo, e il penitenziere, di licia nella Caramania
con buon ,

sette beneficiati detti poriionarii, di porto e cittadella alquanto forte sul


diversi cappellani, preti e chierici mare della Cilicia, lungi venticin-
addetti al servigio divino. Nella cat- que miglia da Pompejopoli, e ses-
tedrale vi sono il fonte battesimale, santa da Tarso, per cui si vuole
molte sagre reliquie, e la cura par- che sia lo stesso Colico, ora titolo
rocchiale. Nella città yi hanno due in partihus. I francesi, ed i latini
altre parrocchie col sagro fonte, se ne impadronirono alla fine del
due conventi di religiosi, due mo- secolo decimo primo, e vi posero
nisteri dimonache, tre ospedali, e un arcivescovo di rito latino, sog-
il seminario. La mensa ad ogni getto al patriarca d'Antiochia. ]VIa
nuovo vescovo deve pagare di tassa non andò guari
che la città fu
,

quattrocento sessantaquattro fiorini, presa dai turchi. Gerardo, uno dei


come risulta ne' registri della can- suoi vescovi, intervenne nel 1 t36
celleria apostolica. al concilio di Antiochia, per l'affa-
CORICO , CoRYcus , o Churco. i-e di Radulfo.
Sede vescovile in partihus della CORIDALLA, Corydalus. Sede
Cilicia, neir Asiq minore. È situata episcopale, nell'esarcato d'Asia, sotto
nella costa del mare di Cilicia, cir- la metropoli di Mira, la cui ercr
ca sessanta miglia distante da Tar- zione, come si legge in Comman-
so, e quarantasei dall' isola di Ci- ville, rimonta al secolo quinto.
pro, presso il fiume Piramo. Si CORINTO, o CoRixzio, Corina
chiama anche Cliarachirar. La se- thus. Sede arcivescovile in parlibiis.
,

COR COR 137


celebre ed antica città della Gre- i corinti qjiattrocento e cinquanta-
cia, nel Peloponneso, situata presso nove anni prima di Gesù Cristo, e

l'istmo di tal nome: lingua di ter- guerra di Corinto del 4^9 fu


la

m che separa il golfo di Lepanto come il preludio di quella del Pe^


da quello d'Atene, e che congiun- loponneso sì famosa nella storia gre-»

ge il Peloponneso, o penisola della ca. Nell'anno 4^3 Arato, pretore


Morca, alla Grecia dalla parte del degli achei, sorprese la cittadella di
golfo di Lepanto, anzi è fra questo, Corinto, una delle più fòrti della
e quello d' Engia. L'origine di Co- Grecia per la sua elevazione, chia-
rinto è avvolta nella oscurità, e mata Acro-Corinto. Ne scacciò la
nella favola.Però la più comune guarnigione, che vi teneva Antioco
opinione le dà per fondatore Sisifo, re di Macedonia , e si cuoprì di
nell'anno ì^3 avanti l'era cristiana, gloria per tale azione. Questa città

e del mondo 2597. Fu chiamata ebbe pur parte nelle sciagure della

Centhyra, Epop^, Ephira, Birnarìs, Grecia sotto ilregno di Filippo il


ed anche Heliopolis, o città del So- Macedone, di suo figlio Alessandro,
le. Essendo stata salvata dalle fiam- e dei loro successori. Cicerone dice,
me, ovvero rifabbricata da Corinto che Corinto fu una delle tre città,
figlio di Pelope ed Oreste, prese il che romani slimarono degne, e
i

nome del suo secondo fondatore. I capaci di essere capitali di grande


corinti stabilirono diverse colonie, impero. Di nuovo fu governata dai
fra le quali la città di Corcira po- propri magistrati , e si sostenne in
scia Corfìj. Prima di formarsi in forme repubblicane sino all' anno
repubblica Corinto fu governata da 146 avanti l'era cristiana, in cui
alcuni re. Sisifo, e i suoi successori fu presa dal console Lucio Mum-
la possedettero più di tre secoli mio, saccheggiata, e distrutta. Non
sino a che gli Eraclidi , discendenti si può immaginare quante ricchezze
da Ercole si resero padroni del Pe- si perdettero, e furono consunte dal
loponneso, sotto la condotta di Te- fuoco in tale incontro. Basterà il

meno , ed Aristodemo
Creofonte ,
dire, che quel metallo tanto cele-
circa cinquantacinque anni dopo la brato, e conosciuto sotto il nome
presa di Troja. Alete vi si stabilì di metallo di Corinto, non era co-
nel ii3o innanzi Gesù Cristo, re- me credesi che un amalgama dei
gnò trentacinque anni, ed ebbe per metalli preziosi fusi da quell' incen-
successore Issione. Si contano do- dio. Giulio Cesare fece riedificare
dici re di questa famiglia nel pe- la città, e mediante una colonia
riodo di trecento e ventitre anni, romana la ripopolò. Quindi passò
che vi regnarono. Verso l'anno 807 al dominio degl' imperatori di o-
avanti Gesù Cristo venne istituito r lente, e della repubblica di Vene-
un magistrato annuale col nome di zia, alla quale nel i458 la tolse
Pritano, Prytane. Neil' anno 658 Maometto II imperatore de' turchi.
della detta era, Cipselo, e poscia Di poi fu riconquistata nel 1687
Periandro suo figlio , usurparono dai veneti, dopo la vittoria ripor-
una specie di signoria sui corinti. tata da essi a Patrasso. Il coman-
Corinto ebbe una gran parte nel- dante turco, perduta la battaglia,
le guerre, che si fecero in Grecia. si l'itirò in Corinto cogli avanzi del-

Leocrate, generale ateniese, sconfisse l'esercito, ma il prode generalissi-


i38 COR COR
ino Moi'osini Io inseguì colla sua tue di legno. Anco la Fortuna a-
flotta aumentata da quattordici ga- veva quivi il suo tempio avente da
lere prese sotto il castello di Le- presso quello dedicato alla madre
jianto, intanto che il conte di Ko- degli dei, al quale da canto stauna
uigsmark avanzavasi dalla parte di bella fonte decorata dalla statua di
terra. Ridotto il serraschiere alla di- bronzo rappresentante Nettuno. Ver-
sperazione, mise fuoco ai magazzi- so il Lechaeum eravi una specie di
ni , ed ai luoghi principali della porticato sulle cui fronti stavano due
città, e se ne fuggì verso le mon- carri dorati, l'uno condotto dal so-
tagne di Tebe, per cui i veneziani le, da Fetonte. Ai lati di que-
l'altro
s' impadronirono della città e della si trovavano le belle sta-
sto portico
cittadella, che rimasero in loro po- tue in bronzo di Ercole, Mercurio,
tere sino al 1715, di cui i turchi, Nettuno, ed altre. Anche i bei ba-
essendosi di nuovo impossessati ,
gni di Corinto erano decorati di
conservano tuttora il dominio. statue. Siccome il paese abbonda-
Considerata viene Corinto come va di sorgenti, così eransi distri-
la chiave del Peloponneso, ed era buite fontane per tutti i quartieri
anticamente una delle città più bel- della città, ma la più considerabi-
le della Grecia, gareggiando con le proveniva da Stinfalia nell'Arca-
Tebe, Sparta, Argo, e con la stessa dia, per mezzo di un acquedotto e-\
Atene. Era ornata di magnifiche e dificato dall'imperatore Adriano, che
sontuose fabbriche, come di templi, aumentò pure il numero de'bagni.
palazzi, teatri, portici, sepolcri, bagni Nella strada, che conduceva a Si-
ec, abbelliti da innuraerabili statue clone, eravi il tempio di Apollo;
lavorate dai più celebri artisti, di co- quello di Minerva Chaliiiilis tocca-
lonne, piedistalli, e cornici di tal ec- va quasi il teatro , ed era situato
cellente architettura, che merita- dietro la tomba dei figli di Medea.
rono di aver un nome e un posto In quel luogo erigevasi una statua di
particolare tra i cinque ordini ar- legno rappresentante Ercole, opera
chitettonici, cioè r ordine Corinto, o di Dedalo. Il tempio di Giove Co-
coriiilio. Soprattutto erano mirabili rifeo stava nella parte superiore
il suo splendido, e vasto teatro; lo del teatro, ed in vicinanza trovavasi
stadio, o luogo per la corsa, costrut- un antico ginnasio, presso la fonta-
to di marmi ; il tempio di Nettuno, na Lerna cinta da colonnati con
che distinguevasi per l'interno de- sedili: indi poco distanti innalza vansi
corato dalle offerte consagratevi da i tempi di Giove e di Esculapio. Ma

Ercole Attico ( fra le quali primeg- lungo sarebbe il descrivere tutti gli
giavano quattro cavalli tutti dora- altri templi, e le statue, che ammi-
ti, ad eccezione dei piedi ch'erano ravansi dentro e fuori della città,
d' avorio ), oltre molte statue pre- il cui sobborgo detto il Craneo,
ziose. Uno dei lati della strada, rinchiudeva un bosco di cipressi.

che conduceva a tal tempio, era Corinto, una delle più importan-
fiancheggiato da statue di atleti ti città per antichità, per situazio-
vittoriosi ne'giuochi istmici, e l'al- ne, per la cittadella, pe'suoi porti,
tro lato lo era da una linea di pi- per le sue ricchezze, pe'suoi famosi
ni. La Diana di Efeso stava nella monumenti delle arti, non meno che
pubblica piazza, con altre due sta- per le sue vicende, produsse nomi-
COR COR iSg
ui celebri nelle arti, nelle scienze, e bato non lasciava di recarsi alla

persino de'santi. A' nostri giorni è sinagoga, afiìne di predicare Gesù


interamente decaduta dal suo an- Cristo ai giudei, e particolarmente
tico splendore, ed è città poco po- ai gentili, giacché i primi avevano
polata della Turchia europea, nella il cuore indurato. Tuttavolta, oltre
Morea sangiaciato. Vi si osserva- vina moltitudine di gentili, conver-
no molte moschee cinte di ci- ti e battezzò Crispo capo della sina-
pressi, e qualche chiesa greca. Gli goga con tutta la sua famiglia, e
avanzi della sua prisca grandezza sodamente stabili la chiesa di Co-
sono ben pochi, e fra essi annovera- rinto.
si la cittadella Acro-Corinlhus, che Recatosi ad Efeso, verso l'anno
domina la città. Fra le sue sorgen- 56 dell'era cristiana, scrisse la pri-
ti racchiude la famigerata- fontana ma lettera a que' di Corinto, dopo
Pirene, parecchie cisterne, qualche essere stato visitato da Apollo pri-
ino.«;^hea, qualche chiesa greca, ec. mo loro vescovo, che insieme a tre
Dei due porti dell'antico Corin- deputati dei Corinti, gli rappresen-
to, il Lechaeum nel golfo di Le- tò i varii punti di domma, e di di-
panto, ove veggonsi le vestigia di sciplina, che tenevano separati i con-
un vecchio molo, è ancora quello vertiti, massime sulle osservanze mo-
della nuova città. L' altro antica- saiche. L'Apostolo procurò di rime-
mente chiamato Conchreae, oggidì diai'e colle sue lettere a cose di
Kekhrios, nel golfo di Alene, è as- tanta afflizione, e nel prendere prov-
sai poco frequentato. Il commercio videnza su di un peccatoi'e diede
di Corinto è qualche
tuttora di un esempio della scomunica, anche
considerazione. Il clima è malsa- per coiTeggere la grande dissolutez-
no per cui i suoi abitanti, che su- za, che allora era in Corinto, in cui
perano il numero di quattromila, mille schiave si prostituivano perono-
nella stagione di autunno si recano rare Venere, che vi aveva tempio, e
altrove. culto. Siccome la prima epistola di
La chiesa di Corinto ebbe origi- Paolo ai Corinti li aveva corretti
ne dalla predicazione del vangelo soltanto in parte, s. Paolo ne scris-
fatta dal dottore delle genti l'apo- se una seconda, alla quale avea da-
stolo s. Paolo. Era allora Corinto to argomento la relazione di Tito,
la città piìx considerabile della Gre- suo discepolo, pei gran falli che
cia, anzi considerata veniva la me- commettevansi per la incapacità, e
tropoli di essa, dopo la decadenza per la contrarietà dei dottori, che
di Atene e di Sparta. Paolo \i pre- malignamente mettevano in oppo-
dicò la fede ne' diciotto mesi che sizione la sua dottrina con quella
vi dimorò, ed in quel tempo fu degli apostoli, oltre i più odiosi
alloggiato dal giudeo Aquila giunto confronti. ConsegnoUa al medesimo
di fresco da Roma, donde era sta- Tito all' evangelista
, e san Luca.
to obbligato di uscire colla moglie Paolo aveva convertito nella sua
Priscilla, e con tutti quelli di sua dimora in Corinto anche Sostene,
nazione pegli ordini dell'imperato- altro capo della sinagoga e da ,

re Claudio, lavorando Paolo col Corinto scrisse la sua epistola ai


suo albergatore tende di cuoio ad Romani. S. Paolo non fu il solo ad
uso de'militari. Nei giorni di sab- annunziare il vangelo ai Corinti, ed
.

i4o COR COR


ai ))opoli circonvicini. L' apostolo s. sogno per proseguire il suo viaggio
Andrea loro pure Gesù
predicò d' un cavallo, un nobile uomo glie-
Cristo, e daU'Acaja, dove mori, le ne fornì uno talmente mansueto,
sue reliquie fiirono recate iu Co- che serviva alla consorte di lui.
stantinopoli. Il martirologio fa an- Dopo che il Pontefice l' ebbe u-
cora menzione di Timone, uno dei sato, rimise il cavallo al proprie-
jM-imi sette diaconi, e di Sostene, tario, quando con meraviglia venne
ehc hanno sollcrto il martirio in osservato, ch'era divenuto così furi-
Corinto. bondo, che mai acconsentì che la
È
noto in qual conto sia stata signora più lo cavalcasse, da che
«nticamente tenuta una lettera di aveva servito il vicario di Gesù
s. Clemente I Papa, scritta a no- Cristo. Divenuto adunque il caval-
me della chiesa di Roma a quella lo inutile ai padroni, lo inviarono
di Corinto, fra le quali chiese per essi in dono al Pontefice. Forse da
attestato di s. Dionigio vescovo di sì mirabile avvenimento avrà avu-
Corinto, allegato da Eusebio nel to origine nel volgo la credenza o
lib. IV, e. 22 , correva somma in- tradizione, che un cavallo una vol-
telligenza ed unione. Il santo ve- ta clie fosse stato cavalcato dal Papa
scovo era solito di far leggere le non dovesse servire ad uso di altra
lettere romani Pontefici nelle
de' persona.
sagre adunanze della domenica Le notizie ecclesiastiche della il-
Quindi abbiamo, che da Innocenzo lustre chiesa di Corinto riportano,
111, per corrispondere in certo modo che nel primo secolo divenne seggio
alla particolare venerazione dimo- vescovile, che nel quarto, o nel quin-
strata, finché visse, ai successori di to secolo fu elevata al grado di
s. PietrOj furono poenìtentihu.';, et metropoli avendo per sulFraganee
confessis (faadraginta dies de injuii- le seguenti chiese : Argo, Cefalonia,
ctis poenitentiis rclaxali hìs, qui Zacinto, Damla o Damala, Helice,
ad s. Dionyiium, relìquias s. Dio" Tegea, Zamena, Monenbasia ec. Il
nysii Corinthioruni episcopi, vene- Pontefice s. Gregorio I mandò al
raturi, accederent, come sulla testi- meti-opolitano il sagro pallio, come
monianza di Guglielmo Nangia, primate di tutta l'Achea. Dipoi i
Spicilcg. tom. Il, p. 5or, hanno veneziani vi fecero erisreré un seer-
osservato il Mabillon nella praef. gio arcivescovile pei latini per tut-
al secolo V degli annali benedetti- ta la Morea, con la residenza a Mo-
ni LXXII, e il p Eusebio Amort, nenbasia. Poscia vi si un
stabilì arci-
nella Storia delle indulgenze. vescovo di rito greco con un solo
Non deve passare sotto silenzio,
si suffraganeo. Al presente Corinto, o
il soggiorno fatto da un sommo Pon- Corinzio, è titolo arcivescovile in
fice nella città di Corinto. Papa partihus , che conferisce la santa
s.Giovanni I da Roma fu chia- Sede, eche ha per sufTraganei i
mato a Ravenna dal re Teodorico, titoli egualmente in parlibus di Ar-
seguace, e protettore degli Ariani, go, Megra, Messenia, e Tegea, che
e nell'anno 525 fu spedito a Costan- pure la Sede apostolica dà ai ve-
tinopoli per conseguire tre cose scovi in parlibus. Clemente XIII, M
dall'imperatore Giustiuo^ Arrivato nel 1758, solennemente consagrò ^
il Papa a Corinto, ed avendo bi- iu arcivescovo di Corinto in parli-
COR COR i4r
bus, il Cardinal duca dì Yorck, fi- nome, più grande delle contee
la

glio di Giacomo III re cattolico di di Irlanda. Giace sulle due rive, ed


Inghilterra. Dipoi il Pontefice Pio in un' isola della Lee un poco su-
VI consagrò in arcivescovo di Co- periormente all'imboccatura di que-
rinto monsignore Giuseppe Spina, sto fiume nel porto di Cork. Cin-
che Pio Vii creò Cardinale. Attual- que ponti attraversano la Lee e ,

mente la città chiamasi anche Co- quello di Patrik è di una elegante


ralità, e vuoisi che ancora sussista costruzione. La città viene chiama-
la principal chiesa chiamata Pana- ta pure Corck o Corcach, è di fi-
gea dedicata alla beatissima Vergi- gura ovale, piuttosto forte con mol-
ne. Il Lenglet, all'anno 197 delle te strade larghe. Vasti , e di sem-
sue Tavolette cronologiche, registra plice architettura sono i pubbli-
un concilio di Corinto, per altro ci edilìzii. Si distinguono , oltre
non approvato. le dogana
chiese la piazza o
, la ,

COillO o CORI Marcellino, mercato, dei comodi ospedali , due


Cardinale. Marcellino Corio o Cori, teatri la piazza d' armi decorata
,

patrizio di Milano, nacque nel 1664. della statua equestre del re Gior-
Ottenuta la laui-ea di giurispruden- gio II, e le caserme. Il porto di
za nel 1686, fu ascritto tra gli av- Cork è rinomato per la sua sicu-
vocati ; e poi passato a Roma sot- rezza : i forti di Carlisle, e di Cam-
to Innocenzo XII nel 16945 divenne den ne difendono che è l' ingresso,
avvocato concistoriale. Successiva- lungo, e stretto. Da ultimo venne-
mente percorse una onorevole car- ro fortificate le isole di Spike, e di
riera prelatizia, e venne arricchito Haulbowline, che stanno in vicinan-
di ecclesiastici benefici. Nel maggio za . Cork ha inoltre Tarsenale, i
del 1
7 5 sotto Clemente XI
1 fu cantieri da costruzione, una borsa,
eletto votante di segnatura, quindi società di dotti, e molti stabilimen-
divenne uditore di rota, e poi de- ti di carità. Questa città fornisce
cano degli stessi uditori. Fu anche carni salate a quasi tutte le flotte
reggente della penitenzieria, e nel mercantili, e di guerra dell'Inghil-
1734 governatore di Roma. Final- terra. Molte case bancarie ricchis-
mente in premio de' suoi meriti sime facilitano il commercio , ed
Clemente XII, i5 luglio del 1789,
a' ivi risiedono molti consoli stra-
lo creò Cardinal diacono di s. A- nieri. La città manda due membi-i
driano; lo ascrisse alle congregazio- al parlamento, e il numero de'suoi

ni dei riti , della consulta , dell'im- abitanti è di oltre centomila. Cork


munità ed dopo di essei'e
altre. Ma venne fondata nel sesto secolo pro-
intervenuto all'elezione, ed ai co- babilmente dai danesi, e riconobbe
mizi di Benedetto XIV , consunto la sovranità di Eurico lì nel secolo
dalle fatiche, mori a Roma nel XII. Nel 1688 la occupò Giacomo
1742 di settantotto anni, e tre di II re cattolico, ma la riprese nel
Cardinalato , e venne sepolto in 1690 il conte di Marlborough.
chiesa a san Carlo al Corso. La sede vescovile fu fondata nel
CORK (Corcagien.). Città con re- finire del sesto, o sull' incomincia-
sidenza vescovile nell'Irlanda, ca- mento del settimo secolo, e s. Fin-
poluogo della provincia di Munster baro, che altri chiamano Arro, o
o Momonia, e della contea del suo Rarroco , ne fu il primo vescovo.
, ,

14^ COR COR


Era stato egli allevato prima nel mo- CORNARISTI. Discepoli del fa-
iiisteio Lough Eirc, ove si reca-
(li moso entusiasta Teodoro Cornhert,
va chiunque amava istruirsi nelle segretario degli stati di Olanda. Non
scienze, e nella virtù. Ben presto professava egli setta di sorte alcu-
fu popolato il deserto in cui era na; anzi tuttele combatteva, ad-

situato il monistero, che diede ori- ducendo che diveniva indispensabile


gine alla città di Cork , e di cui una generale riforma; però se la
veramente fu fondatore il suo di- intendeva bastantemente bene coi
scepolo s. Nessano, e successore nella calvinisti. Non si creda poi che
scuola del Finbaro
monistero. S. disprezzando le sette , foss' egli al-
morì a Cloyne, sede vescovile che meno cattolico; tutt' altro : la Chie-
nel 600 circa avea fondnto l' altro sa romana era da lui riguardata
suo diccepolo s. Colmano. Divenne siccome le altre dell'eresia. Ammet-
questo vescovato suffraganeo di Cas- teva il consueto principio dominan-
hel , e poscia a lui riunironsi le te in quei giorni, che ognuno, cioè,
sedi di Cloyne, e Ross, di poi se- riesce giudice legittimo del senso
parate. La cattedrale antica si vuo- scritturale. Se il principe di Orango
le da s. Finbaro; l'attuale
edificata non l'avesse difeso, i nemici di lui
fu compita nel 17 35. Il clero è non si sarebbero contentati d' in-
formato di parrochi, e di vicari, e giuriarlo soltanto.
vive dei proventi parrocchiali , e CORNARO Marco, Cardinale.
delle pie oblazioni de' fedeli, i qua- Marco Cornaro nacque a Venezia
li si fanno ascendere a più di due- da nobile famiglia, ed era parente
cento ottanta mila. Le parrocchie della regina di Cipro. Divenuto pro-
sono trentatre, oltre molte cappel- tonotaiio apostolico^ Alessandro VI
le vi sono anche i conventi dei
: a' 28 settembre del 1 5oo lo creò
domenicani, fi-ancescani, agostiniani, Cardinal diacono di s. Maina in
e carmelitani. Oltre il seminario Portico; di poi ebbe la diaconia di
che contiene circa trenta alunni s. Maria in Vialata; fu arciprete
evvi un buon numero di scuole della basilica vaticana, patriarca di
cattoliche. Costantinopoli, e vescovo di Verona
CORMACO (s). Questo santo nel j5o3 per volere di Giulio li. Nel
viene dai calendari di Irlanda ri- I 5 1 7 sotto Leone X fu vescovo di
coidato nel giorno 1 2 settembre , Padova, e nel i5i9 di Nardo colla
ed onorato quale abbate di esimia legazione della provincia del Patri-
santità. Da Usserio abbiamo eh' e- monio. Impose la tiara pontificia
gli abbia visitato s. Colomkillo, di ad Adriano VI, e Clemente VII,
cui parla Adamnano, nel lib. 3, sotto del quale nel \5i\ passò
e. 117. Visse questo santo nel se- al vescovado di Palestrina. Fu be-
sto secolo. nemerito delia chiesa di Verona, e
CORNA, CARNA seu CANNA. vi stabilì come un seminario per
Sede vescovile dell'esarcato di Asia, alimentare trentasei giovanetti, che
nella provincia della Licaonia, sotto volessero applicare agli studj. I som-
la metropoli di Iconio^ che secondo mi Pontefici del suo tempo lo stima-
Commanville nel quinto secolo in- rono, e lo commendarono altamente.
cominciò ad essere seggio episco- Da ultimo, dopo esser concorso all'ele-
pale. zione di Pio HI, Giulio II, Leone X,
,

COR COR 143


Adriano VI, e Clemente VII, morì a al concistoro in lettiga, ciò che fa-

Venezia nel i524, ventiquattro an- ceva senza mai lamentarsi. Morì a
ni dacché era Cardinale e fu se- , Viterbo nel i534> mentre era dive-
polto in chiesa di s. Giorgio Mag- nuto vescovo di Palestrina, dopo esser
giore, o, secondo altri, del ss. Sal- concorso all'elezione di Paolo IH,
vatore. di sessantacinque anni, e sette di
CORNARO Fbancesco, Cardina- Cardinalato, e fu sepolto a Venezia
le.Francesco Cornaro nacque nel in chiesa del ss. Salvatore, o in s.

1469 da nobile patrizio di Venezia, Giorgio Maggiore.


ed era fiatello del Cardinal Marco, CORNARO Andrea, Cardinale.
e come egli nipote alla regina di Ci- Andrea Cornaro era nobile venezia-
pro. Avendo sortito un spirilo mar- no nato nel i5ir, nipote del Car-
ziale, in parecchie campagne diede se- dinal Francesco Cornaro^ ammira-
gni di valore e soccorse Padova
, bile per la sua destrezza negli af-
stretta d'assedio. Nella sua giova- firi pili Divenuto cherico
difficili.

nezza viaggiò molto; visitò i luoghi di camera, e sotto Clemente VII


santi in Palestina, e n'ebbe da quei nel i532, per rinunzia del Cardi-
baibari contumelie e battiture. Ri- nal Francesco suo zio, vescovo di
tornato in patria, servì la repub- Brescia, a' 16 dicembre del i544>
blica esercitando magi-
parecchie da Paolo III fu creato Cardinal dia-
strature, e disimpegnando alcune cono di s. Teodoro, donde passò
ambascerie, tra le quali a Carlo V alla diaconia di s. Maria in Domni-
come Spagna, e poi come
re di ca ; indi venne provveduto col-
imperatore. Quindi pervenuto a Ro- r arcivescovato di Spalatro. Po-
ma, Clemente VII ai 20 dicembre scia ebbe da Giulio III la le-
del 1527, benché non ancora ton- gazione nella provincia del Pa-
surato. Io creò Cardinal prete di s. trimonio; ed intervenne, da vesco-
Pancrazio, ed arciprete della basilica vo, ad alcune sessioni del concilio
vaticana; indi gli affidò l'amministra- tridentino. Fu al conclave di Giu-
zione della chiesa di Brescia, cui ri- lio III, e morì a Roma nel i55r,
nunziò al nipote Andrea Cornaro. Seb- di quaranta anni e sei di Cardi-
,

bene non ascritto alla cheiicale mili- nalato. Ebbe sepoltura in chiesa di
zia, perchè non si dubitasse della va- s. Giorgio maggiore a Venezia, nel-
. lidità di sua promozione alla sacra la tomba de' suoi antenati.
porpora, il Papa pubblicò un bre- CORNARO Luigi , Cardinale.
ve a confermarlo Cardinale. Dottis- Luigi Cornaro, nipote di Caterina
simo eh' era neU' idioma del Lazio, regina di Cipro, e veneto patrizio,
parlava francamente latino, ed i suoi nacque nel i5i6. Fu gran priore di
pareri nei concistori si tenevano per Cipro, e arcivescovo di Zara, e da
oracoli. E a notarsi che quantun- GiulioIII a' 20 dicembre del i55i
que nella prima sua età non avesse venne creato Cardinal diacono di s.
applicato alle lettere, datosi poscia Teodoro. Poscia ebbe da Pio IV
con impegno allo studio acquistò r amministrazione della chiesa di
vaste cognizioni. Preservò il suo greg- Bergamo nel dominio veneto; e nel
ge dalla eresia, che infestava la Ger- i56o quelle di Treguier nella Bret-
mania, e la Rezia. Tormentato da tagna, e di Trah nella Dalmazia ;
acuti dolori di nervi, dovea recarsi indi presiedette alla congregazione
,

i44 COB COR


tenuta per 1' affa re dei Caraffi; nel città Padova, consacrata dipoi
di
i5'jo fu camerlengo della S. R. C. nel i588 da monsignor <Jiannotti
collo sborso di seltantamila scudi spesi arcivescovo di Urbino. Da vescovo
nella guerra contro il Turco, e con- di Bergamo scrisse della traslazione
tribuì a questa guerra a nome an- dall' antica alla nuova cattedrale,
che della repubblica. Nel iSyi eb- pel fortificamento della città, per-
be r incarico di alienare i censi im- chè dalla chiesa di sant' Alessan-
posti ai fondi ecclesiastici. Da ul- dro si traspoitarono le reliquie
timo, dopo essere concorso alla ele- dei Santi, con altre antiche e re-
zione dei Pontefici Marcello li ligiose memorie, alla nviova basi-
Paolo IV, Pio IV, s. Pio V, e Gre- lica di s. Vincenzo. Quindi Sisto V,
gorio XIII, mori a Roma nel i584 a' 18 dicembre del i585, a premio
di sessantotto anni , e trentatre di delle virtìi di lui, lo creò Cardinal
Cardinalato, e fu sepolto in chiesa prete di s. Stefano nel Montecelio, e
di s. Maria a Trevi. colla presidenza dell'annona in tutto
CORNARO Federigo, Cardina- lo stato ecclesiastico, essendo già pri-
le.Federigo Cornaro. patrizio veneto, ma cherico di camera. Nel conclave
detto seniore nipote al Cardinal
j di Urbano VII, morì nel iSgo di
Luigi di tal nome , nacque nel sessanta anni , e cinque di cardina-
i53o. Dopo uffizi onorevoli sostenuti lato, e fu sepolto con onorevole
in patria, divenne cavaliere di Mal- iscrizione. A memoria di lui Gre-
ta; poi per rinunzia dello zio con- gorio XIV fece innalzare uno splen-
seguì il priorato di Cipro, ed il dido mausoleo nella chiesa di s. Sil-
vescovato di Tzau nella Dalmazia; vestro nel Quirinale, con epitaffio
nell'anno i56i sotto Pio IV ebbe onorevolissimo composto dallo stes-
quello di Bergamo; e nell'anno 1577 so Pontefice.
da Gregorio XIII quello di Pa- CORNARO Francesco Cardi-
dova, colla nunziatura di Venezia, nale. Francesco Cornaro, nobile pa-
visitandone le chiese per istabilire trizio veneto nato nel i548, fra-
in esse i decreti del Tridentino. 4 tello del doge Giovanni e nipote
Padova fondò il seminario; stabilì dei due Cardinali Luigi e Federi-
in città due monisteri di s. Sofia, co, di castigati costumi e peritissi-
e degli Ognissanti; vi tenne tre vol- mo in legge, ebbe da Gregorio
te il sinodo a riformare il clero, XIII nel 1377 la chiesa di Trevi-
ed il popolo; migliorò d'assai il pa- gi. Andato a Roma, per la sua
lazzo episcopale , facendolo adorna- pietà, perizia nella legge, prudenza,
l'e della serie di tutt' i vescovi suoi e cortesia, fuda Sisto V ascritto
predecessori coi loro titoli ed in- ai camera, e poi da Cle-
chierici di
segne; intervenne a quattro concili mente Vili a'5 giugno del i SgG
provinciali tenuti da s. Carlo Bor- venne cieato Cardinale prete di s.
romeo a Milano; a Ruathagro nel Martino. Da vescovo, se non era
territorio di Padova fabbricò una, assolutamente impedito, accompa-
con cappella per ivi riunirsi
celletta gnava sempre il ss. Viatico agi in-
in raccoghmento; gettò le
sacro fermi con divozione singolare. Prov-
fondamenta con gran solennità delia vide al suo clero nel miglior modo
chiesa dei ss. Apostoli Simeone e possibile con frequenti sinodi e ve-
Giuda dei Teatini nella medesima gliantissime cure sovvenne general-
:
COR COR li'?

mente a'poveri, ed a sue spese man- te clero, non trascurando il già


tenne chierici nel seminario. Da cresciuto e dotto. Ma pieno di an-
ultimo mori a Roma nel iSgg, di ni, e afflitto dalla podagra, rinun-
5i anno, dopo breve Cardinalato, e ziò a quella chiesa patriarcale, con
fu sepolto in chiesa di s. Silvestro dispiacere di tutta la diocesi. Di-
nel quirinale innanzi la cappella del messo poscia il titolo di santa Ma-
Crocefisso. ria in Trastevere, nel 1 652 sotto
CORNARO Federico, Cardinale. Innocenzo X, ebbe il vescovato di
Federico Cornaro, appellato iunio- Albano, e dopo il conclave dello
doge di Venezia, e ni-
re, figlio del stessoPapa morì a Roma nel i653
pote del Cardinal Francesco Coi"- di anni yS, e 27 di Cardinalato.
naro gran priore di Cipro, nacque Ebbe onorata tomba nella cappella
nel 1 58o. Divenuto nella universi- di s. Teresa da lui fondata in chie-
tà di Padova assai perito nelle scienze, sa a s. Maria della Vittoria. Al
slabiTi in sua casa una fiorita acca- collegio di propaganda lasciò un
demia che lo elesse a suo principe: legato di trentamila scudi.
poi di ventitre anni recatosi a Ro- CORNARO Giorgio, Cardinale.
ma, ottenne da Clemente Vili un Giorgio Cornaro , nobile patrizio
chiericato di camera. Nel 1622 eb- veneto, fratello di Gio. Cornaro do-
be da Gregorio XV
la chiesa di ge di Venezia, nacque nel i658.
Bergamo, e 19 gennaio del 1626,
a' Divenne nel 1662 cavaliere della
Urbano Vili lo elevò al Cardinala- Croce di Malta, gran priore di Ci-
to, col titolo presbiterale di S. M. pro, servì alla repubblica in uflìzi
in Traspontina. Senonchè le leggi molto onorevoli, ricusò l'ambasce-
della repubblica non permettevano ria di Francia, e scorsa quasi tutta
ai parenti del doge di accettare di- l'Europa, nel i6go recossi a Ro-
gnità di sorte; il perchè il modera- ma , sotto il Pontefice Alessandro
tissimo doge padre ai Porporato no- Vili, che Io ascrisse ai protonotari
vello si dimise dalla dignità: del che apostolici. Già tonsurato dal b. Gre-
contento il che la
senato dichiarò gorio Barbarigo, successivamente fu
sublimità del Cardinalato non veniva fatto presidente della camera, con-
compresa nel divieto. Urbano Vili sultore de' riti, provvisor di sa-
nel 1625 gli conferì la chiesa di Vi- nità in tempo di peste , legato al
cenza, e nel 1619 quella di Pado- littorale dell' Adriatico, per tener-
va, quindi nel i632, il patriarcato vi lungi quel flagello. Sotto In-
di Venezia. Là diede segni di straor- nocenzo XII, divenne arcivescovo
dinaria liberalità, e munificenza; e- di Rodi, nunzio alla corte di Por-
difìcò il seminario demolito per la togallo, ove zelò r immunità eccle-
nuova erezione della basilica di s. Ma- siastica, e si condusse con tale de-
ria della Salute; migliorò l'archivio, strezza a favore della
s. Sede, che lo

e vi fabbricò contiguo un oratoiùo stesso Innocenzo XII, ai 22 luglio


a s. Ivo avvocato de'poveri, ridonò 1697, lo creò Cardinal prete de' ss.
all'antico lustro un'accademia di no- Apostoli. Quindi ottenne la chiesa
bili giovanetti, abbandonata, e la- di Padova, cui resse da ottimo pa-
sciò il fondo per una messa quo- store, e dopo esser concorso alle
tidiana solenne. Institui colla miglior elezioni di Clemente XI , e Inno-
regolarità e disciplina il suo nasceu- cenzo XIII, morì a Padova nel
voL. XV a.
, ,

i46 COR COR


1722 a' 9 agosto, cioè tre giorni tnzione :d pontificato incorso il pri-

prima del fratello doge, di sessanta- mo antipapa Novaziano, prete ro-


quattro anni, e venticinque di Car- mano, bendiè, come si ha dagli an-
dinalato. Fu sepolto in quella cat- nali del Laronio, assistessero alla
tedrale nella tomba comune agli elezione di Cornelio, oltre il clero
altri vescovi di Padova della sua e popolo romano, sédici vescovi.
famiglia. Fu membro delle congre- Da Eusebio, Hist. Eccl. lib. 6. cfip.
gazioni dei vescovi e i-egolari, dei 35, si apprende quanto già fosse
riti, del concilio, e della consulta. numeroso il clero romano. In un
CORNARO Giovanni, Cardinale. concilio tenuto in Roma, con ses-

Giovanni Cornaro, nobile venezia- santa vescovi, scomunicò l'antipapa


no, nacque ai 3o giugno 1720 ed eretico Novaziano [Vedi). Con
nella città di Venezia. Percorsa la questo falso Pontefice furono altresì

carriera degli studi ecclesiastici, fu scomunicati gli eretici suoi seguaci,


ammesso nella romana prelatura, e che insegnavano non poter la Chie-
quindi venne nominato uditore del- sa ammettere i caduti nella perse-
la sagra rota per la sua nazione, cuzione, e perdonare ad essi. Della
donde Pio VI nel 1775 Io pro- santità di questo Pontefice fanno i

mosse alla cospicua carica di go- più encomi san Cipriano


chiari
vernatore di Roma, e nel concisto- neir epistola ad Antoniano, e san
ro del primo giugno 1778 lo creò Paciano nell' epist. 3 ad Sympron.
Cardinale dell'ordine de' diaconi Fu rilegato in Civitavecchia, per
conferendogli di poi la diaconia di orditie di Gallo imperatore, dove
s. Cesareo. Nominollo pur membro compì gloriosamente i suoi giorni,
delle congregazioni cardinalizie del confortato da frequenti lettere, che
concilio, de' sagri riti , della ceri- a lui metteva da Cartagine il

moniale, e della visita apostolica. santo vescovo Cipriano. Il marti-


Neil' età di sessantanove anni ter- rio di lui avvenne il dì i4 set-

minò di vivere in Roma a' 29 mar- tembre dell' anno 255 ; le sue
zo 789. Le sue esequie decoro-
1 spoglie mortali furono trasportate
samente, giusta il costume, furono in Roma, e sepolte nel cimitelo
celebrate nella chiesa di s. Marco, di Calisto; indi nella chiesa di s.

da dove il suo cadavere imbalsa- Maria in Trastevere. Del luogo


mato, e chiuso nelle tre solite cas- modo, e tempo, in cui morì s.
se, pi'ivatamente fu trasportato alla Cornelio, scrisse il Pnpebrochio una
chiesa di s. Cesareo, uella quale venne dissertazione nel Pro'pfl. di maggio,
sepolto come sua diaconia, con mar- pag. 34. Va notato, che le lettere
morea iscrizione, che ricox'da le scritteda questo Pontefice a s. Ci-
qualità, e i pregi di cui era fornito. priano, ed altri, non tutte sono ge-
CORNELIO (s.) Papa XXII, nuine. Dicesi aver ordinato, che
prete Romano, figliuolo di Calisto, niuno giuramento dai chie-
esigesse
o Castine della iiobilissima famiglia rici, se non che per confermare la

degli Ottavi, o sia de' Corneli, fu propria fede che chiunque giurasse
;

innalzalo alla cattedra Pontificia, sarebbe cosa onesta che il facesse


contro sua voglia, ed umilmente ri- essendo digiuno ; e che niuno fosse
pugnante, nel mese di aprile del- costretto al giuramento prima di

l'anno 214. Per questa sua esal- aver compilo quattordici unni. In
COR COR 147
(lue ordinazioni neldicembre s, Cor- Cornuetum, Castrimi Inuì e Ca-
nelio creò sette, ovvero otto vesco- strimi Novuììi. Questa città fu edi-
vi, uno o quattro preti, due o quat- ficata tre miglia lungi dal mare me-
tro diaconi. Governò la Chiesa luj diteri'aueo, su ridente collina sulla
anno e più di quattro mesi, e dopo riva sinistra del fiume Marta, e po-
la gloriosa sua morte, vacò la sede co distante da quella destra del
un inese,e cinque giorni. P^. il Til- Mignone, ed in mezzo ad altre fe-
lemont, Hisl Eccl. tom. Ili, p. 470. lacissime colline, il cui poco salu-
CORNELIO D^LLA Pietra. Cor- bre clima è oggi notabilmente mi-
neliusa Lapide. Scrittore e teolo- gliorato, per le vaste piantagioni e-
go del secolo decimosettimo nato , seguite. Si ritiene abitata dai nuovi
a Buckhot, diocesi di Liegi, l'an- Gravisciy che abbandonarono l'anti-
no 1 566. Fece professione religiosa ca sede. Dall' essere dedicata nei
nella compagnia di Gesù , e quivi remoti tempi a Pane, eflSgiato colle
si consacrò alio studio delle lingue, corna in fronte, alcuni dicono che
e della santa Scrittura. Riuscì in prese il nome che tuttora porta.
breve mirabilmente, ed accoppiò a IMoltissime ed importanti antichità
quelle scienze una profondità di fi- etrusche si sono rinvenute nei suoi
losofia e di teologia. Per più di dintorni, principalmente nelle grot-
venti anni insegnò nella scuola di te tufacee, e nelle diverse tombe
Lovanio con molta celebrità e in , nel vivo masso incavate, massime in
Roma poscia per molto tempo si quelle esistenti nel fondo apparte-
occupò dar lezioni di sacra
nel nente alla famiglia Marzi di Corne-
Scrittiua. Iviebbe l'altissimo inca- to. Tali monumenti probabilmente
rico di predicare bene spesso di- appartengono alla famosa città Tar-
nanzi il sommo Pontefice, del qua- quiniuni, che fondata da Tar-
dicesi
le godeva tutta la slima. Corsa la conte, e dalla quale ebbero origine
vita nelle fatiche, e nell' esercizio i romani Tarquini. Se ne veggono
d'una maschia virtù, morì in Ro- gli avanzi al nord est nella distan-
ma il 11 marzo 1627 in odore di za di due leghe, noniinandosi cor-
santità; j)€r la qual cosa il cada- lottamente il luogo Tarchina. Cor-
vere di lui venne depositato in un neto si può dire figlia ed erede di
sito separato pel caso , che volen- quella antica Lucumonia, giacché
dolo Dio glorificare, si fosse dovuto la vasta necropoli dei Tarquini, e
fare il processo delle sue virtù, per le antiche tombe, continuano sino al
poi proporlo alla venerazione dei suolo ove sorge questa città di Cor-
liideli. 1 suoi scritti sarebbero sta- neto. La importanza di Corneto si ri-

ti da lui condannali ad un eterno leva dalle più antiche, e torreggianti


silenzio, se la obbedienza non lo sue mura, come le diverse torri ne
avesse indotto a farli di pubblica ra- attestano l'origine etrusca non meno
gione. Scrisse de'Commenti sulla Bib- che quella animosità con cui in
bia, i quali sono pieni di ottime co- tempo delle fazioni enti'arono in
se, e di una vastissima erudizione. lizza i principah della città. Gran-
CORNETO (Cometari.). Città con demente prosperò essa nei secoli do-
residenza vescovile dello stato pon- po il mille, come si può argomen-
tificio, nella delegazione apostolica tare da molli suoi edifizi, e tra
di Civitavecchia, chiamata anche questi da quello assai distinto per
148 COR COR
magnificenza, e bizzarria di gotica l'aria di quella città, e dei contor-
architetturaj dal palazzo cioè del ce- ni, Roma i8o3; Confutazione, di
lebre Cardinal Vitelleschi, la cui fac- uno scritto anonimo, nel quale si
ciata, ed il cortile sono degni di os- è preteso di provare che le saline
servazione. Presentemente la città infettano l'aria, e che perciò noti
diCorneto è ancora bella e pei suoi si debbono costruire sulla spiaggia
antichi edifizi, e pei nuovi. De' sa- di Corneto, Roma 180 3; Esame
gri templi, monisteri, e luoghi pii, del voto medico-chimico dei eh. Giu-
parleremo per ultimo. E pur deco- seppe Petri, Ottaviano Targioni
rata la città di vago teatro come la Tozzetti, e Attilio Zuccagnij sopra
piazza maggiore lo è da una antica le saline di Corneto, Roma i8o3.
fontana abbellita con basso rilievi. Il territorio di Corneto si estende
La sua rada molto favorita da a circa quindici mila rubbia di
Clemente XII, chiamasi Porto de- terreno. La città è popolata da
mentino, e serve di scalo per l'im- più di quattro mila abitanti, ed ha
barco delle abbondanti granaglie, soggetto al suo governo il comune
che produce il fertile territorio, il di Montalto. Questo antico castel-
quale pur abbonda di olio, lane, e di lo spettava al territorio Tarquinese,
bestiame. Dappresso alla rada sono e vuoisi che fosse la sede degli
le saline, che danno ottima, e co- antichi popoli Gravisci,eò. \ roma-
piosa quantità di sale. Questa ar- ni vi mandarono una colonia, e
dua impresa si deve a Pio VII, il poscia fu compreso nello stato di
quale fu anche benemerito dell'a- Castro. Dagli scavi fatti ne'dintornl
gricoltura, per le leggi da lui e- vuoisi stabilire il sito dell'antica, e
manate. Nel i8o5 fu posta nel celebre città di Vulci (Vedi), an-
luogo una marmorea iscrizione per zi fra le altre testimonianze com-
memoria, con cui si celebrano il provanti l'antichità di Corneto, si

Papa, il prelato Alessandro Lante deve aggiugnere il celebre marmo


tesoriere generale, e Giuseppe Li- Viterbese contenente il decreto di
pari di Trapani, che formò queste Desiderio re dei longobardi dell'anno
saline. Nelle medaglie d'argento, so- 773, nel quale tra le altre cose si

lite a distribuirsi per la festa dei ordina: « Jubemus quoque repara-


ss. Pietro, e Paolo, nel 1806 fu ri. . . . Cornietuni . . . dal che si

coniata quella coli' effìgie di Pio vede il detrimento, in cui si ritro-


VII, avente nel i-ovescio l'isciizione; vava in quel tempo, non che la pre-
Salinae Tarquin. instifnlae, a me- mura di restaurare i suoi antichi
moria de'posteri. Su queste saline fabbricati.
prò e cantra furono stampati di- Corneto, secondo che scrive il Co-
versi opuscoli. Ne citeremo alcuni: letti in addit. ad Ughellium, t. X,
Gio. Antonio Riccy, Dell'utilità del- pag. 170, crebbe per la ruina di
le saline di Corneto rispetto all'e- Tai'quinia. Il Biondo, Ital. illustr.
rario pubblico e alla salubrità del reg. 2, con ragione la chiama città
clima, ragionamento, Roma i8o3; antichissima. L'Olstenio, in not. ad
Domenico Moyichini, Parere sopra Cluverium fol. 592, la reputa fon-
la questione se la Jormazione di una data da Corito padre di Dardano.
salina artijiziale nelle spiaggie di Il p. Fr. Casimiro da Roma, sen-

Corneto possa rendere insalubre za espoire il perchè, scrive tutto


,

COR COR 149


allopposlo, nel suo erudito libro : chla , il popolo di questa città

Memorie delle chiese, e conventi ec. venisse dal Pon-


nel secolo nono
cap. 9. pag. ii5j ed ecco quanto tefice Leone IV trasportato
san
dice. Corneto, detta in latino Cor- in una città da lui fabbricata e ,

netum , Coriiuetum , Cornjetum , e perciò chiamata Leopoli, che in og-


Corgniliun, riconosce la sua origi- gi è la città di Corneto. Su que-
ne dalle rovine di Gravisca, e della sto punto va consultato l' articolo
Tarquinia , ed è compresa nella Civitavecchia {Vedi), dove si trat-
Toscana , come si manifesta da due ta del sito in cui fu edificata Leo-
placiti spettanti al celebre monistero poli,Quindi nel secolo duodecimo
di Farfa, l'uno tenuto in Tiirri abbiamo, che Corneto si resse colle
de Corgnito 1' anno. MCI V, da Ra- proprie leggi; e fra i trattati colle
nieri chiamato Tuxiac diix et mar- città vicine, si distingue quello fat-
chio; l'altro non molti anni dopo to nel II 74 tra la repubblica di
infra civitaUni de Corgnito ab Adal- Pisa , e i consoli Corneto , ri-
di
berto misso domini Bonifacii. Ma se portato anche dal Muratori nella
crescesse , o nascesse Corneto per le sua collezione Scrip. Rer. Italie.
ruine di Tarquinia, e da chi que- tom. IV, col 4oi- Ma in quanto
sta fosse distrutta , è difficile lo sta- all'alto dominio, Coi'neto faceva
Certo è però, che Corneto
bilirlo. parte degli stati tempoi'ali della
è più antica di Toscanella [Vedi), Santa Sede, sino dal pontificato di
e che intorno al mille, senza esclu- s. Gregorio llj quando cioè verso
dere i secoli precedenti , ebbe il l'anno 780 il ducato romano, in
titolo di città quale sempre fu. cui comprendevasi Civitavecchia ,
Tutta voi fa abbiamo su Tarquinia, Corneto , Ceri ec, spontaneamente
che neir847 esisteva ancora un ri- si sottomise al paterno dominio dei
masuglio dell'antica Tarquinia, ri- Sommi Pontefici.
dotta a foggia di castello, occupato Dopo che Clemente V ebbe sta-
poi dalla famiglia Vaccari, e ciò ri- bilito la residenza pontificia in Avi-
levasi da una particula statutaria, gnone, deliberando Urbano V, quin-
nella quale si enuncia, che Pandol- to suo successore, di restituirla a Ro-
fo Vaccari lascia a Corneto la pie- ma,partì nel 1 367 da Avignone, ed ai
na giurisdizione sopra il castello, e 3o maggio salpò dalla rada di Mar-
suo terreno. Non adempiendosi da sigliaaccompagnato da cinque ga-
Enrico figliuolo Pandolfo detta
di lere veneziane, da tre pisane, e da
disposizione, fu obbligato dai Cor- molte genovesi, arrivando a'2, o 4
netani ad adempierla così seguì , : giugno a quella di Corneto in
ed apparisce dall' istromento rogato compagnia di sette Cardinali , di
nel 1286. Ma siccome nuovamente alcuni prelati, e di alcuni principi.
tornò a ribellarsi, venne il castello Quivi trovò a. riceverlo il fiore del-
dai cornetani affatto distrutto, ed il la nobiltà , e prelatura romana
suo terreno fu lùstrelto come lo era alla testa di cui era il celeberri-
per l'avanti, nel territorio Cornetano. mo Cardinal Albornoz legato apo-
Il Torrigio, seguendo l'Anasta- stolico, eh' erasi recato prima in
sio bibliotecario, fu di opinione, che Corneto a fare i convenienti pre-
per le incursioni che i Saraceni fa- parativi, seguito ancora dagli amba-
cevano su Centocelle, o Civitavec- sciatori delle città. E quivi i depu-
loo COR COR
tali del popolo romano gli esibi- re a Roma la pontificia residenza
rono l' ubbidienza del medesimo , rese più avventuroso Gregorio XI,
in segno di che gli presentarono che il mandava a pieno effetto.
le chiavi del Castel s. Angelo. I Partì egli da Avignone, a' i4 set-
cornetani avevano fabbricato un tembre 1 376, coi Cardinali, ed im-
maraviglioso ponte di legnami be- barcatosi a' 11 ottobre a Marsiglia, j
ne ornato, e con archi trionfali dal accompagnato da trenta galere, do- M
mare sino alla Fossa cioè un se- , pò una burrascosa navigazione, ap-
sto di miglio dentro mare dove , prodò in Corneto ove celebrò le
,

approdò la galera pontificia. Dal padi- feste del santo Natale. Quindi nel
glione sontuoso, e magnifico alzatogli gennaio 1377 partì da Corneto, e
in isponda del mare, fece Urbano per mai'e si recò ad Ostia e poi ,

V cantare solennemente la messa in a Roma, ove fu accolto con inespri-


rendimento di grazie a Dio, alla pre- mibile gioia,come lo era stato in
senza delia moltitudine, e quindi a Corneto. Questo viaggio venne de-
cavallo sotto baldacchino accomo- scritto da Pietro Amelio, e fu in-
dato convenientemente al ricevi- serito nella sua operaPontif. F^it.

mento del primo personaggio del A Gregorio XI successe Urbano VI,


mondo, passò al convento de' re- sotto il quale insorse il funesto scis-
ligiosi minori francescani di Cor- ma avignonese, per cui fra le tante
neto. Per la festa della Penteco- altre angustie del suo pontificato,
ste ,il Papa onorò Corneto col ricevette quel Pontefice anche in-
celebrare solenne pontificale, e po- sulti dal re di Napoli Carlo IH,
scia partì per Viterbo a' 9 giugno, mentre trovavasi in quel regno, che
affine di . recarsi a Roma , dopo dovette perciò abbandonare. Giunto
aver concessi Tarli privilegi ai cor- a Benevento, s'imbarcò nelle dieci
netani. In Corneto Urbano V rice- galere, che avea prese dai genovesi,
vette eziandio l'incontro del b. Gio- col patto di pagargli ottantamila
vanni Colombino, fondatore de'ge- scudi d'oro. Urbano VI approdò in
suati insieme a sessanta, o settan-
, Messina, e poi recossi in Corne-
ta suoi compagni schierati sul pon- to, e siccome non avea il denaro
te, coronati d' ulivo, di cui teneva- pattuito co' genovesi, diede invece
no in mano i rami. Il Papa per se- loro in pegno questa città, e partì
dare le guerre non àncora termi- per Genova, ove giunse ai 23 set-
nate tra l'Aragona, e la Na varrà ,
tembre i385, come si legge nella
e tra i francesi, e gl'inglesi, volle vita di detto Papa scritta dal No-
fare ritorno in Provenza, e partito vaes, tomo IV, pag. 242.
da Montefiascone a'26 agosto rSyo Corneto, sotto Eugenio IV, pro-
si recò a Corneto, ove s'imbarcò vò molte beneficenze pontificie, a
a' 5 settembre, sopra la bella squa- cagione di Giovanni Vitelleschi, con-
dra che l'attendeva composta di cittadino di quel Pontefice, il quale
diverse nazioni. V. l' Itiner. Ita- poi fu da lui creato Cardinale, co-
licnm Urb. presso il Baluzio,V me quello che ricuperò al dominio
tom. II Vit. Papar. Avenion. pag. della Chiesa Romana la maggior
768; e presso il Muratori, iScvvy^tor. parte delle sue terre, usurpate dai
Rei. hai t. III. par. II. p. 210. tiranni nel tempo degli scismi , e
11 giusto divisamente di ixistitui- delle ribellioni. Egli era tenuto pel
,

con COR 1^1

ii'iìi de suoi tem-


viiloroso capitiino fregiarono di loro presenza questa
pi, e per uno de' più rinomati ge- città. Il primo onorò in quell'in-
nerali di s. Chiesa. Il senato ro- contro il palazzo Soderini , l'altro

mano in picmio gli decretN una vi si iSyG. Sisto V, suc-


recò nel
statua equeslie in Campidoglio, col cessore del secondo, ne fece gover-
di ter/o padre delia patria ,
titolo natore il Cardinal Carlo de Angen-
dopo Romolo, e Cesare Augusto, e nes, encomiato per pietà, religione, e
con questa epigrafe joajtni vitei- : carità verso i poveri. Ad onta di tali

LEXSI PATRIARCHAE Al.EXAMlRINO TER- doti egli morì nel 1587 in età d'anni
TIO AB ROMXJLO ROMANAE URBIS PA- cinquantasette non senza sospetto
RENTI. Il medesimo senato, in ri- di veleno, e fu sepolto nella chiesa
guardo del Vitelleschi , aggregò i de' minori osservanti, dove alla sua
cornefani alla cittadinanza roma- tomba si leggono meritati elogi. Un
na, e stabiPi che nel giorno di s. monumento d' onore gli fu eretto
Luigi, nel quale il Vitelleschi ave- anco nel chiostro della chiesa di s.

va messo in fuga l'esercito nemi- Luigi de' Francesi di Roma , colla


co, fosse dal medesimo senato pre- sua effigie ed iscrizione.

sentato vm calice di argento nella Innocenzo XII, nel 1692, si re-


chiesa di s. Maria d* Araceli, co- cò a Civitavecchia, e coli' autorità
me parlando di questa chiesa ri- della costituzione ^1 In suprema,
porta il citato p. Casimiro nelle Bull. Rom. t. IX, ne conferì il go-
Memorie storiche di essa a p. 4^7- vernamento ad un prelato , colla
Riguardo al decreto della cittadi- sopraintendenza eziandio sulla vici-
nanza, ecco quanto si legge: Siiit na Corneto. Inerendo poscia
città di
Cornetani omnes de caclero illius Benedetto XIII alle provvidenze di
mentis romani cives^ omnir/ue prne- Urbano Vili, nel 1728, fece fab-
rogalii'a, privilegio, honore, immu- bricare in Corneto la pia casa di
nitate, dignitate fruantur, ac si ori- penitenza pegli ecclesiastici rei di
ginarii a\'es essent. Il perchè po- alcun mancamento, la quale prese
scia alla cittadinanza di Corneto il nome di Ergastolo. Ma di que^ia
volentieri si ascrissero le più illu- pia casa di penitenza si tratta al
stri famiglie dello stato pontificio, volume IX, 263 di questo Di-
pag.
come i Farnesi, gli Orsini, i Bor- zionario. Abbiamo dal Diario di
ghesi, i Castiglioni, i Fani^ i Sede- Roma del 1762, che Clemente XIII
rini , i molte altre.
Sacchetti , e da Civitavecchia passò a Corneto
Quando poi il Vitelleschi, per or- la mattina del martedì 4 '"^ggio
dine di Eugenio IV, fece la guerra mentre n'era presidente, come go-
ai Colonnesi, ed abbattè Palestrina, vernatore di Civitavecchia monsi-
da questa città tolse le sagre spo- gnor Riganti, e vescovo monsignor
glie del patrono s. Agapito, e man- Saverio Giustiniani di Scio, nobile
dò alcune delle migliori campane, genovese. Fu ricevuto da' detti pre-
qual trofeo di sua vittoria, a Cor- lati, dal gonfaloniere Leonardo Fal-
neto , come ampiamente scrivono zacappa , e dalla magistratura ve-
monsignor Cecconi , e l' avvocato stita con ruboni neri. Visitò il ss.
Petrilli nella Storia, e Memorie di Sagramento nella cattedrale, e fra
Palestrina. le acclamazioni, ed archi di trionfo

Anche Leoive X, e Gregorio \I1I del giubilante popolo, Clemente XIII


1^2 COR COR
si recò air episcopio , ove ammise arco era slato eretto di ordine do-
al bacio del piede il capitolo, la rico, e n' erano decorale le due
detta magistratura che gli presentò faccie dallo slemma del Papa, e da
im calice di argento dorato, ed al- iscrizioni proprie della lieta circo-
tri della città. Visitò le monache stanza. Tanto il prospetto esterno
benedettine di s. Lucia , e l' ospe- della cattedrale, che il suo interno
dale de' benfratelli, prese cognizione si vide abbellito. Alla porta della
e beneficò i rinchiusi nell'ergastolo, città trovaronsi a ricevere
il Ponte-

sovvenne i poveri, ed un conserva- fice ilgovernatore e la magistratu-


torio di orfane, pranzò nell'episco- ra, che a mezzo del gonfaloniere
pio, e la sera fece l'itorno a Civi- presentò le chiavi della medesima.
tavecchia. Visitata la cattedrale, all' uscir di
Riporteremo finalmente la visita essa il Papa venne preceduto , nel
fatta a Corneto nel i835 dal re- recarsi a piedi all'episcopio, da quat-
gnante Pontefice, allorché si recò tordici fanciulli tutti vestiti di suc-
a Civitavecchia , ove ricevette le cinta tonaca bianca in costume an-
deputazioni del clero , e della città tico bordata di giallo, con rami di
di Corneto, presentate dal Cardinal ulivi. Dal balcone dell' episcopio il

Giuseppe Maria Velzi , vescovo di Papa benedì il popolo, ed assistito


Montefìascone, e Corneto, cioè nel dal Cardinal vescovo, nella sua re-
mercoledì 20 maggio. Indi nel se- sidenza ammise al bacio del piede
guente venerdì colla sua corte s'av- le autorità ecclesiastiche, e civili, i

"viò a Corneto, ove due miglia di- notabili della città, gl'individui del-
stante dalla città venne incontrato le diverse comunità religiose, ed al-
dal Cardinal vescovo, e dalla civi- tri. Uscito dall' episcopio, Gregorio
ca deputazione. Il Pontefice fece XVI visitò il monistero delle bene-
montare nella propria cari'ozza il dettine, e quello delle passionisle,
Cardinale, e giunto in breve distan- nei quali ammise al bacio del pie-
za dalla porta Urbana, detta Mad- de sì le monache che varie signore
dalena, fu circondato da un drap- della città. Entrato nella pia casa
pello di ventolto scelti giovani , i di penitenza, il Papa s'informò dello
quali vestiti tutti di nero , e cinti stato , e del trattamento de' dete-
con fascie di velluto cremisi, do- nuti, e poscia fece ritorno a Civi-
mandarono, ed ottennero il permes- tavecchia. Nel dì seguente, 2 3 mag-
so dal santo Padre di staccare i gio, nel porto di Civitavecchia s'im-
cavalli alla carrozza. Di fatti fra il barcò nel battello a vapore // Me-
rimbombo de' mortari, e le accla- diterraneo, di bandiera francese , e
mazioni dell' esultante popolazione, facendo volta alle saline di Corne-
lo condussei'o avanti il duomo, pre- to , andò a visitarle dopo esse-
ceduti dalla civica banda musicale. re disceso porto-Clementino. Os-
al
Spalliere di verdura aprivano l'in- servò l' utile stabilimento forma-
gresso alla porta della città, innanzi to, sotto Pio VII
come dicemmo,
alla quale un monumento , a for- con disegno, ed esecuzione di Giu-
ma di arco trionfalesormontato dal seppe Lipari, il quale trovandosi
pontificio stemma, era stato innal- nel luogo potè avere l' alto onore
zato con analoga iscrizione. Sulla di corrispondere alle sovrane ricer-
piazza di s. Marco altro più grande che, quindi fece ritorno al porto.
,,

COR COR i53


Recandosi il medesimo Gregorio lo di nobile famiglia in Corneto
XVI nel settembre 1842 in Civi- del quale superiormente si fece di-

ta-vecchia, per osservare lo stato stinta menzione. Era egli som-


di

attdale delle fortificazioni per lui ma autorità nel pontificato di Eu-


fatte in (jiiel porto, massime quelle genio IV, e nel i437 venne da
deli' antemurale, e scogliera, non quel Pontefice creato Cardinale. Ma
che del lazzaretto, continuate tan- divenuto piuttosto fiero pei tanti
to lodevolmente dal colonnello di suoi trionfi, ed anche in sospetto a
artiglieria commendatore Steward, quel Pontefice, morì accorato ,e dal-
e dall' ingegnere idraulico Federico le riportate ferite in Castel s. An-
Giorgi, aveva stabilito a' 20 settem- gelo agli II aprile i44o> nel modo
bre di onorare nuovamente di sua che si disse al volume X pag. i8'3
presenza Corneto, le cui deputazio- del Dizionario. Gli elogi prodigati
ni del clero, e della magistratura a lui ed il mauso-
dalla posterità,
aveva ricevute in Civita-vecchia in leo da Bartolommeo Vi-
erettogli
uno all'arcivescovo Nicola Mattei, ve- telleschi vescovo di Corneto suo ni-

scovo di Monlefìascone, e Corneto ;


pote in Corneto, ove dalla chiesa
ma a motivo dell' intemperie della della Minerva di Roma era stato
stagione, monsignor Stefano Rossi ze- trasportato il suo corpo, eternarono
lantissimo delegalo della provincia, la sita memoria, e le sue sciagure. Sul

fece sapere al rispettabile arcivesco- detto nipote, vescovo di Corneto, ed


vo, e al gonfaloniere Lodovico Be- anticardinale di Felice V pseudo-
nedetti, che il comun sovrano diffe- Pontefice, -va letta la biografia nel
riva ad altra più propizia occasione volume IV, pag. 169 del Diziona-
la visita a quella città. Per sapere poi rio, ove sono notizie , che riguar-
quanto siasi falto di preparativi af- dano pure Corneto.
fine di solennizzare si faustissimo Adriano Castellense , o Castelle-
giorno, sia dall' arcivescovo, sia dal schijchiamato il Cardinal di Cor-
clero, sia dalla magistratura, che neto ove nacque fu stimato uno ,

dal popolo, può leggere il nume-


si de' più celebri scrittori nella lingua
ro 80 del Diario di Roma. latina dopo Cicerone, per cui sotto
Corneto produsse molti uomini Alessandro VI, che i5o3 lo nel
celebri nelle lettere, e nella milizia, creò Cardinale grandemente con-
,

ed insigniti di eminenti dignità ec- tribuì al ristabilimento de' buoni


clesiastiche, fra i quali sono a nomi- studi. Si compromise con Cesare
narsi i seguenti. Secondo lo Scotto, Borgia, che invidiava le sue ricchez-
Itinerario d' Italia, pag. 1 86 , do- ze, per cui incominciarono le sue scia-
vrebbesi aggiungere il Pontefice Gre- gure, le quali si descrivono alia sua
gorio V creato nel 996, ma egli biografia. Nel 1837 il De Schreck
fu sassone; e Gregorio IV dell'Say, di Trento ha pubblicato la biogra-
e Gregorio VI del io44 fiu'ono ro- fia di questo Cardinale, che fa se-
mani. Ciò sia detto per togliere la guito a quella del Faentino Ferri
supposizione di equivoci, che potes- aggiungendo ed ampliando alcune
sero derivare dai nomi. Ecco i tre Car- cose sfuggite al Ferri.
dinali cornetani, le cui notizie si posso- Gio. Francesco Falzacappa, na-
no leggere alle loro biografie. Giovan- to in Corneto da nobile famiglia
ni Vitdleschi oriundo di Foligno, ua- nel 1767, meritò la dignità Cardi-
i54 COR COR
nalizia, che nel 1823 gli conferì la a quella di Montefiascone, e con-
Pio VII. Mori nel 1840, com- ferendo al rispettivo vescovo delle due
pianto pel suo ingegno, e per le diocesi, la potestà di benedire chiun-
belle doti. Al momento della morte que in esse incontrasse per via ben-
era sotto -decano del sagl'O Colle- ché di altre diocesi, quando cioè recto
gio, prefetto della segnatura di giu- tramite, accede all'una, o all'altra
stizia, e vescovo suburbicario di città di sua giurisdizione. Il primo
Porto, s. Raffina, e Civitavecchia. vescovo delle due diocesi fu Pietro
Non si deve inoltre tacere, che Antonio Domenico, cui succedettero
oltre i sopraddetti tre Cardinali, sem- que' vescovi, molti de'quali furono
bra doversi aggiungere un quarto Cardinali, che riporta l'Ughelli, in-
nella persona di Tiberio Crispi, che sieme alle notizie ecclesiastiche di
sebbene ci-eduto dagli storici per Corneto,neW Italia sacra tomo I,
romano, fu certamente di patria, e pag.98? e seg. Il vescovo Barto-
di origine cornetano, giacché in lommeo Vitelleschi formò utilissime
Corneto i suoi antenati, e Vincen- costituzioni, le quali nel i5gi ven-
zo padre di lui ottennero , e cuo- nero pubblicate dal vescovo Giro-
prirono costantemente tutte le ma- lamo Senti voglio, senza nominare
gistrature municipali. Tiberio, dopo quelle che fecero altri zelantissimi
essere stato governatore di Perugia, vescovi. MONTEFI ASCOSE.
F".

e prefetto di Castel s. Angelo fu , La cattedrale di Corneto è de-


da Paolo III, nella promozione dei dicala, come quella di Montefiasco-
19 dicembre i544j creato Cardi- ne, alla vergine e martire s. Mar-

nale diacono, e dato poi in ammi- gherita. Il suo capitolo si compone


nistratore alle chiese di Sutri , e di tre dignità, la prima delle qua-
INepi. Morì in questa ultima città li è r arcidiacono, di diciannove ca-
a' 6 ottobre i566, e fu sepolto in nonici, tra i quali sono compresi il

quella cattedrale, come abbiamo dal teologo ed il penitenziere , di sei

Ciacconio, a pag. ii3o. beneficiati, e di altri preti, e chieri-


La sede vescovile di Corneto, im- ci per l'uffiziatura. Per più chia-
mediatamente soggetta alla santa rezza diremo, che questa illustre
Sede secondo Commanville, fu isti- cattedrale ha diciannove prebende
tuita verso l'anno 5oo, ovvero ne- canonicali, tra le quali si distinguo-
gli ultimi del quarto secolo, nel no l'arcidiacono come prima di-
quale le venne unita la sede e- gnità con sette canonici capitolari,
piscopale di Gravisca, e nel seguen- ossia di prima erezione, compresi
|
te quella di Tarquinia. In progres- il teologo ed il penitenziere, A ca- '*

so di tempo cessando Corneto di es- rico di essi stanno i pesi tutti del-
sere seggio vescovile, fu incorpora- la manutenzione della chiesa, delle
ta alla diocesi di Viterbo, finché suppellettili sagre , cera , chierici ,

il Pontefice Eugenio IV, con due inservienti, e tutto altro che possa
bolle del 5 dicembre i436, che occorrere al sostenimento, e decoro
incominciano: la suprema dignitatis, della medesima. Essi soli trattano
e . . . Sacrosancta Romana Ecclesia, gli affari capitolari, e perciò emet-
per le premure specialmente del tono il loro voto pei rescritti

Cardinal Vitelleschi, dichiarò Cor- che vengono rimessi audito capitalo.


neto città e sede vescovile uueado- Seconda dignità è il preposto, e
COR COR iSj
terza « l'arciprete parroco di s. tcslamcnlario di sua sorella mada-
Leonardo. Questi però non sono nel ma Letizia, madre Napoleone Bo-
di
numero de' capitolari quantunque naparte a.lorquando essa mori in
precedano di stallo, per essersi ag- Roma a' 2 febbraio 1 836, fece nella
giunti posteriormente, attesa la riu- contigua chiesa temporaneamente de-
nione al capitolo delle due colle- positare le di lei spoglie mortali. An-
giale che esistevano in Corneto, zi,morendo lo stesso Cardinale in
cioè di s. Maria in Castello, e di Roma a' i3 maggio i83g, a seconda
s. Leonardo, delle quali erano pri- della sua ultima volontà, nella stes-
me dignità nell'una il preposto, e sa chiesa fu tumulato loco deposito.
nell'altra l'arciprete. Gli altri cano- Sulle memorie istoriche di Cor-
nici, sino al numero sopi-aindicato, neto, va letto Gio. Lorenzo Berti:
diconsi soprannumerari, o di juspa- Delle glorie della città di Corne-
tronato. Yi sono ancora sei bene- to, orazione, Roma 1745. Oltre a

ficiati corali, ed altri preti, e chie- ciò, Francesco Valerio compose le


rici per r uffiziatura. Questo capi- Cronache di CornetOy che niano-
tolo, con breve di Benedetto XIV, scritte si conservano nell'archivio
Novam de coclo Jcnisalcm, otten- del Campidoglio di Roma. Si hanno
ne l'uso del rocclictto e cappa ma- pure da Muzio arcidiacono Polido-
gna, accordato anche alla chiesa di ri le Cronache di Corneto mano-

Montefiasoone. Nella cattedrale evvi scritte, ed altre interessanti memo-


il fonte battesimale colla cura par- rie Cornetane, conservate in Cor-
rocchiale, chesi esercita da un ca- neto nell'archivio particolare della
nonico delia medesima. L'episcopio nobile famiglia Falzacappa.
è alquanto lontano dalla cattedra- CORNI A. Fulvio Cardinale . ,

le, oltre la quale vi sono nella cit- Fulvio Cernia (della) nacque a Pe-
tà altre quattro parrocchie, con rugia da nobili genitori nel i5i7,
cinque conventi di religiosi, e due ed ebbe Giulio III a zio materno.
monisteri di monache , in uno a Professò nella religione de' cavalieri
diverse confraternite, conservatorio, di Malta; poi divenne arciprete di
ospedale, e monte di pietà. La chie- Perugia ; quindi nel 55o vescovo 1

sa de' conventuali di architettura della medesima città, ove riformò


gotico-mista, a' 6 maggio i8ig,
del il clero, stabili il seminario, invigi-
perde nel terremoto l'ampia sua lò alla clausura delle monache, in-
cupola innalzata nove secoli indie- trodusse le cappuccine, e nel i55i
tro. Il ven. p. Paolo della Croce, ottenne da s. Ignazio Loiola alcuni
fondatore de'Passionisti, fondò pu- sacerdoti della sua esemplare compa-
re nel secolo passato il monistero gnia, cui provvide di comoda abita-
delle monache pdssioniste nella cit- zione. Poscia, a' 20 dicembre dello
tà di Corneto, dedicato alla ss. stesso anno, Giulio III creollo Cardi-
Presentazione. Pio VI fu beneme- nal prete di s. Maria in Via, legato
rito di queste monache, per V am- della Marca , amministratore della
pliazione del loro recinto, ad onta chiesa di Lucerà, e vicario del
dei gravi impedimenti che le con- Papa in alcune cittìi dell' Umbria,
trariarono . Divenendo di questo e della Marca. Inoltre Giulio IH
monistero protettore il Cardinal lo spedi a Cosimo de' Medici, duci
Giuseppe Fesch , come esecutore (li Firenze per istabilire la pace di
,

i56 COR COR


quella città; dipoi lo trasferì, nel nislere, di circondario e di canto-
1553, vescovo a Spoleli, chiesa cui ne, sede di tribunali di prima istan-
perdette sotto Paolo IV, perchè za , commercio ec. ec. è il
e di ,

ili sospetto fautore degli spagnuoli, Corisopiluni del medio evo e se- ,

insieme con suo fratello Ascanio condo altri il Curosiolìtannm di Pli-


della Cornia contro il Papa, e di- nio. Ebbe il nome di Cornovailles,
cesi per questo, che sia stato incar- e dei conti particolari; ma final-
cerato, e condannato alla somma mente dicesi Quimper perchè è il

di sessautamila scudi. Pel quale nome antico della città, e Corentin


avvenimento diede le spalle al per quello del primo suo vescovo,
mondo, e riacquistata la sua chie- tralasciandosi l'aggiunto di Odet,
sa, riformò per comando di Pio che aveva preso.
IV il ceremoniale romano. Sotto La città, situata alla distanza di
Gregorio XIII, nel i58o, passò al tre leghe dal mare, dividesi in vec-
vescovato di Porto, ove ristaurò la chia e nuova. La prima cinta di
cattedrale dalle fondamenta. Divo- mura e fiancheggiata da torricella,
to alla Beata Vergine, fece molti giace situata sull' angolo formato
doni alla s. Casa di Loreto, e dopo dalla riunione dei due fiumi Odet,
esser concorso alle elezioni dei Pon- e Benaudet, che vanno a scaricarsi
tefici Marcello II, Paolo, e Pio IV, neir Atlantico. La riviera è guarnita
s. Pio V, e Gregorio XIII, morì a da case gotiche, e di forme irre-
Roma lodato per aurei costumi, ed golari. La città nuova si estende da
egregia indole, di anni sessantasei, un lato sopra poggi , e dall' altro
e trentadue di cardinalato nel su d' una massa di rupi di cinque
i583. Fu sepolto nella cappella di in seicento piedi d' altezza, coperti
Antonio Cardinal del Monte nella di boschi ec. Gli oggetti, che si fan-
chiesa di s. Pietro in Montorio. no notare, in mezzo ad una infini-
CORNICULANUM, seu Comi- tà di costruzioni senza ordine, sono
culana. Sede episcopale della Mau- la cattedrale gotica colle sue torri,
ritania Cesariana nell' Africa occi- l'ospedale, la caserma, ed il passeggio
dentale, sottoposta alla metropoli del Pinity. Possiede inoltre Corno-
di Giulia Cesarea. vailles una borsa di commercio, un
CORNOVAILLES ossia Quimper collegio comunale, un gabinetto di
(^Corisopùen.). Città con residenza fisica, la biblioteca pubblica ricca di
vescovile nel regno di Francia. Cor- più di sette mila volumi, il semi-
novaglia, o Cornovailles, Corna Gal- nario, la scuola di navigazione ec.
liae, anticopaese di Francia nella La sua situazione poi nel centro di
bassa Bretagna, così viene chiamata diverse fabbriche, torna favorevo-
perchè rappresenta la figura di un lissima al commercio, ed attivissima
corno, che sporge nell'Oceano. Com- vi è la pesca delle sardelle. Dal
prendeva la diocesi di Quimper porto piccolo, e comodo pei basti-
ed appunto Quimper Corenlm era menti di trecento tonnellate si es-
la città capitale. Ora questo paese portano le derrate del paese. Quim-
è ripartito nei dipartimenti del Nord, per fu patria de' gesuiti Ardovino ,
e del Morbihan. Quimper, o Quim- e Bougeant, letterati distinti del ,

per Corentin, città di Francia, ca- famoso critico Frerou, e dell'abbate


po luogo del dipartimento del Fi- Berardier, autore di un ristretta
, ,

COR COR 157


della storia universale. I cavalli del di grandi prerogative. Nella catte-
«lintoriii si distinguono per Ja loro drale si venerano molte reliquie

velocità. Conta questa città più di ed un braccio del santo titolare

diecimila abitanti. Corentino. V ha il fonte battesima-


Incerta è l'origine di questa città le, colla cura parrocchiale eserci-

capitale del paese di Cornovailles, tata da uno dei canonici. Nella cit-
ossia Cornovaglia. Gli inglesi, au- tà vi sono due altre parrocchie,
siliari duca di Monfort, l'asse-
del munite del sagro fonte; vi sono
diarono senza efietto , né si arrese ancora i religiosi delle scuole cri-
se non dopo la vittoria del Mon- stiane, due seminari e l'ospedale.
fort. Carlo di Blois vi esercitò nel L'episcopio è un decoroso edifizio,
1345 le più atroci crudeltà, per e rimane vicino alla cattedrale. Il

cui fu scannata la principal par- vescovo coadjuvato nel pastoral


è
te de' suoi abitanti. Dopo la morte ministero da cinque vicari, ed ogni
di Enrico III, Quimper prese par- novello vescovo paga di tassa tre-
tito pel duca di Mercoeur, e nel cento settanta fiorini, secondo i re-
i5g5 si sottomise al re di Fran- gistri della Camera apostolica.
cia. CORNOVAILLES , Cornuhia .
La sede vescovile di Cornovailles Sede vescovile d'Inghilterra, eretta
venne fondata nel nono secolo, e nel nono secolo, per mezzo di un
fu fatta suffraganea dell'arcivescovo dismembramento di quella di Shres-
di Tours. Ne fu primo vescovo s. buri, nella provincia ecclesiastica di
Corentino, che credesi discepolo di s. Cantorbery, colla residenza a Bod-
Martino di Tours, alla qual me- man. Nel secolo XI si unì a De-
tropoli è tuttora sottoposta. Dopo vonskire, e ad Excester.
s. Corentino ne furono vescovi s.
, CORO, Cliorus. Adunanza dei
Evenzio, s. Alloro, Bondico o Be- cantori, e luogo ove si canta. Sotto
uedetto, Gustebedo, ed altri. Prima il nome di coro s' intende ancora
il vescovo era signore temporale una parte principale della chiesa,
della città di Quimper, aveva il o lo spazio situato o dietro l'alta-
titolo di conte di Cornovailles , e re, o tra l'altare e la navata. Ivi
godeva la rendita di ventidue mi- prende' posto il clero per cantare
la lire. La
cattedrale è dedicata a 1' uffizio divino, ed ivi sono collo-
Dio r invocazione del mede-
sotto cati i preti, ed i cantori. Viene cir-
simo s. Corentino, ed è un edifì- condato il coro di muri, o di ba-
zio antico, ampio, abbellito da or- laustriper chiuderne l'entrata al
nati e decorato da due torri. Il
, popolo. Nella maggior parte delle
capitolo si compone di otto cano- chiese d'Italia, il coro è situato
nici con diversi canonici onorari dietro l'altare, ed allora si può l'as-
oltre diversi preti, e chierici, detti semblea del popolo avvicinare al-
pueri de Choro, per l' uffiziatura l'altare, il quale in tal caso chia-
della chiesa. Prima il capitolo ave- masi altare alla romana. In Fran-
va il decano, due arcidiaconi, il cia il coro ordinai'ianiente è situa-
tesoriere, il cantore, il teologo, tutti to tra l'aitare e la navata. E cir-
dignitari, e dodici altri canonici. condato da una balaustrata, o da
L' abbate di Daoulas era il primo un muro con due ordini di sedili
canonico di questa chiesa, e godeva a destra, ed a sinistra ove si met-
,, ,,

i58 COR COR


tono gli ecclesiastici , ed i cautori. Pasqua, jn tempo de' vespcri en- ,

Gli scanni, o stalli, alti e più di- trava ad incensare 1' altare.
stinti del coro, sono occupati dai Dal coro debbono essere escluse
canonici, o piiraaii religiosi, o mo- le persone laiche, secondo le costi-
nache. Gli altri stalli sono occupati tuzioni apostoliche, I. 2. cap. Sj.
dai beneficiati . chierici , ce. come Che se poco avesse importato il to-
dai novizi , e dalle novizie, dai con- gliere tal confusione, come riflette
versi, e dalle converse. Kelie pri- il citato Macri, i primi padri non
mitive chiese, dopo la nave^ se- avrebbero fatto il riparo de' can-
guiva il coro, il quale era separato celli , de' quali si fa menzione nel
dalla nave medesima, con una o concilio di Calcedonia; il perchè
più balaustrate, ed era il luogo dei grandissimo privilegio era quello del-
ministri del sagro altare. Dal>coro l' eminentissimo gran maestro della
era separato Buina, ovvero il il sagra religione gerosolimitana , il

Santuario con un tavolato, nel qual quale nel tempo de' divini officii

tavolato erano tre porte, e la mag- risiedeva in Malta nel suo trono
giore era detta Santa. Così il Ma- sotto baldacchino dentro il pre-
il

machi. De' costumi dei primitivi cri- sbiterio, o coro.


stiani , toni. I. p. 3 18. Ma delle Coro è voce deiivata dal greco,
parti delle antiche, e delle odierne che significa propriamente adunan-
chiese, e delia forma, e luogo del za di uomini in cerchio ^ ed è stata
coro, va letto 1' articolo Chiesa, o applicata a quel luogo del tempio
Tempio [Vedi). santo di Dio, in cui adunansi gli
11 Macri
alla voce Chorus, dice ecclesiastici a lodare il Signore coi
che cosi viene chiamato il luogo canto, siccome esprimesi s. Isidoro,
ove si canta, detto anche Presbyte- De offic. div. lib. i, e. 3. Antica-
riunì dai ss. Cornelio, e Cipriano; mente il coro formavasi anche di
Sanctuarium altaris dal primo con- sedili di marmo avanti il presbite-
cilio di Braga; e Berna dal Turo- rio , ove si salmeggiava , e si can-
nese secondo i greci. Tuttavolta tava ancora ciò che apparteneva
osserva il medesimo Macri, che det- alla messa. In alcune chiese però il
te voci significano quella parte coro de' cantori era particolare, co-
dell'altare chiusa con tre porte, co- me vedesi in Roma in quella an-
me usavano i cristiani in oriente tichissima di s. Clemente, in cui il
ove non era lecito ad alcuno po- luogo de' cantori è situato dinanzi
ter Chiamato è da alcu-
entrare. l'altare maggiore, con due ambo'J
ni Sacrariuni, da altri Propitiato- ni. V. Canto Ecclesiastico , e»"
rium.Fu da esso, che il zelante ve- Chiese di R^oma. Si pretende poi, che
scovo di Milano s. Ambrogio di- il coro della chiesa sia stato diviso
scacciò l'imperatore Teodosio, che dalla navata soltanto sotto l'impe-
ivi si tratteneva dopo fatta l'obla- ro di Costantino. Ciò non altro si-

zione. Vero è però, che il Curopo- gnifica se non che non vi è prova
lata rifeiisce, che in Costantinopoli più antica di tal divisione: allora
1 imperatore nel giorno della sua fu circondato da una balaustrata
coronazione poteva entrare in detto ed anche da un velo, o cortina, che
luogo, ove riceveva la comunione, a privasi dopo la consagrazione. Nel
come i sacerdoti, e nel giorno di Xli secolo fu chiuso con un muro,
, ,

COR COR i59


inn con questa divisione si deforma in occidente eranvi due cori nelle
Ja cliiesa, e togliesi il colpo d' oc- chiese, l'uno tra la navata, e il

cliio dell' arcliitelliira; laonde riprese .santuario, ch'era quello de'cantori


l'uso della balaustrata. il quale chiamavasi Schola canlo-
A tutti è noto, come si disse, che rumj l'altro al di là dell'altare.
un tempo i non entravano nel
laici In fondo di questo secondo era il

coro, e che deplorasi , siccome abuso tiono vescovile contornato a destra,


grandissimo, il vedere tal volta i e a sinistra di banchi, e sedili, sui
cori pieni non solo d'uomini, ma quali sedevano i preti intorno al
anche di donne; il che serve di di- vescovo. JN^elle parrocchie chiamasi
strazione ai ministri dell'altare, ed coro un certo numero di preti
a turbare i santi ministri. Il cano- che dicono l'uffizio nel coro: nei
ne 19 del concilio di Laodicea sta- Capitoli (T^edi) chiamansi coro i

bilisce espressamente, che i soli mi- Canonici [Fedi), e le dignità, nel-


nistri dell'altare vi si debbano ac- le quali non sono compresi i Can-
costare. canone 69 del concilio
11 tori [Fedi), né i cappellani quan-
di Trullo permette all' imperatore tunque preti, e sostenenti il canto
solo di entrare nel recinto dell'al- del coro. Nei monisteri e conventi
tare per fare la sua offerta. Nel d'ambo i sessi, si dà il nome di
Synodicwn di Paiigi pag, 53 si coro, come indicammo, alle religio-
legge una proibizione ai curati, ed se, e ai religiosi che cantano nel
ai preti pena di scomunica
sotto coro, a differenza dei frati conversi,
di soffrire durante il divino ufficio, e delle suore converse, che sono
donne nel coro e nel Santo dei , particolarmente destinate pei lavori,
Santi. Ma quando i barbari diven- e pel servigio del convento, e mo-
nero padroni dell' occidente, porta- nistero, sebbene talvolta pur esse
rono nella religione il superbo e intervengano in coro. In molti mo-
militare loro carattere: entrarono nisteri di monache il coro è una
nelle chiese colle armi, che non la- sala unita al corpo della chiesa, da
sciavano mai , occuparono le sedie cui è divisa da una grata, dove le
del clero, né rispettarono alcuna religiose cantano l'uffizio. In altri
legge. Quindi i possessori dei piccoli monisteri il coro è dove sta 1' or-
feudi imitarono l'esempio dei prin- gano. Fanciulli di coro, piierì de
cipi barbari, ed aspirarono allo sles- Choro , sono quei giovanetti che
.so privilegio, ed una sedia nel coro fanno da chierichetti, portano i can-
divenne giuspatronato. dellieri e cantano i versetti nel
,

coro significa parimenti, il ri-


Il coro di musica.
petiamo, l'assemblea di quelli che Abbiamo detto, che dicesi coro la
cantano. Così il coro risponde al moltitudine di cantori uniti insieme,
celebrante, e talvolta si canta a e sarà bene qui aggiungere che
due cori. Per coro allo si intendo- secondo alcuni, Mosè fu il primo
no i canonici, o i preti, che occu- mventore di tal coro , giacché
pano le sedie e gli stalli più alti, dopo il prodigioso passaggio del
come dicemmo di sopra ,coro e mare rosso divise il popolo d'Is-
basso si chiamano i cantori, musi-i jaele in varie classi per canta-
ci, i coristi ec, i qiiali occupano le re le divine lodi. Fu cosi detto
sedie, e gli staili bassi. Altre volte il coro, secondo altri, dalla con-
iGo COR COR
cordia ed unione de'cantori, ovvero viario. i582 pubblicò
Indi nel in
perchè stanno in forma di corona Roma manuale del coio, che
il ri-

ad imitazione del coro degli angeli stampò nel 1589 con questo ti-
in Cielo: « Choriis dicitur a concor- tolo: Directoriuni chori ad usimi
j» dia canentium , sive a corona omnium ecclesiarum, tam cathedra-
-•5 circumstantium. Olim namque in lium quam collegiatarum nuper re-
» niodum coronae circa aras can- slitutum, et mene secundo in luceni
» tantes stabant; sed Flavianus, et editimi opera etc. Sette edizioni fu-
» Diodorus episcopi choros alterna- rono fatte di questa opera dal 589 1

» tìm psallere instituebant. Duo al iJ^J, nel qual anno fu ripro-


« chori psallentiuin designant An- dotta con molte addizioni in R.oma
« gelos, et spiritus juslorum, quasi dal monaco cassinese d. Francesco
>3 reciproca voce Dominum laudan- Pelichiari maestro del canto gre-
,

« tium. Cancelli, in quibus stat, goriano nel collegio germanico un-


M multas mansiones in domo Patris garico.
« designant ". Gemmae cap. i^o. In alcuni luoghi avvi il prefetto
Non si deve poi conchiudere, co- del coro. K sì necessario questo uf-
me fecero alcuni, che chorus abbia fizio, che i nostri antichi padri cre-
significato uno spazio nelle chiese dettero bene di concederlo agli ec-
dove si danzasse. Nel secondo libro clesiastici più degni. Di fatti si rac-
di Esdi-a, e. li,
37, 3g, V. 3i, coglie dal concilio quarto provin-
la voce chorus significa evidentemen- ciale di Milano, che il prefetto del
te cantori , e non danzatori, coro deve essere eletto dal vescovo,
Diconsi vesti corali quelle, che i e deve essere quello che è maggio-
canonici e beneficiati assumono in l'e nel coro. Del prefetto del coro,
coro, colle insegne, e coi privilegi ossia della dignità di Cantore, e
loro accordati. La cappa, il rocchet- di Arcicantore, si tratta a quegli
to, l'almuzia, la cotta, ed altre articoli. Sul modo di stare in coio,
vesti e indumenti ecclesiastici si usa- sulle discipline che si debbono os-
no in coro, come dicesi a'rispettivi servare in esso , scrisse Micaela
articoli del Dizionario. In essi si fa Bauldry,Manuale sacrarum caere-
parola ancora delle vesti come della moniarum ec. Per ciò che spetta al
cocolla ec. che usano in coro i
, cauto ecclesiastico ecco quanto dice
monaci, e le monache. L'eruditis- s.Brigida: » Clericorum cantus non
simo Pietro Moretti scrisse: De ri- « sit pressus, non fractus, non dis-
tti variandi chorale induinenluni in « solutus, sed honestus et gravis, ,

solemiiìtate pascliali apud cleruni » uniformis, et per omnia humilis


hasilicarum Urbis iisiiatOj Disser- >ipsalmodia plus redoleat suavita-
tatio epistolaris, Romae 1732. Da » tem, mentis humilitatem, et de-
Annio Guisbarchi abbiamo: L'Ec- » votionem, quam aliquam osten-
clesiastico in Coro, Roma i 7 1 5. » tationem. Non vacat culpa ani-
I libii corali sono quelli, che ser- » mus, quando cantantem plus de-
vono air uffiziatura. 11 bolognese » lectat nota, quam res, quae ca-
Guidetti, cappellano di Gregorio 55 nitur, omninoque est abomina-
Xlil, e benefiziato della basilica va- » bilis Deo, quando mentis elevatio
ticana, compilò per essa nuovi li- » plus fìt propter audientes, quai
bri corali , dopo la riforma del bre- » propter Deum ".
è

COR COR i6t


Vuoisi, die il gran capitolo di me di M-iiìorv, il quale presiede al-

Sb'asburgo sia uno de' più distinti le assemblee , in cui si trattano af-
capitoli della cristianità, per l'alta fari di disciplina interna, e di am-
nobiltà de' suoi membri, per le dis- ministrazione dei beni. Tre altri
tinte prerogative clic gode, pel nu- deputali sono aggiunti , il secondo
mero del clero, con cinque gran de' quali fa le veci di segretario. Le
dignità, la prima delle quali è il prebende del gran coro si compon-
gran prevosto, che ha la prima se- gono di benefizi canonicali; e quelli
dia nel coro. IVè riuscirà discara che ne sono titolari, godono, come
una breve descrizione, come del i canonici della cattedrale, de' pri-
celebre suo gran coro, il santo Eu- vilegi de' canonici in coviilatu , dei
rico I imperatore, edificato della vescovi, e dei commensali della casa
compostezza e divozione colla qua- del re. Essi sono collatori, patroni,
le i canonici celebravano in coro e curati primitivi della cura della cat-
r ufiìzio divino, accrebbe le rendi- tedrale, la prima della diocesi, e
te dei canonicati, e ne fondò una alla quale andava un tempo unita
con ricca prebenda, per quello che la dignità di primo arciprete, e di
in suo nome facesse il servizio gran penitenziere. Essi fanno in ogni
divino. Nel secolo XIII quando
,
tempo, e nelle feste più solenni
i canonici nobili si separarono da- tutto il servizio canonicale , sì in
gli altri, prebenda di san En-
la coro come all'aitar maggiore, eh'
rico I divenne una prebenda del oiììziato da essi soli , esclusi tutti
gran coro, sotto il titolo di pre- gli altri canonici, ed ecclesiastici
benda del re del coro. Sino al stranieri, di qualunque dignità sie-
detto secolo fu conferita quella no essi rivestiti. Essi hanno ezian-
prebenda dagli imperatori, ma do- dio il diritto di assistere il vescovo
po il detto secolo è del gran quando oflìzia nella cattedrale. As-
prevosto. Il gran coro poi, detto sistono anche per mezzo de' loro
Sunimiis choms negli antichi ti- deputati ai sinodi della diocesi , e
toli , è tanto vecchio quanto l' isti- alle altre assemblee generali del
tuione de' chierici, che si raduna- clero. Le prebende del gran coro
vano primi vescovi di
presso i sono oggidì in numero soltanto di
Strasburgo. Egli forma, unitamente venti , e non vi può essere eletto
al gran capitolo, il clero primitivo chi non ha gli ordini sagri. Elle
delia città, quantunque sia distinto, non sono soggette ai mesi di riser-
e interamente separato da quello. va al Papa pel concordato germa-
E da sé stesso inoltre un corpo col- nico. I collatori le conferiscono in
h'giale con lutti i diritti, qualità, e ogni tempo; ma i titolari di queste
prerogative che competono ad un
, prebende possono peruìularle, o ras-
capitolo. Il gran coro ha il suo segnarle in corte di Roma. Il re ,

sigillo particolare, le armi, gli ar- come successore dei diritti degl' im-
chivi, i protocolli, la massa comu- peratori , esercita sopra di esse, come
ne, in fine la libera amministrazio- anco sopra tutti i capitoli di colla-
ne dei suoi beni e delle sue ren- zione ecclesiastica, il diritto delle
dite, separate da quelle del gran ca- prime preci, o preci primarie, e di
pitolo. I mcndjri del gran coro eleg- lieto ingresso, oltre alla prel^enda
^"iio tra essi un rapo sotto il uo- reale, il titolare della quale è detto
VOL. x\u. I I
, ,,

i62 COR COR


re del coro, ed occupa il pritno parola ebraica rnaleach, cui cor-
posto nel coro, e nelle processioni. risponde la parola angelo , let-

Vi sono nel gran coro il custode, e il teralmente significa un ministro


maestro delle cerimonie: il primo un deputato; e la Scrittura chiama
presiede alla sagrestia il secondo fa- , molte volte col nome di angeli i

ceva le funzioni di gran cantore; ma sacerdoti, e tutti quelli che recano


dopoché fu tolta questa dignità alla ordini di Dio, ed annunciano agli
metà del secolo XVI, egli sta al- uomini la sua volontà. Così sono
la direzione del basso coi'o , com- dall' Apostolo descritti gli angeli
posto di quattro preti cappellani epist. ad TIebr. 1. 1 4 ; e così pri-
dei cantori, e dei ragazzi del coro. mieramente fu dato questo nome
In alcune chiese principali vi so- al Messia presso Malachia, III , i j
no due cori : in uno il capitolo uf- e quindi ai pastori, ed ai mini-
ficia e salmeggia nella stagione esti- stri delle chiese. V. Malachia II,
7,
va , neir altro nella Ininvernale. Apocal. I. 20, II. I, 8, 12, 18,
Roma quando il Papa privatamen- III, I, 7, i4; Eccles. V, 5. Que-
te interviene nella basilica vaticana sto nome si Giovanni il
diede a s.

alle esequie di qualche suo prede- Battista, V. Malachia III, i; Matteo


cessoie , e per la festa della dedi- XI, io; Marco I, 2; Luca VII, 22,
cazione della basilica, siede nel pri- come pure agli Apostoli, nell'Apo-
mo stallo canonicale , con piccolo cal. XXI, 1 2 ; ai magistrati che ten-

genutlessorio innanzi, sutto propor- gono le veci di Dio, come alcuni


zionato baldacchino , e i Cardinali pensano di l'accoglierlo dal salmo
stanno negli stalli dei beneficiati CXXXVII, 2, e dalla parola Eloiiii
ec. , come si potrà vedere ai rela- spesso interpretata per angeli, men-
tivi articoli. tre significa Dii, o Giudicij final-

COR.O DEGLI Angeli. Per quanto mente agli uomini forti, come '\n\

sterminato sia il numero degli An- alcuni luoghi delle sacre pagine.
geli, non avvi fra loro né disordi- La sagra Scrittura non attribui-
ne, né confusione ; che anzi vi i e- sce altro nome agli angeli, fuorché
gua una dolce armonia, un ordine quello di spiriti. L' esistenza degli
mirabile, una graduazione meravi- angeli è articolo di fede, ed è tuttai
gliosa attesa la classilìcazione delle appoggiata e ai diversi luoghi della!
gerarchie, e loro cori rispettivi. Vi Scrittura in cui se ne pai-la, ed al-
sono tre gerarchie, ed in ciascuna l'autorità dei padri, e della Chiesa.
di esse tre ordini, e cori di angeli. La Scrittura però non ci dice iuj
Ma per meglio j)rendere de' cori qual tempo gli angeli sieno stati
degli angeli una idea, non riuscirà creati, né i santi padri sono in tal

discaro, che si premetta qualche eru- proposito d'accordo. Tutlavolta èi


dizione circa gli angeli. sentimento comune essere essi stati]

Col nome di Angelo primiera- creati unitamente al cielo ed alla;


mente s' intende una sostanza spi- terra. Il loro numero è immenso.
rituale intelligente , la più nobile Il profeta Daniele racconta, che es-
fra le creature. La paiola viene dal sendosi avvicinalo al trono dell' E-
greco che significa niessaggiero ,
terno, vide uscirne un fiume di
nunzio, o vwialo per comiuiicare fuoco, e che mille migliaia d'angeli
agli uomini i comandi di Dio. La gli miuistiuvauo, e dicci mila deci-
COR COR i63
ne di migliaia stavano davanti a lui. prende le dominazioni, le virtù e

S. Giovanni evangelista assicura di le podestà; la terza i principali, gli


averne veduto intorno al trono del- arcangeli, e gli angeli, e questo ul-
l'Agnello migliaia di migliaia, e de- timo nome è a tutti comune. Tutti
cine di migliaia di decine di mi- questi cori sono nominati nel pre-
gliaia. Gli angeli furono tutti creati fazio del divin sagrifizio della messa.
in ìstato di grazia, cioè in una giu- Gli spiriti della celeste geiarchia
stizia, e siintità soprannaturale, in lianno particolari perfezioni, e fun-
una grazia abituale, e santificante. zioni, onde rappresentano e glori-
E di fede godere i santi angeli in ficano alcuni degli attributi della
cielo la beatitudine, e la gloria nel- Divinità. I serafini sono stati così
la intuitiva visione di Dio, ch'essi chiamati, per l'ardente loro amore
ben meritaronsi coli' amor loro ver- verso Dio, ovvero perchè rappre-
so di lui, e colla umile divozio- sentano e glorificano l' infinito suo
ne ai suoi voleri. Ma creati gli amore ; i cherubini per la loro
angeli con una perfetta libertà, gli scienza , ovvero perchè rappresen-
uni se ne servirono , aiutati dalla tano e glorificano i' onniscienza di
grazia, a perseveranza nel bene, e Dio j i troni per la loro sublimità,
gli altri, per loro colpa , l' adope- che serve quasi di trono all'Altissi-
rarono a propria perdizione. Da mo ; le dominazioni pel loro po-
ciò venne la divisione degli angeli tere sugli ordini inferiori ; le virtù
in buoni e santi, quelli cioè che si per la loro che risplende spe-
forza,
salvarono per l'umile loro divozio- cialmente nei miracoli; le potenze
ne al Signore, ed in cattivi o de- per la loro autorità sui demoni; i

moni, cioè quelli che sonosi eter- principati per la loro superiorità sui
namente perduti per oigoglio, per cori inferiori : gli arcangeli perchè
amor d'indipendenza, per fidanza sono destinati all'esecuzione di cose
neir eccellenza loro, per la cieca lo- le più importanti, e pei'chè vegliano
ro arroganza di avere voluto ga- sui semplici angeli ; gli angeli sem-
reggiare con Dio : Ascendani suptr plici perchè annunciano, ed esegui-
altilndinem niibium, siinitis ero Al- scono le cose meno impoitanti, se-
tissimo; parole, che il profeta Isaia condo l'ordinaria disposizione della
pone in bocca a Lucifero, primo divina Provvidenza verso gli uomi-
fra gli angeli ribelli. In quanto al ni. Gli angeli poi non solo sono
numero de' cattivi angeli, esso è classificati secondo la diversità delle
inferiore a quello dei buoni, secon- loro condizioni, e della loro digni-
do la comune opinione: i cattivi tà, ma bens\ dietro ancora quella
furono qualificati per ispiriti male- delle loro incumbenze , e del loro
fici, gli angeli fedeli, per ispirili ministero ; dappoiché è di fede che
buoni. Dio spedisce gli angeli ad annun-
Venendo ai cori, gerarchie , ed ciare agli uomini la sua volontà, e
ordini degli angeli, giusta il senti- che se ne serve nel governo del
menlo de' padri, e de' teologi, sono mondo. L'arcangelo Ralfaele fu spe-
distribuiti essi in tre classi, e cia- dito a Tobia per accompagnarlo
scuna in Ire ordini. La prima ge- nel viaggio ; l' arcangelo Gabriele
larchia è dei serafini, dei chcruhi- fu spedilo a Maria per annunziar-
itij e dei ironij la seconda com- le il mistciu dell' incaruaziuuc del
i64 COR COR
Verbo Questo è ciò che
divino. Gabriele viene dalla Chiesa celebra-
chiamasi missione, o messaggio, os- ta ai 18 marzo, e quella dell'ar-
sia impiego degli angeli in alcuni cangelo s. Raffaele ai 1^ ottobre.
ministeri a favore delle creatui'e V. Michaelis Syncelli, Laudatio in
inferiori, per ordine di Dio. I teo- ss. Dei archangdos, angelosque, in
logi ne distinguono di due sorta ; tom. I, Andari novi Comefisianij
r una invisibile, visibile l'altra. L'ar- p. i5iQ; Ludovici Pittorii, in Coe-
cangelo s. Michele è riconosciuto lesles archangelos Hyninicae Ceniti-

per ispeciale e primario protettore riae, Venetiis iSao; Georgium Mi-


della Chiesa contro gli assalti ma- cillis, La storia di Tobia, tradotta
ligni del demonio, per cui l' istessa dalla Volgata, Napoli
1 79?.

Chiesa, dopo Dio attribuisce a lui Eleua madre dell' imperatore


S.
le numerose vittorie riportate sui Costantino, nei primi del IV secolo,
diversi suoi nemici. Da ciò ebbe alzò un magnifico tempio agli an-
origine la divozione colla quale i geli, ed ai tre pastori. V. Gloria
fedeliinvocano il suo soccorso, di- IN ExcELSis Deo. L' angelo, che an-
vozione che si è accresciuta per le nunziò ai detti pastori la nascita di
diverse sue apparizioni, essendo le Gesù Cristo, comunemente si vuole
principali quella avvenuta sul mon- che sia Gabriello.
te Gargano nel regno di Napoli e , Passando agli angeli custodi, di-
nella Francia ad Auberto vescovo remo che fra i piìi preziosi doni del-
di Avanchres ec. V, Castel, s. An- la misericordia di Dio verso gli

gelo di Roma. I greci parlano in- uomini, è da annoverare la comu-


oltre d' un'apparizione dell'arcan- nione, ossia il commercio spirituale,
gelo a Cono, o neir antica Colossi eh' egh ha stabilito fra noi e gli an-
nella Frigia, né si può dubitare di geli santi, co' quali speriamo di di-
molte altre apparizioni degli angeli videre la felicità e la gloria di Dio
a favore degli uomini, particolar- nel cielo. Diversi passi della Scrittura
mente di questo s. Michele, che ver- ci dimostrano gli angeli difensori,
rà alia fine del mondo a difendere e protettori degU uomini, e la bon-
la Chiesa dalle persecuzioni dell'an- tà dell'Onnipotente per noi soprat-
ticristo. La Chiesa celebia l' appa- tutto risplende nella scelta che ha.i
rizione di s. Michele arcangelo agli fatto de' suoi angeli, perché sieno
8 di maggio. La festa di lui, e di nostre guide, e nostri custodi in
tutti i santi angeli , fu sempre ce- tutto il corso della vita, anche per
lebrata a' 29 settembre, dal quinto mezzo d'interni presentimenti, ispi-

secolo in poi, e nella Puglia già era randoci di evitare le cose nocevoli, e
stabilita nell'anno 49^- Benché s. mettendoci al coperto de' mali pros-
Michele sia nominato solo nel ti- simi a Questo tratto di
colpirci.
tolo di questa festa, dall'orazione Provvidenza divina è il fondamento
però della Chiesa apparisce esserne di quella carità, e di quella gioia
oggetto tutti i santi angeli, il cui reciproca, che regnerà eternamente in
culto è appoggiato alla tradizione cielo tra gli angeli e gli eletti. La fede
delia Chiesa, come quelli che pre- c'insegna avere Dio posto un angelo
sentano le nostre preghiere al tro- particolare alla custodia di ciascuno
no di Dio, e ne riportano grazie, de' suoi servi. La Chiesa non si è
e favori. La festa dell' arcanirelo s. spiegata apertamente circa i pec-
COR COR i65
calori e gl'infedeli, ma i più celebri per farci cadere, e per perderci eter-
dottori sostennero sempre ch'essi namente : ma Dio non manca di
avessero ciascuno il loro angelo opporre loro i suoi buoni angeli,
guardiano, la quale opinione, av- a cui commette la cura di nostra
valorata pure dall' autorità della difesa. Si dà alcuna volta il nome
Scrittura, è s"i solida e universale, di Lucifero al principe degli angeli
da non potersene contrastare la apostali e ribelli, ritenuto da al-

verità,massime riguardo a coloro, cuni già capo di tutti i cori an-


che sono nella comunione della gelici, chiamandolo Behemoth, cioè
Chiesa Abbiamo dal salmo XC:
. bestia. Abbagliato egli dalla pro-
Il Signore ha comandato a' suoi pria eccellenza, fu seguito nella sua
angeli di assistervi, e di custodirvi ribellione da una gran parie de-
in tulle le vostre vie. I. primitivi gli spiriti celesti, per cui questi fu-
fedeli erano talmente convinti, che rono tutti all'istante precipitati nel-
ognuno avesse il suo angelo custo- l'inferno. Altri però si appellano prin-
de, che quando il principe degli a- cipi delle tenebre, dell'aria, e del
postoli, e primo sommo Pontefice mondo, e ad essi viene permesso
s. Pietro, dopo la sua miracolosa il tentare gli uomini. 11 loro prin-
liberazione opera
dal carcere per cipe è chiamato Belial, cioè sciope-
di un angelo, presentossi agli apo- rato, scapestralo, ed è appellato
stoli ed ai discepoli, essi non pote- anco salati, satanasso, o il nemico,
rono dapprima credere che fosse e Beelzchub. La l'abbia, e l'invidia
lui e dissero in vece ch'era il suo
, dei demoni contro gli uomini è
angelo. I giudei non dubitarono tale, che per perderci si trasfor-
punto, che l'arcangelo s. Michele mano essi talvolta in angeli di lu-
non fosse il protettore di loro na- ce, e prendono anche il sembiante
zione, e davano eziandio degli an- pietoso. L' uomo precisamente
fu
geli tutelari alla maggior parte creato per occupare in paradiso
degli altri paest Molti autori con- il posto degli angeli ribelli, e Dio
vengono, che angeli custodi e tu- permette a Lucifero, e suoi complici,
telari abbiano i regni, le provin- di tenderci lacci e di rivolgere con-
cie, le città, le diocesi, gli Ordini tro di noi gli sforzi della loro astu-
religiosi, i collegi , i pii istituti , le zia per provare la nostra fedeltà, e
comunità, le famiglie, ec. Le persone porgerci occasioni di meritare colle
poi costituite in dignità sia nella Chie- nostre vittorie la felicità eterna, alla
sa, sia nello stato, oltre l'angelo tute- quale siamo destinati. I buoni angeli

lare,che hanno ricevuto nel loro na- da parte loro vengono in nostro soc-
scimento, ne hanno di una sfera più corso, ci proteggono dagli assalti, con-
nobile per dirigerli in ciò che siderando che saranno nostri compa-
concerne l'uflìzio della loro cari- gni in cielo, come sono nostri fratelli
ca, e quindi lo hanno i Papi, i in virili dell'adozione divina. Laonde
sovrani , e generalmente tutte le dobbiamo ed onorare il
rispettare,
persone poste in eminente dignità nostro angelo custode, come vero
tanto ecclesiastica, che civile. amico e protettore polente, e col-
I demoni, siccome ripieni di ma- l'evilare il peccato, saremo degni del
lizia, e di odio contro di noi, si suo patrocinio. Neil' anno i6o5^
occupano costantemente dei mezzi Paolo V istituì la festa dei ss, an-
tR^ roti ror.
geli custodi, e ad istanza dell'im- Maria della Pietà in Roma in piaz-
peratore Ferdinando JI, concesso za Colonna, che diede occasione ad
dipoi che negli stati a lui soggetti una lettera «li monsignor Frsince-
se ne facesse a'2 ottobre l'uffizio e sco Bianchini, scritta a Papa Cle-
la messa. Clemente X, con decreto mente XI, e inserita nel t. II de-
de'i3 settembre 1670, lo estese di gli Opuscoli.
precetto alla Chiesa universale, con- Nel Pontificato di Paolo 111, ed
fermando in pari tempo il s. Ar- ai 4 febbraio 1544? sotto la cap-
cangelo Michele in protettore del- pella di s. Petronilla nella basili-
l'Ordine dei minimi o Paolotti, co- ca vaticana, fu trovata una lamina
me lo è di altri Oi'dini religiosi. d'oro dentro il sepolcro di Maria
V. Tommassini de feslis lib. II, cap. figlia di Stilicone, destinata sposa
XXII, n. I I, e Lambertini De ca- all'imperatore Onorio, di che fan-
nonizatione Sanctorum lib. IV. par. no menzione il Surio, e il Fauno
II, cap. XV. All'orazione Jngele Dei, rifeiiti dal Baluzio nel tom. II ca-
colla quale implorasi il patrocinio pii, col. II 25; il Ciampini de sa-
del proprio angelo custode , Pio VI cris aedijiciis, tom. I, sess. XII ; il

e Pio VII concessero indulgenza Mansi Annali ecclesiastici t. XIV;


qualunque volta si recita. Sebastiano Munster, lib. II della
Passeremo a notare quali angeli Cosmografìa universale, ed altri ci-?
riconosce, e venera la Chiesa. Il Pon- tati dall'Arrighi nella Roma sotter-
tefice Zaccaria ordinò, che non si ranea. Nella detta lamina eravi
potessero nominare più angeli, fuor- scolpito il nome di Uriele, cogli
ché Michele, Gabriele, e Raffaele. Il altri tre autentici di Michele, Ga-
s. Pontefice fece questa proibizione briele, Raffaele in lettere greche. Si
nel concilio, che nell'anno 7 45 ce- ha inoltre, che s. Ambrogio (che
lebrò contro gli eretici Adalberto pochi anni avanti la figlia, di Sti-
e Clemente. Il primo era prete licone er* in vita), nel lib. Ili
francese, già condannato nel con- de fide ad grat. Qip. II, là men-
cilio di Leptinesnel 74^, il secondo zione di detto angelo Uriele insie-
prete scozzese. Il Bartolucci, ^i^Z/o/Zi. me cogli altri, come osservò Cor-
Rahb. t. I, p. 1 93 presso anche Bes- nelio a Lapide, nel Comment. iu
nage, lib. IV Histoires de Juifi, cap. I àeW Apocalisse, ove tratta
chapitre 9, ed il p. Calmet nella diffusamente di questi sette nomi
prefazione a s. Luca, Dissert. sur di altrettanti angeli principali, ac-
les bons, et sur les vianv. Anges cennando, che ancora s. Isidoro fe-
pag. 47? espongono certo codice ce espressa menzione di Uriele
orazionario ebraico scoperto nella nel lib. VII, e, 5, e- citando favo-
vaticana, nel quale fra i primari revoli al medesimo nome, il Sal-
personaggi ivi invocati si trova Mi- merone, Messalina, Sperello, Vitto-
chele, Gabriele , Raffaele, Uriele, relli, ed altri scrittori meno antichi.
Saultiele, Geudiele , e Barachiele, Ma per quanto si trovi il nome
j quali nomi appunto si leggevano di Uriele ne' libri apocrifi di Enoch,
sotto altrettanti angeli, che rappre- come vuole il citato Mansi o nel ,

sentavansi in una gloria, figurata IV libro d'Esdra, come opina il


in un quadro dell'altare più vici- riferitoBianchini, non ritrovasi più
no al maggiore della chiesa di s. né questo, né alcuno di quegli al-
COR COR 167
tri nomi in iscrittura alcuna dalla di Zefriclc, prefendendo di aver con
Chiesa romana approvata. Laonde luia miral)ile arte discoperto , che
come nomi discendenti da super- con tal nome era chiamato da Dio
stiziose dottrine de' basiliani, o per il suo angelo custode. Cos\ egli di
dir meglio di quelli esseni de' quali fatti appellavasi, e sottoscrlvevasi ;

accenna Giovanni Tritemio l'origi- e neir Lscrlzione sepolcrale, che gli

ne, secondo Giuseppe Ebreo ( come fece Giulio del Pozzo, riportata nel-
si può più ampiamente riconoscere r Appendic. Veron. Jiidic.
Colleg.
dalle annotazioni del Serrarlo, e del Advoc. p. 280, e dal Mazzucchelli
Binio, riportate dal Labbè nel tom. nel tomo li, par. 1980,
Ili, pag.
VII, p. 3o8), tali angeli, Uriele, Sa- chiamasi Zephirici. nomi- V. il

ulliele, Geudiele e Baracìiielcj non nato Gio. Tritemio, nella Chrono


solo furono riprf)vati dal . dotto , e logia mystica, seit libellus de scptent
ilbuninato Pontefice s. Zaccaria, secundeis, idest spiritibus moventi-
ma eziandio dai sinodi d' Orleans, bus orbes, Orifici Saturni, Anaci,
riferiti dal Burcardo lib. Ili, cap. Veneris, Zachariel Jovis, Raphael
198; dal Laodiceno nel canone INIercurii, Samuel Martis, Gabriel

XXXV; dai Capitolari di Carlo Ma- Lunae, Michael Solis, Nurabergae


gno, lib. I, cap. XVI ; e dal sinodo i522, Francofurti iS^S-i^Qj ; Ca-
d' Aquisgrana riportato da Ivone rolum Stengelium De Angelis FU
parte III, cap. i5o. Perciò non solo principìhns, Vindobonae [6ii;Au-
furono riprovati, ma proibita ne fu blu. historia del Diablcs de Lou-
ancora la divozione, e il riconosci- dun, Amstelodami 1693; De-la-
mento, allorché Papa Pio IV fece Menardaye , Examen critique de
togliere le pitture di detti angeli V ìlistoire des diables de Loudun.
dalla chiesa di S. Maria degli an- De la condemnation d' Urbain GraU'
geli alle terme di Diocleziano Pedi), dier 1719. Il canonico Gio. Jaco-
(
ivi poste nel i5ij da un sacerdote po Dionisi scrisse la Tetterà sopra
palermitano, che ne avea introdotto alcuni esorcismi d'un codice del ca-
la divozione in Roma, come meglio pitolo di f^erona. Storia letteraria
si può leggere nel citato articolo. tom. XIV. Ma specialmente intor-
Da ultimo la .sagra congregazione no ad Uriele, uno de' sette angeli
de' riti ha emanate analoghe ordi- od arcangeli, merita di essere letto
nazioni, cioè sul culto de' sette an- tuttociò, che ne scrive il Renaudot
geli dinomi propri; ordinazioni, che nel Commentario alla liturgia copti-
furono confermate dal regnante Pon- ca di s. Basilio, citato dal p. Ago-
tefice. L' erudito Cancellieri , nelle stino Giorgi nella prefazione al li-
Osservazioni ec, sopra l' originalità bro de' miracoli di s. Coluto p. 76,
della divina commedia di Dante, per illustrare gli atti del santo mar-
appoggiata alla visione del mona- tire fanciullo Anub egiziano di Te-
co Alberico, Roma 18 14, coli' au- be, ove s' incontra il nome di Urie-
torità del Papadopoli , Historia le, o Suriele.
Gymn. Patav.
II , 269 narra , In detti atti si segue la tradizio-
che Tommaso Bovio veronese, ri- ne de' padri , e di tutta la Chiesa
cercò con un'orazione latina a Gre- ortodossa egiziana , che nel III se-
gorio XIII, che dalla pul)blica au- colo, e nel principio del IV invo-
torità gli venisse imposto il nome cava r arcangelo Uriele nelle sue
,

i68 COR COR


preci liturgiche , come pure nell'eu- s. Pietro ad Alberico, che i rìu'rii-

cologio coplico, e nella liturgia e- bini stanno dinanzi a Dio nell'istcs-


tiopica. 11 suo nome è stalo am- so modo, con cui prima della crea-
messo da s. Ambrogio, da s. Isi- zione del cielo, e della terra, vo-
doro, da Alberto magno, e da s. lava sopra le penne de' venti. Nel
Bonaventura perchè trovasi nel li- capitolo 4o> si dice, che nel sesto
bro di Esdra , di cui, prima che cielo sono tutti i cori de' santi, de-
fosse (Issato il canone delle sante gli angeli , degli arcangeli , de' pa-
Scritture, fecero uso s. Ireneo, Ter- triarchi, de' profeti, degli apostoli,
tulliano, Clemente Alessandrino, s. de' martiri, de' confessori , e delle
GiprianOj s. Ambrogio ec. , avendo vergini; che il 'coro degli apostoli
preso dal medesimo l'istessa Chiesa è il più alto e il piìi glorioso, se-
cattolica , come osserva il p. Cal- dendo s. Pietro piii alto di tutti ;

met, r introito della messa della fe- e che gli lodano e


spiriti angelici ,

ria V di Pentecoste, e nell' uffizio pregano il loro Creatore con voci


pasquale de' martiri. Il lodato Can- continue, ed incessanti, comunque
cellieri tomo II, De secretariis,
nei queste voci altro non sieno che l'e-

a p. I002, ha copiosamente trattato spressione della loro volontà.


de Urieli nomine , una cum aliis Finalmente, come indicammo di
trium archangeloritni , in laniìmila sopra, da molli è stalo scritto che
aurea repertis mter ciinelia sepulclui gli angeli cattivi spesse volte han-
Mariae Augustae. Ha trattato piu'e no preso la figura di varie bestie,
il Cancellieri delle diverse denomi- per ingannare, o cagionare qualche
nazioni degli angeli , e del culto grave male agli uomini, tentarli, e
di s. Gabriele, nunzio di Dio a Ma- distorli dal divino culto. Così tal-
IV. p. i864;
ria Vergine, cioè nel t. volta comparvero sotto le forme di
indi nelle Memorie di s. Medico, e animali schifosi, e feroci , come di
delle Medichesse a pag. 4^ ^ seg. , pipistrello, di corvo, di avoltojo, di
lungamente ha parlato di s. Raf- dragone, di cane, di gatto, di ca-
faele, mentre alla pag. igS e seg. pra, come si può vedere nelle ge-
delle sue Osservazioni sulla divina ste de' santi, e spesso ancora di or-
Commedia , ne' capitoli della visio- so, e sotto altre forme per accre-
ne del monaco Alberico, tratta co- ditare specialmente i malefìcii, e le
me il beato Pietro apostolo gli com- stregonerie, come ha bene avvertito
parve con due angeli uno de'quah , il can. Paulovich Lucidi nella vita
chiamavasi Emanuele, e l'altro He- di s. Veneranda vergine e martire.
los che conducendolo insieme co-
,
Né deve tacersi il capriccio col qua-
minciarono a mostraigli i luoghi le Giovaimi da s. Giovanni giunse
delle pene, e dell'inferno. Al ca- ad introdurre le angiolesse, tra i

pitolo Sg parla eziandio del VII cori degli angeli ; capriccio, e strana
cielo dicendo: 11 trono di Dio è novità impropriamente usata dalla
situato in questo supremo cielo, ove bizzarria de' pittori, e rilevata an-
avanti la gloria della sua maestà che dal Pellettier nella Dissertazio-
i cherubini battendo le loro sei ali ne sopra gli errori dei dipinti, Me-
non cessano di cantare Santo, Sazi- inoric de Trevoux, anno XI, se pu-
lo, Santo, il signore Iddio Sabaoth. re questa non fu invenzione del
V. Trisagio angelico . Disse poi cav. d' Arpino. V. Pompeo Sar-
.

COR COR 169


nel mai gli angeli santi sono
li: se nome. Ha forma di un triango-
la

apparsi in forma di donne ? Vedi- lo, di cui un angolo è formato da


lo ancora md Lume a' principianli una roccia scoscesa, sulla quale i ve-
nelle materie Venezia
ecclesiastìclie, neziani innalzarono nel i4<ì3 una
1723», pag. 107. Si può ancora torre, mentre i due altri angoli si

consultare, De XII ordinum Angelo- scorgono dal golfo di Corone. Co-


rum feslo apud graecos Vili. Nov.j rona è sede di un vescovo greco,
Cangius in CP. Clirislian. 1. IV. p. e residenza di molti consoU esteri.
188; Andrea Viltoi"elli de' ministeri, e Vi sono molte moschee, e chiese
delle operazioni angeliche, Vicenza greche. Le case sono ben fabbrica-
161 F ; Menochio, dclli VII Angeli te, ma il porto è piccolo , e poco
principali, che nella Scrittura si di- profondo ; lo che obbliga i grossi
ce assistere al trono di D'io , Stuo- navigli ad ancorarsi nella rada
re, centuria ottava pag. 180. Conta più di cinque mila abitanti
CORON o CORONEA {Coro- tra turchi j greci, ed ebrei.
Sede vescovile in partihus, sot-
fien.). Questa antica città del Pelopon-
to la metropoli di Atene egualmen- neso sul golfo di Messenia, secondo
te in partibus. Coron è chiamata Pausania, si chiamò Aepeio; ma do-
ancora Cheronea secondo le antiche po che i messeni si ristabilirono,
notizie ecclesiastiche. Fu eretta nel Epimelide capo di una colonia qui-
quinto secolo, ed appartenne all' e- vi condotta la chiamò Coronea, dal
sarcato di Macedonia, nella prima nome della sua patria nella Beozia.
provincia Achea. Questa antica cit- Aveva molti templi, fra' quali ram-
tà della Grecia nella Beozia, sorge- menteremo quelli di Diana, di Bac-
va in un luogo elevato presso al- co, e di Esculapio, le cui statue e-
l' Eliconia, a qualche distanza dal rano di marmo. Corona poi fu sot-
sud ovest del tempio di Minerva tomessa nel 1204 dai veneziani
Itonia , nel quale si adunavano gli collegati a qualche altro principe,
stati della Beozia. Stefano di Bi- che divise seco loro gli avanzi del
sanzio la dice fabbricata da Coro- greco impero. Nel 1208 il corsaro
nus figlio di Tersandro. Il genera- genovese, Leone Veterano, s' impa-
le ateniese Tulmideo fu ucciso in dronì di questa piazza, e di Modo-
questa città 1' anno 44? avanti l'e- ne; ma i veneziani la ripresero po-
ra cristiana, e neil' anno 3q5 Agesi- co dopo. Il sultano Bajazetto !!_,
lao vi avea sconfitto i beozi nelle sue avendo nel 1498 conquistato IMo-
vicinanze. La pianura, in cui Coron done, rivolse le sue armi contro
è ora situata divenne celebre per
, Corona, che nel i5oo gli fu cedu-
la famosa vittoria riportata da Se- ta per capitolazione. Nel i532 l'am-
nofonte sui tebani ma al presente ; miraglio Andrea Doria, comandan-
non è che un miserabile villaggio te la flotta spagnuola di Carlo V,
detto Comari, abitato da pochi tur- la prese dopo un'ostinata resisten-
chi. za. I turchi però poco dopo la
CORONA, o CORONE {Coro- bloccarono, e quindi nel i534 la
nen.).Sede arcivescovile in parti- ripresero essendo abliandonata da-
bus, città forte della Turchia Eu- gli spagnuoli. Nel iG85 il genera-
ropea nella Morea^ sangiacalo sulla le veneto Francesco Moiosini pose
costa occidentale del golfo del suo l'assedio a questa città, e se ne rese
I70 roR COR
pndrone, prendendo anche lo sten- imperi dei persiani, del greci, di
«lardo del sultano. In progresso di Siria, e di Egitto sotto l'emblema
tennpo essendo ricaduta nel domi- di corni. Dario, ed Alessandro sono
nio dei turchi, rimase in loro po- rappresentati dal medesimo Daniele
tere. come un vitello, ed un ariete, che
La sede vescovile, secondo Com- colle corna aggrediscono Antioco
raanville, vi fu istituita nel quinto Epifane. La grande bestiadell' A-
secolo, sotto la metropoli di Pati-asso pocalisse, forse il grande impero
neir esai'cato di Macedonia, e nella romano, tiene il capo ornato di
quarta provincia ecclesiastica di A- dieci corna.
chea. Ebbe ventiquattro vescovi la- Si narra d' Antioco, ch'essendo-
tini, ed in seguito divenne ai'cive- gli posto il real diadema, ch'era
scovato titolare in partibiis, senza allora una fascia, .saviamente, pri-
suffraganei, o vescovi titolari sog- ma che se ne cingesse il capo,
getti egualmente in pnrtilnis. disse : O panno pih nobile, che
CORONA, Scrtuni. Ornamento, felice, chi ti conoscesse di qnan'
di cui si cingono la testa gl'impe- te sollecitudini, pericoli, e mise-
ratori, i re, i principi in segno di rie sei ripieno, non ti alzerebbe
onoi'C, ed anche di autorità. Si fa nemmeno da terra. In quanto alle
di varie Quindi
materie, e foggie. punte, di che in seguito le corone

pigliasi il vocabolo di corona an- si sono ornate, si vuole che altro


che in significato di maestà reale, non rappresentino se non figure
e anche del regno, o del re mede- di corni. L'idea del corno non era
simo. Corona si dice anche una ignominiosa presso gli antichi, né
ghirlanda, o altro ornamento fem- trovasi vestigio di senso ignominio-
minile da portarsi in capo. Si vuo- so, meno che presso Artemidoro, il

le, che il vocabolo di corona pro- quale sotto i Cesari scrisse le Inter»,
venga da Corno, perchè le antiche pretazioni dei sogni. Quindi dalle|
corone terminavano in punta, ed corone dei re sembra, che avessero
esse erano indizi di potere, di di- luogo quelle punte, che ora si veg-
gnità, di autorità, e di impero. gono, e corna in origine, dappoiché
Nella sagra Scrittura i vocaboli di nelle corone ducali ec. o non ,

cornu, e cornua sono pigliali tal- si veggono del tutto tali punte,
volta per indizio della dignità rea- oppure si veggono alquanto spun-
le, e nella hanno
lingua ebraica tate, quasi indicando, gloria o po-
lo stesso Qualche volta
significato. tere limitato, e subalterno. La piìi

la medesima Scrittura per corno remota antichità non attribuì le


intende la gloria, lo splendore, la corone se non che alla Divinità*'
forza, il potere, i raggi ; dicendosi Bacco, al dire di Plinio, si cinse
che il viso di Mosè era circondato il primo di corona d'ellera dopo
di corna, vale a dire, che era ra- la conquista delle Indie. Tertullia-
dioso, e che ne uscivano siccome no, nel libro de Corona, dice che]
de' corni di luce. Nella stessa Scrit- non aveva alcuna pianta, di cui]
vi

tura si legge : Ele\>ahit Doniinus non si fossero formate corone. DeU

roma David, Psalm. iZi-.Abscls- le diverse corone delle divinità fa-


suni est cornu Moab, Jerem. 4^- volose trattano mitologi. Le^ i

Paniele nel e. 7 esprime grandi i prime corone non erano che fa-
,

con con 171


scie, o zone, ovvero piccole stri- gran sacerdote degli ebrei portava
scie, o cerchietti, ai quali clava- una corona, di color giacinto, con
si il nome di Diadema (Fedi). una lamina d'oro sovi-apposta, sulla
Con queste cingcvasi il capo, e si quale era scritto : La santità ('

legava qiieirornamcnto al di dietro, del Siffiore. I semplici sacerdoti,


come può vedersi sulle medaglie ed anche i semplici israeliti por-
nelle teste di Giove, dei Tolomei ,
tavano in parecchie occasioni co»
e dei re di Siria. Talvolta si for- rone, dilferenti da quelle del sora^-

mavano i diademi di due strisele mo sacerdote e dei re;


ravvicinate; tal'altra si ripigliarono Da alcuni passi di Eusebio di
invece ramoscelli di diversi alberi, Cesarea, alcuni scrittori deduco-
a' quali si aggiunsero de' fiori. Il no che altre volte i vescovi por-
Sarnelli, nel tomo X delle lettere tassero pure una specie di coro-
eoe lesiantiche j lettera LV tratta, se na. Le corone dislinguevansi o
Aureliano, o Costantino fossero i pei colori, o pei ricami, o per
primi, che mutassero la corona di le gemme. Erano poi le suddette
alloro nel diadema. Egli pertanto fasciCj o corone sottoposte a tia^
dice, che Costantino imperatore fu re, o mitre non solo ne' sacerdoti,
il primo, il quale dopo di avere ma ancora nei re, come appari-
abbracciata la fede cristiana, mutò sce nel libro di Ester al cap.
le foglie del lauro, con cui cinge- ottavo, ove menzione della
si fa

vansi la fronte i suoi predecessori, tiara bissina e purpurea cinta di


in una d'oro con gemme,
fascia diadema, o corona, e da altri luo-
giacché la corona di lauro dai gen- ghi della Scrittura, presso a pò»
tili era usata anche per coronare co come ora nella tiara pontifìcia,
il favoloso Apollo. Prima di Co- ornata di tre diademi o corone, e
stantino gl'imperatori Eliogabalo, nelle tiari impellali, o regie cinte
ed Aureliano avevano mutato il di una corona. La corona papale
lauro in una fascia, in cui erano è composta di una tiara, con tre cor
alUssi i raggi del sole. Eliogabalo rone da cui prese il nome di tri-
ciò fece come sacerdote del sole, e regno (Pedi), le quali corone fur
ne fu imitato dipoi dal solo Aiora- l'ono adottate in diversi tempi.
biano, il quale era nato da una Agli articoli Aureola, Nimbo, ec.
sacerdotessa del sole. Costantino si parla delle corone dei santi. F.
jjerò fu il primo a cingersi la fron- Corona iiviperiale, Corona reale, e
te con fascia d'oro senza raggi, e Corona ducale ec. La corona fu
fu imitato dai successivi imperatori anche un ornamento ecclesiastico, la
cristiani. cui forma riporta il Macri; essit
Convengono la maggior parte era o di oro, o di argento, e pen-
degli scrittori, che la corona nella deva avanti agli altari. Di tali co-
sua origine fu ornamento del sa- rone fa spesso menzione l'Anastasio
cerdozio, anziché della dignità rea- nelle vite de' Papi.
le. I sovrani se ne adornarono in Che gli sposi, e le spose porr
appresso, allorché le due dignità tasserò corone bellissime il giorno
del sacerdozio, e dell'impero furono delle loro nozze, lo abbiamo puro
negli imperatori romani riunite, dalla sagra Scrittura. Alle novello
prima che si facessero cristiani. Il s[)ose in Francia si faceva altro
\rji COR COR
volte portare nella fronte una in appresso d'oro e di pietre pre-
ghirlanda di rosmarino, che chia- ziose, serviva nelle cerimonie delle
mavasi corona; poi si fecero loro nozze per adornare le giovani spo-
portare ghirlande di fiori d'aran- se, loro parenti, e persino la per-
i

ciò. Negli antichi costumi passò an- ta della casa, ove succedeva il ma-
che in proverbio, che il dare la co- trimonio. Gli amanti ancora costu-
rona ad una fanciulla, valeva quan- mavano di coronare le porte delle
io il maritarla. Osserva il Donati, loro amate. La corona era di la-
De dillici degli antichi,
173, pag. na alla nascita di una bambina,
che siccome usavasi porre alla por- mentre la convivale era destinata
ta degl' infermi un ramo d'alloro, a' banchetti, edera prima di lana,

e a quelle case ov'era un morto indi di i-ami, e di fiori, finalmen-


ponevasi un ramo di cipresso, cosi te d'oro, ricevendo la forma de'fio-
per far conoscere il luogo dove ri, e delle foglie. Colle corone nei
celebravasi una festa nuziale, od banchetti si ornavano la testa, il

altro felice avvenimento, iu segno petto, il collo, e si collocavano


di allegrezza adoinavansi le porte persino nella sala del convito, cre-
con corone d'alloro, o di altre ver- dendosi andar preservati dall' ub-
di piante, f^. il Menochio, Stiiore briachezza , massime se le corone
tom. Ili, pag. 4^0, Del costume erano di ellera.
amico di coronare gli sposi novel- Presso i greci, i vincitori , dal
//, e del significato di quelle coro- duce infino al soldato, si adorna-
ne. Il Chaidon, nel tom. Ili della vano di corone, e dopo avere otte-
Sloiia de' Sagranienti, parlando di nuto una vittoria navale, pendeva-
alcune antiche cerimonie della ce- no corone alle loro navi. La coro-
lebrazione dal matrimonio a pag. na d'oro era una ricompensa di
221 pure della coronazione
tratta coraggio presso i greci e i roma-
degli sposi, che facevasi dal sacer- ni, e coloro che l'avevano oltenu-
dote nelle prime loro nozze. Le ta, potevano portarla negli spetta-
coroue d'ordinario erano composte coli, e negli altri pubblici lunghi.
di un ramo d'ulivo intrecciato di Tra gì' israeliti mandavansi corone
nastri bianchi, e porporini. S. Gio- d'oro ai vincitori, ed ai conquista-
vanni Grisostomo parla di questo tori, come si legge nel libro dei
coronamento, e dice, che fu intro- Maccabei io, 20, 29. Il citato Ter-
dotto per far conoscere la purità tulliano, nel libro de Corona, sem-
ed innocenza di vita, che le spose bra insinuare che un cristiano as-
recano nel matrimonio, e la vitto- solutamente debba asteneisi dal
ria riportata sulle loro passioni, portare corone, e giusta il senti-
f^. Ghirlande. Era uso di cingersi mento di altri antichi padri non
di corone di fiori , e nelle prospe- conveniva al cristiano coronarsi di
rith, e nei banchetti , ed in al- fiori, come facevano i pagani nei
tre riunioni di piacere, portandosi loro conviti, e alcuna delle Io- in
pure cappelli tessuti di edera, di ro cerimonie. Tuttavolta il Bergier
mirto, di rose, e di altri fiori. Nei nel suo Dizionario Enciclopedico
sagriOzi usavansi corone di ulivo, di si sforza di provare che Tertullia-
lauro, e di altre guise. La corona no non condannasse in sé stesse le
nuziale fatta dapprima di fiori, e corone, ma che soltanto le ripro-
COR COR 173
vasse come segni d'idolalria. Anclie disllnguevansi qualche gloriosa
pei-

il Mamachi , de'coslumi priinitU'i impresa. Appresso i romani dava-


Cristiani t. I, p. 188, parla della si ancora una corona, o un picco-

ripugnanza, che avevano gli antichi lo cingolo di lana ai gladiatori, ai


cristiani di usare corone perchè e- quali accordavasi la libertà, che si

rano dai gentili poste ai loro mor- accordava anche agli schiavi, ed ai
ti, ed ai loro dei. Tolto però che piigionieri di guerra. Nei funerali
fu il pericolo, e lo scandalo della i romani coronavansi di cipresso. [
idolatrica superstizione, cominciarono cadaveri loro erano pure ornati di
i cristiani a spargere i liori sopra corone formate di i-auii verdi a-
i sepolcri de' loro morti, per dimo- vanti che fossero seppelliti. Allor-
strare l'amore, che portavano loro, ché un cittadino aveva ottenuta
ed il cordoglio, a che seguivano una corona nei pubblici giuochi,
provare per la loro perdita. Ed è questa gli veniva collocata sul ca-
perciò, che vediamo cosperse di fio- po durante 1' esposizione del cada-
ri le coltri ove si pongono i ca- vere, e durante il seppellimento.
daveri dei ftmciuUi, e delle vergini, Sì adornavano pure i sepolcri di
e vediamo il capo di queste coro- corone, soprattutto di gelsomini^ di
nate con ghirlande di diceria fiori, gigli, di amaranti, di rose, e di
di Sicione si distinse talmente nel- altri fiori di color bianco, o pur-
le corone di fio-
l'arie d'intrecciare pureo.
ri, che ne fu riguardata come l'in- Presso gli stessi Romani si accor-
ventrice. Il Sarzana, della capitale davano corone come ricompense mi-
de Tnscaniensi, a pag. 286, dice litari. La corona castrense si dava

che i campagnoli etruschi erano a colui, che primo era penetrato nel
»isi a tener cinte le tempia di co- campo nemico. Essa aveva la figu-
rona, e andavano colla chioma cir- ra di un vallo, vale a dire delia
condata di serto indicante il parti- palizzata, che circondava il cainpo.
colare esercizio di ciascheduno. Laon- Ne' primi tempi si faceva di foglie
de i pastori di armenti solevano di alberi; in appresso si fece di
comparire coronati di quercia, o oro. Gli antiquari non concordano
d'elee, i caprari d'edera o di gi- su questo punto, se la corona ca-
nestra, i mietitori, di spighe o di strense, e la corona vallare, sieno
papaveri, i falciatori inghirlanda- la stessa cosa. L' azione di assedia-
vansi di fieno, e così ciascuno col re una o di circondarla di
città,
distintivo della propriacorona rap- soldati, era chiamata corona cìnge-
presentava in fronte la sua profes- re iirheni. La corona murale era
sione. Si usarono egualmente le data dal duce a colui, che il primo
corone per onorare le statue, e in- aveva scalate le mura di una città
dicare le immagini degli dei, di- assediata. Essa era d'oro, ed aveva
stinguere i saceidoti nei sagrifizi, e la figura de' merli di un muro di
coronare anche gli altari, i templi, cileni to. La corona ci\'ica era la
le porte delle case, i vasi sagri, le pili grande ricompensa militare, clu;
vittime, le navi ec. Di là si passò accordavasi a colui, che aveva sid-
ad incoronare i poeti, coloro che vata la vita di un cittadino, ed era
riportavano la vittoria ne'giuochi so- di foglie di quercia, per cui ci-a
lenni della Grecia, e i guerrieri, che cliiamata cjiiercus cÌk'ÌUs, la quercia
, ,

174 ^^1^ COR


civile. Colui, al (jualo era slata sal- berazione. Si torma va di fili di er-
vata la vita, consegnavala, per or- ba, raccolta nella città, che era slata
dine del duce, a quello, che reso assediata.La corona di ovazione,
f^li aveva un servizio importan- si corona ovalit, era di rami di mir-
te. Sotto gl'imperatori ei'ano sem- to, e si accordava al duce che ce-
pre essi, che davano questa corona, lebrava una marcia trionfale meno
e siffatta ricompensa sempre si ac- solenne, conosciuta sotto il nome
compagnava a molte altre onorevoli di ovazione. La corona trionfale era
distinzioni. Quegli, che ricevuto avea composta di due rami di alloro,
una corona civica , la portava ne- che l'esercito offriva al suo duce,
gli spettacoli, e aveva un posto di e di cui egli cingevasi il capo duran-
onore vicino ai senatori. Il senato te il trionfo. Oltre questa, egli ri-
accordò ad Augusto quell'onore par- ceveva ancora una d'oro, corona
ticolare di avere innanzi il suo pa- il cui metallo era somministrato
lazzo una corona civica tra due ra- dalle provinole debellate Questo .

mi d' alloro ,
per indicare eh' egli oro si chiamava auriun coronariiun,
era il salvatore perpetuo de' suoi oro di trionfo. Durante la marcia
concittadini, e il vincitore de' suoi trionfale, uno schiavo pubblico te-
nemici. Siffatta distinzione fu pure neva questa corona al di sopra del
accordata all' imperatore Claudio. la testa del duce trionfatore. Qual
Sulle medaglie Augusto trovasi
di che volta sul carro dietro il duce,
qualche volta una corona civica col-
r iscrizione: ob cives seìvalos, per
avere salvata la vita
si collocava la statua della Vittoria
che teneva la corona in una mano.
Talvolta anche i cavalli del vinci-
i
a' cittadini , e
questa era un'allusione alla pace tore erano pure ornati di corone.
venduta all' impero. Tra le diverse altre specie di co-
La corona navale era la più con- rone, alcune delle quali erano di
siderata dopo la corona civica, e si metallo, faremo menzione della co-
dava a colui, che in un combatti- rona degli Agonoteti quella di cui ,

mento navale saltava pel primo ciano fregiati i giudici ne' pubblici
sopra una nave nemica, e se ne im- giuochi, soprattutto ne' giuochi olim-
padroniva. Essa era composta di pici. Le corone, che i vincitori ot-
becchi, e di punte (rostra) di nave, tenevano a guiderdone in que'giuo-
ed è perciò che chiamavasi Co- chi, erano di ulivo silvestre. Ne'giuo-
rona rostrale, Corona roslrala. Al- chi pitici esse furono da prima di
cuni scrittori nullameno fanno una elee, in seguito di alloro. Ne'giuochi
distinzione tra queste due corone nemei furono dapprima di ulivo
ma non si sa con quale fondamen- in appresso di appioriso ; ne'giuochi
to, poiché non si conosce nella sto- istmici si formarono da prima di
ria l'omana che un solo esempio [)ino, poscia di appio secco, e final-
della corona rostrale, quella di una mente ancora di pino. Delle coro-
corona accordala da Augusto ad nazioni seguite in Campidoglio dei
Agrippa dopo la battaglia navale poeti, con corona di alloro, si

contro Sesto Pompeo. La corona tratta ali' articolo Campidoglio di


ossidionale era assegnata da una Roma, e precisamente al volume
città, o da un esercito assediato, a VII pag. i36 del Dizionario. Il

colui che ne aveva promessa la li- Cancellieri nel suo Mercato a |>.
,

COR COR 175


2 1 6 riporta la descrizione di ijiit:!- condo i diversi gradi di nobiltà, o
la, che del cav. Perfetti fece il pa- di splendore attribuito alle famiglie.
dre Cordara ed aggiunge che tal
, Nel sistema, e regolamenti araldici
corona si conservava in Siena pa- si distinguono cin<juc sorta di que-
tria di quel poeta. Da ultimo il ste corone: primo, la corona du-
eh. Vincenzo Lancetti nel iSSg , cale, tutta di fiori di trifoglio, o di
pubblicò colle stampe in Milano : prezzemolo secondo, quella di mar-
:

Memorie intomo ai poeti laureati chese, che è di trifogli e di perle,


cV ogni tempo , e d' ogni nazione. frammischiate alternativamente ter- :

Il citato Cancellieri ne' suoi Posses- zo, quella di conte, composta di


si a pag. 5oOj racconta quanto ac- perle sopra un cerchio di oro :

cadde al poeta Baraballo, mentre quarto, quella di visconte o vice-


andava al Campidoglio per farsi co- conte, che è pure un cerchio con
ronare. Tratta pure della corona- nove perle legate a tre a tre quin- :

zione di Camillo Querno detto ì'ar- to, quella di che è una


barone,
cìpoeta, che fu coronato di pampa- specie di berretto con vm cordone
ni, per alludere al suo trasporto di perle a fili, e a strisele. Però que-
pel vino, e di cavoli, perchè si cre- sto sistema varia per la forma del-
deva un rimedio per V ubbriachez- le foglie, o di fiori, e pel numero

sa, unito al lauro della poesia. Dice delle perle, e gemme, secondo le
inoltre, che il poeta Girolamo Brit- diverse nazioni; né deve tacersi che
tonio da Sicignano, fu coronato di sovente l'arbitrio, la vanità , ed il

bieda. Giovanni Schulzen scrisse: capriccio degli artisti, hanno con-


De poetis , rituque eos coronandi tribuito a scegliere i diversi orna-
twn antiquissimo j tuni hodierno j menti degli stemmi genlilizi. Inno-
Dissertalio, leuae 1677. Il eh. mar- cenzo X ordinò, che il cappello Car-
chese Giuseppe Melchiorri , Notizie dinalizio sovrastasse lo stemma di
intorno a Melozzo da Fora ec. rac- qualunque Cardinale, sebbene di
conta, che essendo morto ai 29 ot- famiglia imperiale, leale, e ducale.
tobre 1481 di contagio nella casa f^. Stemmi gentilizi, e Sigilli.
che aveva al Quirinale , il celebre Finalmente la corona fu talvolta
Bartolommeo Platina prefetto della messa per ischerno, ed oiferta per
biblioteca Vaticana , lasciò erede il divozione ad alcun santo da' prin-
non nien celebre Pomponio Leto cipi, che ne veneravano le virtuose
al quale perciò pervenne la casa, che azioni. Fu posta per ischerno, co-
il defonto aveva sul Quirinale , là me Corona di Spine (fedi), a
la
dove aveva fondata un' accademia , JN. S. Gesù Cristo. Certo Marinac-

ed un boschetto dai cui verdi lauri elo, non che Giovanni Valenti chia-
toglie vasi la fronda, con che cinge- mato il prete ardeatiuo, malviventi,
vasi la Ironie dei migliori poeti; o- e capi di sicari, nei pontificali di
nore, che toccò in sorte anche a Gregorio XI 11, e Sisto V infesta-
Marco Sabellico. rono lo stalo pontificio, ed ebbe
La nobiltà sino dai tempi in cui il secondo la meritata punizione.
si stabifi la feudalità, pose sui suoi E siccome egli intitolavasi re della
stenuni ed armi gentilizie , corone campagna romana, dopo che gli iu
che chiaiiiansi pure di cimieri o di troncala la testa , fu questa per
scudi, e buuo di diverse i'uruie, sc- ischerno curouuta con una corona
ìjG COR COR
dorata, ed infilata ad un palo, ven- ciò, con e grossi diamanti.
molli
ne esposta sul Castel s. Angelo. L' Olslenio, nelle cui mani la regina
Fu poi antico e lodevole costu- aveva abiurati gli errori, accompa-
me di presentare in dono ai sepol- gnò tal dono con un distico, ove
cri de' martiri, e de' santi confes- diceva, che la regina donava alla
sori corone di oro, e gemme pre- madre di Dio coronamj
sprctam
ziose, le quali poi erano attaccate ma la dotta Cristina fece cambiar
avanti ai medesimi sepolcri. Così l'aggiunto sprelain, in potitnm, di-
fecero Costantino Magno, ed il re cendo ch'essa non sarebbe stata mai
Luitprando, che appesero ricche co- per donare alla regina del cielo,
rone avanti al sagro corpo del prin- quello che sprezzava, ma anzi quel-
cipe degli apostoli s. Pietro, come lo che più nel mondo apprezzava.
di essi scrive il succitato Anastasio CORONA IMPERIALE. La co-
Bibliotecario. All' articolo, Limixa rona imperiale introdotta nel ca-
ArosTOLORUM, si leggeranno diversi dere del romano impero, come ac-
esempi di preziose corone, che molti cennammo all'articolo Corona [Ve-
sovrani deposero sulla tomba dei di), dappoi che gì' imperatori Elio-
principi degli apostoli, in segno del- gabalo, ed Aureliano, ovvero Co-
la profonda venerazione. S.
loro stantino , introdussero i diademi
Gregorio Turonese, capo 3, lib. r, gemmati, venne ben presto ridotta
parla di una corona attaccata al se- in una specie di berretto, o di tia-
polcro di s. Martino, in occasione, ra, con un semicerchio d'oio in
che un certo ladro, nel volerla por- forma d'arco, che porla la figura
tar via, l'imase cieco. Nella cronaca del mondo, e termina in una cro-
cassinese, capo 3, 22, e 62, lib. 2, ce. Nel cerimoniale di Agostino Pic-
si fìt menzione di altre corone of- colomini, ecco quanto si legge sul-
ferte,ed appese avanti l'altare di s. r imperiai corona: " Tralasciamo
Benedetto. Silìatte corone sospese " quegli antichi imperatori de'ioma-
ne' sepolcri de' confessori denotano, ni
-•' che dominando quasi a tut-
,

ch'essi erano stati fatti partecipi de- " lo il mondo, prima di Aurelia-
gli onori de' martiri, e come in se- » no (come piace ad Eutropio) non
gno della vittoria riportata sopra i '> usarono altra corona, che di al-
nostri comuni nemici, dappoiché il " loro, o d'altro arbore felice, per-
martirio si riceve non solamente »' che il popolo romano non ave-
collo spargimento del sangue, ma " va cosa più grave, che il nome
coir astinenza ancora dai peccati, e » di re ... Certa cosa è, che la
.

coir esercizio delle eroiche virtù, e » coi'ona imperiale differisce dalle


l'igorose moitificazioni. Nel pontifi- » altre; imperocché ha sotto di sé
calo di Alessandro VII, la regina « una certa tiara, quasi in modo
di Svezia Cristina, abiurato il lu- « della mitra vescovile, più bassa
teranismo, abdicò il trono, e stabili » però, e più aperta, e meno acu-
la sua residenza in Roma. Nel re- » ta, ed ha l'apertura della fronte,
carsi a questa città, volle prima ve- » non dalle orecchie, e per la stcs-
nerare in Loreto la s. Casa, già di- j> sa apertura si alza un semicir-
vino albergo, facendo alla beatissima » colo d'oro, sopra di cui sta emi-
Vergine l'oblazione dello scettro e 5> nenie una piccola croce, la quale
della corona ch'erano d'oro massic- « tiai'a non hanno le altre corone.
COR COR T77
« E questa corona T abbiamo ve- sto globo nelle monete imperiali il

>.• o tre volte in Ger-


duta due, mondo soggetto agli imperatori :

» mania, mentre l'imperatore con- quindi in quelle di Caracalla, e di


« cedeva a certi principi cose feu- Didio Giuliano, si legge: Rector
» dali ". Orbisj e di altri imperatori si sa,

La lodevole costumanza di porre che non ricusarono di essere chia-


sulla corona imperiale il santo se- mati signori di tutto il mondo. Ad
gno della croce, fu introdotta dal- onta di quanto dicemmo superior-
l'imperatore Giustino, giacché nelle mente di Benedetto Vili, alcuni
monete prima di lui non si vede autori affermano, che primo ad u-
nei diademi degli Augusti questo sare il globo fu l' imperatore Valen-
nobilissimo ornamento, sebbene si- liniano, e soi-montato esso pur era
no dalla conversione di Costantino dal segno della croce.
salutifero
fosse riposta sulla bandiera detta Laonde Benedetto Vili non fu
labaro, e sulle insegne delle squa- r inventore del globo, che si pone
dre romane. E siccome nell' anno in mano agi' imperatori nella loro
5x5 il Pontefice s. Giovanni I si coronazione, ma ne donò imo a s.

recò in Costantinopoli, quivi solen- Enrico I. A qual fine poi la croce


nemente ornò colle insegne impe- siasi posta sul globo imperiale, ce lo
riali lo stesso Giustino , che fu il dice Snida nel suo commento sulla
primo imperatore, clic ricevette la statua equestre posta a Giustiniano
corona dal romano Pontefice. Quan- Augusto in Costantinopoli : Laeva
do poi nel ioi4 Papa Benedetto (juideni manu globuni tenet, cui crux
\Hl coronò nella basilica vaticana infixa est, quae significa tipsum pro-
r imperatore s. Enrico I, formò lo pter fidein in crucem terrae donii-
scettro imperiale che gli regalò , e num factum. Globus enim in terra
il pomo d' oro o globo cinto di est, quae significai ipsuni propter
gioie, con una croce nella parte su- rolundam ìpsius figurarli: fides vero
periore, come si ha da Rodolfo Gla- est ipsa Crux, oh incarnaluin Deuiii
bro, lib. I. inter Scriptor. Hìstor. illis clavis qffJxum. Il Du-Cange os-

Francor.; e Duchesne, tomo IV pag. serva nella sua Costantinopoli cri-


IO. Sul detto globo imperiale, scri- stiana, che sebbene alcuni impera-
ve Isidoro, capo 3, lib. i8, di Au- tori perseguitassero le immagini del
gusto, che Pilam in signo conslituis- Crocefisso , e de' Santi , nondimeno
se ferini' Auguslus , propler natio- permeltevano che in privalo e in
nes sihi in cuncto orbe subitctas, ut pubblico si eflìgiasse la croce, an-
7ìWgis figuravi orhis ostende.retj e zi la veneravano.
Basilio vescovo di Seleucia,- Semi. Le prime corone degl' imperatori
2, riflette che chi pone a guar-
si di Germania sono state da prima
dar fisso le immagini degli impe- il diadema, cinto da un doppio or-
ratori, ammira in esse non solo la dine di perle, il Camalaucium de-
magnificenza, e nobiltà della clami- gl' imperatori di oriente. Sotto Car-
de, la sontuosità e la ricchezza del lo, il Calvo, la corona imperiale
diadema, ma eziandio manu/n clcni- era composta di un doppio ordine
(jue, quae orhein terraruin in niO' di pei le, berretto sormon-
e di
. un
dum spherae formaluni digilis ge- tato da una croce, con un berret-
slarc credilur. Significa dunque que- to chiuso in alto con punte di br.v
VOL. XVII.
178 COR COR
ni di perle, ed i di lui successori tom. I. Script. Rer. Gemi. Mea-
adottarono la stessa corona. L' im- chenii.
peratore Lotario, secondo l'abbate CORONA RF.4LE. Nell'anno 5i4
Suger, era coperto da una mitra il Pontefice s. Ormisda ricevette gli
circondata verso l'altezza di un cer- ambasciatori di Clodoveo re di Fian-
chio d' oro a foggia di elmo. In cia, che il riconobbe per vicario di
appresso la corona imperiale si com- Gesù Cristo ; ed il Papa mandò al
pose di alcune punte con perle, e al re una corona d'oro. Il Ponte-
qualche volta di foglie di trifoglio. fice Silvestro II spedì a s. Stefano
Sembra, che gli ultimi imperatori I Ungheria per mezzo del suo
re d'
di Costantinopoli avessero tolto dai ambasciatore Anastasio, la corona
re di Francia l' uso della corona, reale d' oro, la quale poi si custo-
formata di un cerchio d'oro, arric- di nel regno con grande divozione.
chita di gemme, e circondata da S. Gregorio VII, dopo avere depo-
rosoni. Dopo il regno dell'impera- sto Enrico IV, dichiarò re di Ger-
tore Rodolfo II la corona imperia- mania Rodolfo duca di Svevia, e
le è composta di un berretto, for- gli mandò la real corona, con que-
mato da quatti'o fog'Iie, tra le qua- sta epigrafe Petra dedit Petro,
:

li ci hanno punte con perle, e tre Petrus Rodulpho. Papa


diadema
archi, di cui quello di mezzo sor- Urbano III ad Enrico li
concesse
regga ti globo; dal berretto circo- re d'Inghilterra di coronare re di
lare discendono due nastri o lesa- Irlanda, quello de'suoi figliuoli che
mi. La corona degl' imperatori di più gli fosse in grado, ed a tal effetto
Russia ha al pari delle corone dei gli trasmise una vaga corona rea-
re, otto foglie racchiuse in otto circo- le, formata di penne di pavone,
li. Tra le foglie si trovano delle intrecciate con oro. Laonde il Car-
punte guernite di tre perle, collo- dinal Ottaviano Conti, come lega-
cate al di sopra l'una dell'altra, e lo apostolico r impose sulla testa
sormontate da una croce, compo- di Giovanni. Clemente XI mandò
sta di una pietra preziosa ovale, e al re di Congo lo scettro e la co-
di tre perle; l'interno è occupato rona reale arricchite di sante in-
da un berretto. Per altre notizie dulgenze. Oltre all' articolo Coro-
sullacorona imperiale, V. Cobona- nazione DEI RE, a quelli dei rispet-
ZIONE DEGLI IMPERATORI. Solo qui tivi regni, e stati, si parla delle co-
aggiungeremo Garampi, lìlu-
col rone, e insegne reali spedite ai prin-

strazione del Sigillo della Garfa- cipi dai sommi Pontefici.


gnana pag. 76, che in principio la Le antiche corone reali non era-
corona imperiale altro non fu che no dapprima che un semplice cer-
una mitra clericale, con sopra il chio, come quella di Agilulfo re
diadema dell'impero, come si leg- de' longobardi, e quella posta sul-
ge da Mabillon Miis. Ital. tom. II, la testa del re David, secondo si

p. 40 'j e Benzone ci rappresentò rileva da una miniatura d'una Bib-


Enrico IV, venuto a Roma per la bia di Carlo, il Calvo. Qualche
sua coronazione, cum viridissima volta si sono pure applicate a quel
clamyde, cum nivea milra^ cui su- cerchio alcune foglie di un vege-
per imponit patricialein circulum, tabile Tra le foglie
sconosciuto.
Panegyr. lienr. III. lib. I. cap. 9. trovansi comunemente grandi per-
COR COR 179
le oppure punte ornate
, per- di che viene detto il cimiero di Fran-
le. Tale è la corona attuale del cia. Pretendono alcuni che Carlo
Portogallo, il cui cerchio è ornato Vili fosse il primo che portasse
di quattro Foglie, tra le quali s' in- la corona chiusa allorché volle as-
nalzano punte con perle. Le coro- sumere nel 149^ il titolo d'impe-
ne reali attuali hanno ordinaria- tore d' oriente. Veggonsi tuttora nei
mente otto foglie, fra le quali si gabinetti degli antiquari scudi d'oro,
innalzano delle grandi perle, o del- . ed altre monete di Lodovico XII,
le punte guernite di perle. Ci sono successore di Carlo Vili, in cui
ancora quattro archi, su la cui non è chiusa. Sembra
quella corona
sommità poggia il globo , e qual- dunque che Francesco I sia stato
che volta un bexTetto che s'innal- il primo che la portasse a quel
za tra gli archi. hanno pure V modo, giacché anteriormente non
principi derivati da famiglie reali, era se non che un cerchio, o un
che sono fregiati di eguali corone. diadema. Forse quel re cedere non
La corona del re delle due Sicilie voleva in alcuna parte al grande
è priva del berretto, ed invece del e degno suo emolo Carlo V im-
globo impero evvi una grande
dell' peratore, e ad Enrico Vili re d' In-
perla, né
suoi archi sono guarni-
i ghilterra, che adottata avevano di
ti di perle. La corona del re d'In- già la corona chiusa. Sotto la prima
ghilterra è formata da due archi, razza i re di Francia vennero in
e da quattro croci, a guisa di quel- generale ornati di un diadema di
la di Malta. Tra le croci in luogo perle simile a quello che si vede
di foglie, e di piante veggonsi quat- sulle medaglie degl' imperatori ro-
tro fiori di giglio.Essa è coperta mani. La corona di Teodeberto
di quattro diademi , che finiscono l'assomiglia a quella, che in allora
in un piccolo globo, sormontato da usavano gì' imperatori di Costan-
una croce. La corona di Svezia è tinopoli, e che é aperta in alto: si
priva del berretto; quella del re chiamava spanoclista, e camelau-
di Polonia non aveva berretta nel- cium, donde poi ebbe origine il
r interno, né punte tra le foglie, e Camauro [Vedi): il piccolo fiocco
in luogo del globo dell'impero, la che le è sovrapposto ricevette il

corona era sormontata dall' aquila il nome di toapha.


primi re, e i I

polacca. Quella dell' Ungheria, la primi imperatori della seconda raz-


cui origine si fa risalire ai primi za veggonsi sui monumenti loro
del secolo XI, differisce interamen- colla testa cinta da un doppio or-
teda tutte le altre corone regali. dine di perle. I re della terza raz-
La corona di Prussia non ha pun- za hanno cerchio d'oro ornato di
te tra le foglie; quella della Sar- fiori di giglio. Questa corona adot-
degna è priva del berretto, e non tata dagl' imperatori di Costantino-
ha che due archi, ed in vece del poli, fu chiamata Criniiim, e si usò
globo ha una croce. sino al menzionato Francesco L
La corona dei re di Francia è La corona dei l'e di Danimarca
un cerchio composto di otto fiori ha fiori col cerchio, ed è chiusa
di giglio, arcuato con sei diademi da piccoli archi, con un globo, ed
che lo chiudono, e che portano al una croce sulla sommità. I duchi
di sopra un doppio fior di giglio di SaToja, come re di Cipro, porta-
i8o COR COR
\ano pure una corona con fiori sul quando poi egli prese il titolo di
cerchio, chiusi da piccoli archi, sui principe, deposto il berrettone , si

quali vedevasi all' estremità di un mise in capo la corona regale, che


bottone la croce dell'Ordine reli- fu formata di quattro raggi acuti,
gioso, ed equestre dei ss. Maurizio come osservasi nella sua immagine
e Lazzaro. Grandi trifogli riflessi illustrala dal Borgia nelle Memorie
veggonsi nella corona dei re di isloriche di Benevento, tom. I, pag.
Spagna, e quella corona è coperta 263. Lo fu pure a modo di diadema
di diademi, che finiscono in un glo- con gemme, come si vede nelle sue
bo sormontato da una croce. Del- monete, e in quelle de' principi suc-
la berretta,che con corona vuoisi cessori o finalmente venne intar-
:

che usassero i re di Francia del- siata di gemme, e gigli, come nelle


la prima stirpe, se ne parla al voi. pitture del codice Sofiano. Adun-
V. pag. i56 del Dizionario. que né quella né quelle
co' raggi,
CORONA DUCALE, ed altre abbellite di gemme
ed anche di gi-
CORONE. Il Muratori nelle AntichiLà gli, erano corone ducali. Se quei
Estensi^ pag. 28 congetturò che fi- berrettoni dipinti nella cronaca di
no dal secolo IX s' incominciasse Volturno, e negli atti di s. Mercu-
a dare ai duchi di ducato provin- l'io che hanno nell'estremità un
,

ciale il distintivo della corona du- cerchio, o semplice, come negli atti,
cale. Negli annali Bertiniani, anno o ornato, come nella cronica, deb-
867 , è scritto che
imperatore l' bansi tenere per le antiche corone
Carlo il CalvOj in un placito che ducali , ne lascieremo ad altri il

tenne in Pavia, dichiarò Bosone fi'a- giudizio. Non si sa precisamente


tello di Richilde sua moglie, duca quali fossero le vestimenta assunte
della Lombardia, e l'ornò poi con dal principe Arigiso allorché depose
corona ducale. Ma qiial fosse dap- il titolo di duca. Quel che sembra
prima la foggia di questa corona congruente si è, che avendo assunte
ducale, è ben dilllcile definirsi. Le tutte le regie divise fuori del titolo,
antiche pitture che ci restano dei nello stesso modo che oruò il cape»
duchi beneventani altro non ci rap- della corona, rivestì ancora il cor-
presentano che un berrettone di fi- po de' regali arredi. L'anonimo Sa-
gura conica, siccome può vedersi lernitano, cap. 25 Chronic. ci fa

nelle immagini dei duchi Gisolfo I, sapere che Arigiso nel giorno so-
e Gisolfo II inserite nella cronaca lenne di Pasqua soleva usare una
di Volturno, nella quale per distin- l'icca veste di saio, forse così detta
zione del grado, quelle di Deside- perché di vario colore. Di qual ric-
rio, e di altri re longobardi, o d'I- chezza fossero le corone usate dai
talia portano la corona regia , o principi di Benevento si ha dagli
con raggi semplici, che non termi- atti della traslazione, che nell'B^o
nano in acuto ma in piano a mo- fece il principe Sicone del corpo di
do delle corone turrite, o con raggi s. Gennaro da Napoli in Beneven-

aventi nell'acuto gigli, o perle. Nel to. In quegli atti dunque si dice
codice degli atti di s. Mercurio pub- che Sicone offerì la stessa corona
blicati da monsignor Vettorio Gio- al santo: etiam excelleiilissinms prin-
vard.-j il duca Arìgiso
vedesi dipinto ceps Sico, qai coronani auro opti-
col solo berrettone in testa. Ma mo, excellenUbusqne gemmis pretto-
COR COR i8x
sissìmis de capite suis manihus de- volevano farne acquisto. Ma accorsi
posuit et super altare beati Ja-
,
in aiuto della città Guglielmo de-

nìtnrii locavit; e dalla cronaca di gli Adelardi primario cittadino di


Monte Cassino cap. 26, lib. I, sap- Ferrara , ed Aldruda Frangipani
piamo che Siconolfo principe di conlessa di Bertinoro, fu la città

Salerno, fra le altre cose che tolse liberata imminente pericolo.


dall'

a queir insigne raonistero, vi fu la Presso Du Gange [F. Corona), leg-


corona usata già da Sicone suo pa- gesi ciò che segue « Rogerus Hove- :

dre, e che questi, secondo l'antico >> denus de Joanne comite Moritaniae
pio costume, aveva offerta a s. Be- » postmodo Reg. Angl. accinctus
nedetto, valutata tre mila soldi a ,
» est gladio ducatus Normanniae
cagione de' preziosi smeraldi che la » in matrici ecclesia per manum
decoravano. » Walteri Rotomagensis archiep.
Ne' secoli posteriori la corona du- » et praedictus archiep. posuit in
cale consistette in un cerchio d'oro » capite ducis circulum aureum
liscio , con qualche so-
talvolta « habentem in summitate per cir-
vrapposto ornamento. Il maesti-o « cuitum rosas aureas ". Ordo ad
Boncompagno Fiorentino, che circa benedicenduni ducem Aquìtaniae.
il 12 18 insegnò il primo in Bolo- »>Post haec imponit episcopus ca-
gna lagrammatica, nel libro de M piti ducis circulum aureum, cum
obsidione Anconae tom. 6 rer. Ital. » oratione ista, etc. Le Roman de
descrivendo al cap. 3 la potenza »>Gazin ciiJHs auclor vixit sub
,

de' veneziani, nota, che illìus civita- » Ludovico VII circulum aureum
tis diix aitreum circulum in vertice » ducibus tribuSj etc. " E che an-
defert, et propler aquaruni dignita- che ai tempi di Calisto III il cer-
tein quaedaiìi regalia insignia obti- chio d'oro fosse la corona ordinaria
nere videtur. 11 berrettone ducale dei duchi, l'abbiamo dalle geste di
del doge della repubblica di Vene- Alfonso I re di Sicilia, allorquan-
ria, si chiamava Corno ducale , e do egli nel i443 diede le insegne
dice il Sarnelli eh' era somigliante di duca di Calabria a Ferdinando
a quello del dio Luno, giacché Orfeo suo figliuolo naturale con cingergli
neir inno ottavo chiamò la luna or la spada, e porgli il cerchio d'oro
femmina or maschio. Il berrettone in testa. Anzi in un' istoria mano-
in forma di pileo era all'uso della scritta delle cose degli Sforzeschi
Mesopotamia e dell'Armenia ove
, dall'anno i4oo al i5 17 composta
appunto adoravasi il dio Luno. Tut- da Girolamo pittore da san
fra
tora le famiglie patrizie venete che Fiore, descrivendosi all'anno 1421,
ebbero un doge, fanno sormontare la maniera colla quale Giovanna II

i loro stemmi gentilizii dal corno regina di Sicilia dichiarò principe


ducale. di Capua il celebre Biaccio da Mon-
Sottrattasi Ancona dall'ubbidien- tone, si nota che lo insignì d'un no-
za del Papa per governarsi a mo- bilissimo cerchio d' oro. Ma dopo i

do di repubblica sotto il patrocinio tempi di Calisto III, nel medesimo


dell'imperatore di oriente, nel 1 172 secolo XV, troviamo che per i du-
soffrì vm gravissimo assedio dalle chi era in uso altro ornamento in
armi di Federico I per teri'a, e da vece del cerchio d'oro. Gio. Batti-
quelle de' veneziani per mare, che sta Pigna 1, 8. fife Princip. Atestin,
i8i COR COR
ove narra le cerimonie, colle quali desimo s. Pio V
fece fare la coro-
Paolo li nel i47i innalzò Berso na del valore, come fu detto, di cen-
d'Este vicario pontificio di Ferrara, toventimila scudi colle dette parole
air onore di duca di quella città, e intorno. Quindi recatosi in Roma
sue appartenenze, così ce lo descrive : il gran duca Cosimo I, fu ricevuto
Diicis insignibus est ornatus : ea au- regiamente, e con grande allegrezza
tem fuerunl damascena vestii alpi- da s. Pio V, che colla medesima
nìs candidissirnis niuribiis suffidta. corona a' 5 marzo iSjo lo coronò
Late humeros operiens infida in ga- solennemente nella cappella ponti-
lericuli modani acuta bìnis preti'osis ficia, donandogli ancora la Rosa di

lapUlis utrinque dependentibus , vlr- oro, che in quel giorno aveva con-
ga aurea in manu dextera. Né dis- sagrata e benedetta, trattandolo quin-
simile fu quello adoperato nel i474 di con regio convito. Il MafFei, nella
da Sisto IV con Federico Feltresco P^ita dis. Pio V^ lib. HI, capitolo
quando lo dichiarò duca di quella 19, descrive il i-eale trattamento
città, Jn missa ante evangeliuin titulo fatto dal Pontefice al gran duca, e
Ducatus, ac veste talari^ pileoque la solenne funzione della coronazio-
tjualiter et dux Borsius, et torque au- ne. Nella libreria del Gesù in Ro-
reo decoratus donatusque est. Tanto ma dice il Novaes di aver letto un
si legge in un documento riportato dal manoscritto contenente un discorso
Rinaldi, n. 20. F. Duca, e Marchese. con questo titolo : Discorso dell'au-
La corona dei grandi duchi di torità del Papa, circa il dare le
Toscana è aperta con punte fram- dignità, fatto in tempo che Papa
mischiate di grandi trifogli sopra s. Pio V insignì col titolo di gran
altie punte, e il fior di giglio di duca di Toscana Cosimo dé'Medl-
Firenze nel mezzo. Il Pontefice s. ci. V. Titoli onorifici conferiti dai
Pio V, per togliere le gravi conle- Pontefici. Del berrettone ducale,
se di precedenza fra Cosimo de'Me- che insieme allo stocco, o spada,
dici duca di Firenze, poscia primo sogliono i Papi benedire la notte
gran duca di Toscana, ed Alfonso della vigilia di Natale, e quindi do-
li duca di Ferrara (ad esempio di nare a' principi benemeriti della re-
Alessandro III, Innocenzo III, e Pao- ligione, si tratta all' articolo Ber-
lo IV, per non dire di altri, che KETTOXE e Stocco benedetti.
crearono i re di Portogallo, di Bul- Il Patrizio Romano (P^edi)j di-
garia, e d'Irlanda^ a'27 agosto 1569 gnità antica primaria di Roma, dai
r ornò del titolo di gran duca col- Papi conferita a' grandi principi, u-
r autorità della bolla Romanus Pon- sava la corona, o cerchio d' oro
tifex, che gì' inviò per mezzo del gemmato, col quale coronavasi la
proprio nipote Michele Ghislieri, in fronte. Questa corona non era
un al disegno della corona reale, radiata, come vuole il Muratori.
fatta di propria mano del Papa, Fra gli altri la portò Carlo Magno
come di proprio pugno sotto vi prima di essere dichiarato, e coro-
scrisse queste parole: Plus V Pon- nato imperatore dal sommo Ponte-
tifex Maxinìus, Ob eximiam dile- fice s. Leone III, il quale in lui
ctionem : Ac catholicae religionis ze- rinnovò l'impero romano. Anche il

litni,praecipuwnque fustiliae studium Prefetto di Roma [Vedi), altra pri-


donavit. Con questo disegno il me- maria dignità di Roma, usava la
COR COR i83
corona, avendogliela concessa Cali- pia credenza fu validamente soste-
sto 111, per cui nel creare prefetto nuta dal dotto Fontanini, il quale
di Roma, suo nipote Pietro Bor-
il appoggiossi non solo alla tradizione,
gia (come ha dagli antichi Dia-
si ma anche all'alto del coronamento
ri pontifìcii), egli usò la corona dell'imperatore Carlo IV, ch'ebbe
chiamata pileo, tiara, infida, coro- luogo in Milano a' 6 gennaio i355,
nUj le cui varie forme si possono nel quale quella corona viene ap-
vedere presso il Contelori nell'opu- pellata la santa corona del ferro.
scolo De Praef. Urbis, e. 2. L'ul- Il Muratori però è d' avviso, che
timo prefetto di Roma fu Taddeo il vocabolo santa non provasse pun-

Barberini, fatto dallo zio Urbano to l'identità di quel cerchio col


Vili, il quale nel 1626, nella cap- chiodo della passione, perchè sem-
pella pontifìcia, gli diede l'abito, le pre aggiungevasi l'epiteto di santo
insegne, e la corona. o di sacro agli ornamenti, che ser-
Nel medio evo la corona diventò vivano all' incoronaaione degl'im-
un segno costante non solo della peratori, e dei re. Egli dubita al-
dignità imperiale, e reale, ma an- tresì, cher abbreviazione sa non
che della signorile. Allora la distin- tanto significhi santa quanto secon-
zione delle corone, che appartene- da, come altre volle si costumava.
vano alle diverse classi dei principi, Si pretende poi spiegare facilmente
e dei baroni, diventò uno dei rami come quella corona fosse nomina-
della scienza araldica. Ed è perciò ta seconda, piuttosto che santa, per-
assai necessario, che gli artisti ab- chè dopo r imperatore Ottone I, i
biano sicure nozioni della diversità suoi successori costumavano di far-
delle corone per non commettere si coronare tre volte ; la prima ad

errore di costume, e di cronologia, Aquisgrana [Vedi) come re di Ger-


nelle loro opere. Finalmente le di- mania, la seconda in Milano come
verse corone distinguonsi, o dalle fo- re d' Italia, e la terza in Roma
glie, che s' innalzano al di sopra dalle mani del sommo Pontefice co-
del cerchio; o da punte con perle, me imperatori. Certo è, che i mi-
collocate qualche volta tra le fo- lanesi conservarono sempre con ri-
glie, e sovente senza o dai foglie ; spetto religioso quel secondo orna-
gigli spesso mischiati o a a croci, mento della maestà imperiale, dal-
piccoli archi ornali di perle; o fi- l' estinzione del regno d'Italia sino
nalmente dal globo, o dalla croce, a' giorni nostri. Nella vita di Cle-
o da gigli alla corona sovrapposti. mente XI si legge, ch'era stato so-
CORONA FERREA. Lodovico speso da un visitatore il culto del-
Muratori, che pubblicò in Milano lacorona di ferro, colla quale in
una dissertazione sulla corona di fer- Monza coronavansi gl'imperatori,
ro, accenna 1' opinione generalmen- come quella che era conservata fra le
te sparsa ne' secoli a lui precedenti, reliquie nel celebre tesoro di quella
eh' essa avesse ricevuto il nome di chiesa di s. Giovanni, e come quel-

corona ferrea, perchè il cerchio di la che piamente si crede fatta da


quel metallo da cui è circondata, un chiodo con cui Gesù Cristo fu
credevasi formato con uno de Chio- alla croce affisso. Essa è a guisa di
di (Fedi), che servirono alla cro- cerchio senza raggio, ed è scom-
cefìssione di Gesù Cristo. Questa partita in sei lamine d'oro smalta-
i84 COR COR
te, brillantate di gemme, ed unite gilulfoandò perduta, o fu involata
fra loro con sei cerniere, contenen- a Parigi, quando vi fu trasportato
te nel suo interno la striscia for- il tesoro sui primordii del corrente
mata col sacro ferro. L'arcivescovo secolo. Essa aveva in giro i dodici
di Milano, a cui fu lasciato l'arbi- apostoli, e in mezzo Gesù Cristo in
trio di decidere su questo culto, atto di benedire. Questa corona fu
ricorse in Roma alla sagra congre- creduta a Parigi la ferrea, e come
gazione de' riti, la quale commise tale anche incisa in una medaglia.
l'esame delle scritture, e la compi- Il tesoro, meno la corona ferrea,
lazione del processo a Prospero Lam- dopo essere stato trasportato in
bertini, allora avvocato concistoria- Francia, venne restituito alla basili-
le e promotore della fede, poi Papa ca di Monza, quando si restitui-
Uenedetto XIV. La medesima sa- rono tutti i capo-lavori apparte-
gra congregazione dichiai'ò potersi nenti all' Italia.

conservare questa corona fra le al- Alcuni scrittori diedero tutt'allra


tre reliquie del nominato tesoro, interpretazione corona ferrea,
alla
dentro ad una cróce; quindi potersi ed alcuno pretese, che cosi fosse
venerare suU' altare, e portare in chiamata perchè serviva alla inaugu-
processioneall' adorazione de' fedeli. razione de' valorosi, e degli eroi nel-
Ciò fu confermato da Clemente XI la dignità reale. Incerto è pure tutto-
con un decreto de' io agosto 17 17, ra, quale fosse la prima origine di
che si legge presso il Bull. Rom. questa corona, che per lungo tempo fu
tom. YIII. p. 440. celata allo sguardo di tutti ; ed in-
Non riuscirà discai'O un piccolo certo è pure quale testa ne fosse
relativo cenno del tesoro della chie- per primo ornata, e in qual' epoca
sa di s.Giovanni di Monza, dove cessasse di adoperarsi. Tutta volta
si custodisce la corona ferrea. Que- riuniremo alcune crudizioni su que-
sto tesoro consisteva in quattro co- sta tanto celebrata corona, che da-
vone, in diverse croci, in vasi di gli imperatori, e dai re si prese
varie forme, e grandezze, fra i qua- non dominio di tanta par-
solo pel
li evvi un superbo calice d' oro in- te d' Italia, ma ancora per essere
gemmato, come pure si contano una più forti nel combattere colle armi
coppa d'agata orientale, una tazza gl'infedeli ed eretici, e nel difende-
di zaffiro, una chioccia con sette pul- re la santa Chiesa.
cini d' oro ec. ec. Sulla principal Prima di tutto conviene notare
porta della chiesa si vede un basso sull'origine delia corona ferrea, che
rilievo a due piani : in uno viene allorquando nell'anno Sg^, mori
effigiato il battesimo di Gesù Cristo, r imperatore Teodosio I, // grande,
fatto da s. Gio. Battista; nell'altro e se ne celebrarono in Milano le
la regina Teodolinda, che olire una esequie alla presenza del suo figlio
corona al medesimo santo precur- Onorio, il santo vescovo Ambrogio
soi'e, assistendo ai lati Gundeberga, pronunziò l'orazione funebre, facen-
e Adaloaldo figli, ed Agilulfo ma- do elogio delle geste del defonto.
rito di Teodolinda. Nella parte in- Tra le altre cose narrò egli, che s.
feriore è scolpito il resto del tesoro. Elena nelle sue pie peregrinazio-
Al presente però vi sono solo due ni ,
per l'itrovare il vero legno
corone, e la più ricca detta di A- della Croce su cui venne croci tis-
COR COR i85
so il Redentore , cercò pure i alcuni aurei fregi a guisa di rose,

chiodi e rinvenne, e di uno di


li e bottoni in numero di quattro per
questi fece un diadema ornato di ciascun campo smaltato, e nel mez-
ueuime. Il diadema insieme ad al- zo trovasi una nicchia con orlo di
o
tro chiodo, fu dall'imperatrice man- oro rialzato, in cui è incastrata una
dalo a Costantino suo figliuolo, il gemma ovale. Tali campi quadrati
quale col diadema cinse il proprio tutti pure smaltati, ed ornati, sono
elmo, e col chiodo formò il freno sei, e vengono divisi da altrettanti

del suo cavallo, perchè gli fosse di campi quadrilunghi, i quali sotto
difesa ne' viaggi, e nelle battaglie, un fondo d'oro portano ti-e gemme
ciocche avvenne verso l'anno 326. disposte in filo l'una sotto l'altra,

Tanto il freno, che ildiadema, do- a somiglianza di quelle che stanno


po che Costantino avea trasferito
'
nel mezzo del campo smaltato, eoa
la sede dell' impero in Bisanzio, la questa sola differenza che l'uno dei
quale dal suo nome prese quello di delti campi quadrilunghi invece di
Costantinopoli^ ivi restarono liniga- tre gemme, non ne ha che una nel
mente, finché s, Gregorio, che poi fu mezzo a due dei già menzionati
Papa, e venne chiamato il magno, bottoni Ciascuna adunque
d'oro.
essendo in quella città come nunzio delle sei lamine formanti la corona
od apocrisario di Papa Pelagio II, è composta di un campo smaltato
ottenne in dono dall' imperatore Ti- piti ampio, e di altro più stretto
berio II molte reliquie, compreso con fondo tutto d'oro. Tanto fre- i

il diadema col sagro chiodo. Allor- gi come le nicchie, ossia gli alveo-
ché poi Teodolinda, regina de'lon- sono di eguali forme e dimen-
li,

gobardi, si converfi alla fede cat- toltone ciò che riguarda le


sioni,

tolica , Gregorio divenuto Ponte-


s. gemme, alcune delle quali sembra-
fice le più lettere per tener-
scrisse no sostituite alle antiche. Gli smal-
la solida nella conversione, e procu- ti eseguiti con vago disegno, sono
rare quella de' suoi sudditi, e le di vivacissimi colori. La corona di
donò alcune reliquie, insieme al oro perciò riveste la ferrea, la qua-
sacro diadema, che difendeva l'elmo le, come si disse, è una sottile lamina
del gran Costantino. Avendo la pia interna battuta grossolanamente a
regina , in onore di s. Giovanni martello, distinguendosene persino le
Battista, edificato in Monza la sud- impronte, anzi non sembra che vi sia
detta basilica, tra le altre cose, le poi stata impiegata la lima, meno
donò tal corona. qualche tratto intorno agli orli. Per
La corona adunque del regno mezzo di due chiavelli l'estreme parti
d'Italia viene chiamata ferrea, os- si riuniscono in circolo. Questo cer-
sia corona di ferro, da uno stretto chietto non è forbito come una lami-
circolo, o anello di ferro, che in- na di coltello, ma si conserva tal qua-
ternamente la cinge, essendo nel re- le uscisse dalla officina di un fabbro,
stante tutta decorata d'oro puro, che l'avesse di recente lavorato, né
di gemme, e di smaltì. Questa co- porta gì' indizi della ruggine gene-
rona è formata di sei lamine d'oro rata dal tempo. E da avvertirsi che
riunite per mezzo di cerniere^ o questo arredo non era una corona,
spilloni pur d'oro. Dalla superficie ma un diadema, distinzione che si

smallata sorgono battuti iu rilievo trova in tutti gli antichi monuraen-


i86 COR COR
li.La sua i-istrettezza è tale, che tasei anni, cioè, finché nel t3ig
come corona non pub comptentlere la Ottone Visconti. Il per-
riscattò
un capo umano; ma è costrutta in chè, quando Enrico VII di Luxem-
modo, che siccome diadema si può burgo discese in Italia per farsi
o con fibbia, o con nastri allarga- coronare i-e di Lombardia, fu duo-

re e restringere a proprio piacere. po costruirne una nuova di ferro,


Di fatti sembra ragionevole, che o, come altri dicono, di acciaro,
s. Elena mandasse a Costantino non guarnita di gioie, e quindi con es-
una corona, ma un diadema, se sa a' 6 gennaio i3ii venne co-
doveva adattarsi ai vari elmi, che ronato da Gaston della Torre ar-
metlevasi in capo. Finalmente dal- civescovo di Milano nel tempio di
l' esame delle due parti, le quali s. Ambrogio, e poi passò in Roma
formano questo arredo, risulta che a ricevere corona imperiale. Non
la

il diadema d'oro non fu in origine andò guari, che per le fazioni dei
costrutto per contenere il cerchio Guelfi, e Ghibellini, Monza sosten-
di ferro, ma
venne unito a questo ne un tremendo saccheggio per o-
per ornamento, e che il fregio d'oro pera dei milanesi: tultavolta, per
è lavoro bisantino, benché vi sia gran ventura^ il tesoro della basi-
stato chi lo credesse lavoro fatto lica di s. Gio. Battista fu rispetta-
eseguire da Teodolinda. to. Proseguendo però le guerre, il

Gravi furono le dispute intorno al- capitolo della basilica reputò indis-
la corona ferrea, ed alcuni posero per- pensabile assicurare la coroea e il

sino in dubbio le testimonianze isto- tesoro, nascondendoli nel iSaS sot-


riche, che asseriscono, il cerchio di fer- to terra, ma discopertasi la cosa
ro essere quello formato col santo chio- nell'anno seguente, a maggior si-
do, cui s. Elena mandò in dono al curezza si trasportarono la corona
suo figlio Costantino. Altri dubi- e il tesoro in Avignone, allora resi-
tarono se sia veramente questo au- denza de' Papi, e si diedero in cu-
tentico, altri negarono che esistesse stodia a Giovanni XXII; ma nel
a Monza la corona, ed altri affer- iSiì Clemente VI fece restituire
marono ch'era di paglia. I dubbi a Monza sì l'una che l'altro.

e le contese progredirono tanto ol- Non è certo quando siasi inco-


tre, che per l'identità del cerchio minciato ad usare la corona ferrea
di ferro, fu portata causa alla san- nelle incoronazioni dei re d' Italia.
ta Sede, che risolvette in favore del Alcuni asseriscono, che la stessa re-
santo chiodo, nel modo da noi ac- gina Teodolinda, nel donare il sa-
cennato superiormente. Tali que- gro arredo alia basilica da lei edi-
stioni possono avere avuto origine ficata, ordinò che con esso si con-
dalle vicende cui andò soggetta la sagrassero i suoi successori, ed an-
corona, dappoiché essa corse peri- zi eh' essa stessa ne coronasse Agi-
colo due volte di andare perduta. lulfo suo marito. Pressa i critici

Nel 1273, i della Torre, signo- non si ammette l'ingiunzione di


ri di Milano, e di Monza avendo Teodolinda, essendo noto, che i re
estremo bisogno di denaro, impe- longobardi non si coronavano, ma
gnarono parte del tesoro di Mon- venivano sollevati sugli scudi dopo
za, insieme alla corona, per cui la la loro assunzione al trono. La
basilica ne restò priva per quai-au- piima volta, che la corona servì a
con <:OR 187
coionare i re cV Italia, si attribui- che egli, come altri dicono, non si
sce da alcuni a Carlo Magno, in- credeva sicuro in Milano, ovvero
cominciando da lui la triplice co- perchè Francesco non gliela volle
ronazione suindicata, cioè in Ger- dare, come altri scrivono. Certo è
mania, in Loml)ardia, e a Roma. che il Pontefice dispensandolo da
Altri dicono, che quel principe si questo rito antico, lo coronò nel
incoronasse colla corona ferrea, e tempio di s. Pietro, colla corona

perciò s' intitolasse re dei longobar- Longobardica in detto giorno, nel


di, dopo aver distrutto il regno di quale gli diede pure la bolla di
essi ; altri vogliono, che l'altro im- questa coronazione, supplendovi a
peratore Ottone 1 la usasse pel quella, che Federico HI avrebbe
primo. Certo è che Ottone III ne dovuto ricevere dall' arcivescovo di
fu incoronato, quando nel 996 ca- Milano. Ai 18 marzo il Pontefice
lò in Italia, essendo poi coronato lo coronò poscia imperatore.
imperatore in Roma da Gregorio Alessandro VI nel 1496 spedì
V, ai 3 maggio, giorno di Pente-
1 suo legato a lalere a Massimiliano
coste. Quindi seguirono incorona- I re de' romani, il Cardinal Ber-
zioni d'imperatori, e re, colla co- nardino Carvaial, per coronarlo col-
rona ferrea. Noteremo però che es- la corona di ferro. vSospesa poi
sendo morto nel 11 25 l'imperato- la cerimonia della coronazione per
re Enrico V, senza figli maschi, il qualche tempo, fu ripresa da Car-
Pontefice Onorio II confermò l'ele- lo Vnell'anno iSay, Da quel-
zione di Lotario duca di Sassonia l'epoca sino alla nostra mai piti
in re de' romani, e scomunicò Fede- si usò, e la riassunse
Napoleone nel
rico, e Corrado III nipoti del de- i8o5. A questo effetto, dopo esse-
fonto, (|uali colle armi disputava-
i re stato in Parigi coronato impe-
no la dignità a Lotario II. Scomu- ratore da Pio VII, si recò a Mi-
nicò similmente Anselmo, e lo de- lano coir imperatrice Giuseppina.
pose dall' arcivescovato di Milano, Quivi tutto si preparò nella catte-
per avere avuto l'ardire di coro- drale per la funzione premesse ,

nare in Monza colla corona del grandissime cerimonie pel trasporto


regno d'Italia il detto Corrado HI. della corona dalla basilica di Mon-
Aggiungeremo, che avendo stabili- za, Con solenne processione andò a
to Federico 111 di recarsi in Roma riceverla l'arcivescovo Milanodi
a ricevere dalle mani di Papa Ni- Cardinal Caprara, eh* era pure le-
colò V la corona, e le insegne im- gato a lalere in Francia, e che
periali, giunse nella capitale del cri- venne destinato a fare la corona-
stianesimo ai 9 marzo, ed ai 16 zione. Questa ebbe luogo la dome-
di detto mese Nicolò V gli diede nica del dì 26 maggio, cinquecen-
nella basilica Vaticana la corona to anni circa dacché non facevasi
del regno di Lombardia, non aven- più in detta cattedrale, con quella
do voluto Federico III prenderla splendida magnificenza propria di
.secondo il costume in Milano, o quel fortunato, e possente conqui-
in Monza, per non essere costretto statore, il quale volle perpetuare
a confermare Francesco Sfoi-za in questo atto memorando con isti-

quel ducato, sul quale egli , come tuire l'ordine della Corona dì fer-
altri, pretendeva il dominio, e per- ro {f^edi). Venne osservato, che
i88 COR COR
anco in questa cerimonia, Napoleo- colle stampe: Della Corona Fer-
ne, siccome a l'arigi, prese egli rea ec.che pur diligentemente de-
,

stesso dall'altare la corona bene- scrisse il canonico Bellani.


delta dal Cardinal arcivescovo, e L' incoronazione dei re d' Italia
colle proprie mani se la pose in sul si fece ora a Pavia, ora a Milano,
capo; di più pronunziò ad alta vo- e talvolta a Monza_, a seconda del-
ce quel superbo motto, dieci anni le circostanze, e Carlo V, oltre gli
dopo smentito dai fatti: Dio me l'ha altri succennati esempi, 22 feb- ai
data, guai a chi la toccìierà. È no- braio i53o ricevette la corona fer-
to, che corona ferrea fu ricevu-
la rea in Bologna nella cappella del
ta dai re d' Italia o sedendo assisi palazzo apostolico, dalle mani del
sul trono, o genuflessi avanti 1' al- Pontefice Clemente VII, che due
tare, come fece l'imperatore Carlo giorni dopo gì' impose pure la co-
y. Finita la messa solenne, lesse rona imperiale nella basilica di s.
Napoleone ad alta voce questo giu- Petronio, alla quale tenne dietro
ramento: " Giuro di mantenei'e la nobilissima cavalcata, che desci'i-
M l'integrità del regno, di rispet- vemmo al volume X pag. 297 e
« tare la religione dello stato, l'e- seg. del Dizionario. Probabilmente
w guaglianza dei diritti, la libertà la corona di ferro si sarà traspor-
« politica e civile, l'irrevocabilità tata da Monza a Bologna, e forse
» delle rendite de' beni nazionali; ciò pur si fece quando la corona-
» dinon levare alcuna imposizione, zione ebbe luogo, oltre in Milano,
» e non istabilire alcuna tassa che in Pavia, od altrove. Dal eh. Gior-
« in virtù della legge, di governa- dani, Lettera inedita ec. sulla inco-
« re colla sola mira dell' interesse, ronazione di Carlo V, abbiamo che
« della felicità, e della gloria del nella sua Cronaca della venuta e
« popolo italiano. dimoila di Clemente VII, e Carlo
Finalmente l' imperatore France- V in Bologna descrive come la ,

sco I, 7 aprile i8i5, decretò


ai corona ferrea fosse da Monza por-
reir erezione del regno Lombardo tata in Bologna, e la cerimonia con
Yeneto : '> Resta conservata l' anti- cui la licevelte Carlo V, colla giun-
j» ca corona di ferro come corona ta di un catalogo degli scrittori, che
» di questo regno, ed i nostri suc- illustrarono questa corona. Dagli
» cessori dovranno colla medesitna storici apprendiamo la diversità dei
» essere incoronati al loro avveni- l'ituali, co' quali seguirono le inco-
« mento al trono". In sequela di ronazioni a tempi, e
seconda de'
che la corona ferrea nel i838 posò quello seguito per ultimo in Mila-
per la prima volta sul capo degli no per r imperatore Ferdinando I,
imperatori d' Austria, re del regno viene da noi riportato all' articolo,
Lombardo Veneto, e pel primo ne Coronazione dei re {^Fedi). Nella
fu cinta la fronte del regnante Fer- basilica di s. Gio. Battista di Mon-
dinando I, della quale coronazione, za, in un basso rihevp, rappresen-
non meno che sulla Corona ferrea tasi questa funzione, e vuoisi che
scrissero molli valorosi autori, e sia dei tempi dell' imperatore Otto-
volumi eruditi, ed articoli diffusi, ne HI. I Monzesi in tal marmo vol-
ed il eh. Mezzetti, nel medesimo lero,che si rappresentasse la ceri-
anno i838, in Milano pubblicò monia dell'incoronazione colla co-
COR COR 189
rona ferrea eseguita nella detta Papa Pio VII quindi avendo for-
;

bnsilica. Da un lato vedesi l' altare mato un nuovo regno italico, se ne


con parte del tesoro. Seguono un dichiarò re, e recossi nel i8o5, a
diacono, ed un suddiacono, e quin- Milano per coronarsi colla tanto
di l'arciprete della chiesa che pone celebre Corona di ferro^ che rac-
la corona ferrea sulla testa al re chiude, ed è formata da un chiodo,
che siede sopra la cattedra. 11 re, il quale servì alla ci'ocefissione del
colla mano sinistra , uno
stringe Salvatore, della forma che si de-
scettro gigliato; quindi si vedono scrisse al citato articolo. A perpe-
sei elettori del sagro romano im- tuare questo avvenimento ch'ebbe
pero, e pel primo l'arcivescovo di luogo ai 26 maggio del detto anno
Colonia uno dei tre elettori eccle- i8o5, Napoleone volle istituire per
come gran cancelliere del
siastici, gì' italiani un Ordine cavalleresco
regno d'Italia. Gli succede l'eletto- ed equestre, come avea fatto pei
re marchese di Brandemburgo, che fiancesi coli' Ordine della Legione
presenta ai Monzesi un diploma col- d'onore [f'^edi), ed è perciò che
la concessione di vai-i privilegi. chiamollo I' Ordine della corona di
Sipretendono poi fregiati della ferro. Con esso decorò i prodi e
corona di ferro re longobardi A-
i valorosi italiani, che cotanto eransi
gilulfo, Adaloaldo, Arioaldo, Rota- distinti ne' suoi eserciti, i dotti, gli

ri, Radoaldoj Ariberto, e Luitpran- scienziati, ed altri ne cre-


eh' egli
do fra i Carlovingi, Carlo Magno,
; dette degni. Ma abbandonato Na-
il suo figlio Pipino, e Bernardo fi- poleone dalla fortuna, e deposto dal
gliuolo di questo: nulla però avvi trono, dopo la sospirala pacificazio-
di certo. Furono poi coronati colla ne dell'Europa, formandosi dall'im-
corona di ferro : in Milano, ai 7 peratore Fx-ancesco I il regno- Lom-
marzo 888, 1' imperatore Berenga- bardo-Veneto, mediante la riunione
rio; Rodolfo re di Borgogna, in di alcune floride pi-ovincie italiane,
Pavia nel 92 i; Ottone I re di Ger- in isplendida memoria di tal riu-
mania in Milano ai 6 novembre nione e formazione di regno, volle
961 Ottone III in Monza nel 999;
; sotto più gloriosi, e solidi auspici
Enrico III in Milano il primo ot- ristabilire, o rifondare {'Ordine del-
tobre 1046; Enrico IV in Milano la Corona di ferro, facendone pul>-
ai 19 aprile 1081; Corrado IH in blicare i relativi statuti il dì primo
Monza ai 28 giugno 1 28 ; Fede- 1 gennaio 1816.
rico I inMonza nel 1 58 Enrico 1 ; Dagli statuti pertanto di questo
VI in Monza nel gennaio 1186; Ordine illustre risulta, che la di-
Carlo IV in Milano ai 6 gennaio gnità di gran maestro della corona
i355; Sigismondo in Milano ai 25 di ferro, è in perpetuo congiunta
novembre i^oi Napoleone ai 26 ; all'impero austriaco, ed in conse-
maggio i8o5 in Milano; e Ferdi- guenza riservata agi' imperatori au-
nando I regnante ai 6 settembre striaci che tutti membri dell'Or-
; i

i838 in Milano. dine sono denominati cavalieri del-


CORONA FERREA, Ordine e- V Ordine della corona di ferro, la
questre. Divenuto Napoleone Bona- cui collazione è riservala al gran
parte imperatore de' Francesi, volle maestro. Non è permesso ad albi-
esserne solennemente incoronato da no il domandarlo, e 1' Ordine è di-
è

190 COR COR


viso in tre classi, secondo le diver- lettera F, e dall'altro coli' anno
sità de' meriti ; cioè di prima, di 18 15. La decorazione si porta ap-
seconda, e di terza classe. In esso, pesa dalla sinistra parte del petto,
senza veruna distinzione di condi- pendente da un nastro di seta on-
zione^ giustamente vengono ammes- data color di arancio, o giallo di
se quelle persone che diedero lu- oro, avente all'estremità dei fdetti
minose prove di affetto al sovi-ano, di color turchino carico. I cavalie-
che resero servigi importanti allo ri di prima classe portano l'insegna
stato, che contribuirono in qualche dell' Ordine, appesa ad un largo
modo alla prosperità della monar- nastro di seta come di sopra, e che
chia, e che si sono distinti in peculiar dalla destra spalla discende penden-
maniera con grandi, ed utili impre- te verso il lato sinistrò. Oltre a ciò
se. Il numero dei cavalieri fu fissato i medesimi venti cavalieri della
a cento nel modo seguente. Il nu- prima classe portano una stella di
mero de' cavalieri della prima classe quattro raggi, fatta di ricamo in
e di soli venti, a trenta è ristretto argento sul lato sinistro dell'abito:
nella seconda, e a cinquanta nella in mezzo alla detta stella è la co-
terza, non compresi però i principi rona di ferro, coli' epigrafe Avita :

delia famiglia imperiale. La festività et ancia 3 intorno al cerchio eh'


solenne dell'Ordine si celebra nella di smalto color turchino cupo. Nelle
domenica che succede al giorno 7 solennità dell' Oi-dine i detti cava-
aprile, giacché questo fu il giorno, lieri di primaportano la so-
classe
eh'ebbe la sua fondazione regno il pra descritta insegna dell' Ordine
lombardo-veneto nell'anno i8i5, appesa ad una collana d'oro, la
nel deci-eto del quale fatto da Fran- quale è formata dalle due lettere
cesco I, si legge : »> Abbiamo di già F. P. insieme intrecciate, che ricor-
^'approvato il nuovo statuto del- dano r augusto istitutore Francesco
» l'Ordine della corona di ferro, I, dalia corona di ferro, e da una
« che in conseguenza delle antece- ghirlanda di quercia, le quali, l'una
» denti disposizioni è stato da Noi alle altre alternatamente succcdousi
« ammesso fra gli altri Ordini del- fino al termine della collana.
» r imperiale e reale nostra casa". La decorazione della seconda
Le insegne e decorazioni di que- classe differisce da quella della pri-
st Ordine consistono in una corona ma nella grandezza soltanto, e viene
lombarda smaltata, cioè fatta a mo- portata al collo appesa ad un na-
do di quella con che si ornavano stro di color giallo d' oro, rigato in
il capo gli antichi re longobardi, se- ambi i margini di turchino carico,
condo la spiegazione che ne danno e largo due pollici.

alcuni, o piuttosto ha la forma della I cavalieri della tei'za classe por-


corona ferrea, che si custodisce e tano l'insegna dell'Ordine alquanto
venera nella basilica di s. Gio. Bat- pili piccola sul petto a sinistra^ pen-

tistadi Monza. Tal corona è sor- dente dall' occhiello ad un nastro


montata da un'aquila imperiale a di color giallo d'oro, orlato di ri-

due teste, sovrastata dalla corona ghe turchine, e largo nove linee.
imperiale avente fra le ali in am- II distintivo del re d'armi, e de-

bedue le parti una targa di smalto gli altri ulfiziali dell' Ordine, col
turchino carico da un lato, colla quale comparir debbono nelle so-
COR COR 191
lennitìi dell' Ordine, consiste nella le dell' Ordine istituito da Napoleo-

decorazione dello stesso Ordine, rac- ne erano di argento, il perchè


chiusa enti'o di un medaglione di quando l' imperatore Francesco I
oro, e viene portato al collo appe- istituì il nuovo Ordine, permise
so al nastro dei cavalieri della tei'- agli antichi decorati che la portas-

sa classe: il re d'armi distinguesi sero come prima di argento, ma


inoltre per un bastone, che porta colla cifra iniziale della lettera F
in mano. da una parte della targa, e dall'al-
Al solo gran maestro è riservato tra col millesimo 1 8 1 5. V. il Fer-
di portare l' insegna dell' Ordine rarlo edizione di Firenze nel volu-
ornata di gemme, uè tale è per- me Vili parte seconda a pag. io4,
messo di portarla a verun cavalie- dove riporta l' istituzione dell' Or-
re, a meno che non ne sia slato dine, con tutte le variazioni acca-
specialmente onorato dal gran mae- dute ec.
stro. E concesso all'incontro a cia- Ricorderemo però, che succeduto
schedun cavaliere di ornare la sua a Francesco I il primogenito Fer-
arme gentilizia della decorazione dinando I il 2 marzo i835, venne
dell' Ordine, e di servirsi in ogni incoronato nella basilica di Milano
occasione, dello stemma in tal gui- colla corona ferrea siccome re della
sa fregiato, durante sua vita. Lombardia, e di Venezia nel 6 set-
IN'on essendo nostro metodo il tembre i838, con istraordinaria
dare ulteriori notizie, meritano di magnificenza, e coli' intervento, fra
esser letti i begli statuti di questo molti vescovi, e prelati, di due Cardi-
Ordine imperiale austriaco della co- nali, cioè dell'arcivescovo, e metro-
rona di ferro. In essi si descrivono la politano di Milano Carlo Gaetano
decorosa veste accordata asuoi mem- Gaysruk, e del patriarca, e metro-
bri, corrispondente alla loro digni- politano di Venezia Jacopo Monico.
tà, gli uffiziali dell' Ordine pel di- CORONA REALE, Ordine eque-
sbrigo degli affari relativi, le ceri- stre. Quest'Ordine, da alcuni creduto
monie dell' installazione, il giura- imuìaginario, viene attribuito all'im-
mento che allora prestano i decorati, peratore Carlo Magno secondo Marti-
le tre diverse specie di diplomi, la no Anconio, il quale dice, che quel
restituzione dell'insegne dell'Ordine principe istituì l'Ordine de' cavalieri
alla morte degl' insigniti, le loro di- della corona reale, per ricompensare il

stinzioni e prerogative, la dignità coraggio de' suoi soldati. Dicesi, che i

di consigliere intimo ai cavalieri di cavalieri portavano in petto per inse-


prima classe. Hanno il titolo di baro- gna cavalleresca una corona reale di
ne quelli della seconda, e di cavaliere trapunto d' oro, col motto Coro- :

quelli delia terza. Finalmente deesi ri- nabitur legitinie certans. La princi-
cordare, che nei decreti i quali si spe- pal cerimonia, che aveva luogo nel
discono a nome del gran maestro ai conferimento dell' Ordine , era di
cavalieri della prima classe, questi so- porgere la spada al cavaliere, di
no contraddistinti dal gran maestro cingergli la ciarpa, quindi dopo una
colla denominazione di Nostri cu- guanciata baciavasi, ed abbracciavasi.
gini. Va però avvertilo, che le cro- Il Giustiniani, Historie cronolo-
ci della corona di ferro di tutte giche degli Ordini equestri, al ca-
e
tre le classi sono d' oro, e che quel- dà forma
pitolo decimo, ci la della
iga COR COR
corona, che è imperiale, e coli' au- fu coronato re de' Giudei ; e ch'era
tori tu di vari scrittori fa la storia statada Baldovino imperatore lati-
dell'Ordine. Lo dice pertanto fon- no di Costantinopoli impegnata ai
dato r anno 802 da Carlo Magno, Veneziani per una cospicua somma di
per rimunerare i Frisi, che lo aiu- denaro. Tiasportare la fece s. Luigi
tarono nelle gueri'e contro i sasso- in Francia con solenne pompa, e
ni, mentre altri pi-etendono che grandissima cerimonia, ed oltre a
r Ordine si fondasse dopo la vitto- 1' autore
ciò asserisce della storia di
ria riportata sui longobardi, e dopo quel santo re, che quella corona e-
aver fatto prigione Desiderio ulti- sistente a' suoi tempi avea le spine
mo loro re. A tal effetto l'Oi'dine sempre verdi. Alcuni scrittori, sul-
prese nome di
il Frisia, o della l'autorità di s. Clemente Alessandrino,
Corona. JXe armò diversi frisi con pretendono che quella corona fosse
ispada e sprone, coli' insegna della fatta di rosajo selvatico, altri, che
corona imperiale dorata in veste fosse formata di una specie di ran-
bianca, stabilendo per questi cava- no, altri la vogliono di alba spina,
lieri la regola di s. Basilio. Quindi e altri di giunchi marini.
perchè 1' Ordine si ampliasse, Carlo Su questo puntosi possono con-

Magno pubblicò un editto, per cui sultare Guglielmo di Nangis, Vin-


sarel)bero stati ammessi in esso tutti cenzo di Beauvais, ed altii storici
che a proprie spese avesse-
quelli, francesi contemporanei di s. Luigi
ro per cinque anni militato negli IX. Tali scrittori narrano che l'im-
imperiali eserciti. Ed immenso fu peratore Baldovino lì, vedendo che
il numero di quelli che si esibiro- la città di Costantinopoli era in
no di entrare nell' Ordine, nel qual pericolo di cadere nelle mani dei
dovevano guerreggiare in difesa del- saraceni, e dei greci, donò la coro-
la cattolica religione, ed essere fe- na di spine a s. Luigi IX suo pa-
deli, ed ubbidienti all'imperatore. rente; col qual regalo voleva ri-
JMa il p. Helyot, Storia degli Ord. compensare questo piissimo principe
monast. t, I, p. 271, ritiene questo di quanto aveva fatto per la difesa
Ordine supposto, per la ragione ge- dell' impero di Oriente, e della Pa-
nerale, che non vi sieno stati se- lestina. Il re di Francia fu assai
condo lui, e secondo altri critici grato per tal dono; e ne dimostrò
scrittori. Ordini militari prima del la gratitudine colpagare spontanea-
secolo decimosecondo, cioè della Cro- mente un che 1' impero
prestilo,
ciata. V. Diz. degli Ordini religiosi aveva preso dalla repubblica di Ve-
Coroxa Reale.
e militari, alla voce: nezia. Questo prezioso tesoro rin-
CORONA DELLE SAGRE IMMAGIìVr. chiuso in una cassetta suggellata, fu
V. ImMAGLVI e CORONAZIONE DELLE trasportato da Venezia in Francia,
SAGRE IMMAGINI. per opera di religiosi di specchiata
COPiONA de' SACERDOTI. V. Chie- santità. S. Luigi IX volle incontra-
rica, Tonsura, e Capelli. re questa reliquia cinque leghe al
CORONA DI SPINE. Racconta di là di Sens, accompagnato dalla
il p. Daniel, che s. Luigi IX re di regina sua madre, dai suoi fratelli,
Francia riscattò corona di spine,la e da un gran numero di principi,
che servì nella a N. S. passione e di prelati ed egli ; stesso volle
Gesù Cristo, quando per derisione portare, con Roberto d' Artois suo
COR COR 193
secondo fratello, la santa corona impegnate da Baldovino per gran
nella cattedrale di Sens, camminan- prezzo a' veneziani, parla anche l'an-
do con religioso raccoglimento a nalista Rinaldi, all'anno 1288, num.
piedi nudi avanti a numerosa pro- 2 I.

cessione. Il suo portamento, e le suo CORONA DIVOZIONALE. Chia-


lagrime davano a conoscere i vivi mansi così fra i cristiani parecchi
sentimenti, dai quali era penetrato grani per lo più rotondi, di varie
il suo cuore. Da
Sens fu trasportata specie, come di coi'allo, di ambra,
la santa corona con gran solennità di cocco, di smalto, di madreper-
a Parigi, e quivi il pio monarca la la, di pietra, di ossa di frutti, di
fece deporre in ima cappella, che avorio, di legno, e di altre materie
egli aveva fatto fabbricare, ed ove preziose, e comuni. Questi grani
avea posto un capitolo di canonici, sono infilzati con cordoncini, fittuc-
per cui è chiamata la santa cappel- cie, fili, sete, ovvero sono incatena-
la. Poco dipoi s. Luigi IX ebbe da ti con fili di metallo, d'oro, di ar-
Costantinopoli un pezzo della vera gento, di ottone, di ferro ec, e ser-
croce, che, insieme ad altre insigni vono a contare il nuraei'o dei Pa-
reliquie, ripose nella stessa cappella. ter nosler (Fedi), ossia dell'orazio-
Si legge nella vita del santo re, ne domenicale, e delle Ave Maria
scritta da Joinville, testimonio o- [Pedi), ossia della salutazione an-
culaie delle sue virtuose azioni, gelica, che si vogliono recitare in
che per l'ottava crociata, s. Luigi onore di Dio, e della beata Ver-
IX px'cndendo nuovamente compas- gine Maria ne' differenti modi, che
sione dei cristiani di Palestina, e si diranno. I Pater noster si distin-
de' santi luoghi, convocò i grandi guono dalle Ave Maria, cioè i

del regno in Parigi nell' anno grani che li figurano, per la forma
1267 pei 25 marzo, per delibera- sono maggiori delle seconde. Si ap-
re la nuova crociata, ponendosi egli pendono pure alle corone sì Me-
stesso per la seconda volta alla testa daglie (Vedi) elle Crocefissi (Fedi)
di essa. Ma a cagione dell'infelice suc- ec.
cesso della precedente, s. Luigi IX Corona nel vocabolario della Gru-
comparve all'assemblea sul trono, sca si nomina anche questa filza di

colla corona di spine di Gesìi Cri- grani, o pallottoline bucate di va-


sto in mano per infiammar gli a- lie materie, e foggie, per novero
nimi, a dimenticare i passati in- di tanti Pater noster, e Ave Ma-
fortuni: laonde tutti si dichiararo- ria. Questo nome venne dal rasso-
no per la crociata, alla vista di si migliare queste filze di pallottoline,
preziosa reliquia, e al patetico di- o grani, ad una corona, ed anche
scorso del re. ad una corona di rose, che i fran-
In appresso dalla sagra corona fu- cesi anticamente chiamarono chapcl
rono distaccate alcune spine per de roses, cappello di rose, dal che
distribuirle alle chiese, come se ne venne in appresso il vocabolo di
fecero molte ad imitazione delle ve- Rosario (Fedi). E siccome questi
re per divozione. Queste spine sono conteuevano quindici decine di Ave
piuttosto lunghe, f^. Spine, reliquia. Diaria, e (piindici Pater noster,
Della corona di spine, in uno ad nella bassa latinità le corone che
altre insegne di nostra redenzione contengono cinque decine di Ave
VOL xvu. i3
.

194 COR GOR


Maria, e cinque Pater noster, fu- le insegnasse ai Crociali (P^ecli) a
rono chianiate Cappelline. Chia- pregare per novero ; e che a que-
mansi pure Corona gli stessi Pater sto fine inventasse un certo stro-
ed Ave, che si recitano; e secondo menlo, il quale si chiama Corona.
l' esposta enumerazione, le corone Altri poi pretendono, che il medesi-

ordinariamente, che me- si recitano, mo Pietro pigliasse la corona dai


ditando ad ogni imposta, cioè ad maomettani, presso i quali è iu
ogni decina, uno de' quindici mi- uso, e che i maomettani l'avesse-
steri del Rosario, gaudiosi, doloro- ro presa dagli ind4ani orientali,
si, e gloriosi, e contemplando la vi- che servono pure di una specie di
si

ta di Gesù Cristo, ed alcuni miste- corona. Il Simon, nelle sue Osser-


ri della sua divina madre Maria, vazioni sul viaggio del monte Li-
si dompongono di cinque Pater, di bano, crede che la corona dei mao-
cinquanta Ave, e di cinque Gloria mettani tragga la sua origine dai
Patri. Si recitano inoltre prima, e Meà-Berachol, o cento benedizioni^
dopo, quelle orazioni, e giaculato- cui i giudei sono obbligati a reci-
rie, ed in fine le litanie della ss. tare tutti i giorni, e che trovansi
Vergine, secondo la propria divo- nei loro libri di preghiere. Il p.
zione. Corona finalmente, per la Dantiini della compagnia di Gesù j

recitazione dell' oi'azione domenica- nella sua missione apostolica dei


le, e della salutazione angelica, si 1096 ai maroniti, lib. i, e. 11, par-
dissero i Pater noster^ o i Signa lando della credenza de* tui'chi, di-
Pa lem ostra Ha ce che usano recitare le CoronCj
Sull'origine della corona divozio- le quali portano in mano, ed appese
toale, o preghiera, diflerenti sono le alla cintura; ma differenti sono assai
opinioni degli autori. Riker, nella da quelle de' cristiani, si per non
vita di s. Gertrude, parla di una trovarsi in esse alcuna diversità
corona a modo di rosario, di cui ne' grani, o pallottoline, essendo
questa santa, la quale viveva nel tutte d' una medesima grossezza, si
settimo secolo, si serviva nelle sue per non avere la distinzione deci-
divozioni. Da alcuni scrittori, spe- male delle nosti'e corone, benché
cialmente dal Fleury, si rileva che le compongano di sei decine; sì in
la corona e il rosario ebbeio ori- fine ancora per avere un'altra co-
gine nel secolo decimo primo, per rona, che dividono con alcuni filet-
opera dei monaci, perchè istituiti ti in tre parti. E questa di molto
essendo fra essi i frati laici, o Con- maggior numero di grani , contan-
versi ( Fedi) si , prescrisse loro la dosene sino a cento, che altri dis-

recita di un certo numero di Pa- sero invece novantanove. Nella re-


ter 6 di Ave a ciascuna delle cita però di siffatte corone, i mao-
ore canoniche, e affinchè quel do- mettani sono brevi, giacché ad ogni
vere compiessero, si diedero loro grano, pronunziano la preghiera o
grani infilali, dai quali, secondo parola Sta Furia, cioè lode sia a
:

quelle scritture, vennero le nostre Dio; ovvero dicono ogni volta:


corone. Alcuni ne attribuiscono l'uso Esseblih, Elniagad Lallab, vale a
a Pietro l'eremita, come Pietro Vi- dire, lode a Dio, gloria a Dio.
vet, ed il Larrey. Vogliono pertan- Gli orientali pure hanno alcune spe-
to, che Pietro fosse il primo, il qua- cie di corone, che chiamano calG'
,,

COR COR 195


ne, col mezzo delle quali fanno le niche dell' ufficio divino. Si attri-

loro preghiere, e recitano princi- buisce però comunemente a s. Do-


palmente i nomi delle perfezioni, e menico il metodo di recitare quin-
degli attributi di Dio. dici decine di Ave Maria con uii
Dalla veneranda antichità trovasi Pater noster al cominciaraento di
inoltre qualche cosa, che rassomi- ogni decina, in onore dei princi-
glia alla corona, ed alla sua recita. pali misteri dell' incarnazione, pas-
Gli anacoreti de'primi secoli della sione, morte e risurrezione di Gesù
Chiesa si servivano di piccole pie- Cristo, e di quelli della Vergine Ma-
tre, o di altri simili segni per con- ria. Sebbene i BoUan disti mostrino
tare il numero delle loro orazio- dubitare se s. Domenico abbia insti-

ni. Coloro, che non sapevano leg- tuito la pratica del rosario, o se non
gere, o che non potevano recitare abbia fatto che propagarla, con
il salterio a memoria, vi suppliva- intendimento di rimettere l'uso fre-
no colla x'ecita frequente della ora- quente dell'orazione, e di eccitare
zione domenicale. Molte persone la divozione dei popoli verso il mi-
semplici ed ignoranti ricorrevano stero dell'incarnazione, cui empia-
a questo esercizio, in ciascuna delle mente bestemmiavano nella Lin-
ore, che la Chiesa aveva assegnato guadoca, ed altrove gli albigesi, ed
a' suoi ministri pel canto de' salmi. altri non può dubitarsi che
eretici;
S' indicava il numero dei Pater s. Domenico sia il primo istitutore
noster con una specie di chiodi at- di questa pia pratica, come rile-
taccati ad una cintura, che si por- vasi da più bolle e brevi pontifi-
tava dal popolo. L'uso poi di reci- cii,ed altri autentici monumenti
tare la salutazione angelica nella massime di Leone X, di s. Pio V, e
stessa guisa non è si antico, come di Sisto V, che emanarono appo-
si legge in Mabillon, Saec. s. Be- sitamente tre bolle per sentenziare,
ned. n. 17, e in Teofilo Raynaud che s. Domenico sia il vero, e pri-
tom. VII in Dypticis Marianis mo autore di quella formola di
p. 23 1. Erimano, che sciùveva nel orazione, la quale è detta Rosario.
XI 1 secolo, parla di una signora, V. il citato Benedetto XIV, De
che recitava ogni giorno sessanta festa Rosarii, lib. 2, e. io. Oper,
volte la salutazione angelica. 11 b. tom. 12, p. 623. Spinelli osserva,
Alano de Rupe raccomanda la re- lib. 2. de Maria Deipara, e. 39,

cita della salutazione angelica, e n. 5, che questa ripetizione delle


chiama antica questa pratica di di- centocinquanta Ave Maria, fu isti-
vozione. V. Benedetto .XIV, De tuita da s. Domenico ad imitazio-
Canoniz. lib. IV, par. 2, e. 10, ne dei cento cinquanta salmi: ed
n. II. S. Alberto di Crespino, e è per questo che il rosario è sta-
il nominato Pietro l'eremita, che to più volte chiamato il salterio
vivevano assai prima di s. Dome- della f^ergine.
nico fondatore dell' Ordine de' pre- Anche Polidoro Virgilio, De in-
dicatori, insegnarono ai latini, che ventoribus reru/Hj 1. 5, e. g, di-
non potevano leggere il salterio, a stinguendo il rosario dalla corona,
recitare un certo numero di Pa- dice che questa, e l'uso di orare
ter noster, e di Ave Maria, in colle corone, recitando il Pater no-
luogo di ciascuna delle ore cauo- ster, e r Ave Maria con globelti
,

196 COR COR


o calcoli, delti precalorii , avesse Secondo il dottissimo Mabillon,
origine circa l'anno 1090, nel pon- sembra che l'origine del così detto
tificato di Urbano II,da quel Pie- rosario si debba ai monaci, e che giù
tro eremita francese summentovato, fosse in uso tal divozione fino dal
che fu promotore della sagra spe- principio del XII secolo. Difalli
dizione di terra santa. Pompeo abbiamo dalle Iiislit. Ilist. Eccl.
SarnelJi aggiunge, che l'origine del- del p, abbate del Signore^ ciwt
la coi'ona è più antica, e nacque nolis del abbate Tizzani, tom.
p.
colla Chiesa, dappoiché gli ebrei Ili, parte 3, pag. 268, in nota
che solevano recitare i centocin- 3i4: " Ab ordine praeterea domi-
quanta salmi di Davide cojiverli- , niciano in Christianam universi-
ti al cristianesimo, cominciarono a tatem propagatum est Rosarium,
recitar altrettante volte l'orazione quindecim nempe angelicarum
domenicale, il perchè tal modo di salutalionum decades per domini-
pregaie fu detto il Salterio di Cri- cam orationem distractae, et cum
sto. Il medesimo Sarnelli nel tomo pia mysteriorum meditatione con-
VI, i3 delle sue erudite Lette-
p. junctae, cum jam ante , medio
re parla della corona, che
eccl., nempe saeculi XI, monachi quo-
dice usata dalla beata Vergine e , rum plurimi praeserlim in Bri-
di s. Maria Maddalena la peniten- tannia, et Pannonia Mariam Vir-
te. Così narra, che l'apostolo san ginem angelica salutatone statis
Bartolommeo orasse, e genuflettes- horis invocarent, coeperiut. Ma-
se cento volte il giorno, ed altrettan- bilioni us autem refert ex W^il-
te la notte ; che i monaci di Monte lelmo Malmesburiensi, lib. 4> '^^

Ferme del IV secolo, ogni dì recita- Pont. 4> Godivam quamdam


e.

vano trecento preci, cui enumera- Leorici comilis Conventriae vixo-


vano con altrettante pietruzze, che rem thesauros suos Conventrien-
ponevaniii in seno, e poco a poco si ecclesiae jamque
assignasse,
gettavano in terra ; e che al tem- morituram, circulum geminarum
po del ven. Beda, e nel secolo VII, quem filo insuerat, ut singularum
nelle pareti delle chiese d'Inghil- contactu singulas immera-
pi-eces
terra erano attaccate corone di pie- ret, collo imaginis Mariae ap-
truzze per uso pubblico. TiaW'Ist. pendi jussisse. Praedictum cir-
Lausiaca, cap. 28, si apprende, che culum gemmarum, prosequitur
l'abbate Paolo di Sceti conlava con Mabillonius , ad quarum conla-
piccole pietre le orazioni, le quali ctum singulas preces Godiva nu-
si era imposte, e che ogni dì ri- merabat genus quoddam rosarii
peteva trecentosessanlasei volte. Dal- fuisse verisirailhmum est: tum
la vita di s. Chiara abbadessa, ab- quia nobilis haec mulier b. Ma-
biamo che si era formato un ob- riae devotissima erat, testante
bligo di recitare ogni giorno un cer- Bogerio Havedeno, idque proba-
to numero di volle l'orazione do- tur ex eo quod circulum collo
menicale, e la salutazione angelica, imaginis beatissimae Virginis ap-
e contava queste orazioni con pic- pendi jussit: tum quia ejusmodi
cole pietre, cui portava nel suo se- rosarii recitatio jam tum in usu
no, ad imitazione di alcuni anaco- erat." Mabillonius tom. IV Ami.
reti di Oriente. Ord. s, Bcncdicti ad annum \o\.\.
, 2

COR COR 197^

fi fìg, 70, edit. Lucae lySf). Ef. nedictae, si non poterai aliud exhi-
idem auctore in praefatione
dici, here, praebebat. Nelle costituzioni
ad acta Sanctonini saec. V^ num. del capitolo provinciale celebrato
125, et seq. pag. LXI, qui ex ad- dagli eremitani di s. Agostino, nel-
« diictis non satis liquere Deiparae r eremo di s. Severo di Centocel-
>» salutationem aflìrmat: sed potius le, i2qo, si proibì ai reli-
l'anno
" oiiginem coronae tribuendam es- giosi, che portassero chinguhtni de
" se arbitratili' initio duodecimi serico aut bursani, ant chirolhecas,
» saeculi , pag. 69.. Yid. tamen aut nmsciini, aut Pater noster de
» IMonelia, De origine Sacrar, pre- ambra vel crystallo. In un docu-
»» cimi Rosarii, Romae 1725.'" Il mento del i33i presso il Ducange
suddetto fatto storico fu però già alla voce Cona, si legge prò duobus ',

provato con monumenti i-ncontra- de Pater noster de curallo, et


Jìlis
stabili dal p. Echard domenicano duobus Jilis de vitro, et una Cona
dottissimo, ed anche dal gran Na- de plumbo Perciò il Boccaccio nel
.

tale Alessandro nella sua Storia suo Laberinto usò l'espressione di


ecclesiastica. V. il Bergier tom. una filza di Pater noster. Della
XI Vj p. 186 dell'edizione fioren- compagnia di Fr. Venturino, che
tina. nell'anno i3i4 si recò in Roma,
Tanto è importante ciò che su si legge che nella mano ritta por-
questo argomento scrive il dotto tavano lo bordone, ne la manca
Garampi, che crediamo opportuno li Pater noster, come abbiamo dal
di qui riportarlo. Nelle sue Me- Muratori, Antiq. med. evi. t. 3, p.
morie ecclesiastiche, pag. i5, dice 273. In un necrologio della basi-
che la divozione, la quale si ebbe lica Vaticana del XIV .secolo, a'
sempre dai fedeli di recitare re- di marzo si nota, essere stata la-
plicatamente 1' orazione domeni- sciata al capitolo una casa cxiìti

cale, fece poi pensare a più di- signo mulieris cuni Pater noster in
voti di ritrovare un modo fa- manibus, sitahi contrada delle
in
cile per tenere conto di questa Incarcerate, parodila s. Ma-
et in

ripetuta recitazione; e fu l'uso del- riae in Transpadina: Parimenti


le nostre odierne corone , dette a' dì 26 luglio nomina altra casa
perciò da principio Pater noster. posila in platea Angeli Castri s.

Nella leggenda di s. Margherita da cuni signo Patemostralium. In un


Cortona, si ha che, nulli rei sili censuale della medesima basilica
ad necessarium victiim missae par- del 3^5: Donius cuni signo ven-
1

cehat, inimo nec ipsis signaculis dentis signa Paternostralia. E nei


quae tenebat ad horanim, et ora- Diari manoscritti di Antonio di Pie-
tionis debitimi persolvendiim. Co- tro, esistenti nell' archivio della
si al cap. 3, num. 47 j
presso il Bol- predetta basilica, il quale visse sot-
lando, Àcta V feh. die 22, AI cap. to Martino V, si legge che presso
2, 17 si legge: Si non habebat la medesima, e nella città Leonina
quod posset tribueiv pauperibiis, sua erano piìi botteghe di Paternostra-
tunica manicas dissuebat, et velum ri. Nei processi fatti per la cano-

deponens de capite, nunc Pater no- nizzazione di s. Francesco di Pao-


ster et cingulum, et tigna tee ti de- la è scritto: Plura lignea paria de
eorticans, etiani urceoluni aquae be- Paternostris benedici faciendo et dis-
TOB TOH COR
tribuendo, etc. L'antico autore clel- ptire ai cadaveri, e con ossa si sep-
la vita chiama Rosarium oratio-
li pelliscono. Divotissimi furono sem-
nis dominicae j per ragione del- pre i Pontefici del pio esercizio
l' uso già introdottosi di recitare della corona, e concessero parecchie
con essi il rosario della b. Ver- indulgenze alla recitazione di essa.
gine.^ Clemente Vili, appena vestito per
L' uso della corona, cioè di reci- la prima volta degli abiti pontificii,
tarla, è propagato per tutto il mon- premurosamente ricercò la corona,
do, pochi essendo i cristiani, che che avea lasciato negli abili cardi-
non la tengano
costantemente in nalizi e Benedetto XIII nelle fre-
:

saccoccia, mentre altri la tengono quenti visite che faceva alle chiese,
ad uno delle dita della mano. Que- pubblicamente recitava con un suo
sta ultima corona è un anello d'o- cappellano la corona, ed il rosario.
ro, d' argento, o altro metallo con Nelle processioni poi di penitenza,
qualche divota immagine, come del di frequente si videro i Romani
Crocefisso, e della Madonna, aven- Pontefici colla coi'ona in mano, re-
per
te in cerchio dieci punti rilevati citarlacon edificante raccoglimento,
contare le decine delle Ave Maria. e gli ultimi esempi vennero dati
Vi sono certe corone dette corone dal Papa che regna in siffatte pro-
alla cavaliera formate di un anel- cessioni.
lo d'oro, di argento, o di metallo Antichissimo è il rito di benedirsi,
dorato, da cui pendono dieci glo- e donarsi ai fedeli dai sommi Pon-
belti di pietre più o meno prezio- tefici cose sagre di oro, o di metal-
se, con medaglie d'oro, di argento, o lo, donde poi ebbe origine la be-
di qualche pietra, o carneo pendente. nedizione pontificia, e distribuzione
Per lo più queste corone alla cavalie- delle croci, crocefissi, corone, meda-
ra si donano dai Pontefici a distinti glie ec ; ma certo si è, che alle

signori, ed a persone qualificate, mu- medesime, innanzi al secolo XVI,


nite della e con
loro benedizione, non si solevano applicare le indul-
indulgenze. Prima
Papi nella so- i genze. Allora quando Sisto V fece
lenne cavalcata, con cui prendevano restaurai'e le cadenti mura della
il possesso erano corteggiati da
, patriarcale arcibasilica lateranense,
buon numero di paggi, che perciò in più luoghi furono trovate mol-
facevano cavalieri dello sperone di tissime medaglie d' oro, nelle quali
oro, e conti palatini, oltre il dona- era impressa o im-
la ss. croce,
tivo d' una corona di agata, di o- magini aventi Fattane la
la croce.
nice, di diaspro, di lapislazzoli etc. distribuzione, concesse molle indul-
con medaglia simile, ovvero d'oro. genze a chi ne aveva alcuna presso
Molti religiosi, e molte religiose, di sé, purché fossero adempite le
come si può vedere ai rispettivi opere ingiunte, come rilevasi dalla
articoli, molti confrati dei sodalizii sua Laudemus viros,
costituzione
o confraternite ec, portano al fian- del primo dicembre iSSy. Non de-
co la corona con medaglia, e cro- ve però tacersi che s. Pio V sem-
cefisso pendente, e taluni anco con bra che fosse stato il primo Pon-
un piccolo teschio, cioè attaccano la tefice a benedire le Medaglie [Ve-
corona al cordone, cinto, cintura, o di) concedendo indulgenze a chi se-
fascia. Talvolta la corona si pone co le portasse, affine di promovere
COR COR 199
iie'fiamTTiinglii la santa religione, ai quali da questi saranno distribuite
Quindi Papi, die successero a Sisto
i
per la prima volta ; che perdendo-
V, oltre alle medaglie, anche alle co- sene una non se ne possa sostituire
rone, rosari, croci, crocefissi ce. , da un'altra a proprio arbitrio, non o-
loro benedetti, applicarono le indul- stante qualunque concessione, e pri-
genze, considerando, che il pio uso di non pos-sano
vilegio in contrario; che

tali cose sagre eccita nei fedeli cri- prestarsi, o darsi ad altri precaria-

stiani la fede, e gli atti di adora- mente ad effetto di comunicargli le


zione \erso Dio, e di venerazione indulgenze, altrimenti perdono le

verso la beala Vergine, ed i santi. slesse indulgenze ; e che le suddette


Delle indulgenze addette alle cose cose, ricevuta che abbiano la pon-
benedette dal Papa, o da quelli da tificia benedizione, non possano ven-
lui autorizzati con rescritto, o a dersi, a tenore del decreto della s.
viva voce per numero determinato, congregazione delle indulgenze dei
abbiamo parlato agli articoli delle giugno 172 I. Finalmente va avver-
Benedizioni {^Vedi). Solo qui avver- che tutte le indulgenze, descritte
tito,

lirenao, che le cose, e le corone in Sommario, come si legge a p. 544»


nel
tal maniera benedette, afllne di lu- e della
seg. mentovata Raccolta
crare le relative indulgenze, deb- (Sommano che si suole stampa-
bono necessariamente portarsi in re anche a parte, col titolo, In-t
dosso, e ritenersi presso di se (come dulgenze, che la Santità di Nostro
nella propria camera, o in altro de- Signore ec. , concede ai fedeli, die
cente luogo della casa ove si abita), ritenendo appresso di se alcune
oppur debbono innanzi alle mede- delle corone, rosari, croci, crocifissi
sime recitarsi le rispettive orazioni. medaglie benedette ec), possono con-
Le indulgenze analoghe sono ripor- da chiunque fedele cristiano,
seguirsi
tate nella Raccolta di orazioni, ed il quale abbia seco qualcuna delle
opere pie per le quali sono state croci, o corone, o rosari, soltanto
concedute dai Romani Pontefici le che abbiano toccato i luoghi santi,
sante indulgenze ; raccolta che si e le sagre reliquie di Terra Santa,
pubblica colle stampe in Roma con per concessione del ven. Pontefice
l'autorità della sagra Congregazione Innocenzo XI. Ciò si rileva dal
delle Indulgenze {^fedi), la quale breve di questo Papa, Unigeniti
nel 1841 ne fece irpprimere Ja de- Dei Fila, dei 28 gennaio 1688,
cima edizione. confermato da Innocenzo XIII con
Conviene ancora notare, che nella decreto della s. congregazione delle
distribuzione e nell' uso delle coro- indulgenze, dei 5 giugno 1721, con
ne , ro.sari , ce. Iienedctti, si deve cui si proibisce il vendere dette cro-
osservare il decreto di Alessandro ci, corone medaglie etc, dopo aver

\'II emanato il di 6 febbraio iGSy, toccato quelle .sagre reliquie, o com-


col quale confermò egli quanto avea mutarle con altre merci, o prestarle
già stabilito su tale oggetto Clemente ad oggetto di comunicare ad altri
\I1I nella sua costituzione de' io le indulgenze, come dai decreti di
gennaio iSgy, cioè, che le indulgen- detta sagracongregazione degli i i
ze annesse alle suddette cose non marzo 1721 , ed 11 febbraio 1722.
passino le persone di quelli, ai quali Avendo sino ad ora parlato delle
le medesime saranno concedute, o corone in genere, passeremo breve-
200 COR COR
niente a trattare delle corone par- que Ji'e Maria, e ad onore delle
ticolari, cioè delie principali divo- cinque piaghe medesimo Re-
del
zioni, e pie pratiche di recitazione dentore, e per rammentare la sua
di corone, che ottennero dalla ma- madie Maria, che fu la nostra cor-
terna generosità della Santa Sede redentrice appiè della croce.
il premio delle indulgenze. La corona del Signore si divide
in quattro parti, che sono: la ve-
Della Corona del Signore.
nuta, la conversazione, il transito,
11 beato Michele camaldolese di la glorilìcazione del Redentore. Due
Firenze, già coppiere alla corte di altri modi per recitare questa co-
Lorenzo de Medici, dopo essersi or- rona, sono descritti nel libretto, che
dinato sacerdote, preso dall' amore nel corrente anno i S^t. ha fatto
di solitudine, vestì il sagro abito ristampare co' tipi di Propaganda
di s. Romualdo nel celebre eremo fide il Papa che regna, ed ha que-
di Can>aldoli nel i5o2, ove per la sto titolo : Divoti melodi per reci-
sua gran virtù ottenne di vivere tare fruttuosamente, la corona del
in cella segregato dagli altri. Fu in Signore, col sommario delle indul-
questo penitente che il santo
l'itiro, genze, che ad essa sono state con-
solitario di frequente meditava sul- cesse dai Sommi Pontefici, ed un
le sette petizioni, che si contengono compendio della vita del b. Mi-
nel Pater nosler, ravvolgendo di cliele co. I Papi, che fecero tali

continuo nella sua mente, come concessioni, sono Gregorio XI 11 con


meglio fedeli potessero conseguirne
i breve de' i3 fel)braio i583; Sisto
i salutevoli effetti. Laonde per di- V con breve de' 3 febbraio iSBg,
vina ispirazione appiese, che molto Clemente X
col breve De salute
avrebbero i cristiani di quella ora- Dominici gregis, de' 20 luglio 1674,
zione profittato, se ad imitazione Benedetto XIII con decreto della
della corona, che già recitavasi in congregazione delle indulgenze dei
onore della b. Vergine, una pure 6 aprile 1727, e Leone XII con de-
ne recitassero in onore del Signor creto di detta congregazione degli i i

nostro Gesù Cristo. Quindi, aven- agosto 1824. Inoltre Benedetto Xlll
done lavorata una colle proprie concesse all' abbate generale della
mani, la consegnò al suo p. mag- congregazione camaldolese, la facoltà
giore, il quale presentatala al Pon- di poter accordare a' sacerdoti, ove
tefice Leone X, non solo ne otten- non sono monaci od eremiti ca-
ne l'approvazione, ma con bolla, maldolesi, la podestà di benedire
data in Firenze a'i8 febbraio i5i6, le corone del Signoi'e colle relative
concesse alcune indulgenze a chi indulgenze ; quindi Pio VII nel 1 806,
avesse ritenuto appresso di sé det- diede questo privilegioanche ai
ta corona, o 1' avesse recitata. Que- nìaggiori prò tempore degli ere-
sta corona adunque venne ordinata miti camaldolesi. Sono fatte queste
a venerare la memoria dei trenta- corone dagli stessi camaldolesi coi
tre anni, che conversò il Redentore nodi di abete, o con legno tinto
nel mondo per opei'are la nostra giallo. Di esse, e delle indulgenze
salute, e perciò, come l' istitutore annesse, tratta anche la menziona-
faceva, recitansi in essa altrettanti ta Raccolta a pag. 63, e scg. P'^,

Pater noster, e vi s'inseriscono cin- CAMALDOtESI.


COR COR 2or
Della Corona di s. Brigida. si ad oggetto di comunicare ad al-
tri le indulgenze concesse a detto
Il rosiuio, ossia corona di s. Bri- corone, come comandò lo stesso
i^ida i^Fcdi), fu airiccliito d'indul- Clemente XI, e come prescrivono
genze e grazie spirituali. Leone X, i decreti generali della congrega-
nella bolla de' io luglio i5i5, e zione delle indulgenze, confermati
Clemente XI colla bolla, De salu- da Benedetto XIV a' 9 febbraio
te Dominici gregis, de' 22 settembre 1743. Le indulgenze annesse alla
1714, Bull. Roin. tom. XI, png. corona detta di s. Brigida, sono
a4, concessero per la recitazione riportate nella summentovata Rac-
di questa corona molte indulgenze. colta di orazioni, e pie opere a
Queste, nel medesimo anno 1714» pag. 2 43 e seg.
erano già stale riconosciute ed ap-
pi-ovate dalla sagra congregazione Della corona de' sette dolori di
delle indulgenze, a chi seco porta, Maria Vergine.
o recita la corona detta di s. Bri-
gida per averla essa ideata, e pro- Xella solitudine del monte Sena-
mulgata. Tali indulgenze, con bre- rio, verso Tanno I233, si ritirarono
ve de' i5 gennaio 1743, vennero dalla città di Firenze sette nobili e
confermate, ed ampliate da Bene- pii uomini, che sono conosciuti sotto
detto XIV. Si recita tal corona in il nome de' sette beati fondatori
onore di INIaria santissima, in me- dell'Ordine de' Servi di Maria (Ve-
moria degli anni sessantatre, quan- di). Questi santi religiosi, passando
ti si dice che abbia ella vissuto. in quella solitudine i giorni loro in
Consiste perciò in sei poste, in un continuo esercizio di orazione,
ciascuna delle quali si dicono un di penitenza, e di altre virtù, per
Pater nostcr, dieci Jve Maria, ed rivelazione fatta ad essi dalla beatis-
un Credo. Dopo dette sei poste, si sima Vergine, istituirono il detto Or-
aggiungo un altro Pater per com- dine, perchè i religiosi di questo do-
piere il numero sette do- de' suoi vessero essere sempre intenti a medi-
lori, o allegrezze; più dicono tre si tare gli acerbissimi dolori da lei sof-
y/t'e IMaria per compiere il nume- ferti, nella vita, passione e morte del

ro equivalente ai sessnntatie anni. suo figlio Gesù, e a promulgare ai


Tuttavolta possono recitarsi o quin- fedeli una tal divozione. Tra le di-
dici decine, ovvero cinque decine vote pratiche per simile oggetto e-
soltanto, come si pratica per la di- sercitate, una si fu il formai*e una
vozione del santo rosario. Per con- corona di sette poste in memoria
seguire però le indulgenze annes- de' sette principali dolori della B.
se, debbono le corone essere bene- Vergine, ai quali deve considera-
si

dette dai superiori dei monisteri, re secondo la propria capacità, ed


o da altri saceidoti dell' Ordine a ciascuna di dette poste devono
del ss. Salvatore [Fedì), ossia di recitarsiun Pater, e sette Ave Ma-
s. Brigida perchè da lei fondalo ria, ed infine si hanno da aggiun-
( )
a ciò deputati, come prescrisse Cle- gere altre tre Ave Maria ad onore
mente XI. Queste corone, dopo es- delle lagrime sparse dalla stessa bea-
sere benedette come tutte le altre, ta Vci'gine ne' suoi dolori.
non possono vendersi, né imprestar- Questa di vola preghiera di taulo
5.02 COR COR
gradimento n Maria Addolorata, e
ss. Chiesa ec. , concesse indulgenza ple-
di tanto utile alle anime, fu propaga- naria, colla remissione di tutti i

ta nel cristianesimo dallo zelo di detti peccati. A veramente pentito, e


chi
religiosi servi di Maria, detti volgar- confessato, o almeno con fermo pro-
mente Servili. Acciocché poi i fedeli posito di confessarsi, reciterà detta
costantemente e con maggior fer- corona, per ogni volta concesse anni
vore la praticassei'o, Benedetto XIII, cento d' indulgenza, ed a chi la dirà
colla costituzione Redemptoris, data nei giorni di lunedì, mercoledì, e
ai 26 settembre 1724, Bull. Rom. venerdì, e nelle feste di precetto,
tom. XI, par. II. p. 357, concesse confessato, e comunicato, diede cento
l'indulgenza di duecento giorni per cinquanta anni d'indulgenza: a chi
ogni Pater, ed altrettanti per ogni poi sarà solito recitarla quattro volte
Ave, a chi veramente pentito e nella settimana, in un giorno del-
confessato, o almeno con vero pro- l'anno ad arbitrio, confessato, e co-
posito di confessarsi, avesse recitato municato, e dicendola anche in det-
detta corona nelle chiese dell' Ordi- to giorno, concesse indulgenza ple-
ne de'servi diMaria. Così venne con- naria, Oltre a ciò, a quei che la
ceduta la stessa indulgenza qualora recitassero divotamente dopo fatta
fosse recitata tale corona in qual si la confessione. Clemente XII con-
voglia luogo nei giorni di venerdì, cesse duecento anni d' indulgenza :

e di quaresima, e nella festività e in fine, a chi avendo presso di


.sua ottava dei sette dolori della B. sé una di dette corone, frequen-
Vergine, e di giorrii cento come temente la x'ecitasse, confessato e
.sopra recitandola inqualunque al- comunicato, accoi'dò dieci anni di
tro giorno, ed inqualunque luogo; indulgenza ciascuna volta che assi-
e finalmente a chi da se solo, o in stesse alla messa, o intervenisse alla
nltrui compagnia avesse recitata la predica, o accompagnasse il Ss. Sa-
corona medesima, aggiunse l'indul- gramento agi' infermi, o mettesse
t;enza di sette anni, e di sette qua- pace fra' nemici, o riducesse pecca-
rantene. Dispose ancora Benedetto toci a penitenza ec, ovvero reci-
XIII, che le corone si dovessero tasse sette Pater, ed Ave, facesse
lìenedire dai religiosi serviti, colla qualche opera spiiituale, o tempora-
.«olita condizione, che se corone tali le, ad onore di Gesù o della b.
flopo benedette si vendessero od Vergine, o di qualche santo suo
imprestassero, perderebbero le con- avvocato. Tutte le menzionate in-
cedute indulgenze. I detti religiosi dulgenze possono applicarsi ai fe-
])ossono delegare altri a benedirle. deli defunti, e furono confermate _
Clemente XII, perchè fedeli di i con decreti della congregazione delle m
frequente rammentassero dei do-
.si indulgenze da Benedetto XIV li 16
lori dellfi b. Vergine, colla bolla gennaio 1747? ^ da Clemente XIII
TJnigenili dei 12 dicembre 1734, li ì5 marzo 1763. Il modo pra-
lion solo confermò le sopraddette tico di recitare la corona de' sette
indulgenze, ma in perpetuo vi ag- dolori, oltre gli appo.siti libretti, si

giunse le seguenti. A chi reciterà riporta a pag. 334 ^ ^^g- della


detta corona ogni giorno per im Raccolta ec. Anzi ivi, a pag. 336,
mese continuo, e di poi contlessato ri sono le indidgenze accordale da
e comunicato pregherà per la s. Clemente XII, Benedetto XJV, e
COR COR onl
Pio VI, a chi farà un' ora di ora- no, oltre la detta indulgenza par-
zione fra l'anno, ed a pag. SSy, e ziale, concede una volta all' anno

seg. quelle concesse da Pio VII, pel l'indulgenza plenaria in un giorno


pio esercizio in onore dell' addolo- ad arbitiio, purché confessati e co-
rato cuore di Maria ec. Le corone municati preghino Dio secondo la ir^r

ordinariamente sono di cocco, ed tenzione del Pap^.


ogni settenario iia una medaglia
colla Vergine addolorata, e nel ro-
Della Corona del Sangue
vescio si raffigura uno de' sette do-
prezioso.
lori che contemplasi.

Della Corona deW Immacolata Ad eccitare nei fedeli la divor


Concezione. zione verso il Sangue prezioso di
Gesù Cristo, col quale a nostra
Il Sommo Pontffice Benedetto gran ventura siamo stati tutti re-
XIII, ad istanza del p. generale denti,Pio VII, con due rescritti
de' minori osservanti, con bolla del de'3r maggio 1809, e de' 18 ot-
primo 1727, Ex quo, pres-
aprile tobre 18 15, il primo esistente tra
so il Bull. Reni. tom. XII pag. igS, gli atti della congregazione delle
istituì nel convento d'Araceli la con- indulgenze, il secondo nell' archivio
fraternita della congregazione di Ma- dell'arciconfraternitadel vSangue pre-
ria Vergine, colle stesse indulgenze, zioso di Gesù Cristo, eretta nella
che avea 1' altra del medesimo no- Chiesa di s. Nicola in Carcere
me, nella basilica di s, Lorenzo in (^Pedi), come dicemmo a quell' ar-
Damaso, dando ancora la facoltà ticolo, concesse perpetuo sette in
ai religiosisuddetti di benedire le anni, ed altrettante quarantene di
corone della Immacolata Concezione inriulgen/a per una volta al giorno
di Maria, alle quali applicò diverse a quelli, che divofamente reciteran-.
Indulgenze. /^. Cuie^a di s. Loren- no la corona al Sangue prezioso di
zo IN Damaso. Gesù Cristo nel modo, che ripoita
la Raccolta di Orazioni, e pie ope-
Della Corona di Alti di amore re ec. a pag. 149, e seg. Inoltre
verso Dìo. Pio VII concesse l'indulgenza ple-
naria da conseguirsi una volta al
Con decreto Urbis, et Orhis del- mese, a quelli, che avendo recitata
la congregazione delle Indulgenze detta corona ogni giorno del me<;e,
degli II agosto 18 18, Pio VII a si confesseranno, e si comuniche-
tutti i fedeli cristiani, che con cuore ranno pregando per la s. CI>icsa
contrito divotamente reciteranno la ec: concesse pure in perpetuo tre-
corona di atti di amore verso Dio, cento giorni d' indulgenza per cia-
che si riporta dalla citata Raccolta scim giorno a chiunque reciterà la
a pag. 28, e seg., con cinque Glo- sola orazione O
sangue preziosis-
:

ria concede ima volta al


Patri, simo, come alla i56 della Rac-
p.
giorno in perpetuo trecento giorni colta, le quali indulgenze sono ap-
d'indulgenza. A quelli poi, che in plicabili ai fedeli defonti.
ciascun mese frequentemente, o al- E composta questa corona di
meno per dieci volte la reciteran- sette misteri, nei <juali si conside-
2o4 COR COR
inno le Tolte in cui Gesìi Ci-isto per Corona dalle cinque Piaghe dì
nostro amore versò sangue dal suo Gesù Cristo.
innocentissimo corpo. A ciascun mi-
stero si recitano cinque Pater no- A supplica della congregazione
ster con un Gloria Patri, eccettua- religiosa de' chierici scalzi della Pas-
to r ultimo, nel quale si recitano sione di Nostro Signore Gesù Cri-
tre soli Pater no.ster con un Glo- sto, detti Passionisd (Vedi) in Ro-
ria Patri, che compie il numei'o ma, e nel ritiro presso la Chiesa
di trentatre, in memoria dei tren- de' ss. Giovanni e Paolo (T-^edi),

tatre anni, ne' quali il Sangue pre- Leone XII con decreto Urbis et
zioso diGesù stette rinchiuso nelle Orbis della s. congregazione delle
sue vene prima di vei'sarlo intera- indulgenze de' 20 dicembre 1823,
mente per la salvezza del mondo. concesse in perpetuo le indulgenze
Si termiiia la corona coli' accennata seguenti, applicabili alle anime del
divota orazione. purgatorio, a tutti i fedeli, che con
cuore almeno contrito, e divotamen-
te reciteranno la corona delle cin-
Della Corona^ a Coroncina del
que piaghe del nostro divino Re-
Sagro Cuore di Gesii.
dentore, e considereranno le medesi-
me.
Con decreto Orhis della
Urbis et I. Indulgenza di un anno da con-
s. congregazione indulgenze
delle seguirsi una volta al giorno, reci-
de' 20 marzo i8i5, e con rescritto tando delta corona.
delia segretaria de' memoriali de'a6 II. A quelli, che avranno la divo-
settembre 18 17, Papa Pio VII, per zione di recitarla almeno dieci volte
sempre più dilatare nel cristianesi- in ciascun mese, l'indulgenza plenaria,
mo la divozione al sagro cuore di olire la parziale suddetta , tre volte
Gesù, concesse in perpetuo a tutti all' anno, cioè in uno dei venerdì
i fedeli, che con cuoi-e almeno con- di marzo ad arbitrio, e nella festa
trito, divotamente reciteranno in dell' Invenzione della ss. Croce ai
qualunque idioma, dummodo versio 3 maggio, e nella festa dell'Esal-
sit fidelisy la Coroncina o siano pre- tazione della medesima ai 14 set-
ghiere al ss. cuore di Gesù già tembre, ovvero in un giorno delle
approvata dalla s. congregazione rispettive ottave di delle feste, pur-
de' riti, e riportata a pag. 280 e cliè negli indicati giorni veramente
seg. della Raccolta, per ogni volta pentiti, confessati, e comunicati pre-
l'indulgenza di trecento giorni. Con- ghino secondo l'intenzione del Papa.
cesse poi r indulgenza plenaria una III. A quelli, che reciteranno tal

volta il mese a tutti quelli, che al- corona dalla domenica di passione
meno una volta al giorno nel de- a tutto il sabato santo inclusive, la
corso di esso r avranno recitata, da indulgenza di sette anni, e selle qua-
conseguirsi in un giorno di det- rantene in ciascun di delti giorni,
to mese ad arbitrio, in cui confes- e r indulgenza plenaria da conse-
sati e comunicati, preglieranno se- guirsi, quando confessali e comuni-
condo r intenzione del sommo Pon- cati adempiranno il precetto pas-
tefice. Queste indulgenze sono ap- quale.
plicabili anche ai fedeli defonti. Per conseguire le dette indulgen-
COR COR 2o5
/e, (ìfbhono corone essere prima
le conferire il grado e le insegne di
l)c'nedelte dal reverendissimo p. pre- re, e simili, coronam capili impo-
posito generale della nominata con- nere. Alcuni ricordano la storia di
gregazione, o da altro sacerdote Saule coronato, o piuttosto consa-
dclla medesima cui sia comunicata grato dal profeta Samuele, primo
dallo stesso preposito tal facoltà in esempio della unzione dei re, che fu
vigore del sopra enunciato decreto; adottato in appresso da tutti i po-
e dopo essere benedette non possono poli cattolici. Si osserva per altro,
vendersi, o prestarsi ad oggetto di che alcune cerimonie presso tutti
comunicare ad altri le indulgenze; gli antichi popoli furono osservate
o donarle ad altri ec. , secondo i all' avvenimento al trono de' nuovi
generali decreti della congregazione principi : ma que' coronamenti, e
delle indulgenze dei 6 febbraio 1657, quelle inaugurazioni, benché lo stes-
de' 5 giugno 1721, e dei 9 feb- so effetto producessero di fare rico-
bx'aio 1820, noscere l'autorità del nuovo sovra-
Consiste la detta corona in cin- no, differivano però nella forma da
que poste, per ciascuna delle quali quella che noi chiamiamo consagra-
in memoria delle cinque piaghe di zione, come si può vedere ai rispet-
Gesìi Cristo, si devono recitare di- tivi articoli del Dizionario, e nei
votamente cinque Gloria Patri, ed seguenti in cui trattasi della coro-
in fine di ciascuna posta si deve nazione de' sommi Pontefici, degli
aggiungere un' Ave Maria alla iniperatori, dei re, e delle sagre im-
mergine ss. Addolorata. magini.
CORONATI LI QUATTRO (ss.) fra-

^ „ ^ I- 7 T- •
r.. 71
*<""' martiri di Roma. Nel tempo
uella Corona di dodici òtelle. 1 ,, .
t ta- i

Clelia persecuzione di Diocleziano,


comechè in Roma tenessero le più
Il regnante Gregorio
Pontefice alte dignità, e della confidenza fos-
XVI, con rescritto degli 8 gennaio sero onorati dell' imperatore, furo-
i838, il quale si conserva nell'ar- no presi e posti in Kucere, perchè
eluvio de' pp. delle scuole pie, detti rifiutarono di onorare gli dei. Vari
volgarmente Scolopj (^Vedi), posti e tormentosissimi furono i supplizi,
nella casa presso la chiesa di s. cui dovettero soggiacere, ed essi più
Pantaleo in Roma, ha conceduto in forti della morte medesima, perchè
perpetuo a tutti i fedeli l' indui- animati dalla carità di Gesù Cri-
genza di cento giorni ogni volta, che sto, sostennero impavidi e giocondi
divotamente reciteranno la corona le più crudeli carnificine in sino
di dodici Stelle della beata Vergi- all' ultimo respiro della propria vi-

ne, che viene riportala nella Rac- ta. Il nome da prima sco-
di loro fu
colta a pag. 3i i, e seg. , composta nosciuto, e veneravano sotto il ti-
si

da s. Giuseppe Calasanzio, fondatore tolo dei quattro Coronalij si seppe


di detti religiosi, ed il quale la face- d tppoi che si chiamavano Severo,
va sempre recitare dagli scolari Severiano, Carpoforo e Vittorio, o
delle scuolemedesime. Vittorino. Le spoglie mortali di
CORONAMEINTO o CORONA- questi martiri furono prima sepol-
ZIONE, Coronatio. Così chiamasi te sulla via Lavicana. Ad onore di
il coriinare, o pigliar la corona, essi fu edificata una chiesa, ristaura-
2o6 COR COR
ta più volte dai Papi massime dal Natale del 1 046, Clemente II, che
Pontefice s. Leone IV, che in quella coronò Enrico HI con Agnese mo-
rinvenne le reliquie dei santi mar- glie di lui. S. Leone IX, nel io54,
tiri. Altri Pontefici ebbero solerti incominciò a contare gli anni del
cure per questa chiesa dei santi non dalla consagrazione,
pontificato,
Quattro Coronati (Fedi), la quale ma dalla coronazione. Memorabile
è ab antico titolo di Cardinale fu la coronazione di Clemente V,
prete. che stabili la residenza de' Pontefi-
CORONAZIONE de' sommi Pon- ci in Francia, come dicesi all'arti-
tefici. Al volume Vili dalla pag. colo Lione (Fedi), ove segui la so-
i6o sino alla i68 inclusive di que- lennissima sua coronazione.
sto DizionariOj si tratta delle an- Anche gli antipapi si fecero co-
tiche, e delle presenti cerimonie ronare. Clemente VII nel 1878 fu
della coronazione: ed all' articolo coronato nella cattedrale di Fondi
Triregno (Fedi) egualmente molto alla presenza del principe Ottone
se ne parlerà. Si possono ancora di Brunswick, del principe di Ta-
consultare gli articoli, Anniversario ranto, di Nicolò Spinelli ambascia-
DELLA CORONAZIONE, BoLLA § II, CoN- tore della regina Giovanna I, di
sacrazione de' Papi, e Possessi dei Onorato Gaetani conte di Fondi,
ROMANI Pontefici. Le parziali coro- ed altra nobiltà del regno di Na-
nazioni de' Papi si descrivono nei poli. L'antipapa Benedetto XIII,
luoghi ove furono celebrate, o nel- nel 1 3g4, venne coronato in Avi-
le rispettive biografie dei Papi me- gnone da Ugone Cardinale diacono,
desimi. Solo qui accenneremo qual- dopo la qual funzione cavalcò con
che cosa già trattata nei citati ar- pompa per la città ; e l' antipapa
ticoli. S. Silvestro I, creato l' anno Felice V nel i440j si fece corona-
3i4, è il primo Papa, che si vuo- re con solenne pompa dal Cardi-
le aver avuto coronato il capo col- nale d'Arles, con triregno valutato
la tiara, circondata da una corona, trenta mila scudi. F. il Martene,
che si stima donata da Costantino. colon. 993 , e Lodovico Agnello
Sembra, che s, Leone III fosse il Anastasio, Istoria degli antipapi.
primo ad essere coronato nel 795, Giulio II fu il primo Papa a se-
dopo la consagrazione, locchè ebbe parare la funzione della coronazio-
luogo sui gradini inferiori della ba- ne da quella del possesso, ch'era
silica vaticana. S. Nicolò I fu con- detta anche processo, e processio-
sagrato, e coronato 858, alla nell' ne. Quando Adriano VI, eletto
presenza dell' imperatore Lodovico Papa mentre trovavasi nella Spa-
II, nella basilica di s. Giovanni in gna, giunse a Roma a' 28 agosto
Laterano; dipoi fu costante l'uso i522, e si fermò alla basilica di
di coronare i Papi nella basilica s. Paolo, si disputò nella corte ro-
vaticana, e cosi coronali, con solen- mana, s'egli dovesse coronarsi in
nissima Cavalcata (Fedi) passava- detta chiesa, per entrare già coro-
no a prendere possesso della basi- nato nella città; ma prevalse l'os-
lica laterauense. Talvolta i Papi, servanza del rito antico, di coro-
nello stesso giorno che furono co- narsi in s. Pietro. Nicolò V aveva
ronati, eglino stessi coronarono gli divisato di fabbricare presso questa
imperatori, come fece nel dì del s. basilica, un luogo ampio, e corris-
,,

COR COR 207


pondciite alla ceremonia della co- due giorni separati, V. V articolo
ronazione. Già sino da Marcello II Pontificato, ove dicesi di alcune
del i555, i Papi incominciarono cerimonie dell' antica coronazione
a coronarsi nella gran loggia della de' Pontefici ; ed il Mai'celli , Sa-
basilica vaticana. Gregorio XIII, crarum caeremoniaruni, etc. tit.
ad esempio di s. Pio V, abolì l'uso II j DeCoronai ione Papae supra
del banchetto^ che s' imbandiva ai graclus ecclesiae p. 16 e seg. tit.
Cardinali ed ambasciatori per la Ili, Quae mutantur, si coronatio
coronazione j ed ambedue que' Pon- Pontifìcis fiat extra JJrbem.
tefici tolsero ancora il costume di CORONAZIOINE degl' impeeato-
spargere per egual funzione dena- Bi. Avanti di parlare della corona-
ro al popolo, sulle scale della ba- zione degli imperatori romani cri-
silica vaticana , incominci'ando in- stiani dopo il rinnovamento del-
vece la distribuzione del paolo, e l'impero d'occidente, non riuscirà
del grosso nel cortile di belvedere. discaro che qui si dica qualche co-
SistoV, nel i585, fu coronato sa sulla coronazione degl' impera-
dai Cardinal Medici secondo dia- tola greci.
cono, essendo infermo il Cardinal La coronazione degl' imperato-
d'Este, cui come primo dell'ordine ri, e delle imperatrici greche, viene
de' diaconi incombeva imporre nella riferitada Cudino Curopalata, De
testa del Papa il triregno, pronun- officiis magnae
ecclesiae, et aulae
ziando queste parole: Recipe tia- Constantinopoliianae. Per l'incoro-
rani tribus coronis ornatavi, ut nazione del nuovo imperatore, pri-
sci'aSj te esse patreni priacipiim ,
ma di ogni altra cosa, egli tras-
rcgum, rectorem orbis, in terra vi- metteva la professione di fede sot-
cariuin Salvatoris Nostri lesti Cliri- toscritta di proprio pugno al pa-
sliy cui est honor, et gloria iti sae- triarca, il quale col clero lo atten-
cula saeculorum. Amen. deva nel sontuoso tempio di s. So-
Anticamente i Cardinali primi fia di Costantinopoli (P^edi). Quin-
diaconi avevano dodicimila scudi di r imperatore ascendeva il tricli-

per questa funzione. Alcuni Cardi- nio, ch'era una magnifica sala del-
nali primi diaconi coronarono tre l' augusteo, piazza vastissima qua-
o quattro Pontefici successivamen- drata, e cinta di magnifici portici
te. 11 Cardinal Napoleone Orsi- e gi-andiosi edifizi, che serviva di
ni coronò Benedetto XI in l\o- atrio alla stessa basilica di s. So-
ma. Clemente V in Lione, e Gio- fia, ed al palazzo imperiale. Da
vanni XXII in Avignone. Antica- questa magnifica sala si vedeva l'e-

mente la coronazione, secondo il sercito, e l'aflollato popolo, e dal


cerimoniale, si faceva in giorno di luogo stesso per ordine dell'impe-
domenica, od altra festa, ma in ratore gittavansi alla sottoposta
progresso di tempo molti Papi si moltitudine migliaia di epicombi
coronarono in giorni feriali. Cle- di panno, ne' quali
ossia pezzetti
mente XIV non
coronò nel me-
si erano monete d'oro e di argento.
desimo giorno della sua consagra- Dopo di ciò il nuovo imperatore
zione, come avevano fatto diversi assiso sul proprio scudo, sostenuto
suoi predecessori, ma le due fun- da' suoi parenti, dal patriarca, e
zioni volle che avessero luogo iu dalle prime dignità veniva presen-
,

2o8 COR COR


lato al popolo, che lo accoglieva stanza, o tribuna di legno, l' uno
con grandi acclamazioni. Termina- stringendo lo scettro, l'altra una
ta questa cerimonia, 1' imperatore palma.
era condotto al detto tempio di s. Cantato l'inno trisagio, e letti i

Sofia, dove vestito di una semplice santi evangeli, 1' imperatore prece-
corona, o di una berretta a suo ar- duto da tre cantori, ciascuno dei
bitrio, ascendeva in una stanza, o quali portava un' asta adorna di
tribuna di legno tappezzata di vari drappi di seta, rossi gli uni,
drappi rossi a ciò destinata, e po- candidi gli altri, e di forma ovale,
sta nel principio della cliiesa. ed accompagnato dai littorio maz-
Frattanto il patriarca, ed i se- zieri, e dalla guardia di cento no-
niori del clero pontificalmente ve- bilissimi giovinetti, giunto che fosse
stiti,ascendevano l'ambone, specie alla balaustrata o cancelli del san-
di loggia
o pulpito, dove poscia tuario, vestiva la clamide aurata,
saliva anche i' imperatore, il quale e colla destra prendeva la croce
dopo recitate dal patriarca le pre- il o ferula colla sinistra.
nartice,
ci prescritte per la sagra unzione, Qui l'imperatore riceveva il saiuto
riudavasi il capo. Allora il patriar- dal patriarca, e l'incenso dai dia-
ca ungeva in forma di croce col coni , trattenendosi ivi mentre si

sacro olio il capo dell'augusto can- celebrava la messa, fino al momen-


didato, cantando ad alta voce la to in cui dopo la elevazione ascen-
parola agios, santo, che anche dal deva all'altare per partecipare della
suo clero, e dal popolo veniva ri- divina mensa. Terminata la fun-
petuta tre volte, per cui di ce vasi zione, l'imperatore baciava la mano
trisagio. Dopo ciò il patriarca gli del patriarca e dei vescovi, che a-
poneva sul capo il diadema can- vevano assistito alla funzione, e
tando le parola axios, degno, che quindi dopo essersi mostralo alla
si ripeteva essa pure per tre volte folla degli spettatori dalla loggia
dal clero, e dal popolo. Se il pa- de' catecumeni, passava a cavallo
dre del novello impei-atore era pre- nel palazzo imperiale col corteggio
sente, l'imposizione della corona era de'grandi dell'impero a piedi. Qui-
eseguita da lui insieme al patriar- vi per più giorni si celebravano
ca. Terminate le preci, l'imperato- feste, e sontuosi banchetti, facendo-
re partivasi dall' ambone per una si anche al popolo grandissime
scala opposta a quella per la qua- elargizioni di denaro, e vivande.
le vi era asceso, e collocata dirim- INell'anno 525 l'imperatore Giu-
petto al tabernacolo. Nel discende- stino I ricevette in Costantinopoli
re poneva egli stesso sul capo della con somma venerazione il Papa s.
sposa un diadema dillerente però Giovanni I, il quale celebrando nel-
dal suo, che gli veniva presentato la cattedrale nel di della s. Pasqua
dai più prossimi parenti di lei, o la gran messa in lingua latina , e
da due eunuchi. L'imperatrice, ri- col rito romano, coronò solenne-
cevuto il diadema, pone vasi innan- mente l'augusto, essendo il primo
zi allo sposo in atto di adorazio- Pontefice romano, che ornò un
ne, come
per riconoscei'si a lui imperatore colle insegne imperiali,
soggetta; quindi ambedue ascende- mentre prima di Giustino I, gl'im-
vano il trono posto nell' anzidetta peratori gi'cci avevano ricevute le

i
. ,

COR COR 209


insegne imperiali , dai vescoTÌ, e lis sacrae cappellae Ponlificiae
dai patriarchi. Giustino I, premessa perchè meglio si comprenda quan-
ia professione della fede cattolica to diremo su questo argomento :
alla incoronazione , ricevette dal » Ninno degli imperatori romani
Papa la benedizione pontificale ha ricevuta corona imperiale di
Tale professione fu da lui fatta mano del Pontefice romano ,
tanto a voce, che in iscritto. Quin- prima di Carlo Magno, nella cui
di r iniperatore concesse con gran persona fu trasferito l'imperio
pompa le veste augustali al Pon- dai greci ai latini. E, come spes-
tefice, e suoi successori, e gli fece so abbiamo inteso da Pio II, pe-
ricchi e splendidi donativi. ritissimo delle cose della Ger-
Il Pontefice Onorio III, a' 9 a- mania, a cui abbiamo servito
prile 12 17, nella patriarcale basi- di amanuense, e leggiamo nella
lica di s. Lorenzo fuori le mura di di lui istoria australe, che l'im-
Roma, coronò con diadema d' oro, peratore non riceve altra coro-
come impeiatore d' oriente, Pietro na che d'oro. Ed altre volte ha
de Courtenai, conte d'Auxerre, colla ricevuto corone per vari regni ;

sposa Violante, sorella dei defunti ma la corona dell' imperio la


imperatori latini di oriente Baldo- riceve in Roma dal sommo Pon-
vino, ed Arrigo. 11 Papa fece que- tefice. Ottone vescovo Frisingen-
sta funzione in tal basilica, non so- se, e zio di Federico I, uomo
lo perchè l'impero orientale non dotto ed eloquente, scrisse la
potesse avanzare alcuna pretensio- storia de' suoi tempi,ed in quel-
ne sull'impero occidentale, ma an- la dice, che Federico I fu deco-
cora per un riguardo, e per non rato con cinque corone d' oro ;
pregiudicare il patriarca di Costan- la prima del regno de' Franchi
tinopoli, cui spettava incoronare in Acquisgrana; la seconda in
gl'imperatori greci, come il mede- Ratisbona del regno della Ger-
simo Onorio III scrisse a quel mania; la terza in Pavia del
patriarca nel breve, che perciò gl'in- regno de' longobardi ; la quarta
vio. V. la costituzione. Qui sta- fu da lui ricevuta in Roma per
tiiit, data a' 1 2 aprile 1 2 1 7 pres- lo romano imperio, da Adriano
so il Bull. Rom. tom. Ili, par. I, IV sommo Pontefice; la quinta
pag. i83, ed il Beaufort, Annales l'ebbe in Monza per lo regno
Francar, lib. 3, cap. 82. d' Italia, e questa corona si dice
Nella Russia la coronazione del- di ferro, perchè nella sommità
l'imperatore si fa nella chiesa di ha una certa laminetta di ferro;
Nostra Signora a Mosca, ove l'im- del resto è d'oro e preziosissima.
peratore rivestito degli abiti impe- K. Corona Imperiale, e Corona
riali riceve dalle mani del patriar- Ferrea. Abbiamo letto in altre
ca la corona, lo scettro, e il globo storie , che alcuni imperatori
d'oro imperiale. V. Russia. hanno ricevuto in Arles la co-
Passando a parlare della corona- rona del regno Arelatense, ed al-
rione degl' imperatori romani, o di trove altre per altii regni; im-
occidente, incomincieremo dal ri- perciocché Carlo IV venne ad
portare quanto Scrive il suddetto ' Avignone ad Urbano V l' anno
Piccolomini nel libro Cacrcmonia- • della Salute i365, molto prima
voL, xvn. i4
, ,

2ro COR COR


!> coi'onato in Roma per conian- lente nella potestà, come nella giu-
» damento d' Innocenzo VI , il stizia.

» quale imperatoi'e, avendo termi- Aggiugneremo, prima di parlare


» nato i suoi negozi, se ne au- delle coronazioni degl' imperatori
« dò in Ai'les a prendere la coro- quanto su questa coronazione, e
» na del regno Arelatense [P^. Ar- sulle solennitàche la seguivano, si
w LES ). Sappiano adunque coloro legge nella Relazione compendiosa
« i quali favoleggiano delle tre degli elettori dell'impero, e del mo-
X corone, che l'imperatore de' ro- do di eleggere V imperatore, Pado-
» mani riceve una sola corona per va 1 7 I I . Nella città di Francfort,
3»l'impero romano, e questa in secondo la prescrizione della bolla
»> Roma, e dal romano Pontefice; d'oro, si faceva 1' elezione del nuo-
» e le altre altrove per diversi re- vo imperatore, nel modo che si di-
« gni ". Noto è poi, che gì' impe- ce all'articolo Imperatore (Vedi),
ratori, finché non avevano ricevuto ed in quella di Acquisgrana si fa-
dal Papa l' imperiai corona, dice- ceva la coronazione. Dopo seguita
vansi imperatori f.leUi. la elezione, I' eletto stabiliva il gior-
Tre poi erano le corone, cui no per essere coronato. In progres-
ordinariamente imponevansi sul ca- so di tempo per minor incomodo,
po degli imperatori. La coi'ona di s' introdusse l'uso di fai-e la coro-
argento, che ricevevano in Acquis- nazione nelle città ove segue l'ele-
grana (Vedi), la quale prendevasi a zione. Va qui notato, che Papa
titolo del regno di Alemagna, ossia Eugenio III, con diploma dato in
Germania, dandole gli scrittori per Segni agU 8 gennaio ii5i, accorr
significato il candore e sincerità
, dò ad Arnolfo arcivescovo di Colo-
della fede cattolica, che l' impera- nia, e a' di lui successori, il diritto
tore doveva sempre conservare in- di coronare l'eletto imperatore, os-
violata sino alla morte. La corona sia re de' romani, entro i confini
di ferro, o di Monza, che dai re della propria giurisdizione, come
de' longobardi, come dicono alcuni, appunto Io era Acquisgrana, men-
e dagli imperatori romani si pren- tre Francfort apparteneva all'arci-
deva in quella città per mano del- vescovo di Magonza, che era elet-
l' arcivescovo di Milano, ovvero in tore dell'impero, come quello di
quest'ultima città, vuole significare Colonia. Per questo egli subentrò
non solo il dominio di tanta parte a farne la cerimonia. F. Elettori
d'ItalJBj ma ancor la fortezza di DEL sAcno ROMANO IMPERO. Neil' in-
chi la riceve per conquidere colle gresso alla cattedrale, l'arcivescovo
armi gì' infedeli, e gli eretici, come incontrava il re de' romani, e lo

nel difendere la Chiesa. La corona accompagnava con tutto il seguito


d'oro s' imponeva sulla testa degli all'altare, dove celebravasi la fun-
imperatori l'omani dal sommo Pon- zione. Erano già prima preparati
tefice nella patriarcale basilica va- sullo stesso altare gli ornamenti e le,

ticana, in significato che l'oro, es- insegne, ed accanto eravi un mae-j


sendo il pili ed eccellente
nobile stoso soglio. Giunto il re de' roma
metallo, conveniva che l'im-
così ni avanti l'altare, il detto arcive
peratore dovesse distinguersi fra i scovo elettore di Magonza l'inter^

principi, e comparite il più eccel- rogava, se prometteva di conserva


,

COR COR 211


k; e difendere la religione cattoli- » seguentemente in Roma , come
ca, amministrare la giustizia, accre- » imperatore, e in fine a Monza ,
scere l'impero, ec. L'imperatore » come re d'Italia. GÌ' imperatori
rispondeva che si. Allora l'arcive- " d' oggidì appena ricevono quella
« di Germania ".
scovo faceva la sagra unzione ; ce-
rimonia, la cui origine, come di- Terminata del tutto la cerimo-
cemmo, rimonta ai re d'Israele; nia della coronazione, l'imperatore
indi, presa la spada, la cavava fuo- partiva dalla chiesa con solenne ap-
ri del fodero, la riponeva nel me- parato, ed accompagnamento degli
desimo, e poi la presentava all'im- elettori, e principi dell'impero. In-
peratore, che successivamente rice- di s'incamminava tra gli applausi
veva dall'arcivescovo il manto im- del popolo al luogo destinato per
periale, lo scettro, e la corona. la creazione de' cavalieri , per lo
Questa adunque chiamavasi la co- spargimento delle nuove monete, e
j'onazione Germanica, la quale, se- pel convito non tanto meraviglioso
condo la citata Relazione^ era la per la sua sontuosità, quanto per
sola che allorasi usava .... « e le strane cerimonie, che in esso si

" con una corona di ferro, sì


fessi facevano, a seconda delle prescrizio-
" però riccamente ornata, che non tii della bolla d'oro.
»» si distingue la materia. Un'altra Il capitolo di Acquisgrana si chia-
» ve ne avea negli antichi tempi mò imperiale, perchè gl'imperato-
M e si dicea loinbardica con la , ri, che ivi si cox'onavano nella cat-
» quale venia dichiarato l'impera- tedrale, prima di assumere le au-
M tore Re d' Italia e di Lomhar- gustali insegne, si facevano canoni-
» dia, che si facevano allora due ci in quel capitolo. In tal qualità
» regni separati. Questa corona era r imperatore de' romani, secondo il
» d'argento, e si pigliava o in Mi- cerimoniale romano, era ricevuto in
»» lauo, o in altra chiesa d'Italia, Roma canonico di s. Pietro in Va-
»» dove però facesse la funzione l'ar- ticano nel dì della coronazione pri-
» civescovo di Milano. Ve n' era ma della funzione, dopo la quale,
»> anche una terza, la più stimata passando alla basilica laterauense ,
» di tutte, pei'chè con questa si era aggregato anche tra i canonici
w dichiarava il coronato Imperato- di essa , nel modo che si dice al
« re Romano, ed Augusto. Si fa- volume VII, pag. 247, e 255. Così
« ceva in Roma con una corona all'articolo Chiesa di s. Pietpo in
» d' oro per mano ordinariamente Vaticano si dice, che prima di es-
M del Pontefice; e Carlo Magno fu sere coronati gl'imperatori erano
*» il primo a riceverla. Una volta unti coir olio esorcizzato nel brac-
» gì' impei'atori facevano gran con- cio destro, e nella spalla all'altare
» to di queste corone ; e pare che di s. Maurizio: si parla inoltre della
» alcuni di loro ad altro non pen- rota porfiretica, sulla quale si pre-
» sassero, mentre Federico I si fe- paravano due sedie, una pel Papa,
» ce coronare sino a cinque volte; l'altra per l' imperatore , ove face-
" prima iu Acquisgrana , come re vansi varie cerimonie per la coro-
" di Francia ; poi in Ratisbona co- nazione ; della chiesa di s. Maria
" me re di Germania ; indi in Pa- inter duas Turres, ove gl'impera-
" via come re de' lombardi ; sus- tori prestavano il giuramento di
,

212 COR COR


fedeltà, e di ubbidienza Sede alla tale dell'anno 800, avanti l'altare,
apostolica, e venivano ammessi tra e la tomba di s. Pietro in Vatica-
i canonici per poter prestare l'ulll- no, dopo la gran messa , s. Leone
zio di suddiaconi nella messa pon- III unse, e coronò imperatore ro-
tificale, assumendo in detta chiesa mano Carlo Magno, acclamandolo
le insegne canonicali ; e si fa pa- ad alta voce. Il popolo rispose colle
rola anche dell'antica tunica dal- consuete acclamazioni, dicendo : A
matica, detta di s. Leone III, che Carlo Augusto incoronalo da Dio,
si conserva nella sagrestia, e vuoisi magno, e pacifico imperatore, vita,
usata dagli antichi Pontefici nella V. Sfondrati in Gallia
e vittoria.
coronazione degl' imperatori ec. ec. vind. dissert. 2, § 2, n. 7 ; Bellar-
Il Sidone , ed il Martinetti Della mino De translat. iniperii a Grae-
sacrosanta basilica di s. Pietro, cis ad Francos;Petra in constit.
pag. i3o, credono che gì' impera- apost. tom. Ili, pag. i25; e la
tori siensi recati ad onore di esse- Storia del regno di Carlo Magno
re ricevuti ed annoverati fra i ca- scritta in francese da M. de la
nonici del capitolo vaticano, e ve- Bruyè e stampata in Parigi nel
,

stirne gli abiti canonicali, per la 1745 in due volumi; ma partico-


loro venerazione verso l'apostolo s. larmente il Cenni nel tomo II, Mo-
Pietro, desiderando di essere ascrit- numenta Doniinationis Pontificiae
ti al numero di quelli, che più da cap. III , ove ne tratta con singo-
vicino li servono. Si sa ancora, che lare erudizione.
gì'imperatori per la loro pietà ver- Carlo Magno, lasciato il titolo di
so le reliquie maggiori, massime del patrizio romano, prese quello d'Im-
Volto Santo [Vedi), erano bramosi peratore ed Augusto, come si leg-
di vederle, e venerarle da vicino ge negli Annali Bertiniani all' anno
la qual cosa essendo permessa ai 801, presso il Muratori, Scriptor.
soli canonici , essi dovettero assu- rer. Italie, tom. II, pag. 5o5. Si
mere la cotta e cappa canonicale osserva, che Giustino I imperatore
per appagare la loro divozione, e greco venne coronato da Papa s.
cosi vennero ammessi nel
vestiti Giovanni I con semplice corona
santuario, ove gelosamente si con- d' oro, mentre Carlo Magno fu il
servano le dette reliquie. primo imperatore coronato con co-
Grato il Pontefice s. Leone III rona d'oro gioiellata, da s. Leone
a quanto Carlo Magno re di Fran- III, come anche fu il primo impe-

cia avea fatto per la santa Sede, e ratore, che sia stato immediatamen-
vedendo che gl'imperatori greci ave- te creato dalla Sede Apostolica.
vano abbandonato l'Italia, e Roma, S. Leone III, seguendo nella ba-
che per la maggior parte erasi ri- silica vaticana la solennità , unse ,

tirata dal loro dominio, volle ripri- creò, dichiarò, e coronò re di A-


stinare nella persona del pio e be- quitania Lodovico, e re d'Italia Pi-
nemerito principe francese l'impero pino, ambedue figli dello stesso Car-
d' occidente, eh' era stato privo del lo. Da questo memorabile avveni-
suo capo per trecento e venticinque mento s' introdusse poi il costume
anni, dopo la morte dell'ultimo im- di coronare gl'imperatori, ed i re
peratore romano Momillo Augusto- nella basilica, e avanti la tomba
Io. A tal effetto nel giorno di Na- del principe degli apostoli nell'alma
, 2,

COR COR 2i3


Roma. Va però notato, che i re si re di Napoli ,
per cui fu necessa-
poterono coronare
consagi'are , e rio, che Enrico VII nell'anno 1 3 1
anche altrove, laddove gl'impera- si coronasse pure nella basilica la-
tori romani, eccettuati pochi esem- teranense. Ed era sì necessario, che
pi, dovettero coronarsi in s. Pietro. la coronazione dell' imperatore se-
Jl Muratori racconta, che Federico guisse in Roma, e nella basilica di
I prese la corona imperiale fuori s. Pietro, per l' indole dell' impero
di Roma; ma il Cenni, e quanto rinnovato da s. Leone III in Car-
noi diremo prova, che prese l'im- lo Magno , che , siccome diremo
periale corona in detta città da Clemente V, ed Innocenzo VI, Papi
Adriano IV. Un solo imperatore è residenti in Avignone , commisero
stato coronato fuori di Roma, cioè ambedue con singoiar esempio ai
Lodovico I, // Pio, per cause gra- Cardinali legati l'esecuzione di sif-

vissime, che non permettevano di- fatta solennità, facendo un cerimo-


lazione, per cui Stefano IV detto niale apposito, usato peidue impe-
V, andò in Francia, e recando seco ratori Enrico VII, e Carlo IV, au-
da Roma l' imperiai corona con , tore della celebre Bolla d^oro [Ve-
essa lo coronò in Reims. La coro- di), i quali si recarono espressa-

nazione fatta in Bologna da Cle- mente in Roma per ricevere la co-


mente VII, nel i53o, all'augusto rona imperiale.
Carlo V, sembra che ne sommini- La legge di ricevere dal romano
stri un secondo esempio. Ma chi Pontefice la corona imperiale, tan-
riflette col Giovio, e con altri i to fu rispettata dai monarchi di
quali descrissero tal funzione , do- Francia, che Lodovico II, in una
vrà confessare essersi convertita Bo- sua lettera a Basilio imperatore
logna in Roma, e la basilica di s. de'greci, francamente asserì, che i re
Petronio , nella basilica vaticana di Francia avevano per uso costante
così dichiarando Clemente VII. Dap- di non vestirsi degli abiti, né usar
poiché non solo in Roma , ma al- il nome d' imperatori, prima di es-
l'altare eretto sopra il corpo del sere coronati dal Papa. Quando poi
principe degli apostoli, dal quale il r impero di occidente passò nei
solo imperatore riceveva la spada, principi della Gei'mania, incominciò
e le insegne imperiali, sidoveva il rito della suddescritta triplice co-
fare questa funzione, che due sole ronazione, colle coi'one d'argento,
Tolte per dura necessità si dovette di ferro, e d' oro, essendo però
eseguire nella basilica di s. Gio- quest'ultima la più augusta, come
vanni in Laterano. La prima fu quella, che all' imperiai dignità da-
l'anno ii33 quando l'antipapa A- va splendore, e perfezione, e per le
nacleto II, avendo occupato il Va- mani da cui si riceveva, e per l'al-

licano, Castel s. Angelo, e gli altri tare donde si Onofriopigliava.


luoghi forti, obbligò il Pontefice In- Panvinio tesse un
lungo catalogo
nocenzo II a coronare nella basilica degl' imperatori solennemente coro-
lateranense Lotario II, il quale non nati nel tempio vaticano, come am-
poteva più trattenersi in Roma: la piamente fra gli altri trattano il
seconda volta avvenne per la me- p. Mabillon, nel tom. I del Museo
desima ragione, di essere occupato Ital. ed il Marlene, nel tom. 3
ilVaticano dalle armi di Roberto Rit. Eccles.
2i4 COR COR
Dopo la coronazione di Carlo tengono coronato nell'anno prece-
Magno, abbiamo quella di Lodovi- dente, e a' 25 dicembre. Comune-
co I, detto il Pio o il Buono, fi- mente si dice, che Giovanni Vili
glio del precedente. Il suddetto Pa- abbia fregiato della corona imperiale
pa Stefano IV detto V, nell' anno Lodovico IH ; ma 1' erudito p. Sir-
8i6, si recò in Francia dove l'un- mondo dimostra, che fosse coronato
se e coronò imperatore con una soltanto re. Neil' 89 Stefano V ,
1
,

preziosa corona di gemme, che seco detto VI , a' 20 febbraio coronò


avea condotto in Reims, come pu- imperatore Guido, duca di Spoleto,
re coronò Irmingarda, moglie di lui, ed in tal guisa dopo tante vicende,
a' 29 novembre. Lodovico I, nel- tornò negl' italiani l' impero. Dopo
r incontrare il Papa, tre volte pro- la sua morte Papa Formoso, ve-

strossi a' suoi piedi,come narra il dendo le cose d' Italia in iscompi-
Tegano, capo 1 6 e 17, inter script. glio, chiamò occultamente a Roma

Hist, Francar. , appresso Duchesne Arnolfo re di Germania, per repri-


toni. II. p. 278. Secondo la citata mere la fazione di Lamberto figlio
opera. Della sag. basilica vaticana, di Guido, e poi lo coronò impera-
t. I, p. 128, Lodovico I sarebbe tore neir 895, come riporta il Pa-
stato coronato in s. Pietro. S. Pas- gi, Breviar. Gest. Pont, in Vita
quale I nel giorno di Pasqua del- Formosi, n. 12.
l' 823 coronò imperatore Lotario I, Giovanni IX ratificò l' unzione
primogenito di Lodovico I, cioè ai dell'imperatore Lamberto, ed an-
5 aprile. Sergio II , nella stessa nullò come sorrettizia quella di

basilica anno 844>


vaticana, nell' Berengario, duca del Friuli, e re di
coronò re de' longobardi e non , Italia.Questi però, ai 24 marzo
imperatore, come alcuni scrissero, dell'anno 916, giorno di Pasqua,
Lodovico II, figlio di Lotario I, co- fu coronato imperatore dal Ponte-
me si Annali Bertiniani,
ha dagli fice Giovanni X. Dopo la funzione,

da Anastasio Bibliotecario, dal Ba- Berengario I confermò alla Chiesa


ronio, e dal Pagi in Fit. Scrg. II, romana tutte le donazioni, e resti-
num. 4- Sembra che sia poi stato tuzioni fatte da Pipino, da Carlo
coronato anche imperatore, e forse Magno, e dagli altri imperatori, ad
a' 2 dicembre 85o, da s. Leone IV, esempio dell'imperatore Guido. Pri -
affermandolo anche i citati Sidone, ma di questo tempo Benedetto IV,
e Martinetti. Dipoi Adriano II or- nell'anno 900, dopo i 3o agosto,
dinò a Carlo Calvo di resti-
li il coronò imperatore Lodovico III, re
tuire al fratello Lodovico II, sotto di Borgogna. Piena di erudizione è
pena di scomunica, l' usurpato re- la dissertazione del Cenni su questa

gno, indi Giovanni Vili, a' 25 di- coronazione, ed è l'VIlI tra le sue
cembre dell' 875, unse e coronò dissertazioni di storia ecclesiastica

imperatore il medesimo Cario II, nel tom. I, p. 220, e seg. Giovanni


locchè altri dicono essere avvenuto XII travagliato da Berengario II, e
876. Questo Papa dentro quat-
nell' e dal suo figlio Adelberto, chiamò
tro annicoronò imperatori tre re di in Italia Ottone I, il Grande, re
Francia; cioè Carlo II, Lodovico di Germania, il quale restituì alla

III Balbo e Carlo III Chiesa quanto erale stato tolto, per
il nell' 878,
il Grosso, nell' 88 Oj che altri sos- cui il Papa in riconoscenza, ai i3
COR COR 2i5
febhinio 963, lo coronò imperato- glie da un giudice dativo, e dal-
re, essendo egli, dopo Arnolfo, il l' arcario, da' quali furono con-
primo tedesco, in cui si consolidò dotti pel portico, che da ponte

la corona imperiale; il perchè l'im- portava a s. Pietro. Da questi


pero passò ad essere governalo dai due ultimi fu la regina accom-
tedeschi. Riconoscente Giovanni XllI pagnata fino a che non si recitò
ad Ottone I per avere restituito la seconda orazione, dopo di che

alla santaSede quanto aveano usur- essa fu presa in mezzo da un


pato i Perengarii, coronò il figlio Cardinale prete, e da un Cardi-
Ottone II re di Lorena in impe- nale diacono, i quali la condus-
ratore, nel giorno di Natale 967. sero di s. Gregorio,
all'altare
Gregorio V, ai maggio del 996,
3 i ove aspettò, che il santo Padre
festa di Pentecoste, coronò impera- escisse con la processione. Il prio-

tore il suo parente Ottone III, con re e sotto priore degli oblazio-
sua moglie Mai-ia, e lo dichiarò nari presero la corona dell'eletto,
protettore della Chiesa, come si e della regina, e la riposero so-
legge in Ditinaro, lib. 4» inter scri- pra l' altare di s. Maurizio mar-
pt, lìrunsw'., 359. Benedet-
t. I, p. tire. Seguita la coronazione, il

to Vili coronò imperatore, ai ì/\ Papa co' suoi ministri all'altare,


febbraio del io i4, s. Enrico II re di il prefetto di Roma, ed il pri-
Germania, e primo fra gl'imperatori, micero de'giudici condussero l'im-
colla sua sposa Cunegonda, per
s. peratore, ed il prefetto de'navali,
la qual funzione Papa formò lo
il ed il secondicero de' giudici con-
scettro imperiale, che donò ad. En- dusse r imperatrice. Dettosi dal
rico I, il quale confermò tutti i Pontefice il Gloria, l'arcidiacono,
diritti romana Chiesa. Ai 9.5
della i prelati, i diaconi,
il primicero,

dicembre 1046 fu coronato il Pon- ed i suddiaconi cominciarono le


tefice Clemente II, il quale nella laudi, exaudi Christe, cui rispose
stessa mattina coronò Enrico III in la scuola co' notari, domino no-
imperatoi'e, colla sua sposa Agnese, stro Clementi a Dco sum-
decreto
siccome dice Ermanno Contratto in mo Pontifici, et universali Papac
Clironic. ad an. 1047 ^P* Canisium vita, e COSI replicarono nominan-
Antiq. lect. t. Ili, p. 268. Ecco do ambedue gì' imperiali coniugi.
quanto narra di questa coronazio- Finita la messa, il conte del pa-

ne il Galletti, Del Piimicero della lagio levò all' imperatore i san-


santa Sede Apostolica: » L' impe- dali e le calze, e lo ricalzò degli
» ratore Arrigo colla sua piissima stivali imperiali, e gli pose gli
» consorte Agnese la domenica di speroni di s. Maurizio ; l' impe-
» buon'ora discese a s. Maria Trans- ratrice Agnese co' suoi conduttori
»» padina, quae est juxta Terebin- andò dietro l'imperatore, quando
» tìinm, ed ove sono ora le fosse cavalcò dopo la messa quindi il :

'» di CastelAngelo dalla banda


s. santo Padre fu condotto dall'im-
»' destra per andare a s. Pietro, peratore, e dal prefetto di Roma,
" Quivi furono onorificamente ri- fino alla camera majoris palatii,
" cevuti r imperatore dal prefetto e quivi si separarono. L' impera-
" di Roma, e dal conte del pala- trice fu condotta dal primicero,
' gio kteranense, e la di lui mo- e dal secondicero dei giudici alla
2i6 COR COR
» cambra detta di Giulia impera- mo al Volume I, p. ioa del Di-
w tricey nella quale essa doveva zionario, ove pure si riporta il no-
M desinare co* vescovi, e co* baroni, vero de' sovrani, che resero i con-
** mentre l'imperatore pranzava col sueti omaggi ai romani Ponlefìci.
»> Pontefice, il quale ritornato che Quindi Adriano IV coronò l'im-
» fu alla propria camera, l'impe- peratore ai 18 giugno li 55, essen-
*> ratore si portò anch' egli alla do chiuse le porte della città, ac-
» suddetta camera chiamata di Giu- ciocché non insorgesse tumulto tra
» Ha per ritrovarsi con la consor- i romani, e i tedeschi. Tuttavolta
M te". la plebe di Roma pel ponte s. An-
Pasquale II, nell' anno 1 1 1 1 ai gelo si recò armata al Valicano,
1 3 aprile, nella basilica di s. Pietro uccidendo molti tedeschi. Inteso il
coronò r imperatore Enrico V, il tumulto da Federico I, uscì fuori
quale a cagione della famosa ver- della basilica, imprigionò, ed uccise
tenza delle investiture ecclesiastiche, molti romani, indi, a' preghi di A-
mentre seguiva la coronazione, pose driano IV, restituì ai primi la li-

una buona guardia intorno alia bertà.Volendo poi l' imperatore, se-
basilica, e fece chiudere le porte condo r usanza, passare al Latera-
della città, per timore del popolo. no, ed osservando che il popolo era

Nell'anno ii33, essendo in pos- in arme, se n* andò co' suoi alla


sesso di detta basilica V antipapa Magliana, e qui passato il fiume,
Anacleto II, il Pontefice Innocen- per la via di Sabina, e pel ponte
zo II fu costretto di sostituirvi .Lucano, recossi alla basilica latera-
la lateranense, per coronarvi ai 4 nense, ove seguirono le consuete,
giugno l'imperatore Lotario II, du- cerimonie. Intorno alle diverse co-
ca di Franconia, in compagnia di ronazioni ricevute da Federico I, si
Richenza sua moglie. Lotario II parlò di sopra. Solo qui aggiunge-
occupò il monte Gianicolo, e pro- remo quanto si legge nell' Istoria
curò guadagnare i fautori dell'an- degli Antipapi, tomo II, p. 74, che

tipapa ; ed Innocenzo II si recò in nello scisma contro Alessandro III,


E.oma per la funzione, e traversan- all' antipapa Pasquale III, colie ar-

do TAniene a ponte Mammolo, si mi di Federico I, riuscì occupare la

recò al Laterano senza molestie. basilica vaticana, per cui ai 3o lu-

Dopo la coronazione, ad esempio glio 1167, in giorno di domenica,


de' suoi predecessori, l'imperatore 1' antipapa vi cantò solennemente la
ringraziò il Pontefice, gii baciò i messa, e coronò 1' augusto con un
piedi, e condusse per la briglia la cerchio d'oro. Fu similmente l'au-
mula, che cavalcava. T^, Ottone di gusta Beati'ice coronata dall' anti-

Frisìnga lib. 7, e. 8. papa residente in Vaticano.


Avviandosi Federico I, duca di Celestino III, ai 1 5 aprile 1191,
Svevia, alla volta di per esser Roma coronò imperatore Enrico VI, in-
coronato da Adriano IV, vi furono sieme all' imperatrice Costanza di
delle vei'tenze sul modo, col quale lui moglie. Roggero Ovedeno, in
vi si recava, e sul cerimoniale e sugli Annal. Angliae p. 689 racconta :

atti di ossequio, che da lui dove- « che in questa funzione il Papa


vansi praticare al Papa ; vertenze, M sedendo sulla cattedra pontificale,
che furono appianate, come dicem- « avea tra i piedi la corona im-
COR COR 217
» periale, e che l' imperatore, e la Dopoché Clemente V, il quale ri-

« imperatrice inchinati la ricevettero siedeva in Avignone, ebbe appro-


» dai piedi del Papa, il quale col vata l'elezione di Enrico VII in
« suo piede percosse la corona re de' romani, colla condizione che
y» dell' imperatore, e la gettò a ter- si recasse in Roma denti'o due an-
» ra, volendo significare, ch'egli in a ricevervi le insegne imperiali,
» avea autorità di deporlo dall'im- gli mandò incontro a Losanna Bal-
35 pero se lo meritasse; ma i Car- dovino arcivescovo di Tre veri , e
» dinali raccogliendo tosto la coro- Giovanni di Molans canonico di
» na, la posero in testa dell' im- Toul, a' quali ai 17 ottobre i3io
" peratore". Questo racconto cre- fece il giuramento, che già pe'suoi
duto dal Baronio, e riportato al- commissari avea fatto in Avignone,
l'anno 1161 num. IO, e dal p. di difendere la fede cattolica, di
Bianchi t. II, p. 368, è stimato esterminare gli eretici, e di non
falso da Natale Alessandro, Hist. fare alleanza co'nemici della Chie-
Eccl. tom VI, XI, XII, cap.
saec. sa, di proteggere il Papa, e di con-
1, art. i3, pag. 4^2, né può ac- servare i diritti della santa Sede,
coi'darsi con ciò che si legge nella cui rinnovò e confermò le donazio-
cronaca Reicherspergense, che En- ni ad essa fatte dagli altri impera-
rico VI fu dal medesimo Celestino tori. 11 Papa per questa coronazio-
III onorevolmente consacrato, e co- ne deputò quattro Cardinali legati,
ronato in Roma, come riflette il oltre il particolare legato, che il

Muratori, Annali cC Italia tom. VII, rappresentasse, Arnaldo de Faugier,


an, 1191, p. 72. Di poi Innocenzo vescovo di Sabina. I quattro legati
HI coronò impei-atore in Roma Ot- furono Nicolò di Prato, vescovo di
tone IV, duca di Sassonia, ai 4 Ostia, Leonardo Patras de Guer-
ottobre, o forse meglio ai 27 set- cin, Francesco Orsini, e Luca Fie-
tembre i2oq. Onorio III coronò schi. Diresse la bolla non al Car-
due imperatori, Pietro de Courte- dinal di Ostia, cui apparteneva co-
nai dell' oriente , nella patriarca- ronare l'imperatore, ma al Cardi-
le di san Lorenzo fuori le mura, nal di Sabina, perchè voleva, co-
pei motivi suesposti, e Federico II me speciale suo legato , che per
imperatore romano nella basilica questa volta precedesse al vesco-
vaticana ai 11 novembre 1220; e vo ostiense nel consagrar 1'
im-
nel 1226 diede le insegne imperiali peratore, al quale gli altri Cardi-
eziandio a Jolante figlia di Giovan- nali legati dovessero imporre la
ni re di Gerusalemme, che il Papa corona, dargli lo scettro, la spada,
unì in matrimonio con Federico II, e il resto. Per questa coronazione
come abbiamo dal Sigonio, De re- Clemente V un ap-
fece compilare
gno Ital. lib. 17. Ridolfo I, re dei posito con formola, e
cerimoniale,
romani voleva recarsi in Roma a rito, che veggonsi nel diploma pon-
prendere la corona imperiale; ma tificio, riportato dal Rinaldi all'an-
Innocenzo V gli vietò di entrare no i3 11 n. 7 e
ancora i3, ove
in Italia, senza essersi pacificato con .si legge: « che,
messa, finita la
Carlo I re di Sicilia, acciocché le » r imperatore riceverà divolamen-
fazioni di Guelfi, e Ghibellini non » te la benedizione, e tosto si av-
accendessero la guerra civile. » vierà al luogo^ tlove deve il
2i8 COR COR
»> Papa cavalcare, per sostenergli letto re de' romani Federico, e par-
j' la slalFa, e cuiitkirgli per qual- te Lodovico di Baviera, il quale
» che tempo il destriero ". Enrico senza attendere la conferma pon-
VII per Roma si fece
avviatosi trattava da imperatore. Al-
tificia, si

precedere da
Lodovico figlio del lora incominciarono colla santa Se-
conte di Savoja con cinquecento de que' gravi dissapori, che si de-
cavalli, che alloggiò nelle case dei scrissero al voi. IV, p.
244 e seg.
Colonnesi presso il Laterano, per del Dizionario.
cui gli Orsini ne restarono spa- Che la conferma pontificia fosse
ventati, anzi nel convito imbandito necessaria agli eletti re de' romani,
dall'imperatore non furono invitati. chiaramente lo si dimostra dalla
Enrico VII fu ricevuto con festa lettera scritta dal collegio degli e-
dai romani, ma per sicurezza pose lettori a Nicolò III, e riferita dal
guardie ne' teatri, nelle terme, ed Bellarmino, De Translalione imper.
in altri luoghi forti. Doveva la coro- lib. 3, cap. 3; dal giuramento col
nazione celebrarsi in s. Pietro, co- quale obbligossi l' imperatore Al-
me nella bolla aveva prescritto berto con Bonifacio VIII, che si
Clemente V, secondo il rituale; legge appresso mentovato Rinal-
il

ma Roberto re di Napoli, che vo- di, Annali ecclesiastici aà an. i3o3,


leva distornarla, avendo mandato a n. 9 ; dalla Clementina Romani
Roma con un esercito il proprio Prìncipes de jurejur., e dalla let-
fratello Giovanni principe di Mo- tera d' Innocenzo III al duca di
rea, insorse tumulto nel popolo, Zuringia, registrata al capo Vene-
che più crescendo, 1' imperatore rabilciii 34, De electione, et elee ti
pregò i Cardinali perchè surrogas- poteslate. Recatosi poscia
Lodovico
sero la basilica lateranense : laonde in Roma, quivi nel i328, a' 17
ripugnanti vi aderirono, protestan- gennaio, si fece coronare imperato-
do, che la necessità li costringeva re nella basilica vaticana, da Ja-
a fare la coronazione in tal basi- cobo Alberti vescovo di Venezia, e
lica, come abbiamo da Albertino da Gherardo Orlandini vescovo di
Mussato, nel lib. Vili de gestis Aleria, tutti, insieme al bavaro,
HeiiriciVII. Seguì la coronazione scomunicati. Imposero la corona a
a'
29 giugno i3i2, avendo pre- Lodovico, Sciarra Colonna, e quat-
messo la rinnovazione de' mentova- tro sindaci del popolo romano, per
ti giuramenti.
alquanto i romani
L' impex'atore
sia coli' esigere
vessò cui, come dicesi
FAMIGLIA, i
all'articolo CoLojfivA
Colonnesi s'ebbero la
i
certi giuramenti, sia coli' imporre corona d'oro sulla colonna, loro
un insolito tributo, per lo che nac- stemma gentilizio. Quindi il bava-
que tumulto, epopolo foitificos-
il ro elesse l' Antipapa XXXI F^ (Fe-
si cogli Orsini sul ponte s. Ange- di), che prese il nome di Nicolò
lo, e sulle rive del Tevere, rice- V. V^. il Rinaldi loc. cit. ad an.
vendo aiuti dal principe Giovanni, i328, ed il Platina nella vita di
che discese dall'Aventino, per cui Giovanni XXII a pag. 357.
Enrico VII da Roma.
si ritirò Continuando i Pontefici a stare
Mentre il Giovanni
Pontefice in Avignone, Innocenzo VI coman-
XXII risiedeva in Avignone, parte dò al Cardinal Albornoz suo lega-
degli elettori dell' impero aveva e- to in Roma, a ricevervi conve-

à
COR COR 2«9
iiicntcmente Carlo IV re dei rgma- Eugenio IV, a'3i maggio i433,
ni, che ni recava colà per pren- coronò colle insegne imperiali in
dervi l'imperiai corona. Ivi, ai 5 a- 8. Pietro, Sigismondo re de' Roma-
prile del i355, essendo il giorno ni, dopo la qual cerimonia l'im-
di Pasqua, per delegazione aposto- peratore colla corona d' oro in capo
lica, il Cardinale Pietro Bertrand servì di parafienicre al Papa men-
vescovo di Ostia, coronò nella ba- tre montava a cavallo, conducendo
silica Vaticana Carlo IV, insieme questo per tre passi. Montando di
coir imperatrice Anna sua moglie, poi egli pure sul suo destriere, si
venuta perciò dalla Germania. As- mise alla sinistra di Eugenio IV,
sistetteroalla coronazione cinque e l'accompagnò sino a Castel s.

mila cavalieri tedeschi, e più di Angelo, ove essendosi licenziato dal


diecimila italiani. Dopo la funzio- Pontefice, questi si ricondusse al
ne r imperatore pnssò con solenne Vaticano. Sigismondo proseguì sino
pompa in compagnia dell' impera- al palazzo lateranense, dove allog-
tiice a desinare nel palazzo latera- giava, avendo sul ponte s. Angelo
nense, dal quale nel giorno stesso creato diversi cavalieri. Dell'uso,
partì per dormire presso la patriar- che aveano gl'imperatori di crear
cale basilica di s. Lorenzo fuori cavalieri, dopo la loro coronazione,
delle mura, per ubbidire ad Inno- si tratta al voi. XI, pag. 1 1 del
cenzo VI, che gli aveva imposto Dizionario.
di non rimanere un sol giorno Nicolò V
in s. Pietro coronò
nella città dopo coronato, siccome collacorona del regno di Lombar-
testifica Matteo Villani lib. V, cap. dia Federico III re de' romani, e
2. Essendo poi morta l' imperatri- due giorni dopo, cioè ai i8 mar-
ce Anna, Carlo IV si recò nuova- zo i452j ch'eradomenica Lae- la
mente in Roma nel i368, per pro- tare, nella stessa basilica lo
coronò
fittare della venuta di Urbano V, insieme con Leonora di Portogallo
e farvi coronare Elisabetta sua con- sua sposa, colle insegne imperiah,
sorte, come racconta Giovanni Du- colle quali Federico 111 ftce l'uf-
bravio, Ilist. Bohem. lib. ^2. A fizio di parafrenicre al Papa. lu
tal fine il Papa nel di d'Ognissan- questa funzione l'imperutore non
ti celebrò la messa solenne nella si comunicò sotto ambedue le spe-
basilica di s. Pietro, nella quale cie, come era per lo
solito farsi
l'imperatore fece alcune funzioni innanzi, affinchè non sembrasse che
da diacono, presentando al Papa egli volesse approvare l'errore allora
il libro, ed il corporale, senza can- sostenuto dagli ussiti, che propu-
tare il vangelo, che avea diritto di gnavano necessaria la comunione
cantare soltanto nella notte di Na- ancora del calice. Essendo inoltre
tale. Nel tempo che l' imperatore rito, che il Cardinal vescovo di
si trattenne in Roma, traversando Ostia ungesse coli' olio esorcizzato
il Papa la città a cavallo per l'e- r imperatore, come dice il Mabil-
carsi a s. Pietro, Carlo IV gli ten- loHj Ord. Rom. XIV, pag. 4"".
ue la staffa, e gli condusse per in questa funzione lo fece il Cardinal
tjiialche tempo il destriere per la Condulmero vescovo di Porto, per-
briglia, avendo dall'altra parte A- chè il Cardinal Cervantes, vescovo
coadeo conte di Savoja. dì Ostia, dimorava nella Spagna
220 COR COR
come vescovo di Siviglia. Dopo la coraggio in mezzo alla moltitudine
coronazione, Federico III accom- ivi si mise a gridare
accorsa, per
pagnò Nicolò V sino a Castel s. eccitare a tumulto soccorso, soc-
:

Angelo, ove si separarono. Il Papa corso, Romani. Il senatore, coi con-


fece ritorno al Vaticano, e l' im- servatori, e il vicecamerlengo, che
peiatore in cavalcata recossi al La- era l'arcivescovo di Milano, procu-
terano, ove, secondo il solito, fu rarono di farlo acquietare, ma inu-
fatto canonico. Ivi pranzò, e verso tilmente, che anzi gridando con vo-
sera tornò al palazzo vaticano, don- ce più alta diceva soccorrete, ro-
:

de l'imperatrice non si era mossa. mani, al vostro romano. Veduto


Merita per altro di essere riferito ciò d. Nicolao de Porcinari dell' A-
il modo con cui Federico III fu quila, senatore romano, lo prese a
creato canonico della basilica la- pugni, e lo discacciò dalla chiesa.
teranense, e del convito a lui im- Il giorno dopo il Pontefice ne or-
bandito, secondo la narrazione de- dinò la carcerazione, ma il canoni-
sunta da un'enciclica, che il priore co, presa la fuga, si tenne ascoso
generale de' canonici regolari late- alcuni mesi fuori di Roma, sinché
ranensi diresse per tale avveni- non ricevette il perdono dal Papa.
mento ai visitatori del suo Ordi- Sedato così il tumulto, i cano-
ne ai 2 3 maggio 14^2, e che il nici regolari lateranensi, ponendo
Pennotto riporta nella sua Storia in mezzo di loro l'imperatore, e
tripartita, pag. 65g. cantando il Te Deum, lo condus-

Era in allora abbate, ossia priore sero all'altare maggiore , dove si

generale de' canonici regolari late- venerano le sagre teste degli apo-
ranensi, il p. d. Aurelio Piacentino, stoli Pietro e Paolo. Quindi il prio-
il quale, insieme ad altri cinquanta re generale de' canonici regolari
canonici regolari (cui già era stata creò canonico l'imperatore, ch'era
restituita la basilica lateranense do- genuflesso avanti l'altare, avendogli
po che vi erano stati i canonici se- già tolta la corona imperiale dalla
colari ) si fece incontro con croce testa r altro canonico regolare d.
e baldacchino all' imperatore Fede- Ilaripne ferrarese. Ricevette l' im-
rico III avanti all' ospedale del ss. peratore la cotta, e la berretta, e
Salvatore, in cui fu incontrato l'au- un ducato per la distribuzione, che
gusto, eh' era seguito dal senatore, gli apparteneva in quel giorno.
dai capo-rioni, dal popolo romano, Questo ducato venne consegnato
Ven-
dai principi, e dal suo seguito. dallo stesso imperatore al suo se-

ne condotto alla porta maggiore gretario perchè gelosamente lo con-


della basilica, ove disceso da ca- servasse. Dopo di ciò, l'imperatore
vallo , baciò la croce di cristallo, fece una oblazione all'altare di do-
che gli presentò il detto priore ge- dici ducati che consegnò al
d' oro,

nerale, non senza resistenza di al- priore generale. Fu condotto di poi


cuni canonici secolari ( unici l'ima- avanti l'altare della tribuna ove sta-
sfi fra gli da
antichi, colà collocati va sedendo, e cantandosi Da pa-
Bonifacio Vili), erano i quali si ceni, Domine, fu riconosciuto co-
preparati con cotte e almuzie per me da tutti i
fratello e canonico,
vestire canonico V imperatore. Uno canonici regolari ivi presenti col
di questi canonici Secolari fattosi baciò della mano, e della faccia.
COR COR aai
Compiuta tal cerimonia, si recaro- lazzo ove abitava il Pontefice , e
no tutti canonici coli' imperatore,
i nella cappella in cui i Cardinali le-

e coi baroni al refettorio preparato gati celebravano talvolta alcune fun-

lautamente dai ministri del Papa. zioni solenni, e che ora è una va-
Circa mille persone parteciparono sta sala dell' archivio del governa.
della mensa, sedendo alcuni nel re- La cappella era tutta parata per
fettorio ov'era l'imperatore, e i la coronazione, e Carlo V fu ivi

canonici regolari , altri stavano nei accompagnato dai Cardinali Ippo-


chiostri, e nelle sale contigue. Era- lito Medici, nipote di Clemente VII,

no coir imperatore, oltre i baroni, e Girolamo Doria, avendo in dosso


e i canonici regolari, anche il suo un saio di argento, ed una veste
fratello Alberto d'Austria , e il re di broccato riccio alla francese. Lo
d'Ungheria e di Boemia Lodovico precedeva l'altro nipote del Papa,
ancor fanciullo, non che tre vesco- Alessandro Medici, primo duca di
vi, e si mangiava, mentre il cano- Firenze, con veslimenla ornatissi-
nico d. Desiderio suonava 1' orga- me, portando in mano per segno
no, e cantava. Finito il pranzo a di dominio, il mondo, globo o pal-
tre ore di notte, tutti quei signori la d'oro del medesimo imperatore,
dando dei baci ai canonici regola- globo eh' era sovrastato da una cro-
ri, ascesero sui loro cavalli, e col- ce piena di rubini, e diamanti. Ac-
r imperatore se ne andarono al canto duca veniva il marchese
al
Laterano, avviandosi verso il Vati- di Moja Diego Pacecho spagnuolo,
d.
cano. Si volse poi l'imperatore ai con livrea assai ricca, portando in
canonici regolari, e se ne partì dopo mano la spada di sua maestà con
aver detto ad essi Statevi con Dio
: un fodero e manico tutto d' oro,
et gran mercede della cortesia che ed ornato di gioje, e perle grosse.
mi havtte fatta. Appresso seguiva il marchese di
Dopo
le note funestissime guer- Monferrato Bonifacio Paleologo, tut-
re,che Carlo V
fece al Papa Cle- to vestito di tela di argento, che
mente VII, non perdendo questi di portava in mano la corona di Car-
mira la pace, stabili con quel mo- lo V molto ricca. Dinanzi al mar-
narca un abboccamento a Bologna, chese, vestiti di ricchissime vesti,
ove ambedue convennero nel iSaq. procedevano tutti i grandi di Spa-
Fattasi la pace, il Papa ai 22 feb- gna, e dell' impero, fra' quali erano
braio i53o, coronò Carlo V colla i due Cardinali, ed alcuni prelati,
corona di ferro, e colla imperiale non che molti illustri e nobilissimi
due giorni dopo. Noi andremo ora italiani, come d. Ferrante Sanseve-
brevemente a descrivere tali fun- rino principe di Salerno, ed il prin-
zioni,desumendone in parte il rac- cipe di Stigliano d. Antonio Caraf-
conto dal eh. Gaetano Giordani, fa, tutti i sei ambasciatori veneti.
Lettera inedita diligo Boncompa- Dandolo, Gradenigo, Mocenigo, Bra-
gnij poi Gregorio XIII, sulla in- gadino (oltre Contarino oratore stra-
coronazione di Carlo , dal loda- V ordinario poi Cardinale), Veniero, e
to sci'ittore illustrata , Bologna Suriano, e finalmente molti altri si-
1841. gnori, ed ambasciatori di Portogal-
Nel detto giorno 22 febbraio lo, Inghilterra, Siena, Genova, Fi-
r imperatore Cailo V andò nel pa- renze, Milano, e d. Michele Majo
222 COR COR
oratore imperiale presso il Poulefice. con tre cerchi ornati di gioie. Indi
Giunto Carlo V in cappella, ove r imperatore fece ritorno alla sua
era passato il Cardinal Guglielmo sedia, e consegnò la spada, il glo-
Enchenvoer, per cantare la messa, bo, e lo scettro ai sopraddetti si-
fece la sua preghiera all' altare, ed gnori, ritenendo la corona in testa.
il Cardinale lesse molte orazioni, Di poi il Pontefice intuonò il Te
ch'ebbero termine colle litanie. L'im- Deuni, che fu seguito dal vangelo;
peratore portava un giubbone fatto e alzato il Corpus Domìni, quando
in modo, che senza levarlo, pote- ilCardinal volle dare la pace a
vasi discoprire ove si volesse. Di- Carlo V, la prese dal Papa. E
fatti scoperto il braccio diritto, il quando il Cardinal volle fare l'of-
Cardinale l'unse coli' olio santo, fa- fertorio, Carlo V
andò all' aliare,
cendogli una croce sulla spalla ; di- ed offrì una borsa con trenta dop-
poi gli unse la schiena, dopo di che pioni da dieci ducati l'uno. Di poi
l'imperatore fu rivestito con una tornato alla sua sedia, e finita che
guarnaccia da prete lunga sino a fu la messa, si andò a comimicare
terra di tela d'oro, coprendolo con dal Cardinale senza alcuna cerimo-
un manto reale come fosse un pi- nia; finalmente partirono per le
pur
viale di tela d' oro, avente in- loro stanze, e per la mano, il Papa
torno alle spalle un bavaro di ar- con Carlo V, e questi colla corona
mellino, come le pelli che portano in capo.
i cubiculari, per?) piìi grande, e col- Ai 24 febbraio seguì la corona-
le code nere. Appena vestito l' im- zione colla corona d' oro. Clemente
peiatore, giunse in cappella Cle- VII dal palazzo si condusse pel
mente VII, il quale, dopo avere ponte di legno costruito pel suo
orato, andò a sedere sulla sua se- passaggio, e per quello dell'im-
dia, avendo a sinistra l' imperatore peratore, alla basilica di s. Petro-
in una sedia, di due scalini più nio ;
palco, che si ruppe con rovi-
bassa della sua. Eranvi presenti i na di molti, dopo il passaggio dei
Cardinali, che resero l' ubbidienza corteggi pontificio, e imperiale. Il

a Clemente VII ebbe princi- : indi Papa precedette Carlo V di un'oi'a,^


pio la messa. Detta che fu l' epi- seguito dai Cardinali, e vesco>
stola, Carlo V
andò dal Papa, gli colle mitre. Assunti gli abiti pon-
baciò il piede, e stette genuflesso, tificali per la messa, giunse Carlo
mentre Clemente VII lesse certe V in compagnia dei Cardinali Gio-
orazioni,dopo le quali pigliò la vanni Salviati, e Nicolò Ridolfi, am-
spada nuda, la benedì, e la mise bedue parenti del Pontefice, oltre
in mano all'imperatore, che la ri- la corte imperiale. Carlo V vestiva
pose nel fodero, e gliela cinse colle coir abito, che nella coronazione
sue mani. Allora sua maestà si alzò anteriore gli avea posto Clemente
in piedi, sguainò la spada, tre vol- VII. Sulle scale della basilica erasi
te la brandì, e dopo averla ripo- fallo un palco, ed alzato un altare,
sta nel fodero, tornò a inginocchiar- per osservare l' antico costume di
si avanti Papa, e leggendo le a-
il ammettere, nella cappella di s. Ma-
naloghe orazioni, consegnò a Carlo ria Inter duas turres, già adiacen-
V il globo, e lo scettro, ch'era te alla basilica vaticana, fra i ca-
fallo come una mazza cardinalizia; nonici di questa il nuovo impeia-
COR COR 25.3

tore prima di essere coronato, ed bande fìguravansi le due colonne di

in falli entro tal palco fatto a gui- Ercole come impresa dei re di
sa di cappella, erauvi diversi cano- Spagna, col noto motto non pina :

nici vaticani, e quivi l' imperatore ultra. Tutto il piviale ei-a cosperso
aveva divisato di prendere il detto a- di perle, e grosse gemme, e per

bilo prima di entiarc in chiesa. Arri- fermagho del piviale vi erano un


valo in questa, andò in ima cappel- diamante ed un rubino sino allora
la chiamata di s. Maurizio, per osser- mai veduti ; ornamenti che valuta-
vare le cerimonie, che in quella di e- ronsi ottocentomila scudi.
gual nome facevansi in tal circostanza Così vestito, i Cardinali posero
in s. Pietro di Roma ; anzi Carlo V lu coi'ona reale in testa a Carlo V,
avea destinato a memoria dell* avve- che recossi in tal modo dal sommo
nimento di fabbricare in s/ Petro- Pontefice, preceduto dal marchese
nio una sontuosa cappella a s. Mar- di Monferrato vestilo di una lunga
tino, nelle cui pareli voleva dipinta giubba di velluto rosso, con bave-
la cerimonia delia coronazione. Al- ro di armellini intorno al collo, ed
l' altare di s. Maurizio, venne l'im- avente in capo una berretta di vel-
peratore spogliato dal Cardinal Far- luto rosso all' antica foderala di
nese (poi Paolo III, decano del pelle, come a Roma la portavano
sagro Collegio, e vescovo di Ostia), i sindaci del popolo romano nel
e dal Cardinal Accolti, vescovo di carnevale. Sopra la ben-etla eravi
Ancona. Da essi fu unto col sagro la corona marchesale, e portava lo

olio, e poi venne vestito con un ca- scettro di sua maestà. Dipoi veniva
mice ricchissimo, sopra il quale gli Fi'ancesco Maria della Rovere Awca
posero una tonicella d'oro mollo di Urbino, e prefetto di Roma, con
preziosa, perchè ricamala di perle, una veste lunga di raso rosso, rica-
e sopra di essa un piviale assai mata d' oro, e in mano aveva la
ricco, che Carlo V lasciò in dono spada di sua maestà. Indi seguiva
ai canonici regolari di Bologna, e un alemanno, cioè il conte palati-
che fu poi consunto dal fuoco. Se no, ovvero un suo parente elettore
ne ammira la memoria nel piviale, dell' impero, forse il conte di Nas-
che porta la figura di s. Petronio sau, cameriere maggiore di Carlo
dipinta da Guido Reni, nel quadro V, o il duca Filippo di Baviera.
della Pietà, ora nella pinacoteca bo Aveva egli indosso una veste lunga
lognese.Al di dietro quel piviale di raso alla tedesca, ed in testa la
aveva un'aquila nera imperiale con berretta foderata di pelle, mentre
le ali aperte, avente le penne rica- in mano portava il mondo di sua
mate di perle, le due
e frateste maestà. Poscia incedeva Carlo III
dell' aquila eravi bavaro proprio
il duca di Savoja cognato dell'impe-
dei piviali. In mezzo al medesimo ratore, col medesimo abito, che
bavaro in ricamo rappresentavasi portava il marchese, colla sua co-
Carlo V sedente tra due colonne rona ducale in testa, e in mano
colla corona ferrea in capo; nella la corona imperiale con cui dove-
mano dritta avea la spada, colla vasi coronare Carlo V, ricchissima
sinistra sosteneva il globo imperia- di gioie preziose, e lavorata nella
le ; sopra di lui eravi il Padre e- stessa Bologna, Da ultimo veniva
terno in alto di benedire. Dalle due sua maestà, eh' entrato in cappella
224 COR COR
fece riverenza al Pontefice, si cavò tefice volerà levare il Corpus Do-
la corona di testa, gli baciò il pie- mini, V imperatore si pose ginoc-
de, ed insieme al Papa recossi al- chioni. Al tempo della comunione,
l' altare a fnr orazione. il Papa, secondo il rito, recossi
Ivi Clemente VII cominciò la a\\^ sua sedia per farla, come Car-
messa, e finita la confessione, Car- lo V andò alla piopria, e dipoi
lo V ascese sul!' altare, baciò il Clemente VII comunicò il diacono
Papa in faccia, e in petto, come e suddiacono, e l' imperatore col
sogliono fare i diaconi, indi il Papa sagramento, che gli portò un ve-
andò alla sua sedia, ed altrettanto scovo assistente al soglio pontificio.
fece r imperatore, ma fuori della Finita la messa, capo del sacer-
il

cappella. L* epistola fu cantata da dozio, e quello dell' impero usciro-


m. Giovanni Alberino suddiacono no dalla chiesa di s. Petronio tro-
apostolico,e fece da diacono il vando in ordine a piedi delle sca-
Cardinal Innocenzo Cibo legato di le, i cavalli per cavalcare. Clemente

Bologna. L' epistola in greco venne VII montò su d' un cavallo bianco,
letta da m. Braccio Martello ca- e Carlo V gli tenne la staffa, e
merier segreto Papa. Quindi
del montato che fu, prese il cavallo
Carlo V andò da Clemente VII, e per la briglia, e stava in atto di
s' inginocchiò in terra. Gli fu levata volerlo menare, ma il Pontefice gli
la corona reale dalla testa, ed allo- disse che montasse a cavallo. Ob-
ra il Papa consegnò ad esso la bedì r imperatore, deponendo pri-
spada, il mondo, e lo scettro colle ma il magnifico piviale siccome
stesse cerimonie della precedente troppo pesante, e ne prese in vece
coronazione, e poscia pose sulla uno più leggero di tela di argento. Il

testa di lui lacorona imperiale, e cavallo era un giannetto tutto bian-


lo benedì. Si alzò Carlo V, e andò co coi finimenti carichi di gioie.
a sedere ad una due passi
sedia, L' ordine della cavalcata si può
discosta da quella di Clemente VII, leggere al voi. X, pag. 297, e seg.
cioè alla sua destra, avendo due del Dizionario.
scalini di meno della sedia Ponti- Giunta la nobilissima, e solenne
ficale. Poco dopo r imperatore si cavalcata alla via, che conduce alla
levò il ricco piviale, e restò in to- chiesa di s. Domenico, Clemente
nicella. Senza corona andò a rin- VII si recò al suo palazzo coi Car-
graziare Pontefice, baciandogli il
il dinali, e prelati etc; e l'imperatore
piede. Cardinal Alessandro Cesa-
Il andò alla detta chiesa di s. Dome-
rini cantò il vangelo in latino, e nico, dove da Roma
erano con- si

in greco lo disse monsignor Marco dotti, e parati i canonici di s. Gio-


Calanco, domenicano, ai'civescovo vanni in Laterano, e dove si tro-
di Rodi. Terminata la lettura degli vavano per farlo canonico giusta il
evangeli, il Pontefice passò all' al- costume degli imperatori, che co-
tare, e sua maestà cavò di nuo- si ronaronsi in Roma. Ricevevano per
vo il piviale che aveva riassunto, e ciò essi all' altare papale la cotta,
la corolla, restò in tonicella, e in la cappa, e la berretta canonicale,
tal modo andò all'altare. Offri al come pur dicemmo al voi. XII
Papa r ostia e il calice, é poi gli pag. 39, e 40 del Dizionario. Do-
baciò la mano, e quando il Pon- po il bacio di pace, e finita questa
,

COR COR aiS


cerimonia, Carlo V creò molti cn- repubblica francese, ni fece procla-
Talieri, e rimontato a cavallo col mare imperatore de' Francesi per
suo piviale e corona, per la via di mezzo d' un Senatus-consulto degli
s. Mammolo, fece ritorno al palaz- 8 maggio i8o4- Quantunque Napo-
fo, e subito spararono molte arti- leone sembrasse ad alcuni non al-
glierie. La funzione durò dalle ore trimenti meglio consagrato che colla
quattordici alle Tentitre, indi Carlo vittoriosa sua spada, nondimeno ben
V se ne andò a desinare, con tut- conobbe quanto una tal' augusta
ti i duchi, marchesi, ed altri si- cerimonia, eseguita dal venerando
gnori. La mensa durò sino alle ore capo della Chiesa cattolica, potesse
tre di notte ed in piazza si arro-
, influire sopra la stessa persona di
stì un bue con le unghie
intero, lui, dacché rivestiva col carattere
e con le corna dorate; due leoni religioso il possesso dell' acquistata
gittavano vino bianco e rosso, giac- sovranità. A talcon repli-
effetto
ché in palazzo si tenne corte ban- cate e gagliarde istanze invitò Pa-
dita per tre giorni, e nella sera pa Pio VII a recarsi in Parigi per
della funzione Bologna fu rischia- cox'onarlo con solennità. Veramente
rala dai fuochi di gioia, e ralle- il zelante Pontefice si ti'ovò imba-

grata dal suono delle campane. razzato, perchè ciò disapprovavano


Dopo pochi giorni, Clemente VII alcune delle principali potenze di
pubblicò una bolla, colla quale sup- Europa, le quali vedevano con pe-
plì che si potessero aver
alle cose na, che le ulteriori mire del for-
secondo 1' antico rito,
tralasciate, tunato conquistatore, e l' occupa-
nella coronazione degl' imperatori, zione dell'altrui trono, dal manto
e seguitando l' esempio di Leone della sublimità pontificia, venissero
X, concesse che il regno di Napoli ricoperte. D'altronde Napoleone cre-
fosse per tutto il tempo della vita deva meritare questa condiscenden-
di Carlo V, congiunto ed unito za dal Papa, come un premio di
all'impero Germanico. L'imperato- quanto aveva operato a benefizio
re partì da Bologna a' 23 marzo, del culto «cattolico per lui ristabilito
ed il Papa a'3o di detto mese. in Francia, e, secondo molti scrit-
Giunto Carlo V
a Castel Franco, anche per
tori, la promessa che gli
donò a'cavalieri gerosolimitani l'iso- aveva fatta di restituirgli le lega-
la di Malta. zioni. Era a ciò mosso il Pontefice
Nella vita del summentovato dalla lusinghiera speranza di otte-
Gregorio XIII si legge, eh' egli in- nere nuovi vantaggi per la cattoli-
vitò a Roma Massimiliano II re ca religione, e di vederla pe.^ l'atto
de' Romani a prendere la corona della coronazione dell'imperatore
di oro, per fare quella funzione, dominante ancora nella Francia. In
eh' egli avea veduta e descritta stan- tali lusinghe, Pio VII si condusse
do in Bologna sua patria. Tutta- in Parigi per coronarvi Napoleone
volta ne Massimiliano II, né altri colle insegne imperiali.
imperatori romani ebbero le iNse- Ai 2 novembre i8o4> Pio VII
gne imperiali dal sommo Pontefice, partì per la Francia, ed arrivò ai
essendone Carlo V stato l'ultimo. iS detto a Fontainebleau. Ivi fu
Napoleone Bonaparte, dopo es- incontrato dall'imperatore, e passan-
sere divenuto primo console della do quindi a Parigi, venne stabilito
VOL. XVII, i5
226 COR COR
il 1 dicembre per la funzione, che trono, dall'altra parte dell'altare
r arcivescovo di Parigi pubblicò con sedevano i Cardinali, ed innanzi
una lettera pastorale. Il corteggio alla balaustrata gli arcivescovi, i

del Papa partì dalle Tuilleries alle vescovi, e il clero di Parigi. Ter-
ore nove di Francia , smontando minato r inno. Sua Santità fece in
Pio VII all'episcopio ove il Car- latino all' imperatore la seguente
dinale de Belloy arcivescovo in a- domanda: »» Promettete voi innan-
bito cardinalizio, dalle scale lo ac- »> a Dio, agli angeli, ed agli
zi

compagnò alla gran sala, in cui M uomini, di serbare ai Pontefici


erano gli altri Cardinali, e gli arci- » della Chiesa cattolica, apostolica,
vescovi, e vescovi francesi, vestiti " romana, ciò che godono in linea
degli abiti sagri. Tre tavole nella » di rispetto, e di onore, che loro
sala erano preparate, per gli abiti » è dovuto secondo i sagri cano-
pontificali, pegli arredi, per le sup- M ni ? " Napoleone toccando con
pellettili, e pei paramenti dei mi- ambe le mani il vangelo, che il

nistri sagri. Vestito il Papa pon- grand'elemosiniere gli presentò , ri-

tificalmente, e preceduto dal solito spose, Profiteor, e promise in oltre


corteggio, col quale si reca a ce- di quale altro Carlo Ma-
essere,
lebrare solennemente la messa, si gno, perpetuo difensore della cat-
il

condusse alla cattedi'ale, incontrato tolica fede. V. Formule des cere-


dal Cardinale arcivescovo in cappa, monies et des prières pour le sacfé
che gli presentò l'aspersorio. All'in- de Napoleon et Josephine, Paris
gresso della chiesa i canonici pre- 1804.
sero il Papa sotto il baldacchino, In seguito intuonaronsi altre pre-
e i cantori intuonarono : Tu es Pe- ci e le litanie, stando in quel tem-

trus etc, e dopo avere orato Pio po l'imperatore, e l'imperatrice


VII si assise sul trono eretto den- sotto il piccolo trono. Si posero in
tro il presbiterio. Nel tempo che ginocchio, ed inchinarono il capo,
Napoleone vestiva gli abiti, e gli quando Pio VII recitò i tre ver-
ornamenti imperiali nell' episcopio, setti: Ut hunc famulum tuum etc.
il Pontefice intuonò l'ora di terza. Il grande elemosiniere di Francia,
Dopo piìi di un'ora il corteggio il primo Cardinale francese arci-
imperiale entrò in chiesa, ed allora vescovo, e il più
anziano vescovo
s' incominciò la funzione della con- francese si avvicinarono agl'impe-
sagrazione a seconda del cerimo- riali coniugi Napoleone, e Giusep-
niale e pontificale l'omano, meno pina, fecero loro un profondo in-
alcune cose introdotte da Salma- chino, e li condussero ai piedi del-
toris gran cerimoniere di corte, e, l'altare per ricevere la sagra un-
secondo che si dice, per ordine di zione in ginocchio. Allora il Papa
Napoleone. Nel tempo che questi fece all'imperatore, ed all'impera-
imperatrice entrava nella ba-
coli' trice una triplice unzione, cioè sul-
laustrata dell' altare maggiore. Pio la testa, e sulle mani. Dopo di ciò
VII discese dal trono, andò all'al- ì coniugi dai personaggi nominatil
tare, ed ivi intuonò il P^enì Crea- furono accompagnati al piccolo tro-
tor Spiritus. Presso l'altare, ed a no, restando il Papa più d'un quar-
cornu evangelii, il Papa circonda- to d' oi-a a pregare Dio. Universali
to dai suoi ministri stava assiso sul furono le acclamazioni a Pio Vili
, ,

COR COR 227


e quindi diedesi principio alla mes- risposero: Fiva t imperatore, e Vini'
sa. Dopo il graduale benedì il Pon- peratrice. Passò poi Pio VII all'al-
tefice la corona dell'imperatore, e tare col suo accompagnamento, in
della imperatrice, la spada, il man- un gran maestro delle cerimo-
al

to, gli anelli, dicendo le preci, che nie, essendo preceduto dagli araldi
sono proprie di queste benedizioni. di arme. Continuò il Papa la mes-
Durante tali cerimonie l' imperato- sa, ed al fine del vangelo, il gran-

re, e l'imperatrice restarono assisi de elemosiniere recatosi all' altare


sul piccolo trono, quindi tornarono ricevè dal diacono il messale, che
a pie dell'altare , tra i Cardinali fu fatto baciare agli imperiali con-
arcivescovi, e vescovi, che servirono iugi. All' j4gnus Dei r elemosiniere
di assistenza alle sagre funzioni. si recò dal Pontefice a ricevere la
Presentaronsi di poi di nuovo al pace, cum instrumento pacis, che
Pontefice le imperiali insegne, co- portò a baciare ai sovrani. Finita
me r anello, la spada, il manto, la la messa. Pio VII intonò il Te
mano della giustizia, lo scettro, il Deum, e dai canonici sotto il bal-
globo, e la corona, e successiva- dacchino fu ricondotto all' arcive-
mente il Papa recitò le analoghe scovato, ricevendo da per tutto se-
orazioni, nel dare ai coniugi le det- gni di venerazione. Dopo breve ri-

te insegne. Tali insegne, apparte- poso, colla sua corte, in uno al cor-
nenti a Carlo Magno, si tolsero da teggio imperiale, fece Pio VII ri-
Acquisgrana. Da Rellerman por- torno alle Tuilleries, ed il giorno
tavasi la corona , da Lefebure la seguente Napoleone partecipò ai ve-
spada, da Berlhier il globo, men- scovi della Francia la seguita sua
tre Bernadotte portava la corona incoronazione.
dell'imperatore. Ritornato Pio VII in Roma, il
Prese però Napoleone la corona Cardinal Fesch, zio dell' imperato-
dall' altare, e da se medesimo se re, a nome di lui gli presentò il
Ja pose in capo, L' impei'atrice al- prezioso triregno, che vediamo nelle
lora si prostrò genuflessa , e rice- solenni funzioni portarsi avanti al
vette la corona, che l' imperatore le Papa; otto arazzi esprimenti fatti
posò sulla testa. Sua Santità , ac- del nuovo testamento , due grandi
compagnato dai Cardinali, condus- e nobili tappeti, due candelabri di
se formalmente 1'
imperatore, e Sevres, che Pio VII diede alla bi-
l'imperatrice nel gran tiono, posto blioteca vaticana, ed un servizio
in fine della chiesa, sotto l' arcata di tavola di squisita porcellana. Di
del quarto e quinto pilastro , cioè questi donativi fanno la descrizione
a tanta distanza dell'aitar maggio- i Diari di Roma, cioè num. 5i, 52 i

re, quanta n' era dalla porta d'in- e 70 dell'anno i8o5. F. l'ab. Bel-
gresso. Allorquando Pio VII ascese lomo Continiiaz. della Storia del Cri-
sui gradini dei medesimo trono, ed stianesimo , voi. I, p. 1 69 e seg.,
i monarchi vi furono assisi , disse dove pur tratta di ciò che prece-
Pio VII la orazione: In hoc impe- dette, accompagnò, e seguì la corona-
ra solio, etc, e poi abbracciò l'im- zione di Napoleone finalmente reg- :

peratore ; indi rivolgendosi al po- gasi la Storia di Pio VII di Ar-


polo, esclamò ad alta voce: Vivai taud tradotta dal Rovida, voi. I, cap.
ìinperator in aeternuni, e gli astanti XXVI, XXVII sino al XLI inclustve.
128 CO A COR
CORONAZIONE DE' RE. L'm- merito dei piincipi della terza di-'

augurazione de' primi re di Fran- nastia, di cui abbiamo autentici do-


cia eia semplicissima, perchè con- cumenti, è quello di Filippa l, che
sisteva neli' innalzare il nuovo re nel loS^ fu coronato in Reims
sopra uno scudo, e portarlo sulle alla presenza de' pontificii legati, i
spalle tre volte intorno campo. al quali ne approvarono l' atto. Seb-
Questa pratica fu mantenuta per bene la città di Reims fosse stabi-
riguardo alla prima dinastia, mal- lita per tal funzione, meno Lodo-
grado le prelese di Rcims [Vedi), vico il Balbuziente, ninno dei re
relative alla coronazione di Clodo- della seconda dinastia fu cola con-
veo, il primo de' re franchi, che sagrato, ed Enrico IV lo fu a Char-
abbracciasse il cristianesimo. Aven* tres, perchè l'esercito della famosa
do il Pontefice s. Zaccaria deposto lega occupava Reims. Notarono gli
per impotenza Childerico 111 l'e di storici, che il cerimoniale eseguito
Francia, l'ultimo de' Merovingi , e per la coronazione di Pipino, sus-
sostituito Pipino figlio di Carlo sistette senza notabile cambiamen-
Martello, dicesi che Pipino fosse il to sino a quella di Filippo II Au-
primo re di Francia coronato colle gusto del 1180. Il suo predecesso-
cerimonie della Chiesa, perchè si re Lodovico VII, // Giovine, pre-
fece consagrare nella cattedrale di scrisse r ordine che doveva tenersi,
Soissons da Bonifazio legato del Pa- e assegnò le funzioni pei dodici pari
pa ed arcivescovo di Magonza.
, di Francia. Il Du Tillet osserva,
Certo è, che, recatosi il Pontefice che i re ammogliati, e le regine ri-
Stefano II detto III in Francia, cevevano al tempo stesso in Reims
fu incontrato a Ponthieu da Pipi- la corona, e l'unzione reale. Per le

no colla famiglia reale, servendolo regine non si faceva però uso del-
quel principe alla guisa di scudie- la celebre ampolla o crisma di s.

re al lato del suo cavallo. Consa- Remigio, ma di un crisma diverso,


grollo il Papa ai so luglio dell'an- ungendosi esse sulla fronte, sulle
no 754, nel monistero di s. Dio- spalle, e sul petto ; per lo che por-
nisio, uno a in Carlo Magno, e tavano nel giorno della coronazione
Carlomano suoi figli. Secondo al- una totiaca, ed ima camicia aperta
cuni questa fu corona- la seconda davanti, e di dietro. Le principes-
zione chePipino; anzi
ricevette se, che sposavano i re dopo questa
da altri vuoisi originata da que- cerimonia, non s' incoronavano a
sta la pretensione eh' ebbero poi i Reims, ma in altre città. Enrico
successori di lui di essere consa- IV, che sposò Maria de Medici, es-
grati, e coronati solo dai romani sendo già coronato ai 1 3 maggio
Pontefici, benché i re della terza 161 Oj la fece incoronare a Parigi
dinastia non venissero corisagrati in s. Dionisio; e recandosi in città
che dagli arcivescovi di Reims , i per vederne la pompa, fu misera-

quali sino a Carlo X ne hanno mente ucciso dall' empio Ravaillact


esercitato il diritto. Neil' 844 3 ^ Alessandro IV, nel i aSc), ad istan-

nella basilica vaticana, Sergio li za di Tibaldo II re di Navarra,


coronò re dei longobardi Lodovico concesse a lui e a' suoi successori,
II, figlio di Lotario I, imperatore che, posti sopra uno scudo, secondo
e re de' franchi. Il primo corona- r uso della nazione, fossero proda-
,

COR COR 229


mali re, e poscia ricevessero l'un- zìonO 4^> Cam quanta, data in
zione, e la corona dal vescovo di Ferentino ai 17 luglio 110^, Bull.
Pamplona, il quale dove fosse im- Roni. t. IIIj par. I, p, 11 3, stabilì
pedito, venissero coronali da altro che i re d' Aragona fossero coro-
da loro prescelto. All'articolo Corona nati in Sai'agozza dall' arcivescovo
reale [Vedi), ed all'altro Corona di Tarragona. In ricognizione di
ferrea (Vedi), si riportano alcune tanti onori, il re fece tributario il

coronazioni dei re, di che pure si suo regno alla santa Sede, e fece
fratta agli articoli rispettivi, come il giuramento, che si legge nel
di regni ec. Piazza, Gerarchia Cardinalizia, t^^l^.
Non erano coronati i re d' Ara- 599. Aggiungeremo, che Papa Bo-
gona, ma
contraendo matrimonio nifacio Vili, nel confermax'e i due
venivano armati cavalieri, quindi regni di Corsica, e di Sardegna a
chiamati re. Volendo essere coro- Jacopo II re d'Aragona, lo coronò
nato il re Pietro li, nel pontifica- colle insegne reali, come si legge in
to d' Innocenzo III si recò in Ro- un diploma dello stesso re dato ai
ma, e fu ricevuto ed alloggiato con 9 aprile 1297, nella basilica vati-
onore dal Papa nel palazzo vati- cana con pompa solenne, il qual
cano. Ivi giurò fedeltà ed ubbi- diploma conservasi nell'archivio di
dienza alla Sede apostolica, e pro- detta basilica cap, 44» ^^sc. 1 70.
mise di estirpare 1' eresia degli Al- Clemente IV, dopo aver dato in
bigesi. Nella chiesa di s. Pancrazio investitura il regno delle due Sici-
(Vedi), seguì l' unzione del re per lie al re Carlo I d' Angiò, nell'an-
le mani del Cardinal Pietro vesco- no seguente 1266 lo fece coronare
vo suburbicai'io di Porto, e la co- nella basilica vaticana nel giorno
ronazione per quelle del Papa. Al- dell'Epifania, come si rileva dal
cuni dicono, che questa accadesse Pagi, e da un diploma dello stes-
nella medesima chiesa di s. Pan- so re, che si conserva nel detto ar-
crazio : però vogliono in quella
altri chivio, cap. 43, fase. 336. Raccon-
di s. Pietro in Vaticano. Certo è, ta l'annahsla Rinaldi, a detto an-
che in questa ricevette da Innocen- no num. che dovendo Carlo I
I,

zo III la spada militare, come ap- cacciar dal regno l' usurpatore Man-
parisce da un diploma di lui, dato fredi, il Pontefice Clemente IV
agli 1 1 aprile, ovvero novembre credette vantaggioso farlo coi'onare
1 2o4, apiid s, Petrum, riferito dal solennemente in s. Pietro, da cin-
Rinaldi a detto anno num. 72. Il que Cardinali, che furono Ridolfo
Novaes dice, nella vita d' Innocenzo vescovo d'Albano, Ancherio prete
111,che dopo la consagrazione del del titolo di s. Prassede, e i dia-
Cardinal Pietro Galluzzi fatta in s. coni Riccardo di s. Angelo, Godi-
Pancrazio, il Pontefice coronò so- fredi di s. Giorgio in Velo aureo,
lennemente Pietro II nella basilica e Matteo di s. Maria in Portico
vaticana, imponendogli tutte le in- i quali pel Papa ricevettero il cor-
segne reali, cioè manto, scettro, rispondente omaggio, e giuramen-
pomo, corona, e mitra per partico- to. Il re donò alla basilica cinquan-
lar privilegio, ad esempio di altri ta oncie d'oro, e dispose di darle
principi, come dicesi all' articolo altrettanto annualmente. Delle coro-
Mitra {Fedi). Quindi, colla coslitUr nazioni d'imperatori, e te fatte qe!-»
23o COR COR
la basilica vaticana, fa il novero il nazione de^^V imperatori (P'edi),
suddetto Piazza, nel suo Eortero- meno quelle particolarità, riti, e
logio a pag. 297. consuetudini proprie de' rispettivi
Nel 1289 ai 29 maggio Nicolò regni. Laonde per ultimo ci limi-
IV coronò in Roma nella basilica teremo a descrivere la solenne co-
di s. Pietro Carlo II re di Sicilia ronazione del regnante imperatore
colla sposa Maria, sotto le medesi- d'Austria Ferdinando l, come re
me condizioni, con cui era stato del regno lombax-do-veneto, seguita
coronato Carlo I, suo padre, che con ap])osito cerimoniale in Mila-
riportate sono dal Rinaldi a detto no Corona ferrea (Vedi), al
colla
anno num. i. Questo annalista quale articolo si riportarono com-
sostiene, che la coronazione seguis- pendiosamente le cerimonie, e le

se in Roma, non in Rieti, come funzioni praticate in altre simili


scrissero alcuni. Tuttavolta egli de- coronazioni, colle principali parti-
scrive le beneficenze, che il re fe- colarità degne di speciale menzione.
ce alla chiesa di Rieti, per esservi f^. il Marcelli Sacraruni Caere^
unto e coronato per mano del som- moniarum tit. V, pag. 29, De plur.
mo Pontefice, e desciive ancora i coroìiarum.
donativi, ed i sussidi per la guer- Avendo stabilito l'imperatore Fer-
ra di Sicilia, dati al re da detta dinando secondo 1' ordinamento
I,

chiesa. Delle coronazioni di alcuni dell'imperiale suo genitore France-


re fatte dai Papi in Avignone sco I, di farsi incoronare in Milano
(Fedì), come di Lodovico in re colla corona di ferro, si recò a quel-
delle isole fortunate, fatta da Cle- la città coir imperatrice sua con- .

mente VI, e dei due re di Napoli sorte Maria Anna Carolina, facen-
coronati in Avignone dall'antipapa do il solenne ingresso il dì primo
Clemente VII, si parla a quell'ar- settembre i838 con quel cerimo-
ticolo. poi sono gli esempi,
Molti niale, che si legge nel numero 78
come vedrà ai rispettivi articoli,
si del Diario di Roma di quell'anno,
delle insegne reali mandate dai oltre le diverse narrazioni , che di
Pontéfici ai principi per mezzo dei tale ingresso, e della successiva inco-
Cardinali legati, autorizzati a coro- ronazione si pubblicarono in Milano,
narli. Il Cardinal Borgia venne ed altrove. Nella mattina pertanto
mandato legato a Ferdinando re di domenica , 6 settembre, ebbe
di Sicilia, per assistere alle reali luogo nella vasta ed illustre me-
nozze, e a portar la corona con- tropolitana di quella celebre città,

sagrata da Sisto IV alla regina la pia e solenne cerimonia. Le sue


Giovanna, come si legge nel Bo- porte si aprirono alle ore sette an-
vio: La pietà trìonfanle pag. 283, timeridiane per accogliere il nume-
Divenuto il Borgia Papa Alessan- rosissimo popolo insieme allo scelto
dro VI, dopo la morte del re Fer- concorso destinato ad occupare le
dinando, fece coronare Alfonso II tribune, ed i funzionari, i magi-
figlio naturale del defonto, ad on- la nobiltà, chiamati ad assi-
strati,
ta delle ragioni, che vantava Carlo stereall'imponente funzione, coi
VIII re di Francia. membri del corpo diplomatico, ed
La coronazione dei re nel ceri- i forestieri piìi distinti. L'am-ora di
moniale poco differisce dalla Coro- un tal giorno, che segna un'epoca
COR COR 23i
nicniorabile, fu annunziata da centu- ch'erano gli ultimi ; le deputazioni
no colpi di cannone, e dal festevole delle università
di Padova, e di
suono di tutte le campane. Il duo- l'avia, accademie di belle arti
delle

mo di Milano in tale occasione of- di Milano , e di Venezia, e dell'i-

fri un saggio luminoso di quanto stituto di scienze, lettere, ed arti. I

possano le belle arti in questo se- deputati delle congregazioni pro-


colo vincendo la vaghezza, la ric- vinciali a due a due, secondo l'or-

chezza delle stoffe, e degli aurei dine alfabetico delle provincie da


fjegi. 11 genio del rinomato Ales- essi rappresentate, presero fra loro
sandro Sancjuirìco lo fregiò di que- il posto secondo l'anzianità. Veni-
gli ornamenti, che corrispondendo Tano poi i delegati provinciali a due
alla santità del luogo, all'austerità a due neir ordine dell'anzianità di
della sua architettura, alia solenni- nomina, precedendoli i meno an-
tà della cerimonia, espressero la ziani, e seguivano per ultimi i con-
sublimità, e la grandezza della cat- siglieri aulici delegati provinciali di
tolica religione, e della sovranità. Venezia, e di Brescia, il più anzia-
La descrizione degli addobbi del no alla dritta. I deputati delle con-
nmgnifìco tempio, colle tavole in- gregazioni generali procedevano a
cise del suo prospetto interno, e due a due nel posto dell'anzianità
del trono reale, si leggono in fine di nomina, senza distinzione se fa-

dell'importantissimo, e dotto Coni- cessero parte della congregazione


inenlario storico del eh. Ignazio centrale lombarda, o veneta. Indi
Cantù, intitolato Influenza degli
: venivano i due gover-
consiglieri dei
imperatori di casa d' Austria nelle ni del regno lombardo-veneto pure
vicende d! Italia , dall' elezione di a due a due ( quelli del governo
Rodolfo d'Asburgo fino ai nostri veneto per mezzo d' una deputa-
giorni, Milano i838. Questa ele- zione ), secondo l'anzianità, senza
gante, ed ornata edizione, da An- distinzione se appartenessero all'uno
tonio Arzione, in divotissimo omag- od all'altro governo; di poi segui-
gio, fu intitolata agli eccelsi prin- va il consiglier aulico presso
il go-

cipi. vernatore di Milano; indi venivano i


La processione si mosse alle ore due signori governatori in ordine di
nove dal palazzo di corte verso la anzianità; i forieri di corte; gli scudie-
metropolitana nell' ordine seguente. ri; i ciambellani; i consiglieri intimi;
Un distaccamento di granatieri ;
e r araldo del regno lombardo- vene-
due battistrada ; la servitù di corte; to in abito di costume, con berretto
gli araldi delle città non regie, ma ornato di piume, portava il basto-
però fornite di una congregazione ne alzato. Succedeva il maggiordo-
municipale; indi quelli delle città mo maggiore del regno lombardo-
regie a due a due, nell'ordine al- veneto col bastone; indi venne il
fabetico delle rispettive città, ad ec- grande scudiere del regno lombar-
cezione di quelli di Milano, e di do-veneto colla spada regia nella
Venezia, che furono gli ultimi ; i guaina sopra un cuscino di vellu-
podestà delle suddette cittìi aventi to turchino, e giallo riccamente
ciascuno alla sinistra un assessore guarnito d' oro ; il gran coppiere
municipale nello stesso ordine, me- lombardo-veneto, portante lo scet-
no quelli di Venezia, e di Milano, ti-o sopra un egual cuscino ; il gran
233 COR COR
siniscalco lombardo-veneto, col glo- cato con tre carrozze a sei cavalli,
bo del regno sopra un egual cu- preceduto dalla propria servitù in
scino; ed il gran ciambellano del gala, per attendere nel tempio l'ar-
regno lombardo-veneto colla coro- rivo di sua maestà.
na sopra un egual cuscino. Intanto, progredendo la proces-
Seguivano il serenissimo arciduca sione, tostochè l'imperatore si av-
Ranieri, vice-re del regno lombax'- vicinò al duomo, il primo maestro
veneto, avendo a fianco il proprio delle cerimonie ecclesiastiche avvi-
gran maggiordomo; e sua maestà sò i Cardinali Gaisruck arcivesco-
y imperatore Ferdinando I nell' a- vo di Milano, e Monico patriarca
bito ricco dell' incoronazione, col di Venezia, monsignor nunzio a-
manto imperiale di casa , il cui postolico , i vescovi ,
prelati, e ca-
strascico era portato da paggi. L'im- nonici, perchè venissero tutti alla
peratore era cinto della corona di porta maggiore del tempio a rice-
casa, fregiata dalle quattro collane vere r imperatore, collocandosi i
degli Ordini imperiali, e dal gran vescovi pi 4 vicini, che il resto del
cordone dell' Ordine militare, sotto clex'O Entra-
assistente ai Cardinali.
un ricco baldacchino sostenuto da to r imperatore sotto baldacchino
ptto bastoni, i cordoni de'quali coi nella chiesa (alla cui porta si fer-
fiocchi d' oro, erano portati dai mò la servitù di corte ) , il Cardi-
ciambellani, e circondati dai deco- nal arcivescovo di Milano colla mi-
rati del toson d' oro, ornati delle tra in testa gli presentò l' acqua
proprie collane ( fra i quali il pri- santa, al quale elTetto il cerimonie-
mo maggiordomo maggiore, e il re di corte gli porse l' aspersorio.
gran maresciallo di corte), e dalle In seguito si recò tutto il clero in
gran croci degli imperiali, e reali processione verso l' altare maggio-
Ordini. I capitani delle guardie del re, precedendo mazzaconici, let-

corpo, e l'ajutante generale dell'im- tori, e notari , indi la croce ar-


peratore marciavano un poco avan- civescovile, il capitolo metropolita-
ti da ambi i fianchi. La guardia no, ed in seguito i prelati, ed i

nobile lombardo-veneta ( in questa vescovi tutti parati di piviale bian-


occasione istituita ) , ed all' infuori co e mitre semplici. Per ultimi
,

le guardie del corpo dei trabanti venivano i Cardinali Monico e Gais-


formavano l'accompagnamento la- ruck coi loro assistenti. Li segui-
terale. Una divisione della guardia rono indi gli araldi civici, i pode-
nobile lombai'do-venela seguiva im- stà, le congregazioni provinciali, i

mediatamente il baldacchino. Indi delegali provinciali, le congregazio-


incedevano un distaccamento di ni centrali, i consiglieri di gover-
granatieri, sua maestà l' imperatri- no, il consigliere auhco del goverr
pe, i serenissimi arciduchi, e le se- no di Milano, ed i due governato-
renissime arciduchesse, non che gli ri. Poi procedettero i forieri di
augusti ospiti presenti in Milano corte, le cariche di corte, monsi-
pel sotterraneo dell* arcivescovato gnor nunzio apostolico, il regio a-
si recarono al duomo olle tribune raldo lombardo-veneto, gran di- i

loro destinate. Anche monsignor gnitari cogli onori del regno e ,

Altieri nunzio apostolico del Pon- l'arciduca vice-re. Finalmente ve-


tefice Qregorio XVJ, vi si era re- piva l'imperatore circondato dal
,

COR COB 233


solilo corteggio, e con due vescovi ricca sedia a bracciuoli presso l'ul-

ai fianchi destinati ad essere assi- timo gradino dell'altare, nella qua-


stenti regii , tenendo sollevato il le, dopo fatta la prestnlazione, pre-
manto imperiale alle due estremi- se posto r imperatore con un in-

tà anteriori. AJ suono delle trom- chino verso il Cardinal arcivescovo


bette, e dei timpani, continuala fun- celebrante. Allora segui la presene

zione a muoversi verso l'altare tazioric, e quindi l' ammonizione^


maggiore. Le guardie di scorta ri- che venne udita dall'imperatore se-

masero indietro ai posti assegnati dente. Di poi l'imperatore si aU


prima la guardia del corpo dei zò, avvicinossi all'aliare accompa-
trabanti, dopo, vicino al presbite- gnato dai due assistenti, e s'ingi-
rio, la guardia nobile lombardo- nocchiò nel gradino più alto, ove
veneta. 11 baldacchino si lasciò ad- il cerimoniere di corte aveva col-
dietro al presbiterio. localo un ricco cuscino. Il primo
Giunto all'altare maggiore il cle- gran maggiordomo maggiore tol-
ro s' inginocchiò, e fece una breve se dal capo dell' imperatore la co-
orazione. L'imperatore fece lo stes- rona di casa, la quale venne por-
so sotto il suo piccolo trono, eretto tata a corte dal tesoriere, scortato
dirimpetto all'altare, e frattanto si da una guardia del corpo degli
collocarono suU' altare gli onori del arcieri, e da una guardia del cor-

regno. Dopo l'orazione prese ognu- po ungherese Indi l' imperatore


.

no il posto assegnatogli , cioè il lesse il giuramento dell' incorona-


Cardinal patriarca di Venezia, il zione, finito il quale toccò colle due
capitolo del duomo, i vescovi, ed mani il libro dei santi evangeli!,
i prelati negli stalli disposti dietro che il Cardinal arcivescovo seduto
l'altare. Il Cardinal arcivescovo di tenne aperto sulle sue ginocchia, e
Milano co* suoi tre assistenti, sedet- pronunciò le parole: Così Iddìo ci
te sulla predella dell'altare colla ajulì.

faccia rivolta al popolo, i due ve- Dopo il giuramento rimanen-


scovi pili anziani destinati all'assi- do ancora l'imperatore genufles-
stenza dell'imperatore si recarono so, Cardinal arcivescovo ed i ve-
il

ai due sgabelli a fianco del trono, scovi si alzarono senza mitra, e i


e dopo qualche istante, l'imperato- vescovi dissero sotto voce l'orazio-
re si alzò in piedi, e si recò, ac- ne di benedizione sopra l' impera-
compagnato dai due vescovi assi- toi'e. Dopo questa orazione si alzò
stenti (che prima si fecero le- sua maestà, discese dai gradini del-
vare la mitra), all'altare maggio- l' altare, s' inginocchiò dalla parte
re preceduto dal gran maggior- dell' epistola sull' ultimo gradino, e
domo maggiore del regno lom- si prostrò col viso sul cuscino dis-
bardo-veneto col suo bastone. Il posto avanti di Cardinal ar- lui : il

gran ciambellano lombardo-veneto, civescovo, ed i prelati


i vescovi,
il primo gran maggiordomo mag- posero di nuovo la mitra sul capo,
giore, il faciente funzioni di gran e s'inginocchiarono unitamente al
ciambellano, i due capitani delle resto del clero, e recitarono le li-

guardie del corpo, e l'aiutante ge- tanie dei santi. Dopo il versetto
nerale accompagnarono l' imperato- ut omnibus fìdelibus etc, si alzò in
re. Nello stesso tempo si portò una piedi il solo Cardinal arcivescovo.
334 COR COR
con mitra, e pastorale, e rivolto vescovi assistenti, dai suddetti gran
verso l'imperatore diede la bene- dignitari del regno, e grandi cari-
dizione, ciò che fecero pui'e gli al- che di corte al padiglione reale,
tri vescovi assistenti, ma in ginoc- nel quale però insieme all' impera-
chio. L' imperatore si rizzò allora, tore non entrarono che i due as-
restando genuflesso ; il celebrante sistenti, il primo gran maggiordo-
i inginocchiò, e terminò le litanie. mo maggiore, il faciente funzione
Compite queste, si alzò in pie- di gran ciambellano, e il gran
di il Cardinal arcivescovo senza ciambellano del regno lombardo-
mitra ; i vescovi restarono in ginoc- veneto. Colà vennero asciugate al-
chio, deposero la mitra ^ e dissero l'imperatore dal primo dei due
sotto voce col Cardinal arcivescovo! vescovi le unzioni fatte al braccio
versetti, e le orazioni prescritte, dopo destro, e fra le scapole, e dopo ciò
le quali, il Cardinal arcivescovo se- ilgran ciambellano del regno lom-
dette colla mitra in capo avanti l'alta- bardo-veneto, e il faciente funzione
re; l'imperatore si alzò in piedi, a- di gran ciambellano ricongiunsero
.scese i gradini dell'altare, e venne ad le vesti dell'incoronazione ove era-

inginocchiarsi sopra un ricco cusci- no state aperte. Mise nuovamente


no collocato dal cerimoniere di il primo gran maggiordomo mag-
corte sul gradino più alto avanti giore all' imperatore le collane de-
il Cardinal arcivescovo; gli altri gli Ordini, ed i due primi nomi-
vescovi con mitra e pastorale si nati lo vestirono del manto reale
avvicinarono, e formarono un cir- lombai'do veneto. L'imperatore si
colo intorno all'imperatore. Il gran recò allora preceduto ed accom.
ciamberlano lombardo-veneto, ed il pagnato come prima nell' andare
faciente funzione di gran ciambel- dal trono all'altare, dal padiglio-
lano levarono a sua maestà il man- ne reale allo stesso trono, e vi pre-
to imperiale di casa ; il primo gran se posto per assistere alla messa
maggiordomo maggiore levò la col- pontificale. Nel tempo che l' impe-
lana degli Ordini ; le quali insegne ratore erasi ritirato nel padiglione
unitamente manto furono ti'aspor-
al reale, Cardinal arcivescovo andò
il

tate dai forieri di camera nel padi- alla sua sedia, si lavò le mani, si le-

glione reale. Il gran ciambellano lom- vò il piviale, e si vestì de' sagri


bardo-veneto scoprì le spalle, ed il paramenti da messa ; indi gli si
f;iciente funzione di gran ciambellano accostarono i quattro ministri or-
il braccio destro dell'imperatore. Il dinari per la messa pontificale ;
Cardinal arcivescovo intinse allo- il diacono ebdomadario, il suddia-
ra il pollice della mano destra nel cono per la lezione, e il suddiaco-
che gli venne presentato
giicro olio, no per l'allei uja. Quando tutto fu
dd cerimoniere di corte in una disposto, e l'imperatore si trovò al
coppa d'oro, ed unse, orando, in suo genuflessorio, si recarono i ve-
n.odo di croce 1' imperatore al scovi al loro posto nel coro, ove a
braccio destro dalla giuntura delle due a due recitarono la confessione

mani sino al cubito, come anche intanto che si fece Io stesso all' al-
sul dorso tra le spalle. tare dal Cardinal arcivescovo cele-
Dopo la sagra unzione, l'impe- brante. La messa pontificale si ese-

ratore venne accompagnato dai due guì a norma del cerimoniale am-
COR COR a35
brogiano quanto al rito, e quanto cintura, al Cardinal arcivescovo, il

alla musica, colla colletta prò Rege. quale ne cinse l' impei'atore. Quan-
Cantata l'epistola, i quattro mi- do questi ebbe cinta la spada, si

nistri della messa ritornarono in alzò in piedi, la sguainò, la ripose


coro a riprendere il loro primiero poi di nuovo nel fodero, e s' ingi-
posto, e il Cardinal arcivescovo se- nocchiò avanti l'altare. 11 Cardinal
dette sul faldistorio posto avanti arcivescovo di Milano prese poi la
l'altare co' suoi assistenti ordinari corona, che gli venne presentata
come prima. Sì recarono in segui- dal gran ciambellano, la pose, uni-
to i vescovi, condotti dal Cardinal tamente al Cardinal patriarca di

patriarca di Venezia, che era sem- Venezia, sul capo dell' imperatore,
pre rimasto al suo posto, in solen- ed ambedue pronunciarono le pa-
ne processione verso il trono, s'in- role determinate per questa solen-
chinarono profondamente avanti ne cerimonia. In questo atto si suo-
l'imperatore, e l'accompagnarono narono tutte le campane della me-
all'altare ove l'imperatore si dires- tropolitana, alle quali fecero eco
se, preceduto dal gran maggiordo- quelle pure delle chiese di tutta la
mo maggiore lombardo-veneto col città, e si eseguirono dalla truppa
bastone, dal grande scudiere, dal schiex'ata sulle piazze tre salve di
grande coppiere, dal gran siniscal- moschetteria, e dal castello vennero
co, dal gran ciambellano del regno fatte le salve d'artiglieria. In segui-
lombardo-veneto, coi due vescovi to ricevette il Cax'dinal patriarca di
assistenti ai fianchi, e seguito dal Venezia scettro dal gran coppie-
lo
primo gran maggiordomo maggio- re, e mise nella mano destra
lo

re, dal faciente funzione di gran dell' imperatore coU'allocuzione pre-


ciambellano, dai due capitani delle scritta.

guardie del corpo, e dall' ajutante Finalmente il Cardinal arcivesco-


generale. Arrivato all'altare l'im- vo di Milano diede all' imperatore
peratore s'inginocchiò sul gradino nella mano sinistra il globo impe-
più alto, ove il gran cerimoniere riale presentato dal gran siniscalco
avea collocato un ricco cuscino. lombai'do-veneto. Il grande scudie-
Allora uno degli assistenti del Car- re lombardo-veneto slacciò all' im-
dinal celebrante, togliendosi dall'al- peratore la cintura della spada, e
tare, presentò gli onori regno del dopo avei'la sguainata, consegnò la
al Cardinal arcivescovo medesimo, cintura stessa al foriei'e di camera,

il quale li consegnò ai gran digni- che la fece portare, per mezzo di


tari del regno, perchè li tenessero un cameriere, col fodero, e col cu-
sopra cuscini. Il grande scudiere scino suindicato, a corte, ove si

lombardo-veneto, a cui venne leva- portò anche il manto imperiale di


to il cuscino da un foriere di ca- casa. La spada sguainata venne
mera, sguainò la spada regia, che portata avanti 1' impei-atore, dal
porse al Cardinale arcivescovo di grande scudiere in tutto il restante
Milano, il quale la consegnò all' im- della funzione. Allora si alzò in
peratore con un'allocuzione. L'impe- piedi r imperatore e re, e si recò al
i*atore rimise dopo la spada al gran- ti'ono d' intronizzazione, avendo il

de scudiere, che la ripose nel fo- Cardinal arcivescovo di Milano alla


dero, e la richiese, unitamente alla destra, e il Cardinal patriarca di
-ì36 COR COR
Venezia alla sinistra, preceduto dal t\ alzò in piedi, e riprese nelle ma-
capitolo del duomo, dai prelati, e ni, coU'ajuto degli assistenti, lo
dai vescovi, dall' ai-aldo, e dai gran- scettro ed il globo. Finito l' evan-
di dignitari del regno, fra i quali gelio, r imperatore ritornò lo scet-
dal grande scudiere recante la spada tio, ed il globo sui cuscini nello
snudata immediatamente avanti l'im- stesso modo come prima, e s'ingi.
peratore, eh' era accompagnato dai nocchio. Un vescovo, accompagnato
due vescovi assistenti, e seguito dal- dal suddiacono ebdomadario, dal
le cariche di corte suaccennate. Die' cerimoniere ecclesiastico di corte, e
tro un segnale dato colla mano dai dai due paggi coi ceri, si recò col
due elimosinieri della corona, l'im- libro dell' evangelo avanti l' impe-
peratore sedette sulla sedia del tro- ratore, lo presentò a lui per baciarlo,
no. gran maggiordomo maggiore
11 e lo consegnò al suddiacono. Piitor-
lombardo-veneto si rivolse al popolo, natj indi tutti e tre all' altare, il

e colle parole: Fiva Ferdinando Vescovo riprese suo posto. Detto


il

Imperatore e Re nostro, diede il r offertorio, il Cardinal arcivescovo


segno per l'universale acclamazione, celebiante, colla mitra in capo, si

nel qual momento, continuando aur collocò presso l' altare maggiore a-
Cora il suono di tutte le campane, Vanti il suo faldistorio colà traspor-
ed i colpi di cannone, vennero fatte tato. L' imperatoi'e venne accompa-
nuove salve dalle truppe. Il Car- gnato da due assistenti, e dal se-
dinal ax'ci vescovo, deposta la mitra, guito enuncialo di sopra alla pre-
intuonò l'inno ambrogiano TeDeuni, sentazione, colla corona sul capo, e
che si proseguì dalla musica. s' inginocchiò sul penultimo gradino
Pronunziate le orazioni d' intro- dell' altare maggiore, ove il cerimo-
nizzazione, ritornarono i due cap- niere di corte pose un cuscino. Il

pellani della corona, i vescovi, ad gran ciambellano lombardo-veneto


tccezione dei due assistenti regii, i porse dopo all' imperatore l' offerta
prelati, ed il capitolo del duomo, ai stata a lui consegnata dal cerimo-
loro posti, dopo di aver fatto un niere di corte, cioè una gran mo-
profondo inchino avanti l'impera- neta d'oro, la quale offerta venne
tore. Quindi r imperatore rimise lo dall' imperatore data al celebrante

scettro, e il globo, ai due regi as- sopra una piccola tazza, che il me-
sistenti , i quali posero questi o- desimo teneva in mano, poi ritornò
nori del regno sui cuscini tenuti collo stesso accompagnamento al

dal gran coppiere, e dal gran sini- trono d' intronizzazione. Il Cardinal
scalco del regno lombardo-veneto, e arcivescovo, dopo di avere ricevuta
ritornarono ai loro sgabelli. Allora r offerta, si lavò le mani, ed indi
i quattro ministri della messa si si continuò la messa pontificale, si-

avanzarono, e si celebrò la messa no inclusivamente all' offerte vobis


pontificale. pacem.
11 suddiacono àeW Alleluja cantò Al principio del prefazio venne
questo versetto, cui risposero il coro, levata all' imperatore la corona dal

e la musica. L' arcidiacono cantò gvan ciambellano del regno lom-


l'evangelio colle solite cerimonie, bardo-veneto. Al canone l'araldo
durante il quale comparvero sei lombardo-veneto, e gli araldi delle
paggi coi cpri accesi, L' iujperalore città scoprirono la testa. Al Sanctus
COR COR i%1
s' inginocchiarono ad eccezio- tulli, regno genuflessi sostenevano unii
ne di quelli che portavano gU ono- tovaglia avanti l'imperatoi-e. L' ar-
ri del regno, del grande scudiere cidiacono recitò il Confiteor nell'an-
lombardo veneto, dell'araldo lom- golo dalla parte dell' epistola, e il

bardo-reneto, e degli araldi delle Cardinal arcivescovo celebrante, do-


città. Si avanzarono sei paggi at- po essersi comunicato sotto ambe-
tendendo coi ceri accesi all' altare due le specie .sagramentali, si volse
maggiore sino dopo l'elevazione. Al- verso r imperatore, e proferita la
l' elevazione si avanzarono pure^ consueta formola, lo comunicò: in-»
come al solito, alcuni chierici coi di gli diede nel proprio calice la

ceri accesi, e restarono in piedi purificazione, sostenendo l' arcidia-


avanti 1' altare sino dopo la comu* cono una patena sotto il mento
nione. Durante l'elevazione il gran- dell' imperatore. Della comunione
de scudiere lombardo-veneto ab* sotto ambedue le specie fatta da
basso verso terra la punta della alcuni re, e dagl' imperatori nel dì
spada, e l' araldo lombardo-veneto della loro consagrazione, e corona-
il bastone, mentre gli araldi delle zione, si tratta al voL XV, pag,
città abbassarono le loro mazze, e 112, 1 1 3 del Dizionario.
tutti s' inchinarono profondamente. A Cagione poi della lunghezza
Al castello nel tempo slesso si fe- della funzione dell' incoronazione, i

cero salve d' artiglieria, e da per Pontefici permisero a diversi sovia-


tutto si suonarono le campane. Da- ni, come si dice al detto voi. pag.
to il segno dal cerimoniere eccle- 122, di prendere prima qualche ri-
siasticOj si avanzò il seniore dei storo, ad onta che dovessero co-
vescovi non destinati all' assistenza municarsi. Tale indulto, e dispensa
dell'imperatore, verso l'altare collo venne pur domandata alla santa
strumento osculatoiio della pace, Sede dal regnante imperatore di
ricevette dal Cardinal arcivescovo Austria per questa coronazione, e
celebrante il bacio della pace, e si gli fu concessa dall' odierno Ponte-

recò al trono imperiale accompa- fice Gregorio XVI.


gnato dal suddiacono, dal cerimo- Ritornando al nostro racconto,
niere ecclesiastico di corte, e da durante la comunione dell'impera-
due paggi coi ceri accesi. Di là tore, il grande scudiei'e lombardo-
porse all'imperatore la tabella da veneto, r araldo lombardo-veneto, e
baciare, la consegnò poi al suddia- gli araldi civici tornarono ad ab-
cono, indi ritornò coi ceri accesi bassare a terra la spada, il bastone
all'altare. Per la comunione si e le mazze, inchinandosi profonda-
recò l'imperatore all'altare, prece- mente. L'imperatore, dopo la co-
duto dal maggiordomo maggiore munione, ritornò collo stesso accom-
lombardo-veneto col bastone, aven- pagnamento al suo trono per assi-
do ai fianchi i due regi assistenti, stere al rimanente della messa pon-
ed essendo accompagnato dal gran tificale. Tutti si alzarono in piedi,
ciambellano del regno lombardo- e venne posta all' imperatore la co-
veneto. S' inginocchiò l' imperatore rona in capo dal gran ciambellano
sopra il gradino più alto, ed due i lombardo-veneto. Gli araldi si co-
assistenti un gradino più abbasso. prirono, ed il gran ciambellano ri-
I due suddetti gran dignitari del prese il cuscino della corona, che
a38 COR COR
avea prima deposto. Il Cardinale animi vinse la santità del luogo, ed
arcivescovo celebrante allora prese echeggiarono le piìi vive ed entu-
le oblazioni, si pose la mitra in siastiche acclamazioni. Restituitosi
capo, e continuò la messa de more. r imperatore a corte, si mostrò col
Alla fine della messa diede la be- paludamento dell'incoronazione dal-
nedizione pastorale. L' imperatore la gran loggia del palazzo all' im-
ricevette allora, coli' aiuto dei due menso popolo adunato, che unani-
assistenti regi, lo scettro ed il glo- mamente salutò ed applaudì. Quin-
bo. Tostochè fu letto l' evangelo di di seguì il gran convito, o banchetto
s. Giovanni, e finita la messa, l'im- dell' incoronazione nella sala delle
peratore ricevette le felicitazioni dei Cariatidi, che brevemente .si de-
cappellani della corona, dei gran scrisse al fine dell' articolo Convito
dignitari del regno, e degli altri, e {Vedi). Ai 2 5 poi dello stesso mese
ritornò al suono delle trombette, e di settembre l'imperatore, e l'impe-
dei timpani, in solenne processione ratrice, in uno all' arciduca viceré,
dalla chiesa al palazzo, collo stesso partirono da Milano per Pavia.
ordine che fu osservato nel venire. CORONAZIONE delle sagre Im-
Monsignor nunzio apostolico ac- magini. Antico è il rito di coronare
compagnò r imperatore dal tempio le sagre immagini della beata Ver-
alla corte, precedendo la maestà gine Maria, e del suo divino Fi-
sua, immediatamente prima dell'a- gliuolo, come è antichissimo il pio
raldo del regno lombardo-veneto. uso di consagrare, ed offrire corone
L'imperatore avea nel ritorno la d'oro, e di argento , ed anche con
corona di ferro in testa, lo scettro, gemme nelle chiese ; di che molli
ed il globo nelle mani, e vestiva esempi si possono leggere all'arti-

il manto reale lombardo-veneto. Il colo Chiese di Roma {Vedi). Si


grande scudiere lombardo - veneto suole coronare con corone d'oro, e
portava la spada regia snudata im- d' argento anco qualche immagine
mediatamente avanti l' imperatore, di santo, o santa, che sia in ispe-
tenendola alzata. Il gran ciambel- cial venerazione. Ordinariamente pe-
lano lombardo-veneto all' incontro rò la coronazione delle sagre im-
portava il cuscino, su cui era de- magini si fa con solennità a quella
positata la detta corona. I due della beata Vergine, e del suo Fi-
cappellani della corona, tutto il glio Gesù, dai sommi Pontefici, e
clero, e i due regi assistenti resta- dal capitolo di s. Pietro in Vati-
X'ono alla porta del tempio. Inco- cano. Diremo prima delle incoro-
minciando dal presbiterio, l' impe- nazioni che eseguiscono i Papi, po-
ratore andò sotto il baldacchino, e scia di quelle de' canonici vaticani.
durante il ritorno si suonarono tutte Né deve tacersi, che anche gli anti-

le campane, come si è detto di so- chi solevano coronare le immagini


pra. Quando l' impei'atoi-e dopo la dei loro dei.
incoronazione ascese al soglio d'in- Clemente Vili donò una corona
tronizzazione, e che gran mag- il di gemme alla prodigiosa imma-
giordomo lombardo-veneto volgen- gine della b. Vergine Maria, che si
dosi agli spettatori pronunziò le venera nella Chiesa e patriarcale
parole Viva Ferdinando Impera-
: basilica di s. Maria Maggiore {Fe-
tore e Re nostroj il trasporto degli di), cioè nella sontuosa cappella
,

COR COR 239


Borghesiana. Ma corona
tanto la quali trovavansi persone di alla
con cui Clemente Vili incoronò la portata. Dopo la messa passò nel-
detta immagine, che le corone colle l'appartamento del Cardinal Ode-
quali posteriormente fu da altri Pa- scalchi arciprete, e radunatisi in-
pi incoronata, per le vicende dei tanto il sagro Collegio, ed i varii
tempi andarono perdute, ed appe- collegi de' prelati nella sagrestia, il

na due corone d'argento coronava- santo Padre assunse gli abiti pon-
no la sua effigie, e quella del suo tificali, e si diresse in sedia gestatoria
divin Figliuolo. colla consueta processione alla cap-
Grato il regnante Pontefice Gre- pella di s. Caterina, ove adorò il

gorio XVI al possente patrocinio ss. Sagramento esposto. Di là si re-


della b. Vergine esperimentalo nel cò innanzi l'altare Papale, e dopo
iSSy, pel micidiale morbo asiatico aver genuflesso, e venerato la sa-
chiamato choleraj stabili di pon-e gra immagine, ascese al trono, ed
colle sue mani una corona d' oro ivi si Quindi deponendo la
assise.
gemmata , in quel giorno in cui mitra si alzò e benedi col rito
,

coronata la vide il paradiso regina prescritto le due corone, che su due


degli angeli e de' santi, sì alla san- bacili venivano sostenute da due
tissima Vergine, che al divino In- chierici di camera, dicendo :

fante. A tal effetto ordinò, che a


tutte sue spese venissero eseguite >j Sub tuum praesidium confugi-
due corone in oro ricche di gem- mus, etc.
me per offrirle nella mattina della » ^. Adjutorium nostrum in no-
festa dell'Assunzione a'i5 agosto, mine Domini.
avanti la consueta cappella papale. » R. Qui fecit coelum, et terram.
L'altare pontificio della dett3 pa- « ^. Dominus vobiscum.
triarcale basilica liberiana era già M 5J' -E' cum spiritu tuo.
preparato con pompa per tale sa-
gra funzione. La sagra immagine Oremus.
dalla cappella Paolina, o Borghe-
siana, in alto collocata sotto la tri- « Omnipotens sempiterne Deus,
buna sembrava essere sul trono. j>cujus clementissima dispensatione
Due scale vagamente adoraate ren- " cuncta creata sunt ex nihilo :

devano da ambe le parti comodis- « Majestatem tuam supplices de-


simo r accesso al piano superiore , « precamur, ut has coronas prò
ove l'augusta cerimonia doveva e- M ornatu sacrae Imaginis unigeniti
seguirsi.Tutta non solo la tribuna « Filli tui Domini Nostri Jesu Chri-
stessa, ma anche l'abside, e por- « sii, et ejusdem genitricis beatis-
zione della nave principale della » simae Virginis Mariae fabricatas,
basilica risplendeva per la quantità M bene +|f dicere, et sancii fica- ^
dei lumi in bella simmetria distri- » re digneris. Per eumdem Chri-
buiti. Il sommo Pontefice, circa le » stum, eie.
ore otto antimeridiane, recatosi col M
Pj.
Amen.
solito treno alla basilica, celebrò
dapprima privatamente la messa, Allora il Papa tornò a sedere,
e di sua pi'opria mano distribuì il pose r incenso nel turibolo , dopo
pane Eucaristico ai fedeli, ira i averlo benedetto, indi si alzò, asper-
,

24o COR COR


se coir acqua santa le corone, e le » '^. Coronasti Eam, Domine,
incensò. Poscia discese dal trono, e w ^. Et consti tuisti Eam super
genuflesse avanti all' altaie sul ge- » opera manuum tuarura.
nuflessorio intuonando l' antifona
,

Regina codi, che i cantori con Oremus.


modulata voce proseguirono. Ter-
minato il canto furono le corone , »> Praesta, misericors Pater, per
consegnate ai monsignori Pentini « incoronationem Genitricis, etc.
e Macioti canonici della basilica, in w Amen. .

Cotta e rocchetto, facienti le veci di Allora il Papa intuonò l'inno


diacono , e suddiacono al Papa. Te Deuni laudamus, etc, che pro-
Quindi si alzò il Pontefice, prese la seguirono i cantori della cappella
mitra, e preceduto dai due cano- pontificia. Terminato l' inno, il Pa-
nici, ed accompagnato dai due Car- pa recitò.
dinali diaconi assistenti in cappe « ^. Dominus vobiscum.
rosse, e dai due uditori di rota » 5?- E*^ C"°^ spiritu tuo.
egualmente in cappa, ascese per la
scala in comic epistolae al piano Oremus.
superiore, ove stava collocata la sa-
gra immagine. Si cavò la mitra, e « Deus, cujus misericordiae non
prendendo la corona, che doveva » est numerus, etc.
porsi alla testa dell'immagine di Dopo tale orazione, il Papa as-
Gesù, neir imporla sulla medesima, sistè alla consueta messa, solenne
disse il Papa : » Sicuti per manus pontificata dal Cardinal Costantino
» nostras coronaris in terris, ita et Patrizi, avendo tutto il reverendis-
» a Te gloria, et honore coi'onari simo capitolo della basilica assisti-
*' mereamur in coelis ". Presa poi to tanto alla incoronarione, che al-
1 altra corona , l' impose sul capo la messa, presso i protonotari apo-
dell' immagine della beata Vergine, stolici. Terminò la funzione colla
dicendo: » Sicuti per manus no- solita benedizione sulla gran loggia
" stras coronaris in terris, ita et esterna, che il Papa compartì al-
« per Te a Jesu Christo Filio tuo l'immenso popolo. Nello stesso gior-
M gloria, et honore coronari me- no Gregorio XVI emanò il breve,
» reamur in coelis ". Coeleslis Regina, Maxima Virgimini
Seguita la coronazione solenne Maria, col quale affidò la custodia
di dette sagre immagini, fra il giu- delledue corone al collegio de' ca-
bilo, e la commozione universale nonici della basilica, acciocché re-
dell' immenso popolo accorso il , stasserosempre di ornamento alla
Pontefice discese dall' altra scala in sagra immagine.
cornu evangelii, avanti l'altare de- Passiamo ora a parlare delle in-
pose la mitra, benedì l' incenso. Io coronazioni , che delle miracolose
pose nel turibolo, e tre volte in- immagini di Maria Vergine ese-
censò le sagre immagini^ indi disse: guisce il capitolo della basilica va
» '^. Corona aurea super caput ticana.
" ejus, Il Ratti, Della famiglia Sfoé
» ft. Expressa signo sanctitatis,glo- za, parte I, pag. 122, e 1^5, pai
« ria honoris, et opus fortitudinis. landò della discendenza dei coi
COR COR 24r
di Borgonovo, feudo del duca- che immagine, è tenuta mandarne
to di Paruia, fatta da un indi- copia dipinta in quadro al capito-

viduo delia nobilissima e possente lo , come si dice al volume XII,


famiglia Sfoi'za, dice che Alessan- pag. 32 o del Dizionario, nel di-
dro fu il più celebre degli Sfoi-za chiarai'si, che per indulto speciale
di Borgonovo dopo Sforza secondo; pontificio è divenuto privilegio del
che fu cavaliere di grande accor- capitolo di s. Pietro l' incoronazio-
tezza ed esperienza, e più di tutto ne dellepiù miracolose immagini.
si rese celebre colla sua pietà e re- Non deve poi tacersi, che nell' Or-
ligione, di cui eterni monumenti sa- do servandus in tradendis coronis
ranno la fondazione fatta nella sua aiireis, quae donantur a reveren-
terra di Borgonovo de' chierici re- dissimo capitalo s. Petri de Urbe
golari ministri degl' infermi, ed il sacris imaginibus b. Mariae Virgi-
pio legato di settanta uno Luoghi nis, di cui riporteremo le cose prin-

di Alante, lasciati al capitolo di s. cipali , il pio istitutore viene chia-


Pietro di Roma, coli' obbligo di co- mato Alessandro Sforza Pallavicini.
ronare le più insigni immagini di Perchè poi si giustifichi quanto
Maria santissima, come apparisce dicemmo volume XII del
al citato
dal suo testamento rogato a' 3 lu- Dizionario a pag. 283 sull'incoro-
glio i636 per gli atti di Giulio nazione della immagine di s. Maria
Lunati di Parma. Il conte Alessan- della febbre, eseguita a' 27 agosto
dro Sforza "vivrà eternamente per i63i, mentre l'istituzione porta la
si bella istituzione, che mostrò in detta data del i636, riporteremo
lui una straordinaria pietà , e la quanto si legge nel libro manoscrit-
più tenera divozione alla ss. Ver- to del capitolo Vaticano, che ha
gine. Nell'archivio del capitolo "va- per titolo: Sagre immagini di M.
ticano si conservano alcune di lui J^ergine coronate dal reverendissi-
lettere originali dirette ai canonici mo capitolo di s. Pietro in Vati-
suir oggetto del suo legato piene di cano nell'alma città di Roma de-
religiosissimi sentimenti, f^. Carlo scritte per rione: « Il sagro solenne
Barlolommeo Piazza Eusevologio , » rito di collocare corone sopra la
di Roma, tratt. 3, cap. 7, p. i^5, » testa di qualche celebre imma-
e la Raccolta delle Immagini del- » gine di Maria Vergine, ed an-
la beatissima J^ergine ornate della « che del di lei divino figliuolo Ge-
corona d'oro, ec. Roma 1792. Nel- « su Cristo, quando l'uno e l'altra
la sagrestia dei beneficiati del so- » si trovano unitamente dipinti in
praddetto capitolo, si venera l'im- »5tela, in tavola, o in muro, o scol-
magine di s. Maria della febbre col » piti in sasso, in legno o in altra
divino Figliuolo, che fu la prima » materia dalla pietà de'fedeli, ri-
immagine ad essere coronata dal » conosce il suo stabilimento dal
capitolo, a seconda della istituzione di » conte Alessandro Sforza patrizio
Alessandro Sforza. Nelle diverse sa- M di Piacenza. Egli, dopo avere da-
grestie valicane poi si conservano « ti ben chiari contrassegni della
tutte le copie delle immagini dal j> sua singoiar divozione verso la
capitolo coronate, perchè quella >» regina del cielo, avendo prima
chiesa, o luogo, in cui dal medesimo, » della sua morte fatto coronare
o per delegazione, s' incorona qual- M buon numero di sagre immagi-
VOL. XVII. 16
9-42 COR COK
» ni di Maria Vergine le più ri- gcnza plenaria, previa la confessione
M nomate in Roma, e riflettendo e comunione, a' fedeli, che assiste-
a che questa religiosissima opera sa- ranno alla coronazione, o visitei'an-
» rebbe rimasta imperfetta dopo la no r immagine incoronata. Tre
» di lui morte, sì risolse a perpe- giorni innanzi la funzione, le cam-
» tuarla con lasciare un convene- pane della chiesa suoneranno a festa,
M vole assegnamento affine di pro- ad annunziare al popolo la solen-
» seguirla. Quindi nell'ultimo suo nità. Se r immagine sarà amovibi-
» testamento rogalo per gli atti di le dovrà porsi sotto baldacchino,
M Giulio de Lunati con apostolica, e nell'altare principale, decentemen-
« ed imperiale facoltà, notaro del- te oi'natocon copiosi lumi. Inoltre
M la città di Parma li 3 luglio dovrà pararsi la chiesa, e sulla por-
« i636 , destinò per capitale di ta maggiore di essa dovrà porsi
M queste coronazioni il fruttato di l'immagine dipinta simile a quella
» luoghi settantauno di monti ca- da incoronarsi, collo stemma del
» merali non vacabili, lasciandone Pontefice regnante, del Cardinal
« la piena amministrazione al ri- arciprete e del capitolo vaticano,
» spettabilissimo capitolo della sa- ed anche del canonico del medesi-
« grosanta basilica di s. Pietro in mo delegato, se la funzione si ese-
»> Vaticano ". guisce da lui. Éjj
A tenore pertanto, ed in esecu- Essendo tutto preparato per l'in-^
zione della mente, e disposizione del coronazione, nel d'i precedente ad
prelodato conte Alessandro, il capi- ora di vespero si canteranno le li-
tolo vaticano elargisce corone di tanie della beata Vergine Maria,
oro alle sagre immagini della b. coir inno Ave maris stella, e l'ora-
Vergine, che per l'antica loro vene- zione Famuloruni tuorwn, quaesu-
:

razione, per la frequenza degli ope- mus Domine. Nel giorno poi desti-
rati miracoli, sono nel culto appro- nato all' incoronazione , se il dele-
vate dai l'ispettivi Ordinari. Queste gato è canonico vaticano, v' incede-
corone si decretano dal capitolo va- rà in abito prelatizio con sottana,
ticano a petizione de' vescovi, o di fascia, rocchetto, mantelletta, come
qualche corporazione , autenticata i protonotari apostolici, in forza
però da lettere de' rispettivi Oidi- de' privilegi del capitolo vaticano,
nari, rimettendosene l'imposizione venendo ricevuto dal clero, e dai madl
ad alcun canonico vaticano, o a gistrati. Si aspergerà coll'acqua santa"
persona costituita in dignità eccle- sebbene vi sia presente il vescovo,
Nella petizione si deve man-
siastica. indi ponendosi in ginocchio avanti
dare la misura del capo dell' im- r altare, ove adorasi la ss. Eucari-
magine da coronarsi, acciocché la stia, farà orazione. Indi si reca al luo-
corona, che dovrà spediisi, insieme go della funzione, ed alla presenza
a quella del Divin Figliuolo per de' magistrati del luogo, del notaro,
quelle immagini che la hanno, sia dei testimoni, e del deputato della
adatta tanto se l'immagine è di- chiesa, si presenta la corona, o le cor
pinta in tavola o tela, che se è ne d' oro, esigendosi giin-amento, ci
di legno, di marmo, o di altra esse saranno custodite, ed in perp«
materia. Quindi s'implora dal Papa tuo lasciate in capo della sacra ii
il breve di concessione dell' indui- magiue, del che il notaro fa forms
,

COR COR 243


le islromento. Dopo la lettura di super tahulatum duobus saltem gra-
esso, dei decreto e deputazione del dibus elevatum, decentique tapeto
capitolo vaticano , sul!' incoronazio- coopertum, con l'assistenza del mae-
ne, il delegato benedice la corona, stro delle cerimonie, ed avrà in-
o le corone poste su bacile d'oro, nanzi il genuflessorio. Dopo il van-
di argento, dicendo : gelo il delegato pronunzierà un
« Sub tuum praesidium etc. breve discorso sulle lodi della b.
« '^. Adjutorium nostrum in Vergine. Se poi il delegato celebra
« nomine Domini. la messa, ed il vescovo assiste
" 5;« Qui fecit coeliim et terram. benché lo stesso delegato non sia
» Dominus vobiscun». vescovo, non ostante benedice l'in-
»> Et cum spiritu tuo. censo, lo mette nel turibolo, ed
incensa l'altare, e l'immagine nel
Oremus.
modo consueto. Prima della puri-
> Omnipotens sempiterne Deus, ficazione, e prima di lavarsi le di-
cujus clementissiina etc". Allora il ta, il delegato, ovvero il vescovo,
funzionante asperge con acqua be- secondo l'antico e sagro rito della
nedetta ed incenso la coi'ona, o le primitiva Chiesa praticato nelle fe-
corone; quindi, preceduto dalla croce, ste dal capitolo vaticano, il diaco-
ed accompagnato da otto ceri ac- no, e ilsuddiacono devono prende-
cesi, si reca all' altare, ed intuona re la comunione.
l'inno: O glorio.ia Vìrginum, che Terminata la messa, il delegato,
il coro prosegue alternativamente. sia sacerdote o vescovo, assume il

Terminato l'inno, il delegato recita piviale, si reca all'altare, s'inchina


l'orazione; » Deus, qui virginalem riverentemente alla sagra immagi-
» aulam b. Mariae semper Virgi- ne da incoronarsi, e postosi in gi-
« nis, in qua habitares, eligere di- nocchio intuona l'inno: Regina Coe-
»' gnalus es, da quaesumus, ut li, laetare alleluja^ che viene pro-
" sua nos defensione munitos, ju- seguito dal coro. Indi il delegato
» cundos facias suae interesse co- accompagnato dal diacono e sud-
" ronationi Qui vivis et regnas
. diacono superpelliceo et rochetto
»' cum Deo Patre etc. " indutus, ascende a coronare con ve-
Allora si depone la corona in nerazione il capo della immagine,
cornu epistolae, e si promulga dal dicendo: Siculi per manus nostras
delegato la concessa indulgenza in coronaris in terris, ila el a Chrislo
forma brevis dall'Ordinario ricono- gloria et honore coronari merea^
sciuto. Di poi si canta la messa inur in coelis. Allora suonano le
votiva della b. Vergine dal vescovo, campane, e le bande musicali, se
o dal delegato, ovvero dalla digni- ve ne sono, e si sparaiio per alle-
tà della chiesa, ove segue l'incoro- grezza i mortari, od altra artiglie-
nazione, assistendovi l'Ordinario del ria. Se l'immagine della b. Vergi-
luogo, e se vi sono canonici, essi as- ne ha pure quella del suo divi-
sumono i sagri paramenti bianchi. no Fighuolo questo s' incorona
,

Se delegato assisterà, o celebrerà


il per primo, dicendo: Siculi per ma-
la messa, avrà distinta sede, qiiam nus nostras coronaris in terris j
ìfnperìalem vocant cum ornamento ita eta te gloria, et honore coro-
postergali vulgo Tosello o Dosello, nari mercamur in coelis. Dipoi il
.

244 COR COR


vescovo, o il delegato, benedice l'in- petua memoria si rimette alla ba«
censo, lo pone nel turibolo, e con silica di s. Pietro un quadro di-
tre tiri incensa la coronata imma- pinto, copia dell' immagine coronata,
gine. Finito l'inno suddetto, il de- la quale si colloca in sagrestia, co-
legato dice: me neir archivio del capitolo si

» ^. Corona aurea super caput depone la descrizione della seguita


» ejus. coronazione, e tuttociò che l'iguarda
M 5lj. Expressa signo sanctitalis, la santa immagine.
» gloria honoris, et opus forti tu- Non mancano esempi, che i som-
» dinis. mi abbiano coronate le
Pontefici
X '^. Coronasti eam, Domine. sagre immagini con corone del ca-
» ^. Et constituisti eam super pitolo Vaticano. Allorquando Pio
>• opera manuum tuarum. VII nel i8i5 si recò a Genova,
memore del suo anteriore soggior-
Oremus.
no a Savona, e della miracolosa
» Praesta, misericors Pater, per immagine scolpita in marmo, che
« invocationem genitricis unigeniti venerasi sotto il titolo della mise-
« Filii etc. Amen". Intuonasi quin- ricordia in un tempio circa cinque
di l'inno: Te Deum laudamus, e miglia distante da Savona dedicato
in fine Torazione Deus, cujiis mi-
: alla slessa b. Vergine, si recò a
sericordiae non est numerus etc. coronarla solennemente colla corona
Poscia si recita il salmo De pro- : d' oro, che da Roma aveale rimesso
fundis etc. coU'orazione Deus, ve- : il capitolo vaticano, ed ornata di

niae largitor, et hunianae salutis ricche gioie donate dai fedeli della
amator. Indi con voce bassa di cesi Liguria. La funzione segui ai io
il Pater noster, e l* Ave Maria pel maggio alla presenza di diversi so-
capitolo, e pei canonici della basilica vrani, cardinali, i^ personaggi di-

vaticana, coli' Oremus prò benefa- stinti, modo che si descrive dal
nel
ctoribus nostris. Si dà termine alla numero ^o del Diario di Roma
funzione colla preghiera recitata da di detto anno i8i5; e dal Piste-
Benedetto XI II, nel coronare la lesi, Fita del sommo Pontefice Pio
immagine della b. Vergine, che, VII, tora. IV, a pag. 726 seg. Il
sotto il titolo della Rotonda, si ve- medesimo Pontefice Pio VII, come
nera nella città di Albano. si legge nel numero 89 del Diario

Nelle ore pomeridiane si canta di Roma del 1816, da Castel Gan-


solennemente il vespero, colle anti- dolfo si recò alla chiesa di Galloro,
fone, ed i salmi propri della festa e coronò con corone d' oro quella
di s. Maria ad Nives, indi si pro- immagine di Maria Santissima col i

nunzia da qualche sagro oratore un suo divin Figliuolo, avendo prima


panegìrico in lode della Madonna. celebrata la messa, che poi ascoltò
Nello stesso tempo hanno luogo se- eziandio, dopo la quale venne pro-
gni di pubblica, e religiosa alle- nunziato un commovente analogo
grezza, un triduo con panegirico, e discorso dal p. Augusto Altieri del-
la dispensa delle immagini di quel- la compagnia di Gesù, compagnia
la coronata; alcune delle quali or- che tiene in custodia la chiesa. Le f

nate si danno pel capitolo, e Car- dette sagreimmagini erano state


dinal arciprete vaticano, ed a per- coronate solennemente per coinmis-
COR COR 245
sione del capitolo vaticano, nel dinal Galleffi, arciprete di s. Pietro,
1726, con corone d'oro, le quali, coi canonici del suo capitolo, coro-
repubblicane del
nelle note -vicende nò con due corone d'oro da lui
1 799, vennero derubate. Il Cancel- medesimo benedette, la b. Vergine,
lieri, nella Lettera al dottore Ko- e il divin Figlio. V. Immagini saghe.
reff, ne fa la descrizione, e riporta CORONEA. V. CoRoN, Corona,
notizie analoghe a siffatte corona- o Corone.
zioni, a pag. 25 1, 252, e seg. Tut- COROSMAN Matteo, Cardina-
tavolta il Cardinal arciprete della le. Matteo Corosman, secondo l'U-

basilica vaticana eseguisce l' incoro- ghellio, venne decorato della sacra
nazioni delle immagini. Nel
sagre porpora cardinalizia da Clemente
numero 1 954 del Diario di Roma VI del 1342 Nessun altro scrittore
dell'anno lygS, si legge, che il parla di questo Cardinale, il cui no-
Cardinal duca di Yorck, dopo aver me non si trova nemmeno ne' re-
celebrato la messa nella chiesa già gistri del sagro Collegio.
parrocchiale di s. Benedetto in Pi- CORPI de' santi. W. Santi, bea-
scinula (così detta perchè ivi anti- ti, MARTIRI, e reliquie, ai quali ar-
camente era forse un mercato di ticoli si dice anche dei corpi santi,
pesce), come arciprete della basilica e delle reliquie rubate.
vaticana, coronò di corona d' oro CORPO DI CRISTO, o Corpus
il santo bambino, e la b. Vergine, Domini, Festa. V. il volume IX,
la quale ivi si venera sotto il por- pag. 4^', 46 ^^ Dizionario, ove
tico, perchè secondo l' antica tra- si dice anche della processione, la
dizione ispirò al santo patriai'ca quale si chiama trionfale, perchè a
Benedetto ( che ivi abitava nel- modo di trionfo si porta per le
la sua giovinezza, e spesso orava pubbliche vie Redentore del mon-
il

innanzi ad essa), di fondare il cele- do, il re de' re, e il dominatore dei


bratissimo e benemerito Ordine be- dominanti. Il concilio di Trento
nedettino. Neil' altare maggiore ev- col seguente deci'eto confermò tal
vi r eflSgie appunto del santo, che processione : » Aequissimum est
il Mabilion reputò colorita mentre » enim, sacros aliquos statutos es-
viveva. Dopo l' incoronazione vi fu » se dies, cum Christiani omnes
cantato solennemente il Te Deum « singulari, ac rara quadam signi-
laudamus, e per la messa pontifi- M fìcatione, gratos, et memores te-
cò monsignor Buschi arcivescovo di « stentur animos erga communera
Efeso. Finalmente è da notarsi, che » Dominum prò tam ineffabili, et
al volume XII, p. Sa del Dizio- » piane divino beneficio, quo mor-
nario, si fece menzione del simu- M tis ejus Victoria et triumphus
lacro, e della statua, che si venei'a « repraesentantur ". V. il Diclich,
in Roma nella chiesa di s. Salva- Diz.sac. liturg. Corpus Dominifesta ^
tore in Lauro, fatta a somiglianza e Corpus Domini processione.
di quella di Loreto, che il capito- CORPO DI GESÙ' CRISTO
lo vaticano coronò con corone di nell'eucaristia. V- Eucaristia.
oro, cioè la b. Vergine nel i644» CORPO DI GESÙ' CRISTO,
e il s. Bambino nel 1646. Ma nel- o DEL SS. Sagramento, Ordine re-
le suaccennate vicende desolatrici, ligioso. Dopo che il sommo Pon-
essendo state involate anche queste tefice Urbano IV istituì la festa del
corone, a' 9 dicembre i836, il Car- ss. Sagramento, o del Corpo di
246 COR COR
Cristo [Vedi), detta del Corpus l'attuai gonfaloniere di quella città.

Domìni con voce latina, alcune per- Nell'antio i84i, allorché il regnan-
sone divote, bramose di venerare te Papa Gregorio XVI soggiornò
in ispecial modo tal solennità, e in Gualdo Tadino, volle il mede-
ciò che celebravano, unironsi in so- simo gonfaloniere, che tal quadro
cietà, la quale fu poscia eretta in decorasse l' altare domestico, eretto
congregazione sotto il nome di Re- nella sala pubblica, ove il Ponte-
ligiosi bianchi del Corpo di Gesù fice nella mattina dei 20 settem-
Cristo, e dei frati, o fratelli del- bre celebrò la messa. Né si deve
l' officio del Corpo di Gesù Cri- tacere, che per paliotto di tale al-
sto, e del santissimo Sagramento. tare, ne fu posto uno antichissimo
L' origine di siffatti monaci ebbe di legno intagliato, collo stemma
luogo in Gualdo Tadino [Vedi), de' monaci consistente in due an-
già sede vescovile, ed ora nella dio- geli, che sostengono un calice con

cesi di Nocera. Se ne celebra fon- ostia sopra. Si vuole , che sì inte-


datoi'e il beato Andrea di Paolo di ressante quadro venisse dipinto da
con licenza ed autorizzazione
Assisi, Mattia da Gualdo, il quale fiorì
di monsignor Alessandro Vincioli nella metà del secolo XV , e che
in allora vescovo di Nocera, in una appartenesse all'antica chiesa de' ss.

chiesa cioè situata circa un tiro di Gervasio e Protasio ora diruta, che
mano fuori di porta s. Benedetto fu dei monaci del Corpo di Cristo,
in contrada chiamata la Buona ma- e che venne dipoi ceduta a' minori
dre, ove fu edificato un nobile conventuali.
monistero, il quale poi divenne il Fiorendo la congregazione dei-
capo di tutti gli altri della con- monaci del Corpo di Cristo, venne
gregazione, non che residenza del appi-ovata nell' abito , nelle regole ,

suo abbate generale. I monaci di ne' suoi monisteri e chiese, dall'au-


questo Ordine professarono la re- toritàsuprema di Gregorio XI, do-
gola de' cistcrciensi, vale a dire la po il suo trasferimento da Avigno-
regola di s. Benedetto, e le parti- ne in Roma, mediante breve dato
colari costituzioni di quell' insigne in Anagni ai 5 luglio iSyy. Quin-
Ordine, oltre alcune osservanze par- di il Pontefice Bonifacio IX, ai 6^
ticolari prescritte dal beato istitutore, luglio i3g3, fece partecipe la con-
ed approvate dal suddetto vescovo. gregazione di tutti i privilegi , in-
Questi monaci ebbero per pi'in- dulgenze, e grazie godute dall'Orbi
cipale istituto di accompagnare il dine ^cistcrciense. Dodici erano
ss. Sagramento nelle processioni so- monisteri di questa congregazioneJ
lenni , e di celebrare con pompa e tutti dipendenti da quello primaJ
ecclesiastica, e ricevere riverente- rio di Gualdo Tadino. Tutti eranc
mente il ss. corpo di Cristo. Vesti- situati nella provincia dell'Umbria,
vano con abito monastico, e lungo dominio della santa Sede, ed era-j
cappuccio. Però di tal vestiario non no : I monistero del Corpo di
." il

si ha altra memoria che quella , Cristo, di Gualdo, residenza dell'ai


tratta da un quadro antichissimo bate generale della congregazione ;1
esistente nella chiesa di s. France- 2.° il monistero de' ss. Gervasio ej

sco di Gualdo Tadino , ora posto Protasio, distante circa due miglia]
in decente locale per le cure del- da Gualdo, in vocabolo Capo d'Ac-
,

COR COR 247


qua; 3.° quello di s. Angelo del che si distende sulla mensa dell'al-

Morene presso Camerino ; 4- '


q"*^'- tare in tempo della messa , per
lo di s. Caterina fuori della porta mettervi sopra immediatamente il
di s. Andrea di santa Anatoglia ;
calice,e poi il corpo del Signore
5.° quello del Corpo di Cristo, fuo- nostro Gesù Cristo, per cui è chia-
ri della città di Todi ; 6.° quello mato corporale. Serve ancoi'a un
di s. Maria in Campis fuori di Fo- tal pannolino a raccogliere le par-
ligno ;
7.° quello di s. Giovanni ticelle dell' ostia consagrata, che si

di Bussi, o di Filillo fuori della possono staccare quando si deve


porta di Filillo della città di Ca- usare dal sacerdote. Tali particelle
merino; 8.° quello Corpo di
del si raccolgono dal medesimo sacer-
Cristo nel bosco di Bacco, non lun- dote, con la Patena (Fedi) , e si

gi da ponte Falcino di Perugia; g.° mettono nel Calice (P^edi).


quello del Corpo di Cristo di Fi'at- Il Sangallo, ed altri autori, co-
ta; 10.° quello di s. Girolamo di me il Macri, dicono che qxiesto pan-
Camerino; i i." quello di s. Fio- nolino viene chiamato corporale
renzo di Perugia; 1
2.° quello di perchè si pone in esso il corpo di
s. Ercolano pure di Perugia. Cristo, nel santo sagrifizio della mes-
A cagione degli scismi e delle sa, ed in memoria del corpo di
guerre desolatrici, che afflissero V I- Cristo, che fu sepolto in una sin-
talia nel termine del secolo XIV ,
done monda, e bianca. 11 corporale
e sul principio del molto sof- XV, fu chiamato Palla dal Pontefice s.
fri il raonistero generalizio di Gual- Clemente I; Syndon da s. Isidoro,
do, per cui Bonifacio IX a' 7 lu- e dal messale Ambrosiano; e Palla
glio iSgS ne trasportò le preroga- Corporalìs dairOrdine romano.
tive e la residenza abbaziale, in s. I corporali devono essere di tela

Maria in Campis di Foligno. Quin- di lino bianchissima, come ordina


di per la penuria di monaci venne espressamente la rubrica ; ma sic-

la congregazione sottoposta alla vi- come eransi introdotti degli abusi,


sita della congregazione Olivetana, perciò la sagra congregazione dei
mediante apostolico breve di Gre- riti, con decreto de' i5 maggio
gorio XIII, emanato in Roma il 1829, comandò che in termine di
dì primo marzo i582. Poscia la un mese, tanto i corporali che le pal-
congregazione si um agli Oliveta- le, e i purificatori si facessero di
ni [Vedi), e ne fu l'ultimo religio- lino, o canape, interdicendo quelli,
so il p. abbate Bastiano di Bucillo ch'erano fatti di altra sorte di tela.
dalle Sterpete, villaggio di Foli- si permettono dei mer-
Ai corporali
gno, quale govei'nò il monistero
il pur bianchi agli orH. Vi si
letti

di Todi, e lungo tempo fu vicario può porre pei'ò una crocetta di filo
del monistero di s. Malia in Cam- loianco fatta ago , in quattro
coli'

pis di Foligno, ove morì nel i643. parti, cioè nel sito dove il prete ba-
V. Dizionario storico degli Ordini cia per ordinario l'altare, ed alcuni
religiosi,a pag. 2o5 ; e l'Hernant, corporali 1' hanno in mezzo. Vuoisi
Storia degli Ordini religiosij non che il Pontefice s. Clemente I, elet-
che il Bergier, Dizionario enciclo' to nell'anno 98, abbia ordinato che
pedico, al vocabolo Corpo di Cristo. i corporali si dovessero lavare in
CORPORALE. Pannolino sagro, vaso particolare. Così a s. Sisto I,
248 COR COR
Papa dell'anno i32, si attribuisce del re di gloria. Vi dipingono in
la proibizione che i .corporali fos- mezzo il monte Calvario colla cro-
sero di seta, o dipinti, coman- ce, a pie della quale giace morto
dando che fossero solamente di Cristo con molti angeli intorno:
lino bianco, simbolo della puri- nei quattro lati si veggono efligia-
tà necessaria nel celebrante , e ti i quattro animali, simboli degli
in chi si comunica. Altri attribui- evangelisti. Pongono poi in una
scono però tale proibizione di s. borsa le reliquie dei santi martiri,
Sisto I, e l'ordine che i corporali sigillandola con cera vergine, e ma-
dovessero essere benedetti dal ve- stice. Questi corporali de' Greci so-
scovo, al Pontefice s. Eusebio del no benedetti, e consagrati dal solo
309. Anche s. Silvestro I coman- vescovo con l' unzione del crisma,
dò, che il sagrifizio della messa non ed altre cerimonie. Gemma assegna
si potesse celebrai^e in panni di- altro mistero simbolico nella delta
pinti, o di seta, ma sul solo lino piegatura del corporale: Quod ita
puro, come osserva il ven. Beda, plicari debety ut nec initium, nec
in Mar. cap. i5. Un prete non finis appareat, sìcul etiani suda-
può mai celebrare la messa sen- riuni in sepulchro.
za il corporale, quando anche un Altre volte il corporale era una
popolo intero dovesse perdere la gran tovaglia, che cuopriva tutto
messa in un giorno di precetto, i' altare. L'Ordine Romano lo dice

perchè la Chiesa vieta che si celebri espressamente, dandogli pure il no-


senza il corporale. Non è poi per- me di corporale con queste parole:
messo a verun laico, senza autoriz- // diacono piglia il corporale di
zazione, il toccare, o il baciare il sopra del calice j ed avendolo mes-
corporale, sotto pretesto di divo- so sull'altare alla sua diritta, get'
zione, o altrimenti. Un tempo era ta una delle estremità di esso al
costume di portare i corporali do- secondo diacono, con cui lo di'
v'erano gl'incendi, e presentarli al- stende. Questa lunghezza del cor-
le fiamme per ispegnerli: questa porale era necessaria in quei tem-
pratica fu proibita con ragione. J^. pi, perchè serviva a cuoprire le o-
Grancolas all'articolo Sacram. r,p. blazioni, o i pani che allora si ,

l56, 780; Le-Brun 1. 2, p. 297. consacravano, e eh' erano in gran


Avverte il citato Maorij che il numero, il perchè precisamente non
corporale deve piegare in modo
si si distendeva che prima dell' obla-

tale, che non appariscano le estre- zione del pane. Nel Colti, parte deli
mità, e ciò per diversi misteri: Dizionario, titolo Corporale, si leg-j
Corporale cum complicatur , nec gè eziandio, che prima i corporaUj
initium, nec finis efiis apparet, quia erano piìi lunghi e piii larghi di|
Chrisli divinilas inilio caret, ^l quelli, che si usano al presente,
fi-
neni non habet. Gemma 1. i, e. dappoiché col solo corporale si co-

46. Questa piegatura di corporale priva tutta la pietra sagra, e dalls


da molti si osserva, come dai Gre- parte posteriore si alzava sopra ili
calice, e parimenti si copriva; quin-^j
ci, i quali chiamano il corporale
antimension, che significa loco men- di si chiamava Palla da palliando J
sae, perchè di esso si servono in- né si usavano altre Palle distinte,]
vece di altarini consagrali, e chia- { F.
Palla ). La palla che chia-j ,

mano pure il corporale, il trono masi anche animella, considerando-


COR COR 49
si,per quanto abbiamo detto, sic- nella sontuosa cattedrale di Orvie-
come parte del corporale, si bene- to, edificata per esso appositamen-
dice dal vescovo, e dall'abbate mi- te, del prodigio, della festa e pro-
tralo , insieme al corporale , non cessione del Corpus Domini, si trat-

essendovi per essa nel pontificale ta al voi. IX, pag. 45'> 46, e seg.
una distinta benedizione. Chi usas- del Dizionario.
se un corporale notabilmente im- Oltre a ciò è a leggersi il citato
mondo, peccherebbe mortalmente, Macri, che vide coi propri occhi, e
come fra gli altri dice il p. Azo- contemplò il detto corporale, e par-
rio I. IO, e. 7.8, q. 8, e come si te dei purificatori inzuppati in quei
legge nel Jus cap, Relinq. de Cii- prodigio del prezioso, e vivifico
stod. Euchar. n. 6. Sangue di Gesù Cristo, ventura e
Prima si spiegava il corporale religiosa che provai
consolazione,
avanti 1' offertorio, come si usa fare ancor io quando in Orvieto il re-
nella messa solenne, nella quale il gnante Pontefice volle venerare tali
diacono lo spiega dopo essersi can- portentose memorie. Con critica,
tate dal coro le parole : Et incar- ed erudizione scrisse di questo ar-
natiis est del Credo [Fedi), per de- gomento r Adami nella Storia di
notare, che Cristo dopo l'incarna- Volseno o Bolsena, tomo II, a p.
zione cominciò a manifestare gli 93, e seg., ove riporta la forma
occulti misteri della nostra reden- dell'altare dove segui il miracolo.
zione. I domenicani hanno il co- In quanto al dono fatto da un
stume di spiegare il corporale fi- Pontefice a Luigi XI re di Fran-
nita r epistola, lavandosi prima il cia di un corporale, su cui s. Pie-
diacono le mani per riverenza . tro aveva celebrato la messa, non
I certosini usano grandi corpora- si è in obbligo di credere a Fi-
li. Quando Urbano V nel i368 lippo Comines. Va piuttosto qui
coronò in Roma l'imperatrice Eli- fatta menzione del corporale di
sabetta, moglie dell'imperatore Car- Daroca di Spagna, di cui parla il
lo V, nella messa solenne celebrata p. Menochio nel tomo II delle sue
in s. Pietro, l'imperatore fece alcu- Stiiore a pag. 221 e seg. Nel isSg
ne funzioni da diacono, e presentò un grande esercito di mori nel re-
al Papa il corporale. Nel i566, s. gno di Valenza di Spagna andò
Pio V concesse ai sacerdoti spagnuoli per debellare circa mille cristiani,
di portare all' altare il corporale che abitavano alcune terre. Consi-
fuori della Borsa (Fedi), nella quale derando questi r inferiorità delle
si suole mettere dagli altri sacerdoti. loro forze, ricorsero al divino aju-
La festa del Corpo di Cristo to, ed i sei capitani vollero prima
{^Fedi) viene da alcuni chiamata comunicarsi. Nell'atto però, eh e-
Festiim Corporale , perchè fu isti- rano per ricevere le sante particole,
tuita da Urbano IV pel celebre sopravvenne il nemico, per cui il
miracolo successo in BoLsena [Fedi) sacerdote, che avea celebrato e con-
sul corporale, mentre celebrava un sagrato, ripose le sei particole en-
sacerdote boemo , o tedesco. Fu tro un corporale, che nascose sotto
detta anche Festiun Corporis Do- una pietra, acciò non fossero vitu-
mini, ovvero Corpus Domini [Fedi). perate dai maomettani. Intanto se-
Del ss. corporale, che si conserva gui il combattimento colla peggio
a5o COR COR
dei mori. Laonde volendo comuni- vescovo Atene. Trattate da lui
di
carsi i vittoriosi capitani, rinvenne il alcune cause tra il Papa e l'im-
sacerdote con sorpresa di tutti il cor- peratore, circa il dominio di Co-
porale intriso di sangue, e le particole macchio, dallo stesso Pontefice Cle-
ad esso attaccate stillanti vivo sangue. mente XI, nel concistoro de' 18
E mentre si pensava al modo maggio 7 12 fu creato Cardinal
1 ,

di porre in venerazione il corpora- prete del titolo dis. Gio. a Porta lati-

le, i nemici ritornarono più nume- na, da cui passò in seguito a quello di
rosi su di loro, che latti più co- s.Maria in Trastevere nel 171 6. Nel
l'aggiosi dal manifesto patrocinio 1718 ebbe la prefettura alla congre-
del cielo, vollero che il sacerdote gazion del concilio, e da Innocenzo
alla propria vista esponesse il santo XIII fu promosso alla carica di pro-
corporale, riportando così animali datario. Amante del bene, persuase
una completa vittoria. Quindi per a Benedetto XIII di fondare lo speda-
diversi prodigi , il corporale e le le di s. Gallicano; ed egli stabilì in
particole furono riposti in una patria un monistero alle sacre ver-
chiesa di Daroca, che perciò divenne gini sotto r invocazione della sacra
un santuario celebre e frequentato. Famiglia, detto di presente del
CORPUS DOMINI, Monache bambin Gesù, che poi lasciò erede
domenicane di Macerata. V, il voi. di ogni suo avere, sotto l'ammini-
I, pag. 95 del Dizionario^ e il p. strazione, e giurisdizione del Cardi-
Filippo Bonanni, Catalogo degli Or- nal protettore, e pia congregazione
dini religiosi parte III, pag. 23, Delle di s. Ivo, della quale egli era sta-
monaclie dette, del Corpus Domini. to protettore. Beneficò generosa-
CORRADINI PiERMARCELLiNo, Cczr- mente parecchi luoghi; nel 1724
diaale. Piermarcellino Corradini nac- passò al vescovato Tusculano, che
que a Sezze nel 658 da nobili e ci-
1 resse da ottimo pastore ; visitò la
vili, ma poveri genitori. Morto il pa- diocesi; riformò il clero, ed il po-
dre di lui, fu educato saggiamente polo ; sollevò i poveri ; accrebbe al
dalla madre, che lo mandò a Ro- seminario le rendite, e le ampliò;
ma. Qui percorse egli i suoi studi, e donò quella cattedrale di candel-
in breve divenne chiarissimo juris- lieri, e di una croce di argento;
perito ed uditore del Cardinal
, donò parecchie migliaia di scudi al
Pamphily. Trattò molte cause nella monistero presso s. Maria Maggio-
curia di Roma con tale successo, re, ed alla casa dei Neofiti, cui
da meritarsi la stima degli stranieri proteggeva, nonché a religiose fa-
medesimi, specialmente dopo aver miglie. Pubblicò un libro intitolato J
pubblicata 1' opera de jure praela- Storia della chiesa di Sezze. Era
iionis. Perlochè Innocenzo XII nel ascritto a quasi tutte le congregazio-
1 Bgg lo elesse a sotto-datario, poi ni, colla protettoria de' monaci di
a canonico nella basilica lateranese, Montecassino. Dopo essere interve-
confermato nella detta carica da nuto ai conclavi d'Innocenzo, e Be-
Clemente XI nell' anno appresso. nedetto XIII, di Clemente XII, e
Poscia fu eletto nel 1706 all'udi- Benedetto XIV, morì a Roma nel
torato del Cardinal Pamfili, indi a 1743 di ottantacinque anni, e tren-
canonista, e correttore della peniten- tauno di Cardinalato, e fu sepolto
zieria, dopo di che venne consacrato nella basilica di s. Maria in Tras-
,

COR COR 25i


tevere, rimpelto alla sacrestia. Era sto elogio fu inserito nella Raccol-
il Corradiiii grave, integerrimo, e- ta Calogeriana degli Opuscoli scien-
rudito. Ebbe ardente zelo per l'o- tom. XXXVII, pag. 827
tifici,

nore di Dio, e per la santa Sede. stampato in Venezia nel 1747- H


Fu liberale ed affabile coi letterati, Cancellieri riporta, nella sua Lette-
e colla vasta sua dottrina pubblicò ra al dott. Koreff, p, i3i, altri
diverse opere. Tante belle qualità, scrittori della vita di questo por-
nel conclave per l'elezione di Cle- porato. Tra le sue opere, meritano
mente XII, furono prese in consi- menzione il Felus Lalium profa-
derazione dal sagro Collegio, che num, et sacrum, in dodici volumi iu
voleva eleggerlo Pontefice. Ma quan- foglio,
do ebbe trenta voti, il. Cardinal CORRADINO (b.). Era della no-
Bentivoglio protestò di partire cogli bile famiglia Bornati di Brescia, e
spagnuoli da Roma, s'egli veniva fu priore de' padri predicatori di
esaltato, tale essendo la volontà dei Bologna, in cui morì, colpito dalla
re di Spagna. A ciò si aggiunse pestilenza, mentre soccorreva a' suoi
l' esclusiva, che minacciò il Cai-di- confratelli infermi, l'anno i4^9'
nal Cienfuegos in nome dell' impe- Ci piace riportare la seguente iscri-

ratore, e la pubblicazione d'un sa- zione, che in elogio di lui fu posta


tirico sci'itto, intitolato Bellum Cor- sotto alla sua statua, esistente in
radinum, per cui i Cardinali risol- Bi'escia, perchè, quantunque non
vettero di cangiar la elezione. Mon- si raccomandi alla
molto memoria
signor Domenico Giorgi fece un elo- uomini per la qualità dello
degli
gio storico di questo celebre Car- stile, è pur degna che si conosca
dinale, e più copioso di quello, che per le notizie, che reca delle gesta
gli fa monsignor Guarnacci nel suo di lui, ed in parte supplisce alla
tomo II Fit. PP. et Card.. Que- brevità di questo cenno storico.

BEATVS . COBRADWVS BORNATVS NOBILIS . . . BRIX.


PRAEDICATORVM
ORDINIS .

GERISTI PRAECO ANIMARVM . .

fRAEDO , QVI FECIT MIRA


. ET PERTVLIT . . . . DIRA
BONONIAE . CVM . PONTIFICE . CIVIVM . DISCORDIAS
SVA PRAEDICATIONE COMPOSVIT
. .

BRIXIAE GABZAE
. FLVVIVM AQVIS INVNDANTEM . . .

SVA BENEDICTIO>E COMPESCVIT


. .

MOBTVVS PROFIIGAVIT MORBOS . .

ET EJVS OPE IMPLORATA . . .

PVTEO MERSVS Dn'VS EMERSIT . . .

VERE . COR . QVIA MAGNI . . ANIMI


VEBE . PA»VVS . QVIA . MAGNVS . NVNQVAM . ESSE . VOLVIT
NAM
VT . COEtl . CARDO . FIERI . POSSET
INTER . CARDINES . ORBIS . TERRAE
SVB . MARTINO . V . ESSE . RENVIT
NON . OBHT . SED . ABIIT . AN . DOMINI . MCDXXIX
AETATIS . SVAE . XXXII.
, ,

aSa COR COR


CORRADO (s.), vescovo di Co- CORRADO (b.) da Piacenza.
stanza. La nobiltà dei natali, e la Corrado trasse i natali in Piacen-
opulen/a del suo casato non valse- za, per cui viene esso così chia-
ro punto sul cuore del nostro san- mato. Un impreveduto accidente
to a rimoverlo dalle vie della per- diede origine alla sua santificazione.
fezione cristiana, sulle quali erasi Era egli ricco, avea moglie, ed era
posto fin da fanciullo. Comechè de- amante della caccia. Un giorno fe-
stinato per la nascita agli onori del ce dar fuoco ad una macchia, per
principato ,
giacché era figlio ad raccogliere abbondante salvaggiume,
Enrico conte di AltorfF, secondò le ma il fuoco si estese oltre, ed arse
primitive chiamate della grazia, che e consumò una vicina foresta. Non
il voleva ministro dell'altare. Poco palesò egli sulle prime la sua im-
appresso alla sua ordinazione venne prudenza, ed un uomo, che fu tro-
innalzato alla dignità di prevosto vato a caso in que' dintorni, fu ac-
della cattedrale di Costanza, ch'era cusato di essere l'autore dell' incen-
la prima di quelle chiese. Morto dio, e quindi condannato all' ulti-
il Notingo nel 934, per
vescovo mo supplizio. Corrado in allora non
unanime sentimento fu chiamato a potè più occultarsi, e manifestatosi
succedergli, ma egli non vi accon- per l'autore dell'avvenuto, salvò
senfi se non dopo iterate ripulse. l' innocente, che andava a perire.
Nell'esercizio dell'episcopale suo mi- Colla vendita de' suoi beni riparò
nistero mostrò infaticabile oltre
si ai danni cagionati e coli' assenso ,

ogni dire , che non vi era parte di della propria moglie , che si ritirò
tempo, la quale non volesse impie- all'ombra dell'Ordine di s. Chia-
gata alla gloria di Dio, ed al bene ra, abbandonatala patria ed ab- ,

delle anime. Fu liberale in opere bracciato Ordine di s. Fran-


il terzo
di beneficenza coi poveri , e donò cesco, rifugiossi in una grotta , e
allasua chiesa cattedrale la massi- si consacrò sino al termine di sua

ma parte di quei beni, che posse- vita ad una austera penitenza. Neti
deva nelle vicinanze di Costanza in Sicilia fu il luogo ove morì nel
avuti in cambio da suo fratello Ro- i35i. Urbano Vili l'anno 162^
dolfo, quarto conte di Altorff. Fab- permise all' Ordine di s. Francesco
biicò tre chiese dedicate a s. Mau- di farne l' ufficio, e la di lui festa
rizio, a s. Paolo, ed a s. Giovanni, si celebra il giorno 19 di febbraio.
visitò per tre volte le terre sante, CORRADO (b.) di AscoH. Fi-
non per vana compiacenza di viag- gliuolo di Francesco Miliani e di
giare, ma
per fervoroso spirito di Agnese Saladini, ambidue nobilis-
devozione, e finì santamente la vita simi, nacque ad Ascoli nella Mar-
nel 976, dopo quarantadue anni ca di Ancona l'anno I2 34- Cio-
di episcopato. Fu sepolto nella sua vanetto ancora mostrò non equivoci
chiesa di s. Maurizio , e la tomba indizi di santità, abbracciò l' istitu-

di lui volle Iddio che fosse onorata to dei frati minori in sua patria
per molti miracoli, siccome si legge si addottorò in Perugia, venne a
nella cronaca di Costanza. Il Pontefi- Roma dove si diede con tutto lo
ce Calisto II lo canonizzò circa l'anno zelo, cogliendone largo frutto, al
I I 20 , ed è ricoi'dato dal martirolo- ministero della parola. Non andò
gio romano nel dì 26 di novembre. guari, che seguendo la sua voca-
COR COR 2 53

zione recossi in Africa per guada- strale, che fu ritenuto degno dai
gnare a Gesù Cristo con la predi- suoi superiori di esser mandato a
cazione quelle anime, e fu con- Monte Alverno, luogo ove il pa-
fortato dal più felice successo. Di triarca Francesco avea ricevuto dal
là ritornato in Italia si condusse in Signore i più distinti spirituali favo-
Francia, unitamente a frate Giro- ri. La sua modestia non sapea per-
lamo, generale deli' Ordine france- suaderlo di essere degno di tale
scano, ivi mandato da Nicolò HI missione, ma poiché per obbedien-
per affari della somma importan- za vi acconsentì,, fu là dove am-
za. In quel regno fu distinto ol- maestrato dallo Spirito Santo, fece
tremodo, e per le pubbliche lezioni conoscenza delle cose divine, e riu-
che tenne di teologia, e per le sue scì senza studio abile ad annun-
prediche, che recitava frequentemen- ziare fruttuosamente le evangeli-
te, e per la caritatevole assistenza che verità. Moi'ì egli li io dicem-
agli spedali , ma sovra ogni altra bre i3o6, ed il Pontefice Pio VII
cosa era appresso di tutti avuto in permise, che fosse onorato di pub-
conto di santo per la austerissima blico culto il giorno stesso della
sua vita, e per le guarigioni che di sua morte.
spesso operava nel nome della ss. CORRADO, o CORRADI Jaco-
Trinità, cui era particolarmente di- po, Jacopo Corrado, o
Cardinale.
TOto. Frate Girolamo intanto era Corradi , nato a Ferrara nell'anno
stato promosso al pontificato col , 1602, d'ingegno vivace, riuscì in
nome di Nicolò IV, e Corrado ven- breve il miglior legista della patria.
ne da lui richiamato in Italia. Egli Ebbe alcune onorevoli cattedre in
obbedì a quell'autorevole invito, ma quella università, ove in gran copia
pria di giugnere in Roma, cadde sceltissimi uditori traeano ad udirlo.
gravemente malato in Ascoli sua Dipoi, datosi all'avvocatura, si fe-

patria, ed ivi ancora morì, nel mo- ce un gran nome il perchè Urbano
:

do e nel giorno eh' egli avea do- Vili lo chiamò a Roma, e l'anno
mandato, cioè, disteso per terra ai appresso lo ascrisse agli uditori di

29 di aprile dell' anno 1289. 11 rota. Innocenzo X, a' 19


Quindi
corpo di lui, rimasto flessibile, e febbraio del i652, lo promosse al
tutto spirante un soavissimo odore, Cardinalato col titolo di s. Maria
dopo ottantadue anni fu traspor- della Traspontinaj poi nel i653 al
tato dallaprima tomba nella nuo- vescovato di Jesi, cui dopo tre an-
ra chiesa di s. Francesco , in cui ni rinunziò ad Alessandro VII, che
tuttora è glorioso per la operazione lo elesse a prodatario, la qual ca-
dei miracoli. Il culto di questo bea- rica esercitò con somma integrità.
to ebbe l'approvazione del Ponte- Senonchè andato per villeggiare
fice Pio VI. alla villa Mattei ,
presso s. Maria
CORRADO (b.), nacque nella in Doranica, affine di riaversi al-
città di Offida verso l'anno 1241, quanto da grave malattia, vi tro-
e nel quindicesimo di sua età si vò in vece la morte, che lo colse nel
ricovrò all' ombra dell' Ordine di s. 1666, di sessantaquattro anni, e dodi-
Francesco. La sua religiosa condot- ci di Cardinalato, dopo essere inter-
ta, e lo spirito di ritiratezza tal- venuto ai comizi di Alessandro VII,
mente spiccarono nel novello clau- ove ottenne parecchi voti al su-
254 COR COR
premo Pontificato . La salma di monastico: di più un discorso ai
lui venne riposta nel coro della pp. benedettini; un'opera sui con-
sua titolare,con epitaffio nobilis- tratti per ciò che riguarda il foro
simo. Questo porporato lasciò e- interno, ed alcuni commenti sui
rcdi universali de'suoi beni la cbie- libri delle sentenze.
sa del suo titolo, e lo spedale del- CORRARO AivGELo, Cardinale,
la consolazione. Era religioso, dot- J^. GnEgoRto XII.
tissimo, e sovrainmodo disinteressa- CORRARO Antojvio, Cardinale.
to, e sprezzatore delle vanità, laon- Antonio Corraro era patrizio veneto,
de fu riputato l'ornamento del sa- nipote del Pontefice Gregorio XII,
gro Collegio, la gloria, e l'onor della ed uno dei primi fondatori della
Chiesa di Dio. congregazione di s. Giorgio in Alga.
CORRADO, Cardinale. Corrado Divenuto vescovo di Bologna nel
creato da Pasquale II Cardinal ve- 1407 passò successivamente a ca-
scovo di Palestrina nel iio5, fu merlengo di S. R. C, a patriarca di
al concilio di Guastalla, cui sotto- Gerusalemme, e nel concistoro che
scrisse. Mori verso il i 1 1 2 , dopo tenne lo zio in Lucca a' 9 maggio
sei anni di Cardinalato all'incirca. i4o8, fu creato prete Cardinale di
CORRADO, Cardinale. Corrado s. Pietro in Vincoli. Da questa chie-

venne promosso al Cardinalato col sa titolare passò al vescovato di Por-


titolo di s. Pudenziana da Pasqua- to, ed a quello di Ostia, non che
le II, del quale segnò nel iii5 la fatto venne arciprete della basilica
bolla, che quel Papa spediva alla Vaticana. Morì decano del sagro
chiesa dei Marsi. lira Corrado uno Collegio a'19 gennaio i44^> f"en-
degh elettori di Gelasio II, ed Ono- tre si trovava nel monistero della
rio II, e sotto il Pontificato di questo sua congregazione, dove si era ri-
ultimo morì nel 1127. tirato, dopo trentacinque anni di
CORRADO, Cardinale. Corrado Cardinalato, in cui si distinse per
viene ascritto tra i Porporati di r illibatezza de' costumi.
Calisto II, poiché in una bolla spe- CORREGGIO Girolamo, Cardi-
dita da questo Papa nel 11 12 in nale. Girolamo Austriaco detto vol-
Laterano, si trova questa soscrizione : garmente da Correggio di Lom-
ego Corradus Presb. Card. U. Pa- bardia, ove nacque da nobili geni-
sloris. tori, ebbe a zio materno il Car-
COR.RADO SuMMENHART. Scrit- dinal Gambara, e percorsi rapi-
tore e teologo del secolo decimo- damente gli studi nella univer-
quinto, svedese di nazione, nato sità di Bologna, andò a Roma, do-
nel i465, e morto in età di qua- ve divenne caro a Paolo III, che
rantacinque anni. Era uno de' più nell'anno i54o lo inviò nunzio stra-
grandi uomini dell' università di ordinario a Fi'ancesco I re di Fran-

Tubinga. Abbiamo di lui un trat- cia per condolersi a suo nome della
talo, in cui mostra, che Dio ha vo- perdita del duca d' Orleans figlio
luto farsi uomo; e che il Messia di lui. Morto il Pontefice, servì al
promesso nelle divine Scritture do- Cardinal Alessandro Farnese, quan-
vea essere Dio ed uomo ad un tem- do nel i556 dovette andar alla
po slesso. Scrisse ancora un trat- corte del re cattolico Filippo H, per
talo sopra dodici abusi dello stato trattare della restituzione di Piacen-
COR COR 255
za da farsiad Ottavio Farnese du- no, sotto il Papa Alessandro IH, li

ca Parma. Riuscito in questa


di condannò nell'anno 1179.
incombenza a meraviglia, ebbe in CORRIERI PoNTiFicn. 11 Corrie-
dono da quel duca il castello Me- re o Corriero, Tabellarius, Cursore
dasano, e quello di Correggio, che è colui che porta le lettere, cor-
seppe valorosamente difendere dal- rendo per le poste, e dicesi ancora
le anni del duca di Ferrara. Quin- messo, messaggicro, o mandato. Gli
di Pio IV, a' 26 febbraio del i5Gi, antichi ebbero due specie di cor-
lo creò Cardinal prete di s. Gio- rieri ; i corrieri a piedi, detti da
vanni a Porta latina, donde passò essi emerogromi, cioè messaggicri
a Stefano nel Monte Celio poi
s. ;
di un giorno, e corrieri a cavallo
i

nel 1569 ebbe da s. Pio V, dietro che cangiavano di cavalli a certe


nomina di Filippo II, l'arcivesco- date distanze. Cesare, Plinio, e Cor-
vato di Taranto, ove tenne, benché nelio Nipote, parlano di alcuni di
assente, il concilio provinciale, ed que' corrieri a piedi, che fatte ave-
il sinodo iSyi, a
diocesano nel vano venti, trenta, è sino trentasei
mezzo di Luigi Compagna vescovo leghe e mezzo in un giorno, ed an-
di Motula. Nello stesso anno il Pon- che una corsa nel circo equivalente
tefice lo dichiarò piefetto di Anco- a quaranta leghe, affine di riportare il

na, e di tutta la Marca a difenderla premio. Certo che il regolamento


è,
da Selimo imperatore de'turchi, che postale fu in ogni tempo, special-
minacciava la cristianità tutta quan- mente dopo che la negoziazione
ta. Poi mori a Roma nel 1572 in cominciò a fiorire in Europa, un
grande estimazione pel suo giusto oggetto di somma importanza. Si
criterio, fortezza di spirito, grande ebbe anche anticamente in mira in
esperienza, e somma autorità, dopo alcune circostanze il piìi celere mo-
undici anni di Cardinalato, e fu do di far giugnere le nuove in lon-
sepolto in chiesa di s. Silvestro nel tani luoghi, o riceverle dai mede-
Quirinale. simi : troviamo nell' antica
perciò
CORRERIANI o COTERELLI. storia di Dario I, figlio e successo-
Eretici furiosi del secolo XII, spie- re d' Istaspe re di Persia, che più
tati assassini fautori dei Petrobu- di duemila e cinquecento anni indie-
siani, i quali infestavano alcune pai'- tro, stabilì nel suo regno de' messi
ti delle Gallie, specialmente verso probabilmente a cavallo. Questi mes-
la fine di quel secolo. Bestemmia- si erano allora soltanto destinati a

vano dapprima, che il corpo di Ge- portare presto gli ordini reali, cam-
sù Cristo non è in cielo glorioso, e biandosi vicendevolmente dopo un
che dopo il giudizio universale non giorno di viaggio, ovvero a certe
dovrà essere che un cadavere in- distanze.
fetto. A ciò aggiugnevano che la Senofonte attribuisce l' uso dei
Beata Vergine era un angelo ; che corrieri a Ciro. Erodoto dice, che
le anime degli uomini erano pro- era quello un costume ordinario
pagate dalla sostanza de'lor parenti de' persiani, e che nulla vi aveva
a guisa dei corpi ; che i santi non al mondo di più sollecito di quel-
avrebbero il possesso della gloria se la sorte di messaggieri, Ciro, al dire
non dopo l'universale giudizio. Un del medesimo Senofonte, esaminò il

concilio generale tenuto a Latera- corso, e la quantità del cammino


?.)6 COR COR
che un cavallo poteva percorrere maschi dalle femmine, e trasportan-
in un giorno, e distribuite cosi le doli nel paese, d'onde si vogliono
giornate de' cavalli, a ciascuna di avere le nuove. Così usavasi al
esse fece fabbricare scuderie, ove Cairo, ove il piccione ben pasciuto,
collocò cavalli, e persone, che ne la mattina parte suU' alba, e non
tenessero cura. In ciascuno di quei si arresta un istante, finché non è
luoghi trovavasi altresì un uomo, giunto al colombaio, dove serbasi
il quale all' arrivo di un corriere rinchiusa la sua compagna, portan-
riceveva il montato sopra
plico, e do legato sotto l' ala il biglietto in-
un cavallo fresco, mentre il primo verniciato di cera.Esso fa in un
riposavasi col suo cavallo, andava giorno il viaggio, che qualunque
a portarlo ad una giornata di di- volante a piedi ben veloce e robu-
stanza, ove trovava un nuovo ca- sto potrebbe appena compire in
valiere, che se ne incaricava, e sei. In Aleppo si faceva pure uso
così giungevasi alla corte, o a'iuo- de' piccioni, i quali in meno di sei
ghi ove sovrano spediva i suoi
il ore, tragittavano portavano bi- e
ordini. Non è però ben certo, che glietti da Alessandria in Aleppo, di-

i greci ed i romani avessero que- stante ventidue leghe. Questo uso di


sta specie di poste regolate avanti spedire le lettere con le colombe, fu
Augusto, che fu il primo a stabi- praticato nel iSyo dagli olande-
lirle, destinando i messi solo per si, assediati in Hailem dagU spa-
ispedire i comandi imperiali. Si gnuoli. Al presente fra il Belgio, e
vede però, che sotto Diocleziano vi Parigi si è talvolta usato il mezzo

avevano stazioni di cavalli freschi di trasmettere lettere ed avvisi per


disposte di distanza in distanza. mezzo de' piccioni. Ed anche in
Allorché Costantino fu informato Inghilterra si è fatto altrettanto.
della morte di suo padre Costanzo, V. Pantagruel e. 3, 1. 4> Amster-
che teneva il governo delle Gallie dam 1
7 1 1 ; Buffon Ornitologia j
e delle isole brittaniche, pigliò se- Antologia Rem. 1. p. ig^. Luciano
gretamente, e anche di notte, la scrive, che i pesci, e le colombe
via per le poste, affine di recarsi a erano sagri in Siria, e non si man-
succedei-gli nelle Gallie, e a ciascu- giavano, perché Semiramide fu cam-
na stazione in cui arrivava, faceva biata in colomba, e Derceta sua ma-
tagliare i garretti dei cavalli, che dre in un mezzo pesce.
lasciava in dietro, affinchè alcuno Ritornando ai corrieri, dopo la
non fosse in istato di seguirlo, o decadenza dell'impero, si sa che le
di arrestarlo nel suo viaggio. In poste furono neglette nell'occidente,
Roma però vi ebbero sempre dopo e vuoisi che il ristabilimento si
lo stabilimento dell'impero, corrieri debba all'università di Parigi, la qua-
o messaggieri, che dicevansi Verega- le pel bisogno degli scolari, stabilì

ri. V. Poste Pontificie. corrieri,o messaggieri in tutta la Fran-


E interessante qui rammentare, cia ; e vuoisi inoltre che nel 1462
che in alcuni luoghi d' Oriente si il re Luigi XI abbia stabiliti corrieri,

conserva ancora l'uso rammentato e poste di cavalli per tutto il suo


da Plinio 1. io, e. 24, e da Fron- regno. Convien credere , che in
tino lib. 3, di spedire, quali mes- fatto l'università di Parigi avesse
seggieri, le colombe, dividendo i originariamente contribuito a quello
9

COR COR 2^7


stabilimento perchè essa anche do- nello stato Pontificio in uno ai cor-

po quel re conservava una specie rieri. Così siamo in islato di man-


di diritto sui corrieri, e sulle mes- dare per mezzo dei corrieri le no-
saggerie. Dopo molte contestazioni stre corrispondenze di lettere, de-
non si venne se non che nel 1 7 1 naro, ed effetti anche ne' più lon-
ad un accomodamento, per cui le tani paesi, senza essere in timore,
poste furono noverate tra i diritti che alcuna cosa vada in perdizione.
regi. Questo stabilimento di corrie- I corrieri Pontificii sono di due
ri e di poste, dicono i francesi, pas- specie ordinari, e di gabinetto. Dal
:

sò in seguito in altri stati, se pure moto proprio emanato dal regnante


da questi non passò nella Francia, Pontefice li 4 novembre 1 84o, pel
come molti sono d' avviso,- trovan- regolamento e per l' amministrazio-
dosi anche da noi antiche memorie ne generale delle poste pontificie,
delle messaggerie, e delle poste. che incomincia colle parole ha :

Di fatti abbiamo nel nono secolo direzione generale delle Poste, al §


indizii di messaggieri a cavallo, i 2 si legge che sono preservate, e
quali furono adoperati nelle rela- confei'mate le attribuzioni e facoltà
zioni frar Italia, la Francia, e la del Cardinal segretario di stato nel-
Germania. Le grandi città ansea- la nomina, servigio, ed invio di
tiche, come Amburgo, Brema, Lu- corrieri di gabinetto, i quali ven-
becca ec, incominciarono nel fiori- gono scelti dal ceto dei Pontificii
re del loro commercio a mantene- corrieri ordinari. Quindi dice il
§
re particolari messi a cavallo, e carri, 3, che sono riservate le nomine degli
e questi prendevano cura qualche altri corrieri al Cardinal camerlengo
volta anche delle lettere, e pacchi di s. Romana Chiesa. I corrieri poi di
de' privati. Nel decimo quinto se- qualunque specie, a tenore del §
colo fu procurato di migliorare, e 7, sono sottoposti alla soprainten-
di rendere egualmente utile a cia- denza del sopraintendente generale
scuno questo regolamento fino al- delle medesime poste.
lora imperfetto. Ruggiero I, conte I corrieri Pontificii fanno l' or-
di Turn, Taxis, e Valsassina fondò dinario servizio delle poste settima-
nel fine del XV secolo le poste nel nali, cinque volte la settimana. I
Ti rolo. Francesco I figlio di lui stabi- giorni delle partenze e degli ar-
lì, per desiderio dell'imperatore Mas- rivi in Roma, sono il lunedì, il

similiano I, nel i5i6, una regolare martedì, il giovedì, il venerdì, e il

posta a cavallo da Brusselles fino sabato. I corrieri di gabinetto ven-


a Vienna ; ed ottenne da quel mo- gono spediti all' estero per qualche
narca la dignità di generale mae- affare straordinario massime per le
stro delle poste. Carlo V fece poi seguenti cii'costanze.
stabilire amezzo di Leonardo di Si spediscono varii corrieri per
Turn, e Talis più poste a cavallo, partecipare l' elezione del nuovo
e così continuarono Ferdinando II, Pontefice al sovrani, e ai parenti
e tutti suoi successori, sempre
i dell'eletto, dove sieno dimoranti
premurosi di migliorare il regola- fuori di Roma. Così ai medesimi
mento postale dell' impero germa- sovrani, e ai Cardinali assenti si

nico, come successivamente fecero i spediscono corrieri per avvisarli del-


romani Pontefici in diversi tempi la morte del Papa. Eletto nel Sgo
VOL, XVII. 17
253 con COR
con sua ripugnanza Gregorio I,
s. colla veranoti/JM della mor^e, il

questi scrisse all' imperatore Mau- perchè ritornò indietro.


rizio, che, secondo lo stile di allora, Inoltre i corrieri eli gabinetto in
non approvasse la sua elezione; ma numero di due precedono i sommi
Germano prefetto di Roma, avendo Pontefici ne' Fiaggi (Vedi), anzi
fatto arrestare il corriere di Gre- quando i Papi sono andati alle
gorio I, ne apri le lettere, e in Filleggìature {Vedi), preceduti dai
vece di quelle mandò all'impera- generale delle pontificie poste, il

tore il decreto dell'elezione. Il Car- treno è stato più- preceduto da un


dinal di Prato, volendo favorire il corriere di gabinetto. Sino al 1801,
re di Francia Filippo il Bello nel- i corrieri Pontificii nelle promozio-
r elezione di Clemente V, gli spedi ni de'Cardinali, ch'erano assenti da
un corriei'e nel i3o5, il quale con Roma, recarono loro la noUzia, e il

Irentacinque giorni fra viaggio e Berrettino Cardinalizio [Vedi), come


permanenza Francia portò la
in si disse a quell'articolo. Se poi i Car-
risposta al Cardinale.Sebbene Paolo dinali promossi erano in Roma, i

V si mostrasse benevolo coi nume- corrieri recavano la notizia, dell'e-


rosi suoi parenti, pure nella stessa saltazione ai parenti de' medesimi
mattina della elezione spedi loro sì nello stato che fuori, e i Diari
due corrieri a Siena, uno dopo di Roma pubblicavano le spedizio-
r altro con la proibizione di non ni dei corrieri, e i doni ricevuti si

muoversi. Quando a Clemente XIV dai Cardinali che dai loro congiunti,
furono fatte grandi istanze per i- e persino dai sovrani, negli stati dei
spedire un corriere alle tre sorelle quali risiedevano i Porporati. Allor-
affine di significar loro l'assunzio- quando, nel 1784, Pio VI nel set-
ne al pontificato, egli in vece scrisse tembre creò Cardinale monsignor
ad esse per la posta, dicendo lepi- Archetti, dimorante presso il re di
damente, ch'esse non erano avvezze Polonia in qualità di nunzio apo-
a ricevere corrieri, onde ciò avrebbe stolico, dalla segretaria di stato fu-
loro cagionato qualche sconcerto. Al- rono spediti due corrieri, cioè Maz-
tri dicono che rispondesse io non : zetti in Polonia a recargli la noti-

ho altra famìglia che i po^'cri, e zia nella città di Grodno, e Pore-


questi sanno le nuove senza cor- na a Venezia ed a Brescia, affinchè
rieri. Si racconta poi sulla spedi- la recasse ai suoi nobili parenti. Il

zione de' corrieri pel Papa defonto, re di Polonia non solo regalò il

che nel Gregorio XIV Ire


i^gi corriere Mazzetti, ma dichiarò il suo
volte fu vicino a morte. Laonde figlio ancor giovane suo corriere di
per altrettante furono spediti cor- gabinetto. Lo stesso Pio VI, nel
rieri a chiamare i Cardinali in Ro- 1785, nel concistoro di febbraio,
ma pel conclave. E molti Cardi- creò tredici Cardinali, quattro dei
nali si posero in viaggio, anzi al- quali erano assenti da Roma. Per-
cuni arrivati in Roma, e trovato ciò fu spedito il corriere Carlo Pa-
vivo e in istato migliore il Ponte- ris a darne la notizia al Cardinal
fice, ritornarono a' loro luoghi. Tra Garampi a Vienna ov'era nunzio; il

essi fu il Cardinal Giojosa, che ve- corriere Vincenzo Catenacci al Car-


niva di Francia ; ma giunto a Ri- dinal Doria nunzio di Parigi ; il

mini, lo soppraggiunse un corriere corriere Ambrogio Faini ai Car


,

COR COR 2^9


dinali Colonna di Stigliano nunzio dito colà colla notizia nominato il

di Spagna in Madrid, e Ranuzzi corriere Pio Mazzetti, che recò e-


nunzio di Portogallo in Lisbona, gual nuova ai nobili parenti di
li corriere Bartolommeo Radavero lui in Bologna. Ma istituita da Pio

fu inviato a significarne la promo- VII la Guardia nobile pontifìcia


zione ai parenti di alcuni Cardi- ( yedi) , dispose quel Papa che ,

nali residenti in Roma, per cui an- dal 80 1 1 in poi un individuo della
dò a Napoli, ed a Messina, mentre medesima , invece dei corrieri ponti-
il corriere Andrea Novi si recò a ficii, avrebbe portato ai nuovi Car-
Modena, Cesena, ed altri luoghi dinali l'avviso della loro esaltazio-
dello stato pontificio. Nel 1788 poi ne. Cessò pertanto l'uso di spedire i

sebbene il cav. Pereira incaricato corrieri alle famiglie dei promossi,


della corte di Portogallo, abbia ed il marchese Costaguti, e d. Pom-
spedito ad essa il corriere Francesco peo de' principi Gabrielli nel 180 r,
Lenzi, in occasione che Pio VI a- e nel 1802, furono le prime guar-
vea creato Cardinale Mendoza pa- die nobili , che esercitarono l' ono-
triarca di Lisbona, pure il Cardi- revole incarico, cui tuttora prose-
nal segi'etario di stato mandò al guono a sostenere.
novello porporato il corriere Vin- ordinari sono
I corrieri pontificii

cenzo Tagliavini colla notizia di sedici, compresi però i corrieri di


sua esaltazione. Nello stesso anno il gabinetto, che sono quattro proprie-
corriere Vincenzo Catenacci venne tari, ed un soprannumero. I corrie-

spedito a Nizza di Provenza al ri pontificii soprannumerari sono ot-

nuovo Cardinal Lomeniè di Brien- to, i corrieri pontificii aspiranti e-


ne, che lo gratificò con cento luigi sercenti sono egualmente otto; e fi-
d'oro, più con
cinquanta luigi di nalmente i corrieri pontificii aspi-
oro per una scatola, oltre venticinque ranti non esercenti sono in numero
luigi d'oro allorché partì. Per l'e- di quattro.
saltazione al Cardinalato di Sant- La divisa dei corrieri pontificii
manat, e Lorenzana, di Montmoren- di gabinetto, e loro soprannumera-
cy, di Costa, e d'Avesperg, furono ri, è lunga di panno rossa, gallo-
nell'anno 1789 spediti i corrieri nata d' oro, gilè bianco gallonato
Camillo Davia in Germania, Pio d'oro, con cappello bordato d'oro,
Mazzetti a Torino, e Gio. Antonio cangiarro al fianco ec. Quella dei
Tironi in Ispagna, oltre i due cor- corrieri pontificii ordinari, se in
rieri mandati alle loro famiglie dai servizio con qualche personaggio
Cardinali Busca, ed Antici dimo- estero , o Cardinale, è lunga di
ranti in Roma. Il Tironi ebbe dal panno turchino, bavaro, e rovesci
re di Spagna quattrocento scudi rossi gallonati, gilè pure gallonato,
oltreduecento doppie d'oro pel viag- cappello come sopra, cangiarro ec.
gio, ed i Cardinali Santmanat, e Nel servizio giornaliero poi la di-
Lorenzana residenti in Madrid pres- visa dei corrieri pontificii è di pan-
so quel re, furono larghi di orolo- no turchino corta con bavaro e ro-
gi e scatole d'oro, som- piìi della vesci rossi con piccola trina d'oro,
ma di scudi trecento. Quando Pio e coppola ec.
Vi nel 1792 ci'eò Cardinale il CORRUTTICOLI. Eretici euli-
nunzio a Vienna Capra ra, fu spe- chiani insorti nel secolo VI. Ebbero
, ,

2(5o COR COR


il loro nome dall' errore che pro- a quello de' preti, ed ebbe in titolo
fessavano ; imperocché, dietro le se- la chiesa di s. Pietro in Montorio,
duzioni di Severo falso pati'iarca di e dopo essere concorso alla elezio-
Antiochia ritiralo in Alessandria ne di Alessandro Vili, ed Innocen-
pi-edicavano che il corpo di Gesù zo XII, morì a Rimini di sessan-
Cristo era corruttibile , aggiiignen- taquattro anni, e undici di Cardi-
do che non sarebbero stati reali i nalato nel 1697. Era divotissimo
patimenti di qualora si volesse
lui alla ss. Vergine, al cui onore in-
ascrivergli la immortalità. Costoro nalzò un oratorio presso la sua cat-
si difTusero per V Egitto, ed ebbe- tedrale. Ebbe gran zelo per la sa-
ro qualche appoggio nelle potenze lute delle anime, e si distinse altre-
secolari. sì per somma rettitudine, e singo-
CORSI DomenicoMaria, Cdrdi^ iar generosità verso i poveri.
naie. Domenico Maria Corsi
de' mar- CORSI Raimondo. Scrittore del
chesi di Caiazzo, nacque a Firenze secolo decimottavo, lettore di teo-
da nobile hgnaggio nel i633. Era logia nel collegio di s. Marco in
fornito di bello ingegnOj e perciò, Firenze. Scrisse due opere impor-
dopoché ebbe percorsi gli studi di- tanti, cioè: r. Della storia eccle-
retto dallo zio Lorenzo Corsi, A- sìastica dell' antico Testamento; 7..
lessandro VII lo fece protonotario Delle i>ite degli uomini illustri in
apostolico, e vicelegato di Urbino, santità e dottrina, dei primi sei se-
e poi gli conferì il governo di Fer- coli della Chiesa. Di queste opere
mo. Quindi Clemente X lo elesse non conosciamo che tre volumi il :

chierico di camem, presidente alle primo delle vite degli uomini il-
armi, ed il sacro Collegio lo volle lustri , il secondo e il terzo della
governatore del conclave dopo la , storia ecclesiastica. Questa storia è
morte del medesimo Papa. Poscia scritta con molto giudizio , e con
Innocenzo XI lo dichiaiò uditore eleganza.
della camera, ed a' 2 settembre del CORSICA. Una
delle piò gran-
i686, lo creò Cardinal diacono di di isole del Mediterraneo già do- ,

s Eustachio, e poi lo nominò le- minio temporale della santa Sede,


gato di Ravenna. In appresso, ad ed ora 1' ottantesimo sesto diparti-
istanza di tutta la pi'ovincia della mento della Francia e perciò dai
Romagna, divenne vescovo di Ri- moderni scrittori viene chiamata
mini nel 1687, ove ampliò ed r Italia Francese. Il suo lato bo-
arricchì lo spedale pubblico, isti- reale coll'acuta estremità del Capo-
tuì il seminario, nuove parrocchie, e Corso guarda il golfo di Genova
confraternite , due cappelle nella all'est s'interpongono nel canale,
cattedrale, e spese tremila scudi a che la disgiunge dalle toscane e ro-
costi'uii'e un ponte sul fiume Savo. mane maremme, l'Elba e le altre
A bene istituire il clero, ed il po- contigue isolette, al sud la punta
polo, chiamò da lungi celebri per- di Bonifacio ha con quello di Lan-
sonaggi, visitò la diocesi , e tenne go Sardo subacquea comunicazio-
il sinodo, cui pubblicò nel 1698. ne, ed al nord-ovest libero, e non
Verso i povei'i era assai generoso, •
lungo è il tragitto alle coste fran-
specialmente colle famìglie vergo- cesi della Provenza. Dal 4'° '^
gnose. Dall' ordine de' diaconi passò aggiunge al 4^" lat. N. trovandosi
,

COR COR 261


fra il ed il 4* '^t- ^- La sua
3." e di Creno scaturisce dal primo
:

lunghezza maggiore è di quaranta- il fiume Golo, che dirigendosi al


tre leghe, sulla media larghezza di nord, volge poscia il corso verso la
quindici, e si approssima a cento costa orientale, e presso Mariana
leghe la sua totale circonferenza. sbocca nel mare. Sgorgano dall' al-
Monti di ragguardevole eleva- tro, in opposta direzione, il Liamo-
zione frastagliano l' isola per ogni ne, die mette foce nell' occidenta-
verso , e mostrano le cime coperte le golfo di Sagona, ed il Ta-
di neve nella maggior parte del- vignano, che riunitosi alla Restoni-
Sono
l'anno. essi composti massi- ca, presso la città di Corte, gettasi
mamente di terre primordiali. Il in mare nella costa orientale, ove
granito, e 1' ofiolite ne costituiscono raccogliesi lo stagno di Diana. Pa-
la totalità, e solo una parte della recchi fiumicelli di minor conto ,

costa orientale presenta calcaria al- ed una immensa moltitudine di ri-


pina secondaria, mentre nella parte gagnoli bagnano tutti gli altri lati.

meridionale si veggono marmi ter- 1 romani molto si giovarono delle


ziari, e grossolano macigno confor- copiose sue acque termali, e ferrug-
me a quello de'meridionali Appen- ginose, che attestano le vulcaniche
nini. Le vette più sublimi sono proprietà del suolo, e sono oggi
quelle del Monte rotondo, il quale pur frequenti i bagni di Pietrapo-
supera per 9,900 il livello del la, di Guango, di Orezza, non me-

mai'e, ed il Monte d' oro che ascen- no per la salubrità, che per la ro-
de a piedi 8,720. La costa occi- mantica loro situazione famosi. So-
dentale non ha quasi prominenze, no pur celebri i bagni della Cal-
che ne rendano irregolare l'aspetto. daniccia presso Ajaccio, recentemen-
Il promontorio Graniano , o capo te scoperti.
Erbicaria, oggi detto capo di s. Ci- Non è del nostro proponimento
priano, forma il vasto seno di Por- parlare de' prodotti della Corsica.
to vecchio, ed il promontorio Xa- Dicono però alcuni geografi che il
go chiude al di sotto di Bastia lo suolo non è molto fertile , e eh' è
stagno di Biguglia
; il seno di Porto- poco coltivato; però tutt'altro, il
vecchio è capace di essere ridotto suolo dell'isola generalmente è fe-
ad uno de' migliori porti dell'isola. racissimo, ma per la scarsezza di
Ma dalla punta boreale dell'antico braccia, l' industria poco ha potuto
promontorio sacro , o Capo-Corso pi'ovocare la sua fecondità. Certo è
volgendo ad occidente, frequentissi- elle abbonda di alcune cose, come
mi sono i capi clie formano altret- abbondante n'è la pescagione lungo
tanti vastissimi golfi, come quello le coste, anzi in vari punti è ric-
di s. Fiorenzo, di Sagona, di Ajac- chissima quella de' coralli delle tre
cio, infino alla meridionale estre- specie, e soprattutto della corallina
mità, il di cui orlo presenta una che dicesi muschio di Corsica. Il
serie di punte, che tei'minano colla regno minerale offre importanti, e
baja di Bonifacio. vaghissime produzioni. In generale
Sul detto Monte d'oro, che pur il clima è salubre, eccettuati alcuni

chiamasi Monte Gradacelo, e sorge luoghi bassi.


quasi nel centro, si trovano l' uno L'idioma italiano è proprio dei
all'altro prossimi i due laghi d'Ino Corsi, i quali hanno rifuso nel pò-
,

aGa COR COR


polare dialetto i vari linguaggi del Parigi, per propagarla da un confine
loro dominatori. Rapidi però sono all'altro del globo. Divenuto genera-
attualmente i progressi della fran- le, e chiamato allora l'eroe della guer-
cese favella, alle colte genti, ed al- ra, fu dichiarato primo console del-
la gioventù studiosa, omai comune. la repubblica, ricondusse in Fran-
Quantunque in Francia siavi la li- cia la religione cattolica, rialzò gli
bertà de' culti, in Corsica però è altari, e fu proclamato imperatore
imicaraente ed univei'salmente pro- de' Francesi. Nel i8o4 Pio VII si
fessata la sola religione cattolica recò a Parigi a coronarlo, ciò che
romana, ne vi è affatto esercizio di seguì nel modo che si descrive al-
altro culto. l'articolo Coronazione degli impe-
Un tempo contò la Corsica i tre ratori [Vedi), ma non molto dopo
vescovati di Sagena, di Aleria, e di con aperta ingratitudine Napoleone
Ajaccio suffragane! di Pisa, ed i fece occupare dominii della s. Se-
i

due di Mariana, e di Nebbio, suf- de, e nel 1809 fece sbalzare dal tro-
fraganei di Genova : la sola sede di no Pio VII, e prigioniero il fece
Ajaccio [Vedi) è oggi conservata, trarre qua e là sino al 18 14. Per
ed è suffraganea della meti'opoli di tratto però mirabile della Prov-
Aix. La
Corsica manda due mem- videnza, stanca finalmente la nazio-
bri allecamere dei deputati, e rin- ne francese della dominazione di
chiude vari monumenti di epoche lui , e più le nazioni delle tante
diverse. I corsi sono commendati sue guerre e conquiste, nelle quali il
per penetrante ingegno, e raro ta- sangue umano si versò a torrenti, nel
lento,ed onorevole è la serie degli detto anno i8r4 fu dichiarato deca-
abilissimi diplomatici, de'prodi guer- duto dal trono, su cui avea poten-
rieri, e dei prestantissimi scienziati, temente seduto per dieci anni, ad
per cui si resero distinti fra le più onta che avesse impalmato la figlia
colte nazioni. Da ultimo la Corsica dell'imperatore Francesco I, ed a-
diede Napoleone Bonaparte, che di- vesse posto sui troni di Spagna
venne imperatore de' francesi, ed il di Westfalia, d'Olanda, di Milano,
suo zio Giuseppe Fesch creato ven- e di Lucca i suoi fratelli Corsi, ed
ne da Pio VII Cardinale. A cagione alcuni congiunti. La sua domina-
della celebrità del primo, ci per- zione gli tirò addosso la coalizza-
metteremo di dare un cenno di zione di tutte le potenze dell'Euro-
lui. Nacque egli in Ajaccio a' i5 pa, che alla testa delle loro armate
agosto 1769, da una famiglia o- consumarono i loro divisamenti, e
riunda di Ascoli, e di s. Miniato, lo fecero deporre dallo stesso se-
come si disse al voi. Ili, p. 53 del nato da Napoleone istituito. Quin-
Dizionario. Divenne distinto solda- di mandato in
fu esilio nell' isola

to sul flore degli anni, e ai giorni dell'Elba, e dopo la sua fuga, e


della repubblica francese si perfe- la sua apparizione e dimora in
zionò nelle infuocale arene dell'E- Francia di cento giorni, fu nuo-
gitto. Riuscì all' ombra de' suoi ta- vamente vinto a Waterloo dal-
lenti , e per occulta ordinazione le potenze del nord coalizzate al-

superna a distruggere 1' anarchia


,
l' Inghilterra, e ad altre potenze ;

francese, che una numerosa orda di indi fu relegato nell' isola di s.

tiranni sanguinari, aveva stabilita a Elena in Africa, dove morì a' 5


COR COR 263
maggio 1821, dopo avere riempilo greci, e Corsia o Corsica dai Romani.
del suo nome tutto il mondo. Gli Erodoto è il più antico degli scrit-
stoiicì vogliono che consumasse in tori che abbia di essa parlato sot-

dieci anni quindici mila milioni di to il nome di Callista. Si preten-


imposizioni, e che non soddisfatto de, che i suoi primi abitanti siano
delle spoglie di gran parte del stati lasciativi da Cadmo fi-
fenici

mondo, e di mille cinquecento mi- glio di Agenore allorché vi giunse.


lioni di rendite, in detto tempo Otto generazioni dopo furono i fe-
fece perire più di cinque milioni nici accresciuti da una colonia di
di francesi, anzi negli ultimi dodi- lacedemoni, condotta da Theras, da
ci mesi del suo regno, senza con- cui forse prese il nome di Thera.
tare la guardia nazionale, . levò un Quella colonia qualche tempo do-
milione, e trecento mila uomini po fu aumentata da una tribù va-
in un mese. Il suo codice sulla gabonda, rifugiatasi presso i la-
coscrizione e sulle leve d'uomini, cedemoni, ai quali essendo divenu-
venne chiamato il Codice del re- ti!sospetta, venne per consiglio di
gno infernale. Da ultimo la Fran- Theras, trasportata in quest' isola.
cia ne onorò le ceneri, che dall' i- Essa ricevette poscia il nome di
sola di s. Elena formalmente ven- Cyrnos, dai numerosi suoi promon-
nero trasportate a Parigi. Ma sulla torii,incerta essendo l' origine di
giustezza, e veracità degli addotti quello di Corsica. Alcuni il voglio-
calcoli, sulle ed azioni,
sue geste no pur derivante da una donna
ci riportiamo innumerabile stuo-
all' ligure chiamata Corsa Bubulca, che
lo de' suoi biografi. Non si deve condusse quivi una colonia della
poi occultare, che mentre Napo- sua patria, come altri dicono che
leone si riconduceva in Francia ricevesse il nome di Cyrnos dai
dalla sua spedizione di Egitto, git- Focesi di Marsiglia, che prima vi
tato nel dì 29 settembre 1799 dai stanziarono. Altri dicono che la
contraiii venti, e dal timore delle Corsica venisse chiamata Cimo dal
crociere inglesi nel porto di Ajaccio, figlio d'Ercole di tal nome, e che
stanziò per sette giorni in quella la colonia dei Greci, che fondò Ale-
rada ove fu tosto ammesso a libe- ria, fu all'epoca di Ciro re di Per-
ra pratica dal magistrato di sanità; sia; ma veramente, come diremo,
sbarcò, fu ricevuto, e festeggiato Aleria fu colonia fondata dai Ro-
dai suoi concittadini con segni di mani. Comunque siasi, è certo che
grande esultanza, e dopo salpò per un tempo la Corsica fu sede dei
la Francia approdando a Frcjus corsari tiranni, appartenne lunga-
li - ottobre, e sbarcandovi il 9. mente all' Etruria , e i siracu-
Questa antica isola, la terza fra sani le recarono gravi molestie in
le grandi isole italiche, che, come si parecchie navali spedizioni. Indi
«' dello, ha il mare Ge- ligustico di fu conquistata dagli ateniesi, e poi
nova per confine al settentrione ed dai cartaginesi, i quali estesero il

al ponente, il mare di Toscana loro dominio sopra tutte le altre


all'oriente, e la Sardegna al mez- isole del Mediterraneo , il perchè
rogiorno, si crede abbia avuto il servì alla guerra punica, e final-
primo nome di Tlieraphine, e fu chia- mente soggiacque alla romana do'
mata Cyrnos dai Fenici, Cyrtms dai mi nazione.
264 COR COR
portarono il gio-
I coi'si fi-eraendo re porta ancora il nome di Seneca.
go de'cartaginesi, e de'romani, dopo Mariana si volle fondata da Mario,
avere lottato colle due possenti na- A {cria da Siila. Bastia è oggi la
zioni, per la patria indipendenza, ed città più considerabile di Corsica;
essendo stati prima governati da laonde indispensabile ci sembra la
ventiquattro re nazionali. Nell'anno seguente breve notizia.
493 dalla fondazione di Roma fu La città di Bastia, Bastila, col
Lucio Cornelio Scipione, che ne suo porto sorge sulla costa orien-
fece la conquista nella prima guer- tale dell'isola di Corsica, ed è ca-
ra punica, terminata poi da Sesto po luogo di circondario e di can-
Clario pretore, contro un esercito tone. Ivi risiedono un tribunale di
di sardi , e corsi , comandati da prima istanza e di commercio, la
Annone generale cartaginese. Sem- corte reale, ossia di appello, il quar-

bra però che i cox'si non soffrissero tier generale, il general comandante
di buon grado la soggezione, facen- la divisione, il conservatore delle
do continui tentativi per l'icupera- ipoteche, e l'ispettore principale
re la libertà, né i romani poterono delle foreste. E il secondo capo luo-
anzi chiamarsene giammai posses- go del circondario forestale, come
sori tranquilli: ond'è che i corsi lo è della decimasettima divisione
trattia Roma in cattività, non mai militare di una direzione di arti-

piegarono il collo ai dominatori, glieria. Posta sul declivio di una


ma serbarono indomabile l'animo montagna in forma di anfiteatro,
alla sventura. Tutta volta valse ad presenta da lunge, dalla parte del
ammansarli alquanto il saggio e Mediterraneo, un bel colpo d'oc-
paterno governamento di Catone il chio, ma da vicino non corrispon-
censore , che lasciò ai corsi una de il suo interno. Essa in generale
qualche indipendenza. Due colonie non è ben fabbricata, e le strade
vi dedussero i Romani a Mariana, sono strette e tortuose. E una piaz-
ed Aleria. A poco a poco l'isola za di guerra di prima classe, seb-
ebbe più di trenta città, fra le qvia- bene sia porto poco spazioso e si-
]i si distinsero Nebbio, e Sagona, curo. Un castello, situato in terreno
Calerla, ed altre, che coprivano il separato , che si chiama Terra
littorale. Si vuole che ivi si sieno Nuova, e qualche fortino la difen-
edificati importanti edifizi; ma niu- dono. Conta più di tredici mila
na traccia di ciò si rinvenne, tran- laboriosi abitanti. Bastia per lungo
ne alcuni avanzi di antichi templi tempo fu la capitale della Corsica,
e rustici casolari piantati su inac- avendovi i genovesi stabihto la se-
cessibili Lucio Anneo Seneca,
rupi. de del loro dominio. Quindi sosten-
nella persecuzione suscitatagli da ne molti assedii. Nell'anno i745>
Sejano, rese celebre la Corsica col fu bombardata, e presa dagl'inglesi,
suo esilio, ed immortalò col suo che nel medesimo anno la restitui-
nome la torre posta sulle montagne rono ai genovesi. Nel 1 749> senza
delle Provincie del Capo-Corso, ove alcun successo fu assediata dagli
fece dimora, ed ove scrisse vari suoi austriaci e piemontesi, e presa poi
libri di filosofia morale, pi'incipal- dagl' inglesi chiamativi da alcuni ri-

mente quello diretto alla madre belli nel 1794, finché passò in potere
Eivia, De consolatione. Quella tor- della Francia. Prima che sotto di essa
COR COR a65
r isola di Corsica formasse un solo eplsl.47> o\e si vedrà non essere
dipaiiimento, Daslia era il capo luo- questo patrimonio eguale a quello
go di Gelo. Il circondario di Bastia della Sardegna e di altri, privi del
eomprende i i3 comuni, e circa più diritto di sovranità anche prima
di cinquanlacinque mila abitanti delle donazioni di Carlo Magno, e
riparliti in diecinove cantoni. Fi- del suo figlio Ludovico I il Pio, di
nalmente si crede che Bastia cor- cui andiamo a parlare. Fu forse
risponda a /Hanlinuni o Mantino- per questo riguardo, che le isole di

riini oppidiun degli antichi. Sicilia, di Corsica, e di Sardegna

Ritornando alle notizie storiche donate vennero alla santa Sede.


dell' isola di Corsica, diremo che Verso l'anno 600 vuoisi che i
pei suoi tentativi di sottrarsi dal saraceni portassero la prima loro
giogo dei romani, Licinio Varo, e orribile irruzione sulla Corsica, la
poi JNIetelIo la ridussero al dovere. quale non respirò che dopo i trionfi
Dapprima vi si stabilirono dei pre- riportati da Carlo Martello su quei
tori per governarla, e dipoi vi si barbari. Fu precaria nondimeno la
posero dei presidenti. Ma dopo il tranquillità, perchè a più riprese
li-asferimento della sede del romano succedettero gli assalti e le stragi,
impero a Costantinopoli, subì la a segno che i corsi ne scacciarono
sorte della vicina Sardegna, ed al talvolta goti, e longobardi nell' Vili
tempo barbare irruzioni, la
delle secolo. Quindi è, che si asserisce,
Corsica divenne preda dei goti, che essere i mori o saraceni stati i pri-
vi stabilirono il loro sistema feu- mi che costituissero l' isola in re-
dale. Qualche autore dice, eh' essa gno. E poi certo che nel suo stem-
fosse conquistata da Alarlo re dei ma portò la testa di un moro. Dalle
goti ma, secondo Procopio, lo fu
; notizie ecclesiastiche abbiamo, che
piuttosto da un distaccamento di il Pontefice Sisinnio, eletto l'anno
Totila inviato nell' isola. Da que- 708, ne' venti giorni del suo pon-
stotempo la sua storia non offre, tificato, ci'eò un solo vescovo, e
che una lunga serie di guerre, di questo per la Corsica. Dal Borgia
saccheggi, e di devastazioni fattevi poi. Difesa del dominio temporale
da diverse potenze, in guerra l'una della Sede apostolica ec. , a pag.
coir altra ; tutto però è involto in io3, e io4, ecco come descx-ivesi
oscurità di epoche e di fatti. Si r origine della sovranità de' sommi
vuole che i longobardi alternassero Pontefici sulla Corsica.
coi goti il possesso dell'isola. Cer- » Avevano i longobai'di assorbito
to è, e lo si rileva dalle epistole »» in Italia il dominio
quasi tutto
del Pontefice s. Gregorio I Magno, « greco, ed miravano a
i saracini
creato l' anno Sgo, che a quell* e- »> rendersi padroni delle isole. Quin-
poca già la santa Sede possedeva »» di Carlo Magno, veggendo la
im pingue patrimonio nella Corsi- « Corsica pressoché abbandonata
ca, che dai Pontefici da vasi ad » dai greci, e temendo di essi per
amministrare ad uno dei prima- » il suo regno, e molto più dei
rii chierici della chiesa Romana, » saracini, se vi avessero posto pie-
col nome di difensoi'e, o retto- " de, vi stese le sue armi, e se ne
re, come si può leggere nell'opera: » impadronì. Egli ne avea fatto
De Corsie, lib. I, episl. 5o, Ub, 9, w dono a s. Pietro ai tempi di
,

2G6 COR COR


Adriano I (che regnò dal 772 » dell'altra di Sardegna diede Bo-
al 795); ma poi, o collo stesso » nifacio Vili a Giacomo II re di
Pontefice Adriano I,o certamen- " Aragona coll'annuo censo duo rum
te con Leone III convenne di >» millium marcharuni argenli bo-
ritenerla a nome della santa Se- " ìiorum et legalium sterlingorum.
de fìnlantochè questa fosse a »> fRayn, an. 1*297, n. 2, et seq.),
portata di possedei'Ia. Tanto ci " come pure gli atti posteriori di
manifesta la scritta da
lettera » Eugenio IV (Rayn. an. i444j ^•
Leone III nell' 808 a Carlo Ma- >y i447> "• 12). Tutti poi
II, an.
gno, tom. 2, Cod. Carol. epist. » sanno che in questi ultimi tem-
4. Da questa si apprende il con- » pi (il Borgia pubblicò la citata
cordato tra il Pontefice e Carlo 5» opera nel 1791), più volte i
perchè la Corsica rimanesse ai » Corsi reclamarono gli antichi di-
re di Francia, acciocché a nome » ritti della santa Sede su di quel-
della santa Sede la presidiassero, » l'isola''.
la governassero, e con le loro ar- Dall' annalista Baronio, e all'an-
mate la difendessero ab insidiis no 775, si ha che la Corsica fu
ininiicorum, cioè dai saracini ,
donata da Pipino re di Francia,
che in quei tempi infestavano padre di Carlo IMagno, alla santa
tutte le marine del Mediterraneo. Sede, ed in virtù di questa dona-
Pi'ovvido certamente si fu que- zione, che poi fu confermata da
sto consiglio, menti'e dalla storia Carlo Magno, da Ludovico I il
sappiamo quanto lo stesso Carlo, Pio neir 8245 da Federico II, e
e poi i suoi figli Pipino e Lu- da Rodolfo I, come attesta lo slesso
dovico I il Pio, si adoprassero Baronio all'anno 1275, il Ponte-
per tenerne lungi i saracini. Ma fice Stefano IV, vedendo i saraceni

essendo, dopo la morte di Carlo pervenuti ad un sorprendente gra-


il Grasso, rimasa l' Italia divisa do di potenza, e signoreggiare nel-
dalla monarchia francese, i re la Corsica, mandò colà nell' 871
ed imperatori, che ottennero il Ugo Colonna, come asserisce il Fi-
regno d' Italia, si resero padroni lippini nella Storia di Corsica, il

r un dopo r altro della Corsica qual prode capitano dopo trentasei


fintantoché messisi i corsi in anni di guerre ed aspre vicende,
dopo essersi per qual-
libertà, ne scacciò finalmente i saraceni
che tempo governati a comune, ed ottenne in guiderdone dalla
riconobbero spontaneamente l'an- santa Sede l' investitura dell' isola

tico diritto della Chiesa romana, trasmissibile a' discendenti. Allora


e senza riserve e senza limiti, si il Colonna distribuì molte signorie
diedero a s. Gregorio VII nel ai suoi primi uffiziali, prese il tito-

1077 (lib. 5, Epist. 4.). Da que- lo di conte di Corsica, lo che con-


st' epoca il dominio della santa fermò il Papa colla condizione, che
Sede su la Corsica, quando più, r isola continuasse a restare sotto
<]uando meno, fu sempre per- la protezione della Chiesa Romana.
severante. Federico II, Rodolfo Ad Ugo Colonna succedettero cin-
I, Carlo IV ed altri imperatori que conti suoi discendenti per Bian-
ne riconobbero il diritto. È nota co suo primogenito, e poi, per la
l'investitura che di quest' isola, e mancanza di questa linea in Arri-
1

COR COR 267


go, chiamalo ii Belrnessere ,
pre- de' genovesi, de' pisani, e d'altri, il

tese di succedergli nello slato il santo Papa Gregorio VII fece sul-
conte Antonio discendente di Cicar- la medesima valere i diritti della
co , o Cinarco secondogenito di Chiesa Romana. De Corsie, lib. 5,
Ugo, e marito di Bianca, figliuola epist. 2 et 4-
ed erede di Arrigo, da cui proce- A certo Adimuro ammiraglio ge-
dono le famiglie, che ancora con- novese si dà la gloria di aver de-
servano in Corsica il cognome Co- vi?
finitivamente liberato l' isola dai
lonna. Ma
baroni dell'isola
gli altri saraceni. Il Muratori, Dissertazio-
negandogli ubbidienza, si fecero in- ni tom. II, p. 1 3 dice, che i pi-
dipendenti ne' loro feudi, e gli altri sani, e i genovesi cacciarono dalle
popoli si elessero un coqte. Altri isole di Sardegna, e di Corsica ]VIu-
noverano quattro discendenti di geto, ossia Musaito, re dei sarace-
Ugo col titolo di re di Corsica, 1' ni.Racconta inoltre che verso l'an-
ultimo de' quali si dice Mario III no 852 molte schiere di corsi si
che la perdette sotto Ottone. Es- rifugiarono a Roma nel pontifica-
sendo poscia insorta la guerra fra to di s. Leone IV, per non poter
i signori dell' isola, e vedendosi più tollerare le scorrerie, e gì' in-

que'popoli trattati crudelmente, spe- sulti de' mori, per cui il buon Pa-
dirono nel 1077 un am.basciatore pa pieno di carità assegnò loro
al Pontefice s. Gregorio VII pre- luoghi da abitarvi. Da altri sappia-
gandolo di prendere l' intero ed mo che a migliaia i corsi ricorse-
assoluto dominio, non che il go- ro a s. Leone IV, e ch'egli nel
verno di Corsica, come abbiamo permetter loro di stabilirsi in Roma,
dai citati Bai'onio, e Filippini a per sostentamento , diede ad essi a
pag. 63. coltivare terre, prati, e vigne. Ab-
Fu allora che s. Gregorio VII biamo inoltre, che s. Leone IV, a-
nello scrivere aino- vescovi e vendo fortificato la città di Porto,
bili corsi, lamentava non aver
si contro le incursioni de' saraceni, vi
essi da gran tempo prestato alcun fondò una colonia di corsi, la qua-
servigio e segno di fedeltà a san le secondo alcuni è la prima colo-
Pietro; quindi dichiarò loro che nia fondata dai Papi. Continuaro-
r isola non avea altro sovrano che no i Pontefici, dopo la morte del
laSede apostolica, ed in pari tem- marchese di Massa, a mandare in
po vi spedì il marchese di Massa, Corsica governatori, ma incontra-
il quale in nome del Papa sotto- rono non pochi contrasti sì coi
mise tutti i signori, e godette nei principali signori, che coi popoli ;

sette anni che sopravvisse, il paci- laonde Papa Urbano II, del 1088,
fico dominio dell'isola. Il lodato per reprimerh, e per meglio assi-
Borgia, parlando nel tora. I, pag. curare r isola dagli attacchi de'ge-
3 1 e seg. delle Memorie istoriche novesi che ne aspiravano alla con-
di Benevento, della sovranità dei quista, la consegnò ai pisani, affin-
Pontefici sulla Corsica, dice che do- chè la governassero sotto l'alto do-
po donazione di essa alla Chiesa
la minio della santa Sede.
Romana, se ne impadronirono i sa- Mentre i pisani felicemente go-
raceni , ma essendo poi stata ricu- vernavano r isola, approdò al por-
perata da quei barbari per opera to o capo di Bonifacio una nave
2G8 goR COR
di genovesi. I soldati di essa pro- spogliandone i legittimi signori
llttando del tempo di certe nozze, chiamati del Mare. L'isola di Ca-
nelle quali il popolo si abbandona- praja trovasi nel mar Toscano, ed
va all' allegi'ia, sorpresero il castel- all' ovest ha la punta nordica del
lo, e ne discacciarono i pisani. Que- Capo-Corso ebbe il titolo di con-
:

sta fu la prima conquista che i ge- tea, ed allora era soggetta all'isola
novesi fecero della Corsica. Noi pe- di Corsica. Tutto racconta il cita-
rò per meglio farle conoscere ne to Filippini alle pag. 29, 67, 82
indicheremo qui anche altre progres- e 207.
sivamente. La seconda conquista L' imperatore Federico I produs-
che i genovesi fecero sull' isola fu se delle pretensioni sulle isole di
adunque nell'occasione che, morti Sardegna e di Corsica, consideran-
essendo i signori della provincia di. dole quali feudi dell' impero, al

Capo Corso, la più settentrionale clie si Adriano IV. Ma


oppose
della Corsica, e la cui provincia è lun- prima di tale epoca Alessandro
ga circa trenta miglia, deliberarono III, siccome congettura il Murato-

quei popoli di governarsi in forma di ri, loc. cit., ove parla di alcuni
repubblica. Laonde spedii'ono a Ge- signori della Corsica, investì di
nova a dimandare due uffiziali, che ambedue Berlingieri conte di Bar-
in quaUtà di giudici, da loro pa- cellona col titolo di re. Ma
gati, vi amministrassero la giusti- quanto può dirsi per rapporto a
zia. Per tal richiesta prontamente questi tempi con le sole congettu-
i genovesi inviarono due loro sud- re, si fa chiaro nel pontificato di
diti, uno della famiglia Avogari, Innocenzo III, il quale in più mo-
l'altro de' Peverelli ; ma ,
passato di esercitò il suo diritto nella Sar-
qualche tempo, seppero essi farsi degna contro gli sforzi de' pisani,
riconoscere per signori invece di cedendo la metà dell' isola di Cor-
giudici. La terza conquista fu della sica alla repubblica di Genova col-
signoria d' Istria, nella quale si sta- l'annuo censo d' una libbra d'oro,
bilì come padrone un capitano di come prima di lui avevano fatto
due galere genovesi colà giunto, ed altri Pontefici. Ne' libri de' censi
invitato da alcuni malcontenti, che della Chiesa Romana, di Cencio ca-
protetti da lui si ribellarono ai pi- merlingo, si legge : » Consules ja-
sani nel 1212. Della medesima M nuenses unam librara auri prò
maniera fu la quarta conquista, nel- w dimidia Corsica, quam concessit
la quale i genovesi si resero padro- w eis Papa Et tam
Innocentius.
ni di Calvi, Lilus Caesìae, città » consules, quamdebent populi
forte, già residenza del vescovo di 51 facere fidelitatem romano Pon-
Sagona, con buon porto, e castel- n tifici, quando ab eo requisiti fue-
lo fortificato. I genovesi vi furono » rint, prout in eorum privilegio
chiamati dagli abitanti della pro- 5» Questa concessione
continetur".
vincia, acciocché li soccorressero nel- venne poi confermata da Onorio
la ribellione contro il proprio ba- III, con bolla indirizzata nel 12 17

rone, che restò spogliato della sua ad Ottone arcivescovo di Genova.


legittima signoria. Cosi fu la quin- F. tom. Ili del Bull. Rovi. Tutta-
ta conquista dell' isola di Capraja, volta abbiamo dal Rinaldi a detto
di cui s' impadronirono i genovesi anno, che Onorio III comandò ai
COR COR 2G9
genovesi, che restituissero Tusiirpa- gni cosa, e nel seguente anno 1 3o5
to castello di Bonifacio. Nel ponti- Giacomo lì, si recò a Montpellier
ficato di Martino IV nacque tra i per assislei'e all' incoronazione del
genovesi, e i pisani gran contesa nuovo Papa Clemente V, che avea
per la Corsica, siccome racconta il fissato la sua i-esidenza in Avignone.
Platina a pag. 335 delle Vite dei Ad esso fece l' omaggio per la

Pontefici. Corsica e per la Sardegna, che


Nel 1295 Bonifacio Vili levò Clemente V confermò colla costitu-
l'interdetto alle terre di Giacomo zione In posteruni data Borde-
II re d'Aragona, e in compenso galae die 9 junii i3o5, come si
della cessione della Sicilia fatta a può vedere nel Lunig, tom. IV, p.
Carlo II, gli diede in feudo l'isole i385, e nel Rinaldi a detto anno.
di Corsica, e Sardegna, che colla Lo stesso re, nel i3i7, mandò in
bolla Super Regìs^ gli confermò Avignone ambasciatori a Giovanni
per tutta la posterità di lui, col XXII, per giurargli fedeltà come
tributo annuale di duemila marche tributario della Corsica omaggio :

d'argento, come si legge nel Bull. che venne accettato dal Papa. Ab-
Rom. tom. Ili, par. II, pag. 82, biamo poi, che r altro re d'Arago-
e nel Rinaldi all'anno 1297. Sopra na Alfonso IV, nel i336, fece pa-
di questa concessione può Vedersi gare il solito tributo e giurare fe-
il catalogo di molte antiche carte deltà a Benedetto XII, che coU'auto-
della Chiesa Romana fatto nel i 366, rità della costituzione JVuper infra
e l'iferito dal Muratori, Diss. 71, data Avenion. die 20 decembris
antìq. ilalic. Si può leggere anco- i335, presso il citato Lunig a p,
ra il Rinaldi all'anno
i3o3, n. 29, 1589, gliene avea dato l'investitu-
e all'anno i36o, n. 11, dove nar- ra, giacché secondo i patti, nel primo
ra le controversie, che poi sono anno d' ogni pontificato doveano
insorte tra' pisani, e genovesi da i re d' Aragona rinnovare il giu-
una parte, e gli aragonesi dall' al- ramento di quei feudatari, e tro-
tra, sul dominio di queste due iso- vandosi il re infermo o impotente
le, salva quella metà dell'isola di di recarsi dal Papa, si faceva sup-
Corsica, della quale i genovesi era- plire da un regio procuratore, col
no stati investili dai sommi Pon- consueto tributo di due mila marche
tefici, e per la quale fino all'anno di argento. Montato sul trono ara-
i36o, erano soliti prestare il giu- gonese Pietro IV, nel i338, fece pa-
ramento di fedeltà alla s. Sede, e gare al medesimo Benedetto XII le
pagarle il censo. due mila marche di argento; locchè
Quindi Giacomo II inviò nel allo stesso Papa fece rinnovare nel
i3o4 ambasciatori in Perugia a 1339 perla Corsica e per la Sar-
Benedetto XI, che ai 5 giugno ri- degna. Il re Pietro IV , tanto a
cevette in pubblico concistoro il Clemente VI, che ad Innocenzo VI
giuramento di fedeltà pei regni di nel 1354, con gran solennità fece
Corsica, e di Sardegna, avuti in feu- il giuramento di fedeltà in Avigno-

do col diploma di Bonifacio VIII, a ne pei detti feudi, a tenore dell'ob-


condizione che prestasse omaggio e bligo imposto da Bonifacio Vili di
giuramento di fedeltà alla Romana fare il giuramento ad ogni nuovo
Chiesa. Benedetto XI confermò o- Papa dentro il primo anno del
,

270 COR COR


pontificato. Però va notato legger- rinnovando le minaccie di privazio-
si nel Rinaldi all'anno 1347, che ne. Temendo il re che Urbano V ne
i genovesi ebbero la signoria di tut- investisse il giudice d' Arborea, per
ta l'isola, acconsentendovi quasi tut- mezzo di un suo ambasciatore prestò
ti i baroni e signori corsi, giacché il giuramento, che dal Pontefice fu
gli aragonesi non aveano restituito pubblicato a perpetua memoria della
ai discendenti di Carlo li la Trina- soggezione di quel sovrano alla Se-
cria. Nel i36o Innocenzo VI spedi de apostolica per un tal feudo. E-
a Genova Andrea vescovo di Ri- letto nel 1370 Gregorio XI, si con-
mini, per ricevere da quella l'epub- dussero in Avignone gli ambascia-
blica il giuramento di fedeltà per tori di Pietro IV, fecero il giu-
quella parte di Corsica, che aveva ramento di fedeltà per la Corsica,
ilfeudo dalla Chiesa Romana, e e Sardegna, e rinnovarono i trat-
per esigere il debito tributo. Nel- tati stabiliti da Bonifacio VIII. Di-
l'anno medesimo vide Innocenzo VI poi, nel 1396, Bonifacio IX con-
decisa la lite, che avea quel sena- fermò agli aragonesi la Corsica,
to con Pieti'O IV sopra il regno e nel i^\i fece altrettanto Giovan-
di Sardegna, e della Corsica, colla ni XXIII. Ma quei re, essendo oc-
sentenza, che diede a favore dei cupati in altre imprese, l'isola restò
genovesi Giovanni marchese di Mon- in potere de'genovesi, contentando-
ferrato, eletto arbitro di ambedue si i re di Aragona, e poi di Spa-
le parti, come abbiamo dal Surita, gna, del titolo di re di Corsica.
Annal. lib. 9. cap. 29. Urbano V Martino V nel x^i^ premuro-
con solenni minacce, contenute nella samente si diede ad estinguere le
costituzione Olim Cum Avenion., , conseguenze del lungo e lagrime-
die i3 martii 1264, presso il Lu- vole scisma avignonese ed a to- ,

nig, tom. II p. 1-245, domandò al gliere molti, abusi nella Corsica, in


re Pietro IV il censo per le due iso- cui contraevano matrimoni proi-
si

le di Corsica e Sardegna, e gì' in- biti si conferivano


dai sagri canoni,
timò di torgliele se non presta- dai chierici ai figli che avevano i
va giuramento, e pagava dieci an- loro benefizi, come se fossero ere-
ni di tributi arretrati. Il re vera- ditarli ed altri simili abusi. Fi-
,

mente confessò di essere feudatario nalmente sotto il suo successore


della santa Sede, e si scusò per Eugenio IV, l' isola di Corsica spon-
mezzo de'suoi ambasciatori, non di taneamente, stanca dell' altrui do-
aver soddisfatto il censo per man- minio , ritornò al pieno dominio
canza di denaro, essendo rimasto della santa Sede. Il Papa vi spedì
esausto il suo erario, a cagione delle per governatore Monaldo Terrani
guerre, che aveva dovuto sostene- o Paradisi da Terni, al quale suc-
re. Ma nonattendendo Pietro IV cesse Didaco vescovo di Potenza ;
le promesse, il Papa, nell'ottobre indi Francesco Angelo vescovo di
lo chiamò di nuovo in giudizio, e Montefeltro, che poi da Nicolò V
gl'impose pene maggiori ; indi nel fu confermato ai 2 3 aprile i447'
i366 formalmente lo condannò Quel Pontefice nello stesso anno
perchè continuava ad essere debi- mandò nell'isola, in qualità di nun-
tore del tributo, né prestava il giu- zio e di governatore fr. Jacopo di
ramento per la Corsica e Sardegna, Gaeta domenicano, che nel primo
,

COR COR 271


di luglio licevelte, in nome
Pon- del per capo il loro concittadino Sam-
tefice, le fortezze di Biguglia, Cor- piero di Bastelica, meglio conosciu-
te, e Bastia, da Giano di Campo- to sotto il nome di Sampiero con-
fregoso doge di Genova, che fino al- te di Ornano, dal cognome della
lora le riteneva e le consegnò a
,
moglie. I genovesi sotto la valoro-
Tommaso de Magistris. Di fatti in sa condotta del loro celebre Andrea
un breve, che Eugenio IV avea in- Doria, potentemente assistito dal-
viato a quei popoli, dichiarava per l'imperatore Carlo V, dopo vari
usurpatori , oppressori , e tiranni sanguinosi combattimenti, s'impa-
quelli, che allora, cioè nel i444> dronirono nuovamente dell' isola, il

ritenevano in possesso la Corsica cui libero possesso fu loro assicu-


ed erano appunto i genovesi. J^. ralo nel i559 dal trattato di Cha-
monsignor Giorgi Vita di Nicolò teau-Cambresis. Tuttavolta Sampie-
V ad ann, i447 "• L^- ^^ castello ro non depose le armi, e nel i564
della città di Corte suddetto per la ribellòai genovesi quasi tutta la

sua erta posizione si ritiene impren- isola , la quale non poterono


dibile. Il general Paoli, di cui do- recuperare che nel 1567 colla mor-
vremo parlare, ed il consiglio della te di Sampiero ; morte che non si
nazione avevano quivi la loro re- tiene naturale, anzi il Ranucci nel-
sidenza nel 1769. La città di Cor- la Storia di Corsica tom. I, pag.
te, Curia, posta nel centro della 25, lo dice assassinato per trama
Corsica, fu un tempo l'esidenza del de' liguri. Il Casoni, storico geno-
vescovo di Aleria. vese, ne' suoi Annali della repub-
Apprendiamo dal Ratti, Della blica di Genova, parlando del Sam-
famiglia Sforza, tom. I, p. 3 7 2, piero, dice che con ragione egli si

che la Corsica fu ceduta a Fran- può dare il vanto dell'uomo piìi

cesco Sforza IV, duca di Milano, prode, che allora avesse l' Italia.

figlio di Sforza, // grande, dallo Intanto nel 1570 fu consagrato da


stesso comune di Genova ai 1 2 lu- s. Carlo Borromeo, il b. Alessan-
glio 1464» riserbandosi le sole for- dro Sauli, settimo generale de'Bar-
tezze di s. Bonifacio, e Calvi, di nabiti, in vescovo di Aleria, per cui
cui parlammo di sopra. V. du la Corsica divenne il luogo ove e-
Mont, p. 33 1. Anzi dicono gli sto- minentemente brillarono le sue vir-
rici, che il duca donò a Tommasi- iti, a segno, chemeritossi il titolo di
no Fregoso le città di Corte, e di apostolo della Corsica. Questa iso-
s. Fiorenzo con altre teri'e, per cui la era stata ab antico convertita
prese il titolo di conte di Corsica. alla fede cristiana dai missionari
In progresso di tempo , avendo i venuti da Roma, e la chiesa d'A-
pisani perduta la battaglia navale leria fu una delle più antiche del-
della Meloria, dopo altre imprese l'isola, perchè fondata verso l'anno
pervennero alla fine i genovesi, 600, essendovi stato predicato il

verso il i48r, ad essère i soli pa- vangelo nel pontificato di s. Pasqua-


droni della Corsica. Fu indi loro le I secondo altri. Si conosce princi-
contrastata da Enrico II re di Fran- palmente uno de'suoi vescovi chia-
cia collegatosia tal fine coi turchi mato Pietro, il quale vivea a tempo
nel i553, e secondato da un'inte- di s. Gregorio I, che gli scrisse due
ra fazione di corsi, che avevano lettere. Ma questa chiesa era da
272 COR COR
molto tempo ridotta al più deplo- delle milizie papali. Quindi abbia-
rabile stato, e non vi avea né pie- mo che, nel ifio3, Clemente Vili
tà, né disciplina, allorché il Saiili prese al suo soldo seicento corsi, e
ne fu nominato vescovo da s. Pio che nel 1622 nel Piceno eravi
V. Egli vi si recò benché avesse stanziato un corpo di fanteria di
il padre agonizzante, e benché i corsi, capitanati da Paolo Pozzo di
corsari maomettani infestassero tutte Borgo: ma nel 1662 soggiacquero
le coste dell'isola, e presto ivi si ad aspra vicenda per le prepoten-
acquistò il soprannome di Angelo te, che in Roma commettevano i
di pace. famigliari del duca di Crecqui, am-
Veramente s' ignora l'epoca pre- basciatore di Luigi XIV re di
cisa dell'introduzione della fede nel- Francia ad Alessandro VII. Laon-
r isola. Ma essendo già soggetta al- de venuti i famigliari in rissa coi
l'impero romano, e in tanta vici- soldati corsi, vedendosi questi alta-
nanza e frequenza di comunicazio- mente provocati, vennero alle ma-
ne coir Italia e con Roma, è a cre- ni, uccisero alcuni francesi, e spa-
dersi, che nei primordi stessi del rarono alcuni colpi di archibugio
cristianesimo vi sia stata piantata sulla carrozza dell' ambasciatrice,
la religione cristiana. Certo è, che ch'ebbe morto un paggio, e spa-
vi furono dei martiri. Dunque è rarono persino contra le finestre
manifesto, che a' tempi degli im- del palazzo Farnese, residenza del-
peratori pagani già era professato in l'ambasciatore. Questo avvenimento
Corsica il cristianesimo. In Nonza, costò all' innocente Pontefice gravi
paese della provincia del Capo-Corso conseguenze, e sagiillci, e per ri-

è celebre la memoria di s. Giulia stabilire la concordia colla Francia,


vergine e martire corsa, della qua- dovette promettere , che i corsi
le fa menzione anche il martiro- non potrebbero servire nelle mili-
logio romano. Al concilio roma- e permettere dovette
zie pontificie,
no contro i monoteliti, sotto il che presso la chiesa di s. Salvato-
Papa san Martino I nell'anno re in Lauro in Roma fosse innal-
649 , assistette Benedetto vescovo zata una piramide, la cui iscrizione
di Ajaccio, uno dei più zelanti pre- esprimesse il delitto, e la punizio-
lati, che provocasse con energica o- ne de' corsi. Dipoi nel 1667 riuscì
razione la condanna del monotelita a Clemente IX di far demolire un
Paolo patriarca di Costantinopoli monumento sì umiliante per la na-
{V. la Collezione dei concili del zione corsa. Tuttavolta abbiamo
Labbc). Da ciò può bene argomen- memorie, che attestano avere i

tarsi che la fede non tardò ad es- corsi tornato a servire la santa
sere predicata nell'isola. Commanvil- Sede nella milizia.
le registra l'origine dei vescovati di Nella dominazione genovese ,

Corsica al quinto, al sesto, e al set- una colonia di greci, in numero


timo secolo. di circa mille individui, si rifugiò
Dopo che, come dicemmo, i nell'isola sotto la protezione della
corsi andarono ad abitare in Ro- repubblica di Genova, la quale non
ma nel pontificato di s. Leone IV, potendo visi mantenere tranquilla-
i Romani Pontefici presero al soldo mente, né mai sedare le intestine
de' corsi, che formarono un corpo discordie, che bene spesso scoppia-
COR COR 273
vano, chiamò in suo soccorso nel loro somministrò ottomila tedeschi

17 3o le truppe imperiali, ed otto anni comandati dal generale Vactendok.


dopo quelle di Francia. Il malconten- Avvertiti di ciò i corsi spedirono
to dei corsi non vuoisi addebitare, a Roma nel 1781 l'ecclesiastico

se non alla durezza con cui erano Paolo Orlicone per supplicare la

trattati dai genovesi. Però la ribel- santa Sede di prendere sotto la sua
lione del 1730 fu originata dalle protezione la loro isola, per libe-
esigenze del commissario generale, rarla dal giogo genovese, esibendo
che in nome del senato genovese eziandio al Pontefice Clemente XII
governava l'isola di Corsica. Vole- la sovranità del regno di Corsica,
va obbligare gì' isolani a rimbor- col dimostrare con prove autentiche,
sare la repubblica di ciò, .che loro che questo regno ei'a stato in altri
avea somministrato per una straor- tempi sotto il dominio della Sede
dinaria carestia. Sì opposero a que- apostolica. Ma il Papa, col consi-
sta ricerca i corsi, e richiamando glio de' Cardinali, stimò non deco-

le loro antiche doglianze contro i roso e prudente accettare l'offerta,


genovesi, si unirono in numero di ma in vece essere meglio farsi me-
dieci mila tutti ben armati, e fuse diatoi'e di pace. A tal fine spedi
le campane ne fecero molti can- un breve all'arcivescovo di Ge-
noni, entrarono in Bastia capitale nova Nicolò Franchi per comuni-
del regno con molto ardore, e con cai*e a suo desi-
quel senato il

certo Pampiliano alla testa, obbliga- derio ; ma ingratamente


i senatori
rono quel governatore a ritirarsi nel lo rimandarono indietro con gran
castello. 11 vescovo di Aleria, Camil- rammarico del zelante Pontefice,
lo de Mari teatino, emulando gli che per la sua prudente condotta
esempi apostolici di s. Gio. Griso- meritava ben diversa accoglienza.
stomo in Antiochia, e di s. Basilio Intanto, non avendo prodotto i te-
in Cesarea, s'interpose per acchetare i deschi quanto i genovesi speravano,
sollevati , e gli riuscì di far loro di nuovo ricorsero all' imperatore,
deporre le Ba-
armi, e uscire da che mandò in Corsica altri tremila
stia, colla promessa che la repub- cinquecento soldati sotto il comando
blica di Genova diminuirebbe certe del principe di Wirtemberg, il quale
imposizioni. Ma in vece il senato fece cambiare l'aspetto alle cose, per
volendo punire i corsi, spedì per cui certo Luigi GiafTeri, capo degli
commissario generale Gii'olamo Ve- insorti, convenne di accettare una
nerano, con ordini rigorosi. Allora amnistia generale, e di rientrare
gl'isolani ripresero le armi, e pub- nella ubbidienza della repubblica
blicarono tutte le loro doglianze con- genovese, con molti vantaggi, che
tro il governo di Genova, giun- descrive il Bercastel facendo la sto-
gendo i malcontenti in numero di ria di questi avvenimenti, nel tomo
tredici mila a minacciare di nuo- XXX, 27, e seg.
p. della Storia
vo la città di Bastia. Dopo u- del Cristianesimo.
ua sospensione di armi i mal- Non andò guari che i genovesi,
contenti si divisero in tre coi'pi dimentichi de' trattati, con rigore
forti ognuno di dieci mila uomini; trattarono i capi degl' insorti, mas-
il perchè i genovesi ricorsero all'a- sime Giaffèri, e Ceccaldi, che furo-
iuto di Carlo VI imperatore, che no tradotti nella torre di Savona
VOL. xvii. 18
274 COR COR
come rei di alto tracliinento. Però dodici cannoni ed alcune munizio-
avendo i corsi fatto ricorso a Car- ni da guerra, potè illudere gì' iso-

lo VI su tal procedere, l'impera- lani a segno, che alla metà di a-


tore obbligò i genovesi a mantene- prile radunatasi in Aligiana una
re i ed a porre in libertà i
patti, generale assemblea di corsi, Teo-
prigionieri. Prevedendo i corsi di doro fu proclamato re di Corsica,
andare soggetti ad altre calamità, e secondo 1' uso antico venne alza-
si ribellarono di nuovo, e inalberando to in una gran pianura, acciocché
Io stendardo d' Aragona, convocaro- fosse possibilmente veduto da tutti
no un' assemblea generale di tutta i suoi sudditi, e venne coronato di
la nazione, per istabilir nuove leg- alloro. Quindi il re decorò i prin-
gi pel governo dell'isola; quindi per cipali dell' isola coi titoli di conti,
sottratasi affatto dai genovesi, spe- di marchesi, di generalissimi ec;
dirono al re di Spagna Filippo V pubblicò parecchie leggi, mostrò si

ilsuddetto canonico Orticone, per popolare, fece coniare monete colla


implorarne la protezione, in conside- iscrizione da una parte T. R. cioè
razione dell* antico dominio, che Theodorus Rex, e dall' altra Rego
l'Aragona avea esercitato sull'isola. prò hono puhlico. Ma avendo i
Però il gabinetto del re ricusò a- genovesi con un manifesto, dirama-
derire alle bi-ame de' corsi. Tutta- to a tutta r Europa, fatto conosce-
volta quasi tutta l'isola fu occupa- re Teodoro e le sue imposture, egli
ta da' malcontenti, meno Bastia, e dopo sei mesi di regno, travestito
tx'e, o quattro piazze marittime ; e fuggi dall' isola. Dalla dichiarazio-
convocata un'assemblea de' soli ca- ne, che prima del partire emanò,
pi di famiglia , fu deliberato di appare che partisse col consenso
stabilire in libera, e sovrana re- de' principali membri del regno ;
pubblica la Corsica, con nuove leggi, anzi con regio decreto istituì l' or-
annullando interamente le leggi dine dei Cavalieri della delibera-
genovesi ; che Andrea Ceccaldi, Gia- zione, che doveva sottomettersi alla
cinto Paoli, e Luigi Giafferi, già approvazione del Papa, dovendone
eletti generali del regno fossero ri- essere gran maestro il re. Ad onta
conosciuti per primati della Corsica dell'assurdità di tal Ordine, l'isti-

col titolo di altezza reale che si ; tutore del quale per debiti giaceva
formerebbe una dieta generale, qua- nelle prigioni di Olanda, furono
lificata del titolo di Serenissima ec. in esso ammessi da quattrocento
Regolate dai corsi le cose spettanti cavalieri. Su questo fantasma di re,
al governo dell'isola, con più ar- molte furono le opinioni degli sto-
dore continuaronsi le ostilità contro rici, i quali lo credettero strumen-
i genovesi. to di qualche potenza, che aspirava
Nel 1736 sbarcò in Aleria un a dominare l' isola.
personaggio incognito, cioè Teodoro Frattanto i genovesi ottennero
Antonio barone di NewofF prussia- da Luigi XV re di Francia, l'aiuto
no, o della contea Westfalica della di tre mila uomini, che il generale
Marck. Spacciando egli fastosi ti- Boissieux sbarcò in Corsica, e potè
toli, e millantando di avere navi conchiudere, che i corsi riconosce-
e militari soccorsi a sua disposizio- rebbero Teodoro I per re sotto
ne, come quello che aveva seco la protezione della repubblica di
COR COR 275
Genova, e colla garanzia della Fran- gioni, onde essere malcontenta dei
cia. Poco dopo comparve Teodoro sardi egualmente che dei francesi,
ncir isola con diversi soccorsi smon- abborrendo il giogo genovese, ri-
tando alla spiaggia di Canipoloro, solvette di uscire da questo stato
fra le grida di : viva il nostro re <li oppressione, e di eleggersi un
Teodoro. Ma questi vedendo, che capo, e questo fu Pasquale de Pao-
il generale fiancese bramava averlo li, figlio del summentovato Giacinto,
nelle mani, pensò bene allontanar- che pe'suoi rari talenti venne eletto
si di nuovo dall' isola facendo ritor- capo generale economico, e politi-
no in Olanda. Con nuove munizioni co di tutto il regno con autorità
volendo poscia fare ritorno nell'i- illimitata. Accettò il potere non
sola, per un tradimento' le per- senza ripugnanza, e dopo aver su-
dette, e si salvò dalle trame con- perate le trame di alcuni concitta-
tro di lui oi-dite; tultavolta gli riu- dini, incominciò a regolare l'ammi-
scì approdare in Coisi-
in appresso nistrazione, disciplinar le truppe,
ca, ove fu ricevuto con dimostra- emanar leggi, ed istituì una uni-
zioni di giubilo. Adunati i princi- versità, per raddolcire i costumi
pali dell' isola, raccontò loro le in- colle arti e le scienze. Ma la sola
sidie tramategli dai genovesi, e ri- religione, che
l'amore dell'or-
ispira
cevette nuovo giuramento di fedel- dine, dell'onesto, e dei propri dove-
tà. Quindi fu pubblicalo un alto, ri, e il rispetto alle leggi, era nel
col quale confermarono la
i corsi più deplorabile stato. I beni della
elezione di Teodoro in re di Cor- Chiesa passati erano nelle mani dei
sica, e dell' isola Capraja con le sollevati per servire alle spese della
sue attinenze, e dipendenze. Allora guerra, le sedi vescovili erano prive
i corsi si videro minacciati dai ge- dei loro prelati, le diocesi di Aleria,
novesi, e dai francesi. A Boissieux di Mariana, di Ajaccio, e di Neb-
successe nel comando il marchese bio sentivano gli effetti luttuosi di
di Maillelx)is, per cui gli affari questa privazione; le greggi subor-
presero una differente piega, e fece dinate mancavano dei secondi pa-
sapere ai corsi, che il re di Fran- stori; i fedeli non avevano chi loro
cia prendeva l' isola sotto la sua spezzasse la divina parola, illangui-
tutela, e protezione. Teodoro, che dita la pietà, intiepidito il fervore,
era uscito di Corsica, invano potè i tempU e gli altari divennero de-
rientrarvi, e si ecclissò in certo mo- serti, i pochi superstiti sacerdoti
do agli occhi dell' Europa. In Lon- slruggevansi in lagrime e sospiri,
dra i suoi creditori tornarono ad ed il libertinaggio ovunque si ma-
imprigionarlo, e non si parlò qua- nifestava orgogliosamente.
si piti di lui, finche non soggiac- Altro non ci voleva certamente
que a quella insuperabile legge, a per la Corsica, se non l'autorità e
cui sono soggetti gli abitatori delle la sollecitudine della santa Sede,
misere capanne, egualmente che i che in ogni tempo provvide ai bi-
veri, e fìnti monarchi. sogni dell' universo, perchè senza
La Corsica rimase per qualche ledere i diritti episcopali, e senza
tempo sotto la protezione del re di pregiudicare quelli del principa-
Francia, indi sotto quella del re di to, potesse provvedere alle tante
Sardegna. Avendo peiò tutte le ra- calamità, che inutilmente tenta-
ijG COR COR
rono riparare Clemente XII, e Be- alTari spirituali, senza punto interes-
nedetto XIV. Questo secondo Pon- sarsi ne'poUtici, e tendeva solo a ri-

tefice beatificò Alessandro Sauli, ve- stabilire nella Corsica la religione


nerato in Corsica qual suo aposto- cattolica, estirparvi gli abusi, e ri-

lo, come dicemmo di sopra, prov- destar così ne'popoli 1' ubbidienza,
vide di due vescovi nazionali le e il rispetto al loro principe. Quin-
diocesi di Nebbio, e di Aleria, di di a' 1 5 maggio, col breve In a-
cui da molto tempo erano prive ,
postolica, condannò, annullò, e pro-
e spedi in Corsica il b. Leonardo scrisse l'editto de'genovesi. Per mez-
da Porto Maurizio, per far rien- zo del Cardinal Orsini s'interpose
trare quelle popolazioni nella pie- mediatore il re di Napoli, ma inu-
tà. Finalmente Clemente XIII, ce- tilmente, giacché il Papa, e il Car-
dendo alle istanze de' corsi e del dinal Torregiani suo segretario di
general Paoli, dopo aver ben matu- stato, persistettero nella rivocazione

rato le cose, per non ledere i dirit- dell'editto.

ti metropolitani dell'ai'ci vescovo di Intanto il visitatoi'e apostolico ri-

Pisa, e non dar ombra ai genovesi chiamò in Corsica l'ecclesiastica di-


sul tìne de' suoi divisamenti ; ai sciplina , mentre il general Paoli
i8 settembre ly^g, coll'autorità sosteneva l'indipendenza de' corsi
del breve Inter caeteras curas,
: con prudenza e valore , facendo
deputò in visitatore apostolico del- fronte continuamente al furore ven-
l'isola, monsignor Cesare Crescenzio dicativo de'genovesi, e alla poten-
de Angelis vescovo di Segni, colle za delle armi francesi, non che ;ii

opportune facoltà. Nelle istruzioni nemici connazionali. Tuttavolta bi-

dategli il Papa unicamente si mo- sognò cedere , perché un trattato


strò premuroso de' vantaggi spiri- conchiuso tra Luigi e la re- XV
tuali dei corsi, con tutti i riguardi pubblica di Genova diede l'ultimo
alla giurisdizione de' vescovi, e al crollo ai pretesi Lacedemoni del se-
tempoi'ale de'genovesi. Il visitatore colo XVIII, e nel 1768, i genovesi
fu ricevuto colla massima venerazio- sotto diverse condizioni cedettero l'i-
ne dai corsi, i quali subito lascia- sola alla Francia. Subito quella po-
rono l'amministrazione dei beni ec- tenza vigorosamente accrebbe le forze

clesiastici. Ad
onta del prudenzial marittime e terrestri, che aveva in
contegno di Clemente XIII la re- , Corsica, ed inutili furono gli sforzi di
pubblica di Genova a' i4 aprile Paoli, il quale dovette abbandonare
1760, cioè sette giorni dopo lo la patria, dopo alcune battaglie,
sbarco del visitatore apostolico, pub- specialmente quella decisiva di Pon-
blicò un ingiurioso editto contro la tenuovo, e dopo altri infelici suc-
santa Sede, e mise la taglia ed il cessi. Salito sulla cattedra di s. Pie-
premio di seimila scudi a chiunque tro Clemente XIV, provvide di egre-
avesse condotto arrestato in Geno- gi prelati le sedi di Sagona, di A-
va degno visitatore.
il A si trista leria, e di Nebbio, e procurò mi-
notizia Clemente XIII convocò il gliorare le cose ecclesiastiche ; nel
concistoro, dimostrò al sagro .Col- 1770 concesse a Luigi XV re di
legio quanto ingiurioso era l'editto, Francia, ed a' suoi successori, fin-
giacché la deputazione e missione ché l'isola fosse sottoposta alla Fran-
del visitatore non riguardava che gli cia, di poter nominare i suoi cit
,

COR COR 277


qua vescoTali , di Ajaccio , Aleria ,
nel 1792 agli emigrati vescovi e
Nebbio, Sagena, e Marianna unita sacerdoti francesi, dopo aver fatto
ad Accia. Però nel lygS, epoca discutere l'affare ad una congrega-
della rivoluzione francese, un par- zione di Cardinali, col prelato di
tito possente, alla cui testa trova- Pietro per segretario, e col parere
vasi il nominato Paoli, facilitò la di dotti teologi, trovando che nelle
conquista dell' isola agi' inglesi , e richieste non variavasi la discipli-

Giorgio III re d'Inghilterra nel na , approvò secondo alcuni storici

1796 venne proclamato re di Cor- i decreti proposti dal parlamento.


sica. Noi però diremo, che le domande
L' Inghilterra, dopo l'occupazione del parlamento comprese in venti-
dell'isola, vi stabilì un parlamento. due articoli, furono da Pio VI ac-
Nel 1795 fece esso otto decreti, cordate soltanto in parte mentre ,

che da quattro commissari furono altre vennero negate, ed altre sos-


portati alla santa Sede per l'appro- pese, f^. il citato Ranucci pag. 78,
vazione. Erano essi: i.° La ridu- ove distesamente riporta il decreto,
zione dei cinque vescovati della Cor- e la pontificia risposta.
sica a tre soli. 2.° Che appunta-
l' L'arrivo di un vice-i'e nell'isola

mento di essi fosse di mille e quat- di Corsica, speditovi dall' Inghilter-


trocento scudi, da pagarsi dalla re- ra, cagionò nuove turbolenze. I

gia cassa d' Inghilterra. 3.° L'abo- francesi nel 1796 vi rientrarono,
lizione dei diritti metropolitani de- mentre spontaneamente ritiravansi
gli arcivescovi esteri, cioè di Pisa gl'inglesi in meno di sei settimane,

e di Genova sopra i vescovi della ed ecco come procedette questo av-


Corsica. 4-° ^^^ la consagrazione venimento. Primieramente va no-
di questi vescovi si dovesse fare tato, che oscuri furono i venti anni

nell'isola stessa. 5° L'abolizione del governo francese nell' isola, do-


delle decime. 6." La facoltà ai detti po la cessione di Genova, e prima
tre vescovi sulle dispense matrimo- che scoppiasse la rivoluzione. L'as-
niali sino al terzo grado. 7.° La li- semblea costituente, a petizione del
bertà dei benefizi curati dalla spe- famoso Mirabeau , volle riparare
dizione delle bolle. 8.° La soppres- r ingiustizia del conquisto parifi-
sione di tutte le collegiate. Il ze- cando la Corsica alla Francia nel-
lante Pio VI, che allora governava r esercizio de' diritti civili, e richia-
la Chiesa, non avrebbe sicuramen- mando gli antichi sostenitori della
te inclinato ad approvare siffatte patria indipendenza. Parigi acclamò
variazioni ma come pur troppo
j il reduce Paoli , e Luigi XVI lo
con dolore del paterno suo cuore creò luogotenente generale dell'iso-
vedeva altri slati, i quali sebbene sog- la, per cui il suo arrivo fu eguale

getti a sovrani cattolici, non ricerca- ad un trionfo, giungendo al colmo


vano l'assenso della Sede apostolica, il tripudio nazionale. I de- deliri

come lo ricercava il regno di Corsi- magogici, che funestarono di poi la


ca soggetto a Giorgio HI sovrano Francia, la diffidenza che ispiraro-
di religione riformata ; cosi , e pei no i vari progetti stranissimi della
riguardi che doveva al re inglese convenzione, gli attentati contro il

e per la riconoscenza che gli pro- cattolico culto, alienarono Paoli, ed


fessava, per l'ospitalità accordata i suoi corsi da quel partito. Nel
278 COR COR
regno del terrore il nome di Paoli 1 8 4
r ; ma il trattato di Parigi del
si vide nella lista de' venti generali seguente anno i8i5 assicurò di
proscritti, quasi avesse egli influito nuovo quest' isola alla Francia.
al cattivo successo della spedizione Anticamente dividevasi la Corsi-
del vice arainiraglio Truquet con- ca in quattro parti, cioè la costa
tro la Sardegna. Egli ruppe allora di dentro, ossia 1' orientale, la costa
ogni freno, ed eletto generale degli di fuori, ovvero l'occidentale, la
ammutinati ai 26 giugno lygS, provincia cismontana o boreale, e
discacciò in pochi giorni ogni presi- quella di là dei monti, o meridio-
dio francese, corseggiò l'Adriatico nale. Ciascuna suddividevasi in piìi
a danno della bandiera repubbli- cantoni, che chiamavansi pievi^ ch'e-
cana di Francia, e di quella di Ge- rano sessantotto, e potevano essere
nova, ed invitò il re d' Inghiltex'ra paragonati ai decanati, o alle arci-
ad aggiungere agi' isolani suoi do- preture di Francia. Nel 1796 se
minii questa isola. Allora la Corsica ne formai'ono i due dipartimenti
forme costituzionali d'In-
ricevette le del Golo e del Liamone , i quali
ghilterra; ma la nomina di EUiot poi riuniti costituiscono oggi l' ot-

a vice-re, e di Pozzodiborgo alla tantesimo sesto dipartimento della


presidenza del parlamento in pre- monarchia francese, che comprende
ferenza di Paoli, fece nascere tra i i cinque distretti di Ajaccio prefet-

tre personaggi disgustose avversità, tura. Calvi, Bastia, Corti, e Sarte-


che indussero l'ultimo nel 1796 a na sotto-prefetture. La popolazione
togliersi dalla pubblica carriera, ed ascende a circa duecentomila abitanti,
a ritirarsi di nuovo a Londra ove secondo la piìi recente statistica. Lo ,

terminò di Poco
vivere nel 1807. stemma o scudo della Corsica è di
si sostenne dopo la partenza di Pao- argento con una testa di moro fa-

li la preponderanza inglese, da che sciata similmente di argento. I suoi


le vittorie di Bonaparte in Italia scrittori sono
principali Antonio :

erano troppo forte incentivo di nuo- Pietro Filippini, che pubblicò nel
vi moti a' suoi compatriotti. 1 594 l' Istoria di Corsica raccolta
A meditare il conquisto della ed ampliata. Filippo Cluvcrio è
Corsica, si recò il generalissimo fran- r autore della Sicilia antiqua, Sar-
cese in Livorno, e spedi il colon- dinia et Corsica, Lugduni Batavo-
nello BonelU con armi e sussidii a rura, 16 19. Pietro Cirneo scrisse

fomentare l' insurrezione. Tutto riu- De rebus Corsicis^ presso il Mura-


scì a seconda de' desideri! , ed in tori Scriptoruni rerum italìcanim,
breve salparono per l' isola a com- n. 24' Abbiamo inoltre dal eh. Lim-
piere l'opera i generali Gentili, Ca- perani. Storia di Corsicaj F. O.
salta, e Cervoni. GÌ' inglesi si de- Ranucci, Stona di Corsica, Bastia
terminarono volontariamente a la- 1834, non che la famosa opera
sciar la Corsica, ma sul punto del- della Giustificazione della rivolu'

l'imbarco furonvi alcuni piccoli fatti zione dell' isola di Corsicaj e il

d'armi. La Corsica fu perciò an- Curzio Tulliano di monsignor Na-


noverata di nuovo ai dominii fran- tali vescovo di Tivoli , nativo di
cesi, e Saliceti ne esegui la unifor- eletta in Corsica.
me organizzazione. Tutta volta gl'in- CORSIGNANO. F. Pienza.
glesi vi ricomparvero ancora nel CORSINI Famiglia. In Firenze,
COR COR 279
secondo alcuni, ebbe l'origine da di Francia, che lo fece suo primo
Corsine, il cui figliuolo chiamato consigliere.
Neri Corsini fu signore di Castel- Dal secolo XIII infino ai nostri d\
luccio, e di Poggibonzi verso l'an- non v'è quasi generazione che sia
no ii5o; ma la vera origine di degna di lode, e di gloria da rendere
questa antichissima e nobilissima illustre e chiara sopra altre molte una

famiglia toscana, divenuta poscia nobile, ed antica famiglia, come


eziandio romana, si perde tra la ca- quella dei Corsini, o non sia stata
ligine delle più vetuste memorie, dagli altri, o non siasi per sé me-
e sembra potersi stabilire verso la desima onorata. Uscirono però da
metà del secolo decimo primo. Nel- es-sa di secolo in secolo uornini per
la celebra tissi ma libreria Corsiniana pietà, per cariche, per dignità ec-
di Roma vi documenti della
sono clesiastiche e civili, per ingegno e
detta sua antichità, e lustro, colqual sapere massime nella giurispruden-
fiorì sino dal suo nascere. In essi za, e per amore alle arti , e alle
viene rammentato un Lapo nato nel lettere segnalatissimi. Per non dir
1336, discendente da Bonaccolti di nulla delle ricchezze, e dell' uso
Neri Corsini. E egualmente sicuro fattone nell'erezione di cappelle,
che i Corsini ab antico fiorirono e chiese, e pii luoghi, come delle pa-
furono signori di Poggibonzi, uno rentele contratte con i più illustri

de' più belli e forti castelli d'Italia, casati degli Strozzi, degli Albizi,
e posto quasi nel bilico di Toscana, de' Manelli, degli Altoviti, degli An-
ovvero furono signori di un castel- tilla, de' Medici, de' Gini, de' Mac-
lo chiamato Corsino presso Poggi- chiavelli, degli Odescalchi, de' Cae-
bonzi, ed anche chiamato Castell uc- tani, de' Barberini , de' Rinuccini,
cio , dal quale preserocognome. il ed altre molte; di questa famiglia
Indi verso il 1257, o meglio nel si contano sette gonfalonieri, e qua-

1 268, i Corsini aimbiarono domi- rantanove priori di Firenze, nove


cilio, e si recarono a Firenze, ove senatori, molti ambasciatori, e gran-
ben presto soggiacquero al bando di di Spagna di prima classe; e fra
per Carlo d'Angiò, siccome di par- le nobiltà, cui fu ascritta oltre la
te ghibellina. romana, meritano menzione la ve-
Di poi successivamente nell'istes- neta, e la genovese.
sa città fiorirono con molta gloria Pietro Corsini vescovo di Firen-
i discendenti di Neri. Tommaso, ze, e Cardinale fu mandato da Ur-
Filippo, Giovanni Bertoldo, Pietro, bano V legato all' imperatore Cai'-
e Gherardo ne furono tutti gonfa- lo IV, dal quale ottenne nel 1 364
lonieri, carica che si dava al su- per sé, e per la sua famiglia il
premo capo della fiorentina repub- titolo, e le prerogative di principe
blica. Fi-a questi Tommaso fu am- del sagro romano impero, in pre-
basciatore ai sanesi, ai bolognesi, ai mio di aver conchiuso la pace fra il

milanesi, al sommo Pontefice, a detto imperatore, e il di lui fratel-


Venceslao imperatore, e al re d'Un- lo Giovanni, e fra Lodovico re di
gheria, da cui fu decorato colla Ungheria, e Rodolfo duca d'Au-
dignità equestre. Filippo figlio di stria, siccome ancora tra altri prin-
Tommaso fu anch'egli ambasciato- cipi della Germania. F. Corsini
re ai medesimi, e più volte al re Pietro, Cardinale.
28o COR COR
Fra maggiori glorie di questa
le nella patriarcale basilica lateranen-
nobilissima ed illustre famiglia, dee se in onore di questo eanto suo an-
annoverarsi quella di aver prodot- tenato dedicò una sontuosissima
to al mondo, e al cielo s. Andrea cappella, e volle esservi sepolto. Di
Corsini [Vedi), religioso carmelita- questa nobile cappella si tratta al
no, morto nel iSyS, e canoniz- volume XII, pag. 28 del Dizio-
zato a tutte spese de' suoi nobili nario, e della deposizione del ca-
parenti^ nel 1629, da Urbano Vili davere di Clemente XII, si tratta al
nella domenica in Alhis. Egli nac- voi. VI, p. 200, del medesimo Di-
que da Nicolò Corsini, e da Pelle- zionario.
grina Stracciabende nel i3o2, gior- S. Andrea nel vescovato di Fie-
no dedicato a s. Andrea apostolo ; sole ebbe per successore Neri Cor-
quindi morì vescovo di Fiesole ai sini suo fratello, che per le sue vir-
6 gennaio iSyS. II suo corpo nel- tù meritò anch'esso il titolo di beato.
l'anno seguente fu trasportato dal- Nel numero degli altri insignì ve-
la cattediale di Fiesole alla chiesa scovi della famiglia Corsini due ve
del suoOrdine in Firenze; e volendo- ne sono della chiesa di Firenze,
si poi trasferire dal sepolcro in cui uno de'quali fu Cardinale, cioè Pie-
giacque per più di tre secoli, ad tro suddetto, e l'altro fu il primo
una cappella in suo onore ivi fab- arcivescovo della città, vale a di-
bricata dai marchesi Bartolommeo, re il nipote del Cardinale Pietro,
e Neri Corsini, aperta la cassa ai chiamato Amerigo di Filippo, che
29 ottobre dell'anno i683 Ritro- neir anno 1420 ebbe tale onore
vato incorrotto. Agostino Biscaret- da Martino V. Nel secolo XVII
to descrisse le allegrezze falle in Ottavio ed Ottaviano Corsini otten-
Roma dai padri Carmelilani per nero il protonotariato apostolico, e
la canonizzazione di sani' Andrea il chiericato di camera. Il primo
Corsini, Roma pel Mascardi 1629. da Gregorio XV
fu fatto arcivesco-
La vita di s. Andrea Corsini scrit- vo di Tarso, e nunzio in Fran-
ta dal suo successoi'c nel vescovato cia, indi da Urbano Vili destina-
di Fiesole e tradotta dal gesuita to presidente della Romagna, collo
Giampietro Maffei sta fra le sue incarico di provvedere allo strari-
Vile di XVII confessori di Cristo pamento del Reno nel 1682, e di
a p. 4<^4- Un' altra compilata, cir- comporre le discordie pei confini
ca l'anno i46o, da Pietro Andrea del Ferrarese, e dei domini veneti:
Castagna carmelitano fiorentino, e il secondo tenne il decanato della
pubblicata con note dal p. Dome- camera, la presidenza delle ripe, e
nico di Gesù dello stesso Ordine il governo della Tolfa ma s\ l'uno :

nel libro De actis canonizationis s. che l'altro morirono in sul fiore


Andreae etc, sta con altra di au- delle speranze, il primo nel 1648,
tore incerto, presso i Bollandisti, il secondo nel 1696. A Neri Cor-
ad. ss. Januar. iota. II, die 3o. p. sini chierico anch' esso della came-
1064 6 1078. Un'altra venne da ra apostolica durò tanto la vita, e
Andrea Venturi pubblicata per oc- il favore della fortuna, che Inno-
casione della solenne canonizzazio- cenzo X lo nommò arcivescovo di
ne col titolo Vita s. Andreae Cor- Damiata, e nunzio in Francia, fin-

sini, Romae 1629. Clemente XII ché Alessandro VII nel 1664 creò
COR COR 281
Cardinale Neri Corsini . V. CoR- meo Giovanna Falconie-
Corsini, e di
SLM Neri, Cardinale. ri, da' quali era nato nel iGSq. Ab-

A tante ed altre gloriose prero- bracciatosi da Lorenzo Io stato ec-


gative della famiglia medesima me- clesiastico percorse una brillante
,

ritamente celebrate da tanti scrit- carriera prelatizia prima sotto la


tori, si aggiunge l' essersi fino dai direzione del zio Cardinale, poi sot-
più antichi tempi segnalata nella marchese genitore, seb-
to quella del
riverenza alla santa Sede, ed ai som- bene primogenito di sua famiglia, e
mi Pontefici, come chiaramente si che avesse il fratello Ottaviano, pre-
scorge dai due brevi apostolici di lato e presidente dell' annona. IVel-
Papa Gregorio XI a Giovanni, e l'anno 1 706 Clemente XI lo creò
a Filippo di Tommaso Corsini, ri- Cardinale , e fu in questo tem-
portati dal gesuita portcgliese Aze- po, che essendo insorta discus-
vedo nella prefazione al P^etiis sione tra i primi fondatori del-
missale Romanum Monasticum la- l'Arcadia, gli uni si vollero divi-
teranense, Romae 1754. Giovanni dere dal consorzio degli altri. Egli
fu fatto in Parigi cavaliere del re parte ne l'accolse sotto il titolo di
di Francia , e portò il titolo di accademici Quirini, prima nel pa-
gran siniscalco del regno di Arme- lazzo Pamphily a piazza Navona,
nia, e Filippo, con diploma de'6 ove abitava (per cui il Cancellieri
marzo i4o2, da Roberto re dei nel suo Mercato, ed il palazzo
Romani venne dichiarato, in uno Patnphiliano ci diede molte eru-
a tutti i primogeniti discendenti da dite notizie sulla famiglia Corsini),
lui, conte Palatino, con amplissime poi nella magnifica sua villa posta
facoltà e giurisdizione, il qual tito- fuori di porta s. Pancrazio, e nel
lo, come antichissimo, ebbero in uso giardino dell'altra villa dietro il pa-
di portare per lungo tempo i Cor- lazzo fabbricato nella via della Lun-
sini. gara. IlCardinal Corsini, dopo es-
Principale e splendido ornamen- sere intervenuto ai conclavi del
to della famiglia Corsini, si fu il 1721, e del 1724, per la morte
magnanimo Pontefice Clemente XII di Benedetto XIII, sebbene fosse
(Fedi). Chiamato prima Lorenzo, nell'età di 78 anni, a' 12 luglio
nacque in Firenze nel i652 da 1780, fu sublimato alla cattedra
Bartolommeo Corsini marchese di apostolica, e prese il nome di Cle-
Castigliano ec. e da Isabella Stroz-
, mente XII. Il Cancellieri, ne'suoi
zi sorella del duca di Bagnuolo. Possessi de' Sonimi Pontefici, nel
Qui noteremo, che Lorenzo per can- descrivere quello preso da Clemen-
to paterno ebbe per zia Virginia te XII, a pag. 369, e seg., fa il

Corsini, la quale nel 1640 fu spo- catalogo delle descrizioni, relazioni,


sata al marchese Patrizio Patrizi, componimenti ed altro, ch'ebbero
della qual nobile e rispettabile fa- luogo nella elezione, coronazione, e
miglia parlammo all'articolo Chigi, solenne possesso di Clemente XII.
{Fedi), la cui figlia Olimpia Patri- Amorevole questo Pontefice coi
zi fu data nel 1679 in moglie a suoi parenti, conferì la prefettura
Giambattista Corsini, dell'altro ra- di giustizia da lui esercitata nel
mo de'Corsini, da Antonio
fatto cardinalato, al Cardinal Alemanno
Corsini figlio minore di Bartolom- Salviali, suo parente, e concittadi-
.

a82 COR COR


no. Fece capitani dei cavallcggieri e di Tresana, Castagnololo, e Gio-
il marchese Bartolommeo Corsini, vagallo nella Lunigiana, già della
suo nipote, e il duca Strozzi, della famiglia de'marchesi Malaspina, con
cui famiglia ei"a sua madre. Fece amplissima giurisdizione, e mero,
segretario de* memoriali Neri Ma- e misto impero, qual feudatario
ria Corsini altro suo nipote, nomi- nobile del sagro romano impero.
nandolo da secolare subito a pro- Questo Bartolommeo, figlio di Fi-
lonotario apostolico. Dichiai'ò ge- lippo Corsini, e di Lucrezia Rinuc-
nerale delle poste pontificie il suo cini, e perciò nipote di Clemen-
affinemarchese Filippo Patrizi. In- te XII, continuò la successione del-
di a' i4 agosto creò Cardinale il la famiglia. Fu egli grande scu-
nipote Neri Maria, e poi lo pub- diere del gran duca di Toscana, e
blicò agli I r dicembre del mede- del re di Napoli, viceré di Sicilia
simo anno lySo. E siccome per- nel 1737, principe assistente al so-
sonaggio di rara prudenza, e di glio pontificio, e duca di s. Co-
maturità di consiglio, gli affidò la lomba fatto dallo zio con aposto-
sopraintendenza generale degli affa- lico breve de' 23 giugno 173 i. Fu
ri. Egli ottimamente vi corrispose, ancora primo capitano nella guar-
massime negli ultimi otto anni del dia pontificia de' cavalleggieri , e
pontificato di Clemente XII, i quali grande di Spagna di prima classe,
furono passati dal Papa in un'assoluta 1739 dal re Filippo V.
fatto nel
cecità. Questo Cardinale insieme Bartolommeo prese per moglie Ma-
al principe d. Filippo Corsini , nel ria Vittoria Altoviti, dalla quale
maggio 17465 ricevette nel suo pa- ebbe Filippo Maria Corsini capita-
lazzo di Porto d' Anzo Benedetto no de' cavalleggieri, ciamberlano del
XIV, che vi pernottò. V. Francesco re di Napoli, e principe di Piti-
Cancellieri nella lettera al d. Korcff gliano, come dichiarollo il Papa suo
a pag. iSt, e seg. Nel lySi Cle- pro-zio a'29 giugno dell'anno 1 73 1

mente XII esaltò al cardinalato fr. Ammogliato Filippo ad Ottavia


Giannantonio Guadagni fiorentino, Strozzi, figlia del principe di Fora-
carmelitano scalzo e suo degno ni- no, lasciò il principe d. Bartolom-
pote, facendolo ancora vicario di meo Corsini, nato nel 1730, che spo-
Boma, che morì poscia santamente. sato neir ottobre del 1 758 con d.
Clemente XII cessò di vivere d'an- Felicita Barberini, lasciò abbondan-
ni 88, a' 6 febbraio j^o. Ne lodò
\ te, e fortunata discendenza. Mo-
le geste il dotto sanese monsignor rì a Firenze nel lyQ'Z, a' 22 feb-
Enea Silvio Piccolomini, poi Car- braio, e fu ambasciatore al sacro
dinale. Il suo pronipote Andrea Collegio in morte di Clemente XIV,
Corsini, nel lySig, fu creato Cardi- ed al nuovo Pontefice Pio VI per
nale da Clemente XIII, ed ancor destinazione di Giuseppe II impe-
egli divenne vicario di Roma. ratore, e di Maria Teresa regina di
Bartolommeo Corsini, nipote di Ungheria, per cui fij decorato del-
Clemente XII, fu marchese di Ca- l' Ordine del Tosone d'oro, e del
sigliano nell'Umbria, di Sismano, e grado d'intimo consigliere cesareo
Civitella pure nello stato ecclesiastico, e regio di stato.
di Campetelli nel regno di Napoli, Ne continuò l'illustre prosapia il

di Lajatico, ed Orciatico nel Pisano, vivente loro figlio, principe di Si-


1, ,

COR COR aS"?

smano d. Tommaso Corsini consi- sposa dell' attuale regnante gran


gliere di stalo, e ciambellano del duca di Toscana
ed ambascia-
;

regnante gran-duca di Toscana tore del gran duca per


suddetto
grande di Spagna di prima classe, le nozze del principe di Savoja
conte dell' impero austriaco, e già senza mentovai'e altre onorevolis-
senatore di Roma, come
si può ve- sime incumbenze. Questo principe
dere al Vj pag. 3i4) e seg.
voi. d. Tommaso ebbe due mogli: la
del Dizionario, ove riportammo la prima fu d. Antonietta baronessa
relazione della nobile cavalcata, ed di Waldstetten ; d. Na-
la seconda
il solenne possesso, che il principe talia mori nel cor-
Razatoff, che
prese di si cospicua carica a* 2 rente anno 1842, senza che da essa
giugno 18 18 in Campidoglio. Pio avesse figli. Dalla baronessa di Wad-
VII gli conferì la senatoria digni- stetten però ebbe i seguenti :

tà, ma egli rinunzioUa a lui stes-


so ueir anno seguente. Questo ris- 1." D. Andrea duca di Casigliano,
pettabile principe, che per le sue ammoglialo a d. Luisa Scotto.
cognizioni, e per la sua destrezza 2.° D. Neri governatore di Livor-

nel maneggio de' più alti affari è no, generale in capo della ma-
stato onorato dai gran-duchi di rina toscana, ammogliato a d.
Toscana delle più distinte commis- Eleonora Rinuccini.
sioni, fu decorato di molti insi- 3." D. Luisa già maritata al mar-
gni Ordini equestri. E cavaliere chese Tolomei defonto.
gran priore dell'Ordine toscano di 4.° D. Elisabetta, maritata al ge-
s. Stefano ; gran croce dell'Oi-dine nerale Casanuova, ambedue de-
toscano del merito, sotto il titolo fonli.
di s, Giuseppe; gran croce dell'Or- 5.° D. Adelaide moglie al mar-
dine di Ferdinando, delle due Si- chese Cosimo Conti, pel quale il

cilie; gran croce dell'Ordine di regnante Pontefice Gregorio XVI


Cristo, fatto dal Pontefice Leone eresse in principato il mai'chesa-
XIJ; gran croce dell'Ordine ponti- to di Trevignano, elevando per-
ficio Gregorio Magno, per be-
di s. ciò al grado di principe il detto
nignità del Papa che regna, istitu- marchese, che decorò ancora del-
tore di esso Ordine; gran croce Ordine di s. Gregorio Magno.
l'

dell'Ordine piemontese de' ss. Mau- 6." D. Antonietta, ora defonta, ma-
rizio e Lazzaro; ed ufficiale dell'Ox*- ritata al marchese Berti.
dine reale di Francia della legione 7.° D. Tommaso ciambellano del

di onore. Questo principe fu am- gran duca di Toscana,


basciatore del gran duca di Tosca- 8.° D. Lorenzo, ciambellano del
na al primo console della repub- gran duca di Toscana.
blica francese Napoleone Bonapar-
te ; per la regina di Etruria Maria Va pure rammentato il cav. d.
Luisa di Borbone, ambasciatore a Neri, fratello del principe, che da-
Milano per la coronazione dell'i m* tosidi buon' ora a correre l' arrin-
peralore Napoleone in re d'Italia; go diplomatico, nell' impero france-
senatore in Parigi durante l'impe- se fu fatto consigliere di slato, se-
ro francese ; ambasciatore al re natore, e membro della legione di
delle due Sicilie per la richiesta onoie. Il gran duca Ferdinando IH
2b4 COR COR
lo mandò qual inviato straordina- era tuttora marchese secolare, ed
rio al congresso de' sovrani in Vien- inviato dal gran duca di Toscana
na. È decorato di più ordini ca- al congresso, che si teneva all'Aja
vallereschi, ed è al presente consi- per la successione agli stati di To-
gliere di stato, ed uno de'principali scana. La prima spesa ammontò a
ministri del gran ducato. venti mila scudi. Ebbe poi da esso
Della celebre Biblioteca Corsini Cardinale notabile aumento, infmo
[Vedi), oltre quanto dicemmo a a che visse, e particolarmente con
queir articolo, aggiungeremo , che r acquisto di parecchie edizioni, che
il benemerito di essa principe d. appartenevano al Cardinal de Me-
Bartolommeo già viceré di Sicilia, dici, e ad un raccoglitore romano,

non di Napoli, fu il padre del vi- chiamato Andreoli Giustiniani. Og-


vente suUodato principe, il quale gidì ha ricevuto e tutto giorno
pagò metà della somma già stabi- riceve nuove ricchezze, e novello
lita per l'acquisto della libreria de ordinamento per cura e generosità
Rossi ; che le stanze occupate dalla dell' odierno principe d. Tommaso,
biblioteca sono nove, formando cin- colla giunta delle stampe più rare
que di esse il corpo principale ; che e che mancavano , e di
celebri ,

riguardo alla disposizione testamen- quelle, che sono uscite alla luce
taria del Cardinal Neri, intorno alla ne' tempi a noi più vicini insino ai
apertura della biblioteca al pub- nostri giorni.
blico in tutti i dì per tre ore sol- Sul palazzo Corsini in Roma per
tanto, vanno eccettuate le solite la via della Lungara, poco prima
vacanze settimanali, ed autunnali, di giungere alla porta Settimiana,
come si è sempre osservato, e tut- quasi dirimpetto alla Farnesina, ol-
tora si osserva; che l' acquisto fat- tre quanto si disse al citato luogo
to da Clemente XII della libre- del Dizionario, e di quanto eru-
ria del Cardinal Gualtieri costò ditamente scrisse il Cancellieri nel
diecimila e cinquecento scudi; fi- suo Mercato ec, noteremo che sen-
nalmente , che i pregi i quali di- za dubbio è una delle più superbe
stinguono la biblioteca Corsiniana fabbriche di Roma, e che l' intei'-

dalle altre librerie, e la rendono na sua distribuzione è molto ma-


degna di Roma, sono due, cioè la Questo palazzo nella faccia-
gnifica.

raccolta delle edizioni del secolo ta esternaha tre jìortoni, i quali


XV, una parte sola della quale si occupano la parte di mezzo. Quel-
acquistò colla libreria de Rossi, e lo del centro, per un ampio vesti-

r altra fu già acquistata da Clemen- bolo, conduce alla villa, che fa di

te XII, e dal Cardinal Neri; e la sé amenissima mostra


per la sua
raccolta delle stampe d' ogni gene- costante verdura, salendo sino alla
re, e d' ogni scuola, per cui, se- vetta dell' elevatomonte Gianicolo.
condo il parere dell' abbate Zani, Gli altri due portoni laterali met-
che a tal uopo aveva corsa 1' Eu- tono a due grandi scale, che poi si
ropa, deve riguardarsi per ricchez- l'iuniscono in una a comodo degli
za la quarta tra quelle dell' Europa, appartamenti. La facciata esterna,
dopo le regie di Parigi, di Vienna, e sebbene grandiosa, non ha ordini,
di Dresda. Cosiffatta raccolta fu ac- essendo solamente decorata di fasce
quistata dal Cardinal Neri, quando a bugne. Non fu lodato l'architetto
,

COR COR a85


Fuga nelle decorazioni delle fine- Lorenzo in Damaso. Nel suo ritor-
stre. Nei piano nobile trovasi una no in Francia il Corsini accompa-
eccellente galleria, che viene descrit- gnò il Pontefice, e passò in Roma
ta negl' itinerarii, e nelle guide di con Gregorio XI, dal quale otten-
Roma. Ivi si ammirano raccolti ne il vescovato di Porto, e fu man-
quadri stupendi, e pregevoli ogget- dato a riformar la disciplina delle
ti di belle arti, che lungo sarebbe comunità religiose per tutta l' Ra-
descrivere. A dir solo quello che fia, decaduta a causa delle fazioni,

sembra più cospicuo e di più raro e delle generali rivoluzioni, Senon-


tra i dipinti, rammenteremo il ri- chè da vecchio oscurò tanti pregi
nomato Ecce Homo del Guercino; coU'abbandonare il legittimo Pon-
il ritratto di Lutero, e di Caterina tefice Urbano VI per ubbidire al-
Bora supposta di lui moglie; la sa- l'anfipapa Clemente VII. Fulmina-
gra famiglia di fr. Bartolommeo da to pertanto di anatema, e deposto
s. Marco; il ritratto di Filippo II dalla dignità Cardinalizia, scrisse
re di Spagna; la famigerata For- un trattato dell' abolimento dello
narina di Raffaello ritratta da Giu- scisma diretto a' prìncipi cristiani,
lio Romano; l'effigie di Paolo III non che alcuni eruditi sermoni.
mentre era ancora Cardinale, ope- Lasciò assai pregevole biblioteca, e
ra di Tiziano ; l' Erodiade di Gui- parecchie opere pie da eseguirsi
do Reni ; una Nostra Donna d' In- dopo la sua morte, come ima cap-
nocenzo da Imola; il ritratto d'In- pella a Lorenzo da fondarsi nel-
s.

nocenzo X, del Velasquez; Seneca la cattedrale di Firenze, dotando-


nel bagno, di Michelangelo da Ca- la di copiose rendite ; e dopo es-
ravaggio ; una Nostra Donna di sere intervenuto ai conclavi di Gre-
Morillo, detta la Donna di Moni- gorio XI, e di Urbano VI, morì
to^ ec. in Avignone nel i4o5 dopo trenta-
CORSINI Pietro , Cardinale. cinque anni di Cardinalato, Fu tras-
Pietro Corsini, nato da illustre, ed portato poscia e sepolto nella cat-
antica famiglia diFii'enze, era cugino tedrale di Firenze con bellissimo
carnale a s. Andrea Corsini vesco- elogio,
vo di Fiesole, abbate della abbazia CORSINI Nerio, Cardinale. Ne-
fiorentina, come scrive il Puccinel- rio Corsini nacque nel 1600 da
li, nel suo Apparato degli uomini nobile famiglia ed antica di Firen-
illustri. Siccome perito nelle leggi, fu ze. Condottosi a Roma, Innocenzo
uditore di rota; vescovo di Volter- X lo fece cherico di camera, pre-
ra, e di Firenze nel i363; quindi sidente delle strade, e nunzio in
nunzio apostolico all' imperator Car- Francia. Come arcivescovo di Da-
lo IV; a Lodovico re d' Ungheria ; miata, si trattenne alquanto in A-
a Ridolfo duca di Austria; ed a vignone per sedarvi le turbolenze
Giovanni re di Boemia, e marchese e fu destinato dal Papa nunzio
di Moravia, tra' quali stabilì la pa- successore al Bagni. Senonchè d'or-
ce. A nome del Pontefice, compo- dine regio il Corsini sbarcato ai li-

se le discordie dei fiorentini nel di della Francia, fu trattenuto in


1369; per cui Urbano V a' 7 giu- un monistero di Marsiglia, impo-
gno del 1370 lo ascrisse al colle- nendosi al Bagni di continuare la
gio Cardinalizio col titolo di san sua nunziatura . Ma il Papa non
,

2HG COR COR


contento di poco assai se ne va-
lui, togallo, e doli' Ordine dei predica-
leva. Dipoi, avendo prese le redini tori. Presiedette con somma pru-
della Ciiiesa Alessandro VII, nel 1660 denza, e spese molto nel rislau-
stabili tesoriere il Corsini, e a' i4 lare,ed abbellire alcune chiese, co-
gennaio del 1 664 lo creò Cardinal me quella di
s. Eustachio ultima
prete de' ss. Nereo ed Achilleo , col- sua diaconia, ove in urna di por-
la leg.^zione di Ferrara, e colla fido, dopo solenne processione col-
protetloria dell' Ordine de' servi. r intervento del sacro Collegio, del
Però non fu pubblicato che nel 1 666. senato romano, e di tutta la pre-
Dopo sei anni, Clemente X lo fece latura furono riposti i corpi dei
,

vescovo di Arezzo, che rinunziò dopo santi Eustachio, e compagni mar-


un anno ad Innocenzo XI. Da ul- tiri. Beneficò la chiesa di s. Isido-
timo, dopo essere concorso alla ele- ro dei minori osservanti , aprì a
zione dei due Clementi IX e X, e pubblico uso una scelta biblioteca,
di Innocenzo XI, mori a Firenze e finalmente dopo essere inter-
nel 1678, di settantotto anni, e venuto ai concla/i di Benedetto
quattordici di Cardinalato, e fu XIV, dei XIII, e XIV,
Clementi
sepolto nella cappella di s. Andrea morì a Roma nell'anno 1770,
Corsini suo avolo in chiesa dei car- di ottantacinque anni, e quaranta
melitani. Benché il Corsini non fos- di Cardinalato. Fu sepolto nella
se molto dotto, pure si contenne sontuosa cappella Corsini nella ba-
in modo da cattivarsi la comune silica lateranense con magnifica epi-
.soddisfazione, e Clemente XII suo grafe sopra urna di porfido adorna
nipote"innalzò alla memoria di lui di statue eccellenti.
in Ptoma un sontuoso mausoleo. CORSINI Andrea, Cardinale. An-
CORSINI Lorenzo, Cardinale. drea Corsini, nobile romano, orion-
V. Clemente XII. do da Firenze , nacque in R.oma
CORSINI Neri Maria, Cardina- agli II giugno 1735. Ricevuta l'e-
le. Neri Maria Corsini nacque a ducazione religiosa e letteraria pro-
Firenze da nobile ed antica prosa- porzionata allo splendore della fa-
pia nel 168?, ed era nipote di miglia, mostrò desiderio per lo sta-
Clemente XII. Scorse quasi tutta to clericale ,
per cui fu fatto prelato
l'Europa; dal granduca Cosimo III domestico, e protonotario apostolico,
venne dichiarato suo ministro ple- e dal Cardinal arciprete della basili-
nipotenziario alla corte di Parigi ca lateranense venne nominato a suo
donde passò a quella di Londra, e vicario. A premiarne i meriti, il

fu al congresso di Cambrai. Morto Pontefice Clemente XIII si deter-


quel principe nel ly^S, andò a minò d'innalzarlo alla sagra por-
Roma, ove indotto a farsi ecclesia- pora, anche in restituzione del cap-
stico, divenne segretario dei memo- pello Cardinalizio, eh' egli avea ri-
riali. Di poi lo stesso Clemente XII cevuto dal glorioso di lui zìo. Il

ai i4 agosto del lySo lo creò Car- perchè, nel concistoro de' 24 set-
dinal diacono di s. Adriano, lo fece tembre 1759, lo creò Cardinale
prefetto al tribunal della segnatura dell' ordine de' diaconi, e poscia gli
di giustizia, lo ascrisse a tutte le conferì la diaconia Cardinalizia di
congregazioni di Roma colla prò- s. Angelo in Pescarla. In tale lieta
tettoria dei regni d' Irlanda, di Por- circostanza furono pubblicati quei
,

COR COR 287


coniponimeiili poetici, di cui il Can- questo cospicuo Porporato , che a-
cellieri fa menzione nel suo Met'' vrebbe meritato certo più lunga
calo, il lago, ec. a pag;. i36, ove vita. Diversi scrittori ne celebraro-
ricorda 1' elegia al Cardinale da lui no le virtù, e le egregie doti ed ,

intitolata: De ivinlegrata concordia abbiamo da M. F. Gagliuffi- Ora-


inter lìomanam Aidam^ ac Por' tio de laudibus Andrcae Corsini
liigalliae et Algnrbiorum Regcm Card., Romae 1796.
Roniae 1770. Dalla detta diaconia CORSON Pietro de Gros, Cardi-
il Cardinale, nel passare all'ordine nale. Pietro de Gros Corson nacque
presbiteiale, ebbe in titolo la chiesa in Francia in Calimaforte, ovvero de
di s. Matteo in Merulana ; e suc- la Chaul nella diocesi di Limoges,
cessivamente divenne vescovo subur- ed era parente dei Papi Clemente
bicario di Sabina, prefetto della se- VI e Gregorio XI. Fu celebre pro-
gnatura di giustizia, arciprete della fessore di teologia nella Sorbona,
patriarcale basilica diMaria Mag- s. vescovo di Senlis nel 343, da cui
1

giore, e vicario di Roma, ove assai nel i349 venne trasferito ad Au-
compianto moria' 19 gennaio 1795. xerre. Fatto fu da Clemente VI
Fu esposto nella basilica di s. Ma- nel 1 35o prete Cardinale del titolo di
s. Martino a' Monti, e morì di peste
ria in Trastevej'e, quindi privata- in
mente venne trasportato alla pa- Avignone nel i36i. Alcuni prolun-
triarcale basilica lateranense , dove gano la proinozione di lui a Car-
fu sepolto nella cappella di s. An- dinale, al i356, per Innocenzo VI;
drea Corsini di juspatronato della ma il Contelori, coli' autorità dei
sua eccellentissima casa. Questo de- libri del sagro Collegio, la fissa al
gno Cardinale fu inoltre prefetto i35o.
sopra lo spirituale del collegio , e CORTE, e Corti diverse, e Cor-
seminario romano, e della residen- tigiani. Per covie, Aula, s'intende
za de' vescovi. Venne annoverato il palazzo dei principi, e anche la
a dieci congregazioni Cardinalizie, famiglia stessa del principe. Pigliasi
ebbe molte protettone, fra le quali ancora questo vocabolo in significa-
nomineremo il regno d'Inghilterra to di festa, o adunanza di gente
e suo collegio in Roma, parecchie per alcuna allegria, o per conviti
città, come Camerino, Cingoli, To- pubblici, delti dagli antichi corti
scanella, Ragnorea Cori, ec, la , bandite. Corte pur dicesi pel luo-
prolettoria de' monaci di Vallom- go dove si tiene ragione, e per li
brosa, dell' Ordine de' servi di Ma- ministri, ed esecutori stessi di essa,
ria, di tutto l'Ordine carmelitano, forum, cuna. Dice il Dizionario
dei pp. delle scuole pie, e de' ben- della lingua italiana, che uomo di
fratelli, Nazareno, di
del collegio corte vale cortigiano. Dicesi pure
diverse arciconfraternite, ed univer- un proverbio : chi in corte è de-
sità artistiche, delle monache dei stinato, s'è, non muor santo, ei

sette dolori, delle monache camal- muor disperato; e vale che l'invi-
dolesi, paolette, ec, nonché di molti dia, la quale regna nelle corti, ren-
monisteri, conservatoi'i, chiese, ospe- de altrui o sofferente, o disperato.
dali, e luoghi pii, ec. Da tutto ciò Per corte, vale eleggere i cortigia-
si può dedurre qual fosse l' animo ni ; e corte si disse già, o quel re-
benefico, cuiitalevole e zelante di cinto di siepe, u di muro, che com
, ,

288 COR COR


prendeva case, orti, e altre appar- statore , di un' indole da non la-

tenenze della villa. Fin qui il ci- sciarsi contraddire dalle assemblee,
tato Dizionario. abbia corretti, e approvati gli an-
Il Muratori, nella dissertazione tichi statuti risguardanti la celebra-
XIX sopra le antichità italiane^ a zione del parlamento, i quali nella
pag. 2 25, dice che per corti anti- prefazione vengono attribuiti ad E-
camente volevasi significare 1' unio- doardo il confessore. La manie-
ne di molti poderi, anzi un castello, ra di radunare questa corte vi è
dimodoché molte tene, e castella regolata in venticinque articoli ; ma
de' nostri tempi erano allora appel- sembra che molti di questi sieno
late corti, e ne riporta il citato au- stati aggiunti dopo il regno di Gu-

tore gli analoghi esempi, e le prove. glielmo. Il parlamento, il cui no-


Che cosa significasse il nome corte me è moderno e francese, era ri-

ne' secoli di mezzo, o barbari, lo si guardato nelle guerre dai baroni


legge a pag. Sg e 6o nel libro : come il ristabilimento della grande
Osservazioni dell' origine , e com- assemblea della nazione, che si te-
mercio della moneta, e delle zec- neva sotto gli anglo-sassoni, quan-
che d'Italia. Il Borgia, nel t. I, p. tunque la forma ne fosse notabil-
35 delle Memorie istoriche di Be- mente cangiata. La ci'onaca sasso-
nevento, descrive la splendidezza ne non dice, che una parola di
della corte de' principi beneventani, wittena geniot, il che sembra indi-
di alcuni de' quali uffizi, oltre a care, che le sue decisioni non fos-
quanto si dice sul fine di questo sero allora troppo celebri. Vi era-
articolo, terremo proposito all'arti- no delle altre corti presso gli anglo-
colo Famiglia, pontificia , ove si sassoni, cioè la shiregemot o folk-
parla della corte de' sommi Ponte- mote, che si teneva due volte l'an-
fici. no. Vi si giudicavano le cause di
Le antiche corti d' Inghilterra una provincia, e il vescovo e l'eal-
erano come segue. Si chiamava derman vi presedevano. In casi di
wittena gemot, o mycel synod, l'as- assenza, al primo sottentrava un
semblea degli stati della nazione. deputato ecclesiastico, ed al secon-
Vi sono diverse opinioni intorno do gran sheriff. I vescovi sotto
il

al termine di autorità, che essa a- Guglielmo il Conquistatore cessa-


veva, e alla qualità delle persone rono di assistere a questa corte, e
che la componevano. Pare dall' eti- ne ebbero una particolare per le
mologia del nome, il quale le si materie ecclesiastiche. Ciascun tan-
dava, che vi fossero ammessi sol- no della prima classe aveva una
tanto i gran tanni o lord, e go- corte, in cui decideva sugli affari

vernatori. Parlasi tuttavolta di per- risguardanti i suoi vassalli. Fu que-


missione, di approvazione, e di con- sta l'origine della corte dei baroni
sentimento del popolo, nelle corti sotto i normanni , ma il giudizio
d' Ina, diEgberto di Alfredo , di , delle cause, che vi si decidevano,
Edgaro, di Canuto, e di altri re, e fu poscia riservato ai giudici regi.
da ciò alcuni moderni concludono Alla corte del re presedeva o il

che i comuni dessero il loro voto principe, o il suo cancelliere, e ad


nell'assemblea generale della nazio- essa appella vasi da tutte le shires-
ne. Dicesi che Guglielmo il Conqui- gemotSj o corti delle provincie. Al-
COR COR 5.89

frodo vi condannò a morto rjua- no dal secolo duodecimo in poi, si

rantaqiiatlro giudici delle corti in- celebrarono con maggiore regolarità,

feriori, convinti di negligenza nel- senza disastrose vicende , e tenute


l'amniinistrazione della giustizia. Le furono con una stiaordinaria ma-
leggi di questo principe non erano gnificenza nelle corti de' principi
severe ; ma egli le faceva eseguire d' Italia.
colla maggior esattezza. A quella Parlando il citato Muratori nella
corte succedette l'altra, che si chia- dissertazione XXIX Degli spettaco-
mò Banco del re. V. Lambard li, e giuochi pubblici de' secoli di
Sulle leggi degli antichi inglesi. mezzo a pag. io del t. II, dice,
Le corti, o corti plenarie poi dei che il tener corte bandita, si face-
re di Francia, erano quelle, assem- va col mandare un bando, o pub-
blee pompose , che tenevano nelle blico invito, per li vicini paesi, che
principali festività dell'anno, come serviva di tromba per trarre colà
per la Pfisqua , e per Natale. Di- anche i principi, non che la no-
cevansi corti plenàrie, perchè in esse biltà straniera. Sì facevano ivi giuo-
non vedevansi che feste, conviti, bal- chi militari, cioè giostre, tornei, ed
li, Queste as-
e altri divertimenti. altre finte battaglie, magnifici con-
semblee duravano sette , od otto viti, e balli, si conducevano schie-
giorni e ad esse erano invitati i
, re di cavalieri ornati colla stessa
grandi del regno, insieme a molti divisa, facevansi corse di cavalli, e
illustri stranieri. In gran numero simili altri pubblici divertimenti con
vi accorrevano ciarlatani, giocolieri, incredibile magnificenza, e appa-
ballerini da corda, mattaccini ec, e rato di addobbi. più nel Per lo

questo costume, che proprio era del- palazzo era preparata la mensa per
le corti bandite d' Italia de' bassi tutta la nobiltà forestiera. Si .sole-

tempi, sembra essere dall' Italia pas- vano particolarmente praticare que-
sato in Francia. 11 re compariva in sti sontuosi sollazzi ed allegrie al-
quelle feste colla corona sul capo, lorché alcuno de' principi menava
e con tutto l'apparato della maestà moglie, o era creato Cavaliere [T e-
reale. La sua corte era composta di). 11 Muratori riporta la descri-
dei pari laici , ed ecclesiastici , del zione di varie corti bandite.
contestabile, e di tutti i grandi uf- Vi furono anche ne' bassi tempi
ficiali delia corona. le corti di amore, le quali erano
Più ampie e più romorose ei'a- composte di una società di persone
no le corti bandite in Italia , alle di spirito d'ambo i sessi, che eri-
quali concoiTevano gì' invitati an- gevansi in una specie di tribunale
che dai paesi vicini , e riunivansi per giudicare le questioni agitate
diversi ordini di persone, tra le qua- tra i poeti (e massime tra i trova-
li primeggiavano le donne più ele- tori nel tempo della cavalleria) so-
ganti. Il regno de' Carlovingi fu pra argomenti in cui l'amore avea
distinto per la frequenza delle corti la parte principale. Il eh. e rino-
plenarie, e Carlo VII le abolì in- mato scrittore Defendente Sacchi
teramente, perchè forzavano la no- da ultimo ci il Saggio
diede sulle
biltàa spese rovinose ed assorbi- feste degV italiani nel medio evo ,
vano gran parte de' tesori dello sta- nel quale egregiamente descrive le

to. Le feste, o corti bandite ^ alme- rorti bandite, le corti d'amore , le

VOT,. xvu. •9
,

ago con COR


tenzoni o le contese de'trovatori, i « anche da un piccolo splendore
giudici! portati da quei giocosi tri- M della tua gloria, chi sospirerà per
bunali, e l'origine eziandio di si- » avidità del tuo guadagno, e chi
mili istituzioni. M per la grazia che godi del tuo
Finalmente ritoniando alla corte « padrone, suggerà il veleno, che
per famiglia dei pi'incipi, ed ai cor- » lo consuma. Se tu sei di co-
tigiani, non riuscirà discaro, che M stumi severi, costoro non posso-
qui riportiamo quanto ne scrisse il M no soffrir Catone ; se riservato
celebre Francesco Parisi nelle sue n nel pai'lare, detestano le sibille,
Istruzioni per la gioventù impiega- » e le sfingi; se facondo, ed elo-
ta nella segretaria, considerando egli » quente, ti chiamano fastoso, e ci-
il segretario come uomo di corte. » calone; se manieroso e cortese,
Dopo aver eglial tomo I, cap. VI, M t' accusano per cortigiano, ed af-
trattato Delle qualità richieste nel » fettato; se naturale, e senza cora-
segretario come uomo di corte, e » plimenti, ti spacciano per rozzo,
della prudenza y ec, nel seguente M ed incivile. Vorrei pure addi-
cap. VII discute lo stesso argomen- » tarli un luogo eminente, ove ri-
to, massime suU' evitare le malevo- » tirarti innanzi che gli effetti del-
lenze, in questo modo: » L'invidia è » l'invidia non ti piombassero ad-
»» una peste {V. Martinetti, L" invi- » dosso, e donde suspici, non de-
» dia, opuscolo etico-morale, Ro- >ì spici posseSj ma difficilmente si

» ma 1819), la quale talmente w trova. In altre disavventure può


>j infesta tutte le corti , che piut- » verificarsi, che ognuno sia fab-
» tosto si può prevedere, che fug- » bx'o della propria fortuna, ma
« gire. Quello stesso senso , che » non in questa. La fui'ia dell' in-
>y rende l' uomo avvertito del pro- » vidia assali i Perez, i Richelieu,
M prio bisogno spinta più oltre
, « i Malbourough, i Mazzarini ; ed
« r umana cupidità , ed ottenuto » in ogni tempo o ha abbattuti
M che abbia il necessario , gli fa M quasi tutti i favoriti, o certa-
» credere tolto a sé quel bene, che » mente li ha tenuti lungo tem-
H vede in altri. E perciò nelle cor- M po agitati ed inquieti. E poiché
M ti, ove più che altrove si bada » non può declinarsi una sì fiera
M a' fatti altrui, si fanno parago.u « nimica, gioverà provvedere, onde
M delle persone, ed è esposto in vi- » meno ci offendano i suoi colpi,
« sta che più in alcuno ris-
ciò, » ed armarci di vigorosa fortezza
M plende, diviene quanto epidemi- M di animo, che ci tenga fermi
*> co il mal dell'invidia, altrettan- » nella base della virtù. Non si
« to incurabile ". « ascolti veruna nosti'a voce, che
Urit enim fulgore suo qui prae- M sia indegna di noi, ninna que-
gravai artes *> rela, niun sospiro, niun segno,

Infra se positas. » che mostri timore, diffidenza, ed


» Per quanto tu santamente at- M avvilimento.
« tenda a tutti i doveri, e cerchi » Ma, alla fine, vogliamo imi-
» di contentare, e beneficar tutti, » tare i medici, che nei mali più
- non potrai scansare gl'invidiosi, » gravi e disperati non lasciano
» i dileggiatori, ed i maldicenti. « tuttavia di ordinare all' infermi
»» Vi «ara chi resterà abbagliato » qualche rimedio, per mostn
5

COR COR a^i


tialmeno che non manchi l'arte, e Luciano de Mercede conductis, nel
» per non parere di abbandonare quale colla solita sua vivacità, co-
M malato alla disperazione. Cosi
il pia, e piacevolezza descrive i co-
M anche noi prepariamo qualche stumi ordinari delle corti, e ripor-
M antidoto al veleno della invidia. ta l'epilogo, che ne fece Gilberto
» In primo luogo ritieni altamen- cognato. Tra le dissertazioni del
M te nell'animo i principii genera- dotto Gio. Arrigo Boclero, ve ne
« li per conservarti in quiete nella ha una in questo proposito intito-
" società in cui tu vivi ; che sono lata : Disse rialio acadeniica de
M il non offendere alcuno, ed il non clegantia inoris civilis et aulici.
t offenderti di nulla; e perciò Abbiamo pure di Cristoforo To-
t fuggi tuttociò, che sa di .super- masio, il libro : Introduclio in pM-
» bla, di Iattanza, e di avvilimen- losophiam aulicam, Halae 1702.
» to altrui, e soprattutto guardati Però queste due opere da chi è
M dal contraddire le opinioni al- munito di licenza vanno lette con
»> trui, e d&U'opporti alle loro pas- cautela iu ciò che riguarda l' orto-
» sioni, che sono le due cose, che dossia. Quindi il Parisi, alla pag.
» ci tendono gli uomini, se non 119 e 170, tratta dei frutti ordi-
» nemici, certamente poco favo- nari della corte; alfe pag. 174 e
» revoli. Su di ciò veggtisi il quar- 187 quali vantaggi rechi la corte
« to trattato del tomo I, de' sag- a certuni ec. Sempre però deve
» gi di morale del signor Nicole: r uomo di corte col gran Belisario
»» Des moyens de conserver la paix dimenticare le debolezze dell' impe-
" avec les ìionwies, dove e colla ra- ratore Giustiniano I, e non ram-
» gione, e colla religione si confer- mentarne che le beneficenze. Se al
« mano questi principii generali, che padrone conviene avere carità, e
*' noi proponiamo. Usa nel vestire, prudenza, il servo deve usar molta
« nelle mobilie, e nel tuo tratlamen- pazienza. Crispo Sallustio diceva :

» to un decoro, che non ecceda la " da una certa prosperità, o po-


M moderazione convenevole al tuo » tenza nascer suole tra gli uomini
» grado. E non che tu abbia da M r invidia altrui, e la sola probità
» invanirti, e millantarti della gra- « non è bastante scudo lammen- . , .

« zia del tuo padrone, tienla piut- « 'la che alla gloria tiene dietro l'in-
» tosto occulta quanto tu puoi, « vidia .... moderarsi nel potere e
» perchè se i maligni scuoprono •> nell'autorità mal possono coloro^
» che tu la godi, tenteranno tutte « che buoni si finsero per ambizio-
» le vie per privartene, e se non » ne ". Appena fu esaltato al pon-
»> otterranno dal padrone quanto tificato Eugenio IV, fu domandato
« desiderano per sé medesimi, ne a Tommaso Parentucelli, che fu
» attribuiranno a te solo la colpa. poi Cardinale e Papa col nome
>' Finalmente combattendo coH'in- di Nicolò V, qual uomo fosse Eu-
»' vidia imita il silenzio dell'eserci- genio, ed egli rispose: Considerale
» to de'greci, non già i clamori le (jualiià de' servi che ha intorno,
»» de' trojani ". e così verrete a cognizione della
11 medesimo Parisi, a pag. 7 sua medesima. Menocchio, 11 p.
e seg., propone a chi deve vivere nelle sue Stuore toni. Ili, p. iSo^
in corte, la lettura del dialogo di tratta: die gli ecclesiastici, e par-
292 COR COR
ticolarmente le persone religiose non zia; ma nel «enso proprio si limita
si devono impacciare nelle corti, ed a forma del pi'esente articolo. Poi
a pag. i5o, della malignità delle nome curia, e corte, in latino aula,
corti. Baldassare Gi^aziano spagnuo- preso in largo senso s'intende tante
lo nell'Eroe intraprese di formare volte il ministero universale dello
il cuore di un grand'uomo, nel stato, ed in ambi questi modi si

Critico diede una censura ingegno- ricevono tali vocaboli nel linguag-
sa de' vizi, nel Discreto l' idea di gio diplomatico ; ma nel senso pro-
un uomo Porge nel-
imperfetto. prio non può indicare, che il mi-
r Uomo di corte primi rudimen- i nistero introduttore nella reggia del
ti di essa, opera commendevole, principe, e le persone che spesso
chiamata dal traduttore de la Hous- frequentano il principe, come per-
saie: codice, o raccolta delle miglio- sone da ben vedute e favorite,
lui
ri, e più delicate massime della escluse anche le guardie di onore,
vita civile, e della corte. che fanno un servizio di fatto, e
Ci sembra poi assai utile ed silenzioso, senz' alcun' altra attribu-
opportuno per ultimo, quanto della zione. Per giustificare poi quali
corte, e de' cortigiani ha detto il de- persone di qualunque stato possano
fbnto chiar. avvocato Giuseppe Gae- ascendere al favore de' principi, ba-
tano Martinetti, nel suo erudito e sterà leggere la storia de' più illu-
interessante Codice d' etonomia pub- stri favoriti antichi, e moderni, stam-
blica, a pag. 1 48> e seg. , Del ra- pata in Leida nel 16^9, ove si leg-
mo adunque dice, che
Corte. Egli ge la vita di quaranta, e piìi fa-
la maestà, e decoro del principe
il voriti, tra cui quella di alcune
sovrano, e gradatamente dei grandi, donne, cominciando da Apelle fa-

ha originato il ministero con i vorito dal re Filippo il Macedone,


magistrati di corte. Sotto questo sino al maresciallo d'Ancrc, ossia

rapporto però si comprendono quei Concino Concini, figlio di un nota-


ministri ed ufficiali introduttori, che ro fiorentino, che visse nella corte
si trovano nel palazzo del principe, del re di Francia Luigi XIII, e di
o dei grandi chiamati altrimenti Maria de' Medici sua madre, regina
maggiordomi di palazzo, maestri di reggente. E osservabile anche in
camera, camerieri di diversa specie, questo trattato, che ninno de' fa-
segi-etari, e simiH. Talvolta si com- voriti ivi descritti, è stato esente
prendono quelli tanto tra i mini- da un tragico fine per r impruden-
stri, che tra i particolari, i quali za, ed ingiustizia non solo, ma pel
si trovano spesso in corte, e godono sommo pericolo di contenersi in

il favore del principe . Tacito, Hìst. una posizione la più esposta alla

lib. 2, nel fare l' elogio di Giulio gelosia ed invidia. V. l' istoria c?ef-

Agricola, lo dà per esempio del le proprietà infelici di Elio Se/ano,


pili degno, e benefico favorito di pubblicata da Pietro Mattei istorio-

corte. grafo del re di Francia, in Vene-


Il vocabolo corte preso in un zia nel 1621 ; per cui il favorito
senso più largo indica il gabinetto deve presentire il futuro, e regolarsi
o la politica, anzi rappresenta sen- come si è esposto.
fa distinzione tutti i ministri di E natura della gelosia, e della

uuo stato, o di una casa magnati- invidia di accrescere il veleno, se


COR COR ì»93
s' investe di fronte, o se si" dispre- origine, e la radice di lutti i vizii

gia, come avviene nell' irritare le ed i defitti, dell' infedeltà e delle


belve. Con diverso sistema, e con detrazioni contro i propri padroni,
r esercizio della virtù, anche gli o contro il govex-no. Si ascoltano
uomini elevati all'apice del favore, talvolta i servitori nelle sale, ed al-
mostrar si possono dei veri eroi, la tri servi ne' luoghi loro assegnati,
cui memoria è benedetta : tal fu ridere e garrire frequentemente, in-
Elvidio Prisco uomo il più favoi'i- ventar novelle, mormorare, ed im-
to de' tempi suoi, e il più amato. mergersi in futilità, e curiosità di
Così dicesi di Marco Lepido uomo ogni genere. Questa è la spuma
di aperto candore presso Tiberio ; dell' ozio, dicea Plinio lib. 9, ep.
così di Memmio Regolo presso Ne- 32 ad TitianumTeodoreto t.
; e
rone. Di L. Pisone infiniti elogi si II, p. i32, suU'ep. I ad Timot.,
fanno da Vellejo Patercolo ; ma li descrive dicendo: Otiosorum prae-

basti per tutti 1' esempio di Mece- cipue sunt nugae, futilisque hqiia-
nate, e di A grippa i più grandi cilas , et inutilis curiositas Nei .

non che di
favoriti dell'antichità, bassi tempi, dove v'erano minori
Giuseppe Ebreo. Nel tempo stesso lumi, ma più principii religiosi, si

oifrirpossono i favoriti gli esem- era pur conosciuto


danno dell'o- il

plari più dignitosi di bontà, e di zio cortigiano, come si ha da molti


benignità verso il pubblico. L' es- scrittori, e dal Du-Cange in. Gloss. v.
sere più amato che odiato è parte famulus, famulilium, familiares ec.
essenziale della felicità, ed il poter Dopo avere deplorato le conseguen-
poi vivere in corte, e nella patria ze dell' ozio, che trasforma gli slessi
con piena riputazione è fortuna. servi, e cortigiani in nemici, narra-
Scipione moveva querela, che gli no medesimi scrittori, che ciascun
i

uomini potessero ben dire quante servo, ed uomo di bassa corte, do-
capre o pecore avessero, ma non vea possedere un mestiere non cla-
quanti amici. Vi sono di quelli che moroso, e risiedere in parvis cellulis
se la prendono con voi perchè sono ligneis disposte intorno la sala o
stanchi di udirvi nominare, somi- r anticamera , pronti sempre ad u-
glianti a quel greco, che inveendo scire alle chiamate ed ordini del
contro Aristide, votò pel suo ostra- padrone ; diversamente dovevano
cismo, annojato com' era d' udirlo occuparsi del mestiere anche con
di frequente celebrare per giusto. loix) profitto, e sotto la sorveglianza
Queste, e le altre suespresse rifles- d' un ministro destinato.
sioni filosofiche, e morali sono da Termineremo il presente articolo
considerarsi dagli uomini di corte. coi cenni suU'oi'dine delle corti an-
Riguardo a tutti gli addetti del- tiche, i quali prendiamo dall' enco-
la bassa corte, di cui parla Cajo miato Codice (V etoiiornia. Nei pa-
nella 1. 22, fF. De operibus liber- lazzi degli dopo aver
imperatori,
torum, deve ricercarsi ogni mezzo percorso molte camere di una su-
sia da questi, sia dai loro padroni perba magnificenza, si vedeva una
o magistrati, d' impedire con qua- cancellata, e poscia un gran velo
lunque genere di occupazione lecita che copriva l'ingresso, per concilia-
o manuale l'ozio permanente di le venerazione alla maestà del prin-
queste classi, eh' è precisameute la cipe. Chi giungeva tra la cancella-
294 COR COR
ta, ed il aveva ottennio mfó-
velo, popolari, che rimuovendo V impe-
rìoretn admissionem. Il ministro pri- dimento dei ministri introduttori,
mo dell* antica corte era il mae- ammettevano i sudditi al saluto ,

stro delle udienze delle ammissio- che in oggi chiamasi baciamano, e


ni, equivalente al maestro di came- facevano restare i soli velarii, siccome
ra, e chiamavasi Magister admis- custodi e guardie costituite dal corpo
sioniim. L' officio di questo magi- del loro principe. Gli uffiziali poi,
strato di corte era d' introdurre detti accensi velarii,co%ì chiamavansi
le persone più grandi, e più degne, (fuod ad necessarias res saepius ac-
come i legati di estere nazioni. ciantur veluti accersiti, qiios mine
Cassiodoro dice, che tal magistrato dicimus deputati. Avevano questi lo
risplendea come la più lucida stella incarico di eseguir le chiamate, le
tra le persone di corte. Dal mae- ambasciate, ed i voleri del princi-
stro delle ammissioni dipendevano pe, come fanno in oggi talvolta i
i diversi ufficiali ammissìonali, ossia segretari d'ambasciata, ed altri. Que-
introduttori, che cominciavano al sta è la descrizione dell' antica corte
primo ingresso del palazzo fino al romana, di cui vediamo una specie
Telo. Era questo un collegio che di conservazione nelle corti attuali.
aveva gerarchia nelle rispettive an- Quindi passiamo a dire della splen-
ticamere, e componeva nulla meno dida corte dei possenti principi di
che quattro decurie. Di questi uf- Benevento, che di sopra accennammo.
fizialid'udienza, ossia d'ammissio- Come si può vedere all'articolo
ni, parlano le leggi cod. Bey, Benevento, la città era la residen-
Theodos. De privilegiis eor. qui in za del duca, e quasi capitale di
sacr. palai. Dopo di questi, che ampio e fiorilo dominio, che nien-
potevano chiamarsi ufficiali intro- te meno abbracciava pressoché tutte
duttori, venivano gli ufficiali che le Provincie, le quali ora compongo-
guardavano la cancellata, detti an- no il reame di Napoli. La città di

co ministri cancellarii, ed i quali Benevento (particolarmente a'tempi


diffiisamente furono descritti dal di Desiderio re de' longobardi, che
Salmasio nelle note al Lampridio diede la sua figlia Adelberga al duca
pag. 4^3 > 6 4^^ dell'edizione di di Benevento Arigiso II ) ne'tempi
Parigi 1620. Sembra che tali can- di mezzo era la piìi colta, e la più
cellari abbiano qualche relazione coi magnifica di quella parte d'Italia,
camerieri, e bussolanti. In seguito detta perciò da Paolo diacono, cap.
venivano i velarli, ossia ministri ad 20. lib. 2. de G. L., ricchissima città,

fòresj ed erano una specie di guar- et ipsa harum provinciarum caput


die di onore, che custodivano il ve- ditissima Beneventus , e da altri

lo, dov'era l'ingresso per l'impe- un secondo Ticino, ossia Pavia, sede
ratore. Questi velarii avevano an- dei re longobardi. La sua corte era
cor essi un capo, chiamato prepo- splendidissima, e quasi alla re-
sto o sopraintendente, come vede- gale, come ce la descrive l'anoni-
si nella collezione di Grutero a mo Salernitano, cap. 12 et i3
pag. 599, n. 7. Altri reputano che Chronicon. Per tutte queste cose
stessero ivi i velarii alla difesa, non veggendosi Arigiso II il più poten-
ad alzare la portiera. In fatti tal- te della nazione, e lusingandosi di
volta vi furono dei sovrani assai poter far fronte alle armi, sebbene
COR COR 295
vittoriose, del re Carlo Magno, la- twe, che gastaldo. C'erano pure il To-
sciato il titolo di duca, assunse quel- poterius ossia vicario del duca, ap-
lo di principe, nome assai signifi- pellato pure Lociservator ; il Porta-

cante allora a chi non riconosceva riiis cioè il Bussolante {Fedi);\ì Thc'
superiore sopia di sé. Quindi, per saurarius, il quale ben s'intende che
attcstato di Erchemperto, in Aii- impiego fosse, cioè Tesoriere (Fedi)j
ctar. ad hist. Paul. Diac, e di altri, il ReferendariuSy vale a dire co-
si ungere da' vescovi, siccome
fece che dettava al notaio i diplo-
lui
facevano i re di Francia, e di Spa- mi da scriversi ( Mabillon. lib. 2
gna, e deposto il berrettone, o sia la cap. II. de re diplom.), ed al quale
corona ducale, si cinse di gemmato può riferirsi il segretario de'memo-
diadema il capo, prese in mano lo riali ( Vedi); V Actionarius, o sia a-
scettro, si clamide e man-
copri con gente; il Veslararius, o guardaro-
to regale, ascese sopra un trono d'o- biere. Paolo diacono, lib. 5. cap.
ro, ordinò che ne' suoi diplorai si 1. de G. che prenda
L., pare
ponesse la formola già da altri suoi questo uffizio a denotare colui che
predecessori usata, cioè in sacra- porgea le vesti, ed ajutava il prin-
tissinw nostro palatio, pubblicò leg- cipe a vestirsi. Dell'uffizio del vestia-
gi, e coniò moneta ec. rario, massime della corte pontificia,
Ecco adunque la descrizione del- abbiamo un' erudita dissertazione
la corte di Arigiso II, potente prin- del p. ab. Galletti, e noi ne parlia-
cipe di Benevento, dell'anonimo Sa- mo all' articolo Vesti Ponti^cie ( Ve-
lernitano. Dalla molliplicità, e varietà di). Vi erano anche il Vicedominus,
degli uffizi, altri presi da' latini, ed cioè colui che teneva le veci del signo-
altri dai greci , che leggiamo es- re (/^. Maggiordomo); il Pincerna, o
sere stati nella corte de'duchi, e coppiere; il Basilicus, o colui che
poi de'principi Benevento, age- di portava gli ordini del sovrano; il

vole cosa è la no-


il comprendere Candidatus, o quegli che invigilava
biltà, e la magnificenza della corte nel palazzo alla custodia del principe,
medesima. Noi ne riferiamo i prin- il quale era un impiego militare. Il

cipali, e, colla scorta del glossario Stratigus finalmente eia il prefetto


del dottissimo Du Cange, spieghe- della città.
remo brevemente l'impiego di cia- Oltre questi uffizi, ve n'erano de-
scheduno. Vi erano pertanto Comes gli altri inferiori, de'quali non oc-
Palata, Comes Stabuli, de'quali par- corre parlare, e chi desiderasse sa-
lammo agli articoli Conte Palatino, perli legga la cronaca del moniste-
e Cavallerizzo [Vedi), Proto spatarius ro di s. Sofia di Benevento pub-
o sia principe o capo degli armige- blicata dall'abbate Ferdinando U-
ri; Marhaix, ovvei'o Marpahis cioè ghelli nella sua Italia Sacra. Va
slrotore, oppure cavallerizzo; Ga- però avvertito, che alcuni de'mento-
staldius che vuol dire economo
, vati impieghi non
etano occupati
delle coiti, poderi, ed altri effetti da uno ma
da più persone.
solo,
patrimoniali. Si avverta però, che Cosi vi erano più Candidati, più
nel ducato Beneventano anche i Marpahis, ec. E sebbene si legga
governatori delle città si dissero ga- essere tutti questi impieghi stati
onde quivi lo stesso fu l'es-
st;«ldi, nella corte de'duchi, e principi di
sere Conte (Fedi) , cioè governa- Benevento, non può asserirsi che
296 COR COR
tutti fossero al tempo di Arigiso tal cominciarono molti
distinzione
II, quantunque ciò sia molto pro- a sfogare più
tristo veleno con-
il

babile pel fasto in cui egli si pose, tro r apostolica Sede. N' ebbimo
avendo pensato di succedere persi- nel decorso secolo esempi in Fe-
no alle ragioni del prigioniero i-e bronio, e il Gazzettiere ecclesiasti-
Desiderio suo suocero nel floridissi- co, nelle Novelle, del 27 marzo
mo, e vasto reame longobardico. 176^, non dubita di dire chiara-
Di molti antichi oJJlizi di Corte, mente, che questa distinzione era
dei principi sovrani, sì latini, che im petit detour, che si usa, lorsque
greci, italiani, francesi ec, massime la cour de Roma se rende digne,
de'romani Pontefici, non che di qu'on ait pour elle quelques mena-
quelli odierni, si tratta in pai'ecchi gemens. Può vedersi su ciò ì'Anti-
articoli di questo Dizionario. febronius vindicatus, del dottissimo
CORTE DI ROMA., o Corte Zaccaria, nel tom. I, diss. 1. cap. IV ,
Romana. Nell'usare il nome di Corte n. IO e II.
o Cuì-ia Romana [l'aedi), seguiamo Il celebre Bergier nel suo Dizio-

l'uso introdotto sul principio del nario enciclopedico al vocabolo


,

secolo duodecimo, innanzi a cui non Corte di Roma, lo definisce: » Frase


mai si ud\ un tal nome , non esi- n de nostri giorni usata da' mo-
stendo affatto le distinzioni de' vo- w derni novatori in dispregio delle
caboli di Santa
corte di Roma, e M costituzioni dumraaliclie, de' bre-
Sede o Sede apostolica ( Vedi) ,
,
« vi pontificii ec. della santa Sede
incognite agli antichi. Geroo, pre- « apostolica Romana.
Se bene ci
vosto Reicherspergense, che visse a » ricorda, è questa una frase, che
quei tempi, quando appunto quella »• incominciò ad essere usata da
frase incominciò a prendere piede, « Calvino, e dai suoi seguaci. In-
assai ebbe a disapprovarla ( iKryoo- w oi'riditi anch'essi dal furioso, e
sii. in psahn. XLIV ap. Baluz. M insieme villanesco vocabolario Lu-
tom. Il Misceli, edit. Luccae 1761, « terano, cioè di gente settentrio-
pag. 197 ), allorché scrisse ad Eu- « naie non troppo colla, il calvi-
genio III eletto nel 11 4^: Ncque » nista nato in una più colta na-
enini vcl hoc ipsiun carere macula » zione, volendo pur errare anti-
vide tur quod mene dicitur Curia
,
» cattolicamente, volle almeno ac-
Romana, quae antehac dicebatur » coppiar all' errore la francese ur-
Ecclesia romana. Ntim si revohan- »» banità, e pulitezza apparente,
tur antiqua Ronianorum Pontificum » adottata poi anche da que' no-
scripta,nusquam in eis repc.ritur » stri italiani infaticabili per gli

hoc nomea, quod est Curia, in de- 5j errori insieme, e per tutto lo stile

signatione sacrosanctae romanac Ec- !> della Francia.


cÀesiae, quae rectius Ecclesia, quani » Nel vocabolario de' modeini
Curia noininatur. Ma non è tanto '> giansenisti la frase Corte di Ro-
il mole che siasi introdotto questo » ma
presa per sinonimo della san-
vor.abolo quanto l' abuso
,
che se » Sede apostolica romana (seb-
ta
n'è fatto dappoi, perocché da certi « bene dovesse collocarsi soltanto
maligni scrittori si è cominciato a « nella lettera C), si trova pure
distinguere la Corte dalla Sede ro- j; come lettera comune in tutte le

mana, e sotto il pretesto di una !> pagine di esso. Sapendo eglino


,

COR COR 297


»> di non aver nell' animo la fede >i vincie; ed i consigli, tanto iiilor-
" della cattolica Chiesa romana « no gli affari di religione, quan-
» comunicano colla corte , giacché " to que' che si contengono pegli
« non possono comunicare colla ro- » interessi di stato, si chiamano
» mana Chiesa. « congregazioni; le giurisdizioni di-
'» Il loro antesignano Pavese, nel M consi rote ; li tribunali per le spe-
" suo lihro intitolato falsamente; » dizioni delle bolle, dataria ec. ec. ".
» Vera idea della santa Sede, ha Ma per ciò che spetta la corte Pon-
" «piegato su quella frase le sue tificia, sua origine, progresso, e sta-
»» analitiche dottrine. Nel capo 3 to presente, con tiittociò che la ri-
» distingue la Romana corte civile guarda, sono a vedersi l'articolo Fa-
" dall'ecclesiastica, consid.erando la MffiLiA Pontifici A, e i molti altri
« persona del sommo Pontefice, co- articoli relativi. La Relazione della
« me capo di uno stato civile, piin- corte di Roma del cav. Girolamo
»» cipe della terra, e come vescovo Lunadoro, vide la luce per la pri-
» della chiesa di Roma, capo vi- ma volta in Bracciano nel 1641 ,

-V sibile della universale, accompa- ed ivi per la seconda nel 1646,


" gnato da un certo numero di ec- accresciuta ed ampliata. Indi nel
« clesiaslici, cioè da alcuni Cardi- 1702 stampata pel Bartoli a
fu
» nali, da' suoi teologi e canonisti, Venezia, e rinnovata ed aumentata
•j dalle sue congregazioni ec. Così in Roma nel 1765 dall' ab. Andrea
» forma egli nel § I ciò che si chia- Tosi. Finalmente fu l'itoccata, ed
" ma ancora assolutamente la corte ampiamente illustrata con preziose
» di Roma, corte ecclesiastica. Nel note da d. Francesco Antonio Zac-
»'
§ li poi prosegue la detta ana- caria, ed in due parti fu pubblicata
» osservando, che questa corte
lisi in Roma nel 1774 per Giovanni
" spesso si prende per l' unione di Bartolomicchi, ed in un solo volu-
« tutti gli uffiziali , ministri , con- me ivi nel i83o pei tipi del Giun-
» gregazioni, tribunali che forma- chi e compagni. L'edizione del Tosi
" no il corpo della curia, prescin- fu nel 1774 ristampata in Marsi-
'>dendo dalla persona del sovrano glia con questo titolo: Lo stalo
» o ecclesiastico, o civile. presente della corte di Roma. Quindi
Il citato Lunadoro nel capo I, venne pubblicata nuovamente in Ve-
Della corte di Roma in generale, nezia nel 1800 per l'Andreola, con
ecco come la dichiara: » Cardinali, questo titolo Del sommo Pontefi-
:

prelati, ministri formano la corte ce e della corte romana. Su que-


di Roma. 11 capo e principe por- sto argomento scrissero però anche
ta ilnome di Papa, titolo, che i seguenti autori.
oggimai a lui solo per eccellen- Cornaro , Relazione della corte
za meritevolmente compete, e dì Roma fatta nel 1 66 1
, Leyden
eh' è al di sopra di tutti gli al- i663. Abbiamo anche un'altra e-
tri più eminenti della cristiani- dizioncjcon questo titolo: Angelo
tà. I Cardinali sono suoi consi- Cornaro, Relation de la cour de Ro-
glieri ; gli ambasciatori di lui or- me faitel'an. 1661, au conieil de
dinari diconsi nunzi. J legati ven- Pregadi, Lc\ée i663; Itinerario del-
gono detti gli ambasciatori straor- la corte di Roma, ovvero teatro i-

dinari j e governatori delle prò- storico, cronologico f e poliUco della


,
,

5.9H con COR


sede apostolica, dataria, e cancelle- cour de Rome, dans le quel soni
ria romana, Venezia
1675, tomi representées au naturel sa politique,
tre. Questo Itinerario però è proi- et son gouvernement tant spirituel
bito, perchè è dell' apostata e cal- quc temporel pour le S. J. A. a
vinista Gregorio Leti morto nel l'Haye, 1707, Giacomo Aymon pre-
1701. Ne abbiamo pure un' edizio- Iato domestico d' Innocenzo XI ne
ne di Valenza del 1 675 col titolo : fu l'autore, come riferisce il Mi-
Relazione della corte dì Roma, e lio nella Bib. degli Anon. alla pag.
de' riti da osservarsi in essa, e dei 327. F. Tantouche, Traité de tout
suoi ed offici V anno
magistrati, ce qui s'observe dans la cour de Ro-
16 rr, Venezia i635; Relation de me, tant par notre s. Pere, que
Rome tirée d'un de più;; cnrieux par messeigneurs les Cardinaux^
cahinets de Rome, Paris 1662. Ri- Paris 1628; De Vertot, Origine de
levasi dal Placci p. 666 nel lib. de la grandeur de la cour de Rome,
Ànon., che questa relazione fu scrit- et de la nomination aux evechés
ta da Angelo Cornaro già amba- et aux abbaies, à Lausanne chez
sciatore ad Alessandro VII. Distesa Are. Michel Bousquet, 1745^-
in italiano con istile mordace ed CORTESE Gregokio, Cardinale.
impudente, ritrovasi nel libro sud- Gregorio Cortese, nato nel i483
detto stampato in Leida, ove vi è da nobile, antica e doviziosa fami-
espressamente il nome di Cornaro, glia modenese, si fece benedettino.
sebbene dal conlesto della relazio- Dopoché ebbe a Padova
studiate
ne del Tiepolo, che precede quella ambe le leggi divenne famiUare
,

del Cornaro, bastantemente appari- al Cardinal Giovanni de' Medici


sce essere parto di qualche segre- poi Leone X, che lo elesse a suo
tario, od amico delli detti amba- uditore. Se non che, desiderando il
poco premurosi del rispetto
sciatori Cortese di attendere allo studio
dovuto alla corte Romana. V. ed alla lingua greca, lasciate le cu-
pure i Tesori della Corte di Roma re di Roma, fece ritorno in patria,
in varie relazioni fatte da diversi ove nel i5o4 fu rettore della chie-
ambasciatori, Brusseiles 1672; re- sa parrocchiale di Albareto, juspa-
lazioni più abbondanti di falsità, tronato di sua famiglia ,
poi cano-
che di notizie storiche della città nico della cattedrale, e vicario ge-
di Roma. Il più sofFribile è quanto nerale. In appresso vestì l'abito nel
appartiene alle famiglie Romane. J^. monistero di Polirone presso Man-
ancora Girolamo Maria Allegri: Lo tova, e poscia si recò in quello non
spirito della corte di Roma, Napoli men famoso di Lerino nella Provenza,
1725; Michel Martin, Dii gouver- ove attese allo studio, e per le sue
iiement de Rome, ole il est traiti de premure questo monistero divenne
la religion, de la justice, de police, celebre per tutta la Francia, e l'Ita-
et de tout ce qui s'y passe de re- lia, e molti lo visitavano per godere
ìnarquahle durant Ics Cours, Caen anche della piacevole ed erudita con-
1659. F^. inoltre: Fioravante Mar- versazione di lui. Anche pai'ecchi
tinelli , Relazione della corte di altri monisteri del suo Ordine lo
Roma, Riti ec. Venezia in 8.vo; e ebbero ad abbate , e ne sperimen-
Nodot, Relation de la cour de Ro- tarono molti vantaggi. Chiamato a
me, Paris 1701 ; Tableau de la Roma, Paolo III lo deputò visita-
,

COR COR 299


lore, e riformatore apostolico per le, mercè i provvidi lavori, non ha
tutta r Italia ; poi lo diede teologo guari compiuti, cangiò in aprici giar-
a Tommaso Campeggi nunzio in dini i paludosi suoi stagni. E cinta
Alemagna per assistere al colloquio da antiche mura di grossi pezzi di
di Vormazia tra cattolici e gli i , pietra, connessi senza calce, ed in
eretici , nel 1 54o. Egli corrispose alcune parti tuttora benissimo con-
pienamente alle premure del som- servate. Delle sue pregevoli chie-
mo Pontefice Paolo III, il quale se, parlei'emo per ultimo. Quadri
a' 3 r maggio del i547 lo creò di gran merito, collezioni, e buone
Cardinal prete di s. Ciriaco, col- biblioteche si conservano nelle case

la facoltà di lasciar nell'abito Car- dei suoi particolari. Evvi un teatro,


dinalizio il color nero proprio dei e Irovansi molte vestigie di antichi-
Cardinali benedettini, e vestir di tà, fra le quali un antico tempio di
rosso. Lo stesso Papa lo fece ve- Bacco, degli avanzi de'bagni ornati
scovo di Urbino, e Io deputò agli di mosaici, oltre le diverse raccol-
affari del concilio di Trento. Fi- te di preziose altre antichità, che
nalmente morii a Roma nel i548 di continuo si escavano nel fertilis-

di sessantacinque anni, e sei di Car- simo suo territorio. E celebre la


dinalato, e fu sepolto nella basilica sua società letteraria conosciuta
dei ss. XII apostoli rimpetto l'altare sotto il nome di accademia Etru'
di s. Eugenia. Le migliori opere di sca, fondata nel 1726 da Marcello,
lui sono Le sue lettere familiari Ridolfino, e Filippo Venuti cava-
ed il trattato della venuta di s. Pie- lieri cortonesi, una la quale, oltre
tro a Roma, pubblicato a Venezia ricca biblioteca un gabi- ,
possedè
nel i^yS. Si distinse per innocen- netto di storia naturale, ed un mu-
za di costumi, sapere, e sovrana seo di antichità, di stampe, di me-
gentilezza.Monsignor Giannantonio daglie, di gemme rare, d'idoli, urne
Gradenigo, vescovo di Ceneda, scris- iscrizioni ec. Quelle antichità , e
se la Vita del Cardinal Cortese, quelle accademie vennero celebrate
che fu premessa alle opere dello da molte iscrizioni, ed anche dal
stesso Cardinale, pubblicate in la- Zaccaria in uno al suo museo nel
tino dal marchese Gio. Battista Cor- volume II della Storia letteraria
tese, colle stampe del Comino in d' Italia . I dintorni di Corto-
Padova nel 1774 in due volumi. na sono piantati di vigne, e di uli-
CORTONA {Cortonen.). Città vi, avendo anche varie cave di
con residenza vescovile in Toscana, bellissimomarmo. Cortona produs-
provincia di Firenze, capo luogo di se molti celebri pittori, come il ri-
vicariato, e situata sopra un alto nomato Luca Signorelh, e il non
poggio coltivato, sparso di vigneti men celebre Pietro Berrettino detto
e di altri alberi fruttiferi, da cui da Cortona, e molti uomini illustri,
godesi la deliziosa veduta del piano come Silvio Passerini, già reggente
semicircolare, che si estende inferior- del governo di Firenze, creato Car-
mente per due leghe sino al lago dinale, nel i5i7, da Leone X, il

Trasimeno di Perugia. Dalla chie- quale inoltre lo investì della signo-


Sii di s. Margherita si gode un ria di Petrignano ,
passata dipoi
sorprendente colpo di vista della nella sua famiglia, ed il cui palazzo
sottoposta valle di Chiana, la qua- è il più inteiessante di quelli che
,

3oo COR COR


decorano la piazza principale di nata del Trasimeno, fatale a Caio
Cortona. Celebre è pure per le sin- Flaminio.
golari pitture diGuglielmo di Mar- Dal Mitsaim Corlonense, Romae
siglia nel maneggiare il
abilissimo 1750, ricco di belle nofizie sulle
pennello nel vetro. E pure interes- antichità di Cortona, si apprende co-
sante l'altro palazzo fatto edificare me ella fosse il Corito di Silio Ita-
in uno colla magnifica villa, uà lico, Creslona d'Eh-odoto, o Cre-
la
miglio distante da Cortona , che tona o Crotone, la Gortinea di Lico-
per la sua grandezza e magnificen- frone, e come abbiasi da Teopora-
za, venne chiamato il palazzone, po, e da Licofrone, che Ulisse alla
anch'esso ricco di pitture, che si sua Itaca ritornato passasse dappoi
attribuiscono a Giulio romano. in Etruria, abitasse in Cortona, e
Questa antichissima città non si quivi morisse; come da Silio Ita-
deve confondere, siccome alcuni fece- lico si rilevi che Tarconte re, figliuo-
ro, con Crotone (F^edi) della Magna lo di Teleso, dopo l'eccidio trojano
Grecia fabbricata da Diomede, o da venuto in Etruria stabilisse in Cor-
Miscello. Cortona portò prima il no- tona la sua dimora. Ma checché sia
me di CoiythuSj perchè alcuni pen- di ciò, le più sicui'e, e per Corto-
sano essere stata rifabbricata sul na non men gloriose notizie, ri-
luogo stesso. Altri vogliono che sia guardano i tempi de'pelasgi, e degli
patria di Dardano, il quale vivea etruschi. Racconta Dionigi d'Alicar-
1 600 anni avanti l' era cristiana. nasso nel lib. I, che alcuni pelasgi

Chi la dice fondata da Corito figlio oriondi dal Peloponneso vennero


di Danao, e chi da Miscello, 710 nell'Umbria, poi negli aborigeni; ma
anni avanti detta era. Dione di circa due età avanti la guerra di
Alicarnasso, Tito Livio, e Polibio Troia, afflitti, e travagliati, molti
ne parlano spesso, e la chiamano di essi lasciarono l' Italia, altri si
Corto, Cyrionìum , Cortona. Con mantennero qualche tempo negli
questo ultimo nome si chiamò dai occupati luoghi, finché a pochissi-
romani allorché fu loro alleata, ai mi si ridussero mancando le loro
tempi di Annibale. Divenne poscia città, a riserva di Cortona, città
colonia romana, avendo prima a- insigne dell'Umbria, e d'alcun altro
vuto, secondo taluno, anche dei re luogo degli aborigeni. Le città dei
proprii. Delle antiche monete di pelasgi abbandonate furono, come
Cortona, parla il discoi'so intito- narra lo stesso Dionigio, e dagli e-
lato: Ilfiorino d'oro antico illustra- truschi singolarmente occupate. A
to, massime a p. 872. Fu una delle questi venne ancora Cortona, con
dodici primarie città degli etruschi fortunato passaggio.
o Locumonie, per cui resistè con E noto che in etrusco Lar fu
fermezza, e per lungo tempo alle semplice pronome, non nome di re,
armi romane, collegandosi alle altre ovvero invocazione sepolcrale. Ci ac-
di Arezzo, Chiusi, e Volsinio ; ma corderemo perciò a dire, che i re de-
finalmente divenuta, come dicem- gli Etruschi abbiano in Cortona risie-

mo, colonia romana, fu ascritta al- duto, perchè ivi un sepolcro si è tro-
la tribù stellatiita. Ne'suoi dintorni vato di certo Larte. Ma senza ciò,
accampò il cartaginese Annibale da Stefano fu Cortona chiamata me-
quando si couiballè la gran gior- tropoli dell' Etruria, anzi nel quinto

J
COR COR 3oi
secolo di Romn, come ne nssicnra Luigi Battista Casali a darsi nel

Tito Livio citato al lih. IX, quasi 1409 in mano al re di Napoli La-
capitali de' popoli etruschi erano dislao, il quale nel i4ii la vendè
Arezzo, Perugia, e Cortona. Riten- ai fiorentini per settantamila scudi.

ne Cortona l' antica figura gran La più costante amistà si vide re-
tempo, e solo poco avanti l'eia di gnare d' allora in poi fra 1' una, e
Dionigio d' Alicarnasso, che 1' alFcr- r altra gente, e si valsero i corto-
ma, fu fatta colonia de' romani, e nesi di moltiplici elementi di pro-
quindi furonvi quatuor viri juri
i sperità, onde fu larga ad essi natura,
dicnndo, ì Seviri Angus tali, gli E- per procacciarsi negli ozii di pace
dilj, i Questori, e somiglianti altri dalle teri'e e dall'industria un'in-
maestrati delle più illustri colonie vidiabile opulenza, seguendo i de-
romane. Dopo la decadenza di Ro- stini della Toscana.
ma, pare da un frammento di La fede vuoisi l'icevuta dai corto-
lapida, che in Cortona risiedesse un nesi, e si attribuisce la predicazione
prefetto, o correttor dell' Etruria. del vangelo al beato Romolo, che fiorì
Ma che a' tempi di Onorio, d' Ar- sotto Costantino Magno. Comman-
cadio, e di Valentiniano Augusti, ville dice, che nel sesto secolo vi fu
un certo Decio, rettore dell' Etru- eretta la sede vescovile, e 1' Ughelli
ria, avesse in Cortona la sua sode, aggiunge, che nel pontificato di Vi-
è manifesto per l'autorità di Clau- gilio,in una condanna contro il
dio Rutilio Numaziano contempo- vescovo di Cesarea, nell'anno 55-2
raneo, che lo narra nel suo Itine- si sottoscrisse certo Gioi-dano ve-
rario. scovo di Cortona; né altre memo-
Cortona, sotto il basso impero, rie si hanno de'suoi antichi vesco-
molto soffri dai perugini, dagli are- vi. Certo è, che il Pontefice Giovanni
tini, e dai fiorentini, e poscia dallo XXII residente in Avignone colla
spirito di parte nelle tremende fa- autorità della bolla, Vigilis specii-
zioni , che cotanto lacerarono 1' I- latoris officiuni super gregeni Do-
talia. Nell'invasione de' barbari fu niinicuni data in Avignone, XIII
quasi ridotta all' estrema rovina ;
Kal. julii iSaS, eresse questo ve-
ma nel decimo primo secolo fioriva scovato, col distaccare dal monistero
per popolazione e commercio. Fu di Flora di Arezzo, alla cui dio-
s.

così aderente al partito ghibellino, cesi allora Cortona trovavasi sog-


che fu detta il loro nido ; ed è per- getta, la chiesa di s. Vincenzo di
ciò che nel i3i2 l' imperatore En- Cortona, che ne dipendeva. L'eres-
rico VII, che per tre giorni vi si se in cattedrale, sotto il titolo del-
fermò, la dichiarò dipendente dalla l'Assunzione di Maria Vergine. Vi
camera imperiale, e le confermò la stabilì dignità, cioè un
quattro
libertà del suo goyernamento. Nel prevosto, un arcidiacono, un arcipre-
iSaS se ne rese signore il concit- te, ed un decano, undici canonici,
tadino Uguccione Casali, che vi e- ed alcuni altri chierici per l' uffizio
sercitò un moderato governo ; non divino. Dichiarò questa diocesi im-
così il nipote Ranieri Casali, e gli mediatamente soggetta alla s. Sede,
altri suoi successori, che si feceio come lo è tuttora, e ne fece primo
per tiranni modi detestare, e deter- vescovo nell'anno seguente iS-ìG,
minarono il popolo ribellato contro Raniero, cioè Raynerius Ubertinus
3o2 COR COR
de* conti Chitignani, cui Clemeiile battesimale, è ben fornita di sagri
VI nel i348 diede per successore paramenti ricchissimi ; ma tutti so-
Goro de' conti Fasciani. Nel iSSa no superati dal parato donato dal
ne divenne pastore il cortonese Giu- cortonese Cardinal Silvio Passerini,
liano Angelo Neri de Chinibaldesiis. pregevolissimo per la ricchezza, ma
Ubaldino ne fu dal capitolo eletto più per la sua antichità, e per le
vescovo nel iSqi; ed il suo pa- ligure che vi sono intessute a oro,
rente Bonifacio IX alle preci del ed a colori. Nella città vi sono in-
senato di Firenze ne confermò la oltre altre quattro
chiese parroc-
elezione. Dipoi nel i5o4 la chiesa quattro conventi di religiosi,
chiali,
di Cortona fu data in ammini- due monisteri di monache, un con-
strazione al Cardinal Francesco So- servatorio, delle confraternite, un
derini. Leone X non solo creò ospedale, monte di pietà, e semina-
Cardinale sumraentovato Sil-
il rio. L'episcopio è vicino alla cat-
vio Passerini Cortona ma poi di , tedrale. Il santuario de' francescani,

nel iSai a' i3 novembre lo fece consagrato alla santa penitente Mar-
vescovo di sua patria. Sotto il ve- gherita DA Cortona [Fedì), come
scovato di Cosimo Minerbetti, e quello che fu il luogo della sua
negli anni 1624, e 1 6^5 in Corto- penitenza, e della beata sua morie,
na si pubblicarono alcune ordinan- poggia sul sommo giogo in mae-
ze sinodali. Ma degli altri vescovi stosa foggia, ed è costruito in so-
Cortonesi tratta 1' Ughelli, nella Ita- lidissimo macigno. Racchiude un
lia sacra, tom I, pag. 689, e seg. capo lavoro di pittura del corto-
Nella cattedrale, ottimo edilìzio nese Luca Signorelli, rappresentante
sagro, olire un quadro famoso del- il Redentore morto ; ma tutti gli
la Natività del sul lodato Pietro da altri pregi che decorano questa
Cortona, si mostra un antico se- chiesa sono superati dalla magnifi-
polcro, che si dice essere quello del ca cappella, ove si conserva il cor-
console Flaminio. Questa chiesa non po incorrotto della santa penitente,
è quella dis. Vincenzo ch'era uf- e principale protettrice della città,
monaci benedettini, quan-
ficiata dai con preziose decorazioni d' oro, e
do Giovanni XXII la dichiarò cat- di gemme, nelle quali la materia
tedrale, ma s'i quella che nell'anno viene vinta dalla perfezione del
iSo'j s'inaugurò. II nuovo tempio lavoro. Giovanni V, re di Portogallo,
Ila tre navale, ed è ornato di ec- nel 1739, fece fabbricare in detta
cellenti quadri, ed all' antica catte- chiesa la crociata, ossia il cappello-
drale rimase il titolo di collegiata; ne ov' è il corpo di s. Margherita,
ma ora piìi non esiste. Il capito- e le due cappelle laterali colla cu-
lo si compone di cinque dignità, pola, per la gran divozione che
essendo la prima il prevosto, e di aveva alla santa.
quattordici canonici compresi il Questa insigne santa nacque in
teologo ed il penitenziere, oltre Laviano diocesi di Chiusi, e dopo una
alcuni cappellani, preti, e chierici ad- vita licenziosa si ascrisse al terzo
detti all' uftiziatura. Da due di delti Ordine di s. Francesco in Cortona,
cappellani, scelti dai canonici, si e- ed ivi mori a' 22 febbraio 1297,
sercitano le funzioni di parroco. meritando di essere canonizzata da
Questa cattedrale, che ha il fonte Denedetlo XIII nel 1728 colla au-
,

e OS COS 3o3
torilà della bolla Sanctitate, Bull. sotto la metropoli di Rodi. Dipoi
Rom. tom. XI, par. II, p. 436. Il nel decimoquinto divenne arcive-
Novaes, XIII, pag. 98, Vite dei
t. scovato onorario. I turchi la chia-
Pontefici riporta un elenco di au- mano Slania, o StanchiOj ed è da
tori che ne scrissero la vita. Nelle loro abitata la città, mentre in due
altre chiese di Cortona si anamim- villaggi dimorano i cristiani. Questa
no dipinti del Bronzino, del Baroc- città è nell'isola di Cos dell'Asia
ci, del Antonio dal
Perugino, di minore, nel mare Egeo o Caipasio.
Santo, del lodato Pietro da Corto- Anticamente si chiamò Mcrope, e
na, e di altri buoni maestri. La poscia Ninfea. I cavalieri gerosoli-
mensa vescovile è tassata ne' libri mitani di Rodi lungamente la pos-

della cancelleria apostolica, in fiori- sederono, sino alla conquista, che


ni quattrocento trentatre.' ne fecero i turchi.
CORTUNERO Guglielmo, Cardi- COSCIENZA. La coscienza, se-

naie. Guglielmo Cortunero, Cortuney, condo la forza della parola , è la


o Cortuneio, nacque in Exford dai scienza del cuore. Viene definita un
conti di Devonia. Si diede con impe- giudizio ultimo pratico, che detta
gno allo studio delle leggi, nelle qua- ciò che debba farsi od evitarsi,

li divenne assai perito. Per le sue e ciò che sarebbesi dovuto fare od
belle qualità, egli conseguì successi- ommettere in particolare, dappoiché
vamente i vescovati di Exford , di non concerne solo le azioni pre-
Londra , di Cantuaria. In questa senti e future, ma altresì le pas-
ultima città tenne due sinodi, nel sate, per approvarle o condannarle.
primo dei quali condannò Gio. E la coscienza la regola interna, pros-
Viclefo, che già principiava ad in- sima e immediata degli atti umani,
festare r Inghilterra. Visitò tutta la che fa l'applicazione dei principii del-
provincia, non senza grave resisten- le leggi ne'casi particolari. Quindi i
za dei vescovi sufl&'aganei ; ristaurò moi'alisti dividono la coscienza pi'in-
con magnificenza parecchie chiese; cipalmente, in retta, o buona, o ve-
ed a Maidston stabiFi un collegio ra; erronea o falsa, scrupolosa, dub-
di sacerdoti secolari con dote con- biosa, e probabile, ec. Il Bergier al
veniente. Quindi nel dicembre del vocabolo Coscienza la dichiara per
i38i Urbano "VI lo creò Cardinal il giudizio che facciamo noi stessi
prete di S. R. Chiesa, la qual di- sulle nostre morali obbligazioni
gnità egli rinunziò, come apparisce sulla bontà, o malizia delle nostre
da un manoscritto, che si conserva azioni, o prima di farle, o dopo
nell'archivio del monistero di s. che le abbiamo fatte. In tutte le
Croce in Gerusalemme di Roma. opere vostre^ dice l'Ecclesiastico, a-
Morì a Maidston nel 1396, dopo scoltate l'anima vostra, e siate fe-
quindici anni dacché era stato innal- deli ad essa : così si osservano i

zato alla dignità di Cardinale. precetti di Dio. Eccl. cap. 32, v.


CORWEI, o CORBEJA. KCor- 27. Con questo sentimento interio-
BEjA o Gorbia. re Dio intima la sua legge, ci
e'

COS, o COUS. Sede vescovile fa conoscei'e i nostri doveri, ci rim-


dell' isola del suo nome, nella pri- provera le nostre colpe.
ma provincia delle Cicladi. La sua COSENZA (Cnsentin.). Città con
erezione rimonta al quarto secolo, residenza arcivescovile nel regno
,

3o4 cos COS


delle due Sicilip, capo luogo della canj ; ma i romani la ripiesero e
provincia di Calabria citeriore, un la saccheggiarono. Di poi fu presa,
tempo assai illustre, e metropo- e vi pose quartiere Alessandro Mo-
li de' Bru7J. Giace all' ingresso di losso re dell' Epiro, al tempo della
una bella e fertile pianura, circon- sua spedizione in Italia. Alarico, do-
data da colline, bagnata dal Busien- po aver saccheggiato Roma, si pre-
to, il quale dopo avere diviso il sentò avanti questa città; ma men-
paese nel!' attraversarlo, influisce nel tre l'assediava mori nell'anno
vi
Grati, i cui straripamenti formano 4 IO. Così il primo invasore nemi-
vari stagni paludosi , che talvolta co vi trovò la morte, ed ebbe tom-
rendono l'aria malsana. Il Busiento, ba inonorata fra due fiumi ; dap-
che si attraversa sopra due ponti poiché da' suoi soldati in mezzo ad
divide la città in due parti. Cosen- una piccola isola formata dai fiu-
za è sede d' una corte criminale ,
mi Crati, e Busiento, presso il cos\
di un tribunale civile , e residenza detto vallo di Crati fu seppellito.
delle prime autorità tanto civili, che A più riprese ebbe molestia dai sa-
militari della provincia; è inoltre raceni, perchè fu assediata nel 902,
una piazza di guerra di quarta clas- arsa nel 970, quindi di nuovo ri-
se, avendo un vasto castello, e mu- presa nel 1004, dopo essere stata
ra fortificate. Magnifico è il palaz- libei'atadal loro giogo per opera
zo di giustizia , avvi un collegio dei normanni. Questi fondato aven-
reale, due accademie di scienze, e do il regno delle due Sicilie nel ,

di belle lettere, alcuni stabilimenti II 32 fecero di Cosenza la capitale


benefìci, un teatro ec. La gran fo- della Calabria Citra. Quivi morì nel
resta di Sila ricca di cacciagione , 1270 Isabella regina d'Aragona,
è presso a questa città. È patria moglie di Filippo l'Ardito, e Lo-
Cosenza di Bernardino Telesio che dovico III, il cui cadavere fu se-

nel XVI secolo vi fondò un' acca- polto nella sagrestia della cattedra-
demia di filosofia sotto il nome di le, in cui se ne vede il deposito.
Cosentina, che divenne celebre, e fu Questa città soffrì danni gravissi-
vivajo di rinomati filosofi, e che mi pei terremoti, massime per quelli
esiste tuttora insieme con altra con- del i658, e del febbraio 1783, che
sagrata alle lettere. Cosenza fu pu- scosse dall' imo la Calabria citerio-
re patria dell' illustre Gian Vin- re. Molto ancora soffrì nella guerra
cenzo Gravina, e dei Cardinali Pie- civile, che devastò le Calabrie dal
tro Paolo Porisio, professore insi- 1806 al 18 IO, in uno ai molti vil-

gne di legge, creato da Paolo III laggi che la circondano.


nel iS'Sp, e di Giambattista Saler- La tradizione del paese dice che
no annoverato nel 17193!
gesuita, avesse abbracciato la religione cri-

sagro Collegio da Clemente XI. stiana fino dal primo secolo, ed In-
Cosenza, l'antica Cpsentia o Con- nocenzo III parla di questa sede
sentia, città della Magna Grecia, è come d'uno dei vescovati piìi anti-
capitale del paese de' Bruzj, dai qua- chi della Sicilia. 11 primo vescovo
li anche fabbricata, dopo che
dicesi di Cosenza lo dobbiamo a S. Ste-
fu sottomessa dai romani. Indi, do- fano vescovo di Reggio di Calabria,
po che l'ebbe assediata, cadde in il quale fu mandato dall' apostolo

potere di Annibale coli' aiuto de' Lu- s. Paolo a predicare il vangelo a


cos COS 3oj
questi popoli. Alcuni credettero che cune ordinanze sinodali. Per le no-
fòsse quel Suera che fu compagno tizie degli altri pastori di questa
del santo nel martirio. Si crede veneranda metropoli, può consul-
ancora che vescovi di Cosenza fos- tarsiil nominato Ùghelli, Italia sa-

sex'o eziandio Massimo, e Severo cra, tomo IX, pag. i83 e seg. Par-
vescovi dei Bruzii, a cui scrisse Pa- lando il Macri, al vocabolo Cardi-
pa Innocenzo I, e che intervenne- nali, delle loro prerogative , dice
ro al concilio adunato nel 4^4 da che la formola Nos N. N. misera-
Flavio vescovo di Reggio. Comman- tione divina etc. per privilegio sin-
ville dice che nel 55o Cosenza a- golare r usa l'arcivescovo di Cosen-
veva il suo vescovo, ed altri ag- za. Al presente questa metropoli
giungono che dipendeva dall' arci- non ha più chiese suffraganee.
vescovo di Salerno. L' Ughelli po- La cattedrale, antico e bello edi-
sitivamente registra per primo ve- fizio per la sua architettura, e che
scovo Palombo del Sgg, indi Giu- risplende per gli ornamenti, e per
liano del 680, poi Rofredo del 743, le sagre reliquie, è dedicata all'As-
quindi Iselgrimio del 920, e Pietro sunzione in cielo di Maria Vergi-
del io54,
quale fu creato da Pa-
il ne. Il capitolo si compone di quat-
pa s. Leone IX, che elevò la sede tro dignità, cioè il decano che ha
a metropoli, cui furono date in suf- pure r officio di penitenziere, l'ar-
fraganee le chiese di Martorano, s. cidiacono che esamina gli ordinan-

Marco, e Cassano, alle quali uni- di, il che regola il co-


cancelliere
ronsi altre sedi, come a Cosenza fu ro, ed il tesoriere che è il depo-
unito Montalto ( UJjfugiim ), eretta sitario degli arredi e paramenti sa-
nel sesto secolo. Arnulfo nel logS gri. Ventidue sono i canonici, com-
successe al primo arcivescovo Pie- preso il teologo, con alcuni bene-
tro. Ne furono inoltre arcivescovi, ficiati appellati porzionarii, non che
i Cardinali Nicola Brancacci napo- altri preti, e chierici per l' uffizia-
letano, creato dall'antipapa Clemen- tura. Nella cattedrale esercita le
te VII , e riconosciuto per vero funzioni parrocchiali un vicario
Cardinale da Alessandro V; Gio- perpetuo. Il palazzo arcivescovile,
vanni di Aragona figlio di Ferdi- buon edifizio, è presso la metropo-
nando I re di Napoli, fatto ammi- litana. Oltre la parrocchia della me-
nistratore di questa chiesa, e Car- tropoHtana, nella città sonovi tre
dinale da Sisto IV ; Francesco Bor- altre chiese parrocchiali, tre con-
gia annoverato al sagro Collegio da venti di religiosi, tre monisteri di
Alessandro VI ; Carlo del Carretto monache, alcune confraternite , un
Cardinale di Giulio li ; Nicola Cad- bell'ospedale, un vasto seminario
di Cardinale di Clemente VII; con alunni, ed il monte di pietà.
Francesco Gonzaga elevato alla por- La mensa è tassata ne'
della libri
pora da Pio IV , il quale pur fece cancelleria apostolica, per ogni nuo-
Cardinale l'arcivescovo Flavio Or- vo arcivescovo, a fiorini seicento.
sini ed Evangelista Pallotta creato
; Prima la diocesi comprendeva qua-
da Sisto V. Mentre n' era arcive- ranta piccole città, e più di cin-
scovo Fantino Petrignani nobile quanta borghi, o villaggi,
di Amelia, nel pontificato di Gre- COSILINO. Città vescovile d'Ita-
gorio XIII nel i579 pubblicò al- lia, rovinata da'barbari. Era silua-
20
3o6 COS COS
ta Lucania quattro miglia
nella Ordini, parte I cap. 34, Dizion.
circa distante da Salerno, Aveva degli Ordini religiosi.
un sobborgo famoso per le fiere COSMA, e DAMIANO (ss), V.
che si tenevano, chiamato Marcì- Damiano (s.). Il Àd- Fiorentini, in
liano, o Marcellìano. 1 vescovi di not. ad Martyrol. Hieronymianwn,
questa chiesa prendevano indifferen- V kal. oct. pag. 879 ; e il Cardi-
temente il titolo di vescovi di Cosili- nal Bona, Rer. Liturg. cap. 12 §
no, Cossilianum e di Marcelliano,
, 3, scrivono, che tre copie di santi
Marcelliamini, Massìlianum. Com- si trovano dell' istesso nome di
manville dice eretto nel quinto Cosma o Cosimo, e Damiano. Una
secolo questo vescovato, suffraganeo copia di questi, martiri nell'Ara-
di Cosenza. L'Ughelli nel tom. X, bia, altri di confessori nell'Asia, la
pag. 129 àeW Italia sagra, registra terza di martiri che patirono in
per vescovi di Cosilino , Sabino Roma, e tutti di professione me-
che visse sotto il Papa s. Gelasio I; dici, che senza mercede curavano
Latino che fiori sotto Pelagio II; gì' infermi. Ai romani de' quali
,

e Landò che intervenne al conci- senza dubbio si fa memoria nel


lio romano del 743. canone della messa , da s. Feli-
COSIMO, e DAMIANO
(ss.). Or- ce III detto IV eletto Papa nel-
dine equestre. I cavalieri de' ss. Co- l'anno 526 , fu dedicata in Ro-
simo, o Cosmo e Damiano, furono ma la Chiesa de' ss. Cosma j e
istituiti nella Palestina verso l'anno Damiano [Vedi), nell'antico foro
loBo, da diverse pie persone, che Romano.
fondarono alcuni ospedali in Geru- COSCIA Nicolò, Cardinale. Ni-
salemme, ed in altre città per gli colò Coscia nacque nel 1682 da oscu-
infermi, a cui i cavalieri usavano ri, e poveri genitori a Petra o Pie-
ogni sorte di carità. L'Ordine si tra de'Fusi, castello della diocesi di
andò però ad estinguere allorché Benevento. Mentre Benedetto XIII
i furono espulsi dalla Si-
cristiani era Cardinale, ed arcivescovo di que-
ria. I cavalieri portavano una cro- sta città,avendolo trovato a caso,
ce rossa, e le immagini de'ss. Co- lo accolse in sua casa, e lo prese
simo e Damiano racchiuse in un ad amare piacendogli la sua vi-
cerchio. Alcuni credono che l'Ordine vacità. Quindi lo iniziò nella cai'-
sia più recente, e che fosse confer- riera ecclesiastica, lo instruì nel-
mato nel 1 4 IO, da Giovanni XXIII, la pratica della curia arcivesco-
che gli diede la regola di s. Basilio ; vile, lo elesse a suo segretario so-
anzi il p. Heliot crede supposto praintendente alle fabbriche , Io
quest'Ordine, e confuso coi canoni- provvide di un benefìzio in quella
ci regolari della penitenza de' mar- metropolitana, poi lo fece canonico,
tiri, i quali appunto portavano una e suo maestro di camera. Divenuto
croce rossa sull'abito bianco, riflet- poscia Pontefice , lo decorò del ca-
tendo giustamente che la prima cro- rattere episcopale col titolo di ar-

ciala ebbe luogo nel 1096, e che civescovo di 'Traianopoli; Io elesse


perciò non è pi'obabile che l' Or- segretario de'memoriali, ed agli i r
dine potesse fondarsi nel ro3o. V. giugno 1725, volle crearlo prete Car-
della Rocqne, Trattato della nobil- dinale di s. Maria in Domnica, di
tà cap. 12 3, Heliot Storia degli cui fu il primo Cardinale prete, poi-
, ,

cos COS 307


da'; Io stesso Benedetto XIII, da santa Prassede , però privandolo
diaconia l'avca innalzata pei' allora della voce attiva e passiva nel-
a titolo presbiterale. Il Papanell'in- la elezione del Pontefice. Dipoi
nalzarlo al Cardinalato dovette sos- ij'li fu restituita la voce attiva sola-
tenere la gagliarda opposizione di mente con apostolico breve, ed usci
venti Cardinali, fra'ventisei che erano per qualche tempo dal castello a
in concistoro. Il Pontefice Io decorò prendere i bagni , ed a respirar
ancora di parecchi pingui benefizi, miglior aria. Nel 1740 uscì dal
lo vollesuo coadiutore nella chiesa luogo di detenzione per morte di
di Benevento, della quale, sebbene Clemente XII, e perciò intervenne al
Pontefice, ancora riteneva il governo. conclave, in cui fu eletto Benedet-
Lo fece prefetto della congregazio- to XIV, che generoso lo assolvette
ne di Avignone con autorità di dalle multe cui era stato condan-
trattare e terminare gli affari pifi nato, e gli condonò il tempo restan-
rilevanti del pontificato ; lo ascris- te di condanna. Ritiratosi a Napoli,
se alla prime congregazioni di Ro- condusse vita privata, e morì cari-
ma, colla protettoria dei minori con- co d'oro, e di pubblica indigna-
ventuali, e della insigne religione ge- zione nel 1755 di settantatre anni,
rosolimitana, di cui ottenne dal gran e trenta di Cardinalato. Fu sepolto
maestro la croce, ed una commen- nella chiesa dei gesuiti. Altre no-
da della rendita di seicento scudi. tizie su questo famoso Cardinale
Senonchè, morto il Papa, il Coscia, si leggono nel tomo XIII, p. 169,
che grandemente avea abusato del- 170, e 171 degli Elementi della
la sua fiducia, ed era divenuto se- vita de' Pontefici, del can. Giusep-
gno alla generale detestazione, si pe de Novaes. La sentenza contro
celò per alcun tempo a Roma, il Coscia si legge presso il Lunig,
poi fuggì a Cisterna presso il prin- tom. IV, pag. 585, ed è compen-
cipe Michelangelo Gaetani duca di diata dal Guerra neWEpitom. Bal-
Caserta, e signor di quel luogo, che lar, tom. J, p. 394. Il Cardinal
io accolse nel proprio palazzo. Do- Pacca poi, decano del sagro Colle-
po quaranta giorni di assenza ri- gio, nelle sue Notizie istoriclie in-
tornò in Roma
con salvacondotto torno alla vita e scritti di monsi-
del sagi'o Collegio, ed accompagna- gnor Francesco Pacca arcivescovo
to dal suo ospite e benefattore di Benevento, suo degno zio, ha
entrò in conclave, ove nel 1780 dimostrato colla nota sua dottrina,
fu eletto Clemente XII. Questi, per che tanto il Cardinal Coscia , che
causa di ruberie, frodi, estorsioni, i suoi favoriti, e quelli che abusa-
falsità di rescritti , ed altri gravis- rono della benignità di Benedetto
simi abusi del suo ministero, obbli- XIII, non furono della città di Be-
gò il Coscia a lasciar l'arcivesco- nevento, come molti scrittori han-
vato di Benevento, gì' impose la no detto, ma sibbene della diocesi.
multa di duecento mila scudi a COSNAC Bertrando. V. Conach
favore della camera apostolica , e Bertrando, Cardinale.
lo rilegò per dieci anni a Castel COSSA Baldassare, Cardinale.
s. Angelo, ciò che poi commutò V. Giovanni XXIII.
nella stessa città di Roma ed in COSTA Giorgio, Cardinale. Gior-
luogo di carcere, nel monistero di gio Costa nacque nel i4o6 iu Alpe-
,

3oH COS COS


(Irin, piccolo luogo di Beira nel Por- a Roma da Narni. Si trovò ai co-
togallo, da poveri genitori. Seppe mizi d'Innocenzo Vili, Alessandro
supplire colla vivezza de' suoi ta- VI, Pio III e Giulio II. Questo ul-
lenti alla bassezza di sua condizio- timo si prevalse di lui con sommo
ne. Compiuti lodevolmente gli studi vantaggio, ed Alessandro VI gli avea
nella università di Parigi, divenne conferita la protettoria dei minori.
parroco in Scalabo del Portogallo, Teneva molti beni ecclesiastici ; poi-
ove per timor della peste si rico- ché oltre i vescovati di Lisbona
vrarono i sovrani di quel regno. A Braga, Viseu, Porto, Evora, e Ceu-
questi egli riuscì accetto per modo, ta, possedeva otto decanati nelle
che là regina lo elesse a suo con- prime chiese di Portogallo, e ven-
fessore, ed il re Alfonso V lo volle tisei abbazie, pax'ecchie delle quali
a suo consigliere ; quindi col favo- erano assai ricche ; ma di tanti be-
re di Caterina figlia del re Odoar- ni disponeva a norma delle leggi
do fu decano di Lisbona, poi ven- canoniche, ornando i sacri templi,
ne nominato al vescovato di Evo- e sovvenendo i poveri. Da ultimo
ra, quindi all'arcivescovato di Lis- morì a Roma nel i5o8 di cento
bona colla protettoria della univer- e due anni, e trentadue di Cardi-
sità di Coimbra, e colla ricca ab- nalato. Fu sepolto nella cappella
bazia di Alcobazia. Da vescovo di di s. Caterina, ch'egli aveva fon-
Evora, per ordine di Alfonso , V data nella chiesa di s. Maria del
andò in Giibrattar a stabilire tra Popolo, ove gli venne innalzato un
lui, ed Errico IV re di Castiglia, magnifico e maestoso mausoleo. Al-
le condizioni di pace, che fu conchiu- cuni dicono che il Costa sia stato
sa nel i464- Lo stesso Alfonso lo monaco cistcrciense , e vescovo di
inviò ambasciatore al re di Casti- Elvas.
glia, e lo stabili suo primo mini- COSTA Vittorio Maria Bal-
stro. Sisto IV i8 dicembre del
a' DASSARE Gaetano, Cardinale. Vitto-
1476 lo creò Cardinal prete dei ss. rio Maria Baldassare Gaetano Co-
Pietro e Marcellino. Il Costa, dopo sta d'Arignano, nobile torinese, nac-
essere passato ad altri titoli, sotto que agli II marzo 1787 in Tori-
Alessandro VI, nel i5o3, ebbe il no, e ricevette un'educazione conve-
Tescovato di Porto, col quale ri- niente alla sua prosapia. Avendo
tenne a commenda il titolo di s. fatto progresso negli studi, prescel-
Lorenzo in Lucina, ove ampliò e se di dedicarsi a servire il Signore,
perfezionò l'abitazione dei Cardi- ed abbracciò Io stato ecclesiastico.
nali titolari. Ma questo Porpo- Quindi Clemente XIV nel conci-
rato non riuscì grato al principe storo degli 1 1 settembre 1 769 lo
Giovanni successore al trono , per preconizzò vescovo di Vercelli , dio-
cui pensò di andare a Roma , ove cesi che governò con zelo, e pater-
fu accolto distintamente da Sisto na sollecitudine a segno , che me-
IV, che prima lo inviò legato alla ritò di essere traslatato alla sede ar-

veneta repubblica, e ad altri prin- civescovile di Torino sua patria, da


cipi d'Italia, al fine di pacificar Papa Pio VI 28
nel concistoro de'
quel senato col duca di Ferrara ; e settembre 1778. Questo medesimo
poi lo deputò a ricevere la preziosa Pontefice, nella sua XVIII promo-
reliquia della sacra lancia trasferita zione cardinalizia de' 3o marzo
cos COS 3 09

1789, lo creò Cardinale dell'ordi- nata al monistero de* camaldolesi


ne de' preti. Un conùere pontificio di s. Croce di Fonte x^vellana, dal
secondo il metodo antico gliene re- Cardinal Zurla, già monaco camal-
cò a Torino la notizia, ed il Pon- dolese nel monistero di san Mi-
tefice nominò quale ablegato a por- chele suddetto; 2. Dissertatio epi-
tai'gli la berretta Cardinalizia, mon- stolaris in antiquam sacram ehur-
signor Massimiliano Massimi roma- neam tabulani j 3. Dissertazione
no, suo cameriere segreto sopran- sopra il pesce come simbolo degli
numerai'io. Siccome il Cardinale non antichi cristianij 4- Osservazioni
si condusse mai in Roma, così non intorno alla chiesa cattedrale di
ebbe il ed il cap-
titolo, l'anello, Torcello ec, Venezia i75o; 5. Let-
pello Cardinalizio. Giunto all' età di tera del sig. ab. Lamy sugli annali
cinquantanove anni, compianto per camaldolesi ec, inserita nelle No-
le sue doti, e pei pregi suoi, morì velle letterarie di Firenze t. 26;
in Torino a' 16 maggio 1796, e 6. Avvisi ed istruzioni pratiche in-
venne decorosamente esposto, e se- torno ai principali doveri de rego-
polto in quella metropolitana , con lari, Vertózia 1771; 7. LeUere con-
analoga iscrizione marmorea. solatorie di un solitario intorno alle

COSTADOINI GiovAiwi Domem- vanità delle cose del mondo, ivi

co. Scrittore del secolo decimotta- 1775; Lettere sopra questioni teo-
vo, camaldolese, nato a Venezia logiche^ ivi 177-^.
nel 17 i4 da ricca famiglia commer- Il p. Cost3«ioui, colla stima uni-

ciante. Studiò nel principio in un versale, massime di Benedetto XIV,


collegio de' gesuiti, e nella età di che uè apprezzava la profonda dot-

soli undici anni, rinunziando agli agi trina, morì in Venezia li 2 3 gen-

della propria casa, vestì l'abito nei naio 1785.


monistero di s. Michele di Murano COSTAGUTI VmcE!?zo, Cardi-
di Venezia. Ivi percorse co^ ottimo nale.Vincenzo Costaguti nacque a
successo la filosofia e h teologia. Roma nel 161 1 da nobile famiglia,
Egli contava ventitré anni di età ma era oriondo da Genova, giacché
quando si fece conoscere con una la sua famiglia si stabilì in Roma
lettera critica s-^pr^i alcuni senti- sotto Innocenzo X, col titolo di
menti espressi neW eloquenza italia- marchese di Sipicciano. Dotato di
na di mons. Giusto Fontanini, in- felice ingegnOj compì di buon' ora

torno a certi scrittori camaldolesi. il corso degli studi, e di ventun

Studiò molti anni col p. Mittarelli, anno da Urbano Vili fu fatto pro-
aiutandolo nella sua opera Annales : tonolario apostolico, poi reggente
camaldulenses. Scrisse poi i Os- : . della cancelleria, e commissario ge-
servazioni sopra un'antica tavola nerale dell' Umbria, e della Marca,
greca in cui è racchiuso un insi- per giovare quelle comunità, gra-
gne pezzo della croce di Gesìt Cri- vate di debiti. A queste incumben-
sto, la quale conservasi nel moni- ze ci soddisfece in modo, che il

siero di Murano. Questa disserta- Papa lo ascrisse, benché assente, ai


zione è inserita nel volume 89 del- chierici dicamera, colla presidenza
la raccolta di Calogerà. Nel cor- alle dogane, ed alla grascia. Dipoi
rente secolo lal'insigne reliquia, che supplì a Feri'ara il Cardinal legato
proveniva da Costantinopoli, fu do- Antonio Barberini, ed ai i3 luglio
3io COS COS
del 1643 Urbano Vili lo creò che sembra abbia ristaurato alquan-
Cardinal diacono di s. Maria in to. Fu annoverato alle congrega-
Portico, cui poscia cangiò col titolo zioni dei riti, della consulta, di
di s. Innocenzo
Calisto. gli affidò X propaganda ed altre. Acquistò un
la legazione di Urbino, e quantunque pregevole museo, di cui fece dono
quasi tutta l'Italia fosse angustia- al Cardinal Pietro Ottoboni nipote
ta da guei'ra, e carestia, tuttavolta di Alessandro Vili. Era divotissimo,
per le provvidenze di lui niente e nel convento de' carmelitani scalzi
mancò nel suo stato, che anzi soc- di s. Maria della Scala si fabbricò al-

correva anche ai limitrofi. Piistaurò cune cellette, per ritirarsi a praticare


generosamente la cattedrale di Pe- cristiani uffizi di pietà, nei giorni pre-
saro; per lo che nel 1649 presso cedenti le principali solennità, e nel
il palazzo della Hagione venne sta- carnovale. Dopo di essere interve-
bilito a memoria di lui un onore- nuto ai conclavi d' Innocenzo XIIj
vole monumento. SeUjene fosse po- e di Clemente XI, morì santamente
vero, nella guerra di Candia contro a Roma nel 1704, di sessantotto
il turco offerì considerabik somma anni, e quattoi-dici di Cardinalato,
cogli altri Cardinali. Era assai cor- e fu sepolto nella magnifica cap-
lese, e pio, eloquente, e molto versato pella, da lui eretta nella chiesa di
nelle matematiche, in architettura, s. Carlo a' Calinari. Ebbe lode di
nella storia, nella musica, nelle lin- singoiar erudizione, ed indole dol-
gue greca e latina, e in altre, cui ce; ma nel termine di sua vita sof-
parlava francamente. Da ultimo, frì non poco nella testa, credendo
dopo essere stato ascritto alle prime divenir Papa col nome di Urbano
congregazioni di Roma, mori ^el IX, per cui non parlava che di
1660, di quarantanove anni, e abili pontificii, crear Cardinali, far
diecisette di Caidinalato. Ebbe tom- conci&fori, e benediceva i famigliari
ba nella chiesa di s. Carlo a' Cati- al moda de' Pontefici.
nari, con bellissimo elogio postovi COSTA NTINA. r. CiRTA.
da suo fratello Giambattista. COSTÀINTINA. Sede vescovile
COSTAGUTI Giambattista, Car- doli' Africa ui partibus, nella Nu-
dinale. Giambattista Costaguti dei midia, sottoposta alla metropoli e-
marchesi di Sipicciano, oriondo ge- gualmente in parùhuz di Cartagine.
novese, ma nato in Roma nel i636, Questo titolo vescovile fu da ulti-
d'illustre lignaggio, era fratello al mo portato da mons'ignor Enrico
Cardinal Vincenzo di questo nome. Correa, e per sua morte Leone
Sotto Alessandro VII fu governato- Xll, nel concistoro de' 2 3 giugno
re di alcune città dello stato pon- 1828, lo conferì a monsignor Giu-
tificio, e mentre era Pontefice Cle- lio Benzo patrizio palermitano, e
mente IX, divenne chierico di ca- monaco benedettino cassinese. Nel
mera, presidente alla zecca, ed alla 1 842 il regnante Pontefice ha dato

annona, indi decano dei chierici di questo titolo a monsignor Edoardo


camera. Poi da Alessandro VIII ai Barron irlandese, nel dichiararlo
1 3 febbraio del 1 690 venne assunto cioè primo vicario apostolico delle
al Cardinalato col titolo presbitera- due Guinee, sulla costa occidentale
le di s. Bernardo alle Terme, cui di Africa.
mutò in quello di sant' Anastasia, COSTANTINA, o COx^STAN-
cos COS 3ii
i
TI A. Sede vescovile della provincia il settimo Papa venuto di
di seguito

I
d'Osroene, nel patriarcato d' Antio- Siria, o dalla Grecia. Sembra che la
chia, sotto la metropoli di Edessa, persecuzione degli arabi, ed i rapidi
cui erezione rimonta, secondo
la progressi della potenza mussulmana
Commanville, al sesto secolo. Pri- cacciassei'o dall'oriente i siri ed i
ma si chiamò Nicephoriiinij e Tela, greci, e li facessero cercare un asilo
perchè situata sopra una collina; in Roma. anno 709 Coenredo
Neil'
quindi fu detta Maximianopolis, re dei merciori, ed Offa re dei sas-
perchè l'imperatore Massimiano Ga- soni orientali, rinunziando ai regni
leno la ristabilì, e 1' esentò da tre loro erano venuti a Roma per ab-
anni di tributo, per compensarla bracciare la vita monastica. Costan-
dei gravi danni, che le avevano tino li ricevette con estrema tene-
recato i persiani. Dipoi un terremo- rezza, e vestito degli arredi Ponti-
to, avendola pressoché distrutta, Co- ficaU li consacrò a Dio nella nuova
stantino il Grande ne ordinò la rie- loro professione di vita. L' anno
dificazione, e volle che prendesse il dopo, per ignote cagioni, fu chiama-
suo nome, il quale le è rimasto. to questo Pontefice a Costantinopoli
Sperimentò pure i beneficii dell'im- dall'imperatore Giustiniano II, il
peratore Giustiniano, tanto per le quale lo accolse colle dimostrazioni
fortificazioni, che vi fece operare, del rispetto il più profondo. Colla co-
quanto per 1' acqua , che vi con- rona in testa gli baciò i piedi, volle
dusse. comunicato di mano del Papa,
ess<;re

COSTANTINO (s.) martire, se- e gli confermò tutti ~i privilegi dai


condo la più comune opinione fu suoi maggiori conceduti alla Chiesa
im re Bretone, che, abbandonata Ropiana, restituendo eziandio alla
volontariamente la corona, si ritirò soggezione la chiesa di Raven-
si.'d

nel monistero di s. David facendosi na già da sé stessa divisa ad onta


religioso. Unito in progresso di teci- che per un decreto dell' imperatore
po a Colombo, predicò anch'egli
s. Costantino Pogonato dovesse l' ar-
il Iscozia, fondò vn mo-
vangelo in civescovo di quella a
città recarsi

nistero a Covane presso la Cluyd, Roma per essere dal Pontefice or-
ed ebbe la consolazione d-- vedere dinato e consacrato. Dopo un anno
per suo mezzo rigeneraf* in Gesù di assenza tornò a Roma, ma non
Cristo gli abitanti di Cantire. Tante appena vi era arrivato, che venne

fatiche e tante virtù furono corona- ucciso r imperatore Giustiniano II


te dal martirio, che intrepido sos- da Filippico Bardane, che pur giunse
tenne desinare del sesto seco-
sul ad usurpare l' impero dell' oriente.
lo, ed ebbe onorevole sepoltura nel Il nuovo imperatore proteggeva la

monisteiO da lui fondato. Molte eresia de' Monoteliti [Fedi), e iece


chiese furono dedicate in Iscozia ad bruciare gli alti del sesto concilio
onore di lui. generale, inviando al Papa una let-

COSTANTINO Dormiente (s.) tera nella quale significava i suoi


V. Dormienti sette (ss.). errori. Costantino resistette a tali

COSTANTINO Papa XC, suc- atti con apostolica costanza, e Io


cessore di Sisinnio, fu eletto Pon- stesso popolo romano segnalò il suo
tefice ai 25 marzo del 708. Era fi- xelo elevando nella chiesa di s. Pie-
glio di Giovanni, e fu, secondo alcuni, tro un'immagine, che conteneva i sei
3i2 COS COS
concili generali. Ma intanto Fi- COSTANTINO, Cardinale. Co-
lippìco,dopo un anno e mezzo, fu stantino Cardinal prete dei santi
deposto dal trono per una cospira- Quattro Coronati intervenne al con-
zione domestica, e gli fu sostituito ciliotenuto da 6. Paolo I nel 761.
Anastasio II, il quale scrisse tosto COSTANTINO, Cardinale. Co-
ima lettera al Pontefice Costantino stantino vescovo di Porto, e biblio-
facendo professione della fede cat- tecario di S. R.C, segnò le bolle
tolica, e ristabilendo l'autorità del di Giovanni XII, e fu al concilio
sesto concilio. Il santo Padre fece tenuto da quel Papa nel 964-
perciò mettere il nuovo imperatore COSTANTINO Armonopulo. Giu-
nel novero degli ortodossi, acciocché dice di Tessalonica e sci'ittore del
per lui dovesse pregar pure la Chie- secolo duodecimo. Era della città
sa universale, e colla risposta ad di Sebaste, e fiori al tempo in cui
Anastasio spedì Michele suo legato
II insorse l'eresia dei bogomili. Com-
a Costantinopoli, affinchè riconciliati pose un Dizionario del diritto, nel-
fossero alla Chiesa que' vescovi, che la qual
scienza era molto ver-
avevano acconsentito alla condanna sato. Quest'opera vide la luce in
del sesto concilio generale. Parigi nel i54o, e in Lione nel
Costantino, sempre soMecito per la i556, greca e latina. Scrisse ancora
retta amministrazione delia Chiesa, una raccolta di canoni, riferita nel
governò anni e quindici gior-
sette diritto canonico greco romano di
ni. Ebbe contesa col l'arci vescovo di Levenclavio: così pure un trattato
Milano Benedetto intorno al diritto delle sette eretiche.
di consecrare il vescovo di Pavia; COSTANTINO Porfirogenito.
prerogativa sempre appartenuta per Imperatore di Costantinopoli. Meri-
lo addietro a' Pontefici, ed in uiì^ ta questo illustre personaggio di
ordinazione creò sessantaquattro ve- «essere ascritto al novero degli au-
scovi, dieci preti e due diaconi. Fu tori ecclesiastici. Era uomo di gran-
di mirabile mansuetudine, e libei'a- de ingegno, amatore degli uomi-
lità questo Pontefice, dandone prove ni di lettere, e assai studioso delle
in una carestia accaduta nel tempo scienze. Scrisse una storia della
del suo governo. Mori agli 8 aprile immagine di Nostro Signore, man-
del 71 5, e fu sepolto nel Vaticano. data al re Abgaro di Edessa, e re-
Restò vacante la s. Sede, un mese cata in Costantinopoli nell' anno
e dieci giorni. 944- Questa scrittura ci fu pub-
COSTANTINO Antipapa, da A- blicata dal p. Coinbefis, nella sua
nastasio bibliotecario chiamato Co- raccolta di autori sulla storia di
stantino II. V. Antipapa X. Costantinopoli, stampata in Parigi
COSTANTINO, Cardinale. Co- nel 1654. Avea scritto ancora la
stantino Cardinal vescovo di Pale- vita dell' imperatore Basilio il Ma-

sti"ina fu presente al concilio tenu- cedone di lui avo. Troviamo an-


to a Roma da Eugenio II nell' 826. cora sotto il suo nome un trattato
COSTANTINO, Cardinale. Co- dell' amministrazione dell' impero,

stantino Cardinal prete di s. Ciria- dirizzato a suo figlio Romano; un


co nelle Terme di Diocleziano, vi- libro di tattica ; due libri della di-

veva ai tempi di s. Gregorio III, gnità dell'impero d'oriente, e di-


cioè verso la metà del secolo ottavo. ciassette novelle. Avea fatto anche
cos COS 3i3
delle pandette storiche e politiche, poiché, lungi dal far parola sulla
traile da lutti gli storici, e ripartite istituzione dell' Ordine Costantinia-
in cinquantalre titoli, dei quali non no, si è limitato a descriverne i

ne abbiamo che due. gradi, e riportarne le figure, e le

COSTANTINO o COSTANTI- insegne. A pag. 24 tratta, Del


NIANO. Ordine equestre. I cava- gran maestro dell' Ordine costanti-
lieri di quest'Ordine furono detti niano Angelico aureato ; a p. 25
Angelici (F'edi), aureatij e di san mette la Collana usata dal gran
Giorgio. Siccome alcuni Ordini mo- maestro, e cavalieri di gran croce ^
nastici per rendersi illustri fecero ed a pag. 27 dice del Cavaliere
risalire l'epoca della loro fondazio- costantiniano sacerdote. A pag. 28
ne ai secoli più lontani, ed altri espone il Cavaliere Costantiniano
immaginarono false origini, così an- di giustizia, e dorato, ed alla pag.
che alcuni Ordini militari ed eque- 29 finalmente descrive lo scudiero,
stri, per godere maggiori preroga- e servente deW Ordine costantiniano.
tive, e precedenze sugli altri, vol- V. ilDizionario degli Ordini re-
lero derivata la loi'o istituzione dal- ligiosi, e militari al Tocabolo Co-

la più rimota antichità. Di tale sor- stantino.


te è appunto quello, la cui fonda- L' abbate Giustiniani , siccome
zione colla descrizione di minute gran croce dell'Ordine Costantinia-
analoghe circostanze viene attribui- no, pretende coU'autorità di parec-
ta all' imperatore Costantino , il chi storici, che questo Ordine sia
Grande, siccome descrisse diffiisa- il più antico di tutti gli altri, men-

mente l'abbate Bernardo Giustinia- tre diversi scrittori dicono essere


ni , nell' Historie cronologiche della superfluo cercare l'origine delle i-
vera origine di tutti gli Ordini e- stituzioni cavalleresche avanti il se-
questri, e religioni cavalleresche, colo duodecimo. Però in proposito
stampale in Venezia nel 1671. JVe di questo Ordine il p. Heliot è di
tratta egli dalla pag. 9 alla pag. contrario parere a quelli che ne
58 inclusive, e ne riporta minuta- fanno istitutore Costantino, e solo al-
mente tutte le insegne de' diversi l'imperatore Isacco Angelo Comneno
gradi, ed il cerimoniale pel confe- egli dà la gloria della fondazione del
rimento di essi. Anzi, per dar mag- medesimo. Non solo il padre Pape-
gior lustro all' Ordine, annoverò in brochio è della detta opinione sul
esso quasi tutti i principi dell'Eu- non potersi rinvenire Ordini e-
ropa ad esso ascritti, aggiugnendo, queslri avanti duodecimo se-
il

che r impei-atore Carlo ne volle V colo, ma aggiunge eh' è una vera


essere capo in Germania, e che
il finzione la lapide, la quale vuoisi
spiegò nel suo vessillo la croce di rinvenuta in Roma, rappresentante
Costantino, come pur fece il suo fi- r imperatore Costantino sedente in
glio naturale d. Giovanni d'Austria, trono, in alto di porre il gran col-
nella spedizione navale di Lepanto lare, o collana d'oro, torques au-
contro la formidabile potenza ot- reus, ad un gran numero di cava-
tomana. Ma il p. Filippo Eonanni lieri dell'Ordine, dappoiché il la-
gesuita, nel suo Catalogo degli voro sembra eseguito da un mo-
Ordini equestri, e militari, si è con- derno artefice, come moderna deve
teuutp con molta prudenza, dap- essere l'iscrizione scolpita in marmo,
3i4 cos cOS
iiporlata dallo stesso Giustiniani, e gno, quando nel combattere il ti-

concepita in questi termini: Con- ranno Massenzio comparve in


gli

standnus Magniis iniperator jjost- aria la santa croce col noto mot-
qnam mundatus a lepra per vie- to, onde avea dato per insegna a

liiuni baptismati's, milites, sive eqiii- questi cavalieri la croce rossa, ed


tes deauratos creat in tutela Chri- il labaro, del quale si parla al voi.
stiani nominis. Noi al voi. XI, p. IV, pag. 86 del Dizionario. L' au-
12 e i3 del Dizionario, indicam- gusto Marciano, predecessore im-
mo, che vuoisi fondato da Costan- mediato di Leone I, unitamente al
tino, ed approvato da s, Silvestro principe Alessio Angelo, aveva sup-
1 l'Ordine aureato dello Sperone plicato il santo Pontefice Leone I,
d' oro. Di questo Ordine, e se real- il Magno, che a' cavalieri impones-

mente tale ne sia l' istituzione, trat- se la regola di s. Basilio vescovo


tasi all'articolo Sperone d'oro, Ordi- di Cesarea, e questi con suo breve
ne equestre (Vedi). Non possuni, riportato nella disser-
Al dire del Bisles, nella sua Sto- tazione isterica di questo Ordine a
ria dei conti del Poitou, avremmo pag. 20, gliela trasmise, esortandoli
un Ordine cavalleresco istituito nel a non desistere dalla difesa della
nono secolo, perchè egli racconta fede, dai voti di ubbidienza, di
di Guglielmo il pio duca di Aqui- conjugal castità, e di militare di-
tania, e conte d'Auvergiie , succe- sciplina.
duto neirSSy al fratello Guerrino^ Stima pertanto il p. Heliot, che
che fondò nella chiesa di s. Giu- istitutore di questo Ordine sia sta-
liano in Brioude nella stessa Au- to più verosimilmente l' imperatore
vergne, un Ordine composto di ven- Isacco Angelo Comneno, verso l'an-
ticinque cavalieri, per guerreggiare no 1 190, il quale gli abbia dato il

contro i normanni , e che i detti nome di Costantino in memoria del


cavalieri poi divennero canonici. gran Costantino, da cui i Comneni
A provare l'antichità dell' Ordine si vantavano discendere; che potreb-

Costantiniano, si adducono lettere be essere stato chiamato Angelico un


scritte da s. Leone I, il Magno, agli tal Ordine dal suo secondo nome e ;

imperatori Marciano, e Leone I, col- finalmente che fosse detto di s. Gior-


le quali diede la pontificia sanzione gio, a cagione di aver l' augusto
all'Ordine medesimo prescrivendo- posto l'Ordine sotto la protezione
gli l'osservanza della regola di san di tal santo. E siccome la regola
Basilio; ma queste lettere dai cri- di s. Basilio allora era la sola, co-
tici sono stimate apocrife, ad onta me dicono alcuni, che fosse profes-
di quanto si stampò nel iSyS in sata neir oriente, questa forse fu la
Piacenza da Francesco Malvezzo. cagione perchè venisse data quella
Altri raccontano, che, con editto regola a'cavalieri. Tale è la piìi
dell'anno 4^9> avea l' imperatore ragionevole origine, ed antichità,
Leone I riconosciuto in Alessio An- che si possa dare a quest' Ordine
gelo, e in Michele figlio di questo, Ne furono per lungo tem-
illustre.
principi di Cilicia, e di Macedonia, po gran maestri i Comneni. Il Pa-
la dignità di gran maestri dell'Or- pa Giulio HI, con apostolico bre-
dine Costantiniano, che alcuni pre- ve de' 17 luglio i55i, Qnod alias,
tendono istituito da Costantino Ma- che si legge nel Bull. Magn., tom.
5

cos COS 3 1

vili, pag. 4^3 diretto ad Andrea, della pia casa della Misericordia
ed a Girolamo suo figlio, principi nella terra di Corte Maggiore, la
di Tessaglia, eonfermò i privilegi, «jualc per morte di Rollando Pal-
che a quest'Ordine aveva concessi lavicini, che la possedeva, era de-

il Pontefice Innocenzo Vili del voluta per ragioni ereditarie alla

14^4- Mentre n'era gran maestro casa Farnese. Concesse abito pre-
Gio, Andrea Angelo Flavio Comne- latizio, con mitra e bacolo pasto-
no principe di Macedonia, siccome rale in alcuni giorni, al piiore del
avanzato nell'età, e trovandosi sen- convento, e ai cappellani rocchetto,
za figli come senza speranza di e mozzelta con cappuccio di color
averne, per essere l'ultimo di sua violaceo, e la croce dell' Ordine so-
famiglia, e de' discendenti degl'im- pra. Indi, a' i5 maggio 1720, colla
peratori cattolici di oriente,ne ce- costituzione Ad augendam, loc. cit.

dette nel 1623 la gran maestranza pag. i65, concedette l'indulgenza


a Marino Caracciolo, principe di plenaria a detta chiesa, nei giorni
Avellino, col beneplacito apostolico festivi dell' Annunziazione, e Con-
di Urbano Vili. Tuttavolta No- il cezione della b. Vergine JMaria, di
vaes, nelle Vile de' Pontefici tom. s. Basilio, e di s. Giorgio titolare
XII, p. 2 1 3, dice che Giaunandrea Ordine , permettendo
dell' nell' an-
nel 1697 cedette la dignità di gran no stesso r uffizio del santo agli ec-
maestro dell' Ordine per buona clesiastici della milizia, col disposto
somma di danaro, a Francesco Far- della costituzione. Non minus, che
nese, duca di Parma e Piacenza, si legge nel Bull. Magn. tom. Vili,
ed a' successori di lui ; ciò che con- pag. 442.
fermò Innocenzo XII, con un bre- Gli statuti dell'Ordine obbligano
ve de' 25 ottobre 1699, che inco- il gran maestro ad avere vicari
mincia colle parole. Sincera fides^ generali in tutto il mondo. 11 vi-
Bull. Rorn.j tom. XI, p. 524- L'Or- cario per r Italia ebbe la sua re-
dine perciò fu chiamato Costanti- sidenza in Ravenna, quello di Ger-
niano di s. Giorgio di Parma, mania in Colonia, quello di Fran-
Quest'Ordine ebbe in Roma presso cia in Parigi, quello di Spagna in
la santa Sede un Cardinal protet- Valenza, quello di Fiandra in An-
tore, al modo che lo hanno altri versa, ed in Londra il vicario per
insigni Ordini equestri. Ne fu pro- l'Inghilterra. In oltre godeva l'Or-
tettore il Cardinale Gianfrancesco dine grandi priorati, massime in
Albani, il quale divenuto sommo oriente. Neil' esservi ammessi i ca-
Pontefice col nome di Clemente valieri, dovevano far constare quat-
XI, non solo ratificò il breve d'In- tro generazioni di nobiltà ; giura-
nocenzo XII, ma con altro de' 1 o vano con voto fedeltà gran mae- al
aprile 1701, AUas felici^, Bull. stro; ubbidienza alla Chiesa catto-
Roni. tom. VIII, p. 195, e poscia hca; di difendere le vedove, e gli
con quello de' 27 maggio 1718, orfani; di seguire l'insegna della
Militantis Ecclesiae, presso il detto milizia Costantiniana di s. Giorgio ;

Bollarlo, tom. XI, par. II, p. 129, di osservare la regola di s. Basilio


eresse la chiesa di s. JMaria della e gli statuti dell'Ordine; d'interve-
Steccata per priorato e chiesa con- nire a'consigli provinciali e genera-
ventuale dell'Ordine, coll^ reudita li; di portare sempre la croce del-
3i6 COS COS
l'Ordine ; di essere umili ec; di eser- alla macedonica, aveva un palmo
citare la carità, e finalmente di la- di altezza, ed era di velluto cre-
sciare ia morte qualche cosa all'Or- misi, foderata di raso bianco, e ri-
dine. volta da quattro lati, coi
all'insù
L'abito, che portava il gran mae- medesimi monogrammi X. P., ri-
stro quando usciva in pubblico, e nel- camati in oro, ed ornata in cima
le funzioni, e consigli (i quali com- da una piuma nera di struzzo.
ponevansi di cinquanta consiglieri, I gran croce, che furono stabili-
e di altrettanti gran croce), consisteva ti in numero di cinquanta, porta-
in un giubbone, ed in calzoni ros- vano giubbone, ed i calzoni tur-
il

si, calze e scarpe dello stesso colore. chini, e sopra usavano una veste
AI giubbone veniva sovrapposta una bianca, che giungeva alle ginocchia.
veste di tela di argento, con larghe Avevano calze e scarpe bianche, cin-
maniche, la quale discendeva sino tura di velluto rosso, ed il man-
alle ginocchia, e fermavasi con cin- to, però minore di quello del
ta da cui pende-
di velluto rosso, gran maestro, e di damasco turchi-
va Sopra tali vesti il gran
la spada. no foderato di bianco, colla croce
maestro assumeva un gran manto, da un Era loro permesso por-
lato.
di velluto turchino con lungo stra- tare il gran collare , ed avevano
scico, soppannato di tela di argen- la berretta ornata con una bianca
to, fermandosi al collo con due cor- piuma, e di raso turchino, col mo-
doni tessuti di tela rossa ed oro, nogramma suddetto ai quattro la-
che pendevano sino a terra. Da un ti, in ricami d'oro.
lato del manto ponevasi la croce I cavalieri di giustizia vestivano
dell' Ordine, egualmente di colore lo stesso abito, meno il manto, che
rosso, contornata di oro, alle cui era di ormesino ondato, color tur-
quattro estremità veniva terminata chino, e senza il gran collare, in
da un con sopra le quattro
giglio, luogo del quale avevano al collo
lettei-e iniziali, I. H. S. V. che si- una piccola catena d' oro con la
gnificano le parole vedute da Co- croce dell'Ordine pendente smalta-
stantino, ed udite da lui allor- ta in rosso. I cavaliei'i ecclesiastici
ché gli apparve la croce: In hoc nobili usavano altresì un gran man-
signo vinces. Nel mezzo di essa si to azzurro, ed una berretta quadra
vedeva il nome di Gesù Cristo for- di egual colore col consueto mo-
mato dalle altre due lettere greche nogramma X. P. dai lati. I cappel-
X. P. ai cui lati era un A ed un lani nelle funzioni assumevano un
il. Il gran collare, ch'era sul man- rocchetto di taffettano turchino, con-
to, formavasi dagli stessi monogram- tornalo di frange, colla croce di
mi X. P., posti entro quindici ovati velluto rosso da un lato fuori di :

d'oro smaltati d'azzurro. Quello di funzione portavano al collo ima


mezzo, da cui pendeva un s. Gior- croce d' oro, e sul mantello altra
gio d'oro a cavallo in atto d'atter- croce di lana rossa contornata da
rare il dragone, era il maggiore un cordone di lana gialla. Gli scu-
degli altri, e circondato veniva da dieri, o fratelli serventi, avevano
una corona, parte di foglie di quer- soltanto una fascia turchina di taf-
cia, e parte di foglie di olivo. La fettano, la quale dalla spalla destra
berretta del gran maestro formata scendeva loro sino alla coscia sini-
cos COS 3i7
stra, con una mezza croce, senza tato Bonanni, che tutto descrive
traversa nel mezzo di essa, ma po- diligentemente.
sta sulla sua cima. Finalmente va L'Ordine Costantiniano si confe-
notato, che tutti i cavalieri allor- risce tuttora dal duca di Parma e
quando erano in campo, combat- Piacenza, e dal re delle due Sici-
tendo per la fede, dovevano indos- lie, avendo ereditato per parentela
sare una sopravveste di drappo molte prerogative, e dominii della
bianco, a foggia di scapolare, con casa Farnese sovrana di Parma e
in mezzo una croce rossa. V. il ci- Piacenza.

FINE DEL TOLUME DECIMOSETTIMO»


^aòui 1
BX 841 .ri67 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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