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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPAtl SAWTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj AlSOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLÈNTVI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE ..^
GREGORIO XV L
VOL. XVII
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIL
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
C
CON CON
IjONSALVI Ercole, Cardinale. precedettero), fu annoverato da Pio
Ercole Consalvi d'una nobile fami- VI tra la romana prelatura, dove
glia orionda di Toscanella, nacque incominciò la luminosa carriera,
in Roma agli8 giugno lySy, dal di cui era stato in certo modo presa-
marchese Giuseppe Consalvi, e da go, in alcuni poetici componimenti,
Claudia de' conti Carandini. Nella che furono stampati insieme a quel-
sua fanciullezza ebbe a modello le lid'altri convittori del seminario
virtù del Cardinal Andrea Negroni, e suddetto nel 1772. Nel corso di
pervenuto alla prima adolescenza fu sedici anni successivi con attività,
collocato dai genitori nel seminario diligenza e fedeltà soddisfece alle
di Frascati allora fìorentissimo. Ivi cariche conferitegli da Pio VI, cioè
si guadagnò la stima e la benevo- di ponente di buon governo , di
lenza del Cardinal duca
vescovo votante della segnatura di giusti-
di Yorck, che gli portò sempre zia, e di uditore della sagra rota.
molto affetto sinché visse. Tornato Oltre a ciò il Pontefice, conoscito-
in Roma, entrò nell'accademia eccle- re del suo zelo, de' suoi talen-
siastica a perfezionarsi ne' più gra- ti, e della destrezza sua, gli affidò
vi studi e nelle discipline; e dopo l'amministrazione del grandioso sta-
aver egregiamente compiuto il cor- bilimento dell'ospizio apostoHco di
so degli studi (ne' quali diede non s. Michele, e lo destinò segretario
dubbie prove di quel felice , ed della congregazione deputata all'e-
alto ingegno che un giorno doveva same del nuovo piano economico
renderlo celebrato a segno da su- della provincia bolognese, e dell'al-
perare nella perizia diplomatica i tra congregazione stabilita pel buon
Cardinali segretari di stato che lo regolamento delle milizie pontificie
r» CON CON
colla qualifica di assessore ilei Car- elezione dovette fare nella restau-
dinal segretario di stato. In questo razione del regime pontificio, sia
ultimo ministero mostrò il Consalvi nelle promulgazioni di leggi , sia
animo eguale alla somma difficoltà in utili riforme , sia nell' ammini-
de'tempi: e siccome era riguardato strazione, ed ogni altra provvidenza,
come valido ostacolo all'abbattimen- che sembra supei'fluo l' enumerarle,
to della sovranità pontificia, gli fu comechè ridonderebbero ad encomio
insidiata la vita. Nei primi del del nostro Cardinale, che per la il-
CON COx\ 7
della segretaria di stato, il quale molla di tutti i numerosi affari
sino al suo ritorno in Roma gli pre- che si dovettero trattare coi diver-
stò utili servizi col suo zelo, colle si sovrani , e dei concordati che
sue cognizioni, e colla sua attività si conchiusero. Quindi legislazioni
istancabile.Giunto a Parigi, trattò provvedimenti, ed innumerabili cose
coir imperatore Francesco I, e col opei'ò sempre con rettitudine d'in-
re Luigi XVIII su gravi affari sì ec- tenzioni, con estremo amore di Ro-
clesiastici che politici , fra' quali la ma, e con incomparabile attacca-
restituzione delie legazioni di Bolo- mento all'i m mortai Pio VII, di cui
gna, di ForH
Romagna, e e della procurò sempre la gloria, ed una
delle marche di
Provincie delle fama perenne. Operò ancora mol-
Ancona, di Macerata e di Fermo, te cose grandi ed utili, ma il timo-
non che del ducato di Camerino re de' tempi, e quello di comparire
e di quello di Benevento, e Ponte insaziabile di dominio, lo dissuase-
Corvo. Siccome poi Alessandro I ro da altre operazioni che non mi-
imperatore delle Russie, e Federi- nor onore gli avrebbero partorito.
co Guglielmo UT di Prussia, do- Integro, e d'indole generosa e ma-
vevano partire per Londra per Io gnanima, di modi cortesi, amico
sfesso argomento, il Cardinale li di tutti i principali regnanti, dei
raggiunse in quella città, ed ivi trat- più illusti'i uomini, e più autore-
tò pure col re d'Inghilterra Giorgio voli, mecenate degli artisti e dei
IIL Quindi si recò a Vienna ove letterati, non risparmiò industria
erasi adunato il famigerato congres- per guadagnarsi l'ammirazione degli
so qual consiglio di pace Europea, stranieri, e perchè Roma si rendes-
inteso a ristabilire la fermezza dei se loro un soggiorno gradevole, e
governi di essa. Presso i sovrani in comparisse regina dell'universo.
Vienna riuniti, e presso il congres- Pianta la morte di Pio VII, il
so, il Cardinale pose in opera tut- Cardinal Consalvi commise al com-
ta la sua operosità, perchè definiti- mendatore Thorvaldesen, a memo-
vamente Sede apostoli-
fossero alla ria di eterna gratitudine, un ma-
ca restituite le menzionate legazio- gnifico sepolcrale monumento, da
ni, e le Provincie, che aveva essa per collocarsi nella basilica vaticana, e
necessità dovuto cedere nella pace che brevemente descrivemmo al
di Tolentino. Tutto ottenne oltre la Volume XII, p. 3io del Diziona-
restituzione degl' insigni capolavori rio. Scaduto però Consalvi dalla
che da Roma erano stati tras-
artistici, somma di tanto ministero, restò
portati in Francia , né risparmiò colla carica palatina di segretai-io
proteste per ciò che la santa Sede de' brevi pontificii, e dovette sof-
sì nel temporale, e sì nell'ecclesiastico frire le conseguenze della varietà
fosse stata pregiudicata. Pieno di delle umane vicende. E fama che
gloria si restituì al Pontefice Pio se fosse ulteriormente vissuto sareb-
VH, il quale gli accordò più este- be stato riportato al ministero del-
sa fiducia. Laonde fino ai 20 ago- lo stato da Leone XII. Tuttavol-
sto 1823, epoca di sua morte, con ta nel gennaio 1824 quel Pon-
autorità illimitata, governò il Con- tefice gli conferì la cospicua pre-
Siilvi lo stato pontificio , abbel- fettura della congregazione di pro-
lì Roma, e fu l'anima, e la gran paganda Jicle^ che godette per pò-
8 CON CON
chi giorni. Logoro dalle immense vere nella chiesa cji s. Marcello,
fatiche sostenute, afflitto dal male e nella cassa che il suo
racchiude
(che in un alla sezione dei cada- corpo fu posta in un tubo di latta,
vere descrive il numero 8 del giusta il costume, l'iscrizione necrolo-
Diario di Roma del 1824)5 il Car- gica, che pure riporta il citato Dia-
dinale Consalvi spirò nel bacio rio. Il detto artista che inventò ed e-
una piccola montagna, ai piedi del- cordato fatto nel 1801 tra la repub-
la quale scorre la detta riviera, del blica Francese e Pio VII, le parroc-
da un ponte, nel
Salat, attraversata chie si erano ridotte a settantadue,
mezzo del quale avvi una torre che oltre ad un'abbazia, e ad alcuni con-
prima si custodiva. Possiede una venti, e monisteri di religiosi. Il
L' origine de' conservatorii ( ec- applicò tutti pei conservatorii. Co-
cettuato quello delle Projette isti- sì Roma anche per queste istitu-
tuito da
Innocenzo III ) sem- zioni pie ed utilissime primeggia,
bra rimontare ai primi anni del qual si conviene alla capitale ed
secolo XVI per le provvide cure al centro del cattolicismo, come fu
e pel costante zelo de'sommi Pon- la prima in questo genere di educa-
tefici, nonché per la generosa pietà di zione, che porgesse esempio all'I-
Quindi nel
tanti benemei'iti istitutori. talia, e all'Europa. E nel pontifi-
fine di quel secolo vediamo occu- cato di Pio VI, ebbero pur luogo
parsene anche Sisto V, il quale e- diverse fondazioni di utili conser-
resse un conservatorio per le vedo- vatorii, mentre altri ne sperimen-
ve, e per le zitelle nella regione tarono la generosità.
de'Monti, presso il monistero di Dell'utilità e della storia de'con-
s. Bernardo, applicandovi l' eredità servatoiui trattarono diversi auto-
di Marc' Antonio Moreti, e di Mad- ri. Rammenteremo pertanto Cam-
dalena Strozzi Anguillara. Nel se- millo Fanucci, nel trattato di tut-
colo seguente Alessandro VII, com- te leopere pie della città di Roma;
passionando lo stato abbandonato Carlo Bartolommeo Piazza nelle
e pericoloso di tante zitelle, che diverse erudite sue opere, massima-
ad onta de'numerosi conservatorii mente neW Eusei'ologio Romano, e
di Pioraa vagavano per la città, nelle Opere pie di Roma, trattato
fece aprire scuole per tutti i rioni \\\ De' conservatorii di zitelle, don-
jjerchè ivi ad esse s'insegnasse lutto ne penitenti, e fanciulle. A' nostri
ciò che concerne la santa nostra re- giorni d. Guglielmo Costanzi pub-
ligione, e le arti domestiche proprie blicò l'Oi'.re/vato re di Roma ec.,ove
del sesso. Indi, per non dire di al- nel libro Vili, tratta delle Istitu-
tri Pontefici, fubenemerito
assai zioni pie per l'educazione delle don-
dei conservatorii Clemente XI crea- zelle. Monsignor Carlo Luigi Mo-
to nel 1700, sia aumentarne
coli' nchini nel libro intitolato: Degli
il numero, sia col costituire ad alcuni istituti di pubblica carità e d'istru-
le dotazioni, e sia assegnandone del- zione primaria in Roma, nella par-
le altre perchè le donzelle con te seconda, al § Vili di sua erudita
lucili là potessero prendere un col- prefazione ,
parlando dei conserva-
CON CON II
13 CON CON
Nell'anno i8i4, ripristinato il torio di s.Michele a Ripa (Fedi),
governo pontificio provvisorio, seb- ove esistono più centinaia di donne,
bene Pio VII a' 24 maggio rien- non fu riunito alla commissione
trasse gloriosamente in Roma da amministrativa, ma restòannesso
dove era stato dalla forza strap- alla sua propria amministrazione,
pato a' 6 luglio i8og, fu egual- vale a dire dell'ospizio apostolico,
mente per modo provvisorio con- affidata in quell'epoca al p. Isaia
fermata la commissione amministra- generale dei Somaschi.
tiva dei conservatorii di Roma Succeduto nel pontificato a Pio
venendo però cambiati i soggetti VII, il zelante Papa Leone XII,
che la componevano Ne fu fatto . nella vista di richiamare i conser-
presidente monsignor Ercole Dan- vatorii di Roma allo spirito della
dini che poi venne creato Cardinale, loro primitiva istituzione, a dissi-
e vennero eletti membri il can. Lui- parne gli abusi che in progresso
gi del Drago, al presente Cardinale di tempo erano introdotti, e
vi si
di santa Chiesa, il canonico Luzi, e a più util lente sistemarli, con suo
il cavaliere Questa nuova
Nuzi. moto-proprio de' 1 4 novembre 1826,
commissione durò undici mesi, men- decretò che tutti i conservatorii di
tre nel febbraio del i8i5, fu di- Roma fossero da quell'ora in avan-
sciolta per ordine di Pio VII, il ti esclusivamente regolati, diretti,
quale coli' organo della segretaria e amministrati da una deputazio-
di stato, restituì l' amministrazione ne permanente, composta di un Car-
parziale d'ogni conservatorio di Ro- dinal presidente, di quattro asses-
ma, agli antichi protettori. Cardi- sori, e di un segretario con voto.
nali, prelati, deputati, superiori, e Per presidente dichiarò quel Pon-
precisamente secondo il sistema, e tefice il Cardinal Ludovico Micara,
le individuali norme anteriormente per assessori i monsignori Giovanni
esistenti nell'anno 1809. Soglia arcivescovo di Efeso e suo
Qui conviene notare, che in detta elemosiniere, ora Cardinale, Carlo
amministrazione restò compreso il Chicherio, Francesco Capaccini, al
Conservatorio delle Borroniee ( P^e- presente internunzio apostolico nel
di) escluso nella seconda riunione Portogallo , e Stefano Scerra, at-
ordinata da Leone XII, della qua- tualmente vescovo di Orope, e se-
le andiamo a parlare. L' esclusio- gretaiùo della congregazione della
ne si fu per la caducità, stabilita dal Immunità. Per segretario nominò
fondatore Cardinal Vitaliano Bori'O- poi il canonico Giovanni Maria
ineo, il quale nel suo testamento Mastai-Fen-etti, ora Cardinale, che
determinò, che se per fatto sovrano fu succeduto da monsignor Anton-
fosse cambiato l'amministratore del Maria Cagiano-de-Azevedo, ora se-
conservatorio, (che nominò in perpe- gretario di consulta; mentre per
tuo il direttore prò tempore dell'ora- computista fece Germano Doria.
torio del p.Caravita,il quale all'epoca Volle il Papa Leone XII che uno
della fondazione era sotto la direzione de' detti assessori fosse incaricato
dei sacerdoti secolari) restasse abolito della soprainlendenza allo spiritua-
il conservatorio, e devolute fossero le le, e al disciplinare di tutti i con-
rendite all'ospedale di Milano. E da servatorii, l'altro all'incremento del-
osservarsi ancora, che il Conserva- l' industria, e delle manifatture, e
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CON CON i3
destinò gli altri due assessori a Vili, eglidopo aver udito il pa-
sopravvegliare all' amministrazione ,
rere di una commissione di Car-
alle sue rendite, ed alle sue spe- dinali espressamente a ciò deputa-
se. Per semplificare poi l'ammini- ta, con sue lettere apostoliche:
strazione ordinò quindi, che lo sta- Litlerae apostolicac quibus coeno-
bilimento dei conservatorii venis- hia puellarum Urbis ^ vulgo conser-
se considerato per modani imius, vatorii, ad pristinum statum revo-
dichiarando addetti a questo va- cantur, date a' 28 agosto 1829, e
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nistero. Quindi fu eretta un'altra ri. L' interno della chiesa è ricco
cliiesa dedicata a che s. Caterina, di marmi, pitture ed ornati, per
volgarmente fu detta de' Funari cui riesce assai elegante. Il quadro
dappoiché restando ancora nel se- dell' altare maggiore, sotto il quale
colo XV
sgombra in gran parte l'a- si venerano i corpi de' santi marti-
rea del circo Flaminio, del quale ri Saturnino, Sisinnio, e Romano,
eziandio duravano la forma, e l'an- oltre diverse reliquie, è di Livio
damento dei sedili, il lungo spa- Agresti, che vi figurò il martirio
zio disabitato serviva ai funaiuoli di s. Caterina. Egli inoltre dipin-
pel lavorio delle corde. Da ciò se lateralmente i ss. Pietro e Pao-
la chiesa di s. Caterina, ch'era nel lo, e al di sopra la ss. Annunziata.
centro del circo, fu delta àiQFuna' La volta del detto altare, e quel-
ri. Ridolfino Venuti, Roma moder- le delle cappelle, non che i qua-
na, t. II, pag. 847 ; il Piazza, Ope- dri di esse, sono da Anni-
dipinti
re ec. p. iSj, delle zitelle dì s. Ca- bale Caracci, dal Muziani, da Fe-
terina de'Funariy ed altri scrittori, derico Zuccari, da Scipione Pulzo-
asseriscono che s. Ignazio Lojola, ni, detto Gaetano, da Marcello Ve-
CON CON 17
riva a tal sei;no, che conteneva ricamare, nell'aggricciare ec. : si eser-
centosessanta donzelle. Ma già alcu- citano anche nelle faccende dome-
ne maestre assegnate alla istruzione stiche, per essere poi utili alle lo-
delle giovinette, trenta anni circa ro famiglie. Anticamente il conser-
dopo la fondazione, vollero assumere vatorio concedeva le figlie del luo-
r abito monastico di s. Agostino, e go per fantesche , col patto peiò
quindi professarne la regola. Secon- che chi le prendeva dovesse rite-
do diversi autori, anche s. Filippo nerle sei anni , e dar loro scudi cen-
Neri concorse a questa utile istitu- tocinquanta di dote quando si ma-
tione, ed suo inci'emento, per
al ritavano. Contigua al monistero era-
ricoverare, educare, mantenere e vi una casa per accogliere le figlie
^jS^y^n^iìh Covvecp,
i8 CON CON
apostoli, in numero di centocinquan- sulla strada a destra della via Ap»
tasette, essendo altre rimaste in ca- pia, che pur chiamasi del Divino
sa. Termina il racconto il Gigli Amore. Il castello, che dà nome
col dire che la causa di questa al fondo, sorge su di un colle iso-
nuova uscita si fu perchè non es- lato, avente il recinto coronato da
sendo piti vedute , più non si torri quadrilatere pienamente in ro-
maritavano Le costituzioni della
. vina. La costruzione si attribuisce
compagnia delle vergini miserabili agli Orsini, forse nel declinare del
di s. Caterina della Rosa di Ro- secolo XIII; ma i fabbricati del-
ma, furono stampate negli anni l'internosembrano opera del seco-
1601, e nel
1607, i655,
1700. lo XV. Il nome di Leva deriva
La regola Agostino per le
di s. da Olibanuni, nome comune a mol-
monache di s. Caterina della Rota, ti fondi ne'bassi tempi, e voce bar-
si pubblicò in Roma nel i63o, nel bara significante incenso, e data pro-
1700, e nel 1785. K. il Raggua- babilmente a quei fondi assegnati
glio delle opere pie stabilite in Ro- alle chiese per le spese dell'incenso.
ma da s. Ignazio Lojola § IV. Fu detto ancora quel lenimento Ca-
Monistero e casa per le fanciulle stel di Levano, da mons. Oliba-
pericolanti. ni. Entrando nel cortile , che pre-
Appartiene a questo monistero cede la chiesa, si vede incastra-
illenimento nell'agro l'omano chia- ta nel muro una lapide, dalla qua-
mato Castel di Leva, p\h volgarmen- le, e da alcuni frammenti di anti-
te conosciuto col nome di Madon- chitàj si rileva che ne'dintorni ab-
na del Divino Amore per la chiesa bia forse esistito una villa antica
ivi dedicala alla Vergine sotto questo della gente Faccia.
titolo. E siccome il lunedì dopo la Venendo alla chiesa, e alla pro-
Pentecoste ad essa concorre in gran digiosa immagine, i numeri àe Dia'
CON CON 19
razione della chiesa fatta fabbricate ro presso Colonna Trajana {Fedi),
dalle monaclic, e dai loro superiori, della demolizione dell' una e del-
nel sito precisamente ove fu tolta l'altro, del passaggio che fecero le zi-
parlano anche del solenne traspor- Caterina de'Funari, poi nel 181
to, e processione colla quale la im- nel monistero di s. Ambrogio a
magine stessa, dalla chiesa della [)iazzaTartaruga, quindi nel 1828
Falcognana, ov'era stata tempora- per disposizione di Leone XII nel
neamente depositata, venne stabil- conservatorio delle Trinitarie a s.
mente collocata nella propria chie- Paolo primo eremita, e finalmente
sa. Il trasporto essendo seguito nel- nel 1840 nelle medesime vicinan-
la seconda festa con
di Pentecoste, ze del foro Trajano, presso la chie-
in diligenza plenaria concessa da Be- sa di s. Lorenzo, a Macel de'Cor-
nedetto XIV a tutti quelli che in vi, detto volgarmente s. Lorenzolo,
tal giorno visitavano la divota i»n- si tratta neivolumi IX pag. 2o3,
magine, ne venne a quel giorno e 204 ; e XII pag. 9 del Diziona-
stabilita la festa ogni anno col pre- rio. Solo qui aggiungeremo , che
mio delle sante indulgenze. Final- l'istituto fu sempre protetto dai
mente, dal num. 5i3o dei Diari di Pontefici, e ricolmo di privilegi ed
Roma del lySo, il Cardinal Rezzoni- esenzioni, massime da Urbano Vili,
00, che poi fu Papa Clemente XIII, che privativamente gli assegnò gli u-
si recò a consagrare l'altare della tili della Depositeria Urbana (Fe-
Madonna Divino Amore assi-
del di ), ne confermò protettore in
stito da monsignor Castelli vicario perpetuo il Cardinal camerlengo
del monistero de' Funari , e poi pro-ternpore , e volle che il pre-
Cardinale, avendo esposte il giorno lato uditore del camerlengato , e
precedente le sagre reliquie e fat- i cavalieri deputati ne fossero gli
te le consuete vigilie, monsignor amministratori, e deputati anche
Torio vescovo di Monopoli La . del monistero delle cappuccine di
divozione verso la detta miracolo- s. Urbano. Come uditore del camer-
sa immagine si è mantenuta sem- lengato ne fu amministratore mon-
pre viva: immenso n'è il concorso, signoiv Bra.'^chi divenuto Pontefice
ed intorno alla chiesa ed al porti- col nome di Pio VI. Continuò egli
co,si veggono appese le testimo- la sua propensione al conservatorio,
20 CON COi\
dioilc ai pp. Pii Operai, i quali, a p. io(), Delle mal maritate alla
cagione della ristrettezza del luogo, Longara.
passarono alla casa e chiesa di s. Al p. Domenico di Gesìj Maria,
Maria de'Monti. Restò soggetta al carmelitano scalzo , dobbiamo nel-
vicariato di Roma, ma mentre era l'anno 16 1 5 fondazione del moni-
la
chi fu ceduta alle zitelle del con- introdusse alcune donne, che aveva
servatorio di s. Eufemia, riducendo raccolte in una piccola casa, e dove
la camera apostolica il contiguo con apposite regole da lui scritte le
locale, antica abitazione del parro- manteneva colle limosine che andava
co, e poi del rettore della chiesa stes- raccogliendo. Ebbe per fineil vene-
sa. Le pitture dell' altare maggio- rando religioso di togliere dal pec-
re, e quelle della volta furono o- cato le donne di vita disonesta sen-
pei'a di Giovanni Alberti. A' io a- za obbligarle a voti ed a clausura,
gosto ivi si celebra la festa del permettendo ad esse di entrare in
santo titolare, e dice Ridolfino Ve- altri monisteri a vestire l'abito reli-
CON CON 2t
ti iili azione del consei" valori o fu ìo- per la comunità, corispondente al
10 alfidata nel 1889, che il nume- coro delle monache ed all'altare, che
ro delle penitenti si è aumentato, perciò fu eretto isolato. 11 monistero
clic molte di esse richiesero di ri- viene chiamato delle Scalette, per-
manervi, altre di ritirarsi , ed al- chè due piccole scale danno accesso
tve finalmente rientrarono nelle al medesimo, ed alla cliiesa. Sopra
vie della grazia, e ritornarono nel la porta esterna del monistero si è
seno delle proprie famiglie. Il re- ora collocata la statua rappresentan-
gnante Pontefice per animare lo ze- te il Buon Pastore, il quale sulle
lo delle monache nel febbraio 1 842 spalle porta una pecora smarrita
visitò la loro chiesa, quindi nel con- locchè fa allusione all'istituto.
dalle penitenti, e non hanno comu- plum pacis, ed anche del p. Gara-
nicazione veruna colie medesime, e vita, e del p. Paolo, per quanto
s' istruiscono nei lavori propri del andiamo brevemente a dire. Nel
sesso femminile. Il medesimo Pa- pontificato d' Innocenzo X, e nel-
pa regnante ha stabilito, che il l'anno i65o, una pia donna, che
Cardinal protettore delle monache, frequentava la divozione della visi-
e di questo pio luogo sia sempre il ta del ss. Sagramento esposto in
Cardinal vicario prò tempore , il forma di quaranta ore, vedendo
quale nomina un prelato deputato. alcune fanciulle andar vagando
La prende il nome della
chiesa per le chiese con disturbo de'fede-
ss. Croce perchè ad essa dedicata li, si mosse con lodevole zelo a rac-
quando nel 16 19 fu fabbricata. Nel- coglierle presso di sé, acciocché non
l'altare principale eravi dipinto Gesù pili andassero girando, e la sera
Cristo, che porta la CrocCj ope- a dormire sotto i pubblici portici.
ra di Terenzio da Urbino: poi vi Una signora fiorentina tratta da sì
fu posto quadro col ss. Crocefisso
il beli' esempio , vestì le donzelle in
del cav. Francesco Troppa, dal qua- numero di dodici, e con permissione
le venne pur dipinto quello dell'An- di monsignor Ascanio Rivaldi vice-
nunziata a destra, mentre la tavola gerente assegnò ad esse uniforme
rappresentai) le s. Maria Maddalena abito bianco con pazienza rossa, col
penitente a sinistra è di Ciccio Ora- quale incedevano per la città can-
ziani napolitano. Da ultimo fu ri- tando canzonette spirituali, ed insie<-
mosso il (|uadro del ss. Crocefisso, ine raccogliendo limosine, donde fu-
e trasportato dentro al monistero, rono chiamate mendicanti, nome col
ed in vece vi è una grande grata quale tuttora si appellano.
12 CON CON
Essendo nato qualche disordine, le volle concorrere al divisamento
ne prese cura e protezione la du- con pretendere s"i moderata somma.
chessa di Latera, ed acciocché fos- Il palazzo e giardino trovansi pas-
sero meglio custodite, le affidò ad sata la piazza delle Carrette d'appres-
una savia donna, che ahitava in so al tempio celebre, che i romani
Tordinona, il cui marito era addet- eressero alla pace: e siccome era un
to a quelle prigioni, ed il numero vasto, e bello edifizio, fu convertito
si accrebbe a venticinque. Termi- in comodo e regolare conservatorio,
nato l'anno, l'elemosine diminuiro- per cui è uno de' migliori di Ro-
no, ma la divina Provvidenza mos- ma. Vi sono alcune scale con buo-
se il rinomato gesuita p. Pietro ni dipìnti a fresco, e l'oratorio, o
Garavita a supplire al mantenimen- chiesina interna aveva un quadro
,
lasciato ad
pias causas, e nominò aggricciatura , di composizione di
in protettore il Cardinal Alderano fiori, e di altre galanterie, che al-
Cibo suo segretario di stato, e di- la giornata sono in uso. Il guada-
rettore monsignor Domenico Maria gno è tutto a loro profìtto. Prima
Corsi, che vi pose un rettore, e poi cucivano con privativa i guanti,
dal detto Papa fu creato Cardina- ed eseguivano altri lavori di pelle,
le. Narra il Cancellieri nel suo Mer- e tutt'ora in ampia sala ammetto-
cato pag. 63, che Innocenzo XI, no a scuola alcune piccole fanciul-
con chirografo del 1682, convertì le. Quando escono dal conservato-
una contribuzione, che annualmen- rio vestono un abito nero, con faz-
te pagavasi dai mercanti di Ripet- zoletto, e cappello con velo nero.
ta, dai barcaiuoli, navicellari, chio- Sono dirette da una priora. Alcu-
darolì ed altri per la festa di san ne zitelle vi dimorano in qualità
Rocco, in vantaggio del conserva- di convittrici, pagando la mensile
torio, giacché la contribuzione si dozzina "eli scudi cinque : allorché
erogava^ in palli per le corse delle le alunne
maritano, o si fanno
si
barche, e pei strappacoUi dei pa- monache, hanno in dote cento scudi.
peri nel Tevere, ed altri simili La suddetta chiesa di s. Orsola
trastulli, e profanità secolaresche, fu resa di solo diritto delle alunne,
le quali se servivano di popolar ed è dedicata a Maria santissima
sollazzo, erano inconvenienti ad o- del Rosario. Fu fabbricata con di-
norare il santo, la cui chiesa è segno del marchese Theodoli i :
CON CON 25
maggioro, mentie la volta fu di- parrocchia di Martino ai Monti,
s.
pinta da Giacomo Triga, come nel settembre del i668 fondò que-
dice Ridolfìno Venuti , Roma mo- sto sotto il titolo dell' Immacolata
derna tom. I, par. II, p. 4*5 '• J" Concezione, per le donzelle povere
questo conservatorio, sotto il pon- e di ci vii condizione, cui a motivo
tificato di Leone XII, furono tras- dell'età non era dato entrare in
portate tutte le zitelle^ ch'erano altri conservatorii di Roma, e per
nel conservatorio di s. Pasquale in mantenerle ivi nella istruzione di
Trastevere, e contemporaneamente una cristiana educazione, finché
vi furono trasportate anche alcune non si fossero maritate, o fatte
da s. Caterina de' Funari, ed altre monache. A tale effetto non solo
dal conservatorio di s. Maria dei Clemente IX approvò l' istituto
Rifugio presso s. Onofrio, chiama- ma abilitò le donzelle a poter con-
to volgarmente del p. 'Russi. Dal seguire qualunque dotazione , seb-
citato Venuti, tom, II, par. II, p. bene non toccasse la distribuzione
io4o, si rileva che le zitelle del al rione ove slavano, giacché da
belle opere, cioè una casa di con- cegerente prò tempore, e gli diede
vitto per le donne provette, che in ajuto quattro deputati, fra' quali
amano vita ritirata, e quasi mona- il p. Girolamo Serafini, cai-melita-
stica, col pagamento di tenue pen- no dell'antica ,
parroco
osservanza
sione un luog^o di educazione per
; di Martino. Quindi siccome fu-
s.
id CON CON
ne presero il nome di Viperesche. Questo utile conservatorio sus-
Oltre le donzelle figlie del luoso sistette sino al 1802, nella qual epo-
sono ricevute nel conservatorio con ca, il Cardinale Giulio dalla So-
mensile pensione altre zitelle per la maglia vicario di Roma, apri la sa-
educazione, le quali vestono uui- gra visita nel monistero di s. Croce
formemente tutte di lana nera, e detto anche delle Scalette, ora del
vengono istruite nella pietà, e nella Buon Pastore alla Lungara, e rimos-
condotta civile. se da questo le monache col man-
darle a quello delle ss. Rullìna e Se-
Conservaton'o della Di\>ina Clemen- conda nella via chiamata della Litn-
za detto anche del Rifugio in garina nella stessa regione di Tras-
Trastevere. tevere. Il medesimo Cardinale po-
se sotto la direzione del collegio
Nel pontificato di Clemente IX de' reverendi parrochi di Roma ta-
in una casa posta nella piazza di le locale, destinandolo a ricevervi
s. Calisto, precisamente incontro al- quelle donne, che pei loro trascor-
la chiesa in Trastevere donata da si sarebbero state ivi poste o dal
Livia Vipereschi nobile romana fon- tribunale del vicariato, o anche a
«.latrice delle Viperesche, fu eretto richiesta dei loro mariti. Contem-
questo pio luogo chiamato del E.ifu- poraneamente però, stante i debiti
gio, dell'Assunta, e più comunemente de' quali era gravato il conservato-
di s. Maria della Clemenza, dalla rio della divina clemenza, lo disciol-
miracolosa immagine di questo no- se, rimandando alle loro case le
me, che si venera nella prossima basi- poche donne, che vi erano, e dispo-
lica di s. Maria in Trastevere, dap- nendo che , pagati i debiti , nuo-
presso quale aveva il conser-
alla vamente si aprisse sotto la stessa
vatorio avuto la primaria origine. direzione del collegio de'parrochi.
Il pio luogo riconosce per fondatori Al presente n' è prossima la riaper-
alcuni zelanti parrochi di Roma, che tura, essendo ormai estinte quasi
colla direzione di monsignor Gia- tutte le passività.
como de A ngelis arcivescovo di Urbi-
no, vicegerente, poi fatto Cardinale Conservatorio di s. 3Iaria del
da Innocenzo XI, col soccorso di cin- Rifugio del p. Bussi.
que mila scudi, ed altre generose
limosine della principessa Maria Ca- Nel pontificato di Clemente XI,
milla Orsini Borghese ( i membri e nel maggio 1708, Alessandro Bus-
della quale casa furono poi anche si patrizio di Viterbo, e sacerdote
benefattori del luogo), diedero prin- della congregazione dell' oratorio ,
nel 1715, come si legge nella la- fece riaprire il conservatorio, e re-
pide posta sulla porta dell'ingresso. stituirvi le donzelle.
Quindi Clemente XI diede loro L'edifizio ha nell'interno cinque
per santo protettore Clemente I, dormitori, infermeria, refettorio, ec.
Papa e martire, santo del suo no- cappella , e giardino sulla riva del
me, cui poi fu aggiunto s. Crescen- Tevere. Questo pio luogo per le
tino, e volle che le alunne fossero zelanti cure del prelato elemosinie-
chiamate le Povere Mendicanti di re del l'egnante Pontefice, cioè di
s. Clemente, e il conservatorio la monsignor Ludovico Tevoli, arci-
cosà di s. Clemente, come abbia- vescovo di Atene, e canonico Va-
mo dal Novaes nella vita di quel ticano, fiorisce grandemente. Dap-
Pontefice, tomo XII, p. 246. Il poiché, migliorata la condizione del-
preciso loro istituto fu di attende- le alunne, regolata meglio l'ammi-
re al buon regolamento dello spi- nistrazione, restaurato il conserva-
rito, ed al lavorio dei fustagni. Sic- torio, l'aliare, e la cappella, o chie-
come poi ne fu zelante prelato or- sina eh' è dedicata ai ss. Clemente
dinario, monsignor Nicola Saverio e Crescentino , fornita inoltre di
Albini di Benevento, arcivescovo di sagri arredi, e paramenti, il conser-
Alene, e canonico di s. Pietro in vatorio sempre più prova grandi
CON CON 29
•vantnqgi per essere soggetto alla ma, cioè sulla porta di s. Maria
clemosineria apostolica, e per aver ad Martyres, insieme cogli altri
sempre per superiore U elemosiniere poveri al presente , quando esco-
:
3o CON COi\
nimo Pontefice la comunità di tut- Attualmente le alunne fanno di-
to roccoli-ente pel ben essere delle versi lavori propri del sesso, e sono
alunne, ed il Cardinale si mostrò dirette da una priora, e dalle mae-
finche visse caldo zelatore del mede- stre che si scelgono tra le medesi-
simo conservatorio, per cui da al- me. Un Cardinale di s. Chiesa è
cuni ne fu tenuto per fondatore. il protettore dell' istituto , che vi
Aumentandosi il numero delle don- tiene due deputati, uno per 1' am-
zelle, e quindi i bisogni della co- ministrazione economica, l'altro per
munità, ne prese peculiar cura il lo spirituale , e da lui dipendono
medesimo Pontefice Pio VI, che in- le ammissioni delle alunne. Quan-
grandì l'edifizio il quale si compo- do queste talvolta escono dal con-
ne di tre dormitori, dell'infermeria servatorio per camerate, usano abi-
ec. , di un giardino pel passeggio. to uniforme di saja nera, pannoH-
Da ultimo poi fu costrutto un cam- no bianco in testa, e fazzoletto pur
mino secondo i recenti metodi eco- bianco sulle spalle. I propri parenti,
nomici. Inoltre Pio VI prescrisse ed alti'i , come si pratica ne'con-
i regolamenti del pio luogo massi- servatorii, possono visitare le zitelle,
me bene spirituale delle alun-
pel alle qualiperò non si permette di
ne, che non partono se non per andare a pranzo fuori del conser-
prendere marito o monacarsi. Gli vatorio.
accrebbe ancora l'assegnamento, e
Conservalorio della Ss. Trinità
siccome le donzelle lavoravano to-
detto delle Trinitarie.
vaglie damascate di molto pregio
e grandezza, quando il Papa le o- Nel pontificato di Pio VI, Cate-
norò di sua presenza, esse gli umi- rina Marchetti nobile e possidente
liarono una di tali tovaglie con romana, raccolse alcune oneste don-
intorno bellissimi rabeschi, ed in zelle di buona indole nella sua ,
CON CON 3i
CON CON 33
sei'vatorii di Roma sotto una sola liane Borromeo, che morì nell' an-
amministrazione, il conservatorio del- no 1793, a soccorrere il nascente
le Pericolanti cessò di aver per supe- conservatorio , laonde il generoso
riore il tesoriere generale; e quan- Porporato acquistò le case conti-
do Pio YllI con lettere apostoliche gue al suddetto luogo, che ridusse
de'?.8 agosto 1829 disciolsc la de- in forma di conservatorio, gli as-
putazione permanente de' conserva- segnò rendile, e lo dichiarò erede
torii rimettendo ogni conservatorio dei suoi beni liberi , meno alcuni
all'antico sistema, questo ebbe al- legati. Per questo motivo il con-
lora a superiore un presidente nel- servatorio prese il nome di Borro-
la persona del commissario gene- meo, e le alunne furono chiamate
rale della R. C. Apostolica. In se- Borromce. Ordinò per altro , che
guito tornò a presiedere a detto pio oltre la priora, un ecclesiastico ne
stabilimento il tesoriere generale dovesse essere il superiore, il quale
della R. C. A.prò tempore. Le alun- si opera coadiuvare da
facesse nell'
ne sono ordinariamente una cinquan- un compagno, per cui da questi
tina, oltre la superiora, e si eserci- superiori dipende l'ammissione del-
'tano oltre che nei suddetti lavori, le alunne, l'amministrazione, e la
nelle faccende domestiche, e in eser- disciplina.Il medesimo ne affidò la
CON CON 35
tante la Vergine, in mezzo a
B. In questo ritiro le vittime del-
due angeli vestiti con abito del ri- la seduzione vivono tranquillamen-
scatto; ed il coro venne decorato te per la via della virtù , di-
con alcuni medaglioni. La confra- rette da un
deputato ecclesiasti-
ternita di Gesù e Maria, di cui si co dipendiente dal Cardinal vicario,
tratta all' articolo Confraternite , che pur sopraintende all' ammini-
ottenne dai Trinitari una parte del strazione economica. Questi sceglie
convento, dove nel 1712 stabili il fuori della comunità la supei'iora,
proprio oratorio. Così il Venuti, le due maestre, e la portinaia, per-
Roma moderna, t. I, p. 198. Que- sone di esperimentata probità, e reli-
sta chiesa è piccola , ma ben cu- gione, acciocché insegnino alle alunne
stodita, si apre nella mattina per la sana morale diano ad esse
, e
comodo del pubblico, ha. cinque al- un' ottima istituzione.
Il regolamen-
da
struite abili maestre, che inse- La dama Eumelia Sanbucy fran-
gnano ad esse i lavori propri del cese fu bramosa di fondare in Ro-
loro sesso, e le faccende domesti- ma un monistero, e conservatorio
che; ma più le istruiscono nella re- a maggior gloria di Dio, e perchè al-
ligione, e le esercitano nelle pra- l' insegnamento delle fanciulle nelle
CON CON 4i
ili fine crescendo di giorno in gior- veniente, se non vengono richieste
no il numero delle alunne della dai loro parenti o non , si crede
pia società , specialmente dopo che espediente di consegnarle ad essi
Pia Casa della Carità, posta in cameriere presso pie persone, ove
via di Borgo s. Agata numero g, minore sia o prendono
il pericolo,
presso monte Magnanapoli. In que- altra destinazione,oppure si riten-
sto locale fu già il Collegio Fiic- gono nella pia casa, se si credono
cioli {Vedi); quindi passò in pro- utili per la medesima. Finalmente
do- Vendo senza che vi sia in tal Vienna. Per conseguenza anche le
chi già spogliati de'loro beni, nel- modi di soddisfare le pensioni vita-
le pensioni e giubilazioni, ad anti- lizie, i debiti lasciati dalle provvi-
chi impiegati civili ,
giudiziari e sioni, amministrazioni ec, e si trat-
militari che avevano prestato ser- tò di ogni altro oggetto relativo al-
vizio ai governi anteriori, ed in altri le disposizioni degli articoli 97 e
pesi vitalizi e perpetui, come per io3 succitati. In seguito, ai 12 de-
assegni alle università ,
ginnasi , e cembre i8i6, si conchiuse altra con-
pubblici stabilimenti. venzione particolare sui soli pleni-
Da questo breve cenno è facile potenziari pontificii, il tenore della
immaginare come presto ingigantisse quale, per maggiore intelligenza del-
questo, monte, che, cessato il gover- le cose dei'i vanti dal citato monte,
no italiano nel i8i4, venne chia- si riporta qui appresso sostanzial-
mato in appresso Monte di Milano. mente, di coi nominati
concerto
11 territorio del già regno d'Italia, soggetti, i avendo ultimata
quali
come ognuno sa, fu ripartito tra la loro plenipotenza, tornarono in
gli antichi legittimi sovrani che ne Roma coi protocolli dei congressi
tornarono al possesso più o meno tenuti in Milano, e con una gran
estesamente, e qualche nuova so- parte dello stralcio di carte e pò-
46 CON CON
sìzioni, e registro; spettanti al go- ma mente verificato e liquidato as-
verno Pontiilcio. sume l'obbligo di pagarlo come
Non cessarono però gli aiTari e debito del suo stato.
le consultazioni del monte di Mi-
lano, ch'era stato già il centro di Articolo II.
debito pabhlico degli stati diversi cambio delle ratifiche del presen-
(su cui ricadono le parti di debi- te atto consegnate ai commissari
to a ciascuno stato spettante) han- pontificii, o alla persona ch'essi indi-
no sempre corrisposto e corrispon- cheranno, dal governo austriaco, i
dono tuttora. 11 commissario Pon- cui impiegati si presteranno anche
a Milano, oltre la corrispon-
tificio nel caso a dare tutte le dilucida-
denza per gli affari singolari, che zioni ulteriori su detti oggetti.
secondo le convenzioni, e successivi
regolamenti debbono risolversi dal-
Articolo IV.
la commissione centi-ale di Milano,
invia periodicamente gli atti, e le
deliberazioni delle oi'dinarie sessio- Per la piena esecuzione dei prece-
ni , che si fanno dai commissari denti articoli, saranno da sua Mae-
delle varie sovranità. stà imperiale reale austriaca, ad
istanza di sua Santità, liberate le
Articolo I. ipoteche che potessero esistere nel
territorio austriaco.
11 governo austriaco resta piena- Si ommettono gU altri articoli di
del governo Pontificio, questo tiene nel regno Lombardo Veneto. L'at-
per suo il detto debito, e legitti- tuale è insignito col grado di co-
,
CON CON 47
lonnello onorario della marina Pon- collezione delle leggi marittime, che
tifìcia. nate sono dai fatti.
giurisprudenza coinmerciale esami- ta col noto suo sapere dei piìx im-
nati, seconda edizione con molle portanti argomenti.
variazioni ed aggiunte, Macerata Dall'opera: // consolato del mare
1840, capo VI, Del console e del colla spiegazione, con note ai con-
Consolato, pag. 204, dice che la Barcellona , Venezia, Ge-
solali di
denominazione di console, data dai nova di Gesù Maria Casa regi
ec.
CON CON 49
tra Ha del consoli) to di Anoonaj e di dicaturam haberet. Bernardus de
({nello in Civitavecchia. Binis consul sub Leone X. Pau-
Finalmente riporteremo alcuni ar- Ilis III confirmat praed. ind. et
gomenti descritti dalle Schede Va- alia slatuta a mei'c. facta. Phi-
ticane nell'archivio della santa Se- lippus del Bene Consul. hoc an-
de, che più da vicino riguardano i no.
consoli, o in qualunque modo spet- Anno i5i49- ^ot. propr. de confir-
tano ai medesimi, tra' quali si vedrà mat. consulis prò mercatoribus
l'origine di alcuni consoli esteri ne- Urb. subditis Caroli V.
gli stati Pontificii. Per ultimo ri- Anno i55o. Martinus de Ajala fit
porteremo 1' elenco dei consolati consul inUrbe nautarum subdi-
attuali , e dei luoghi ove sono. torum imperatoris.
Anno i552. Consules Tabernarior.
Anno i5oo. Deputatur consul Anno i554. Il re delle Gallie rin-
nationis gaìlicanae apud Ripam et forza le truppe nel Senese , ed
Ripettam. esorta il console de' fiorentini in
Anno i5i4- Julius Castellanus con- Urbe ad aiutare l'impresa.
fìrmatur consul mercatorum Ja- Anno i574- de Cunigà Orato-
Jo.
nuen. et corsorum in Urbe.
, ris Reg. Hisp. literae quibus A-
5o CON CON
Elenco degli agenti e consoli esteri .solato. Grecia. Inghilterra, vice-
CON CON 5i
Nettuno. Francia, vice-console. Spa- CoNGBEGAZIOM CaRD1NAL!Z1E, C tutti
gna, vice-console. i singoli di Ognuna di esse. I pri-
Ostia. Sardegna, vice-console. mari consultori sono quelli della
Pesaro. Austria, vice-console. Da- Congregazione, del s. Offìzio {Vedi),
nimarca . Francia, vice-console. ove riportiamo molti esempi di
IngliilteiTa vice-console. Napoli. quelli promossi al Cardinalato, co-
Sardegna, vice-console. Svezia e me si dice, che nella loro morte
Norvegia, vice-console. la congregazione fa celebrare le ese-
sebbene avesse de' nemici che gì' im- se lacorona reale a Rogerio duca di
putarono essere stato condiscendente Calabria. Senonchè si ravvide a
co' protestanti : ma il cardinal Fre- tempo, e morì in seno alla Chiesa
goso pienamente lo giustificò, men- mentr' era Pontefice lo stesso Inno-
tre in consistoro il Conlarelli ne cenzo II.
convinse le stesso Paolo III. Dipoi nel CONTE Pietro, Cardinale. Pie-
1 542 ebbe la legazione di Bologna, tro Conte nacque nella provincia di
e fu spedito nuovamente a Cesare Campagna, fu monaco abbate di
per rimuoverlo dalla guerra contro Montecassino, e per la santità dei
la Francia ; ma la morte Io colse costumi, e per la eccellenza del sa-
a Bologna nel 1 543 , di 5essan- pere da Innocenzo III fu creato Car-
CON CON 53
dinaie. Accolse dipoi molto onore- cante tulio il lerrilorio con terre,
IVj che gli accordò un diploma, mando, e alla giurisdizione del con-
nel quale proibivasi a chicchessia te. Egli è certo che non già i conti
di scacciare i monaci dal possedi- presero tal nome da Comitatus, ma
mento delle loro castella. Morì nel bens\ Comitatus è venuto da Co-
12 io, ovvero nel 121 i, al suo mes. V. Conte Palatino , e Conte-
monistero, come abbate, dopo aver- stabile.
tori, che dalla voce Comes, signifi- pure intervenivano co' duchi mar- ,
cante governatore della città, si for- chesi , e vescovi all' elezione del r«
mò poscia Ccmitatus ,
parola indi- d' Italia.
, . ,
54 CON core
Carlo il Calvo, che fiori nel no- comoda cosa i sagri pastori l' otte-
no secolo si dice essere stato il
, nere dai re ed imperatori anche il
piimo che con un capitolare auto- temporal governo delle loro città
jizzasse la successione de'conti nelle in un tempo che i principi, per es-
famiglie , allorché passò in Italia sere eletti re d'Italia, od impera-
per seconda volta. Veramente la
la tori, avevano bisogno dell' amicizia,
successione durevole delle contee ajuto e fedeltà de' vescovi. Perciò
delle famiglie incominciò nei pri- fino da prima del mille ottennero
mordi del diritto feudale. F. Feu- alcuni vescovi anche le signorie tem-
di. Carlo Magno, i suoi successori ,
porali delle loro città coli' esserne
ed altri sovrani di que' tempi, die- creati conti , come si può vedere
dero in feudo a coloro, che li ave- nel tomo HI p. 5 3 1 del Murato-
vano assistiti nelle guerre, molte ri, Dissert. sopra le antichità Ita-
terre più o meno vaste, e talvolta liane dissertazione LXXI
, Della :
intere provincie, le une sotto il ti- potenza de' vescovi, abbati, ed altri
tolo di ducali (ciò che pur fecero ecclesiastici. Altro motivo della de-
i longobardi) e le altre sotto il ti- pressione de' conti nelle città , fu
tolo di contee. Dal medesimo Mu- l' poco a poco introdotti i
essersi
ratori si rileva, che quando i conti conti rurali, che dominando in qual-
non avevano in feudo le città, ma che terra o castello, ottenevano da-
solamente in governo dipendente- , gli augusti il titolo e la giurisdizio-
mente dell'arbitrio del principe, un ne di conti in quel luogo, senza
tal governo soleva nondimeno es- rimanere più soggetti all' autorità
sere stabile, e durava tutta la vita del conte che governava la città.
,
loro; né chi una volta era conte Allorché poi nelle carte antiche si
CON CON 55
risdizione. Finalnunte svanirono i defonto duca d' Orleans primoge-
conti delle citlà allorché queste ri- nito del re de' francesi Luigi Fi-
presero la libertà, e diventarono lippo, fu dato il titolo di conte di
repubbliche. Oltre ai conti, furono Parigi. Conchiudiamo col Murato-
aulicamente in uso i viceconti, di- ri, che il titolo di conte si trova
gnità molto stimata. cotanto moltiplicato, massime in Ita-
Neil' Araldica inglese il titolo di lia, che ognuno se lo procaccia per
conte è il più antico, essendo stato far intendere ch'egli è nobile: chi
in uso anche fra i Sassoni invasori poi nondimeno gode con ex feu- lo
dell' Inghilterra. In quei tempi il do nobile unito, ritiene gran parte
titolo di conte era mia dignità, che del pregio degli antichi conti.
aveva una giurisdizione luogosul Allorché si voglia nello stato pon-
di cui portava il nome. Poco tem- tificio ottenere il titolo di conte, e
po dopo la conquista de'norman- fondare vma contea per via della
ni si trova che Guglielmo il con- Camera apostolica, occorrono i se-
quistatore creò molti conti, con- guenti attestati, e cautele, i." La
cedendo loro il terzo delle tasse persona , che desidei-a fondare una
giudiziarie dei loro rispettivi distret- contea, e prendere il titolo di con-
ti; ma una tal rendita è da lungo te, deve esibire gli attestati, che
tempo cessata, ed in vece chi la go- provino essere la sua famiglia no-
deva riceve una piccola annua pen- bilmente distinta nella popolazione
sione dal cancelliere dello scacchie- a cui appartiene , i quali attestati
re. Nella medesima Inghilterra poi possono procurarsi dai magistrati
il titolo di Visconte (Fedi) , è di delle comunità, dal vescovo, ovvero
un'epoca dappoiché ab-
piìi recente, dal 2.° deve assegnarsi lui
clero.
biamo dalla storia che il primo fondo qualche entità e rispetta-
di
visconte fu Giovanni Beaumont bile, nel quale erigere la contea,
creato dal re Errico VI nel 1439. avvertendosi, che in detto fondo de-
Né deve tacersi, che talvolta i du- ve esservi almeno una cappella. Coi
chi, e marchesi, principi, sovrani nominati attestati si presenta sup-
di stati, vollero chiamare conti,
si plica al Sommo Pontefice, il quale
come gran contessa Matilde si
la la rimette al Cardinal camerlengo
grandemente benemerita della Chie- di santa Romana Chiesa, da cui si
56 CON CON
tarla de'brevi, per dimostrare la sua per premiare la virtù, ed un me-
propensione e ad un
benevolenza rito reale.
qualche individuo, premiarne i me- Sembra, che l'origine de' Conti
riti e le benemerenze da lui acqui- del Palazzo, o sia del Sagro Pa-
state colla religione, e colla santa lazzo derivi dai re di Francia, nella
Sede, lo fregia del titolo personale, corte de' quali sino dal secolo VI
e per discendenza di conte , senza fu in uso questa dignità; quindi
che egli presenti alcun fondo per dalla Fi-ancia passò in Italia allor-
essere eretto in contea. ché Carlo Magno occupò questo
CONTE PALATINO. Conte del regno ciò che avvenne nel declina-
;
Palazzo , ovvero Conte del Sagro re del secolo ottavo. Incmaro, arci-
Palazzo , e delV aula Lateranense. vescovo di Reims, cap. 2 1 de Ord.
Dignità, e titolo onorifico con cui et Offìc. Palat., così descrive l' in-
i Romani Pontefici e gl'imperatori carico del conte del palazzo: Comi-
di Germania graziarono certe pei-- tis Palata, Inter cetera innumerahi-
sone. Anticamente la potestà di que- lia, in hoc maxime sollicitudo erat,
sti conti si estendeva a conferire il ut omnes legales caussas, juste ac
grado di dottore, a creare notari rationahiliter determinaret, seu per-
legittimare bastardi, dar corone d'al- verse judicata, ad aequitatis trami-
loro ai poeti , nobilitare borghesi tem traduceret. Ampia per questo
concedere stemmi autorizzare ado- , era l' autorità del conte del palaz-
zioni ed emancipazioni, accordar let- zo, perchè non solamente giudicava
tere di benefici , di età etc. Osserva di tutte le cause dello stato , che
Lodovico Antonio Muratori, Z)/.9.9erf. per appellazione venivano al tribu-
J^II, Del Conte del sagro palaz- nale del sovrano, ma quelle ezian-
zo, che ai suoi tempi era in Ger- dio conosceva, che riguardavano i
CON CON 5j
potenti, per le quali avevano mag- altri atti ancora si scorge, che il
conte del sagro palazzo, ma inve- conti del sagro palazzo ordinaria-
ce in qualche tempo furono due i mente facevano la loro residenza
conti palatini, ed il TVlabillon ne ha in Pavia, dov'era il palazzo dei re
portalo gli esempj, de re Diploni. d'Italia. Forse anche reggevano quel-
lib. 2. cap. II. n. i4- Il bisogno la provincia con l' autorità onde ,
gli si trovasse, e con facoltà ordi- che già vi furono in tempo de'prin-
naria potea giudicare di tutte le cipi longobardi. Uflllzio dei conti del
cause. Che
grande fu l'autorità
se palazzo di Benevento in tempo dei
de' messi regali, maggiore fu quel- principi e rettori menzionati , era
la dei conti palatini. L'autorità dei il giudicare le cause , che dai mi-
messi era solo delegata e tempo- nori giudici della città e dello sta-
ranea, e da essi potevasi appellare to si portavano in grado di appel-
ai conti palatini. lazione, o al principe, o al rettore
Il dotto IMuratori, loc. cit. pag. Avverte il medesimo Bor-
pontificio.
59. e seg., riporta una serie di con- gia, che in Benevento negli accen-
ti palatini dell' Italia. Si deve no- nati tempi vi erano vari giudici
tare, che nell'anno 878,6 nel se- i quali, oltre l'adempiere alle parli
guente da due placiti viene com-
, di decurione , o sia senatore , che
memorato Heribaldus Comes sacri oggidì diciamo consigliere , compi-
Palata. Questo medesimo personag- vano quelle eziandio di pretoie per
gio nell'anno avanti è intitolato la cognizione della giudicatura del-
f icecomes Palntìì dal che e da ; , le liti, come da più luoghi del ci-
,,
58 CON . CON
tato Falcone è manifesto. que- Da pala/.zo, sorsero in sua vece i conti
sii, e da altri nainori giudici si ap- palatini delle particolari provincie.
pellava al conte di palazzo, non Nel regno- di Napoli, sotto i principi
credendo il Borgia che sotto i ret- Normanni, furono molto in credito
tori pontifìcii fosse in Benevento i conti di Lauretello, i quali si
latino. Egli pertanto dice, ch'era Non è poi vero, che il titolo di
vicario in Italia degl' imperatori, e conte palatino fosse inventato la
che, dimorando nel palazzo di Pa- prima volta -da Federico I Barba-
via, stendeva la sua giurisdizione rossa nel secolo XII, per distingue-
sopra tulte quelle parti d' Italia re i Su di che va
coati del Reno.
che dipendevano dall'imperio. letto Breve istoria del
il Borgia,
Cessata la dignità di conte del dominio temporale della santa Se-
CON CON 59
de, p. 32?. Degli antichi conti del (Vedi). Dichiararono eziandio i Pa-
palazzo, ne resta appena un'ombra pi conti palatini i presidenti del-
)ie' conti palatini de' nostri dì, i l'Accademia di s. Luca (Vedi),
'quali prima concedevano, come su- pe' quali Pio VII istituì l'Oidine,
periormente si è accennato, la lau- che descrivcsi al voi. XI, p. iGeseg.
rea dottorale, creavano notarii ec. del Dizionario, come dichiararono
Fino agli ultimi tempi i sommi e dichiarano, per mezzo di un breve
Pontefici solevano creare conti pa- apostolico, conti Palatini que' perso-
latini, cioè conti del sagro palazzo, naggi, che per benevolenza, o in pre-
e dclVaxda lateranense i conclnvisli mio dei loro pregi, e virtìi, voglio-
de' Cardinali (Fedi), ne' conclavi, no decorare di questo onorifico ti-
in cui erano stati sublimati al pon- tolo.Quando il capo della nobilis-
ed altrettanto facevano coi
tificato, sima famiglia Sforza Cesarini no-
Dapiferi (Vedi), che sono quelle minava, per privilegio pontificio, al-
nobili , o civili persone , le quali cun individuo in cavaliere della mi-
presiedono in tempo di conclave lizia aurata, e dello sperone d'oro,
al trasporto delle vivande ai Car- lo dichiarava altresì et sacri pala-
dinali dai rispettivi palazzi. Egual- tii, aidaeqiie lateranensis coniid pa-
mente, fino agli ultimi tempi, i Pa- latino , colle analoghe prerogative
pi solevano creare cavalieri dello e distinzioni.
sperone d'oro (Vedi), e conti pa- Sino al pontificato di Pio VII,
latini i paggi nobili che gli ave- per indulto della santa Sede, i Car-
vano assistiti nella solenne cavalca- dinali legati, i vescovi assistenti al
ta, colla quale presero possesso nel- soglio Pontificio, ec, godevano la
la basilica lateranense. Così face- nomina di alcuni cavalierati dello
vano cavalieri dello sperone d'oro, sperone d'oro, non che di conti pa-
e conti del sagro palazzo, ed aula latini. Il Parisi, nelle Istruzioni ec,
negli altri suoi dominii. Nella vita di vescovo ch'era cancelliere del regno
Alessandro II, creato nel 106 i, scrit- d'Italia, lo avvertì che Enrico IV
ta dal Platina, si rileva che quan- l'incontrava con poderoso esercito
do Enrico IV fece eleggere contro e con iniqui disegni. Allora il Pa-
quel Pontefice l'antipapa Onorio II, pa retrocedette, e ritirossi nelT ines-
e quando questi si recò in Ro- pugnabile castello di Canossa nel
ma , venne Alessandro II difeso Reggiano , ricevutovi dalla gran
da Gottifredo. Abitavano entrambi contessa, che n'era la patrona, col-
il palazzo lateranense, mentre l'an- la maggior venerazione, e coi più
tipapa, nel suo ritorno in Roma con alti riguardi. Ivi si recarono mol-
un esercito, occupò il valicano e ti vescovi e laici (edeschi , dal
,
6a CON COiN
Papa stati scomunicati come se- che ne fu compilato a' 28 gennaio
guaci di Enrico IV, e che elu- 1077, ^ '^ confermò co'più terri-
dendo le guardie del re erano pe- bili giuramenti, P^. il Platina nel-
netrati nella Loaibaidia, e in Canos- la vita di san Gregorio VII, pag.
sa si scalzarono i piedi, si vestirono 1^1, e seg.,che i-iprodusse le for-
di lana sopra la carne, e in questo mole di scomunica usate contro En-
stato andarono a chiedere l'assolu- rico IV. Ricevette quel re il cor-
zione al Pontefice. Egli rispose, clie po di Cristo dalle mani del Papa,
nulla più desiderava ardentemente, pranzò con lui, e fu trattato con
quanto la riconciliazione de'peccatori; mollo onore.
ma una si lunga ostinazione
che I lombardi , seguaci del re me-
esigeva una penitenza e prove con- desimo, all'udire la sua ritrattazione
venienti, e dopo l'una, e le altre li siccome ostinati nemici di s. Grego-
assolvette, come si ha dal Bcrcastel rio VII, e calunniatori di sua vir-
Storia del Cristianesimo toni. XII, tù, si ribellarono; i signori lom-
giare che un poco di pane, che gli ti i suoi slati , riserbandone l'u-
si dava verso sera. Finalmente, alle sufi'utto pel rimanente de' suoi
replicale istanze della contessa Ma- giorni. In tal modo la santa Sede
tilde e di altri, fu Eurico IV nel aggiunse a'suoi dominii la Toscana
suo Matilde riportò non pochi vantag- della principessa : assediò Mantova
gi sull'armata imperiale, che sorpresa nel 1090, a se ne impadronì a' ics
in luglio 1084, a Sorbara nel Mo- aprile logi; indi prese tutte le
sno vantaggio la donazione fat- , Sede, era stata concessa al suo bisa-
ta de' suoi stati alla santa Sede. volo, come di sopra si disse. Ag-
Anzi, essendosene perduto il formale giunge il Platina, che alcuni scri-
atto , essa nel Pontificato di Pa- vono ( tra' quali é Vincenzo ) , che
squale li lo rinnovò nella sua for- questa eccelsa donna morisse in Fi-
tezza di Canossa a* 1 7 novembre renze in queir incendio, che bruciò
1 102. la maggior parte della città colla
La deposizione e la morte avve- morte di circa due mila uomini, e
nuta nel 1106 di Enrico IV, sem- che il di lei corpo fu trasportato in
brarono liberare Matilde da ogni Lombardia, e sepolto nel monistero
timore dalla parte della Germania, di Benedetto lungi dodici miglia
s.
li, racconta che sotto di lui morì tello Luigi, mentre il bassorilievo
la contessa Matilde assai vecchia, e rappresentante l'assoluzione ricevu-
lasciò per testamento alla chiesa di ta dal re Enrico IV da s. Gregorio
lloma, quanto è dal fiume Pescia, VII, venne eseguito da Stefano Spe-
e s. Quirico su quel di Siena, fino ranza. Quindi Urbano Vili, per
a Caperano dall'Appennino al ma- onorare la memoria di Matilde, da
,,
CON CON 65
Mantova, fece nel Vaticano traspor- Cosimo della Rena, dal Cardinal
tarne le ceneri. Volendo poi Urba- Bona, da Luca Olstenio, Antonio
no Vili restaurare il magnifico ap- Pagi, Carlo du Gange, Lodovico
partamento di Giulio 111, presso le Antonio Muratoli, Goffredo Gugliel-
camere dipinte da Raffaello , nella mo Leibnitz, dal p. Andrea Rota,
sala che lo precede , dal viterbe- e da quanti hanno avuta occasione
se Gio. Francesco Romanelli, fece di favellare delle cose di questa in-
rappresentare a fresco i fatti della signe principessa. Della stessa opera
gran contessa, per cui la sala e il ci diede una seconda edizione ar-
detto appartamento presero il nome ricchita di preziose giunte il p. Man-
di appartamento della contessa Ma- si, come si vede dal titolo : Memo-
tilde. Descritto esso viene dal Taja, rie della gran contessa Matilde re-
Palazzo Vaticano, pag. 198, e dal- stituita alla patria Lucchese da
lo (Jhattard Descrizione del Prati- Francesco Maria Fioi'enlinij secon-
cano, pag. 186. Il maggioi'e de' di- da edizione illustrata con note cri-
pinti figura r assoluzione di Enrico licìiCj e con le aggiunte di molti
IV, il quale si vede presentare da Ma- documenti ( alcuni de' quali si deb-
tilde al Papa in atto supplichevole, bono correggere ed accrescere con
alla presenza de' Cardinali, ed altri quelli, che trovansi negli Ance,
personaggi, massime di Ugo, od U- meda aevi del p. Zaccaria a carte
gone abbate cluniacense, che sem- 3o3, 309 e 3 io) appartenenti a
bra farsi mallevadore del penti- Matilde, ed alla di lei casa, da
mento del principe. Siccome que- Giandomenico Mansi della congre-
sto dipinto avea solferlo, così per gazione della Madre di Dio, Luc-
conservarne la memoria , Papa
il ca 1756. Carlo Antonio Erra,
Il p.
regnante vi ha fatto sostituire una della medesima congregazione, pub-
diligentissima copia a olio eseguita blicò ancora colla sua nota erudi-
con perizia e valore dal eh. cav, zione , le Memorie storico-crìtiche
€6 CON CON
a ricordarsi i, due eruditi Cardi- do alcuni, erano quelli che noi
nali Giuseppe Garampi noli' Jllu- chiamiamo grandi scudieri. In pro-
s trazione di un antico sigillo della gresso di tempo il loro potere ven-
Garfagnana, Roma 1759, e Stefa- ne tanto esteso, che essi comanda-
no Borgia nel pregevole rame che vano ai generali, ed anche ai prin-
pubblicò della genealogia di sì im- cipi del sangue. Questi dignitari
mortale contessa. Queste opere men- facevano regolamenti che riguarda-
i
tato della vera origine, fatti, e co- di loro un prevosto che giudicava
stumi, lodi di Matilde la gran con- i delitti commessi dai militari.
non solo nella capitale che allora Non deve tacersi, che anche ap-
68 CON
presso i monaci si legge essere stato ^('.v Eiàpc.rciirSj t. V. ar. 18. an.
questo uHiciO d| Contestabile , che 368. p. 4^- pai'la a lungo de' pre-
Bernardo monaco, e. i3 con.suelu- gi degli Anicj, ceppo della casa
din. cluniàcens. ms.i. per lai modo Conti.
descrive nel citato Glossario del Du Giampietro Crescertzi nella sua
Gange. K. ConestaBulus: « Est fra- Corona dclld nobiltà d' Italia par.
» ter cui est commissa obedienlia, I. Narraz. i. cap. 3. p. 46-, dell'e-
» ut de equis curam habeat, et mu- dizione di Bologna 1 639 , seguito
» lis, quem nos Vulgariter Cone- poi dal Gesuita Gàmberti nello
M slabùlum Vocaraus; ipse habet Specchio della verità, par. i. p.
70,
» agasoneni suum, qui capit curam dice altresì ch'essa proviene dalla
" de equis etc. habet autem in cu- casa Anicia Pierleoni Frangipani,
» stodia sua tolara avenam, et hor- la quale propagata nella Germania
>' déiim monasteri! etc, sellas, cal- si chiamò Austriaca. Per confermare
« caria, frena, ferra, etc. ". questa opinione egli l'iporta a p.
CONTI Fa.migIia. La nobilissima 720 un testimonio, prodotto dal
ed illustre famiglia Conti, una delle Ciàcconio nella vita di Gregorio
quattro che Sisto V dichiarò le più VI, di Alberto di Argentina, anti-
cospicue e più , antiche deli' I- co scrittore dell' istoria Germanica,
lalia, ebbe gloriosa origine , e sic- ilquale pretende che dalla famiglia
come da essa derivarono le fìuni- Conti proceda l' imperiai casa d'Au-
giie de' Conti di Segni, di Anagni, stria: così ancora Giovanni Seilrido
e del Tuscolo, oggi Prnscali (Pedi), da Breslavia monaco cisterciense ,
,
CON CON 69
Tornando poi all' origine della alili scrissero Conte di Segni. Appog-
fiunit^lia Conti, da mi i citali au- giò egli le sue asserzioni olle carte
tori fanno procwiere la famiglia de- autentiche degli archivi di Roma,
gli arcidnclii di Austria, Marco principalmente del Vaticano, ed a
Dionigi nella sua Genealogia di Ca- quelle ch'erano prima in Castel s.
no, che visse nell'anno di Cristo dire del Ratti, che i Conti discen-
800. Tolonieo , figlio di esso fu dessero dai governatori di città, che
principe del Tuscolo, e Teodoro fi- è il vero e genuino significato del
glio di Tolomeo, propagò- la stes- loro cognome ( F. Conte ), giacché
sa fìuniglia divisa in due rami, il dominio loro sulla città di Segni
cioè de'Conti di Tuscolo, e de' Conti solo principiò nel i353; e che o
di Segni. JNicola Ratti , della fanti- dijll'averne essi governala (jualcuna
glia Sforza, Roma 1795, nel to- compresa nella campagna di Roma,
mo li, p. 217, volendo dare un o dall'aver fatto ivi posteriori ac-
saggio delle famiglie Conti di Se- quistij sia derivata la loro ordina-
gni, Cesarini, Savelli, Peretti, Ca- ria residenza ora in Anagni,
ora
brerà, e Bovadilla , nelle note alle in Segni, ora in alciui altro di quei
due ultime Sforzesche Fulvia Con- luoghi, donde poi vari de' loro sog-
ti,e Livia Cesarini, per mezzo del- gettifurono detti Anagni ni, Segni-
le quali le medesime s'innestarono ni, Campani. Al tempo d'Inno-
colla Sforza, coli' autorità di gravi cenzo III l'anzidetta famiglia, che
scrittoli, dice che la famiglia Conti rapporto alla linea di Segni, e Val-
è una delie primaiie patrizie roma- montone, si estinse nella Sforza, e
ne, e delle più aniiclie, discenden- rapporto all'altra dei signori, e du-
te dalla Ottavia poi Anicia, detta cili di Poli (che all'epoca in cui
ancora di s. Eustachio, dalla quale scriveva il Ratti sussisteva nella
similmente ripetono la Pierleona persona del duca Michelangelo)
d.
e la Fiagipani, e (juella dei tanto cominciò a stabilmente fissarsi in
celebri Conti Tusculani maniera : di Roma , acquistando nuovi feudi
che tutte queste famiglie sono in e signorie salì all'auge di sua gran-
origine la medesima, ossia tante di- dezza, conservata senza interruzione
ramazioni dell' Anicia. Avverte pe- per lo spazio di sei secoli. I due
rò il dotto Ratti, come quello che nominati rami di Segni e Valmon-
compilò l'erudita opera, coi docu- tone, e de' signori e duchi di Poli
menti esistenti nella fìuniglia Sfor- sono appunto i principali, che di-
za Cesarini, di cui era primario mi- rettamente discendono dalla casa
nistro, che il più discreto degi isto- d'Innocenzo I|I. Va però notato,
rici nel ricercare la famiglia Conti che ninna delle dette terre e delle
sia slato il Gontelori, i| quale seb- città erano possedute dalla nostra
bene sembri congetturaie anch' es- famiglia Conti primachè Innocenzo
so siffatta origine, pure in sostanza III nel 1198 ascendesse alla vene-
non la ripete che da Trasi mondo randa cattedra di s. Pietro. Va
padre del grande Innocenzo III, che pure con etto il ('iacconio, cui tea-
70 CON CON
nero dietro altri biografi de'Cardi- giunti dentro i limiti de! giusto e
nali, non solo riguardo ad Inno- dell' onesto. Nel medesimo anno
cenzo III, ma anche alla maggior della sua esaltazione Car- creò
parle de' Cardinali della famiglia dinaie il suo cugino Ugolino Con-
Conti, che tutti chiamano de' conti ti , che nel iiij venne esalta-
di Segni giungendo perfino ad
,
to al pontificio trono col nome
appropriarne certuni, solo perchè di Gregorio IX ( Vedi ) , il cui
diconsi di qualche feudo , che pò- nome risuona in benedizione nella
scia fu de' signori Conti, come un Chiesa. Innocenzo III creò quindi
Ottaviano de Polo, o de Poli, fat- nell'anno 1200 Cardinale l'altro
lo Cardinale nel i 182 da Lucio cugino Giovanni Conti, dichiaran-
III, e che era di un'altra nobile dolo cancelliere di s. Chiesa, e nel
famiglia romana, allora signora di i2o5 esaltò pure al cardinalato un
quel castello, non che altri sem- terzo cugino, Ottaviano Conti. Il
CON CON ji
na da Siena, chiamata Torre delle discendenti. Riccardo in Ferentino
milizie da qualche presidio milita- prestò il giuramento di fedeltà al
"re, che ivi si sarà tenuto in tem- Papa, e suoi successori per lo stato
po delle fazioni, e non già perchè di Sora ; locchè fu confermato con
e la torre ed il sito fossero una diploma nel 1 2 1 5 dal re Federico
stazione delle antiche milizie roma- II. Il possesso della contea e stato
ne sotto gl'imperatori, come alcuni di Sora nella persona del conte
antiquari hanno creduto. Riccardo, e della casa Conti, durò
La nostra famiglia Conti, che al pochi anni, e terminò nel successi-
tempo d'Innocenzo III ebbe la sua vo pontificato di Onorio III, quan-
prima abitazione in Roma alia Su- do l'ingrato Federico II, dimenti-
burra nel sito ancora detto Tor cando che ad Innocenzo III dove-
de' Conti, ne' successivi anni ( forse va fanciullo il regno, e adulto l'im-
quando cominciò a popo-
la città pero, ne spogliò con aperta ingiu-
larsi più verso il campo Marzo, e stizia il di lui fratello Riccardo,
ne' luoghi ad esso vicini'), passò al come si ha dal Trizi: Memorie islori-
palaazo annesso all'altra torre detta cìie della cillà di Sora, par. II, p. 87.
delle milizie, il che da un
rilevasi Qualche anno innanzi al i%i5
istromento citato dal medesimo Con- Innocenzo III avea messo Riccardo
telori.Questa seconda torre, eretta in possesso di altri castelli nella
da Gregorio IX, appartenne ai con- campagna di R.oma, pei quali nel
ti di Segni, che continuamente la 1208 Riccardo avea prestato.il
abitarono acquistando nel i48i le giuramento: » Innocentio III in-
case contigue dai Colonnesi. - frascripta castra scilicet Polum,
Che Innocenzo III poi avesse a - Fustinianum, Anticulum Roc- ,
(
Papa del regno
già investito dal >» teris dat. Romae 7 idus octobris
di Napoli) Corrado conte di Sora, >» anno VII. Pro bis castris Ric-
e castellano della Rocca, fu tra gli » cardus praestitit juramentum fi-
altri spedito contro di lui Riccardo *' delitatis eidem Innocentio die 6
Conti, die avendo ricuperata quel- « octobris 1208 ind. XI". É a
la città e fortezza dalle mani del sapersi, che Oddone signore di Po-
ribelle, ne ebbe da Innocenzo III li, e degli altri mentovati castelli,
il dominio, e l'investitura, adendo era debitore alla camera apostoli-
prima ottenuto il titolo di conte ca di molte somme di denaro.
dal re Federico II per sé, e suoi Non avendo altra successione, che
rjl CON CON
una figlia per nome Costanza, con- il padre Casimiro da Roma nelle
venne egli di darla in moglie ad uno erudite Aleinone storiche dt-llc i.
de' figli di Riccardo, colla condi- chiese e conventi de'frali minori nel-
zione, che questi si obbligasse a la provincia Romana, r^po XXV,
pagare i suoi debiti. Dopo accetta- p. 4'' e s^g- Riccardo lasciò tre
to il partito, Oddone si pentì del figli. Paolo, e Giovanni, l'uno pro-
trattato, per cui non solo da esso console, l'altro senatore di Roma,
si ritirò, ma giunse alla perfidia e Stefano Cardinale. Il Ciacconio, e
di sollevare il popolo di Roma gli altri scrittori delle vite de'Car-
contro il Papa, e per mettere al dinali, neir attribuirne, come di-
sicuro la sua terra di Poli, l'assog- cemmo di sopra, vari alla casa Con-
gettò al dominio del Senato Ro- ti, che le appartengono solo per pa-
mano {P'edi). Il Pontefice, giusta- rentela , non fanno menzione del
mente irritato, consegnò a Riccardo Cardinale Stefano nipote d'Innocenzo
le anzidette terre come in deposi- III. Di esso tratta bensì il Ratti
to, commettendogliene la custodia alla pag. iBti. I due primi figli di
e la difesa finché la camera apo- Riccardo divisero beni paterni, col i
servì di distintivo alla linea primo- alla casa Conti diede per arme l'a-
genita finita poi nella Sforza. I conti quila scncchiata,c il popolo Romano
signori di Yalmontone, profusero il campo rosso. Dipoi l'imperatore
le loro beneficenze sopra questo Ferdinando il concesse due sten-
loro principale feudo, massime in dardi, ed alcuni pezzi d'artiglieria
opere di pietà, sicccome descrive a Torquato Conti per onorare le
,,
CON CON 73
sue armi gentilizie, in premio dei j» et castrorum Cuerceni et Collis
servizi militari prestatigli contro i » Pardi Alatrinae dioecesis, et fru-
Danesi, e gli Svedesi. Questo Tor- « ctus ex supradictis castris et ex;
quato fu anche generale pontificio " civitate Signina, Lariano, Pallia-i
di Urbano Vili per sostenere la " no, et Serrone Velletren. et Prae--
Valtellina; ed il suo figlio Innocen- « nestinac dioeces. perceperunt ....
zo venne fatto tribuno dell'imperio « Dat. Romae V idus novembris
per la prode difesa della città di »»anno primo. Urbanus VI Adinul-
Praga assediata dagli Svedesi, e po- « phum de Valle Montonis comi-
scia fu generale de'veneziani contix> * tem civitatis Signinae, Palliani
il Turco. M et Serronis constituit capitanum
Sino alla metà del secolo XIV " in civitate Signinae, Palliano, et
la linea primogenita si chiamò dei »> Serrone etc. adbeneplacitum. Da-
Conti signori di Valmontone ; » tam Romae quarto kal. junii
quindi dominio, e la pubbli-
il » anno tertio ".
ca amministrazione della città di Qualche rovescio ebbero i Con-
Segni cominciò nella casa Conti ti rispetto alle sopraddette signo-
nell'anno 353, ceduta con solen-
1 rie, nei tempi del lagrimevole sci-
che già la casa Conti possedeva nel possesso di tutte le mentovate ter-
territorio di Segni acquisti proba- YG, città e castelli da Adinolfo, ed
bilmente fatti mentre alcuni suoi Ildebrandino Conti , alla cui cu-
individui n'erano podestà. La lon- stodia, e difesa fu dal Papa costi-
tananza de' Papi che risiedevano tuitor istesso Nicolò. Ma Bonifacio
in Avignone, e la potenza di cui IX, che nel 1389 gli successe, subi'p
in Roma godeva questa famiglia to reintegrò ambedue i fratelli Conti
Conti, potè rendere valida per al- in tutti i loro primieri diritti, e
lora una tal cessione confermata con giurisdizioni riguardo a Palliano, e
nuovo stromento de'i4 aprile i362 Serrone , de' quali luoghi li creò
a Pietro uno de'figìi di Giovanni. vicari ad 29 annoruin sub annuo
Restituita nel iSyy da Gregorio censii decenilihrarum cerne in fc'
XI la residenza pontificia in Roma, sto Assumplionis B. M. Virginis.
ì Conti dovettero procurare di ac- Più generoso si mostrò Giovanni
comodare le cose loro coi Papi rap- XXI li, che confermando le investi-
porto il dominio di Segni, e pare ture di Bonifacio IX, le estese si-
che vi riuscissero più di quanto po- no alla terza generazione a favore
tevano desiderare, giacché ottennero d'ildebrandino, e suoi figli, tanto ri-
da Urbano VI nel 1378 non solo spetto alla città di Segni , che di
il governo di detta città, ma an- Palliano, e Serrone sub annuo censii
che quello di varie altre, e di mol- unius asturis , et i5. librarum ce-
ti castelli colle loro rendite; '> 11- rae in festa omnium Sanclorum. Ve-
»j debrandinus Adinulphus de
, et ramente Giovanni XXIII non ispe-
" comite fratres Urbani VI susce- dì che le bolle di tali vicariati
» perunt regimen civitatis Alatri, giacché la concessione era di Ales-
, ,
74 co.\ CON
Sandro V. Adinolfo, e IldebranJino M fensionc suscipil pracfatum U-
Conti furono due rispettabili sog- » debrandinum, et hbcros eorum-
getti della linea di Valmontone e >* quc tcn-as , et subditos, vidclicet
Segni , e valorosi guerriericome H civitatem Signiae, Castrum Val-
i'a padre loro Giovanni, cui nel
il - lismontonis, Sacci cum Molendino,
1 356 il popolo romano , con am- » Pluminariae, Gabrinianicum Mo-
pio diploma, nominò capitano ge- M lendino, Montis Lanici , Pruni
nerale contro i ribelli. Questo Gio- « Montis Longi Signi nae dioeces.,
vanni accolse in Valmontone prima « Castrum Patriciae cum turrc, et
Gregorio XI, e poi Urbano VI. » cacumine, Praxedii, Postertii Fe-
Più tardi i Conti ricevettero in » rentin. dioeces., Castrum Rocchae
Valmontone Carlo Vili re di Fran- » Siccae Terracin. dioeces., Castrum
cia, e gli ambasciatori di Massimi- » Julianì, et Tiberii Velletren. dioe-
liano I re de' Romani, e di Ferdi- M ces. Castrum Lugnani, Zanchili,
nando V re di Spagna. Si deve poi » Pi'aenestin. dioeces., Castrum Car-
riflettere che Adinolfo, e Ildebrau- « pineti , Gurgae , Villae Magnae,
dino non andarono sempre d' ac- »5 Castellum Mattihae Anagninac
cordo , forse perchè il primo inte- " dioeces. Dal. Romae, XIII, Rai.
ramente addetto al partito dei Pa- M martii 1428." Veramente in par-
pi, e l'altro alla fazione opposta, te già era stata effettuata la ricon-
ed a quella del re di Napoli che ciliazione di Alto Conti colla Chie-
gli die il feudo di S. Angelo nella sa,mediante un onorevolissimo di-
Terra di Lavoro. Anche Adinolfo ploma, che gli spedi nel i4i7 il
fu addetto alla corte di Napoli ed concilio Costanza, come a ret-
di
il Carlo HI Dui'azzo, da cui ebbe tore delle Provincie diMarittima,
gelosi incarichi e pensioni. Urbano e Campagna. E pure da notarsi, che
VI lo avea fatto capitano della il governo di queste provincie fu
provincia di Campagna. quasi ereditario per alcune genera-
Adinolfo mancò senza successione zioni prima
nella famiglia Conti, e
maschile. Non cosi Ildebrandino di Alto lo avevano esercitato lo zio
che tra gli altri suoi figli ebbe il Adinolfo, ed il Cardinale Stefano per
Cardinal Lucido, creato da Giovan- delegazione d' Innocenzo III suo zio.
ni XXllI, ed Alto capo della fa- Martino V, nella concessione non
miglia rinomatissimo capitano, che comprese Palliano, e Serrone per-
di nuove signorie ed onorificenze chè queste comunità avevano fatto
accrebbe la sua casa. Ildebrandino, istanza di passare sotto il dominio
siccome aveva soccoi'so i ribelli della de' Colonnesi suoi parenti, per cui
Chiesa, dovette soffrire alquanto nei egli ne infeudò i nipoti Antonio, e
suoi dominii. Il Cardinal Lucido, pres- Odardo in vicariato perpetuo. In
so Martino V, alla cui elezione con- vece compensò la famiglia Conti
corse, ottenne però al rifeiire del con ampliare alla terza generazione
Contelori: » remittit omnes offen- l'investitura di Segni, e suo distret-
w sas plenarie ad omnia et singu- to, che prima le avea accordato
» la, terras, castra, privilegia, et per soli tre anni. Ne' medesimi ter-
" bona restituii, et reintegrai, et mini investì Ildebrandino de' castelli
» insuper sub sua, et Romanae Ec- di Canino , Gradoli delle Grotte ,
,
CON CON y5
di Montefiascone , e Castro. Di più gna persona del duca Lorenzo d.
l' onorifica carica di Maestro del rogazione della famiglia Sfoi-za nel-
Sagro Ospìzio {^Vedi), che rimase la Conti di Segni invita il Ratti a
in questa linea sino al principio doversi particolarmente osservare,
del secolo XVIf, cioè sino a Fe- che la medesima non si elìettuò per
derico, figlio di Stefano, e cugino mancanza totale di quest' ultima ,
di Gio: Battista ultimo signore di mentre non solo eravi la linea dei
Segni di casa Conti, estinta la qua- duchi di Poli, che si sarebbe po-
le, passò alla linea dei duchi di Po- tuta sostituire a quella di Segni;
h nella persona di Appio Conti, e ma in questa eziandio vi era suc-
di Carlo padre cT Innocenzo XIII cessione, continuata da vari cugini
tista, nato da Mariano Bru- figlio di e nuove sciagure piovo sotto Paolo
no. Il Pontefice Paolo HI perpetuò IV, quando Gio: Battista ne aprì le
il vicariato di Segni ne' discendenti porte al duca d'Alba. Presa fu
di Fulvia e di Mario Sforza di lei allora Valmontone prima dalle trup-
marito; in vigore del qual privile- pe del Papa, poi dalle Spagnuole,
gio, confermato poscia da Giulio HI, e da quelle di Marc' Antonio Co-
è rimasta in feudo perpetuo nella lonna, fu posta a sacco, ed incen-
casa Sforza una sì ragguardevole diata nel 1634. Mario II Sforza
signoria ,
goduta dalla medesima vendè Valmontone e Pimpinaro a
aucoi-a col titolo di ducato per nuo- d. Taddeo Barberini , donde nel
.
76 COxN CON
altri Carpinelo altri di Rocca
dì , gni, e perciò pai-ente d' Innocenzo
Massima ce. Tal divisione fu il mo- III, in morte d' Innocenzo IV, nel
tivo per cui la casa Conti perdette 1254 fu crealo Papa colnome di
molte sue signorie all'estinzione delle Alessandro IF (Fedi). Fu egli di
lince particolari, i"i tornando i feudi mirabile umiltà, mansuetudine, e
alla Camera apostolica, o passando santità di vita.
tuzione della casa Sfojza alla Conti ti, uno de' primi luminari dell' in-
sembrò eseguita appositamente per clito Ordine francescano; Ordine
dare alla prima una nuova dirama- che tanto pur deve alla casa Conti
zione, che in mancanza ancora, sic- per r approvazione e protezione ,
come ne' primi del corrente secolo avutane da Innocenzo III, e da Gre-
avvenne della linea superstite dei gorio IX. Aggiungeremo, che alla
duchi di Poli, Guadagnolo ec, po- linea di Valmontone e Segni va ri-
tesse ereditarne in parte i distintivi, cordata la figlia di Filippo re dei
e Je possidenze, e propagarne le glo- romani, maritata a Paolo primoge-
l'ie ne' secoli futuri. Perciò ne'figli, nito di Riccardo fratello d'Innocen-
e nipoti di Fulvia trovasi qualche zo III ; e Luciana , figlia di detto
volta in uno il solo cognome Con- Paolo, data in moglie a Boemondo
ti quasi dimenticato il proprio ca- V, principe d'Antiochia, e conte
sato Sforza. di Tripoli, il quale le donò la me-
Prima di passare a parlare della tà della contea di Tripoli nel caso
linea di Poli, per non interrompe- che avesse successione dal suo ma-
re la narrazione dell'iuiinediata di- trimonio, e trentamila bizantini di
scendenza d' Innocenzo HI, diremo Tripoli in caso contrario. Luciano
alcuna cosadi Gregorio IX, di Ales- ebbe successione superstite, dalla
sandro IV, e de'loro congiunti del- quale fu continuata la serie de'priu-
la stessa linea di Valmoutone e cipi di Antiochia nella persona di
Segni. Boemondo V I , che si sposò con
Ugolino da Anagni, de' conti di Sibilla figlia del redi Armenia. Ed
Segni, come lo chiamano gì' istori- in ultimo rammenteremo la consan-
ci, nipote cugino d' Innocenzo III guinità, che Conti ebbero fino dal
i
CON CON 77
Passando ora alla linea dei conti Fausliniano , ritenendo Poli che ,
78 CON CON
d'una delle cime del monte Vol- Eblje monistero annesso , di cui si
quale parla della visione che quivi per uomini valorosi, e grandi per-
ebbe s. Eustachio nobilissimo ca- sonaggi, non che per molti Cardi-
valiere romano, dalla cui famiglia nali, le cui biografie vengono ri-
8o CON CON
novembre 17^1 nominò principe Innocenzo XI 11, siccome d'animo
assistente soglio l' altro minore
al grande, di carattere grave, e pieno
fratello d. Giuseppe Lottarlo Conti, di maestà, intraprese, a' 26 aprile
che avea sposata d. Lucrezia Co- 17^3, tal piccolo viaggio in sedia
lonna, vedova di Stefano Colonna, a mano, con sontuoso corteggio, e
e figlia di Marc' Antonio Colonna corrispondente formalità , seguito
contestabile del regno di Napoli. D. dal suo nipote monsignor Stefano
Marc' Antonio Conti capitano dei , Conti, primo cameriei'e segreto par-
cavalleggieri duca di Guadagnolo, tecipante, e protonotario apostolico,
e figlio di detti coniugi, venne dallo e (lui pronipote monsignor Ruspoli
zio Pontefice, a' 16 febbraio 1722, segretario de' memoriali. Fu in-
nella cappella segreta del palazzo contrato dal principe Strozzi ai
Quirinale, congiunto in matrimonio confini della tenuta di Lunghezza,
con d. Maria Faustina, figlia di d. tlove si fermò a desinare. Prose-
Giuseppe Mattei Orsini, duca di Pa- guendo il viaggio, giunse Innocenzo
ga ni ca Xin a Villa Catena, ricevuto dal
Essendo Innocenzo XIII estre- j)roprio fratello d. Giuseppe Lotta-
mamente pingue e di mal ferma rio alla testa d' una compagnia di
salute, dopo aver sofferto nel pon- cavalleggieri, ed alti-a di fanteria.
tificato una malattia per consiglio ,
Indi, a' 29 aprile, proseguì il Papa
de' medici, si recò prima a Villa la sua gita per Poli, e vi ritornò
Catena signoria di sua casa, e poi il primo di maggio, ed il seguente
a Poli suo diletto soggiorno. La giorno, mentre ai 3 maggio si re-
Villa Conti, detta la Filla Cate- stituì in Roma. La descrizione di
na, ed ora Villa Torlouia per gli questo viaggio essendo intei'essante
acquisti sunnominati, è posta sulle sì per i cerimoniali, che per alcu-
pendici del monte di s. Maria , e ne notizie che riguardano la Villa
presso il colle Faustiniano. Edificata Catena e Poli, si riportano all'ar-
venne dai duchi di Poli, e fu resa ticolo Viaggi , e Filleggiature dei
da essi deliziosa e nobile, con fabbri- Pontefici {Fedi).
che, acquedotti, fontane, laghi, par- Poco più oltre visse Innocenzo
chi, e giardini. La descrisse Anni- XIII, giacché terminò i suoi giorni
bai Caro nelle sue Lettere, allorché a' 7 marzo 1724: poco pur vissero
il duca Torquato Conti nel i563
d. gli altri per cui il
suoi parenti ,
CON CON 81
(li , senza poter avere successione. del lodato duca d. Lorenzo. Il du-
Si terminò in lui la linea di Poli ca Francesco è nato dall'onorevole
e Guadagnolo, perchè il Cardinal matrimonio contratto dall'illustre ge-
Innocenzo suo fratello era morto nitore con d. Carolina Schirley, di
sino dal ijS5, e per ultimo man- una nobilissima famiglia di pari di
cò a vivi la consorte, cioè nell'anno Inghilterra, discendente dagli anti-
i8i5. chi sassoni, ed imparentata colla
Il palazzo Conti, ossia di Poli famiglia reale. Prima di lui nacque
a fontana di Trevi, che fino dal- la primogenita d. Bianca, che es.sen-
tovata. F^u architettato da Marti- nel mondo, vinceva tutto quello che
no Lunghi il vecchio, e non man- può essere di più raro ne'bambini :
Conti sono passati dalla linea Sfoi-- ni ec. In ordine alle illustri paren-
za alla Torlonia a cagione del ma- tele i loro matrimoni sono stati
ritaggio di d. Anna Sforza, e pcgli sempre celebrati colle principali e
acquisti del suo suocero duca Tor- più potenti famiglie di Roma, di
lonia ; il perchè detti possedimenti Italia, e di alti-ove. Grandissimo
si sono poscia riuniti in questa poi è il numero, come si può rile-
benemerita famiglia. Il titolo, e le vare dalle seguenti biografie, dei
prerogative di duca di Segni, è ora Cardinali, di notizie certe, secondo
portato da d. Francesco Sforza Ce- il novero del Cardella, e del No-
sarini signore di egregia indole, di vaes, non che degli arcivescovi, dei
molta intelligenza, e perciò di gran- vescovi ed abbati. Molti ancora
di e liete speranze, siccome figlio furono i maestri del sagro ospizio,
voL. xvn. 6
,
82 CON CON
selle i prefotli di Roma, e cinque Più ebhe questa famiglia tre anti-
i senatori di essa. I laici della fa- papi, cioè Benedetto X del io58;
miglia sino al secolo XVII, può Vittore III, detto IVdel 11 38; e
francamente dirsi, che tutti furono Vittore IV, detto V, del 11^9,
eccellenti guerrieri e valorosi ge- lutti e tre stati prima Cardinali.
nerali di armata, e tredici di essi Altri distinguono e registrano
furono generali di s. Chiesa. T^. gii come appresso, i Pontefici di questa
storici di casa Conti, e principal- famiglia, facendo distinzione da quel-
mente il dotto Felice Contelori; li, che appartennero 'alla famiglia
Genealogìa familiae Comitum Ro- Anicia, da allora che prese il nome
manorum, Romae i65oj e France- di Conti. Finché fu detta Anicia,
sco Valesio de Tur ri Conti tutu, ebbe s. Leone I del 44oj s- Felice
Dissert. nel tomo XXVIII degli II, detto III, del 4^^; ^^ alcuni
opuscoli di Calogerà p. 3i. Il Conte- vi aggiungono Giovanni If; Pelagio
lori ha raccolto, e cita tutte le me- II del 577; s. Gregorio I Magno,
morie de'piìi illustri soggetti della i quali tutti insieme regnarono cin-
casa Conti, estratte tanto dagli ar- quantatre anni nella sedia pontifi-
chivi di Roma, che dalle opere di cale. Quando si cognominò Conti
autori contemporanei,
sì stampate ebbe questa famiglia Sergio III, Gio-
che manoscritte. Distesamente poi vanni XI, Giovanni XII, Benedetto
si leggono le loro imprese presso V, Benedetto VI, detto VII, Benedet-
gli scrittori delle cose d'Italia, nel- to Vili, Giovanni XIX,detto XX, Be-
la gran raccolta del Muratori. nedetto IX, Innocenzo III, Gregorio
Alcuni autori assegnano alla fa- IX, Alessandro IV, che tutti insieme
miglia Conti (cioè quelli che li fan- regnarono anni centodiciotto. Laon-
no discendere dai signori del Tu- de Pontefici dei due cognomi go-
i
sommi Pontefici, cioè Felice 11, det- prendervi Innocenzo XIII, nel cui
to III, già Cardinale prete, dell'an- possesso sulla piazza di Campidoglio
no 4*^3; Giovanni II, che da pre- si vedevano eflìgiati, in altrettanti
te Cardinale nel 533 fu eletto Pa- medaglioni, questi ultimi dodici
pa; s. Gregorio I diacono Cardi- Pontefici della famiglia Conti. Inol-
nale del 590 ; Benedetto IV figlio tre ivi si vedeva appoggiata con
di Mammolo del c)Oo; Nicolò I dia- una mano allo stemma una don-
cono Cardinale dell'858 ; Sergio III na, che mirava il ritratto d'Inno-
già prete Cardinale del 904; Gio- cenzo XIII, con l'iscrizione: SicuT
vanni XI del 931; Giovanni XII AQUILA UMILIA DESERIT, ALTA PETIT,
diacono Cardinale del 956; Bene- COELORUM VICINA CONSCENPIT.
detto V diacono Cardinale del 964 ; Ecco Cardinali di cognome Con-
i
Sutri del 975; Benedetto VIII dei do r ordine cronologico della loro
Couli Tusculani del 1012; Giovan- promozione al cardinalato.
ni XIX, detto XX, del 1024; Be- CONTI, Cardinale. V. S. Gio-
nedetto IX diacono Cardinale del vanni li Papa.
io33; Innocenzo III, Gregorio IX, CONTI, Cardinale. V. S. Nicolò
iVlessaudro IV, ed Innocenzo XI lì. I Papa.
CON CON 83
CONTI, Cardinale. V. Benedet- CONTI Lotario, Cardinale. Lo-
to IV Papa. tario Conti di Segni romano , fra-
CONTI, Cardinale. V. Giovan- tello Benedetto VIII, detto IX,
di
ni XI Papa. eletto nel io33, venne da lui pro-
CONTI, Cardinale. V. Giovanni mosso a Cardinal diacono di S.R.C.
XX Papa. CONTI Bonifacio, Cardinale. Bo-
CONTI Bonifacio, Cardinale. Bo- nifacio Conti, creato nel Jo49 ve-
nifacio Conti di Segni, lonoano, le- scovo Cardinal Albanese dal Papa
gittimo figliuolo di Deusdedit, era s. Leone IX, fu forse il più dotto
vescovo di Segni, e poi da Marino nel suo barbaro secolo ; per lo che
li,ovvero Martino III del
943, Vittore II, tenuto il concilio a Fi-
venne fregiato della dignità Car- renze per richiamare all'antico lu-
dinalizia. stro il celibato degli ecclesiastici , si
era Cardinal prete crealo da Sergio diciotto anni dacch' era Cardinale.
III. Morì nel 910, e fu sepolto CONTI Giovanni, Cardinale. Gio-
onorevolmente. vanni creduto da alcuni della fami-
CONTI Sergio, Cardinale. Ser- glia Conti, vescovo di Toscanella,
gio de' Conti Tusculani di Segni ,
poi nel divenne vescovo di
1049
romano, viveva nel 9*28, e fu crea- Porto. Fu creato Cardinale da s.
to Cardinal diacono da Leone VI. Leone IX ed intervenne ad un
,
CON CON 85
nini. dicembre del i3oo, dal
Nel sa , e sottodiacono apostolico , nel
medesimo Innocenzo III venne creato dicembre del 1262 da Urbano IV
Cardinal diacono di s. Maria in venne creato Cardinal diacono dei
Cosmedin, e vicecancelliere della S. ss. Cosimo e Damiano, e governa-
sarono per di là. Quindi dopo ven- diomi greco, e latino. Morì a Ro-
tidue anni, Leone X nel primo luglio ma improvvisamente nel i6i5,
del i5i7 lo creò Cardinal prete di dopo 1 1 anni di Cardinalato, e fu
s. Senonchè dopo 4 anni, nel
Vitale. sepolto nella chiesa del suo titolo,
i52i, morì a Turrichio di Velletri; dopo essere intervenuto ai concla-
ma ebbe tomba nella sua titolare vi di Leone XI, e Paolo V.
di Roma. Fu lodato per indole e- CONTI GiANNicoLÒ , Cardinale,
gregia, e rispettabile nella pietà, e Giannicolò Conti, de' duchi di Poli
nella perizia legale. Terminò la sua romano, nacque nel 1617, Fu com-
vita così povero, che non eravi mo» missario delle armi nelle legazioni
do di celebrargli i funerali. Lasciò di Bologna Ferrara e Ravenna ;
,
Conti della nobile famiglia di Poli, 1666 vescovo di Ancona, che governò
percorse primi studi nel collegio ger-
i per 33 anni da ottimo pastore, e
manico, e si laureò a Perugia; quin- dove accolse splendidamente Cristi-
di fu vicelegato di Viterbo, e della na regina di Svezia, e l'arcivesco-
provincia del Patrimonio; poi pre- vo di Ragusi con 74 monache scam-
siedette a quella di Camerino, quan- ])ate dalle scosse orribili del terre-
do Sisto V, nel i585, lo promosse molo avvenuto a Ragusi medesima.
al vescovato di Ancona, co| go- Conduceva il suo gregge nell'eser-
CON CON 87
cizio delle migliori virtù, e la com- ma il primo di febbraio
1781.
passione verso i poveri non era cei- Fatti gli studii regolarmente si ,
tamente l' ultima, che fregiavalo al- dedicò allo stato ecclesiastico; quin-
tamente. Intervenne ai conclavi dei di, sotto Benedetto XIV, venne an-
due Clementi IX e X, d' Innocen- noverato alla romana prelatura, e
zo XI, Alessandro VIII, e Innocen- poscia fu segretario della sagra con-
zo XII, ed in quello di Clemente X gregazione cardinalizia delle indul-
ebbe favorevoli 2 2 voti. Nel 1691 genze , Clemente
e sagre reliquie.
passò al vescovato di Sabina , ri- XIV, nel concistoro de' 18 dicem-
tenuta in amministrazione la chiesa bre 1 769, lo dichiarò arcivescovo
di Ancona, ove morì nel 1698 di di Tiro in partibus, e nunzio aposto-
81 anni, dopo 34 di Cardinalato. lico in Portogallo, dappoiché per
CONTI Michelangelo, Cardina- dieci anni era rimasta quella nun-
le. V. Innocenzo XIII. ziatura vacante per le vertenze in-
CONTI Bernardo Maria, Cardi- sorte nel pontificato di Clemente
nale. Bernardo Maria Conti era no- XIII tra la santa Sede, e quella
bile romano, e fratello di Papa In- rcal corte, dopo il nunzio Accia juo-
nocenzo XIII, Nacque egli a' 26 li. Tanto la corte , che il primo
marzo 1664, e nel 1680 vestì l'a- ministro , il famoso marchese di
bito dell' Ordine di s. Benedetto. Pombal , intesero con piacere la
])a abbate di Farfa nel 1 7 io fu pro- nomina del prelato Conti , sia pel
mosso da Clemente XI al vescovato pacifico suo carattere
, che per la
di Terracina, cui rinunziò dopo nunziatura lodevolmente esercitata
dieci anni per motivi di salute. Dal in quel regno dal pro-zio Innocen-
Pontefice suo fratello venne all'im- zo XIII. Nel febbraio del 1770
provviso fatto Cardinale nel 1721, partì per Lisbona il nostro Inno-
nel concistoro de' 26 giugno, e gli cenzo, visitando prima, secondo le
fu conferito inoltre prima il titolo istruzioni ricevute, le certi di Fi-
presbiterale di s. Bernardo ; ebbe renze, Parma , Torino , e Madrid.
anche la dignità di penitenziere Giunto alla frontiera del Portogab
maggiore in luogo del Cardinale lo venne ricevuto colle più lusin-
Paolucci , la qual carica egli coprì ghiere distinzioni, che continuarono,
sino a' 22 aprile lySo, in cui e crebbero successivamente. F^. Ber-
morì di apoplessia nel conclave per castel, Storia del cristianesimo tomo
morte di Benedetto XIII nell' età XXXIV, pag. 33 e seg. Il Papa
d'anni 66 in circa. Era interve- ne fu oltreraodo lieto , e con ap-
nuto anche al conclave per la di posita allocuzione ne diede parte
lui elezione. Il suo cadavere fu tras- ai Cardinali in concistoro. Quindi
portato nella chiesa della Madonna creollo Cardinale di santa Chiesa
delia Montorella presso il feudo di riserbandolo in petto , e poi pub-
Guadagnolo, juspatronato di sua blicandolo nel concistoro de' g apri- r
88 CON CON
spedire due brevi apostolici , con .segretario della congregazione cardi-
vino de' quali dichiarollo cameriere nalizia del buon governo, di cui
secreto benché religioso, e coli' al- era stato ponente , e poi a quella
tro gli affidò r ablegazione. Reca- di assessore del s. offizio. Clemente
tosi poscia in Roma , il Cardinale XIII, volendolo aggregare al sagro
ebbe in titolo cardinalizio la chie- Collegio, nel concistoro de' 24 set-
ni dell' esame de' vescovi, de' sagri congregazioni cardinalizie del buon
riti, del concilio, delle indulgenze, governo, dell'immunità, delle acque,
e delle sagre reliquie , della ceri- ripe, e Tevere. Fu protettore della
moniale, e della concistoriale. Fra chiesa di s. Venanzio ed Ansuino
le protezioni ch'egli accordò, no- de' camerinesi in Roma, allora par-
mineremo le città di Anagni, e di rocchiale, emoiù d'anni ottantadue
Narni, l'Ordine de' cappucx:ini i , non compiti, a' 1 4 dicembre 1770,
monaci della congregazione di Mon- compianto per le sue egregie qua-
te-Vergine, non che vari monisteri, lità. Soffrì con somma pazienza l'ul-
le belle doti, e delle virtù di cui messa, e dopo fece l'assoluzione in-
era adorno. torno al cadavere, il quale, secondo
CONTI Pietro Paolo, Cardina- la testamentaria disposizione del de-
le. Paolo Conti, nobile di
Pietro fonto, venne trasportato privatamen-
Camerino nacque in quella città
, te alla chiesa di s. Venanzio, ed
a' 24 febbraio 1689. Ricevuta una ivi tumulato. Questo Cardinale fu
educazione proporzionata alla sua uomo di sommi talenti, ebbe delle
condizione, entrò nell'accademia ec- viste politiche , e colla sua schiet-
clesiastica di Roma , abbracciò lo tezza molto parlò, e scrisse sul si-
CON CON 89
sommo Pontefice, i-accomandali al rare ;
quindi eh' era necessario di-
90 CON CON
altri scrittori. Noi qui daremo solo sino vi furono celebrati i conclavi.
alcune poche analoghe nozioni di Benedetto XI mori in Perugia a' 6
tempi non tanto lontani. Trite- luglio i3o4) nel convento de' suoi
inio abbate benedettino di Ilirsauge, domenicani da lui abitato, per cui
che visse nell'anno i48o, dice del fu sepolto nella chiesa contigua.
suo Ordine, che il numero de' mo- Clemente V, nel marzo iSog, si
numerati nel concilio di Basilea ot- fece coronare nel convento de' do-
tantaduemila settecento quarantuno menicani d' Avignone. Eugenio IV,
monisteri. Abbiamo dal Sabellico, e Nicolò V, nel XV secolo, furono
che domenicani al suo tempo ave-
i esaltati al pontificato nei conclavi
vano ventuna provincie con mol- tenuti convento di
nel s. Maria
tissimi conventi, e un numero assai sopra Minerva di Roma; e Giulio
grande di frati, de'quali mille e cin- II, ritornando in questa città , al-
quecento erano maestri di teologia. loggiò nel convento presso la Chiesa
Lo stesso autore dice dell' Ordine di s. Maria del popolo {^ì^edi), ove
francescano » Raro et nescio an dicesi degli altriPapi che ivi al-
» unquam verius dexerim, ullum bergarono. Clemente IX in tempo
» humanae pietatis insti tutum ma- di carnevale si ritirava nel conven-
» jora sensit incrementa totum or- : to de' domenicani di s. Sabina sul
" bem terrarum una haec imple- monte Aventino; e Benedetto XIII,
'> vit faniilia ". Erano a suo tem- una volta all'anno si ritirava nel ,
po quaranta provincie dell' Ordine piccolo convento del suo Ordine do-
de' minori, divise in custodie, e le menicano, a Monte Mario, ove eser-
custodie in conventi, abitati da ses- citavasiin penitenze ed orazioni
santa mila frati. Azorio, nel lib. l vestendo l'abito religioso, ed essen-
delle sue istituzioni morali , e. I, do il primo ad eseguire gli esercizi
racconta che a suo tempo la sola comuni, non meno di giorno che
famiglia de' minori osservanti nu- di notte. Nel medesimo conven-
merava centomila frati. to si recava ancora diverse volte
Su tuttociò che riguarda i con- fra la settimana , o per qualche
venti vanno consultati i relativi ar- giorno, o nel solo dopo pranzo per
ticoli, principalmente Comunità' ec- prendervi aria. Andava altresì a
clesiastiche, Clausura, Chiostro, desinare co' suoi religiosi anche nel
MoNisTERo , Congregazione del- convento della Minerva , senz' altra
la DISCIPLINA REGOLARE, RELIGIOSI, differenza in l'efettorio , che quella
ec. di un vacuo di un luogo tra lui, e
Nei conventi talvolta furono ri- il p. generale.
legati grandi personaggi , come vi CONVENTUALI Minori, del-
alloggiarono sovrani, Papi, e per- l' Ordine di san Francesco. V.
, .
CON CON 91
Francescani , minori coriTentuali. s. Felice II, detto III. Gli successe
CONVERSANO ( Com'crsan. ) . Ilario, il quale fu al concilio , che
Città con resilienza vescovile nel re- il Papa Simmaco adunò nel 5o 1
gno delle due Sicilie nella provincia La bella cattedrale di antica co-
della Terra di Bari, capoluogo di struzione è dedicata alla beata Ma-
cantone. Essa è posta in deliziosa ria Assunta in cielo. Il capitolo si
viti de'gentili non erano frequentati po, avendo ì vescovi vietato al clero
dai primitivi cristiani, come osserva r intervento ai convili anche fune-
il padre Mamachi, De costumi dei bri, massimamente a quello rego-
primitivi cristiani t. I, pag. 289. lare, all' incontro i benefattori nei
" Noi (dicea Minucio Felice) faccia- funerali ordinavano che al vitto
M mo dei conviti non solamente ca- consueto fosse aggiunta per loro con-
'5 sti ma ancora sobri. Imperciocché to una pietanza.
» non ci saziamo, uè ci ubbriachia- Oltre quanto si disse all'articolo
« mo, ma temperiamo colla gravità Banchetti {ì^edi) su quelli degli ec-
» la allegrezza ". Somiglianti cose qui aggiungeremo che
clesiastici,
scrive Tertulliano nel e. XXXIX s. Girolamo, scrivendo sopra il capo
del suo ^apologetico. V. Agape ed secondo di Michea profeta fa ima ,
il
§ VII dell'articolo Comumoive. Nel gagliarda invettiva contro gli ec-
terzo secolo della Chiesa, avendo a- clesiastici, che eccedono in far con-
vuto l'ardimento Marziale, ve.scovo viti a persone secolari. Egregiamen-
94 CON CON
Itiancora s. Basilio, nella inlerro- speditamente al termine del pranzo.
f^azionc ventesima delle regole più Iiendute a Dio le dovute grazie, im-
dilFusamentc , ammaestra
spiegate piegavano il resto del giorno nell'oc-
tutti i ed insegna loro il
religiosi, cuparsi de' loro mestieri ed uffizii,
CON 95
.sa, non è stolto. Arcliiclamo, vo- IlPanteo nell' introduzione al-
lendo calunniare 1' oratore Ecato l' opei'a de Fonlihus Calderianis ,
perchè non aveva mai parlato in un narra che in Hermolai Barbari con-
convito, ne prese le difese, e disse: viviis solum lectoris acroatna audi-
che quelli che sanno ben parlare tur. Nusquani cnini apud cuni sine
lare sono molto maggiori i di- che verso il fine della mensa dan-
fensori. Sogliono è vero religiosi i no luogo all'onesto parlare, per cui
osservare il silenzio mentre man- abbiamo il grazioso proverbio /// :
Facevano dipoi sulle vivande il se- che non fosse particolarmente in-
gno della croce, non che sull'ac- grassata. Seguì poi la legge Dulia,
qua, e sul vino che avevano da la quale determinò una certa pena
bere, e dopo recitata qualche analoga contro i ti-asgressori di simili leggi.
preghiera incominciavano a desinale. Successe poi la legge Licinia, fatta
Di queste preghiere, una forraola da P. Licinio Crasso, nella quale si
fu prescritta da Origene nel libro ordinava che nei giorni delle ca-
,
» mento a tutti 1 viventi, concedi dei"e nel pranzo triginta asses, tren-
» a noi la grazia di godere colla ta soldi, ma me-
negli altri giorni
5>tua benedizione di queste vivan- no solenni si comandava che non
« de. Tu hai detto, o Dio, che qua- si mettessero in tavola più che tre
5' lunque volta noi berremo qual- libbre di carne: Carnis aridac pon-
» che cosa di mortifero, ella non do tria, salsanientoruni pondo li-
55 purché invochiamo il tuo Nome: era tassa, quod ex terra, vite, ar-
53poiché tu sei onnipotente, e in- boreve natimi sit. Macrobio al li-
» fìnìtamente grande. Leva pcrtan- bro citato de Salumai., cap. 17,
,
CON CON 97
parla di questa legge della parsi- di Timagora, Eutimio,
alcuni, cioè
monia degli anticlii romani; ma Candiotto, Temistocle, e il medico
sotto r impero abbiamo molti esem- Democede, perchè avea restituita la
pi di d'apula, e della piti raffinata sanità a Dario.
ingordigia. In questi regi conviti le tavole
11 convito famoso di Assuero re erano disposte in modo, che alcuni,
di Persia fu solenne e sontuosissi- sebbene mangiassero nello stesso tem-
mo , tanto per 1' apparecchio , che po che mangiava il re, non istavano
pel numero e per la dignità dei nella medesima stanza, e quelli che
convitati, e pel tempo che durò : in questa erano chiamati sedevano
fecit grande conviviuni, dice la Scrit- a tavole distinte, e si ponevano fra
tura nel lib. di Ester cap. I. Gli le loro tavole, e quelle del re, certi
invitati furono tutti i principi e veli fatti in modo, che il re vedeva
satrapi del regno, anzi tutto il po- i convitati, senza che essi potessero
polo della città di Susa. L'appa- vedere lui. Ateneo, nel lib. IV^
rato fu superbissimo ,
perchè i let- dice , che d' ordinario i convitati
ti, sopra i quali secondo l'uso an- non erano più di dodici. Pare che
tico giacevano i convitati intorno questi conviti, e questo onore do-
alla mensa, erano d'oro e d'argen- vesse essere di poca consolazione
to, come
lo erano i vasi in cui si agi' invitati, s' è vero quello che di-
beveva e quelli delle vivande. Cor-
, ce Luciano nell'opuscolo, de mer-
rispondenti erano i cibi e i vini, e cede condiictis, cioè, che bisognava
siccome era regolato da principi, stare cogli occhi bassi , acciocché
cos'i fu escluso l'abuso di alcuni niuno degli eunuchi potesse avver-
conviti, o inviti a bere, che si pro- tire, che l'invitato avesse alzato gli
vocava colle parole: Non erat qui occhi per guardare alcune delle
cogeretad bibendum. Le cerimonie concubine del re cosicché in simili
,
furono diverse da quelle che usa- conviti mancava quella libertà, che
rono poscia gli altri re di Persia, è il condimento principale d' un
che non solevano addimesticarsi coi convito, e della naturale allegrezza.
loro sudditi, anzi mangiavano soli, Ateneo inoltre, nel lib. i4j ci rac-
ovvero colla moglie, colla madre, o conta di peggio, che il ove dice
con uno o piìi figli. Il primo luogo re de* Parti invitando alcuno degli
lo prendeva la madre, il secondo amici a mangiar seco, mentre che
il re , il terzo la regina. Artaserse giaceva sopra alto e ricco letto
talvolta convitò i fratelli, e Dario obbligava i convitati a giacere in
i principi, i satrapi, e i magistrati, terra, e a cibarsi di ciò che dal
conje Assuero. Quando invitavano i re era gettato, senza nominare al-
congiunti, il convito chiamavasi Co- tre barbarità cui soggiaceva 1' in-
gnatoritni pranditini. romani so-
I vitato per lievi cause, ed altre che
levano convitare i parenti, ed allora ha registrate la storia. Sullo sta-
il convito chiamavasi Charislia. I re a mensa sedendo sui letti, V.
re di Peisia ai detti pranzi non Dassovit, Dissert. de Accnbitu he-
convitavano quelli di altre nazioni, braeorwn ad Agnuin Paschaleni^
come greci, o barbari, e solo assai Witterb. i6g8; Aid. Manutium, (5?e
raro fu il caso di averne invitato accunibendi , et coniedendi ratione
alcuno. La storia registrò i nomi ine. ijusd, opusc.y et. tom. i. Thcs.
VCL. XYU. 7
,
. ,
98 CON CON
Sallengre 229; Ciacconiiun de Tri- che si facevano ai convitati. Si legge
clinio, Romae i588, Amst. 1689, nella antica gran Con-
vita della
et Clini Appena. Fulv. Ursini , et tessa Matilde (Fedi), che in un
Hier. Mercurialis, Diss, de Accuhi- banchetto imbandito dal marchese
lus in Coena origine, Lipsiae 1758. Bonifacio suo genitore, i .soli aromi
Gli antichi pertanto stavano ai dell'oriente erano cotanto copiosi,
conviti,uno accanto all'altro, e che si mandarono al molino de'gra-
mangiavano di fianco in situa- ni per macinarli. In un banchetto
zione più vantaggiosa della moder- dato dai Visconti signori di Mila-
na, per maggior facilitazione della no, si donarono agl'invitati cento-
digestione ; dappoiché coricandosi cinquanta bellissimi cavalli, oltre
dalla parte del piloro, avea piìi vari monili preziosi, nonché altri
campo il cibo d' insinuarsi , e di donativi di altissimo pregio. Dei
triturarsi negli intestini. solenni conviti, e dei conviti di va-
Finalmente, per mezzo de' con- rie specie, si tratta in diversi ar-
viti, si celebrarono e si celebi'ano ticoli questo Dizionario; e di
di
principalmente i ritorni dai viaggi quelli dati a Leone X, e al sagro
delle persone illustri, e quelli delle Collegio de' Cardinali dal magnifico
armate vittoriose; il ritrovamento Agostino Chigi, si tratta all'articolo
di persone e di cose che eransi diligi Nel 1829 il cav.
{Fedi).
sinari'ite; i parti felici, massime dei Giuseppe d' Este pubblicò in Ro-
primogeniti dati sono
, in somma ma un opuscolo intitolato Disser.
per circostanze di gìoja e tripudio delle tavole moderne.
plesso tutti popoli. Noteremo che
i Nel giorno dell' istallamento dei
nei tempi di mezzo, o del medio patriarchi di Mosca prima si faceva
evo , non meno che dopo la cessa- un solenne come
convito, si rileva
zione delle barbarie, e il ristabilito dalla descrizione, che il vescovo Ar-
incivilimento, più frequenti, più senioha fatta di quello del patriarca
magnifici , e più lussuriosi che in Giobbe nel 1589, in cui si ravvisa
qualunque altro paese, in Italia ce- la più grande opulenza,, congiunta
lebraronsi i conviti, che spesso pi- al gusto il più bizzarro; giacché
gliarono il nome di cord bandite, superbi schifi erano carichi di cop-
per una specie di bando con che pe d' argento, di fiaschi, e di boc-
pubblicavasi in tutti i paesi cir- cie circondate di ghirlande d'oro,
convicini. Di tali Corti bandite si e piene de' più rari , e preziosi vi-
tratta all' articolo Corte {^Vedi) ni. Nel numero prodigioso di tazze
Oltre a ciò è noto, che di molti di d'oro di varie forme, e di diffe-
que' banchetti celebrati per nozze renti grandezze, ve n'erano di quel-
per vittorie , e per altre occasioni le, che dodici uomini portavano a
di giubilo sovente menzione
, si fa stento. Il vasellame rappresentava
nelle nostre antiche cronache. Di ogni sorte di animali , tigri , orsi
alcuni conviti hanno pompose
si tori, cavalli, lepri, cani, polli , pa-
descrizioni, le quali sembrano qua- voni con ale d'oro, cicogne, pel-
si incredibili, per la ({uantità e qua- licani, struzzi ,
piccioni , tortore ,
redi, e dei ricchi, e copiosi donativi, del patriarca, e del seguilo non
CON CON 99
furono, che d'oro carichi di
piatti samente disposto si trovavano oltre
diamanti, e perle fine, l'abbondanza ai trombetti, ed ai timpanisti di
delle quali in Russia è grandissima, corte, i suonatori destinati ad ese-
pci-chè in Estionia , e in Livonia guire la musica durante il banchet-
strascico; venivano le
finalmente naie, come per esempio di togliere
dame di palazzo che erano di servizio. di mano il cappello agli arcidu-
Poco prima che s'incamminasse chi ec.
il corteggio, i due Cardinali Gai- Appena
l' imperatore fu seduto,
sruck arcivescovo di Milano, e Mo- il gran ciambellano lombardo- ve-
nico patriarca di Venezia, non che neto gli levò dal capo la corona
monsignor Altieri nunzio apostolico ferrea, e la depose sul cuscino sur-
del Papa regnante Gregorio XVf, riferito, indi la recò sopra la ta-
si recarono nella sala delie Cariati- vola dove erano gli altri onori del
di attendendo presso i posti loro regno, rimase
vicino ai quali egli
destinati l'arrivo dell'imperatore ed in durante il banchetto. Il
piedi
imperatrice. All'alto che questi en- maggiordomo lombardo- veneto, ed
trarono nella gran sala, risuonarono il grande scudiere lombardo-veneto,
le trombe ed i timpani, ed i gran si collocarono dietro la sedia del-
dignitari del regno lon)bardo-vene- l'imperatore stando primo a de- il
neto, che portavano gli onori del stra, e tenendo in mani il bastone
regno, li deposero, compresa la spa- della carica. Il gran siniscalco, ed
da, sulla tavola a ciò destinala. Giun- ilgran coppiere lombardo-veneto
ti alla mensa gl'imperiali coniugi, andarono a collocarsi all' estremità
stando davanti ai propri posti, si inferiore della tavola, colla faccia
lavarono le mani. I paggi tenevano rivolta verso l'imperatore. Le quat-
i bacili d'oro, e l'acqua venne ver- tro grandi cariche di corte stavano
sata all'imperatore dal gran coppie- in piedi al lato destro dell'impera-
CON CON IDI
guardie del
tore. I (ine capitani dt^lle tia, e la ripose in capo dell' im-
corpo, e l'aiutanh; generale stavano peratore. Il maggiordomo maggio-
dielix) la sedia dell'iinper^itore. Die- re lombardo- veneto gli ritirò la
tro quella dell' imperatrice, come sedia e 1' imperatore , come pure
pure dei serenissimi arciduchi e gli altri serenissimi personaggi , si
doti secolari istituito sotto Pio li, e colo, deliberò di abbandonare ogni
confermato da Giulio II, che gli con- cosa, ritirandosi in una solitudine
cesse la chiesa di s. Marta in Ac- nelle estreme parti della diocesi di
quiro, ove rimase sino a Paolo III. Vannes. Quivi fu raggiunto da al-
Poscia passò nella chiesa di s. Bar- tri cinque ecclesiastici desiderosi di
bara, indi in quella di s. Lucia dei vivere con lui nel silenzio delle
Ginnasi nel pontificato di Clemente umane cose. Egli li accolse ben vo-
VIII. Ivi venne istituito un ospe- lentieri, ed ottenuto un luogo chia-
nel regno delle due Sicilie nella Cardinal Latino Orsini romano, il
alla sede di Gonza, Satriano, non che vendo al nord inoltre la sua buo-
Bisaccia, eoa s. Angelo de' Lom- na cittadella.
bardi, e conservando la cattedralità Copenaghen è composta di tre
alla chiesa vescovile di Campagna, parti, cioè la città veccliia, la città
V affidò in amministrazione
(Inceli), nuova, e Christianshafim, o porto
perpetua all'arcivescovo di Gonza. di Cristiano. Questa ultima parte,
IVel i597 ìq questa città si celebrò che però non forma che un solo
un sinodo diocesano, mentre n'era quartiere, fu fondata in parte nel
arcivescovo Scipione Gesualdo. i6i8 sull'isola di Amager, e for-
La chiesa cattedrale di Gonza è mava una città distinta avente il
penaghen deriva dal suo ibndatoixi Rinchiude quella università una bi-
il re Cristiano IV. blioteca di settantamila e più yn-
La fitta vecchia è separata dalla lumi, un museo di storia naturale,
la sola del regno, eretta dal re En- chiamata viene anche la Rotonda a
rico di Pomerania, col consenso del cagione della forma del suo cam-
Pontefice Martino V , e quindi nel panile, eh' è una torre alla e cir-
1479 eretta di nuovo dal re Cri- colare, che serve di osservatorio, ri-
stiano \ , dal Papa Sisto IV ot- tenuto per un capo d'opera d'in-
tenne i medesimi privilegi di quel- venzione. sommità di esso si
Alla
la di Bologna , e venne dotata ascende per una scala talmente
di ricche entrate dai re successo- spaziosa, che vi può passare una
ri. Però principalmente riconosca carroz:Ra. S. Nicola, una delle più
dal re Cristiano VI, l'ottimo sta- grandi, e considerabili chiese , per
to in cui al presente ritrovasi, ed conto degli ornamenti sì interni che
è composta di molti collegi , il pi« esterni, è copqrtq di lastre di ra-
,
ficialmente ciò che ciascuna divi- sparo Eertolini, oltre il vivente esi-
sione di Copenaghen offre di più mio scultore commendatore Alberto
ragguardevole, diremo sommaria- Thorwaldsen. Questo sommo artista,
mente, che questa città è nel nu- che ricevette in patria meritamen-
mero delle più belle capitali del- te gli onori e l'accoglienza più lu-
l'Europa, pe'suoi edifizi , chiese, singhiera, con basso rilievi decorò
ospedali, istituti di beneficenza, sta- la cappella del castello di Christians-
bilimenti e società scientifiche, scuo- borg, ove dimora la famiglia rea-
le normali, di veterinaria, e mili- le, e che fu ricostruito dopo T in-
tari, avendo eziandio un istituto cendio del 1795. Nella chiesa poi
,
col cigno, che fu trovata nel 167 i sola di Funen, e facendo passare
presso Colmar nella Svezia. sul ghiaccio il suo esercito, costrinse
Copenaghen non era in origine il Danimarca Federico III, a
re di
che un casale abitato da pescatori. segnare un trattato assai svantag-
jVel 1168 Azel o Absalon arcive- gioso. Nel seguente il re svedese
scovo di Lunden e vescovo di Rot- , assediò per quasi due Cope- anni
fichild, avendo ottenuto da Wal- naghen, ma inutilmente. La flotta
demaro I re di Danimarca la con- combinata inglese, e svedese bom-
cessione del territorio di questo ca- bardò la città nel 1700. Spes-
sale, fortificò il porto, e fece eri- se volte Copenaghen fu vittima di
gere sopra una piccola isola il ca- incendi violenti, e fi"a gli altri ia
stello di Axelhuus per proteggere quello del i65o, ed in quello spe-
la costa contro i pirati, che infesta- cialmente del 1728, che nello spa-
vano il Baltico. Parecchi pescatori zio di 4<^ oi'G consumò circa due
fabbricarono dapprima capanne in- terzi della città: quello del 1794
torno alla fortezza, e siccome vi le distrusse quasi mille case, e quel-
fecero un gran commercio di pesce lo finalmente del 179^ le fu del
secco, in progresso di tempo, si apri pari tei'ribile. Ma nulla fu per
il campo a diversi mercatanti , di questa città più funesto, che il
corte, e ne fece la capitale della acque del mare alla città, e le ca-
COP COR 109
gionò guasti iucalcolabili. Da po- re senza permesso dai loro chiostri;
co tempo si è avuta notizia , che ed ai vescovi fu vietato di ordina-
in Copenaghen ii ministro plenipo- re alcuno di altra diocesi, senza il
andava allo sportello, e tre coraz- pag. 341, capitolo XIX, Quartiere
ze seguivano la carrozza. Per tali per la guardia reale delle corazze
servigi resi da questa guardia, non pontificie j dice quanto segue ( av-
che per altre circostanze, si possono vertendosi eh' egli pubblicò la sua
vedere gli articoli Viaggi, e Va- opera nel lySy): « E indubitato,
lEGGIATURB De' PONTEFICI, non chc che nei tempi un tal
trascorsi
Treni. Quando il Papa si recava quartiere avesse sua situazio- la
COR COR n3
iora77.e a sinislra, fu data stabile ' opposta della basilica, e situatasi
" j)L'ri«uuu;n7.a_, con tutti i comodi dirimpetto all' obelisco, dopo pas-
« iiecessaiii per la loro abitazione ' sato il treno del santo Padre, e
« e stalle. In tempo di sede va- le guardie nobili, continuò l'ono-
»» canle viene assegnato loro il cor- » revolc accompagnamento del so-
» tile degli archivii, ove si labbri- " vrano sino al Quirinale. 11 suo
•» ca uri aisotto di tavole per loro > vestiario consisteva in un pajo
« trattenimento durante il concia- ' di coturni , calzabraghe lunghe
>' ve ". di panno bleau con loro pelle
La guardia pontificia delie co- > un giaco di panno giallo ed ,
Iwsemoifvfc ^oU^^
,,
corporati a questa
per cui di- , giorni ; ma questa città è poco abi-
venne potente a segno, che il suo tata.
territorio giungeva a cinque miglia GORBINIANO (s.), vescovo di
quadrate di Alemagna di superfì- Frisinga in Baviera. A Ghartres
cie, con diecimila abitanti da essa nella diocesi di Parigi, nacque que-
dipendenti. Al suo abbate Wibal- sto santo, e quivi per molli anni
do (ciò che poi ebbero anche i menò vita solitaria. Recatosi a Ro-
suoi successori come si ha dal Mar- ma , in progresso di tempo ,
per
COR COR ii5
secondare la molla divozione che CORDILO, Corydalus, seu Co-
aveva all'apostolo s. Pietro, vi for- drillus. Sede vescovile della seconda
mò la sua dimora in una celletta Panfilia, eretta nel quinto secolo
propria orazione , dai superiori del- indulgenze, che Papi avevano ac-
i
cadere nei lacci del peccato, da cui stro generale di detto Ordine e suoi
ci libei'ò colla sua gloriosa morte. successori, di erigere simili confra-
Anna di Bretagna, regina di Fran- ternite colla partecipazione di tutte
cia, istituì l'Ordine della Cordeliera le grazie, ed indulgenze concesse
{Vedi), in onore delle corde onde alla prima istituita in Assisi. Con-
fu legato il nostro Signore nella ferì inoltre al medesimo p. gene-
sua passione, e gli diede il nome rale, la facoltà di aggregarvi quel-
appunto della Cordeliera^ per la le confraternite, che fossero stale
gran divozione, che aveva a san canonicamente erette nelle chiese
Francesco d' Assisi, di cui portava tanto dei conventuali, che dei zoc^
il cordone. colanti, riformati, e cappuccini, col
11 Opere pie di
Piazza nelle godimento di tutti i privilegi e fa-
Roma, capo XllI, Del Cordone di vori, in qualsivoglia parte del mon-
s. Francesco a^ ss. Apostoli, rac- do. Il Pontefice Paolo V dipoi
conta che il Pontefice Sisto V, per confermò questa confraternita.
rendere piìi segnalata e cospicua CORDOVA (de) Aguillar Alfoxso,
la divozione verso il padre s. Fran- Cardinale. ì^. Aguillar.
cesco, e insieme accrescere venera- CORDOVA (de) Fernandez Luicr,
zione all'Ordine al quale aveva ap- Cardinale. Luigi Fernandez de Cor-
partenuto, nella chiesa de' conven- dova nato a' 22 gennaio dell' an-
tuali di Assisi, sotto il cui alta- no 1696 in Montilla, feudo di sua
re maggiore riposa il di lui vene- casa nell'Andalusia, era nipote ma-
od approvò col-
rabil corpo, eresse terno del Cardinale Luigi Porlo-
la costituzione XX
Ex supremae carrero, arcivescovo di Toledo. Da
die 19 novembris i585, Bull. Rem. Linocenzo XIII fu fatto nel 1721
toni. IV, pag. 166, l'arciconfrater- canonico di Toledo, e da Clemente
nita de' Cordiglieri, cosi detta dal XII decano della stessa metropoli-
cordone di s. Francesco, con eser- tana. Abbandonato di poi il ricco
citare i confrati, e le consorelle al- patrimonio di sua casa, che gli pro-
cuni pii esercizi, e portare il cor- veniva per la morte dell' unico suo
done ad imitazione di quello usalo fratello, seguitando la via ecclesia-
dal santo patriarca. Tale divozione stica, nel concistoro de' 18 dicem-
fu già praticata ia diverse parti bre I75i4> fi-^ ^'^ Benedetto XIV
,
Toledo a' 26 marzo 1771 d' anni più volte s* ebbe 1' approvazione
76. Pastore vigilantissimo fu egli, dei tribunali supremi di Madrid.
frugale, nemico dei fasto, pieno di CORDOVA {Corduben.). Città
bontà verso i miseri, e tutte volse con residenza vescovile nell' Anda-
le sue cure nelle opere della bene- lusia, capo luogo di provincia. Que-
ficenza e della religione, sia nel do- sta città è antichissima e celebre;
tare le vergini, nel mantenere i deliziosamente è situata a piedi di
poveri giovani nei seminari, nel aspra montagna di uno dei rami
sovvenire gli ospedali, e nel fornire della Sierra Moi*ena, all'ingresso
le chiese di sagri arredi. Non es- di una vasta pianura, e sulla riva
sendosi mai recato in Roma, non destra del Guadalquivir che vien
,
miglior razza de' cavalli andalusi. vantata tanto dagli storici, e dai
Questa era assai commercian-
città poeti; che nel suo recinto di dieci
te sotto romani , ed i mori , ed
i leghe di lunghezza racchiudeva
anco per due secoli sotto gli spa- dieci mila contrade , ottantamila
gnuoli, ma ora è molto decaduta, palazzi, novecento terme pubbliche,
«è più conserva che qualche fabbrica, duecento mila case, e comandava a
fra le quali rammenteremo quelle dodici mila villaggi, tutti calcoli
di cuojo all' uso de' mori, che chia- però che sembrano esagerati.
masi cordoi'ano , o pelli inarroc- In questa città, secondo S trabo-
chine. Cordova è la patria dei due ne, abitarono i primi romani, che
Seneca, del poeta Lucano, di Aver- incominciarono ad entrare nello Spa-
roè, del gran capitano Gonzalvo gne, e, secondo Silio Italico, ai ro-
Fernandez, meglio conosciuto sotto mani stessi se ne deve la fonda-
il nome di Gonzalvo di Cordova zione, avanti la seconda gueri-a pu-
di Paolo Cespedes, pittore, architet- nica, e specialmente il suo ingran-
to, e scultore, dello storico Am- dimento si attribuisce al console
brosio Morales, del celebre rabbi- Marcello, Certo è che in tal' epoca
no Maimonide, di Gongoi'a-y-Agore, essa portava il titolo di Colonia Pa-
che vuoisi il principe dei poeti spa- tricia perchè di fatti ivi era usi stabi-
,
gnuoli del suo tempo, di Giovan- lite delle famiglie patrizie. E certo an-
ni di Mena, altro celebre poeta, e cora, che Cordova fu la prima città, cui
di tanti altri. Nei fasti ecclesiastici i l'omani ebbero nella Spagna col
pure è celebre Cordova; ed Eulo- titolo di Convenluf, ed avente il di-
gioj prete di una delle primarie fa- ritto di battere moneta. Divenne
miglie della città, sostenne glorio- tanto considerabile, che Strabonè
samente martirio nell'anno 859,
il non dubitò di eguagliarla a Gades
e Perfetto prete ne\\\, anno 860 o Cadice pel commercio, vantando-
ricevette la palm« del martirio, ne del pari l' estensione, la fertili
COR COR 119
tìi delle sue campagne, e gli altri Quanto all' esterno, ha
1' edifìrio
tri preti , e cappellani addetti al- scovo di Cordova, con molti sacer-
l' uffiziatura. Vi è il fonte battesi- doti, fra' quali s. Eulogio, non d'al-
male, e la cura d'anime esercitata tro colpevole che di avere incorag-
da quattro sacerdoti. Oltre la cat- gilo i martiri colle sue istruzioni.
tedrale vi sono altre tredici chiese Egli nel Memoriale Sanctorum ,
seminario con molti alunni, monte rie Provincie. Regia tom. XX. Lab-
di pietà, ospedali, ed altri pii luo- bé tom. VIII. Arduino tom. V.
ghi di beneficenza. La mensa ve- CORDOVA {Corduben.in Indiis).
scovile è tassata nei libri della ca- Città con residenza vescovile nell'A-
mera apostolica, ad ogni nuovo ve- merica meridionale, nella provincia
scovo, in fiorini mille , e quindici. del Tucuman. Cordova, o la nuova
Cordova, è capo luogo del governo
Concini di Cordova. del suo nome, provincia di Buenos-
Ayres. Sta in un terreno piuttosto
Il primo concilio di Cordova paludoso, ma fertile presso alla Pu-
chiamato Cordubensc, fu celebrato cara, che va a perdersi in un lago
V anno 347 ^^^ grande Osio vesco- salso. Le sue strade sono pulite, e
vo di Cordova, mentre altri lo ri- lastricate, e le case molto bene co-
jiortano all' anno seguente. In esso strutte. La piazza del mercato è
vennero condannati quelli che Io fu- vasta , e cinta di grandi , e belle
,
riore ai comuni, cui presiedevano stituiti per aver cura de'poveri, ac-
a nome del vescovo facendo in di cioccliè i rustici non restassero pri-
lui aiuto altre funzioni non vesco- vi di questo sagramento. Assisteva-
vili, dalla confermazione in fuori, no ai concili generali, e nazionali,
che da diversi concili era loro vie- avevano voto deliberativo, vi por-
tata. V^. Carol. de Fresne Glossar. tavano i suffragi, sottoscrivevano co-
tom. II p. 547. Il Chardon, Storia me gli altri vescovi come si vede
dei Sagramenti p. 1 2 i De' coreve- in molti concili, ma non è facile
scovi, e loro prerogative, dice, che sapere se godessero tali prerogati-
anticamente i corevescovi o corepi- ve in virtù della loro dignità, ov-
soopi facevano un certo ordine di vero comie vicegerenti de' vescovi,
mezzo tra il vescovato e il sacer- che li mandassero ai concilii, quan-
dozio, e che i corevescovi così chia- do non potevano intervenirvi per-
mavansi per essere destinati alla sonalmente. Una delle loro più ordi-
campagna, cioè alle piccole città e narie funzioni era l'ordinare i chie-
terre dipendenti dalla città vesco- rici minori nelle parrocchie, cioè i
colare cerimonia per la loro ordi- vescovi, foi'se a cagione de! Nova-
nazione, perchè non se ne trova
sì ziani.
vestigio negli antichi rituali e pon- Nel terzo secolo, essendosi molto
tificali, perchè i corevescovi tra
sì dilatato il cattolicisnio, e abbrac-
di noi furono introdotti piìi tardi ciandolo in folla i rustici delle vil-
che nella Chiesa di oriente. Ma da le, i corevescovi si resero in qual-
(juando i corevescovi abbiano co- che modo necessarii, e quindi di
minciato, e finito nella Chiesa , lo molto si moltiplicarono. Due di lo-
andiamo compendiosameHte a dire, x'o si rinvengono sottoscritti fra i
coU'autorità del Chardon, e di altri vescovi del concilio di Neocesarca,
gravi autori. quindici nel Niceno, cinque in quel-
Le prime memorie ecclesiastiche lo di Cappadocia, altrettanti iu
de' corevescovirimontano al princi- Isauria, due in quello di Siria, al-
pio del quarto secolo, ed ai cano- trettanti in quello di Bitinia, ed
ni dei summentovati concilii di Neo- uno nel concilio di Cilicià. Questa
cesai'ea, e di Ancira. S. Ignazio, assistenza de' corepiscopi ai concilii
che parla sovente de' gradi minori fu per privilegio , siccome pure fu
del chiericato, e il concilio di El- accordato in seguito agli abbati mi-
vira, che fece leggi per tutto il cle- trati, ed ai generali degli Ordini
ro, inclusivamente dai vescovi ai regolari. La seconda apologia di s.
)> glino non solo sopra il popolo, rarsi il Tournely, de Sacram. ordì-
}) ma anche sopra il clero, e s'in- nis quaest. VI, p. 216, ven. edit.,
» formino della loro vita, e de' loro come quasi la pensa il citato Chardon.
« uffizi per darne conto al vesco-
i Più comune per altro tra' nostri
» vo. Né questi si scusi con dire teologi è l'opinione , che i corepi-
" che d' uopo non ha di arcipreti, scopi fossero semplici preti : così il
porzioni divisa, la più estesa delle giorno primo settembre 1825. L'i-
muniti di tutto ciò, che può ren- fontana di Crissida, ed alla distrut-
dere una piazza di guerra capace ta città di Chersepoli, non che ai
della maggiore resistenza, principal- giardini d' Alcinoo. Allo zelo di lord
mente dopo le fortificazioni miglio- Federico North, conte di Guilford,
rate, ed erettevi dai fiancesi, e da- devesi la fondazione in Corfù della
gl' inglesi. jEd è perciò, che con ra- prima università greca de' tempi
gione si celebra Corfù, qual mo- moderni. Egli superando insormon-
dello di propugnacoli militari s\ tabili r aprì con sedici
ostacoli ,
cittadelle separate dalla città per tempo. Solo si sa , che nell' olim-
mezzo di una spianata , è la resi- piade XIX, o nell'anno di Roma
denza attuale del governatore, o al- 5i ,
per lo meno l'ampliarono essi
to commissario inglese, giacché Cor- sino aU'ai'ca odierna. Corfù seguì
COR COR 129
la sorte, e le vicende dell'isola, e trasportate dalla fortezza le reliquie^
molte volte venne minacciata dai di s. Arsenio. Il capitolo prima era
turchi , e memorabile 111 1' assedio numeroso, ed ora si compone di
del 1716. I turchi in numero di quattro dignità, la prima delle (juali
quarantacinque mila lo incomincia- è l'arcidiacono, di sei canonici com-
rono il 5 luglio, e lo spinsero vi- presi il teologo, e il penitenziere, di
vamente sino 22 agosto, in cui
ai due mansionari , ed altri preti e
precipitosamente lo abbandonarono chierici pel divino servigio. 11 de-
durante la notte, dopo essere stati cano, eh' è la seconda dignità , è
respinti in ogni assalto. Nel 17 18 parroco della cura della stessa cat-
la esplosione di una polveriera at- tedrale, ove évvi il fonte battesi-
terrò un quartiere della città, cioè male. Egli è ajutato in tal ministe-
il castello vecchio, non che l' arse- ro da un sacerdote. Nella fortezza
nale, e molte abitazioni di parti- vecchia vi è l'altra parrocchia nella
colari, morte di parecchie
colla chiesa della beata Vergine del Car-
persone. Durante la ultima guerra, mine, dove fu istituita una confra-
questa città resistette alle forze in- ternita. La chiesa della b. Vergine
glesi , e non si arrese che nel 1 8 1 4- Annunziata era già appartenente agli
La sede vescovile di Corfù nel- La chiesa della b. Ver-
agostiniani.
1' esarcato di Macedonia , apparte- gine del Rosario è un antico ora-
nendo all'antico Epiro, fu eretta, torio di gius patronato laicale. Lcj
secondo Commanville nel quinto , chiesa della b. Vergine del Tene-
secolo, ed era suffraganea di Le- do apparteneva ai minori riformati.
panto. Ebbe un arcivescovo ono- Nella chiesa di s. Nicolò, appar-
rario di rito greco, residente nel- tenente al comune, si vede il mau-
l'antica capitale dell'isola di Cor- soleo dell'imperatrice Teodora, tras-
fù, chiamata Paleopoli, o Cherso- portatovi da Cipro nel i436. Pri-
poli, sulla riva del mare, con sua meggia però sopra tutte, non solo
cattedrale. Quando la repubblica di fra le chiese della città, ed isola,
Venezia nel i386 s'impadronì del- ma anche fra tutte quelle di Gre-
l'isola e di questa città, vi fece cia, il ricco e celebre santuario, in
porre dalla santa Sede un arcive- cui si custodisce il corpo di s. Spi-
scovo latino, quantunque non vi ridione, vescovo di Tremitunte in
fossero allora di -questo rito, che Cipro , e protettore deila città e
gì' individui veneti. Dipoi furono dell' isola intei'a. Essa è doviziosa
dichiarate suffraganee di Corfìi, le di sagri arredi e suppellettili, ed è
sede vescovili di Zante, e Cefalonia, giuspatronato della nobile famiglia
come lo sono tuttora. I greci di- 13ulgari corfiotta. La diocesi di Corlu
cono che Giasone, e Sofipater, o si estende per tutta l'isola; e la men-
Susipatro, hanno recato nell'isola sa arcivescovile è tassata ne'libri del-
la luce del vangelo. La cattedrale la camera apostolica in fiorini tre-
è dedicata a Dio sotto l'invocazio- cento. Dell' incontro solenne fatto
ne dei ss. Giacomo apostolo il mag'- dagli ebrei all' arcivescovo di Cor-
giore, e di s. Cristoforo. Questo fìi, e molto interessante, se ne trat-
magnifico edificio venne eretto nel ta all'articolo Ebrei, (f^edi).
1670 dall'arcivescovo Labia patrizio CORFU'. Isola del mare Jonio,
vèneto. Nella cattedrale sono state la prima, e la più importante delle
VOL. xvn. 9
,,
attribuendo alla favola un tal no- città capitale dell' isola , che allora
, ,
sero alla protezione delia repub- lo, Giasone, vescovo d'Iconio, e Su-
blicaromana, che già incominciava sipatro vescovo di Tarso. Intanto
a dominare sul mare, la quale an- proseguendo l' isola di Corfù a ri-
che per ispirilo di vendetta contro manere sotto la prolezione dell'im-
gì' illirici , accorse prontamente in pero romano, al principio del greco
aiuto degli alleali. Dopo di aver impero sotto Costantino il grande,
conquistalo Durazzo con tutto l'il- divenne una porzione dell' impero
lirio, romani regolarono col mez-
i medesimo, leggendosi nella storia,
zo del loro console Aulo Postumio che sempre i Corciresi prestarono
lo stato civile di Corfù male ordi- soccorsi all'impero d'oriente contro
nalo nella polizia, nelle leggi, e nei quello di occidente. Continuarono
costumi. Sistemala l'isola in tal essi i loro afifetti verso i greci im-
guisa, potè, mediante l'esercizio del peratori , anche dopo estinto l'im-
suo antico commercio , agevolato pero di occidente con Momillo Au-
dalla marittima situazione, e dalle gustolo, e soprattutto nella spedizio-
forze romane , rimettersi nel suo ne da Giustiniano I diretta contro
primiero lustro. Grati quindi i Cor- i goti invasori , sotto la condotta
ciresi ai romani, fornirono ad essi del gran capitano Belisario. Ed è
continuali soccorsi nella guerra con- perciò che l' isola molto soffrì per
ti'o Filippo re di Macedonia, e nel- Totila re de' goti , dopo eh' ebbe
la Cartaginese contro Annibale, cat- vinto la Grecia, l'Epiro, l'Etolia,
turando le navi, che Annibale spe- e l'Acarnania.
diva al re macedone. Gli abitanti dell' isola di Corfìl
I Corciresi in seguito ottennero rimasero sempre affezionati al gre-
da Giulio Cesare di vivere colle co impero, e quando ai goti suc-
proprie leggi in forma di repub- cessero in Italia i longobardi , al
blica ; ma per avere nel triunvirato cui regno fu contemporaneo l'esar-
prese le parli di Marc' Antonio, fu- cato orientale, e ai tempi di Era-
rono poi dal vincitore Ottaviano clio, e di Costante suo nipote, in
Augusto assediati e soggiogati, dalla cui fu saccheggiata 1' isola dalla
libertà passarono alla schiavitìi, ed flotta saracena, che poi mosse con-
,
side greco, sebbene avesse i propri al suo figlio Niceforo. Frattanto l'im-
magistrati, e le sue leggi munici- perator Baldovino scacciato daCostan-
pali. I mostrarono molto
corfìotti tinopoli, fra i molti principi ai qua-
à
COR COR i33
tretlanli nobili italiani esigessero un suo naviglio all'isola, fu accolto
protopapa, a cui appartenessero le dagli abitanti, che in pieno consi-
controversie del rito greco. In tut- glio vollero farsi sudditi del vene-
ta l'isola distrilnù il re Carlo di- todominio, e ai 10 maggio, o, co-
gnità ecclesiastiche, e fece fare al- me altri dicono, nel giugno i386
tri otto protopapa pei greci. inalberatasi in tutta l'isola la ve-
Dopo lo stabile accpiisto dell'iso- neta bandiera, consegnate nella chie-
la di Corfù, Carlo s'impadronì di sa di s. Francesco al capi tano le
i34 COR C () I\
entrò nel canale, ove seguì aspro bagaglio, le vettovaglie e sino degli
combattimento colla peggio dei tur- animali, Questo fatto dai buoni
chi, i quali non lasciarono di far cristiani venne attribuito al patro-
danno ai veneti, che introdussero cinio della B. Vergine Maria, e di
nella città di Corfù il provveditore s. Spiridione, e da ahi'i alla stre-
crociati sopra i frutti de' beni ec- militarmente occupata. Nel 1799 la
clesiastici del suo regno. Lo stesso flotta combinata dei turchi e dei
soccorso il re mandò nell'anno se- russi forzò l' isola a capitolare , e
guente sotto il comando di Men- fu riunita alle altre isole Jonie, che
doza, col quale Clemente XI si si costituirono in repubblica detta
congratulò per le vittorie riportate Settinsulare. Dopo la battaglia di
sugi' infedeli nel mare Egeo. Cosi- Marengo Bonaparte sottomise Cor-
mo III, granduca di Toscana, inviò fù, colle isole compagne alla pro- ,
in aiuto de' veneti quattro galere, tezione della Francia, che ne con-
il pei'chè fu ringraziato dal Ponte- servò il dominio sino al 18 4- In-
1
e del mondo 2597. Fu chiamata ebbe pur parte nelle sciagure della
meno , ed Aristodemo
Creofonte ,
dire, che quel metallo tanto cele-
circa cinquantacinque anni dopo la brato, e conosciuto sotto il nome
presa di Troja. Alete vi si stabilì di metallo di Corinto, non era co-
nel ii3o innanzi Gesù Cristo, re- me credesi che un amalgama dei
gnò trentacinque anni, ed ebbe per metalli preziosi fusi da quell' incen-
successore Issione. Si contano do- dio. Giulio Cesare fece riedificare
dici re di questa famiglia nel pe- la città, e mediante una colonia
riodo di trecento e ventitre anni, romana la ripopolò. Quindi passò
che vi regnarono. Verso l'anno 807 al dominio degl' imperatori di o-
avanti Gesù Cristo venne istituito r lente, e della repubblica di Vene-
un magistrato annuale col nome di zia, alla quale nel i458 la tolse
Pritano, Prytane. Neil' anno 658 Maometto II imperatore de' turchi.
della detta era, Cipselo, e poscia Di poi fu riconquistata nel 1687
Periandro suo figlio , usurparono dai veneti, dopo la vittoria ripor-
una specie di signoria sui corinti. tata da essi a Patrasso. Il coman-
Corinto ebbe una gran parte nel- dante turco, perduta la battaglia,
le guerre, che si fecero in Grecia. si l'itirò in Corinto cogli avanzi del-
Ercole Attico ( fra le quali primeg- lungo sarebbe il descrivere tutti gli
giavano quattro cavalli tutti dora- altri templi, e le statue, che ammi-
ti, ad eccezione dei piedi ch'erano ravansi dentro e fuori della città,
d' avorio ), oltre molte statue pre- il cui sobborgo detto il Craneo,
ziose. Uno dei lati della strada, rinchiudeva un bosco di cipressi.
che conduceva a tal tempio, era Corinto, una delle più importan-
fiancheggiato da statue di atleti ti città per antichità, per situazio-
vittoriosi ne'giuochi istmici, e l'al- ne, per la cittadella, pe'suoi porti,
tro lato lo era da una linea di pi- per le sue ricchezze, pe'suoi famosi
ni. La Diana di Efeso stava nella monumenti delle arti, non meno che
pubblica piazza, con altre due sta- per le sue vicende, produsse nomi-
COR COR iSg
ui celebri nelle arti, nelle scienze, e bato non lasciava di recarsi alla
patrizio di Milano, nacque nel 1664. della statua equestre del re Gior-
Ottenuta la laui-ea di giurispruden- gio II, e le caserme. Il porto di
za nel 1686, fu ascritto tra gli av- Cork è rinomato per la sua sicu-
vocati ; e poi passato a Roma sot- rezza : i forti di Carlisle, e di Cam-
to Innocenzo XII nel 16945 divenne den ne difendono che è l' ingresso,
avvocato concistoriale. Successiva- lungo, e stretto. Da ultimo venne-
mente percorse una onorevole car- ro fortificate le isole di Spike, e di
riera prelatizia, e venne arricchito Haulbowline, che stanno in vicinan-
di ecclesiastici benefici. Nel maggio za . Cork ha inoltre Tarsenale, i
del 1
7 5 sotto Clemente XI
1 fu cantieri da costruzione, una borsa,
eletto votante di segnatura, quindi società di dotti, e molti stabilimen-
divenne uditore di rota, e poi de- ti di carità. Questa città fornisce
cano degli stessi uditori. Fu anche carni salate a quasi tutte le flotte
reggente della penitenzieria, e nel mercantili, e di guerra dell'Inghil-
1734 governatore di Roma. Final- terra. Molte case bancarie ricchis-
mente in premio de' suoi meriti sime facilitano il commercio , ed
Clemente XII, i5 luglio del 1789,
a' ivi risiedono molti consoli stra-
lo creò Cardinal diacono di s. A- nieri. La città manda due membi-i
driano; lo ascrisse alle congregazio- al parlamento, e il numero de'suoi
Venezia nel i524, ventiquattro an- ceva senza mai lamentarsi. Morì a
ni dacché era Cardinale e fu se- , Viterbo nel i534> mentre era dive-
polto in chiesa di s. Giorgio Mag- nuto vescovo di Palestrina, dopo esser
giore, o, secondo altri, del ss. Sal- concorso all'elezione di Paolo IH,
vatore. di sessantacinque anni, e sette di
CORNARO Fbancesco, Cardina- Cardinalato, e fu sepolto a Venezia
le.Francesco Cornaro nacque nel in chiesa del ss. Salvatore, o in s.
bene non ascritto alla cheiicale mili- nalato. Ebbe sepoltura in chiesa di
zia, perchè non si dubitasse della va- s. Giorgio maggiore a Venezia, nel-
. lidità di sua promozione alla sacra la tomba de' suoi antenati.
porpora, il Papa pubblicò un bre- CORNARO Luigi , Cardinale.
ve a confermarlo Cardinale. Dottis- Luigi Cornaro, nipote di Caterina
simo eh' era neU' idioma del Lazio, regina di Cipro, e veneto patrizio,
parlava francamente latino, ed i suoi nacque nel i5i6. Fu gran priore di
pareri nei concistori si tenevano per Cipro, e arcivescovo di Zara, e da
oracoli. E a notarsi che quantun- GiulioIII a' 20 dicembre del i55i
que nella prima sua età non avesse venne creato Cardinal diacono di s.
applicato alle lettere, datosi poscia Teodoro. Poscia ebbe da Pio IV
con impegno allo studio acquistò r amministrazione della chiesa di
vaste cognizioni. Preservò il suo greg- Bergamo nel dominio veneto; e nel
ge dalla eresia, che infestava la Ger- i56o quelle di Treguier nella Bret-
mania, e la Rezia. Tormentato da tagna, e di Trah nella Dalmazia ;
acuti dolori di nervi, dovea recarsi indi presiedette alla congregazione
,
minò di vivere in Roma a' 29 mar- tembre dell' anno 255 ; le sue
zo 789. Le sue esequie decoro-
1 spoglie mortali furono trasportate
samente, giusta il costume, furono in Roma, e sepolte nel cimitelo
celebrate nella chiesa di s. Marco, di Calisto; indi nella chiesa di s.
degli Ottavi, o sia de' Corneli, fu propria fede che chiunque giurasse
;
l'anno 214. Per questa sua esal- aver compilo quattordici unni. In
COR COR 147
(lue ordinazioni neldicembre s, Cor- Cornuetum, Castrimi Inuì e Ca-
nelio creò sette, ovvero otto vesco- strimi Novuììi. Questa città fu edi-
vi, uno o quattro preti, due o quat- ficata tre miglia lungi dal mare me-
tro diaconi. Governò la Chiesa luj diteri'aueo, su ridente collina sulla
anno e più di quattro mesi, e dopo riva sinistra del fiume Marta, e po-
la gloriosa sua morte, vacò la sede co distante da quella destra del
un inese,e cinque giorni. P^. il Til- Mignone, ed in mezzo ad altre fe-
lemont, Hisl Eccl. tom. Ili, p. 470. lacissime colline, il cui poco salu-
CORNELIO D^LLA Pietra. Cor- bre clima è oggi notabilmente mi-
neliusa Lapide. Scrittore e teolo- gliorato, per le vaste piantagioni e-
go del secolo decimosettimo nato , seguite. Si ritiene abitata dai nuovi
a Buckhot, diocesi di Liegi, l'an- Gravisciy che abbandonarono l'anti-
no 1 566. Fece professione religiosa ca sede. Dall' essere dedicata nei
nella compagnia di Gesù , e quivi remoti tempi a Pane, eflSgiato colle
si consacrò alio studio delle lingue, corna in fronte, alcuni dicono che
e della santa Scrittura. Riuscì in prese il nome che tuttora porta.
breve mirabilmente, ed accoppiò a IMoltissime ed importanti antichità
quelle scienze una profondità di fi- etrusche si sono rinvenute nei suoi
losofia e di teologia. Per più di dintorni, principalmente nelle grot-
venti anni insegnò nella scuola di te tufacee, e nelle diverse tombe
Lovanio con molta celebrità e in , nel vivo masso incavate, massime in
Roma poscia per molto tempo si quelle esistenti nel fondo apparte-
occupò dar lezioni di sacra
nel nente alla famiglia Marzi di Corne-
Scrittiua. Iviebbe l'altissimo inca- to. Tali monumenti probabilmente
rico di predicare bene spesso di- appartengono alla famosa città Tar-
nanzi il sommo Pontefice, del qua- quiniuni, che fondata da Tar-
dicesi
le godeva tutta la slima. Corsa la conte, e dalla quale ebbero origine
vita nelle fatiche, e nell' esercizio i romani Tarquini. Se ne veggono
d'una maschia virtù, morì in Ro- gli avanzi al nord est nella distan-
ma il 11 marzo 1627 in odore di za di due leghe, noniinandosi cor-
santità; j)€r la qual cosa il cada- lottamente il luogo Tarchina. Cor-
vere di lui venne depositato in un neto si può dire figlia ed erede di
sito separato pel caso , che volen- quella antica Lucumonia, giacché
dolo Dio glorificare, si fosse dovuto la vasta necropoli dei Tarquini, e
fare il processo delle sue virtù, per le antiche tombe, continuano sino al
poi proporlo alla venerazione dei suolo ove sorge questa città di Cor-
liideli. 1 suoi scritti sarebbero sta- neto. La importanza di Corneto si ri-
approdò la galera pontificia. Dal padi- feste del santo Natale. Quindi nel
glione sontuoso, e magnifico alzatogli gennaio 1377 partì da Corneto, e
in isponda del mare, fece Urbano per mai'e si recò ad Ostia e poi ,
LEXSI PATRIARCHAE Al.EXAMlRINO TER- doti egli morì nel 1587 in età d'anni
TIO AB ROMXJLO ROMANAE URBIS PA- cinquantasette non senza sospetto
RENTI. Il medesimo senato, in ri- di veleno, e fu sepolto nella chiesa
guardo del Vitelleschi , aggregò i de' minori osservanti, dove alla sua
cornefani alla cittadinanza roma- tomba si leggono meritati elogi. Un
na, e stabiPi che nel giorno di s. monumento d' onore gli fu eretto
Luigi, nel quale il Vitelleschi ave- anco nel chiostro della chiesa di s.
"viò a Corneto, ove due miglia di- notabili della città, gl'individui del-
stante dalla città venne incontrato le diverse comunità religiose, ed al-
dal Cardinal vescovo, e dalla civi- tri. Uscito dall' episcopio, Gregorio
ca deputazione. Il Pontefice fece XVI visitò il monistero delle bene-
montare nella propria cari'ozza il dettine, e quello delle passionisle,
Cardinale, e giunto in breve distan- nei quali ammise al bacio del pie-
za dalla porta Urbana, detta Mad- de sì le monache che varie signore
dalena, fu circondato da un drap- della città. Entrato nella pia casa
pello di ventolto scelti giovani , i di penitenza, il Papa s'informò dello
quali vestiti tutti di nero , e cinti stato , e del trattamento de' dete-
con fascie di velluto cremisi, do- nuti, e poscia fece ritorno a Civi-
mandarono, ed ottennero il permes- tavecchia. Nel dì seguente, 2 3 mag-
so dal santo Padre di staccare i gio, nel porto di Civitavecchia s'im-
cavalli alla carrozza. Di fatti fra il barcò nel battello a vapore // Me-
rimbombo de' mortari, e le accla- diterraneo, di bandiera francese , e
mazioni dell' esultante popolazione, facendo volta alle saline di Corne-
lo condussei'o avanti il duomo, pre- to , andò a visitarle dopo esse-
ceduti dalla civica banda musicale. re disceso porto-Clementino. Os-
al
Spalliere di verdura aprivano l'in- servò l' utile stabilimento forma-
gresso alla porta della città, innanzi to, sotto Pio VII
come dicemmo,
alla quale un monumento , a for- con disegno, ed esecuzione di Giu-
ma di arco trionfalesormontato dal seppe Lipari, il quale trovandosi
pontificio stemma, era stato innal- nel luogo potè avere l' alto onore
zato con analoga iscrizione. Sulla di corrispondere alle sovrane ricer-
piazza di s. Marco altro più grande che, quindi fece ritorno al porto.
,,
so di tempo cessando Corneto di es- rico di essi stanno i pesi tutti del-
sere seggio vescovile, fu incorpora- la manutenzione della chiesa, delle
ta alla diocesi di Viterbo, finché suppellettili sagre , cera , chierici ,
il Pontefice Eugenio IV, con due inservienti, e tutto altro che possa
bolle del 5 dicembre i436, che occorrere al sostenimento, e decoro
incominciano: la suprema dignitatis, della medesima. Essi soli trattano
e . . . Sacrosancta Romana Ecclesia, gli affari capitolari, e perciò emet-
per le premure specialmente del tono il loro voto pei rescritti
le, oltre la quale vi sono nella cit- Fulvio Cernia (della) nacque a Pe-
tà altre quattro parrocchie, con rugia da nobili genitori nel i5i7,
cinque conventi di religiosi, e due ed ebbe Giulio III a zio materno.
monisteri di monache , in uno a Professò nella religione de' cavalieri
diverse confraternite, conservatorio, di Malta; poi divenne arciprete di
ospedale, e monte di pietà. La chie- Perugia ; quindi nel 55o vescovo 1
ili sospetto fautore degli spagnuoli, Corisopiluni del medio evo e se- ,
capitale del paese di Cornovailles, tata da uno dei canonici. Nella cit-
ossia Cornovaglia. Gli inglesi, au- tà vi sono due altre parrocchie,
siliari duca di Monfort, l'asse-
del munite del sagro fonte; vi sono
diarono senza efietto , né si arrese ancora i religiosi delle scuole cri-
se non dopo la vittoria del Mon- stiane, due seminari e l'ospedale.
fort. Carlo di Blois vi esercitò nel L'episcopio è un decoroso edifizio,
1345 le più atroci crudeltà, per e rimane vicino alla cattedrale. Il
Gli scanni, o stalli, alti e più di- trava ad incensare 1' altare.
stinti del coro, sono occupati dai Dal coro debbono essere escluse
canonici, o piiraaii religiosi, o mo- le persone laiche, secondo le costi-
nache. Gli altri stalli sono occupati tuzioni apostoliche, I. 2. cap. Sj.
dai beneficiati . chierici , ce. come Che se poco avesse importato il to-
dai novizi , e dalle novizie, dai con- gliere tal confusione, come riflette
versi, e dalle converse. Kelie pri- il citato Macri, i primi padri non
mitive chiese, dopo la nave^ se- avrebbero fatto il riparo de' can-
guiva il coro, il quale era separato celli , de' quali si fa menzione nel
dalla nave medesima, con una o concilio di Calcedonia; il perchè
più balaustrate, ed era il luogo dei grandissimo privilegio era quello del-
ministri del sagro altare. Dal>coro l' eminentissimo gran maestro della
era separato Buina, ovvero il il sagra religione gerosolimitana , il
Santuario con un tavolato, nel qual quale nel tempo de' divini officii
tavolato erano tre porte, e la mag- risiedeva in Malta nel suo trono
giore era detta Santa. Così il Ma- sotto baldacchino dentro il pre-
il
zione. Vero è però, che il Curopo- gnifica se non che non vi è prova
lata rifeiisce, che in Costantinopoli più antica di tal divisione: allora
1 imperatore nel giorno della sua fu circondato da una balaustrata
coronazione poteva entrare in detto ed anche da un velo, o cortina, che
luogo, ove riceveva la comunione, a privasi dopo la consagrazione. Nel
come i sacerdoti, e nel giorno di Xli secolo fu chiuso con un muro,
, ,
ad imitazione del coro degli angeli stampò nel 1589 con questo ti-
in Cielo: « Choriis dicitur a concor- tolo: Directoriuni chori ad usimi
j» dia canentium , sive a corona omnium ecclesiarum, tam cathedra-
-•5 circumstantium. Olim namque in lium quam collegiatarum nuper re-
» niodum coronae circa aras can- slitutum, et mene secundo in luceni
» tantes stabant; sed Flavianus, et editimi opera etc. Sette edizioni fu-
» Diodorus episcopi choros alterna- rono fatte di questa opera dal 589 1
Sb'asburgo sia uno de' più distinti le assemblee , in cui si trattano af-
capitoli della cristianità, per l'alta fari di disciplina interna, e di am-
nobiltà de' suoi membri, per le dis- ministrazione dei beni. Tre altri
tinte prerogative clic gode, pel nu- deputali sono aggiunti , il secondo
mero del clero, con cinque gran de' quali fa le veci di segretario. Le
dignità, la prima delle quali è il prebende del gran coro si compon-
gran prevosto, che ha la prima se- gono di benefizi canonicali; e quelli
dia nel coro. IVè riuscirà discara che ne sono titolari, godono, come
una breve descrizione, come del i canonici della cattedrale, de' pri-
celebre suo gran coro, il santo Eu- vilegi de' canonici in coviilatu , dei
rico I imperatore, edificato della vescovi, e dei commensali della casa
compostezza e divozione colla qua- del re. Essi sono collatori, patroni,
le i canonici celebravano in coro e curati primitivi della cura della cat-
r ufiìzio divino, accrebbe le rendi- tedrale, la prima della diocesi, e
te dei canonicati, e ne fondò una alla quale andava un tempo unita
con ricca prebenda, per quello che la dignità di primo arciprete, e di
in suo nome facesse il servizio gran penitenziere. Essi fanno in ogni
divino. Nel secolo XIII quando
,
tempo, e nelle feste più solenni
i canonici nobili si separarono da- tutto il servizio canonicale , sì in
gli altri, prebenda di san En-
la coro come all'aitar maggiore, eh'
rico I divenne una prebenda del oiììziato da essi soli , esclusi tutti
gran coro, sotto il titolo di pre- gli altri canonici, ed ecclesiastici
benda del re del coro. Sino al stranieri, di qualunque dignità sie-
detto secolo fu conferita quella no essi rivestiti. Essi hanno ezian-
prebenda dagli imperatori, ma do- dio il diritto di assistere il vescovo
po il detto secolo è del gran quando oflìzia nella cattedrale. As-
prevosto. Il gran coro poi, detto sistono anche per mezzo de' loro
Sunimiis choms negli antichi ti- deputati ai sinodi della diocesi , e
toli , è tanto vecchio quanto l' isti- alle altre assemblee generali del
tuione de' chierici, che si raduna- clero. Le prebende del gran coro
vano primi vescovi di
presso i sono oggidì in numero soltanto di
Strasburgo. Egli forma, unitamente venti , e non vi può essere eletto
al gran capitolo, il clero primitivo chi non ha gli ordini sagri. Elle
delia città, quantunque sia distinto, non sono soggette ai mesi di riser-
e interamente separato da quello. va al Papa pel concordato germa-
E da sé stesso inoltre un corpo col- nico. I collatori le conferiscono in
h'giale con lutti i diritti, qualità, e ogni tempo; ma i titolari di queste
prerogative che competono ad un
, prebende possono peruìularle, o ras-
capitolo. Il gran coro ha il suo segnarle in corte di Roma. Il re ,
sigillo particolare, le armi, gli ar- come successore dei diritti degl' im-
chivi, i protocolli, la massa comu- peratori , esercita sopra di esse, come
ne, in fine la libera amministrazio- anco sopra tutti i capitoli di colla-
ne dei suoi beni e delle sue ren- zione ecclesiastica, il diritto delle
dite, separate da quelle del gran ca- prime preci, o preci primarie, e di
pitolo. I mcndjri del gran coro eleg- lieto ingresso, oltre alla prel^enda
^"iio tra essi un rapo sotto il uo- reale, il titolare della quale è detto
VOL. x\u. I I
, ,,
COR.O DEGLI Angeli. Per quanto mente agli uomini forti, come '\n\
sterminato sia il numero degli An- alcuni luoghi delle sacre pagine.
geli, non avvi fra loro né disordi- La sagra Scrittura non attribui-
ne, né confusione ; che anzi vi i e- sce altro nome agli angeli, fuorché
gua una dolce armonia, un ordine quello di spiriti. L' esistenza degli
mirabile, una graduazione meravi- angeli è articolo di fede, ed è tuttai
gliosa attesa la classilìcazione delle appoggiata e ai diversi luoghi della!
gerarchie, e loro cori rispettivi. Vi Scrittura in cui se ne pai-la, ed al-
sono tre gerarchie, ed in ciascuna l'autorità dei padri, e della Chiesa.
di esse tre ordini, e cori di angeli. La Scrittura però non ci dice iuj
Ma per meglio j)rendere de' cori qual tempo gli angeli sieno stati
degli angeli una idea, non riuscirà creati, né i santi padri sono in tal
moni, cioè quelli che sonosi eter- principati per la loro superiorità sui
namente perduti per oigoglio, per cori inferiori : gli arcangeli perchè
amor d'indipendenza, per fidanza sono destinati all'esecuzione di cose
neir eccellenza loro, per la cieca lo- le più importanti, e pei'chè vegliano
ro arroganza di avere voluto ga- sui semplici angeli ; gli angeli sem-
reggiare con Dio : Ascendani suptr plici perchè annunciano, ed esegui-
altilndinem niibium, siinitis ero Al- scono le cose meno impoitanti, se-
tissimo; parole, che il profeta Isaia condo l'ordinaria disposizione della
pone in bocca a Lucifero, primo divina Provvidenza verso gli uomi-
fra gli angeli ribelli. In quanto al ni. Gli angeli poi non solo sono
numero de' cattivi angeli, esso è classificati secondo la diversità delle
inferiore a quello dei buoni, secon- loro condizioni, e della loro digni-
do la comune opinione: i cattivi tà, ma bens\ dietro ancora quella
furono qualificati per ispiriti male- delle loro incumbenze , e del loro
fici, gli angeli fedeli, per ispirili ministero ; dappoiché è di fede che
buoni. Dio spedisce gli angeli ad annun-
Venendo ai cori, gerarchie , ed ciare agli uomini la sua volontà, e
ordini degli angeli, giusta il senti- che se ne serve nel governo del
menlo de' padri, e de' teologi, sono mondo. L'arcangelo Ralfaele fu spe-
distribuiti essi in tre classi, e cia- dito a Tobia per accompagnarlo
scuna in Ire ordini. La prima ge- nel viaggio ; l' arcangelo Gabriele
larchia è dei serafini, dei chcruhi- fu spedilo a Maria per annunziar-
itij e dei ironij la seconda com- le il mistciu dell' incaruaziuuc del
i64 COR COR
Verbo Questo è ciò che
divino. Gabriele viene dalla Chiesa celebra-
chiamasi missione, o messaggio, os- ta ai 18 marzo, e quella dell'ar-
sia impiego degli angeli in alcuni cangelo s. Raffaele ai 1^ ottobre.
ministeri a favore delle creatui'e V. Michaelis Syncelli, Laudatio in
inferiori, per ordine di Dio. I teo- ss. Dei archangdos, angelosque, in
logi ne distinguono di due sorta ; tom. I, Andari novi Comefisianij
r una invisibile, visibile l'altra. L'ar- p. i5iQ; Ludovici Pittorii, in Coe-
cangelo s. Michele è riconosciuto lesles archangelos Hyninicae Ceniti-
secolo in poi, e nella Puglia già era randoci di evitare le cose nocevoli, e
stabilita nell'anno 49^- Benché s. mettendoci al coperto de' mali pros-
Michele sia nominato solo nel ti- simi a Questo tratto di
colpirci.
tolo di questa festa, dall'orazione Provvidenza divina è il fondamento
però della Chiesa apparisce esserne di quella carità, e di quella gioia
oggetto tutti i santi angeli, il cui reciproca, che regnerà eternamente in
culto è appoggiato alla tradizione cielo tra gli angeli e gli eletti. La fede
delia Chiesa, come quelli che pre- c'insegna avere Dio posto un angelo
sentano le nostre preghiere al tro- particolare alla custodia di ciascuno
no di Dio, e ne riportano grazie, de' suoi servi. La Chiesa non si è
e favori. La festa dell' arcanirelo s. spiegata apertamente circa i pec-
COR COR i65
calori e gl'infedeli, ma i più celebri per farci cadere, e per perderci eter-
dottori sostennero sempre ch'essi namente : ma Dio non manca di
avessero ciascuno il loro angelo opporre loro i suoi buoni angeli,
guardiano, la quale opinione, av- a cui commette la cura di nostra
valorata pure dall' autorità della difesa. Si dà alcuna volta il nome
Scrittura, è s"i solida e universale, di Lucifero al principe degli angeli
da non potersene contrastare la apostali e ribelli, ritenuto da al-
lare,che hanno ricevuto nel loro na- da parte loro vengono in nostro soc-
scimento, ne hanno di una sfera più corso, ci proteggono dagli assalti, con-
nobile per dirigerli in ciò che siderando che saranno nostri compa-
concerne l'uflìzio della loro cari- gni in cielo, come sono nostri fratelli
ca, e quindi lo hanno i Papi, i in virili dell'adozione divina. Laonde
sovrani , e generalmente tutte le dobbiamo ed onorare il
rispettare,
persone poste in eminente dignità nostro angelo custode, come vero
tanto ecclesiastica, che civile. amico e protettore polente, e col-
I demoni, siccome ripieni di ma- l'evilare il peccato, saremo degni del
lizia, e di odio contro di noi, si suo patrocinio. Neil' anno i6o5^
occupano costantemente dei mezzi Paolo V istituì la festa dei ss, an-
tR^ roti ror.
geli custodi, e ad istanza dell'im- Maria della Pietà in Roma in piaz-
peratore Ferdinando JI, concesso za Colonna, che diede occasione ad
dipoi che negli stati a lui soggetti una lettera «li monsignor Frsince-
se ne facesse a'2 ottobre l'uffizio e sco Bianchini, scritta a Papa Cle-
la messa. Clemente X, con decreto mente XI, e inserita nel t. II de-
de'i3 settembre 1670, lo estese di gli Opuscoli.
precetto alla Chiesa universale, con- Nel Pontificato di Paolo 111, ed
fermando in pari tempo il s. Ar- ai 4 febbraio 1544? sotto la cap-
cangelo Michele in protettore del- pella di s. Petronilla nella basili-
l'Ordine dei minimi o Paolotti, co- ca vaticana, fu trovata una lamina
me lo è di altri Oi'dini religiosi. d'oro dentro il sepolcro di Maria
V. Tommassini de feslis lib. II, cap. figlia di Stilicone, destinata sposa
XXII, n. I I, e Lambertini De ca- all'imperatore Onorio, di che fan-
nonizatione Sanctorum lib. IV. par. no menzione il Surio, e il Fauno
II, cap. XV. All'orazione Jngele Dei, rifeiiti dal Baluzio nel tom. II ca-
colla quale implorasi il patrocinio pii, col. II 25; il Ciampini de sa-
del proprio angelo custode , Pio VI cris aedijiciis, tom. I, sess. XII ; il
ne, secondo Giuseppe Ebreo ( come fece Giulio del Pozzo, riportata nel-
si può più ampiamente riconoscere r Appendic. Veron. Jiidic.
Colleg.
dalle annotazioni del Serrarlo, e del Advoc. p. 280, e dal Mazzucchelli
Binio, riportate dal Labbè nel tom. nel tomo li, par. 1980,
Ili, pag.
VII, p. 3o8), tali angeli, Uriele, Sa- chiamasi Zephirici. nomi- V. il
pitolo Sg parla eziandio del VII cori degli angeli ; capriccio, e strana
cielo dicendo: 11 trono di Dio è novità impropriamente usata dalla
situato in questo supremo cielo, ove bizzarria de' pittori, e rilevata an-
avanti la gloria della sua maestà che dal Pellettier nella Dissertazio-
i cherubini battendo le loro sei ali ne sopra gli errori dei dipinti, Me-
non cessano di cantare Santo, Sazi- inoric de Trevoux, anno XI, se pu-
lo, Santo, il signore Iddio Sabaoth. re questa non fu invenzione del
V. Trisagio angelico . Disse poi cav. d' Arpino. V. Pompeo Sar-
.
le, che il vocabolo di corona pro- quale sotto i Cesari scrisse le Inter»,
venga da Corno, perchè le antiche pretazioni dei sogni. Quindi dalle|
corone terminavano in punta, ed corone dei re sembra, che avessero
esse erano indizi di potere, di di- luogo quelle punte, che ora si veg-
gnità, di autorità, e di impero. gono, e corna in origine, dappoiché
Nella sagra Scrittura i vocaboli di nelle corone ducali ec. o non ,
cornu, e cornua sono pigliali tal- si veggono del tutto tali punte,
volta per indizio della dignità rea- oppure si veggono alquanto spun-
le, e nella hanno
lingua ebraica tate, quasi indicando, gloria o po-
lo stesso Qualche volta
significato. tere limitato, e subalterno. La piìi
Paniele nel e. 7 esprime grandi i prime corone non erano che fa-
,
ciò. Negli antichi costumi passò an- ta della casa, ove succedeva il ma-
che in proverbio, che il dare la co- trimonio. Gli amanti ancora costu-
rona ad una fanciulla, valeva quan- mavano di coronare le porte delle
io il maritarla. Osserva il Donati, loro amate. La corona era di la-
De dillici degli antichi,
173, pag. na alla nascita di una bambina,
che siccome usavasi porre alla por- mentre la convivale era destinata
ta degl' infermi un ramo d'alloro, a' banchetti, edera prima di lana,
rano dai gentili poste ai loro mor- accordava anche agli schiavi, ed ai
ti, ed ai loro dei. Tolto però che piigionieri di guerra. Nei funerali
fu il pericolo, e lo scandalo della i romani coronavansi di cipresso. [
idolatrica superstizione, cominciarono cadaveri loro erano pure ornati di
i cristiani a spargere i liori sopra corone formate di i-auii verdi a-
i sepolcri de' loro morti, per dimo- vanti che fossero seppelliti. Allor-
strare l'amore, che portavano loro, ché un cittadino aveva ottenuta
ed il cordoglio, a che seguivano una corona nei pubblici giuochi,
provare per la loro perdita. Ed è questa gli veniva collocata sul ca-
perciò, che vediamo cosperse di fio- po durante 1' esposizione del cada-
ri le coltri ove si pongono i ca- vere, e durante il seppellimento.
daveri dei ftmciuUi, e delle vergini, Sì adornavano pure i sepolcri di
e vediamo il capo di queste coro- corone, soprattutto di gelsomini^ di
nate con ghirlande di diceria fiori, gigli, di amaranti, di rose, e di
di Sicione si distinse talmente nel- altri fiori di color bianco, o pur-
le corone di fio-
l'arie d'intrecciare pureo.
ri, che ne fu riguardata come l'in- Presso gli stessi Romani si accor-
ventrice. Il Sarzana, della capitale davano corone come ricompense mi-
de Tnscaniensi, a pag. 286, dice litari. La corona castrense si dava
che i campagnoli etruschi erano a colui, che primo era penetrato nel
»isi a tener cinte le tempia di co- campo nemico. Essa aveva la figu-
rona, e andavano colla chioma cir- ra di un vallo, vale a dire delia
condata di serto indicante il parti- palizzata, che circondava il cainpo.
colare esercizio di ciascheduno. Laon- Ne' primi tempi si faceva di foglie
de i pastori di armenti solevano di alberi; in appresso si fece di
comparire coronati di quercia, o oro. Gli antiquari non concordano
d'elee, i caprari d'edera o di gi- su questo punto, se la corona ca-
nestra, i mietitori, di spighe o di strense, e la corona vallare, sieno
papaveri, i falciatori inghirlanda- la stessa cosa. L' azione di assedia-
vansi di fieno, e così ciascuno col re una o di circondarla di
città,
distintivo della propriacorona rap- soldati, era chiamata corona cìnge-
presentava in fronte la sua profes- re iirheni. La corona murale era
sione. Si usarono egualmente le data dal duce a colui, che il primo
corone per onorare le statue, e in- aveva scalate le mura di una città
dicare le immagini degli dei, di- assediata. Essa era d'oro, ed aveva
stinguere i saceidoti nei sagrifizi, e la figura de' merli di un muro di
coronare anche gli altari, i templi, cileni to. La corona ci\'ica era la
le porte delle case, i vasi sagri, le pili grande ricompensa militare, clu;
vittime, le navi ec. Di là si passò accordavasi a colui, che aveva sid-
ad incoronare i poeti, coloro che vata la vita di un cittadino, ed era
riportavano la vittoria ne'giuochi so- di foglie di quercia, per cui ci-a
lenni della Grecia, e i guerrieri, che cliiamata cjiiercus cÌk'ÌUs, la quercia
, ,
mi d' alloro ,
per indicare eh' egli oro si chiamava auriun coronariiun,
era il salvatore perpetuo de' suoi oro di trionfo. Durante la marcia
concittadini, e il vincitore de' suoi trionfale, uno schiavo pubblico te-
nemici. Siffatta distinzione fu pure neva questa corona al di sopra del
accordata all' imperatore Claudio. la testa del duce trionfatore. Qual
Sulle medaglie Augusto trovasi
di che volta sul carro dietro il duce,
qualche volta una corona civica col-
r iscrizione: ob cives seìvalos, per
avere salvata la vita
si collocava la statua della Vittoria
che teneva la corona in una mano.
Talvolta anche i cavalli del vinci-
i
a' cittadini , e
questa era un'allusione alla pace tore erano pure ornati di corone.
venduta all' impero. Tra le diverse altre specie di co-
La corona navale era la più con- rone, alcune delle quali erano di
siderata dopo la corona civica, e si metallo, faremo menzione della co-
dava a colui, che in un combatti- rona degli Agonoteti quella di cui ,
mento navale saltava pel primo ciano fregiati i giudici ne' pubblici
sopra una nave nemica, e se ne im- giuochi, soprattutto ne' giuochi olim-
padroniva. Essa era composta di pici. Le corone, che i vincitori ot-
becchi, e di punte (rostra) di nave, tenevano a guiderdone in que'giuo-
ed è perciò che chiamavasi Co- chi, erano di ulivo silvestre. Ne'giuo-
rona rostrale, Corona roslrala. Al- chi pitici esse furono da prima di
cuni scrittori nullameno fanno una elee, in seguito di alloro. Ne'giuochi
distinzione tra queste due corone nemei furono dapprima di ulivo
ma non si sa con quale fondamen- in appresso di appioriso ; ne'giuochi
to, poiché non si conosce nella sto- istmici si formarono da prima di
ria l'omana che un solo esempio [)ino, poscia di appio secco, e final-
della corona rostrale, quella di una mente ancora di pino. Delle coro-
corona accordala da Augusto ad nazioni seguite in Campidoglio dei
Agrippa dopo la battaglia navale poeti, con corona di alloro, si
colui che ne aveva promessa la li- Cancellieri nel suo Mercato a |>.
,
sa, unito al lauro della poesia. Dice delle perle, e gemme, secondo le
inoltre, che il poeta Girolamo Brit- diverse nazioni; né deve tacersi che
tonio da Sicignano, fu coronato di sovente l'arbitrio, la vanità , ed il
ed un boschetto dai cui verdi lauri elo, non che Giovanni Valenti chia-
toglie vasi la fronda, con che cinge- mato il prete ardeatiuo, malviventi,
vasi la Ironie dei migliori poeti; o- e capi di sicari, nei pontificali di
nore, che toccò in sorte anche a Gregorio XI 11, e Sisto V infesta-
Marco Sabellico. rono lo stalo pontificio, ed ebbe
La nobiltà sino dai tempi in cui il secondo la meritata punizione.
si stabifi la feudalità, pose sui suoi E siccome egli intitolavasi re della
stenuni ed armi gentilizie , corone campagna romana, dopo che gli iu
che chiaiiiansi pure di cimieri o di troncala la testa , fu questa per
scudi, e buuo di diverse i'uruie, sc- ischerno curouuta con una corona
ìjG COR COR
dorata, ed infilata ad un palo, ven- ciò, con e grossi diamanti.
molli
ne esposta sul Castel s. Angelo. L' Olslenio, nelle cui mani la regina
Fu poi antico e lodevole costu- aveva abiurati gli errori, accompa-
me di presentare in dono ai sepol- gnò tal dono con un distico, ove
cri de' martiri, e de' santi confes- diceva, che la regina donava alla
sori corone di oro, e gemme pre- madre di Dio coronamj
sprctam
ziose, le quali poi erano attaccate ma la dotta Cristina fece cambiar
avanti ai medesimi sepolcri. Così l'aggiunto sprelain, in potitnm, di-
fecero Costantino Magno, ed il re cendo ch'essa non sarebbe stata mai
Luitprando, che appesero ricche co- per donare alla regina del cielo,
rone avanti al sagro corpo del prin- quello che sprezzava, ma anzi quel-
cipe degli apostoli s. Pietro, come lo che più nel mondo apprezzava.
di essi scrive il succitato Anastasio CORONA IMPERIALE. La co-
Bibliotecario. All' articolo, Limixa rona imperiale introdotta nel ca-
ArosTOLORUM, si leggeranno diversi dere del romano impero, come ac-
esempi di preziose corone, che molti cennammo all'articolo Corona [Ve-
sovrani deposero sulla tomba dei di), dappoi che gì' imperatori Elio-
principi degli apostoli, in segno del- gabalo, ed Aureliano, ovvero Co-
la profonda venerazione. S.
loro stantino , introdussero i diademi
Gregorio Turonese, capo 3, lib. r, gemmati, venne ben presto ridotta
parla di una corona attaccata al se- in una specie di berretto, o di tia-
polcro di s. Martino, in occasione, ra, con un semicerchio d'oio in
che un certo ladro, nel volerla por- forma d'arco, che porla la figura
tar via, l'imase cieco. Nella cronaca del mondo, e termina in una cro-
cassinese, capo 3, 22, e 62, lib. 2, ce. Nel cerimoniale di Agostino Pic-
si fìt menzione di altre corone of- colomini, ecco quanto si legge sul-
ferte,ed appese avanti l'altare di s. r imperiai corona: " Tralasciamo
Benedetto. Silìatte corone sospese " quegli antichi imperatori de'ioma-
ne' sepolcri de' confessori denotano, ni
-•' che dominando quasi a tut-
,
ch'essi erano stati fatti partecipi de- " lo il mondo, prima di Aurelia-
gli onori de' martiri, e come in se- » no (come piace ad Eutropio) non
gno della vittoria riportata sopra i '> usarono altra corona, che di al-
nostri comuni nemici, dappoiché il " loro, o d'altro arbore felice, per-
martirio si riceve non solamente »' che il popolo romano non ave-
collo spargimento del sangue, ma " va cosa più grave, che il nome
coir astinenza ancora dai peccati, e » di re ... Certa cosa è, che la
.
ciale il distintivo della corona du- cerchio, o semplice, come negli atti,
cale. Negli annali Bertiniani, anno o ornato, come nella cronica, deb-
867 , è scritto che
imperatore l' bansi tenere per le antiche corone
Carlo il CalvOj in un placito che ducali , ne lascieremo ad altri il
nelle immagini dei duchi Gisolfo I, sapere che Arigiso nel giorno so-
e Gisolfo II inserite nella cronaca lenne di Pasqua soleva usare una
di Volturno, nella quale per distin- l'icca veste di saio, forse così detta
zione del grado, quelle di Deside- perché di vario colore. Di qual ric-
rio, e di altri re longobardi, o d'I- chezza fossero le corone usate dai
talia portano la corona regia , o principi di Benevento si ha dagli
con raggi semplici, che non termi- atti della traslazione, che nell'B^o
nano in acuto ma in piano a mo- fece il principe Sicone del corpo di
do delle corone turrite, o con raggi s. Gennaro da Napoli in Beneven-
aventi nell'acuto gigli, o perle. Nel to. In quegli atti dunque si dice
codice degli atti di s. Mercurio pub- che Sicone offerì la stessa corona
blicati da monsignor Vettorio Gio- al santo: etiam excelleiilissinms prin-
vard.-j il duca Arìgiso
vedesi dipinto ceps Sico, qai coronani auro opti-
col solo berrettone in testa. Ma mo, excellenUbusqne gemmis pretto-
COR COR i8x
sissìmis de capite suis manihus de- volevano farne acquisto. Ma accorsi
posuit et super altare beati Ja-
,
in aiuto della città Guglielmo de-
dre, e che questi, secondo l'antico >> denus de Joanne comite Moritaniae
pio costume, aveva offerta a s. Be- » postmodo Reg. Angl. accinctus
nedetto, valutata tre mila soldi a ,
» est gladio ducatus Normanniae
cagione de' preziosi smeraldi che la » in matrici ecclesia per manum
decoravano. » Walteri Rotomagensis archiep.
Ne' secoli posteriori la corona du- » et praedictus archiep. posuit in
cale consistette in un cerchio d'oro » capite ducis circulum aureum
liscio , con qualche so-
talvolta « habentem in summitate per cir-
vrapposto ornamento. Il maesti-o « cuitum rosas aureas ". Ordo ad
Boncompagno Fiorentino, che circa benedicenduni ducem Aquìtaniae.
il 12 18 insegnò il primo in Bolo- »>Post haec imponit episcopus ca-
gna lagrammatica, nel libro de M piti ducis circulum aureum, cum
obsidione Anconae tom. 6 rer. Ital. » oratione ista, etc. Le Roman de
descrivendo al cap. 3 la potenza »>Gazin ciiJHs auclor vixit sub
,
de' veneziani, nota, che illìus civita- » Ludovico VII circulum aureum
tis diix aitreum circulum in vertice » ducibus tribuSj etc. " E che an-
defert, et propler aquaruni dignita- che ai tempi di Calisto III il cer-
tein quaedaiìi regalia insignia obti- chio d'oro fosse la corona ordinaria
nere videtur. 11 berrettone ducale dei duchi, l'abbiamo dalle geste di
del doge della repubblica di Vene- Alfonso I re di Sicilia, allorquan-
ria, si chiamava Corno ducale , e do egli nel i443 diede le insegne
dice il Sarnelli eh' era somigliante di duca di Calabria a Ferdinando
a quello del dio Luno, giacché Orfeo suo figliuolo naturale con cingergli
neir inno ottavo chiamò la luna or la spada, e porgli il cerchio d'oro
femmina or maschio. Il berrettone in testa. Anzi in un' istoria mano-
in forma di pileo era all'uso della scritta delle cose degli Sforzeschi
Mesopotamia e dell'Armenia ove
, dall'anno i4oo al i5 17 composta
appunto adoravasi il dio Luno. Tut- da Girolamo pittore da san
fra
tora le famiglie patrizie venete che Fiore, descrivendosi all'anno 1421,
ebbero un doge, fanno sormontare la maniera colla quale Giovanna II
lapUlis utrinque dependentibus , vlr- oro, che in quel giorno aveva con-
ga aurea in manu dextera. Né dis- sagrata e benedetta, trattandolo quin-
simile fu quello adoperato nel i474 di con regio convito. Il MafFei, nella
da Sisto IV con Federico Feltresco P^ita dis. Pio V^ lib. HI, capitolo
quando lo dichiarò duca di quella 19, descrive il i-eale trattamento
città, Jn missa ante evangeliuin titulo fatto dal Pontefice al gran duca, e
Ducatus, ac veste talari^ pileoque la solenne funzione della coronazio-
tjualiter et dux Borsius, et torque au- ne. Nella libreria del Gesù in Ro-
reo decoratus donatusque est. Tanto ma dice il Novaes di aver letto un
si legge in un documento riportato dal manoscritto contenente un discorso
Rinaldi, n. 20. F. Duca, e Marchese. con questo titolo : Discorso dell'au-
La corona dei grandi duchi di torità del Papa, circa il dare le
Toscana è aperta con punte fram- dignità, fatto in tempo che Papa
mischiate di grandi trifogli sopra s. Pio V insignì col titolo di gran
altie punte, e il fior di giglio di duca di Toscana Cosimo dé'Medl-
Firenze nel mezzo. Il Pontefice s. ci. V. Titoli onorifici conferiti dai
Pio V, per togliere le gravi conle- Pontefici. Del berrettone ducale,
se di precedenza fra Cosimo de'Me- che insieme allo stocco, o spada,
dici duca di Firenze, poscia primo sogliono i Papi benedire la notte
gran duca di Toscana, ed Alfonso della vigilia di Natale, e quindi do-
li duca di Ferrara (ad esempio di nare a' principi benemeriti della re-
Alessandro III, Innocenzo III, e Pao- ligione, si tratta all' articolo Ber-
lo IV, per non dire di altri, che KETTOXE e Stocco benedetti.
crearono i re di Portogallo, di Bul- Il Patrizio Romano (P^edi)j di-
garia, e d'Irlanda^ a'27 agosto 1569 gnità antica primaria di Roma, dai
r ornò del titolo di gran duca col- Papi conferita a' grandi principi, u-
r autorità della bolla Romanus Pon- sava la corona, o cerchio d' oro
tifex, che gì' inviò per mezzo del gemmato, col quale coronavasi la
proprio nipote Michele Ghislieri, in fronte. Questa corona non era
un al disegno della corona reale, radiata, come vuole il Muratori.
fatta di propria mano del Papa, Fra gli altri la portò Carlo Magno
come di proprio pugno sotto vi prima di essere dichiarato, e coro-
scrisse queste parole: Plus V Pon- nato imperatore dal sommo Ponte-
tifex Maxinìus, Ob eximiam dile- fice s. Leone III, il quale in lui
ctionem : Ac catholicae religionis ze- rinnovò l'impero romano. Anche il
del suo cavallo, perchè gli fosse di campi quadrilunghi, i quali sotto
difesa ne' viaggi, e nelle battaglie, un fondo d'oro portano ti-e gemme
ciocche avvenne verso l'anno 326. disposte in filo l'una sotto l'altra,
il diadema col sagro chiodo. Allor- gi come le nicchie, ossia gli alveo-
ché poi Teodolinda, regina de'lon- sono di eguali forme e dimen-
li,
il diadema d'oro non fu in origine andò guari, che per le fazioni dei
costrutto per contenere il cerchio Guelfi, e Ghibellini, Monza sosten-
di ferro, ma
venne unito a questo ne un tremendo saccheggio per o-
per ornamento, e che il fregio d'oro pera dei milanesi: tultavolta, per
è lavoro bisantino, benché vi sia gran ventura^ il tesoro della basi-
stato chi lo credesse lavoro fatto lica di s. Gio. Battista fu rispetta-
eseguire da Teodolinda. to. Proseguendo però le guerre, il
Gravi furono le dispute intorno al- capitolo della basilica reputò indis-
la corona ferrea, ed alcuni posero per- pensabile assicurare la coroea e il
quel ducato, sul quale egli , come tuire l'ordine della Corona dì fer-
altri, pretendeva il dominio, e per- ro {f^edi). Venne osservato, che
i88 COR COR
anco in questa cerimonia, Napoleo- colle stampe: Della Corona Fer-
ne, siccome a l'arigi, prese egli rea ec.che pur diligentemente de-
,
due teste, sovrastata dalla corona ghe turchine, e largo nove linee.
imperiale avente fra le ali in am- II distintivo del re d'armi, e de-
bedue le parti una targa di smalto gli altri ulfiziali dell' Ordine, col
turchino carico da un lato, colla quale comparir debbono nelle so-
COR COR 191
lennitìi dell' Ordine, consiste nella le dell' Ordine istituito da Napoleo-
quelli delia terza. Finalmente deesi ri- nabitur legitinie certans. La princi-
cordare, che nei decreti i quali si spe- pal cerimonia, che aveva luogo nel
discono a nome del gran maestro ai conferimento dell' Ordine , era di
cavalieri della prima classe, questi so- porgere la spada al cavaliere, di
no contraddistinti dal gran maestro cingergli la ciarpa, quindi dopo una
colla denominazione di Nostri cu- guanciata baciavasi, ed abbracciavasi.
gini. Va però avvertilo, che le cro- Il Giustiniani, Historie cronolo-
ci della corona di ferro di tutte giche degli Ordini equestri, al ca-
e
tre le classi sono d' oro, e che quel- dà forma
pitolo decimo, ci la della
iga COR COR
corona, che è imperiale, e coli' au- fu coronato re de' Giudei ; e ch'era
tori tu di vari scrittori fa la storia statada Baldovino imperatore lati-
dell'Ordine. Lo dice pertanto fon- no di Costantinopoli impegnata ai
dato r anno 802 da Carlo Magno, Veneziani per una cospicua somma di
per rimunerare i Frisi, che lo aiu- denaro. Tiasportare la fece s. Luigi
tarono nelle gueri'e contro i sasso- in Francia con solenne pompa, e
ni, mentre altri pi-etendono che grandissima cerimonia, ed oltre a
r Ordine si fondasse dopo la vitto- 1' autore
ciò asserisce della storia di
ria riportata sui longobardi, e dopo quel santo re, che quella corona e-
aver fatto prigione Desiderio ulti- sistente a' suoi tempi avea le spine
mo loro re. A tal effetto l'Oi'dine sempre verdi. Alcuni scrittori, sul-
prese nome di
il Frisia, o della l'autorità di s. Clemente Alessandrino,
Corona. JXe armò diversi frisi con pretendono che quella corona fosse
ispada e sprone, coli' insegna della fatta di rosajo selvatico, altri, che
corona imperiale dorata in veste fosse formata di una specie di ran-
bianca, stabilendo per questi cava- no, altri la vogliono di alba spina,
lieri la regola di s. Basilio. Quindi e altri di giunchi marini.
perchè 1' Ordine si ampliasse, Carlo Su questo puntosi possono con-
del regno in Parigi nell' anno grani che li figurano, per la forma
1267 pei 25 marzo, per delibera- sono maggiori delle seconde. Si ap-
re la nuova crociata, ponendosi egli pendono pure alle corone sì Me-
stesso per la seconda volta alla testa daglie (Vedi) elle Crocefissi (Fedi)
di essa. Ma a cagione dell'infelice suc- ec.
cesso della precedente, s. Luigi IX Corona nel vocabolario della Gru-
comparve all'assemblea sul trono, sca si nomina anche questa filza di
ni. Coloro, che non sapevano leg- tuito la pratica del rosario, o se non
gere, o che non potevano recitare abbia fatto che propagarla, con
il salterio a memoria, vi suppliva- intendimento di rimettere l'uso fre-
no colla x'ecita frequente della ora- quente dell'orazione, e di eccitare
zione domenicale. Molte persone la divozione dei popoli verso il mi-
semplici ed ignoranti ricorrevano stero dell'incarnazione, cui empia-
a questo esercizio, in ciascuna delle mente bestemmiavano nella Lin-
ore, che la Chiesa aveva assegnato guadoca, ed altrove gli albigesi, ed
a' suoi ministri pel canto de' salmi. altri non può dubitarsi che
eretici;
S' indicava il numero dei Pater s. Domenico sia il primo istitutore
noster con una specie di chiodi at- di questa pia pratica, come rile-
taccati ad una cintura, che si por- vasi da più bolle e brevi pontifi-
tava dal popolo. L'uso poi di reci- cii,ed altri autentici monumenti
tare la salutazione angelica nella massime di Leone X, di s. Pio V, e
stessa guisa non è si antico, come di Sisto V, che emanarono appo-
si legge in Mabillon, Saec. s. Be- sitamente tre bolle per sentenziare,
ned. n. 17, e in Teofilo Raynaud che s. Domenico sia il vero, e pri-
tom. VII in Dypticis Marianis mo autore di quella formola di
p. 23 1. Erimano, che sciùveva nel orazione, la quale è detta Rosario.
XI 1 secolo, parla di una signora, V. il citato Benedetto XIV, De
che recitava ogni giorno sessanta festa Rosarii, lib. 2, e. io. Oper,
volte la salutazione angelica. 11 b. tom. 12, p. 623. Spinelli osserva,
Alano de Rupe raccomanda la re- lib. 2. de Maria Deipara, e. 39,
fi fìg, 70, edit. Lucae lySf). Ef. nedictae, si non poterai aliud exhi-
idem auctore in praefatione
dici, here, praebebat. Nelle costituzioni
ad acta Sanctonini saec. V^ num. del capitolo provinciale celebrato
125, et seq. pag. LXI, qui ex ad- dagli eremitani di s. Agostino, nel-
« diictis non satis liquere Deiparae r eremo di s. Severo di Centocel-
>» salutationem aflìrmat: sed potius le, i2qo, si proibì ai reli-
l'anno
" oiiginem coronae tribuendam es- giosi, che portassero chinguhtni de
" se arbitratili' initio duodecimi serico aut bursani, ant chirolhecas,
» saeculi , pag. 69.. Yid. tamen aut nmsciini, aut Pater noster de
» IMonelia, De origine Sacrar, pre- ambra vel crystallo. In un docu-
»» cimi Rosarii, Romae 1725.'" Il mento del i33i presso il Ducange
suddetto fatto storico fu però già alla voce Cona, si legge prò duobus ',
cale, fece poi pensare a più di- signo mulieris cuni Pater noster in
voti di ritrovare un modo fa- manibus, sitahi contrada delle
in
cile per tenere conto di questa Incarcerate, parodila s. Ma-
et in
saccoccia, mentre altri la tengono quenti visite che faceva alle chiese,
ad uno delle dita della mano. Que- pubblicamente recitava con un suo
sta ultima corona è un anello d'o- cappellano la corona, ed il rosario.
ro, d' argento, o altro metallo con Nelle processioni poi di penitenza,
qualche divota immagine, come del di frequente si videro i Romani
Crocefisso, e della Madonna, aven- Pontefici colla coi'ona in mano, re-
per
te in cerchio dieci punti rilevati citarlacon edificante raccoglimento,
contare le decine delle Ave Maria. e gli ultimi esempi vennero dati
Vi sono certe corone dette corone dal Papa che regna in siffatte pro-
alla cavaliera formate di un anel- cessioni.
lo d'oro, di argento, o di metallo Antichissimo è il rito di benedirsi,
dorato, da cui pendono dieci glo- e donarsi ai fedeli dai sommi Pon-
belti di pietre più o meno prezio- tefici cose sagre di oro, o di metal-
se, con medaglie d'oro, di argento, o lo, donde poi ebbe origine la be-
di qualche pietra, o carneo pendente. nedizione pontificia, e distribuzione
Per lo più queste corone alla cavalie- delle croci, crocefissi, corone, meda-
ra si donano dai Pontefici a distinti glie ec ; ma certo si è, che alle
tali cose sagre eccita nei fedeli cri- prestarsi, o darsi ad altri precaria-
nostro Gesù Cristo. Quindi, aven- agosto 1824. Inoltre Benedetto Xlll
done lavorata una colle proprie concesse all' abbate generale della
mani, la consegnò al suo p. mag- congregazione camaldolese, la facoltà
giore, il quale presentatala al Pon- di poter accordare a' sacerdoti, ove
tefice Leone X, non solo ne otten- non sono monaci od eremiti ca-
ne l'approvazione, ma con bolla, maldolesi, la podestà di benedire
data in Firenze a'i8 febbraio i5i6, le corone del Signoi'e colle relative
concesse alcune indulgenze a chi indulgenze ; quindi Pio VII nel 1 806,
avesse ritenuto appresso di sé det- diede questo privilegioanche ai
ta corona, o 1' avesse recitata. Que- nìaggiori prò tempore degli ere-
sta corona adunque venne ordinata miti camaldolesi. Sono fatte queste
a venerare la memoria dei trenta- corone dagli stessi camaldolesi coi
tre anni, che conversò il Redentore nodi di abete, o con legno tinto
nel mondo per opei'are la nostra giallo. Di esse, e delle indulgenze
salute, e perciò, come l' istitutore annesse, tratta anche la menziona-
faceva, recitansi in essa altrettanti ta Raccolta a pag. 63, e scg. P'^,
tatre anni, ne' quali il Sangue pre- Leone XII con decreto Urbis et
zioso diGesù stette rinchiuso nelle Orbis della s. congregazione delle
sue vene prima di vei'sarlo intera- indulgenze de' 20 dicembre 1823,
mente per la salvezza del mondo. concesse in perpetuo le indulgenze
Si termiiia la corona coli' accennata seguenti, applicabili alle anime del
divota orazione. purgatorio, a tutti i fedeli, che con
cuore almeno contrito, e divotamen-
te reciteranno la corona delle cin-
Della Corona^ a Coroncina del
que piaghe del nostro divino Re-
Sagro Cuore di Gesii.
dentore, e considereranno le medesi-
me.
Con decreto Orhis della
Urbis et I. Indulgenza di un anno da con-
s. congregazione indulgenze
delle seguirsi una volta al giorno, reci-
de' 20 marzo i8i5, e con rescritto tando delta corona.
delia segretaria de' memoriali de'a6 II. A quelli, che avranno la divo-
settembre 18 17, Papa Pio VII, per zione di recitarla almeno dieci volte
sempre più dilatare nel cristianesi- in ciascun mese, l'indulgenza plenaria,
mo la divozione al sagro cuore di olire la parziale suddetta , tre volte
Gesù, concesse in perpetuo a tutti all' anno, cioè in uno dei venerdì
i fedeli, che con cuoi-e almeno con- di marzo ad arbitrio, e nella festa
trito, divotamente reciteranno in dell' Invenzione della ss. Croce ai
qualunque idioma, dummodo versio 3 maggio, e nella festa dell'Esal-
sit fidelisy la Coroncina o siano pre- tazione della medesima ai 14 set-
ghiere al ss. cuore di Gesù già tembre, ovvero in un giorno delle
approvata dalla s. congregazione rispettive ottave di delle feste, pur-
de' riti, e riportata a pag. 280 e cliè negli indicati giorni veramente
seg. della Raccolta, per ogni volta pentiti, confessati, e comunicati pre-
l'indulgenza di trecento giorni. Con- ghino secondo l'intenzione del Papa.
cesse poi r indulgenza plenaria una III. A quelli, che reciteranno tal
volta il mese a tutti quelli, che al- corona dalla domenica di passione
meno una volta al giorno nel de- a tutto il sabato santo inclusive, la
corso di esso r avranno recitata, da indulgenza di sette anni, e selle qua-
conseguirsi in un giorno di det- rantene in ciascun di delti giorni,
to mese ad arbitrio, in cui confes- e r indulgenza plenaria da conse-
sati e comunicati, preglieranno se- guirsi, quando confessali e comuni-
condo r intenzione del sommo Pon- cati adempiranno il precetto pas-
tefice. Queste indulgenze sono ap- quale.
plicabili anche ai fedeli defonti. Per conseguire le dette indulgen-
COR COR 2o5
/e, (ìfbhono corone essere prima
le conferire il grado e le insegne di
l)c'nedelte dal reverendissimo p. pre- re, e simili, coronam capili impo-
posito generale della nominata con- nere. Alcuni ricordano la storia di
gregazione, o da altro sacerdote Saule coronato, o piuttosto consa-
dclla medesima cui sia comunicata grato dal profeta Samuele, primo
dallo stesso preposito tal facoltà in esempio della unzione dei re, che fu
vigore del sopra enunciato decreto; adottato in appresso da tutti i po-
e dopo essere benedette non possono poli cattolici. Si osserva per altro,
vendersi, o prestarsi ad oggetto di che alcune cerimonie presso tutti
comunicare ad altri le indulgenze; gli antichi popoli furono osservate
o donarle ad altri ec. , secondo i all' avvenimento al trono de' nuovi
generali decreti della congregazione principi : ma que' coronamenti, e
delle indulgenze dei 6 febbraio 1657, quelle inaugurazioni, benché lo stes-
de' 5 giugno 1721, e dei 9 feb- so effetto producessero di fare rico-
bx'aio 1820, noscere l'autorità del nuovo sovra-
Consiste la detta corona in cin- no, differivano però nella forma da
que poste, per ciascuna delle quali quella che noi chiamiamo consagra-
in memoria delle cinque piaghe di zione, come si può vedere ai rispet-
Gesìi Cristo, si devono recitare di- tivi articoli del Dizionario, e nei
votamente cinque Gloria Patri, ed seguenti in cui trattasi della coro-
in fine di ciascuna posta si deve nazione de' sommi Pontefici, degli
aggiungere un' Ave Maria alla iniperatori, dei re, e delle sagre im-
mergine ss. Addolorata. magini.
CORONATI LI QUATTRO (ss.) fra-
^ „ ^ I- 7 T- •
r.. 71
*<""' martiri di Roma. Nel tempo
uella Corona di dodici òtelle. 1 ,, .
t ta- i
•
ne, che viene riportala nella Rac- ta. Il nome da prima sco-
di loro fu
colta a pag. 3i i, e seg. , composta nosciuto, e veneravano sotto il ti-
si
per questa funzione. Alcuni Cardi- nio, ch'era una magnifica sala del-
nali primi diaconi coronarono tre l' augusteo, piazza vastissima qua-
o quattro Pontefici successivamen- drata, e cinta di magnifici portici
te. 11 Cardinal Napoleone Orsi- e gi-andiosi edifizi, che serviva di
ni coronò Benedetto XI in l\o- atrio alla stessa basilica di s. So-
ma. Clemente V in Lione, e Gio- fia, ed al palazzo imperiale. Da
vanni XXII in Avignone. Antica- questa magnifica sala si vedeva l'e-
Sofia, dove vestito di una semplice santi evangeli, 1' imperatore prece-
corona, o di una berretta a suo ar- duto da tre cantori, ciascuno dei
bitrio, ascendeva in una stanza, o quali portava un' asta adorna di
tribuna di legno tappezzata di vari drappi di seta, rossi gli uni,
drappi rossi a ciò destinata, e po- candidi gli altri, e di forma ovale,
sta nel principio della cliiesa. ed accompagnato dai littorio maz-
Frattanto il patriarca, ed i se- zieri, e dalla guardia di cento no-
niori del clero pontificalmente ve- bilissimi giovinetti, giunto che fosse
stiti,ascendevano l'ambone, specie alla balaustrata o cancelli del san-
di loggia
o pulpito, dove poscia tuario, vestiva la clamide aurata,
saliva anche i' imperatore, il quale e colla destra prendeva la croce
dopo recitate dal patriarca le pre- il o ferula colla sinistra.
nartice,
ci prescritte per la sagra unzione, Qui l'imperatore riceveva il saiuto
riudavasi il capo. Allora il patriar- dal patriarca, e l'incenso dai dia-
ca ungeva in forma di croce col coni , trattenendosi ivi mentre si
i
. ,
cia avea fatto per la santa Sede, e ratore, che sia stato immediatamen-
vedendo che gl'imperatori greci ave- te creato dalla Sede Apostolica.
vano abbandonato l'Italia, e Roma, S. Leone III, seguendo nella ba-
che per la maggior parte erasi ri- silica vaticana la solennità , unse ,
strossi a' suoi piedi,come narra il dendo le cose d' Italia in iscompi-
Tegano, capo 1 6 e 17, inter script. glio, chiamò occultamente a Roma
gno, indi Giovanni Vili, a' 25 di- coronazione, ed è l'VIlI tra le sue
cembre dell' 875, unse e coronò dissertazioni di storia ecclesiastica
III Balbo e Carlo III Chiesa quanto erale stato tolto, per
il nell' 878,
il Grosso, nell' 88 Oj che altri sos- cui il Papa in riconoscenza, ai i3
COR COR 2i5
febhinio 963, lo coronò imperato- glie da un giudice dativo, e dal-
re, essendo egli, dopo Arnolfo, il l' arcario, da' quali furono con-
primo tedesco, in cui si consolidò dotti pel portico, che da ponte
tore il suo parente Ottone III, con re e sotto priore degli oblazio-
sua moglie Mai-ia, e lo dichiarò nari presero la corona dell'eletto,
protettore della Chiesa, come si e della regina, e la riposero so-
legge in Ditinaro, lib. 4» inter scri- pra l' altare di s. Maurizio mar-
pt, lìrunsw'., 359. Benedet-
t. I, p. tire. Seguita la coronazione, il
una buona guardia intorno alia bertà.Volendo poi l' imperatore, se-
basilica, e fece chiudere le porte condo r usanza, passare al Latera-
della città, per timore del popolo. no, ed osservando che il popolo era
precedere da
Lodovico figlio del lora incominciarono colla santa Se-
conte di Savoja con cinquecento de que' gravi dissapori, che si de-
cavalli, che alloggiò nelle case dei scrissero al voi. IV, p.
244 e seg.
Colonnesi presso il Laterano, per del Dizionario.
cui gli Orsini ne restarono spa- Che la conferma pontificia fosse
ventati, anzi nel convito imbandito necessaria agli eletti re de' romani,
dall'imperatore non furono invitati. chiaramente lo si dimostra dalla
Enrico VII fu ricevuto con festa lettera scritta dal collegio degli e-
dai romani, ma per sicurezza pose lettori a Nicolò III, e riferita dal
guardie ne' teatri, nelle terme, ed Bellarmino, De Translalione imper.
in altri luoghi forti. Doveva la coro- lib. 3, cap. 3; dal giuramento col
nazione celebrarsi in s. Pietro, co- quale obbligossi l' imperatore Al-
me nella bolla aveva prescritto berto con Bonifacio VIII, che si
Clemente V, secondo il rituale; legge appresso mentovato Rinal-
il
à
COR COR 2«9
iiicntcmente Carlo IV re dei rgma- Eugenio IV, a'3i maggio i433,
ni, che ni recava colà per pren- coronò colle insegne imperiali in
dervi l'imperiai corona. Ivi, ai 5 a- 8. Pietro, Sigismondo re de' Roma-
prile del i355, essendo il giorno ni, dopo la qual cerimonia l'im-
di Pasqua, per delegazione aposto- peratore colla corona d' oro in capo
lica, il Cardinale Pietro Bertrand servì di parafienicre al Papa men-
vescovo di Ostia, coronò nella ba- tre montava a cavallo, conducendo
silica Vaticana Carlo IV, insieme questo per tre passi. Montando di
coir imperatrice Anna sua moglie, poi egli pure sul suo destriere, si
venuta perciò dalla Germania. As- mise alla sinistra di Eugenio IV,
sistetteroalla coronazione cinque e l'accompagnò sino a Castel s.
generale de' canonici regolari late- venerano le sagre teste degli apo-
ranensi, il p. d. Aurelio Piacentino, stoli Pietro e Paolo. Quindi il prio-
il quale, insieme ad altri cinquanta re generale de' canonici regolari
canonici regolari (cui già era stata creò canonico l'imperatore, ch'era
restituita la basilica lateranense do- genuflesso avanti l'altare, avendogli
po che vi erano stati i canonici se- già tolta la corona imperiale dalla
colari ) si fece incontro con croce testa r altro canonico regolare d.
e baldacchino all' imperatore Fede- Ilaripne ferrarese. Ricevette l' im-
rico III avanti all' ospedale del ss. peratore la cotta, e la berretta, e
Salvatore, in cui fu incontrato l'au- un ducato per la distribuzione, che
gusto, eh' era seguito dal senatore, gli apparteneva in quel giorno.
dai capo-rioni, dal popolo romano, Questo ducato venne consegnato
Ven-
dai principi, e dal suo seguito. dallo stesso imperatore al suo se-
lautamente dai ministri del Papa. zioni solenni, e che ora è una va-
Circa mille persone parteciparono sta sala dell' archivio del governa.
della mensa, sedendo alcuni nel re- La cappella era tutta parata per
fettorio ov'era l'imperatore, e i la coronazione, e Carlo V fu ivi
in falli entro tal palco fatto a gui- Ercole come impresa dei re di
sa di cappella, erauvi diversi cano- Spagna, col noto motto non pina :
nici vaticani, e quivi l' imperatore ultra. Tutto il piviale ei-a cosperso
aveva divisato di prendere il detto a- di perle, e grosse gemme, e per
olio, e poi venne vestito con un ca- scettro di sua maestà. Dipoi veniva
mice ricchissimo, sopra il quale gli Fi'ancesco Maria della Rovere Awca
posero una tonicella d'oro mollo di Urbino, e prefetto di Roma, con
preziosa, perchè ricamala di perle, una veste lunga di raso rosso, rica-
e sopra di essa un piviale assai mata d' oro, e in mano aveva la
ricco, che Carlo V lasciò in dono spada di sua maestà. Indi seguiva
ai canonici regolari di Bologna, e un alemanno, cioè il conte palati-
che fu poi consunto dal fuoco. Se no, ovvero un suo parente elettore
ne ammira la memoria nel piviale, dell' impero, forse il conte di Nas-
che porta la figura di s. Petronio sau, cameriere maggiore di Carlo
dipinta da Guido Reni, nel quadro V, o il duca Filippo di Baviera.
della Pietà, ora nella pinacoteca bo Aveva egli indosso una veste lunga
lognese.Al di dietro quel piviale di raso alla tedesca, ed in testa la
aveva un'aquila nera imperiale con berretta foderata di pelle, mentre
le ali aperte, avente le penne rica- in mano portava il mondo di sua
mate di perle, le due
e frateste maestà. Poscia incedeva Carlo III
dell' aquila eravi bavaro proprio
il duca di Savoja cognato dell'impe-
dei piviali. In mezzo al medesimo ratore, col medesimo abito, che
bavaro in ricamo rappresentavasi portava il marchese, colla sua co-
Carlo V sedente tra due colonne rona ducale in testa, e in mano
colla corona ferrea in capo; nella la corona imperiale con cui dove-
mano dritta avea la spada, colla vasi coronare Carlo V, ricchissima
sinistra sosteneva il globo imperia- di gioie preziose, e lavorata nella
le ; sopra di lui eravi il Padre e- stessa Bologna, Da ultimo veniva
terno in alto di benedire. Dalle due sua maestà, eh' entrato in cappella
224 COR COR
fece riverenza al Pontefice, si cavò tefice volerà levare il Corpus Do-
la corona di testa, gli baciò il pie- mini, V imperatore si pose ginoc-
de, ed insieme al Papa recossi al- chioni. Al tempo della comunione,
l' altare a fnr orazione. il Papa, secondo il rito, recossi
Ivi Clemente VII cominciò la a\\^ sua sedia per farla, come Car-
messa, e finita la confessione, Car- lo V andò alla piopria, e dipoi
lo V ascese sul!' altare, baciò il Clemente VII comunicò il diacono
Papa in faccia, e in petto, come e suddiacono, e l' imperatore col
sogliono fare i diaconi, indi il Papa sagramento, che gli portò un ve-
andò alla sua sedia, ed altrettanto scovo assistente al soglio pontificio.
fece r imperatore, ma fuori della Finita la messa, capo del sacer-
il
Bologna. L' epistola in greco venne VII montò su d' un cavallo bianco,
letta da m. Braccio Martello ca- e Carlo V gli tenne la staffa, e
merier segreto Papa. Quindi
del montato che fu, prese il cavallo
Carlo V andò da Clemente VII, e per la briglia, e stava in atto di
s' inginocchiò in terra. Gli fu levata volerlo menare, ma il Pontefice gli
la corona reale dalla testa, ed allo- disse che montasse a cavallo. Ob-
ra il Papa consegnò ad esso la bedì r imperatore, deponendo pri-
spada, il mondo, e lo scettro colle ma il magnifico piviale siccome
stesse cerimonie della precedente troppo pesante, e ne prese in vece
coronazione, e poscia pose sulla uno più leggero di tela di argento. Il
del Papa partì dalle Tuilleries alle vescovi, e il clero di Parigi. Ter-
ore nove di Francia , smontando minato r inno. Sua Santità fece in
Pio VII all'episcopio ove il Car- latino all' imperatore la seguente
dinale de Belloy arcivescovo in a- domanda: »» Promettete voi innan-
bito cardinalizio, dalle scale lo ac- »> a Dio, agli angeli, ed agli
zi
to, gli anelli, dicendo le preci, che nie, essendo preceduto dagli araldi
sono proprie di queste benedizioni. di arme. Continuò il Papa la mes-
Durante tali cerimonie l' imperato- sa, ed al fine del vangelo, il gran-
te insegne. Tali insegne, apparte- poso, colla sua corte, in uno al cor-
nenti a Carlo Magno, si tolsero da teggio imperiale, fece Pio VII ri-
Acquisgrana. Da Rellerman por- torno alle Tuilleries, ed il giorno
tavasi la corona , da Lefebure la seguente Napoleone partecipò ai ve-
spada, da Berlhier il globo, men- scovi della Francia la seguita sua
tre Bernadotte portava la corona incoronazione.
dell'imperatore. Ritornato Pio VII in Roma, il
Prese però Napoleone la corona Cardinal Fesch, zio dell' imperato-
dall' altare, e da se medesimo se re, a nome di lui gli presentò il
Ja pose in capo, L' impei'atrice al- prezioso triregno, che vediamo nelle
lora si prostrò genuflessa , e rice- solenni funzioni portarsi avanti al
vette la corona, che l' imperatore le Papa; otto arazzi esprimenti fatti
posò sulla testa. Sua Santità , ac- del nuovo testamento , due grandi
compagnato dai Cardinali, condus- e nobili tappeti, due candelabri di
se formalmente 1'
imperatore, e Sevres, che Pio VII diede alla bi-
l'imperatrice nel gran tiono, posto blioteca vaticana, ed un servizio
in fine della chiesa, sotto l' arcata di tavola di squisita porcellana. Di
del quarto e quinto pilastro , cioè questi donativi fanno la descrizione
a tanta distanza dell'aitar maggio- i Diari di Roma, cioè num. 5i, 52 i
re, quanta n' era dalla porta d'in- e 70 dell'anno i8o5. F. l'ab. Bel-
gresso. Allorquando Pio VII ascese lomo Continiiaz. della Storia del Cri-
sui gradini dei medesimo trono, ed stianesimo , voi. I, p. 1 69 e seg.,
i monarchi vi furono assisi , disse dove pur tratta di ciò che prece-
Pio VII la orazione: In hoc impe- dette, accompagnò, e seguì la corona-
ra solio, etc, e poi abbracciò l'im- zione di Napoleone finalmente reg- :
no colla famiglia reale, servendolo regine non si faceva però uso del-
quel principe alla guisa di scudie- la celebre ampolla o crisma di s.
coronazioni dei re, di che pure si suo regno alla santa Sede, e fece
fratta agli articoli rispettivi, come il giuramento, che si legge nel
di regni ec. Piazza, Gerarchia Cardinalizia, t^^l^.
Non erano coronati i re d' Ara- 599. Aggiungeremo, che Papa Bo-
gona, ma
contraendo matrimonio nifacio Vili, nel confermax'e i due
venivano armati cavalieri, quindi regni di Corsica, e di Sardegna a
chiamati re. Volendo essere coro- Jacopo II re d'Aragona, lo coronò
nato il re Pietro li, nel pontifica- colle insegne reali, come si legge in
to d' Innocenzo III si recò in Ro- un diploma dello stesso re dato ai
ma, e fu ricevuto ed alloggiato con 9 aprile 1297, nella basilica vati-
onore dal Papa nel palazzo vati- cana con pompa solenne, il qual
cano. Ivi giurò fedeltà ed ubbi- diploma conservasi nell'archivio di
dienza alla Sede apostolica, e pro- detta basilica cap, 44» ^^sc. 1 70.
mise di estirpare 1' eresia degli Al- Clemente IV, dopo aver dato in
bigesi. Nella chiesa di s. Pancrazio investitura il regno delle due Sici-
(Vedi), seguì l' unzione del re per lie al re Carlo I d' Angiò, nell'an-
le mani del Cardinal Pietro vesco- no seguente 1266 lo fece coronare
vo suburbicai'io di Porto, e la co- nella basilica vaticana nel giorno
ronazione per quelle del Papa. Al- dell'Epifania, come si rileva dal
cuni dicono, che questa accadesse Pagi, e da un diploma dello stes-
nella medesima chiesa di s. Pan- so re, che si conserva nel detto ar-
crazio : però vogliono in quella
altri chivio, cap. 43, fase. 336. Raccon-
di s. Pietro in Vaticano. Certo è, ta l'annahsla Rinaldi, a detto an-
che in questa ricevette da Innocen- no num. che dovendo Carlo I
I,
zo III la spada militare, come ap- cacciar dal regno l' usurpatore Man-
parisce da un diploma di lui, dato fredi, il Pontefice Clemente IV
agli 1 1 aprile, ovvero novembre credette vantaggioso farlo coi'onare
1 2o4, apiid s, Petrum, riferito dal solennemente in s. Pietro, da cin-
Rinaldi a detto anno num. 72. Il que Cardinali, che furono Ridolfo
Novaes dice, nella vita d' Innocenzo vescovo d'Albano, Ancherio prete
111,che dopo la consagrazione del del titolo di s. Prassede, e i dia-
Cardinal Pietro Galluzzi fatta in s. coni Riccardo di s. Angelo, Godi-
Pancrazio, il Pontefice coronò so- fredi di s. Giorgio in Velo aureo,
lennemente Pietro II nella basilica e Matteo di s. Maria in Portico
vaticana, imponendogli tutte le in- i quali pel Papa ricevettero il cor-
segne reali, cioè manto, scettro, rispondente omaggio, e giuramen-
pomo, corona, e mitra per partico- to. Il re donò alla basilica cinquan-
lar privilegio, ad esempio di altri ta oncie d'oro, e dispose di darle
principi, come dicesi all' articolo altrettanto annualmente. Delle coro-
Mitra {Fedi). Quindi, colla coslitUr nazioni d'imperatori, e te fatte qe!-»
23o COR COR
la basilica vaticana, fa il novero il nazione de^^V imperatori (P'edi),
suddetto Piazza, nel suo Eortero- meno quelle particolarità, riti, e
logio a pag. 297. consuetudini proprie de' rispettivi
Nel 1289 ai 29 maggio Nicolò regni. Laonde per ultimo ci limi-
IV coronò in Roma nella basilica teremo a descrivere la solenne co-
di s. Pietro Carlo II re di Sicilia ronazione del regnante imperatore
colla sposa Maria, sotto le medesi- d'Austria Ferdinando l, come re
me condizioni, con cui era stato del regno lombax-do-veneto, seguita
coronato Carlo I, suo padre, che con ap])osito cerimoniale in Mila-
riportate sono dal Rinaldi a detto no Corona ferrea (Vedi), al
colla
anno num. i. Questo annalista quale articolo si riportarono com-
sostiene, che la coronazione seguis- pendiosamente le cerimonie, e le
mente VI, e dei due re di Napoli sorte Maria Anna Carolina, facen-
coronati in Avignone dall'antipapa do il solenne ingresso il dì primo
Clemente VII, si parla a quell'ar- settembre i838 con quel cerimo-
ticolo. poi sono gli esempi,
Molti niale, che si legge nel numero 78
come vedrà ai rispettivi articoli,
si del Diario di Roma di quell'anno,
delle insegne reali mandate dai oltre le diverse narrazioni , che di
Pontéfici ai principi per mezzo dei tale ingresso, e della successiva inco-
Cardinali legati, autorizzati a coro- ronazione si pubblicarono in Milano,
narli. Il Cardinal Borgia venne ed altrove. Nella mattina pertanto
mandato legato a Ferdinando re di domenica , 6 settembre, ebbe
di Sicilia, per assistere alle reali luogo nella vasta ed illustre me-
nozze, e a portar la corona con- tropolitana di quella celebre città,
guardie del corpo, e l'aiutante ge- tanie dei santi. Dopo il versetto
nerale accompagnarono l' imperato- ut omnibus fìdelibus etc, si alzò in
re. Nello stesso tempo si portò una piedi il solo Cardinal arcivescovo.
334 COR COR
con mitra, e pastorale, e rivolto vescovi assistenti, dai suddetti gran
verso l'imperatore diede la bene- dignitari del regno, e grandi cari-
dizione, ciò che fecero pui'e gli al- che di corte al padiglione reale,
tri vescovi assistenti, ma in ginoc- nel quale però insieme all' impera-
chio. L' imperatore si rizzò allora, tore non entrarono che i due as-
restando genuflesso ; il celebrante sistenti, il primo gran maggiordo-
i inginocchiò, e terminò le litanie. mo maggiore, il faciente funzione
Compite queste, si alzò in pie- di gran ciambellano, e il gran
di il Cardinal arcivescovo senza ciambellano del regno lombardo-
mitra ; i vescovi restarono in ginoc- veneto. Colà vennero asciugate al-
chio, deposero la mitra ^ e dissero l'imperatore dal primo dei due
sotto voce col Cardinal arcivescovo! vescovi le unzioni fatte al braccio
versetti, e le orazioni prescritte, dopo destro, e fra le scapole, e dopo ciò
le quali, il Cardinal arcivescovo se- ilgran ciambellano del regno lom-
dette colla mitra in capo avanti l'alta- bardo-veneto, e il faciente funzione
re; l'imperatore si alzò in piedi, a- di gran ciambellano ricongiunsero
.scese i gradini dell'altare, e venne ad le vesti dell'incoronazione ove era-
tate dai forieri di camera nel padi- alla sua sedia, si lavò le mani, si le-
mani sino al cubito, come anche intanto che si fece Io stesso all' al-
sul dorso tra le spalle. tare dal Cardinal arcivescovo cele-
Dopo la sagra unzione, l'impe- brante. La messa pontificale si ese-
ratore venne accompagnato dai due guì a norma del cerimoniale am-
COR COR a35
brogiano quanto al rito, e quanto cintura, al Cardinal arcivescovo, il
alla musica, colla colletta prò Rege. quale ne cinse l' impei'atore. Quan-
Cantata l'epistola, i quattro mi- do questi ebbe cinta la spada, si
patriarca di Venezia, che era sem- Venezia, sul capo dell' imperatore,
pre rimasto al suo posto, in solen- ed ambedue pronunciarono le pa-
ne processione verso il trono, s'in- role determinate per questa solen-
chinarono profondamente avanti ne cerimonia. In questo atto si suo-
l'imperatore, e l'accompagnarono narono tutte le campane della me-
all'altare ove l'imperatore si dires- tropolitana, alle quali fecero eco
se, preceduto dal gran maggiordo- quelle pure delle chiese di tutta la
mo maggiore lombardo-veneto col città, e si eseguirono dalla truppa
bastone, dal grande scudiere, dal schiex'ata sulle piazze tre salve di
grande coppiere, dal gran siniscal- moschetteria, e dal castello vennero
co, dal gran ciambellano del regno fatte le salve d'artiglieria. In segui-
lombardo-veneto, coi due vescovi to ricevette il Cax'dinal patriarca di
assistenti ai fianchi, e seguito dal Venezia scettro dal gran coppie-
lo
primo gran maggiordomo maggio- re, e mise nella mano destra
lo
nel qual momento, continuando aur collocò presso l' altare maggiore a-
Cora il suono di tutte le campane, Vanti il suo faldistorio colà traspor-
ed i colpi di cannone, vennero fatte tato. L' imperatoi'e venne accompa-
nuove salve dalle truppe. Il Car- gnato da due assistenti, e dal se-
dinal ax'ci vescovo, deposta la mitra, guito enuncialo di sopra alla pre-
intuonò l'inno ambrogiano TeDeuni, sentazione, colla corona sul capo, e
che si proseguì dalla musica. s' inginocchiò sul penultimo gradino
Pronunziate le orazioni d' intro- dell' altare maggiore, ove il cerimo-
nizzazione, ritornarono i due cap- niere di corte pose un cuscino. Il
scettro, e il globo, ai due regi as- sopra una piccola tazza, che il me-
sistenti , i quali posero questi o- desimo teneva in mano, poi ritornò
nori del regno sui cuscini tenuti collo stesso accompagnamento al
dal gran coppiere, e dal gran sini- trono d' intronizzazione. Il Cardinal
scalco del regno lombardo-veneto, e arcivescovo, dopo di avere ricevuta
ritornarono ai loro sgabelli. Allora r offerta, si lavò le mani, ed indi
i quattro ministri della messa si si continuò la messa pontificale, si-
na due corone d'argento coronava- santo Padre assunse gli abiti pon-
no la sua effigie, e quella del suo tificali, e si diresse in sedia gestatoria
divin Figliuolo. colla consueta processione alla cap-
Grato il regnante Pontefice Gre- pella di s. Caterina, ove adorò il
razione, per la frequenza degli ope- mus Domine. Nel giorno poi desti-
rati miracoli, sono nel culto appro- nato all' incoronazione , se il dele-
vate dai l'ispettivi Ordinari. Queste gato è canonico vaticano, v' incede-
corone si decretano dal capitolo va- rà in abito prelatizio con sottana,
ticano a petizione de' vescovi, o di fascia, rocchetto, mantelletta, come
qualche corporazione , autenticata i protonotari apostolici, in forza
però da lettere de' rispettivi Oidi- de' privilegi del capitolo vaticano,
nari, rimettendosene l'imposizione venendo ricevuto dal clero, e dai madl
ad alcun canonico vaticano, o a gistrati. Si aspergerà coll'acqua santa"
persona costituita in dignità eccle- sebbene vi sia presente il vescovo,
Nella petizione si deve man-
siastica. indi ponendosi in ginocchio avanti
dare la misura del capo dell' im- r altare, ove adorasi la ss. Eucari-
magine da coronarsi, acciocché la stia, farà orazione. Indi si reca al luo-
corona, che dovrà spediisi, insieme go della funzione, ed alla presenza
a quella del Divin Figliuolo per de' magistrati del luogo, del notaro,
quelle immagini che la hanno, sia dei testimoni, e del deputato della
adatta tanto se l'immagine è di- chiesa, si presenta la corona, o le cor
pinta in tavola o tela, che se è ne d' oro, esigendosi giin-amento, ci
di legno, di marmo, o di altra esse saranno custodite, ed in perp«
materia. Quindi s'implora dal Papa tuo lasciate in capo della sacra ii
il breve di concessione dell' indui- magiue, del che il notaro fa forms
,
niae largitor, et hunianae salutis ricche gioie donate dai fedeli della
amator. Indi con voce bassa di cesi Liguria. La funzione segui ai io
il Pater noster, e l* Ave Maria pel maggio alla presenza di diversi so-
capitolo, e pei canonici della basilica vrani, cardinali, i^ personaggi di-
vaticana, coli' Oremus prò benefa- stinti, modo che si descrive dal
nel
ctoribus nostris. Si dà termine alla numero ^o del Diario di Roma
funzione colla preghiera recitata da di detto anno i8i5; e dal Piste-
Benedetto XI II, nel coronare la lesi, Fita del sommo Pontefice Pio
immagine della b. Vergine, che, VII, tora. IV, a pag. 726 seg. Il
sotto il titolo della Rotonda, si ve- medesimo Pontefice Pio VII, come
nera nella città di Albano. si legge nel numero 89 del Diario
basilica vaticana eseguisce l' incoro- ghellio, venne decorato della sacra
nazioni delle immagini. Nel
sagre porpora cardinalizia da Clemente
numero 1 954 del Diario di Roma VI del 1342 Nessun altro scrittore
dell'anno lygS, si legge, che il parla di questo Cardinale, il cui no-
Cardinal duca di Yorck, dopo aver me non si trova nemmeno ne' re-
celebrato la messa nella chiesa già gistri del sagro Collegio.
parrocchiale di s. Benedetto in Pi- CORPI de' santi. W. Santi, bea-
scinula (così detta perchè ivi anti- ti, MARTIRI, e reliquie, ai quali ar-
camente era forse un mercato di ticoli si dice anche dei corpi santi,
pesce), come arciprete della basilica e delle reliquie rubate.
vaticana, coronò di corona d' oro CORPO DI CRISTO, o Corpus
il santo bambino, e la b. Vergine, Domini, Festa. V. il volume IX,
la quale ivi si venera sotto il por- pag. 4^', 46 ^^ Dizionario, ove
tico, perchè secondo l' antica tra- si dice anche della processione, la
dizione ispirò al santo patriai'ca quale si chiama trionfale, perchè a
Benedetto ( che ivi abitava nel- modo di trionfo si porta per le
la sua giovinezza, e spesso orava pubbliche vie Redentore del mon-
il
Domìni con voce latina, alcune per- Nell'antio i84i, allorché il regnan-
sone divote, bramose di venerare te Papa Gregorio XVI soggiornò
in ispecial modo tal solennità, e in Gualdo Tadino, volle il mede-
ciò che celebravano, unironsi in so- simo gonfaloniere, che tal quadro
cietà, la quale fu poscia eretta in decorasse l' altare domestico, eretto
congregazione sotto il nome di Re- nella sala pubblica, ove il Ponte-
ligiosi bianchi del Corpo di Gesù fice nella mattina dei 20 settem-
Cristo, e dei frati, o fratelli del- bre celebrò la messa. Né si deve
l' officio del Corpo di Gesù Cri- tacere, che per paliotto di tale al-
sto, e del santissimo Sagramento. tare, ne fu posto uno antichissimo
L' origine di siffatti monaci ebbe di legno intagliato, collo stemma
luogo in Gualdo Tadino [Vedi), de' monaci consistente in due an-
già sede vescovile, ed ora nella dio- geli, che sostengono un calice con
chiesa cioè situata circa un tiro di Gervasio e Protasio ora diruta, che
mano fuori di porta s. Benedetto fu dei monaci del Corpo di Cristo,
in contrada chiamata la Buona ma- e che venne dipoi ceduta a' minori
dre, ove fu edificato un nobile conventuali.
monistero, il quale poi divenne il Fiorendo la congregazione dei-
capo di tutti gli altri della con- monaci del Corpo di Cristo, venne
gregazione, non che residenza del appi-ovata nell' abito , nelle regole ,
sco di Gualdo Tadino , ora posto Protasio, distante circa due miglia]
in decente locale per le cure del- da Gualdo, in vocabolo Capo d'Ac-
,
di Todi, e lungo tempo fu vicario può porre pei'ò una crocetta di filo
del monistero di s. Malia in Cam- loianco fatta ago , in quattro
coli'
pis di Foligno, ove morì nel i643. parti, cioè nel sito dove il prete ba-
V. Dizionario storico degli Ordini cia per ordinario l'altare, ed alcuni
religiosi,a pag. 2o5 ; e l'Hernant, corporali 1' hanno in mezzo. Vuoisi
Storia degli Ordini religiosij non che il Pontefice s. Clemente I, elet-
che il Bergier, Dizionario enciclo' to nell'anno 98, abbia ordinato che
pedico, al vocabolo Corpo di Cristo. i corporali si dovessero lavare in
CORPORALE. Pannolino sagro, vaso particolare. Così a s. Sisto I,
248 COR COR
Papa dell'anno i32, si attribuisce del re di gloria. Vi dipingono in
la proibizione che i .corporali fos- mezzo il monte Calvario colla cro-
sero di seta, o dipinti, coman- ce, a pie della quale giace morto
dando che fossero solamente di Cristo con molti angeli intorno:
lino bianco, simbolo della puri- nei quattro lati si veggono efligia-
tà necessaria nel celebrante , e ti i quattro animali, simboli degli
in chi si comunica. Altri attribui- evangelisti. Pongono poi in una
scono però tale proibizione di s. borsa le reliquie dei santi martiri,
Sisto I, e l'ordine che i corporali sigillandola con cera vergine, e ma-
dovessero essere benedetti dal ve- stice. Questi corporali de' Greci so-
scovo, al Pontefice s. Eusebio del no benedetti, e consagrati dal solo
309. Anche s. Silvestro I coman- vescovo con l' unzione del crisma,
dò, che il sagrifizio della messa non ed altre cerimonie. Gemma assegna
si potesse celebrai^e in panni di- altro mistero simbolico nella delta
pinti, o di seta, ma sul solo lino piegatura del corporale: Quod ita
puro, come osserva il ven. Beda, plicari debety ut nec initium, nec
in Mar. cap. i5. Un prete non finis appareat, sìcul etiani suda-
può mai celebrare la messa sen- riuni in sepulchro.
za il corporale, quando anche un Altre volte il corporale era una
popolo intero dovesse perdere la gran tovaglia, che cuopriva tutto
messa in un giorno di precetto, i' altare. L'Ordine Romano lo dice
tale, che non appariscano le estre- zione del pane. Nel Colti, parte deli
mità, e ciò per diversi misteri: Dizionario, titolo Corporale, si leg-j
Corporale cum complicatur , nec gè eziandio, che prima i corporaUj
initium, nec finis efiis apparet, quia erano piìi lunghi e piii larghi di|
Chrisli divinilas inilio caret, ^l quelli, che si usano al presente,
fi-
neni non habet. Gemma 1. i, e. dappoiché col solo corporale si co-
essendovi per essa nel pontificale ta al voi. IX, pag. 45'> 46, e seg.
una distinta benedizione. Chi usas- del Dizionario.
se un corporale notabilmente im- Oltre a ciò è a leggersi il citato
mondo, peccherebbe mortalmente, Macri, che vide coi propri occhi, e
come fra gli altri dice il p. Azo- contemplò il detto corporale, e par-
rio I. IO, e. 7.8, q. 8, e come si te dei purificatori inzuppati in quei
legge nel Jus cap, Relinq. de Cii- prodigio del prezioso, e vivifico
stod. Euchar. n. 6. Sangue di Gesù Cristo, ventura e
Prima si spiegava il corporale religiosa che provai
consolazione,
avanti 1' offertorio, come si usa fare ancor io quando in Orvieto il re-
nella messa solenne, nella quale il gnante Pontefice volle venerare tali
diacono lo spiega dopo essersi can- portentose memorie. Con critica,
tate dal coro le parole : Et incar- ed erudizione scrisse di questo ar-
natiis est del Credo [Fedi), per de- gomento r Adami nella Storia di
notare, che Cristo dopo l'incarna- Volseno o Bolsena, tomo II, a p.
zione cominciò a manifestare gli 93, e seg., ove riporta la forma
occulti misteri della nostra reden- dell'altare dove segui il miracolo.
zione. I domenicani hanno il co- In quanto al dono fatto da un
stume di spiegare il corporale fi- Pontefice a Luigi XI re di Fran-
nita r epistola, lavandosi prima il cia di un corporale, su cui s. Pie-
diacono le mani per riverenza . tro aveva celebrato la messa, non
I certosini usano grandi corpora- si è in obbligo di credere a Fi-
li. Quando Urbano V nel i368 lippo Comines. Va piuttosto qui
coronò in Roma l'imperatrice Eli- fatta menzione del corporale di
sabetta, moglie dell'imperatore Car- Daroca di Spagna, di cui parla il
lo V, nella messa solenne celebrata p. Menochio nel tomo II delle sue
in s. Pietro, l'imperatore fece alcu- Stiiore a pag. 221 e seg. Nel isSg
ne funzioni da diacono, e presentò un grande esercito di mori nel re-
al Papa il corporale. Nel i566, s. gno di Valenza di Spagna andò
Pio V concesse ai sacerdoti spagnuoli per debellare circa mille cristiani,
di portare all' altare il corporale che abitavano alcune terre. Consi-
fuori della Borsa (Fedi), nella quale derando questi r inferiorità delle
si suole mettere dagli altri sacerdoti. loro forze, ricorsero al divino aju-
La festa del Corpo di Cristo to, ed i sei capitani vollero prima
{^Fedi) viene da alcuni chiamata comunicarsi. Nell'atto però, eh e-
Festiim Corporale , perchè fu isti- rano per ricevere le sante particole,
tuita da Urbano IV pel celebre sopravvenne il nemico, per cui il
miracolo successo in BoLsena [Fedi) sacerdote, che avea celebrato e con-
sul corporale, mentre celebrava un sagrato, ripose le sei particole en-
sacerdote boemo , o tedesco. Fu tro un corporale, che nascose sotto
detta anche Festiun Corporis Do- una pietra, acciò non fossero vitu-
mini, ovvero Corpus Domini [Fedi). perate dai maomettani. Intanto se-
Del ss. corporale, che si conserva gui il combattimento colla peggio
a5o COR COR
dei mori. Laonde volendo comuni- vescovo Atene. Trattate da lui
di
carsi i vittoriosi capitani, rinvenne il alcune cause tra il Papa e l'im-
sacerdote con sorpresa di tutti il cor- peratore, circa il dominio di Co-
porale intriso di sangue, e le particole macchio, dallo stesso Pontefice Cle-
ad esso attaccate stillanti vivo sangue. mente XI, nel concistoro de' 18
E mentre si pensava al modo maggio 7 12 fu creato Cardinal
1 ,
di porre in venerazione il corpora- prete del titolo dis. Gio. a Porta lati-
le, i nemici ritornarono più nume- na, da cui passò in seguito a quello di
rosi su di loro, che latti più co- s.Maria in Trastevere nel 171 6. Nel
l'aggiosi dal manifesto patrocinio 1718 ebbe la prefettura alla congre-
del cielo, vollero che il sacerdote gazion del concilio, e da Innocenzo
alla propria vista esponesse il santo XIII fu promosso alla carica di pro-
corporale, riportando così animali datario. Amante del bene, persuase
una completa vittoria. Quindi per a Benedetto XIII di fondare lo speda-
diversi prodigi , il corporale e le le di s. Gallicano; ed egli stabilì in
particole furono riposti in una patria un monistero alle sacre ver-
chiesa di Daroca, che perciò divenne gini sotto r invocazione della sacra
un santuario celebre e frequentato. Famiglia, detto di presente del
CORPUS DOMINI, Monache bambin Gesù, che poi lasciò erede
domenicane di Macerata. V, il voi. di ogni suo avere, sotto l'ammini-
I, pag. 95 del Dizionario^ e il p. strazione, e giurisdizione del Cardi-
Filippo Bonanni, Catalogo degli Or- nal protettore, e pia congregazione
dini religiosi parte III, pag. 23, Delle di s. Ivo, della quale egli era sta-
monaclie dette, del Corpus Domini. to protettore. Beneficò generosa-
CORRADINI PiERMARCELLiNo, Cczr- mente parecchi luoghi; nel 1724
diaale. Piermarcellino Corradini nac- passò al vescovato Tusculano, che
que a Sezze nel 658 da nobili e ci-
1 resse da ottimo pastore ; visitò la
vili, ma poveri genitori. Morto il pa- diocesi; riformò il clero, ed il po-
dre di lui, fu educato saggiamente polo ; sollevò i poveri ; accrebbe al
dalla madre, che lo mandò a Ro- seminario le rendite, e le ampliò;
ma. Qui percorse egli i suoi studi, e donò quella cattedrale di candel-
in breve divenne chiarissimo juris- lieri, e di una croce di argento;
perito ed uditore del Cardinal
, donò parecchie migliaia di scudi al
Pamphily. Trattò molte cause nella monistero presso s. Maria Maggio-
curia di Roma con tale successo, re, ed alla casa dei Neofiti, cui
da meritarsi la stima degli stranieri proteggeva, nonché a religiose fa-
medesimi, specialmente dopo aver miglie. Pubblicò un libro intitolato J
pubblicata 1' opera de jure praela- Storia della chiesa di Sezze. Era
iionis. Perlochè Innocenzo XII nel ascritto a quasi tutte le congregazio-
1 Bgg lo elesse a sotto-datario, poi ni, colla protettoria de' monaci di
a canonico nella basilica lateranese, Montecassino. Dopo essere interve-
confermato nella detta carica da nuto ai conclavi d'Innocenzo, e Be-
Clemente XI nell' anno appresso. nedetto XIII, di Clemente XII, e
Poscia fu eletto nel 1706 all'udi- Benedetto XIV, morì a Roma nel
torato del Cardinal Pamfili, indi a 1743 di ottantacinque anni, e tren-
canonista, e correttore della peniten- tauno di Cardinalato, e fu sepolto
zieria, dopo di che venne consacrato nella basilica di s. Maria in Tras-
,
BRIXIAE GABZAE
. FLVVIVM AQVIS INVNDANTEM . . .
ogni dire , che non vi era parte di della propria moglie , che si ritirò
tempo, la quale non volesse impie- all'ombra dell'Ordine di s. Chia-
gata alla gloria di Dio, ed al bene ra, abbandonatala patria ed ab- ,
ma parte di quei beni, che posse- vita ad una austera penitenza. Neti
deva nelle vicinanze di Costanza in Sicilia fu il luogo ove morì nel
avuti in cambio da suo fratello Ro- i35i. Urbano Vili l'anno 162^
dolfo, quarto conte di Altorff. Fab- permise all' Ordine di s. Francesco
biicò tre chiese dedicate a s. Mau- di farne l' ufficio, e la di lui festa
rizio, a s. Paolo, ed a s. Giovanni, si celebra il giorno 19 di febbraio.
visitò per tre volte le terre sante, CORRADO (b.) di AscoH. Fi-
non per vana compiacenza di viag- gliuolo di Francesco Miliani e di
giare, ma
per fervoroso spirito di Agnese Saladini, ambidue nobilis-
devozione, e finì santamente la vita simi, nacque ad Ascoli nella Mar-
nel 976, dopo quarantadue anni ca di Ancona l'anno I2 34- Cio-
di episcopato. Fu sepolto nella sua vanetto ancora mostrò non equivoci
chiesa di s. Maurizio , e la tomba indizi di santità, abbracciò l' istitu-
di lui volle Iddio che fosse onorata to dei frati minori in sua patria
per molti miracoli, siccome si legge si addottorò in Perugia, venne a
nella cronaca di Costanza. Il Pontefi- Roma dove si diede con tutto lo
ce Calisto II lo canonizzò circa l'anno zelo, cogliendone largo frutto, al
I I 20 , ed è ricoi'dato dal martirolo- ministero della parola. Non andò
gio romano nel dì 26 di novembre. guari, che seguendo la sua voca-
COR COR 2 53
zione recossi in Africa per guada- strale, che fu ritenuto degno dai
gnare a Gesù Cristo con la predi- suoi superiori di esser mandato a
cazione quelle anime, e fu con- Monte Alverno, luogo ove il pa-
fortato dal più felice successo. Di triarca Francesco avea ricevuto dal
là ritornato in Italia si condusse in Signore i più distinti spirituali favo-
Francia, unitamente a frate Giro- ri. La sua modestia non sapea per-
lamo, generale deli' Ordine france- suaderlo di essere degno di tale
scano, ivi mandato da Nicolò HI missione, ma poiché per obbedien-
per affari della somma importan- za vi acconsentì,, fu là dove am-
za. In quel regno fu distinto ol- maestrato dallo Spirito Santo, fece
tremodo, e per le pubbliche lezioni conoscenza delle cose divine, e riu-
che tenne di teologia, e per le sue scì senza studio abile ad annun-
prediche, che recitava frequentemen- ziare fruttuosamente le evangeli-
te, e per la caritatevole assistenza che verità. Moi'ì egli li io dicem-
agli spedali , ma sovra ogni altra bre i3o6, ed il Pontefice Pio VII
cosa era appresso di tutti avuto in permise, che fosse onorato di pub-
conto di santo per la austerissima blico culto il giorno stesso della
sua vita, e per le guarigioni che di sua morte.
spesso operava nel nome della ss. CORRADO, o CORRADI Jaco-
Trinità, cui era particolarmente di- po, Jacopo Corrado, o
Cardinale.
TOto. Frate Girolamo intanto era Corradi , nato a Ferrara nell'anno
stato promosso al pontificato col , 1602, d'ingegno vivace, riuscì in
nome di Nicolò IV, e Corrado ven- breve il miglior legista della patria.
ne da lui richiamato in Italia. Egli Ebbe alcune onorevoli cattedre in
obbedì a quell'autorevole invito, ma quella università, ove in gran copia
pria di giugnere in Roma, cadde sceltissimi uditori traeano ad udirlo.
gravemente malato in Ascoli sua Dipoi, datosi all'avvocatura, si fe-
patria, ed ivi ancora morì, nel mo- ce un gran nome il perchè Urbano
:
do e nel giorno eh' egli avea do- Vili lo chiamò a Roma, e l'anno
mandato, cioè, disteso per terra ai appresso lo ascrisse agli uditori di
Tubinga. Abbiamo di lui un trat- cia per condolersi a suo nome della
talo, in cui mostra, che Dio ha vo- perdita del duca d' Orleans figlio
luto farsi uomo; e che il Messia di lui. Morto il Pontefice, servì al
promesso nelle divine Scritture do- Cardinal Alessandro Farnese, quan-
vea essere Dio ed uomo ad un tem- do nel i556 dovette andar alla
po slesso. Scrisse ancora un trat- corte del re cattolico Filippo H, per
talo sopra dodici abusi dello stato trattare della restituzione di Piacen-
COR COR 255
za da farsiad Ottavio Farnese du- no, sotto il Papa Alessandro IH, li
vano dapprima, che il corpo di Ge- portare presto gli ordini reali, cam-
sù Cristo non è in cielo glorioso, e biandosi vicendevolmente dopo un
che dopo il giudizio universale non giorno di viaggio, ovvero a certe
dovrà essere che un cadavere in- distanze.
fetto. A ciò aggiugnevano che la Senofonte attribuisce l' uso dei
Beata Vergine era un angelo ; che corrieri a Ciro. Erodoto dice, che
le anime degli uomini erano pro- era quello un costume ordinario
pagate dalla sostanza de'lor parenti de' persiani, e che nulla vi aveva
a guisa dei corpi ; che i santi non al mondo di più sollecito di quel-
avrebbero il possesso della gloria se la sorte di messaggieri, Ciro, al dire
non dopo l'universale giudizio. Un del medesimo Senofonte, esaminò il
muoversi. Quando a Clemente XIV dai Cardinali che dai loro congiunti,
furono fatte grandi istanze per i- e persino dai sovrani, negli stati dei
spedire un corriere alle tre sorelle quali risiedevano i Porporati. Allor-
affine di significar loro l'assunzio- quando, nel 1784, Pio VI nel set-
ne al pontificato, egli in vece scrisse tembre creò Cardinale monsignor
ad esse per la posta, dicendo lepi- Archetti, dimorante presso il re di
damente, ch'esse non erano avvezze Polonia in qualità di nunzio apo-
a ricevere corrieri, onde ciò avrebbe stolico, dalla segretaria di stato fu-
loro cagionato qualche sconcerto. Al- rono spediti due corrieri, cioè Maz-
tri dicono che rispondesse io non : zetti in Polonia a recargli la noti-
zione de' corrieri pel Papa defonto, re di Polonia non solo regalò il
nali residenti in Roma, per cui an- dal 80 1 1 in poi un individuo della
dò a Napoli, ed a Messina, mentre medesima , invece dei corrieri ponti-
il corriere Andrea Novi si recò a ficii, avrebbe portato ai nuovi Car-
Modena, Cesena, ed altri luoghi dinali l'avviso della loro esaltazio-
dello stato pontificio. Nel 1788 poi ne. Cessò pertanto l'uso di spedire i
chierico di camem, presidente alle primo delle vite degli uomini il-
armi, ed il sacro Collegio lo volle lustri , il secondo e il terzo della
governatore del conclave dopo la , storia ecclesiastica. Questa storia è
morte del medesimo Papa. Poscia scritta con molto giudizio , e con
Innocenzo XI lo dichiaiò uditore eleganza.
della camera, ed a' 2 settembre del CORSICA. Una
delle piò gran-
i686, lo creò Cardinal diacono di di isole del Mediterraneo già do- ,
mai'e, ed il Monte d' oro che ascen- no per la salubrità, che per la ro-
de a piedi 8,720. La costa occi- mantica loro situazione famosi. So-
dentale non ha quasi prominenze, no pur celebri i bagni della Cal-
che ne rendano irregolare l'aspetto. daniccia presso Ajaccio, recentemen-
Il promontorio Graniano , o capo te scoperti.
Erbicaria, oggi detto capo di s. Ci- Non è del nostro proponimento
priano, forma il vasto seno di Por- parlare de' prodotti della Corsica.
to vecchio, ed il promontorio Xa- Dicono però alcuni geografi che il
go chiude al di sotto di Bastia lo suolo non è molto fertile , e eh' è
stagno di Biguglia
; il seno di Porto- poco coltivato; però tutt'altro, il
vecchio è capace di essere ridotto suolo dell'isola generalmente è fe-
ad uno de' migliori porti dell'isola. racissimo, ma per la scarsezza di
Ma dalla punta boreale dell'antico braccia, l' industria poco ha potuto
promontorio sacro , o Capo-Corso pi'ovocare la sua fecondità. Certo è
volgendo ad occidente, frequentissi- elle abbonda di alcune cose, come
mi sono i capi clie formano altret- abbondante n'è la pescagione lungo
tanti vastissimi golfi, come quello le coste, anzi in vari punti è ric-
di s. Fiorenzo, di Sagona, di Ajac- chissima quella de' coralli delle tre
cio, infino alla meridionale estre- specie, e soprattutto della corallina
mità, il di cui orlo presenta una che dicesi muschio di Corsica. Il
serie di punte, che tei'minano colla regno minerale offre importanti, e
baja di Bonifacio. vaghissime produzioni. In generale
Sul detto Monte d'oro, che pur il clima è salubre, eccettuati alcuni
due di Mariana, e di Nebbio, suf- de, e nel 1809 fece sbalzare dal tro-
fraganei di Genova : la sola sede di no Pio VII, e prigioniero il fece
Ajaccio [Vedi) è oggi conservata, trarre qua e là sino al 18 14. Per
ed è suffraganea della meti'opoli di tratto però mirabile della Prov-
Aix. La
Corsica manda due mem- videnza, stanca finalmente la nazio-
bri allecamere dei deputati, e rin- ne francese della dominazione di
chiude vari monumenti di epoche lui , e più le nazioni delle tante
diverse. I corsi sono commendati sue guerre e conquiste, nelle quali il
per penetrante ingegno, e raro ta- sangue umano si versò a torrenti, nel
lento,ed onorevole è la serie degli detto anno i8r4 fu dichiarato deca-
abilissimi diplomatici, de'prodi guer- duto dal trono, su cui avea poten-
rieri, e dei prestantissimi scienziati, temente seduto per dieci anni, ad
per cui si resero distinti fra le più onta che avesse impalmato la figlia
colte nazioni. Da ultimo la Corsica dell'imperatore Francesco I, ed a-
diede Napoleone Bonaparte, che di- vesse posto sui troni di Spagna
venne imperatore de' francesi, ed il di Westfalia, d'Olanda, di Milano,
suo zio Giuseppe Fesch creato ven- e di Lucca i suoi fratelli Corsi, ed
ne da Pio VII Cardinale. A cagione alcuni congiunti. La sua domina-
della celebrità del primo, ci per- zione gli tirò addosso la coalizza-
metteremo di dare un cenno di zione di tutte le potenze dell'Euro-
lui. Nacque egli in Ajaccio a' i5 pa, che alla testa delle loro armate
agosto 1769, da una famiglia o- consumarono i loro divisamenti, e
riunda di Ascoli, e di s. Miniato, lo fecero deporre dallo stesso se-
come si disse al voi. Ili, p. 53 del nato da Napoleone istituito. Quin-
Dizionario. Divenne distinto solda- di mandato in
fu esilio nell' isola
bra però che i cox'si non soffrissero tier generale, il general comandante
di buon grado la soggezione, facen- la divisione, il conservatore delle
do continui tentativi per l'icupera- ipoteche, e l'ispettore principale
re la libertà, né i romani poterono delle foreste. E il secondo capo luo-
anzi chiamarsene giammai posses- go del circondario forestale, come
sori tranquilli: ond'è che i corsi lo è della decimasettima divisione
trattia Roma in cattività, non mai militare di una direzione di arti-
mente quello diretto alla madre belli nel 1794, finché passò in potere
Eivia, De consolatione. Quella tor- della Francia. Prima che sotto di essa
COR COR a65
r isola di Corsica formasse un solo eplsl.47> o\e si vedrà non essere
dipaiiimento, Daslia era il capo luo- questo patrimonio eguale a quello
go di Gelo. Il circondario di Bastia della Sardegna e di altri, privi del
eomprende i i3 comuni, e circa più diritto di sovranità anche prima
di cinquanlacinque mila abitanti delle donazioni di Carlo Magno, e
riparliti in diecinove cantoni. Fi- del suo figlio Ludovico I il Pio, di
nalmente si crede che Bastia cor- cui andiamo a parlare. Fu forse
risponda a /Hanlinuni o Mantino- per questo riguardo, che le isole di
tese di succedergli nello slato il santo Papa Gregorio VII fece sul-
conte Antonio discendente di Cicar- la medesima valere i diritti della
co , o Cinarco secondogenito di Chiesa Romana. De Corsie, lib. 5,
Ugo, e marito di Bianca, figliuola epist. 2 et 4-
ed erede di Arrigo, da cui proce- A certo Adimuro ammiraglio ge-
dono le famiglie, che ancora con- novese si dà la gloria di aver de-
servano in Corsica il cognome Co- vi?
finitivamente liberato l' isola dai
lonna. Ma
baroni dell'isola
gli altri saraceni. Il Muratori, Dissertazio-
negandogli ubbidienza, si fecero in- ni tom. II, p. 1 3 dice, che i pi-
dipendenti ne' loro feudi, e gli altri sani, e i genovesi cacciarono dalle
popoli si elessero un coqte. Altri isole di Sardegna, e di Corsica ]VIu-
noverano quattro discendenti di geto, ossia Musaito, re dei sarace-
Ugo col titolo di re di Corsica, 1' ni.Racconta inoltre che verso l'an-
ultimo de' quali si dice Mario III no 852 molte schiere di corsi si
che la perdette sotto Ottone. Es- rifugiarono a Roma nel pontifica-
sendo poscia insorta la guerra fra to di s. Leone IV, per non poter
i signori dell' isola, e vedendosi più tollerare le scorrerie, e gì' in-
que'popoli trattati crudelmente, spe- sulti de' mori, per cui il buon Pa-
dirono nel 1077 un am.basciatore pa pieno di carità assegnò loro
al Pontefice s. Gregorio VII pre- luoghi da abitarvi. Da altri sappia-
gandolo di prendere l' intero ed mo che a migliaia i corsi ricorse-
assoluto dominio, non che il go- ro a s. Leone IV, e ch'egli nel
verno di Corsica, come abbiamo permetter loro di stabilirsi in Roma,
dai citati Bai'onio, e Filippini a per sostentamento , diede ad essi a
pag. 63. coltivare terre, prati, e vigne. Ab-
Fu allora che s. Gregorio VII biamo inoltre, che s. Leone IV, a-
nello scrivere aino- vescovi e vendo fortificato la città di Porto,
bili corsi, lamentava non aver
si contro le incursioni de' saraceni, vi
essi da gran tempo prestato alcun fondò una colonia di corsi, la qua-
servigio e segno di fedeltà a san le secondo alcuni è la prima colo-
Pietro; quindi dichiarò loro che nia fondata dai Papi. Continuaro-
r isola non avea altro sovrano che no i Pontefici, dopo la morte del
laSede apostolica, ed in pari tem- marchese di Massa, a mandare in
po vi spedì il marchese di Massa, Corsica governatori, ma incontra-
il quale in nome del Papa sotto- rono non pochi contrasti sì coi
mise tutti i signori, e godette nei principali signori, che coi popoli ;
sette anni che sopravvisse, il paci- laonde Papa Urbano II, del 1088,
fico dominio dell'isola. Il lodato per reprimerh, e per meglio assi-
Borgia, parlando nel tora. I, pag. curare r isola dagli attacchi de'ge-
3 1 e seg. delle Memorie istoriche novesi che ne aspiravano alla con-
di Benevento, della sovranità dei quista, la consegnò ai pisani, affin-
Pontefici sulla Corsica, dice che do- chè la governassero sotto l'alto do-
po donazione di essa alla Chiesa
la minio della santa Sede.
Romana, se ne impadronirono i sa- Mentre i pisani felicemente go-
raceni , ma essendo poi stata ricu- vernavano r isola, approdò al por-
perata da quei barbari per opera to o capo di Bonifacio una nave
2G8 goR COR
di genovesi. I soldati di essa pro- spogliandone i legittimi signori
llttando del tempo di certe nozze, chiamati del Mare. L'isola di Ca-
nelle quali il popolo si abbandona- praja trovasi nel mar Toscano, ed
va all' allegi'ia, sorpresero il castel- all' ovest ha la punta nordica del
lo, e ne discacciarono i pisani. Que- Capo-Corso ebbe il titolo di con-
:
sta fu la prima conquista che i ge- tea, ed allora era soggetta all'isola
novesi fecero della Corsica. Noi pe- di Corsica. Tutto racconta il cita-
rò per meglio farle conoscere ne to Filippini alle pag. 29, 67, 82
indicheremo qui anche altre progres- e 207.
sivamente. La seconda conquista L' imperatore Federico I produs-
che i genovesi fecero sull' isola fu se delle pretensioni sulle isole di
adunque nell'occasione che, morti Sardegna e di Corsica, consideran-
essendo i signori della provincia di. dole quali feudi dell' impero, al
quei popoli di governarsi in forma di ri, loc. cit., ove parla di alcuni
repubblica. Laonde spedii'ono a Ge- signori della Corsica, investì di
nova a dimandare due uffiziali, che ambedue Berlingieri conte di Bar-
in quaUtà di giudici, da loro pa- cellona col titolo di re. Ma
gati, vi amministrassero la giusti- quanto può dirsi per rapporto a
zia. Per tal richiesta prontamente questi tempi con le sole congettu-
i genovesi inviarono due loro sud- re, si fa chiaro nel pontificato di
diti, uno della famiglia Avogari, Innocenzo III, il quale in più mo-
l'altro de' Peverelli ; ma ,
passato di esercitò il suo diritto nella Sar-
qualche tempo, seppero essi farsi degna contro gli sforzi de' pisani,
riconoscere per signori invece di cedendo la metà dell' isola di Cor-
giudici. La terza conquista fu della sica alla repubblica di Genova col-
signoria d' Istria, nella quale si sta- l'annuo censo d' una libbra d'oro,
bilì come padrone un capitano di come prima di lui avevano fatto
due galere genovesi colà giunto, ed altri Pontefici. Ne' libri de' censi
invitato da alcuni malcontenti, che della Chiesa Romana, di Cencio ca-
protetti da lui si ribellarono ai pi- merlingo, si legge : » Consules ja-
sani nel 1212. Della medesima M nuenses unam librara auri prò
maniera fu la quarta conquista, nel- w dimidia Corsica, quam concessit
la quale i genovesi si resero padro- w eis Papa Et tam
Innocentius.
ni di Calvi, Lilus Caesìae, città » consules, quamdebent populi
forte, già residenza del vescovo di 51 facere fidelitatem romano Pon-
Sagona, con buon porto, e castel- n tifici, quando ab eo requisiti fue-
lo fortificato. I genovesi vi furono » rint, prout in eorum privilegio
chiamati dagli abitanti della pro- 5» Questa concessione
continetur".
vincia, acciocché li soccorressero nel- venne poi confermata da Onorio
la ribellione contro il proprio ba- III, con bolla indirizzata nel 12 17
d'argento, come si legge nel Bull. che venne accettato dal Papa. Ab-
Rom. tom. Ili, par. II, pag. 82, biamo poi, che r altro re d'Arago-
e nel Rinaldi all'anno 1297. Sopra na Alfonso IV, nel i336, fece pa-
di questa concessione può Vedersi gare il solito tributo e giurare fe-
il catalogo di molte antiche carte deltà a Benedetto XII, che coU'auto-
della Chiesa Romana fatto nel i 366, rità della costituzione JVuper infra
e l'iferito dal Muratori, Diss. 71, data Avenion. die 20 decembris
antìq. ilalic. Si può leggere anco- i335, presso il citato Lunig a p,
ra il Rinaldi all'anno
i3o3, n. 29, 1589, gliene avea dato l'investitu-
e all'anno i36o, n. 11, dove nar- ra, giacché secondo i patti, nel primo
ra le controversie, che poi sono anno d' ogni pontificato doveano
insorte tra' pisani, e genovesi da i re d' Aragona rinnovare il giu-
una parte, e gli aragonesi dall' al- ramento di quei feudatari, e tro-
tra, sul dominio di queste due iso- vandosi il re infermo o impotente
le, salva quella metà dell'isola di di recarsi dal Papa, si faceva sup-
Corsica, della quale i genovesi era- plire da un regio procuratore, col
no stati investili dai sommi Pon- consueto tributo di due mila marche
tefici, e per la quale fino all'anno di argento. Montato sul trono ara-
i36o, erano soliti prestare il giu- gonese Pietro IV, nel i338, fece pa-
ramento di fedeltà alla s. Sede, e gare al medesimo Benedetto XII le
pagarle il censo. due mila marche di argento; locchè
Quindi Giacomo II inviò nel allo stesso Papa fece rinnovare nel
i3o4 ambasciatori in Perugia a 1339 perla Corsica e per la Sar-
Benedetto XI, che ai 5 giugno ri- degna. Il re Pietro IV , tanto a
cevette in pubblico concistoro il Clemente VI, che ad Innocenzo VI
giuramento di fedeltà pei regni di nel 1354, con gran solennità fece
Corsica, e di Sardegna, avuti in feu- il giuramento di fedeltà in Avigno-
cesco Sforza IV, duca di Milano, prode, che allora avesse l' Italia.
tarsi che la fede non tardò ad es- corsi tornato a servire la santa
sere predicata nell'isola. Commanvil- Sede nella milizia.
le registra l'origine dei vescovati di Nella dominazione genovese ,
se non alla durezza con cui erano Paolo Orlicone per supplicare la
trattati dai genovesi. Però la ribel- santa Sede di prendere sotto la sua
lione del 1730 fu originata dalle protezione la loro isola, per libe-
esigenze del commissario generale, rarla dal giogo genovese, esibendo
che in nome del senato genovese eziandio al Pontefice Clemente XII
governava l'isola di Corsica. Vole- la sovranità del regno di Corsica,
va obbligare gì' isolani a rimbor- col dimostrare con prove autentiche,
sare la repubblica di ciò, .che loro che questo regno ei'a stato in altri
avea somministrato per una straor- tempi sotto il dominio della Sede
dinaria carestia. Sì opposero a que- apostolica. Ma il Papa, col consi-
sta ricerca i corsi, e richiamando glio de' Cardinali, stimò non deco-
col titolo di altezza reale che si ; tutore del quale per debiti giaceva
formerebbe una dieta generale, qua- nelle prigioni di Olanda, furono
lificata del titolo di Serenissima ec. in esso ammessi da quattrocento
Regolate dai corsi le cose spettanti cavalieri. Su questo fantasma di re,
al governo dell'isola, con più ar- molte furono le opinioni degli sto-
dore continuaronsi le ostilità contro rici, i quali lo credettero strumen-
i genovesi. to di qualche potenza, che aspirava
Nel 1736 sbarcò in Aleria un a dominare l' isola.
personaggio incognito, cioè Teodoro Frattanto i genovesi ottennero
Antonio barone di NewofF prussia- da Luigi XV re di Francia, l'aiuto
no, o della contea Westfalica della di tre mila uomini, che il generale
Marck. Spacciando egli fastosi ti- Boissieux sbarcò in Corsica, e potè
toli, e millantando di avere navi conchiudere, che i corsi riconosce-
e militari soccorsi a sua disposizio- rebbero Teodoro I per re sotto
ne, come quello che aveva seco la protezione della repubblica di
COR COR 275
Genova, e colla garanzia della Fran- gioni, onde essere malcontenta dei
cia. Poco dopo comparve Teodoro sardi egualmente che dei francesi,
ncir isola con diversi soccorsi smon- abborrendo il giogo genovese, ri-
tando alla spiaggia di Canipoloro, solvette di uscire da questo stato
fra le grida di : viva il nostro re <li oppressione, e di eleggersi un
Teodoro. Ma questi vedendo, che capo, e questo fu Pasquale de Pao-
il generale fiancese bramava averlo li, figlio del summentovato Giacinto,
nelle mani, pensò bene allontanar- che pe'suoi rari talenti venne eletto
si di nuovo dall' isola facendo ritor- capo generale economico, e politi-
no in Olanda. Con nuove munizioni co di tutto il regno con autorità
volendo poscia fare ritorno nell'i- illimitata. Accettò il potere non
sola, per un tradimento' le per- senza ripugnanza, e dopo aver su-
dette, e si salvò dalle trame con- perate le trame di alcuni concitta-
tro di lui oi-dite; tultavolta gli riu- dini, incominciò a regolare l'ammi-
scì approdare in Coisi-
in appresso nistrazione, disciplinar le truppe,
ca, ove fu ricevuto con dimostra- emanar leggi, ed istituì una uni-
zioni di giubilo. Adunati i princi- versità, per raddolcire i costumi
pali dell' isola, raccontò loro le in- colle arti e le scienze. Ma la sola
sidie tramategli dai genovesi, e ri- religione, che
l'amore dell'or-
ispira
cevette nuovo giuramento di fedel- dine, dell'onesto, e dei propri dove-
tà. Quindi fu pubblicalo un alto, ri, e il rispetto alle leggi, era nel
col quale confermarono la
i corsi più deplorabile stato. I beni della
elezione di Teodoro in re di Cor- Chiesa passati erano nelle mani dei
sica, e dell' isola Capraja con le sollevati per servire alle spese della
sue attinenze, e dipendenze. Allora guerra, le sedi vescovili erano prive
i corsi si videro minacciati dai ge- dei loro prelati, le diocesi di Aleria,
novesi, e dai francesi. A Boissieux di Mariana, di Ajaccio, e di Neb-
successe nel comando il marchese bio sentivano gli effetti luttuosi di
di Maillelx)is, per cui gli affari questa privazione; le greggi subor-
presero una differente piega, e fece dinate mancavano dei secondi pa-
sapere ai corsi, che il re di Fran- stori; i fedeli non avevano chi loro
cia prendeva l' isola sotto la sua spezzasse la divina parola, illangui-
tutela, e protezione. Teodoro, che dita la pietà, intiepidito il fervore,
era uscito di Corsica, invano potè i tempU e gli altari divennero de-
rientrarvi, e si ecclissò in certo mo- serti, i pochi superstiti sacerdoti
do agli occhi dell' Europa. In Lon- slruggevansi in lagrime e sospiri,
dra i suoi creditori tornarono ad ed il libertinaggio ovunque si ma-
imprigionarlo, e non si parlò qua- nifestava orgogliosamente.
si piti di lui, finche non soggiac- Altro non ci voleva certamente
que a quella insuperabile legge, a per la Corsica, se non l'autorità e
cui sono soggetti gli abitatori delle la sollecitudine della santa Sede,
misere capanne, egualmente che i che in ogni tempo provvide ai bi-
veri, e fìnti monarchi. sogni dell' universo, perchè senza
La Corsica rimase per qualche ledere i diritti episcopali, e senza
tempo sotto la protezione del re di pregiudicare quelli del principa-
Francia, indi sotto quella del re di to, potesse provvedere alle tante
Sardegna. Avendo peiò tutte le ra- calamità, che inutilmente tenta-
ijG COR COR
rono riparare Clemente XII, e Be- alTari spirituali, senza punto interes-
nedetto XIV. Questo secondo Pon- sarsi ne'poUtici, e tendeva solo a ri-
lo, come dicemmo di sopra, prov- destar così ne'popoli 1' ubbidienza,
vide di due vescovi nazionali le e il rispetto al loro principe. Quin-
diocesi di Nebbio, e di Aleria, di di a' 1 5 maggio, col breve In a-
cui da molto tempo erano prive ,
postolica, condannò, annullò, e pro-
e spedi in Corsica il b. Leonardo scrisse l'editto de'genovesi. Per mez-
da Porto Maurizio, per far rien- zo del Cardinal Orsini s'interpose
trare quelle popolazioni nella pie- mediatore il re di Napoli, ma inu-
tà. Finalmente Clemente XIII, ce- tilmente, giacché il Papa, e il Car-
dendo alle istanze de' corsi e del dinal Torregiani suo segretario di
general Paoli, dopo aver ben matu- stato, persistettero nella rivocazione
clesiastici. Ad
onta del prudenzial marittime e terrestri, che aveva in
contegno di Clemente XIII la re- , Corsica, ed inutili furono gli sforzi di
pubblica di Genova a' i4 aprile Paoli, il quale dovette abbandonare
1760, cioè sette giorni dopo lo la patria, dopo alcune battaglie,
sbarco del visitatore apostolico, pub- specialmente quella decisiva di Pon-
blicò un ingiurioso editto contro la tenuovo, e dopo altri infelici suc-
santa Sede, e mise la taglia ed il cessi. Salito sulla cattedra di s. Pie-
premio di seimila scudi a chiunque tro Clemente XIV, provvide di egre-
avesse condotto arrestato in Geno- gi prelati le sedi di Sagona, di A-
va degno visitatore.
il A si trista leria, e di Nebbio, e procurò mi-
notizia Clemente XIII convocò il gliorare le cose ecclesiastiche ; nel
concistoro, dimostrò al sagro .Col- 1770 concesse a Luigi XV re di
legio quanto ingiurioso era l'editto, Francia, ed a' suoi successori, fin-
giacché la deputazione e missione ché l'isola fosse sottoposta alla Fran-
del visitatore non riguardava che gli cia, di poter nominare i suoi cit
,
gia cassa d' Inghilterra. 3.° L'abo- francesi nel 1796 vi rientrarono,
lizione dei diritti metropolitani de- mentre spontaneamente ritiravansi
gli arcivescovi esteri, cioè di Pisa gl'inglesi in meno di sei settimane,
terminò di Poco
vivere nel 1807. stemma o scudo della Corsica è di
si sostenne dopo la partenza di Pao- argento con una testa di moro fa-
erano troppo forte incentivo di nuo- Pietro Filippini, che pubblicò nel
vi moti a' suoi compatriotti. 1 594 l' Istoria di Corsica raccolta
A meditare il conquisto della ed ampliata. Filippo Cluvcrio è
Corsica, si recò il generalissimo fran- r autore della Sicilia antiqua, Sar-
cese in Livorno, e spedi il colon- dinia et Corsica, Lugduni Batavo-
nello BonelU con armi e sussidii a rura, 16 19. Pietro Cirneo scrisse
de' più belli e forti castelli d'Italia, casati degli Strozzi, degli Albizi,
e posto quasi nel bilico di Toscana, de' Manelli, degli Altoviti, degli An-
ovvero furono signori di un castel- tilla, de' Medici, de' Gini, de' Mac-
lo chiamato Corsino presso Poggi- chiavelli, degli Odescalchi, de' Cae-
bonzi, ed anche chiamato Castell uc- tani, de' Barberini , de' Rinuccini,
cio , dal quale preserocognome. il ed altre molte; di questa famiglia
Indi verso il 1257, o meglio nel si contano sette gonfalonieri, e qua-
sini, Romae 1629. Clemente XII ché Alessandro VII nel 1664 creò
COR COR 281
Cardinale Neri Corsini . V. CoR- meo Giovanna Falconie-
Corsini, e di
SLM Neri, Cardinale. ri, da' quali era nato nel iGSq. Ab-
nel maneggio de' più alti affari è no, generale in capo della ma-
stato onorato dai gran-duchi di rina toscana, ammogliato a d.
Toscana delle più distinte commis- Eleonora Rinuccini.
sioni, fu decorato di molti insi- 3." D. Luisa già maritata al mar-
gni Ordini equestri. E cavaliere chese Tolomei defonto.
gran priore dell'Ordine toscano di 4.° D. Elisabetta, maritata al ge-
s. Stefano ; gran croce dell'Oi-dine nerale Casanuova, ambedue de-
toscano del merito, sotto il titolo fonli.
di s, Giuseppe; gran croce dell'Or- 5.° D. Adelaide moglie al mar-
dine di Ferdinando, delle due Si- chese Cosimo Conti, pel quale il
dell'Ordine piemontese de' ss. Mau- 6." D. Antonietta, ora defonta, ma-
rizio e Lazzaro; ed ufficiale dell'Ox*- ritata al marchese Berti.
dine reale di Francia della legione 7.° D. Tommaso ciambellano del
riguardo alla disposizione testamen- quelle, che sono uscite alla luce
taria del Cardinal Neri, intorno alla ne' tempi a noi più vicini insino ai
apertura della biblioteca al pub- nostri giorni.
blico in tutti i dì per tre ore sol- Sul palazzo Corsini in Roma per
tanto, vanno eccettuate le solite la via della Lungara, poco prima
vacanze settimanali, ed autunnali, di giungere alla porta Settimiana,
come si è sempre osservato, e tut- quasi dirimpetto alla Farnesina, ol-
tora si osserva; che l' acquisto fat- tre quanto si disse al citato luogo
to da Clemente XII della libre- del Dizionario, e di quanto eru-
ria del Cardinal Gualtieri costò ditamente scrisse il Cancellieri nel
diecimila e cinquecento scudi; fi- suo Mercato ec, noteremo che sen-
nalmente , che i pregi i quali di- za dubbio è una delle più superbe
stinguono la biblioteca Corsiniana fabbriche di Roma, e che l' intei'-
ai i4 agosto del lySo lo creò Car- perchè, nel concistoro de' 24 set-
dinal diacono di s. Adriano, lo fece tembre 1759, lo creò Cardinale
prefetto al tribunal della segnatura dell' ordine de' diaconi, e poscia gli
di giustizia, lo ascrisse a tutte le conferì la diaconia Cardinalizia di
congregazioni di Roma colla prò- s. Angelo in Pescarla. In tale lieta
tettoria dei regni d' Irlanda, di Por- circostanza furono pubblicati quei
,
giore, e vicario di Roma, ove assai nel i349 venne trasferito ad Au-
compianto moria' 19 gennaio 1795. xerre. Fatto fu da Clemente VI
Fu esposto nella basilica di s. Ma- nel 1 35o prete Cardinale del titolo di
s. Martino a' Monti, e morì di peste
ria in Trastevej'e, quindi privata- in
mente venne trasportato alla pa- Avignone nel i36i. Alcuni prolun-
triarcale basilica lateranense , dove gano la proinozione di lui a Car-
fu sepolto nella cappella di s. An- dinale, al i356, per Innocenzo VI;
drea Corsini di juspatronato della ma il Contelori, coli' autorità dei
sua eccellentissima casa. Questo de- libri del sagro Collegio, la fissa al
gno Cardinale fu inoltre prefetto i35o.
sopra lo spirituale del collegio , e CORTE, e Corti diverse, e Cor-
seminario romano, e della residen- tigiani. Per covie, Aula, s'intende
za de' vescovi. Venne annoverato il palazzo dei principi, e anche la
a dieci congregazioni Cardinalizie, famiglia stessa del principe. Pigliasi
ebbe molte protettone, fra le quali ancora questo vocabolo in significa-
nomineremo il regno d'Inghilterra to di festa, o adunanza di gente
e suo collegio in Roma, parecchie per alcuna allegria, o per conviti
città, come Camerino, Cingoli, To- pubblici, delti dagli antichi corti
scanella, Ragnorea Cori, ec, la , bandite. Corte pur dicesi pel luo-
prolettoria de' monaci di Vallom- go dove si tiene ragione, e per li
brosa, dell' Ordine de' servi di Ma- ministri, ed esecutori stessi di essa,
ria, di tutto l'Ordine carmelitano, forum, cuna. Dice il Dizionario
dei pp. delle scuole pie, e de' ben- della lingua italiana, che uomo di
fratelli, Nazareno, di
del collegio corte vale cortigiano. Dicesi pure
diverse arciconfraternite, ed univer- un proverbio : chi in corte è de-
sità artistiche, delle monache dei stinato, s'è, non muor santo, ei
sette dolori, delle monache camal- muor disperato; e vale che l'invi-
dolesi, paolette, ec, nonché di molti dia, la quale regna nelle corti, ren-
monisteri, conservatoi'i, chiese, ospe- de altrui o sofferente, o disperato.
dali, e luoghi pii, ec. Da tutto ciò Per corte, vale eleggere i cortigia-
si può dedurre qual fosse l' animo ni ; e corte si disse già, o quel re-
benefico, cuiitalevole e zelante di cinto di siepe, u di muro, che com
, ,
tenenze della villa. Fin qui il ci- sciarsi contraddire dalle assemblee,
tato Dizionario. abbia corretti, e approvati gli an-
Il Muratori, nella dissertazione tichi statuti risguardanti la celebra-
XIX sopra le antichità italiane^ a zione del parlamento, i quali nella
pag. 2 25, dice che per corti anti- prefazione vengono attribuiti ad E-
camente volevasi significare 1' unio- doardo il confessore. La manie-
ne di molti poderi, anzi un castello, ra di radunare questa corte vi è
dimodoché molte tene, e castella regolata in venticinque articoli ; ma
de' nostri tempi erano allora appel- sembra che molti di questi sieno
late corti, e ne riporta il citato au- stati aggiunti dopo il regno di Gu-
questo costume, che proprio era del- palazzo era preparata la mensa per
le corti bandite d' Italia de' bassi tutta la nobiltà forestiera. Si .sole-
tempi, sembra essere dall' Italia pas- vano particolarmente praticare que-
sato in Francia. 11 re compariva in sti sontuosi sollazzi ed allegrie al-
quelle feste colla corona sul capo, lorché alcuno de' principi menava
e con tutto l'apparato della maestà moglie, o era creato Cavaliere [T e-
reale. La sua corte era composta di). 11 Muratori riporta la descri-
dei pari laici , ed ecclesiastici , del zione di varie corti bandite.
contestabile, e di tutti i grandi uf- Vi furono anche ne' bassi tempi
ficiali delia corona. le corti di amore, le quali erano
Più ampie e più romorose ei'a- composte di una società di persone
no le corti bandite in Italia , alle di spirito d'ambo i sessi, che eri-
quali concoiTevano gì' invitati an- gevansi in una specie di tribunale
che dai paesi vicini , e riunivansi per giudicare le questioni agitate
diversi ordini di persone, tra le qua- tra i poeti (e massime tra i trova-
li primeggiavano le donne più ele- tori nel tempo della cavalleria) so-
ganti. Il regno de' Carlovingi fu pra argomenti in cui l'amore avea
distinto per la frequenza delle corti la parte principale. Il eh. e rino-
plenarie, e Carlo VII le abolì in- mato scrittore Defendente Sacchi
teramente, perchè forzavano la no- da ultimo ci il Saggio
diede sulle
biltàa spese rovinose ed assorbi- feste degV italiani nel medio evo ,
vano gran parte de' tesori dello sta- nel quale egregiamente descrive le
VOT,. xvu. •9
,
« zia del tuo padrone, tienla piut- « 'la che alla gloria tiene dietro l'in-
» tosto occulta quanto tu puoi, « vidia .... moderarsi nel potere e
» perchè se i maligni scuoprono •> nell'autorità mal possono coloro^
» che tu la godi, tenteranno tutte « che buoni si finsero per ambizio-
» le vie per privartene, e se non » ne ". Appena fu esaltato al pon-
»> otterranno dal padrone quanto tificato Eugenio IV, fu domandato
« desiderano per sé medesimi, ne a Tommaso Parentucelli, che fu
» attribuiranno a te solo la colpa. poi Cardinale e Papa col nome
>' Finalmente combattendo coH'in- di Nicolò V, qual uomo fosse Eu-
»' vidia imita il silenzio dell'eserci- genio, ed egli rispose: Considerale
» to de'greci, non già i clamori le (jualiià de' servi che ha intorno,
»» de' trojani ". e così verrete a cognizione della
11 medesimo Parisi, a pag. 7 sua medesima. Menocchio, 11 p.
e seg., propone a chi deve vivere nelle sue Stuore toni. Ili, p. iSo^
in corte, la lettura del dialogo di tratta: die gli ecclesiastici, e par-
292 COR COR
ticolarmente le persone religiose non zia; ma nel «enso proprio si limita
si devono impacciare nelle corti, ed a forma del pi'esente articolo. Poi
a pag. i5o, della malignità delle nome curia, e corte, in latino aula,
corti. Baldassare Gi^aziano spagnuo- preso in largo senso s'intende tante
lo nell'Eroe intraprese di formare volte il ministero universale dello
il cuore di un grand'uomo, nel stato, ed in ambi questi modi si
Critico diede una censura ingegno- ricevono tali vocaboli nel linguag-
sa de' vizi, nel Discreto l' idea di gio diplomatico ; ma nel senso pro-
un uomo Porge nel-
imperfetto. prio non può indicare, che il mi-
r Uomo di corte primi rudimen- i nistero introduttore nella reggia del
ti di essa, opera commendevole, principe, e le persone che spesso
chiamata dal traduttore de la Hous- frequentano il principe, come per-
saie: codice, o raccolta delle miglio- sone da ben vedute e favorite,
lui
ri, e più delicate massime della escluse anche le guardie di onore,
vita civile, e della corte. che fanno un servizio di fatto, e
Ci sembra poi assai utile ed silenzioso, senz' alcun' altra attribu-
opportuno per ultimo, quanto della zione. Per giustificare poi quali
corte, e de' cortigiani ha detto il de- persone di qualunque stato possano
fbnto chiar. avvocato Giuseppe Gae- ascendere al favore de' principi, ba-
tano Martinetti, nel suo erudito e sterà leggere la storia de' più illu-
interessante Codice d' etonomia pub- stri favoriti antichi, e moderni, stam-
blica, a pag. 1 48> e seg. , Del ra- pata in Leida nel 16^9, ove si leg-
mo adunque dice, che
Corte. Egli ge la vita di quaranta, e piìi fa-
la maestà, e decoro del principe
il voriti, tra cui quella di alcune
sovrano, e gradatamente dei grandi, donne, cominciando da Apelle fa-
il favore del principe . Tacito, Hìst. una posizione la più esposta alla
lib. 2, nel fare l' elogio di Giulio gelosia ed invidia. V. l' istoria c?ef-
basti per tutti 1' esempio di Mece- cipue sunt nugae, futilisque hqiia-
nate, e di A grippa i più grandi cilas , et inutilis curiositas Nei .
non che di
favoriti dell'antichità, bassi tempi, dove v'erano minori
Giuseppe Ebreo. Nel tempo stesso lumi, ma più principii religiosi, si
uomini potessero ben dire quante servo, ed uomo di bassa corte, do-
capre o pecore avessero, ma non vea possedere un mestiere non cla-
quanti amici. Vi sono di quelli che moroso, e risiedere in parvis cellulis
se la prendono con voi perchè sono ligneis disposte intorno la sala o
stanchi di udirvi nominare, somi- r anticamera , pronti sempre ad u-
glianti a quel greco, che inveendo scire alle chiamate ed ordini del
contro Aristide, votò pel suo ostra- padrone ; diversamente dovevano
cismo, annojato com' era d' udirlo occuparsi del mestiere anche con
di frequente celebrare per giusto. loix) profitto, e sotto la sorveglianza
Queste, e le altre suespresse rifles- d' un ministro destinato.
sioni filosofiche, e morali sono da Termineremo il presente articolo
considerarsi dagli uomini di corte. coi cenni suU'oi'dine delle corti an-
Riguardo a tutti gli addetti del- tiche, i quali prendiamo dall' enco-
la bassa corte, di cui parla Cajo miato Codice (V etoiiornia. Nei pa-
nella 1. 22, fF. De operibus liber- lazzi degli dopo aver
imperatori,
torum, deve ricercarsi ogni mezzo percorso molte camere di una su-
sia da questi, sia dai loro padroni perba magnificenza, si vedeva una
o magistrati, d' impedire con qua- cancellata, e poscia un gran velo
lunque genere di occupazione lecita che copriva l'ingresso, per concilia-
o manuale l'ozio permanente di le venerazione alla maestà del prin-
queste classi, eh' è precisameute la cipe. Chi giungeva tra la cancella-
294 COR COR
ta, ed il aveva ottennio mfó-
velo, popolari, che rimuovendo V impe-
rìoretn admissionem. Il ministro pri- dimento dei ministri introduttori,
mo dell* antica corte era il mae- ammettevano i sudditi al saluto ,
lo, dov'era l'ingresso per l'impe- un secondo Ticino, ossia Pavia, sede
ratore. Questi velarii avevano an- dei re longobardi. La sua corte era
cor essi un capo, chiamato prepo- splendidissima, e quasi alla re-
sto o sopraintendente, come vede- gale, come ce la descrive l'anoni-
si nella collezione di Grutero a mo Salernitano, cap. 12 et i3
pag. 599, n. 7. Altri reputano che Chronicon. Per tutte queste cose
stessero ivi i velarii alla difesa, non veggendosi Arigiso II il più poten-
ad alzare la portiera. In fatti tal- te della nazione, e lusingandosi di
volta vi furono dei sovrani assai poter far fronte alle armi, sebbene
COR COR 295
vittoriose, del re Carlo Magno, la- twe, che gastaldo. C'erano pure il To-
sciato il titolo di duca, assunse quel- poterius ossia vicario del duca, ap-
lo di principe, nome assai signifi- pellato pure Lociservator ; il Porta-
cante allora a chi non riconosceva riiis cioè il Bussolante {Fedi);\ì Thc'
superiore sopia di sé. Quindi, per saurarius, il quale ben s'intende che
attcstato di Erchemperto, in Aii- impiego fosse, cioè Tesoriere (Fedi)j
ctar. ad hist. Paul. Diac, e di altri, il ReferendariuSy vale a dire co-
si ungere da' vescovi, siccome
fece che dettava al notaio i diplo-
lui
facevano i re di Francia, e di Spa- mi da scriversi ( Mabillon. lib. 2
gna, e deposto il berrettone, o sia la cap. II. de re diplom.), ed al quale
corona ducale, si cinse di gemmato può riferirsi il segretario de'memo-
diadema il capo, prese in mano lo riali ( Vedi); V Actionarius, o sia a-
scettro, si clamide e man-
copri con gente; il Veslararius, o guardaro-
to regale, ascese sopra un trono d'o- biere. Paolo diacono, lib. 5. cap.
ro, ordinò che ne' suoi diplorai si 1. de G. che prenda
L., pare
ponesse la formola già da altri suoi questo uffizio a denotare colui che
predecessori usata, cioè in sacra- porgea le vesti, ed ajutava il prin-
tissinw nostro palatio, pubblicò leg- cipe a vestirsi. Dell'uffizio del vestia-
gi, e coniò moneta ec. rario, massime della corte pontificia,
Ecco adunque la descrizione del- abbiamo un' erudita dissertazione
la corte di Arigiso II, potente prin- del p. ab. Galletti, e noi ne parlia-
cipe di Benevento, dell'anonimo Sa- mo all' articolo Vesti Ponti^cie ( Ve-
lernitano. Dalla molliplicità, e varietà di). Vi erano anche il Vicedominus,
degli uffizi, altri presi da' latini, ed cioè colui che teneva le veci del signo-
altri dai greci , che leggiamo es- re (/^. Maggiordomo); il Pincerna, o
sere stati nella corte de'duchi, e coppiere; il Basilicus, o colui che
poi de'principi Benevento, age- di portava gli ordini del sovrano; il
babile pel fasto in cui egli si pose, tro r apostolica Sede. N' ebbimo
avendo pensato di succedere persi- nel decorso secolo esempi in Fe-
no alle ragioni del prigioniero i-e bronio, e il Gazzettiere ecclesiasti-
Desiderio suo suocero nel floridissi- co, nelle Novelle, del 27 marzo
mo, e vasto reame longobardico. 176^, non dubita di dire chiara-
Di molti antichi oJJlizi di Corte, mente, che questa distinzione era
dei principi sovrani, sì latini, che im petit detour, che si usa, lorsque
greci, italiani, francesi ec, massime la cour de Roma se rende digne,
de'romani Pontefici, non che di qu'on ait pour elle quelques mena-
quelli odierni, si tratta in pai'ecchi gemens. Può vedersi su ciò ì'Anti-
articoli di questo Dizionario. febronius vindicatus, del dottissimo
CORTE DI ROMA., o Corte Zaccaria, nel tom. I, diss. 1. cap. IV ,
Romana. Nell'usare il nome di Corte n. IO e II.
o Cuì-ia Romana [l'aedi), seguiamo Il celebre Bergier nel suo Dizio-
hoc nomea, quod est Curia, in de- 5j errori insieme, e per tutto lo stile
mo, colonia romana, fu ascritta al- duto, perchè ivi un sepolcro si è tro-
la tribù stellatiita. Ne'suoi dintorni vato di certo Larte. Ma senza ciò,
accampò il cartaginese Annibale da Stefano fu Cortona chiamata me-
quando si couiballè la gran gior- tropoli dell' Etruria, anzi nel quinto
J
COR COR 3oi
secolo di Romn, come ne nssicnra Luigi Battista Casali a darsi nel
Tito Livio citato al lih. IX, quasi 1409 in mano al re di Napoli La-
capitali de' popoli etruschi erano dislao, il quale nel i4ii la vendè
Arezzo, Perugia, e Cortona. Riten- ai fiorentini per settantamila scudi.
ne Cortona l' antica figura gran La più costante amistà si vide re-
tempo, e solo poco avanti l'eia di gnare d' allora in poi fra 1' una, e
Dionigio d' Alicarnasso, che 1' alFcr- r altra gente, e si valsero i corto-
ma, fu fatta colonia de' romani, e nesi di moltiplici elementi di pro-
quindi furonvi quatuor viri juri
i sperità, onde fu larga ad essi natura,
dicnndo, ì Seviri Angus tali, gli E- per procacciarsi negli ozii di pace
dilj, i Questori, e somiglianti altri dalle teri'e e dall'industria un'in-
maestrati delle più illustri colonie vidiabile opulenza, seguendo i de-
romane. Dopo la decadenza di Ro- stini della Toscana.
ma, pare da un frammento di La fede vuoisi l'icevuta dai corto-
lapida, che in Cortona risiedesse un nesi, e si attribuisce la predicazione
prefetto, o correttor dell' Etruria. del vangelo al beato Romolo, che fiorì
Ma che a' tempi di Onorio, d' Ar- sotto Costantino Magno. Comman-
cadio, e di Valentiniano Augusti, ville dice, che nel sesto secolo vi fu
un certo Decio, rettore dell' Etru- eretta la sede vescovile, e 1' Ughelli
ria, avesse in Cortona la sua sode, aggiunge, che nel pontificato di Vi-
è manifesto per l'autorità di Clau- gilio,in una condanna contro il
dio Rutilio Numaziano contempo- vescovo di Cesarea, nell'anno 55-2
raneo, che lo narra nel suo Itine- si sottoscrisse certo Gioi-dano ve-
rario. scovo di Cortona; né altre memo-
Cortona, sotto il basso impero, rie si hanno de'suoi antichi vesco-
molto soffri dai perugini, dagli are- vi. Certo è, che il Pontefice Giovanni
tini, e dai fiorentini, e poscia dallo XXII residente in Avignone colla
spirito di parte nelle tremende fa- autorità della bolla, Vigilis specii-
zioni , che cotanto lacerarono 1' I- latoris officiuni super gregeni Do-
talia. Nell'invasione de' barbari fu niinicuni data in Avignone, XIII
quasi ridotta all' estrema rovina ;
Kal. julii iSaS, eresse questo ve-
ma nel decimo primo secolo fioriva scovato, col distaccare dal monistero
per popolazione e commercio. Fu di Flora di Arezzo, alla cui dio-
s.
nel iSai a' i3 novembre lo fece consagrato alla santa penitente Mar-
vescovo di sua patria. Sotto il ve- gherita DA Cortona [Fedì), come
scovato di Cosimo Minerbetti, e quello che fu il luogo della sua
negli anni 1624, e 1 6^5 in Corto- penitenza, e della beata sua morie,
na si pubblicarono alcune ordinan- poggia sul sommo giogo in mae-
ze sinodali. Ma degli altri vescovi stosa foggia, ed è costruito in so-
Cortonesi tratta 1' Ughelli, nella Ita- lidissimo macigno. Racchiude un
lia sacra, tom I, pag. 689, e seg. capo lavoro di pittura del corto-
Nella cattedrale, ottimo edilìzio nese Luca Signorelli, rappresentante
sagro, olire un quadro famoso del- il Redentore morto ; ma tutti gli
la Natività del sul lodato Pietro da altri pregi che decorano questa
Cortona, si mostra un antico se- chiesa sono superati dalla magnifi-
polcro, che si dice essere quello del ca cappella, ove si conserva il cor-
console Flaminio. Questa chiesa non po incorrotto della santa penitente,
è quella dis. Vincenzo ch'era uf- e principale protettrice della città,
monaci benedettini, quan-
ficiata dai con preziose decorazioni d' oro, e
do Giovanni XXII la dichiarò cat- di gemme, nelle quali la materia
tedrale, ma s'i quella che nell'anno viene vinta dalla perfezione del
iSo'j s'inaugurò. II nuovo tempio lavoro. Giovanni V, re di Portogallo,
Ila tre navale, ed è ornato di ec- nel 1739, fece fabbricare in detta
cellenti quadri, ed all' antica catte- chiesa la crociata, ossia il cappello-
drale rimase il titolo di collegiata; ne ov' è il corpo di s. Margherita,
ma ora piìi non esiste. Il capito- e le due cappelle laterali colla cu-
lo si compone di cinque dignità, pola, per la gran divozione che
essendo la prima il prevosto, e di aveva alla santa.
quattordici canonici compresi il Questa insigne santa nacque in
teologo ed il penitenziere, oltre Laviano diocesi di Chiusi, e dopo una
alcuni cappellani, preti, e chierici ad- vita licenziosa si ascrisse al terzo
detti all' uftiziatura. Da due di delti Ordine di s. Francesco in Cortona,
cappellani, scelti dai canonici, si e- ed ivi mori a' 22 febbraio 1297,
sercitano le funzioni di parroco. meritando di essere canonizzata da
Questa cattedrale, che ha il fonte Denedetlo XIII nel 1728 colla au-
,
e OS COS 3o3
torilà della bolla Sanctitate, Bull. sotto la metropoli di Rodi. Dipoi
Rom. tom. XI, par. II, p. 436. Il nel decimoquinto divenne arcive-
Novaes, XIII, pag. 98, Vite dei
t. scovato onorario. I turchi la chia-
Pontefici riporta un elenco di au- mano Slania, o StanchiOj ed è da
tori che ne scrissero la vita. Nelle loro abitata la città, mentre in due
altre chiese di Cortona si anamim- villaggi dimorano i cristiani. Questa
no dipinti del Bronzino, del Baroc- città è nell'isola di Cos dell'Asia
ci, del Antonio dal
Perugino, di minore, nel mare Egeo o Caipasio.
Santo, del lodato Pietro da Corto- Anticamente si chiamò Mcrope, e
na, e di altri buoni maestri. La poscia Ninfea. I cavalieri gerosoli-
mensa vescovile è tassata ne' libri mitani di Rodi lungamente la pos-
li divenne assai perito. Per le sue e ciò che sarebbesi dovuto fare od
belle qualità, egli conseguì successi- ommettere in particolare, dappoiché
vamente i vescovati di Exford , di non concerne solo le azioni pre-
Londra , di Cantuaria. In questa senti e future, ma altresì le pas-
ultima città tenne due sinodi, nel sate, per approvarle o condannarle.
primo dei quali condannò Gio. E la coscienza la regola interna, pros-
Viclefo, che già principiava ad in- sima e immediata degli atti umani,
festare r Inghilterra. Visitò tutta la che fa l'applicazione dei principii del-
provincia, non senza grave resisten- le leggi ne'casi particolari. Quindi i
za dei vescovi sufl&'aganei ; ristaurò moi'alisti dividono la coscienza pi'in-
con magnificenza parecchie chiese; cipalmente, in retta, o buona, o ve-
ed a Maidston stabiFi un collegio ra; erronea o falsa, scrupolosa, dub-
di sacerdoti secolari con dote con- biosa, e probabile, ec. Il Bergier al
veniente. Quindi nel dicembre del vocabolo Coscienza la dichiara per
i38i Urbano "VI lo creò Cardinal il giudizio che facciamo noi stessi
prete di S. R. Chiesa, la qual di- sulle nostre morali obbligazioni
gnità egli rinunziò, come apparisce sulla bontà, o malizia delle nostre
da un manoscritto, che si conserva azioni, o prima di farle, o dopo
nell'archivio del monistero di s. che le abbiamo fatte. In tutte le
Croce in Gerusalemme di Roma. opere vostre^ dice l'Ecclesiastico, a-
Morì a Maidston nel 1396, dopo scoltate l'anima vostra, e siate fe-
quindici anni dacché era stato innal- deli ad essa : così si osservano i
nel XVI secolo vi fondò un' acca- polto nella sagrestia della cattedra-
demia di filosofia sotto il nome di le, in cui se ne vede il deposito.
Cosentina, che divenne celebre, e fu Questa città soffrì danni gravissi-
vivajo di rinomati filosofi, e che mi pei terremoti, massime per quelli
esiste tuttora insieme con altra con- del i658, e del febbraio 1783, che
sagrata alle lettere. Cosenza fu pu- scosse dall' imo la Calabria citerio-
re patria dell' illustre Gian Vin- re. Molto ancora soffrì nella guerra
cenzo Gravina, e dei Cardinali Pie- civile, che devastò le Calabrie dal
tro Paolo Porisio, professore insi- 1806 al 18 IO, in uno ai molti vil-
sagro Collegio da Clemente XI. stiana fino dal primo secolo, ed In-
Cosenza, l'antica Cpsentia o Con- nocenzo III parla di questa sede
sentia, città della Magna Grecia, è come d'uno dei vescovati piìi anti-
capitale del paese de' Bruzj, dai qua- chi della Sicilia. 11 primo vescovo
li anche fabbricata, dopo che
dicesi di Cosenza lo dobbiamo a S. Ste-
fu sottomessa dai romani. Indi, do- fano vescovo di Reggio di Calabria,
po che l'ebbe assediata, cadde in il quale fu mandato dall' apostolo
sex'o eziandio Massimo, e Severo cra, tomo IX, pag. i83 e seg. Par-
vescovi dei Bruzii, a cui scrisse Pa- lando il Macri, al vocabolo Cardi-
pa Innocenzo I, e che intervenne- nali, delle loro prerogative , dice
ro al concilio adunato nel 4^4 da che la formola Nos N. N. misera-
Flavio vescovo di Reggio. Comman- tione divina etc. per privilegio sin-
ville dice che nel 55o Cosenza a- golare r usa l'arcivescovo di Cosen-
veva il suo vescovo, ed altri ag- za. Al presente questa metropoli
giungono che dipendeva dall' arci- non ha più chiese suffraganee.
vescovo di Salerno. L' Ughelli po- La cattedrale, antico e bello edi-
sitivamente registra per primo ve- fizio per la sua architettura, e che
scovo Palombo del Sgg, indi Giu- risplende per gli ornamenti, e per
liano del 680, poi Rofredo del 743, le sagre reliquie, è dedicata all'As-
quindi Iselgrimio del 920, e Pietro sunzione in cielo di Maria Vergi-
del io54,
quale fu creato da Pa-
il ne. Il capitolo si compone di quat-
pa s. Leone IX, che elevò la sede tro dignità, cioè il decano che ha
a metropoli, cui furono date in suf- pure r officio di penitenziere, l'ar-
fraganee le chiese di Martorano, s. cidiacono che esamina gli ordinan-
co. Scrittore del secolo decimotta- 1775; Lettere sopra questioni teo-
vo, camaldolese, nato a Venezia logiche^ ivi 177-^.
nel 17 i4 da ricca famiglia commer- Il p. Cost3«ioui, colla stima uni-
soli undici anni, rinunziando agli agi trina, morì in Venezia li 2 3 gen-
Studiò molti anni col p. Mittarelli, anno da Urbano Vili fu fatto pro-
aiutandolo nella sua opera Annales : tonolario apostolico, poi reggente
camaldulenses. Scrisse poi i Os- : . della cancelleria, e commissario ge-
servazioni sopra un'antica tavola nerale dell' Umbria, e della Marca,
greca in cui è racchiuso un insi- per giovare quelle comunità, gra-
gne pezzo della croce di Gesìt Cri- vate di debiti. A queste incumben-
sto, la quale conservasi nel moni- ze ci soddisfece in modo, che il
I
d'Osroene, nel patriarcato d' Antio- Siria, o dalla Grecia. Sembra che la
chia, sotto la metropoli di Edessa, persecuzione degli arabi, ed i rapidi
cui erezione rimonta, secondo
la progressi della potenza mussulmana
Commanville, al sesto secolo. Pri- cacciassei'o dall'oriente i siri ed i
ma si chiamò Nicephoriiinij e Tela, greci, e li facessero cercare un asilo
perchè situata sopra una collina; in Roma. anno 709 Coenredo
Neil'
quindi fu detta Maximianopolis, re dei merciori, ed Offa re dei sas-
perchè l'imperatore Massimiano Ga- soni orientali, rinunziando ai regni
leno la ristabilì, e 1' esentò da tre loro erano venuti a Roma per ab-
anni di tributo, per compensarla bracciare la vita monastica. Costan-
dei gravi danni, che le avevano tino li ricevette con estrema tene-
recato i persiani. Dipoi un terremo- rezza, e vestito degli arredi Ponti-
to, avendola pressoché distrutta, Co- ficaU li consacrò a Dio nella nuova
stantino il Grande ne ordinò la rie- loro professione di vita. L' anno
dificazione, e volle che prendesse il dopo, per ignote cagioni, fu chiama-
suo nome, il quale le è rimasto. to questo Pontefice a Costantinopoli
Sperimentò pure i beneficii dell'im- dall'imperatore Giustiniano II, il
peratore Giustiniano, tanto per le quale lo accolse colle dimostrazioni
fortificazioni, che vi fece operare, del rispetto il più profondo. Colla co-
quanto per 1' acqua , che vi con- rona in testa gli baciò i piedi, volle
dusse. comunicato di mano del Papa,
ess<;re
nistero a Covane presso la Cluyd, Roma per essere dal Pontefice or-
ed ebbe la consolazione d-- vedere dinato e consacrato. Dopo un anno
per suo mezzo rigeneraf* in Gesù di assenza tornò a Roma, ma non
Cristo gli abitanti di Cantire. Tante appena vi era arrivato, che venne
standnus Magniis iniperator jjost- aria la santa croce col noto mot-
qnam mundatus a lepra per vie- to, onde avea dato per insegna a
cos COS 3 1
vili, pag. 4^3 diretto ad Andrea, della pia casa della Misericordia
ed a Girolamo suo figlio, principi nella terra di Corte Maggiore, la
di Tessaglia, eonfermò i privilegi, «jualc per morte di Rollando Pal-
che a quest'Ordine aveva concessi lavicini, che la possedeva, era de-
14^4- Mentre n'era gran maestro casa Farnese. Concesse abito pre-
Gio, Andrea Angelo Flavio Comne- latizio, con mitra e bacolo pasto-
no principe di Macedonia, siccome rale in alcuni giorni, al piiore del
avanzato nell'età, e trovandosi sen- convento, e ai cappellani rocchetto,
za figli come senza speranza di e mozzelta con cappuccio di color
averne, per essere l'ultimo di sua violaceo, e la croce dell' Ordine so-
famiglia, e de' discendenti degl'im- pra. Indi, a' i5 maggio 1720, colla
peratori cattolici di oriente,ne ce- costituzione Ad augendam, loc. cit.
si, calze e scarpe dello stesso colore. chini, e sopra usavano una veste
AI giubbone veniva sovrapposta una bianca, che giungeva alle ginocchia.
veste di tela di argento, con larghe Avevano calze e scarpe bianche, cin-
maniche, la quale discendeva sino tura di velluto rosso, ed il man-
alle ginocchia, e fermavasi con cin- to, però minore di quello del
ta da cui pende-
di velluto rosso, gran maestro, e di damasco turchi-
va Sopra tali vesti il gran
la spada. no foderato di bianco, colla croce
maestro assumeva un gran manto, da un Era loro permesso por-
lato.
di velluto turchino con lungo stra- tare il gran collare , ed avevano
scico, soppannato di tela di argen- la berretta ornata con una bianca
to, fermandosi al collo con due cor- piuma, e di raso turchino, col mo-
doni tessuti di tela rossa ed oro, nogramma suddetto ai quattro la-
che pendevano sino a terra. Da un ti, in ricami d'oro.
lato del manto ponevasi la croce I cavalieri di giustizia vestivano
dell' Ordine, egualmente di colore lo stesso abito, meno il manto, che
rosso, contornata di oro, alle cui era di ormesino ondato, color tur-
quattro estremità veniva terminata chino, e senza il gran collare, in
da un con sopra le quattro
giglio, luogo del quale avevano al collo
lettei-e iniziali, I. H. S. V. che si- una piccola catena d' oro con la
gnificano le parole vedute da Co- croce dell'Ordine pendente smalta-
stantino, ed udite da lui allor- ta in rosso. I cavaliei'i ecclesiastici
ché gli apparve la croce: In hoc nobili usavano altresì un gran man-
signo vinces. Nel mezzo di essa si to azzurro, ed una berretta quadra
vedeva il nome di Gesù Cristo for- di egual colore col consueto mo-
mato dalle altre due lettere greche nogramma X. P. dai lati. I cappel-
X. P. ai cui lati era un A ed un lani nelle funzioni assumevano un
il. Il gran collare, ch'era sul man- rocchetto di taffettano turchino, con-
to, formavasi dagli stessi monogram- tornalo di frange, colla croce di
mi X. P., posti entro quindici ovati velluto rosso da un lato fuori di :