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Venerd 25 marzo 2005

Idee & Immagini

Secolo d'Italia

Alle radici della decadenza estetica: un dibattito lanciato dal Domenicale mette sotto accusa alcune correnti nate in seno al marxismo

Crisilopera di Jauss, il primo che si scagli contro ladi Adorno dellarte, tutta colpa scuola di Francoforte Rileggere
MATTEO SIMONETTI

ONO trascorsi ventanni esatti dalla pubblicazione in Italia di Apologia dellesperienza estetica, di Hans Robert Jauss, ma sembra che il tempo non sia affatto passato, n che questopera cos illuminante abbia fatto breccia nelle menti degli artisti e dei critici italiani. Questi ultimi, infatti, si trovano ancora in uno stato che unisce un approccio allarte di tipo adorniano, ad esempio nella musica e nelle arti figurative, a strategie puramente economiche, come per la letteratura. A conferma di ci, lo Jauss relativamente celebre in Italia non quello dellapologia, ma quello della Teoria della Ricezione. In questultima, per il fatto che Jauss ponga laccento sullimportanza del lettore e del contesto cronotopologico, gi presente una certa avversione allo strutturalismo di matrice marxista, per il quale era possibile esplicitare lespressivit di unopera darte come se fosse un libretto distruzione per la lavatrice. Ma in Apologia dellesperienza estetica, dove avviene una dura contrapposizione alle idee di Adorno e dei francofortesi, che lattacco al marxismo ancora pi forte. In riguardo alla scarsa presa di questo filosofo dalle nostre parti, da dire anche che la ricezione italiana di Jauss stata spesso strumentalizzata e manipolata da sinistra, ad esempio da Masini e Carchia, fino a ricondurla a quella visione utopica alla quale il filosofo si contrapponeva. Lo spunto per una rilettura di Jauss mi stato fornito dal dibattito sul Domenicale del 5 marzo scorso, in cui si sono dedicate diverse pagine allo stato delleditoria e della critica letteraria in Italia. Nei vari articoli si sottolineato infatti come leditoria, con la complicit della critica, non sia orientata sul lettore, ma autocentrata. Ci si preoccupa cio pi di manipolare il lettore, portandolo per mano al prodotto che pi e meglio si intende vendere, piuttosto che produrre buona letteratura ed incentivare cos un autonomo acquisto. Oggi il carattere di merce dellopera darte sot- Theodor Adorno tolineato inoltre dalla le scopo affidiamoci a sua vita pi breve: i liJauss: il fondatore bri sembrano avere della stilistica, Leo Spituna scadenza come i zer, a un amico che lo vasetti di yogurt e riaveva trovato al lavoro mangono sugli scaffali alla scrivania, e lo avedelle librerie allincirca va salutato con le parotre mesi. Senza contare le Stai lavorando? , se che una percentuale ne usc con Lavoranimpressionante di essi do? Nientaffatto, mi sto destinata al macero divertendo! , la mia neanche dopo molto apologia deve uscire unicamente da questo contrasto. Sono qui tempo. Sin qui il riferimento allo Jauss della teoria della ricezione, riassunti due dei temi pi importanti della denuncia jaussiana: quindi. Volendo per passare a una considerazione della figura il rifiuto del piacere connesso allarte e la necessit del critico di del critico darte pi in generale, non solo cio di quello lettera- staccarsi dal godimento per fare della sua attivit una legittima rio ma, come dicevamo, soprattutto di quello musicale e delle professione specialistica. Ascoltiamo ancora Jauss in un altro passo fortemente sarcaarti figurative, a risultare pi fecondo lo Jauss dellapologia, vera risposta polemica alla Teoria estetica di Adorno, di due an- stico, a critica questa volta non di Adorno, ma dellaltro esponi precedente. Dalle pagine del Secolo e dallo stesso Domeni- nente della stessa scuola, Herbert Marcuse: Fintantoch lutocale, in molte altre occasioni, si puntato il dito contro il nichi- pia platonica dello stato, dal quale i poeti sono rigorosamente lismo di certa arte contemporanea, vedi le prodezze di Cattelan banditi, e lutopia marcusiana di una terza epoca nella quale, per e compagni, ma non sempre esplicitando le motivazioni filoso- il motivo del tutto diverso di una sensualit liberata, larte avr fiche e politiche di questo atteggiamento di artisti e critici. A ta- perso la sua importanza, rimarranno per noi ugualmente re-

Pillole
TREDICIMILA VISITATORI IN DUE SETTIMANE ALLA QUADRIENNALE
ROMA. In due settimane quasi tredicimila persone hanno visitato la mostra conclusiva della XIV Quadriennale di Roma, allestita nella Galleria Nazionale dArte Moderna. Da mercoled 9 scorso, fino allaltra sera, i visitatori registrati dalla biglietteria sono stati 10.382, ma ad essi vanno aggiunti gli oltre 2.500 invitati che affollarono il vernissage di marted 8. La Galleria normalmente resta chiusa soltanto il luned, ma in occasione di questa festivit osserver lorario consueto (9 - 19) sia nel giorno di Pasqua e sia luned in albis. Come noto, la mostra presenta le opere recenti di cento artisti italiani, tra i quali quasi tutti i pi noti, e inoltre undici capolavori di grandi artisti stranieri innamorati dellItalia. Completano lesposizione due sintetiche ricostruzioni delle Quadriennali del 1931 e del 1948 con opere dei pi famosi autori di allora, da Sironi a Balla, da Severini a Magnelli e Marino Marini. Molte personalit note, dogni campo, sono state notate nella Galleria. Tra le altre, Luca di Montezemolo, gli attori Montesano, e Simona Izzo, il regista Pingitore, lo scrittore Busi, nonch direttori di musei giunti anche dallestero e diplomatici, tra i quali esponenti della missione statunitense, il nuovo ambasciatore di Turchia presso il Quirinale e il Vice ambasciatore cinese.

Ventanni fa veniva pubblicato in Italia Apologia dellesperienza estetica che era un atto daccusa contro lo strutturalismo

mote, lesperienza estetica trover ancora un utile margine in cui esercitarsi. Ma ritorniamo alloggi e chiediamoci perch lopera darte, per i critici doggi, deve essere brutta. La risposta questa: perch, sulla scorta del marxismo occidentale di Adorno, brutto tutto il reale, perch inquinato dai rapporti di potere, e degno di lode solo labbaglio di un futuro utopico. Quindi lopera darte, essendo parte dellesistente, non pu rappresentarne che la bruttezza, smascherandola, e il suo unico scopo quello di preparare il superamento. La maniacalit degli artisti e dei critici contemporanei per il ruolo di rottura degli ordini esistenti, questa concezione di origine platonica dellarte come scardinamento del potere, ha come risultato quella di uccidere davvero il godimento estetico e il rapporto con lo spettatore, in virt di un contenuto morale, o meglio, immorale, che li travalica. Per questi falsi asceti, godere dellarte significa farne gastronomia, pornografia. Provare piacere solamente segno di colpevolezza, di complicit con lo stato dei fatti, una sensazione quindi da eliminare. Questo adornismo che tarda a trapassare, sostenuto inizialmente per fini politici e sopravvissuto essenzialmente per la tutela di posizioni e privilegi personali, oggi domina ancora tra le tele e gli spartiti, e tra coloro che sono pagati per giudicarli.

SIENA CELEBRA HUGO PRATT


SIENA. Un invito al viaggio, sia fisico sia letterario. questa la sensazione che, secondo Patrizia Zanotti, per 20 anni colorista e principale collaboratrice di Pratt, lascer ai visitatori la pi grande antologica dedicata al fumettista italiano a dieci anni dalla morte dal titolo Hugo Pratt. Il periplo immaginario, una volta varcata la soglia di Palazzo Squarcialupi, a Santa Maria della Scala a Siena, che ospiter lallestimento da oggi fino al 28 agosto.

NA lunga, emozionante lettera damore. Lettera al Papa, lultimo libro di Paolo Mosca. Una lettera che arriva diritta dal cuore, di getto, con la quale lo scrittore ripercorre le tappe pi significative della vita di Carol Wojtyla, un uomo che tutto il mondo ama e ammira, aldil di ogni convenzione religiosa. Faro di luce per intere generazioni, questuomo ha saputo ridisegnare la mappa dei sentimenti con semplicit e amore. Ventisei anni di Pontificato che hanno segnato non solo il nostro tempo ma anche il nostro spirito. Una vicenda umana senza precedenti, fermata neppure dallattentato dellottantuno. Giovanni Paolo II ha continuato per la sua strada, rispondendo con il perdono, cesellando la sua missione con centinaia di viaggi apostolici. Sono pi di centoventi le nazioni che ha toccato del suo pontificato. Un chilometraggio infini-

UN LIBRO AL GIORNO
to, pari a tre volte la distanza terra-luna, che lo hanno impegnato in dodicimila discorsi, equivalenti a diciotto volte lintera Bibbia. La sua voce per tutti i silenzi della Chiesa. Una voce impressa di gesti storici, come il mea culpa ad Auschwitz, per la tragedia dellOlocausto, allinizio del pontificato; o come il bigliettino posto ventanni dopo sul muro del pianto, a Gerusalemme, da un Papa ormai curvo e affaticato; o ancor pi la messa in Plaza de la Revolution, a Cuba, con un impettito Fidel Castro in prima fila. Non meno significativi sono stati i viaggi mistici a Lourdes e a Fatima, con un Papa messaggero di speranza, in mezzo alla sofferenza dei pellegrini. Wojtyla ha parole per tutti, sempre. Parole di fidu-

Papa Wojtyla, sentimenti ed emozioni raccontati da Paolo Mosca


MALISA LONGO

cia per i giovani, da lui definiti le sentinelle del mattino del terzo millennio, tenere per i vecchi, i malati; parole ferme, dure, invece contro le guerre, i soprusi, le ingiustizie, in nome di una pace senza frontiere. Sono tanti i ricordi che sfiorano il Papa in questa lunga lettera. Un percorso che comincia dallinfanzia dolorosa, segnata dalla precoce perdita della madre Emilia. E poi il teatro, la vocazione, labbraccio della fede, linstancabilit del suo pontificato, le malattie, fino a questultimo ricovero al Gemelli, che ha tenuto tut-

to il mondo con il fiato sospeso, e i riflettori puntati su quella finestra al decimo piano. Paolo Mosca guida la sua penna con delicatezza, colorando le pagine della sua Lettera al Papa con tutti i colori della sfera emozionale. Momenti scolpiti nella memoria, che si intrecciano nel privato dellautore, alimentati dal sapore di ricordi personali, come quello dellanziana madre malata. E poi gli incontri con il Santo Padre. Indimenticabili. Come quel sorriso dolce, rubato da due colombe dispettose che non se ne volevano andare dal

suo studio, un attimo fissato dalle telecamere di mezzo mondo. Oppure quel dolore impresso della sua faccia stanca, quando, durante lAngelus domenicale, si interrompe e, ansimando, chiede da bere. Poi si riprende e dal suo viso spunta un timido sorriso, suggellato dallapplauso della folla. Emozioni che Paolo Mosca racchiude in una sola, lunga lettera. Con me - spiega Mosca - sento che questa lettera lhanno scritta milioni di creature sparse sul pianeta, che dopo 26 anni di pontificato considerano Wojtyla un anziano parente da amare e da accompagnare con dolcezza nella sua sofferenza. Con unintensa carriera alle spalle, Paolo Mosca uno dei pi apprezzati e stimati giorna-

listi italiani. Qualit che lo hanno portato alla direzione di numerose testate giornalistiche, dalla Domenica del Corriere fino allattuale Vip. Per la sua attivit nel campo letterario nel 2001 e 2003, la presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha conferito il Premio della cultura e della narrativa. Oltre a romanzi, libri dinterviste e raccolte di poesie, lo scrittore si cimentato con successo anche come regista e autore teatrale. Sua la commedia brillante Hai mai provato con lacqua calda? , portata in scena dallindimenticabile Walter Chiari. Dopo pi di trenta opere pubblicate, lo scrittore approdato a libri che trattano la sfera delle emozioni, come questultima affettuosa, Lettera al Papa.
PAOLO MOSCA - Lettera al Papa, Sperling&Kupfer Editori pagg. 110, euro 12

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