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Se si vuole arrivare ad una teoria del restauro che tolga ogni dubbio o incertezza teorica, questa deve:
• contenere una proposizione definitoria chiara del tipo “il restauro è...”;
• chiarire il significato che ogni autore attribuisce al termine, e non alla valutazione critica della disciplina;
• evitare di contrapporre la conservazione al restauro, che non è riconoscibile come disciplina, e fare
chiarezza sui sinonimi quali “recupero” e “ristrutturazione”;
• essere chiaramente riconoscibile e può essere seguita da corollari o approfondimenti;
I militanti:
Amedeo Bellini
Restaurare un oggetto è un atto indicativo del riconoscimento di un valore e della volontà di mantenerne
l'esperibilità nel futuro.
Il termine restauro indica il recupero dell'efficienza funzionale, il ristabilimento di una magnificenza perdu-
ta, delle qualità formali per l'apprezzamento estetico o antiquario.
E' fondamentale conservare il documento, sottoporlo ad analisi critica, individuare le falsificazioni e le alte-
razioni naturali o artificiali. Alcuni di questi manufatti però non si esprimono attraverso la materia e occor-
re perciò studiarli mentalmente; per altri, come le architetture, si opera direttamente sull'oggetto.
Il restauro è l'atto con cui si riconduce il documento alla sua primitiva verità definita da un'interpretazione
storiografica. Alcuni ritengono però che il documento non possa avere una sola realtà originaria, ma che
esso si modifichi nella storia, accrescendo il suo significato, e contestano anche i parametri secondo cui lo
si giudica.
Un'altra tendenza pone come obiettivo la perfezione estetica come valore assoluto, oppure identifica l'arte
come realtà spirituale.
Arte è ciò che ha una particolare intensità espressiva e capacità di emozionare, e i suoi non sono valori as-
soluti e personali, ma derivano dalle relazioni tra oggetto e soggetto, che possono anche mutare a seconda
dei periodi storici.
Perciò ogni gerarchia di valori deve essere contestualizzata entro certi parametri di riferimento e condizioni
in cui si svolgono le analisi.
Inoltre, anche se tutto a seconda dei canoni è degno di conservazione, non tutto può essere conservato per
motivi tecnici ed etici. L'aggiunta contemporanea della conservazione non deve essere un falso storico, ma
deve essere espressione della modernità come simbolo di continuità col passato.
Il rispetto del passato richiede la sua conoscenza: ne accresce i significati e costituisce il legame tra ogget-
to storico e uomo → conoscenza, conservazione, stratificazione. (manutenere è meglio che restaurare).
Il bene culturale è anche bene economico, in quanto percezione del passato, continuità col futuro, consape-
volezza e sviluppo della persona.
Il restauro è: esecuzione di un progetto d'architettura che si applica a una preesistenza previo accurato
studio, conservandone la consistenza materiale, riducendone il degrado, limitando al minimo le alterazio-
ni, al fine di valorizzarne lo scopo di soddisfare i bisogni.
Giovanni Carbonara
Il restauro è: un intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro le opere di interesse storico, artisti-
co e ambientale, semplificandone la lettura senza modificare le tracce del tempo. Deve rispettare il valore
di autenticità e l'atto concreto di espressione di un'interpretazione non deve mai essere irreversibile.
E' un'attività scientifica e filologicamente fondata volta a conservare i caratteri fisici e dare una lettura cor-
retta dell'opera; si avvale inoltre di diversi apporti quali tecniche di analisi, rilevamento, rappresentazione
grafica, scienze fisiche e chimiche.
Restauro: intervento diretto sull'opera ed eventuale sua modifica, nel rispetto delle tecniche e del-
la conoscenza storico-critica;
Conservazione: opera di prevenzione, manutenzione e salvaguardia per evitare il restauro.
Si restaura perché si riconosce a un manufatto un valore artistico, estetico, testimoniale, storico, culturale,
scientifico o civile. Non è restauro il ripristino, il risarcimento, la riparazione, la reinvenzione o il rifaci-
mento più o meno integrale, poiché sono tutte azioni che trasfigurano il manufatto senza rispettare il valore
dell'antico. Nemmeno il riuso e il recupero sono considerati come restauro, ma sono azioni affiancabili ad
esso in quanto volgono il manufatto a scopi sociali o economici.
Il restauro svolge anche una reintegrazione e reinterpretazione dell'opera, dando anche una forma estetica al
suo intervento (restauro critico e creativo), che non deve mai essere totalmente libero, ma deve fare riferi-
mento alla comprensione storico-critica dell'oggetto in questione.
Non si può insegnare una teoria del restauro, poiché è un atto libero fondato sul rigore concettuale, ma si
può insegnare una metodologia di approccio alle varie situazioni che si possono incontrare.
Stella Casiello
Il restauro è: il complesso di interventi tecnico-scientifici che conservano nel tempo le testimonianze mate-
riali poiché riconosce in esse determinati valori.
Anche le opere modeste che nel tempo hanno assunto valore con tutte le loro stratificazioni sono considera-
te monumenti, pertanto tali stratificazioni, anche se non sono originarie, vanno valutate a seconda del con-
testo in cui sono state create.
Il restauro deve considerare l'istanza storica, estetica e psicologica, inoltre deve basarsi su una valutazione
critica derivante da ragioni etiche.
Oggi il restauro è fatto per lo più da privati senza le tecniche e le strutture adeguate, che propendono ad un
ripristino di uno stato ideale di antico splendore (le-Duc) piuttosto che alla conservazione.
Il restauro invece deve essere il mezzo attraverso cui si arriva al fine della conservazione storica ed esteti-
ca, il problema sorge nel momento in cui si ha l'ampliamento del concetto di monumento. Ogni intervento
inoltre è un episodio a sé e richiede competenze storico critiche.
Attraverso la conoscenza approfondita, si deve conservare tutto ciò che sia possibile, limitando al minimo
la perdita di materia e indirizzando la trasformazione, poiché qualsiasi intervento modifica l'esistente e
ogni azione dipende da colui che guida il restauro, da chi lo esegue e dalla cultura impiegata in esso, moti-
vando le scelte progettuali.
Roberto Cecchi
Il restauro è: un'azione complessa che può incidere su un bene in maniera compatibile con la natura dello
stesso, per poter garantire il più possibile la sua integrità materica e valorizzare i suoi contenuti culturali.
Complessa perché si tratta di un'azione fortemente strutturata, ogni volta bisogna studiare la situazione più
opportuna al contesto.
Compatibile in quanto obbliga a rimanere entro limiti fisici nel rispetto della natura materiale del bene, che
permette di capirlo ed interpretarlo.
Paolo Fancelli
Il restauro è: tramandare al futuro tutto ciò che ha un significato storico (monumenti/documenti tangibili),
sia in positivo sia in negativo, in seguito al momento metodologico del riconoscimento dell'oggetto-
contesto storico/estetico.
Per fare ciò è necessario discernere tra ciò che merita di essere trasmesso al futuro e ciò che non ha impor-
tanza, coi rischi che comporta tale selezione, ed anche se questo non incontra i nostri gusti personali (valori
negativi).
E' un atto conoscitivo che ha come scopo ultimo quello di tramandare, attraverso un continuo lavoro di pro-
getto e lavoro sul campo, non sono gli oggetti ma anche i loro con-testi, ovvero l'ambiente in cui essi si
sono sviluppati.
Da ciò deriva un capovolgimento di attenzione che fa partire la ricerca dai luoghi di interesse per arrivare
poi ai singoli elementi, che assumono nel loro humus pieno significato.
Inoltre è da prediligersi un restauro preventivo, una manutenzione costante, per non cadere nell'abbandono
che richiederà in seguito l'uso di un traumatico ripristino.
Il restauratore è colui che ha doti intellettuali, manuali, scientifiche e umanistiche con le quali sa studiare
profondamente le fonti, le opere e i loro contesti, e che li tramanderà limitando al minimo le modifiche e,
nel caso in cui queste si rendano indispensabili, le renderà evidentemente moderne.
Paolo Marconi
Il restauro è: un'operazione su un'architettura o un contesto degni di essere perpetuati nel tempo, nelle mi-
gliori condizioni, tramandando i significati che ad essi appartengono.
Anche se nel tempo i monumenti che noi commemoriamo ci appaiono diversi da come erano in origine per
un naturale, o artificiale, processo di trasformazione, il significato simbolico è intrinseco, per questo il re-
stauratore a volte deve reintegrare e ridimensionare la forma affinché la sua essenza primitiva si conservi
(unità semantica) , individuandone il valore e il significato.
Il manufatto architettonico è quello più soggetto a trasformazioni, perché oltre che agli altri processi, esso
va spesso incontro a modificazioni d'uso, spesso degradanti e che ne mutano la morfologia e la struttura sta-
tica.
Alcuni restauratori hanno però paura di affrontare l'interpretazione di un manufatto altrui perché non hanno
le basi tecniche per farlo, e si nascondono dietro l'etichetta del falso (Brandi, caccia al falsario).
Se un'architettura ad un certo punto cede e si disgrega, l'unica cosa da fare è ricostruirla “dov'era com'era”
(Alois Riegl XIX-XX secolo) seguendo accurati rilievi e mimetizzando all'occorrenza le parti ricostruite,
senza arricchirla col nostro gusto moderno come proponeva Boito.
B. Paolo Torsello
Nel caso dell'architettura, il restauro assume un ruolo fondamentale poiché questa non può essere conserva-
ta nei musei come altri documenti storici, e assume funzioni che cambiano a seconda del tempo e dei biso-
gni umani.
Il restauro architettonico implica il progetto come azione di tutela e attualizzazione.
L'architettura inoltre è uno spazio artificiale costituito di elementi naturali lavorati dall'uomo, e tutto ciò
che viene manipolato è suscettibile di indagine analitica. Essa, dopo la messa in opera, è corrotta dall'azio-
ne del tempo, che minaccia la sua durevolezza e l'espressione del suo messaggio; perciò il restauro non
deve dare delle risposte, ma piuttosto deve mantenere vivi gli interrogativi che il manufatto suscita.
Conservare → Custodire uno spazio dove nessun valore storico, costruttivo, formale o materiale viene pri-
vilegiato e ricondotto a un'unità figurale, al fine di:
– tramandare l'opera nel tempo (tecniche e studio dei materiali); Spesso sono
– conservare i segni che custodiscono il messaggio (commemorare, ricordare); incompatibili
– attualizzare le forme e le funzioni (progetto d'innovazione coerente). e vengono attuati
dei compromessi
Il restauro è: il sistema dei saperi e delle tecniche che ha come scopo la tutela dell'interpretazione dell'o-
pera in quanto fonte di cultura, di interrogativi e di messaggi linguistici.
Il restauro deve prolungare la consistenza fisica, le parti estetiche e strutturali, le funzioni d'uso e di abita-
zione attuali nel caso in cui esse siano possibili in sicurezza.
Da ciò si deduce che le tecniche devono compiere continui passi avanti per stare al passo con le esigenze
conservative, e si devono mettere in atto documentazioni puntuali per sopperire la perdita inevitabile di
parti del documento.
Per quanto riguarda l'atto creativo-progettuale, esso deve sempre rendere conto al documento quale refe-
rente e pre-testo per il nuovo.
I maestri:
Teorie del restauro formulate nella prima metà del Novecento, dalla fondazione della Facoltà di Architettu-
ra di Roma al secondo dopoguerra.
I padri fondatori:
Ne fanno parte i grandi esponenti ottocenteschi impegnati sul fronte teoretico, cioè l'anello di congiunzione
con la generazione dei Maestri.