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Facoltà di Ingegneria
IDRAULICA FLUVIALE
VI MODULO:
INDICE
Teoria di Shields……………………………………………………………....pag. 18
Altre formule per il calcolo della soglia critica dello sforzo di trascinamento pag. 24
Teoria di Eistein………………………………….…………………………....pag. 30
Formule del trasporto solido che prevedono una soglia critica per l’inizio del
moto…………………………………………………………...……………….pag.30
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Teoria di du Boys…….…………………………………………..…….pag.39
Altre formule…………………...……….…………………………......pag. 43
Modelli diffusivi…………………………………………………………..…..pag. 48
Teoria gravitazionale………………………………………………………….pag. 53
Modello entropico……………………………………………………………..pag. 54
Metodo diretto…………………………...……………………………………pag. 57
Metodi indiretti…………………………………………………………..……pag. 73
.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Le prime conoscenze sul trasporto solido furono sviluppate in Cina nel 4000 a.c.,
con lo scopo di sopperire ai ripetuti disastri, dovuti ai processi di trasporto e
sedimentazione di particelle solide nel fiume Giallo. Purtroppo la più grossa parte delle
testimonianze cinesi in materia è andata perduta.
Nello stesso periodo i principi dell’ingegneria idraulica e della teoria del trasporto solido si
sviluppavano anche in Mesopotamia (in Egitto sarebbero stati posti solo dieci secoli più
tardi): infatti è proprio a quell’epoca che risale la costruzione sia di canali di derivazione
dai fiumi Tigri ed Eufrate sia di estesi sistemi irrigatori e argini di controllo a protezione
delle terre fertili dalle inondazioni.
Furono, però, necessari più di dieci secoli perché le conoscenze sui problemi di
sedimentazione fossero trasmesse dai popoli orientali agli occidentali.
I primi testi sull’erosione e sul trasporto dei sedimenti sono stati ritrovati in Grecia fra i
manoscritti attribuiti a Ippocrate (400 A. C.). Essi spiegavano come avviene la separazione
di particelle solide in frazioni finissime, in funzione delle diverse velocità di
sedimentazione e descrivevano dettagliatamente l'apparato usato per dimostrare tali
principi.
In Italia, nella fase successiva di sviluppo, si ebbe con il Rinascimento, grazie alle opere di
Leonardo da Vinci (1452-1519) che osservò e studiò il movimento delle particelle solide
nelle correnti fluide. Ne sono testimonianza alcune note descrittive nei suoi manoscritti:
“Dove l'acqua ha il minimo movimento, il fondo sarà di fango o sabbia più fine, dove
l'acqua ha una corrente più forte il ciottolo è più grande”.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Successivamente, nel secolo XVII, Domenico Guglielmini (1655- 1710) diede una notevole
svolta alla teoria del trasporto solido tanto da essere chiamato dagli storici “il padre
dell’idraulica fluviale”. Il suo libro “Della Natura dei Fiumi”, pubblicato a Bologna nel
1697, è il primo manoscritto che descrive la teoria della sedimentazione: Si riportano
alcune frasi: “Un corso d’acqua con velocità sufficiente erode il suo fondo, e con
l'aumentare della profondità la pendenza diminuisce, e ritarda nel suo moto e se esso è
torbido, il corso d’acqua depositerà il sedimento sull’alveo.” Fu così che si cominciò a
discutere di condizioni di equilibrio. “Quindi, io non posso pensare che esista alcuna
ragione di cercare quale pendenza sarebbe necessaria ad un corso d’acqua per essere
sicuri che non coprirebbe il suo letto con depositi, o, se la pendenza fosse più grande del
necessario quale non dovrebbe eroderlo eccessivamente. ……….. è necessario sempre dire
che nei processi erosivi di un corso d’acqua sia la forza dell'acqua gradualmente decresce
sia la resistenza del suolo aumenta... fino a che si raggiunge una sorta di equilibrio”.
Nel secolo XVIII in Francia fiorirono gli studi di importanti ricercatori di idraulica come D.
Bernouilli (1700-1782), L. Euler (1707-1783), P. S. Laplace (1749-1827), P. S. Lagrange
(1786-1813) e K. F. Gauss (1777-1855). Il maggior contributo nella teoria del trasporto
solido fu dato da P. Dubat, ritenuto il fondatore della scuola idraulica francese (1734-1809),
che nel 1786 pubblicò a Parigi la seconda edizione del suo celebre libro “Principal
d’Hydraulique”, considerato come il primo trattato completo dell’idraulica fluviale. Esso
conteneva i primi risultati ottenuti da esperimenti sulle velocità necessarie a trasportare le
particelle di sedimenti di varia dimensione. Venivano trattate anche la formazione e la
migrazione delle onde di sabbia, la stabilità delle sezioni trasversali di canali, l'effetto di
“armouring” reso possibile dalla frazione più grossolana del materiale dell’alveo, le varie
equazioni del moto uniforme e la morfologia fluviale.
Nel secolo XIX J. Dupuit (1804-1866) fu il primo ad affrontare il problema del trasporto
solido in sospensione nel libro "Etudes Theoriques et Pratiques sur le Mouvement des,
Eaux" (1848), mentre Deacon, nel 1894, con lo scritto “Proceedings of the Institute of Civil
Engineers”, presentò una descrizione completa dell'interazione tra la corrente fluida ed il
letto mobile alluvionale. Così sintetizza le sue esperienze: “Le osservazioni furono fatte in
un canale lungo, orizzontale con le pareti di vetro per mezzo dei quali poteva essere
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
In generale, se si segue il cammino di una particella di suolo dal momento in cui viene
erosa dal pendio di appartenenza, si osserva un suo movimento discontinuo che alterna
periodi brevi di mobilità a periodi ben più lunghi di immobilità. I sedimenti più grandi
possono rimanere intrappolati anche per centinaia di anni, in un'area dell’alveo inondata nel
corso di una piena o in una piazza di deposito in corrispondenza di una brusca variazione di
pendenza del letto, finché una piena particolarmente violenta non li rimette in movimento o
finché l'azione disgregatrice della corrente non ne riduce la dimensione e li rende più
facilmente trasportabili. Al diminuire della loro dimensione, i tratti percorsi dai sedimenti
tra una sosta e l'altra diventano più lunghi ed i tempi di attesa più brevi, cosicché anche il
tempo impiegato per raggiungere il recapito finale può risultare minore.
Il trasporto di sedimenti in un bacino idrografico, dunque, è influenzato da diversi fattori:
- le condizioni climatiche e il tipo di precipitazioni che si verificano sul bacino;
- la geologia e la morfologia del bacino;
- le caratteristiche dei sedimenti presenti negli alvei e il materiale litologico di cui
sono costituite le sponde del corso d’acqua;
- gli interventi antropici, come coltivazioni, strade e ferrovie, opere di sistemazione
dei bacini idrografici, estrazioni di inerti dagli alvei, opere di derivazione idrica dai
fiumi e tutti quegli altri interventi che modificano l’evoluzione naturale del bacino;
- la stabilità dei versanti e le caratteristiche dei sedimenti di cui essi sono costituiti;
- l’instabilità dei corsi d’acqua, la loro geometria, la pendenza, la forma delle sezioni
trasversali ed il valore e la durata della portate transitanti;
- le trasformazioni temporali del bacino, in seguito al verificarsi di eventi estremi
come colate di fango, colate di detrito, piene ed inondazioni dovute o ad intense
precipitazioni o allo scioglimento dei ghiacciai.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Il fenomeno del trasporto solido ha importanza rilevante per l’idraulica fluviale poiché
costituisce il fattore fondamentale della modellazione dei corsi d’acqua.
Gli interventi di sistemazione fluviale sono quasi sempre finalizzati a controllare processi di
tipo morfologico, di erosione o di sedimentazione; anche i casi di esondazioni dei corsi
d’acqua sono spesso intrinsecamente legati a meccanismi di sovralimentazione solida. E’
necessario, dunque, affrontare lo studio dell’idrodinamica dei corsi d’acqua considerando le
variazioni morfologiche che si sviluppano contemporaneamente.
Il trasporto solido può essere causa di gravi danni arrecati alle opere presenti in alveo, come
accade a causa del fenomeno dell’interrimento dei laghi artificiali, oppure può apportare
benefici, come accade per il ripascimento delle spiagge o per altre sistemazioni per
colmata.
Di seguito sono riportate alcune delle più importanti problematiche dovute ad un
incontrollato trasporto di materiale solido, causato sia dall’evoluzione naturale del bacino,
un processo che tende sempre più ad un esteso degrado e dissesto idrogeologico, sia
dall’azione antropica, spesso sconsiderata, sul territorio.
L'evoluzione delle spiagge che contornano le pianure alluvionali rispetta le vicissitudini dei
corsi d’acqua che le alimentano. L’incremento di portata solida dei fiumi tende a formare
nuovi delta o estende la superficie dì quelli già esistenti e, contemporaneamente,
alimentano le spiagge connesse delle aree interfociali. Viceversa, una riduzione del
materiale trasportato dai fiumi determina uno smantellamento dell’apparato di foce, che
può anche avvenire improvvisamente, e l'instaurarsi progressivo di fenomeni erosivi lungo i
litorali da essi alimentati. Le spiagge rispondono in ritardo al diminuito apporto solido dei
fiumi, perché lo smantellamento dell'apparato del delta fornisce, ancora per qualche tempo,
i sedimenti necessari alla loro alimentazione.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Sono numerose le possibili cause che determinano la diminuzione della portata solida dei
corsi d’acqua. Fra le principali e più comuni sono da annoverarsi la costruzione di dighe e
sbarramenti, che trattengono grandi quantità di sedimento regolarizzando, nel contempo, il
regime idraulico dei fiumi attraverso la laminazione. La regimazione delle acque,
determinando il controllo delle piene, cioè una diminuzione dei valori massimi di portata,
riduce la capacità di trasporto solido poiché la maggior parte del materiale viene trasportata
durante le piene.
Un'altra causa può essere attribuita alla diminuzione della portata liquida del corso d’acqua,
che essendo correlata alla solida, determina la diminuzione di sedimento che giunge fino al
litorale. Tale fenomeno, in genere, si manifesta a causa del prelievo di grandi portate
idriche per usi agricoli o industriali, specie nei mesi più caldi.
Anche il riempimento per colmata di aree paludose, effettuato con sedimenti provenienti
dai fiumi, o le sistemazioni idrogeologiche e forestali dei bacini montani, che riducono
l’erodibilità dei suoli, possono incidere notevolmente sulla portata solida dei corsi d'acqua.
Anche il prelievo indiscriminato di sabbie e ghiaie dagli alvei fluviali può determinare i
medesimi effetti. Tali estrazioni sono particolarmente dannose perché asportano soprattutto
ghiaie e sabbie, che rappresentano una frazione ridotta del trasporto solido dei fiumi, cioè
proprio quei sedimenti che costituiscono le spiagge, a differenza dei fanghi (limo e argilla).
Inoltre, le cavità provocate dalle escavazioni in alveo possono determinare delle zone in
contro-pendenza sul letto fluviale che facilitano esondazioni locali delle correnti di piena, e,
talvolta, rappresentano un ricettacolo per i materiali reflui solidi di discarica.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
momento. Solo una parte del materiale più fine viene rilasciato dalle opere di sbocco a valle
della diga. Il deposito di materiale all’interno dell’invaso riduce, nel tempo, la capacità di
invaso disponibile e, di conseguenza, diminuisce il volume idrico riservato ad usi irrigui,
industriali ed energetici.
L’interrimento degli invasi non solo costituisce un serio problema per la gestione delle
risorse idriche, ma comporta conseguenze e danni alle aree poste a monte e a valle delle
opere di sbarramento. Infatti, il territorio a valle è sottoposto a nuovi processi di erosione,
poiché la corrente arriva con carichi di torbidità praticamente nulli, e quindi, a parità di
portata, con potere erosivo maggiore che in condizioni naturali. Ne deriva che, a meno che
non si verifichi il fenomeno del corazzamento, si creano forti erosioni sul fondo e sulle
sponde degli alvei, che ne aumentano la pendenza inducendo l’instabilità nei corsi d’acqua
e compromettendo la sicurezza delle opere presenti in alveo quali: ponti, attraversamenti
fluviali, etc.
Inoltre, a causa della capacità erosiva dell’acqua, la corrente di valle si carica di sedimenti
che, per la minore pendenza delle aree vallive, si deposita ancor prima di arrivare alla foce
provocando il brusco innalzamento del fondo alveo, con conseguenti fenomeni di
sovralluivionamento ed esondazione.
A monte delle dighe si verifica, invece, l’innalzamento del livello idrico che determina una
riduzione delle aree coltivate e della vegetazione, contribuendo all’aumento di territori
umidi e paludosi, dannosi agli sviluppi socio-economici.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Perché il materiale d'alveo di un corso d'acqua si metta in movimento, deve accadere che
quando le forze idrodinamiche prevalgano sulle forze che si oppongono al movimento, cioè
la forza peso e l’interazione con le particelle circostanti, attrito.
Le condizioni di flusso in cui la particella si trova al limite del movimento vengono indicate
come "critiche", o di incipiente movimento.
Una volta che il materiale si è messo in movimento, può continuare il suo moto secondo
quattro modalità, sostanzialmente diverse tra loro:
- trasporto sul fondo, che riguarda i sedimenti grossolani (ciottoli) che strisciano
(Figura 1a), rotolano (Figura 1b) e procedono a “saltelli” successivi (Figura 1c);
- trasporto in sospensione, che coinvolge le particelle fini e finissime che vengono
sollevate ad una altezza dal fondo dell'ordine del tirante d’acqua e, prima di ritornare
al fondo, percorrono un tratto confrontabile con il tirante d'acqua (spesso ad esso
diverse volte superiore);
- trasporto in soluzione, che deriva dalla dissoluzione chimica dei materiali rocciosi
con cui l’acqua è venuta a contatto;
- trasporto per fluitazione, che avviene per galleggiamento di materiali leggeri e
detriti arborei.
a)
b)
c)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Nei paragrafi successivi verranno analizzati il trasporto solido sul fondo e quello in
sospensione.
Considerando il caso più semplice del trasporto al fondo per strisciamento o trascinamento,
di seguito sono riportate le relazioni fra le grandezze che caratterizzano il fenomeno in
condizione di incipiente movimento. Con riferimento alla figura 2 il singolo sedimento
risulta soggetto alle seguenti forze:
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
y
L
x G
D
P
A #
R
(3)
da cui: (4)
(5)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
da cui:
(6)
in parete liscia,
in parete scabra,
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Tabella 1. Legge logaritmica di velocità nei casi di parete liscia e parete scabra.
(7)
(8)
valutare la stabilità del sedimento si deve confrontare il valore di con la soglia critica
individuata dalla relazione (8):
- per il sedimento è fermo;
Si noti che il valore di dipende dal diametro della particella, pertanto il trasporto agisce
in maniera diversa in funzione della sua dimensione (Tabella 2).
Materiale (!s-!)/!
Quarzo 2.642.7 1.641.7
Argilla 2.642.8 1.641.8
Basalto 2.742.9 1.741.9
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Nel paragrafo precedente si è visto come l’inizio del movimento di un sedimento sul fondo
di un alveo sia determinato dal superamento di una soglia critica dello sforzo tangenziale
esercitato dalla corrente sul fondo stesso.
Ponendo l’ipotesi di pendenza nulla ( =0) e granulometria uniforme, diventano ininfluenti
(9)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Per incominciare, valori notevoli della pendenza del fondo possono ovviamente diminuire
la forza stabilizzante, dovuta alla gravità, e ridurre la stabilità del sedimento.
In questo caso il parametro deve tener conto della pendenza del fondo attraverso un
coefficiente correttivo:
(10)
Figura 4. Coefficiente correttivo per la pendenza del fondo, negli alvei ripidi.
Si può inoltre considerare che i risultati ricavati applicando la teoria di Shields valgono se
le dimensioni dei sedimenti sono piccole rispetto ai tiranti idrici della corrente e questo
accade soprattutto nei corsi d’acqua vallivi. Nel caso di corsi d’acqua montani, invece, dove
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Infine si deve tener conto che nei corsi d'acqua naturali difficilmente la granulometria del
fondo risulta uniforme come è nelle ipotesi di Shields. In questo caso il parametro di
Shields diventa funzione anche del diametro del sedimento.
Quello che accade è che i sedimenti di dimensioni minori sono "protetti' da quelli di
dimensioni maggiori, per cui la loro mobilità individuale è di fatto ridotta. I sedimenti di
dimensioni maggiori, invece, a causa della contiguità con quelli di dimensioni minori,
possono essere messi in movimento con sforzi tangenziali minori, subendo quindi un
aumento di mobilità.
Figura 6. Schema della granulometria del fondo non uniforme in alveo naturale.
Un altro fenomeno naturale, legato alla non uniformità del materiale d’alveo, è il cosiddetto
fenomeno del corazzamento. Per corazzamento, o anche armouring, si intende il processo
per cui i sedimenti di minore diametro, più facilmente erodibili (cioè quelle dotati di
mobilità superiore alla mobilità critica), vengono asportati dalla corrente. La superficie
dell’alveo risulta, in questa maniera, arricchita di sedimenti di diametro maggiore (dotati
cioè di mobilità inferiore), e quindi “corazzata”.
Tale strato con diametro medio maggiore di quello del materiale sottostante ha
generalmente uno spessore pari a 2 o 3 volte il diametro dei sedimenti maggiori. In questo
caso il moto incipiente dovrà essere stabilito sulla base delle caratteristiche dei sedimenti
effettivamente presenti sulla superficie dell’alveo.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Prima di chiudere con la teoria di Shields, è opportuno rilevare che i fenomeni di erosione e
di trasporto non avvengono solo sul fondo ma anche sulle sponde di un corso d’acqua.
Pertanto le formule di incipiente movimento devono essere corrette per tener conto
dell’effetto instabilizzante dell’inclinazione delle sponde. Considerato ! l’angolo formato
dalle sponde, il fattore correttivo diventa:
Il coefficiente si annulla per pendenza delle sponde ! pari all’angolo di attrito del materiale
".
Bisogna tener conto che, nel confronto con la soglia critica, viene considerato lo sforzo
tangenziale calcolato in condizioni di moto uniforme con l’espressione $ R J, che
rappresenta un valore medio dello sforzo sulla sezione e non l’effettivo valore variabile che
si ha percorrendo la superficie della sezione.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
6.7 Altre formule per il calcolo della soglia critica dello sforzo di
trascinamento
Ci sono anche formule, ricavate empiricamente da autori diversi, che possono essere usate
per un confronto con i valori ricavati con la teoria di Shields. Nei paragrafi che seguono ne
sono elencate alcune.
La formula di Schoklitsch è:
(13)
dove %’ è un coefficiente di forma che vale 1, per particelle sferiche e 4.4 per particelle
piatte.
La formula di Leliavsky è:
(14)
con d diametro medio espresso in mm.
E’ una formula empirica ottenuta confrontando i risultati di esperienze di laboratorio
compiute da diversi autori.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
In questa formula si tiene conto della distribuzione granulometrica del materiale, non solo
di valori medi o più frequenti delle dimensioni; la presenza di materiale fine produce,
infatti, un effetto di compattamento che fa aumentare il valore dello sforzo critico di
trascinamento "c. A tale scopo, si introduce il parametro di uniformità:
(15)
come rapporto tra le aree FA e FB considerate nella curva granulometrica di figura 8, dove si
è riportato in ascissa il diametro delle particelle e in ordinata la percentuale di particelle a
granulometria più fine del valore del diametro.
Si ha, in definitiva:
(16)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Si usa esprimere le condizioni critiche in funzione della velocità media della corrente U e,
ancor più, in funzione del numero di Froude del grano, definito come:
(17)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Bartnik (1991)
Paoletti (1990)
Aguirre-Pe e Fuentes
Osservazioni:
- in alcune delle formule è presente il diametro d50, scelto quale diametro significativo
della distribuzione nel suo insieme;
per tener conto, come si è visto, degli effetti della pendenza del fondo, della
sommergenza relativa, della granulometria non uniforme, della forma della sezione.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Anche la portata e la pendenza possono essere assunte come criteri soglia dell’incipiente
movimento.
Si riportano di seguito alcune formule significative:
Valentini (1912)
Bettes (1984)
Graf (1983)
Osservazioni:
- anche queste, formule non comparendo il numero di Reynolds, valgono per valori
sufficientemente elevati dello stesso;
- data la dipendenza esplicita dalla pendenza i, è lecito attendersi che le formule sopra
elencate tengano in conto gli effetti di pendenze elevate;
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
- in conseguenza del punto precedente si può ritenere che, se tarate su pendenze elevate, le
formule tengano già in conto gli effetti di un ridotto grado di sommergenza;
- l'assenza del parametro ($s%$)/$ indica che le formule sono tarate per valori standard
della densità dei sedimenti.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
forze di gravità e il tragitto della particella è dell'ordine del tirante idrico, la particella si
muove in sospensione.
Poiché la forza di portanza è sostanzialmente legata alla velocità della corrente e la forza di
gravità può essere ricondotta alla velocità di caduta in acqua ferma, la modalità di trasporto
viene a dipendere essenzialmente dal rapporto tra la velocità di caduta ws in acqua ferma e
la velocità di attrito u* della corrente. Si hanno pertanto i seguenti casi:
trasporto in sospensione
L’impostazione concettuale del trasporto al fondo è data dalla teoria di Hans Albert
Einstein, che risale al 1949, in “Formulas for the transportation of bed load”, pubblicato
sulla rivista Transactions of American Society of Civil Engineers, vol. 107, pagg. 561-573.1
L'autore suppone che il moto di una particella avvenga per una serie di spostamenti
repentini, cui succedono periodi più lunghi di sosta. Tali spostamenti avvengono ogni
qualvolta la forza di portanza supera il peso immerso della particella.
Il punto di partenza della teoria è l’uguaglianza tra:
- il numero di particelle Na, di diametro d, che, nell’unità di tempo, si deposita in
una striscia di fondo & di larghezza unitaria e di lunghezza pari allo
spostamento medio tra due soste successive della particella stessa; questo
1
Hans Albert Einstein, vissuto dal 1904 al 1973, figlio primogenito del premio Nobel Albert Einstein, è stato
uno dei maggiori studiosi di ingegneria idraulica ed ha dato fondamentali contributi nel campo del trasporto
solido delle correnti fluviali. Fu professore di Hydraulic Engineering all’Università di Berkeley, in California.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(18)
Invece la probabilità di erosione nell’unità di tempo, che indichiamo con ps, viene legata
alla “probabilità assoluta di erosione” p, tramite l'introduzione del “tempo necessario ad
uno scambio” t1:
pst1=p (19)
dove t1 è il tempo necessario perché ad una particella allontanata se ne sostituisca un'altra.
Si ha quindi:
(20)
da cui si evince che, quanto più breve è il tempo dì scambio, tanto maggiore è il numero di
particelle che si può allontanare dall’area.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(21)
(22)
Il termine a primo membro si indica con e presenta come unica incognita qs, ossia la
portata solida. è una misura adimensionale del trasporto solido e prende il nome di
intensità del trasporto (dimensionless transport rate).
Resta da determinare la probabilità assoluta di erosione p per una particella di diametro d.
Essa può essere espressa come quella frazione della porzione di fondo di dimensione d per
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(23)
E quindi :
(24)
(25)
(26)
dall’analisi di Shields, esposta nel precedente paragrafo, si può considerare tale rapporto
proporzionale al parametro di mobilità.
Essendo la forza di portanza L agente sulla particella soggetta a fluttuazioni dovute alla
turbolenza, essa può essere scomposta in un componente media ed in una componente
fluttuante :
(27)
In termini adimensionali si pone:
(28)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(29)
Sia a il valore critico al quale la particella viene sollevata: poiché la forza di portanza
eguaglia la forza peso immerso si ha:
(30)
(31)
(32)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
dire:
(33)
Si tratta ora di determinare il parametro a rispetto alle forze in gioco sostituendo nella
relazione (30) i rispettivi valori di P, G e L in funzione delle caratteristiche delle particelle e
(34)
(35)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(36)
avendo posto .
Si ha dunque:
(37)
(38)
Per quanto riguarda i valori numerici delle costanti sperimentali, Einstein propose i
seguenti valori:
A’= 43.15 B*=0.143 =0.5
diventa:
(39)
Per , ossia in termini adimensionali , allora l’equazione di Einstein diventa:
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(40)
con k >>1.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
6.10.2 Formule di trasporto solido che prevedono una soglia critica per
l’inizio del moto
La teoria di Einstein si basa sulla probabilità di distacco delle particelle. Tale probabilità
varia da 1 a 0: per questa ragione non si introduce un valore di soglia cui corrisponde
l’assenza assoluta di trasporto. La maggior parte delle formule di trasporto di fondo,
antecedenti ma anche seguenti quella di Einstein, si basano invece sul concetto del valore
critico di moto incipiente, già introdotto nei paragrafi precedenti. Molte di queste formule
sono puramente empiriche, ricavate cioè sulla base di una serie di osservazioni sperimentali
condotte sia in laboratorio sia in campagna.
Le formule più usate, che saranno di seguito illustrate, sono riscritte utilizzando le variabili
adimensionali già introdotte da Einstein, anziché le variabili originali proposte dai diversi
autori.
La formula di du Boys, che risale al 1879, è oggi scarsamente impiegata: essa è stata
tuttavia ampiamente utilizzata nel passato soprattutto nei paesi europei. La teoria di du
Boys ha tuttavia una notevole importanza storica in quanto è considerata la prima teoria
razionale del trasporto solido al fondo: ad essa, infatti, si può ricondurre la maggior parte
delle formule successive. du Boys assunse che il trasporto al fondo avveniva per strati
sovrapposti di spessore ( che si muovono a causa dello sforzo tangenziale esercitato sul
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
fondo dalla corrente: "o = # R J. Il primo strato mette in movimento lo strato successivo
attraverso uno sforzo di attrito che è proporzionale al peso dello strato stesso, per mezzo del
coefficiente di attrito CA=tan) che bilancia lo sforzo tangenziale "o, esercitato dall'acqua
su di esso:
(41)
Poiché negli strati successivi il peso del materiale sovrastante aumenta, aumenta anche lo
sforzo di attrito tra strato e strato e di conseguenza diminuisce la velocità di spostamento
degli strati via via sottostanti. du Boys ipotizzò che la velocità degli strati diminuisse
linearmente fino ad annullarsi quando lo sforzo tra gli strati raggiungeva la condizione
critica di soglia. Assunti tutti strati di ugual spessore (, vs è la differenza di velocità tra due
strati successivi.
Siano (n - 1) gli strati in movimento: lo strato numero 1 è il primo strato immobile, quello
cioè al di sopra del quale lo sforzo di attrito eguaglia il valore critico; lo strato n è lo strato
superiore.
Dal bilancio della quantità di moto applicato al volume di controllo composto dagli n strati
considerati risulta che lo sforzo sul fondo " viene bilanciato, in moto uniforme, dallo sforzo
che si esercita all’interfaccia tra lo strato 1 e lo strato sottostante 0. Tale sforzo viene
40
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
assunto essere di tipo coulombiano, ossia proporzionale al peso immerso del materiale
solido sovrastante , attraverso il coefficiente di attrito CA:
(42)
(44)
(45)
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(47)
Ancora oggi assai diffusa è invece la formula di Meyer-Peter e Muller (1948). La formula è
stata ricavata sulla base di un notevole numero di prove sperimentali eseguite presso il
laboratorio di idraulica del Politecnico di Zurigo, per cui essa è anche chiamata formula
dell’E.T.H. o degli svizzeri.
41
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(48)
diametro medio ponderale, con pi pesi parziali rilevabili dalla curva granulometrica
(corrisponde circa al d50, d60).
Quando il letto è piatto e l’alveo sufficientemente largo si ha k = k' e R=h, quindi la “bed-
load formula di Meyer-Peter e Muller” diventa:
(49)
si ottiene:
(50)
Si deduce dalla relazione (50) che per avere trasporto solido deve essere superiore a
0.047, quindi si desume che è la grandezza usata per definire la soglia del trasporto e
42
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
43
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Schocklitsch (1962)
Bathurst (1987)
Suszka (1989)
Pezzoli (1979)
Come detto precedentemente, una formula di trasporto deve sempre essere associata ad una
valutazione delle condizioni di incipiente movimento; negli esperimenti di laboratorio tale
soglia viene misurata. Qualora si vogliano utilizzare i risultati in applicazioni pratiche,
raramente si è in grado di misurare la soglia critica, che deve essere pertanto valutata
mediante una delle formule discusse nei paragrafi precedenti. E’ allora chiaro che alla
inevitabile dispersione dei risultati relativi alle formule di trasporto si somma la dispersione
dei risultati per l’incipiente movimento. Per questa ragione, benché la scelta della formula
di incipiente movimento da abbinare ad una formula per il trasporto sia in linea di principio
del tutto libera, è opportuno, quando possibile, utilizzare formule fra loro omogenee dal
punto di vista concettuale e della fonte (ovvero dei dati su cui sono state tarate), al fine di
minimizzare la dispersione del risultato.
Sono di seguito elencati alcuni possibili abbinamenti per alcune delle formule
precedentemente proposte:
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Schocklitsch
Bathurst et al.
Suszka
Pezzoli
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Ben peggiore è in tal senso il risultato di figura 14, in cui il modello di trasporto è
confrontato con dati di campo (eccesso di portata liquida rispetto alla soglia critica in
ascissa, portata solida in ordinata). Lo scarto fra i valori misurati e la previsione del
modello arriva anche a due ordini di grandezza per fiumi di grandi dimensioni; nella
valutazione del trasporto in fiumi di dimensioni ridotte l'errore connesso al modello risulta
ancora più elevato.
Si noti che le rilevanti discrepanze tra modello e dati sperimentali sono da associarsi alle
condizioni estreme scelte (bassi sommergente relative, elevate pendenze) e alle
caratteristiche dei fiumi e dei torrenti di montagna, laddove i modelli di trasporto sono
normalmente concepiti e tarati per situazioni tipiche dei fiumi e dei canali di pianura, con
sedimenti di dimensione ridotta e pendenze non eccessive.
Sulla base dei risultati mostrati si potrebbe concludere che, almeno per situazioni
relativamente estreme, non si possa ottenere, con un accettabile grado di confidenza,
neppure una stima dell'ordine di grandezza del trasporto solido.
In realtà non si deve rinunciare alla possibilità di stimare fenomeni quali quelli in
discussione, purché si tenga ben presente che:
- i risultati devono essere valutati con estrema cautela e con la consapevolezza che,
nel migliore dei casi, si può arrivare alla stima degli ordini di grandezza connessi al
fenomeno e non certo a valori precisi;
- i modelli di calcolo devono necessariamente essere calibrati ed adattati ai valori di
campo relativi al tratto fluviale e al bacino di interesse o, al limite, a situazioni
confrontabili nelle vicinanze. Sulla base dei dati storici relativi all’evoluzione
planimetrica e altimetrica dell’alveo, delle caratteristiche dei sedimenti, dei volumi
solidi trasportati si deve scegliere il modello di calcolo che si riveli più adatto alla
situazione specifica ed, eventualmente, apporre correzioni ragionate ai parametri
relativi alla corrente e ai sedimenti da inserire nel modello medesimo. I principali
elementi di scelta e/o taratura sono:
a) la granulometria dei sedimenti, le caratteristiche delle sezioni trasversali, il
coefficiente di resistenza;
b) le formule per la valutazione della soglia di incipiente movimento;
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Le teorie utilizzate per stimare la portata solida in sospensione nei corsi d’acqua sono
principalmente basate sulla teoria gravitazionale e sulla teoria della diffusione-
dispersione (modelli diffusivi).
Quest’ultima è favorita rispetto all’approccio della teoria dell’energia perché riesce ad
interpretare meglio i dati osservati.
I modelli diffusivi derivano dalla teoria della diffusione turbolenta e si basano sul principio
di conservazione della massa dispersa ritenendo la portata solida come la somma di una
portata diffusiva e di una portata convettiva. Definita la concentrazione di volume del
materiale solido (generalmente compreso tra 0 ed 1 per i corsi d’acqua naturali )
come:
(51)
dove Vs e Va sono rispettivamente il volume della fase solida e della fase liquida,
l’equazione di continuità della fase solida, con riferimento ad una terna cartesiana, è uguale
a:
(52)
48
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
e quella della fase solida dipende generalmente dal vettore velocità di caduta in acqua
(53)
Se si assume come terna degli assi cartesiani gli assi (x,z) orizzontali e l’asse y verticale,
positivo secondo la verticale ascendente, si ha:
; ; (54)
(55)
(57)
(58)
49
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Il termine diffusivo può essere espresso per mezzo del modello di Boussinesq come:
(59)
(60)
(61)
(62)
50
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(63)
(64)
dove D è la profondità della corrente, , una distanza dal fondo alla quale si
(65)
(66)
51
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(1976), e quella di van Rijn (1984). In particolare Rouse pose la quota di riferimento
proporzionale al tirante idrico ( = 0.05D), mentre Einstein, considerando la
concentrazione di riferimento come la concentrazione della fase solida all’interno dello
strato di fondo dove il trasporto solido avviene quasi esclusivamente come trasporto di
fondo, assunse l’altezza pari a due volte il diametro delle particelle maggiori e la
concentrazione proporzionale alla portata solida per unità di larghezza del trasporto di
fondo qb:
(67)
(68)
52
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
presenza di dune, quindi portando in conto, esplicitamente, gli effetti delle forme di fondo.
La relazione è espressa graficamente come segue:
53
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
(69)
da cui si ricava la distribuzione delle concentrazioni lungo la verticale assumendo una legge
logaritmica di velocità e una legge lineare degli sforzi tangenziali. Velikanov fu attaccato
dagli autori che lo seguirono e la più grande obiezione mossa nei riguardi della sua teoria fu
l’ipotesi di trattare, separatamente la fase solida da quella liquida.
(70)
54
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
di velocità. In un ampio canale rettangolare, dove la velocità è nulla sul fondo ed è massima
sulla superficie libera la variabile adimensionale * diventa del tipo:
(71)
Invece, nel caso in cui la velocità massima si verifica al di sotto della superficie libera ad
una profondità h da essa (per esempio in canali in cui il rapporto tra larghezza del canale e
altezza della corrente è minore di 7) non si può esprimere * in funzione di coordinate
rettangolari e perciò viene utilizzata la seguente espressione:
(72)
Il parametro entropico, M, è funzione del rapporto tra la velocità media della corrente e
quella massima attraverso una relazione esponenziale del tipo:
(73)
Chiu nel 1995 e successivamente nel 2000 ricavò la distribuzione della concentrazione
lungo la verticale, dall’equazione (60), utilizzando una distribuzione lineare degli sforzi
tangenziali e il profilo di velocità entropico con * = y/D:
(74)
(75)
55
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
dove e (76)
(77)
dove con yo è indicata la distanza dal fondo alla quale si assume che inizi il trasporto solido
in sospensione.
La misura del trasporto solido viene effettuata al fine di indagare sulle dinamiche
del fenomeno e per fornire i dati necessari all’applicazione delle formule e dei modelli
interpretativi sopra descritti.
Per la misura del trasporto solido ci si può avvalere di due metodi diversi:
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
1) metodo diretto: con il quale si esegue, sul corso d’acqua, un numero significativo
di misure istantanee o continue che, messe in relazione con il regime idraulico della
corrente, consentono di ricavare la portata solida integrale in un determinato periodo
di tempo;
2) metodo indiretto: con il quale si effettua il controllo e confronto di un congruo
numero di bacini allo scopo di individuare statisticamente i fattori principali che
determinano il trasporto solido.
Per la misura della portata solida in sospensione è necessario fare una premessa riguardo le
notevoli difficoltà che si incontrano nell’affrontare questo tipo di misura. Tali difficoltà
sono dovute alla grande variabilità della concentrazione dei solidi sospesi, specie nei
periodi di piena, e all’impossibilità di stabilire un legame, anche solo empirico, tra la
portata solida e quella liquida. Inoltre, i corsi d’acqua naturali trasportano più del 50% dei
sedimenti totali durante gli eventi di piena e, poiché questi episodi sono di difficili da
prevedere, è complicato ottenere campioni di sedimenti a meno che non si utilizzino sistemi
di misura automatizzati.
Perfino in condizioni non estreme, tuttavia, il tempo e il lavoro necessario aggiungono
ulteriori costi al campionamento.
Infine, le tradizionali tecniche di misura, dove i campioni sono presi in campo ed analizzati
in laboratorio, potrebbero accumulare errori nel campionamento e nella valutazione pari al
20% (Mchenry, 1967) e modificare la distribuzione delle dimensioni delle particelle per la
rottura degli aggregati nel campionamento e nel maneggio della strumentazione.
L’esecuzione di misure di trasporto solido in siti di osservazione differenti per
caratteristiche e obiettivi di indagine richiede l’applicazione di criteri standardizzati per i
programmi di osservazione, al fine di garantire l’omogeneità dei dati e la correttezza delle
procedure di acquisizione degli stessi.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
- avere il fondo e le sponde dei canali stabili e ben definiti ad ogni portata al fine di
rendere accurate le misure nella sezione trasversale e assicurare la costanza delle
condizioni durante e tra le misure di portata;
- non avere zone di separazione di corrente o zone d’acqua stagnante;
- essere lontana da pompe, paratoie e opere di presa, poiché se esse sono in funzione
possono influenzare la relazione tra la portata e l’altezza della sezione stessa.
Se non è possibile, in nessuna circostanza, fare misure di portata e di concentrazione nella
sezione individuata come stazione di misura permanente, è tollerabile farle in una sezione
diversa, sempre che non ci siano sostanziali perdite o apporti di acqua tra la due sezioni.
Se la sezione di misura diventa una stazione di misura permanente, deve essere delimitata
da segnali chiaramente visibili e facilmente riconoscibili posti sulle sponde. In caso di
considerevole copertura di neve, i segnali possono essere cumuli di roccia.
Misure di larghezza
Le misure di larghezza vanno fatte con riferimento ad un punto fisso posto su una delle due
sponde. Se il canale non è molto largo, la larghezza può essere misurata utilizzando una
corda metrica o un filo metallico graduato. Nel caso, invece, di un canale largo, la distanza
orizzontale deve essere determinata da distanziometri ottici o elettronici.
Le misure di larghezza sono importanti ed indispensabili nella scelta del numero di verticali
in cui dividere la sezione.
Misure di profondità
Le misure di profondità devono essere fatte su verticali abbastanza vicine al fine di definire
in modo accurato il profilo della sezione trasversale del canale. La posizione di ogni
verticale è determinata misurando la sua distanza orizzontale rispetto ad un punto fisso
situato sulla sponda del canale. Queste misure possono essere realizzate a guado, con una
sonda ad asta, o a corda o con uno strumento ad ultrasuoni, oppure da ponte per mezzo di
un idrometro.
Misure di velocità
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Le misure di velocità lungo le verticali di una sezione di misura dipendono dal tempo
disponibile, dalla larghezza e profondità del canale, dalle condizioni del letto, dalla
variazione del livello del pelo libero, dal grado di accuratezza voluto e dalla attrezzatura
utilizzata. I più comuni metodi utilizzati per scegliere i punti di misura sulla verticale sono:
a) una singola misura effettuata in prossimità della superficie libera (questo metodo è
consigliato in condizioni di piena);
b) una singola misura effettuata a 0.6 della profondità totale partendo dalla superficie
libera (metodo ad un punto);
c) due misure effettuate a 0.2 e a 0.8 della profondità totale partendo dalla superficie
libera (metodo dei due punti);
d) tre misure effettuate a 0.2, 0.6 e a 0.8 della profondità totale partendo dalla
superficie libera (metodo dei tre punti) ;
e) cinque misure effettuate in prossimità della superficie libera, a 0.2, 0.6 e a 0.8 della
profondità totale partendo dalla superficie libera ed in prossimità del fondo (metodo
dei cinque punti);
f) sei misure effettuate in prossimità della superficie libera, a 0.2, 0.4, 0.6 e a 0.8 della
profondità totale partendo dalla superficie libera ed in prossimità del fondo (metodo
dei sei punti);
g) più misure effettuate sulla verticale e prese ad una distanza tale da avere una
differenza nelle velocità tra due adiacenti punti di non più del 20% rispetto al valore
più alto di velocità (metodo della distribuzione della velocità);
h) una singola misura effettuata con il misuratore ad integrazione.
La misura integrale di velocità è molto semplice, rapida e facile da usare, ma non è molto
affidabile in quanto la velocità viene mediata sulla verticale.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
caratteristiche del corso d’acqua. Il criterio basilare per una tecnica razionale di
campionamento è che le verticali devono essere disposte trasversalmente al flusso. I più
comuni metodi utilizzati per posizionare le verticali sono:
a) una singola verticale al centro della sezione;
b) una singola verticale sul thalweg o in corrispondenza del punto più depresso della
sezione;
c) tre verticali a 1/4 1/2 e 3/4 della larghezza della sezione;
d) tre verticali a 1/6 1/2 e 5/6 della larghezza della sezione;
e) quattro o più verticali prese al centro di aree di uguale larghezza, metodo EWI
(equal width increment);
f) verticali prese al centro di aree caratterizzate dalla stessa portata liquida, metodo
EDI (equal discharge increment);
Ovviamente i primi due metodi sono applicati per corsi d’acqua non molto larghi e dove
non è richiesta una certa accuratezza. Il metodo più conveniente e pratico è il terzo, che
fornisce maggiori informazioni sulla distribuzione e sulla portata solida rispetto ai metodi
con una sola verticale. Inoltre, il metodo ad 1/6, 1/2 e 5/6 della larghezza della sezione non
è molto utilizzato, poiché richiede condizioni di uniformità per le velocità e profondità del
corso d’acqua che non sono sempre realizzabili. Gli ultimi due metodi sono i più precisi e
poiché richiedono tempi lunghi sono utilizzati in campo quando si adottano campionatori
integrali di profondità. Questi ultimi scorrono lungo le verticali con velocità costante
acquisendo un solo campione.
Il numero dei punti di campionamento dipende dalla profondità del corso d’acqua, dalla
velocità, dalla distribuzione dei sedimenti e dal grado di precisione desiderato. I più comuni
metodi utilizzati per scegliere i punti di campionamento sulla verticale sono:
a) un singolo campione preso sulla superficie libera;
b) un singolo campione preso a 0,6 della profondità totale partendo dalla superficie
libera;
c) due campioni di ugual peso, uno in prossimità della superficie, e l’altro vicino il
fondo, di solito a 0,2 e a 0,8 della profondità totale partendo dalla superficie libera;
61
IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
d) tre campioni di ugual peso, uno preso vicino alla superficie, uno a metà della
profondità ed uno in prossimità del fondo;
e) tre campioni, uno preso vicino alla superficie, uno a metà della profondità ed uno in
prossimità del fondo; dove il campione preso a metà dell’altezza ha un peso doppio
rispetto agli altri due;
f) campioni presi su molti punti di solito in corrispondenza di quelli scelti per le
misure di velocità;
g) un singolo campione preso con il campionatore ad integrazione di profondità.
Il campionamento integrale di profondità è molto semplice, rapido e facile da usare, ma non
è molto affidabile in quanto la concentrazione viene mediata sulla verticale e d’altro canto,
con tali campionatori non si possono prendere campioni in prossimità del fondo.
Il campionamento meno accurato è il primo, mentre quello a più punti fornisce
informazioni quantitativamente e qualitativamente più affidabili, nonostante aumenti il
lavoro in laboratorio poiché si raccolgono più campioni da sottoporre ad analisi.
(78)
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
dove m sono i punti in cui è divisa la sezione, rappresenta la media temporale della
(79)
(80)
Errori di misura
Gli errori che si compiono nella misura della portata solida sospesa possono essere
sistematici, dovuti alla sensibilità dello strumento di misura, e casuali, legati ad una serie di
parametri come ad esempio il numero di verticali di campionamento, il numero dei punti di
campionamento, la velocità della corrente, la dimensione delle particelle solide e le
caratteristiche geometriche della sezione.
I primi sono facilmente valutabili e possono essere ridotti se è usata un’attrezzatura più
accurata, mentre i secondi non sono facilmente definibili.
Purtroppo, oggi, non è possibile arrivare ad una valutazione oggettiva dell’errore casuale
riguardo la misura della portata solida sospesa, come invece accade per la misura della
portata liquida, in quanto gli elementi conoscitivi reperiti, relativi ad alcuni dei parametri di
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Campionatori a bottiglia
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
I campionatori più noti ed utilizzati appartengono alla serie americana tarata a cura
dell’Inter-Agency Committee on Water Resources. Sono isocinetici nel campo di utilizzo,
puntuali o integratori.
La maggiore limitazione di questi apparecchi è costituita dal peso e dall’ingombro, per cui
non possono campionare in prossimità del fondo e necessitano di opportune attrezzature per
l’assemblaggio e il trasporto.
Campionatori separatori
Tali campionatori sono basati sulla misura diretta del materiale sospeso estratto dal fluido
nel momento stesso del campionamento. Il metodo consiste nel convogliare, attraverso un
boccaglio isocinetico, acqua e sedimenti in un recipiente filtrante dal quale l’acqua
fuoriesce priva di sedimenti. Per quanto detto le analisi di laboratorio risultano più veloci e
di minor costo.
Appartengono a questa categoria:
- il campionatore di tipo Delft, che può essere puntuale o integratore, e misura
generalmente sabbie in sospensione; i sedimenti più fini non vengono catturati per
cui devono essere misurati con altri sistemi;
- il campionatore tipo FBS U021 che è di ridottissime dimensioni (l = 25 cm; b = 2
cm; h = 8 cm); integratore o puntuale, può funzionare anche come campionatore
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Sonde torbiometriche
Le sonde sono costituite da un cilindro cavo terminante secondo due piani inclinati rispetto
all’asse, fissato all’estremità di un’asta metallica. Due coperchi metallici a chiusura
ermetica, incernierati, possono essere mantenuti sollevati da un dispositivo di arresto;
agendo su di questo, dall’alto, per mezzo di un cavo, i coperchi, per l’azione di due molle,
si abbattono istantaneamente contro le estremità del cilindro. Una volta immerso
l’apparecchio nella corrente, all’altezza del livello idrico prestabilita per il prelievo, con i
coperchi sollevati e con l’asse nella direzione della velocità, viene liberato l’arresto e così
provocata la chiusura dei coperchi. Sollevata la sonda dalla corrente, si riversa il campione
in un contenitore deterso; si procede, poi, in laboratorio, alla filtrazione, al prosciugamento
ed alla pesatura.
Campionatori autonomatici
Per effettuare misurazioni in corsi d’acqua con brevi fenomeni di piena è utile disporre di
campionatori autonomatici, capaci di recuperare campioni in assenza di operatori.
Appartengono a questa categoria i campionatori a singolo stadio e i campionatori aspiranti:
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Campionatori aspiranti
Sono costituiti da un sistema di aspirazione, costituito da una pompa o da recipienti
sotto vuoto, da un boccaglio di prelevamento e da una serie di bottiglie (in genere 12 o
24). Il ciclo di campionamento inizia con l’espulsione dal circuito e dal boccaglio di
eventuali particelle sedimentate nel periodo di inattività, tramite aria compressa;
continua con un ciclo di lavaggio dei condotti e termina con il prelevamento del
campione che viene posto immediatamente in uno dei contenitori, senza soste per non
favorire la sedimentazione. La quantità di acqua prelevata è variabile e in ogni bottiglia
può essere collezionato più di un campione. Il prelevamento può essere effettuato in
qualsiasi intervallo di tempo, ,t, o collegato ad un idrometrografo che innesca un ciclo
di campionamento ad ogni variazione di altezza della corrente.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Un altro approccio per la misura del trasporto solido sospeso consiste nella misura della
attenuazione di uno o più segnali dovuta alla presenza di sedimenti nell’acqua, interposti tra
la sorgente e il ricevitore del segnale.
Il grande vantaggio di questo tipo di misuratori consiste nel fatto che hanno tutti la
possibilità di fornire, ed eventualmente teletrasmettere, il dato in forma digitale. Il dato
acquisito non necessita di analisi di laboratorio e viene direttamente elaborato anche in
modo automatico, consentendo di conoscere la concentrazione in un punto e la portata
solida sospesa in una sezione. Il dato, inoltre, può essere rilevato in continuo, anche in
assenza di operatori.
A questi fattori fortemente positivi se ne sommano, tuttavia, molti altri negativi quali:
- si tratta in genere di strumenti molto sofisticati che necessitano di continue
tarature e manutenzione;
- necessitano di notevole quantità di energia;
- non sono adatti ad ambienti sottoposti a grandi sbalzi di temperatura e umidità;
- non sempre il segnale viene attenuato solo dalla quantità di materiale in
sospensione, ma a volte è influenzato anche dalle condizioni ambientali al
contorno;
- esiste un effetto deriva dovuto allo sporco, alle alghe e agli animali che possono
fissarsi davanti alle parti sensibili della sorgente o del ricevitore.
Alcuni misuratori si basano sull’attenuazione di una sorgente di luce come i torbidimetri e i
nefelometri. Essi sono i più semplici ma anche i meno attendibili perché influenzati dal
colore dei sedimenti e dalla luminosità dell’ambiente. I misuratori che utilizzano, invece,
una sorgente ad ultrasuoni sono meno disturbati dalle condizioni al contorno, ma sono
influenzati dalle dimensioni delle particelle.
Altri utilizzano una sorgente di raggi gamma. E’ questo certamente il metodo migliore,
specialmente per alte concentrazioni, ma ha il problema di costituire un pericolo per
l’ambiente e, in ogni caso, di essere soggetto a tutte le restrizioni che esistono nell’utilizzo
delle sostanze radioattive.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
Vi sono, infine, strumenti che utilizzano due diversi segnali e, attraverso la misura
dell’attenuazione dei due, si possono ricavare, oltre che la concentrazione, anche le
dimensioni prevalenti dei granuli sospesi.
La misura del trasporto solido al fondo è oggettivamente molto difficile: alle difficoltà
comuni per la misura del trasporto solido sospeso si aggiunge il problema che lo strumento
può interferire con il fondo stesso causando un disturbo localizzato che falsa
sostanzialmente il dato misurato. Questa è la principale ragione per la quale non esiste un
campionatore capace di effettuare buone misure in fiumi con alvei formati da sabbia molto
fine; inoltre, la morfologia del fondo è molto variabile e, spesso, il campionatore rimane
parzialmente sollevato o, parzialmente ostruito da sedimenti grossolani, per cui non può
prelevare il materiale in modo e in quantità corretta.
Campionatori portatili
Il trasporto solido al fondo può, con tutte le limitazioni del caso, essere misurato con
campionatori portatili. Generalmente si tratta di strumenti pesanti che raccolgono alcuni kg
o alcune decine di kg di materiale. E’ necessario, pertanto, disporre di idonee attrezzature
per il trasporto, il posizionamento ed il recupero dello strumento insieme con il materiale
prelevato.
La misura con campionatori portatili avviene usualmente effettuando diverse misure in una
sezione e ripetendo l’operazione fino a disporre di un dato abbastanza attendibile. Ciò
presuppone che le forme di fondo siano di piccola dimensione rispetto al campionatore. Se,
invece, le forme di fondo sono grandi è opportuno campionare anche lungo l’asse del fiume
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
perché, ad esempio, il trasporto solido al fondo, lungo una duna mobile, aumenta dalla parte
bassa alla parte alta della duna stessa.
Tali campionatori sono schematicamente di tre tipi:
- a canestro;
- a trappola con setti;
- a pressione differenziale.
Campionatori a canestro
Sono usati in fiumi ghiaiosi e ciottolosi con una efficienza di cattura pari al 40-50% che
varia in funzione del grado di riempimento del contenitore. Il tipo utilizzato dalla Swiss
Federal Authority ha forma di parallelepipedo e il suo lato inferiore è di materiale
flessibile, in modo che lo strumento possa adattarsi alla forma del fondo.
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sono inseriti in vere e proprie stazioni di misura, molto costose e limitate, quindi, al campo
della ricerca.
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IDRAULICA FLUVIALE Il trasporto solido nei corsi d’acqua
dove S (m3) è il deposito annuale, C (m3) la capacità del serbatoio, A (ha) la superficie del
bacino e D (m/ha) la densità di drenaggio.
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