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Il wi-fi del Comune?

Serve più coraggio


di Filippo Azimonti

Sull´ultimo numero di Wired campeggia il titolo "Riprendiamoci la rete". Si scrive


dell´articolo 21bis della Costituzione proposto da Stefano Rodotà («Tutti hanno
eguale diritto di accesso alla rete») e dell´iniziativa dei sedici senatori che vi hanno
aderito. E si racconta dei Green Geek dell´Ortica che dalla periferia profonda
sperimentano il wi-fi gratuito con antenne low cost. Ora ci prova anche il Comune
per l´ennesima volta ma, almeno dalle dichiarazioni programmatiche, con qualche
convinzione e tecnologia in più.
La filosofia è quella del "wi-fi federale" ovvero di una rete che si allarga via via
inglobando "pezzi" di reti pubbliche già esistenti. Il che è una buona idea, visto che ai
pochi hot spot pubblici già accessibili si aggiungerebbero quelli che solo passando
accanto a un palazzo il vostro smartphone già "vede" senza però potervi accedere. Lo
stanziamento di 250mila euro sembra adeguato almeno per cominciare, ma poi
vengono i segnali meno confortanti. Si parla di una sperimentazione di sei mesi e il
pensiero corre subito alle troppe sperimentazioni iniziate e abbandonate come quella
al Sempione avviata nel 2007, costata 50mila euro e svanita nell´etere.

Si traccia un primo "percorso" per gli utenti che insiste sull´asse San Babila-Castello
che è quello dove si concentra la maggiore attenzione del sindaco e della sua giunta.
Le connessioni saranno limitate a un´ora (illimitate solo per collegarsi ai siti di
Comune e Regione) e disponibili per 2.500 utenti che sono un po´ pochini. A
osservare la mappa che accompagna il progetto si ha la sensazione di una certa
povertà, almeno nel confronto, ad esempio, con quella consultabile al sito
http://maps.fon.com/?lang=it dove si segnalano tutti i punti di accesso privati messi a
disposizione da "fonera", la community nata in Spagna nel 2005 e diffusasi in tutta
Europa con 2,5 milioni di utenti, anche a Milano senza che la giunta se ne accorgesse.
Eppure, lo conferma il Comune, i punti accesso "potenziali" sono almeno 700. E poi,
il progetto del professor Maurizio Decina del Politecnico – di antenne ne prevedeva
4mila – che Giunta e Consiglio avevano approvato dopo averlo finanziato con
150mila euro, che fine ha fatto? Di euro adesso ce ne sono 250mila: i Green Geek
stimano in 400 euro il costo di un hot-spot e a questi prezzi tutti i 700 edifici
potrebbero garantire punti d´accesso da subito. Anche fuori dal centro riservato ai
turisti, per non fare solo bella figura.

(la Repubblica Milano 16 gennaio 2011)

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