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CORTE DI CASSAZIONE - SENTENZA 09 LUGLIO 2010, N. 16235

Fatto
Con avviso di accertamento n.R56XXXXXXXX, notificalo il 18.10.2001, l'Agenzia delle entrate,
Ufficio di ......., contesta a (...) architetto libero professionista, un maggiore reddito imponibile ai
fini IRPEF contributo SSN e contributo straordinario per l’Europa per £.26.597,000, ed un
maggiore volume di affari ai fini I.V.A per l’anno d'imposta 1996, facendo applicazione dei
parametri previsti dall'art.3, comma 181, L. n. 549/1995 e del D.P.C.M. 29.1.1996.
Il contribuente adiva la C.T.P. di quella città, deducendo l'illegittimità dell'atto notificatogli per
difetto di motivazione e per non essere i parametri utilizzati dall'Ufficio aderenti alla sua situazione
economica, dato che il reddito dei professionisti viene a maturare per cassa e non per competenza,
potendo il compenso essere percepito negli anni successivi alla prestazione professionale. Resisteva
l’Ufficio, difendendo la legittimità del suo operato ed evidenziando che l’accertamento era motivato
con il riferimento ai parametri che integrano presunzioni gravi, precise e concordanti avverso le
quali il contribuente non aveva fornito prova idonea a smentirli.
La C.T.P. accoglieva - integralmente il ricorso accogliendo la tesi del professionista. L'Ufficio
proponeva appello, insistendo sulla legittimità dell'Applicazione dei parametri previsti dal DPCM
29.1.1996 e sul fatto che spetta al contribuente spiegare perché il risultato raggiunto non si attagli
alla sua situazione economica è che questi era rimasto sul piano delle mere asserzioni non sorrette
da alcuna prova.
Resisteva il contribuente sostenendo I'illegittimità dei parametri applicati.
La CTR del Friuli Venezia Giulia rigettava l'appello, affermando che non erano sufficienti a
sostenere la pretesa fiscale le sole presunzioni derivanti dall'applicazione dei parametri sulle
categorie dei valori desunti dalla dichiarazione, ma che occorreva anche una motivazione che
esprimesse dei collegamenti e riferimenti congrui fra i valori e la capacità contributiva del
contribuente in un contesto periodico dell'andamento delle annualità precedenti e seguenti, in modo
da porre quest’ultimo in condizione di conoscere gli indizi di cui dovrebbe dare la prova contraria.
Compensava, inoltre, le spese.
Avverso detta decisione l'Agenzia delle entrate propone ricorso per cassazione sulla base di due
motivi. Il contribuente restato con controricorso, eccependo in via preliminare l’inammissibilità del
ricorso per tardività e contestando quando ex adverso sostenuto. ……..

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LA VERSIONE INTEGRALE E’ DISPONIBILE AL SEGUENTE LINK:

http://www.fiscoediritto.it/page/CORTE-DI-CASSAZIONE---SENTENZA-09-LUGLIO-
20102c-N-16235.aspx

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