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Content 1 a 3 4. 5. 6. 2 8. Pe aceon ret fae a gute ee eon eea ano ae er ie oo ors aquispresany ea aa eine Pee emo: ave Gosia ee a RNs faton nol gas : Heer acetates oo 8) Lucio Gera yee goad toe oar ro ead enpeendpeby Wemiinas Sonace tgimgost oe gee alpeee La religione del popolo Chiesa, teologia e liberazione in America Latina Nuova edizione Prefazione di Alberto Melloni ¢ postfazione di Juan Carlos Scannone EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA Tuolo originale: 1. Pueblo, religidn del pueblo y iglesia 2. La iglesia frente a la stuacién de dependencia ‘Prima edizione italiana nella collana «Oggi ¢ Domaniy: 1978 ‘Seconda edizione ella collana wConifere: 2015 Traducione dallospagnolo: Lulsito Bianchi La postfazione dip. Juan Carlos Scannone @ tratta dallaticolo «Lucio Gera: un teologo “dal” popolo», apparso in La Civiltd Cattolica (2015)3954, 539-550. Si ringrazia la rivista nella persona del suo direttore Antonio Spadaro per averne ‘concesso la pubblicazione. ‘Progetto grafico: Tonino Commissari ‘Progetto grafico della copertna: Tuna bites, Bologna -Realizzazioneeditoriale: Prohemio editorial sl, Firenze ‘© by CELAM, Consiglio episcopalelatine-americano, Bogota, Colombia 1977 ©2015 Centro editorale dehoniano via Scipione Dal Ferro, 4 - 40138 Bologna ‘eww dehoniane it EDB® ISBN 978-88-10- 56013-6 ‘Stampa: ‘Tipografia Giammarioli Frascati (RM) 2015 Prefazione alla nuova edizione. Gera e la teologia del popolo ‘Molti di coloro che hanno sentito il sapore della teologia cattolica del secondo Novecento hanno letto qualche opera o hanno sentito cita- re i nomi di Karl Rakner 0 di Marie-Dominique Chenu, di Hans Urs ‘von Balthasar o di Yves Congar, di Raimén Panikkar o di Gustavo Gutiérrez. 1 pid abituati a una teologia prét-a-porter sanno almeno ‘chi sono Leonardo Boff 0 Hans Kiing. E tutti sono stati investiti dalla formula in fondo non generosa di «papa teologo» usata per Joseph Ratzinger, 'unico perito del Vaticano II salto sul trono di Pietro. Ai iid, invece, sfuggira il nome di Lucio Gera. Grande teclogo di un Paese come I’ Argentina, traversato dai due ‘grandi process storici che hanno percorso il corpo del continente lati- ‘no-americano dagli anni Sessanta in poi: da un lato l'esperienza san- ‘guinosa della crisi delle democrazie stroncate dalle feroci dittature ‘militari, in una lacerazione che ha visto protagoniste nella repressione e nella resistetza armata classi dirigenti appartenenti per cultura e tradizione al cattolicesimo romano; dall‘altro Vinsorgenza di una teo- logia della liberazione, nata da una scoperta teologica fondamentale relativa alla poverta di Gest e al significato stesso del suo vangelo del vangelo de! Regno. Jn quella eperiferia» argentina Lucio Gera ha avuto un ruolo fon- damentale sviluppatosi lungo molti decenni. Morto a 88 anni il 7 ago- sto 2012, festa di san Gaetano (Gera era nato nel 1924 a Pasiano di Pordenone ed era arrivato in Argentina a cinque anni con la famiglia di emigranti),' Lucio Gera ha vissuto a lungo, ma non abbastanza da TGF. FJ. Devero~G. Ros (acura di) 1'talia nella soit argotina. Contrib sul- emigrazion alia in Argentina, Roma 1968; sul terreno else anterior ef Bacon, La validita della religione, come punto d’inserimento della fede, la visione di una storia che si realizza non solo attraverso valori interiormente vissuti o testimonianze di carattere carismatico, ma anche attraverso il potere e 'efficienza delle istituzioni e la profon- da coerenza della prassi ritualistica con la condizione umana, ec sono tutti elementi questi che ci sembrano doversi ricuperare, sen- za cadere in nessun estremismo. La teologia della secolarizzazione presenta elementi assai validi che devono essere valorizzati: come la trascendenza della fede rispetto alla religione, la traduzione della fede in un'etica di liberazione, la necessita che il carisma sia sin- ceramente accettato dall'istituzione ecclesiastica e, soprattutto, il rispetto della Chiesa per l'autonomia dei popoli, creatori del pro- prio destino storico; anche qui, evidentemente, senza cadere nelle esagerazioni e unilateralita proprie di tale teologia Postfazione. Lucio Gera: un teologo «dal» popolo Fino a non molto tempo fa Lucio Gera era poco conosciuto fuori dall’ Argentina e praticamente sconosciuto fuori dall’America Lati- nna, benché alcune sue opere fossero state tradotte in italiano. La pre~ {fazione, non firmata, di una di queste opere — fatta da Luisito Bian- ‘chi ~ presenta autore dicendo: «ll teolago latino-americano Lucio Gera, figlio di emigrati veneti, é conosciuto in Argentina come uno dei pitt validi rappresentanti della “teolagia del popolo” o espressa “dal popolo”».! E proprio questa la ragione dell‘attuale interesse per la sua perso- nna e per la sua teologia, dal momento che svariate posizioni teologico- ‘pastorali di papa Francesco, non ultima quella della sua esortazione ‘apostolica Evangelii gaudium (EG), non si comprendono nelle loro radici senza il contesto della teologia del popolo e della cultura® e, di ‘conseguenza, senza un riferimento pit 0 meno diretto a Gera. In questo articolo non intendiamo dare una sintesi di tutta la sua teologia, ma soltanto toccarne due punti cruciali, quelli che la sud- detta traduzione italiana aveva gia presenti — per la loro speciale ri- levanza ~ alla fine degli anni Settanta, anche se non ci limiteremo soltanto ad essi. TCE. Gum, Religiosita popolare, dipendenza,librazione, EDB, Bologna 1978, 5. 2 £1. Scuoona «Papa Francesco ela telogia del pops», in Cilia Cattolica (2014 571-590. Qualcuno preferisce denominalateologia della cultura in quant esa concep ‘ceil popolo come soggtto creative di cultura 130 Juan Carlos Seannone 5.1. Nella prima parte ci concentreremo sul primo punto, che presenta ‘assai bene un nucleo fondamentale del pensiero del teologo argentino, ‘ovvero la sua concezione di «popolo» e la sua relazione con il popolo di Dio, come pure la valutazione teologica della religione del popolo (in America Latina). La seconda parte é dedicata a un altro punto eccle- siologico fondamentale: la relazione tra evangelizzazione e liberazione come missione della Chiesa, intimamente connessa con Vopzione pre- ‘erenziale per i poveri. Questa esposizione, sebbene parziale, non tocca soltanto punti di vista centrali della teologia di Gera, ma anche molti dei presupposti teologico-pastorali di papa Francesco. 1. I popoli della terra, il popolo di Dio ela pieta popolare Gili anni intercorsi tra le Conferenze di Medellin e di Puebla sono stati, in America Latina, molto ricchi di creativita e di controver- sie teologiche. Daltra parte, V'esortazione postsinodale di Paolo VI Evangelii nuntiandi (EN), del 1975, aveva introdotto nel magistero tuniversale un tema nuovo, quello della religiosita popolare,e il Consi sglio episcopale latinoamericano (CELAM) affidd a Joaquin Alliende Vorganizzazione di un incontro su quel tema. In tale cornice Gera pre- Gera pone la propria comprensione della cultura in relazione con ethos culturale 0 modo in cui un popolo organizza la propria coscien- za collettiva, soprattutto per quanto riguarda la propria scala di va- lori. Ricordiamo che Paul Riceeur, riferendosi alle culture nazionali,¢ ‘afferma che esse posseggono un nucleo etico-mitico: etico, perché im- plica valori; mitico, perché si esprime soprattutto in forma simbolica. ‘Quindi ci si domanda se in America Latina ci siano una 0 molte cul- ture. Gera adotta una posizione intermedia, riconoscendo la cultura ‘meticcia come tendenza unificatrice e dominante, a cui, dai Borboni in avanti, si oppone una cultura contraddittoria di stampo illuminista e di inclinazione secolarista. Carlos Galli, discepolo di Gera, preferisce {apnea Nol a metamo in relazione non soltanto con la tclogia del «sens spiritual (4 ‘ul parlano Origen, Bernardo di Charavalle, Bonaventura, Ignasio di Layola, Karl Rane, ‘ane Urs von Bahan) ma anche con sitelligensasensinte del Sout spagnolo Zubi- fire X Zona, leligeca seniet, Bomplan, Milano 2008, 5 Sembrachedetrolaconcesione i Gera cia quella i Praciso Sues renterpret2- ta dando partcolare revo ala cultura. Sl flosofospagaolo ef. .C- Sere, La social y To police segim rancaco Sure Hacia una relecturalatnoamericana actual dea flosofia politica de Suarem in Sromata5{1998) 85-118. ‘CEP. Rees, oCiviliation universlle et cultures nationale, in In, Histoire Vert, Sui, Par 1955, 286-300. 1. Juan Carlos Scannone 8.1. invece parlare di un’«unita pluraley analogica tra le varie culture latino-americane. Esiste un‘altra nozione di popolo, prossima alla categoria di classe sociale», che designa principalmente o anche esclusivamente la parte povera e operaia del popolo-nazione, opponendola ai settori nnon-popolari o anti-popolari. A Gera il senso esclusivo sembra troppo rigido e astorico, perché egli constata nella storia ¢ nellattuale realta delle nazioni una gradualita di sfumature di appartenenza al popolo co all‘anti-popolo, Di quest ultimo si fa parte nella misura storica in cui si opprimono altri, oli si esclude dal bene comune, o si respinge la cultura comune. Pertanto le éites, sebbene frequentemente siano antipopolari, non lo sono necessariamente: cid dipende, infatti, dal loro posto sociale etico- storico (personale e strutturale). Il che non significa negare che deter- ‘minati gruppi abbiano oggettivamente I'inclinazione ad appartenere al popolo, come quello dei poveri, perché in loro la carenza di potere ‘edi beni facilita la consapevolezza di aver bisogno degli altri e, alla {fin fine la solidarieta. L’appartenenza al «popolo» @ una realtaetica ‘esiorica, che richiede atteggiamenti morali, scala di valori e structure corrispondenti. 3. La Chiesa e i popoli Gera spiega che la pastorale della Chiesa non si rivolge soltanto agli individui, ma anche ai popoli in quanto tai, al fine di evangeliz- ‘zarne le culture, secondo quanto incoraggia a fare la Evangelii nun- tiandi, n. 20; ma — come Cristo ~ egli guarda preferenzialmente ai po- veri, che di solito sono pit! abbandonati. Pertanto, quando si riferisce ‘ai popol ealle oro culture, Gera affronta tutte le dimensioni — anche (quelle strutturali— della loro vita e convivenza, nelle quali deve incar- narsi il vangelo, vale a dire le dimensioni religiosa, culturale in senso stretto, sociale, politica, economica e cosi via. TEE EM. Gaus, ctotroducciin al tomo sepundon, in CM. Gaus ~ 1. Soma (4 cura 9, anti Latina La dctina soil deals, 2: deta cutee y moerizacion ex ‘América Latina, Palins, Bueno Aires 1992, 12. Posrranow. Lucio wa: un TeoLogo «oat» rorovo 155 Al popolo di Dio incarnato nei popoli e nelle loro culture, da parte sua, la gerarchia della Chiesa presta il servizio del discernimento dell’autenticita della sua fede e del suo «senso della fede» incultu- rata, come pure legge i segni dei tempi nei suoi impulsi e nelle sue aspirazioni, cosicehé la pastorale non soltanto si orienta verso il po- polo, ma diviene anche parte del popolo stesso, come gia chiedeva il ‘documento dell episcopato argentino sulla «pastorale popolare» (San ‘Miguel, 1969, in cui si applicavano i principi espressi nella Confe- renza di Medellin), nella cui redazione Gera aveva avuto un ruolo rilevante. ‘Chiamiamo «religione la nostra relazione di comunione con il ssacro, con il divino, con Dio. Sono soliti accompagnarla tanto rap- presentazioni simboliche e narrative quanto atteggiamentiaffettivi di rispetto edi attrazione nei confronti di quel mistero sacro che Rudolf Otto descrive come tremendum et fascinans. Vi corrisponde un siste- ma di mediazioni esteriori, come riti cultuali, parole (libri, dogmi, {formule, preghiere, cc, e forme etiche di comportamento (consuetudi- ni leg, ecc.). Vale a dire, interior esistenziale religiosa si oget- tiva, si comunica e si istituzionalizza in comunita religiose. ‘Per Gera, come per Paul Tillich, nella religione — 0 nell‘irreligio- ne risiede cid che & fondamentale in ogni cultura, perché essa @ in relazione con il senso ultimo della vita e della convivenza, che permea i sensi penultimi o ancora precedenti. Per la stessa ragione essa @ con- nessa con lesperienza umana del limite (morte, peccato, fallimento, contingenza ontologica), vissuto come limite e anche oltre il limite. D’altra parte, Gera respinge sia I'interpretazione secolarista della religione ~ che egl considera alienante, perché negherebbe l'autonomia della ragionee della liberta umana ~, che la sua visione sacralista, che nega quella stessa legittima autonomia e tende a sacralizzare, ovvero ad assolutizzare e a fissare, le mediazioni. ‘Guardando alla religiosita latino-americana, Gera la caratterizza tipologicamente secondo due crteri global rieriti alle rappresenta- zioni del divino e agli atteggiamenti corrispondenti. I! primo tipo pone accento sul potere di Dio e si esprime di preferenza nella preghiera di domanda e nel culto; il secondo tipo vede Cristo come modello e mae- ‘stro di sapienza e da una risposta etica: seguirlo. iy Juan Carlos Scannone S.1. La fede che s‘incarna in un popolo, si incultura nella sua religio- ‘ita fino a giungere allo stesso nucleo etico, simbolico e religioso della ‘sua cultura. Secondo Gera, cid é accaduto storicamente nella cultura latino-americana, considerata nella sua forma pit caratteristica. Po- tremmo dire che essa ¢ Vanalogato principale entro U'unita plurale (analogica) scorta da Galli. In essa sono presenti non soltanto semi, ‘ma anche frutti del Verbo di Dio, grazie alla semina della prima ‘evangelizzazione ¢ delle sue luci, malgrado le ombre. Ne derivano, da un lato, Vimportanza che in essa assume la mediazione poetica e artistica e, dall'altro, la sua opposizione radicale al secolarismo e alla dis-simbolizzazione. Infine, il teologo argentino sviluppa cinque criteri di discernimento della fede cristiana nella religione di un popolo: le relazioni personali ‘con Dio, Cristo, Maria; la coscienza di appartenenza; il sentimento di fraternita e solidarieta con gli altri; la relazione con i defunti; la relazione com ilculto ei sacramenti, a cominciare dall'apprezzamento peril battesimo. Come gia é stato detto, per Gera, in America Latina, 1a religione del popolo nella sua forma principale é un cattolicesimo popolare (cf. Documento di Puebla, 444). 4. Evangelizzazione, dipendenza, liberazione I1 testo di Gera che abbiamo commentato nella prima parte sugge- risce che la pastorale della Chiesa parte dal popolo stesso e dalla sua situazione nei riguardi di Dio, secondo una lettura credente dei segni dei tempi. A questo punto, il nuovo testo che ora vogliamo commenta- re! s‘interroga su quale sia la situazione del popolo latino-americano in questo momento: risponde che tutta la pastorale antecedente era stata messa in crisi appunto dalla presa di coscienza della dipendenza € dal conseguente anelito di liberazione.? Per questo, seguendo quanto CFL Gam, Iglesia frente ala stuacin de dependencian nL. Gama — A. Bown (0. cari, Teoopa, pastoral y dependenca, Ed. Guadalupe, Buenos Aires 1974, 9-64 *"Un'alta opera di Gera, Complementareequascontemporanea a quella della nota pre- dente @ «Cultura y dependencia aa luz dea teflexiontcoligiay in Sromata 301978), 169-224. itratta del esposzione svolta anno precedente nelle Glornateaccademiche delle Posrranons. Lucio Geta: ux reo1oG0 «pai» rorovo 135; ‘espresso durante la Conferenza di Medellin, esso pone la domanda: «Che cosa significa essere cristiani, oggi, in America Latina?», sia ai laici che ai pastori. Infatti, da un lato, la situazione di dipendenza-liberazione deve cambiare storicamente il modo in cui oggi in America Latina si vive la fede e si esercita la pastorale, ma, dall‘altro, se questa realtad vissuta nella fede e a partire da essa, la risposta ~ sia praticata, sia pastorale ~ guadagna una specificita cristiana. Riteniamo che per Gera — come oggi per papa Bergoglio — non sia importante soltanto discernere il uqui e ora» rispetto al vangelo, ma anche il carattere evangelico dell‘opzione che viene assunta di conseguenza. Al fine di mostrare lesperienza della dipendenza, il teologo argentino non ricor- re soltanto alle scienze umane, ma, come gia faceva nello scritto esa- minato precedentemente, si serve dell‘atto carismatico ¢ sapienziale della conoscenza «per connaturalita», che é proprio del politico e del profeta, e attraverso questi due metodi interpreta i mali che affliggono 1a maggior parte del popolo latino-americano, ovvero poverta, mor- talita infantile, bassi salari, perdita dei diritti civil, sottosviluppo, ‘emarginazione in una situazione conflittuale di imperialism. ‘Ma, al tempo stesso, egli constata che gia allora era presente la ‘memoria di eventi liberatori nella propria storia, cosi come l'imma- ‘ginazione creativa e speranzosa di progetti di futuro di pace e di giu- ‘stizia, davvero possibili. Infine, si domanda se e fino a che punto 1a Chiesa possa contribuire oggettivamente, a partire dal vangelo, al ‘proceso di liberazione latino-americana, ponendosi immediatamente tuna serie di interrogativi. Fra essi spiccano quelli riferiti alla relazio- nee tra il sacro e il profano, soprattutto se quest’ultimo @ assunto in una dimensione politica. La seconda parte di questo articolo respinge gli estremi della seco- larizzazione e della sacralizzazione, seguendo in questo il conclio Va- ticano I, Medellin e la teolagia della liberazione, perché non si tratta di ridurre Vevangelizzazione alla liberazione umana, né viceversa, ma nemmeno di un mero «anche» che si limita a giustapporle: si tratta, aco loro teologia di San Miguel, su Dependencia cultural y creacion de cultura fm América Latins 136 Juan Carlos Scannone 8.1 Postrazone, Lucto Gena: ux Teoioco «oat» rorovo 157 invece, dell'unica missione della Chiesa, ovvero dell evangelizzazione che include oggettivamente la liberazione. La reciproca implicazione della fede e del processo storico (nel caso latino-americano di liberazio- ne) @ trinitariamente fondata sulla paternita di un unico Dio creatore ¢ salvatore di tutti, sulla ricapitolazione di tutto in Cristo e tramite Cristo, e sull'unificazione di tutto I'uomo e di tutti gli uomini per opera e grazia dello Spirito Santo. Larticolo termina criticando Vopposizione tra parola di Dio ¢ Sacramento e, di conseguenza, respingendo sia una teologia radicale della secolarizzazione sia una mentalita sacralizzante, e invece aval- Jando una «evangelizzazione liberatrice» che articola entrambi (pa~ rola ¢ sacramento) senza separarli. Anche in questo caso Gera non contrappone, ma lega, le dimensioni divina e umana dell'incarnazione edi conseguenza, della missione della Chiesa. 5. Evangelizzazione e liberazione Pid tardi, dopo la Conferenza di Puebla, Gera riprende, in modo pit profondo e maturo, lo stesso tema ecclesiolagico dell‘unica mis- sione della Chiesa. Si tratta di uno dei suoi scritti pit profondi, che ‘pud aiutare a comprendere le radici teologiche della pastorale di papa Francesco." Gera ha scritto questo importante lavoro nei momenti in ‘cui ci si preparava alla Conferenza di Santo Domingo (1992), quan- do Giovanni Paolo IL, riprendendo un tema sorto in America Latina, parlava gia di «nuova evangelizzazione». Egli asserva che, sia duran- te la Conferenza di Medellin che successivament, il tema dell’evange- lizzazione andava prendendo rilievo sempre maggiore come tema pa- storale fondamentale, e che il suo concetto e i suoi contenuti andavano ‘ampliandosi, includendo costitutivamente la promozione e la libera- zione umana, con il risultato concomitante della specificazione di esse nella prospettiva evangelica. Sono idee che Gera gid coltivava, ma ora «gli constata che il magistero le va assumendo in modo esplicito. Que- 58 Gh Gast ~ Sam (acura di, Ientidad cultural y moderizacén on América Latina, 20-90. ‘sto é accaduto non senza I'intervento della teologia latino-americana, compreso quello silenzioso e modesto di Gera, soprattutto per quanto riguarda la citata specificita cristiana, Percio egli studia entrambi i punti, prima a Medellin (1968) ¢ poi a Puebla (1979) e in Giovanni Paolo II, sulla via che porter a Santo Domingo (1992). Mostra che durante la Conferenza di Medellin si ricorre a testi che utilizzano il termine «evangelizzazione» ancora in tun senso ristretto al primo annuncio 0 ai casi di battezzati privi di catechesi, sebbene altri testi gid si appellino a un'unita dinamica tra evangelizzazione e promozione umana, giustizia e liberazione. Una pietra miliare su questa strada viene posta dal Sinodo del 1971 sulla giustizia nel mondo, in cui si afferma che la lotta per la

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