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Ciro Cafforio
CAPITOLO 1
La realt ancora pi complicata: il segnale ricevuto costituito non solo da una copia
attenuata ed eventualmente distorta (distorsione spettrale e, quindi, lineare) di quello trasmesso, ma anche da altri segnali indesiderati (disturbi ) che gli si sovrappongono. Diverse
possono essere le cause di tali disturbi. Possono esserci delle interferenze provocate da altri
segnali che si propagano lungo il mezzo contemporaneamente al nostro; possono esserci dei
disturbi provocati da sistemi di natura diversa, ma che emettono radiazioni nellintervallo
di frequenze interessato (ad es. motori, impianti industriali e simili). Un disturbo che non
manca mai e che intrinseco in ogni sistema di trasmissione il rumore termico generato
sia nel mezzo trasmissivo, sia nelle apparecchiature.
In ogni caso, al segnale ricevuto sovrapposto del rumore ed esso sar caratterizzato, esattamente come il segnale, da un suo spettro. Lonnipresente rumore termico sar
distribuito su tutte le frequenze. Questo vuol dire che la procedura di equalizzazione gi
descritta diventa ancora pi delicata, in quanto non ci sar da fare i conti solo con lamplificazione infinita (o comunque molto alta). Bisogna tener conto della presenza del rumore
ed evitare di amplificare troppo quelle componenti del segnale che risultassero tanto attenuate da essere diventate di ampiezza paragonabile o addirittura inferiore alle componenti
del rumore. Inutile sarebbe la pretesa equalizzazione del segnale se poi al supposto segnale
indistorto risultasse sovrapposto un disturbo di ampiezza ben maggiore!
Compare in questo discorso una quantit che costituisce un parametro fondamentale
di tutti i sistemi di trasmissione: il rapporto segnale/rumore. Inteso in forma integrale,
come potenza di segnale su potenza di rumore, o come funzione della frequenza, come
rapporto tra le densit spettrali di potenza del segnale e del rumore, esso giocher un ruolo
fondamentale in tutte le successive considerazioni.
Risulta evidente, a questo punto, che in nessun caso il segnale ricevuto pu essere
esattamente uguale a quello trasmesso (si tenga presente che in nessun caso attenuazione e
ritardo vanno considerati come causa di differenze). Diventa necessario stabilire un limite
oltre il quale le prestazioni del sistema diventano inaccettabili. Tale limite non pu essere
unico, n univocamente determinato: ingegneristicamente si stabilisce in modo che lutente
sia ragionevolmente soddisfatto. Se il sistema funziona meglio nessuno si lagner, tranne
chi dovr pagare le spese, in quanto ovviamente prestazioni migliori si accompagnano a
costi maggiori. In tale situazione il dimensionamento viene fatto in modo che lutenza
sia soddisfatta, ma nulla di pi, tranne un sovradimensionamento dovuto esclusivamente
a motivi di affidabilit (qualcosa di molto simile ai coefficienti di sicurezza dellingegneria
civile).
Chi o cosa sia da intendersi per utente dipende dal particolare segnale che si sta considerando. Tornando allesempio del telefono, un livello di prestazione accettabile quello
che mediamente permette ad una preassegnata percentuale di utenti di effettuare una telefonata senza eccessivo fastidio. Ognuno di noi pu sperimentare che, anche in assenza
di parlato da parte del corrispondente, c sempre un certo fruscio nel ricevitore del microtelefono. Naturalmente il livello accettabile del disturbo varia in funzione della sua
natura: diverso leffetto prodotto da un fruscio, diverso quello prodotto da unaltra conversazione in sottofondo. Di conseguenza, per ogni tipo di disturbo va stabilito il relativo
rapporto segnale/rumore minimo tollerabile. Le soglie di tollerabilit vanno poi stabilite,
1.2. IL RUMORE
quando non sia possibile fare altrimenti, con campagne di opinione su un campione significativo dellutenza. Per i servizi gi consolidati, i requisiti di qualit vengono raccolti in
raccomandazioni emesse da organismi internazionali come lITU.
Non sempre in ricezione si ha interesse a ricostruire il pi fedelmente possibile il segnale trasmesso. Tra i possibili formati che linformazione da trasmettere pu assumere c
quello numerico: si pensi, ad esempio, ad un collegamento tra calcolatori. In questo caso
linformazione elementare da trasmettere la cifra binaria ed in ricezione poco importa
ricostruire le forme donda (peraltro note) che in trasmissione sono state usate per rappresentare lo 0 o l1: basta essere in grado di decidere, con la maggiore affidabilit possibile,
quale cifra binaria stata effettivamente trasmessa. Questo porter, come vedremo, a definire in modo particolare il rapporto segnale/rumore da utilizzare per valutare le prestazioni
di tali sistemi.
Le considerazioni fatte valgono per qualunque mezzo trasmissivo, sia esso ad onde convogliate (doppino telefonico, cavo coassiale, fibra ottica) o ad onde irradiate (mezzo radio).
Una differenziazione notevole tra i diversi mezzi trasmissivi rappresentata dallintervallo
di frequenze entro il quale deve essere compresa la banda di un segnale perch esso possa essere trasmesso. Il doppino telefonico un mezzo passa-basso, cos come lo il cavo
coassiale, anche se con una banda passante ben maggiore. Il mezzo trasmissivo radio, invece, passa-banda, cio lascia propagare un segnale con uno spettro che parte da una
frequenza diversa da zero (meglio se il rapporto fra frequenza massima e minima piccolo).
Tale caratteristica ancora pi evidente per le fibre, dove lo spettro di un segnale deve
essere compreso nelle frequenze ottiche per potersi propagare. Questo vuol dire che lapparecchiatura trasmittente non pu essere costituita da un semplice amplificatore, come
nellesempio di collegamento telefonico: necessario che il segnale da trasmettere venga
modificato in modo da potersi propagare e questo, normalmente, richiede la modulazione
di una portante.
1.2. Il rumore
In base a quanto gi detto dovrebbe essere evidente che in un sistema di trasmissione
non importante il livello assoluto del segnale ricevuto. In assenza di qualunque disturbo,
se gli amplificatori fossero in grado di amplificare un segnale senza sovrapporgli del rumore,
il segnale ricevuto potrebbe raggiungere valori estremamente piccoli, dal momento che
basterebbe una successiva amplificazione a riportarlo a valori accettabili. Nella realt,
per, bisogna fare i conti con il rumore che immancabilmente si sovrappone al segnale
utile. Tale rumore viene in parte generato nel mezzo trasmissivo ed in parte generato
internamente allapparato ricevente.
1.2.1. Rumore termico. Ricordiamo brevemente i due tipi pi comuni di rumore con
statistica gaussiana. Il primo il rumore dovuto allagitazione termica degli elettroni in un
conduttore e, quindi, in un resistore. noto che ai morsetti di un resistore di valore R, posto
a temperatura assoluta T , rilevabile una tensione casuale generata, appunto, dal moto
caotico degli elettroni in agitazione termica allinterno del resistore. La tensione termica,
essendo il risultato della sovrapposizione di un gran numero di contributi elementari, ha
statistica gaussiana; il suo valor medio nullo e la sua densit spettrale (monolatera)
pari a 4kT R [V2 /Hz]. Ne consegue che il valore efficace della tensione di rumore, misurata
con uno strumentoche "non carichi il resistore ed abbia una banda equivalente di rumore
di B Hz, pari a 4kT RB.
T
R
vn
vn
eff
= 4kTRB
1.2. IL RUMORE
hf
exp (hf /kT ) 1
che per f 0 tende ad hn = kT , ma che poi, correttamente, tende a zero per f . h
la costante di Planck e vale 6, 625 1034 joules.
Nel caso del rumore granulare la riduzione della densit spettrale in alta frequenza
dovuta al fatto che ogni portatore produce un impulso di corrente di area q, ma di durata
non infinitesima, poich ha bisogno di un tempo finito per attraversare la giunzione. Si pu
descrivere tale situazione come un filtraggio degli impulsi mediante un filtro la cui risposta
ha la forma del singolo impulso di corrente. La densit spettrale di potenza risultante
pu allora, come noto, ottenersi moltiplicando la densit spettrale ottenuta ipotizzando
impulsi di corrente ideali, per il modulo al quadrato della funzione di trasferimento del
filtro in questione. La densit spettrale della corrente sar, perci, sagomata come lo
spettro di energia del singolo impulso ed avr uno zero intorno alla frequenza 1/ . La
densit spettrale della corrente granulare, quindi, costante solo per frequenze 1/ .
Nei dispositivi reali possono generarsi altri tipi di rumore, oltre al rumore termico ed al
rumore granulare. Questi disturbi hanno densit spettrali non costanti, ma, soprattutto,
non hanno statistica gaussiana. Per maggiori dettagli consigliabile consultare un buon
libro di elettronica.
hn =
vn 1
vn = vn
R2
T2
+ vn
vn 2
Poich lultimo termine ha valore nullo per la statistica indipendenza delle due variabili,
il valore quadratico medio della somma risulta uguale alla somma dei valori quadratici medi
dei due addendi. Di conseguenza, la densit spettrale della tensione risultante a vuoto ai
capi delle due resistenze in serie vale:
hn = 4kT1 R1 + 4kT2 R2 = 4k
T1 R1 + T2 R2
(R1 + R2 ) = 4kTeq (R1 + R2 )
R1 + R2
vn
eff
A
Ta
hn = k(Tg + Ta )
To
A
F
h n = FkTo
10
kT a2
A1
kTa3
A2
A3
Ta2
Ta3
+
A1
A1 A2
Il calcolo si pu effettuare anche usando il fattore di rumore. In tal caso conviene sempre
ricordarne la definizione e, nel calcolare il fattore di rumore complessivo, considerare la
temperatura del generatore pari a To . Il primo amplificatore porta la densit spettrale
(F2 1)kTo
(F 1 1)kTo
kTo
A1
(F 3 1)kTo
A2
A3
F2 1 F3 1
+
A1
A1 A2
11
12
Esempio. Uno stesso rumore viene inviato contemporaneamente a due filtri. La densit
spettrale del rumore iniettato nel singolo filtro sia costante e pari ad hn . I due filtri abbiano
funzioni di trasferimento reali e siano: un passa-basso ideale con frequenza di taglio f1 il
primo; un passa-banda con frequenze di taglio f2 ed f3 il secondo. Si calcoli la densit
spettrale di potenza disponibile risultante dalla somma delle uscite dei due filtri.
hn
h nu
f1
1
f2
f3
ricordi che: E
R
s(t )h() d
s(t + )h() d = rss ( ) h( ) h( ).
13
4 hn
hn
hn
f1 f2
1 caso
f3
f2 f1
f3
2 caso
14
di rumore granulare. Il resistore pu essere usato per polarizzare il diodo e deve essere
realizzato con tecnologia che eviti la generazione di altri termini di rumore a causa della
corrente continua che lo attraversa (ad es. rumore l/f). In tal modo si finisce con lottenere
un generatore di rumore con resistenza interna R e densit spettrale di corrente di rumore
4kTo /R + 2qI. La misura viene effettuata collegando il generatore con I = 0, cio il solo
resistore a temperatura ambiente, e misurando la potenza in uscita dallapparato in prova.
Poi si d corrente al diodo e se ne aumenta il valore fin quando la potenza in uscita non
risulta raddoppiata: sia I il valore della corrente in questo caso. Adattando le formule gi
utilizzate si pu scrivere:
F kTo + q IR/2
2=
F kTo
e, quindi:
q IR
.
F =
2kTo
Val la pena di notare che il primo metodo richiede un misuratore di potenza con scala
tarata, mentre il secondo pu utilizzare qualunque strumento non tarato, se in uscita si
dispone, per, di un attenuatore tarato da 3 dB. La misura si ripete inserendo lattenuatore
ed aumentando I finch non si ottiene la stessa lettura: in questo modo non importante
la taratura dello strumento. Altre osservazioni sono ovvie: la misura deve essere fatta in un
tempo sufficientemente breve perch la corrente I non possa cambiare la temperatura della
terminazione resistiva. Infine, tutti i discorsi relativi al tempo di transito dei portatori nel
dispositivo che genera il rumore granulare vanno tenuti in conto quando la misura viene
effettuata a frequenze elevate.
Esempio. Si abbia un televisore con un fattore di rumore FT V = 10 dB ed un cavo di
discesa, che lo collega allantenna, che attenua 3 dB. Qual il fattore di rumore del sistema
ricevente? Come si pu abbassarlo a 6 dB?
______________
= 3 dB
F TV = 10 dB
15
dire che il modo per tentare di ridurre il fattore di rumore del sistema complessivo quello
di utilizzare un preamplificatore, del quale interessano i parametri guadagno (A) e fattore
di rumore (FA ).
A, FA
= 3 dB
F TV = 10 dB
CAPITOLO 2
Tx
PT
Rx
^s(t)
(2.1.1)
(2.1.2)
PR =
PN = kTo B
essendo B la banda di misura, che naturalmente non pu che essere la banda occupata dal
segnale. Il rapporto segnale-rumore alluscita del mezzo trasmissivo allora
S
PR
(2.1.3)
=
N o kTo B
17
18
PT
s(t)
Rx
^
s(t)
s T (t)
hn
Tx
PT
Rx
^s(t)
essendo n1 (t) ed n2 (t) rispettivamente la tensione di rumore alluscita del canale superiore
e quella alluscita del canale inferiore.
I rumori nei due canali sono realizzazioni fisicamente distinte dello stesso fenomeno, tra
loro statisticamente indipendenti. Di conseguenza la potenza media della somma sar pari
al doppio della potenza alluscita del singolo canale. Si ha cio
(2.1.7)
PnT = 2PN
In seguito si user la dicitura somma in tensione per indicare la somma di segnali uguali
e congruenti istante per istante. In questo caso la potenza della somma pari al quadruplo
19
della potenza del singolo termine. Si user la dicitura somma in potenza quando, come nel
caso del rumore nellesempio che si sta considerando, la potenza della somma pari alla
somma delle potenze. Si ottiene in definitiva che il rapporto segnale-rumore complessivo
4PR
PR
S
S
=
=2
=2
(2.1.8)
N T
2PN
PN
N S
ed quindi pari al doppio del rapporto segnale-rumore alluscita del singolo canale. Daltra
parte la potenza trasmessa 2PT (PT per ogni canale). Si pu allora giungere allo stesso
risultato semplicemente trasmettendo potenza doppia su un unico canale.
2.2. Mezzi trasmissivi passa basso
Esistono due famiglie di mezzi trasmissivi: mezzi a onde convogliate o guidate e mezzi a
onde irradiate. I primi impediscono alla potenza iniettata dal trasmettitore di diffondere. Il
mezzo comunque dissipativo e lattenuazione varia esponenzialmente con la distanza, cio
in modo lineare con la distanza se misurata in unit logaritmiche. La potenza in uscita dal
mezzo legata alla potenza trasmessa tramite un fattore che diminuisce esponenzialmente
con la distanza. A questa famiglia appartengono tutti i mezzi in rame (pi genericamente
in materiale conduttore) e le fibre ottiche. Delle fibre si parler in un capitolo apposito.
Per i cavi in rame la variazione dellattenuazione con la frequenza del tipo
s
f
(2.2.1)
(f ) = s
(unit logaritmiche)
fs
essendo as lattenuazione specifica a frequenza fs e lattenuazione specifica a frequenza
f . Tale dipendenza dellattenuazione dalla frequenza dovuta al fatto che allaumentare
della frequenza sempre pi sensibile leffetto pelle. La formula (2.2.1), infatti, non vale
fino alla continua, ma solo per frequenze sufficientemente elevate da rendere dominante
leffetto pelle.
2.3. Sistema di trasmissione su cavo coassiale
Consideriamo un cavo lungo l chilometri con attenuazione di dB per unit di lunghezza ad una frequenza fissata (ad esempio = 2 dB/km @ 1MHz). Consideriamo la
trasmissione analogica nel sistema schematizzato in figura 2.1.1.
Supponiamo che s(t) abbia densit spettrale hs costante in banda
hS
20
rumore
segnale
A(f ) = k exp (2 (f ))
h n1
1
A
2
h n3
A
4
21
A
6
s(t)
h n1
h n2
h n3
Tx
(f)
Rx
^
s(t)
22
23
essendo S/N|S il rapporto S/N alluscita della singola tratta ed S/N|T il rapporto S/N
alluscita dellultima tratta.
Lultimo addendo tiene conto degli n termini di rumore. Il rapporto S/N ottenibile
sulla singola tratta
S
PR
=
N ott hn B
cio
S
(2.3.3)
=
P
|
T
dBm n dB F kTo B|dBm
N ott
essendo lattenuazione complessiva del collegamento e, quindi, /n (in dB) lattenuazione
della singola tratta. Il dimensionamento del sistema si ottiene imponendo che il rapporto
segnale/rumore richiesto alla singola tratta sia minore, o al pi uguale, a quello ottenibile.
Cio
S
S
N S
N ott
S
(2.3.4)
+
10
log
n
P
|
T
10
dBm n dB F kTo B|dBm
N
T
24
Se PT = 100 mW
50 + 10 log10 n 20 450/n + 97
cio
450
67 10 log10 n
che pu essere risolta iterativamente considerando luguaglianza. Si ottiene n = 7, 74.
Naturalmente si arrotonda ad n = 8. Verifichiamo il risultato.
Per n = 7, dalla (5.5.1) si ottiene che il rapporto segnale rumore richiesto alluscita
della singola tratta 50 + 10 log10 7 = 58.5 dB. Il rapporto segnale rumore ottenibile
invece (dalla (2.3.3)) pari a 52.7 dB e la (2.3.4) non verificata .
Si pu facilmente verificare che, invece, con n = 8 il rapporto segnale/rumore richiesto
vale 59 dB e quello ottenibile 60, 75 dB e la (2.3.4) soddisfatta.
Nellesercizio si ipotizzato di utilizzare n tratte tutte rigorosamente uguali, e questo
implica che tutti i componenti (mezzo trasmissivo compreso) abbiano in ogni istante lo
stesso comportamento, qualunque sia la tratta considerata. Ci sensato esclusivamente
per mezzi ad onde convogliate, che sono sotto il nostro controllo.
n
Vediamo cosa succede nel caso in cui le tratte siano diverse tra loro.
h n2
h n1
PT
A2
h nN
A3
A2 A3 AN
1 2 N
La potenza di rumore
A2 AN
A3 AN
PN = B hn1
+ hn2
+ + hnN
2 N
3 N
Abbiamo quindi
(2.3.5)
S
1
=
hn1 B
hn2 B
hn3 B
N T
+
+
+
PT /1 PT A2 / (1 2 ) PT A2 A3 / (1 2 3 )
25
Gli addendi al denominatore rappresentano i rapporti rumore segnale che la singola tratta
fornirebbe, se considerata a se stante e se al suo ingresso venisse iniettata una potenza di
segnale pari a quella che effettivamente il sistema le inietta. In altri termini, la potenza in
ingresso alla tratta i-esima
Qi
j=2 Aj
PT i = PT Qi1
j=1 j
mentre la potenza alluscita della tratta i-esima
Qi
j=2 Aj
PU i = PT Q i
j=1 j
Il rapporto rumore-segnale alluscita della tratta i-esima vale
N
hni B
=
S Si
PU i
In conclusione
(2.3.6)
1
S
= N
N T
X N
S
Si
i=1
Naturalmente, se tutte le tratte sono uguali, cio se le attenuazioni sono tutte numericamente identiche, e se la potenza iniettata in ogni tratta la stessa (cio se lamplificazione
tale da bilanciare esattamente lattenuazione che precede) si riottiene
S
1 S
=
N
N N
T
essendo S/N il rapporto segnale rumore che la singola tratta potrebbe fornire se considerata
da sola.
CAPITOLO 3
27
28
1
2
cos s t cos( t + ) =
cos[( s )t + ] + 21 cos[( + s )t + ]
29
Loperazione di prodotto che nei tempi realizza la modulazione corrisponde, nel dominio
delle frequenze, alla convoluzione tra lo spettro del segnale e quello della portante. Una
sinusoide a frequenza f ha uno spettro costituito da due impulsi, uno a frequenza +f
ed uno a frequenza f . Un segnale modulante generico, con spettro che si estende da
frequenza 0 a frequenza fm , quando modula una portante a frequenza f produce un
segnale con spettro come indicato in figura 3.1.2.
6
fm
6
-
fm
6
-
6
f
30
cos t
6
s t
+s t
I
@
@
@
- sin t
evidente che un filtro passa basso in grado di isolare il termine di bassa frequenza fornir
in uscita il segnale modulante desiderato s(t). Lo schema a blocchi di un demodulatore
coerente , perci, quello di figura 3.1.5.
Per avere il massimo segnale in uscita, sar necessario imporre che 1 = . Un errore
di fase tra portante da demodulare ed oscillazione locale d luogo ad una diminuzione nellampiezza del segnale demodulato. Va da s che un errore di frequenza f , rappresentando
un errore di fase che cresce linearmente col tempo, dar luogo ad un segnale demodulato
la cui ampiezza cambia nel tempo proporzionalmente ad una sinusoide di frequenza f .
st (t)
- i - 6
6
31
2 cos t
Figura 3.1.5. Schema a blocchi del demodulatore coerente.
Nel caso di segnale modulante sinusoidale la formula (3.1.3) pu essere riscritta evidenziando i contributi delle due bande laterali:
cos(s t) cos( t + ) 2 cos( t + 1 ) =
= 21 {cos[( + s )t + ] + cos[( s )t + ]} 2 cos( t + 1 ) =
(3.1.4)
= 21 cos(s t + 1 ) + 21 cos(s t + 1 )+
1
+ 2 cos([2 + s ]t + 1 + ) + 12 cos([2 s ]t + 1 + ).
Graficamente loperazione di demodulazione pu essere descritta come la proiezione,
lungo la direzione che individua frequenza e fase delloscillazione locale, dellampiezza istantanea del vettore che rappresenta la portante modulata. In questa operazione le due bande
laterali possono essere considerate separatamente, sommando successivamente i contributi
di ciascuna, oppure esse possono essere sommate vettorialmente per calcolare poi la proiezione della loro risultante sulla retta passante per lorigine che rappresenta loscillazione
locale. La situazione esemplificata in figura.
cos( t+ )
6
D 6
+s t
s t
D
D
I
@
@ D
@D
- sin( t+ )
D
32
mezzo
trasmissivo
- +?
i
demodulatore
- i - 6
cos t
2 cos t
(t)
-s
33
34
sui quali si ripartisce la potenza disponibile. Alluscita del singolo canale si ottiene un certo
S/N. Sommando le uscite dopo demodulazione si ottiene per il segnale un quadruplicamento della potenza, per il rumore un raddoppio. Il tutto equivale ad un miglioramento di 3
dB, esattamente quello che si sarebbe ottenuto concentrando tutta la potenza su uno solo
dei due canali disponibili. Questo discorso vale esclusivamente se si considerano potenze
medie. Il legame tra potenza di picco in caso di modulazione in DSB e potenza di picco
con modulazione in SSB non immediato e dipende dal particolare segnale modulante.
3.1.4.2. Generazione di un segnale modulato in banda laterale unica. Il modo pi diretto e pi usato per generare un segnale SSB quello di usare un modulatore bilanciato
(moltiplicatore) per modulare la portante in doppia banda laterale ed eliminare successivamente con un filtro la banda laterale indesiderata. Al filtro si richieder una curva di
selettivit con un fianco molto ripido dalla parte della banda laterale che si vuole eliminare.
Questo modo di procedere, che poi quello pi usato in pratica, fa capire che la modulazione dampiezza in banda laterale unica pu essere adottata solo con segnali modulanti
il cui spettro non si estenda fino a frequenza zero. Con segnali che hanno uno spettro
che parte dalla continua o da frequenze estremamente basse (esempi tipici sono il segnale
televisivo ed alcuni tipi di segnali usati per la trasmissione numerica) si adotta un metodo
di modulazione molto simile, noto come modulazione in banda vestigiale di cui si parler
pi avanti.
filtro USB
s(t)- i -
6
sUSB (t)
-
BB -
cos t
Figura 3.1.8. Modulatore SSB con filtraggio.
Se il filtro utilizzato ha i fianchi della curva di selettivit asimmetrici, pu essere utilizzato per realizzare un solo tipo di SSB (solo USB, come in figura, o solo LSB). Se il
filtro ha fianchi simmetrici pu essere usato per eliminare la banda laterale superiore o
quella inferiore: sufficiente in questo caso modificare opportunamente la frequenza della
portante inviata al modulatore.
Domanda Come possibile ottenere una modulazione in banda laterale inferiore, pur
avendo a disposizione un filtro con fianco ripido solo allestremo inferiore della sua banda
passante (come quello in figura)? (Suggerimento: si consideri luso di un convertitore di
frequenza.)
Un segnale in banda laterale unica pu ottenersi anche con un altro sistema, eliminando
la banda laterale indesiderata con una tecnica di bilanciamento. Si consideri lo schema a
blocchi di figura 3.1.9.
Il funzionamento del circuito in oggetto facilmente descrivibile in termini di vettori
rotanti. Bisogna osservare che i due filtri sfasatori puri non presentano uguale livello di
s(t)
- i
sin t
1i
?
+i -
e 2
-
35
6i
2
- ?
i
1i
6
+s t + s
- sin t
@
@
R s t s
@
cos t
6
2i
- sin t
@
@
s t + s
R
@
s t s
allora evidente che se i segnali in 1ied in 2isono sommati tra loro, la banda laterale
36
superiore della portante sin t verr cancellata; ad essere cancellata sar quella inferiore
se tra i due segnali si effettua la differenza.
La struttura di questo modulatore pu essere ricavata in maniera molto semplice se
si considera leffetto del filtro che elimina una delle due bande laterali. Ancora una volta
si consideri un segnale modulante sinusoidale, in modo da poter utilizzare la simbologia
dei vettori rotanti. Quando le due bande laterali sono presenti, esse danno luogo ad una
risultante che rappresentabile con un vettore di direzione assegnata, ma di modulo e verso
che cambiano nel tempo in accordo con il segnale modulante. Quando una delle due bande
laterali viene soppressa, uno solo dei due vettori rotanti presente. Esso descrivibile
come somma vettoriale delle sue componenti lungo lasse coseno e lungo lasse seno, cio,
con riferimento alla figura:
DSB
cos t
+s t + s
s t s
@
I
@
- sin t
LSB
cos t
6
s t s
- sin t
1
2
cos[( s )t s ] =
= 21 cos(s t + s ) cos t + 21 sin(s t + s ) sin t.
Esattamente in accordo con lo schema di modulatore a sfasamento gi descritto.
3.1.4.3. Demodulazione di un segnale in banda laterale unica. La demodulazione coerente di un segnale SSB si pu ottenere con una tecnica del tutto analoga a quella utilizzata
per demodulare un segnale in doppia banda laterale. Lunica differenza rispetto al caso
gi trattato sta nel fatto che ci sar il contributo di una sola banda laterale, come gi
accennato quando si parlato di equivalenza tra SSB e DSB. Ci, per, ha conseguenze
notevoli per quanto riguarda leffetto di un errore tra fase (o frequenza) delloscillazione
locale e fase (o frequenza) della portante modulata. Mentre nel caso di doppia banda laterale un errore di fase provocava una diminuzione nellampiezza del segnale demodulato
di un fattore cos , nel caso di segnali SSB un errore di fase provoca una variazione di
pari entit nella fase di tutte le componenti spettrali del segnale demodulato. Similmente
un errore di frequenza (errore di fase con andamento lineare nel tempo) provoca uno spostamento in frequenza dello spettro del segnale. In entrambi i casi il segnale demodulato
risulta distorto in modo inaccettabile, tranne che nel caso di trasmissione di segnale vocale
con qualit telefonica. In tal caso lutente (lorecchio) sensibile soprattutto alla distribuzione spettrale della potenza del segnale: infatti un errore di fase non produce nel segnale
37
Se Heq () = Heq
() la risposta allimpulso del filtro reale ed il segnale alluscita del
mezzo trasmissivo ancora costituito dalla portante modulata da un segnale con spettro
S()Heq (). Perch ci accada necessario (basta considerare leq. 3.1.5) che Ht (f f ) =
Ht (f + f ), cio che la parte reale di Ht abbia simmetria pari intorno al punto = , e la
parte immaginaria simmetria dispari. Questa condizione molto restrittiva, perch implica
che la parte immaginaria di Ht (f ) sia nulla alla frequenza della portante. In caso contrario,
per descrivere il segnale alluscita del mezzo trasmissivo sono necessarie due portanti in
quadratura, modulate ognuna da un segnale diverso, ma ottenibile da s(t) mediante un
operatore lineare.
Due portanti distinte sono per, veramente necessarie per descrivere il segnale alluscita
del mezzo trasmissivo solo qualora si generi una modulazione di fase della portante (cio
38
nel caso che il vettore risultante dalla somma delle due bande laterali cambi la sua direzione
nel tempo). Lassenza di modulazione di fase lelemento determinante per la mancata
comparsa di una portante in quadratura.
Se Ht (f ) = H e , la funzione di trasferimento equivalente relativa al segnale modulante si pu scrivere come:
Heq (f ) = H e
Ht (f )e
eq (f ).
= H e H
H
eq (f ) = H
(f ), la portante alluscita del mezzo trasmissivo risulta modulata da
Se H
eq
cos ot
H(f o fs )
H(fo +fs )
st
1
st
|H(f ofs )|
|H(f o +f s )|
1
sin ot
39
Va altres tenute presente che, almeno con tecniche analogiche, impossibile generare due
sinusoidi che siano esattamente in quadratura (anche se lerrore pu essere molto piccolo,
non pu essere nullo!).
3.1.6. Demodulazione incoerente e modulazione dampiezza con portante
trasmessa (AM). Il tipo di demodulazione considerata finora, vale a dire quella coerente,
ottiene il segnale demodulato per battimento con una sinusoide sincrona con la portante. In
tal modo, se la fase della portante ricevuta cambia di 180 , il segnale in uscita cambia segno.
Questo modo di procedere reso necessario dal fatto che un generico segnale modulante
s(t) pu assumere valori sia positivi che negativi (tipico il caso di un segnale a valor medio
nullo). Infatti, quando si modula la portante, il risultato del prodotto s(t) cos t consiste
in una sinusoide la cui ampiezza cambia nel tempo in accordo con il modulo del segnale,
mentre il segno di s(t) legato al segno (ovvero alla fase) della sinusoide. Un demodulatore
deve, se vuole poter ricostruire correttamente il segnale modulante, misurare sia lampiezza
che il segno della portante ricevuta.
Un demodulatore che sia in grado di misurare solo linviluppo della portante (cio il
modulo del vettore rotante che la rappresenta) pu ricostruire correttamente solo un segnale modulante che non cambi mai segno. La realizzazione circuitale di un tal tipo di
demodulatore estremamente semplice ed economica. Questo il motivo che ha spinto, in
passato, ad adottare questo particolare schema di modulazione dampiezza, anche se, oggiggiorno, i progressi della microelettronica hanno quasi annullato lo svantaggio economico
dei demodulatori sincroni. Un demodulatore sensibile solo allinviluppo della portante, ma
non alla sua fase, viene detto non coerente.
Un modo estremamente semplice di garantirsi che il segnale modulante non cambi segno
quello di sommargli una costante sufficientemente grande. La portante, quindi, risulta
modulata non pi da s(t), ma da s(t) + costante:
Ap {1 + msn (t)} cos( t + )
dove sn (t) = s(t)/ |s(t)|max , cio il segnale modulante normalizzato ad un valor massimo
unitario ed m detto indice di modulazione. m deve essere minore di 1 affinch il termine
che moltiplica la sinusoide non cambi mai segno.
In sede di demodulazione bisognerebbe tener conto che lampiezza della portante cambia, in accordo con il segnale modulante, anche allinterno di un periodo. Poich, per, la
frequenza della portante f molto pi grande, di norma, della massima frequenza presente nello spettro del segnale modulante, ci si pu accontentare di misurare lampiezza
della sinusoide una volta per periodo, nellistante in cui ci risulti pi semplice, vale a dire
in corrispondenza del picco della sinusoide, quando cos t = 1. Le misure ottenute campionando la portante modulata in corrispondenza dei picchi positivi (o negativi) possono,
quindi, essere inviate ad un filtro passa basso che isoli il segnale modulante da termini
residui alla frequenza della portante e relative armoniche.
Per il modo in cui vengono realizzati, questi demodulatori danno in uscita idealmente
il modulo del vettore che rappresenta la portante modulata. Ne consegue che usando un
40
demodulatore non coerente per demodulare un segnale DSB-SC, quello che si ottiene in
uscita non il segnale modulante s(t), bens il suo valore assoluto |s(t)|.
Riconoscere un segnale AM da un segnale DSB-SC osservando la sua forma donda
semplice. Basta osservarlo in corrispondenza di un istante in cui linviluppo si annulla:
se presente uninversione di segno della portante il tipo di modulazione DSB-SC; se
linversione di segno non c, la modulazione di tipo AM.
cos pt
PT
^s(t)
2 cos pt
41
S
PSpicco
=
= 40 dB
N
PN media
Il demodulatore somma i termini spettrali in posizione simmetrica rispetto alloscillazione locale, presentandoli in uscita dopo averli trasportati in banda base. I termini di
rumore in bande disgiunte sono tra loro incorrelati e indipendenti (supponiamo statistica
gaussiana) e quindi si sommano in potenza. La densit spettrale di potenza di rumore
alluscita del demodulatore sar allora
(3.1.8)
A questo punto si tratta di integrare tale densit spettrale nella banda B = 15 kHz,
corrispondenti a 42 dBHz. La potenza media di rumore totale alluscita del sistema vale
allora
(3.1.9)
Ricordiamo che la potenza di picco del segnale uguale prima e dopo demodulazione,
mentre la potenza media del segnale demodulato il doppio di quella del segnale modulato.
Nel nostro caso (segnale musicale) la potenza di picco resta invariata e quindi la potenza
da trasmettere semplicemente
(3.1.11)
42
Ap cos ( t + (t)) .
In tale espressione il termine rappresenta la pulsazione della sinusoide portante in assenza di modulazione e (t) rappresenta la fase che funzione del segnale modulante. Se
(t) = k s(t), cio se (t) direttamente proporzionale al segnale modulante, si parla
di modulazione di fase. In realt, si pu ipotizzare che s(t) subisca delle preelaborazioni
(filtraggi) prima di andare a modulare la fase della portante: in tal caso si parla di modulazione angolare generica. Un caso particolare molto interessante in pratica quello in cui
s(t) passa attraverso un integratore prima di modulare la fase della portante. In tal caso
si parla di modulazione di frequenza ed il motivo che a cambiare proporzionalmente al
segnale modulante, in tal caso, la frequenza istantanea della portante.
La frequenza istantanea una generalizzazione del concetto di frequenza di una sinusoide. Una sinusoide rappresentabile come:
Ap cos ( t + ) = Ap cos ((t))
e la sua pulsazione pari alla derivata del suo argomento (t). Generalizzando tale definizione al caso di sinusoide modulata angolarmente, si definisce pulsazione istantanea la
derivata dellargomento della (3.2.1):
i (t) = + (t).
43
.
2
3.2.1. Spettro di una sinusoide modulata angolarmente. La non linearit della
modulazione angolare non consente il calcolo dello spettro di una portante modulata da un
segnale modulante qualsiasi. Tale calcolo agevole solo per piccolo indice di modulazione,
cio quando la deviazione di fase massima piccola. In tal caso, infatti, la (3.2.1) pu
approssimarsi come:
Ap
Ap
(3.2.3)
Ap cos ( t + (t)) =
cos (t) cos t
sin (t) sin t
2
2
Ap
Ap
'
(3.2.4)
cos t
(t) sin t.
2
2
Lo spettro di una sinusoide modulata angolarmente tende, per piccolo indice di modulazione, a quello di una sinusoide modulata dampiezza con portante trasmessa. La differenza
sta nello sfasamento di 90 tra la portante non modulata e quella modulata (quella che
genera le bande laterali). La banda minima occupata da una sinusoide modulata angolarmente, perci, non pu essere inferiore a quella che compete alla modulazione dampiezza
con due bande laterali.
Se la condizione |(t)| 1 non verificata, lo spettro non pi calcolabile per un
qualunque segnale modulante. Il suo calcolo possibile per modulazione sinusoidale perch
i termini cos (t) e sin (t) nella (3.2.4) sono esprimibili come serie di Fourier. Infatti, se
(t) = p cos s t:
(3.2.2)
f (t) =
k=1
e
sin (p cos(s t)) = 2
k=0
Da queste relazioni facile ricavare lampiezza delle righe nelle bande laterali presenti a
frequenze che distano da quella della portante (in pi ed in meno) di multipli della frequenza
sono funzioni con andamento oscillante
del segnale modulante. Le funzioni di Bessel (Jn ())
il cui valore tende a zero per argomento che tende ad infinito. Questo implica che, anche
se in termini matematici lo spettro si estende su banda infinita, la banda occupata da
una sinusoide modulata angolarmente da un segnale modulante sinusoidale pu calcolarsi
come la banda al cui interno sono contenuti i termini spettrali che rendono conto di una
certa frazione della potenza totale. Va osservato, infatti, che la modulazione angolare
non incide sullescursione picco-picco della sinusoide portante e, pertanto, non ne modifica
la complessiva potenza media: allaumentare dellindice di modulazione (cio di p ) tale
potenza si diluisce su una banda sempre pi ampia. Un modo conservativo di valutare
la banda occupata da una sinusoide modulata angolarmente da un segnale di banda B
44
quello di ipotizzare tutta la potenza media del segnale modulante concentrata in una riga
spettrale (una sinusoide) alla massima frequenza B e di procedere come gi spiegato.
Una formula empirica che trova impiego per la sua semplicit quella dovuta a Carson.
Tale formula esprime la banda approssimativamente occupata da una sinusoide modulata
di frequenza come:
(3.2.5)
dove B la banda occupata dal segnale modulante e fp o fpp rappresentano rispettivamente il valore di picco o picco-picco della deviazione di frequenza. La seconda espressione
equivalente alla prima per segnali a valor medio nullo, ma lunica ad aver significato per
segnali per i quali non ha senso definire un valor medio (come, ad es., il segnale televisivo).
Tale formula vuol solamente esprimere il fatto che per grande indice di modulazione la
banda occupata tende a coincidere con quella spazzolata dalla frequenza istantanea della
portante modulata. Questo ragionamento (regime quasi-stazionario) non ha pi validit
quando la deviazione di frequenza picco-picco diventa piccola: si arriverebbe allassurdo
che sarebbe possibile trasmettere un segnale di banda B in una banda piccola a piacere.
In tal caso non si pu pi trascurare la legge con cui varia temporalmente la frequenza
istantanea allinterno dei valori estremi che sono quantificati dalla deviazione picco-picco.
Come abbiamo gi visto, per piccolo indice di modulazione la banda occupata vale 2 B
ed a tale valore tende la banda di Carson quando fpp 0.
3.2.2. Calcolo del rapporto segnale-rumore. Il calcolo del rapporto segnale-rumore
alluscita di un sistema di trasmissione in modulazione angolare abbastanza agevole se
si utilizza, per rappresentare il rumore sovrapposto alla portante in ricezione, la schematizzazione in termini di rumore in fase ed in quadratura gi introdotta nel caso della
modulazione dampiezza.
Si consideri una sinuoide non modulata, alla quale sia sovrapposto un rumore passa
banda con densit spettrale hn costante allinterno di una banda B centrata intorno alla
frequenza f della sinusoide. La risultante sar una sinusoide con ampiezza
q
r(t) = (A + nc (t))2 + n2s (t)
e fase
(t) = arctan
ns (t)
A + nc (t)
'
ns (t)
.
A
nc (t) ed ns (t) sono termini di rumore con densit spettrale di potenza disponibile 2hn e
con potenza 2hn B; perci la deviazione di fase dovuta al rumore ha potenza 2hn B/A2 .
Il rapporto segnale rumore alluscita di un demodulatore di fase vale, quindi:
PR
2e
S
=
(3.2.6)
= 2e
hn B
N PM
hn B
2
A /2
dove PR = A2 /2 la potenza media della portante in ricezione.
45
46
(3.2.9)
hnu =
Per quanto riguarda il segnale, alluscita del demodulatore si ha una tensione proporzionale alla deviazione di frequenza della sinusoide in ingresso. Dovendo usare potenza di
picco (segnale musicale), la potenza del segnale sar pari al quadrato della deviazione di
frequenza. Il rapporto segnale rumore dopo demodulazione sar allora
fp2 PR
S
(3.2.11)
=
3
N o
B 2 hn B
Tale rapporto segnale-rumore deve essere maggiore o uguale al rapporto segnale-rumore
richiesto che di 40 dB. Deve cio essere
fp2 PR
S
(3.2.12)
=
3
104
N o
B 2 hn B
47
In questa equazione ci sono le incognite PR (potenza media della portante1) pari a A2 /2,
e fP . Dallultima equazione scritta si pu calcolare il prodotto PR fP .
La banda occupata dalla portante modulata FM BRF = 2fP + 2B, essendo B la
banda del segnale modulante. Per piccolo indice di modulazione, la banda della portante
modulata di frequenza coincide con la banda della portante modulata in doppia banda
laterale. In ogni caso evidente che la banda occupata dalla portante modulata di frequenza
coincide con la banda della portante modulata in doppia banda laterale. In ogni caso
evidente che la banda occupata dalla portante modulata aumenta allaumentare della
deviazione di frequenza, la quale non pu quindi essere aumentata a piacere. Aumentando
la deviazione di frequenza, infatti, e mantenendo bassa la potenza, per far passare tutta
linformazione da estrarre dalla portante necessario allargare il filtro che si visto essere
indispensabile anteporre al misuratore di fase istantanea per poter rilevare un segnale
sensato. Continuando ad aumentare la deviazione efficace, si aumenta la banda occupata
e quindi aumenta la banda del filtro. Di conseguenza aumenta anche il rumore captato e si
finisce sotto soglia. La condizione di soglia si impone richiedendo che il rapporto segnalerumore effettivamente presente prima del demodulatore sia sufficientemente elevato.
quindi necessario considerare la potenza della sinusoide in arrivo e confrontarla con la
potenza di rumore fisicamente sovrapposta alla sinusoide stessa.
(3.2.13)
PR
10
hn (2fp + 2B)
f 2
= 104
3 B 2p hPnRB
PR
hn (2fp +2B)
= 10
x3 = 104 /60 x2
equazione da risolvere iterativamente. Si trova x = 5, 18.
Quindi fP = 77 kHz. Ci significa che non si possono usare pi di 77 kHz per la
deviazione di frequenza. Naturalmente se ne possono usare meno. Consideriamo allora
1La
potenza di picco deve essere riferita alla grandezza che varia in funzione del segnale e quindi, nel
caso della modulazione di frequenza, alla deviazione di frequenza e non allampiezza della portante che
deve restare costante.
48
49
sin t
2
La probabilit di fuori servizio coincide con la probabilit che lampiezza della risultante
sia minore di un valore minimo fissato. Ci interessa quindi calcolare la distribuzione di
probabilit, cio P (R < r). Diagrammando la probabilit della riduzione di potenza
rispetto a quella attesa in spazio libero in funzione di tale riduzione (attenuazione) si
ottiene un grafico come quello riportato in figura 3.3.4.
Per attenuazioni molto forti landamento ben approssimato da un andamento rettilineo con pendenza -1. Di conseguenza ricaviamo, nella zona asintotica
log10 s
= log10 Pf s
50
10
10
10
[dB]
s |dB = 10 log10 Pf s
51
a,
1a
52
1
3
53
1-2 che sul collegamento 1-3. La probabilit di fuori servizio complessiva Pf sT sar data
dalla composizione delle probabilit di fuori servizio Pf s12 del collegamento 1-2 e Pf s13 del
collegamento 1-3
(3.3.2)
Pf sT = Pf s12 Pf s13
CAPITOLO 4
Il sistema radar
4.1. Introduzione
Lo scopo di un sistema di trasmissione analogico normalmente quello di far giungere
allutente una forma donda che sia quanto pi possibile simile a quella trasmessa. In altri
casi lo scopo quello di estrarre dal segnale ricevuto delle misure. Un esempio tipico
quello di un sistema radar (RAdio Detection And Ranging).
Unantenna trasmittente trasmette un segnale s(t) noto, che si propaga. Se c un
bersaglio, una parte dellenergia irradiata viene riflessa.
bersaglio
56
4. IL SISTEMA RADAR
dell"antenna" bersaglio. Per un dato bersaglio, funzione dei due angoli e che
identificano lorientamento delloggetto rispetto alla direzione di incidenza della radiazione.
Si ha in definitiva che la potenza ricevuta dal radar
PT GT
AR
(4.1.1)
PR =
2
4R
4R2
essendo AR larea efficace dellantenna ricevente. A seconda del tipo di radar lantenna
trasmittente pu coincidere con lantenna ricevente o meno. In genere si pu usare una
sola antenna quando possibile disaccoppiare il segnale trasmesso da quello ricevuto.
4.2. Dimensionamento
Il sistema radar un sistema difficile da dimensionare, soprattutto dal punto di vista energetico. La potenza ricevuta, infatti, che deve poi confrontarsi col rumore, varia
con la quarta potenza della distanza. Di conseguenza il rapporto segnale rumore molto
peggiore di quello in un normale ponte radio (lattenuazione cresce con la quarta potenza
della distanza). Si pu pensare di aumentare la potenza, che tuttavia non pu superare
determinati limiti. Si pu allora aumentare il guadagno e larea efficace dellantenna sapendo che la potenza ricevuta varia con la quarta potenza delle dimensioni dellantenna
(G/A = 4/2 ).
chiaro che impensabile realizzare un sistema radar che riveli qualunque bersaglio
a qualunque distanza. ovvio, allora, che tra le specifiche di progetto deve esserci la
massima distanza Rmax alla quale il radar deve essere in grado di rivelare un bersaglio e la
sezione radar minima min che si deve essere in grado di rivelare a tale distanza. Avendo
fissato questi parametri, si pu utilizzare la (4.1.1) per calcolare la potenza in trasmissione
a partire dalla potenza in ricezione e viceversa.
Vediamo come calcolare la potenza minima necessaria per essere in grado di rivelare il
bersaglio. Bisogna tener conto del fatto che il segnale ricevuto enormemente attenuato e
del fatto che lantenna ricevente capta inevitabilmente del rumore. Il segnale deve essere
amplificato e quindi si introdurr ulteriore rumore. Ricordiamo che in ricezione non interessa ricostruire la forma donda ricevuta, ma solo riuscire a decidere nella maniera pi
affidabile possibile se il bersaglio presente o meno.
Lapparecchiatura ricevente costituita da un blocco di amplificazione ed eventualmente traslazione a bassa frequenza, da un demodulatore dampiezza che misura lampiezza
del segnale ricevuto, da un sistema di soglia il quale responsabile della decisione sulla
presenza o meno del bersaglio.
hn
AMPLIFIC.
FILTRO
DEMODUL.
SOGLIA
4.2. DIMENSIONAMENTO
57
si ha solo rumore n(t). In presenza di bersaglio si otterr, oltre al rumore, una replica
del segnale trasmesso, che sar attenuata e traslata nel tempo di una quantit legata alla
distanza R tra bersaglio e sensore ed alla velocit con cui si propaga la radiazione nel
mezzo. Se tale velocit pari alla velocit della luce c
= 3 108 m/s, il ritardo legato
ad R ed a c dalla relazione
R = c /2
Il segnale che si ottiene quindi n(t) + ks(t ). Lo scopo del sistema radar , ovviamente,
decidere se il bersaglio c o non c e valutare anche la distanza alla quale esso si trova,
per mezzo del ritardo . Naturalmente il demodulatore di ampiezza non pu essere un
demodulatore coerente, non essendo nota la fase del segnale ricevuto (a causa del ritardo
). necessario, quindi, usare un demodulatore ad inviluppo. Naturalmente il rumore
termico a statistica gaussiana e sar passa banda: di esso si pu dare una descrizione
in termini di componente in fase e componente in quadratura. Il demodulatore fornir in
uscita la risultante.
r=
p
x2 + y 2
y
x
Pfa
58
4. IL SISTEMA RADAR
r(t)
di area unitaria nellorigine. Nel caso di presenza del bersaglio la densit di probabilit sarebbe costituita
da un impulso piazzato in corrispondenza del valore xs corrispondente allampiezza del segnale in uscita
dal demodulatore in presenza di eco.
4.2. DIMENSIONAMENTO
59
Pfa
p(r)
Pbm
60
4. IL SISTEMA RADAR
maniera tale che la potenza delleco che torna sia sufficientemente grande (e quindi si
ottenga x grande) in modo che la probabilit di bersaglio mancato Pbm sia sufficientemente
piccola. I parametri min , Rmax , Pf a , Pbm consentono il dimensionamento del sistema.
Questo criterio di dimensionamento statistico della soglia di un sistema radar il criterio
di Neymann-Pearson.
La decisione "presenza o assenza di bersaglio" deve essere presa nellistante in cui
luscita del demodulatore assume valore pi alto possibile.
Abbiamo visto che prima di demodulare necessario amplificare il segnale: avendo
tenuto in conto la rumorosit equivalente hn , lamplificazione non crea problemi.
Daltra parte, per ridurre la varianza del rumore, concentrando le densit di probabilit
attorno al valore zero e x, necessario filtrare il rumore in una banda quanto pi stretta
possibile attorno alla frequenza della portante. Il problema determinare la funzione di
trasferimento del filtro H(f ).
Una definizione sensata del rapporto segnale-rumore nel dimensionamento di un sistema
radar la seguente
PSpicco
S
=
N
PNmedia
con PSpicco = potenza di picco del segnale e PN media = potenza media di rumore.
Vediamo come la massimizzazione del rapporto segnale-rumore porti alla definizione
ottimale della funzione di trasferimento del filtro.
Abbiamo detto che il segnale in ingresso al filtro una copia attenuata e ritardata,
ks(t ), del segnale trasmesso, con del rumore n(t) sovrapposto di cui nota la densit
spettrale di potenza.
La funzione di trasferimento H(f ) si ottiene dalla massimizzazione del rapporto segnalerumore alluscita. Notiamo che non ha senso non considerare il rumore, cio calcolare la
funzione di trasferimento massimizzando semplidemente il segnale in uscita: la funzione
di trasferimento cos trovata potrebbe massimizzare nello stesso istante non solo il segnale
ma anche il rumore, abbassando cos le prestazioni in termini di rapporto segnale-rumore.
Supponiamo che il rumore n(t) sia bianco con densit spettrale hn . Calcoliamo il
rapporto segnale-rumore.
PSpicco
S
=
=
N
PNmedia
2
k S(f ) exp ( ) H(f ) exp (tm ) df
Z
hn |H(f )|2 df
0
4.2. DIMENSIONAMENTO
61
=
N
2
hn |H(f )| df
0
+
2
|kS(f )| d
|H(f )|2 df
Z
= hEnR/2
hn +
|H(f )|2 df
2
Il passaggio lecito essendo hn costante; il fattore 2 compare per tener conto del fatto
che hn indica una densit spettrale di potenza monolatera. Per il teorema di Parseval
Z +
ER =
|kS(f )|2 df
N
hn /2
Luguaglianza vale solo se H(f ) proporzionale a S (f ). Un filtro con una funzione
di trasferimento simile si dice filtro adattato. In questo caso il numeratore, cio il segnale
alluscita del filtro, diventa
Z +
k 0 |S(f )|2 exp [ (tm )] df
Listante in cui luscita del filtro massima tm = . Quindi con un filtro adattato
alla forma donda ricevuta si ottiene il massimo rapporto segnale-rumore con un ritardo,
rispetto allistante di trasmissione della forma donda, pari al ritardo di propagazione.
Vediamo da un punto di vista intuitivo come funziona il filtro adattato. In trasmissione
si ha una descrizione del segnale attraverso il suo spettro (cio come sovrapposizione di
sinusoidi di ampiezza e fase opportuna). In ricezione non interessa ricostruire s(t), ma
ottenere il risultato massimo possibile, almeno in un istante. Per fare in modo che le
componenti spettrali forniscano un risultato massimo in un istante basta fare in modo che
in tale istante esse abbiano tutte la stessa fase.
Naturalmente si pu scrivere
S(f ) = |S(f )| exp (S(f ))
Se si usa un filtro con caratteristica di fase del tipo
exp (S(f ))
si ha un azzeramento delle fasi ed i moduli si sommano. Quindi, sostanzialmente, il filtro
adattato compie unoperazione di rifasamento di tutte le componenti spettrali, rifasamento
che pu essere effettuato solo in un istante ben preciso. Le sinusoidi, infatti, non sono in
62
4. IL SISTEMA RADAR
rapporto armonico tra loro: se cos non fosse, ci potrebbero essere pi istanti in cui il
rifasamento sarebbe costruttivo.
Per quanto riguarda la caratteristica di ampiezza del filtro si pu osservare quanto
segue: lo spettro del segnale sia del tipo in figura, con del rumore sovrapposto (per ipotesi
con densit spettrale costante).
|S(f)|
hn
f
R +
N
h0 (f ) |H(f )|2 df
n
R +
R +
Z +
|kS(f )|2 /h0n (f ) df h0n (f ) |H(f )|2 df
|kS(f )|2
=
df
R +
0 (f )
0 (f ) |H(f )|2 df
h
h
n
n
4.2. DIMENSIONAMENTO
63
Perch valga il segno di uguaglianza, la funzione integranda deve essere reale e positiva;
deve, perci, essere
!
p
S(f
)
h0n (f ) H(f ) p
h0n (f )
cio la funzione di trasferimento del filtro deve essere del tipo
S (f )
|S(f )|
H(f ) 0
= 0
exp (S(f ))
hn (f )
hn (f )
Il discorso del tutto analogo a quello fatto nel caso di rumore bianco. Anche in questo
caso risultano pesate in modo maggiore le componenti pi grandi rispetto alle componenti
di rumore alla stessa frequenza. In questo caso il filtro adattato sia al segnale che al
rumore, in quanto tiene conto anche della "coloritura" del rumore.
La sezione radar non pu essere costante con la frequenza: dato che si pu considerare
il bersaglio come un riflettore composito, il segnale reirradiato verso il trasmettitore avr
ampiezza diversa a seconda di come si compongono i vari termini. Daltra parte i sistemi
radar usano frequenze centrali molto alte, dellordine dei GHz; la banda del segnale trasmesso di qualche decina di MHz, e, quindi, relativamente molto piccola. Di conseguenza
la variazione con la frequenza della sezione radar pu essere trascurata.
Abbiamo visto che ai fini della capacit del radar di decidere correttamente se un
bersaglio c o non c, quello che conta , oltre alla rumorosit delle apparecchiature
riceventi, la totale energia della forma donda trasmessa. Da questo punto di vista due
forme donda del tipo in figura 4.2.8 possono essere del tutto equivalenti.
64
4. IL SISTEMA RADAR
R
in orizzontale
in verticale
impulso
trasmesso
1 eco
2 eco
4.2. DIMENSIONAMENTO
65
2T
risolvibili
risolvibili
non risolvibili
66
4. IL SISTEMA RADAR
tp
4.2. DIMENSIONAMENTO
67
otterrebbe una forma donda molto appuntita, ma dei massimi secondari abbastanza consistenti che diventano via via pi piccoli e che generano comunque del fastidio, creando
una moltiplicazione dei bersagli sullo schermo.
68
4. IL SISTEMA RADAR
4.2. DIMENSIONAMENTO
69
i(t)
s(t)
sin t
q(t)
cos t
cos t
q
r
sin t
70
4. IL SISTEMA RADAR
CAPITOLO 5
nel caso di 1
nel caso di 0
72
La differenza fondamentale con il radar sta nel fatto che le forme donda in ricezione, se
ci sono, si possono presentare solo ad intervalli regolari di tempo mentre, nel caso del radar,
gli echi tornano indietro con ritardi casuali. A parte questa differenza, si pu procedere in
maniera analoga a quanto gi visto: per minimizzare la probabilit di errore bisogna fare
in modo che, almeno in un istante tm (diverso per ogni forma donda) il segnale sia quanto
pi grande possibile rispetto al rumore.
Lo schema a blocchi di un sistema di trasmissione numerica pu essere quello in figura
5.0.2.
rumore
bit
generatore
forme donda
mezzo trasm.
filtro
decisore
bit
73
p(v/0)
v0
v1
74
H 0 (f)
>
<
0
1
H 1 (f)
0
1
H(f)
75
p(v/1)
p(v/0)
v1
v1
(n+2)T
nT (n+1)T
76
concetto di filtro adattato), necessario preoccuparsi che alluscita del filtro di ricezione vi siano delle forme donda ad intersimbolo nullo, tali cio da annullarsi nei punti di
campionamento relativi agli altri simboli e, quindi, a zeri equidistanti.
(n+1)T
nT
(n+2)T
S(f)
fs
2
fs
2
1
fs
1
fs
77
= 0,5
1
=1
=0,5
=0
fs
2
fs
= 0 B = fs /2
(rettangolo)
= 1 B = fs
(coseno rialzato)
Allaumentare del roll-off aumenta la banda utilizzata ed aumenta la velocit di decadimento a zero della funzione nel tempo. Si ottengono, in ogni caso, delle funzioni che
tendono asintoticamente a zero e, quindi, di durata infinita; esse possono tuttavia ritenersi
nulle quando il loro valore sia sceso al di sotto di un valore sufficientemente basso (non si
dimentichi lonnipresenza del rumore).
Se SR (f ) lo spettro della forma donda in uscita dal mezzo trasmissivo, lo spettro
della forma donda che esce dal filtro di ricezione, per ipotesi adattato, |SR (f )|2 . Bisogna
fare in modo che tale spettro soddisfi le condizioni che garantiscono una forma donda ad
intersimbolo nullo ma, in questo modo, resta fissata la forma donda in ingresso al filtro
di ricezione. In realt rimane da determinare la fase di SR (f ). Infatti, imporre lo spettro
alluscita del filtro significa imporre che |SR (f )|2 = Su (f ). La cosa non deve meravigliare,
ricordando che il filtro adattato elimina tale fase. Si pu scegliere la fase in modo che la
relativa forma donda abbia il fattore di picco pi piccolo possibile.
78
di picco. evidente che variando la fase relativa delle componenti spettrali si modifica la
forma della funzione nel tempo, modificando cos il fattore di picco. Quello che bisogna
fare cercare di minimizzare il fattore di picco (rapporto tra potenza di picco e potenza
media) per evitare di saturare gli amplificatori.
5.1. Dimensionamento
Dimensionare il sistema vuol dire, una volta che il tipo di sistema sia stato scelto, valutare la potenza da trasmettere per ottenere le prestazioni desiderate. Il dimensionamento
verr effettuato considerando il rumore termico come lunico disturbo presente.
Nel caso analogico si considerano determinate le prestazioni del sistema una volta fissate
due caratteristiche: la banda passante B, cio la banda del segnale da trasmettere e la
qualit con cui esso deve essere ricevuto, cio il rapporto segnale rumore S/N.
Anche nel caso di un sistema di trasmissione numerico necessario specificare la quantit dinformazione per unit di tempo e la qualit con cui detta informazione deve arrivare
al ricevitore. Alla banda B corrisponde fs , frequenza di cifra o di simbolo binario, mentre
lequivalente del rapporto segnale-rumore P (), la probabilit di errore ossia la probabilit che il simbolo ricevuto differisca da quello trasmesso. La responsabilit dellerrore
deve essere imputabile unicamente al disturbo (rumore) sovrapposto al segnale, lo stesso
disturbo che nel caso analogico faceva si che la forma donda ricevuta fosse diversa da
quella trasmessa. Lo schema a blocchi dellapparato ricevente ripetuto in figura 5.1.1.
hn
PR
1
H R (f)
soglia
P( )
0 trasmesso
1 trasmesso
Questa situazione descrittiva di ci che avviene allingresso del ricevitore (punto 1). Il
circuito di decisione un circuito a soglia al cui ingresso arriva il segnale filtrato dal filtro
di ricezione e campionato nellistante di massimo (punto 2): un campione di segnale (v0 o
v1 ) con sovrapposto un campione di rumore (n0 o n1 ). Si ha cio
v 0 + n0
v 1 + n1
0 trasmesso
1 trasmesso
Daltra parte n0 ed n1 sono variabili casuali che risultano dal campionamento, in istanti
diversi, di uno stesso processo ergodico e, quindi, stazionario. Pertanto no ed n1 sono
5.1. DIMENSIONAMENTO
79
campioni di rumore a pari varianza n2 , con valor medio nullo. Alluscita del filtro di
ricezione si ottiene rumore non bianco ma pur sempre gaussiano. In definitiva si ottengono
delle variabili gaussiane che si sommano alle quantit deterministiche: v0 per 0 e v1 per 1.
Si ha allora la situazione rappresentata in figura 5.1.2, dove v la tensione alluscita del
campionatore.
P(v>s/0)
P(v<s/1)
v0
v1
(5.1.1)
P (/0) = P (v > s/0) =
p(v/0) dv =
exp
dv
2n2
2n
s
s
Analogamente
(5.1.2)
(v v1 )2 )
1
exp
dv
2n2
2n
La probabilit di errore P ()
P () = P (/0)P (0) + P (/1)P (1)
con P (0) = probabilit di 0 trasmesso e P (1) = probabilit di 1 trasmesso.
Il dimensionamento di un sistema numerico consiste nel minimizzare, a parit di costo,
cio di potenza trasmessa, la probabilit di errore P ().
Supponiamo che i simboli siano equiprobabili, cio P (1) = P (0) = 0.5: in questa ipotesi
si ha
P () = 0.5(P (/0) + P (/1))
In questo caso il valore ottimale di soglia quello in cui si intersecano le curve relative alla
densit di probabilit condizionata a 0, p(v/0), e alla densit di probabilit condizionata
a 1, p(v/1): s = (a0 + a1 )/2
In questo caso, se il rumore ha densit di probabilit simmetrica intorno al valor medio,
come nel caso di rumore gaussiano, si ha che P (/0) = P (/1). Segue allora che P () =
P (/0) = P (/1). Si noti che questo risultato non dipende affatto dalla equiprobabilit dei
simboli, ma solo dallaver piazzato la soglia a met e dal fatto che la densit di probabilit
80
p(v/1)
p(v/0)
a0
a1
Z
x
1
exp x2 dx
5.1. DIMENSIONAMENTO
81
x a0
z=
2n
P (/0) =
sa
0
2n
1
1
exp z 2 dz = erfc
2
s v0
2n
Sia in un caso che nellaltro si ottiene che la quantit che determina la probabilit
derrore nel caso di trasmissione di 0 il rapporto
s v0
0 =
n
Analogamente nel caso di trasmissione di 1 si ha
v1 s
1 =
n
Se la soglia a met tra v0 e v1 , cio s = (v0 + v1 )/2,
v1 v0
0 = 1 = =
2n
Tutto questo a valle del campionatore. Vediamo ora cosa succede a monte del campionatore, ipotizzando che il sistema usi forme donda antipodali. In questa ipotesi si ha
v0 = a, v1 = +a e quindi s = 0. Di conseguenza = a/n .
Alluscita del campionatore si hanno campioni +a o a, con sovrapposto un campione
di disturbo, che una variabile casuale con valor medio nullo, varianza n2 e statistica
gaussiana.
Se in uscita si vuole una certa probabilit di errore P (), bisogna fissare un valore di
a valle del campionatore (punto 2 in fig. 5.1.1).
Quindi, in definitiva, sapendo che il rumore gaussiano, la soglia a met ed il sistema
antipodale, possiamo richiedere un dato rapporto tra valore campionato della forma
donda in assenza di rumore e deviazione standard del rumore. Bisogna ora collegare
queste quantit alle rispettive quantit a monte del campionatore: bisogna cio passare
dalle misure istantanee alle forme donda in uscita dal filtro di ricezione.
A monte del campionatore, ad a corrisponde il valore di picco Vpicco della tensione v
in assenza di rumore. Si tratta ora di vedere a cosa corrisponde la deviazione standard di
rumore sn o, in altri termini, a cosa corrisponde la varianza dei campioni di rumore.
nota la densit spettrale di rumore in ingresso, e quindi anche la densit spettrale del
rumore alluscita del filtro di ricezione. Infatti, se allingresso la densit spettrale hn (f ),
alluscita del filtro di ricezione sar hnu (f ) = hn (f )|HR (f )|2 .
82
Rnu,nu ( ) = E [n(t)n(t + )]
Si noti che la (5.1.3) dovrebbe essere in teoria una funzione di t e . Daltra parte il rumore
termico stazionario, almeno fino alla statistica del secondo ordine.
In base a quanto detto si ha
Rnc,nc (kT ) = Rnu,nu (kT )
cio la funzione di autocorrelazione dei campioni di rumore alluscita del campionatore
numericamente uguale al valore della funzione di autocorrelazione del rumore prima del
campionamento, presa per ritardi discreti pari a multipli di T . Naturalmente tutto ci non
sarebbe valido nel caso di processo non stazionario.
In base a quanto detto, la varianza del rumore alluscita del campionatore (processo
a valor medio nullo),
n2 = Rnc,nc (0)
In altri termini la varianza dei campioni di rumore uguale alla varianza del processo
rumore filtrato alluscita del filtro di ricezione. Siccome il rumore, oltre che stazionario,
un processo ergodico, possibile legare la varianza della variabile casuale rappresentata
dal valore del rumore campionato in un istante qualsiasi, ad una quantit che una media
temporale, cio alla potenza media del rumore.
In definitiva, per la stazionariet si ha
2
2
nu
= nc
con Pmedia nu = potenza media del rumore alluscita del filtro di ricezione.
Si noti che il processo costituito dai campioni del rumore (rumore campionato) non
stazionario: se infatti nella (5.1.4) si usa un generico t al posto di jT , si ottengono risultati
diversi a seconda che t cada in un istante di campionamento (t = jT ) o meno.
Riassumendo: si era stabilito un collegamento tra valore del segnale campionato alluscita del filtro di ricezione e valore di picco della forma donda alluscita del filtro stesso.
Ora si stabilito un legame di uguaglianza tra varianza dei campioni di rumore dopo il
campionatore e potenza media del rumore che esce dal filtro di ricezione. Si ha allora, a
monte del campionatore Vpicco /VN ef f .
5.1. DIMENSIONAMENTO
83
tutto il corso si dice che la potenza pari al quadrato della tensione ipotizzando unitario il livello
di impedenza.
84
supponendo che possa essere una scelta sensata: in mancanza di una conoscenza dettagliata
della statistica dei simboli lunica ipotesi sensata che siano equiprobabili. Supponiamo
che la probabilit di errore sia la stessa, e che quindi anche sia uguale. Questa volta per
si ha
b/2
=
n
Di conseguenza alluscita del filtro di ricezione si ha
Vpicco /2
VN ef f
Passando al rapporto segnale-rumore si ha
S
PS picco
=
N u 4 PN media
Se vogliamo confrontare ci che si ottiene con i due tipi di codifica ortogonale e antipodale dobbiamo usare uno stesso filtro (che supponiamo adattato) in entrambi i casi: solo
cos siamo sicuri che il rumore alluscita del filtro di ricezione lo stesso e non varia al
variare della forma donda inviata in linea. In questa ipotesi dallultima equazione scritta
si ottiene
ER
ER /T
S
=
=
N u 4hn /2
4hn /2T
ER lenergia ricevuta quando c la forma donda, cio nel caso di trasmissione di 1.
La quantit ER /T non rappresenta pi la potenza media del segnale in ricezione, essendo il rapporto tra energia della forma donda ricevuta e periodo di ripetizione dei simboli, non periodo di ripetizione della forma donda. Nellipotesi di simboli equiprobabili,
P (0) = P (1), la quantit ER /T rappresenta il doppio della potenza media del segnale
ricevuto e si pu scrivere
S
2PS media
PS media
=
=
N u
4hn fs /2
hn fs
Dal confronto con la (5.1.6) si evince che, per ottenere da un sistema con codifica
ortogonale la stessa probabilit di errore che si ottiene con codifica ortogonale, necessario
trasmettere una potenza media 3 dB superiore.3
Questo significa che, per avere la stessa probabilit derrore, deve essere necessariamente
b = 2a; in altri termini la tensione di picco in uscita dal filtro di ricezione, nel caso
di codifica di linea ortogonale, deve essere doppia rispetto al valore di picco nel caso di
codifica antipodale (cosa ovvia dato che ci che conta la distanza tra i valori medi delle
gaussiane).
Verifichiamo quanto affermato. Si noti che a e b non sono le ampiezze dei rettangoli in
ricezione, bens le massime uscite del filtro adattato in ricezione.
Nel caso di codifica ortogonale, se Vo il valore di picco del segnale, la potenza media
V02 /2, mentre nel caso di codifica antipodale Va2 (se Va il valore di picco del segnale).
3Se
5.1. DIMENSIONAMENTO
85
Per quanto detto la potenza media nel caso ortogonale deve essere doppia rispetto a quella
nel caso antipodale, cio deve essere Vo2 /2 = 2Va2 , cio Vo = 2Va .
Quindi il valore di picco della forma donda rettangolare nel caso di codifica ortogonale
deve essere pari al valore picco-picco della forma donda nel caso di codifica antipodale. La
differenza di 3 dB tra le potenze medie nei due casi dipende dal fatto che la forma donda nel
caso ortogonale uguale a quella nel caso antipodale cui per sovrapposta una continua
che avr una certa potenza. Quindi con la codifica antipodale possibile risparmiare la
spesa di inviare in linea una potenza media costante (tensione continua), che non porta
informazione ed del tutto inutile per il funzionamento del sistema di trasmissione.
Esercizio. Si debbano trasmettere 100 Mb/s con una probabilit derrore non superiore a P () = 107 su 100 km di cavo che attenua 1 dB/km a 1 MHz, equalizzato
passivamente. Dimensionare il sistema.
hn
14,5 dB
H R (f)
14,5 dB
P( )=10
86
1000
+ 87
n
1000
n
= 13
92, 5 10log10 n
Multitratta rigenerativo. Si pu, per, in questo caso, pensare di effettuare alla fine
di ogni tratta tutte le operazioni che permettono di tornare ai simboli binari. In altri
termini, invece di usare per ogni tratta apparecchiature di pura amplificazione, si usano
apparecchiature rigenerative: si torna ai simboli binari in ogni apparecchiatura intermedia.
Questo potrebbe essere necessario, ad esempio, per estrarre linformazione strada facendo.
Vediamo come si modifica il progetto del sistema. Ogni tratta sostanzialmente un
sistema di trasmissione numerico a s stante: su ciascuna si potranno verificare degli errori,
ma sar praticamente impossibile (in effetti la probabilit non sar nulla, ma molto piccola
rispetto alla probabilit che il bit venga sbagliato solo in una tratta) che su pi tratte si
sbagli lo stesso bit.
Si pu allora dire che, mettendo in cascata tratte rigenerative, di tratta in tratta aumenta il numero medio di bit sbagliati, in quanto ai bit sbagliati su una tratta si aggiungeranno
quelli sbagliati sulle tratte successive. Se la probabilit di errore abbastanza piccola e se
87
gli errori di tratta in tratta sono statisticamente indipendenti, si pu dire che la probabilit
di errore complessiva pari alla somma delle probabilit di errore sulle singole tratte
X
Ptot ()
Pi ()
=
i
14, 5 + log10 n
n
2
Infatti se a P ()/10 corrisponde un aumento di 1dB = log10 10 nel rapporto segnale rumore,
a P ()/n corrisponder un aumento di log10 n.
Si trova n = 11.
Con luso di tratte rigenerative si ha un certo guadagno in quanto, ad ogni fine tratta,
si ripulisce il segnale e si ritrasmette un segnale esente da rumore. Questo si traduce in
una minore probabilit derrore.
La ragione del guadagno che si ottiene con luso di tratte rigenerative piuttosto che
tratte di pura amplificazione risiede nel fatto che la probabilit derrore dipende in maniera
molto critica dal rapporto segnale-rumore: nel caso di tratte di pura amplificazione, di
tratta in tratta si somma il rapporto tra rumore e segnale, mentre nel caso di tratte
rigenerative si somma la probabilit derrore.
PT
88
89
90
In ogni caso non sempre vero che basti usare codifica RZ per assicurarsi della presenza
della riga a frequenza 1/T . Basts considerare una codifica RZ antipodale (impulso positivo
per 1 ed impulso negativo per 0).
91
m.t.
raddrizz.
filtro
soglia
sfasatore
trigger
92
t
T
In questo modo si verifica innanzitutto che gli impulsi di controllo sono sincroni con la
forma donda in ricezione: in caso contrario non sarebbe possibile vedere il diagramma ad
occhio, in quanto si otterrebbe una figura instabile.
La regolazione dello sfasatore si effettua come segue: su un canale delloscilloscopio a
doppia traccia si visualizzano gli impulsi di comando e sullaltro landamento delle forme
donda. Lo sfasatore viene regolato fino a quando gli impulsi non si spostano in corrispondenza dei massimi delle forme donda. Naturalmente in quanto si detto si ipotizzato che
il rumore sovrapposto fosse nullo e che il filtro di ricezione fosse ben progettato, in modo
che le code dei segnali che precedono siano smorzate. In caso contrario, cio in presenza
di rumore e di intersimbolo non nullo, ogni forma donda avr andamento dipendente dai
simboli precedenti e seguenti: non si ottengono delle tracce nitide, ma pi spesse. chiaro
che quanto pi le tracce si inspessiscono, tanto meno il sistema vicino al comportamento
ideale. Lapertura verticale dellocchio diminuisce, avvicinando cos i valori di tensione
relativi ad un simbolo a quelli relativi allaltro simbolo.
In definitiva, lapertura verticale dellocchio permette di valutare la immunit al rumore
del sistema. Lapertura orizzontale, invece, permette di valutare di quanto pu essere
sbagliata la posizione dellimpulso di campionamento senza che si commettano errori di
interpretazione dei simboli, ovvero permette di valutare limmunit al jitter.
La valutazione di questo parametro importante per il motivo che segue. La banda del
filtro di ricezione non potr essere infinitesima, ragion per cui esso prender in considerazione non solo la riga spettrale desiderata, ma anche parte dello spettro circostante, che,
anche nel caso di spettro a righe (segnale perfettamente periodico), costituito da rumore.
93
94
senza sollecitazioni, la fase varia. Si pone allora il problema di trovare delle forme donda
da mandare in linea, tali che il fenomeno descritto si mantenga ad un livello tollerabile.
Si usano particolari codici di linea, come il codice AMI (Alternated Mark Inversion). Si
trasmette una forma donda per 1 e niente per lo zero. La forma donda relativa a 1 viene
trasmessa alternativamente positiva e negativa.
NRZ binaria
AMI
Figura 5.2.10. Estrazione del timing con codifica AMI. (da confrontare
con la figura 5.2.8
Questo codice unisce al vantaggio di semplificare la temporizzazione, il fatto che ha
valor medio nullo, permettendo cos la telealimentazione (lalimentazione in continua pu
essere facilmente separata dal segnale mediante un semplice trasformatore di disaccoppiamento). In questo modo si abbiamo ovviato allinconveniente relativo alla trasmissione di
pi 1 di seguito. Resta ancora da risolvere lanalogo problema relativo alla trasmissione di
pi 0 consecutivi. Si passa allora al codice HDB-3 (High Density Binary Code). Esso si
pone lobiettivo di evitare che per pi di tre periodi di cifra successivi non arrivino impulsi
al circuito di estrazione del timing. Questo codice una evoluzione del codice AMI. Supponiamo di voler trasmettere 100000011... Col codice AMI si ha quanto mostrato in figura
5.2.11
Col codice HDB-3, dopo tre zeri si invia un impulso. Se tale impulso rispettasse la
regola dellalternanza, il ricevitore lo interpreterebbe come un 1. Gli impulsi vanno quindi
inseriti in modo tale che il ricevitore possa distinguerli da quelli effettivi di segnale: essi
devono quindi violare la legge di alternanza. Si ha cio quanto mostrato in figura 5.2.12
95
AMI
HDB3
0 ?
HDB3
0 1
HDB3
96
H T (f)
S R (f)
oc
*
R
S (f)
oc
S R (f)
ricordi che la mancanza della riga nello spettro pu essere determinata da due diverse situazioni.
Nel caso di forma donda NRZ assente perch il sin(f )/f nullo alla frequenza di interesse. Nel caso di
forme donda RZ antipodali, lo spettro relativo allo 0 e quello relativo all1 possono combinarsi in modo
da fornire risultato nullo.
97
H T (f)
H R (f)
sin (f )
f
essendo tm listante in cui luscita del filtro di ricezione assume valore massimo. Il rapporto
segnale-rumore si ottiene dividendo la potenza di picco del segnale per la potenza media
di rumore. Indicando con hn la densit spettrale monolatera di rumore (supposto bianco),
si ha
R
2
+ sin(f )
a f HT (f )HR (f ) exp (tm ) df
S
=
=
R
hn +
N
|HR (f )|2 df
2
2
a
hn /2T
R
+
2
sin(f )
HT (f )HR (f ) exp (tm )
f
R +
T |HR (f )|2 df
2
df
98
Otteniamo quindi
(5.3.1)
S
a2
=
exp (2e )
N
hn fs /2
essendo il rapporto tra gli integrali un rapporto adimensionale e quindi esprimibile come
una generica attenuazione equivalente. Nel caso di filtro adattato lespressione del rapporto
segnale rumore era
(5.3.2)
S
PRm
=
N
hn fs /2
Il denominatore uguale nei due casi. Al numeratore della (5.3.2) si ha la potenza media
ricevuta, mentre nella (5.3.1), a2 rappresenta la potenza di picco trasmessa, essendo a
lampiezza del rettangolo trasmesso. Daltra parte, generalmente si usano forme donda
NRZ, per cui pari al periodo di cifra T e quindi la potenza di picco coincide con la
potenza media. e dipende dalla forma donda trasmessa (in questo caso da , dalla forma
donda alluscita del filtro di ricezione (cio dal roll-off se tale forma donda appartiene
alla famiglia di Nyquist), e dalle caratteristiche del mezzo trasmissivo. Vediamo come deve
essere fatto HR (f ). Naturalmente tale filtro univocamente determinato, una volta fissata
la forma donda alla sua uscita (prima del campionatore) e la forma donda allingresso del
mezzo trasmissivo (e quindi allingresso del filtro stesso). Il filtro pu essere realizzabile
o meno. Esso non realizzabile quando la forma donda desiderata alluscita ha bisogno
di una componente spettrale non nulla ad una frequenza in corrispondenza della quale lo
spettro del segnale in ingresso nullo.
Nel nostro caso la forma donda in trasmissione ha spettro del tipo sin (f ) /f con
T e, quindi, in ingresso al filtro ha uno spettro che, qualunque sia il valore di , avr
il primo zero non prima di fs = 1/T , sempre che il mezzo trasmissivo non introduca lui
degli zeri in frequenza..
Nel caso di progetto alla Nyquist, alluscita del filtro, al variare del roll-off , si ottiene
una delle forme donda in figura 5.0.10.
Ci servono quindi in uscita componenti non nulle a tutte le frequenze tra 0 ed fs . In
corrispondenza della frequenza fs , qualunque valore assuma , sicuramente ci va bene che
luscita abbia spettro nullo. Questo significa che, qualunque sia il valore di , facendo un
progetto alla Nyquist, il filtro sempre e comunque realizzabile. Si noti che il valore di
rappresenta un grado di libert, non essendo stato fissato in alcun modo. La situazione
migliore dal punto di vista del rendimento in termini di rapporto segnale rumore alluscita
in funzione dellampiezza della forma donda rettangolare trasmessa si avr quando la forma
donda ha durata pari al periodo di cifra e quindi = T . Il filtro di ricezione deve svolgere
due funzioni (concettuali): deve equalizzare il mezzo trasmissivo e deve sagomare limpulso
ricevuto in modo che assuma la "forma" desiderata (spettro di Nyquist). Da un punto di
vista esclusivamente concettuale esso quindi rappresentabile come in figura 5.3.3
Supponendo di riuscire a equalizzare perfettamente il mezzo trasmissivo (mediante
1
HT (f )), si riottiene il rettangolo trasmesso, con spettro del tipo sin(f )/f .
HT (f)
H T (f)
99
f
sin f
SU (f)
a SU(f)
Nel nostro caso, qualunque sia il roll-off scelto, larea sottesa dalla trasformata vale 1/T
e quindi si ottiene su (0) = a /T . In definitiva bisogna porre
HR (f ) =
f
H 1 (f ) Su (f )
sin (f ) T
Per quanto riguarda il dimensionamento nel caso di un generico mezzo trasmissivo con
una data funzione di trasferimento, nota la densit spettrale bilatera in ricezione hn /2, si
pu calcolare la potenza media di rumore nella banda fs /2. Il rapporto segnale rumore
al campionatore ottenibile dalla (5.3.1) una volta valutata lattenuazione equivalente.
Sappiamo che il filtro adattato ottimo nel senso che, fissato un certo rapporto segnalerumore, fornisce la minimizzazione della potenza in ricezione, ed ottimo quando il rumore
bianco.
100
S
a2 exp (2T )
=
exp (2F )
N
hn fs /2
perch la funzione di trsferimento del mezzo, essendo costante, pu essere portata fuori
dallintegrale. Tutto il resto pu confluire in un fattore adimensionale che dipende solo dalle
forme donda trasmesse ed alluscita del filtro di trasmissione. Nella (5.3.3) tale fattore
rappresentato dallesponenziale exp(2F ): esso pu, pertanto, denominato come fattore
di forma.
Il numeratore rappresenta la potenza di picco ricevuta. Se = T , tale quntit coicide
con la potenza media ricevuta. A questo punto abbiamo ottenuto una formula molto
simile alla (5.3.2), cio al rapporto segnale-rumore nel caso di filtro adattato. La differenza
costituita dalla presenza del fattore di forma che rappresenta la perdita di disadattamento
del filtro di ricezione.
Per effetture il confronto dobbiamo valutare lentit del fattore di forma e confrontarla
con quanto si guadagna in termini di efficienza dellamplificatore in trasmissione. Se
grande, pu convenire trasmettere forme donda ben precise e non rettangoli. Normalmente
essa vale circa 0.5 dB.
Di conseguenza la riduzione in termini di efficienza del sistema trasmissivo nel caso
in cui non si usa il filtro adattato tanto piccola da essere comparabile con fluttuazioni
non controllabili del sistema. Daltra parte, a fronte di una riduzione dellordine di 1
dB, si pu contare un incremento di efficienza del trasmettitore dellordine anche di 10dB
(trasmettendo rettangoli si possono mandare gli amplificatori in saturazione).
Non va, daltro canto, trascurato il fatto che forme donda rettangolari occupano una
banda pi larga delle forme donda richieste da un progetto con forme donda ad intersimbolo nullo alluscita di un filtro di ricezione adattato. La scelta va effettuata, di volta in
volta, scegliendo il compromesso migliore che deve tener conto dei vincoli posti dal mezzo
trasmissivo utilizzato.
Pu sorgere il dubbio che tutto il discorso sia valido solo nel caso in cui il mezzo trasmissivo sia ideale a tutte le frequenze. In realt a noi non interessa che il mezzo trasmissivo sia
ideale fino a frequenza infinita: basta che esso sia ideale, cio abbia attenuazione costante
pari ad T , solo fino alla massima frequenza presente nello spettro del segnale alluscita
del filtro di ricezione (fino a fs se = 1, fino a fs /2 se = 0). In realt il numeratore
101
della (5.3.3) non rappresenta leffettiva potenza di picco dellonda in ricezione: infatti se
il mezzo trasmissivo non ideale fino a banda infinita, in ricezione otteniamo forme donda rettangolari deformate. Tale numeratore rappresenta allora la potenza di picco che si
avrebbe sotto forma di onde rettangolari se il mezzo trasmissivo avesse attenuazione T
fino a frequenza infinita.
Il discorso effettuato resta comunque valido purch il mezzo trasmissivo abbia attenuazione costante fino a frequenza (1 + )fs /2. Se cos , si pu procedere come se esso
fosse ideale con attenuazione costante pari ad T . A questo punto si pu procedere nel
dimensionamento imponendo che
PST
= 2 exp (2e )
hn fs /2
La totale attenuazione equivalente e valutabile se si ha a disposizione una conoscenza
dettagliata della funzione di trasferimento del mezzo trasmissivo. PST la potenza di picco
trasmessa.
Se abbiamo un mezzo trasmissivo ideale con attenuazione T , bisogna porre
PSR
= 2 exp (2F )
hn fs /2
e in questo caso PSR rappresenta la potenza di picco in ricezione.6
Quindi in definitiva non ci sono molte differenze rispetto al dimensionamento effettuato
col filtro adattato: basta saper valutare numericamente lattenuazione equivalente o lattenuazione dovuta al fattore di forma. Un discorso analogo a quello fatto per il mezzo
trasmissivo vale per le forme donda in trasmissione: non infatti necessario che esse siano
rettangolari con i fronti esattamente verticali, ma basta che esse abbiano spettro tra 0 e
(1 + )fs /2 coincidente con lo spettro della forma donda rettangolare.
5.4. Effetto di disturbi generici
Trasmettendo segnali numerici su doppini nello stesso cavo molto facile che su un
doppino si induca, per accoppiamento capacitivo e induttivo, del disturbo generato non
dal moto casuale dei portatori di carica, ma dalla corrente transitante nel doppino vicino
che fa riferimento a un altro sistema di trasmissione. Oltre a ci, nel caso di trasmissione
numerica molto importante la presenza di rumore impulsivo: nel caso di trasmisione
analogica, infatti, un disturbo localizzato nel tempo sopportabile, mentre nel caso di
trasmissione numerica pu avere effetti molto pi deleteri, soprattutto se molto frequente.
Vediamo allora come tenere in conto disturbi di altra natura rispetto al rumore termico.
ovvio ipotizzare che tali disturbi siano noti in termini di parametri statistici. Supponiamo
allora che il disturbo d(t) abbia densit di probabilit p(d) nota.
Si potrebbe pensare di sommare le potenze medie relative al rumore termico e al disturbo d(t) e procedere come gi fatto nel caso di presenza di solo rumore termico. Questa
operazione tuttavia lecita solo nel caso in cui il disturbo d(t) abbia statistica gaussiana:
6Generalmente
si usano forme donda rettangolari di durata pari al periodo di cifra, per cui potenza
di picco e potenza media coincidono.
102
normalmente questo non si verifica e pertanto del tutto errato procedere come descritto.
Quello che bisogna fare innanzitutto riportare equivalentemente il disturbo d(t) alluscita
del filtro di ricezione.
n(t)
d(t)
H R (f)
a a+d
+a +a+d
103
10 a
+a
+ 10 a
104
livello di potenza inferiore. Ricordiamo che la probabilit derrore dipende dalla varianza
del rumore (apertura delle gaussiane) e dalla distanza tra i livelli di restituzione in assenza
di rumore. Dato che per avere la probabilit derrore desiderata basta una distanza 2a, tra
livelli di restituzione molto distanti si pu pensare di inserire altri livelli, purch almeno
a distanza 2a tra loro e dai precedenti, ottenendo cos un sistema che ha una capacit di
trasmettere maggiore informazione per unit di tempo.
Quanto detto equivale a usare le quattro forme donda della figura 5.5.2-b invece delle
due forme donda della figura 5.5.2-a.
00
0
01
10
11
3c 2c
+c +2c +3c
105
Naturalmente non ha senso considerare i livelli a spaziatura diversa tra loro, dato che la
varianza del rumore e la sua statistica non variano al variare della forma donda in arrivo.
Le soglie sono poste come in figura. La probabilit derrore la probabilit di sbagliare
livello, ovvero di ottenere in uscita un livello diverso da quello trasmesso. Se per esempio
stato trasmesso un livello che in ricezione dovrebbe produrre un valore3c, e in ricezione
si campiona il valore 1.9c, si decider per il livello c, chiaramente errato. Chiamiamo p
la probabilit di sbagliare livello; nellesempio fatto essa data dallarea segnata in figura.
A noi interessa calcolare la probabilit media che il livello che dovrebbe arrivare venga
confuso con un altro; tale probabilit vale
(M 2)2p + 2p
M 1
(5.5.1)
P (livello sbagliato) =
= 2p
M
M
essendo M i livelli. Per ogni livello interno possibile confondere il livello trasmesso col
precedente o col seguente, mentre per i livelli estremi c una sola possibilit derrore.
Lobiettivo calcolare la probabilit media derrore sul singolo bit. Naturalmente esiste
una probabilit non nulla di confondere il livello trasmesso non con uno contiguo ma con
uno pi distante. Tale probabilit data dallarea con tratto verticale nella figura 5.5.4.
+c
+2c
+3c
noti che la probabilit p non coincide con la probabilit data dallarea tratteggiata, ma data dalla
somma delle aree segnate in figura.
106
collegare levento "errore sul livello ricevuto" con levento "errore su un bit". Trascurando
infatti gli eventi relativi a errori con livelli non contigui, levento "errore di livello" coincide
con levento "errore con un livello contiguo"; dato che la configurazione binaria fra livelli
contigui fatta in maniera da differire al massimo per un bit, levento "errore di livello"
coincide con levento "errore di un bit su n". La probabilit di sbagliare livello in ricezione,
cio di sbagliare un bit, data dalla (5.5.1); la probabilit media derrore per un sistema
multilivello allora
2p(M 1)
P () =
M log2 M
Se prendiamo c = a, essendo a il livello in uscita dal filtro di ricezione, in presenza di una
trasmissione binaria antipodale, che garantiva la probabilit derrore desiderata, p coincide
con la probabilit derrore per un sistema binario antipodale con i livelli in ricezione posti
in +a e a.8Nellipotesi c = a, si ha quindi che p la probabilit derrore del sistema
binario antipodale equivalente, ovvero di un sistema di trasmissione binario antipodale che,
tra le quattro possibili forme donda in considerazione, utilizza semplicemente le due pi
interne.
Aggiungendo a un sistema binario antipodale che garantisce la probabilit derrore
richiesta, delle forme donda di ampiezza via via pi grande, in modo tale che in ricezione si
ottengano alluscita dello stesso filtro valori (negli istanti di campionamento) che distano di
una quantit 2a, pari alla distanza fra i due livelli originali, si passa a un sistema multilivello
che consente approssimativamente la stessa probabilit media derrore sul bit, con una
velocit log2 M volte maggiore. Questa maggiore velocit si paga naturalmente in termini
di potenza, oltre che con una maggiore complessit sia in ricezione che in trasmissione.
Vediamo quanto si paga in termini di potenza. Usando M livelli, lampiezza della forma
donda pi grande sta in un rapporto con lampiezza della forma donda relativa al binario
equivalente pari a M 1. Se PB la potenza che si trasmetteva nel caso di sistema binario
antipodale, la potenza di picco che bisogna trasmettere nel caso di sistema multilivello a
M livelli allora
PpM = (M 1)2 PB
La potenza media invece9
PmM = PB (M 2 1)/3
Si noti che non sempre, pur avendo a disposizione potenza in sovrappi, conviene
passare da un sistema binario antipodale a un sistema multilivello. In genere necessario
tener conto del mezzo trasmissivo con cui si ha a che fare. La presenza di echi nel segnale
ricevuto pu essere particolarmente deleteria. Tale tipo di interferenza assume molta pi
importanza nel caso di un sistema multilivello che non nel caso di un sistema binario.
8
ovvio che le gaussiane sono sempre uguali, in quanto si ipotizza di usare lo stesso mezzo trasmissivo
e le stesse apparecchiature. Si passa semplicemente da due possibili livelli di ampiezza della forma donda
trasmessa a quattro. Si usano quindi le stesse forme donda, che avranno stessa banda, e, di conseguenza,
anche la varianza di rumore rimane la stessa.
9Nel caso binario antipodale, con forme donda rettangolari, potenza media e potenza di picco
coincidono.
107
Si noti ancora che, anche nel caso in cui i bit non sono equiprobabili, si pu fare in
modo che lo diventino. Non possibile, infatti, permettere che una particolare configurazione di simboli binari possa creare problemi. In questi casi si effettua una operazione
di scrambling, ovvero si mischiano i bit in modo tale che, dopo questa operazione, essi
diventino equiprobabili. Sarebbe utile poter effettuare tale operazione in maniera assolutamente casuale: in questo modo, per, non sarebbe pi possibile ricostruire il messaggio
trasmesso. Si ricorre, quindi, a sequenze con funzione di autocorrelazione quanto pi corta
possibile: sequenze che sono dette pseudocasuali. In tali sequenze le variazioni da 1 a 0
e viceversa avvengono in maniera deterministica e, quindi, ricostruibile sia da parte del
trasmettitore sia da parte del ricevitore. In questo modo, effettuando uno XOR tra una
sequenza pseudocasuale del tipo descritto e una qualsiasi sequenza in ingresso, si ottiene
una sequenza pseudocasuale. Al ricevitore disponibile la stessa sequenza pseudocasuale
con cui stato effettuato lo XOR al trasmettitore: effettuando uno XOR tra questa sequenza e la sequenza pseudocasuale ricevuta, si pu ricostruire la sequenza originale. Con
le sequenze pseudocasuali descritte quindi possibile "mischiare" in modo recuperabile i
bit e fare in modo che anche una sequenza in cui i bit fossero fortemente non equiprobabili,
alla fine emerga con simboli equiprobabili.
CAPITOLO 6
Modulazione numerica
6.1. Introduzione
Finora si considerato un mezzo trasmissivo passa-basso. Vediamo ora quali modifiche
richieda un canale trasmissivo passa-banda.
Il comportamento passa-banda del canale non altera in alcun modo le considerazioni
che hanno portato al filtro adattato: una funzione di trasferimento SR (f ) per il filtro
di ricezione sarebbe ancora in grado di garantire il miglior rapporto S/N in uscita. Di
difficile implementazione, per, una funzione di trasferimento che sia adattata alla effettiva
caratteristica di fase dello spettro del segnale ricevuto!
Anche lassenza di intersimbolo assicurata da uno spettro che, ripetuto a passo 1/T ,
dia luogo ad una costante non a priori incompatibile con una funzione di trasferimento
del mezzo trasmissivo (e, quindi, con uno spettro delle forme donda ricevute) di tipo passabanda. Per rendersene conto, basta considerare una forma donda con spettro rettangolare
come quello di una forma donda di Nyquist con = 0, ma traslato in frequenza. La
figura 6.1.1 ne d la rappresentazione in frequenza e nel tempo: gli zeri a distanza T
sono, ovviamente, al loro posto, ma il valore per t = 0 pu non corrispondere al richiesto
massimo. Ne consegue che la teorica possibilit di usare forme donda ad intersimbolo nullo
|SR(f)|
110
6. MODULAZIONE NUMERICA
111
112
6. MODULAZIONE NUMERICA
s(t) cos t
cos t
s 1(t)
sin t
sin t
mezzo
trasmissivo
^s (t)
2
s2 (t)
cos t
cos t
Figura 6.2.4.
In esso si fa propagare contemporaneamente, sullo stesso mezzo trasmissivo, una portante seno e una portante coseno, modulate da due segnali differenti. In questo modo si
riesce a realizzare sullo stesso canale fisico e quindi allinterno della stessa banda occupata,
la trasmissione di una quantit di informazione doppia.
Tale tipo di modulazione non si usa normalmente nel caso di segnali analogici, in quanto
non si riesce a garantire lassoluta ortogonalit tra le due portanti e, quindi, una parte del
segnale che modula una portante finisce alluscita del demodulatore dellaltra portante.
Nel caso di trasmissione numerica ci crea un po di interferenza tra un canale e laltro ma,
finch tale interferenza sufficientemente piccola da garantire una buona discriminazione
dei livelli, non ci sono problemi. In questo caso quindi possibile luso di due portanti in
quadratura.
113
Vediamo come si possano schematizzare in modo pi diretto i tipi di modulazione numerica che utilizzano portanti in quadratura. Si usa la rappresentazione mediante vettori
rotanti: una portante modulata dampiezza rappresentabile, in un piano che ruota sincronamente con la sinusoide di riferimento, mediante un vettore che giace sullasse della
portante e la cui ampiezza varia in accordo con il segnale modulante.
cos t
s 2(t)
s 1(t)
sin t
114
6. MODULAZIONE NUMERICA
ampiezza costante la cui fase pu assumere uno tra quattro possibili valori, equidistribuiti
sullangolo giro.
Naturalmente il discorso si pu estendere a pi livelli: 8-PSK o 16- PSK. Per motivi di
efficienza non si va oltre la 16-PSK.
6.2.2. Dimensionamento. Per dimensionare un sistema PSK o ASK binario si possono applicare le considerazioni gi viste per sistemi passa-basso, utilizzando il legame
esistente tra potenza media o potenza di picco dei segnali prima e dopo demodulazione
ed il legame tra densit spettrale di rumore prima e dopo demodulazione. In tali calcoli
converr supporre ampiezza delloscillazione locale pari a 2. Ci che conta la distanza
tra i livelli misurati al campionatore nel caso di trasmissione di 1 e di trasmissione di 0.
Se si usano due portanti in quadratura in modo da implementare due sistemi indipendenti, le considerazioni relative ad un sistema che usa una sola portante si possono
applicare separatamente alle due portanti. La potenza complessiva sar pari alla somma
delle potenze delle singole portanti.
Quando si usano due portanti in quadratura, per, non sempre ci si pu ricondurre a
due sistemi indipendenti coesistenti.
Nei sistemi multilivello ogni forma donda convoglia una informazione pari a log2 M
bit, se M sono i livelli. Nel caso di quattro fasi si possono supporre le corrispondenze
in figura 6.2.6. Loperazione di decisione del ricevitore corrisponde ad una ripartizione in
sottospazi: nel caso di figura 6.2.6 i sottospazi corrispondono ai quattro quadranti. Il ricevitore, per decidere quale sia la configurazione ricevuta, verifica in quale sottospazio cade il
punto identificato dalle due misure ottenute dai due campionatori (si ricordi che i due assi
coordinati rappresentano la misura sul canale coseno e sul canale seno, rispettivamente).
Tale criterio corrisponde a un criterio di "distanza minima" da uno dei quattro punti
ottenibili in assenza di rumore: i punti del primo quadrante, per esempio, sono a distanza
minima dalla configurazione 01.
In assenza di disturbo la decisione esente da errore. In caso contrario, alla portante
modulata sovrapposto un rumore passabanda ( amplificato solo il rumore presente nella
banda del segnale), rappresentabile come somma di un termine in fase ed uno in quadratura
e, quindi, come vettore di ampiezza e fase casuale, sovrapposto al segnale. Il vettore
risultante, somma del segnale e del rumore, pu assumere unampiezza e una fase con
componenti casuali non trascurabili.
00
01
10
11
115
v2
v1
Figura 6.2.7.
Si ottengono quattro densit di probabilit condizionate alla trasmissione di 00, 01, 11,
10. In assenza di disturbo si hanno quattro impulsi di area unitaria; in presenza di rumore
gaussiano passabanda si ottengono gaussiane bidimensionali a simmetria circolare (dato
che i canali sono simmetrici e la varianza del rumore sovrapposto a v1 uguale a quella
del rumore sovrapposto a v2 ). Questo un modo di generalizzare a 2 dimensioni quanto
fatto per il calcolo della densit di probabilit nel caso binario. La probabilit derrore, a
questo punto, valutabile come il volume della densit di probabilit condizionata fuori
dal quadrante di competenza della coppia di bit considerata.
In realt, per, per valutare la probabilit derrore basta considerare il rapporto tra
la distanza tra i vertici di due vettori contigui ed il valore efficace del rumore. Con riferimento alla figura 6.2.8, si consideri un sistema binario equivalente ottenuto estraendo
due vettori contigui dalla costellazione dei possibili segnali (in questo caso si partiti da
un sistema QAM). Un sistema che utilizzi queste due sinusoidi un sistema 2-PSK malamente dimensionato, perch la componente c non varia con il bit da trasmettere e, quindi,
non convoglia informazione. Lunica componente utilizzabile per distinguere le due forme
donda la componente d, ottenibile con un solo demodulatore con una oscillazione locale
identificabile con una retta parallela alla congiungente i due vertici. Il sistema equivale,
perci, ad un sistema binario in cui con la tensione di rumore deve confrontarsi la distanza
tra i due livelli (appunto d). Per passare alla probabilit derrore di un sistema multilivello,
visto che sempre lecito trascurare la probabilit di confondere un livello con livelli pi
lontani di quelli contigui, si possono utilizzare formule simili a quella ottenuta per il sistema multilivello passa-basso (e, quindi, monodimensionale). In particolare, per un sistema
M-PSK con codifca di Grey (livello sbagliato bit sbagliato), la probabilit derrore media
pari al doppio di quella del sistema binario equivalente considerato (2 Q(d/2n )).
La figura 6.2.9 una schematizzazione dello spazio dei segnali nel caso 8-PSK, con la
relativa ripartizione in sottospazi.
Dato che il rumore sempre lo stesso, se la potenza della portante rimane la stessa,
allaumentare del numero di livelli le "nuvolette" si accavallano, aumentando la probabilit
di errore. Si ricordi che il rumore gaussiano e quindi le nuvolette non sono ben delimitate,
116
6. MODULAZIONE NUMERICA
d
c
Figura 6.2.9.
ma in realt si estendono su tutto il piano: non quindi mai nulla la probabilit di errore.
Bisogna fare in modo che le "linee di confine" taglino le code delle gaussiane dove esse
hanno un livello sufficientemente basso.
Se la rumorosit fissata (dalla frequenza con cui si inviano forme donda in linea, cio
dal baud rate), fissata la dimensione delle nuvole. Se si vuole aumentare la velocit usando
pi livelli necessario aumentare il numero di livelli rappresentativi ma, per mantenere
costante la probabilit di errore necessario mantenere costante la distanza fra i vertici
di due vettori contigui, cio necessario usare vettori pi lunghi, ovvero aumentare la
potenza. A questo punto, per, si usano solo dei punti su un cerchio di raggio molto
grande: tutto ci che allinterno del cerchio inutilizzato.
Questo il motivo per cui, quando la complessit del multilivello sale, non si usa pi il
PSK: si arriva ad un massimo di 16-PSK, in quanto oltre lefficienza del sistema in termini
di potenza non pi accettabile. Lalternativa cercare di usare anche linterno del cerchio,
sfruttando il fatto che ci che conta, al fine di mantenere costante la probabilit di errore,
la distanza tra i valori rappresentativi. Invece di usare M-PSK si usa M-QAM, cio un
multilivello sullampiezza. Per la 4-QAM si usano due portanti in quadratura modulate a
due livelli. Per ottenere pi livelli possibile ricorrere al multilivello sia su una portante
che sullaltra. Mentre nel 16-PSK si trasmettono sedici possibili sinusoidi con ampiezza
costante e fase k 360o /16, nel caso del QAM a 4 livelli per portante (16 QAM), i possibili
segnali trasmessi sono quelli indicati in figura 6.2.10.
Dando per assodato che quello che conta la distanza tra livelli contigui, si arriva a
costellazioni del tipo in figura 6.2.11.
Ogni punto individua unampiezza della portante seno ed una della portante coseno. Nel
passaggio da M-PSK a M-QAM non si ha pi inviluppo costante: la lunghezza dei vettori
117
Figura 6.2.11.
infatti variabile. La maggiore efficienza nelluso della potenza trasmessa si paga con
limpossibilit di usare amplificatori in saturazione (non essendo pi linviluppo costante).
Si noti che in M-QAM, M potenza di 4, in quanto vengono raddoppiati i livelli su
entrambe le portanti. Le configurazioni che determinano il valore della potenza di picco
che lamplificatore deve trasmettere sono quelle relative ai vertici del quadrato. Visto che
le limitazioni si hanno sulla potenza di picco, sarebbe meglio riempire nel migliore dei modi
un cerchio. Infatti, per configurazioni numerose (ad es. 256-QAM), invece di trasmettere
tutte le possibili configurazioni (16 in orizzontale e 16 in verticale), le configurazioni vicino
ai vertici si spostano vicino ai punti medi dei lati (si cerca di ottenere un cerchio): la cosa
importante mantenere un passo regolare fra i punti del reticolo. Si pu ancora notare che
la distanza fra due punti estremi della diagonale maggiore della distanza fra due punti
estremi di un lato del quadrato per cui si pu pensare ad altre tecniche di riempimento
in modo che ogni punto sia equidistante da quelli che lo circondano. Ladozione di tali
tecniche deve sempre andare di pari passo con una valutazione della complessit che esse
possono indurre nel ricevitore.
6.2.3. Inviluppo costante. La modulazione PSK produce una forma donda a inviluppo costante: linformazione unicamente legata alla fase della portante, cio ai suoi
attraversamenti per lo zero. Una tale forma donda ha il vantaggio che, essendo a inviluppo
costante, permette lutilizzo di un amplificatore spinto fino alla saturazione. Lamplificatore, in questo caso, invece di fornire in uscita una sinusoide, fornisce una sinusoide squadrata,
118
6. MODULAZIONE NUMERICA
al limite anche unonda quadra, che conserva gli istanti di attraversamento dello zero della
forma donda in ingresso.
Una sinusoide modulata da forme donda rettangolari ha uno spettro con andamento del
tipo sin(f )/f centrato alla frequenza della portante. Naturalmente le code del sin(f )/f
sono molto estese ma, potendolo fare, si pu limitare la banda mediante un filtraggio:
in ricezione, infatti, il filtro che deve fornire alluscita forme donda a intersimbolo nullo
taglier tutti i termini spettrali al di fuori del lobo principale dello spettro.
Il segnale alluscita dellamplificatore in saturazione ha uno spettro contenente anche
repliche alle armoniche della frequenza della portante. Se la legge di modulazione non
2 f
3f
119
CK1
CK1
cos t
D Q
CK2
CK2
2/fs
sin t
Figura 6.2.13.
Un commutatore invia i bit di posizione pari su un canale e quelli di posizione dispari
sullaltro. Allingresso dei canali ci sono due registri comandati con due clock di frequenza
met rispetto allingresso e sfasati di 180o . I registri possono essere dei flip-flop di tipo
D. Questi flip-flop in corrispondenza del fronte attivo del clock memorizzano e presentano
alluscita il livello presente allingresso. Se la sequenza di bit in ingresso a frequenza fs ,
il clock avr frequenza fs /2 e quindi il suo periodo sar 2/fs . I fronti attivi dei due clock,
perci, saranno spostati uno rispetto allaltro di 1/fs . I segnali in uscita dai flip-flop saranno
a frequenza fs /2 ed i fronti di transizione saranno sfasati di mezzo periodo (1/fs ). Questo
implica che in un particolare istante potr cambiare segno soltanto una delle due portanti
e, quindi, che il salto massimo di fase nella portante effettivamente trasmessa (somma
delle due) solo di 90o . Se invece le transizioni sono contemporanee sulle due portanti,
la portante trasmessa potr avere un salto massimo di 180o , quando entrambe le sinusoidi
cambiano segno. Avendo ridotto lampiezza delle discontinuit sfasando temporalmente le
due commutazioni, lentit dei termini spettrali pi larghi dimezzato.
120
6. MODULAZIONE NUMERICA
6.2.5. FSK. Anche la modulazione di frequenza utilizzabile come modulazione numerica (FSK Frequency Shift Keying): si usano sinusoidi a diversa frequenza per rappresentare 0 e 1. Si considera cio una sinusoide a frequenza fo come forma donda rappresentativa
di 0 e una sinusoide a frequenza f1 come forma donda rappresentativa di 1. Il modulatore
FSK pu essere realizzato in due modi diversi. Si possono usare due oscillatori, uno a
frequenza fo e laltro a frequenza f1 e, a seconda del bit da trasmettere, si seleziona uno o
laltro, mediante un commutatore. Lalternativa quella di usare un oscillatore controllato
in tensione (VCO) al cui ingresso inviata una forma donda rettangolare.
f0
VCO
f1
Figura 6.2.14.
Nel primo caso, alla transizione tra una oscillazione e laltra corrisponder un salto
di tensione dovuto al fatto che normalmente non si riesce a commutare esattamente in
corrispondenza di uno zero. Ci introduce nel segnale una discontinuit di valore e, nello
spettro, un termine che decade al massimo come 1/f . Tali salti di fase non portano
informazione, ma producono un allargamento sgradito della banda occupata. Nel caso si usi
il VCO quanto descritto non si pu verificare. La frequenza delloscillazione viene, infatti,
variata agendo sullanello di reazione delloscillatore ma, anche se lazione istantanea, nella
tensione generata dalloscillatore si avr un transitorio in cui la forma donda distorta,
ma saranno assenti salti di tensione.
Questi due modi di realizzare il modulatore FSK, che concettualmente portano allo
stesso formato di trasmissione in linea, danno luogo a segnali che possono avere spettri
anche sensibilmente diversi. Inoltre i due segnali, oltre ad avere una diversa occupazione
di banda, pur convogliando la stessa informazione, sono diversi per quanto rigurda la
demodulazione.
Il ricevitore ottimo costituito da due filtri le cui risposte allimpulso somiglino alle
forme donda per le quali sono usati: il filtro relativo al canale zero sar un filtro passabanda
centrato attorno alla frequenza fo e quello relativo al canale 1 sar un filtro passabanda
centrato attorno alla frequenza f1 . Confrontando le ampiezze delle uscite dai due filtri si
pu ricostruire la sequenza di bit trasmessi. Lo schema del demodulatore quello riportato
in figura 6.2.14 che, si osservi, non richiede demodulazione sincrona.
filtro
f0
rivelatore
inviluppo
><
filtro
f1
rivelatore
inviluppo
Figura 6.2.15.
0/1
121
La demodulazione FSK e quindi molto semplice. La codifica di linea che usa la modulazione FSK non potr mai essere antipodale ma, al limite, potr tendere allortogonalit.
Il PSK allora sicuramente pi efficiente dellFSK di almeno 3 dB, in quanto permette
una codifica antipodale (il riferimento, come gi osservato, alle forme donda inviate in
linea).
6.2.5.1. La modulazione CP-FSK. Per garantire lortogonalit delle forme donda trasmesse, le frequenze da adottare per la trasmissione dello 0 e dell1 devono essere scelte in
modo che:
Z T
(6.2.1)
cos (2f0 t) cos (2f1 t) dt = 0 se f0 6= f1
0
Poich
cos (2f0 t) cos (2f1 t) =
1
1
cos (2 [f0 + f1 ] t) + cos (2 [f1 f0 ] t)
2
2
la (6.2.1) verificata se
T
T
1 sin (2 [f1 f0 ] t)
1 sin (2 [f0 + f1 ] t)
+
=0
2
2 [f0 + f1 ]
2
2 [f1 f0 ]
0
0
Il primo termine si azzera se
f0 + f1 =
il secondo se
n
2T
m
2T
La (6.2.1) verificata, quindi, se sia f0 sia f1 sono multipli diversi di 1/2T .
La Minimum Shift Keying si ottiene scegliendo la minima differenza tra f1 ed f0 , cio
1
f1 f0 =
2T
La portante modulata diventerebbe, in tal modo
X
t mT
2
cos 2fp t + bm t rect
T
4T
m
f1 f0 =
122
6. MODULAZIONE NUMERICA
200
400
600
800
1000
200
400
600
800
1000
X
m
t mT
2
sin bm t + m rect
4T
T
200
400
600
800
1000
123
124
6. MODULAZIONE NUMERICA
D Q
raddrizzatore
filtro
passabanda
trigger
Figura 6.3.3.
1
Figura 6.3.4.
Si ottiene cos la divisione per due della frequenza. C, per, un problema dovuto al
fatto che, essendo il dispositivo dotato di memoria, innescher una sequenza di alternanze
1-0 con la fase segnata in 2 o con fase opposta in funzione dello stato iniziale (arbitrario).
Ci che determina luna o laltra fase lo stato del circuito allinizio di tutta la procedura.
Si riesce quindi, ad ottenere unoscillazione a frequenza 2fo e, per ottenerne una a frequenza
fo si paga con una indeterminazione di fase pari a 2/d, essendo d il numero per cui bisogna
dividere (d = 2 nel caso di 2-PSK, d = 4 per 4-PSK etc.).
Questo sistema pu fornire unoscillazione coerente con fase 0 o con fase 180o , con il
risultato di ricostruire la corretta sequenza di bit, o una sequenza complementata, in cui
tutti gli 1 sono cambiati in 0 e viceversa. Il problema non risolvibile, essendo intrinseco
del tipo di modulazione (il ricevitore non pu sapere quale delle due fasi con cui vede
arrivare la portante quella relativa a fase zero!).
Il PSK ha, quindi, bisogno di tutta la circuiteria per lestrazione della portante, e in
uscita non si neanche sicuri di aver ottenuto la sequenza esatta o la sua negata.
Si pu allora trasmettere allinizio, o di tanto in tanto, delle configurazioni binarie sicuramente riconoscibili (unic words) note sia al trasmettitore, sia al ricevitore. Il ricevitore,
quando riconosce tali configurazioni, verifica se esse hanno il segno giusto o sono negate.
In questultimo caso cambia il segno alloscillazione locale, riottenendo cos il sincronismo
esatto.
6.3.1. Modulazioni differenziali. Ci si pu svincolare dalla fase assoluta della portante mediante la codifica differenziale (DPSK: Differential PSK). Infatti, anche se non si
ha accesso alla fase assoluta, nel segnale in ingresso si pu misurare in modo affidabile la
presenza di salti di fase. Se si lega linformazione non al valore assoluto della fase della
portante, ma al fatto che in essa sia presente o meno una transizione di fase, ci si svincola
dalla necessit di conoscere anche il segno della oscillazione locale (vedi figura 6.3.5.
In corrispondenza della trasmissione di un 1 si fa cambiare la fase della portante rispetto
alla fase del periodo precedente; in corrispondenza della trasmissione di 0 la fase resta
immutata rispetto a quella del periodo precedente.
Per ottenere la prima forma di codifica (informazione legata alla fase), si mandava
allingresso del moltiplicatore un rettangolo di durata T , di valore positivo, per ottenere
125
informazione nelle
variazioni di fase
2
al modulatore
numerico
T
Figura 6.3.6.
In ricezione bisogna fare loperazione duale, verificando la permanenza o la variazione
della fase tra due periodi successivi. A valle di una demodulazione PSK (la fase delloscillazione locale ininfluente) bisogner ricostruire la sequenza di bit di informazione, come
indicato in figura 6.3.7.
A
x(n)
dal
decisore
T
x(n1)
Figura 6.3.7.
Bisogna confrontare lultimo bit con il precedente: se sono uguali stato trasmesso 0,
se sono diversi stato trasmesso 1. Ci si quindi sganciati dalla indeterminazione di fase.
126
6. MODULAZIONE NUMERICA
Questo vantaggio si paga col fatto che, se il decisore commette un errore, tale errore
quanto meno duplicato, in quanto il bit sbagliato interviene in due successivi intervalli T .
Questo discorso si generalizza al PSK a pi fasi. Nel 4-PSK, per esempio, bisogna
generare un riferimento sincrono col coseno e uno sincrono col seno. In questo caso, per, le
fasi sono quattro. Facendo passare un segnale 4-PSK attraverso un quadratore, si ottiene
una sinusoide a frequenza doppia, ma che contiene ancora casuali salti di fase di 180o :
serve un ulteriore quadratura per arrivare ad una fase costante. Nel 4-PSK si pu quindi
far comparire una riga ad una frequenza che quattro volte la frequenza della portante.
Naturalmente dopo sar necessaria una divisione per quattro e serviranno due stadi di flipflop in cascata. Dividendo per 4 si ottiene unambiguit nella fase pari ad un multiplo di
2/4 = /2. Ci si ritrova allora nella condizione del PSK a due fasi, cio si pu confondere
una configurazione binaria con qualsiasi altra. Una codifica differenziale pu risolvere il
problema: basta legare la coppia di bit non pi al valore assoluto della fase, ma al fatto
che da un periodo al successivo si abbia una variazione di fase di oo , 90o , 180o , 270o . Anche
in questo caso possibile sganciarsi dalla indeterminazione nella identificazione della fase,
fermo restando che si paga con una moltiplicazione di errori.
Esempio. Vediamo come dimensionare un ponte radio per la trasmissione numerica
di 100 Mb/s, con P () = 107 , su una distanza di 100 km. Si consideri la possibilit di
spezzare il collegamento in due tratte di 50 km (per questioni di visibilit).
A P () = 107 , visto che si considera la presenza di solo rumore termico e supponendo
che il decisore abbia la soglia a met tra i livelli, corrisponde un rapporto segnale rumore
al campionatore = 14.5 dB. Dato che non si hanno limitazioni in banda, si pu utilizzare
la modulazione pi efficiente in termini di potenza, cio la PSK. Ci implica una codifica
di linea antipodale e un rapporto segnale/rumore prima del campionatore numericamente
uguale a 2 .
A
S
N in
filtro
di
ricezione
S
N out
P( )
2 cos t
127
sl =
4R2
GA
Larea efficace di unantenna legata al suo guadagno dalla relazione G/A = 4/2 . Nel
caso in esame, perci, larea efficace vale
A=
Gc2
= 7, 16 m2 8, 5 dBm2
4f 2
128
6. MODULAZIONE NUMERICA
Nella trasmissione via cavo ci porta a richiedere che la probabilit di errore di ogni
tratta sia M volte pi piccola della probabilit di errore totale (se M il numero di tratte).
Nella trasmissione via radio, invece, non si pu procedere in questo modo, in quanto ogni
tratta si comporta differentemente dalle altre per la presenza dei cammini multipli. La
situazione tipica che una delle M tratte attenua di pi delle altre. Pochi dB di differenza
causano, per, una differenza enorme in termini di probabilit derrore. Ne risulta che
la probabilit derrore totale PT () circa uguale alla probabilit derrore singola PS (),
intesa come probabilit derrore della tratta che in quel momento la pi sfavorita. In altri
termini, la maggior parte dei bit sbagliati alla fine del collegamento provengono da una
sola tratta, quella che si trova con un multipath tale da dare unattenuazione pi grande
di tutte le altre.
Il dimensionamento della singola tratta va quindi effettuato nel caso peggiore, quello
in cui essa sia la tratta peggiore: in questa ipotesi il dimensionamento va effettuato in
modo che la sua probabilit derrore sia pari a quella complessivamente richiesta a tutto il
sistema. Nel passaggio, quindi, dal sistema alla singola tratta la probabilit di errore resta
la stessa.
Con questo modello si pu trasferire il concetto di fuori servizio del sistema al concetto
di fuori servizio della singola tratta: se una tratta sbaglia pi del consentito (e, quindi,
fuori servizio) fuori servizio sicuramente anche il sistema complessivo, ma se la tratta
peggiore ha una probabilit derrore inferiore a quella massima richiesta al sistema, il
sistema funzionante perch gli errori delle altre tratte sono percentualmente trascurabili.
In conclusione, la probabilit di fuori servizio della singola tratta coincide con la probabilit dellevento "probabilit derrore della singola tratta maggiore della probabilit
derrore richiesta a tutto il sistema". Cio
Pf si P (Ps () > P ())
Questo evento si pu definire in modo identico per tutte le tratte. La probabilit di fuori
servizio di tutto il sistema diventa
X
Pf sT =
Pf si
i
poich levento "fuori servizio globale" costituito dallunione degli eventi indipendenti
"fuori servizio della i-ma tratta" e dato che si considerato di probabilit nulla levento
"due tratte contemporaneamente fuori servizio".1
Segue, visto che si suppone uguale la statistica degli affievolimenti per tutte le tratte
Pf si = Pf sT /M
essendo Pf sT la probabilit di fuori serivizio dellintero sistema ed M il numero delle tratte.
Se la probabilit di errore della singola tratta uguale a quella di tutto il sistema, i
discorsi fatti in termini di rapporto segnale-rumore restano gli stessi. La potenza minima
che deve essere presente allingresso di ogni singolo demodulatore numericamente uguale
1Attenzione
a non confondere tra probabilit derrore e probabilit che la probabilit derrore superi
un determinato valore.
129
a quella gi calcolata. Poich le tratte sono due, per, la distanza tra le antenne si
dimezzata e lattenuazione di spazio libero diventata 1/4. Cambia anche lattenuazione
supplementare da considerare, non tanto perch cambiata la distanza tra le antenne (il
valore dellattenuazione supplementare cambia se cambia la statistica degli affievolimenti
dovuti ai cammini multipli e questa si pu supporre che non cambi passando da 100 a 50
km), ma perch adesso viene richiesta una probabilit di fuori servizio di valore dimezzato.
Ci corrisponde ad un raddoppio dellattenuazione supplementare. Ne consegue che la
potenza da trasmettere in ogni tratta la met di quella calcolata per il collegamento in
una sola tratta. Si osserva che il guadagno in potenza nullo: mezza potenza trasmessa
da due trasmettitori porta ad una potenza complessiva inalterata.
CAPITOLO 7
n2
n1
n1
n
n2
n2
2
n2
132
Se il materiale del nucleo tale da dare attenuazione molto bassa, cio non ci sono
perdite per diffusione della radiazione o per effetto Joule, si ha unattenuazione molto pi
bassa di quella che si avrebbe in un cavo. Le propriet del mezzo cambiano quando c
una variazione percentuale sensibile della banda: nel caso in esame, avendo una portante
di 1014 Hz, si pu ritenere che le variazioni di banda relative siano piccole e, quindi, le
propriet del mezzo risultano pressoch costanti.
Si detto che rimane intrappolata nel nucleo tutta la radiaziona luminosa che incide
con angolo superiore a quello critico. La distanza percorsa da ogni raggio cambia in funzione dellangolo di incidenza. Dato che la velocit di propagazione dei raggi nel mezzo
costante (lindice di rifrazione costante), ogni raggio uscir dal nucleo con un ritardo di
propagazione diverso in funzione del numero di riflessioni che esso ha subito.
Applicando le equazioni di Maxwell, si ottiene che le modalit di propagazione della
radiazione, ognuna delle quali viene designata come modo propagativo, non sono in numero infinito. Il ritardo differenziale con cui i modi emergono dalla fibra d luogo alla
dispersione modale misurata in nsec/km. Questo effetto fa si che, pur avendo un mezzo
con bassissima attenuazione, esso non possa essere usato per trasmettere a velocit molto
alta. La dispersione sar tanto pi grande quanto pi lunga la fibra. Lelemento limitante
della capacit trasmissiva nelle fibre ottiche, perci, non lattenuazione ma la dispersione
modale.
Per minimizzare gli effetti della dispersione modale, in commercio si usano fibre ottiche
con drogaggio variabile, in modo che lincurvamento del raggio non avvenga bruscamente
nel passaggio da un mezzo allaltro, come nelle fibre step index fino ad ora considerate, ma
in modo pi graduale (fibre graded index ).
r
133
richiede la riduzione del diametro del nucleo a meno di 10 m. Lo svantaggio che risulta
poi difficile, con un diametro cos ridotto, liniezione della potenza ottica. Si pone cio il
problema dellefficienza di iniezione, in modo particolare per le fibre monomodo, dovuto
al fatto che comunque ci sar una quota parte della radiazione incidente che non penetrer
nel nucleo, ma andr persa nel mantello. Altro problema quello relativo alle giuntature,
anchesso molto pi sentito per fibre monomodo. infatti necessario, nellaffacciare due
capi, fare in modo di allineare quanto pi possibile i nuclei.
Oltre alla dispersione modale, di cui sono state esaminate caratteristiche e mezzi per
ridurla, bisogna tener conto della dispersione cromatica, dovuta al fatto che la velocit di
propagazione della radiazione varia al variare della frequenza (varia lindice di rifrazione).
Questo significa che le componenti spettrali di un segnale si propagano con velocit diverse.
La loro ricomposizione in ricezione fornir allora un segnale diverso da quello trasmesso.
Altro termine di dispersione dovuto al fatto che la superficie di discontinuit tra nucleo e
mantello non perfettamente cilindrica, ma presenta delle irregolarit. Si pu fare in modo
da ottenere il bilanciamento di questi due ultimi termini di dispersione. Eliminando queste
limitazioni si giunge ad una fibra con banda sostanzialmente illimitata. Con le fibre ottiche
il costo della banda (una volta installate) sostanzialmente nullo. Bisogna preoccuparsi
per dellattenuazione. Il suo andamento in funzione della lunghezza donda del tipo in
figura 7.1.4.
[dB]
0,2
0,8
1,33 1,55
[nm]
134
PIN
filtro
decisore
7.2. DIMENSIONAMENTO
135
proporzionale alla potenza del campo incidente. Si ricordi inoltre che nei due casi diversa
la frequenza di lavoro. Alle frequenze di lavoro dei sistemi di trasmissione in fibra ottica
necessario tener conto degli effetti quantistici.
Una prima conseguenza di ci che non dobbiamo pi tener conto del rumore termico
che incide sul rivelatore insieme al segnale. Si ricordi infatti che la densit spettrale di
rumore termico in effetti
h
exp (h/kT ) 1
e quindi tende a zero per frequenze molto grandi.
Vediamo come funziona il rivelatore. Esso sfrutta la capacit ionizzante della radiazione
che si propaga lungo la fibra di creare coppie lacuna elettrone nella zona di svuotamento
di un diodo a giunzione polarizzato inversamente. Perch ci accada lenergia del singolo
fotone deve essere maggiore o al pi uguale a quella necessaria a ionizzare il singolo atomo.
Non tutti i fotoni che arrivano ionizzano un atomo. La probabilit che il fotone in arrivo
crei una coppia lacuna elettrone dipende dal volume a disposizione della radiazione per
trovare atomi disponibili alla ionizzazione.
Si usano allora diodi PIN, in cui presente una zona intrinseca tra la zona p e la zona
n. In questo modo aumenta la zona di svuotamento e quindi lefficienza, cio il numero di
fotoni, tra quelli che arrivano, che creano una coppia lacuna elettrone. A tale aumentata
efficienza, per, corrisponde una maggiore lentezza nella risposta del dispositivo al singolo
fotone: la coppia lacuna elettrone impiegher infatti pi tempo ad attraversare la zona di
svuotamento e la banda del dispositivo risulter perci ridotta. In ogni caso si otterr un
impulso di corrente nel circuito esterno, di area pari alla carica del portatore.
Supponiamo ora di trasmettere luce per 1 e niente per 0. In ricezione necessario
verificare larrivo di almeno un fotone, per decidere se stato trasmesso 1. Ci poniamo
momentaneamente in un caso ideale in cui trascuriamo la corrente di buio che causerebbe
la generazione di impulsi di corrente anche in assenza di luce incidente (trasmissione di 0).
Ne deriva che la probabilit derrore nel caso di trasmissione di 0 , in questo caso ideale,
nulla. Daltra parte possibile sbagliare nel caso di trasmissione di 1, dato che il numero di
fotoni in arrivo sicuramente inferiore rispetto a quelli trasmessi, a causa dellattenuazione.
I fotoni arrivano in modo del tutto indipendente e in modo casuale. Il processo fotoni in
arrivo in seguito alla trasmissione di potenza PT un processo di Poisson. La probabilit
che nel periodo T arrivino k fotoni
P (k) =
(T )k
exp (T )
k!
136
Fissata P () si pu ricavare il numero minimo di fotoni per periodo di cifra che si deve
mediamente richiedere in ricezione per avere P () assegnata
1
N1 = T = ln
2P ()
Se P () = 109 , N1 = 20. Servono quindi mediamente 20 fotoni per periodo di cifra
relativamente alla trasmissione di 1. Se i simboli sono equiprobabili, come gi supposto, il
numero medio di fotoni per simbolo
N = N1 P (1) = 10
che indica il costo medio della trasmissione di informazione. Tutto ci nel caso ideale. In
realt nel discorso precedente si ipotizza innanzitutto che la temporizzazione sia fissata ed
esatta e ci non vero. inoltre necessario considerare una certa efficienza quantica
che lega il numero di fotoni efficaci a quelli che non lo sono. Naturalmente < 1. Oltre a
ci, a causa dellagitazione termica, casualmente qualche atomo si ionizza da solo, e quindi
si ha sempre una certa corrente di buio. Si tenga inoltre presente che la piccola corrente
creata dalla ionizzazione deve essere amplificata. Lamplificazione introduce nuovamente
quel rumore termico che avevamo trascurato per effetti quantistici. Vediamo allora il
dimensionamento di un sistema reale. Il fotone portatore di una energia elementare
E = h, con h = 6.6 1034 Joulesecondo (costante di Planck). Il numero medio di fotoni
in arrivo per unit di tempo dato dal rapporto tra potenza ottica e energia E.
Il numero di fotoni efficaci
PR
=
h
Questo il numero medio di fotoni per unit di tempo che creano una ionizzazione e quindi
un impulso di corrente di area q. La corrente media che esce dal fotodiodo rivelatore
allora
PR
(7.2.1)
I = q = q
= PR
h
essendo la responsivit. Limpulsino di corrente generato in modo casuale: quindi
dal rivelatore non emerge un segnale deterministico, con del rumore sovrapposto, ma un
processo stocastico con statistica di Poisson. In tale processo media e varianza sono uguali.
Avendo un processo di Poisson alluscita del rivelatore e dovendo questo essere filtrato
attraverso il filtro di ricezione, non sappiamo cosa si ottiene alluscita. Solo nel caso di
statistica gaussiana, infatti, sappiamo che essa resta tale nel passaggio attraverso un filtro.
In tutti gli altri casi, per calcolare la statistica del primo ordine alluscita del filtro
necessario conoscere la statistica di tutti gli ordini del processo in ingresso.
A questo punto non si potrebbe dunque procedere nel dimensionamento. In realt si
pu procedere in modo un p forzato, dimostrando che di fatto il processo che emerge dal
filtro approssimativamente gaussiano. Possiamo infatti dire che comunque necessario
pi di un fotone in ricezione per vedere un 1 trasmesso. Ogni impulsino di corrente del
rivelatore viene amplificato e filtrato da HR . Alluscita esso avr quindi una banda che
circa fs , indipendentemente da quanto grande fosse inizialmente. Se nel periodo di cifra
7.2. DIMENSIONAMENTO
137
T = 1/fs abbiamo pi di un fotone (100 1000) possiamo dire che il processo di Poisson,
che era rappresentato da impulsini che arrivavano casualmente nel tempo in numero
per secondo, una volta filtrato tale che al posto di ogni impulsino si hanno le risposte
allimpulso del filtro, che vanno sommate. Alluscita si ha la combinazione, con pesi pi o
meno paragonabili, di un gran numero di impulsini. Se allora
1
1
(7.2.2)
fs
cio la distanza temporale media tra due impulsi molto piccola rispetto al periodo di
cifra, si sovrappongono molte risposte allimpulso.
Allora il processo in uscita (cio la variabile casuale ottenuta campionando il processo di
Poisson filtrato), istante per istante la combinazione lineare di un gran numero di variabili
indipendenti e pesate in modo che nessuna sia dominante rispetto alle altre. Invocando il
teorema del limite centrale si vede dunque che il processo quasi gaussiano.
In realt per avere una buona gaussiana bastano pochi contributi nella parte centrale,
mentre nelle code ci vogliono molti contributi. Poich vogliamo sbagliare con bassa probabilit, metteremo la soglia proprio dove gli eventi che ci fanno sbagliare hanno bassa
probabilit, cio sulle code. Ci interessa quindi la distribuzione, landamento della densit
di probabilit proprio dove forzare il teorema del limite centrale non del tutto corretto,
cio sulle code.
In realt per avere code che vanno a infinito dovrei sommare infiniti termini. Sommandone un numero finito si ha un segnale con code che decadono pi velocemente. Quindi
ipotizzare che la statistica sia di Gauss conservativo.
Ipotizzando dunque valida la (7.2.2) e supponiamo che la statistica sia di Gauss. Al
termine dei conti si dovr poi verificare che la (7.2.2) sia valida.
Per effettuare il dimensionamento si deve schematizzare il sistema e in particolare il
ricevitore: a parte lamplificatore e il filtro, si deve schematizzare il rivelatore.
Ricordiamo che il sistema come in figura 7.2.2.
sorgente
fibra
14
10 Hz
hn
HR
rivelatore
decisore
banda
base
138
e quindi un resistore. Tale resistore dovr essere realizzato non in granuli di carbonio, ma
con tecnologia tale da non far comparire il flicker noise: alluscita del rivelatore interessano
infatti le basse frequenze.
+V
h nq
h nt
7.2. DIMENSIONAMENTO
139
S
=
N
1
2
I 2T
= 4 2 100,05
4kTo F
2qI + R
140
7.2. DIMENSIONAMENTO
141
Luso del PSK, per, richiede una demodulazione coerente in ricezione. Vediamo come
si procede.
La modulazione si effettua mediante un modulatore elettroottico. Esso costituito da
materiale piezoelettrico le cui caratteristiche variano in funzione del campo elettrico applicato. Controllando, per mezzo del campo elettrico, la costante dielettrica del materiale,
possibile controllare la velocit di propagazione della radiazione. Facendo variare la velocit e, quindi, il ritardo di una mezza lunghezza donda a seconda che si voglia trasmettere
1 o 0, si ottiene una modulazione PSK.
Per quanto riguarda la demodulazione, i segnali sono passabanda e il fotorivelatore
fornisce in uscita una corrente che proporzionale alla potenza ottica incidente, cio una
corrente proporzionale al quadrato dellampiezza della radiazione incidente. Il rivelatore
quindi quadratico.
Sia s(t) cos(P t+P ) la portante modulata da s(t). A questa portante ottica sommiamo
unoscillazione locale di pulsazione L e mandiamo la somma dei segnali al fotodiodo. La
corrente in uscita proporzionale al quadrato della ampiezza istantanea della radiazione
incidente. Cio
i(t) [s(t) cos (p t + p ) + AL cos (L t + L )]2 =
= s2 (t) cos2 (p t + p ) + A2L cos2 (L t + L ) +
+2AL s(t) cos (p t + p ) cos (L t + L ) =
s2 (t) s2 (t)
A2
A2
+
cos (2p t + 2p ) + L + L cos (2L t + 2L ) +
2
2
2
2
+AL s(t) cos [(p L ) t + p L ] + AL s(t) cos [(p +L ) t + p + L ]
=
P e L sono le pulsazioni delle portanti ottiche. Esse avranno quindi valori elevatissimi:
i termini a frequenza doppia daranno allora automaticamente contributo trascurabile alla
corrente duscita. Stesso discorso per il termine a frequenza somma. Si ha allora
s2 (t) A2L
+
+ AL s(t) cos [(p L ) t + p L ]
2
2
La somma dei segnali si effettua mediante uno specchio semiriflettente come in figura
i(t)
fascio incidente
specchio
oscillazione locale
142
CAPITOLO 8
Teoria dellinformazione
8.1. Misura dellinformazione
Scopo della teoria dellinformazione valutare i limiti teorici dellinformazione che si pu
trasmettere su un canale preassegnato. In questo modo si possono stabilire dei parametri
comuni per confrontare le prestazioni di sistemi reali. Consideriamo una sorgente discreta,
che emetta una successione di possibili simboli di un alfabeto. Supponiamo che i simboli
siano equiprobabili ed emessi in modo statisticamente indipendente dai precedenti. Per
descrivere al ricevitore gli M possibili simboli ho bisogno di n = log2 M bit/simbolo. Tale
quantit rappresenta dunque la quantit di informazione emessa dalla srgente.
Se i simboli non sono equiprobabili il discorso precedente non vale pi. In questo caso
, infatti, pi ragionevole usare una codifica a lunghezza variabile che associ ai simboli pi
frequenti un numero di bit minore e ai simboli meno frequenti un numero di bit maggiore.
In questo modo si ha una quantit media di bit per unit di tempo pi bassa. Si pu
definire una quantit di informazione media pari a
X
(8.1.1)
I(x) =
P (xi ) ni bit/simbolo
i
144
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
ovviamente M = 1/Pmess . Il numero di bit necessari alla sorgente per descrivere uno di
questi messaggi
n = log2 M = log2 Pmess bit/messaggio
Il numero medio di bit necessari per descrivere il singolo simbolo allora
N
N
Y
X
n
1
1
N Pi
H(x) =
= log2 Pmess = log2
Pi
=
Pi log2 Pi
N
N
N
i=1
i=1
Cio
(8.1.2)
H(x) =
N
X
Pi log2 Pi
i=1
H(x) lentropia della sorgente (quantit di informazione media per simbolo). Dal
confronto con la (8.1.1) si deduce che log2 Pi rappresenta il numero minimo teorico di bit
necessari per descrivere un simbolo. Lentropia rappresenta allora il minimo numero medio
di bit per simbolo necessari per trasmettere linformazione. Dal discorso effettuato risulta
evidente che se vogliamo avvicinarci al limite teorico dato dalla H(x) bisogna ricorrere a
codifiche a lunghezza variabile.
Esempio. Codifica di Huffmann.
Supponiamo di avere una sorgente che emetta i simboli A, B, C, D con probabilit
rispettivamente 0.6, 0.25, 0.1, 0.05. Il metodo consiste nellordinare i simboli in ordine di
probabilit decrescente e considerare la coppia di simboli meno probabili.
A 0,6
B 0,25
C 0,1
0,4
1 0,15 0
0
D 0,05
1
01
001
000
Per valutare lefficienza del codice basta confrontare la quantit media dinformazione
I(x) data dalla (8.1.1) con lentropia della sorgente data dalla (8.1.2). Si ha
I(x) = 1 0.6 + 2 0.25 + 3 0.15 = 1.55 bit/simbolo
145
mentre
H(x) = 0.6log2 0.6 0.25log2 0.25 0.1log2 0.1 0.05log2 0.05 =
= 1.49 bit/simbolo
La codifica di Huffmann molto efficiente perch porta alluso di un numero medio di
bit per simbolo ragionevolmente vicino allentropia, che la quantit minima teoricamente
indispensabile per descrivere i messaggi emessi dalla sorgente.
Esempio. Trasmissione mediante fax-simile.
La sorgente emette due simboli: bianco (B) o nero (N). Normalmente la probabilit del
bianco enormemente pi alta della probabilit del nero. Supponiamo di avere le seguenti
probabilit: pn = 0.1 e pb = 0.9. Consideriamo inoltre la seguente codifica: B = 0 e N = 1.
Si ha quindi uninformazione media pari a I(x) = 1 bit/simbolo a fronte di unentropia
pari a H(x) = 0.9log2 0.9 0.1log2 0.1 = 0.47 bit/simbolo. Un grafico dellentropia della
sorgente in funzione della probabilit di uno dei simboli del tipo
H(p)
1
0.5
0,1
1 0,19
NB 0,09
BN 0,09
NN 0,01
0
1
0
146
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
Il numero medio di bit necessari per codificare una coppia 1.29 bit/coppia. Il numero
medio di bit/simbolo allora 0.645 bit/simbolo. Mediante una codifica a blocchi si ottiene
ancora una volta un valore pi vicino allentropia. Si possono considerare blocchi pi
lunghi a patto che la complessit circuitale lo permetta: conviene aumentare la dimensione
dei blocchi fino a quando lincremento di efficienza che si ottiene diventa piccolo rispetto
allincremento della complessit circuitale.
Naturalmente con una codifica a lunghezza variabile sorgono dei problemi. In primo
luogo nasce un problema relativo al sincronismo tra trasmettitore e ricevitore. Con un
codice a lunghezza fissa, infatti, una volta stabilito il sincronismo il ricevitore in grado di
distinguere una parola dallaltra, dato che ogni parola contiene un nuemro fissato di bit.
Nel caso di codifica a lunghezza variabile ci non pi vero. Affinch la decodifica possa
essere univoca e immediata necessario che nessuna parola di codice costituisca prefisso
di una parola di codice diversa.
Con la codifica a lunghezza variabile, inoltre, si ha lo spiacevole inconveniente che un
errore su un bit comporta un errore non solo sulla parola ad esso relativa, ma anche sulle
parole successive.
Altro problema legato al tasso di informazione che, nel caso di codifica a lunghezza variabile, non pi costante nel tempo. Il problema che il mezzao trasmissivo pu accettare
informazione solo a tasso costante (in caso contrario si hanno problemi di intersimbolo).
allora necessario equalizzare il tasso di generazione dei simboli mediante un dispositivo che accetti i bit a tasso variabile e li emetta a tasso fisso. Una perfetta equalizzazione
si avrebbe se tale dispositivo fosse in grado di accumulare tutti i bit da trasmettere per
poi ritrasmetterli alla velocit desiderata. In questo modo, per, si avrebbe un aumento
indefinito del ritardo medio con cui linformazione giunge al destinatario.
Il dispositivo di cui si parlato pu essere una memoria a doppia porta, in cui si possa
scrivere a velocit variabile e leggere a velocit costante. Naturalmente la capacit di
tale memoria non pu essere infinita e viene fissata in modo tale che introduca un ritardo
tollerabile nella trasmissione, e soprattutto sia possibile gestire le due situazioni estreme
di memoria vuota (non ci sono pi bit da trasmettere) e memoria piena (overflow, ulteriori
bit vengono persi).
Se la memoria vuota si ricorre al cosiddetto bit stuffing: si trasmettono bit a caso,
privi di informazione, facendo ovviamente in modo di avvisare il ricevitore che si tratta
di bit falsi. Tutto ci con lunico scopo di tenere occupato il canale. In caso di overflow,
invece, si cerca di abbassare il tasso di informazione allingresso della memoria, degradando
momentaneamente la qualit con cui si descrive linformazione (limitando cio il numero
di bit/campione). Ovviamente necessario informare di ci il ricevitore: in caso contrario
esso non pi in grado di effettuare la decodifica.
Fino ad ora si sono supposti i simboli statisticamente indipendenti. E evidente che
questa ipotesi restrittiva. Tale ipotesi ha portato alla definizione di entropia che, nel
147
caso in cui i simboli non sono statisticamente indipendenti, non rappresenta pi il contenuto informativo della sorgente. La statistica dipendenza costituisce infatti informazione
aggiuntiva, ma nota a priori, di cui non si terrebbe conto nel calcolo delentropia fino ad
ora definita.
Quello che cambia, nel discorso fino ad ora effettuato, il calcolo della probabilit del
singolo messaggio. Resta valido lapproccio, che alla base della teoria di Shannon, di
considerare una sequenza di simboli molto lunga per stabilire le prestazioni limite di un
sistema. Nel caso di statistica dipendenza non consideriamo pi le probabilit dei singoli
simboli, ma le probabilit condizionate al verificarsi di un simbolo precedente p(xi |sj ).
Lentropia del primo ordine allora
X
H (X|sj ) =
P (xi |sj ) log2 P (xi |sj )
i
Essa lentropia relativa allemissione del messaggio x, costituito dai simboli xi , quando
in precedenza si verificato sj . Mediando rispetto a tutte le situazioni condizionanti, si
ottiene lentropia condizionata
X
X
H (X|S) =
P (sj )H (X|sj ) =
P (xi , sj ) log2 P (xi |sj )
j
i,j
Tenendo conto della statistica dipendenza tra i simboli si possono ottenere prestazioni
notevolmente migliori.
quanto si fa per esempio nella codifica run lenght. Tale codifica utilizzabile nella
trasmissione mediante fax. In questo caso, infatti, non corretto, come invece si fatto
nellesempio precedente, supporre la statistica indipendenza tra gli eventi: una volta che
si verificato levento nero, infatti, molto probabile che se ne verifichi unaltro, dato che
la traccia della scrittura ha un suo spessore. Tale discorso ancora pi valido nel caso del
bianco data la spaziatura fra i caratteri, fra le parole, o lo spazio inutilizzato. In questo
caso, al posto di trasmettere una lunga sequenza di 0 (quando per esempio ci si trova in
una zona bianca) si contano i simboli 0 e si invia al ricevitore un messaggio (run lenght)
che lo informa di quanti sono i simboli 0. In questo modo si ottiene un numero medio di
bit per simbolo molto minore dellentropia, che sembrava essere il limite minimo necessario
per la descrizione della sorgente; abbiamo semplicemente sfruttato la statistica dipendenza
tra i simboli.
Lentropia condizionata rappresenta lulteriore contenuto informativo dopo che si
giunti alla conoscenza delluscita della sorgente fino a un certo punto. necessario valutare
lentropia "vera" della sorgente, ossia lentropia di ordine superiore. La differenza tra una
entropia del primo ordine e una di ordine superiore sta nel fatto che, mentre nel primo caso
si considera la probabilit p(xi ) del singolo simbolo emesso, nel secondo caso si considera
la probabilit di simboli compositi, cio la probabilit congiunta p(xi , xi+1 , ).
Man mano che si considerano eventi multipli, cio si considera p(xi , xi+1 , ), se c
statistica dipendenza con i simboli precedenti, tale dipendenza si esaurisce allinterno del
simbolo complessivo.
148
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
Considerando entropie di ordine via via superiore si osserva che, allaumentare del
numero di simboli considerati, lentropia tende ad un valore minimo. Ci giustificabile
in quanto non c dipendenza tra i simboli oltre una certa distanza.
Se i simboli sono indipendenti lentropia del primo ordine coincide con lentropia di
ordine superiore. Quando si parla di entropia della sorgente, si intende riferirsi a quel
limite cui lentropia di ordine via via crescente tende e che tiene conto della dipendenza
tra simboli emessi successivamente.
Una volta quantificata lentropia, ossia caratterizzata la sorgente dal punto di vista del
contenuto informativo emesso, il problema quello di utilizzare un canale che trasmetta
tale informazione al destinatario.
8.2. Canale digitale
Nel caso di canale reale i simboli in uscita dal mezzo trasmissivo sono in parte sbagliati.
Possiamo considerare linsieme della sorgente (che emette un messaggio x) e del canale come
ununica sorgente che emette un messaggio y.
sorgente
X
H(X)
mezzo tr.
Y
H(Y)
149
1p
p
p
x2
1p
y1
y2
P
H(y|x) = i P (yi , xi )log2 P (yi |xi )
Calcoliamo le probabilit condizionate e congiunte. Sia p(x1 ) = a e p(x2 ) = 1 a.
P (x1 y1 )
P (yi |xi )
x1 y1
(1 p)
1p
x1 y2
p
p
x2 y1
p (1 )
p
x2 y2 (1 ) (1 p)
1p
La probabilit congiunta pari al prodotto delle probabilit. Ci dovuto al fatto che
levento errore statisticamente indipendente dal simbolo che entra nel canale. Per calcolare la probabilit congiunta, inoltre, non basta conoscere le propriet statistiche del canale,
ma bisogna conoscere anche le propriet statistiche della sorgente (). Lequivocazione
vale
H(y|x) = (1 p) log2 (1 p) plog2 p+
p (1 ) log2 p (1 ) (1 p) log2 (1 p) =
= plog2 p (1 p) log2 (1 p)
H(p) lentropia di una sorgente binaria in cui la probabilit derrore vale p. Osserviamo che H(y|x) non dipende dalla statistica della sorgente (). Tale propriet deriva dal
fatto che abbiamo considerato la soglia a met e che quindi la transizione x1 y2 costa
quanto la transizione x2 y1 .
Se il canale non fosse simmetrico avremmo
Lequivocazione dipenderebbe da p1 e p2 (cio dalla statistica del canale) e anche dalla
statistica della sorgente a. E ora evidente perch stiamo calcolando la capacit del canale
150
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
1p1
x1
p1
p2
x2
1p2
y1
y2
0.5
151
binario fs . In tutti gli altri casi si ha C < fs a causa della presenza di bit errati. Si pu
allora dire che la capacit di canale espressa in bit/sec la massima velocit di trasmissione
dellinformazione sul canale, teoricamente ottenibile senza commettere errori.
NOTA: Lentropia e la capacit di canale hanno ciascuna due diverse unit di misura:
bit/simbolo e bit/sec. Per passare dalluna allaltra basta considerare il numero di simboli
emessi o trasmessi per unit di tempo (simboli/sec).
Consideriamo ora un sistema multilivello. Si pu riproporre il discorso appena fatto
per il calcolo della capacit di canale.
00 x 1
y1 00
01 x2
y2 01
10 x3
y3 10
11 x4
y4 11
p1
x0
p2
p(xo ) = a e p(x1 ) = 1 a
p1
p2
x1
p
y1
y2
152
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
x0 y 0
x0 y 1
x0 y 2
x1 y 0
x1 y 1
x1 y 2
H(y)
p1 + (1 )p3
=0
p3 + (1 )p1
p1 + (1 )p3
=1
p3 + (1 )p1
p1 + (1 )p3 = p3 + (1 )p1
1
=
2
(p1 p3 ) ln
Segue che
153
essendo p(a) la densit di probabilit. Vogliamo sapere quale densit di probabilit deve
avere una sorgente che trasmetta il massimo contenuto informativo. Dobbiamo massimizzare lintegrale nella (8.3.1) rispetto a p(a). Bisogna per imporre dei vincoli. Innanzi
tutto la densit di probabilit deve essere tale, cio
Z +
p() d = 1
Si tenga inoltre presente che al variare della varianza, in una stessa densit di probabilit, i risultati sono diversi. Ad esempio, nellambito di tutte le densit di probabilit gaussiane, quella che fornisce maggiore informazione quella pi uniforme possibile; il massimo
dellinformazione sarebbe infinito, relativamente a una variabile di varianza infinita.
Bisogna allora vincolare la potenza media del processo
Z +
2 p() d = 2
a exp (b2 ) da = 1
R +
2 a exp (b2 ) da = 2
a=
1
2
b = 21 2
Ne consegue che fra tutte le possibili sorgenti continue con varianza fissa 2 , quella che
fornisce la massima entropia una sorgente con statistica gaussiana.
Calcoliamone lentropia.
Z +
1
2
H() =
p() log2
exp 2
d =
2
2
154
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
+
Z
=
1
2
p()
2 d =
ln 2
2
Z +
p()
1 1
log2 2 2 d +
2 p() d =
2
ln 2 2 2
1
p() log2
d
2
1
1
1
= log2 2 2 + log2 e =
2 ln 2
2
2
1
= log2 2e 2
2
Il nostro problema al solito il calcolo della capacit
=
1
2
p() log2 2 2 d +
155
Si visto infatti che, per qualificare un canale trasmissivo bisogna darne una duplice
descrizione: una una descrizione detrministica e ha a che vedere con la banda passante
del canale. Note le limitazioni di banda, nota la massima frequenza temporale con
cui possibile far transitare delle forme donda (simboli) in modo tale che in ricezione
sia possibile riottenere linformazione convogliata da ogni singola forma donda, ovvero
ottenere alluscita del filtro di ricezione delle forme donda ad intersimbolo nullo. Per il
teorema di Nyquist, su un canale passa basso di banda B possibile far transitare 2B
simboli per unit di tempo. Questa la descrizione deterministica che definisce il numero
di simboli per unit di tempo.
C poi la caratterizzazione statistica legata al rumore. Esso pu sommarsi costruttivamente o distruttivamente al campione della forma donda nellistante di campionamento
e decisione causando un errore. Il passaggio da una unit di misura allaltra legato alla
descrizione deterministica e quindi un processo deterministico.
Da quanto trovato si osserva che, anche con limitazione in banda, se il rapporto segnale
rumore tende a infinito, anche la capacit C tende allinfinito. Il risultato non sorprende
perch sappiamo di poter sfruttare due cose in un canale: la banda e il rapporto segnale
rumore.
Se abbiamo banda possiamo infilare deterministicamente pi forme donda per unit di
tempo, pur conservando lintersimbolo nullo. Se invece abbiamo un alto rapporto segnale
rumore, vuol dire che abbiamo unalta capacit di discriminare livelli vicini alluscita del
canale e quindi possiamo passare ad un sistema multilivello, velocizzando il canale.
8.4. Teorema fondamentale di Shannon
Ricordiamo che la capacit C espressa in bit/sec diversa dalla frequenza di cifra di un
sistema di trasmissione reale perch C rappresenta il numero di bit non errati che arrivano
ogni secondo al ricevitore. Se C maggiore o uguale a H(x), allora linformazione emessa dalla sorgente pu pervenire al ricevitore senza subire alterazioni. Vediamo in modo
pi dettagliato. Consideriamo H(x), H(y) e H(y|x) espresse in bit/sec. Consideriamo un
tempo T di osservazione molto lungo. Le quantit T H(x), T H(y), T H(y|x) rappresentano
allora rispettivamente il numero di bit emessi in media dalla sorgente in T secondi, il numero di bit emessi in media dal canale e, infine, il numero di bit dovuti allequivocazione.
Il numero di possibili configurazioni di durata T che la sorgente pu generare sono 2T H(x) ;
quelle alluscita del canale sono 2T H(y) . 2T H(y|x) sono il numero medio di configurazioni che
il canale, a causa della sua rumorosit, pu presentare in uscita in corrispondenza di una
particolare configurazione in ingresso. Se consideriamo una configurazione di n bit e lunga
T secondi, che quindi mediamente costituita da T H(x) bit, non tutti i bit arrivano esatti,
ma ci potr essere qualche errore. Naturalmente lerrore non viene commesso sempre nella
stessa posizione; si potr cio verificare che a fronte di una certa configurazione in ingresso
se ne potranno avere diverse in uscita. La quantit 2T H(y|x) rappresenta allora il numero
medio di configurazioni in uscita che corrispondono alla stessa configurazione in ingresso.
Se vogliamo fare in modo che nessuna configurazione in uscita possa essere generata mediante errore da pi di una configurazione in ingresso, il numero di configurazioni distinte
156
8. TEORIA DELLINFORMAZIONE
in uscita deve essere 2T H(x) 2T H(y|x) . In altri termini, se ad ognuna delle M configurazioni
in ingresso corrispondono, a causa degli errori del canale, N configurazioni in uscita, e se
alluscita vogliamo poter ricostruire esattamente le M configurazioni, necessario che le
M N configurazioni di uscita siano luna distinta dallaltra. Se infatti il risultato dellequivocazione su due o pi sequenze diverse lo stesso non pi possibile riconoscere la
sequenza di partenza.
TH(y|x)
NO!
TH(x)
TH(y)
CAPITOLO 9
Codici
9.1. Introduzione
Consideriamo dapprima un canale discreto, schematizzato come in figura
0
0
1
158
9. CODICI
Per lo stesso motivo, se il bit di parit non coincide, si pu considerare errata la parola
ricevuta, con un solo bit sbagliato. Con questa procedura ci si pu semplicemente accorgere di un errore, ma non lo si pu correggere, in quanto non possibile localizzarlo con
esattezza. In pratica ci che si fatto stato aggiungere un bit alla parola passando da 8
a 9 bit e, quindi, da 256 a 512 possibili configurazioni. Il nono bit non pu essere scelto a
piacere, ma fissato dalla regola della parit. In questo modo si proibito al trasmettitore
di usare 256 delle 512 configurazioni possibili: si sono abolite tutte quelle configurazioni
che differissero dalle altre in una sola posizione.
Codici a rivelazione derrore, in cui cio ci si accorge dellerrore ma non si in grado di
correggerlo, sono utili e utilizzabili solo nel caso in cui sia possibile attivare una procedura
ARQ, cio di richiesta automatica di ritrasmissione. ovvio che in questo caso necessario
che il collegamento sia bidirezionale, cio ci sia almeno un canale di servizio, anche se a
bassa velocit, che consenta al ricevitore di comunicare al trasmettitore che c stato un
errore e che, quindi, necessaria una ritrasmissione. Il costo dellottenimento di una
trasmissione con errori molto meno probabili rappresentato da un termine costante, cio
dai bit in pi necessari per mettere in piedi il codice a rivelazione di errore e da una parte
variabile, legata alle ritrasmissioni necessarie a correggere gli errori che il codice ha rilevato.
Nellesempio considerato, se il canale non commette errori la velocit di trasmissione
pari ad 8/9 della frequenza di cifra originariamente disponibile. Nel momento in cui, per,
il canale comincia a commettere errori, la frequenza media di trasmissione tende a calare,
dato che ogni volta che ci si accorge di un errore bisogna richiedere una ritrasmissione. Se
le prestazioni del collegamento crollano e la probabilit di errore sale, si pu arrivare al caso
limite di un errore ogni 9 bit e questo implicherebbe richiedere ogni volta la ritrasmissione,
senza mai riuscire ad ottenere la configurazione esatta. A questo punto la velocit di
trasmissione tende a zero.
Non sempre, tuttavia, possibile o conveniente implementare il canale di ritorno. In
questo caso, se si vuole abbassare la probabilit di errore, cio se si vuole mettere in piedi
una procedura che ci consenta di muoverci verso i limiti del teorema di Shannon, bisogna
escogitare un sistema diverso. Un modo molto semplice costituito dai codici a rivelazione
e correzione di errore. A titolo di esempio, consideriamo una generalizzazione del codice
di parit: si consideri un maggior numero di bit successivi e li si organizzi in una matrice
come in figura 9.1.2.
X
X
X
X X X X X X X X X
9.1. INTRODUZIONE
159
Anche in questo caso, per, non sempre certa la rilevazione dellerrore. Infatti pu
non essere verificato il bit di parit su una riga, per esempio, ma possono non esserci
problemi su nessuna delle colonne a causa di un doppio errore su una di esse. In questo
caso sappiamo che ci sono due parole sbagliate, ma non possibile identificare n quali
siano le righe sbagliate, n il bit errato allinterno di esse.
I codici hanno quindi capacit di rivelazione e correzione solo fino a complessit di un
certo limite e non oltre. Vediamo come si pu formalizzare loperazione di codifica e quella
di rivelazione e correzione dellerrore. evidente che quello che serve aggiungere bit, cio
utilizzare solo un sottoinsieme delle configurazioni possibili, in modo che il ricevitore possa
rilevare e, possibilmente, identificare lerrore.
possibile quantificare le propriet del codice quando si riesca a stabilire una metrica
mediante la quale misurare la distanza fra configurazioni binarie. In tal caso il processo
di decodifica pu essere schematizzato come segue: al ricevitore abbiamo una memoria
in cui vengono scritte tutte le configurazioni lecite. Quando si riceve una parola, questa
viene confrontata con tutte quelle memorizzate. Se essa coincide con una di queste, si
trovata la parola che, con maggiore probabilit, corrisponde a quella trasmessa. Se, invece,
la parola ricevuta diversa da tutte quelle memorizzate, stato commesso un errore.
Questo modo di procedere consente semplicemente di rivelare un errore, ma non di
identificarlo e correggerlo. possibile definire "distanza" tra due configurazioni binarie di
pari lunghezza il numero di posizioni in cui le due configurazioni differiscono. Per esempio
le parole
001011 e 001110
hanno distanza d = 2. Per identificare le posizioni in cui le parole non coincidono basta
effettuare uno XOR bit a bit e contare gli 1 nel risultato. La disponibilit di una misura
della distanza ci consente immediatamente di decidere quali propriet deve avere il codice
perch sia possibile accorgersi di errori singoli, doppi, ecc. o perch sia addirittura possibile
correggere gli errori. Se consideriamo una serie di possibili configurazioni binarie lunghe
x bit che abbiano tutte tra loro una distanza pari a t bit, fino a che non si commettono t
o pi errori per parola, possibile al ricevitore accorgersi dellerrore. t prende il nome di
distanza minima di Hamming.
Oltre ad accorgersi dellerrore, dato che a questo punto siamo in grado di misurare
la distanza che intercorre tra la configurazione ricevuta e tutte le configurazioni lecite,
possiamo mettere in piedi una procedura che consente anche, se le condizioni sono favorevoli, di decidere quali tra le configurazioni lecite quella che, con maggiore probabilit,
corrisponde a quella trasmessa.
Per rilevare e correggere n errori per parola serve un codice in cui la distanza di Hamming tra configurazioni lecite sia almeno pari a 2n + 1. infatti necessario che non si
finisca mai, a causa degli errori, a pari distanza tra due configurazioni lecite. ovvio che
in ogni caso non si pu essere deterministicamente sicuri di correggere lerrore, dato che
pu essere stato commesso un numero di errori molto maggiore di n. Questo tuttavia un
evento a probabilit molto bassa.
160
9. CODICI
k
X
ui
i=1
essendo la somma una somma modulo 2. Usando la formula precedente si ha una parit
pari.
Questo codice si indica con notazione tecnica come (k+1,k): un codice a blocchi ,
infatti, identificato da una coppia di numeri, di cui il primo indica il numero complessivo
di bit trasmessi ed il secondo il numero di bit di informazione. Abbiamo, quindi, 2k+1
possibili configurazioni, di cui, per, solo 2k sono utilizzate. Luso di questa ridondanza,
ovvero luso di solo una parte di tutte le possibili configurazioni, consente al ricevitore di
accorgersi di un eventuale errore. La distanza di Hamming tra qualunque coppia delle 2k
configurazioni lecite di questo codice 2. Daltra parte, si visto che se si vuole essere
in grado in ricezione, non solo di accorgersi di un errore, ma anche di capire quale fosse il
messaggio corretto allorigine della configurazione errata, necessario avere un codice con
distanza di Hamming d = 2t + 1, se t sono gli errori che si vuole essere in grado di rilevare
e correggere.
9.2.2. Soft decision. Con un solo bit di parit non si possono correggere degli errori,
ovvero non si pu abbassare la probabilit di errore di un sistema di trasmissione numerico
binario. Si possono rilevare solo errori singoli o in numero dispari. In realt, anche con un
solo bit aggiunto possibile ridurre la probabilit di errore, ma in un contesto diverso.
Un sistema di trasmissione binario schematizzabile come in figura 9.2.1.
0/1
generatore
forme
donda
mezzo trasm.
filtro
decisore
0/1
161
ai bit. In seguito, una volta effettuato questo taglio netto col decisore, ci si ricordati del
fatto che i bit non sono indipendenti tra loro, dovendo soddisfare una ben precisa legge
imposta dal codice.
Questa una informazione a priori che il caso di utilizzare tutte le volte che bisogna
prendere delle decisioni. Di conseguenza non molto sensato eseguire prima una decisione
bit per bit e verificare dopo la parit. pi sensato cercare di inglobare la verifica dellesattezza del codice nelloperazione di soglia analogica (decisione elementare bit per bit).
In pratica, invece di campionare e decidere ogni volta per un 1 od uno 0, memorizziamo
(concettualmente) tutti i valori degli 8 campioni successivi. Come decidere qual , con la
minore probabilit derrore, la parola trasmessa?
Si possono calcolare le configurazioni di campioni che si sarebbero ottenute al campionatore, in assenza di rumore, in corrispondenza di tutte le 2k parole di codice lecite. Si
hanno 2k vettori di n elementi che non sono pi 1 o 0, ma n misure (numeri reali). In
presenza di rumore, ad ogni campione sar sovrapposto del rumore. Per calcolare quale
tra tutte le possibili configurazioni quella pi probabile, bisogna calcolare la distanza tra
il vettore di campioni analogici misurati e tutti i vettori analogici calcolati in assenza di
rumore. Al solito, il vettore a distanza minima quello pi probabile. Naturalmente la
distanza da usare non potr pi essere la distanza di Hamming, ma il prodotto scalare o
norma euclidea.
A questo punto si potrebbe obiettare che tale procedura utilizzabile a prescindere
dallaggiunta del bit di parit: si pu effettuare una decisione multipla invece di decisioni
singole successive. Quello che la rende utile, per, che in presenza del bit di parit la
distanza tra tutte le possibili configurazioni raddoppiata.
Quindi, a patto di inglobare linformazione a priori sul codice nella posizione in cui
si fa la prima decisione, cio la decisione analogica, e quindi passando dalla distanza di
Hamming alla distanza euclidea, si pu ridurre la probabilit di errore anche con un solo
bit di parit (in grazia del fatto che a causa della codifica si inserita una dipendenza tra
i bit). Nel caso in cui si esegua prima la singola decisione e poi si considera il gruppo di
bit si parla di hard decision. Nellaltro caso, in cui si tiene memoria dei livelli analogici
alluscita del campionatore, per poi effettuare una decisione complessiva, si parla di soft
decision. In realt la hard decision e la soft decision rappresentano due situazioni estreme.
Per passare gradualmente dalluna allaltra si pu, invece di fare una quantizzazione a due
livelli, passare ad una quantizzazione a pi livelli.
Laggiunta di un bit con una legge ben precisa ha sostanziamente diluito linformazione
relativa a k bit in k + 1 intervalli temporali. Ma questo era quanto era logico fare per
ottenere da un sistema di trasmissione numerica delle prestazioni migliori. In un sistema
di trasmissione classico, come quelli gi considerati, anche in assenza di una limitazione di
banda, non si pu superare una certa velocit: aumentare la velocit vuol dire allargare
anche il filtro e quindi "ingurgitare" un livello di potenza di rumore tale da non poter pi
garantire un tasso di errore accettabile. Unalternativa possibile a questo modo di fare
andare pi lenti, usare un baud-rate minore e, quindi, forme donda pi lunghe, ma usarne
molte, pi di due. Infatti, man mano che si allunga la durata della singola forma donda,
man mano che si diluisce la decisione sul singolo simbolo trasmesso, si riesce sempre meglio
162
9. CODICI
a mediar via il rumore (che un processo a media nulla e che dar risultato zero solo
alluscita di una media su un periodo infinito). Un modo di procedere per tendere alla
capacit del canale analogico , quindi, quello di usare forme donda di lunghezza tendente
ad infinito, in numero anchesso tendente ad infinito: in questo modo nella media il tasso
di informazione diverso da zero, ma il rumore crea fastidio minimo. Con laggiunta
del bit di parit non abbiamo allungato le forme donda relative ai singoli simboli, ma
sostanzialmente abbiamo stabilito un legame temporale pi lungo aggiungendo una forma
donda che rappresentativa di quel bit di parit aggiunto alla fine. Quindi, inquadrando il
discorso in questo modo, ci si rende conto della maniera di procedere di tipo soft decision,
e del perch questo modo di procedere pu dare pi soddisfazione dellhard decision.
9.2.3. Codici a blocchi. Torniamo ai codici. Consideriamo un codice del tipo (n, k).
Possiamo generalizzare il concetto di codice a parit, aggiungendo pi di un bit di parit.
Si consideri un codice (7,4). Si usino cio 4 bit di informazione e 3 bit di parit. I 3
bit di parit si ricavino secondo le leggi
(9.2.1)
u5 = u1 u2 u3
u6 = u2 u3 u4
u7 = u1 u2 u4
163
Per il ricevitore, per, la cosa non cos semplice. In ricezione si ha uno shift register
in cui finiscono i 7 bit trasmessi: a questo punto bisogna decidere quale, tra le 2k possibili configurazioni lecite, quella che con maggiore probabilit stata trasmessa, ovvero
bisogna ricercare la configurazione a distanza minima da quella ricevuta. chiaro che
questo modo di procedere assolutamente inaccettabile perch la complessit dalla parte
del ricevitore cresce in maniera proibitiva.
Quello che si fa ricorrere a codici con una struttura algebrica tale che si possa fare
a meno di effettuare loperazione di confronto tra configurazioni per la ricerca di quella a
distanza minima. A titolo esemplificativo consideriamo un codice di Hamming (7, 4).
I codici di Hamming sono dei codici (2n 1, 2n 1 n) che hanno una distanza 3 e,
quindi, consentono di correggere un errore singolo. Se x indica la parola di codice, u i bit
di informazione e b i bit di parit, la parola di codice un vettore di n elementi costituito
dalla riunione di un vettore di k elementi (k bit di informazione) e di uno di n k elementi
(nk bit di parit). La composizione degli elementi a piacere: un modo molto semplice
porre i due vettori u e b in cascata ottenendo x = [u b]. Segue che nellesempio precedente
si ha
x i = ui
i = 1, , 4
x 5 = u1 u2 u3
(9.2.2)
x 6 = u2 u3 u4
x 7 = u1 u2 u4
Una volta data una interpretazione della parola di codice come vettore a n componenti,
la generazione dei bit di parit, e quindi della parola di codice, pu essere scritta con
notazione algebrica come segue
(9.2.3)
essendo x[1 n] u[1 k] G[k n] con
1
0
G=
0
0
x = uG
evidentemente
0
1
0
0
0
0
1
0
0
0
0
1
1
1
1
0
0
1
1
1
1
1
0
1
ottenuta a partire dalle (9.2.2). Si pu descrivere la formazione della parola del codice
di lunghezza n a partire dalla parola di informazione di lunghezza k come moltiplicazione
per la matrice G che la matrice di generazione del codice. La configurazione in cui G
si pu partizionare in una matrice identit di rango k (Ik ) ed una matrice di dimensione
k (n k) (P) si chiama forma canonica. La (9.2.3) ci consente di dire che tutte le 2k
possibili parole di codice si possono ottenere come combinazione lineare delle righe di G,
con opportuni pesi.
Il codice configura quello che in algebra si chiama spazio: infatti, si hanno un insieme
di elementi ai quali, se si applica loperatore somma, si ottiene ancora un elemento che
appartiene allo stesso spazio. Esiste lelemento nullo x = 000 , che appartiene al codice.
definita anche una norma, che la distanza di Hamming, oltre alla somma, che la somma
modulo 2. A questo punto, invece di cercare il vettore pi vicino a quello effettivamente
164
9. CODICI
ricevuto, si pu utilizzare la verifica di parit, come nel caso in cui si aveva un solo bit di
parit.
Si consideri la parola ricevuta y e si estraggano da essa i bit di informazione che, anche
se errati, rimangono i primi 4 (y1 , y2 , y3 , y4 ). Su di essi si calcolano i bit di parit y 5 , y 6 , y 7 ,
applicando le regole del codice, che sono note, e li si confrontano con quelli effettivamente
ricevuti y5 , y6 , y7 . Si ottiene una parola binaria in cui ogni bit risulta dalla somma modulo
2 tra il bit di parit effettivamente ricevuto ed il bit di parit ricalcolato localmente
y6 y 6
y7 y 7
s = y5 y 5
Questa configurazione binaria, lunga n-k bit, prende il nome di sindrome del codice.
Essa indica di quale "malattia" ha sofferto la parola di codice nel transitare lungo il canale.
Naturalmente non si ha una sindrome diversa per ogni possibile errore: se cos fosse,
potremmo correggere tutti gli errori possibili, e ci non plausibile. In realt, ci sono
insiemi di possibili configurazioni di errori che producono le stesse sindromi. Se il codice
stato progettato in modo sensato, di tutte le possibili configurazione derrore che danno
luogo alla stessa sindrome ce ne sar una sola che corrisponde ad un numero di errori
inferiore al massimo numero di errori che il codice pu correggere: tutte le altre saranno
relative ad un numero di errori maggiore.
Per esempio, un codice di Hamming (7, 4) pu correggere un errore singolo. Lerrore pi
probabile quello che corrisponde ad un solo bit sbagliato. Questa scelta deriva dalla solita
osservazione secondo la quale le parole che hanno la stessa sindrome, ma configurazioni tali
da avere pi bit errati, sono meno probabili rispetto a quelle che hanno, nel nostro caso,
un solo bit sbagliato. Quindi, in pratica, quello che si fa calcolare la sindrome e decidere
qual la configurazione di errore singolo che ha potuto dar luogo allerrore, che pertanto
pu essere corretto.
Per il calcolo della sindrome si prende la parola ricevuta y e si ricalcolano i k bit di
parit mediante il prodotto tra i primi 4 elementi del vettore y (indicati con y14 ) e la
matrice P, infine si effettua la somma modulo 2 fra il risultato del prodotto e gli elementi
y57 .
s = [y14 ]P [y57 ]
o, in generale
s = [y1k ]P [y(k+1)7 ]
Lultima formula si pu anche scrivere
P[k (n k)]
= yHT
s = y
Ink
essendo ovviamente
H[(n k) n] =
PT [(n k) k]
Ink
1 1
H= 0 1
1 1
165
ha
1 0 1 0 0
1 1 0 1 0
0 1 0 0 1
1 0 1
1 1 1
1 1 0
s= 1 0 1 0 1 1 1 0 1 1 = 1 0 0
1 0 0
0 1 0
0 0 1
La cosa pi ragionevole ipotizzare che lerrore si verificato sul quinto bit e quindi
la configurazione derrore sia 0000100. In quanto detto implicita la considerazione che la
sindrome dipende solo dallerrore. Infatti la parola ricevuta y pu essere considerata come
la parola effettiva di codice trasmessa x, alla quale il canale ha aggiunto (in modulo 2) una
parola di errore e. Cio
y =xe
In ricezione si effettua il calcolo della sindrome
s = yHT = (x e)HT = xHT eHT = eHT
essendo xHT = 0 (x una parola del codice). In base a quanto detto possiamo dire che la
sindrome una media pesata delle righe di HT (o delle colonne di H). Dato che s = eHT
e dato che tra tutte le possibili configurazioni di errore quella pi probabile quella con
un solo errore (il vettore e costituito da tutti 0 tranne un 1 nella posizione in cui si
verificato lerrore), chiaro che il prodotto eHT isola la colonna di H (riga di HT ) che
corrisponde alla posizione dellerrore. per questo che nellesempio precedente lerrore
sul quinto bit (la configurazione ottenuta coincide con la quinta riga). A questo punto
siamo in grado di correggere lerrore.
Una famiglia di codici molto potenti quella in cui una parola di codice si ottiene da
unaltra parola di codice semplicemente per uno shift circolare dei bit (codici ciclici ).
Abbiamo visto che nel caso di soft decision manteniamo pi informazione, non sprechiamo linformazione sul codice per cercare di prendere una decisione pi ponderata sul
blocco complessivo di n bit. Questo discorso si pu vedere in altro modo: effettuare una codifica significa forzare memoria dove fino a prima si erano considerati i bit statisticamente
indipendenti.
Si pu fare unaltra osservazione sui codici di Hamming. Si ricordi che sono del tipo
n
(2 1, 2n 1 n). evidente che, al crescere di n, il numero di bit di parit che si devono
aggiungere per correggere un errore continua ad aumentare. quindi evidente che se si
1Naturalmente
per tutte le parole del codice la sindrome zero, dato che per definizione esse devono
soddisfare la legge di parit.
166
9. CODICI
vogliono delle prestazioni abbastanza accettabili (anche con codici abbastanza scadenti in
prestazione come quelli di Hamming), ovvero riuscire a correggere lerrore singolo, ma con
una percentuale di incremento pi bassa, bisogna usare blocchi pi grandi. Allaumentare
delle dimensioni del blocco, per, comincia a diventare non pi trascurabile la probabilit
dellevento "2 errori nel blocco": bisognerebbe passare allora a codici che consentano la
correzione di 2 errori, cosa che i codici di Hamming non possono fare.
In definitiva, riassumendo, si ha che lelemento che consente di correggere gli errori
la memoria che inseriamo allinterno del sistema, cio la dipendenza tra i vari bit. Questo
modo di agire risulta tanto pi efficiente, dal punto di vista della identificazione e correzione
degli errori, quanto pi lunga la memoria. Infatti, quanto pi lunga la memoria, tanto
diverso il comportamento tra il codice, che ha una regolarit ben precisa, e gli errori, cio
il rumore, che invece ha un comportamento completamente casuale.
Allaumentare della lunghezza del blocco sorgono per dei problemi. In primo luogo,
quanto pi grande il blocco, tanto pi complicato deve essere lhardware in grado di identificare ed eventualmente correggere lerrore. Problema ancora pi grande del precedente
quello relativo al ritardo di trasmissione che cresce al crescere della grandezza del blocco.
Il ritardo di trasmissione pu essere inaccettabile in alcune applicazioni, soprattutto in
presenza di trasmissione bidirezionale o di controllo remoto di dispositivi. Daltra parte si
osservi che ci che rende pi sicura la correzione dellerrore non tanto la lunghezza del
blocco, ma la lunghezza della memoria.
9.3. Codici convoluzionali
Ci chiediamo allora se sia possibile realizzare un sistema di codifica che abbia memoria
grande, ma che possa avere un ritardo di trasmissione contenuto. Il problema risolto
per mezzo dei codici convoluzionali, che sono una generalizzazione dei codici a blocchi.
Consideriamo la memoria del codificatore e supponiamola enormemente lunga.
N
167
e nessuna capacit di correggere errori: infatti, esso trasmette due bit per ogni bit di
informazione. Se la codifica tale che a 0 associa 00 ed a 1 associa 11, in caso di errore,
cio se si ottenesse 01, si finirebbe in una configurazione a pari distanza tra le configurazioni
lecite (la distanza del codice 2), non riuscendo cos a correggere lerrore. Nel caso di un
codice convoluzionale, invece, in cui la configurazione da trasmettere non dipende solo ed
esclusivamente dal valore del simbolo da trasmettere in quellistante, ma anche da una
certa storia passata della sorgente, si ha un guadagno anche con un codice cos semplice.
Realizziamo allora una struttura in cui sia presente memoria del passato, per esempio
lunga 2. I bit in arrivo sono bi
c k1
bk
b k1
b k2
c k2
00
b k =1
b k =0
11
01
01
10
10
00
10
11
01
168
9. CODICI
0
00
11
00
00
11
11
01
00
11 11
00
01
00
11
11
11
00
00
01
00
01
01
10
10
11
10
10
10
01
01
10
10
10
01
Supponiamo che sia il trasmettitore che il ricevitore sappiano che allistante 0 si parte
dallo stato 00 ( una limitazione che in effetti si pu eliminare).
2Mettiamo
a sinistra lultimo bit o coppia di bit arrivati. Nel nostro caso 10 la prima coppia di bit
arrivati e 11 lultima.
1 [2]
3 [2]
3
4 [0]
1 [1]
3 [2]
4 [3]
2 [0]
3 [1]
3 [2]
4 [3]
4
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
5
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
6
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
169
7
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
8
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
9
[0]
[1]
[2]
[3]
[0]
[1]
[2]
[3]
Allistante 1 arriva la coppia 10. Essa in effetti non pu portarci in nessuno degli stati
leciti, dato che saremmo finiti nello stato 2 (10) se fosse arrivato 11 e nello stato 0 (00)
se fosse arrivato 00. Dato che arrivato 10 possiamo finire nello stato 0 pagando 1 bit di
penalizzazione (1 bit errato) o nello stato 2 sempre pagando 1 bit. Il numero tra parentesi
quadre mantiene memoria della strada fatta per arrivare nello stato corrispondente alla
riga: cio necessario dato che al momento non si pu decidere quale strada sia esatta. Con
questa operazione abbiamo assegnato un costo al fatto che la transizione sia forzata anche
in presenza di una configurazione ricevuta errata. In realt abbiamo anche considerato un
costo intrinseco delle transizioni. Infatti si ha che il costo di finire nello stato 1 e nello
stato 3 allistante 1 infinito. Infatti tali transizioni sono sostanzialmente impossibili.
Quindi per decidere qual il cammino a costo minimo bisogna fissare due cose: il costo
del percorrere il singolo tratto ed il costo della transizione da uno stato ad un altro. Il
costo scelto per le transizioni, in questo contesto, il seguente: se la transizione lecita, il
costo 0, se la transizione non lecita il costo infinito.
Nellistante 2 possiamo trovarci in uno qualsiasi dei 4 possibili stati: per levoluzione
considerata, tuttavia, possiamo arrivare in ognuno di tali stati da una sola strada. La coppia
ricevuta allistante 2 01. Passare dallo stato 0 allistante 1 allo stato 0 allistante 2 ci costa
una penalit, dato che abbiamo ricevuto 01, mentre avremmo dovuto ricevere 00. Dato che
nellistante 1 avevamo gi una penalit, in totale abbiamo 2 penalit. La strada percorsa
00. Col metodo descritto si prosegue nella compilazione della tabella. Si noti che allistante
3 si pu giungere in ciascuno stato mediante 2 possibili percorsi. Nel nostro caso la tabella
finisce allistante 3. Se per dovesse continuare, in ciascuno degli stati dovremmo eliminare
il percorso che ci costa maggiormente (percorsi segnati nella tabella). Infatti, man mano che
si procede, le penalizzazioni possono solo aumentare o, nella migliore delle ipotesi, restare
stabili: quindi lecito, gi a questo stadio (e anche nei successivi), eliminare i percorsi
pi costosi e lasciare memoria nel sistema solo di quelli pi economici. Se i due percorsi
per giungere in uno stato hanno lo stesso costo, si pu scegliere indifferentemente luno o
laltro proprio in virt del fatto che hanno lo stesso costo. Alla fine, dopo aver ricevuto
tutta la stringa, e cio in teoria dopo aver aspettato un tempo infinito, ci si ritrova in una
situazione in cui ogni stato identifica un cammino sopravvisuto; arrivare in ciascuno dei
possibili stati coster una cifra differente. A questo punto basta scegliere ancora una volta
il cammino a costo minimo. Nel nostro caso bisognerebbe scegliere il cammino con costo
1, che 021.
170
9. CODICI
ovvio che si effettua una decodifica a minima probabilit di errore a posteriori. Questo
modo di procedere ha tuttavia una controindicazione: il ritardo con cui si pu prendere
una decisione. Lunica soluzione prendere delle decisioni intermedie, non ottimali: per
esempio, nel nostro caso, decidere allistante 3. Pu succedere che, se per un lungo periodo
di tempo il canale non sbaglia, diventa a costo minimo arrivare in tutti gli stati, percorrendo
sempre la stessa strada. In questo caso non necessario dilazionare la decisione. Quindi,
in definitiva, la decisione si pu prendere quando si verifica un numero limitato o nullo di
errori per un periodo di tempo sufficientemente lungo, oppure, se tale situazione non si
verifica, fotografando la situazione in un certo istante e prendendo una decisione locale.
Questo metodo pu essere utilizzato anche per scopi diversi e, generalmente, per tutti
quei problemi in cui il modello del sistema di tipo Markov: lo stato attuale dipende
dallingresso attuale e da un intervallo limitato del passato. chiaro che quanto pi lungo
il passato che concorre a determinare il futuro, tanto pi complicato il grafo, perch
tanto pi esplode il numero degli stati possibili. Come costo di un cammino stata usata
la distanza di Hamming tra la configurazione ricevuta e la configurazione memorizzata.
Naturalmente si pu fare qualcosa di pi sensato, che pu portarci pi vicino allottimo
teorico. In altri termini si pu non usare la distanza di Hamming, memorizzare non tanto la
configurazione binaria, ma i valori dei campioni analogici in assenza di rumore nellistante di
campionamento, e confrontare questi valori analogici con i valori che invece campioniamo
in presenza di rumore. Si tratta, cio, di passare dai bit ottenuti alluscita del canale
ai valori analogici alluscita del campionatore, e usare non pi la distanza di Hamming,
ma la distanza euclidea tra il vettore costituito dai valori di tensione che teoricamente ci
aspettiamo, e il vettore costituito dai valori di tensione effettivamente misurati alluscita
del filtro di ricezione.
Esempio. Supponiamo di avere 3 bit di informazione e 1 bit di parit pari. Si hanno
le seguenti possibili configurazioni.
000
001
010
011
100
101
110
111
0
1
1
0
1
0
0
1
171
0000 -a -a -a -a
0011 -a -a +a +a
0101 -a +a -a +a
0110 -a +a +a -a
1001 +a -a -a +a
1010 +a -a +a -a
1100 +a +a -a -a
1111 +a +a +a +a
I 4 valori di tensione misurati al campionatore siano v1 , v2 , v3 , v4 . Per decidere qual
la parola di codice binario che corrisponde alla quaterna v1 , v2 , v3 , v4 basta minimizzare
la seguente quantit
(v1 ai1 )2 + (v2 ai2 )2 + (v3 ai3 )2 + (v4 ai4 )2
rispetto allindice i. Si tratta in pratica di trovare la configurazione pi vicina a quella
ricevuta in termini di distanza euclidea e non di distanza di Hamming. A questo punto
potrebbe sembrare inutile la presenza del bit di parit. In effetti laggiunta del bit di parit fa raddoppiare la distanza tra le possibili configurazioni, permettendo cos la riduzione
della probabilit di errore. Non sarebbe possibile ottenere quanto detto inglobando semplicemente un altro bit di informazione: in questo caso, infatti, la distanza tra le quaterne
(nel nostro caso) sarebbe equivalente alla distanza tra le terne.
Il nostro obiettivo quello di implementare un sistema complessivo (comprensivo delle
apparecchiature a monte e a valle in figura) le cui prestazioni approssimino meglio i limiti
di Shannon.
sorgente
codifica
sorgente
codifica
canale
codifica
linea
canale
decodif.
linea
decodif.
canale
decodif.
sorgente
172
9. CODICI
che il codice compensi non solo gli errori in pi che fa il canale costretto ad andare pi
veloce, ma anche qualcuno in pi. Quindi il guadagno dovuto alla codifica deve essere
superiore alle perdite che si hanno nel sistema hardware a causa dellaumentata velocit,
affinch tutto sia utile. Se il guadagno nullo meglio non mettere in piedi il sistema di
codifica.
Se per avere un miglioramento devo aumentare la potenza da trasmettere, c qualcosa
che non torna: infatti, allaumento di potenza trasmessa corrisponde una riduzione sensibile
della probabilit di errore senza luso di alcun tipo di codice.
A questo punto ci si pu chiedere se ha senso spezzare le funzioni di codifica di linea e
codifica di canale. Infatti ci che si fa con i codici a correzione derrore fare in maniera
tale che la statistica della sorgente venga adattata alle propriet statistiche del canale trasmissivo, in modo che linformazione che giunge allutente sia la quota massima possibile
dellinformazione emessa dalla sorgente pur utilizzando un canale che non avrebbe una
capacit pi alta. Tutto il discorso serve per approssimare il pi possibile le prestazioni
limite di Shannon. Abbiamo gi visto, a proposito della soft decision, che possiamo avvicinarci maggiormente a tali prestazioni limite se consideriamo la possibilit di agire sul
canale analogico.
In base alle osservazioni allora fatte deduciamo che non pu essere ottima la strategia
che compie ladattamento della sorgente al canale analogico nei passi seguenti
- prima adatta la sorgente binaria al canale binario (codifica di canale)
- poi, allinterno, adatta linformazione binaria alle propriet fisiche e statistiche del
supporto fisico sul quale trasmettere le informazioni (codifica di linea).
Sarebbe meglio abolire questa barriera e fondere la codifica a protezione derrore con
la codifica di linea. Si possono cio usare le regole alla base della codifica convoluzionale
non per decidere prima quale coppia di bit e poi quale coppia di forme donda trasmettere,
ma per decidere direttamente quale, tra un set sovradimensionato di forme donda, effettivamente trasmettere in linea. Vediamo meglio. La capacit di un codice convoluzionale
di correggere errori valutabile dal seguente discorso. ovvio che fino a quando non ci
sono errori il cammino nel grafo unico. Una deviazione da questa situazione si avr
semplicemente in presenza di un errore, quando si generano delle biforcazioni, cio delle
traiettorie alternative. Prima o poi tali traiettorie si riunificano. Per decidere qual la
capacit di protezione derrore del sistema basta calcolare la distanza di Hamming tra le
sequenze generate in seguito allerrore. Fino a quando tale distanza minore di un valore
fissato, si sempre in grado di fare la scelta a massima verosimiglianza. Quindi la capacit di correggere gli errori di un codice convoluzionale non tanto legata alla ridondanza
puntuale, cio al fatto che in corrispondenza di ogni ogni scelta ne tira fuori due, quanto al
fatto che tali scelte, impilate con una regola opportuna, costruiscono delle strade che alla
lunga risultano nettamente distinguibili luna dallaltra. Lo stesso discorso vale quando si
applica direttamente la logica della codifica convoluzionale alla scelta delle forme donda.
Vediamo cosa significa quanto detto. Consideriamo un sistema binario e supponiamo di
voler sovrapporre alla trasmissione il concetto della codifica convoluzionale. Per far ci
bisogna mettere in piedi una macchina a stati finiti che, in corrispondenza di ogni bit in
ingresso fornisca in uscita, secondo le regole cucite al suo interno, due scelte binarie, cio
173
una tra 4 possibili decisioni. Di conseguenza, se usiamo un codice con rate=1/2 dobbiamo
aver disponibili 4 possibili forme donda (passeremo da PSK a QAM).
In funzione della decisione del codice, otteniamo direttamente la forma donda da trasmettere. Ci diverso dal forzare la codifica convoluzionale dei bit a monte di un sistema
di trasmissione binario: in questo caso, in corrispondenza di un raddoppio del numero di
bit per unit di tempo bisogna trasmettere un numero di forme donda doppio. Nel nostro
caso, invece, si usa lo stesso baud-rate (stesso numero di forme donda per unit di tempo),
solo che la forma donda viene scelta in un insieme pi ampio di forme donda e non in
un set binario. La regola con cui selezionare la forma donda viene stabilita in funzione
di un algoritmo di codifica convoluzionale. Questo significa che in sede di ricezione non
pi pensabile di separare la decisione binaria dalla successiva elaborazione allinterno di
un algoritmo di Viterbi. In questo contesto si obbligati ad ipotizzare una decodifica con
macchina sequenziale, tipo decodificatore di Viterbi, al cui interno per il costo dei vari
cammini viene valutato usando la norma euclidea e non la distanza di Hamming. La banda del sistema resta inalterata. Se non si vuole pagare in termini di aumento di potenza,
bisogna ridurre la potenza su ogni canale del QAM di 3 dB. Il guadagno che deve conseguire dallavere implementato questo tipo di scelta dinamica di forme donda deve essere
tale da bilanciare abbondantemente la perdita di 3dB sul singolo canale. La probabilit
di errore alluscita del decodificatore di Viterbi deve essere in totale pi bassa di quella
che si aveva prima con 3 dB in pi su una sola portante. Questo in effetti quello che
succede. A questo punto si pu pensare di andare oltre: invece di usare un codice con
rate=1/2, se ne pu usare uno con rate=1/3. Si pu cio aumentare il numero di possibili
forme donda da scegliere, tra le quali se ne rendono possibili solo 2 in funzione del bit di
ingresso. In realt si dimostrato che nel passaggio da nessuna codifica ad una codifica
con rate=1/2 si guadagna parecchio e le prestazioni si avvicinano bruscamente al limite
teorico di Shannon. Diminuendo ulteriormente il rate si hanno solo lievi miglioramenti e
non ne vale la pena. Daltra parte si visto che i ponti radio con costellazioni multiple
sono molto utilizzati, e quindi il fatto di non usare costellazioni pi grandi nella codifica
pu essere una controindicazione. Supponiamo, per esempio, di voler usare un sistema
a 8 livelli: abbiamo bisogno di 3 decisioni binarie per mettere in grado il generatore di
forme donda di decidere la forma donda da trasmettere. Se dovessimo usarle tutte per
la codifica, dovremmo asservire tutti i 3 bit al codificatore. In realt, visto che basta raddoppiare la dimensionalit dello spazio dei segnali per ottenere tutto il vantaggio, si pu
asservire una coppia di decisioni allinformazione da trasmettere con codifica convoluzionale, mentre utilizziamo le altre scelte binarie, che a questo punto inutile che impongano
altra ridondanza, direttamente per trasmettere informazione. Visto allora che, nel nostro
caso, aggiungiamo ridondanza solo allinterno di due scelte, lasciando la terza interamente
a disposizione dellinformazione da trasmettere, riusciamo a utilizzare i concetti visti prima
in un contesto in cui la costellazione di forme donda pari a 8.
Questa codifica va sotto il nome di TRELLIS CODING (codifica a traliccio). quella
che consente di avvicinarsi il pi possibile alle prestazioni teoriche previste dalla teoria di
Shannon.
174
9. CODICI
bit
dinformazione
codif.
rate 1/2
modulatore
multilivello
APPENDICE A
Potenza disponibile
A.1. Trasferimento di potenza tra generatore e carico
generatore
carico
R +jX
C C
E
PL = VL IL = E
IL
RL+jX L
VL
RL + XL
1
E
=
RC + RL + (XC + XL )
RC + RL (XC + XL )
RL + XL
(RC + RL )2 + (XC + XL )2
Bisogna trovare limpedenza del carico in corrispondenza della quale il trasferimento di
potenza reale al carico massima. Dalla (A.1.1) evidente che dovr essere
(A.1.1)
= |E|2
XL = XC
Per la componente resistiva bisogner risolvere lequazione
d
d
RL
=0
Re [PL ] =
|E|2
dRL
dRL
(RC + RL )2
1
2RL
2
|E|
=
(RC + RL )2 (RC + RL )3
RC RL
= |E|2
=0
(RC + RL )3
che ha soluzione RL = RC .
Ne consegue che il carico al quale il generatore con impedenza interna
ZC = RC + XC
eroga il massimo di potenza reale un carico con impedenza
ZL = RC XC = ZC
175
176
A. POTENZA DISPONIBILE
|E|2
4RC
Indice
Capitolo 1. Generalit sui sistemi di trasmissione
1.1. Problematiche poste da un sistema di telecomunicazioni.
1.2. Il rumore
1.3. Rumore in catene di amplifcazione
3
3
5
9
17
17
19
19
27
28
42
48
55
55
56
71
78
87
96
101
103
109
109
110
123
131
131
134
143
143
177
178
INDICE
148
152
155
Capitolo 9. Codici
9.1. Introduzione
9.2. Codici a blocchi
9.3. Codici convoluzionali
157
157
160
166
175
175