"Fra il compimento della prova e il compimento del concetto per il quale la critica ha avuto principio di esercizio, si interpone, infatti, senza origine possibile fra l'uno e l'altro, segno di cesura ma anche fondamento di apodissi, l'opera della differenza."
In un dialogo continuo e serrato fra Aristotele e Kant, Nicolaci analizza, spiega e medita le aporie della "Ragione Pura Pratica" e il fondamento della conoscenza morale nelle tre "Critiche" del filosofo di Könisberg, con una profondità ammaliante.
Nel volume in mio possesso l'ultima pagina non è stata inchiostrata e non si legge quindi: si intuiscono le ultime parole, impresse in bianco su bianco dal piombo dei caratteri della matrice tipografica — "...non è vano pensare".
Original Title
Giuseppe Nicolaci - Aporetica della conoscenza morale
"Fra il compimento della prova e il compimento del concetto per il quale la critica ha avuto principio di esercizio, si interpone, infatti, senza origine possibile fra l'uno e l'altro, segno di cesura ma anche fondamento di apodissi, l'opera della differenza."
In un dialogo continuo e serrato fra Aristotele e Kant, Nicolaci analizza, spiega e medita le aporie della "Ragione Pura Pratica" e il fondamento della conoscenza morale nelle tre "Critiche" del filosofo di Könisberg, con una profondità ammaliante.
Nel volume in mio possesso l'ultima pagina non è stata inchiostrata e non si legge quindi: si intuiscono le ultime parole, impresse in bianco su bianco dal piombo dei caratteri della matrice tipografica — "...non è vano pensare".
"Fra il compimento della prova e il compimento del concetto per il quale la critica ha avuto principio di esercizio, si interpone, infatti, senza origine possibile fra l'uno e l'altro, segno di cesura ma anche fondamento di apodissi, l'opera della differenza."
In un dialogo continuo e serrato fra Aristotele e Kant, Nicolaci analizza, spiega e medita le aporie della "Ragione Pura Pratica" e il fondamento della conoscenza morale nelle tre "Critiche" del filosofo di Könisberg, con una profondità ammaliante.
Nel volume in mio possesso l'ultima pagina non è stata inchiostrata e non si legge quindi: si intuiscono le ultime parole, impresse in bianco su bianco dal piombo dei caratteri della matrice tipografica — "...non è vano pensare".