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Udienza del 2 aprile 2014 Chi rompe NON paga e i cocci NON sono suoi.

Solvay non vuole pagare il danno ambientale, la bonifica, i risarcimenti alle vittime. E volano gli stracci con Ausimont. Ci godono i consulenti doro. E i PR. Solvay si era spaventata. Il Ministero dellAmbiente (ISPRA) aveva stimato provvisoriamente un acconto di 51 milioni di euro come prima valutazione del danno ambientale di Spinetta Marengo. Nel conto finale quei milioni possono dunque diventare miliardi, ha paventato Solvay, considerando che lIstituto Superiore di Sanit ISS per la consorella Solvay di Bussi (Pescara) ha stimato in 8,5 miliardi il danno e 800 milioni la bonifica. Cos la multinazionale belga ha cercato di mettere le mani avanti portando in udienza un consulente Luca Prosperetti che, dallalto del principio chi inquina non paga, ha riveduto i conti dellISPRA prendendo a riferimento le tariffe delle bollette dellacqua. Come se lISPRA invece (vedi pag. 77 del dossier) non avesse correttamente fatto un primo calcolo sui danni per doloso avvelenamento delle acque e dolosa omessa bonifica addirittura avvertendo di non aver preso ancora in esame i danni per la contaminazione della falda profonda e dellespansione dellavvelenamento a monte e a valle dello stabilimento, nonch al fiume Bormida, inoltre i danni sugli ecosistemi e sulla salute della popolazione, i costi per un sollecitato studio epidemiologico, e dunque i costi per le patologie e i decessi, i risarcimenti, i costi del Servizio sanitario nazionale, le spese delle Pubbliche Amministrazioni eccetera. Complessivamente un danno ambientale in progressivo aumento fino alla conclusione della bonifica: dieci, ventanni o mai pi. Altro infortunio processuale Solvay lha patito con la questione del presunto Piano di bonifica da essa presentato in pompa magna. Anche il consulente di Ausimont, Maurizio Onofrio, lha bocciato sonoramente. Come aveva gi ampiamente fatto Medicina democratica (pag. 60 del Dossier). Il capo cordata degli avvocati Solvay, Luca Santamaria, evidentemente a corto di argomenti, ha approfittato della licenza che gode in tribunale insultando platealmente Onofrio: sleale, disonesto, incompetente, piazzista. Se un centesimo dello offese sfuggisse dalle labbra di una delle vittime parti civili presenti, questa sarebbe, come successo, espulsa dallaula. Malgrado lintimidazione, a stento Onofrio ha ribadito che linquinamento delle acque colpa di Solvay che ha sversato veleni sopra i depositi che a loro volta sono finiti in falda. Con altro stile rispetto al titolato collega, lavvocato Dario Bolognesi (Solvay), che sempre punta sul suo sorriso per ammaliare la Corte, ha cercato di fare su il consulente di Ausimont Del Frate che aveva relazionato sullinquinamento dei terreni (sui quali Solvay ha buttato inquinanti sopra gli inquinanti). E lha tempestato di domande, ma non sui terreni bens sullinquinamento delle acque. Si conclusa cos linterminabile volutamente sgangherata sfilata dei consulenti dei parenti serpenti Ausimont e Solvay, che tutto hanno detto e il contrario di tutto. C chi conteggia le consulenza da 100 mila a 500 mila euro. Ciascuna. Con simili introiti hanno ben motivo di essere allegri, ma almeno dovrebbero possedere il pudore di non ridere in faccia alle vittime. Le mezze verit di Ausimont e Solvay si sono trasformate in una enorme falsit comune. Ausimont dice la verit quando dice che Solvay dopo il 2002 Solvay ha peggiorato lambiente, dice il falso quando dice che prima (del 2002) non cera inquinamento. Solvay dice la verit quando dice che da Ausimont ha ereditato un gigantesco inquinamento, dice il falso quando dice che dopo (il 2002) ha migliorato linquinamento e non peggiorato.

La verit, il contrario delle due falsit, semplice: Solvay ha peggiorato linquinamento di Ausimont. Infatti per entrambe i capi di imputazione sono: avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica. Ultima considerazione: Solvay in PR Pubbliche Relazioni ha battuto Ausimont dieci a zero.

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