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il commissario li interrog.

Ma, quando il primo interrogato ebbe detto: Sono il d uca d'Aumale, il povero commissario che si vide innanzi senza la maschera il prin cipe reale (si era allora appunto sotto il regno di Luigi Filippo), balbett confu samente alcune scuse e rilasci il prigioniero. La stessa scena avvenne, quando il secondo ebbe detto d'essere il principe di Joinville . Fu la volta di Dumas, il quale prontamente rispose: - E io sono ilduca di Nemours! E se ne and difilato. Se non che il commissario cominciava ad aver dei sospetti d i tutta quella clientela principesca e, quando si present il quarto, il quale dic hiarava d'esser nientemeno il duca d'Orlans, gli rispose: Posso essere ingannato tre volte, ma non quattro. Questa notte V stra Altezza re ster mio ospite. E lo mise dentro. (Les nouvelles littraires, 28 luglio 1923). O 4506. Si dava il Demimonde di Dumas figlio. Alla prima rappresentazione assist evano insieme, in un palco, Ernesto Rossi e Dumas padre. La parte della protagon ista Susanna era recitata da Rosa Chery. Evidentemente osserv Ernesto Rossi quell'attrice ha appartenuto un tempo a quel m ondo equivoco che rappresentato dalla commedia, tanto bene rappresenta la sua pa rte e con tanto senso di verit. T'inganni rispose Dumas padre la Chery un'onesta sposa e una madre esemplare. Su lle scene proprio una mosca bianca. Tanto pu l'arte, dunque! E che ne dite del dramma? Sei pazzo! Vorresti che facessi io la critica di mio figlio? Ti dir solo: che egl i comincia dove io finisco. Per si messo sulla punta di un ago. Se-ci resta bravo ! (Rossi, Quarant'anni di vita artistica). 4507. Per spiegare la differenza grandissima che era tra la sua arte e quella di suo figlio, Alessandro Dumas diceva: Io prendo i miei soggetti nel sogno e mio figlio nella realt. Io lavoro a occhi chiusi, e lui con gli occhi ben spalancati. Io mi allontano dal mondo che mi cir conda; e lui ci si mette in mezzo. Io disegno, egli fotografa. Io sono nato in u n'epoca pittoresca e poetica, e fui idealista; egli nato in un'epoca mate-- real ista e sociale, e fu realista. (Revue de Paris, 15 dicembre 1905) . 4508. Un ammiratore di Dumas padre domandava un giorno al figlio quale era il se greto dell'arte avvincente del gran romanziere. Ecco rispose Dumas figlio. Una volta, arrivando a casa di mio padre, il servo mi avvert che non era possibile vederlo perch stava lavorando. Avendo io ragione di vederlo, mi misi ad aspettarlo in una stanza vicina al suo studio, quand'ecco se ntii uscir dallo studio di mio padre uno scroscio di risa. Dunque, io conclusi d a quelle risa, mio padre non solo e non vero. che lavora. Perci posso entrare . En trai infatti e trovai mio padre solo al suo tavolo di lavoro, intento a scrivere . Avendogli allora domandato ragione di quelle risa, mi tese la pagina che stava scrivendo, dicendomi: Leggi questa pagina che ho scritto e capirai . Orbene conc ludeva Dumas figlio ecco il segreto di mio padre: per divertire gli altri bisogn a che lo scrittore cominci col divertirsi lui a quel che scrive. (Revue des deux mondes, giugno 1933). 4509. Alessandro Dumas era molto generoso e anche delicato nelle sue generosit. P er dodici anni di seguito volle alla sua mensa un povero diavolo morto di fame c he si diceva scrittore. Ma il disgraziato temeva di abusare di una ospitalit cos p rolungata a gratuita. Allora Dumas gli disse: Niente affatto, io anzi intendo di sfruttarti. In compenso dei miei pranzi, tu p uoi rendermi un gran favore e propriamente di passare tutti i giorni sul Ponte N uovo per vedere la temperatura che segna il termometro che vi stato messo. Ci mi servir a prevedere quanta gente andr a teatro la sera ai miei drammi. La cosa di una capitale importanza per me, e io non ho tempo -d farla per sonalmente. Il buon diavolo credette ingenuamente alla realt di- quel servigio e naturalmente tutti i giorni, per parecchi anni di seguito, fece la sua ispezione al Ponte Nu ovo, portandone poi i risultati a Dumas, il quale non sapeva che farsene di quei dati, ma non manc mai di ringraziare calorosamente l'amico e commensale, come se davvero gli rendesse un favore grandissimo. (Manuel gnral, 23 novembre. 1935).

4510. In occasione del colera del 1832, -alcuni scienziati avevano scritto che l e malattie epidemiche in genere e il colera in ispecie facevano poche vittime tr a i letterati, e ci a causa della loro vita raccolta e solitaria. Or avvenne che Roger de Beauvier, letterato famoso per le sue distrazioni, non o stante queste affermazioni dei medici, cadde malato di colera. Alessandro Dumas allora disse: Guarda, guarda Roger cos distratto che capace di morire di colera. (BERTARELLI, E scutapio ride). 4511. Quando uscirono i Girondini di Lamartine, Alessandro Dumas us questa caratt eristica espressione: Ecco finalmente la storia innalzata alla dignit di romanzo! (Nuova Antologia, 189 0). 4512. Il grande scrittore inglese Thackeray aveva una grande stima di Alessandro Dumas padre e in una sua lettera pubblicata nella Revue britannique del 1847 co nsigliava Dumas di continuare e finire i due capolavori di_ Walter Scott, Ivanho e e Quintino Durward, dimostrandogli che non sono completi, perch i loro finali l asciano sospesi e insoddisfatti i lettori, e ritenendo, che soltanto Dumas sareb be stato degno di continuarli. (AMERIGO SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 4513. Una mattina Dumas padre incontr il suo amico, il banchiere Salvador, che pa ssava nella sua carrozza. Caro amico, gli disse sono perseguitato dagli uscieri e, se non pago per mezzogi orno una cambiale, verranno a sequestrarmi ogni cosa. Potreste aiutarmi? Il generoso banchiere gli diede duemila franchi. Grazie, ed ora potreste accompagnarmi all'ufficio degli uscieri? Per, prima, vi d ovreste fermare un momento in casa di una graziosa signora che abita in via Vivi enne. I due amici partirono. Ma, a un tratto, Dumas fa fermare. Ha visto nella vetrina d'un negozio una bella statuina e vuol sapere quanto costa. La statuina costa a ppena cinquecento lire. Dumas d una carta da mille, e la commessa gli dice: Signor Dumas, non vi do il resto, perch voi siete in debito con noi di cinquecent o lire. Benissimo fa Dumas; non me ne ricordavo pi; ma giusto. La carrozza si ferma poi davanti alla casa della graziosa signora; ma quando Dum as ritorna, senza la statuina: la graziosa signora l'ha trovata bellissima, e Du mas glel'ha lasciata. Non si poteva far diversamente. Ma, sull'uscio della grazi osa signora, gli si fa incontro un amico. Si vede Dumas che alza le braccia al c ielo, che ascolta un discorso fitto fitto dell'amico, che si fruga in tasca e me tte mano al portafoglio, da cui cava qualcosa che porge all'amico. E ora dice Dumas, risalendo in carrozza portami a casa mia. Ma e gli uscieri? gli dice Salvador. Per gli uscieri non ho nemmeno un soldo. Spero di chetarli domani, con le altre duemila lire che tu mi darai. (Gazette anedoctique). 4514. Sebbene fosse tutt'altro che modesto, pure non era sprovvisto di senso cri tico per quel che riguardava le proprie deficienze. Sapeva, per esempio, che, pu r avendo scritto alcuni drammi in versi, la poesia non era affar suo, e se ne do leva. Quando usc la Marion Deforme di Victor Hugo, di cui era un fedele ammiratore, dis se con un sospiro: Darei tutto il mio teatro, per aver scritto Marion Delorme! (SCARLATTI, Et ab hi c et ab hoc). 4515. Alla prova generale di un suo dramma, aveva veduto immobile durante i prim i due atti tra le quinte l'elmo di un pompiere. Ma durante il terzo atto l'elmo e il relativo pompiere erano scomparsi. Dumas si mise a cercarlo, e trovatolo se duto in un angolo in fondo al palcoscenico gli domand: - Perch te ne sei andato? - Perch non mi divertivo pi gli rispose il pompiere. Dumas non volle sentir altro. Corse nel gabinetto del direttore, si mise in mani che di camicia, si fece ridar indietro il copione del dramma, prese il terzo att o e, fattolo a brani, lo gett sul fuoco, non ostante le proteste del direttore. So bene quel che faccio esclam Dumas. Non avete visto che il pompiere si annoiava

? E l per l, con abilit prodigiosa, scrisse tutto il terzo atto in altro modo, con un a rapidit di concezione e di stesura che fece restar tutti di sasso. (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 4516. Dumas aveva un ingegno cos pronto e versatile che sapeva esse--re tutto ci c he voleva essere. Un giorno fece strabiliare un archeologo, riconoscendo a prima vista un'effigie di Giulio Cesare in una moneta antica. Ma come avete fatto? Siete dunque anche archeologo? gli aveva domandato l'archeo logo, stupefatto. Io? rispose Dumas. Non ci penso neanche. Tuttavia ho riconosciuto l'effigie di C esare, anche perch su Cesare io ho scritto un volume. Avete scritto un volume su Cesare? Ma io non l'ho inteso mai ricordare. - Lo so. Nel mondo scientifico non si fa mai il mio nome: quei signori crederebb ero di umiliarsi a prendermi sul serio. La mia storia di Giulio Cesare non stata nominata mai da costoro, eppure tutti la leggono. Quelle che fanno chiasso nel mondo scientifico sono le storie illeggibili. Sono come i pranzi che non si dige riscono. Quelli invece che si digeriscono facilmente vengono subito dimenticati, e il giorno dopo non ci si pensa pi. (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 4517. Dumas aveva finito quattro atti delle Demoiselles de Saint-Cyr, ma non ave va neanche cominciato il quinto atto, quando fu invitato a farne la lettura ai c omici che dovevano rappresentarla. Dumas credette di cavarsela, raccontando la t rama del quinto atto che era ancora da scrivere; se non che i comici non l'intendevano cos os e pretesero la lettura anche del quinto atto. Allo ra Dumas, che non voleva far sapere di non averlo ancora scritto, prese delle ca rtelle bianche e, facendo le viste di leggere, improvvis, senza un'esitazione, tu tto il quinto atto del dramma; e nessuno si accorse che questo non era scritto. (Revue des deux mondes, 1 agosto 1924). 4518. Dumas era accusato di farsi scrivere i suoi romanzi da vari collaboratori. Una volta, un suo amico magistrato gli domand, a proposito di un nuovo romanzo u scito in quei giorni, se quello almeno fosse tutta farina del suo sacco. Dumas, a cui piaceva prendersi beffe dei suoi calunniatori, gli rispose: Dio mio, s! Quello che pubblicai lo scorso anno e che ebbe tanto successo lo avev o fatto scrivere dal mio cameriere; ma, appunto per il buon esito del libro, il birbante mi chiese un aumento di salario cos esagerato, che fui costretto a licen ziarlo, e cos questo nuovo romanzo ho dovuto scrivermelo purtroppo tutto da me! ( SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 4519. In un pranzo a casa della principessa Matilde, Dumas disse: Si discute sulla mia capacit di romanziere. Ebbene far cos. Tra quattro anni io deb bo intraprendere un lungo viaggio che durer almeno tre anni. Io comincer due roman zi e li lascer a met. Poi dir ai Francesi: Eccovi due miei romanzi non finiti. Voi siete trentacinque milioni, e tra voi ci sono almeno cinquemila letterati. Ebben e vi sfido a finire voi i miei due romanzi. Se ci riuscirete, vorr dire che io sa r da meno di voi. (VIEL CASTEL, Commrages). 4520. Nel salotto della principessa Matilde si radunavano spesso molti letterati , tra cui Dumas; e, come si sa, c'era in quel salotto un po' di vento di fronda contro l'Imperatore. Spesso gli illustri ospiti passavano il tempo x raccontar b arzellette che mettevano in cattiva luce o prendevano in giro i personaggi della Corte, e magari lo stesso Imperatore. Una sera Alessandro Dumas fece un epigram ma che diceva: Nel fasto imperiale non c' molta differenza tra zio e nipote. Lo zio prendeva le capitali; il nipote prende i nostri capitali. (VIEL CASTEL, Commrages). 4521. Un giorno Alessandro Dumas raccontava la battaglia di Waterloo dinanzi ad alcuni generali che vi avevano preso parte. Andava e veniva, indicando il colloc amento delle truppe, citando frasi eroiche. Uno degli ascoltatori, un generale, riusc finalmente ad interromperlo: Ma, caro signore, non andata affatto cos disse. Noi c'eravamo e tutto ci che ci ra ccontate ci riesce affatto nuovo. Vuol dire che non avete visto nulla rispose, imperturbabile, Dumas. riprese il racconto, descrivendo e spiegando le azioni con tanto convin- cimento che, alla fine, i generali, sommersi da quel fiume di parole, cominciarono a gu

ardarsi fra loro, e il pi anziano concluse: - Dopo tutto, chiss che non abbia ragione lui! (MNIRE, Journal). 4522. Uno dei romanzi meglio riusciti di Dumas senza dubbio Il cavaliere di Mais on-Rouge. Ebbene, tanto egli era rapido nel lavoro, che questo romanzo fu scritt o tutto d'un fiato in settantadue ore, ivi comprese quelle destinate ai pasti e al sonno. Un'impresa che ha dello straordinario e che solo Dumas poteva condurre a termine in cos breve lasso di tempo! (SCARLATTI, Et ab hi c et ab hoc). 4523. Quando Dumas doveva scrivere Il cavaliere di Maison-Rouge, il figlio di qu esto personaggio gli diede da consultare un grosso plico di carte lasciate dal m isterioso cospiratore. L dentro ci dovevano essere rivelazioni mirabolanti. Ma Du mas cap che, se s'ingolfava nella lettura di quelle carte, la sua ispirazione non sarebbe stata pi libera, e scrisse il suo famoso romanzo senza neanche aprire il plico; il quale poi and perduto in un cambiamento di casa del grande romanziere. (LENOTRE, La Rvolution par ceux qui font vue). 4524. Una sera Dumas vede arrivare a pranzo un tale che non conosce. Gli corre i ncontro: Buon giorno caro... caro... Ma, guarda che sciocco, non mi ricordo pi il vostro n ome! L'altro lo dice. t vero fa Dumas scusatemi. Ma deve essere un pezzo che non ci vediamo pi! aggiung e, continuando a non riconoscere il convitato. Dove dunque ci siamo visti l'ulti ma volta? Sul monte Sinai. Voi eravate su un cammello, signor Dumas, e mi avete detto di v enir da voi a pranzo, un giorno. Allora l'autore dei Tre Moschettieri, battendo sulla spalla di un altro amico, e sclama raggiante: - Vedi? Ed venuto! (Comoedia, agosto 1924). 4525. Dovendosi pubblicare un suo romanzo in appendice ad un giornale, il dirett ore disse a Dumas: Non forse opportuno far degli annunci in provincia? Degli annunci a pagamento? Che! Lasciate fare a me, e avr tutta la .rclame desider abile! Due giorni dopo, tutti i redattori-capo dei giornali di provincia ricevevano -un biglietto autografo cos concepito: Caro collega, vorreste esser tanto gentile di annunciare nel vostro eccellente giornale che io comincer prossimamente nel tal giornale il tal romanzo? Posso contarci? A buon rendere, caro collega. Ex imo co rde. Alessandro Dumas . Vedendosi dar del caro collega a tutto spiano da Dumas, il redattore non stava p i in se dalla gioia e naturalmente annunciava con entusiasmo il prossimo romanzo di Dumas, senza dubitare che la... lettera autografa era una circolare abilmente litografata... (Comoedia). 4526. Lamartine diceva di. Dumas ch'egli era il re della blague: Se io ne sono il re rispose quello lui ne l'angelo! (TREICH, L'esprit d'A. Dumas ). 4527. Alla domanda di un impiegato dello stato civile, che stendeva l'atto di na scita di uno dei numerosi rampolli naturali di Dumas, e gli domandava se riconos cesse il fanciullo come proprio figlio, egli rispose: Certo, riconosco il bambino; ma, parola d'onore, mi sarebbe impossibile riconosc ere la madre! (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4528. Dumas padre era di una prodigalit esagerata. Quando aveva del denaro, tenev a tavola imbandita. Numerosi parassiti naturalmente accorrevano,- portando sempr e nuovi amici, tantoch un giorno il romanziere, che si preparava' ad andate a pranzo, dopo aver data un'occhiata nella sala, disse p iano a suo figlio: Caro mio, andiamocene! Qui non conosco nessuno! (Comoedia). 4529. A dimostrargli le gravi spese sostenute per mettere in scena un suo dramma , il direttore d'un teatro diceva a Dumas: Anche i costumi dei personaggi secondari mi costano pi di mille lire! - Scommetto cinquecento lire che non ne costano nemmeno trecento! Mio -caro auto

re, fece solennemente l'altro vi do la mia parola d'onore! In tal caso ribatt il caro autore ne scommetto il doppio! (Comoedia.. agosto 1924 ). 4530. Diceva: Nulla somiglia pi a Shakespeare della citt di Lione: grande, ci si p erde ed mal selciata... . (Comoedia). 4531. Dumas aveva promesso a Marie Laurent una bellissima parte, quella di Cassa ndra nella sua nuova tragedia L'Orestiade. Invece, alla lettura, l'attrice vide che non si trattava che di poche parole. Il giorno dopo ella si rec dal maestro. Appena la vide., Dumas grid: Tu non sei contenta della tua scena, e vieni... a farmene- una! Gi, non posso ess er certo contenta! - Ecco: c' della gente 'che mi aspetta. Qui c' la penna, la carta, l'in. chiostro: scrivi pure quel che vorresti che ti facessi dire, e vedremo. L'attrice non si fece pregare e butt gi una ventina di righe di cattiva prosa. Dum as ritorn, lesse, sorrise... e il giorno dopo port in teatro la pi bella scena del dramma, quella in cui Cassandra predice l'assassinio di Agamennone e la vendetta di Oreste. (Revue des deux mondes). 4532. Dumas assisteva ad una premire , malinconico e distratto. Vi annoiate? gli domand un amico. No, non mi annoio, al contrario. Ma sondistratto.. Vedete, pi forte di me: non po sso seguire una rappresentazione fino alla fine. Ascolto con molta attenzione il primo atto; poi... mi lancio a capofitto nella commedia che avrei scritto io... (GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 4533. Una sera, Dumas ebbe l'impudenza di portare a un ballo di Corte una canzon ettista sua amica. Il re gli si avvicin e gli disse: Caro Dumas, resta inteso che voi mi avete presentato vostra moglie. Dumas cap l'a ntifona, e il giorno dopo spos la canzonettista, da cui pi tardi si separ. (LAROUSSE). 4534. Dopo aver scritto dei grandi drammi, Dumas non dava pi al teatro che brevi atti: Ho mangiato abbastanza piatti al banchetto letterario spieg. Ora sono agli stuzzic adenti! (Comoedia). 4535. Un giorno, un professore di greco vantava ad A. Dumas la bellezza dell'Ili ade. A Dumas venne voglia di conoscerla, perch, essendo stata la sua istruzione a ssai trascurata, non conosceva affatto le letterature classiche. Il professore p rese il volume dalla sua biblioteca e cominci a tradurre il primo libro dell'immo rtale poema, parola per parola, mentre A. Dumas, ammirato, scriveva ci che il pro fessore traduceva. Quando fin la-seduta Dumas se ne and, portandosi con s le cartelle scritte, e il giorno dopo nelle appendici del Mo usquetaire comparve la prima puntata dell'Iliade, grande romanzo di A. Dumas, co n la solita indicazione: il seguito al prossimo numero . (Revue hebdomadaire, 190 4). 4536. Un tale chiese ad Alessandro Dumas padre venticinque lire per seppellire u n povero usciere morto nella miseria. Dumas, che aveva passato tutta la vita a c ombattere contro gli uscieri che gli andavano a sequestrare i mobili per parte d ei creditori, tir fuori il portafoglio e, cavatane una carta da cento, disse: Non ho spiccioli; tenete cento lire, e cercate di seppellirmene quattro. (E. GUE RARD, Dictionnaire d'anecdotes). 4537. Balzac e Dumas avevano litigato. Incontratisi per combinazione in casa d'a mici, Balzac, avvicinandosi a Dumas, gli disse ad alta voce: Quando sar rimbecillito, scriver per il teatro anch'io. Allora comincia subito rispose Dumas. (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4538. Alessandro Dumas padre si trovava un giorno, con un insigne critico, a pas seggio per il Bosco di Boulogne, quando gli si fece incontro cerimonioso un sign ore inglese, al quale l'illustre scrittore era stato da poco presentato. Parlaro no a lungo, ed evidente scopo del signore era quello di avere l'indirizzo di Dum as per potergli rendere visita; ma, per quanto facesse, non gli fu possibile, co n tutta la sua diplomazia inglese, saperne nulla, finch si salutarono, e lo scrit tore riprese la via a braccetto del critico. Si pu sapere perch hai rifiutato di dare il tuo indirizzo a quel signore? Eppure n

on un tuo creditore! chiese, meravigliato, l'amico. E Dumas, con flemma tutta fr ancese: - vero, ma potr diventarlo. (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4539. Alessandro Dumas, parlando di Emilio Girardin, che era un famoso giornalis ta, ma si dava forse troppe arie e si credeva un grandissimo ingegno, lo defin ar gutamente: Il genio immaginario . (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 4540. Al Thatre Franais, durante una prmiere, Dumas padre siede in teatro accanto a Soumet, che appunto l'autore del nuovo lavoro. Ad un tratto egli scorge uno spe ttatore addormentato, e lo indica a Soumet: Guarda un po' gli effetti del tuo lavoro! Il giorno dopo, viene rappresentata una commedia di Dumas. L'autore in teatro. E d ecco che Soumet gli si avvicina e, picchiandogli sulla spalla, gli addita un s ignore che, nella sua poltrona di platea, sonnecchia placidamente. Vedi, caro Dumas, che anche i tuoi lavori possono far venir sonno? No, no ribatte, pronto, Dumas sempre quel signore di ieri che ancora non si sveg liato. (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten). 4541. A Dumas padre piaceva assai scherzare. Sue vittime preferite erano i porti nai e i droghieri. Un giorno, passa dinanzi a una casa, bussa e introduce la tes ta attraverso lo sportello della portineria, e dice: Buon giorno, amico. Buon giorno, signore. - Di grazia, come si chiama l'uccello che avete in gabbia alla vostra finestra? t un merlo. Ah!... e perch tenete un merlo in gabbia? Perch canta molto bene, signore. Dite: siete ammogliato? S, signore, in terze nozze. E dov' vostra moglie? - In questo momento, presso l'inquilino del quinto piano. - Ah! Ah!... e che cosa fa presso l'inquilino del quinto piano? Rassetta la stan za. - Bene. E i vostri figli? - Non ho figli! - E, allora, che cosa avete fatto durante i vostri tre matrimoni? - Scusi, signore... aspetta forse qualcuno? Nessuno! Egli che, da un quarto d'ora, il signore mi tempesta di domande... Posso sapere a che scopo? Nessuno scopo. Ma, in tal caso, perch il signore mi fa l'onore... - Perbacco!... Passo di qui a caso... e vedo scritto: Parlate col portinaio . Ebb ene, io vi parlo! (Il Piccolo della Sera, novembre 1930). 4542. Aveva sposato una certa Ida, attrice di second'ordine; ma vivevano separat i; la moglie al pianterreno, e lui al primo piano. Una sera freddissima d'invern o, tornando a casa tardi, Dumas pens che forse, nell'appartamento della moglie, c 'era acceso il fuoco, e vi picchi. Venne ad aprire la moglie, che era gi andata a letto; ma il fuoco scoppierellava allegramente nel caminetto, e Dumas vi si crog iol a lungo, non ostante le premure che gli faceva la moglie perch andasse a letto presto. Forse queste premure furono. eccessive: fatto che Dumas, insospettito, volle frugare la casa, e in un cantuccio, trov nascosto in camicia il suo amico R oger de Beauvoir. Potete immaginare la scena che ne nacque. Ma Dumas era di cuor e buono e voleva bene all'amico. Si calm, poi disse: Senti, Roger, tu hai turbato la pace della mia famiglia; ma voglio perdonarti. S iamo magnanimi, come erano gli antichi Romani, che, qualunque divergenza fosse s orta tra loro, si riconciliavano poi sulla piazza pubblica. Facciamo altrettanto . E stesagli la mano, passandola sopra al corpo della moglie che stava stesa a let to, aggiunse: Questa sar la nostra piazza pubblica! (VIEL CASTEL, Commrages). 4543. Dumas era il primo a ridere delle sue perpetue difficolt finanziarie. Un gi

orno che stava scrivendo un'obbligazione su un foglio di carta bollata, si ferm a d un tratto e disse: - Pensare che questo foglio di carta vale in questo momento trentacinque centesi mi e non varr pi nulla quando ci avr messo la mia firma (MNIRE, Journal). 4544. A Firenze, nella prima met del secolo scorso, il popolo era solito chiamare inglese qualunque straniero. Alessandro Dumas, che fu a Firenze appunto in quel tempo, racconta che il cameriere della locanda ov'egli abitava g li annunzi l'arrivo di una famiglia forestiera cos: Sono arrivati degli inglesi, m a non si capisce se sono Russi o Tedeschi . (MARTINI, Confessioni e ricordi. Fire nze granducale). 4545. Alessandro Dumas, anche nei suoi momenti di gran voga, era sempre a corto di soldi per la sua prodigalit, in modo che ogni tanto qualche usciere ne turbava la serenit. Una volta, che una rivista letteraria lo aveva vivamente attaccato, fece un articolo in risposta e lo mostr a un suo amico che lo consigli di mandarlo al giornale per mezzo di un usciere. - Hai ragione, aspettiamo disse Dumas. Che cosa? domand l'amico. - Che ne venga uno; stai sicuro che non ci sar d'aspettare un pezzo. 4546. Si parlava una sera di storia. Alessandro Dumas, autore di romanzi storici , interruppe, ed esclam: Che cos' la storia? E' un chiodo a cui io attacco i miei quadri. (SAINTBEUVE, Lun di). 4547. Portando Menri III et sa cour, rilegato in satin, alla giovane Mars, attri ce tragica, Dumas padre, ancora giovane, s'incontr col medico dell'artista, il qu ale, appreso lo scopo della visita, non senza una cert'aria di maligna canzonatu ra, esclam: Ah, voi dite fate tragedie, giovanotto? S, dottore, rispose Dumas, sempre gioviale faccio tragedie come voi; ma io le fac cio rilegare in satin, mentre voi le fate rilegare in legno d'abete! (Histoires medicales). 4548. Dumas chiamava l'attrice M.lle Mars il pi onest'uomo del mondo . (Comoedia). 4549. Alessandro Dumas padre incontr un giorno a Parigi, al Caff Tortovi, un giova notto che gli era stato presentato qualche tempo prima e del quale appena si ric ordava. Questi, per far vedere di essere in grande intimit con l'illustre romanzi ere, andandogli incontro, gli disse ad alta voce: Addio, caro Dumas, come stai? E Dumas nello stesso tono: Addio, carissimo, come ti chiami? (TREICH, L'esprit d'A. Dumas).. 4550. Alessandro Dumas padre, essendosi recato a Passy a visitare il piccolissim o giardino che vi possedeva il figlio, esclam: Apri la finestra della sala da pranzo, per dare un po' d'aria al tuo giardino! ( Comoedia). 4551. Disse un giorno: Ho una cuoca che si chiama Sofia, e che ha realizzato il miracolo di scrivere il suo nome senza adoperare una sola delle lettere che la compongono. - Impossibile! esclamano gli uditori. - Niente di pi vero. Ella scrive: Cauphy. (Comoedia). 4552. Alessandro Dumas si trovava una sera in casa di un suo amico, dove due fam osi tenori diedero un concerto. Dopo il quale, naturalmente, tutti i presenti an darono a complimentare gli artisti, che in verit avevano cantato proprio bene. Il padrone di casa dice a Dumas: Vi sono piaciuti, eh? Niente affatto risponde, serio serio, Dumas hanno cantato come due bestie. Grandi meraviglie dell'amico. S risponde Dumas e sono essi stessi che si sono giudicati cos. Infatti, quando son o andato a fare i miei complimenti al primo, questi mi ha risposto: Grazie, s, pe ccato che il mio collega abbia cantato come un somaro ; e quando poi sono andato dall'altro, mi ha detto: S, mi trovo soddisfatto di me, sebbene il mio collega ab bia cantato come un tacchino . Vedete dunque? (VAN DER VELDE, Anecdotes musicales ).

4553. Alessandro Dumas diceva: Uno scrittore non acquista fama di seriet, se nona condizione d'essere terribilme nte noioso; e molti sono coloro che debbono la loro celebrit a questo solo: che l a gente preferisce ammirarli piuttosto che leggerli . (CIM, Rcrations littraires). 4554. Alessandro Dumas diceva di Shakespeare: l'uomo che ha creato di pi, dopo Dio! (GAUTIER, Portraits contemporains). GSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArchivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA2 6AC}smR'_ ]

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