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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SASSARI

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN ARCHEOLOGIA SUBACQUEA E DEI PAESAGGI COSTIERI

Settore IUS/10
Tesina di Legislazione dei BB.CC. costieri e subacquei

LARCHEOLOGO E LESERCIZIO DELLA PROFESSIONE NEGLI APPALTI PUBBLICI: LASPETTO NORMATIVO.

RELATORE: Giuseppe Di Carlo

Giuseppe Di Carlo LARCHEOLOGO E LESERCIZIO DELLA PROFESSIONE NEGLI APPALTI PUBBLICI: LASPETTO NORMATIVO.

PROFESSIONE ARCHEOLOGO. Dopo la laurea ed un eventuale scuola di specializzazione e/o dottorato, il panorama professionale che si staglia dinanzi al futuro archeologo quanto mai complesso. In assenza di un albo o di un elenco1 professionale, quella dellarcheologo rientra tra le libere professioni per lesercizio delle quali non richiesta alcuna iscrizione preventiva, a differenza di altre professioni. Larcheologo a tutti gli effetti un lavoratore autonomo e come recita lart 2222 del Codice Civile, colui il quale: si obbliga a compiere verso un corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente . Ci imporrebbe di norma, per svolgere la professione e per tutelare le proprie garanzie fiscali, di aprire una partita Iva. Tuttavia, senza entrare nel dettaglio degli oneri di tale operazione, essere titolare di una partita Iva f lievitare notevolmente i costi fiscali rispetto allo status di collaboratore occasionale o di collaboratore a progetto; infatti, la sporadicit ( nella maggior parte dei casi ) delle prestazioni non tale da giustificare lapertura e soprattutto il mantenimento della partita Iva. Ad ogni modo con o senza laggravio di questa spesa, dopo la laurea e la specializzazione, il professionista potr inviare la propria richiesta, presso tutte le Soprintendenze Archeologiche, per essere iscritto nellelenco dei collaboratori esterni archeologi di fiducia. La richiesta dovr essere corredata dai propri dati anagrafici e curriculum vitae et studiorum con certificato di laurea ed eventuale titolo di specializzazione e dottorato. Qualora per, il professionista archeologo voglia cimentarsi in prima persona, con interventi pubblici nel settore dei beni culturali, le strade da perseguire sono differenti. Egli potr creare una societ cooperativa, che una societ costituita per gestire in comune un'impresa e si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa sorta. Essa a tutti gli effetti una societ e pu essere costituita da un minimo di 3 membri ( piccola societ cooperativa )2 sino ad un massimo di nove ( cooperativa tradizionale ). La cooperativa si costituisce con atto pubblico dinanzi al notaio, allegando il relativo Statuto e successivamente aprendo la partita Iva.

Di recente il MIBAC ha tentato di creare un elenco dei professionisti della cultura, tramite iscrizione online, presso il sito ministeriale, tuttavia gli sforzi si sono concretizzati oggigiorno con un nulla di fatto. 2 Sino al 2001, il numero di soci prefissato per la costituzione di una societ cooperativa era di nove membri.

Di capitale importanza in tale ambito linnovazione legislativa introdotta dallart. 24 della legge 266/19973, che ha abolito il divieto di costituire societ tra professionisti; grazie ad essa molti professionisti hanno avuto lopportunit di lavorare in forma associata. I costi di gestione di una cooperativa sono relativamente contenuti, questo perch lelemento portante sono i soci stessi che la costituiscono, il loro lavoro, le loro idee e non il capitale. In alternativa si pu avviare unimpresa di scavi archeologici, per la quale, oltre alle competenze professionali del settore, sono richieste anche competenze specifiche nel campo degli appalti dei beni culturali. Esistono diverse forme giuridiche dimpresa previste dal codice civile: limpresa individuale e le forme societarie. La prima fa capo ad una sola persona, che lunica responsabile della sua gestione. La seconda, invece, che prevede due o pi soci necessita di formale atto pubblico per la sua costituzione. Limpresa che opera nellambito dei beni culturali non si occupa soltanto di scavi archeologici, bens anche di edilizia semplice, restauro e perci deve avvalersi di diverse figure professionali nel suo organico: archeologi, tecnici del restauro, esperti di rilievo, operai specializzati e non, formati da esperienze lavorative in ambito pubblico o nellambito dei beni culturali. Con il decreto Bersani del 2 aprile 20074, si avuto un sostanziale snellimento delliter burocratico concernente lavvio dellattivit imprenditoriale operabile anche per via telematica.

QUALIFICAZIONI DELLE IMPRESE ARCHEOLOGICHE PER LESECUZIONE DI LAVORI PUBBLICI. Per larcheologo che intraprenda la strada dellimprenditoria o del cooperativismo, si apre un ventaglio di opportunit, che si concretizzano nellaccesso alle procedure concorsuali per ottenere appalti per lavori pubblici. La normativa vigente in questo settore fa capo al codice nazionale dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ( D. Lgs. N. 163/2006 ), il quale si occupa dei contratti relativi ai beni culturali negli articoli 197 e ss. La disciplina contenuta nei predetti articoli si applica, oltre che agli appalti di lavori pubblici concernenti i beni mobili e immobili, anche agli interventi sugli elementi architettonici e sulle superfici decorate di beni del patrimonio culturale, sottoposti alle disposizioni di tutela di cui al D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.425, nonch allesecuzione di scavi archeologici, compresi quelli subacquei.

Legge Bersani del 7 agosto 1997 n.266, Interventi urgenti per leconomia. Capo II, MISURE URGENTI PER LO SVILUPPO IMPRENDITORIALE E LA PROMOZIONE DELLA CONCORRENZA, Art. 9., Comunicazione unica per la nascita dell'impresa. 5 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
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Allart. 201, comma 1) del predetto codice previsto che, con il regolamento di attuazione al codice6, saranno disciplinati gli specifici requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori, ad integrazione di quelli gi enunciati nel regolamento stesso. Al successivo comma 3) dello stesso articolo previsto che vengano predisposti ulteriori requisiti dei soggetti esecutori dei lavori ad integrazione dellart. 5 del D. Lgs. 30/20047.

Art. 201. (art. 5, d.lgs. n. 30/2004) 1. Il regolamento di cui all'articolo 5, disciplina gli specifici requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di cui all'articolo 198, ad integrazione di quelli generali definiti dal medesimo regolamento. 3. Con decreto del Ministro per i beni e le attivit culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti ulteriori specifici requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di cui all'articolo 198, ad integrazione di quelli definiti dal regolamento di cui all'articolo 5, anche al fine di consentire la partecipazione delle imprese artigiane.

Fino al 9 Giugno 2011, data dellentrata in vigore della disciplina regolamentare del codice degli appalti, continuano ad applicarsi le diposizioni di cui al DPR 34/2000 e di cui al DM 294/2000 e seguenti modifiche apportate dal DM 420/2001. Inoltre sino alla predetta data, le stazioni appaltanti possono individuare come ulteriore requisito di partecipazione alla gara dappalto, lavvenuta esecuzione, nellultimo decennio, di lavori nello specifico settore cui si riferisce lintervento. Inoltre il DPR 34/2000 e il DM 294/20008, che disciplinano la qualificazione nella categoria OS 2 ( superfici decorate e beni mobili di interesse storico ed artistico ) sono stati ritenuti applicabili con parere del 26/03/2002, n.26 dellAutorit per la vigilanza sui contratti pubblici, anche per la qualificazione nella categoria OS 25 che riguarda gli scavi archeologici. In merito ai requisiti di ordine tecnico, relativi alla figura del Direttore Tecnico dei Lavori, nel DPR 34/2000 leggiamo allart. 26, comma 3):

l nuovo testo, il DPR n.207 del 5 ottobre 2010, recante "Regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs 12 aprile 2006, n.163" stato pubblicato nel Supplemento Ordinario n.270 alla Gazzetta Ufficiale n.288 del 10 dicembre 2010 e sar in vigore dal 9 giugno 2011. 7 Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 30, "Modificazioni alla disciplina degli appalti di lavori pubblici concernenti i beni culturali". 8 Regolamento concernente l'individuazione dei requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di restauro e manutenzione dei beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici.(G.U. n. 246 del 20 ottobre 2000).

Art. 26 (Direzione tecnica) 3. I soggetti designati nell'incarico di direttore tecnico non possono rivestire analogo incarico per conto di altre imprese qualificate; essi producono una dichiarazione di unicit di incarico. Qualora il direttore tecnico sia persona diversa dal titolare dell'impresa, dal legale rappresentante, dall'amministratore e dal socio, deve essere dipendente dell'impresa stessa o in possesso di contratto d'opera professionale regolarmente registrato. Per i lavori che hanno ad oggetto beni immobili soggetti alle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali e per gli scavi archeologici, la direzione tecnica affidata a soggetto in possesso di laurea in conservazione di beni culturali o in architettura e, per la qualificazione in classifiche inferiori alla IV, anche a soggetto dotato di esperienza professionale acquisita nei suddetti lavori quale direttore di cantiere per un periodo non inferiore a cinque anni da comprovare con idonei certificati di esecuzione dei lavori attestanti tale condizione rilasciati dall'autorit preposta alla tutela dei suddetti beni. Con decreto del Ministro per i beni e le attivit culturali di concerto con il Ministro dei lavori pubblici possono essere definiti o individuati eventuali altri titoli o requisiti professionali equivalenti.

Conseguentemente, al di sotto della IV classifica, il requisito necessario della laurea nel settore nel quale si va ad operare, viene meno, consentendo cos ad un soggetto dotato di esperienza professionale di poter dirigere uno scavo archeologico. Questo concetto stato ulteriormente ribadito anche nel Regolamento dei contratti pubblici, di prossima attuazione, allart. 248, comma 4):

Art. 248 Qualificazione e direzione tecnica per i lavori riguardanti i beni del patrimonio culturale 4. Gli operatori economici, per partecipare agli appalti di importo pari o inferiore a 150.000 euro relativi a lavori di cui al presente titolo, compresi gli scavi archeologici, fermo restando quanto previsto dallarticolo 90, commi 1 e 3, devono aver realizzato nel quinquennio antecedente la data di pubblicazione del bando lavori analoghi per importo pari a quello dei lavori che si intendono eseguire, e presentare l'attestato di buon esito degli stessi rilasciato dalle autorit eventualmente preposte alla tutela dei beni cui si riferiscono i lavori eseguiti.

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