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Ennio D'Emanuele: Foscolo: tra vita, Ugo, Jacopo e Didimo.

Argomento 1: Esperienza di vita e ispirazione artistica in Ugo Foscolo Foscolo nasce nel 1778 a Zacinto, e aveva fin da piccolo il presentimento di morire giovane, infatti cos sar, in un sobborgo di Londra, adesso invece sepolto nella chiesa di Santa Croce che descrive nei Sepolcri. figlio di un medico militare veneziano e di una donna greca. Nascendo tra Italia e Grecia si sente come un meticcio, non un caso infatti si sia attribuito unidea mitica del suo cognome Fos e Colos cio luce e bile. Allora si pensava che un eccesso di bile nera causasse una malinconia paragonabile quasi alla depressione. Inizialmente come sua patria scelse la Grecia, difatti si credeva un classicista appunto perch crede che la cultura greca faccia parte di lui, invece dallItalia colse alcuni aspetti romantici. Questa sua divisione della patria lo tormenter parecchio, tanto che confrontandosi con Ulisse disse che Odisseo baci Itaca, lui no, a lui resta solamente la poesia. Nonostante questo pessimismo parla spesso della sua Grecia, paragonandola a Venere, dea della bellezza, che Foscolo intendeva come fecondit (ricordiamo che nellantichit il concetto di fecondit era strettamente legato a quello di fertilit). Quanto detto prima lo possiamo benissimo riassumere con lanalisi fatta da De Sanctis in Storia della letteratura italiana, 1870 : In questa malattia di languore si interisce, pensa alla madre, al fratello, alla lontana Zacinto []. Alfieri a ventanni si sfogava correndo Europa: Foscolo si sfogava verseggiando. Le sue effusioni liriche sono la sua storia da sedici anni a ventanni. Egli veniva [] dal suo sentir greco, dalle corde eolie montate alla grave itala cetra. Ricordiamo che nel mondo antico o si era adulti o bambini e nel 1792 a soli quattordici anni perse il padre. Ma nonostante la tenera et partecipa al salotto di Isabella Teototi. Venne accolto perch era gi conosciuto come poeta, attivista politico e rivoluzionario. Ricordiamo una nota della polizia del 7 settembre 1814: Un Ugo Foscolo militare, poeta, professore, testa sempre riscaldata, ateo, senza costumi, e morale, proteo multiforme, lingua infame in ogni tempo,altro de capi della fazione che aggit gli ultimi giorni di Aprile queste contrade per lindipendenza []. La nota della polizia prosegue e cita il suo esilio. Scacciato dalla reggenza venne dopo richiamato ed a Milano girando il caff godendo di una pensione rubata come professore e come soldato e sempre col far nulla. delle isole Ioniche . Riguardo gli episodi da rivoluzionario importante citare due episodi. Il primo nel 1796, Napoleone scende in Italia e inizia la campagna ditalia, Foscolo essendo repubblicano stato gi esiliato da Venezia , ha gi abbandonato la Grecia e per le sue azioni politiche deve rifugiarsi a Bologna. Sempre sulla nota della polizia ricordiamo che si arruol nellesercito napoleonico e combatt, e fu ferito due volte in Emilia e in Toscana dove andr a riposarsi e ha modo di osservare il paesaggio toscano simile a quello inglese. Un anno dopo scrive a Bonaparte liberatore e a Venezia partecipa alla Municipalit Provvisoria, quindi al governo dei Repubblicani. Nel 1798 con il trattato con il trattato di Campoformio , Napoleone cede il Veneto allAustria per il riconoscimento del Regno DItalia. Si sente profondamente tradito perch la patria dellavo che ora anche la sua. Va via da Venezia e va a Milano (citazione precedente), conosce Parini e Vincenzo Monti, il pi famoso poeta dellepoca che traduce lIliade e lOdissea. I due inizialmente sono buoni amici,ma Foscolo si innamora della moglie del traduttore e i due iniziano a scambiarsi ingiurie. E qui troviamo conferma in quanto detto dalla polizia riguardo la sua lingua pungente. Monti scrisse di lui Si falso che fals fino se stesso, quando in Ugo Foscolo cambi Ser Nicoletto, guarda la borsa se ti viene appresso. Lo scambio di complimenti continua, Foscolo dice di Monti: Questi Vincenzo Monti, poeta e cavaliero gran traduttor de traduttor dOmero. Questo perch si diceva che avesse tradotto lIliade dal latino. Crea il suo alter ego Jacopo Ortis, che il suo primo personaggio da ragazzo. Le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare usato per far acquistare i numeri successivi. Nel 1802 viene pubblicata la prima edizione , e la seconda nel 1816 e 1817 rispettivamente nelle citt di Milano, Zurigo e Londra. I temi sono la crisi politica da

un lato, dall altro la crisi esistenziale, quindi natura contro vita, associata a ragione e romanticismo. A questa figura contrappone quella di Didimo Chierico. Il suicidio Di Ortis la morte del suo primo io, il suo secondo, quello della maturit ancora pi fasullo. Scrive infatti di un personaggio che lui e non lui. Questo richiama quasi lidea del conscio e del subconscio. Ugo e Didimo. Notizia intorno a Didimo Chierico fu composta poco prima della stampa Del viaggio sentimentale di York lungo Francia e Italia, di cui Didimo figura come traduttore. La notizia divisa 18 brevi capitoli che forniscono indicazioni sparse e frammentarie sullaspetto fisico e sulla personalit del traduttore. Didimo incoerente, si comporta in modo eccentrico e originale, spesso come possiamo vedere molto sapiente, il suo atteggiamento tende a ironizzare su vicende umane con un sottile distacco. Capitolo otto di Notizia intorno a Didimo Chierico Celebrava Don Chisciotte come beatissimo perch silludeva di gloria scevra dinvidia e damore scevro di gelosia. Cacciava i gatti, perch gli parevano pi taciturni degli altri animali; li lodava nondimeno, perch si giovano della societ come i cani, e della libert quanto i gufi []Non credeva che chi abita accanto a un macellaro, o sulle piazze de patiboli, fosse persona da fidarsene. Credeva nell ispirazione profetica, anzi presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto, la vesta da camera e le pantofole de mariti, della prima infedelt delle mogli. La sua cultura molto estesa, conosce gli autori classici quali Eschilo, Virgilio, Omero, Pindaro ma anche Dante, Shakespeare e Tasso. Tali riferimenti li troviamo nel capitolo dieci Leggeva quanti libri gli capitavano; non rileggeva da capo a fondo fuorch la Bibbia. Degli autori chei credeva degni dessere studiati, aveva tratte parecchie pagine, e ricucitele in un grosso volume. Sapeva a memoria molti versi di antichi poeti, e tutto il poema delle Georgiche. Era devoto di Virgilio; nondimeno diceva: Che sera fatto prestare ogni cosa da Omero, dagli occhi in fuori. DOmero aveva un busto, e se lo trasportava di paese in paese; e varea posto per iscrizione due versi greci che suonavano: A costui fu assai di c ogliere la verginit di tutte le Muse: e lasci per gli altri le altre bellezze di quelle Deit. Cantava, e sintendeva da per s, quattro odi di Pindaro. Diceva, che Eschilo era un bel rovo sopra un monte deserto; e Shakespeare, una selva incendiata che faceva bel vedere di notte, e mandava fumo nojoso di giorno. Paragonava Dante a un gran lago circondato di burroni e di selve, sotto un cielo oscurissimo, sul quale si poteva andare a vela in burrasca; e che il Petrarca lo deriv in tanti canali tranquilli ed ombrosi, dove possano sollazzarsi le gondole degli innamorati co loro strumenti; e ve ne sono tante, che que canali, diceva Didimo,sono ormai torbidi, o fatti gore stagnanti: tuttavia segli intendeva una sinfonia e nominava il Petrarca, era indizio che la musica gli pareva assai bella. Maggiore stranezza si era il panegirico chei faceva di certo poemetto latino da lui anteposto perfino alle Georgiche, perch, diceva Didimo, mi par desser a nozze con tutta lallegra comitiva di Bacco: Didimo per altro beveva sempre acqua pura. Aveva non so quali controversie con lAriosto, ma le ventilava da s, e un giorno, mostrandomi dal molo di Dunkerque le lunghe onde con le quali lOceano rompea sulla spiaggia, esclam: Cos vien poetando lAriosto! Tornandosi meco verso le belle colonne che adornano la cattedrale di quella citt, si ferm sotto il peristilio , e ador. Poi volgendosi a me mi diede intenzione che sarebbe andato alla questua a pecuniare tanto da erigere una chiesa al PARACLETO e riporvi le ossa di Torquato Tasso; purch nessun sacerdote che insegnasse grammatica potesse ufficiarvi, e nessun Fiorentino Accademico della Crusca appressarvisi. Nel mese di giugno del 1804 pellegrin da Ostenda sino a Montreuil per gli accampamenti italiani: ed a milita ri, che si dilettavano di ascoltarlo, diceva certe sue omelie allimprovviso, pigliando sempre per testo de versi delleEpistole dOrazio. Richiesto da un ufficiale perch non citasse mai le Odi di quel poeta, Didimo in risposta gli regal la sua tabacchiera fregiata dun mosaico degregio lavoro, dicendo: Fu fatto a Roma dalcuni frammenti di pietre preziose dissotterrate in Lesbo. Ma essendo il contrario di Ortis e quindi la figura pi vicina al Foscolo maturo, ne riproduce degli aspetti: frequenta salotti e donne perch pi dedite alla compassione.

ospitale e molto cordiale ma ostile ai pettegolezzi. Disprezza la ricchezza e ogni tipo di adulazione, seleziona molto i suoi interlocutori : I pochi a quali lo lasciai leggere [] e io mi dispongo a lasciarlo inedito, per non essere liberale di noia a molti lettori che forse non penetrerebbero nessuna delle trecento trentatre allusioni racchiuse in altrettanti versetti scritturali capitolo due di Notizia intorno a Didimo Chierico, teneva chiuse le s ue passioni; e quel poco che ne traspariva, pareva calore di fiamma lontana. A chi gli offeriva amicizia, lasciava intendere che la colla cordiale per cui luomo sattacca allaltro, laveva gi data a quei poche cherano giunti innanzi Capitolo undici di Notizia intorno a Didimo Chierico. Il suo sentimento per la patria puro e assoluto. pi maturo rispetto ad Ortis, coerente con la sua indole e le sue scelte, decise di suicidarsi, Didimo invece mira alle allusioni, cerca la virt tramite la sapienza. Altra data importante quella delleditto di Saint Cloud del 1804, si stabiliva che i morti dovessero essere sepolti fuori citt e in fosse comuni. Foscolo non crede in una vita dopo la morte infatti non un caso che la nota della polizia lo avesse definito ateo, nonostante ci si sofferma sul significato di tomba, sulla sua funzione. Essa quasi una celebrazione dei valori e degli ideali seguiti durante la vita. Foscolo fa l'esempio di Parini e il mascalzone Forse tu fra plebei tumuli guardi vagolando, ove dorma il sacro capo del tuo Parini? A lui non ombre pose tra le sue mura la citt, lasciva d evirati cantori allettatrice, non pietra, non parola; e forse l ossa col mozzo capo glinsanguina il ladro che lasci sul patibolo i delitti. Parin i che fu un grande scrittore poteva benissimo avere come compagno di tomba un ladro. Questo per non cambia le idee materialistiche del poeta, perch la morte resta sempre larrivo. Tuttavia tenta di superare questo limite profondo del rapporto tra vivi e morti. Infatti anche schematica lopera Dei Sepolcri , ben strutturata in quattro parti. La prima descrive lutilit della tomba che funge da tramite tra vivi e morti, quindi come strumento di ricordo delle imprese dei defunti. La seconda una descrizione di riti funebri e una differenza tra quelli classici e il rito inglese. La terza una riflessione sul significato di tomba e cita i personaggi sepolti il Santa Croce. La quarta ed ultima un elogio alla poesia che rende eterna la virt molto pi della tomba, perch rimane nella memoria e non limitata a un sasso. Il sacro vate, placando quelle afflitte alme col canto,i prenci argivi eterner per quante abbraccia terre il gran padre Oceno. E tu onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finch il Sole risplender su le sciagure umane. Ettore il pi grande condottiero troiano, ma nonostante tutto destinato a morire, Foscolo vuole sottolineare la funzione eternatrice della poesia, tuttavia l episodio termina con un sottile pessimismo sottolineato dall eternarsi della sofferenza umana.

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