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A T A N A S I O

LINCARNAZIONE DEL VERBO

LA VITA La biografia di Atanasio strettamente legata alla storia della controversia ariana. Il primo dato sicuro la sua presenza al concilio di Nicea (325), come diacono al seguito del Vescovo Alessandro di Alessandria, al quale succeder l8 giugno del 328. Nato quasi certamente ad Alessandria verso il 295, fu avviato in quella stessa citt allo studio delle lettere umane e della teologia: i suoi scritti, infatti, rivelano una buona formazione letteraria e si ricollegano, nel modo di argomentare e di interpretare la Scrittura, allo spirito e al metodo della scuola teologica alessandrina risalente ad Origene attraverso Dionigi, Teognosto e Alessandro. Alla giovinezza risale anche il suo primo contatto con i monaci del deserto e con Antonio, sebbene non possiamo affermare con sicurezza che sia vissuto presso di loro come monaco. Se a tutto questo si aggiunge liniziazione alla politica ecclesiastica nel governo di una delle chiese pi potenti del tempo, abbiamo i dati essenziali per ricostruire la sua fisionomia, che si riveler nel corso del suo lungo episcopato. A Nicea Ario e i suoi seguaci furono condannati, ma dieci anni dopo gli sconfitti, guidati da Eusebio di Nicomedia, riuscirono a far richiamare Ario dallesilio e ad allontanare da Alessandria il vescovo Atanasio, facendo leva su alcune sue prese di posizione particolarmente energiche nei confronti dei meleziani (concilio di Tiro, del 335). Atanasio dovette lasciare la sua citt per recarsi a Treviri, dove rimase fino alla morte di Costantino (335-337: primo esilio). Ma con la morte di Costantino e il ritorno nella sua sede non cessarono le difficolt. In un primo tempo lo stesso Eusebio di Nicomedia riusc a farlo deporre da un concilio, per cui dovette subire un lungo esilio in occidente (339-22 febbraio 346: secondo esilio, trascorso per lo pi a Roma); pi tardi, quando Costanzo rimasto unico imperatore voleva imporre a tutto limpero la fede ariana, Atanasio, che era giustamente considerato il maggiore ostacolo al compimento di tale impresa, dovette lasciare la sua citt per ritirarsi nel deserto (356-22 febbraio 362: terzo esilio). Sono questi gli anni pi duri ma anche pi fecondi della sua esistenza. Costanzo, una volta condannato Atanasio, riesce a piegare anche alcuni tenaci difensori del Credo niceno, come Osio di Cordova e Papa Liberio. Le file degli ortodossi si assottigliano, anche se in pochi che vi rimangono, come Ilario di Poitiers, Eusebio di Vercelli e Dionigi di Milano, sono uomini di eccezione. Tutto questo affliggeva profondamente Atanasio confinato nel deserto, ma non ne paralizzava lattivit. Durante questo esilio combatt leresia ariana nella sua forma pi sottile con le Lettere a Serapione, che si possono considerare il suo capolavoro, e forse anche con i tre Discorsi contro gli ariani; oppure smaschera le loro trame e si difende dalle accuse sia con apologie scritte in un linguaggio fermo e con abilit ed eleganza (Apologia a Costanzo e Apologia per la fuga) come con racconti di carattere popolare, nei quali indulge al meraviglioso ( La storia degli ariani ai monaci ) o raccogliendo documenti per dimostrare gli ondeggiamenti dei suoi nemici ( I Sinodi). A questo periodo risale anche la Vita di Antonio, che mor appunto in quegli anni. Con il 362, data del suo ritorno ad Alessandria e della convocazione di un importante sinodo in quella stessa citt, diviene leader della riscossa ortodossa contro larianesimo favorito dallimperatore, riunendo attorno a s anche vescovi che non accettavano la stretta terminologia del concilio di Nicea. Riusc, cio, a far superare le divergenze strettamente teologiche per formare un fronte unico a difesa dellortodossia. Questa sua opera lo rese sgradito prima a Giuliano poi a Valente per cui il vescovo, ormai vecchio, dovette subire lesilio ancora due volte (362-363: quarto esilio e 365-1 febbraio 366: quinto esilio): finch pot chiudere in pace i suoi giorni il 2 maggio del 373.

INTRODUZIONE: UNITA DELLOPERA DI DIO 1. Nel trattato precedente abbiamo esaminato adeguatamente alcuni argomenti tra i molti: lerrore dei pagani a proposito degli idoli e la loro superstizione; come sono stati scoperti allinizio avendo gli uomini inventato da s, per cattiveria, il culto degli idoli. Per grazia di Dio abbiamo dato qualche indicazione anche circa la divinit del Verbo del Padre e la sua provvidenza e potenza universale, nel senso che il Padre, che buono, dispone luniverso per mezzo di lui e tutto luniverso da lui mosso ed in lui vivificato 1. Continuiamo, o caro e vero amico di Cristo, con fede conforme alla piet, ed esaminiamo dettagliatamente quanto concerne la incarnazione del Verbo ed esponiamo la sua divina manifestazione a noi: quella manifestazione che i Giudei calunniano e i Greci deridono 2, ma che noi adoriamo. Cos lapparente umiliazione del Verbo far diventare pi grande e pi abbondante la tua devozione verso di lui. Infatti, quanto pi gli infedeli la deridono, tanto pi grande la testimonianza che ci offre della sua divinit: quello che gli uomini non comprendono perch lo giudicano impossibile, egli dimostra che possibile 3; quello che gli uomini deridono giudicandolo sconveniente, questo egli fa diventare conveniente grazie alla sua bont; ci che gli uomini conforme alla loro sapienza deridono, giudicandolo umano, egli dimostra che divino grazie alla sua potenza4. Con la sua pretesa umiliazione egli distrugge, mediante la croce, la falsa apparenza degli idoli e invisibilmente persuade quanti lo deridono e non credono in lui, cos che possano riconoscere la sua divinit e potenza. Per esporre tutto questo occorre ricordare quanto stato detto prima. Solo cos, infatti, potrai comprendere perch il Verbo del Padre, che cos grande e cos potente, apparso in un corpo: non penserai, cio, che il Salvatore ha portato un corpo in conseguenza della sua natura, ma che, pur essendo per natura incorporeo e Verbo, grazie alla benignit e bont del Padre suo, apparso a noi in un corpo umano per la nostra salvezza 5. Perci, dovendo fare questa esposizione, conviene che prima parliamo della creazione delluniverso e di Dio suo creatore, affinch si possa comprendere adeguatamente che il rinnovamento di esso 6 stato compiuto dal Verbo che lo cre allinizio. Infatti, non si vedr alcuna contraddizione se il Padre ha operato la salvezza delluniverso in colui per mezzo del quale lha creato.

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Cfr. At., 17, 28. Con queste parole Atanasio richiama il Contra Gentes e ne riassume il contenuto. Cfr. 1 Cor. 1, 22. 3 Cfr. Mt. 19, 26. 4 Il passo richiama fondamentalmente la definizione del Vangelo data da Paolo in 1 Cor. 1, 17-25. Anche per Atanasio Dio si rivela nella umilt della carne di Cristo perch gli uomini non sono stati capaci di conoscerlo con la loro sapienza. 5 La benignit e bont del Padre indicano il movente della Incarnazione, la nostra salvezza ne il fine. Questultima espressione compare nel Credo di Nicea. 6 Lopera redentrice di Cristo concepita come un rinnovamento ( anakainisis), nel senso forte di nuova creazione, un tema caro ad Atanasio. Atanasio se ne serve per dimostrare la divinit di Cristo e la continuit tra la creazione e la redenzione. Se lopera di Cristo una nuova creazione, essendo la creazione esclusiva di Dio, Cristo deve essere Dio. Daltra parte questa opera di Cristo un rinnovamento di ci che esiste e non si esercita su una realt a lui estranea, ma sulluomo e sul mondo che Dio allinizio ha creato mediante lo stesso Verbo che poi, incarnandosi, la rinnova.

I. ANTECEDENTI DELLINCARNAZIONE: CREAZIONE E CADUTA DELLUOMO 2. La costruzione del mondo e la creazione delluniverso molti lhanno intesa in maniere diverse e ciascuno lha definita a suo piacimento. Alcuni affermano che luniverso venuto allesistenza spontaneamente e per caso. Tali sono gli epicurei, i quali immaginano che nel mondo non vi sia la provvidenza facendo delle affermazioni direttamente contrarie a quanto chiaramente appare. Infatti, se tutto venuto allesistenza spontaneamente e senza provvidenza, come essi dicono, tutti gli esseri dovrebbero essere assolutamente simili e senza differenza. Infatti, come in un unico corpo tutti gli esseri dovrebbero essere sole o luna e negli uomini tutto il corpo dovrebbe essere mano, occhio o piede. Ma non cos; e noi vediamo da una parte il sole e da unaltra parte la luna o la terra, e allo stesso modo nei corpi umani vediamo da una parte il piede e da unaltra la mano o la testa. Orbene, tale ordine indica che quegli esseri non sono venuti allesistenza per caso e dimostra che allorigine della loro esistenza c una causa, a partire dalla quale si pu conoscere Dio che ha ordinato e creato luniverso. Altri, tra i quali si annovera anche Platone che grande tra i Greci, spiegano che Dio ha creato luniverso da materia preesistente e incerata. Secondo loro Dio non potrebbe fare nulla se non esistesse prima la materia, come deve esistere in precedenza il legno perch un artigiano lo possa lavorare. Ma non sanno che con queste affermazioni attribuiscono a Dio la debolezza. Infatti, se non egli stesso causa della materia, ma si limita a fare le cose con materia preesistente, si scopre che debole, non potendo creare, senza la materia, alcuna delle cose che esistono. Come certamente segno di debolezza per lartigiano il non poter fabbricare nessun oggetto necessario senza il legname. Se per ipotesi non esistesse la materia, Dio non potrebbe far nulla. Ma come si pu definire creatore e ordinatore se la sua facolt di creare dipende da un altro essere, cio dalla materia? Se le cose stanno cos, se lavora una materia preesistente senza essere causa egli stesso della materia, Dio secondo loro sar un semplice artefice e non il creatore che d lessere. Non si pu affatto dire creatore, se non crea la materia, dalla quale sono venuti allesistenza gli esseri creati. Gli eretici immaginano per loro conto un creatore di tutte le cose diverso dal Padre del nostro Signore Ges Cristo, rivelando in queste parole una grande cecit. Se il Signore disse ai Giudei: Non avete letto che allinizio il creatore li fece maschio e femmina? ; e aggiunse: Per questo luomo lascer il padre e la madre e si unir alla moglie, e i due saranno una sola carne , e poi indicando il creatore soggiunge: Quello che dunque Dio ha congiunto luomo non lo separi 7, - come possono introdurre una creazione estranea al Padre? Se, come dice Giovanni riassumendo tutto, tutto venuto allesistenza per mezzo di lui e senza di lui nulla venuto allesistenza 8, come pu esistere un altro creatore allinfuori del Padre di Cristo? 3. Queste sono le loro false opinioni. Ma linsegnamento divino e la fede conforme a Cristo denunciano come unempiet queste loro vane parole. Esso insegna che il mondo non venuto allesistenza spontaneamente, perch ordinato da una provvidenza, n da una materia preesistente perch Dio non debole; ma che dal nulla, e senza che prima esistessero in alcun modo, Dio ha portato allesistenza tutte le cose mediante il Verbo come dice per mezzo di

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Mt. 19, 4-6. Gv. 1, 3.

Mos: Allinizio Dio fece il cielo e la terra 9, e ancora per mezzo dellutilissimo libro del Pastore10: Prima di tutto credi che uno solo Dio, colui che ha creato e organizzato tutte le cose e le ha fatte passare dal nulla allesistenza 11. Lo indica anche Paolo dicendo: Per fede sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, s che le cose visibili sono venute allesistenza da ci che non si vede 12. Dio buono, o piuttosto la fonte della bont; e chi buono non pu avere invidia di nulla. Perci, non invidiando lesistenza di alcuna cosa, ha creato dal nulla tutte le cose mediante il suo proprio Verbo, il nostro Signore Ges Cristo. Tra tutti gli esseri che vivono sulla terra ebbe piet del genere umano e vedendo che non era in grado di durare sempre in ragione della sua propria origine, gli fece un dono pi grande: gli uomini non si limit a crearli, come tutti gli altri viventi irrazionali che sono sulla terra, ma li fece secondo la sua immagine, rendendoli partecipi anche della potenza del suo proprio Verbo, affinch avendo in s alcune ombre del verbo e divenuti razionali, potessero durare nella beatitudine, vivendo nel paradiso la vera vita, che quella propria dei santi13. Daltra parte, sapendo che la volont umana pu volgersi da una parte o dallaltra, fortific in precedenza, assegnando loro una legge e un luogo determinato, la grazia che aveva dato. Dopo averli introdotti nel paradiso, dette loro la seguente legge: se avessero custodito la grazia e fossero rimasti virtuosi, avrebbero goduto nel paradiso di una vita senza tristezza, dolore o preoccupazione, oltre ad avere la promessa della incorruttibilit nei cieli; se invece avrebbero trasgredito la legge e, voltatisi indietro, fossero divenuti cattivi, avrebbero conosciuto di essere soggetti per natura alla corruzione 14 che si compie nella morte, e che non sarebbero pi vissuti nel paradiso, ma morendo poi fuori del paradiso sarebbero rimasti nella morte e nella corruzione. Questo appunto preannuncia la divina Scrittura in nome di Dio: Potrai mangiare di ogni albero del paradiso, ma dellalbero della conoscenza del bene e del male non dovete mangiare, perch nel giorno in cui ne mangereste, morreste a causa della morte 15. Ora, morire a causa della morte significa precisamente non solo il morire ma anche il rimanere nella corruzione della morte 16 4. Forse ti domandi con meraviglia perch, mentre ci siamo proposti di parlare dellincarnazione, ora trattiamo dellorigine degli uomini. Fatto si che questo argomento non estraneo allo scopo della nostra trattazione. Parlando della manifestazione del Salvatore a noi non posso fare a meno di parlare anche dellorigine degli uomini, affinch tu sappia che la nostra colpa divenuta il motivo della sua discesa e che la nostra trasgressione provoc la benignit del Verbo fino al punto che il Signore venuto da noi ed apparso tra gli uomini. Noi
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Gen. 1, 1. Atanasio considera il Pastore di Erma come un libro non canonico ( I decreti del sinodo di Nicea , 18), ma lo raccomanda, insieme ad altri libri da lui considerati non canonici ( Sapienza, Siracide, Ester, Giuditta e Didach ) , come utile da leggere per chi desidera istruirsi (Lettera festale 39, dellanno 367). 11 Erma, Il Pastore, precetto 1, 1. 12 Eb. 11, 3. 13 I santi sono gli angeli (cfr. Contro i Gentili 2, dove i santi sono contrapposti agli uomini). Tale denominazione risale alla tradizione greca dei SETTANTA e ad alcuni passi dellAntico e del Nuovo Testamento, che indicano appunto gli angeli con questa parola (Sal. 89, 6; Zac. 14, 5; 1 Tess. 3, 13; 2 Tess. 1, 10). Atanasio usa il termine con questo significato anche nella Vita di Antonio, 35, dove dice che il monaco chiamato a partecipare alla vita dei santi . 14 Compaiono qui per la prima volta due termini molto usati in questopera: incorruttibilit (aphtharsia) e corruzione (phthor), che indicano rispettivamente il rimanere per sempre nella vita e la disposizione continua al dissolvimento, alla corruzione. 15 Gen. 2, 16-17. 16 Atanasio distingue la morte pura e semplice (la morte naturale, per cos dire) e la morte che comporta la perdita della incorruttibilit. Alla prima luomo soggetto in quanto creatura, alla seconda in quanto ha disobbedito a Dio.
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siamo stati la causa della sua incarnazione e per la nostra salvezza egli fu tanto benigno da divenire uomo e manifestarsi in un corpo. Cos, dunque, Dio ha creato luomo e voleva che rimanesse nellincorruttibilit. Ma gli uomini, divenuti negligenti, abbandonarono la contemplazione di Dio e immaginarono e inventarono da s il male, come stato detto nella prima parte 17. Perci ricevettero la sentenza di morte, che era stata loro minacciata in precedenza: non rimanevano pi, in seguito, nella condizione in cui erano stati creati, ma andavano soggetti alla corruzione in conformit con i loro pensieri e la morte dominava e regnava su di loro. Infatti, la trasgressione del precetto li riconduceva alla loro natura, per cui, come sono venuti allesistenza dalla non esistenza, cos a giusto titolo dovevano sottostare nel corso del tempo alla corruzione che tende al nulla18. Infatti, se una volta la loro natura era il nulla e furono chiamati allesistenza grazie alla presenza e benignit del verbo, ne seguiva che gli uomini, divenuti privi della conoscenza di Dio e voltisi verso il nulla il male, infatti, non , mentre il bene perch stato creato da Dio che -, rimanessero privi anche dellesistenza eterna. Ecco che cosa significa rimanere nella morte e nella corruzione dopo la decomposizione. Luomo mortale per natura perch nato dal nulla; ma se avesse conservato la somiglianza con colui che per mezzo della contemplazione di lui, avrebbe ridotto la sua corruzione naturale e sarebbe rimasto incorruttibile, come dice la Sapienza: Il rispetto delle leggi garanzia di incorruttibilit 19. Essendo incorruttibile, sarebbe vissuto come Dio, secondo quanto dichiara in un certo passo la divina Scrittura dicendo: Io ho detto: Voi siete di e tutti figli dellAltissimo; ma morirete come uomini e cadrete come uno dei principi 20 5. Dio non solo ci ha creati dal nulla, ma ci ha anche donato di vivere secondo Dio per mezzo della grazia del Verbo. Ma gli uomini, allontanando lo sguardo dai beni eterni e volgendolo alle cose corruttibili per suggerimento del diavolo, sono divenuti causa della propria corruzione nella morte: erano bens corruttibili per natura, come ho detto sopra, ma in grazia della partecipazione del Verbo avrebbero evitato questa conseguenza della loro natura, se fossero rimasti virtuosi. Infatti, a causa del Verbo che era in loro, la corruzione propria della loro natura non li avrebbe intaccati, secondo quanto dice la Sapienza: Dio cre luomo per lincorruttibilit e come immagine della sua propria eternit, ma per invidia del diavolo entr la morte nel mondo 21. Accaduto questo, gli uomini morivano e la corruzione dispiegava ormai contro di loro tutto il suo vigore, agendo contro tutto il genere umano con una forza superiore a quella della natura, tanto pi che faceva valere contro di loro la minaccia di Dio per la trasgressione del precetto. In realt nelle loro trasgressioni gli uomini non si erano tenuti entro i limiti stabiliti, ma procedendo a poco a poco, erano giunti al di l di ogni misura, divenendo fin dallinizio inventori del male e richiamando su di s la morte e la corruzione; poi voltisi allingiustizia e superando ogni iniquit ( non si fermavano ad un solo male ma ne inventavano sempre di nuovi), erano divenuti insaziabili nel peccare. Dappertutto cerano adulteri e furti, tutta quanta la terra era piena di uccisioni e rapine. Non ci si dava pensiero della legge circa la corruzione e lingiustizia; da parte di tutti si commettevano tutti i peccati, singolarmente e insieme. Le citt guerreggiavano con le citt, i popoli si levavano contro i
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Contro i Gentili 3. Luomo per natura tende al nulla, ma Dio gli ha dato la possibilit di continuare a vivere perch lha creato a sua immagine. 19 Sap. 6, 18. 20 Sal. 82, 6-7. 21 Sap. 2, 23-24.

popoli; tutta la terra era divisa da sedizioni e battaglie e ciascuno faceva a gara nel trasgredire. Non si astenevano neanche da ci che contro natura, ma come dice lapostolo testimone di Cristo: Le loro donne cambiarono i rapporti naturali in rapporti contro natura. Allo stesso modo anche gli uomini, abbandonando il rapporto naturale con la donna, si accesero di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo cos in s stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento 22. 6. Per queste ragioni la morte si rafforzava sempre pi e la corruzione persisteva a danno degli uomini: il genere umano si perdeva, luomo razionale e creato a immagine di Dio scompariva e lopera creata da Dio andava in rovina. Infatti, come ho detto sopra, la morte ormai prevaleva sopra di noi a causa della legge che era stata stabilita da Dio per la trasgressione. Quello che accadde era veramente assurdo e sconveniente nello stesso tempo. Era assurdo che Dio parlando avesse mentito, cos che, dopo aver stabilito con una legge che luomo sarebbe morto a causa della morte se avesse trasgredito il precetto, dopo la trasgressione luomo non morisse e la sua parola risultasse vana. Dio non sarebbe stato veritiero se luomo non fosse morto, dopo averci detto che saremmo morti. Daltra parte sarebbe stato sconveniente che le creature, una volta create razionali e partecipi del suo Verbo, perissero e tornassero al nulla attraverso la corruzione. Non sarebbe stato degno della bont di Dio che gli esseri creati da lui andassero soggetti alla corruzione per linganno tramato dal diavolo contro gli uomini. Daltra parte sarebbe stato sommamente sconveniente che larte di Dio che si era manifestata nella creazione degli uomini scomparisse o per la loro negligenza o per linganno del demonio. Dunque, dal momento che le creature razionali erano soggette alla corruzione e tali opere andavano in rovina, che cosa doveva fare Dio che buono?Lasciare che la corruzione prevalesse contro di loro e che la morte li tenesse soggetti? Ma quale vantaggio avrebbero avuto ad essere stati creati allinizio? Sarebbe stato meglio per loro non essere stati creati piuttosto che, una volta creati, essere abbandonati e perire. Dalla negligenza di Dio si riconosce la sua debolezza pi che la sua bont: debolezza tanto pi grande se, dopo averla creata, lascia che la sua opera vada soggetta alla corruzione di quanto sarebbe stata se non avesse creato luomo allinizio. Infatti, se non lo avesse creato, non ci sarebbe stato nessuno capace di considerare la sua debolezza; ma dopo averle create e portate allesistenza, sarebbe stato pienamente assurdo che le sue opere perissero, e proprio sotto lo sguardo del creatore. Dunque non doveva permettere che gli uomini fossero trascinati dalla corruzione: ci era sconveniente e indegno della bont di Dio. 7. Se per un aspetto doveva accadere questo, daltra parte vi si oppone quanto ragionevole da parte di Dio, cio che Dio risulti veritiero nella sua legislazione riguardante la morte. Sarebbe stato assurdo che per il nostro interesse e la nostra conservazione risultasse menzognero Dio, che il Padre della verit. In tale situazione che cosa doveva accadere o che cosa doveva fare Dio? Domandare agli uomini penitenza per la trasgressione, cos grazie alla penitenza potevano ritornare alla incorruttibilit. Ma la penitenza non avrebbe salvaguardato ci che ragionevole da parte di Dio, che sarebbe rimasto non veritiero se gli uomini fossero restati sotto il dominio della morte; n la penitenza libera dalle conseguenze della natura, ma fa solo cessare i peccati. Certo, se ci fosse stata solo la trasgressione senza la corruzione che ne consegue, la penitenza avrebbe potuto bastare; se invece, una volta intervenuta la
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Rom. 1, 26-27.

trasgressione, gli uomini rimanevano soggetti alla corruzione naturale ed avevano perso la grazia della loro conformit allimmagine, che cosaltro doveva accadere? Per una tale grazia e restaurazione di che cosaltro cera bisogno se non del Verbo di Dio che allinizio cre luniverso dal nulla? Era suo compito ricondurre il corruttibile alla incorruttibilit e salvaguardare ci che soprattutto ragionevole per il Padre 23. Essendo il verbo del Padre ed essendo al di sopra di tutti, egli solo, conseguentemente, poteva rinnovare luniverso ed era in grado di patire per tutti e di presentarsi al Padre come ambasciatore per tutti. II. LA VITTORIA SULLA MORTE 8. Per questo dunque viene sulla nostra terra il Verbo di Dio incorporeo, incorruttibile e immateriale, sebbene prima non ne fosse in alcun modo lontano 24. Infatti, nessuna parte del creato rimasta priva di lui, perch egli, stando con il Padre suo, riempie tutti gli esseri (operando) in tutti; ma si rende presente abbassandosi fino a noi per soccorrerci con la sua benignit e la sua manifestazione! Vedendo che la stirpe razionale andava in rovina e la morte regnava su di loro grazie alla corruzione; vedendo che la minaccia connessa con la trasgressione faceva dominare la corruzione contro di noi e che era assurdo che quella legge fosse abrogata prima di essere soddisfatta; vedendo che era assurdo, in quanto era accaduto, che scomparissero gli esseri di cui egli stesso era creatore; vedendo che la perversit degli uomini superava ogni limite e che a poco a poco lavevano fatta crescere a loro danno fino a renderla insopportabile; vedendo che tutti gli uomini erano soggetti alla morte, ebbe piet della nostra stirpe compatendo la nostra debolezza, si abbass fino alla nostra corruzione e non permise che dominasse la morte; ma affinch non perisse ci che era stato creato e non riuscisse inutile lopera del Padre suo nei confronti degli uomini, si prese un corpo non diverso dal nostro. Non volle semplicemente essere in un corpo n volle soltanto apparire 25 in un corpo. Infatti, se avesse voluto semplicemente apparire, avrebbe potuto manifestare la sua divinit per mezzo di un essere pi potente. Egli prese un corpo come il nostro; e non si limit a prenderlo, ma lo prese da una vergine pura e senza macchia, che non conosceva uomo: un corpo puro e veramente non contaminato dal contatto con gli uomini. Egli, che potente e creatore delluniverso, si prepar il corpo nella Vergine come un tempio e se ne appropri come uno strumento per farsi conoscere ed abitare in esso. Cos, preso da noi un corpo simile al nostro, poich tutti siamo soggetti alla corruzione della morte, lo consegn alla morte per tutti e lo present al Padre compiendo un gesto di benignit affinch, come se tutti fossero morti in lui26, fosse abolita la legge della corruzione che colpiva gli uomini (il suo potere, infatti, era stato applicato pienamente nel corpo del Signore, per cui non le rimaneva pi alcuna possibilit contro gli uomini suoi simili) e ricondusse alla incorruttibilit gli uomini che si erano volti alla corruzione vivificandoli con la sua morte: per far scomparire la morte come paglia nel fuoco con l appropriazione del loro corpo e la grazia della risurrezione. 9. Il Verbo vedendo che la corruzione degli uomini non poteva essere eliminata se non con una morte generale e che daltra parte non poteva morire il Verbo, che immortale e figlio del Padre, si prese un corpo che pu morire affinch questo corpo, partecipando del Verbo che
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Luomo decaduto pu pentirsi della disubbidienza, ma non pu liberarsi dalla corruzione che consegue alla disubbidienza. Questo lo pu fare solo il Verbo con un intervento paragonabile a quello della creazione. 24 Chiaro riferimento ad Atti, 17, 27. 25 Si riferisce al docetismo, eresia ancora assai diffusa nel secolo quarto, specie in ambiente ellenistico. Atanasio stesso dovr intervenire negli ultimi anni della sua vita con la Lettera ad Epitteto vescovo di Corinto. 26 Rom. 6, 8.

al di sopra di tutti, fosse sufficiente a morire per tutti, pur rimanendo incorruttibile in virt del Verbo che abita in lui, e si allontanasse cos da tutti la corruzione per la grazia della risurrezione. Perci, offrendo alla morte come vittima e sacrificio esente da ogni macchia il corpo che si era preso, subito allontan la morte da tutti i suoi simili con lofferta di un corpo come il loro. Infatti il Verbo di Dio, che al di sopra di tutti, offrendo il suo tempio e lo strumento del suo corpo come riscatto per tutti, pagava adeguatamente il debito nella sua morte. Inoltre lincorruttibile Figlio di Dio, essendo in tutti tramite il suo corpo simile a quello di tutti, rivest adeguatamente tutti della incorruttibilit nella promessa della risurrezione. Questa corruzione che si esprime nella morte non ha pi alcuna possibilit di colpire gli uomini a causa del Verbo che abita in loro per mezzo di un corpo 27. Come quando un grande re entrato in una grande citt e ha preso dimora in una delle tante abitazioni che sono in essa, senza dubbio una tale citt ritenuta degna di grande onore e nessun nemico o pirata lassalta per saccheggiarla, ma la si considera piuttosto degna di ogni riguardo a causa del re che andato ad abitare in una sua casa, cos accaduto per il Re di tutti 28. Da quando venuto nel nostro mondo ed ha preso dimora in un corpo simile al nostro, ogni insidia dei nemici contro gli uomini cessata ed scomparsa la corruzione della morte che prima esercitava il suo potere su di loro. Infatti il genere umano sarebbe perito, se il Figlio di Dio, Signore e Salvatore di tutti, non fosse venuto a soccorrerci per mettere fine alla morte. 10. Questa grande opera conveniva davvero moltissimo alla bont di Dio. Infatti, se un re ha costruita una casa o una citt e questa viene attaccata dai briganti per la negligenza degli abitanti, il re non labbandona affatto, ma la difende come opera sua e la salva non badando alla trascuratezza degli uomini ma al proprio onore. Tanto pi il Dio Verbo del Padre perfettamente buono non permise che il genere umano da lui creato precipitasse nella corruzione, ma con lofferta del suo proprio corpo cancell la morte che era caduta sui di loro, corresse con il suo insegnamento la loro negligenza restaurando con la sua potenza tutta la condizione umana. Ce lo possono garantire i teologi 29 del Salvatore stesso, se si leggono i loro scritti, l dove dicono: Lamore di Cristo ci spinge al pensiero che uno morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli morto per tutti affinch noi non viviamo pi per noi stessi, ma per colui che per noi morto e risuscitato 30 dai morti, il Signore nostro Ges Cristo. E ancora: Quel Ges che fu fatto di poco inferiore agli angeli lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perch per la grazia di Dio egli provasse la morte per ciascuno 31. Poi indica il motivo per cui nessun altro doveva incarnarsi allinfuori del Dio Verbo, dicendo: Ed era ben giusto che colui per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza colui che li doveva portare alla salvezza 32. Con queste parole intende dire che nessuno allinfuori del Dio Verbo, che li aveva creati allinizio, poteva risollevare gli uomini dalla corruzione che era sopraggiunta. Che il Verbo stesso si prese un corpo come offerta sacrificale per i corpi simili al suo lo spiegano dicendo: Poich dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anchegli ne divenuto partecipe similmente per ridurre allimpotenza mediante la morte colui
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Il corpo di Cristo come corpo individuale suo proprio, ma rappresenta tutto il genere umano: la sua morte paga il debito di tutti e la sua incorruttibilit si trasmette a tutti. 28 Espressione usata anche in Contro i Gentili, 9. 29 Il termine, nel suo significato generale di chi parla di Dio, riferito da Atanasio ora ai profeti e agli apostoli, ora ai maestri della scuola di Alessandria. 30 2 Cor. 5, 14 -15. 31 Eb. 2, 9. 32 Eb. 2, 10.

che della morte ha il potere, cio il diavolo, e liberare cos quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavit per tutta la vita 33. Infatti il sacrificio del suo corpo pose fine alla legge, che gravava su di noi, e ci ha portato allinizio di una nuova vita dandoci la speranza della risurrezione. Poich la morte venuta a dominare sugli uomini per colpa degli uomini, la distruzione della morte e la risurrezione della vita sono avvenute mediante il Dio Verbo fatto uomo, come dice il portatore di Cristo: Poich se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verr anche la risurrezione dei morti; e come tutti morirono in Adamo, cos tutti saranno vivificati in Cristo 34, e quel che segue. Adesso, infatti, non moriamo pi come condannati, ma come quelli che sono destinati a risvegliarsi attendiamo la risurrezione universale di tutti, che ci mostrer a suo tempo 35 Dio che lha operata e donata. Questo il primo motivo dellincarnazione del Salvatore. Ma anche da quel che segue si pu comprendere che la sua benevola manifestazione a noi avvenuta per buone ragioni. III. LA RESTAURAZIONE DELLA CONFORMITA ALLIMMAGINE DI DIO 11. Dio che detiene il dominio universale, quando creava il genere umano mediante il suo Verbo, vide che la debolezza della loro natura non era in grado di conoscere da se stessa il creatore n di farsi una qualche idea di Dio. Dio, infatti, increato mentre le cose sono state create dal nulla; Dio incorporeo, mentre gli uomini quaggi sono stati plasmati con un corpo: in una parola, grande la deficienza delle creature di fronte alla comprensione e conoscenza del creatore. Ancora una volta ebbe piet del genere umano e non permise, poich buono, che gli uomini restassero privi della conoscenza di lui, cos che risultasse inutile la loro stessa esistenza. Che vantaggio avevano ad esistere quelle creature se non conoscevano il loro creatore? come possono essere razionali se non conoscono la Ragione del Padre nella quale sono stati creati? Non sarebbero stati affatto superiori agli esseri irrazionali se non avessero conosciuto nulla al di l delle cose terrestri. Perch li avrebbe creati Dio, se non avesse voluto essere conosciuto da loro? Perci, affinch non accadesse questo, li rese partecipi, essendo buono, della sua propria immagine, il nostro Signore Ges Cristo, e li cre a sua immagine e somiglianza, cos che, conoscendo mediante tale dono limmagine, vale a dire il Verbo del Padre, potessero mediante lui farsi unidea del Padre per vivere, conoscendo il creatore, una vita felice e veramente beata. Ma gli uomini, stolti ancora una volta, disprezzarono la grazia che era stata donata loro, allontanandosi cos tanto da Dio e macchiando cos tanto la loro anima che non soltanto dimenticarono lidea di Dio, ma al suo posto si plasmarono altre divinit una dopo laltra. Si fecero idoli al posto della verit e onorarono gli esseri che non esistono pi di Dio che esiste, adorando la creazione al posto del creatore 36: e il peggio che trasferivano il culto di Dio a pezzi di legno o di pietra o di ogni altro materiale e agli uomini e fecero anche di pi, come stato detto prima37. Furono talmente empi che resero culto ai demoni e li chiamavano di, assecondando i loro desideri. Per piacere ad essi compivano sacrifici di animali irrazionali e immolazioni di uomini, come stato detto prima, legandosi sempre pi strettamente alla morsa dei loro aculei. Per questo apprendevano da loro la magia e gli oracoli nei diversi luoghi fuorviavano gli uomini, e tutti attribuivano agli astri e a tutti i corpi celesti le cause della
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Eb. 2, 14 -15. 1 Cor. 15, 21-22. 35 1 Tim. 6, 15; Tito, 1, 3. 36 Rm. 1, 25. 37 Cfr. Contro i Gentili, 8-9.

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nascita e dellesistenza, senza tener conto di altro fuorch delle apparenze. Tutto, in una parola, era pieno di empiet e perversit. Solo Dio e il suo Verbo erano misconosciuti, sebbene non si fosse nascosto agli uomini rendendosi invisibile: egli non aveva offerto loro una sola via per conoscerlo, ma aveva dispiegato davanti a loro una grande variet e molteplicit di vie. 12. Bastava la grazia di essere secondo limmagine per conoscere il Dio Verbo e attraverso di lui il Padre. Ma Dio, conoscendo la debolezza degli uomini, provvide anche alla loro trascuratezza, cos che, se avessero trascurato di conoscere Dio attraverso s stessi, potessero conoscere il creatore attraverso le opere della creazione. Ma poich la trascuratezza degli uomini scende a poco a poco verso il peggio, Dio provvide anche a tale loro debolezza inviando la legge e i profeti a loro conosciuti affinch, se erano pigri ad alzare lo sguardo verso il cielo per conoscere il creatore, ricevessero un insegnamento da esseri vicini a loro38. Gli uomini possono apprendere pi direttamente da altri uomini le cose pi importanti. Dunque, levando lo sguardo alla grandezza del cielo e considerando larmonia del creato, potevano conoscere colui che la regola, il Verbo del Padre, colui che fa conoscere a tutti il Padre mediante la sua provvidenza che investe tutte le cose e muove tutto luniverso, affinch attraverso di esso tutti conoscano Dio. O, se questo era troppo per la loro pigrizia, potevano incontrare i santi39 e attraverso di loro conoscere Dio, il creatore di tutte le cose, il Padre di Cristo, ed apprendere che il culto degli idoli equivale alla negazione di Dio ed pieno di ogni empiet. Conoscendo la legge, potevano abbandonare ogni perversit e vivere una vita conforme alla virt. La legge non era solo per i Giudei, n i profeti erano inviati solo per loro. Erano bens inviati ai Giudei e i Giudei li perseguitavano; ma per tutta la terra erano una santa scuola per la conoscenza di Dio e la condotta dellanima. Sebbene la bont e la benignit di Dio fossero tali, pure gli uomini, vinti dai piaceri immediati e dalle illusioni e inganni dei demoni, non si volsero alla verit, ma si immersero in mali e peccati sempre pi numerosi, cos che non sembravano pi razionali, ma in base ai loro costumi erano considerati irrazionali. 13. Una volta che gli uomini erano divenuti cos irrazionali e linganno dei demoni gettava la sua ombra dappertutto nascondendo la conoscenza del vero Dio, che cosa doveva fare Dio? Tacere di fronte ad una tale situazione e l sciare che gli uomini fossero traviati dai demoni e non conoscessero Dio? O avrebbe dovuto essere creato irrazionale o, una volta creato razionale, non doveva vivere la vita delle creature irrazionali. Quale vantaggio ricavava dallaver ricevuto allinizio una nozione di Dio? Se adesso non pi degno di riceverla, non gli doveva essere stata data neppure allinizio. Quale vantaggio o quale gloria avrebbe Dio creatore, se gli uomini da lui creati non lo adorano, ma pensano che siano altri i loro creatori? Sembra che Dio li abbia creati per altri e non per se stesso. Inoltre un uomo che sia re non permette che i regni da lui fondati siano presi e vadano soggetti ad altri n che si rifugino sotto la protezione di altri, ma li ammonisce con lettere, invia loro spesso dei messaggi per mezzo di amici e, se necessario, vi si reca di persona per scuoterli con la sua presenza, semplicemente perch non siano schiavi di altri e la sua opera non risulti inutile40. A maggior ragione non doveva Dio risparmiare le sue creature, impedendo che fossero traviate lontano da lui servendo gli di che non esistono? Soprattutto non dovevano perire le creature che una volta erano divenute partecipi dellimmagine di Dio,
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Si indicano chiaramente tre vie per conoscere Dio: lanima, il mondo e la rivelazione della legge e dei profeti. Cio i profeti. 40 Chiara reminiscenza di Mt. 21, 33-41.

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perch tale traviamento diventa per loro causa di rovina e di distruzione. Dunque, che cosa doveva fare Dio? Che cosa doveva avvenire se non il rinnovamento dellessere secondo limmagine, affinch per mezzo di essa gli uomini potessero conoscerlo ancora una volta? Non era possibile che avvenisse attraverso gli uomini poich anchessi sono stati creati secondo limmagine; ma non poteva avvenire neanche mediante gli angeli perch neanche essi sono immagini. Perci venne da s il Verbo stesso di Dio per restaurare, lui che limmagine, luomo creato secondo limmagine. Ma ci non poteva avvenire se non fosse stata annientata la morte e la corruzione. Perci a giusto titolo prese un corpo mortale perch in esso potesse essere distrutta la morte ed essere restaurati gli uomini creati secondo limmagine. Dunque, per questo non cera bisogno di nessun altro fuorch dellimmagine del Padre. 14. Quando una figura disegnata sul legno stata cancellata da macchie provenienti dallesterno, per poter restaurare limmagine nella stessa materia occorre che si presenti colui che era stato raffigurato, e si deve alla sua figura se non si elimina la materia in cui era stato raffigurato, ma si modella ancora in essa il suo ritratto. Allo stesso modo il santissimo Figlio del Padre, che immagine del Padre, venuto nelle nostre regioni per restaurare luomo creato a sua immagine e ritrovarlo mediante la remissione dei peccati, dopo che era stato perduto, come dice egli stesso nei vangeli: Sono venuto a cercare e salvare ci che era perduto 41. Perci anche ai Giudei diceva: Se non si rinasce 42, non indicando, come essi pensavano, la nascita dalla donna, ma riferendosi alla rigenerazione e restaurazione dellanima nella sua conformit allimmagine. Poich dominavano sulla terra la follia per gli idoli e lempiet, e la conoscenza di Dio era nascosta, chi avrebbe dovuto ammaestrare la terra per far conoscere il Padre? Un uomo si potrebbe dire. Ma gli uomini non potevano percorrere tutta la terra che sotto il sole n per natura avevano la forza di percorrere un cos vasto spazio n potevano ispirare fiducia su questo argomento n erano capaci di opporsi da soli allinganno e allillusione dei demoni. Tutti erano stati colpiti e turbati nellanima dallinganno dei demoni e dalla vanit degli idoli. Ora come avrebbero potuto convertire lanima e la mente degli uomini, quando neppure possono vederli? Come si pu convertire ci che non si vede? Forse si potrebbe dire che bastava il creato. Ma se fosse bastato il creato, non ci sarebbero stati mali cos grandi. Certo, il creato esisteva, ma gli uomini non erano meno avvoltolati nel medesimo errore circa la conoscenza di Dio. Cera dunque bisogno ancora una volta del Dio Verbo che vede lanima e lintelletto, che muove tutti gli esseri del creato e attraverso di essi fa conoscere il Padre. Doveva essere lui, che ci insegna la conoscenza del padre mediante la sua provvidenza e lordine che dispone nelluniverso, a rinnovare questo stesso insegnamento. Come dunque sarebbe avvenuto ci? Si dir, forse, che lo poteva fare con gli stessi mezzi mostrando ancora una volta ci che riguarda lui attraverso le opere della creazione. Ma questo non ancora sicuro. Niente affatto. Gi prima gli uomini lo avevano trascurato volgendo il loro sguardo non pi verso lalto ma verso il basso. Perci a buon diritto, volendo soccorrere gli uomini, si presenta come un uomo, prendendo un corpo simile al loro e di umile origine [intendo dire mediante le opere del corpo] *, affinch quanti non avevano voluto conoscerlo in base alla provvidenza e al suo dominio universale conoscessero, in base alle opere compiute mediante lo stesso corpo, il Verbo di Dio che nel corpo e, attraverso di lui, il Padre.

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Lc. 19, 10; Cfr. Lc. 15, 3-6. Gv. 3, 5. * Le parole comprese tra le parentesi quadre sono molto probabilmente una glossa, entrata poi erroneamente nel testo.

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15. Come un bravo maestro che ha cura dei suoi discepoli, istruisce quelli che non possono ricavare profitto da lezioni pi difficili abbassandosi fino al loro livello e con spiegazioni pi semplici, cos fa il Verbo di Dio, come dice Paolo: Poich nel disegno sapiente di Dio il mondo con tutta la sua sapienza non ha conosciuto Dio, piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione 43. Gli uomini si erano allontanati dalla contemplazione di Dio e, come precipitati in un abisso, tenevano gli occhi fissi verso il basso e andavano cercando Dio nel creato e nelle cose sensibili, considerando come loro di gli uomini mortali e i demoni. Per questo il benigno e comune Salvatore di tutti, il Verbo di Dio, si prende un corpo e vive come uomo tra gli uomini e impressiona i sensi di tutti gli uomini, affinch quanti pensano che Dio sia negli esseri corporei conoscano la verit proprio mediante le opere che il Signore compie con le azioni del suo corpo e per mezzo di lui conoscano il Padre. Essendo uomini e pensando ogni cosa in termini umani, dovunque dirigevano i loro sensi, si vedevano attirati e da ogni parte apprendevano la verit. Se erano presi da sacro stupore per la creazione, vedevano che essa confessa Cristo come Signore; se il loro pensiero era attirato verso gli uomini, cos da crederli di, in base alle opere del Salvatore, che essi paragonavano alle loro, appariva chiaro che tra gli uomini solo il Salvatore Figlio di Dio. Tra loro, infatti, non ci sono opere come quelle compiute dal Dio Verbo; se erano attirati dai demoni, riconoscevano, vedendoli scacciati dal Signore, che egli solo il Verbo di Dio, mentre i demoni non sono di; se la loro mente si fissava verso i morti, cos da rendere culto agli eroi e a quanti sono denominati di dai poeti, vedendo la risurrezione del Salvatore riconoscevano che essi sono menzogneri e che solo il Verbo del Padre il vero Signore, egli che domina anche sulla morte. Per questo nacque e apparve come uomo, mor e resuscit, indebolendo e oscurando con le sue proprie opere le opere di tutti gli uomini, per ricondurre gli uomini, dovunque fossero stati attirati, e far conoscere loro il Padre suo, come dice egli stesso: Io sono venuto per salvare e cercare ci che era perduto 44. 16. Poich una volta lintelligenza degli uomini era caduta nelle cose sensibili, il Verbo si abbass fino ad apparire mediante un corpo, per attirare gli uomini a s come uomo e dirigere su di s il loro sensi e cos, mediante le opere che compiva, persuadere gli uomini, che pure lo vedevano come uomo, che non era soltanto un uomo, ma anche Dio e Verbo e Sapienza del vero Dio. Appunto per indicare questo Paolo dice: Radicati e fondati nella carit affinch siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia lampiezza, la lunghezza, laltezza e la profondit e conoscere lamore di Dio che sorpassa ogni conoscenza, perch siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio 45. Il Verbo si dispiegato dappertutto: in alto e in basso, in profondit e in ampiezza: in alto nella creazione, in basso nellincarnazione, in profondit nellinferno, in ampiezza nel mondo. Tutto il mondo pieno della conoscenza di Dio. Per questo non port a compimento, appena venuto in mezzo a noi, il suo sacrificio per tutti, consegnando il suo corpo alla morte e resuscitandolo per rendersi cos invisibile, ma si mostr visibile mediante il corpo dimorando in esso, compiendo tali opere e presentando tali segni per cui si riconosceva non pi come uomo ma come Dio Verbo. In tutti e due i modi, mediante lincarnazione, il Salvatore mostrava la sua benignit: da una parte allontanava da noi la morte e ci restaurava, dallaltra, pur essendo invisibile e indiscernibile, si rivelava attraverso le sue

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1 Cor. 1, 21. Lc. 19, 10. 45 Ef. 3, 17-19.

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opere e si faceva conoscere come il Figlio di Dio e il verbo del Padre, il capo e il re delluniverso. IV. LA RIVELAZIONE DELLA DIVINITA DEL VERBO MEDIANTE I MIRACOLI 17. In realt non era chiuso in un corpo, n era in un corpo senza essere altrove; n dava movimento ad esso lasciando luniverso privo della sua azione e provvidenza. Ma, ed questa la cosa pi mirabile, essendo il Verbo, non era contenuto da nessuna cosa, ma piuttosto conteneva tutte le cose egli stesso. Come, pur essendo in tutto il creato, rimane fuori dal creato secondo lessenza, ma in tutte le cose grazie alla sua potenza: tutto dispone, dispiega la sua provvidenza verso tutti e in ogni luogo, vivifica nel contempo ciascun essere e tutti gli esseri, contiene tutte le cose senza essere contenuto, ma soltanto nel Padre suo, tutto intero e sotto ogni aspetto; cos mentre era in un corpo umano e lo vivificava egli stesso, vivificava ugualmente tutti gli esseri ed era in tutti ed era al di fuori delluniverso. Lanima con i suoi ragionamenti pu contemplare anche ci che al di fuori del suo proprio corpo, ma non pu agire anche fuori del proprio corpo n muovere con la sua presenza gli esseri che sono lontano da questo. Dunque, un uomo, considerando ci che sta lontano, mai lo muove o lo trasferisce da un luogo ad un altro. Se sta seduto nella sua casa e considera i corpi celesti, non muove certo il sole e fa girare il cielo: vede bens che quei corpi si muovono ed esistono, ma ci nonostante incapace di agire su di essi. Non era certamente tale il Verbo di Dio nelluomo. Non era legato dal corpo ma piuttosto lo dominava, cos che era in esso ed era in tutte le cose ed era al di fuori di tutte le cose che sono e si riposava solo nel Padre. E la cosa pi mirabile era che viveva come uomo, ma come Verbo vivificava luniverso e come Figlio era con il Padre. Perci non sent nulla quando la Vergine lo partor n si contaminava per la sua presenza nel corpo, ma piuttosto santificava anche il corpo. Allo stesso modo, pur essendo in tutte le cose, non partecipava di tutte le cose, ma piuttosto tutte le cose ricevono da lui vita e nutrimento. Se il sole, che egli ha creato e noi vediamo, non si contamina quando, aggirandosi nel cielo, viene a contatto con i corpi terrestri n viene distrutto dalle tenebre, ma piuttosto illumina e purifica tutti questi; tanto pi il santissimo Verbo di Dio, che creatore e Signore anche del sole, non era contaminato dal corpo nel quale si faceva conoscere, ma piuttosto, essendo incorruttibile, vivificava e purificava il corpo che mortale; egli che come dice la Scrittura non fece peccato n fu trovato inganno nella sua bocca 46 18. Dunque, quando i teologi dicono di lui che mangiava e bevevo e fu partorito, sappi che fu il corpo ad essere partorito come un corpo e nutrito con alimenti appropriati, ma a quel corpo era unito lo stesso Dio Verbo che ordina luniverso, il quale mediante le opere che compiva nel corpo si faceva conoscere non gi come uomo ma come Dio Verbo. Tuttavia di lui si dice questo perch il corpo che mangiava, che fu partorito e pat non era di un altro ma del Signore e perch, da quando era diventato uomo, era giusto che si dicesse questo di lui come di un uomo, affinch fosse chiaro che ha un corpo vero e non apparente. Ma come da questo si capiva che era presente corporalmente, cos dalle opere che compiva mediante il corpo si faceva conoscere come Figlio di Dio. Perci gridava ai Giudei increduli dicendo: Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete alle mie opere, perch sappiate e conosciate che il Padre in me ed io nel Padre 47.
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1 Pt. 2, 22; Cfr. Is. 53, 9. Gv. 10, 37-38.

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Come, essendo invisibile, si conosce in base alle opere della creazione, cos, una volta divenuto uomo, anche se non si vede nel corpo, dalle opere si pu riconoscere che chi compie queste opere non un uomo ma la Potenza e il Verbo di Dio. Infatti, comandare ai demoni e scacciarli non opera umana ma divina. Oppure, chi, vedendo che guariva le malattie alle quali soggetto il genere umano, lo considerava ancora un uomo e non Dio? Mondava i lebbrosi, faceva camminare gli storpi, apriva ludito dei sordi, dava la vista ai ciechi: in una parola, allontanava dagli uomini tutte le malattie ed ogni infermit. In base a queste azioni chiunque poteva contemplare la sua divinit. Chi, vedendo che dava quel che mancava a chi era nato con qualche difetto naturale, e apriva gli occhi al cieco nato, non avrebbe capito che la generazione umana soggetta a lui e che egli ne artefice e creatore? Colui che d ci che un uomo non ha avuto dalla nascita, senza dubbio signore anche della generazione degli uomini. Per questo, anche allinizio quando discese da noi, si plasm il corpo dalla Vergine per offrire a tutti un non piccolo segno della sua divinit, poich chi ha plasmato quel corpo anche creatore degli altri corpi. Infatti, chi vedendo un corpo proveniente soltanto da una vergine senza il concorso delluomo, non pensa che colui che si manifesta in esso creatore e Signore anche degli altri corpi? Chi vedendo cambiare la sostanza dellacqua e trasformarsi in vino non pensa che chi ha fatto questo signore e creatore della sostanza di tutte le acque? Per questo come signore camminava sul mare e vi passeggiava come sulla terra, offrendo a quanti lo vedevano una prova della sua signoria su tutte le cose. Nutrendo con cos poco cibo una cos grande moltitudine, facendola passare dalla penuria allabbondanza, cos da saziare cinquemila uomini con cinque pani ed avanzarne ancora cos tanto, non mostrava di essere il Signore della provvidenza universale? 19. Era giusto che il Salvatore facesse tutte queste cose affinch, non avendo gli uomini conosciuto la sua provvidenza universale e non avendo compreso la sua divinit attraverso la creazione, la vedessero almeno in base alle sue opere compiute mediante il suo corpo e attraverso di esso si facessero unidea della conoscenza del Padre, risalendo, come ho detto sopra, alla sua provvidenza universale a partire dalle sue opere particolari. Chi, vedendo la sua potenza contro i demoni o i demoni che lo riconoscevano come loro signore, avrebbe ancora dubitato nel suo animo che egli il Figlio, la Sapienza e la Potenza di Dio? 48 Egli non permise che la creazione tacesse, ma e questa la cosa mirabile -, anche nella morte, o piuttosto nella vittoria sulla morte, voglio dire sulla croce, tutta la creazione confessava che colui che si faceva conoscere e soffriva nel corpo non era semplicemente uomo, ma Figlio di Dio 49, e Salvatore di tutti. Infatti, il sole si volse indietro, la terra tremava, i monti si spezzarono 50, tutti erano spaventati. Questi prodigi indicavano che colui che era sulla croce il Cristo Dio, che tutta la creazione sua serva e attesta con il timore la sua presenza. Cos dunque il Dio Verbo si manifestava agli uomini mediante le sue opere. Qui di seguito dobbiamo descrivere la fine della sua vita e attivit nel corpo ed esporre di quale natura stata la morte del suo corpo. Soprattutto perch questo il punto capitale della nostra fede e assolutamente tutti gli uomini ne parlano. In tal modo saprai che anche da questo si riconosce che Cristo Dio e Figlio di Dio. V. LA REDENZIONE MEDIANTE LA MORTE
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Cfr. 1 Cor. 1, 24. Cfr. Mc. 5, 7. 50 Cfr. Mt. 27, 45-51.

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20. Dunque, sopra abbiamo esposto in parte, per quanto era possibile e nella misura in cui la potevamo comprendere, la causa della sua manifestazione corporea: abbiamo cio spiegato che nessun altro poteva trasformare il corruttibile nella incorruttibilit allinfuori del Salvatore stesso, che allinizio ha creato tutte le cose dal nulla; che nessun altro tranne limmagine del Padre poteva restaurare tra gli uomini la conformit allimmagine; che nessun altro poteva risuscitare ci che mortale cos da renderlo immortale, tranne il nostro Signore Ges Cristo che la Vitain-s; che nessun altro pu insegnarci chi il Padre ed annientare il culto degli idoli, tranne il Verbo che ordina luniverso ed il solo e vero unigenito figlio del Padre. Ma poich doveva essere pagato il debito di tutti (ed egli doveva assolutamente morire, come ho detto sopra, ed era venuto soprattutto per questo), dopo aver dimostrato la sua divinit con le opere, offr infine il suo sacrificio per tutti consegnando alla morte il suo tempio in nome di tutti per renderli indipendenti e liberi dallantica trasgressione e mostrarsi cos superiore anche alla morte, mostrando il suo corpo incorruttibile come primizia della risurrezione di tutti51. Non meravigliarti se ripetiamo pi volte le stesse cose su gli stessi argomenti. Parlando della bont di Dio esprimiamo lo stesso pensiero con molte parole perch non sembri che tralasciamo qualcosa e per non essere accusati di non averne parlato abbastanza. Preferiamo essere biasimati per aver ripetuto le stesse cose che non tralasciare cose che avrebbero dovuto essere scritte. Dunque il corpo, che condivide la comune natura di tutti i corpi, era un corpo umano. Pur essendo venuto allesistenza per opera della sola vergine grazie ad un nuovo prodigio, tuttavia, essendo mortale, doveva morire secondo la sorte riservata ai corpi simili ad esso; ma grazie alla venuta del Verbo in lui, non era pi soggetto alla corruzione secondo la natura sua propria, ma grazie al Verbo di Dio che era venuto ad abitare in esso era esente dalla corruzione. Tutt e due queste cose accaddero prodigiosamente nel medesimo tempo: la morte di tutti si compiva nel corpo del Signore e, nello stesso tempo, la morte e la corruzione erano distrutte grazie al Verbo che era unito a quel corpo. La morte era necessaria e doveva avvenire per tutti, affinch fosse pagato il debito di tutti. Perci, come ho detto sopra, il Verbo che, essendo immortale, non poteva morire, si prese un corpo, che poteva morire, per offrirlo, come suo proprio, in nome di tutti e, soffrendo egli stesso per tutti grazie alla sua venuta in esso, ridurre allimpotenza colui che ha il potere della morte, cio il diavolo, e liberare cos quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavit per tutta la vita 52. 21. Certamente, da quando il comune Salvatore di tutti morto per noi, noi che crediamo in Cristo non moriamo pi di morte come prima secondo la minaccia della legge, perch questa condanna cessata. E da quando la corruzione cessata ed scomparsa in virt della grazia della risurrezione, noi ci decomponiamo solo secondo la condizione mortale del corpo nel tempo che Dio ha stabilito per ciascuno, perch possiamo conseguire una risurrezione migliore 53. Infatti, alla maniera dei semi gettati nella terra, non andiamo incontro alla morte decomponendoci, ma risorgeremo come i semi, perch la morte stata distrutta secondo la grazia del Salvatore. Per questo anche il beato Paolo, divenuto per tutti garante della risurrezione, dice: Questo corpo corruttibile si deve rivestire di incorruttibilit e questo
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Cfr. 1 Cor. 15, 20. Eb. 2, 14-15. 53 Eb. 11, 35.

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corpo mortale si deve rivestire di immortalit. Quando poi questo corpo mortale si sar rivestito di immortalit, allora si compir la parola della Scrittura: La morte stata ingoiata per la vittoria. Dov, o morte, il tuo pungiglione? 54. Ma si potrebbe dire: Se egli doveva necessariamente offrire il suo corpo alla morte per tutti, perch non lo depose privatamente come un uomo, ma arriv fino ad essere crocifisso? Infatti, sarebbe stato pi giusto per lui deporre il suo corpo con onore che non sottostare con ignominia ad una tale morte. Considera ancora una volta se tale obiezione non sia umana, mentre ci che stato fatto dal Salvatore veramente divino e degno della sua divinit per molti motivi. In primo luogo, perch la morte che colpisce gli uomini capita loro per la debolezza della loro natura, dal momento che, non potendo durare a lungo, con il tempo si dissolvono. Per questo li colpiscono le malattie e, divenuti deboli, muoiono. Il Signore, invece, non debole, ma la Potenza di Dio e il Verbo di Dio e la Vita-in-s. Perci, se avesse abbandonato il suo corpo in privato e in un letto alla maniera degli uomini, si sarebbe pensato che anchegli avesse subito la morte per la debolezza della natura umana e che non avesse alcuna superiorit sugli altri uomini. Poich era la Vita e il Verbo di Dio e la sua morte doveva avvenire per tutti, da una parte, come Vita e Potenza, sosteneva in se stesso il corpo, dallaltra, dovendo andare incontro alla morte, si procur non da se stesso ma da parte di altri loccasione per portare a compimento il suo sacrificio. Non doveva essere ammalato il Signore che curava le malattie degli altri n divenire esausto il corpo che fortificava le debolezze degli altri. Perch, dunque, non imped la morte e le malattie? Perch prese il corpo appunto per questo e non era giusto evitare la morte per non impedire la risurrezione. Daltra parte non era conveniente che la morte fosse preceduta da una malattia, affinch non si pensasse che fosse soggetto alla debolezza colui che era nel corpo. Allora non ebbe fame? Certo, ebbe fame grazie alla propriet del suo corpo, ma non fu consumato dalla fame in virt del Signore che lo portava. Perci mor per il riscatto di tutti, ma non vide la corruzione 55. Quel corpo risuscit intatto, perch non apparteneva ad altri che alla stessa vita. 22. Ma si potrebbe dire -, doveva sottrarsi allinsidia dei Giudei per conservare il suo corpo pienamente immortale. Apprenda un tale obiettore che anche questo non era degno del Signore. Come non era conveniente che il Verbo di Dio, che Vita, desse da s la morte al suo corpo, cos non era neppure giusto fuggire la morte data da altri: anzi, doveva piuttosto cercarla per distruggerla. Perci aveva buone ragioni per non deporre il suo corpo da s e non fuggire i Giudei che gli tendevano insidie. Un tale atteggiamento non indicava la debolezza del Verbo, ma piuttosto lo faceva conoscere come Salvatore e vita, poich attendeva la morte per distruggerla e si affrett a portare a compimento la morte che gli veniva data per la salvezza di tutti. Daltronde il Salvatore non venne a portare a compimento la sua propria morte, ma la morte degli uomini. Perci non depose il suo corpo per una morte sua propria, cui non poteva essere soggetto essendo la vita, ma accett la morte che gli imponevano gli uomini per distruggerla completamente, quando si fosse avvicinata al suo corpo. Che ci sono buone ragioni per cui il corpo del Signore ha avuto questa fine lo si pu vedere anche dalle considerazioni seguenti. Al signore stava a cuore soprattutto la risurrezione del corpo, che stava per operare. Era un trofeo di vittoria sulla morte mostrare a tutti la risurrezione e convincere tutti che per opera sua era cessata la corruzione e i corpi avevano riconquistato lincorruttibilit: e per tutti, come pegno e prova della futura risurrezione di
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1 Cor. 15, 53-55. At. 2, 31; 13, 35; Sal. 16, 10.

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tutti, egli ha conservato incorruttibile il suo proprio corpo. Dunque, se il suo corpo fosse stato ammalato e il Verbo si fosse separato da lui alla vista di tutti, non sarebbe stato conveniente che colui che aveva curato le malattie degli altri permettesse che il suo strumento fosse consumato dalle malattie. Come si sarebbe potuto credere che aveva scacciato le infermit degli altri, se in lui il suo proprio tempio era debole? Oppure sarebbe stato deriso come incapace di allontanare le infermit ovvero, se lo poteva fare e non lo faceva, lo si sarebbe giudicato senza benignit nei confronti degli altri. 23. Se senza alcuna malattia e senza alcun dolore, dopo aver nascosto il suo corpo privatamente e da se stesso in un angolo 56 o in un luogo deserto o in casa o dove che sia, fosse poi apparso allimprovviso dicendo di essersi risvegliato dai morti, tutti avrebbero pensato che raccontasse favole e a maggior ragione non gli avrebbero creduto quando parlava della risurrezione, non essendoci nessuno che potesse attestare la sua morte. La risurrezione deve essere preceduta dalla morte, perch non vi pu essere risurrezione se prima non c la morte. Perci, se la morte del corpo fosse avvenuta di nascosto, se tale morte fosse rimasta invisibile e senza testimoni, anche la sua risurrezione sarebbe rimasta invisibile e senza testimoni. Perch avrebbe dovuto far si che la morte avvenisse di nascosto se, una volta risuscitato, doveva proclamare la risurrezione? Perch avrebbe scacciato i demoni alla vista di tutti e avrebbe dato la vista al cieco nato e cambiato lacqua in vino, affinch essi credessero che egli era il verbo di Dio, e non avrebbe dimostrato alla vista di tutti che il suo essere mortale era incorruttibile affinch si credesse che era la Vita? Come avrebbero potuto i suoi discepoli predicare con audacia la sua risurrezione, se non avessero potuto dire che prima era morto? Oppure come avrebbero potuto essere creduti quando dicevano che prima cera stata la morte e poi la risurrezione, se non avessero trovato dei testimoni della sua morte tra coloro davanti ai quali parlavano con tanto coraggio? Se, nonostante che la morte e la risurrezione siano avvenute alla vista di tutti, i farisei di allora non vollero credere ma costrinsero a negare la risurrezione anche a coloro che lavevano vista; se tutto ci fosse accaduto di nascosto, quanti pretesti non avrebbero concepito per la loro incredulit? Come si sarebbe dimostrata la fine della morte e la vittoria su di essa, se non lavesse citata alla vista di tutti per provare che era morta, essendo stata ormai resa vana dalla incorruttibilit della risurrezione? 24. Ma con le nostre spiegazioni dobbiamo rispondere anche a ci che altri potrebbero dire. Forse si potrebbe muovere questa obiezione: Se la sua morte doveva avvenire alla vista di tutti e alla presenza di testimoni, perch si potesse credere al racconto della risurrezione, avrebbe dovuto anche inventare una morte gloriosa per fuggire il disonore della croce. Ma se avesse fatto questo, si sarebbe esposto al sospetto di non essere potente contro ogni morte ma solo contro quella da lui inventata, e non sarebbe venuto meno il pretesto per non credere alla risurrezione. Cos la morte colp il suo corpo non per sua propria iniziativa, ma in seguito ad un complotto, affinch potesse distruggere proprio quella morte che essi infliggevano al Salvatore. Come un abile lottatore, che eccelle nella intelligenza e nella forza, non si sceglie da s gli avversari, perch non si sospetti che sia vile di fronte ad alcuni, ma lascia la scelta in potere degli spettatori, soprattutto se gli sono nemici, affinch, abbattuto colui sul quale essi concordano, lo si creda migliore di tutti; cos la vita di tutti, Cristo nostro Signore e Salvatore, non invent da s una determinata morte per il suo corpo, per non dare
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At. 26, 26.

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limpressione che ne temesse unaltra, ma accett e sopport sulla croce la morte che gli assegnavano gli altri, soprattutto quella che gli infliggevano i nemici pensando che fosse terribile, ignominiosa e intollerabile, affinch, distrutta questa, si credesse che egli la vita e fosse annientato completamente il potere della morte. dunque accaduta una cosa mirabile e straordinaria: la morte ignominiosa che essi pensavano di infliggergli era il trofeo della sua vittoria contro la stessa morte. Cos non sub la morte di Giovanni, a cui fu tagliata la testa 57 n fu segato come Isaia 58, per conservare anche nella morte il suo corpo indiviso e intatto e non dare alcun pretesto a chi vuole dividere la Chiesa 59. 25. Questo sia detto per gli estranei60 che ammassano argomenti su argomenti. Ora se anche qualcuno dei nostri, non per amore di contesa ma per desiderio di apprendere 61 domanda perch non sub unaltra morte, ma quella della croce, apprenda anche costui che appunto questo tipo di morte tornava a nostro vantaggio e il Signore la sub non senza ragione per noi. Infatti, se egli venne a portare la maledizione che era caduta su di noi, come avrebbe potuto divenire maledizione62, se non avesse accettato la morte che era caduta su di noi a causa della maledizione? Ora questa la morte di croce perch sta scritto: Maledetto colui che appeso sul legno63. Inoltre, se la morte del Signore riscatto di tutti e con la sua morte si abbatte il muro della divisione 64 e si realizza la vocazione delle genti, come avrebbe potuto chiamarci, se non fosse stato crocifisso? Solo sulla croce si muore con le braccia distese. Cos era giusto che il Signore subisse questa morte e distendesse le braccia per attirare a s con uno lantico popolo e con laltro quanti provengono dalle genti, e riunire gli uni e gli altri in se stesso. Lo ha detto egli stesso indicando con quale morte avrebbe riscattato tutti: Quando sar innalzato da terra, attirer tutti a me 65. E ancora, se il diavolo nemico della nostra stirpe caduto dal cielo e va errando nelle regioni inferiori dellaria e l esercita il suo potere sui demoni che lo accompagnano, simili a lui nella disobbedienza, producendo fantasmi con il loro aiuto e cercando di ostacolare coloro che vogliono salire, E lapostolo a questo proposito dice: Secondo il principe dellimpero dellaria, che adesso opera tra i figli della disobbedienza66. Ora il Signore venuto per abbattere il diavolo, purificare laria e aprirci la strada che conduce ai cieli, come disse lapostolo, attraverso il velo, cio la sua carne 67. E questo doveva avvenire mediante la morte. Ora tutto ci con quale altro tipo di morte avrebbe potuto accadere se non con quella avvenuta nellaria, cio con la morte sulla croce? Infatti, solo colui che spira sulla croce muore nellaria. Perci giustamente il Signore sub questa morte. Cos, innalzato da terra, purific laria da ogni inganno del diavolo e dei demoni,
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Cfr. Mc. 6, 14-29 e Mt. 14, 1-12. La tradizione circa una simile morte di Isaia attestata dallo scritto giudaico Ascensione di Isaia, e forse vi si allude anche in Eb. 11, 37. 59 Lintegrit del corpo di Cristo nella morte (a lui non furono spezzate le gambe come ai ladroni: cfr. Gv. 19, 33) vista come simbolo della integrit del corpo della Chiesa, che continuamente minacciata dagli eretici. Assai probabilmente qui Atanasio allude agli ariani. 60 Gli estranei (lett. : quelli di fuori) sono i pagani; I nostri, di cui si parla subito dopo, sono i cristiani. Da qui si ricava che lo scritto di Atanasio rivolto sia ai pagani che ai cristiani. 61 lecito al credente interrogarsi sui misteri della fede purch sia guidato dal sincero desiderio di apprendere o, come si dice pi spesso, dalla piet. 62 Gal. 3, 13. 63 Dt. 21, 23. 64 Ef. 2, 14. 65 Gv. 12, 32. 66 Ef. 2, 2. 67 Eb. 10, 20.

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dicendo: Vedevo cadere Satana come un fulmine 68; restaur la via che porta ai cieli aprendoci la strada, dicendo ancora: Alzate le vostre porte, o principi, e voi porte eterne, alzatevi69. Non era il verbo ad aver bisogno che si aprissero le porte, egli che signore di tutti; n alcuna creatura era chiusa per il creatore. Ad avere bisogno eravamo noi che egli portava in alto con il suo proprio corpo. Infatti, come loffr alla morte per tutti, cos per mezzo di esso ci apr la strada che conduce ai cieli. VI. LA RISURREZIONE DI CRISTO E IL DONO DELLINCORRUTTIBILITA 26. Dunque la sua morte per noi sulla croce stata conveniente ed opportuna. Il motivo di essa si rivelato ragionevole sotto tutti gli aspetti e presenta argomenti validi, poich la salvezza di tutti non doveva avvenire altrimenti che mediante la croce. In effetti neppure cos accett di essere invisibile sulla croce, ma in maniera insigne fece s che il creato attestasse la presenza del suo creatore: non permise che il suo tempio, il corpo, aspettasse a lungo, ma dopo averlo mostrato morto per la congiunzione della morte con lui, subito il terzo giorno lo fece risorgere, portando come trofeo e vittoria sulla morte lincorruttibilit e limpassibilit acquisite nel corpo. Avrebbe potuto risvegliare il suo corpo e mostrarlo ancora vivo subito dopo la morte, ma anche questo il Salvatore non lha fatto per una giusta previsione. Si sarebbe potuto dire che non era morto affatto o che la morte non laveva toccato assolutamente, se avesse mostrato subito la sua risurrezione. E forse se il momento della morte fosse stato identico a quello della risurrezione, la gloria della risurrezione non sarebbe stata evidente. Cos per mostrare che il corpo era morto, il Verbo lasci passare un giorno di intervallo e il terzo giorno lo mostr a tutti incorruttibile. Dunque fu per mostrare che il corpo era morto lo risuscit il terzo giorno. Se avesse risuscitato il corpo dopo un lungo intervallo, quando era gi completamente decomposto, non gli avrebbero creduto, come se portasse non il suo stesso corpo ma quello di un altro. Infatti, con il passare del tempo si sarebbe potuto diffidare di ci che appariva e dimenticare ci che era accaduto. Perci non aspett pi di tre giorni, senza far aspettare a lungo quanti lo avevano sentito parlare di risurrezione. Le sue parole risuonavano ancora nelle loro orecchie, i loro occhi lo attendevano ancora, il loro animo era sospeso ed erano ancora vivi sulla terra, in quegli stessi luoghi, coloro che lavevano ucciso e potevano attestare la morte del corpo del Signore, quando lo stesso Figlio di Dio, dopo un intervallo di tre giorni, mostr immortale e incorruttibile il corpo che era stato morto, mostrando a tutti che il corpo non era morto per la debolezza della natura del verbo che vi abitava, ma perch in lui fosse annientata la morte mediante la potenza del Salvatore. 27. Ecco una prova non piccola e una testimonianza evidente che la morte stata distrutta e che la croce stata una vittoria su di lei, per cui da allora la morte non ha pi alcun potere, ma veramente morta: tutti i discepoli di Cristo la disprezzano, vanno contro di lei e non la temono pi, ma con il segno della croce e con la fede in Cristo la calpestano come morta. Una volta, prima della divina venuta del Salvatore, tutti piangevano i morti come se fossero perduti; mentre da quando il Salvatore ha risuscitato il suo corpo, la morte non fa pi paura, ma tutti quanti credono in Cristo la calpestano, come se non fosse nulla, e preferiscono morire piuttosto che rinnegare la fede in Cristo, perch veramente sanno che morendo non periscono,
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Lc. 10, 18. Sal. 24, 7.

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ma continuano a vivere e divengono incorruttibili mediante la risurrezione. Il solo ad essere rimasto veramente morto, adesso che le pene della morte sono state eliminate 70, il diavolo che prima assaliva perversamente mediante la morte. Prova ne sia che gli uomini, prima di credere in Cristo, vedono la morte come terribile e la temono; mentre quando passano alla fede e allinsegnamento di lui disprezzano talmente la morte che le si muovono incontro coraggiosamente, divenendo testimoni della risurrezione operata dal Salvatore contro di lei. Uomini e donne, ancor giovani di et, hanno fretta di morire e si esercitano a combatterla praticando lascesi. La morte diventata cos debole che anche le donne, che prima erano state ingannate da lei, adesso si prendono gioco di lei considerandola morta e debilitata. Come quando un tiranno stato vinto e incatenato mani e piedi da un re legittimo, tutti i passanti lo canzonano, lo percuotono e lo dileggiano, perch ormai, grazie al re che lo ha vinto, non temono pi la sua rabbia e la sua crudelt; cos da quando sulla croce la morte stata vinta, condannata al disonore e incatenata mani e piedi dal Salvatore, tutti i cristiani, passando sopra di lei, la calpestano e rendendo testimonianza a Cristo deridono la morte beffeggiandola e ripetendo quanto stato scritto in un altro passo contro di lei: Dov, o morte, la tua vittoria; dov, o inferno, il tuo pungiglione? 71 28. Tutto questo forse una prova insignificante della debolezza della morte? una prova insignificante della vittoria riportata dal Salvatore su di lei, quando fanciulli e giovani ragazze cristiane disprezzano la vita presente e si preparano a morire? Per natura luomo teme la morte e la decomposizione del corpo; ma la cosa pi sorprendente che dopo essersi rivestito della fede nella croce, disprezza anche i moti della natura e non teme la morte a causa di Cristo. Il fuoco possiede per natura la propriet di bruciare; ma si dice che esistono degli oggetti che non temono la bruciatura, ma ne mostrano piuttosto la debolezza, come si dice dellamianto degli Indi. Ammettiamo che uno non ci creda e voglia fare la prova: basta che si rivesta del materiale non infiammabile e si accosti al fuoco per convincersi della debolezza del fuoco. Analogamente chi volesse vedere il tiranno incatenato deve andare nel territorio e nel regno di colui che lha vinto per vedere privo della sua forza colui che prima faceva paura agli altri. Allo stesso modo se uno rimane incredulo anche dopo prove cos grandi, dopo che tanti sono diventati martiri di Cristo, dopo che la morte viene derisa ogni giorno da coloro che si distinguono in Cristo; se rimane ancora in dubbio circa la distruzione e la fine della morte, fa bene a porsi delle domande su un argomento cos importante, ma non sia duro fino allincredulit n impudente di fronte a fatti cos evidenti. Ma come chi prende lamianto riconosce che non pu essere intaccato dal fuoco e chi vuol vedere il tiranno incatenato va nel regno di colui che lha vinto, cos chi non crede alla vittoria sulla morte, accetti la fede di Cristo e si metta alla sua scuola: vedr allora la debolezza della morte e la vittoria su di lei. Molti che prima non credevano e ci deridevano, poi, divenuti credenti, disprezzarono talmente la morte che divennero martiri di Cristo. 29. Se si calpesta la morte con il segno della croce e la fede in Cristo, chiaro al giudizio della verit che non pu essere altro che Cristo stesso colui che ha riportato questi trofei e queste vittorie contro la morte riducendola allimpotenza. Se prima la morte era potente e per questo era terribile, mentre ora, dopo la venuta del Salvatore e la morte e risurrezione del suo corpo, disprezzata, , chiaro che la morte fu ridotta allimpotenza e vinta da colui che
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At. 2, 24. 1 Cor. 15, 55.

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sal sulla croce. Se dopo la notte viene il sole e illumina tutta la superficie della terra, senza alcun dubbio il sole che dispiega dappertutto la sua luce quello stesso che scaccia le tenebre e illumina tutte le cose. Analogamente se la morte calpestata e disprezzata da quando avvenuta la salutare manifestazione del Salvatore nel corpo, evidentemente stato lo stesso Salvatore apparso nel corpo a ridurre allimpotenza la morte e a riportare ogni giorno trofei su di lei nei suoi discepoli. Quando si vedono uomini deboli per natura che si slanciano contro la morte, senza spaventarsi di fronte alla distruzione che essa provoca e senza temere la discesa nellinferno, ma che anzi invocano la morte con animo ardente e, senza spaventarsi di fronte alle torture, preferiscono a causa di Cristo lo slancio che li spinge alla morte piuttosto che la vita presente; oppure se si vedono uomini e donne e ragazzi giovani che corrono e si slanciano verso la morte per devozione a Cristo, chi cos ingenuo o incredulo o cos cieco nellanimo da non vedere e capire che Cristo stesso, al quale gli uomini rendono testimonianza, offre e d a ciascuno la vittoria sulla morte, riducendola allimpotenza in ciascuno di quanti hanno la fede in lui e portano il segno della croce? Chi vede calpestare un serpente, soprattutto se conosce la sua precedente ferocia, non dubita che sia morto o ridotto alla pi completa impotenza, a meno che abbia la mente stravolta e i suoi sensi corporei non siano sani. Chi vedendo dei fanciulli scherzare con un leone 72, ignora che quel leone morto o ha perso tutta la sua forza? Come si pu constatare con i propri occhi che tutto questo vero, cos essendo la morte derisa e disprezzata da quanti credono in Cristo, nessuno pi dubiti n si rifiuti di credere che la morte stata ridotta allimpotenza da Cristo e che la sua forza di distruzione stata dissolta ed finita. 30. Quanto si detto sopra una prova non piccola che la morte stata ridotta allimpotenza e che la croce del Signore un trofeo contro di lei. Per quanto poi riguarda la risurrezione del corpo ormai immortale, operata da cristo, il comune Salvatore di tutti e la vera vita, per chi conserva sano locchio dellintelligenza la dimostrazione a partire da quel che si vede risulta pi chiara dei ragionamenti. Se, come ha dimostrato il nostro ragionamento, la morte stata ridotta allimpotenza e grazie al Signore tutti la calpestano, molto pi la calpest e la ridusse allimpotenza egli per primo nel suo proprio corpo. Una volta uccisa la morte, che cosaltro doveva fare se non risuscitare il suo corpo e mostrarlo come trofeo contro di lei? Come si sarebbe potuto vedere la disfatta della morte, se il corpo del Signore non fosse risuscitato? Se poi qualcuno non ritiene sufficiente questa dimostrazione a proposito della risurrezione, creda a quel che ho detto in base a ci che accade davanti ai suoi occhi. Se una volta morti non si pi capaci di far nulla ma la gratitudine per il defunto giunge fino alla tomba e poi cessa solo i vivi, infatti, agiscono ed operano nei confronti degli altri uomini -, veda chi vuole e giudichi confessando la verit in base a ci che si vede. Se il Salvatore compie opere cos grandi tra gli uomini, se ogni giorno e in ogni angolo della terra persuade invisibilmente una cos grande moltitudine, proveniente dai Greci e dai barbari, a passare alla fede in lui e ad obbedire, tutti, al suo insegnamento, si potr ancora dubitare che il Salvatore ha operato la risurrezione e che Cristo vive o piuttosto egli stesso la vita? Pu forse un morto commuovere lanimo degli uomini cos che rinneghino i costumi patrii e adorino linsegnamento di cristo? Oppure, se non agisce, perch questo il comportamento proprio dei morti, come pu far cessare lattivit di quelli che sono attivi e vivi, cos che ladultero non commetta pi adulterio, lomicida non uccida pi, lingiusto non sia pi avido e lempio diventi
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Atanasio presenta qui come simbolo della mote il leone e il serpente, che in genere sono presentati come simbolo del demonio e del male. La simbologia risale al Sal. 91, 13.

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pio? Se non risuscitato ma ancora morto, come pu scacciare, perseguitare ed abbattere i falsi di, che secondo gli infedeli vivono, e i demoni che essi adorano? Quando si nomina Cristo e la fede in lui, si elimina ogni idolatria e si respinge ogni inganno dei demoni, perch nessuno dei demoni pu sopportare neanche il suo nome, ma al semplice sentirlo si danno alla fuga. Ora questo non pu essere opera di un morto, ma di un vivo e soprattutto di Dio. Daltronde sarebbe ridicolo affermare che sono vivi i demoni da lui perseguitati e gli idoli da lui distrutti e dire che morto colui che li scaccia senza neppur farsi vedere e del quale tutti riconoscono che il Figlio di Dio. 31. Quanti si rifiutano di credere nella risurrezione presentano una grave obiezione contro s stessi, se tutti i demoni e gli di da loro adorati non perseguitano Cristo, di cui essi dicono che morto, ma piuttosto Cristo dimostra che tutti loro sono morti. Se vero che chi morto non fa nulla mentre il Salvatore compie ogni giorno opere cos grandi: attira la piet, persuade alla virt, istruisce sullimmortalit, eleva al desiderio delle cose celesti, rivela la conoscenza del padre, infonde nelluomo la potenza contro la morte, si rivela a ciascuno e distrugge lempiet degli idoli; se gli di e i demoni adorati dagli infedeli non sono in grado di compiere alcuna di queste opere, ma alla venuta di cristo divengono come morti riducendosi ad unapparenza vuota e vana, mentre con il segno della croce cessa ogni magia, ogni incantesimo si riduce a niente, tutti gli idoli rimangono soli e abbandonati, cessa ogni piacere irrazionale ed ognuno leva lo sguardo dalla terra al cielo, chi si deve dire che morto? Cristo che compie opere cos grandi? Ma agire non la propriet caratteristica di chi morto! O non si deve dire piuttosto che morto colui che non fa assolutamente nulla, ma giace senza vita, propriet questa dei demoni e degli idoli che sono come morti? Il Figlio di Dio, che vivo e operante 73, agisce ogni giorno ed opera la salvezza di tutti; la morte, invece, perso il suo vigore, sotto accusa ogni giorno e gli idoli e i demoni diventano sempre pi privi di vita, cos che nessuno pu pi dubitare della risurrezione del suo corpo. Chi non crede nella risurrezione del corpo del Signore assomiglia a chi non conosce la potenza di colui che Verbo e sapienza di Dio. Se ha preso veramente un corpo e se l appropriato secondo un ordine ragionevole, come ha dimostrato il nostro ragionamento, che cosa ne doveva fare il Signore? Quale avrebbe dovuto essere la fine di quel corpo, una volta che il Verbo era entrato in esso? Non poteva non morire perch era mortale e doveva essere offerto alla morte per tutti. Era questo il motivo per cui se lera procurato; daltra parte non poteva rimanere nella morte essendo divenuto il tempio della vita. perci mor in quanto mortale, ma risuscit grazie alla vita che era in lui; e le opere attestano la sua risurrezione. 32. Se ci si rifiuta di credere che risuscitato perch non si vede, tempo ormai che gli increduli rinneghino anche ci che secondo natura. Come stato detto sopra, proprio di Dio non essere visto ma essere conosciuto a partire dalle sue opere. Dunque, se non ci sono le opere, giusto che non credano a ci che non si vede; ma se le opere gridano e lo rivelano chiaramente, perch negano deliberatamente la vita della risurrezione, che cos evidente? Anche se sono divenuti ciechi nellanimo, possono vedere almeno con i sensi esteriori lincontestabile potenza e divinit di Cristo 74. Un cieco, se non vede il sole ma sente il calore che emana da lui, sa che c il sole sulla terra. Cos i nostri avversari, anche se non credono ancora perch sono ancora ciechi di fronte alla verit, conoscendo la potenza di altri che gi
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Eb. 4, 12. Cfr. Rm. 1, 20.

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credono, non rinneghino la divinit di Cristo e la risurrezione da lui operata. Evidentemente se Cristo fosse ancora nella morte, non avrebbe potuto scacciare i demoni e depredare gli idoli, perch i demoni non avrebbero obbedito ad un morto. Ora se essi sono chiaramente scacciati dal suo nome, evidente che egli non morto, soprattutto perch i demoni, i quali vedono anche ci che gli uomini non vedono, avrebbero potuto conoscere se Cristo morto e non obbedirgli affatto. ora i demoni vedono ci che gli empi non credono: vedono che Dio, e per questo fuggono e cadono ai suoi piedi dicendo quello che gridavano quando era nel corpo: Noi sappiamo chi sei tu; tu sei il santo di Dio. E ancora: Basta! che abbiamo a che fare con te, Figlio di Dio? Ti prego, non tormentarmi 75. Se dunque lo confessano i demoni e lo attestano ogni giorno le opere, dovrebbe essere evidente e nessuno sia sfacciatamente ostinato di fronte alla verit -, che il Salvatore risuscit il suo corpo ed vero Figlio di Dio, perch deriva appunto dal Padre come suo proprio Verbo e Sapienza e Potenza, il quale negli ultimi tempi prese un corpo per la salvezza di tutti, insegn a tutta la terra la conoscenza del Padre, ridusse allimpotenza la morte e don a tutti lincorruttibilit con la promessa della risurrezione, risuscitando come primizia 76 il suo proprio corpo e mostrandolo come trofeo sulla morte e sulla corruzione portata dalla morte con il segno della croce. VII. CONTRO I GIUDEI 33. Stando cos le cose ed essendo evidente la prova della risurrezione del corpo e la vittoria sulla morte riportata dal Salvatore, ebbene, confutiamo lincredulit dei Giudei e la derisione dei Greci. Per questo forse i Giudei non credono e i Greci ci deridono, facendo leva su quello che la croce e lincarnazione del Dio Verbo presentano di sconveniente; ma il nostro discorso non tarder ad opporsi agli uni e agli altri, soprattutto perch pu produrre contro di loro prove evidenti. I Giudei increduli trovano la loro confutazione nelle Scritture che anchessi leggono. Dal principio alla fine ogni libro davvero divinamente ispirato proclama queste verit, come indicano chiaramente le parole stesse. Tanto tempo fa i profeti preannunciarono il miracolo della Vergine e la nascita del Messia da lei dicendo: Ecco, la Vergine concepir e partorir un figlio, e lo chiameranno con il nome di Emanuele, che tradotto significa: Dio con noi 77. Mos, che veramente grande e che essi considerano veritiero, considerando molto importante quello che doveva dire dellincarnazione del Salvatore, dopo averlo conosciuto lo mise per iscritto in questi termini: Una stella spunter da Giacobbe e un uomo da Israele, e spezzer i capi di Moab78. E ancora: Come sono belle le tue dimore, o Giacobbe, e le tue tende, o Israele: sono come valli ombrose e come giardini lungo i fiumi, come tende che ha piantato il Signore e come cedri lungo i corsi dacqua. Uscir un uomo dal suo seme e dominer su molti popoli79. E ancora Isaia: Prima che il bambino impari a chiamare il padre e la madre, prender la potenza di Damasco e le spoglie si Samaria saranno portate davanti al re degli Assiri80. Costoro dunque preannunciano che apparir un uomo. Che colui che viene il Signore di tutti lo predicono ancora con queste parole: Ecco: il Signore sta su una nube leggera e

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Cfr. Lc. 4, 34; Mt. 8, 28; Mc. 5, 7. Cfr. 1 Cor. 15, 20. 77 Is. 7, 14; Mt. 1, 23. 78 Num. 24, 17. 79 Num. 24, 5-7. 80 Is. 8, 4.

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giunger in Egitto e crolleranno gli idoli dellEgitto 81. E da l il Padre lo chiama indietro dicendo: DallEgitto ho chiamato il mio figlio 82. 34. Neanche la sua morte stata passata sotto silenzio, ma indicata molto chiaramente nelle divine Scritture. I profeti non ebbero paura ad indicare la causa della sua morte che sub non per se stesso ma per limmortalit e la salvezza di tutti -, il complotto dei Giudei e la violenza che usarono nei suoi confronti, affinch nessuno, quando fosse accaduto tutto ci, rimanesse incredulo e vi trovasse motivo di smarrimento. Dicono dunque: Un uomo che nellafflizione e sa sopportare il dolore, poich la sua faccia stata maltrattata. Fu disprezzato e non fu considerato affatto. Egli porta i nostri peccati e soffre per noi e noi lo giudicavamo punito, percosso e umiliato. Invece egli fu ferito per i nostri peccati ed nellafflizione per le nostre trasgressioni: su di lui si abbattuto il castigo che ci procura la pace, per le sue piaghe siamo stati guariti 83. Ammira la benignit del Verbo che per noi si sottopone alloltraggio, affinch noi siamo onorati. Tutti dice eravamo sperduti come pecore; luomo andava errando nella sua strada e il Signore lo consegn ai nostri peccati. Egli, trovandosi nellumiliazione, non apre la bocca; fu condotto al macello come una pecora e come un agnello rimane senza voce di fronte a chi lo tosa, cos egli non apre la sua bocca. Nella sua umilt la sua causa non fu presa in considerazione 84.Poi, affinch nessuno, facendo leva sulla passione, lo considerasse un uomo comune, la Scrittura previene le supposizioni degli uomini descrivendoci la sua potenza sovrumana e la diversit della sua natura rispetto a noi con queste parole: Chi pu indicare la sua origine? La sua vita si eleva lontano dalla terra. Fu condotto alla morte per le trasgressioni del popolo. Io dar i cattivi per la sua sepoltura e i ricchi per la sua morte, perch non commise alcuna trasgressione e non fu trovato alcun inganno nella sua bocca. E il Signore lo vuol salvare da ogni trafittura 85. 35. Ma forse, udita la profezia della morte, desideri apprendere anche quanto stato indicato a proposito della croce. Neppure questo quegli uomini santi hanno passato sotto silenzio, ma lo hanno indicato molto chiaramente. Per primo Mos lo preannuncia a gran voce con queste parole: Vedrete la vostra vita sospesa davanti ai vostri occhi e non crederete 86. I profeti seguenti ne danno ancora testimonianza dicendo: Io ero come un agnello innocente che viene portato al sacrificio, e non lo sapevo. Essi avevano tramato il male contro di me dicendo: Venite, mettiamo un legno nel suo pane e strappiamolo via dalla terra dei viventi 87. E ancora: Hanno scavato le mie mani e i miei piedi ed hanno contato tutte le mie ossa. Si sono divise tra loro le mie vesti e sul mio vestito hanno gettato la sorte 88. Una morte avvenuta in alto nellaria e su un legno non pu essere altro che la croce. Inoltre, poich con la venuta del Salvatore tutti i popoli hanno cominciato a conoscere Dio, neppure questo hanno lasciato senza indicarlo, ma anche questo menzionato nelle sante lettere: Egli sar dice la radice di Iesse e colui che si leva a reggere i popoli, e in lui i popoli porranno la loro speranza 89.
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Is. 19, 1. Os. 11, 1; Mt. 2, 15. 83 Is. 53, 3-5. 84 Is. 53, 6-8; At. 8, 32-33. 85 Is. 53, 8-10. 86 Dt. 28, 66. 87 Ger. 11, 19. 88 Sal. 22, 17-79; Gv. 19, 24. 89 Is. 11, 10; Rm. 15, 12.

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Ecco alcuni passi per dimostrare questi fatti; ma tutta la Scrittura piena di testi che confutano lincredulit dei Giudei. Chi mai tra tutti i giusti e santi profeti e patriarchi ricordati nelle divine Scritture ebbe un corpo nato da una vergine sola? Quale donna ha mai potuto dare la vita da sola ad un essere umano, senza il concorso delluomo? Abele non nacque da Adamo, Enoch da Iared, No da Lamech, Abramo da Tarra, Isacco da Abramo e Giacobbe da Isacco? Giuda non nacque da Giacobbe, e Mos ed Aronne non nacquero da Amerai? Samuele non nacque da Elcana, David da Iesse, Salomone da Davide, Ezechia da Acaz, Giosia da Amos, Isaia da Amos, Geremia da Chelcia, Ezechiele da Bouzi? Ciascuno di loro non ebbe un padre come autore della sua vita? Chi dunque nato da una vergine sola? Per questo il profeta si tanto premurato di indicarlo. Di chi una stella apparsa nei cieli ha preceduto la nascita e appena nato lo ha indicato al mondo? Mos appena nato fu nascosto dai suoi genitori; Davide non era noto neppure ai suoi vicini giacch non lo conosceva neppure il grande Samuele, il quale domand se Iesse aveva ancora un figlio; Abramo acquist notoriet presso i vicini solo dopo essere diventato un uomo grande. Invece della nascita di Cristo non fu testimone un uomo, ma una stella apparsa nel cielo, da dove appunto egli scendeva. 36. Quale re, tra tutti quelli che sono esistiti, divenne re e riport trofei sui nemici prima di poter chiamare il padre o la madre 90? Davide non cominci a regnare a trentanni e Salomone non cominci a regnare quandera un giovane? Ioas non giunse al regno allet di sette anni91? e Giosia, che era ancora pi giovane, non prese il potere quando aveva circa sette anni92? Ma essi, pur essendo di tale et, potevano chiamare il padre o la madre. Chi dunque colui che quasi prima della nascita regna e depreda i nemici? C mai stato in Giuda e in Israele un re tale che in lui tutti i popoli abbiano posto la loro speranza e trovato la pace? Lo dicano i Giudei dopo avere indagato. Non vero piuttosto che i popoli si opponevano loro da ogni parte? Finch durava Gerusalemme, erano sempre in guerra senza tregua e tutti combattevano contro Israele: gli Assiri li opprimevano, gli Egiziani li perseguitavano, i Babilonesi li attaccavano e, cosa sorprendente, li combattevano anche i Siri, loro vicini. Davide non faceva la guerra contro quelli di Moab e non abbatteva i Siri? Giosia non stava in guardia di fronte ai vicini? Ezechia non temeva larroganza di Sennacherib, Amalech non marciava contro Mos? Gli Amorrei non si opponevano a Ges figlio di Nave e gli abitanti di Gerico non gli si schieravano contro? Tra i popoli e Israele non cera assolutamente alcun patto di amicizia. giusto, perci, vedere chi colui nel quale i popoli pongono la loro speranza. Qualcuno devessere dal momento che il profeta non pu mentire. Quale dei santi profeti o degli antichi patriarchi mor sulla croce per la salvezza di tutti? Chi fu ferito o elevato da terra per la salute di tutti? Quale dei giusti o dei re scese in Egitto e con la sua discesa ha fatto scomparire gli idoli degli Egizi? Vi scese bens Abramo, ma lidolatria continuava a dominare su tutti; vi nacque Mos, ma il culto dei fuorviati non diminuiva affatto. 37. A chi tra tutti quelli che sono ricordati nella Scrittura furono scavate le mani e i piedi? Chi fu appeso sul legno e fin la sua vita sulla croce per la salvezza di tutti? Abramo mor spirando su un letto; Isacco e Giacobbe morirono anchessi dopo aver disteso i piedi su un letto. Mos e Aronne finirono la vita sul monte; Davide mor nella sua casa senza essere vittima di un complotto dei popoli. Se fu ricercato da Saul, rimase tuttavia indenne. Isaia fu
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Is. 8, 4. Cfr. 2 Re, 12, 1. 92 Cfr. 2 RE, 22, 1.

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segato ma non fu appeso su un legno; Geremia fu maltrattato ma non mor in seguito ad una condanna; Ezechiele pat, non per per il popolo, ma perch preannunciava quello che sarebbe accaduto al popolo. Inoltre, tutti questi, anche se pativano, erano uomini come tutti gli altri secondo la somiglianza della natura; invece colui di cui le Scritture annunciano che patisce per tutti non semplicemente uomo, ma detto vita di tutti, sebbene sia per natura simile agli uomini. Vedrete dice la vostra vita appesa davanti agli occhi vostri 93. E ancora: Chi pu indicare la sua origine?94. Di tutti i santi si pu apprendere lorigine ed indicare chi ciascuno di essi e da chi nato; ma a proposito di colui che la vita le divine parole dichiarano che la sua origine ineffabile. Chi dunque colui del quale le divine Scritture parlano cos? Chi cos grande che i profeti preannunciano di lui caratteristiche cos grandi? Nelle Scritture non si trova nessun altro allinfuori del comune Salvatore di tutti, il Dio Verbo, che il Signore nostro Ges Cristo. Egli colui che usc dalla Vergine, apparve come uomo sulla terra e la cui origine secondo la carne ineffabile. Nessuno infatti pu indicare il padre suo secondo la carne perch il suo corpo non deriva da un uomo ma dalla Vergine soltanto. Come, seguendo le genealogie, si possono indicare gli antenati di Davide, di Mos e di tutti i patriarchi, cos nessuno pu dimostrare che il Salvatore ha avuto origine da un uomo secondo la carne. Egli ha fatto s che la stella segnalasse la nascita del suo corpo, perch il Verbo che discende dal cielo doveva presentare un segno proveniente dal cielo e larrivo del re del creato doveva essere conosciuto chiaramente da tutta la terra. Certo nacque in Giudea, ma i Persiani vennero ad adorarlo. Egli gi prima della sua manifestazione corporea aveva riportato la vittoria sui demoni suoi avversari e trofei contro lidolatria. perci tutti i pagani proveniente da ogni luogo, rinnegando le consuetudini patrie e lempio culto degli idoli, pongono in Cristo la loro speranza e si consacrano a lui, come si pu vedere con i propri occhi. Lempiet degli Egizi cessata solo quando il Signore delluniverso, come trasportato su una nube, scese l con il suo corpo e ridusse allimpotenza il vano culto degli idoli, riconducendo tutti a s e attraverso di s al Padre. Egli fu crocifisso, come attestano il sole, il creato e coloro stessi che lo condussero alla morte. Con la sua morte avvenuta la salvezza per tutti e tutta la creazione stata riscattata. Egli la vita di tutti e come una pecora offr alla morte il suo corpo come vittima per la salvezza di tutti, anche se i Giudei non credono. 38. Se a loro giudizio queste prove non sono sufficienti, si lascino almeno persuadere da altri passi che anchessi hanno a disposizione. Infatti, di chi i profeti dicono: Divenni manifesto a chi non mi cercava e mi feci trovare da chi non mi interrogava; dissi: Eccomi, a gente che non invocava il mio nome; tesi le mani ad un popolo disobbediente e ribelle? 95. Chi dunque colui che divenne manifesto? Vorrei che lo si domandasse ai Giudei. Se il profeta, dicano quando era nascosto per potersi poi rivelare. Inoltre, che profeta mai questo che si rivel dopo essere stato invisibile e poi distese le braccia sulla croce? Certamente nessuno dei giusti, ma solo il Verbo di Dio che incorporeo per natura, si rivel nel corpo per noi e pat per noi. Se neanche questa testimonianza sufficiente, arrossiscano almeno di fronte ad altre, vedendo una confutazione cos chiara. Dice, infatti, la Scrittura: Irrobustitevi, o mani fiacche e ginocchia vacillanti; consolatevi, o cuori pusillanimi; coraggio, non temete. Ecco, il nostro Dio render giustizia, verr lui stesso e ci salver: allora si apriranno gli occhi ai ciechi
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Dt. 28, 66. Is. 53, 8. 95 Is. 65, 1-2; Rm. 10, 20-21.

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e le orecchie dei sordi udranno; allora lo zoppo salter come un cervo e la lingua dei muti si scioglier96. Che cosa possono dire di questo? Come osano opporsi a questo? La profezia dichiara che Dio viene e fa conoscere i segni e il tempo della sua venuta: affermano che con il sopraggiungere della sua divina venuta i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono e la lingua dei muti si scioglie. Ci dicano quando sono avvenuti questi segni in Israele o dove accaduto qualcosa di tale in Giuda. Fu bens guarito il lebbroso Neman, ma n un sordo ud n uno zoppo cammin. Elia ed Eliseo risuscitarono un morto, ma nessun cieco dalla nascita acquist la vista. veramente un grande prodigio risuscitare un morto, ma non cos grande come il miracolo compiuto dal Salvatore. Del resto, se la Scrittura non ha passato sotto silenzio il fatto del lebbroso e il figlio morto della vedova, certamente se uno zoppo avesse cominciato a camminare e un cieco avesse ricuperato la vista, la parola non avrebbe mancato di far conoscere anche questo. Perci dal momento che di questo nelle Scritture non si parla, evidentemente prima questi prodigi non sono avvenuti. perci quando sono avvenuti, se non allorch il Verbo stesso di Dio venuto nel corpo? E quando venuto se non allorch gli storpi si misero a camminare, ai muti si sciolse la lingua, i sordi udirono e i ciechi dalla nascita acquistarono la vista? Perci anche i Giudei contemporanei che vedevano tutto questo, convinti di non aver mai sentito dire che questo era accaduto in altro tempo, dicevano: Da che mondo mondo non si mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. E se questi non fosse da Dio, non avrebbe mai potuto far nulla 97. 39. Ma forse anchessi, non potendo combattere contro fatti evidenti, non rinnegheranno ci che stato scritto, ma affermeranno con vigore che attendono questi prodigi e che Dio non ancora venuto. Diffondendo dappertutto ciarle di questo genere, non si vergognano di essere cos impudenti di fronte a fatti evidenti. Eppure a confutarli su questo argomento non saremo noi i primi, ma il sapientissimo Daniele, il quale annuncia il tempo presente e la divina venuta del Salvatore dicendo: Settanta settimane furono fissate per il suo popolo e per la citt santa: per mettere fine al peccato, per mettere i sigilli ai peccati, cancellare le iniquit , espiare le iniquit, ricondurre la giustizia eterna, suggellare la visione e il profeta ed ungere il Santo dei santi. Da quando uscita la parola tu saprai e comprenderai per rispondere ed edificare Gerusalemme, finch lUnto sia il principe 98. Forse negli altri passi possono trovare pretesti e riferire al futuro quanto stato scritto. Ma di fronte a queste parole che cosa possono dire, come possono resistere? Qui si indica lUnto e colui che viene unto non viene preannunciato semplicemente come uomo, ma come Santo dei santi, Gerusalemme esiste fino alla sua venuta e quindi cessano in Israele il profeta e la visione. Furono unti nel passato Davide, Salomone ed Ezechia, ma Gerusalemme e il luogo santo esistevano ancora e i profeti continuavano a profetare: Gad, Asaph e Natan e dopo di loro Isaia, Osea, Amos e gli altri. Inoltre gli stessi unti furono chiamati uomini santi e non santi dei santi. Se poi presentano come argomento la cattivit, affermando che a causa di essa Gerusalemme non esisteva pi, che cosa possono dire dei profeti? Quando nel passato il popolo scese a Babilonia, cerano l Daniele e Geremia, e profetavano Ezechiele, Aggeo e Zaccaria. 40. Dunque i Giudei raccontano favole e passano oltre il tempo presente. Quando cessarono il profeta o la visione in Israele, se non ora che venuto Cristo, il santo dei santi? Segno e
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Is. 35, 3-6; Eb. 12, 12. Gv. 9, 32-33. 98 Dn. 9, 24-25.

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grande prova della venuta del Verbo che Gerusalemme non esiste pi, che non pi sorto un profeta e non si rivela pi loro una visione. Ed molto giusto che sia cos. Infatti, quando venne colui che era stato annunciato, che bisogno cera ancora di annunciatori? Essendo ormai presente la verit, che bisogno cera ancora dellombra? Per questo profetarono finch giunse la Giustiziain-s e colui che riscattava i peccati di tutti. Per questo Gerusalemme esisteva cos a lungo, affinch l meditassero in anticipo le figure della verit. Quindi, una volta venuto il santo dei santi, giustamente fu messo il sigillo alla visione e alla profezia ed cessato il regno di Gerusalemme. Presso di loro furono unti i re fino al momento in cui fu unto il Santo dei santi. E Mos profetizza che il regno dei Giudei esister fino a lui dicendo: Il capo non sar allontanato da Giuda n il principe dai suoi lombi, finch giunga ci che riservato per lui; ed egli lattesa delle genti99. Perci il Salvatore stesso proclamava: La legge e i profeti hanno profetato fino a Giovanni100. Dunque, se ora c tra i Giudei un re o un profeta o una visione, essi hanno ragione di negare che Cristo venuto; se invece non c pi n re n visione, ma stato messo il sigillo ad ogni profezia e la citt e il tempio sono stati distrutti, perch sono cos empi e trasgressori da non vedere ci che accaduto e negare che Cristo ha fatto tutto questo? Perch, vedendo che i Gentili abbandonano gli idoli e mediante Cristo ripongono la loro speranza nel Dio di Israele, non riconoscono Cristo, che nato dalla radice di Iesse secondo la carne e da allora regna? Se i Gentili onorassero un altro Dio senza riconoscere il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe e Mos, avrebbero una giusta scusa per dire che Dio non venuto. Se invece i Gentili onorano quel Dio che ha dato la legge a Mos e ha fatto la sua promessa ad Abramo quel Dio dei quali i Giudei hanno disonorato il Verbo -, Perch non riconoscono, o, piuttosto perch si rifiutano volontariamente di vedere che il Signore profetizzato dalle Scritture ha brillato sulla terra ed apparso su di essa in forma corporea, come dice la Scrittura: Il Signore Dio apparso a noi 101. E ancora: Mand il suo Verbo e li guar102. E ancora: Non fu un messaggero o un angelo, ma il Signore stesso a salvarli 103. Sono in una condizione simile a chi, colpito nella mente, vede bens la terra illuminata dal sole, ma nega lesistenza del sole che la illumina. Che cosa pu fare di pi, quando verr, colui che essi attendono? Chiamare i Gentili? Ma sono gi stati chiamati prima. Far cessare il profeta, il re e la visione? Ma anche questo gi avvenuto. Denunciare lempiet degli idoli? Ma essa gi stata denunciata e condannata. Ridurre allimpotenza la morte? Ma vi gi stata ridotta. Come si pu dunque dire che non accaduto ci che Cristo deve compiere? Che cosa non stato ancora compiuto, cos che i Giudei si rallegrino e non credano? Se, come appunto vediamo, presso di loro non c pi n re n profeta n Gerusalemme n sacrificio n visione, ma tutta la terra piena della conoscenza di Dio 104 e i Gentili, abbandonando lempiet, si rifugiano nel Dio di Abramo mediante il Verbo, il Signore nostro Ges Cristo, dovrebbe essere evidente anche per i pi impudenti che Cristo venuto, ha illuminato assolutamente tutti con la sua luce ed ha impartito il vero e divino insegnamento circa il Padre suo. Dunque con quest e ancor pi numerose testimonianze ricavate dalle divine Scritture si possono giustamente confutare i Giudei. VIII. CONTRO I GENTILI
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Gen. 49, 10. Mt. 11, 13. 101 Sal 118, 27. 102 Sal. 107, 20. 103 Is. 63, 9. 104 Cfr. Is. 11, 9.
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1. Gli argomenti 41. Per quanto riguarda i Greci ci si potrebbe molto meravigliare che da una parte essi deridano ci che non merita di essere deriso e dallaltra rimangano ciechi nella loro vergogna, che non vedono essendosi consacrati alle immagini di pietra o di legno. Ma poich la nostra dimostrazione non a corto di prove, ors, facciamo arrossire anche questi con argomenti logici, soprattutto a partire da ci che vediamo noi stessi. Che cosa c di assurdo o di ridicolo nella nostra posizione? Forse in ogni modo il dire che il Verbo apparso in un corpo? Ma anchessi ammettono che ci accaduto senza alcuna assurdit, se sono amici della verit. Se poi negano assolutamente che esista un Verbo di Dio, si prendono una pena superflua a deridere ci di cui non sanno nulla. Se invece riconoscono che esiste un Verbo di Dio, che la guida delluniverso, che in lui il Padre ha operato la creazione, che grazie alla sua provvidenza luniverso riceve luce, vita ed esistenza ed egli regna su tutti, cos che a partire dalle opere della provvidenza si pu conoscere lui e mediante lui il Padre; osserva, ti prego, se senza accorgersene non fanno ricadere il ridicolo su di s. I filosofi greci dicono che il mondo un grande corpo, e dicono il vero. Noi vediamo che il mondo e le sue parti cadono sotto i nostri sensi. Se dunque il Verbo di Dio nel mondo, che un corpo, ed venuto in tutte le sue parti e in ciascuna singolarmente, che cosa c di strano o assurdo se diciamo che venuto anche in un uomo? Se assolutamente assurdo che sia in un corpo, dovrebbe essere assurdo che egli sia venuto nelluniverso e illumini e muova tutte le cose con la sua provvidenza, perch appunto luniverso un corpo. Ora, se conveniente che egli venga nel mondo e si faccia conoscere nelluniverso, dovrebbe essere conveniente che si riveli anche in un corpo umano, il quale da lui illuminato ed agisce sotto il suo impulso. Anche il genere umano una parte delluniverso; e se non conveniente che una parte diventi suo strumento per la conoscenza della divinit, sarebbe assolutamente assurdo che egli si facesse conoscere mediante tutto quanto il mondo. 42. Essendo tutto il corpo mosso e illuminato dalluomo, si giudicherebbe insensato chi considerasse unassurdit affermare che la potenza delluomo anche nel dito di un piede perch, pur ammettendo che penetra ed agisce in tutto il corpo, non gli permetterebbe di essere in una parte. Allo stesso modo chi ammette e crede che il Dio Verbo di Dio nelluniverso e che luniverso da lui illuminato e mosso, non giudicher assurdo che da lui sia mosso ed illuminato anche un solo corpo umano. Se poi pensano che non sia conveniente la manifestazione del Salvatore in un uomo, di cui noi parliamo, perch il genere umano creato ed stato fatto dal nulla, tempo che lo escludano anche dal creato, perch anche questo venuto allesistenza dal nulla mediante il Verbo. Se invece, nonostante che la creazione sia creata, non assurdo che il Verbo sia in essa, certamente non neppure assurdo che il Verbo sia in un uomo. Quello che si pu pensare del tutto, lo debbono necessariamente pensare anche della parte. Anche luomo, come ho detto prima, una parte del tutto. Dunque non affatto assurdo che il Verbo sia in un uomo e che tutte le cose da lui e in lui siano illuminate e mosse e vivano, come affermano i loro scrittori dicendo: In lui viviamo, ci muoviamo e siamo 105. In fin dei conti, che cosa c di ridicolo se il Verbo si serve del corpo nel quale come strumento per rivelarsi? Se non fosse stato in esso, non avrebbe potuto neanche servirsene. Se invece ammettiamo che egli nelluniverso e nelle singole parti, perch dovrebbe essere incredibile
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At. 17, 28.

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che si manifesti nelle parti in cui ? Se egli, pur essendo con le sue potenze tutto in ciascuno e in tutti gli esseri e ordinando tutte le cose, volesse farsi conoscere con una parte del tutto se, ad esempio, pur ordinando tutte le cose con larghezza, volesse farsi conoscere mediante il sole o la luna o il cielo o la terra o le acque o il fuoco -, nessuno direbbe che ha agito assurdamente servendosi di questa voce per far conoscere se stesso e il Padre suo, perch contiene tutte le cose ed in tutte le cose e in quella stessa parte e si rivela invisibilmente. Analogamente non pu essere assurdo che egli, che ordina e vivifica luniverso ed ha voluto farsi conoscere attraverso gli uomini, si sia servito di un corpo umano come strumento per la rivelazione della verit e la conoscenza del Padre, perch anche lumanit una parte del tutto. Come lintelletto, pur essendo in tutto luomo, si esprime con una parte del corpo, voglio dire con la lingua, e nessuno senza dubbio dice che la sostanza dellintelletto ne risulta diminuita, cos se il Verbo, che dappertutto, si serve di uno strumento umano, ci non deve apparire sconveniente. Come ho detto prima, se non gli si addice servirsi di un corpo come di uno strumento, non gli si addice neanche di essere nelluniverso. 43. Se ci domandano perch non apparso attraverso altre parti del creato, che sono migliori, cio perch non si servito di uno strumento migliore, come il sole o la luna o le stelle o il fuoco o letere, ma solo di un uomo, sappiano che il Signore non venuto per farsi vedere, ma per curare e ammaestrare coloro che soffrivano. Per farsi vedere bastava apparire e impressionare quelli che vedevano, mentre per curare e ammaestrare non bastava semplicemente venire, ma occorreva rendersi utile a chi aveva bisogno e presentarsi in modo conforme alle loro necessit, per non turbare quegli stessi che hanno bisogno con una manifestazione superiore alle necessit di coloro che soffrivano, per cui la manifestazione della divinit risulterebbe per loro inutile. Nessuna creatura era nellerrore circa la conoscenza di Dio, eccetto soltanto luomo. Certamente n il sole n la luna n il cielo n le stelle n lacqua n letere hanno cambiato il loro corso, ma conoscendo il Verbo loro creatore e re sono rimasti cos come sono stati creati. Solo gli uomini, volgendo le spalle al bene, si sono plasmati idoli inesistenti al posto della verit, attribuendo ai demoni e agli uomini di pietra lonore dovuto a Dio e la conoscenza di lui. Perci, non essendo degno della bont di Dio ignorare una tale situazione, mentre daltra parte gli uomini non avevano potuto riconoscerlo, sebbene egli fosse presente nelluniverso e lo guidasse, prese come strumento un corpo umano, che una parte del tutto, e vi entr, affinch gli uomini, non avendo potuto conoscerlo nel tutto, non lo misconoscessero almeno in questa parte e, non avendo potuto volgere lo sguardo alla sua potenza invisibile, potessero almeno conoscerlo e contemplarlo a partire da realt simili a loro. Essendo uomini, attraverso il suo corpo simile al loro e le opere divine compiute con quel corpo, potranno conoscere pi in fretta e pi da vicino il Padre suo, considerando che le opere da lui compiute non sono umane ma di Dio. Se fosse assurdo, come essi pensano, che il Verbo si faccia conoscere mediante le opere del corpo, sarebbe anche assurdo che si faccia conoscere a partire dalle opere delluniverso. Infatti, come essendo nella creazione, non partecipa affatto della creazione, ma piuttosto tutti gli esseri partecipano della sua potenza, cos pur servendosi del corpo come di uno strumento, non divenuto partecipe di nessuna qualit del corpo, ma piuttosto egli stesso santificava anche il corpo. Se anche Platone, che ammirato tra i Greci, dice che colui che gener il mondo, vedendolo sbattuto dalla tempesta e in pericolo di sprofondare nella regione della dissomiglianza, si pose al timone dellanima per aiutarla correggendone tutti gli errori 106,
106

Cfr. Politico 273a.

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perch non si deve credere a noi quando affermiamo che, essendo lumanit in preda allerrore, il Verbo venne ad abitare in essa apparendo come uomo, per salvarla dalla tempesta con la sua guida e la sua bont? 44. Forse accetteranno queste argomentazioni per un senso di vergogna, ma ripagheranno nel dire che Dio, se voleva educare e salvare gli uomini, doveva farlo con un semplice comando senza che il suo Verbo venisse a contatto con il corpo, come fece allinizio, quando fece nascere gli esseri dal nulla. A questa loro obiezione si potrebbe giustamente rispondere che allinizio, quando non esisteva assolutamente nulla, cera bisogno soltanto del comando e della volont di Dio per la creazione delluniverso. Ma quando fu creato luomo e sorse la necessit di curare non ci che non esisteva ma le creature che gi esistevano, era logico che il medico e Salvatore si presentasse tra coloro che gi erano venuti allesistenza, per curare appunto le creature gi esistenti. Per questo divenuto uomo e si servito del corpo come di uno strumento umano. Se le cose non dovevano avvenire in questo modo, come avrebbe dovuto presentarsi il Verbo, se voleva servirsi di uno strumento umano? Da dove doveva prenderlo se non dagli esseri gi creati e che avevano bisogno della sua divinit mediante un essere simile a loro? Non si trattava di esseri non esistenti che avevano bisogno di salvezza, per cui poteva bastare un semplice comando, ma delluomo gi creato che andava soggetto alla corruzione e alla rovina. Perci ha fatto bene il Verbo a servirsi di uno strumento, che giustamente umano, ed espandersi in tutti gli esseri. Inoltre, si deve sapere che la corruzione, che era sopraggiunta, non era rimasta fuori del corpo ma lo aveva penetrato, ed era perci necessario che al posto della corruzione vi si attaccasse la vita affinch la vita fosse nel corpo come nel corpo era stata la morte. Dunque, se la morte era fuori del corpo, doveva essere fuori anche la vita; ma se la morte si era attaccata al corpo ed essendo unita ad esso la dominava, era assolutamente necessario che la vita si attaccasse al corpo perch il corpo, rivestitosi a sua volta della vita, allontanasse da s la corruzione. Daltronde se il Verbo fosse stato al di fuori del corpo e non in esso, certissimamente la morte sarebbe stata vinta, perch senza dubbio la morte non prevale sulla vita, ma non di meno nel corpo sarebbe rimasta la corruzione che era sopraggiunta. Perci giustamente il Salvatore si rivest di un corpo, affinch questo corpo, essendosi unito alla vita, non rimanesse pi nella morte in quanto mortale, ma in quanto rivestito dellimmortalit, potesse poi risuscitare e rimanere immortale. Essendosi una volta rivestito della corruzione, non avrebbe potuto risuscitare se non si fosse rivestito della vita. Infine, la morte non pu presentarsi in se stessa se non in un corpo. Perci il Salvatore si rivest di un corpo per cancellare la morte che aveva trovato in quel corpo. Il Signore, infatti, come avrebbe potuto dimostrare inequivocabilmente di essere la vita, se non avesse vivificato ci che era mortale? La paglia, sebbene per natura sia soggetta ad essere distrutta a contatto con il fuoco, se il fuoco si tiene lontano, non brucia pi, ma rimane n pi n meno paglia che teme la minaccia del fuoco, perch il fuoco per sua natura la pu distruggere; se invece la si riveste di molto amianto, di cui si dice che incompatibile con il fuoco, la paglia non teme pi il fuoco, sentendosi sicura sotto quel rivestimento non soggetto a combustione. Lo stesso si pu dire del corpo e della morte. Se la morte fosse stata allontanata dal corpo semplicemente con un comando, il corpo sarebbe stato n pi n meno mortale e corruttibile secondo la legge dei corpi. Ma perch non accadesse questo si rivest del Verbo di Dio, che incorporeo, e cos non teme pi n la morte n la corruzione, perch la vita il suo rivestimento e in lui la corruzione distrutta.

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45. Dunque era giusto che il Verbo di Dio prendesse un corpo e si servisse di uno strumento umano per vivificare il corpo, per operare anche nelluomo, cos come si fa conoscere nel creato mediante le opere, e mostrarsi dappertutto, senza lasciare alcun essere privo della sua divinit e conoscenza. Lo ripeto, riallacciandomi a quanto ho detto prima: il Salvatore ha fatto questo per riempire tutti gli esseri della conoscenza di lui, come riempie tutte le cose essendo presente dappertutto. Cos dice appunto la divina Scrittura: Tutta la terra fu riempita della conoscenza del Signore 107. Se si alza lo sguardo al cielo, si vede lordine stabilito da lui; se non si pu guardare al cielo ma ci si china verso gli uomini, si vede la sua incomparabile potenza sugli uomini e si riconosce che tra gli uomini egli solo il Dio Verbo. Se ci si volge ai demoni e ci si lascia turbare per questo, si vede che egli li scaccia e si riconosce che ne il Signore; se ci si inabissa nella natura delle acque pensando che siano Dio, come gli Egizi che onorano lacqua, si vede che egli ne trasforma la natura e si riconosce che il Signore creatore delle acque. Se si scende nellAde e si rimane attoniti di fronte agli eroi discesi laggi, considerandoli di, si vede che ha gi conseguito la risurrezione e la vittoria sulla morte e si considera che anche tra di loro solo Cristo il vero Signore e Dio. Il Signore, infatti, venuto in contatto con tutte le parti del creato e le ha liberate e allontanate tutte da ogni inganno, come dice Paolo: Dopo aver spogliato i principati e le potest, trionf su di loro sulla croce108, perch nessuno possa pi essere ingannato, ma trovi dappertutto il vero Verbo di Dio. Cos luomo, trovandosi chiuso da ogni parte e vedendo la divinit del Verbo dispiegata dappertutto, cio in cielo, nellAde, nelluomo e sulla terra, non si inganna pi nella conoscenza di Dio, ma adora lui solo e attraverso di lui conosce perfettamente il Padre. Verosimilmente anche i Greci si lasceranno impressionare da queste nostre ragionevoli considerazioni; ma se pensano che questi ragionamenti non siano sufficienti per confonderli, diano credito alle nostre parole almeno in base a ci che si manifesta alla vista di tutti. 2. I fatti 46. Quando gli uomini cominciarono ad abbandonare il culto degli idoli se non da quando venuto tra gli uomini il vero Verbo di Dio? Quando sono cessati e divenuti vani gli oracoli diffusi tra i Greci e in ogni luogo se non quando il Salvatore apparso fin sulla terra? Quando cominciarono ad essere riconosciuti come semplici uomini mortali i sedicenti di ed eroi celebrati dai poeti, se non quando il Signore riport la vittoria sulla morte e conserv incorruttibile il corpo che aveva preso, risuscitandolo dai morti? Quando furono disprezzati linganno e la follia dei demoni, se non quando il Verbo, che la potenza di Dio, il Signore di tutti e di questi, accondiscese ad apparire sulla terra per linfermit degli uomini? Quando cominciarono ad essere calpestate larte e linsegnamento della magia, se non quando avvenne la divina manifestazione del Verbo tra gli uomini? In una parola, quando la sapienza dei Greci si rivelata folle, se non quando si manifest sulla terra la vera Sapienza di Dio? Prima tutta la terra ed ogni luogo erano traviati dal culto degli idoli e gli uomini consideravano di nientaltro che gli idoli. Ora invece su tutta la terra gli uomini abbandonano il superstizioso culto degli idoli e si rifugiano in Cristo; e adorandolo come Dio, attraverso di lui conoscono anche il Padre che non conoscevano. E, cosa mirabile! -, sebbene i culti siano diversi ed infiniti ed ogni luogo abbia il suo proprio idolo, per cui quello che denominato dio non capace di passare nella
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Is. 11, 9. Col. 2, 15.

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regione limitrofa per persuadere i vicini ad adorarlo, che anzi a mala pena adorato tra i suoi nessun altro, infatti, adorava il dio del vicino, ma ciascuno custodiva il proprio idolo considerandolo il signore di tutti -, solo Cristo uno solo presso tutti e il medesimo ad essere adorato in ogni luogo. E quello che la debolezza degli idoli non ha potuto fare, cio persuadere gli abitanti delle regioni vicine, Cristo lha fatto: egli ha persuaso non solo i vicini, ma assolutamente tutta la terra, ad adorare un unico e medesimo Signore e attraverso di lui Dio suo Padre. 47. Prima tutti i luoghi erano pieni dellinganno degli oracoli: i responsi di Delfi e Dodona, della Beozia, della Licia, della Libia, dellEgitto e dei Cabiri e la Pizia erano ammirati dagli uomini nella loro illusione; ma ora, da quando si annuncia Cristo in ogni luogo, anche la follia di questi cessata e non c pi tra loro chi pronuncia oracoli. Prima i demoni ingannavano gli uomini occupando le sorgenti o i fiumi o gli alberi o le pietre e spaventavano gli stolti con i loro incantesimi; ora invece, essendo avvenuta la divina manifestazione del Verbo, questa loro ingannevole manifestazione cessata, perch luomo con il semplice segno della croce 109 allontana i loro inganni. Prima gli uomini consideravano di quelli che erano denominati di dai poeti, come Zeus Crono Apollo e gli eroi, e si lasciavano portare fuori strada adorandoli; ora invece, da quando apparso tra gli uomini il Salvatore, si compreso che quelli sono uomini mortali, mentre solo Cristo fu riconosciuto tra gli uomini come Dio, come il Dio Verbo del vero Dio. Che cosa si potrebbe dire della magia da loro ammirata? Essa, prima che venisse il Verbo, era forte ed operava presso gli Egizi, i Caldei e gli Indi e spaventava quelli che la vedevano, ma alla venuta della verit e alla manifestazione del verbo, anche questa stata smascherata e distrutta completamente. Per quanto poi riguarda la sapienza dei Greci e la magniloquenza dei filosofi penso che nessuno ci domandi un lungo discorso, avendo tutti davanti agli occhi questo fatto mirabile: mentre i sapienti greci hanno scritto tante opere senza riuscire a persuadere neanche pochi tra i loro vicini a credere nellimmortalit e a praticare la vita secondo virt, Cristo da solo con parole semplici e mediante uomini che non erano sapienti nel parlare ha persuaso in tutta la terra grandi raggruppamenti di uomini a disprezzare la morte e pensare allimmortalit trascurando i beni temporali, ad alzare lo sguardo verso i beni eterni e a non dare alcuna importanza alla gloria terrena, cercando di conseguire solo la immortalit. 48. Questi nostri discorsi non sono semplici parole, ma derivano la prova della verit dalla esperienza stessa. Venga avanti chi vuole e consideri da una parte la testimonianza della virt nelle vergini di Cristo e nei giovani che vivono una vita pura di castit e dallaltra la fede nellimmortalit nel cos grande coro dei martiri. Venga, chi vuole una prova di ci che stato detto, e di fronte alla falsa apparenza dei demoni, allinganno degli oracoli e ai prodigi della magia, si serva del segno della croce da loro deriso nominando soltanto Cristo 110, e vedr come per mezzo di lui i demoni fuggono, gli oracoli tacciono ed ogni magia ed incantesimo sono ridotti allimpotenza. Chi mai e quanto grande questo Cristo che con il suo nome e con la sua presenza ha oscurato e ridotto allimpotenza tutto in ogni luogo, che da solo ha prevalso su tutti e ha riempito tutta la terra del suo insegnamento? Ce lo dicano i Greci che lo deridono grandemente senza vergognarsene. Se un uomo, come ha potuto un solo uomo superare la
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Anastasio ricorda spesso limportanza del segno della croce per scacciare i demoni. Cfr. i capp. 28, 48 e 50 di questa opera e Vita di Antonio, 78. 110 Cfr. Mc. 16, 17.

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potenza di tutti i loro di e dimostrare con la sua potenza che non sono nulla? Se dicono che un mago, come possibile che da un mago sia ridotta allimpotenza tutta la magia, anzich piuttosto essere consolidata? Se avesse vinto alcuni uomini maghi o avesse prevalso su uno solo, giustamente avrebbero potuto pensare che superava larte degli altri con unarte pi potente. Ma se la sua croce ha riportato la vittoria su tutta la magia in senso assoluto e anche sul suo nome, dovrebbe essere evidente che non pu essere un mago il Salvatore, che anche i demoni invocati dagli altri maghi fuggono come loro signore. Chi dunque? Lo dicano i Greci che esercitano il loro zelo solo nel deriderlo. Forse potrebbero dire che era anchegli un demone e per questo era forte. Ma, ci dicendo, si procureranno una grande derisione, perch basteranno le dimostrazioni precedenti a farli arrossire. Infatti, come pu essere un demone colui che scaccia i demoni? Ma se avesse semplicemente scacciato alcuni demoni inferiori grazie al principe dei demoni, come gli dicevano i Giudei per oltraggiarlo 111; se invece con il suo nome si allontana e si scaccia tutta la follia dei demoni, evidentemente in questo si ingannano e il nostro Signore e Salvatore Cristo non , come essi pensano, una potenza demoniaca. Dunque, se il Salvatore non semplicemente un uomo n un mago n un demone, ma con la sua divinit ha annientato ed oscurato le invenzioni dei poeti, le false apparenze dei demoni e la sapienza dei Greci, chiaro e tutti lo ammetteranno che egli veramente il Figlio di Dio 112, essendo il Verbo la Sapienza e la Potenza del Padre. Per questo le sue opere non sono umane ma sovrumane e si riconoscono come vere opere di Dio sia a partire dai fatti stessi sia al confronto con le opere degli uomini. 49. Quando mai esistito un uomo che si form un corpo da una vergine soltanto? Quando mai un uomo cur malattie cos grandi come quelle che cur il comune Signore di tutti? Chi restitu ci che mancava per nascita e fece s che acquistasse la vista un cieco nato? Asclepio fu deificato da loro poich esercit larte della medicina e scopr delle erbe per curare i corpi ammalati, non per producendole egli stesso dalla terra ma scoprendole con la scienza che derivava dalla natura. Ma cos questo di fronte a ci che fece il Salvatore, il quale non cur le ferite, ma dette lesistenza e restaur la creatura umana? Eracle adorato dai Greci come dio perch combatt con uomini uguali a lui e uccise i mostri con linganno. Ma che cos tutto questo di fronte a ci che fece il Verbo, che allontanava dagli uomini le malattie, i demoni e perfino la morte? Dioniso onorato da loro perch ha insegnato agli uomini lubriachezza, mentre il vero Salvatore e Signore delluniverso, che ci ha insegnato la temperanza, da loro deriso. Ma lasciamo stare tutto questo. Che dire di fronte agli altri miracoli della sua divinit? Alla morte di quale uomo il sole si oscur e la terra trem? Ecco, gli uomini muoiono adesso e sono morti nel passato; ma quando mai avvenuto per loro un tale prodigio? Oppure, tanto per tralasciare le azioni compiute dopo la risurrezione del suo corpo, quando mai linsegnamento di un uomo ha avuto vigore da un confine allaltro della terra, rimanendo sempre uno e il medesimo, cos che ladorazione di lui si diffusa su tutta la terra? Oppure, perch se, comessi pensano, Cristo soltanto uomo e non Dio Verbo, i loro di non impediscono che ladorazione di lui passi nelle regioni dove abitano loro, mentre invece il verbo viene, con il suo insegnamento fa cessare il loro culto e confonde la loro falsa apparenza? 50. Prima di lui sono esistiti molti re e tiranni sulla terra; ed accertato che esistessero molti maghi e sapienti presso i Caldei, gli Egizi e gli Indi. Chi mai tra questi, non dico dopo la
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Mt. 9, 34; 12, 24; Mc. 3, 22; Lc. 11, 15; Gv. 8, 48-52. Cfr. 1 Cor. 1, 24; Gv. 1, 1.

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morte ma quandera ancora in vita, pot avere tanta forza da riempire tutta quanta la terra del suo insegnamento ed allontanare dal superstizioso culto degli idoli una moltitudine cos grande, come quella che il nostro Salvatore ha convertito a s dagli idoli? I filosofi greci hanno scritto molto con capacit di persuadere ed arte letteraria, ma che cosa hanno dimostrato di fronte alla croce di Cristo? Fino alla loro morte le loro ingegnose teorie ebbero la forza di persuadere, ma anche quanderano ancora vivi ebbero contrasti tra loro sulle dottrine che ritenevano sicure e disputando contendevano gli uni contro gli altri. Il Verbo di Dio, invece e questa la cosa pi mirabile! insegnando con parole semplici oscur i pi grandi sofisti, annient i loro insegnamenti attirando tutti a s ed ha riempito le sue chiese. Ed mirabile che, abbassandosi come uomo fino alla morte, annient la magniloquenza dei sapienti a riguardo degli idoli. Chi mai scacci i demoni con la sua morte? Di fronte alla morte di chi si spaventarono i demoni come di fronte alla morte di Cristo? Quando si pronuncia il nome del Salvatore113, subito si allontana ogni demone. Chi liber gli uomini dalle passioni cos che gli impudichi divenissero casti, gli omicidi non impugnassero pi la spada e quanti erano dominati dalla paura divenissero coraggiosi? In una parola, chi persuase i barbari e gli uomini che abitano nella regione dei pagani ad abbandonare la loro follia e coltivare pensieri di pace se non la fede di Cristo e il segno della croce? Chi altro ha dato agli uomini la sicurezza della immortalit come la croce di Cristo e la risurrezione del suo corpo? I Greci, sebbene abbiano escogitato tante menzogne, non poterono tuttavia immaginare la risurrezione dei loro idoli, non potendo affatto concepire che sia possibile che il corpo torni ad esistere ancora dopo la morte. In questo si possono benissimo approvare, perch con queste considerazioni essi denunciarono la debolezza della loro idolatria e dettero a Cristo la possibilit di farsi conoscere da tutti in base a questo come il Figlio di Dio. 51. Quale uomo, dunque, dopo la sua morte o quando ancora viveva, ha dato insegnamenti sulla verginit pensando che quest virt potesse esistere tra gli uomini? Eppure Cristo nostro Salvatore e re di tutti fu tanto efficace nellinsegnamento di questa virt che fanciulli non ancora giunti allet legale professano la verginit che al di sopra della legge. Quale uomo mai pot andare cos lontano da giungere fino agli Sciiti ed Etiopi o ai Persiani o Armeni o Goti o a quei popoli di cui si dice che abitano al di l delloceano o sopra lIrcania o addirittura fino agli Egiziani e ai Caldei, popoli che praticano la magia e sono superstiziosi oltre misura e di costumi selvaggi, e predicare la virt, la continenza e contro il culto degli idoli, come il Signore di tutti, la Potenza di Dio, il nostro Signore Ges Cristo? Egli non solo predic mediante i suoi discepoli, ma li persuase nellanimo ad abbandonare la brutalit dei costumi e a non adorare pi gli di patrii, ma riconoscere lui e attraverso di lui onorare il Padre. Prima, quando adoravano gli idoli, i Greci e i barbari combattevano gli uni contro gli altri ed erano crudeli contro quelli della loro stirpe. Non era assolutamente possibile attraversare la terra o il mare senza armarsi di spade per combattere senza posa gli uni contro gli altri. Infatti, tutto il tempo della loro vita passava tra le armi; usavano la spada al posto del bastone 114 e in essa riponevano tutto il loro sostegno115. Veramente, come ho detto prima, servivano gli idoli e offrivano sacrifici ai demoni, ma tuttavia coloro che pensavano cos non poterono liberarsi dal superstizioso culto degli idoli. Ma quando passarono allinsegnamento di Cristo, allora miracolosamente, come se fossero stati trafitti veramente nellanimo 116, abbandonarono la
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Cfr. Mc. 16, 17. Cfr. Sal. 23, 4. 115 Cfr. Prov. 14, 26. 116 Cfr. At. 2, 37.

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crudelt delle stragi e non pensano pi alle guerre, ma da allora pensano solo alla pace e non desiderano altro che lamicizia. 52. Chi dunque colui che ha fatto questo? Chi colui che ha unito per la pace coloro che si odiavano gli uni gli altri se non il diletto Figlio del Padre, il comune Salvatore di tutti Ges Cristo, il quale per il suo amore sopport tutto per la nostra salvezza? Infatti da molto tempo era stato profetato che da lui sarebbe stata istaurata la pace, perch la Scrittura dice: Spezzeranno le loro spade per farne aratri e le loro lance per farne falci; un popolo non prender pi la spada contro un altro popolo e non impareranno pi a combattere 117. E questo non incredibile, dal momento che anche ora i barbari, che hanno per natura costumi selvaggi e sacrificano ancora agli idoli, infuriano gli uni contro gli altri e non sono capaci di restare un solo momento senza spada, mentre quando ascoltano linsegnamento di Cristo, subito anzich alle guerre si volgono allagricoltura, anzich armare le mani con le spade le distendono per la preghiera: in una parola, anzich combattere gli uni contro gli altri, si armano contro il diavolo e i demoni per combatterli con la temperanza e la virt dellanima. Ora questa la prova della divinit del Salvatore: ci che gli uomini non hanno potuto apprendere quando adoravano gli idoli, lhanno appreso da lui, e questa una prova non piccola della debolezza e della nullit dei demoni e degli idoli. Appunto perch conoscevano la propria debolezza, i demoni spinsero gli uomini a combattere tra di loro perch, cessando di combattere gli uni contro gli altri, non si volgessero a combattere contro i demoni. Certamente, i discepoli di Cristo, non combattendo pi tra di loro, stanno schierati contro i demoni con i loro costumi e le loro azioni virtuose, scacciano i demoni e deridono il diavolo che li guida, cos che da giovani sono temperanti, nelle prove sono pazienti, nelle fatiche forti, sopportano di essere oltraggiati e non hanno paura di essere derubati; e cosa mirabile disprezzano la morte e divengono martiri di Cristo. 53. E per dire una cosa che una prova mirabile della divinit del Salvatore, quale uomo mai o mago o tiranno o re pot impegnarsi in unimpresa cos grande e combattere contro tutta lidolatria, tutto lesercito dei demoni, tutta la magia e tutta la sapienza dei Greci, che erano tanto potenti ed essendo ancora in pieno vigore spaventavano tutti, e opporsi a tutti con una sola mossa, come il nostro Signore, il vero Verbo di Dio, il quale confutando invisibilmente lerrore di ciascuno, da solo porta via come preda tutti gli uomini e tutti gli avversari, cos che quelli che adoravano gli idoli adesso li calpestano, quelli che si erano lasciati incantare dalla magia ne bruciano i libri118 e i sapienti preferiscono a tutto linterpretazione dei vangeli? Abbandonano quelli che adoravano prima e, confessando che Dio, adorano Cristo che prima deridevano perch stato crocifisso. i loro sedicenti di si scacciano con il segno della croce, mentre il Salvatore crocifisso proclamato Dio e Figlio di Dio su tutta la terra. Gli di adorati dai Greci sono da loro rifiutati come vituperevoli, mentre quanti accolgono linsegnamento di Cristo conducono una vita pi pura di loro. Se queste e simili gesta sono umane, dimostri chi vuole che tali furono anche le gesta compiute dai suoi predecessori, e ce ne persuadano; se queste invece non appaiono e non sono opere di uomini ma di Dio, perch gli infedeli sono cos empi non riconoscendo come Signore colui che le ha compiute? Sono nella stessa condizione di chi a partire dalle opere della creazione non riconosce Dio che ne creatore. Infatti, se avessero riconosciuto la sua divinit a partire dalla sua potenza su tutte le creature, avrebbero anche riconosciuto che le opere di
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Is. 2, 4. Cfr. At. 19, 19.

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Cristo compiute mediante il suo corpo non sono umane, ma del Salvatore di tutti, il Verbo di Dio. Se lavessero conosciuto come dice Paolo -, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria119. 54. Dunque, come chi vuol vedere Dio, che invisibile per natura e non pu essere affatto visibile, lo comprende e lo conosce a partire dalle opere, cos colui che non vede Cristo con lintelletto, lo conosca a partire dalle opere del suo corpo ed esamini se sono umane o di Dio. Se sono umane, le derida pure; se invece si riconosce che non sono umane ma di Dio, non rida di ci che non deve essere deriso, ma consideri piuttosto con ammirazione che mediante una realt cos semplice sono stati rivelati a noi i misteri divini, che mediante la morte giunta per tutti limmortalit e mediante lincarnazione del Verbo si conosciuta la provvidenza universale e il Verbo stesso di Dio, che ne il capo e lartefice. Infatti, egli divenne uomo affinch noi fossimo deificati; egli si rivel mediante il corpo affinch noi potessimo avere unidea del Padre invisibile; egli sopport la violenza degli uomini affinch noi ereditassimo lincorruttibilit. Certo, egli non riceveva alcun danno, essendo impassibile, incorruttibile, il Verboin-s e Dio, ma nella sua impassibilit proteggeva e salvava gli uomini che patiscono, per i quali appunto sopport tutto questo. In una parola, le gloriose gesta compiute dal Salvatore mediante la sua incarnazione sono di tal genere e tanto grandi che chi le volesse raccontare assomiglierebbe a coloro che, volgendo lo sguardo verso la distesa del mare, ne volessero contare le onde. Come non si possono abbracciare con lo sguardo tutte le onde perch quelle che sopraggiungono superano la percezione di colui che tenta di contarle, cos colui che vuole abbracciare tutte le gloriose gesta compiute da Cristo nel suo corpo, non pu comprenderle tutte nel suo conto, perch quelle che superano la sua percezione sono pi numerose di quelle che crede di aver afferrato. meglio dunque non considerare n parlare di tutte le sue gesta, di cui non si pu esprimere neanche una parte, ma ricordarne ancora una sola lasciando a te di ammirare linsieme. Tutte, infatti, sono ugualmente ammirabili e dovunque si volga lo sguardo, l si rimane attoniti vedendo la divinit del Verbo. 55. Dopo ci che stato detto sopra, giusto che tu apprenda e consideri questo come fondamento di ci che non stato detto, e che tu consideri con grande ammirazione che da quando venuto il Salvatore lidolatria non ha pi avuto sviluppo e quella che rimane diminuisce e a poco a poco cessa; la sapienza dei Greci non ha pi fatto progressi e quella che rimane tende a scomparire, i demoni non ingannano pi con le loro false apparenze, gli oracoli e le magie, ma appena osano o tentano, sono confusi dal segno della croce. Per dirla in breve, osserva come linsegnamento del Salvatore cresce dappertutto, mentre tutta lidolatria e tutte le potenze che si oppongono alla fede di Cristo ogni giorno diminuiscono, perdono la loro forza e cadono. Ci vedendo, adora il Salvatore che al di sopra di tutto 120 e il potente Dio Verbo, e condanna le potenze che egli abbassa e fa scomparire. Come quando arriva il sole la tenebra non ha pi vigore e, se rimane in qualche luogo, viene scacciata; cos da quando giunta la divina manifestazione del Dio Verbo, la tenebra degli idoli non ha pi forza, ma tutte le parti del mondo, in ogni luogo, sono illuminate dal suo insegnamento. Se un re non si fa vedere in una certa regione ma rimane nel suo palazzo, spesso alcuni sediziosi, approfittando della sua assenza, si proclamano re e ciascuno presentandosi in atteggiamento regale inganna i semplici come se fosse re; e in tal modo gli uomini si lasciano ingannare dal nome perch sanno
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1 Cor. 2, 8. Rm. 9, 5.

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che c un re ma non lo vedono, non potendo affatto entrare dentro il palazzo. Ma quando giunge e si fa vedere il vero re, allora i sediziosi ingannatori rimangono confusi dalla sua presenza e gli uomini, vedendo il vero re, abbandonano quelli che prima li fuorviavano. Allo stesso modo, prima i demoni e gli uomini ingannavano attribuendo a s stessi lonore dovuto a Dio; ma da quando apparso nel corpo il Verbo di Dio e ha fatto conoscere il Padre suo, da allora linganno dei demoni scomparso ed cessato e gli uomini, volgendo lo sguardo al vero Dio Verbo del Padre, abbandonano gli idoli e conoscono il vero Dio. E questo prova che Cristo il Dio Verbo e la Potenza di Dio. Dal momento che le potenze umane sono cessate mentre la parola di Dio rimane, chiaro a tutti che ci che cessa passeggero, mentre colui che rimane Dio e vero Figlio unigenito di Dio. CONCLUSIONE: ESORTAZIONE ALLO STUDIO DELLA SCRITTURA E ALLA PRATICA DELLA VIRTU 56. O amico di Cristo, eccoti esposte da me in breve queste considerazioni: quanto basta per una esposizione elementare ed una delineazione della fede di Cristo e della sua divina manifestazione a noi. Tu, prendendo occasione da queste considerazioni, se ti capiter di leggere i testi delle Scritture, applicando ad esse veramente il tuo intelletto, da esse conoscerai pi completamente e pi chiaramente lesattezza di ci che abbiamo detto. Esse, infatti, furono pronunciate e scritte da Dio mediante uomini teologi, e noi, dopo aver imparato dai maestri teologi121 che le hanno lette, i quali sono stati appunto testimoni della divinit di Cristo, trasmettiamo questo insegnamento anche al tuo desiderio di apprendere. Conoscerai anche la sua seconda manifestazione a noi, che sar gloriosa e veramente divina, quando verr non pi nellumilt ma nella gloria che gli propria, quando verr non pi per patire ma per dare a tutti il frutto della sua propria croce, voglio dire la risurrezione e lincorruttibilit. Non sar pi giudicato ma giudicher tutti secondo le azioni che ciascuno ha compiuto mediante il suo corpo, sia buone che cattive. Allora ai buoni sar riservato il regno dei cieli, mentre a coloro che hanno compiuto opere cattive sar riservato il fuoco eterno e la tenebra esteriore. Infatti il Signore stesso dice: Io vi dico: dora in poi vedrete il Figlio delluomo assiso alla destra della potenza e venire sulle nubi del cielo nella gloria del Padre 122. Perci salutare il detto che ci prepara a quel giorno e dice: Siate pronti e vegliate, poich verr in unora che voi non conoscete123. Infatti, secondo il beato Paolo, tutti devono presentarsi davanti al tribunale di Cristo affinch ciascuno riceva, secondo quello che ha compiuto con il corpo, il bene o il male124. 57. Ma oltre allo studio e alla vera conoscenza delle Scritture c bisogno di una vita retta e di unanima pura e della virt secondo Cristo, affinch, camminando nella virt, lintelletto possa raggiungere e comprendere ci che desidera, per quanto la natura umana pu comprendere del Dio verbo. Infatti, senza un intelletto puro e una vita modellata sui santi non si possono comprendere le parole dei santi. Come chi vuol vedere la luce del sole deterge sempre ed espone alla luce il suo occhio, purificandosi in modo da divenire simile alloggetto del suo desiderio, affinch locchio, divenuto luce, veda la luce del sole, oppure chi vuol vedere
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Atanasio sottolinea il carattere tradizionale del suo insegnamento appreso dai maestri della scuola di Alessandria. Si noti la parola teologi riferita agli apostoli e ai maestri di Atanasio. 122 Mt. 26, 64. 123 Mt. 24, 42-44. 124 2 Cor. 5, 10.

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una citt o una regione va sempre in quel luogo per vederla, cos chi vuol comprendere il pensiero dei teologi, deve purificare e lavare lanima con la sua vita ed avvicinarsi ai santi stessi con limitazione delle loro azioni, affinch, unitosi a loro mediante la condotta della vita, comprenda ci che stato rivelato loro da Dio e unitosi poi a loro, fugga il pericolo dei peccatori e il fuoco che li attende nel giorno del giudizio e riceva i beni riservati ai santi nel regno dei cieli: quei beni che occhio non vide e orecchio non ud e in cuore di uomo non entrarono, i beni che sono stati preparati 125 per coloro che vivono secondo virt e amano colui che Dio e Padre in Cristo Ges nostro Signore, per mezzo del quale e con il quale al padre stesso con il Figlio stesso nello Spirito Santo, lonore, la potenza e la gloria per i secoli dei secoli. Amen.

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1 Cor. 2, 9.

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