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Per fortuna Frieda arriv subito e non fece parola di K.

, si lagn solo dei contadin i e, preoccupata di trovare K., pass dietro il banco. Allora K. pot toccarle un piede e da quel momento si sent al sicuro.

Poich Frieda non faceva menzi one di K., tocc all'oste parlarne.

E dov' l'agrimensore?, disse.

In fondo doveva essere un uomo tutto sommato cortese, che aveva imparato le buon e maniere frequentando di continuo e con relativa libert persone di posizione mol to pi elevata, ma a Frieda parlava in tono particolarmente rispettoso, cosa che colpiva tanto pi in quanto egli non smetteva con questo di essere un dat ore di lavoro che si rivolge a una sua dipendente, una dipendente, per giunta, p iuttosto sfrontata. Me ne sono completamente dimenticata, dell'agrimensore, disse Frieda e pose il su o piccolo piede sul petto di K.

Se ne dev'essere gi andato da un pezzo.

Io per non l'ho visto, disse l'oste, eppure sono rimasto quasi tutto il tempo nel c orridoio.

Eppure qui non c', disse Frieda con freddezza.

Magari si nascosto, disse l'oste, mi ha dato l'impressione di essere capace di que sto e altro.

Non oser fare una cosa simile, disse Frieda e premette pi forte il piede su K.

C'era in lei qualcosa di allegro, di libero, che K. prima non aveva notato, e c he prese del tutto inaspettatamente il sopravvento quando, d'un tratto, scoppi a ridere e con le parole: Forse nascosto qui sotto, si chin su K., gli diede un rapido bacio, si raddrizz di colpo e con aria desolata disse:

No, qui non c'.

Ma anche l'oste dest lo stupore di K. quando disse:

Trovo molto seccante non sapere con certezza se andato via o no.

Non si tratta soltanto del regolamento. (non si tratta solo del signor Klamm si tratta anche del regolamento)

Il regolamento vale per lei, signorina Frieda quanto per me.

Di questa sala risponde lei, io m'incarico di cercare nel resto della casa. Buo na notte, dorma bene!. Non doveva ancora aver lasciato la stanza che Frieda aveva gi spento la luce elettrica ed era sotto il banco insieme a K. Amore! Amore mio!, bisbigli, ma senza toccare affatto K., pareva svenuta per la forza dell'amore e r imase distesa supina, con le braccia allargate; il tempo doveva sembrare infinit o al suo amore felice; pi che cantare sospirava una canzonetta. Poi ebbe un sussu lto di spavento, perch K. rimaneva immerso, silenzioso, nei suoi pensieri e si mi se a tirarlo come avrebbe fatto una bambina: Vieni, qui sotto si soffoca!. Si abbr acciarono, quel piccolo corpo bruciava nelle mani di K.; in un oblo di s dal quale K. tentava di sottrarsi continuamente ma invano, rotolarono alcuni passi pi in l, urtarono con un rumore sordo contro la porta di Klamm, poi si ritrovarono diste si fra pozze di birra e altro sudiciume di cui il pavimento era coperto. Passaro no cos delle ore, ore di respiri mescolati, di cuori che battevano insieme, ore d urante le quali K. aveva la sensazione costante di smarrirsi o di essersi inoltr ato in un paese straniero come nessun uomo prima di lui, in un paese dove l'aria stessa non aveva un solo elemento in comune con l'aria del paese natale, dove i l sentimento di estraneit toglieva il respiro e tuttavia non si poteva far altro, in mezzo a quelle seduzioni insensate, che andare avanti e smarrirsi ancor di p

i. Quindi, almeno in un primo tempo, non fu spaventato ma piuttosto consolato da un ritorno alla coscienza quando dalla stanza di Klamm una voce profonda, tra in differente e imperiosa, chiam Frieda. Frieda, disse K. all'orecchio della ragazza, trasmettendole la chiamata. Per innato spirito d'obbedienza, Frieda fece per sal tar su, ma poi ricord dove si trovava, si stir, rise silenziosamente e disse: Non c i vado mica da lui, non ci andr mai pi. K. volle obiettare, insistere perch andasse da Klamm, cominci a raccogliere i resti della sua camicetta, ma non riusc a dir nu lla, era troppo felice di tenere Frieda fra le sue mani, troppo ansiosamente fel ice, poich gli pareva che se Frieda lo abbandonava, lo avrebbe abbandonato tutto quello che possedeva. E Frieda, come rinfrancata dall'approvazione di K., strins e il pugno, lo picchi sulla porta e grid: Sono con l'agrimensore! Sono con l'agrime nsore!. Allora Klamm tacque. Ma K. si alz, s'inginocchi accanto a Frieda e si guard attorno nella grigia luce del crepuscolo mattutino. Che cosa era successo? Dov'e rano le sue speranze? Che cosa poteva aspettarsi da Frieda, ora che tutto era tr adito? Invece di procedere con la cautela che l'importanza del nemico e dello sc opo richiedeva, era rimasto l una notte a rotolarsi nelle pozze di birra, il cui odore adesso stordiva. Che cosa hai fatto?, disse come fra s. Siamo perduti tutti e due. No, disse Frieda, solo io sono perduta, per ti ho conquistato. Stai calmo. Ma gu arda come ridono quei due. Chi?, chiese K. voltandosi. Sul banco sedevano i suoi du e aiutanti, un po' assonnati ma allegri; era la gioia che viene dal dovere compi uto. Che cosa fate qui?, grid K., come se la colpa di tutto fosse loro. Cerc l attorn o la frusta che Frieda aveva impugnato la sera prima. Dovevamo pur cercarti, disse ro gli aiutanti, dal momento che non sei sceso tu alla locanda; allora ti abbiamo cercato da Barnabas e finalmente ti abbiamo trovato. Siamo rimasti seduti qui t utta la notte. Non facile il nostro servizio. Ho bisogno di voi di giorno, non di notte, disse K., toglietevi di torno. Ma adesso giorno, dissero senza muoversi. Era g iorno, infatti, la porta del cortile si apr, i contadini e Olga, che K. aveva com pletamente dimenticata, fecero irruzione nella sala. Olga aveva la stessa vivaci t della sera prima, anche se i suoi vestiti e i suoi capelli erano in uno stato p ietoso, fin dalla soglia i suoi occhi cercarono K. Perch non sei venuto a casa con me?, disse quasi in lacrime. Per una donna come quella!, aggiunse, e lo ripet pi vol te. Frieda, che era scomparsa un istante, torn con un piccolo fagotto di biancher ia. Olga si fece in disparte con aria triste. Ora possiamo andare, disse Frieda; o vviamente intendeva dire che sarebbero andati alla Locanda del Ponte. Si form il corteo, K. e Frieda in testa e gli aiutanti dietro. I contadini mostrarono un gr an disprezzo per Frieda, era comprensibile dal momento che finora li aveva fatti rigare dritto; uno prese addirittura un bastone e fece il gesto di non lasciarl a passare a meno che lei lo superasse con un salto; ma bast uno sguardo della rag azza per farlo arretrare. Fuori, nella neve, K. respir pi liberamente. La felicit d i trovarsi all'aperto era tale da rendergli questa volta sopportabili le diffico lt del cammino; se K. fosse stato solo avrebbe camminato ancora meglio. Arrivato alla locanda, and subito in camera sua e si sdrai sul letto, Frieda si prepar un gi aciglio l accanto, sul pavimento. Gli aiutanti si erano introdotti in camera con loro, furono scacciati, ma rientrarono dalla finestra. K. era troppo stanco per cacciarli via un'altra volta. L'ostessa sal apposta per salutare Frieda, che la c hiam mammina; ci furono effusioni incomprensibilmente calorose, con baci e lunghi, forti abbracci. Del resto, in quella piccola stanza di tranquillit ce n'era poca, le serve entrarono pi di una volta a prendere o portare qualcosa facendo un gran fracasso con i loro stivali da uomo. Se avevano bisogno di uno dei numerosi ogg etti che ingombravano il letto, lo sfilavano di sotto a K. senza troppi riguardi . Frieda le salutava come fosse una di loro. Nonostante quel trambusto, K. rimas e a letto tutto il giorno e tutta la notte. Frieda gli rendeva dei piccoli servi zi. Quando infine, il mattino seguente, si alz fresco e riposato, era gi il suo qu arto giorno in quel paese.

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