Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)
La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)
La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)
Ebook128 pages1 hour

La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

New York era ancora New Amsterdam quando Dolph Heyliger nacque. Un monello sgraziato, sebbene coraggioso e di buon cuore. Alla morte del padre, lui e la madre rimangono senza un soldo e il ragazzo prende servizio presso il dottor Knipperhausen. Mentre la madre, per sbarcare il lunario, comincia a sfornare torte e pasticcini e statuette di pan di zenzero.

Il dottore, poiché gli affari prosperano, compra una fattoria sull'isola di Manhattoes. Inizialmente crede di aver fatto un buon affare. Ma si accorge presto che sulla casa gravano delle preoccupanti dicerie. Si sostiene infatti che sia abitata dagli spiriti. Così l'avventuroso Dolph, si offre volontario per investigare le ragioni di queste dicerie.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateApr 29, 2019
ISBN9788831618083
La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)
Author

Washington Irving

Nueva York, 1783 - Sunnyside, 1859. Escritor norteamericano perteneciente al mundo literario del costumbrismo. Washington Irving es el primer autor americano que utiliza la literatura para hacer reír y caricaturizar la realidad, creando además el estilo coloquial que después utilizarían Mark Twain y Hemingway.

Related to La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)

Related ebooks

Related articles

Reviews for La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi)

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    La casa degli spiriti (Illustrato. Trad. di Giulio Nessi) - Washington Irving

    L’AUTORE¹

    Washington Irving (New York, 3 aprile 1783 – New York, 28 novembre 1859) è stato uno scrittore americano di racconti, saggista, biografo, storico e diplomatico. È soprattutto conosciuto per le sue novelle Rip Van Winkle (1819) e The Legend of Sleepy Hollow (1820), da cui nel 1999 fu tratto un film con Johnny Depp (entrambe le novelle fanno parte della raccolta The Sketch Book of Geoffrey Crayon, Gent).

    I suoi lavori storici includono biografie di Oliver Goldsmith, del profeta islamico Muhammad, e di George Washington, così come diverse cronache della Spagna del quindicesimo secolo, che trattano soggetti quali Cristoforo Colombo, Alhambra e i Mori.

    Irving fu ambasciatore in Spagna dal 1842 al 1846. Fece il suo esordio letterario nel 1802 con una serie di corrispondenze per il Morning Chronicle, scritte sotto lo pseudonimo di Jonathan Oldstyle. Si trasferì in Inghilterra per affari di famiglia nel 1815 dove raggiunse la fama con la pubblicazione del Libro degli Schizzi  (The Sketch Book of Geoffrey Crayon, Gent), pubblicato a puntate nel 1819-20. Per tutta la vita continuò a pubblicare regolarmente, completando addirittura una biografia di George Washington, in cinque volumi, giusto otto mesi prima della morte, avvenuta all’età di 76 anni a Tarrytown, New York.

    Irving è stato uno dei primi scrittori americani a guadagnarsi l’acclamazione degli intellettuali europei, e questo suo successo incoraggiò altri autori americani come Nathaniel Hawthorne, Henry Wadsworth Longfellow, Herman Melville, ed Edgar Allan Poe. Fu elogiato da scrittori britannici, quali Lord Byron, Thomas Campbell, Charles Dickens, Francis Jeffrey, e Walter Scott. Fu uno strenuo difensore e un patrocinatore della legittimità della professione di scrittore, e argomentò sovente a favore di leggi più restrittive per proteggere gli scrittori americani dalla violazione dei diritti d’autore.

    I pareri sulla sua reputazione letteraria sono assai contrastanti. Da una parte, fu celebrato come il primo grande scrittore americano. Dall’altra, accusato di essere tutto stile e niente sostanza.

    Irving fu, da un lato, largamente accreditato come il primo Uomo di Lettere Americano, il primo a guadagnarsi la vita solo grazie alla sua penna. Henry Wadsworth Longfellow riconobbe il ruolo di Irving nel promuovere la letteratura americana, scrivendo nel dicembre 1859: Noi sentiamo un giusto orgoglio derivante dalla sua rinomanza come autore, non dimenticando che, tra gli altri suoi meriti suscettibili della nostra gratitudine, lui aggiunge anche quello di essere stato il primo a ottenere per il nostro paese un’onorabile fama e un posto di tutto rispetto nella Storia delle Lettere.

    Edgar Allan Poe, d’altra parte, sentì che Irving aveva il merito di essere sì un innovatore ma che i suoi scritti, in sé stessi, erano spesso poco originali. Irving è di gran lunga sopravvalutato, scrisse Poe nel 1838, e una corretta distinzione andrebbe fatta fra la sua meritata reputazione e la sua fama avventizia, tra ciò che spetta al pioniere, e ciò che spetta allo scrittore.  

    Un critico del New York Mirror scrisse: Nessun uomo, nella Repubblica delle Lettere, è stato sopravvalutato più di Washington Irving. Altri affermarono che Irving andava incontro più alla sensibilità britannica che a quella dei propri connazionali, e di scrivere, quindi, piuttosto per l’Inghilterra, che per il proprio paese.

    Altri ancora, invece, furono più favorevoli allo stile di Irving. William Makepeace Thackeray fu il primo a riferirsi a Irving come  l’ambasciatore che il Mondo Nuovo delle Lettere ha spedito al Vecchio.

    Irving è il primo degli umoristi americani, come è probabilmente il primo degli scrittori americani, scrisse il critico H.R. Hawless nel 1881, e pur appartenendo ancora al Nuovo Mondo, si avverte nel suo stile il sapore caratteristico del Vecchio.

    I primi critici ebbero spesso delle difficoltà a separare l’uomo Irving, dallo scrittore Irving. La vita di Washington Irving è stata una delle più brillanti condotte da un autore, scrisse  Richard Henry Stoddard, uno dei primi biografi di Irving. Altri, in seguito, affermarono, invece, dopo un’attenta rassegna dei suoi scritti, che si trattava solo di bel stile, senza sostanza. L’uomo non aveva alcun messaggio da comunicare, scrisse il critico Barrett Wendell.

    Irving perfezionò il racconto breve di ambientazione americana, contaminandolo con il folklore tedesco e olandese. Fu anche il primo a introdurre nel racconto espressioni vernacolari e senza altro obbligo morale o didattico, ma scrivendo semplicemente le sue novelle per intrattenere piuttosto che per istruire.

    Fu anche un valoroso consolatore per gli aspiranti scrittori. George William Curtis notò: non c’è un giovane aspirante scrittore nel paese che, se incontrasse Irving, non riceverebbe parole gentili di comprensione, riguardo e incoraggiamento.

    In conclusione anche se spesso ritenuto da alcuni critici come un autore poco profondo e originale, in realtà, Irving possedeva una fervida fantasia. E una notevole eleganza di scrittura, e una buona dose di umorismo e di attenzione ai particolari storici dei suoi racconti. In ogni caso va considerato come uno dei primi veri scrittori americani, nel senso genuino del termine. È anche da considerarsi l’iniziatore del racconto fantastico del tipo ghost story, che negli Stati Uniti avrebbe poi aperto la strada a grandi maestri del genere, come Edgar Allan Poe e Henry James.

    Opere

    IL LIBRO

    New York era ancora New Amsterdam quando Dolph Heyliger nacque. Un monello sgraziato, sebbene coraggioso e di buon cuore. Alla morte del padre, lui e la madre rimangono senza un soldo e il ragazzo prende servizio presso il dottor Knipperhausen. Mentre la madre, per sbarcare il lunario, comincia a sfornare torte e pasticcini e statuette di pan di zenzero.

    Il dottore, poiché gli affari prosperano, compra una fattoria sull’isola di Manhattoes². Inizialmente crede di aver fatto un buon affare. Ma si accorge presto che sulla casa gravano delle preoccupanti dicerie. Si sostiene infatti che sia abitata dagli spiriti. Per questo motivo nessuno vuole affittarla e il dottore vede sfumare le proprie prospettive di proprietario. Difatti, la sua idea era stata quella di affittare la proprietà, fin quando non si fosse ritirato dagli affari e trasferito nella fattoria per goderne il meritato riposo.

    L’avventuroso Dolph si offre volontario per investigare le ragioni di queste dicerie. Per tre  notti consecutive dorme nella magione desolata, emergendone, con lo spuntare del giorno, in una condizione penosa: pallido, stanco per la notte trascorsa insonne e impaurito. La sua paura sembra dar adito alle voci del popolino: nella casa si aggira uno spettro.

    Infatti, nella sua camera, a notte fonda, benché tutte le porte fossero inchiavardate, aveva fatto la sua comparsa una strana figura spettrale. È un vecchio fiammingo corpulento, con i capelli ricci e grigi, e in tutto e per tutto abbigliato all’antica maniera olandese, con il farsetto e il cappello a tesa larga.

    La strana apparizione si siede e rimane a fissare Dolph, senza parlare e infine scompare.

    Dolph ne è così turbato che quando riesce a prendere sonno, fa uno strano sogno. La mattina, quasi obbedendo al sogno, invece di tornare a casa, inizia a vagare per la campagna, e infine si imbarca su una goletta che risale l’Hudson.

    Durante un temporale, l’imbarcazione fa naufragio e Dolph si ritrova scaraventato sulle rive selvagge del fiume. Qui farà la conoscenza con Antony Vander Heyden, un famoso possidente e un appassionato cacciatore che, insieme a un gruppetto di indiani e di bianchi, stava concludendo una battuta di caccia.

    L’anziano gentiluomo mostra da subito una cordiale predilezione per Dolph e le sue innate qualità di cacciatore, pescatore, rematore e nuotatore. Dolph, infatti, eccelle in tutti questi sport perché ha trascorso la sua vita fino a quel momento a non fare altro che bighellonare, nuotare, cacciare e fare scherzi.  

    Antony Vander Heyden, lo conduce a casa con lui, ad Albany. Qui, gli appartamenti spaziosi, il liquore buono, e la bella Marie, unica figlia di Antony, danno l’impressione a Dolph  di trovarsi in paradiso. Nella camera che gli viene assegnata, però, nota un ritratto. L’anziano gentiluomo che vi è raffigurato ha una certa somiglianza con lo spettro della cada infestata appartenente al dottore.

    Dolph chiede a Heer Antony del dipinto. Questi gli comunica che è il ritratto di Killian Vander Spiegel, un suo antico parente, che era stato un borgomastro. Un tipo piuttosto scontroso e avaro e che aveva seppellito le sue ricchezze durante la dominazione inglese, per paura che gliele portassero via. Era morto

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1