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Sagittario, ascendente pesci... dicono
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Sagittario, ascendente pesci... dicono

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About this ebook

Cinque testi teatrali che scandagliano l’animo umano e le relazioni tra le persone… da qui all’eternità
CON DAVANTI IL MARE
Un giovane regista viene incaricato di portare in scena gli anni bui di Marina Dimossant, attrice di sexy commedie, ma un suo amante attaccherà l’opera.
ADINA RIPOSA AL BUIO
L’amicizia tra sua sorella e una clochard non viene vista di buon occhio da Matteo, che cercherà in tutti i modi di allontanarle.
INCONCLUDENTE POI
Dopo non essersi parlati per tre anni, una coppia si sveglia nel cuore della notte ricordando un passato che entrambi volevano dimenticare.
PLAY
Lui, lei e l’amante gay di lui si incontrano dopo morti: la loro espiazione sarà rinfacciarsi per l’eternità quanto avvenuto sulla Terra.
GRANDINE E SALE
Protagonista è un uomo dalle molte vite: è sempre riuscito a salvarsi all’ultimo da situazioni impossibili, ma dal passato torna una sua vittima…
LanguageItaliano
Release dateApr 1, 2019
ISBN9788833282442
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    Sagittario, ascendente pesci... dicono - Luca Guerini

    Cover

    Con davanti il mare

    Ho avuto il piacere di conoscere Luca Guerini nel 2016, anno nel quale abbiamo collaborato alla realizzazione del mediometraggio Il segreto di Caino, tratto da un mio soggetto inedito. Mi sono trovato molto bene con questo giovane regista, coraggioso e innovativo. La collaborazione infatti è proseguita l’anno successivo, con il cortometraggio The Audition e il testo teatrale Malatempora.

    È proprio il teatro il palcoscenico ideale di Guerini. Le sue opere non sono mai facili né, tantomeno, banali, al contrario sono spesso scabrose e psicologicamente complesse, come questa della quale mi trovo a scrivere: Con davanti il mare.

    Questo testo, magistralmente interpretato da Cinzia Damassa, Nicola Grottoli e Federico Vitali, tratta di un giovane regista che vuole mettere in scena la vita di Marina Dimossant, diva del cinema neorealistico, caduta presto nel dimenticatoio.

    Un testo dai forti tratti scabrosi, che getta fango su politici, artisti e imprenditori che frequentavano l’attrice. L’animo dei tre protagonisti viene scandagliato a fondo in tutta le sue crude nudità e pochezza, in un gioco al massacro psicologico e visivo nel quale tutte le bassezze e debolezze dell’uomo vengono impietosamente portate alla luce.

    Roberto Ricci, scrittore

    Sono entrata in questa donna affascinante e intrigante in modo spavaldo per poi capire, solo più tardi, che dovevo lavorare su diversi piani per poterla rendere proprio come Luca l’ha pensata. Marina è una donna che dopo essere stata figlia – dell’unico uomo che avrebbe potuto davvero proteggerla e stimolarla, ovvero il padre, che l’ha cresciuta sulla voce della Callas – si è ritrovata troppo bella, troppo talentuosa e troppo sola.

    In lei il fascino e la sensualità sono stati come una deflagrazione per una donna che non era in grado di gestire la propria vita. Come una farfalla, si è quindi lasciata trasportare dai venti: prima fortunati, come quelli che la consegnarono ai grandi registi del realismo, poi a quelli che la tireranno nel fango approfittando del suo corpo per facili film di cassetta.

    Dal fango riemerge, sempre affascinante, sempre innocente, ma ormai pronta a tutto, indurita dagli schiaffi. Pronta ad accettare di essere usata, pronta alle perversioni, alle sopraffazioni.

    Sette quadri per raccontare Marina Dimossant, ogni quadro un aspetto diverso di questa donna complessa. A tratti bambina, arrendevole e implorante, a tratti raffinata e intellettuale, a tratti ironica e vitale, comunque capace di vendere il proprio corpo e di volare in un luogo solo suo per non subirne lo scempio.

    Marina è uno specchio in cui è facile riflettere vizi e virtù femminili. È in fin dei conti uno spietato inno alla libertà che questa donna persegue incessantemente, pur segregata nella prigione delle sue stesse debolezze.

    Cinzia Damassa, attrice

    Lo spettacolo ha debuttato il 28 luglio 2018 al Teatro del Guasco di Ancona, con Cinzia Damassa, Nicola Grottoli e Federico Vitali.

    Personaggi:

    Marina Dimossant

    Professor Monigalli

    Carlo Bannetti

    Scena 1

    Debutto dello spettacolo Con davanti il mare

    Il regista Carlo Bannetti, dopo aver salutato qualcuno dei presenti che lo ha riconosciuto, si avvicina al palco e prende il microfono.

    REGISTA – Perché ho fatto questo spettacolo? Beh, in fondo dovevo, ecco… come quando da bambino ti dicono di dire le preghiere della buonanotte: tu non ci credi a Quello lì eppure le dici perché si deve. Lei lo meritava questo? No, non meritava tutto quello che le è successo… decisamente no. Mi dispiace che non sia stata capita, rispettata… E che cosa resta ora? Uno spettacolo solamente. Un copione, un nome e una storia da raccontare. Spero che il pubblico risponda numeroso e che questa tournée che parte oggi da (nome della città) possa restituire giustizia a una donna che non ne ha avuta.

    Scena 2

    Conferenza Stampa – alcuni giorni prima

    REGISTA, rispondendo a una domanda dal pubblico – Che cosa resta ora? Uno spettacolo. (ribadendo) Un copione con un nome e una storia da raccontare. Qui c’è roba per donne pettegole e per chi vuole sapere o, meglio, per gente che non è soddisfatta della propria vita e cerca in quella degli altri una soddisfazione. Come se servisse a qualcosa! La Produzione mi è stata molto vicina in questi mesi, lasciandomi i miei tempi, nonostante non sia un regista conosciuto, di quelli che possono dire se mi volete si fa così. Sapete, nel testo ci sono nomi di imprenditori, politici e di una donna che mi ha voluto raccontare tutto questo, che ha voluto che mettessi in scena tutto questo. Per lei. Potreste pensare a una cosa egocentrica, eccentrica direi: la paura di morire ed essere dimenticata, ma Marina Dimossan è questa che io racconto.

    PROFESSORE – Vanno bene le cose, dopotutto alle persone piace il suo spettacolo: ho visto l’affluenza e la rassegna stampa che è uscita

    REGISTA – Grazie, vuole un autografo?

    PROFESSORE – Non mi ha riconosciuto?

    REGISTA – Scusi… vedo tanta gente… è il mio lavoro. Lei è?

    PROFESSORE – Dovrebbe conoscermi.

    REGISTA, imbarazzato – Mi dispiace

    PROFESSORE – Eppure parla di me…

    REGISTA, collegando le due cose – Nello spettacolo?

    PROFESSORE – Sì, sono il professor Monigalli.

    REGISTA – Ah...

    PROFESSORE – Non ha pensato che certe cose possano dar fastidio…

    REGISTA – È una storia, è la vita. Abbiamo fatto tutto a norma di legge, se qualcosa non le sta bene può parlare con l’ufficio legale della Produzione, che vedrà il da farsi, ma io sono un artista e queste cose non competono a me.

    PROFESSORE – Si sbaglia, ci sono alcune inesattezze.

    REGISTA, si distrae per ascoltare bene quello che Monigalli deve dirgli – Inesattezze?

    PROFESSORE – Sì.

    REGISTA – Quali?

    PROFESSORE – Io non ero solo un cliente di Marina, io l’amavo!

    REGISTA – La signora non mi ha parlato di lei così. Sono dispiaciuto che lei sia rimasto legato ad una sua… impressione, ecco. Forse il distacco...

    PROFESSORE – Lo posso immaginare. Quando hanno chiuso la casa e l’hanno arrestata, io avrei potuto aiutarla, ho delle conoscenze, amici che avrebbero potuto evitarle il carcere, ma sono sposato, ho dei figli, come potevo parlare loro? Capisce? Non puoi rientrare una mattina che tua moglie sta facendo colazione e dirle alla meno peggio Guarda che io e quella della televisione… però io ti amo. Per me è stata una sofferenza vedere gli agenti piantati davanti alla porta di quella villa con davanti il mare che era stata per anni il nostro nido d’amore

    REGISTA, sarcastico – Non solo il vostro…

    PROFESSORE – Come può parlare così? Continua? Che livore nutre verso di me? Non sono il cattivo in questa storia e a quanto pare lei non ha sentimenti.

    REGISTA – Sì, ma non capisco cosa vuole adesso da me? Marina Dimossant è morta da sola in una stanza bianca dell’Umberto I, vuole lavarsi la coscienza con un regista giovane che ha preso in mano questa storia e l’ha messa su un palcoscenico come quella donna avrebbe sempre voluto? Che colpa ne ho io? A cosa dovrebbe servire tutto questo? Ai tempi dei fatti io andavo ancora a scuola e certamente...

    PROFESSORE – Non è la storia di Marina, è la storia di tutti noi che dagli ottanta abbiamo frequentato quelle stanze.

    REGISTA – Quindi?

    PROFESSORE – Voglio parlare con lei… raccontarle chi era Marina Dimossant, solo questo ormai.

    REGISTA – E a quale scopo? Il testo è ormai scritto, il debutto fissato e non c’è alcun modo di modificare le cose nemmeno se volessi. Forse solo qualcosa di legale potrebbe, ma dovremmo annullare le date e gli attori hanno famiglia. La veda così: Come si scrive nei film Liberamente tratto da vicende realmente accadute? Una cosa del genere. È finzione, non è realtà, cosa vuole da me dunque?

    PROFESSORE – Nulla… parlare.

    REGISTA - Sono molto impegnato con la tournée… il mio agente…

    PROFESSORE – Trovi il tempo. È interesse anche suo, dopotutto. O vuol dirmi che le interessa il gossip, le cose scandalistiche che fanno notizia? Pensavo fosse artista, lei…

    REGISTA – Sarà dura trovare del tempo. Non ci conti.

    Scena 3

    Tempo presente: altrove. Con la forza il disturbatore prende il microfono e inizia a parlare di Marina al pubblico presente in sala.

    PROFESSORE – Carlo Bannetti è un giovane regista, per lui questo fatto di Marina Dimossant è stata una manna dal cielo e si sta giocando bene le sue carte… Per uno giovane poter avere tutta questa notiziabilità è giustamente una grande occasione… bisogna vedere come si comporterà adesso… parlare male di Marina non mi pare una scelta giusta, certo la gente vuole scandalo, trasgressione… è come nei gialli. Se incuriosisci il pubblico, il pubblico ti segue e tu fai soldi. Il talento? Quello è solo una variabile. Purtroppo di questi tempi non conta più di tanto, penso sia un problema generale. Magari chi vuole studiare vede questi che fanno successo e loro che devono faticare… lavorare molto, prima di ottenere una breve sul nazionale. Invece se fai uno spettacolo teatrale con l’ochetta di turno hai il pieno tutte le sere. È giusto questo? Lui ha avuto la fortuna di incontrare Marina, che nel passato di cose trasgressive ne ha fatte… io l’ho conosciuta e non sono d’accordo con l’immagine che ne ha dato l’attrice. Fossi in lui, avrei cercato di essere più fedele alla cronaca e non inventare di sana pianta anni interi della sua vita… ce n’erano di cose da raccontare… ha avuto una vita straordinaria, tipo D’Annunzio (ride), io l’ho conosciuta quando le cose con Amanda non andavano bene… è iniziata così, poi sono arrivati i sentimenti e poi il resto… comunque questa sera si parla della sua storia, non della mia.

    Nel corso del lungo monologo l’attrice e il finto regista hanno cercato a più riprese di fermare l’incursione del disturbatore, anche chiedendo al telefono l’intervento delle forze di polizia. Questa scena deve apparire al pubblico in sala del tutto naturale, quindi è consigliato l’intervento di maschere e personale di sala stupiti di quanto accade. La confusione verrà dissipata dai toni pacati dell’attrice che interpreta Marina e dal rassegnarsi del professor Monigalli a una storia già scritta.

    Scena 4

    Tempo presente – Inizio dello spettacolo Con davanti il mare

    MARINA – Uscita dal carcere andai a vivere a Santa Marinella, una villa con davanti il mare. Una casa stile liberty con un campo da tennis sul retro... era tutto così elegante e forse troppo grande per una donna sola. Avevo un uomo a servizio che si occupava di sistemare, cucinare e fare tutto quello che non mi andava di fare. Vari uomini venivano a trovarmi e io avevo sempre qualcosa da offrire loro. Mi faceva sentire meno sola, se posso dirlo. Ormai i registi e i produttori non mi chiamavano più, i tempi in cui i grandi si sedevano nel mio salotto per parlare di lavoro erano finiti, rimanevano poche parole sputate a monosillabi, qualche scialbo come va? Avevo perso il gusto di parlare, la loquacità aveva lasciato il posto al presto e subito e io avevo smesso di innamorarmi. Loro invece parlavano, raccontavano segreti come se quello che dicevano dovesse interessarmi o farli sembrare

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