Vi voglio bene lo stesso
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About this ebook
Ne scaturisce il ritratto di una ragazza di 38 anni che vorrebbe innamorarsi e trovare l’uomo della sua vita ma che prima di tutto vuole amare se stessa. Una ragazza che vuole girare il mondo e si realizza professionalmente ma al tempo stesso è alla ricerca di una stabilità emotiva che per il momento raggiunge grazie alla convivenza con due gatti pieni di personalità.
Francesca si mette a nudo di fronte al lettore e quello che colpisce è che, tramite la comicità e la risata, riesce a sdrammatizzare le sue imperfezioni caratteriali e a non prendersi troppo sul serio. Francesca riesce sempre e comunque a perdonarsi!
Francesca Sibilla, nata a Gorizia nel 1979, si è laureata in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia ed ha intrapreso da subito la sua carriera nell’ambito della cooperazione internazionale e allo sviluppo, lavorando con diverse ONG come volontaria in America Latina ed in Africa e come consulente esterna nei Balcani. Attualmente continua il suo impegno in collaborazione sempre più stretta con l’Unione Europea.
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Book preview
Vi voglio bene lo stesso - Francesca Sibilla
strade
Francesca Sibilla
Vi voglio bene lo stesso
© 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-567-9386-4
I edizione settembre 2018
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
www.gruppoalbatros.com
Libri in uscita, interviste, reading ed eventi.
Vi voglio bene lo stesso
Francesca Sibilla
Ovvero
VI VOGLio BENE
LO STESSO!
I sogni sono illustrazioni dal libro che la tua anima sta scrivendo su di te
(Alan Drew)
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è assolutamente voluto.
Come tutto incominciò
Fin da piccola ho sempre desiderato essere una persona buona, poi ho visto come andava il mondo e ho incominciato a mandare tutti a fanculo.
Non mi sono mai lamentata eccessivamente per le cose poco simpatiche che mi accadevano, ma non mi sono nemmeno risparmiata qualche ode ai più meschini sterminatori di uomini quando non riuscivo proprio a sopportare il genere umano. Non che mi capitasse spesso… ma è successo. In fondo volevo essere buona.
Ero sempre convinta che se doni amore alla fine, in un modo o nell’altro, amore ricevi e tuttora sposo questa tesi, ma non immaginavo minimamente la fatica che ciò potesse comportare.
Così ho iniziato con il volontariato, prima i vecchi, poi i bambini autistici, per passare, dopo gli studi, ad esperienze di volontariato all’estero durante le quali, per amore del mio lavoro, mi sono fatta derubare plurime volte (una anche da tre vecchi campesinos ecuadoriani in corriera… ma avevo la febbre… e comunque, non avendo più nemmeno un centesimo, ho proseguito il viaggio gratis perché ho fatto pena anche all’autista più povero dell’Ecuador!).
Ad ogni modo queste esperienze mi hanno fatto crescere e mi hanno portato a vedere cose che prima non riuscivo a cogliere, soprattutto dopo gli assidui e sempre più intensi incontri e frequentazioni con il nostro vicino di casa ecuadoriano… lo Sciamano.
Prima della partenza le mie amiche delle superiori (più avanti parlerò in maniera approfondita anche di loro), palesemente spaventate per la mia prima esperienza in America Latina e soprattutto per quello che avrei potuto incontrare in Ecuador, vogliono assicurarsi che io segua alla lettera i loro consigli e non faccia sciocchezze trasmettendomi via mail una lista di accorgimenti da seguire:
ECUADOR: ISTRUZIONI PER L’USO (tratto da una storia vera…)
Cara Sibilla, ormai l’abbiamo capito che non sei capace di stare nello stesso luogo per più di un quarto d’ora (ad esempio in spiaggia!). Ce ne siamo fatte una ragione, ok non ti stiamo simpaticissime e forse è giunto il momento di mettere un po’ di km tra noi. Tuttavia, perché tu capisca che NONOSTANTE TUTTO ti vogliamo un bene dell’anima e che non è nostra abitudine mandare allo sbaraglio le amiche, ecco un piccolo vademecum per il tuo viaggio in Ecuador.
1. Stella cara, il Paese si chiama Ecuador e non a caso. Non ci passano i Tropici, ci passa l’Equatore. Quindi il clima è…(suspense)…equatoriale! NON è lo stesso clima che abbiamo qua, né ci sono i monsoni come in India.
2. Tesoro, hai presente ciò che è stato detto al punto 1? Beh, scordatelo! Perché tu ti troverai a migliaia di metri d’altitudine, che vanno a neutralizzare il clima equatoriale suddetto. Quindi: altitudine – clima equatoriale = clima temperato (i climatologi mi uccideranno).
3. Per combattere l’altitudine, gli ecuadoreñi sono soliti masticare foglie di coca. Fra, ti scongiuriamo di seguire attentamente le modalità d’uso di questo prodotto: non vorrai trascorrere l’intero anno in stato confusionale, per poi raccontarci di aver visto elefanti rosa e di aver parlato con Elvis Presley! Le foglie, quindi, non inghiottirle, ma sputale!
4. Se entri in un’abitazione e vedi gente indaffarata a confezionare pacchetti con dentro una polvere bianca, mentre attendono trepidanti Kate Moss, Paolo Calissano e Lapo Elkann, sappi che non ti trovi in un mulino antico e che quella non è farina.
5. Se vai a coglier funghi per i boschi, con la preziosa guida Anìn viòdi: la ricerca di funghi nei boschi furlani
(che come ricorderai è disponibile in biblioteca), fai attenzione a chi incontri. Non sto parlando del lupo di Cappuccetto Rosso, mi preoccupo di certi omaccioni con il passamontagna e le mitragliatrici il cui comandante è un certo Marcos: gira alla larga e se proprio devi presentarti, non dirgli: Tu sei Marcos? Io sono Francescas
…È gente che uccide per molto meno.
6. Ebbene sì, Siby, niente chitarre de ferro in Ecuador (questo perché io ho una chitarra elettrica, una bella Vester anni 2000), ma solo flauti de legno! Esercitati con il flauto di Pan per poter eseguire non il famoso El Condor Pasa
, ma la versione andina di Nothing else matters
dei Metallica e di Una poesia anche per te
di Elisa. Forse faticherai un po’ a suonare ed a cantare contemporaneamente, ma con l’esercizio e la buona volontà…
7. Non ne sono sicura, ma è probabile che i simpatici lama bazzichino anche dalle tue parti. Non sono i nuovi Morfeo, Ulisse e Didi (gli alani con cui convivevo quando abitavo ancora a casa con i miei): se ti avvicini, puoi essere completamente lavata da questi ruminanti con i ciglioni da vamp (e poi spediamo l’ennesimo filmato a Paperissima).
8. Già che sei lì a due passi, va’ a salutare Fidel Castro (un consiglio: non scherzare sul suo cognome!) In realtà, quello che vogliamo dirti è che è stupendo che tu voglia andare a trovare la tua amica Kathleen che vive a New York, volevamo solo ricordarti che il viaggio che affronterai sarà più o meno quello che effettuerebbe un abitante di Città del Capo (in Sudafrica) desideroso di andare a trovare un amico a Helsinki, perché tanto, cosa vuoi, ci troviamo nella stessa parte del planisfero…
9. Qual è lo scopo del tuo viaggio? Il servizio civile, la cooperazione allo sviluppo.
Ti sembra espressione di carità e servizio la seguente affermazione: Io parto senza bagagli, perché compro tutto là, ché tanto non costa nulla
? Vabbè che il tuo lavoro segreto è imballare prodotti per la Nestlé, ma insomma, che faccia tosta! Allora già che ci siamo torna con una decina di palloni da calcio cuciti a mano dai bambini e una ventina di paia di Nike!
10. Detto ciò, siamo orgoglioNE di te e mi raccomando, se non te la senti di fare qualcosa fidati di te perché un motivo c’è (vedi il ciclista in mezzo alle due corsie di cui non ti eri accorta mentre volevi superare un’auto, ma fortunatamente non te la sentivi…).
Eh, care amiche, come mi siete mancate quell’anno. Ho cercato comunque di seguire i 10 comandamenti vivamente suggeriti, giuro…