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Vestivano di nero
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Vestivano di nero

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È raccontata la storia immaginaria di Carmelo, un elemento del Comitato di Liberazione dell’alta Italia mandato in missione in Sicilia per scoprire quando e come sarà lo sbarco degli alleati trovandosi, in seguito a degli avvenimenti, a partecipare alle locali lotte partigiane smascherando un informatore dei tedeschi. All’interno di un campo di concentramento tedesco edificato nell’Europa del nord, sono esposte, in modo irreale, le disavventure di Alice, una bella ragazza, e degli internati e l’entusiasmo che nasce quando in quel campo vengono portate le donne arrestate dai tedeschi dopo l’armistizio decretato dall’Italia giorno 8 settembre del 1943 con la conseguente fuga dell’esercito tedesco dal suolo italiano divenuto d’un tratto terreno nemico. Il racconto si chiude con l’uccisione, raccontato in sintesi, del dittatore italiano vissuto all’epoca dei fatti.
LanguageItaliano
Release dateDec 23, 2018
ISBN9788869631900
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    Vestivano di nero - Santi Maimone

    Santi Maimone

    VESTIVANO DI NERO

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2018 Elison Publishing

    www.elisonpublishing.com

    elisonpublishing@hotmail.com

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    ISBN 9788869631900

    Vestivano di nero

    Era la sera del 30 gennaio 1933 quando dalla finestra della Cancelleria di Berlino si affacciò un omino insignificante con due ridicoli baffetti alla Charlotte salutando col braccio teso un gruppo di iscritti al Partito Nazista che marciavano con in mano una torcia accesa. Si chiamava Adolf Hitler.

    Era nato il Terzo Reich.

    La folla accorsa applaudiva festosa al nuovo Cancelliere della Germania. Alcuni, in mezzo a quella folla gioiosa, vedendo quella lingua di fuoco che serpeggiava ai piedi del palazzo ebbe dei brividi come di freddo pungente. Qualcuno intravide, nell’intimo, per un attimo, il grande baratro dove sarebbe caduta la Germania, l’Italia e l’Europa trascinando nella loro scia il mondo intero. L’omino se ne stava compiaciuto a guardare il popolo tedesco già ai suoi piedi fin dalla prima sera.

    Ex caporale, agognava da tempo a questa carica, forse fin dalla nascita e adesso ci era arrivato grazie alla collaborazione di amici influenti che lo aiutarono.

    Il pittore dilettante di cartoline illustrate, che odiava i suoi maestri di scuola, che veniva bloccato dalla timidezza nei rapporti con le donne, che credeva solo in una razza pura e potente, quella tedesca, lui, austriaco fino al midollo, adesso sembrava ammonire il mondo col suo braccio teso nel saluto romano convinto che il Terzo Reich nazista sarebbe durato almeno 1000 anni.

    Il suo potere cominciò in uno squallido locale dove si riuniva con altrettanti squallidi individui, portando il mondo nel caos di una guerra. Sei anni dopo, nel dicembre 1939 i nazisti erano padroni della Cecoslovacchia e della Polonia concentrando i prigionieri e i dissentisti in campi appositamente costruiti nella Germania settentrionale.

    Anni prima In Italia si era creato un nuovo movimento politico capitanato da un uomo duro dalle tendenze totalitarie, Benito Mussolini. Questo movimento non fu bene accettato dalla grandissima maggioranza del popolo con la conseguenza che le squadre d’azione di quel partito entrarono ben presto in lotta per combattere e sconfiggere chi non era dalla loro parte e chi non condivideva le loro idee.

    Cominciarono col devastare la redazione di un giornale e poi a colpire individualmente. La risposta operaia a questi abusi fu molto debole. Fallirono molti scioperi e occupazioni di fabbriche. Nonostante questo, c’erano alcuni che guardavano questo nuovo movimento politico italiano con impegno e interesse favorevole. Fu indetto uno sciopero contro il dilagare delle squadracce del nuovo partito ma senza esito. L’alleanza fra Germania e l’Italia era già stabilita. Le squadracce tedesche adesso giravano anche nel territorio italiano. La Nazione intera era stata conquistata da questa gente che camminava per le strade armate di un lungo manganello che portavano appeso alla cintura. In occasione delle elezioni politiche le squadracce si davano da fare per convincere la gente a votare per il nuovo partito. Incendiarono e distrussero tutte le sedi dei partiti e un ordine del loro leader fece chiudere con la forza le poche non ancora distrutte. In Italia si era instaurata la piena dittatura e le squadracce girando indisturbate per tutta la nazione cercavano coloro che non accettavano il partito chiamandoli e giudicandoli disfattisti. Questo gruppo vestiva di nero.

    Nei primi mesi del 1943, un treno correva veloce sui binari solitari e lucidi, riscaldati dal sole della campagna piemontese. Nello scompartimento della quarta carrozza, seduto in abiti borghesi sul sedile opposto al senso di marcia, Carmelo Musumeci della squadra di sicurezza partigiana inseguiva con gli occhi il paesaggio. Musumeci occupava il posto accanto al finestrino, di fianco aveva un’assonnata signora anziana, sul sedile vicino al corridoio, una mamma allattava il suo piccolo, mentre l’altro figlioletto saltellava sul sedile di fronte. Non c’erano elementi in divisa. Il posto davanti a lui era libero così poté allungare le gambe.

    Dieci gironi prima, il presidente del movimento di liberazione lo aveva chiamato nel suo ufficio.

    Musumeci gli disse ti mandiamo nella tua terra di Sicilia con un incarico delicato. Fra i tanti, abbiamo scelto te perché, oltre ad essere nato e cresciuto in quella terra, conosci il dialetto e all’occorrenza sai dare la cadenza e l’accento giusti.

    Presente al colloquio c’era un ammiraglio il quale prese la parola:

    Comprendo che sarà un incarico molto pericoloso, quindi potrai rifiutare, non vogliamo eroi morti…

    Di che si tratta? chiese Musumeci.

    "Ti dovrai infiltrare fra la gente e scoprire dove sbarcheranno gli alleati e se sono collusi con la mafia locale. Ci è giunta dalla Sicilia la segnalazione di un nostro confidente che ha un sospetto che ci sia la mano mafiosa della

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