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A scuola di streghe - Libro 3: Il mio primo vero amore: A scuola di streghe, #3
A scuola di streghe - Libro 3: Il mio primo vero amore: A scuola di streghe, #3
A scuola di streghe - Libro 3: Il mio primo vero amore: A scuola di streghe, #3
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A scuola di streghe - Libro 3: Il mio primo vero amore: A scuola di streghe, #3

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About this ebook

Libro per ragazze 9-12 anni: Charlotte si risveglia da un incubo terribile. Ma se fosse tutto vero? Margaret è tornata a perseguitarla? E poi Charlotte incontra di nuovo Charlie e il cuore le batte forte mentre si guardano negli occhi. Ma qualcosa di disgustoso fa stare male Charlotte, mettendola in imbarazzo e obbligandola a lasciare Charlie nelle mani di Margaret. 

Charlotte scopre di avere un talento speciale. All'inizio è difficile da controllare, ma con la pratica Charlotte trova il suo talento molto utile. 

Miss Moffat annuncia che le ragazze dovranno superare tre prove e le prime cinque ragazze classificate sfideranno gli studenti del Collegio dei maghi. Charlotte riuscirà ad arrivare tra le prime cinque? Lei ha un disperato bisogno di vedere Charlie e di spiegargli il suo comportamento del loro precedente incontro. Ci riuscirà o Margaret le metterà di nuovo i bastoni tra le ruote?

Scoprite tutti i dettagli in questo avvincente sequel.

LanguageItaliano
Release dateMar 2, 2020
ISBN9781547558940
A scuola di streghe - Libro 3: Il mio primo vero amore: A scuola di streghe, #3

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    A scuola di streghe - Libro 3 - Katrina Kahler

    Capitolo Uno

    Era autunno e le foglie scricchiolanti, adombrate dal tramonto, circondavano Charlotte come una coperta. Abbassò lo sguardo e vide che i suoi piedi erano nudi e a ogni passo le foglie scricchiolavano sotto di lei.

    Nonostante fosse all'aperto, sembrava una calda giornata estiva e il vestito a fiori che indossava si adattava perfettamente a quella temperatura.

    Dietro due alberi curvi davanti a lei, c'erano Gerty, Stef e Alice, che salutavano Charlotte con entusiasmo. Lei rispose al loro saluto prima di iniziare a correre verso di loro. Una folata di vento fece sciogliere il nastro blu che portava tra i capelli, facendolo svolazzare davanti a lei. Lei allungò la mano, lo afferrò e iniziò ad avvolgerselo intorno al polso, ma sembrava che quel nastro non finisse mai, finché non le avvolse la maggior parte del braccio.

    Guardò incuriosita il braccio con il nastro intorno e stava per continuare ad avvolgersi il nastro attorno al polso, quando si rese conto che il nastro era finito.

    'Charlotte, quaggiù,' gridò Gerty, mentre la salutava con la mano e saltellava sul posto.

    'Arrivo,' gridò Charlotte in risposta, ma le sue parole sembravano disperdersi nell'aria.

    Si riguardò il braccio e vide che il nastro era scomparso, ma non se ne preoccupò, come se il nastro non fosse mai esistito.

    Continuò a camminare tra le foglie, che non le scricchiolavano più sotto i piedi, ma scoppiettavano come la sua bocca dopo aver mangiato un intero pacchetto di caramelle scoppiettanti.

    Charlotte continuò a camminare, ma le sembrava di non avvicinarsi mai alle altre. Neanche questo sembrò allarmarla e continuò a camminare, poi si fermò all'improvviso. Le foglie si sollevarono da terra e si misero a vorticare intorno a lei, come un piccolo tornado.

    Lei sbatté le palpebre e vide che tutte le foglie erano scomparse, rivelando l'erba verdissima sotto di esse. Alzò lo sguardo e vide che Gerty era lì, con Stef e Alice subito dietro di lei.

    'Charlotte, ce l'hai fatta,' sorrise Gerty, prendendole la mano.

    'Era ora,' sbuffò Alice.

    Mentre Gerty la spingeva in avanti, Stef e Alice si fecero da parte e un ragazzo con i capelli castani e gli occhi spalancati fece un passo avanti.

    'Charlie,' disse Charlotte sorridendo.

    'Andiamo, Charlotte, non è rimasto molto tempo,' disse lui, facendole cenno di seguirlo.

    'Tempo rimasto per cosa?'

    Charlie continuò a camminare, accelerando il passo, così Charlotte dovette mettersi a correre per riuscire a stargli dietro. All'improvviso, il cielo si oscurò e l'erba sotto i suoi piedi svanì, rivelando una sostanza simile a catrame nero, che si avvolse intorno ai suoi piedi, cercando di tirarla giù.

    'Charlie!', urlò lei, cercando di liberarsi.

    'Andiamo Charlotte, non è rimasto molto tempo,' disse Charlie, voltandosi a guardarla e facendole un sorriso, prima di voltare di voltare di nuovo la testa e di allontanarsi di corsa.

    'No, Charlie, aspetta! Aspetta, per favore! Aiutami,' urlò lei, ma lui continuò a correre finché lei non poté più vederlo.

    Il catrame nero continuava ad avanzare, tanto che ora le aveva raggiunto le ginocchia. Più cercava di liberarsi, più sembrava che la tirasse giù.

    La sua bacchetta, aveva bisogno della sua bacchetta. Si passò le mani sui fianchi del vestito, ma non aveva tasche. Non aveva la bacchetta con sé, quindi era bloccata.

    Una ragazza con dei lunghi capelli biondi apparve all'improvviso e attraversò facilmente il catrame, dirigendosi verso di lei.

    'Per favore, aiutami,' disse Charlotte, con il catrame intorno alla vita.

    La ragazza la raggiunse e guardò Charlotte, con un ghigno sul volto; era Margaret.

    'Sembra che tu abbia bisogno di questa!' esclamò lei, tirando fuori una bacchetta di quercia da dietro la schiena.

    Charlotte allungò una mano e cercò di afferrare la sua bacchetta, ma Margaret gliela allontanò.

    Fece qualche passo per allontanarsi da Charlotte, prima di lasciar cadere la bacchetta nel catrame e di restare a osservare mentre la sostanza nera la risucchiava.

    'Oops,' ridacchiò Margaret, prima di voltare le spalle a Charlotte e allontanarsi da lei.

    'Per favore, torna qui,' gridò Charlotte, con il catrame sulle spalle. 'Margaret!'

    Il catrame le avvolse il collo e lei fece un respiro profondo prima di coprirsi la bocca.

    Stava affondando nell'oscurità. Lei cercò di urlare, ma non ci riuscì.

    Lei atterrò con un balzo, sentendo le foglie autunnali scricchiolare sotto i suoi piedi, e tutte le sue amiche erano in piedi sotto l'arco di alberi.

    'Tutto bene, Charlotte?' le chiese Gerty, in piedi davanti a lei.

    'Penso di sì,' rispose Charlotte, prima di passare davanti a Gerty per raggiungere le altre.

    'Ciao Charlotte,' sorrise Charlie.

    'Ciao,' gli rispose Charlotte, sorridendo.

    'Andiamo, ragazze, lasciamo da soli i due piccioncini,' disse Stef alzando gli occhi al cielo. Lei si allontanò con Gerty, intenta a salutare, e con Alice, che era tutta imbronciata.

    'Siamo rimasti da soli,' sorrise Charlie.

    'Già.'

    Andiamo a fare una passeggiata?' le chiese lui, porgendole la mano.

    'Sì, certo,' rispose lei, prendendogli la mano, senza riuscire a nascondere il suo sorriso mentre camminavano mano nella mano attraverso il prato di foglie.

    Il sole diventò più luminoso, troppo luminoso per quel periodo dell'anno. Lei aveva i capelli appiccicati sulla fronte e le braccia le prudevano per il sudore. Smise di camminare e si asciugò il sudore dalla fronte con il braccio.

    'Qualcosa non va?' Charlie la guardò preoccupato.

    'No, no, sto bene,' rispose lei, con un sorriso forzato.

    Le mani di Charlotte si riempirono di sudore e Charlie le lasciò la mano. Charlotte arrossì mentre si asciugava le mani sul vestito, ma il sudore non scomparve e, invece, la situazione peggiorò e il sudore iniziò a scorrerle sulle mani come un fiume, fino a quando lei e Charlie si ritrovarono a galleggiarci dentro.

    Charlotte aprì la bocca per dire il nome di Charlie, ma il suono fu attutito dal liquido salato. Lei sollevò la testa dall'acqua mentre guardava Charlie, che si era allontanato da lei e che stava cercando di restare a galla. Il ragazzo che le piaceva stava annegando nel suo stesso sudore. La situazione era davvero pessima.

    L'acqua del sudore svanì e lei si ritrovò nella sala grande dell'Accademia di Miss Moffat. Fu sollevata vedendo che Charlie era lì, insieme alla maggior parte delle ragazze della sua classe.

    'Charlie,' disse lei, ma mentre parlava un cupcake con la glassa rosa volò fuori dalla sua bocca e si precipitò verso Alice come un frisbee, colpendola sul viso.

    'Mi dispiace,' disse Charlotte, e stavolta altri due cupcake volarono fuori dalla sua bocca e colpirono Gerty e Demi.

    Charlotte si mise rapidamente le mani sulla bocca e si guardò intorno nella stanza. Ora le altre stavano intorno a lei, sorridendo e aspettando con impazienza che quel gioco continuasse.

    Non poteva resistere più, la pressione era troppo forte. Non poté fare a meno di spostare le mani e la sua bocca si aprì immediatamente, facendo uscire dozzine di cupcake e facendoli volare addosso alle persone. Stef e alcune delle altre ragazze riuscirono ad abbassarsi in tempo, mentre altre furono colpite sulle braccia e sulla testa. La stanza si riempì di risatine, tutte dirette a lei.

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