Gli Sterminatori di Mostri
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Gli Sterminatori di Mostri - Luca Torcasio
Romanzo
Indice
Introduzione Storica
Parte I
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Parte II
Capitolo IV
Capitolo V
Parte III
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Parte IV
Capitolo X
Capitolo XI
Parte V
Capitolo XII
Capitolo XIII
Parte VI
Capitolo XIV
Parte VII
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Parte VIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Parte IX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Parte X
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII
Il Mostro
Personaggi del Libro
Tutti i personaggi e i fatti di questo romanzo, tranne quelli di chiaro dominio pubblico, sono immaginari e qualunque somiglianza con persone reali o di fantasia, esistenti o esistite è puramente casuale.
da
Luca Torcasio
ISBN | 9788827858448
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
Youcanprint Self-Publishing
Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce
www.youcanprint.it
info@youcanprint.it
Romanzo Scritto da Torcasio Luca
Copertina realizzata
da Torcasio Luca
Realizzazione di questo libro
Torcasio Luca
Altri ringraziamenti
a tutti quelli che mi hanno ispirato
e collaborato
Introduzione Storica
Vampiri, Lupi Mannari e Mostri.
Molte delle creature soprannaturali da noi amate o temute, in molti casi protagoniste dei racconti horror
hanno storie molto complicate. Leggende su alcune bestie spaventose come i lupi mannari o i vampiri, girano da molto prima di quanto si possa immaginare. Le loro storie hanno origini antichissime; dai racconti di licantropi nell’antica Roma, al mito sui vampiri, narrato al tempo degli antichi egizi. Le leggende e i racconti su questi mostri, oltre ad altre storie su creature mostruose giganti che vivono nei laghi e nei mari, o esseri mitologici di varia forma e dimensione come le Sirene, sono tutt'oggi d'attualità. A mantenere vive tutte queste leggende antiche, vi sono i molti avvistamenti e i racconti di testimoni che negli anni di volta in volta riaffiorano e continuano a far discutere; oltre che attrarre le persone. In tutto il mondo molte culture condividono storie simili raccapriccianti su queste creature.
Storie di lupi mannari appaiono negli scritti di quasi 2.000 anni fa degli antichi romani. Come in Petronio, e nella narrazione del poema di Ovidio Le Metamorfosi
. Ma anche L’Epopea di Gilgamesh
, un racconto babilonese di quasi 4.000 anni, questo potrebbe parlare di un lupo mannaro. Conosciuti anche come licantropi, nelle leggende popolari, i lupi mannari nascono di solito quando le persone sono morse da un lupo, o da un lupo mannaro stesso. Secondo le leggende uno può diventarlo pure dopo essere stato maledetto da qualcuno.
Ma anche delle cose apparentemente innocue una volta erano ritenute causa di queste trasformazioni, come solo addormentarsi sotto la luna piena o mangiare alcune erbe.
Alcuni storici ripercorrono a ritroso la storia dei vampiri i cui miti includono riferimenti a demoni evocati da altri mondi. Anche gli antichi Babilonesi e Greci credevano in questi cadaveri rianimati. In altre culture come quella Cinese, ci sono i Jiangshi, spiriti maligni che attaccano le persone e succhiano la loro energia vitale. Gli archeologi hanno trovato prove delle cosiddette sepolture vampiro
in cui il corpo del defunto è inchiodato a terra con pali di legno o sbarre di ferro. Negli anni Novanta l'archeologo Hector Williams e i suoi colleghi, della University of British Columbia; scoprirono in un cimitero dell'Ottocento sull'isola greca di Lesbo, uno scheletro di maschio adulto con il corpo ben ancorato alla terra. I seppellitori gli avevano conficcato chiodi di ferro lunghi 20 centimetri nel collo, nell'inguine e nelle anche. "Questo si trovava all'interno di una pesante bara di legno, ormai quasi completamente putrefatta"
Più recentemente, una squadra di archeologi guidata da Matteo Borrini, antropologo dell'Università di Firenze, si è imbattuta in un'altra sepoltura di presunti vampiri a Lazzaretto Nuovo, un'isola della Laguna Veneta. Il corpo apparteneva a una donna anziana, e in bocca aveva un piccolo mattone.
Si tratta di una forma di esorcismo un tempo praticata in Italia sui sospetti vampiri.
Queste tombe strane, che a volte presentano anche scheletri decapitati o teschi con mattoni spinti nella bocca, possono avere origine nel Medioevo, già a partire dall’undicesimo secolo; quando i racconti sui vampiri cominciarono ad emergere in Europa. Ma in alcuni paesi come in Polonia continuarono a seppellire fino al 18° secolo "i sospetti vampiri" in questo modo. La tomba ritrovata durante gli scavi per un cantiere edile vicino a Gliwice, in Polonia, era con tutta probabilità un sepolcro di presunti vampiri; vi erano sepolti diversi scheletri di esseri umani decapitati con il cranio tra le gambe. Un trattamento rituale che in passato, nei paesi slavi, era riservato a chi era sospettato di vampirismo. Si credeva infatti che un cadavere con la testa mozzata non potesse risorgere dalla tomba.
Molti archeologi tutt'oggi si imbattono casualmente in pratiche di sepoltura tradizionali che dovevano scongiurare il ritorno tra i vivi dei cadaveri.
Oltre alla Polonia, anche in altri paesi, vi sono stati ritrovamenti di questo tipo come in Bulgaria e in America, con scoperta nel Connecticut "Negli Stati Uniti" risalente al 1830; dove sono stati ritrovati scheletri con il cranio tra le gambe. Una pratica che un tempo, secondo gli archeologi era riservata alle persone sospettate di vampirismo. Alcuni ritrovamenti di tombe vampiro, sono stati scoperti anche in altri luoghi. Queste modalità di sepoltura servivano probabilmente ad evitare che i sospetti vampiri, emergessero dalle tombe come spettri per danneggiare i vivi.
Nella prima metà del tredicesimo secolo, incominciarono le prime scoperte di vampiri in Inghilterra …. Scoperte che si estesero in Prussia; dove il barone Steino Von Retten fu sospettato di essere un vampiro. Negli inizi del 1400, i vampiri vennero riconosciuti dalla chiesa ortodossa durante un concilio ecumenico, grazie a Sigismondo di Ungheria. Mentre in Valacchia, nasce la paura a causa del capo di stato Vlad Tepes, il quale usava impalare chi gli capitava a tiro. Ciò continuò fino al 1476.
In seguito in Europa scoppiò la peste, una malattia che fluttuava nell’aria come bruma e causava le sue vittime. I sacramenti religiosi sembrano essere gli unici modi per scacciare il male. Intanto in Francia, venivano avvistati un gran numero di vampiri. La leggenda dei vampiri si diffuse in Europa a partire dalla seconda metà del 1600, soprattutto a causa delle numerose epidemie di peste che mieterono milioni di vittime. Capitava che alcune sepolture fossero effettuate prematuramente, e che alcuni cadaveri riesumati mostrassero il viso contratto in smorfie di dolore. Le casse da morto presentavano a volte dei graffi, segno evidente di tentativi disperati di apertura dall’interno. Nacquero così i racconti e le superstizioni riguardanti morti viventi che di notte uscivano dalle bare e vagavano in cerca del sangue dei vivi per trarne nutrimento. Tali credenze si diffusero soprattutto nelle zone meno civilizzate d’Europa, come i territori orientali dell’impero Austriaco. L’isterismo di massa si diffuse in Moravia, Prussia, Ungheria, Valacchia e altri territori.
Il mito dei vampiri è nato inizialmente perché non si conoscevano i processi di decomposizione: espellendo sangue dalla bocca, i cadaveri davano la sensazione di averlo bevuto. La credenza fu poi rafforzata dal fatto che "mancando le procedure per accertare con esattezza la morte" le persone venivano sepolte ancora vive. In passato infatti si sono verificati casi di persone sepolte che poi scoperte, fecero pensare a individui tornati in vita dall’oltretomba.
Il termine vampiro compare per la prima volta nel 1725 in un documento parrocchiale della cittadina di Barn, in Moravia; il cadavere di un certo Andreas Berge viene indicato come Vampertione infecta
. La parola deriva dal serbo vampir
, che probabilmente origina a sua volta dal lituano wempti
, ossia bere
. Nel folclore esso indica una creatura del male che si ciba di sangue, durante il cuore della notte. Secondo le fonti, sembra che questo termine derivi da un manoscritto russo del 1047, in cui compariva la parola Upir
(vampiro). In Francia il vampiro veniva chiamato Revenant, che significa ritornante o fantasma. Nella storia Greca i vampiri lasciarono le loro impronte con vari miti su alcune creature che riuscivano a vivere grazie al sangue umano. Seguirono poi le leggende di altre civiltà fino all’antica Roma.
Durante il XVI secolo molte persone che si spostavano da ogni parte del mondo, raccontano di queste creature, affermando inoltre che molti potenti signori erano considerati dei revenant. In questo periodo, portò scandalo il caso della contessa sanguinaria
Elisabeth Barthory, la quale uccideva giovani donne per poi bagnarsi del loro sangue, cercando di ottenere l’eterna giovinezza.
Arriviamo nei secoli XVII e XVIII, dove le guardie civili si trovano ad affrontare notevoli omicidi irrisolti. Le vittime di questi casi presentano una caratteristica comune, due piccoli fori sulle parti più delicate, in particolare il collo.
Secondo le leggende un essere umano può trasformarsi in un vampiro. Siamo a conoscenza che molti virus causano malattie, dato che quando entrano in una cellula, utilizzano i componenti strutturali e metabolici della cellula ospite per poter iniziare la replicazione del proprio DNA, sostituendo le cellule. Si arriva così, alla formazione di nuovi virus che andranno a infettare le altre cellule. Il virus del vampirismo, secondo ipotesi fantascientifiche, lavora all'incirca nello stesso modo. L'unica differenza è che il virus una volta a contatto con le cellule si adatta alle stesse; in quanto non sostituisce, ma aggiunge un’extra DNA, portando ad un’alterazione del fenotipo selvatico con una mutazione permanente.
Tale mutazione porta la persona ad avere delle proprietà in più; come una migliore forza e percezione, visione notturna, udito amplificato, ampliamento delle facoltà mentali oltre a dei disturbi quali la non esposizione al sole, o capacità e caratteristiche diverse, come il bisogno di nutrimento di sangue.
Il vampiro moderno, oggi è conosciuto come l’HLV: High Living Vampire, ovvero un essere umano che presenta delle caratteristiche simili a quelle di un vampiro. Un esempio risiede nel fatto che l’HLV non può esporsi troppo al sole, in quanto quest’ultimo provoca alla persona scottature o bruciature. Inoltre presenta delle capacità maggiori di un essere umano, come un migliore visione durante il buio.
Altre proprietà simili ai vampiri, possono essere spiegate tramite delle malattie come la porfiria, una malattia rara che presenta lesioni cutanee di tipo ``bolloso'' o dolore acuto nelle zone esposte al sole. Allergia all’aglio che provoca lo stimolo delle tossine contenute nel sangue. Alcuni tipi di malattia ossea che allungano i denti rendendoli appuntiti, malattie sanguigne, la pelle diventa bianca e negli occhi si accentua il colore rosso dei capillari; anche la psoriasi può portare ad un cambiamento delle cellule cutanee.
Il vampiro moderno non vive più nelle tombe, nei cimiteri, ma lo possiamo trovare nelle discoteche, nei pub, nei night club ecc …
Parte I
Il covo dei Vampiri
Capitolo I
La Scomparsa
Anno 1501, mese di Aprile "Alpi Dinariche" foresta della Bjelasica in Montenegro. "A quel tempo denominato Zeta"
Un uomo di nome Djurd lavorava nella foresta e come tutti i giorni era intento ad abbattere alberi con la sua inseparabile accetta. Djurd era un boscaiolo e da sempre esercitava la sua professione nei boschi, dove tagliava gli alberi per poi rivendere la legna. Era un uomo solitario molto forte, alto più di due metri e molto robusto.
Soprannominato da tutti l'orso, sia per il suo aspetto, ma sopratutto perché qualche anno prima aveva affrontato un grosso lupo mettendolo in fuga.
Quasi sempre lavorava con Goran, "Uno dei suoi tre fratelli ma quel giorno lo stesso era malato e quindi si era addentrato nel bosco da solo. Doveva abbattere un grosso albero e poi pulirlo da tutti i rami, prima che tornassero gli altri due fratelli dal paese di Boan.
Dove si erano recati per consegnare il carico dei giorni precedenti". Per tutto il giorno Djurd si era dato da fare, abbattendo prima l'albero e poi tagliando tutti i rami dallo stesso, in modo da lasciare solo il grosso tronco; il quale una volta arrivati i suoi fratelli doveva essere spinto, facendolo rotolare nel fiume Tara, che lo avrebbe poi trascinato dalla località di Sljivansko fino al paese successivo, in Pljevlja, oggi chiamato Kljajevića Luka.
All'epoca vi era il deposito dove lavoravano i grossi tronchi. Djurd durante il giorno aveva anche sistemato tutti i rami, i quali una volta tagliati e puliti erano stati ammucchiati pronti per il carico. Era ormai tarda sera e dei suoi fratelli non vi era ancora traccia. Vista l'ora, l'uomo decise di salire sul suo cavallo e si avviò verso casa, percorrendo l'unica strada che comunque i fratelli avrebbero dovuto perseguire. Lungo il cammino vide i carri che avevano usato i suoi fratelli, questi erano rotti e capovolti.
Non c'era traccia dei fratelli, ne dei cavalli e dei buoi che trainavano i carri. Djurd spaventato corse vicino a uno dei carri per capire cosa poteva essere successo. Osservò che il posto di guida era bagnato.
Toccò con la mano per accertarsi cosa fosse. Una volta annusata la stessa, capì che era urina.
Elaborò che qualcosa di spaventoso aveva terrorizzato uno dei suoi fratelli, a tal punto da farlo pisciare sotto dalla paura. Rimase molto a fissare quell'asse di legno dove si era seduto pure lui centinaia di volte. Cercava di capire cosa poteva essere accaduto. Visto che anche i suoi fratelli, se pur non come lui erano comunque ben piazzati e di certo non erano paurosi da farsela sotto. Notò che in nessun punto sul terreno vicino ai carri vi era traccia di trascinamento. Pensò cosa o chi poteva aver sollevato di peso i fratelli e poi portarli via senza lasciare nessuna traccia. Anche gli animali erano spariti nel nulla, senza lasciare traccie. L'uomo si allontanò dalla strada entrando tra gli alberi lì attorno; chiamò a voce alta i nomi dei fratelli Branko e Stevo. Non assortì nessun riscontro.
Decise di tornare a casa, anche perché ormai era buio e rimanendo lì non avrebbe concluso nulla.
Arrivato a casa, raccontò tutto all'altro fratello.
[Goran] Domani ci muoviamo presto e mi condurrai sul posto, porterò con me i miei cani. Il segugio nero Alfa e Milkovic il mio cane da pastore.
Poi incominceremo le ricerche!
[Djurd] Va bene! Vado ad affilare le mie accette e coltelli, domani possono tornarci utili. Preparo anche le lanterne con l'olio e del cibo da portarci dietro. Tu riposati, penso a tutto io per domani.
Djurd una volta finito di preparare le cose, uscì di casa e si recò nelle case del piccolo villaggio non molto lontano dalla loro abitazione. Una volta giunto parlò con gli altri boscaioli, raccontandogli dell'accaduto. Molti di questi la mattina seguente si unirono ai due fratelli per incominciare le ricerche e per capire cosa poteva essere successo.
Anche altri boscaioli portarono i loro segugi e i loro cani da pastore, per battere più zone e coprire un maggior raggio nelle ricerche.
Arrivati al punto indicato da Djurd, si formarono tre squadre di ricerca, composte da tre uomini ciascuna. Ai cani furono fatti annusare i vestiti di Branko e Stevo, dopo le tre squadre si spostarono in punti differenti nella fitta boscaglia.
Alcuni cani percepirono una scia e guidarono i loro padroni verso nord. Il tragitto fu molto lungo, "Quasi tre ore di cammino" ma guidò i tre boscaioli vicino a una grossa roccia, nella quale vi era una cavità buia e profonda. I tre accesero le loro lanterne e provarono a guardare all'interno per capire cosa potesse esserci. La grotta non era molto larga e alta, però era profondissima; la stessa scendeva sempre più giù rispetto al punto dove si trovavano.
Un ragazzo di circa ventuno anni di nome Mirko si legò una corda intorno al corpo, prese una delle lanterne accese in una mano e nell'altra impugno una delle sue asce.
[Mirko] Mi calerò io in questo tunnel, visto che sono il più minuto e agile. Voi tenete la corda, nel caso ci siano precipizi, in modo che io non vi cadi dentro. Darò un occhiata!
[Mako] Va bene! Se vedi qualcosa di insolito o pericoloso non fare l'avventato e torna subito su.
[Pero] Stai attento Mirko, potrebbe essere qualche tana di Lupi. Nel caso di problemi, dai due o tre strattoni alla corda, così sappiamo che hai bisogno di aiuto.
[Mirko] Pero, lega anche la tua corda a questa. In modo che io posso percorrere più strada.
[Pero] Va bene! Se vuoi puoi portarti uno dei miei cani!
[Mirko] No, non so se dovrò calarmi in qualche fosso e può essere pericoloso, il cane potrebbe cadere e farsi male o peggio. Meglio che vado da solo.
Il ragazzo s'incamminò lentamente dentro al tunnel, scendendo sempre più in fondo. La caverna era di roccia solida e abbastanza asciutta. Man mano scendeva, la grotta diventava sempre più larga e agevole, anche se dal pavimento uscivano di tanto in tanto alcune rocce appuntite, oltre a molte stalagmiti che rendevano più complicato il cammino.
Scendendo ancor più giù, si notavano delle bellissime ed enormi stalattiti che cadevano dal soffitto, ma rendevano quel luogo affascinante e incantevole.
Il ragazzo aveva percorso più di duecento metri e aveva ormai finito la corda. Cercò di vedere in lontananza. La galleria sembrava ancora molto lunga.
Comunque pur scendendo sempre più giù, dava l'impressione che non vi fosse nessun precipizio. Mirko decise di staccarsi dalla corda per poter proseguire. Scese poi di altri trecento metri. A un certo punto arrivò sull'orlo di un precipizio. Sotto di lui vi era uno strapiombo di centinai di metri. Cercò d'illuminare per vedere giù, ma la