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Vedova Nera
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Ebook269 pages4 hours

Vedova Nera

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About this ebook

Quando si tolgono le maschere, non esiste nessuna parola di sicurezza per proteggere il cuore e te stesso dalla verità.

Preston
Ho sepolto il mio dolore in un sex club. Continuo a mantenere l'anonimato e a rimanere fedele alla mia defunta moglie. Al club, posso dare e ricevere piacere senza sentirmi in colpa o coinvolgermi sentimentalmente. La maschera che indosso ogni sera nasconde le bugie del mio passato.

Kamii
Il mio matrimonio è finito in tragedia. Da allora, l'unico momento di svago nella mia triste e patatica vita è leggere racconti erotici. Ma adesso ho la possibilità di essere chiunque io voglia in un posto in cui nessuno conosce il mio passato.

II loro mondi si incontreranno, le fantasia diverranno realtà creando legami. L'anonimato del Ponte offre protezione da un passato doloroso e da pericolose bugie. Quando si tolgono le maschere, non esiste nessuna parola di sicurezza per proteggere il cuore e te stesso dalla verità.

LanguageItaliano
PublisherLauren Runow
Release dateNov 10, 2018
ISBN9781547552948
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    Vedova Nera - Lauren Runow

    Black Widow

    By Lauren Runow

    Black Widow Copyright © 2016 by Lauren Runow

    All rights reserved.

    ISBN: 978-0-9966922-4-3

    This literary work may not be reproduced or transmitted in any form or by any means. Including electronic or photographic reproduction in whole or in part, without the written permission of the author except for the use of brief quotations in a book review.

    Names, places and incidents either are products of the author’s imagination or are used fictitiously. Any resemblance to actual events, locales or persons living or dead is entirely coincidental.

    No copyright infringement intended. No claims have been made over songs and/or lyrics written. All credit goes to original owners.

    Cover Images © Adobe Stock – Slava_Vladzimirska & macrovector

    Cover Design © Designed With Grace

    Per Jeannine Colette

    Non sarei mai riuscita ad entrare in questo mondo senza di te! Grazie di tutto!

    Prologo

    ––––––––

    Preston

    Kim, per favore, non farlo!

    Corro verso il Golden Bridge, pregando mentre mi sporgo oltre il bordo nel tentativo di afferrarla, ma lei è già in piedi e la ringhiera mi impedisce di arrivarci.

    La nebbia è così densa che non riesco a vedere a un palmo dal naso. È la tipica nebbia di San Francisco che appesantisce l’atmosfera.

    Non posso più andare avanti. Non così, Preston. Le sue parole sono decise ma il suo corpo non lo è, immobile nella notte buia.

    Non dici sul serio, la mia voce trema per l’incredulità. Per favore, non puoi farlo. Niente vale più della tua vita.

    Lei è l’amore della mia vita. Il mio tutto. Come ho fatto a non accorgermi di tutto ciò prima? Eravamo così felici...almeno, credo. Sono stato così cieco?

    Si, invece, risponde mentre mi lancia un’occhiata da dietro la sua spalla provocandomi brividi lungo la schiena.

    Sono sorpreso di quanto le sue parole siano chiare, nonostante la tensione.

    Non avevamo nemmeno litigato. La giornata era andata come tutte le altre fino a quando, rientrato da lavoro, ho visto il suo biglietto d’addio.

    Non ho mai percorso  così velocemente  le strade di San Francisco. Il solo pensiero che potesse realmente commettere un gesto del genere era l’unico motivo che mi tratteneva dal perdere la testa e di avere un incidente. Non importava come, ma dovevo fermarla.

    I fari della  mia Tesla nera  ancora in moto sono puntati su di noi, rendendo ancora più arduo districarsi in quella fitta nebbia. Se li spegnessi, potrei vederla meglio e, forse, anche scavalcare la ringhiera per raggiungerla, ma non posso lasciarla qui. Non finché non sarà sana e salva tra le mie braccia. Maledetta nebbia.

    Se non posso averti solo per me allora non voglio continuare a vivere, dice guardando l’oscuro abisso sotto i suoi piedi.

    Che cosa significa? chiedo, mentre cerco ancora di raggiungerla. Lei vuole avermi per sé. Non avrei mai una relazione con un’altra donna. Mai.

    Un attimo lo sta dicendo sul serio?

    Ti riferisci ai club che frequentiamo? chiedo sconvolto, nel tentativo di trovare un senso alle sue parole.

    Si, siamo sposati, ma pensavo che avremmo potuto ravvivare un po’ la nostra relazione. Le avevo chiesto di esplorare nuove sensazioni e spero che non sia questo il motivo per cui siamo qui, ora. Eravamo d’accordo;  credevo che stessimo migliorando la nostra relazione.

    Tutto ciò non ha senso. Ci sono andato solo con lei. Non ho mai pensato di andarci da solo e l’ho coinvolta in tutto, e lei stessa sembrava interessata.

    E adesso questo.

    Ma che diamine?

    Perché non me l’ha semplicemente detto?

    La supplico di nuovo, Per favore, possiamo superarlo. Parla con me.

    Non possiamo. Tu vuoi delle cose che io non posso più fare ormai. Rinuncerai per me?

    Rinunciare?

    Cazzo, senza alcun dubbio. Mi sono divertito ma amo lei.

    Se ne avesse prima parlato con me invece di arrivare subito a questa conclusione, avrei potuto fare qualcosa. Avrei potuto dimostrarle quanto io ci tenga davvero.

    La amo da morire. Non voglio che lo faccia a causa mia.  Abbandonerei ogni mio desiderio pur di non vivere la mia vita senza di lei?

    Lo farei in un batter d’occhio.

    Finalmente riesco ad arrivare a lei. Dai, è una pazzia. Ti prego vieni via da lì. Parliamone.

    Mi guarda. Il suo sguardo non è triste o spaventato. È uno sguardo che non ho mai visto prima e, quando incrocia il mio, riesco a sentirlo fin sottopelle. È completamente fuori di sè. I suoi occhi quasi brillano di gioia, eccitazione, persino.

    Mi guarda nuovamente da sopra la spalla con un sorrisetto che dice chiaramente, Ti dimostrerò cos’è davvero folle, mentre salta giù dal ponte.

    Scavalco la ringhiera tendendo le mie braccia nel vano tentativo di afferrarla e riportarla indietro ma non riesco a vedere nulla, né l’acqua profonda né la mia mano che si protende nel vuoto. Tutto quello che sento è la pressione sul mio petto e l’improvvisa solitudine che mi divora l’anima.

    È andata via.

    È saltata giù.

    Ed è tutta colpa mia.

    Capitolo 1

    ––––––––

    Kamii

    Partner... continuo a ripeterlo nella mia mente. L’ho fatto. Sono riuscita ad avere un partner per il mio studio. È quello per cui ho lavorato, quello che ho sempre voluto e finalmente l’ho ottenuto.

    Un sorriso si fa strada sul mio volto mentre spengo il computer. Ma non andrò a casa. No. Non torno mai a casa. Perché dovrei? Per chi, soprattutto? Non ho nessuno ad aspettarmi. Ecco perché ho voluto uno studio associato. Non ho nient’altro nella vita che  valga la pena.

    Gli ultimi cinque anni li ho passati esclusivamente a lavorare. Adesso sto bene. Mi sono abituata alla solitudine. Del resto, è tutta colpa mia per cui deve andarmi bene per forza.  

    Ho i libri che mi rendono felice. Non ho bisogno d’altro. Non più, almeno.

    Non da quando ho perso Nick.

    Era tutta la mia vita. Mio marito. Il mio tutto.

    Ma ora non lo è più.

    Vado in palestra come ogni sera. Non sono una fissata, però. Lo faccio per me e, soprattutto, faccio solo un’attività, biking.

    Vengo qui a leggere e in più, faccio qualche ora di movimento sulla bici pedalando non troppo da sforzarmi ma nemmeno così piano da poter attirare l’attenzione su di me. Anche se non mi importerebbe cosa pensano di me. Non mi interessa più,ormai.

    Questo è il mio posto felice, la mia fuga da tutto. Vivo la mia vita attraverso i personaggi delle storie che la rendono meno solitaria e mi fanno ridere, cosa che non riesco più a fare spesso.

    Questa è adesso la mia esistenza: una serie di non più.

    Individuo la bici che uso di solito, l’unica all’angolo, isolata da tutti. Mi siedo e prendo il mio Kindle con il libro che ho appena comprato.

    Da quando ho scoperto gli eBooks, leggo un libro ogni due giorni e se non ci fossero, spenderei una fortuna in libri cartacei.

    La cosa che mi piace di più è che posso tenere privato cosa sto leggendo. Se avessi il libro cartaceo sarei mortificata dalla copertina. Non voglio che la gente veda che genere di libri mi piace leggere. Non sono pudica ma sono abbastanza timida quando devo parlare dei generi letterari che preferisco. Datemi un buon contemporany romance o un erotico e sono in Paradiso!

    Non so perché non ho nessuno con cui sfogare la mia eccitazione ed è per questo che leggo in palestra. È strano ma quasi mi piace il fatto di essere così eccitata con tutte queste persone intorno. È l’unico modo per vivere le mie fantasie.

    Il nuovo romanzo non delude le mie aspettative mentre mi preparo per la mia lett...voglio dire allentamento.

    Una ragazza che ho visto qui parecchie volte, si alza velocemente e si siede accanto a me. Cerco di rimanere concentrata sul libro, non prestandole attenzione, ma sembra che stia per interrompermi.

    Che leggi? domanda, troppo vicino.

    La guardo, sorridendole. Cerco di non essere scortese ma non voglio dirle cosa sto leggendo. Forse solo il titolo. Scoperto, rispondo, pensando velocemente a un titolo meno esplicito. Spero che capisca che non ho voglia di parlare.

    Mi sbagliavo.

    Oh, di Stacey Kennedy? Lo adoro. Mi sorride.

    Le rivolgo un sorriso, tirando un sospiro di sollievo.

    A che punto sei? Non voglio dirti nulla. Sapevo che leggevi questo genere di libri. Ne ero convinta. Saltella leggermente per l’entusiasmo e credo che per lei sia una cosa normale.

    La guardo scettica. Come facevi a sapere che genere di libri stavo leggendo?

    Intuito. Ti ho vista seduta qui ogni sera. Sempre sulla stessa bici con un certo entusiasmo. Sorridi spesso e quel leggero rossore alla guance, di certo, non è dovuto al pedalare. Sapevo che doveva esserci qualcosa di... si avvicina, bisbigliando, ...sessuale.

    La osservo, cercando di nascondere il mio shock ma la sua risata mi fa capire che non sta funzionando.  

    Mi dispiace. Troppo presto? alza le spalle. Non mi vergogno. Se ami il sesso, o ti piace leggere di sesso, allora fallo. E’ divertente. Tutti dovrebbero farlo e parlarne apertamente.

    Sta ridendo e sono un po’ gelosa di come possa esprimersi così liberamente.

    Non sono mai stata così libera da parlarne. Nemmeno con Nick. Facevamo dell’ottimo sesso ma avevo sempre paura di dirgli cosa mi piaceva davvero.

    Le mie fantasie...

    Ho provato a dare dei segnali ma credo che non sia stato abbastanza.

    Adesso è troppo tardi.

    Rimango seduta in silenzio, senza sapere cosa dire.

    Quali altri libri hai letto? Sapevi che Stacey ha scritto una serie Il Club del Peccato?"

    Sorrido. Si, la conosco. E’ la mia preferita. Si, li ho letti tutti. Scoperto è il mio preferito. Ti ho mentito. Scusa. In realtà, sto leggendo Toccami." Mi fermo, sentendo il viso avvampare di vergogna.

    Lei non sembra notare il mio imbarazzo perché continua. Quello di chi è?

    "Olivia Cunning, è la serie Con il rimpianto di una notte."

    Ah, si, li ho amati. Chi è il tuo preferito?

    Shade. Non vedo l’ora che finisca la serie così da poter leggere di più su di lui.

    Mi è piaciuta molto la sua storia. Era molto dolce con sua figlia ma vogliamo parlare di Gabe? I suoi giochi mi hanno conquistata. Aspetta, qual è?

    È quello con Owen.

    Ah, aspetta. Sai che questi posti esistono davvero?

    La guardo sorpresa all’inizio ma, mentre l’idea si fa strada nella mia mente, sorrido. Davvero?

    Certo che si. Qualunque cosa in qualunque libro tu abbia letto esiste. Da dove pensi che queste autrici prendano spunto dalla fantasia?

    Non me lo sono mai chiesto. È solo un mondo immaginario per me. Mi pento di ciò che ho appena detto.

    Mi sorride come se mi capisse. Immaginario, eh? Mi fa l’occhiolino.

    Cosa diavolo sto facendo? Sto condividendo con una sconosciuta le mie fantasie.

    Percepisce il mio disagio e, grazie al cielo, cambia argomento per parlare del mio secondo argomento più odiato: me.

    Parlami di te. Cosa fai nella vita oltre che stare qui seduta ogni sera e fingere di allenarti? chiede con un sorrisetto.

    Cerco di essere professionale e le offro la mano per presentarmi. Sono Kamii.

    Mi stringe la mano, rispondendo, Becca, piacere.

    Ciao, Becca. Sono un avvocato penalista. Dimmi di te, invece.

    Wow. Deve essere fantastico. Avrai sentito un sacco di storie folli. Hai mai difeso qualcuno che sapevi fosse colpevole?

    Le lancio un’occhiataccia per farle capire che non posso parlare di queste cose. Lei sembra aver capito e continua.Io faccio la parrucchiera. Scrolla le spalle. Adoro il mio lavoro. Chiacchiero tutto il giorno con i miei amici più intimi mentre mi prendo cura del loro aspetto.

    Riesco a immaginarla come parrucchiera e scommetto dai suoi capelli che è anche brava. Anche se è in palestra ad allenarsi, i suoi capelli biondi avvolti in uno chignon disordinato e una bandana nera legata alla testa la rendono alla moda. Ha un corpo mozzafiato ed è bellissima, e la sua pelle così morbida mi rende invidiosa del suo aspetto.

    Dove si trova il salone in cui lavori? Chiedo perché non so che altro dire. Ancora mi domando perché stia parlando con me.

    Non è molto lontano da qui. Proprio accanto al palazzo Transamerica.

    Davvero? La guardo sorpresa. Io lavoro in quell’edificio.

    Che coincidenza! Devi venire.

    Mi fermo e penso, mentre le mie dita scorrono tra i capelli disordinati. È passato tanto tempo dall’ultima volta. I miei capelli sono lunghi e lisci e, ogni volta che ne ho bisogno, taglio le punte da sola. È triste, lo so. Forse è arrivato il tempo di fare qualcosa di nuovo. Probabilmente lo farò. Hai un biglietto da visita?

    Ride, mentre cerca nel suo striminzito outfit da palestra. No, non qui. Mi prende il cellulare, digita il suo numero quando sento il suo cellulare squillare. Ecco fatto. Adesso tu hai il mio numero ed io ho il tuo.

    Cos’è appena successo? Ho un’amica?

    Io non ho amici ma questa ragazza ha memorizzato il suo numero e ha voluto il mio in cambio...? Perché?

    Okay, ti lascio al tuo libro. Chiamami. Divertiti con Owen. Mi strizza l’occhio mentre va via così come era arrivata.

    ——-

    La figura che vedo riflessa nello specchio il mattino seguente è il fantasma di chi ero davvero. Raramente mi trucco. I miei capelli sono di un castano chiaro smorto. Se li lascio sciolti, mi arrivano fino alla vita. Ma li raccolgo nel mio solito chignon pieno di lacca.

    Indosso il solito e noioso completo che non valorizza il mio corpo. Ho perso peso durante gli anni ma non ho comprato dei vestiti nuovi. Perché? Non ho nessuno da impressionare.

    Guardo il cellulare e  mi chiedo se devo chiamare Becca. Forse ho davvero bisogno di un nuovo look. Dovrei trattarmi come tratto il mio lavoro. So che Nick direbbe che me lo merito.

    A volte mi domando, avrei mai avuto un partner se fosse ancora vivo? Avrei lavorato così duramente se fossi tornata a casa?

    Scaccio via l’idea. Non ho bisogno di pensare a qualcosa di cui non saprò mai la risposta e che non potrà mai cambiare. Questa è la mia vita adesso. 

    Mentre vado a lavoro, sbircio nel salone dove lavora Becca, sperando di trovarla.

    Qualcuno dietro di me mi fa sussultare quando con voce allegra sento, Mi stai spiando?

    Mi volto, cercando di nascondere l’imbarazzo sul mio viso ma lei non ci fa caso. Buongiorno, dico, agitando la mano e guardando in basso, imbarazzata.

    I palmi delle mani iniziano a sudare e mi prende una strana sensazione allo stomaco mentre guardo la meravigliosa pin-up dal trucco perfetto,  outfit alla moda, sensuale ma non volgare e capelli perfetti. Non so nemmeno perché mi trovi qui. Questa ragazza è fuori dalla mia portata, anche come amica.

    Buongiorno, risponde radiosa. Hanno cancellato l’appuntamento delle nove. Perché non entri?

    Guardo giù, pensando alla mia giornata. Non ho nulla da fare. Il mio archivio è vuoto. Scrollando le spalle, le rivolgo un timido sorriso, dicendo, Certo, perché no.

    Perfetto! Seguimi, chica. La sua personalità frizzante è contagiosa e un sorriso si diffonde sul mio volto mentre la seguo nel salone.

    Entriamo nel sontuoso salone. Il pavimento è interamente rivestito da piastrelle bianco perla. Ci sono sedute in ogni angolo divise da meravigliosi fiori color acqua marina che si affacciano da vasi di cristallo ed enormi specchi dorati ad ogni postazione. Cercare di comportarmi come se appartenessi a questo posto è molto più difficile di quanto pensassi.  

    Mi sento un pesce fuor d’acqua. Soltanto le belle donne che si prendono cura del loro aspetto e hanno uomini che cadono ai loro piedi frequentano questo genere di posti.

    Appena mi siedo, mi ricordo improvvisamente perché non l’ho fatto prima. Odio sedermi di fronte ad uno specchio e guardare il mio riflesso per un’ora. Mi sento così a disagio. Mi ricorda la persona che ero.

    Becca mi porge un incantevole accappatoio bianco e indica una tenda. Puoi cambiarti lì.

    Lo guardo, mentre accarezzo la stoffa soffice, Wow...davvero...? Dico confusa.

    Si, cara, sei in una delle migliori spa di San Francisco. Vogliamo coccolarti in tutti i modi possibili. Posso portarti un bicchiere di champagne?

    Ehm, no, devo lavorare. Grazie, però.

    Esco dal camerino felice, in realtà, di aver tolto il mio noioso completo. Prendo postazione e lei avvolge l’asciugamano attorno a me prima di sciogliere il mio chignon.

    Hai tantissimi capelli. Come fai a farti ogni giorno lo chignon?

    Scrollo le spalle. Non lo so. Non so mai come acconciarli. Sono sempre così informi che preferisco legarli.

    Avevi qualche idea o ci penso io?

    Oddio, cosa vuole fare? Non lo so.

    Va bene, ci penso io. Hai tempo? Voglio farti il colore.

    Prendo un respiro profondo. Ancora non ci credo che sto permettendo a una ragazza che conosco appena di fare ciò che vuole. Credo. Fai quello che vuoi.

    Saltella, entusiasta. Oh,si! Adoro i progetti.

    Progetti? Seriamente? Quindi adesso sarei il progetto di qualcuno? In cosa mi sono cacciata? La paura svanisce mentre mi lava i capelli, semplicemente perché mi sento in Paradiso. La poltrona ha un poggiapiedi così mi rilasso mentre mi massaggia la testa.

    Si, ne avevo decisamente bisogno.

    Passo le successive due ore su quella poltrona. Taglia e sciacqua di nuovo i capelli, mentre parliamo. Avevo dimenticato quanto fosse divertente parlare di qualsiasi cosa. Non mi sentivo così rilassata dalla morte di Nick e, devo ammetterlo, è bellissimo.

    Tutte le conversazioni che ho avuto durante gli ultimi cinque anni sono state importanti, professionali e che avevano a che fare con questioni lavorative ma con Becca non mi sento di fare tutto ciò.

    Non ha fatto domande personali il che mi ha permesso di rilassarmi ancora di più. Abbiamo parlato di libri, celebrità e comportamenti strani che vediamo per strada ogni giorno. Mi fanno male le guance dalle troppe risate.

    Ha quasi finito, mi dà gli ultimi ritocchi. Le ho detto che non mi prendo molta cura dei capelli quindi qualunque cosa stia facendo non riuscirò a replicarla. Lei ha riso ma io ero più seria che mai.

    Do le spalle allo specchio perché non vuole che rovini la sorpresa e proprio mentre penso che vedrò finalmente la nuova me, mi prende la mano per farmi alzare.

    Okay, adesso hai bisogno di un bel makeup, parla di nuovo come una ragazzina entusiasta.

    Prima che potessi protestare, sono già seduta su un’altra poltrona con vari tipi di fondotinta, ombretti e cose che nemmeno conosco. Sono talmente troppi che non saprei da dove iniziare.

    Non dare di matto. Non esagero, promesso. Mi fa l’occhiolino. Valorizzerò il tuo sguardo, renderò più omogeneo il colore della tua pelle e riporterò alla luce le tue labbra sensuali.

    Sbuffo sentendo le sue parole. Lei ride mentre spiega, "Scusa. Vado troppo veloce, lo

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