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Visotonic auto-lifting muscolare del viso
Visotonic auto-lifting muscolare del viso
Visotonic auto-lifting muscolare del viso
Ebook125 pages44 minutes

Visotonic auto-lifting muscolare del viso

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About this ebook

Seconda edizione aggiornata al 2020. Il viso col tempo perde tono e volume, ma è possibile rassodarlo con esercizi mirati, proprio come si fa per il corpo. Il Metodo  Visotonic® è nato nel 2008 e si avvale di tecniche mimiche di scuole di recitazione e di esercizi di riabilitazione muscolare usati in ambito medico. Il risultato è una migliore tonicità del viso, accompagnata da un aumento dei volumi e dell'intensità espressiva.
Con oltre 50 illustrazioni e ampie spiegazioni per ogni esercizio, Visotonic è il libro di ginnastica facciale più venduto, dal quale traggono ispirazione anche molti video di YouTubers.
LanguageItaliano
Release dateJul 16, 2020
ISBN9788829532476
Visotonic auto-lifting muscolare del viso

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    Visotonic auto-lifting muscolare del viso - Loredana de Michelis

    Loredana de Michelis

    Visotonic

    auto-lifting muscolare del viso

    Editore della versione cartacea: EDIZIONI AMRITA

    Editore della versione digitale: LOREDANA DE MICHELIS

    COPERTINA: Amrita Graphic

    Immagine di copertina: © heckmannoleg / istockphoto

    CREDITS: figura 1, Patrick J. Lynch, medical illustrator e C. Carl Jaffe, MD, cardiologist - figura 8, Alice Basso - figura 24, Loredana de Michelis.

    © 2008 Loredana de Michelis, Torino.

    © 2008 per tutti i Paesi: Edizioni Amrita s.r.l., Torino e Loredana de Michelis, Torino. Tutti i diritti riservati.

    Ogni riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, deve essere preventivamente autorizzata degli Editori.

    Seconda edizione 2020, tutti i diritti riservati.

    Visotonic® è un marchio registrato.

    Visotonic®

    Sito Web

    Facebook

    Instagram

    UUID: 202f1fa1-8377-42cf-bfec-3c9d86775a1b

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Ringraziamenti

    Ringrazio il dott. Giovanni Bavaresco, il dott. Carlo Perissinotto e il dott. Ugo D’Aloja per l’attenzione che dedicano a questa tecnica e per la loro preziosa collaborazione nel renderla uno strumento terapeutico, oltre che estetico.

    Indice

    Ringraziamenti

    Avvertenze

    Prima e Dopo

    Lezione 1

    Lezione 2

    Lezione 3

    Lezione 4

    Lezione 5

    Lezione 6

    Lezione 7

    Lezione 8

    Lezione 9

    Lezione 10

    Lezione 11

    Lezione 12

    Domande frequenti

    Approfondimenti e altri libri

    Nota biografica dell'autrice

    A Pietro e Daniele, che della bellezza hanno tutto senza saperne nulla.

    Avvertenze

    - Gli esercizi proposti in questo libro sono intesi per persone sane sotto il profilo osteo-articolare e muscolare. Si raccomanda a coloro che soffrono di disturbi dell’articolazione temporomandibolare di evitare gli esercizi che la coinvolgono, salvo supervisione del medico curante. Per tale scopo gli esercizi che prevedono movimenti della mandibola sono segnalati nel testo. In tutti gli altri esercizi che non prevedono movimenti della mandibola, questa deve essere tenuta ferma e rilassata.

    - La descrizione di ogni esercizio si riferisce alla foto seguente.

    - Nel libro, la definizione denti staccati si riferisce al tenere le arcate dentali leggermente discostate tra loro, evitando che i denti dell'arcata superiore e quella inferiore entrino in contatto.

    - Gli esercizi contrassegnati con gli asterischi sono da considerarsi fondamentali e fanno parte del Programma Breve.

    Prima e Dopo

    Prima

    Sembrava impossibile, mi pareva persino che qualcuno avesse garantito che non poteva succedere e invece sono invecchiata. A parte gli anni.

    Tutto cominciò in modo drastico l’estate in cui le mie gambe non si presentarono all'appuntamento stagionale: me ne ritrovavo un paio simile, in effetti, ma l’aspetto era vagamente meno compatto e se mi avvicinavo con una lente d’ingrandimento s'intravedevano alcune vene sottopelle.

    Era praticamente arrivata l’ultima estate della mia vita in cui avrei potuto mettere una minigonna. Potevo solo augurarmi che passassero di moda.

    Per fortuna c’erano i pantaloni e quelli mi stavano benone; almeno, fino all'ultima volta che mi ero guardata allo specchio, ma quando era stata l’ultima volta? Non me lo ricordavo ed era brutto segno: memoria che fa cilecca, inizio di arteriosclerosi. E se mi ero osservata e non avevo notato che i pantaloni cominciavano a riempirsi dove avrebbero dovuto essere vuoti e viceversa, allora ero proprio andata.

    Altri sintomi devastanti non si fecero attendere: tanto per dirne una, se piegavo il gomito si formava una grinzina sul bicipite e se sollevavo un braccio in alto, tutto, tranne l’osso, si spostava verso il basso.

    A un certo punto comparve persino la cosa che mi aveva sempre impressionato fin da bambina, l’irrimediabile segno di decadimento massimo che avevo sempre aborrito: l’ombelico triste. Quella simpatica boccuccia meravigliata si era trasformata in una smorfia silente, lì a tenere appesa una landa deserta di pelle e ossa.

    Era oramai evidente che mi stavo rinsecchendo e con i capelli raccolti non sembravo più una giovane donna sofisticata, ma piuttosto una zitella con la crocchia: zigomi ossuti, guance cadenti e labbra increspate.

    Quanto alle rughe, quelle che vengono intorno agli occhi a ogni minimo accenno di sorriso, posso solo dire che mi sono persa le fasi iniziali del loro sviluppo, ma data la gravità degli eventi ero stata troppo impegnata a spiare un eventuale principio di cataratta nelle pupille.

    Forse stavo facendo un dramma per piccoli cambiamenti che vedevo solo io. Nelle fotografie recenti, però, avevo notato un'inquietante nonché progressiva somiglianza con le mie professoresse di liceo. Me le ricordavo bene, poverelle. Mica centenarie, per carità: piuttosto, con quell'aria ammuffita di chi finge una freschezza mai avuta, mentre ai tempi io ero nata così, giovane, spiacente per loro.

    Ecco cosa pensavano quelle là a scuola, quando mi guardavano mentre le fissavo pensando ai fatti miei: «Capiterà anche a teee, capiterà anche a teee». E a furia di maledizioni, guarda un po’ cos'erano riuscite a fare, razza di befane: mi era spuntato pure un capello bianco.

    L’ho strappato e me ne sono caduti diecimila subito dopo. Si vede che era proprio quello che li teneva tutti uniti, vallo a sapere.

    A quel punto ero molto preoccupata e feci quello che fan tutte: mi rivolsi alla solita amica infida, che trovavo piuttosto invecchiata, ma come fai a dirglielo, e le chiesi cosa ne pensasse. Lei inarcò le sopracciglia sollevando gli occhi al cielo, mentre io notavo che le avanzava ancora un po’ di pelle sulle palpebre:

    «Ma sei fuori? - Disse. - Non dimostri più di trentacinque anni!»

    «Ho trentacinque anni, imbecille»

    «Beh? E quanti ne volevi dimostrare? Ventidue? E io cosa dovrei fare, che sono più vecchia? Comprarmi un loculo?»

    Con la logica baldanzosa e inappuntabile di chi si racconta un sacco di frottole, ne dedussi che la mia amica era invidiosa, indi

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