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Combinazioni
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Combinazioni

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Verso mezzanotte Giulia non riesce ancora ad addormentarsi. Gli altri carcerati stanno ad ascoltare le sue lodi alla luce della luna che penetra a fatica attraverso la piccola finestra sbarrata delle loro celle. Un forte terremoto fa tremare la prigione fin dalle fondamenta. Tutte le porte si spalancano di colpo e le catene dei carcerati si sciolgono sulle loro membra come neve al sole. I carcerieri si svegliano di soprassalto e vedono che le porte della prigione sono aperte, pensano che i carcerati siano fuggiti. In preda al panico prendono le loro spade e si pongono uno di fronte all'altro come in un atto rituale.
Ma Giulia grida loro con tutta la voce che ha: "Non fatevi del male! Siamo ancora tutti qui, questo è solo l'inizio!"

In questo romanzo si intrecciano le vite di tre coppie di personaggi. Conosciamo Andrea e Alessandra, Paola e Massimo, Giulia e Sandro nella loro esistenza di adolescenti durante un'estate di vacanza e li riconosciamo in alcuni eventi che li riguardano nel loro futuro. La realtà dei sei personaggi subisce una svolta durante una gita sul promontorio di Isola, ma tutto questo cosa ha che fare con una donna prigioniera in una piccola cella umida da cui si sentono solo grida di scimmie?

LanguageItaliano
PublisherMauro Basso
Release dateAug 2, 2018
ISBN9780463705902
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    Combinazioni - Mauro Basso

    Il sussurro del vento

    ©2018FedericaMauri

    scrittiperduti@gmail.com

    È vietata la riproduzione, anche parziale, di questo libro effettuata con qualsiasi mezzo compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata dall'autore.

    Indice

    1.Domenica 3

    2.Lunedì mattina 9

    3.Imprevisto 17

    4.Disattenzione 24

    5.Riguardati, Eléna 34

    6.Vicini di casa 39

    7.Io lo conosco 46

    8.Direzione opposta 53

    9.Una nuova rosa rossa 58

    10.Empatia 65

    11.Il sussurro del vento 69

    12.Alcuna risposta 87

    13.L'ultimo giorno 93

    14.Ritorno a casa 103

    15.L'aria era fresca 108

    1.Domenica

    Quella domenica la giornata di Élena iniziò presto con gli ultimi preparativi prima della partenza.

    - Tutta questa roba non ci starà in macchina - Giovanni odiava sempre quel momento.

    - Sono tutte cose che ci servono - replicò Élena.

    - Non stiamo mica traslocando - suo marito non riusciva a capire perché avessero bisogno di così tanto bagaglio.

    Le valigie erano pronte dalla sera prima, ma sembrava sempre mancare qualcosa. All'Isola d'oro li aspettava una camera tripla all'Hotel del Mare, così non c'era veramente bisogno di portare più dello stretto necessario.

    - Ti ricordi l'ultima volta in cui siamo andati in vacanza tutti e tre assieme? - gli chiese Élena.

    - Deve essere stato quando Anna aveva otto anni.

    - Ti eri dimenticato le cose della piccola a casa.

    - Veramente avevi detto che le avevi messe in macchina tu - Giovanni stava lottando per trovare un posto ad ogni cosa nel bagagliaio dell'auto.

    - Ah, sì? - Élena sorrise, infilando con noncuranza una borsa di plastica decorata con grandi fiori colorati in un angolo del bagagliaio, non aveva voglia di discutere su delle sciocchezze.

    Il tonfo sordo del portellone dell'auto rimbombò nell'aria piuttosto fresca di quella domenica mattina e un merlo volò via dal ramo del pesco in fiore. Élena tornò in casa e andò in cucina a sparecchiare la tavola lasciata lì dalla colazione.

    - Anna, hai preso tutto quello che ti serve?

    Dovette ripetere la domanda, alzando il tono della voce.

    - Anna …

    - Oh, scusa mamma - la figlia si tolse le cuffiette e fece cenno di sì con la testa, indicando il suo zaino appoggiato sul divano.

    - Noi siamo pronti, tra un quarto d'ora si parte.

    - Ok, vado a lavarmi i denti e salgo in macchina - Anna si alzò di scatto dal divano e si diresse in bagno, seguita dallo sguardo di sua madre.

    Élena finì di rassettare la cucina e si fece un giro della casa per controllare che Giovanni avesse messo i fermi ad ogni finestra. La casa si sviluppava su un unico piano e chiunque sarebbe potuto entrare sollevando semplicemente una delle tapparelle e rompendo il vetro di una finestra. Nella casa accanto alla loro viveva da sola un'anziana signora e non si sarebbe accorta di nulla.

    Scacciò dalla mente quelle preoccupazioni.

    - Ciò che deve accadere, prima o poi accade - era una frase di sua madre che ogni tanto le ritornava in mente.

    Sembrava tutto a posto, vide Anna uscire in giardino con il suo zaino in spalla e diede un ultimo sguardo alla casa ormai immersa nella debole luce che proveniva solo dalla porta d'ingresso. Uscì, chiuse e mise le chiavi in borsa. Suo marito era vicino alla recinzione e scambiava qualche parola con la signora Raffin che stava uscendo a portare fuori il cane.

    - Vorrà sapere dove stiamo andando - non aveva mai legato con quell'anziana signora, forse perché le ricordava troppo sua madre.

    Giovanni andò verso il cancello per aprirlo ed Élena salì in macchina. Anna era sul sedile di dietro, di nuovo con le sue cuffiette piantate nelle orecchie.

    - Ti fai tutto il viaggio con quelle addosso?

    La figlia non le rispose e lei si sentì stranamente nervosa. Non era abituata a stare molto in macchina e anche se non dovevano percorrere tanti chilometri, qualcosa le stava procurando una sottile agitazione che non avrebbe saputo descrivere altrimenti.

    Giovanni salì, condusse fuori la macchina e poi ridiscese per chiudere il cancello. Il rumore metallico dietro di lei fece pensare a Élena che qualcosa si stesse chiudendo nella loro vita, non solo quel cancello. Il marito risalì e mise la freccia svoltando per la strada che, passando accanto alla stazione, portava all'imbocco dell'autostrada.

    A quell'ora c'erano poche persone per le vie della cittadina. I primi di giugno erano ancora tarda primavera e non avrebbero trovato gran traffico. Élena guardò nello specchietto retrovisore e vide che Anna si era tolta le cuffiette. La figlia se ne accorse e si scambiarono un sorriso.

    - Andrà tutto per il meglio - non era da lei dire frasi così cerimoniose, ma quella strana sensazione non l'aveva ancora lasciata e cercò di esorcizzarla in quel modo.

    Come aveva previsto, l'autostrada era praticamente deserta. Anche i mezzi pesanti avevano il divieto di circolazione fino alla sera. Così Giovanni poté rilassarsi nella guida, neanche lui faceva mai lunghi tragitti in macchina.

    - L'hotel ha la piscina, vero?

    - Certo Anna, è un quattro-stelle fronte-mare, in quella borsa c'è il dépliant se vuoi dare un'occhiata - il padre indicò alle sue spalle.

    In verità avevano scelto l'hotel all'ultimo momento in base alle ottime recensioni degli altri ospiti, e le immagini del dépliant che aveva stampato sembravano suffragare quei voti positivi. Ad Élena importava solo poter stare con la sua famiglia senza pensare a nient'altro che alla sua vacanza, così aveva lasciato l'organizzazione al marito.

    La linea di mezzeria della carreggiata conduceva con indifferenza la loro auto a destinazione. Adesso stavano percorrendo il tratto dell'A4 che correva attraverso la bassa pianura, parallelo alla linea del mare. Tra non molto avrebbero preso l'uscita per Grado e avrebbero cominciato a notare il cambiamento nel paesaggio attorno a loro. Sarebbero cominciati a comparire gli alti terrapieni che correvano lungo lo svolgersi dei fiumi, grandi appezzamenti coltivati a mais e soia avrebbero circondato isolate case coloniche, i ristoranti avrebbero cominciato a comparire lungo la carreggiata con le loro insegne giganti e i colori sgargianti per attirare i turisti. Tutto ciò li aspettava solo qualche chilometro più avanti, senza che avessero necessità di affrettarsi.

    - Élena - la voce di Giovanni penetrò

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