Le sinergie di Marzio - LÌ fuori esiste un'altra vita - settima libro della saga
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Usando grandi dosi di umorismo, tenerezza e realismo, con "Le sinergie di Marzio", l’autore riesce a creare un ritratto demistificante e allo stesso tempo devastante della vita degli ingegneri informatici in Spagna. Prendendo come protagonista un professionista di nome Marzio (che è un nome raro e, quindi, qualsiasi somiglianza con la realtà sarà una coincidenza), l'autore ci svela un mondo nascosto e chiuso che tutti pensavamo fosse molto diverso: la gestione dei progetti, i rapporti con i subordinati, la ricompensa degli sforzi, il rapporto tra ingegneri, la convivenza in ufficio, i viaggi di lavoro, l'infinita disponibilità... Tutti gli aspetti di questo tipo di occupazione saranno sgranati, senza dimenticare la sorprendente vita personale del protagonista. Immergiti nei sette racconti di Marzio, scopri questo personaggio accattivante e vicino e vivi le sue avventure narrate con lo stile, l'ironia e la crudeltà delle favole.
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Le sinergie di Marzio - LÌ fuori esiste un'altra vita - settima libro della saga - Mario Garrido Espinosa
Dedica:
Ai miei genitori e a mio fratello
A tutti gli informatici
A chi ha letto questo libro per capitoli nella sua prima versione auto pubblicata.
Questa non è una vendetta, sono solo fiabe, come quella di Cappuccetto Rosso;
o forse qualcosa di quello che qui si racconta può essere credibile ...
Nota dell’autore: Nei metalinguaggi informatici è comune indicare tra i simboli <
e >
espressioni che non sono parole riservate o sono variabili o frasi più complesse. Abusando di questa semantica, in questo libro si usano queste forme metalinguistiche per denotare descrizioni o caratteristiche di qualcosa o qualcuno che è più importante per lo scopo di ogni racconto rispetto al proprio nome. Ad esempio, nel testo possiamo trovare accezioni del tipo
, invece di, per esempio, quest’altra espressione più colloquiale: Paco
. In questo modo, il lettore informato —cioè, tu in questo momento— saprà a colpo d’occhio che ci stiamo riferendo a un dirigente; qualcuno che, presumibilmente, ha una certa responsabilità, un capo o piccolo capo, un profilo che dovrebbe dirigere progetti e persone; e che dovrebbe farlo bene, poiché ha raggiunto quella posizione, si suppone, per esperienza e competenza. Non ci interessa se si chiami Paco, Torquato o Priscilla.
Il presente libro è un’opera di finzione. I nomi, i personaggi, le società, i luoghi, i testi, le e-mail, i fatti e gli eventi narrati sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore e ogni somiglianza con la realtà è puramente casuale.
#007 LÌ FUORI ESISTE UN’ALTRA VITA
Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.
Walt Disney
1
L’attento lettore sa già, a questo punto, che gli informatici sono, in generale, persone semplici, laboriose e molto sofferenti. L'immaginario popolare e, soprattutto il cinema, hanno recato molto danno a questo gruppo professionale, convertendoli in ciò che nel linguaggio moderno è chiamato nerd
; persone nel migliore dei casi con modesta, o addirittura disastrosa, prestanza fisica, brutte o sgradevoli, con gravi mancanze nella propria igiene personale, portatrici di occhiali rotti e aggiustati con nastro isolante, spesso rinchiuse in scantinati pieni di cavi e schermi su cui sono elencate infinite linee di codice senza alcun obiettivo decifrabile... Grandi criminali del cinema recente sono stati perfidi informatici su una sedia a rotelle, come se questo handicap rendesse qualcuno più machiavellico e incline alle malvagità digitali. Ma sebbene ci sia di tutto a questo mondo, è normale incontrare donne e uomini che si alzano presto per andare giorno dopo giorno ad un lavoro in cui il futuro non esiste; come succede con quasi ogni altra corporazione nazionale. «Ho sbagliato carriera e ora non so fare altro» o «da giovane mi piaceva, ma ora penso solo a lasciare questa merda» sono frasi, con varianti più o meno ordinarie o volgari, che è possibile ascoltare da parte di troppi ingegneri informatici: non si rendono conto che ciò che li frustra è il sistema schiavista con cui questo settore (e non solo) è regolato in Spagna e non quello che fanno. Perché a una persona può piacere molto programmare, poniamo (dopotutto questa è un'attività creativa e, se fatta bene, è quasi un'arte), ma quello che finirà per deprimerla nel corso degli anni è svolgere questa professione di fretta e correndo, senza riuscire a fermarsi per implementare un codice virtuoso, gestibile, commentato, strutturato e, se possibile, pieno di abili algoritmi che facciano volare l'applicazione. Come ben sa l'illustre lettore, in questo settore, tutto è per ieri, e gli algoritmi, come le opere d'arte, per essere ben fatti, hanno bisogno di tempo... Naturalmente, parlo della Spagna.
Ma a volte accade il miracolo che uno di questi ingegneri riesca ad uscire da questo orrore e realizzi alcuni dei suoi sogni. Nelle storie fantasy e di fantascienza, come quelle che riempiono questo libro, possiamo immaginare quasi tutto purché non siamo così audaci da superare il limite della ragione dei nostri potenziali lettori. Se siamo arrivati fin qui sarà perché per quanto impensabili siano le storie finora raccontate, il lettore si è immerso nel mondo descritto e nelle sue abitudini incredibili e nelle sue cattive pratiche, lasciandosi trascinare come nelle migliori storie imbevute del più elaborato realismo magico
. E quindi, potrebbe anche essere che un passaggio, per quanto magico
possa essere, gli sia sembrato reale
. O forse tutti. In ogni caso, con il rischio di perdere il poco di credibilità che ci rimane, questo ultimo racconto si concentrerà su come un informatico, dopo lunghi anni di una vita noiosa, senza futuro, sgradevole e alienante, sia riuscito a raggiungere un altro stadio, il suo contrario, quello della felicità (o quasi) che, come sappiamo, è una cosa diversa per ciascuno.
Visto che ci siamo già affezionati a Marzio e, a questo punto, gli auguriamo ogni bene, non cambieremo il protagonista, ma non dimentichiamo che abbiamo scelto questo nome perché è raro, e quindi che qualsiasi somiglianza alla realtà sarà pura coincidenza.
La nostra storia inizia proprio dove si è conclusa la precedente. Calpestiamo, quindi, un terreno familiare e il lettore esperto, già avvezzo a queste letture, si sentirà a suo agio e pratico di questo ambiente: il progetto si sta smantellando e subiamo la classica organizzazione chiamata piramide invertita
dove le pietre
della base scompaiono senza che i dirigenti e i direttori facciano lo stesso. Un anno fa, le persone che prendevano parte a questo progetto occupavano un intero modulo dell'imponente edificio centrale di ADRIN Sistemi. Oggi è un piccolo gruppo che vede apparire contingenti di altri progetti intorno a sé, come se fossero coloni, quasi senza fare rumore, ma con la ferma intenzione di occupare la vasta distesa di cubicoli che un tempo erano loro. Ma dopo l'incubo vissuto negli ultimi sei mesi —e negli anni precedenti— la maggior parte di questi ultimi sopravvissuti non sente alcuna nostalgia e addirittura registra un certo rilassamento nella propria anima. Il nostro amato protagonista è già sulla quarantina —anche se lo stress accumulato e il disordine della vita negli ultimi tempi lo hanno notevolmente invecchiato— e con diciassette anni di esperienza professionale. Ha partecipato a più di dieci diversi progetti e la sua capacità di adattarsi e di trattare con qualsiasi cliente è quasi perfetta. Il curriculum che, come dipendente di ADRIN, deve tenere aggiornato e pubblicato su intranet dell'azienda, ha otto pagine dove ci sono molti nomi di aziende e organizzazioni dalle attività più varie. Inoltre, si può vedere che ha esperienza internazionale e ha lavorato con infinite tecnologie di tutti i periodi e discipline. D'altra parte, la sua categoria salariale e professionale è la stessa di sette anni fa e non c'è motivo di pensare che questo dettaglio possa cambiare nel tempo che gli resta fino al suo pensionamento; ma non roviniamo la descrizione del Marzio
di questa ultima e bellissima storia con un dettaglio così piccolo. In termini di presenza, gli orrori descritti nella storia precedente lo hanno fatto dimagrire ed è rimasto una persona per bene. Inoltre, si è fatto crescere la barba. Anche se non se la cura molto. Nonostante ciò —o proprio per questo— alcune colleghe dicono che gli sta bene e che quei capelli grigi qua e là gli danno un certo tocco interessante ... Ma non perdiamo tempo a descrivere nel dettaglio l'aspetto del nostro consulente preferito. A un punto così avanzato, ogni lettore avrà immaginato un certo aspetto per questo personaggio e non sembra che la fine del libro sia il luogo giusto per rivelarlo. Quindi è meglio continuare con il Marzio
che si ha nella testa —solo un quarantenne, con la barba incolta, i capelli sale e pepe e molto stanco della vita che conduce— e avanziamo nella narrazione di questo felicissimo racconto.
2
Mese di novembre dell'anno 1 che ha cambiato tutto.
***
—Quindi lasci la compagnia. Che sorpresa!
—Ebbene, sì. È stato difficile per me decidere, ma penso sia la cosa migliore.
Il nostro consulente stava percorrendo un corridoio al quarto piano del quartier generale di ADRIN Sistemi quando incontrò un vecchio collega. Non si vedevano da sei anni. Due giorni prima aveva ricevuto una lettera di addio che indicava la sua partenza.
—E in che compagnia vai? — chiese Marzio.
—Da nessuna ...
—Come sarebbe a dire?
—Vedi, ho preso una decisione. Sono molto stanco e non posso continuare così —si giustificò—. Sono frustrato, non dormo, tutto il giorno amareggiato ... e va sempre peggio. Due mesi fa un mio collega ha avuto l’angina pectoris. Questo mi ha fatto riflettere molto seriamente se vale la pena sopportare tutta questa tensione, questa vita. E poi, per niente. Sono quasi nella stessa situazione di quando ho iniziato più di dieci anni fa. Sono andato avanti di poco. —L'uomo guardò negli occhi Marzio per assicurarsi che non ci fosse stupore, che sapeva di cosa stesse parlando, che il suo interlocutore aveva avuto una carriera simile, che il suo caso non facesse eccezione. — Comunque, ci ho pensato molto, ho parlato con mia moglie e abbiamo deciso che è meglio che me ne vada.
—Che coraggio!
—Beh, arriva un momento in cui dobbiamo pensare alla salute, alla famiglia, alle cose importanti ...
—Ma devi pur mangiare, pagare le bollette, no? E andarsene senza avere un altro lavoro, non lo so ... io non so se lo farei.
—Amico, non è esattamente neanche così. Abbiamo fatto due conti e con ciò che abbiamo risparmiato possiamo vivere quasi un paio d'anni. Ne approfitterò ora che avrò il tempo per iscrivermi a qualche corso di disegno grafico, che è quello che mi piace. E mi prenderò un attestato. Sicuramente riuscirò a trovare un lavoro in questo campo nel giro di un anno.
—C'è molto lavoro in questo settore?
—Beh, come in qualsiasi settore. Ma dai, ho intenzione di chiedere un congedo di un anno. In realtà non lascio la compagnia senza un altro lavoro. Neanche io sono pazzo! — disse, sorridendo tristemente. —Quindi se non riesco a trovare niente, posso sempre tornare in questa merda
.
—Girano storie che quelli che tornano da un congedo non vengono reinseriti. Vengono licenziati direttamente il giorno dopo.
—Sì, lo so. In effetti, ho conosciuto un caso: una ragazza che era incinta di sei mesi quando è tornata ... Ma comunque, sarebbe un licenziamento illegittimo, per cui mi dovrebbero dare un indennizzo e due anni di disoccupazione ... Quindi ... Quello che non è accettabile è continuare con questa vita. Non vedo quasi mai mio figlio, stavo per rompere con mia moglie ... Non è accettabile — ripeté per auto convincersi.
—Bene, buona fortuna. Spero sinceramente che tu possa realizzare il tuo sogno.
—Grazie. Questo è esattamente quello che sto facendo: mettercela tutta per conseguire il mio sogno
: lavorare nel disegno grafico. È quello