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Vite di Gesù di Nazareth
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Vite di Gesù di Nazareth

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Nella nostra tradizione cristiana siamo generalmente abituati a considerare Gesù di Nazareth l’unica incarnazione del Figlio di Dio. L’idea che invece mi sono fatto, sicuramente non unico al mondo, è che la vita del Maestro sia solo una delle tante vissute da chi ha avuto il privilegio di essere il primo a poter essere considerato umano. Quelli che conosciamo come Adamo ed Eva, il primo uomo e la prima donna, grazie anche all’intervento dei Signori della Fiamma venuti da Venere, furono i primi a poter conoscere l’Individuazione, ossia quel processo che lega un anima a un corpo. Da allora, molto tempo è passato, e quei due esseri hanno continuato a reincarnarsi, come del resto fa tutto il genere umano, fino ad assurgere ad una perfezione esemplare. Duemila anni fa si incarnarono come Gesù e Maria Maddalena, per mostrarci un percorso da tutti percorribile, quello di poter manifestare in Cristo attraverso la propria vita.
Il viatico di questo insegnamento fu l’amore, senza condizioni, che Gesù ci ha trasmesso attraverso il comandamento unico, ama il prossimo tuo come te stesso, e che Maria Maddalena, in un modo meno noto, ed anche non di rado ostacolato, ci ha trasmesso invece attraverso la presenza del femminino divino. Il grande strumento di perfezionamento nella pratica di quell’amore voluto dal Cristo è racchiuso nell’eucarestia, il pasto sacro istituito da Gesù per farci partecipare direttamente a quello che racchiudiamo anche in noi. Il Sacro Graal, l’Arca dell’Alleanza, e la Lancia cosiddetta di Longino, presenziarono ai momenti più significativi di quegli avvenimenti, sancendo la caratteristiche da difendere della nostra umanità, il DNA contenuto nel sangue del primo uomo e della prima donna. Questi due grandi esseri però non terminarono lì il loro compito, e ancora si incarnarono, nel corso di questi duemila anni, per rinfocolare il messaggio da loro testimoniato…
LanguageItaliano
Release dateJun 21, 2018
ISBN9788863530490
Vite di Gesù di Nazareth

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    Book preview

    Vite di Gesù di Nazareth - Massimo Rodolfi

    Premessa

    Che Gesù mi assista in questo tentativo, che ai più apparirà come blasfemo, di ricostruire alcuni aspetti della nostra storia umana, tenendo conto dell’apporto significativo e decisivo di quell’essere che noi in genere conosciamo come Gesù, ma che secondo me si è incarnato diverse volte sulla faccia della Terra, proprio per contribuire alla nostra evoluzione. Mi rendo conto del fatto che questa affermazione cozza non poco con le affermazioni di chi si ritiene depositario del messaggio cristico da circa duemila anni, ma avendo accettato come metodo la ricerca esoterica nel suo senso più puro da ormai una vita, sono abbastanza abituato a confrontarmi con ciò che appare come non convenzionale, che però magari è aderente alla verità.

    E chiarisco anche subito che la mia visione non vuole essere necessariamente polemica nei confronti di una Chiesa che riconosco veramente come depositaria del messaggio cristico, anche se non so in quanti oggi al suo interno ne abbiano consapevolezza. D’altronde la sua storia è stata in gran parte storia di uomini, esseri imperfetti, e di potere amministrato grazie a menzogne propagate storicamente, e anche di Male giunto ai suoi vertici. Così come è stata anche la Chiesa di grandi santi e di grandi civiltà. In ogni caso questa Chiesa è stata fondata da Gesù, su una pietra, Cefa, che non farà crollare la sua costruzione fino a quando non sarà necessario, e sulla quale gli Inferi non prevarranno.

    Il Maestro Gesù, per me è una delle tante reincarnazioni del primo uomo, Adamo, senz’altro la più significativa, non è solo un simbolo per una parte di questo derelitto genere umano, ma di fatto incarna il senso di tutto quello che noi umani siamo. Il suo sangue contiene il DNA previsto per lo sviluppo di questa umanità, a suo tempo aumentato di potenzialità grazie al contatto con il Cristo, durante i tre anni della sua predicazione. Il suo sangue poi è anche stato a contatto con quello che chiamiamo il Graal, sia al momento della sua nascita come umano, sia duemila anni fa appeso a quella croce. Di fatto ciò lo rende il primo vero custode del Graal, e di quel Fuoco Cosmico che alimenta la vita su questo pianeta. Vedremo di chiarire questi concetti strada facendo, anche se ovviamente non tutto potrà essere detto, e dovremo arrestarci sulla soglia di ciò che può essere utile e necessario di questi tempi. Per quanto riguarda il Graal ho comunque già scritto un libro dal titolo Il Sacro Graal Salvezza dell’Umanità, dove affronto questo argomento in maniera un po’ più corposa.

    La Chiesa, al di là di altri aspetti pur rimarchevoli, fondamentalmente custodisce quello che viene chiamato il Mistero Eucaristico, che costituisce una grande possibilità per il genere umano, che attraverso questo pasto sacro può contribuire ad elevare la propria frequenza dal regno umano a quello dell’anima. Quell’Ultima Cena infatti, costituisce la vera eredità lasciata a noi da Gesù, che ha incarnato il Cristo, assieme alla predicazione dell’amore incondizionato, che deve divenire l’effetto della Transustanziazione. Quelli erano i tempi infatti del possibile inizio di una trasformazione planetaria che oggi deve compiere una sua tappa importante.

    Sto parlando della possibilità per questo pianeta di divenire un pianeta sacro, che significa varcare la soglia della Prima Iniziazione Planetaria. Così come duemila anni fa, proprio grazie all’opera di Gesù, e della Gerarchia Planetaria, fu varcata dal Logos Planetario, e di conseguenza dall’umanità, la soglia del Discepolato Planetario. Sul significato di queste affermazioni sicuramente torneremo, ci basti per ora semplicemente enunciare dei concetti che per molti saranno del tutto irrilevanti. In concreto però questi hanno molto a che fare con la vita di tutti noi, visto che ogni nostra vita è determinata dai ritmi della vita planetaria.

    Non è molto diffuso l’agire per il bene comune, perché l’essere umano è ancora in gran parte avviluppato in se stesso e nel proprio arcaico egoismo, eppure la possibilità di varcare la soglia del Tempio Planetario è data dal fatto che sempre più persone sono nelle condizioni di desiderarlo. Ossia desiderano vivere sempre di più in maniera innocua e rispettosa della vita, considerando un valore il benessere comune. Sarà questa tendenza, espressione di quell’energia di comunione che sta iniziando ad interessare il pianeta, a segnare l’ingresso in quell’era definita astrologicamente come Età dell’Acquario.

    Tutto ciò potrebbe sembrare un paradosso, in questa epoca di ciechi guide di ciechi e di scettico materialismo, ma finché l’umanità non arriverà a riconoscere il fatto che il piano fisico è solo la densificazione dello Spirito che informa ogni cosa, e che esiste una Gerarchia di Esseri di Luce che segue con amore l’evoluzione umana, continuerà ad involversi in una spirale distruttiva, anche molto pericolosa. In questo preciso momento stiamo sull’orizzonte degli eventi di un buco nero che può annichilire la vita del pianeta, oppure trasportarci d’un balzo in un nuovo mondo, che molti hanno chiamato la Gerusalemme Celeste. Io sono propenso a credere che si realizzerà quest’ultima possibilità, ma mentre ci credo mi adopero per realizzarla.

    La discesa della Gerusalemme Celeste sulla Terra sarà preceduta dal ritorno del Cristo, che sancirà la possibilità evolutiva della presente umanità, dando vita a una nuova Età dell’Oro, quella che nella tradizione vedica viene chiamata Satya Yuga, o Età della Verità. Quella in cui la Legge Universale, il Dharma, sarà finalmente ristabilita dopo un lungo periodo di oscurità e di lontananza dalla Legge, come quello che abbiamo vissuto, il Kali Yuga. Avete mai pensato che la Verità non può essere che Una, e che magari è stata raccontata in modi diversi, in luoghi diversi, in momenti storici diversi, senza che la Verità venisse mai meno a se stessa? L’essere umano vede le differenze delle forme, e non capisce l’essenza. Cieco che vuole guidare altri ciechi…

    Nella mia ricerca spirituale, lunga quanto la mia vita, credo di avere quasi sempre agito con la massima apertura nei confronti della Conoscenza. Se escludiamo certi dogmatismi giovanili, dovuti alla necessità di certezze e al carattere focoso, non ci ho messo molto però a capire che la Verità è trasversale a tutte le ere, a tutte le culture, a tutte le religioni. Ovviamente poi, gli esseri umani, mediamente abbastanza limitati nella loro visione e percezione, non riescono ad andare oltre le forme che le diverse tradizioni usano per rappresentare le stesse cose, e arrivano ad uccidersi per le differenze che percepiscono. In fin dei conti siamo ancora degli animali, magari con la cravatta, ma animali. Scopriremo un giorno, come umanità, il nostro vero retaggio, e allora riusciremo a dimostrare la nostra natura divina. Per ora questa cosa è più una rarità piuttosto che la norma.

    Per me però l’essenza della rivelazione vedica, o il conseguimento di Siddharta Gautama, piuttosto che gli insegnamenti del Maestro Gesù, parlano in verità la stessa lingua, perché non fanno altro che trasmetterci le esperienze concrete di quei grandi esseri che hanno sperimentato ciò che tutti un giorno dovremo sperimentare, ossia la conoscenza della vita esattamente così com’è, e non come la nostra percezione distorta ce la rimanda. Non vedo quindi contrasto tra l’affermare che siamo scintille individuali dell’Essenza Universale, piuttosto che dire che la Realtà è fondata sul Vuoto, Sunyata, oppure che siamo Figli del Padre Nostro che è nei Cieli, soprattutto poi quando tutte queste rivelazioni ci rimandano comunque alla necessità di amare, vista sia come atto indispensabile per uscire dalla condizione di sofferenza, che come fondamento dell’esistenza.

    Tempo addietro qualcuno mi definì come affetto da sincretismo, convinto probabilmente di offendermi, ma di fatto ritengo che unire elementi di diverse tradizioni sia quanto di più intelligente si possa fare per capire veramente la vita. E comunque questo rimane soltanto un atto superficiale, perché, come hanno già detto molti saggi nel corso della storia umana, la verità e la conoscenza sono dentro ognuno di noi, ed è lì che bisogna cercare. Ciò che può venire trasmesso sono i mezzi della conoscenza, ma la pratica della stessa è assolutamente riservata a ciascun essere che sia nelle condizioni di poterla desiderare. Ognuno quindi troverà se stesso seguendo il medesimo eterno Sentiero, vedendolo però con i propri occhi, per cui la sua narrazione potrà avere colori diversi da quelli raccontati da altri, ma sarà sempre la stessa identica esperienza di tutti noi che sperimentiamo tutto ciò che è possibile in questo mondo.

    Io ho visto i miei colori calcando il Sentiero, e li ho visti molto simili a quelli di tanti altri, nel corso dei millenni, delle civiltà e dei luoghi, e così li racconto a modo mio. Ma è proprio questo modo che mi ha consentito di vedere la vita con occhi nuovi, e finalmente capirla. La conoscenza è casomai affetta da libertà, ed ognuno ha il diritto, e non di rado il dovere, di tentare di raccontarla, non per essere creduto, ma semplicemente per indicare la via, a tutti coloro che la sentiranno risuonare dentro di sé e che dovranno poi percorrerla, muovendo un piede dietro l’altro.

    La mia via verso il Sentiero mi ha messo in comunicazione con la visione dello scorrere del tempo, che lega insieme le cause e gli effetti di quello che viviamo in tutte le nostre vite. In fin dei conti la nostra è un’unica storia che si snocciola lungo un asse temporale, in uno spazio costellato di eventi che interagiscono tra loro. La reincarnazione non è altro che l’appoggiare un piede su un terreno consistente mentre si cammina, dopo che il piede stesso è stato per un poco sollevato da terra. Capisco che non sia usuale in Occidente considerare questa realtà, ma la vita non tiene in gran conto le opinioni della gente, legandole tutte insieme in un’unica illusione.

    La ragione, e la conoscenza razionale, hanno sicuramente un ruolo importante nella vita umana, l’errore sta nel considerarle determinanti. Lo sono finché la personalità non è stata sufficientemente riordinata, e resa incapace di ferire, ma da quel momento in avanti, da quando l’anima inizia a prendere il sopravvento, comincia a manifestarsi un tipo di percezione, e di conoscenza, superiore, che ingloba tutte le possibilità sperimentate fino a quel punto. Si tratta dell’intuizione che, quando stabilizzata, non è una cosa sporadica e accidentale dovuta a non si sa cosa, bensì il sintetico modo di conoscere proprio dell’anima.

    L’intuizione sintetizza in sé la percezione sensoriale fisica, il sentire emotivo e il raziocinio proprio del corpo mentale, ma non è la semplice somma algebrica di queste modalità cognitive, perché di fatto dà luogo a qualcosa di nuovo, per lungo tempo ignoto alla consapevolezza umana. L’intuizione è la realizzazione di ciò di cui parla lo Yoga, quando parla di samadhi, lo stato di estrema coerenza della coscienza che sorge quando tutti i mezzi dello Yoga sono stati praticati. In questo modo l’essere umano percepisce direttamente la globalità di ciò con cui interagisce, vedendo direttamente ogni livello costitutivo della realtà, dal fisico all’eterico, dall’astrale al mentale, fino a piani spirituali più elevati.

    Con questa modalità percettiva, sostenuta dalla completezza dell’integrazione della coscienza, si vive la presenza, ossia passato presente e futuro vengono sperimentati come coesistenti. Il tempo viene sospeso, e la visione si fa chiara rispetto a un passato nel quale stanno le cause del presente, e rispetto a un futuro che stiamo determinando con le nostre azioni attuali. Del resto lo stesso Einstein aveva una visione similare del tempo, quando lo paragonava a una bobina cinematografica, che ci dà l’illusione del movimento e del susseguirsi delle azioni quando viene proiettata, ma quando la bobina viene riposta nella sua scatola, ecco che passato, presente e futuro coesistono nello stesso luogo.

    Devo dire che più vado avanti nel raccontare la vita, più mi affido alla presenza e alla percezione diretta sostenuta dall’intuizione. Questo perché mi interessa mettere in relazione certe cause con gli effetti che stiamo vivendo al giorno d’oggi, e di sicuro la documentazione storica in nostro possesso non garantisce la comprensione di quello che è realmente accaduto nel passato dell’umanità. Tantomeno la conoscenza razionale può restituirci la consapevolezza dei perché sui quali ci stiamo interrogando oggi.

    Solo la visione diretta, quando questa sia adeguata, può aprirci i cancelli più segreti della vita in tutta la sua estensione. Gli antichi Rishi infatti, non hanno fatto altro che raccontarci quello che vedevano, ed è questa visione che prende la dimensione della Sruti, ossia

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