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Giuda Iscariota - L'enigma irrisolto
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Giuda Iscariota - L'enigma irrisolto

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Giuda Iscariota è ritenuto l'artefice del maleficio più deprecato della storia della cristianità. O forse fu il patriota giudeo che voleva utilizzare Gesù per il nobile fine di riscattare il popolo d'Israele? O forse l'esecutore di un mandato per la realizzazione del disegno divino volto alla salvezza di tutti? L'Illustrazione, analizzando le varie ipotesi avanzate sulla personalità e comportamenti di Giuda, cerca di fornire al lettore elementi per trarre personali valutazioni. A tal fine vengono analizzati tutti i passi evangelici che riferiscono di Giuda onde cogliere analogie ed incongruenze e valutare gli aspetti psicologici del comportamento umano. Verranno quindi riproposte le riflessioni teologiche interpretate da teologi dell'antichità, come Origene e S. Agostino, e riconsiderate dai più recenti, tra cui T. de Quincey e K. Barth.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 11, 2018
ISBN9788827833742
Giuda Iscariota - L'enigma irrisolto

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    Giuda Iscariota - L'enigma irrisolto - Savelli Francesco

    1Introduzione

    Giuda Iscariota, in virtù della scelta di tradire Gesù, è divenuto una figura emblematica nella cultura dell’Occidente, laddove si è diffuso il Cristianesimo in ciascuna delle sue forme dottrinali. Egli ha così assunto una visibilità paragonabile a quelle degli apostoli Pietro e Paolo, una rilevanza superiore a quella degli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni ed una popolarità ampiamente superiore a tutti: "Giuda è, al di fuori di Gesù, il personaggio più importante dei Vangeli. Perché egli solo, fra tutti gli apostoli, operò attivamente in quella situazione decisiva al compimento della volontà di Dio, che divenne poi la sostanza del Vangelo" (Karl Barth, teologo protestante).

    Giuda, così come si desume dai resoconti evangelici e dagli scritti apologetici, fin dai primi decenni successivi alla crocifissione di Gesù, venne assimilato tra i componenti delle prime comunità dei seguaci di Cristo come il prototipo del traditore che irretisce la vittima con un bacio perverso. Successivamente, nelle numerose analisi di cui è stato oggetto, da quelle medioevali biasimevolmente ostili, l’immagine di Giuda si identificò con quella dell’artefice del maleficio più odioso e deprecato nella storia del mondo cristiano. A Giuda venne quindi associata l’immagine del personaggio abietto e malvagio per eccellenza che, nella comune sensibilità, non solo quella del credente, e nella cultura popolare opportunamente manipolata dalla pastorale ecclesiastica per renderlo più ripugnante, divenne il protagonista del più rilevante e memorabile dramma delle tragedie umane.

    L’immagine del personaggio Giuda, tragica e contraddittoria come emerge dalle poche e talvolta sferzanti citazioni dei Vangeli, agendo prevalentemente fuori della scena, appare quasi sempre sfuggente e celata da una mancanza di esibizione che sembra conferirgli quell’autenticità che molti gli negano. E, pur restando avvolto in una nube di deviata umanità, Giuda emerge con i suoi nascosti impulsi che lo spingono ad agire ed a farlo identificare come il "figlio della perdizione (Gv 17, 12) che, sopraffatto da una tragica disperazione, viene assegnato alla demonizzazione e consegnano ad un mito perenne e perverso. Pertanto, la morte di Giuda è da sempre considerata dal credente una consolazione così come la sua dannazione è ritenuta la giusta punizione per l’infamia del baratto di un Dio per pochi soldi. Una fatale sequenza, il tradimento e la morte" che, nell’immaginazione popolare, suscita una gamma di contrastanti sensazioni, risonanti tra sbigottimento e disprezzo, incredulità e disaggio, e si installa quale stabile riferimento al modello di abiezione e diviene espressione di malvagità, disprezzo e tradimento.

    Tuttavia la riflessione indotta dall’analisi dell’effetto di quel tradimento porta alla considerazione che esso, avendo causato la morte di Cristo, ha determinato, secondo la teologia, la salvezza di tutti gli uomini e la nascita di una dottrina, il Cristianesimo. Un fenomenale movimento che ha causato il più importante mutamento sociale dell’Occidente, costituendone l’embrione del suo sviluppo civile e culturale.

    All’analisi del personaggio Giuda, hanno quindi rivolto il loro interesse intellettuali di diversa estrazione e teologi. E diversi tra questi, con analisi problematiche ed articolate, partendo dall’assunzione teologica che lo stesso Giuda con il suo tradire ha reso possibile il dispiegarsi degli eventi che hanno determinato la realizzazione del piano di salvezza, lo hanno rimosso dalla sua condizione di capro espiatorio emarginato e denigrato per riproporlo alla riflessione di tutti con l’interrogativo "fu veramente Giuda un malvagio traditore?".

    Dall’esegesi dei fatti evangelici sono nate, così, ricostruzioni storiche, puntuali indagini filologiche, valutazioni etiche, esami psicologici e considerazioni teologiche che, oscillanti tra ipotesi e mistero e trovando puntello nella frammentarietà delle informazioni evangeliche, prospettano una gamma di affascinanti congetture, immancabilmente rivisitate, smentite e rielaborate, che coinvolgono il lettore e lo proiettano nel timore di sentirsi rispecchiato in quella oscura vicenda. Alcune analisi, sfidando l’anatema, arrivano perfino a sostenere: "Non una sola cosa, tutte le cose che la tradizione attribuisce a Giuda Iscariota sono false" (T. de Quincey).

    Gli eventi che hanno determinato la condanna e la crocifissione di Gesù sono state condizionate dalle passioni umane. In questo contesto va collocata la figura di Giuda e, anzitutto, con valenza umana vanno esaminati gli eventi di quei giorni e la scelta del tradire che ha condotto Giuda ad una morte che, tempestiva, non gli ha concesso il tempo della redenzione.

    Il fine di questa illustrazione non è pertanto di avanzare nuove ipotesi ma cercare di operare un sintetico esame di quelle già avanzate per fornire al lettore gli aspetti morali, politici e psicologici che hanno indirizzato gli eventi onde consentirgli di trarre personali valutazioni.

    Le controversie emerse sulla figura di Giuda riguardano:

    - il profilo del personaggio dal significato di Iscariota;

    - i suoi progetti;

    - il comportamento durante la cena pasquale;

    - il contributo all’arresto di Gesù;

    - il compenso ricevuto;

    - le circostanze della sua morte.

    Prima di affrontare la riflessione sulle ipotesi formulate è opportuno rivelare i percorsi che possono averle determinate.

    I testi evangelici non sono giunti a noi nella stesura originale ma sono opera di trascrizioni o traduzioni dall’aramaico al greco.

    Per quanto si riferisce poi ai contenuti va sottolineato che quello del Vangelo di Marco si ritrova quasi per intero in quelli di Matteo e Luca che riportano eventi, mentre lo sviluppo del Vangelo di Giovanni ha una impronta più marcatamente teologica.

    L’esame filologico dei manoscritti evangelici ha rivelato che nel corso della traslitterazione dalla lingua aramaica scritta, che non possiede vocali, alla lingua greca sono sorti rilevanti malintesi. In tale ambito è accaduto che un termine aramaico, relativo a nomi di persone, di luoghi o di oggetti, abbia potuto assumere significati differenti a seconda delle vocali che il traduttore ha ritenuto di inserire e del significato che abbia inteso attribuire al termine. Così il termine aramaico è stato assunto e trascritto in maniera da conferire al testo un significato che può avere alterato quello originale. Quale esempi emblematici di quanto enunciato si possono citare due interpretazioni di S. Girolamo¹ che, nel corso della sua versione in latino delle Sacre scritture, malgrado abbia alterato l’originale significato, la sua interpretazione è stata accolta come tale dalla comunità religiosa.

    Il primo esempio lo si ricava dalla traduzione del versetto dell’Esodo (34,29): Quando Mosè scese dal monte Sinai … non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato col Signore. Il termine raggiante nell’aramaico (privo di consonanti) è contraddistinto dal trigramma KRN che, con l’inserimento delle vocali può essere traslitterato con il termine karan nel senso di irradiazione o col termine keren nel senso di corna (apparato osseo animale). S. Girolamo ha scelto la seconda attribuzione modificando l’originale significato di viso raggiante (radiante facie), in viso con le corna (cornuta facie). A seguito di questa lettura Michelangelo ha rappresentato il Mosè con le corna.

    Altro esempio riguarda il passo del Vangelo di Matteo (19, 24): È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago…: il termine aramaico ( ) può essere traslitterato in greco con gamelos col significato di cammello o con gamilos con il significato di corda: il traduttore ha optato per il significato errato di cammello².

    Alle variabili derivanti dalle interpretazioni dei manoscritti aramaici e dalle traslitterazioni in greco si sovrappone l’opera sovente scadente dei copisti nei primi secoli del Cristianesimo. Essi, pur dotati di capacità manuali, non possedevano la cultura adeguata alla delicatezza del compito e, abituati ad esprimersi nel linguaggio popolare, incorrevano in errori nella trascrizione fonetica, nell’interpretazione nel testo o nella copiatura e nell’attribuzione di termini resi illeggibili per il deterioramento del supporto di papiro. Ne è risultata una alterazione del testo originale che ha fornito lo spunto per un numero elevato di varianti alla base di singolari ipotesi interpretative.

    2Il significato di Iscariota

    Giuda Iscariota³, da non confondere con l’altro apostolo Giuda Taddeo fratello di Giacomo il Minore, era uno dei dodici apostoli scelti

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