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Sedotta da un miliardario
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Ebook170 pages2 hours

Sedotta da un miliardario

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About this ebook

L'affascinante uomo d'affari Dylan Quinlan ha molti rimpianti. Aver lasciato andare Sarah Newell anni fa è uno di quelli. Tuttavia, essere andato a letto con la moglie di uno spietato gangster russo si posiziona in cima alla classifica.

Dopo che il destino li rimette sulla stessa strada, Dylan sa che non può farsela sfuggire una seconda volta, ma stare con lei significa mettere la sua vita in pericolo.

I russi vogliono uccidere lui e tutti quelli che ama. Sarah riuscirà a sopravvivere a questa avventura iniziata quando si è lasciata sedurre dal bellissimo miliardario?

LanguageItaliano
PublisherJulie Farrell
Release dateMar 3, 2018
ISBN9781547519880
Sedotta da un miliardario

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    Book preview

    Sedotta da un miliardario - Julie Farrell

    Capitolo Uno

    Cercando di ignorare i nervi a fior di pelle, Sarah percorse velocemente il corridoio per scoprire da dove provenissero le urla di una donna che aveva sentito durante uno dei suoi controlli serali. C’era un silenzio inquietante ma Sarah andò verso la stanza da cui provenivano le urla preparandosi al potenziale pericolo. La solida porta della suite del Mayfair era socchiusa, quindi la aprì completamente ed entrò. C’era una luce fioca, quindi riusciva a vedere soltanto le sagome sfocate sul letto king-size, l’enorme divano e il mobile di legno. Fece un altro passo in avanti.

    Andiamo, Sarah, o la va o la spacca...

    Si fermò. Un uomo stava sussurrando qualcosa con tono aggressivo e Sarah si domandò se fosse il caso di chiamare la polizia. Ma che cosa gli avrebbe detto? Che qualcuno stava sussurrando nella propria camera? No, come manager dell’hotel doveva risolvere questa situazione da sola.

    Impaurita, Sarah svoltò l’angolo e, illuminati dalla leggera luce del sole, vide due uomini, uno premeva un coltello sulla gola dell’altro mentre lo teneva contro il muro. Si chiese dove fosse la donna che aveva sentito urlare ma poi s’irrigidì quando riconobbe l’uomo contro la parete.

    Dylan Quinlan...

    Dylan Quinlan – il suo ragazzo del college. Sarah era confusa. Dylan! Con un coltello puntato alla gola. Il cuore le batteva forte contro il petto mentre pensava a che cosa fare.

    Tutto il resto scomparve. Le uniche due cose a esistere erano il suo cuore e la consapevolezza che il suo primo amore, forse, stesse per morire. Si sforzò di darsi una calmata; aveva bisogno di lei.

    «Te l’ho detto, hai preso la persona sbagliata,» Dylan disse. «Non conosco nessuno di nome Natalia.»

    L’altro tipo parlò con un accento russo. «Non prendermi per il culo, Mr. Quinlan.»

    Sarah fissò Dylan e finalmente i loro sguardi s’incrociarono. Lui spalancò gli occhi, sorpreso di trovarla lì e provò a comunicare con lei. Sarah si guardò intorno, cercando qualcosa di pesante...

    «Ascolta,» l’assassino disse. «Tu mi dici chi essere in bagno, altrimenti io uccidere prima loro e poi te.»

    Sarah sentì una fitta al petto quando capì che in bagno dovesse esserci la donna che aveva sentito urlare. Ma per adesso era salva e doveva impedire che un omicidio accadesse proprio sotto i suoi occhi.

    Posò lo sguardo su una lampada Art Deco che valeva più di quanto molti londinesi guadagnassero in un anno. In quel momento si straformò in un’arma e, silenziosamente, l’afferrò. Dylan cominciò a parlare ad alta voce, cercando di coprire i movimenti di Sarah, che nel frattempo si stava avvicinando all’assassino di soppiatto, poi alzò la lampada e lo colpì alla testa. Si lamentò e cadde per terra.

    Sarah sperava di non averlo ucciso. Adesso che poteva vedere il volto dell’assassino, si rese conto si trattasse di un giovane ragazzo dal fisico imponente.

    Dylan sfiorò il punto sul collo in cui era stato colpito. La sua espressione emanava sicurezza, come sempre... anche se era appena sopravvissuto a un tentato omicidio. Ma era tipico di Dylan. Non sorrideva molto... ma quando lo faceva, il suo volto s’illuminava. Sarah aveva sempre amato il suo sorriso; era il suo modo di dirle quando la adorasse. Ma era passato molto tempo... era stata felice prima che lui le spezzasse il cuore.

    I suoi bellissimi occhi la fissarono. «Sarah, non pensavo ci saremmo rincontrati in queste circostanze... è bello rivederti.»

    «Bello rivedermi?» era tipico di Dylan ignorare le cose importanti usando il suo fascino. «Dylan... che diavolo sta succedendo?»

    La guardò dalla testa ai piedi e le sorrise. «Quanto tempo è passato? Sei... sette anni? Sei bella proprio come il giorno in cui ci siamo detti addio.»

    Prima che Sarah potesse rispondere, Dylan si avvicinò e la attirò a sé. Lei s’irrigidì e lo respinse. «Se pensi che dimenticherò il modo in cui mi hai spezzato il cuore, ti sbagli di grosso.»

    «Sarah...»

    «No, Dylan – non voglio parlarne. Preferisco chiamare la polizia.»

    «Tu mi hai spezzato il cuore.»

    «Come no,»  disse. «Sei stato tu a decidere di gettare al vento quello che avevamo.»

    «L’ho fatto per il tuo bene, tesoro.»

    Fu come essere colpiti al cuore. «Se ami qualcuno, lascialo libero.»

    «Ed io l’ho fatto.»

    «Lasciarmi libera o amarmi? Perché mi chiedo se ti sia mai importato qualcosa di me.»

    Dylan aprì la bocca per rispondere ma un suono alle loro spalle lo riportò al presente. La donna nel bagno. Sarah si voltò e vide una donna con un abito elegante e stretto dirigersi verso di loro. Sembrava terrorizzata e la riconobbe immediatamente grazie alle copertine delle riviste scandalistiche. Natalia Orlov. Era sposata con un magnate russo senza scrupoli, Vladimir Orlov.

    Erano entrambi bellissimi e carismatici. Sarah si sentì insignificante accanto a Natalia. Sembrava essere sulla ventina, probabilmente qualche anno più giovane di Sarah, ma aveva un’aria sofisticata. Il pensiero che lei e Dylan fossero stati insieme la turbò. A quanto sembrava, non lo aveva ancora dimenticato... e odiava l’effetto che aveva su nonostante fossero trascorsi sette anni.

    Natalia parlò con accento russo. «Dylan, lo hai ucciso?»

    «Sei stata in bagno per tutto questo tempo,» Sarah disse, «perché diavolo non hai dato una mano?»

    Natalia notò Sarah per la prima volta. «Oh...?»

    «Sarah,» Dylan disse, «questa è Natalia.»

    «Vi conoscete?» Natalia inarcò un sopracciglio perfetto. Proprio quando Dylan stava per rispondere, l’assassino si lamentò. Natalia lo guardò. «È vivo...»

    «Magari potresti spiegarmi che cosa sta succedendo, dato che Dylan non mi è di nessun aiuto?» Sarah chiese a Natalia. «Sono il manager di questo edificio.»

    «Sì,» Natalia disse. «Questo uomo è chiamato Mikhail. Lavora per mio marito. Se mi avesse visto con Dylan, ci avrebbe uccisi entrambi.»

    Mikhail si mosse leggermente. «Beh, potrebbe ancora vedervi.»

    Natalia guardò Sarah con i suoi enormi occhi blu. «Ci aiuterai?»

    «Perché dovrei?»

    Dylan afferrò le spalle di Sarah. «Per favore, Sarah. Sei la nostra ultima speranza.»

    Un uragano di sensazioni travolse Sarah quando la sfiorò. S’irrigidì e si sforzò di rimanere forte. Nonostante non volesse farsi coinvolgere, i suoi sentimenti e la compassione che provava per la sua vecchia fiamma ebbero la meglio.

    «Torna in bagno,» Sarah disse a Natalia. E poi a Dylan, «mi devi un favore... e se dovessi combinare un altro casino del genere nel mio hotel, ti ucciderò con le mie mani.»

    Natalia abbracciò Sarah e scappò in bagno proprio prima che Mikhail si svegliasse. Quando aprì gli occhi, vide Dylan e Sarah osservarlo. Si alzò in piedi e Dylan allontanò il pugnale con un piede.

    Mikhail si prese la testa tra le mani. «Ahi, mi hai colpito con forza!»

    «Già,» Dylan disse, «e adesso ti caccerò via.»

    Dylan afferrò Mikhail e lo trascinò verso la porta. «Questa è la persona che si era nascosta in bagno. E l’ha fatto perché è mia moglie.»

    Sarah scoppiò a ridere. «Cos –!»

    Mikhail si agitò. «Lei è il manager dell’hotel...»

    «E guarda caso anche mia moglie. Non vuole che tutto l’hotel sappia che a volte passo la notte qui, quindi si è nascosta in bagno. Giusto tesoro?»

    «Beh, io...»

    Dylan spinse Mikhail contro la porta. «Vedi?»

    «Stai mentendo.» Mikhail disse.

    Dylan si avvicinò a lui, i loro nasi si sfiorarono. «Non si discute. Puoi dire a Orlov che si è sbagliato... mi hai capito?»

    «Fottiti,» disse. «Vuole sapere la verità, signora? Suo marito si scopa Natalia Orlov.»

    Dylan lo scosse con forza. «Ho detto che non si discute. O forse vuoi vedere come si fa dalle mie parti?»

    Senza aggiungere altro, Dylan aprì la porta e lo spinse fuori. Poi si voltò verso Sarah, lo sguardo furioso.

    «Grazie per avermi aiutato,» disse.

    Lei gli lanciò un’occhiataccia. Era ancora più bello. Non era più un attraente ragazzo di vent’anni, ma un seducente uomo d’affari. Aveva ancora i suoi adorabili ricci castani, ma la barba incolta gli conferiva un’aria più virile.

    Incrociò le braccia al petto. «Farai meglio a dirmi che cosa sta succedendo, dato che hai creato questo casino nel mio hotel.»

    Natalia uscì dal bagno. «È colpa mia, Mrs. Quinlan. Non sapevo che Dylan fosse sposato.» Si voltò verso di lui. «Sei un porco, come hai osato?»

    Sarah avrebbe voluto dirle che era stata lei a tradire il marito, invece si limitò a raccontarle la verità. «Ascolti, Dylan ed io non siamo veramente...»

    Dylan la interruppe. «Sì, Natalia, scusa. Sarah ed io c’eravamo presi una pausa...»

    «Una piuttosto lunga,» Sarah aggiunse con amarezza.

    Dylan si avvicinò a Sarah e le mise le mani sulle spalle. Lei s’irrigidì. Avrebbe voluto allontanarlo, ma non poté fermare l’ondata di desiderio che attraversò il suo corpo. Per quanto odiasse ammetterlo, le era mancato. Ed era stata così presa dal suo lavoro ultimamente, da non aver avuto nemmeno il tempo di frequentare qualcuno. Il suo corpo lo desiderava, ma la sua mente le diceva di non permettergli di avvicinarsi un’altra volta.

    Sarah si allontanò. «È per questo che volevo vederti questa sera. Per rompere e dirti che mi dispiace.»

    Dylan la guardò con un’espressione colma di amore. «Spero che cambierai idea, tesoro.»

    Sarah digrignò i denti. «Come dici tu.»

    «Grazie.» La guardò intensamente negli occhi e poi disse, «tuttavia, prima dobbiamo fare uscire Natalia da qui. Sono sicuro che gli uomini di Orlov avranno circondato l’edificio.»

    Sarah scrollò le spalle. «Non è un mio problema, Dylan. Ma sono sicura che t’inventerai qualcosa. Ho un hotel da portare avanti. Ti auguro il meglio.»

    Sarah si voltò, determinata a sfuggire da quella situazione surreale.

    «Sarah, aspetta!»

    Si fermò. Non guardarlo negli occhi, Sarah, è in questo modo che riesce e a conquistarti...

    «Per favore...» disse, sfiorandole una spalla.

    Si voltò lentamente e fece spallucce. «Che cosa vuoi adesso

    Le rivolse un mezzo sorriso. «Hai una divisa da cameriera da prestarci? So come possiamo aiutare Natalia.»

    «Noi? Perché dovrei aiutarti?»

    Le afferrò il mento. «Perché te lo sto chiedendo. Per favore?»

    Distolse lo sguardo. «Oh, va bene. Recupererò l’uniforme da cameriera. Voi due cercate di tenere le mani a posto in mia assenza,» li avvertì. «Ma questa è l’ultima volta, Dylan. Se sei coinvolto con i russi, non voglio saperne niente. Ho un dannato hotel da gestire, d’accordo?»

    Capitolo Due

    L’aria umida del mese di luglio colpì Dylan quando uscì dall’albergo con Natalia e Sarah. Guardò il parcheggio... era pieno di Cadillac, Chrysler, e Bentley. Gli uomini di Orlov dovevano essersi nascosti. Con un po’ di fortuna, sarebbero arrivati all’auto illesi.

    Si

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