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Le avventure di re Gilgamesh
Le avventure di re Gilgamesh
Le avventure di re Gilgamesh
Ebook195 pages2 hours

Le avventure di re Gilgamesh

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About this ebook

Il libro racconta la nascita della cultura occidentale del suo primo mito letterario che permise ad un archeologo inglese di scoprire questa civiltà sconosciuta a metà dell'800, leggendo le avventure del re Gilgamesch, ciò che appariva una follia. Dunque un mito pieno di vitalità, all'origine dei nostri miti quali il Diluvio e l'Arca di Noè.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateNov 22, 2017
ISBN9788892608214
Le avventure di re Gilgamesh

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    Le avventure di re Gilgamesh - Giacomo Ulery

    Tavola dei Contenuti - TOC

    Cover

    Chapitre 1

    Punti di riferimento

    Copertina

    Le Avventure di Re Gilgamesh

    Prima di Omero, i Sumeri mettevano le radici dell’Occidente.

    Nella terra del Paradiso terrestre.

    Incipit

    Tu Poesia aiutami nell'aspra impresa.

    Dammi le chiavi per raccontare

    del re Gilgamesh le avventure.

    Tu oh Poesia suggerisci al mio spirito,

    con vive parole questo primordiale  Mito

    nascosto nella storia del popolo sumero.

    Racconto  conservato nell’argilla asciugata.

    Dimenticato e coperto per seimila  anni,

    la storia traverso' un’era di detriti

    misti a fango e polvere.

    Con lui fra gli uomini nasce la Poesia,

    dono degli Dei, energia che fa vivere

    per l'eternita' esseri volti e avventure

    caratteri che vivono e muoiono,

    di cui nessuno sa spiegare.

    Esseri forse essenze non tutti pero' uguali,

    che' alcuni sono piu' potenti e conosciuti

    e vivi nel cuore di coloro che leggono i libri.

    Sono i personaggi gli esseri che vivono

    in un mondo lontano e vicino

    che si chiama Letteratura,

    cioe' un'isola lontana

    dove vivono Amleto e Faust,

    il vecchio marinaio e mill’altri.

    Isola dove tutti quegli esseri vivono

    in compagnia di chi un giorno

    li ha fatti nascere.

    Gilgamesh con Sinleqiunnini,

    Omero con Achille, Virgilio con Enea,

    Shakespeare con Amleto.

    Coi Sumeri nostri antenati, comincio'

    la tradizione di contare mille odissee,

    di ascoltare cio' che gia' e' chiuso in noi.

    Il primo quello di Re Gilgamesh

    fu racconto di avventure magiche.

    dimenticate da tutti,anzi ignorate

    coperte da millenni di macerie,

    e scoperte per sorte da W. Loftus.

    Egli ispirato dagli Dei,si mise a scavare:

    in mano non aveva delle mappe,

    ma libri su un mitico re,divina follia:

    lui prese per storia la poesia.

    Lui sotto il fango trovo’ la citta’ di Uruk

    con le sue possenti mura circolari,

    cosi' come esatte le descrive il mito.

    Segno di una ricca e complessa

    civilta' che resta mistero,

    e in cui la nostra ha messo radici.

    Lui con passione,offri’ alla luce del Sole,

    e a quella della moderna cultura,

    la prima citta' costruita dopo milioni

    di anni passati a lavorare la pietra

    a vagare nelle selve a caccia di prede

    e infine a coltivare la terra.

    Epoche passate a vivere in capanne

    fatte di canne,legno e fango

    prima, e poi in villaggi sempre piu' grandi.

    In una regione paludosa il misterioso

    popolo dei Sumeri lascio' i villaggi

    di capanne dispersi nelle campagne.

    Costrui' case in pietra, villaggi di pietra

    e poi citta' ben ordinate tra poteri,

    il re e gli dei coi loro servitori,

    ed i cento mestieri: dei metalli,

    delle pelli, del cucinare il pane

    della grande citta' da far funzionare.

    Che’ Uruk dentro le sue mura

    era il doppio di Atene, la meta’

    di Roma imperiale…

    Nella citta’ di Uruk,su vaste

    piattaforme fatte con mattoni

    di fango cotto erano due templi:

    al Dio Anu,il grande e a Ishtar,

    poi Astarte fenicia poi Afrodite,

    la potente Dea dell’amore.

    Di fianco al tempio la reggia,

    poi le case ed infine a proteggere

    le vaste e leggendarie mura.

    Un giovane inglese G.Smith,

    tradusse un brano col racconto

    del Diluvio che si credeva biblico

    ed invece, con gran scandalo,

    si seppe,faceva parte dell’epopea

    del mitico semidio Re Gilgamesh.

    Grazie a Smith vive ancora

    il primo eroe della Poesia,

    lui stesso come un eroe,

    viaggio' a vela, in capo, al Mondo:

    alla ricerca di Gilgamesh.

    Lui l’inglese di cui contero' la vita

    alla fine. Coraggioso e forte

    nell’anima l'inglese che mori'

    giovane come forse sognava.

    Grazie a lui vive oggi quel gran re.

    Vive l'epopea di un eroe,

    la sua vita d'infinite avventure.

    Lui sempre in lotta tra mostri,

    per cercare il segreto di una vita

    che non cade in braccio alla morte.

    Lui che sempre dialoga con gli Dei.

    Lui re che per un terzo era un Dio,

    che viaggio' in capo al mondo

    e incontro’ il superstite del Diluvio,

    il re che rifiuto' l’amore divino

    d'una Dea ,crudele con gli amanti,

    che dal destino fu condannata

    a perdere il suo solo e unico

    ma sofferto grande amore....

    Dentro quelle mura all’alba

    del tempo fu inventata

    forse dono divino la scrittura:

    incisioni a cuneo su argilla fresca.

    Li nasce la tradizione di contare

    mille odissee,di ascoltare la Poesia.

    Quella citta' vasta potente e vera.

    dove i re sono figli degli Dei,

    o mariti a Dee bellissime,

    che hanno il talamo nel tempio

    della citta’ nel centro, accanto

    alla casa luminosa e fiorita del re.

    Gilgamesh poema originario

    Iliade vera della storia. Tremano

    i polsi al cospetto di questa culla

    di pietre ben squadrate di Cultura,

    a leggere la prima Epopea

    ripetuta per secoli a voce

    e ben custodita nella memoria

    dello Scriba che la ripeteva

    e la custodiva intatta.

    Tremano i polsi a leggere dei Sumeri

    che primi sentirono il soffio

    del creare, e della Poesia,

    che vissero quell’ansia felice

    di scrivere e tramandare

    un poema di avventure.

     Con loro la letteratura

    prese forma, con quei bizzarri

    essenziali segni d’argilla

    quei ben curiosi cunei

    che furono la prima scrittura.

    Poi con intuito divino scrissero

    sull'argilla un racconto tanto

    bello da essere vero,

    e che cela della Poesia

    il segreto, forse il nocciolo

    'divino dell’uomo

    che e' l'arte: e ci fa diversi.

    I Sumeri, il nostro popolo-madre.

    Il vostro non e’ il lungo duro passato

    di altri popoli, che sulla riva

    dei millenni scoprono e apprendono.

    Voi popolo misterioso gia' sapete

    comparite in Mesopotamia da chissa’

    dove, e il vostro sapere e’immenso:

    forse 4000 anni prima della nostra eta'

    raccontate della vostra civilta'

    gia' brillante, ricca e completa.

    Addirittura su una bella tavoletta, e' Mistero,

    disegnate il nostro intero sistema solare

    coi pianeti giusti nella dimensione e numero .

    E’ comparsa a Eridu, prima citta’,la storia,

    la vostra storia, fondata all'inizio

    di tutto. Guidati dal luminoso Dio Enki   

    il sapiente.Rivelate di aver ogni cosa

    saputo dagli Anunnaki, che significa

    coloro che dal Cielo vennero sulla Terra.

    Erano quelli divinita' a forma di rettili,

    che grazie a vascelli fiammeggianti

    arrivarono a noi dal pianeta Nibiru.

    La verita' e' nascosta nel nostro Io

    ( nell'emisfero destro) dove forse

    e' depositata l'intera storia umana.

    Quella meta' intuitiva-creativa

    con cui il nostro Io immagina

    cio' che non vede e lo dice Dio o Arte.

    Noi sumero-europei: che con la cultura

    creata nelle vostre citta'

    abbiamo costruito la nostra.

    Noi che vi dobbiamo le radici:

    che' le nostre lingue europee,

    non sono figlie dell' India, vecchio errore,

    ma della fertile Mesopotamia

    di voi Sumeri: mariti figli

    mogli degli Dei cui dobbiamo civilta'.

    Loro, i Sumeri, sono il primo gruppo umano

    che diventa popolo, organizza la societa'

    attorno al re e al tempio del Dio.

    Il Re siede a tavola sempre con sei,

    numero sacro, invitati. Scribi, dignitari,

    danzatori, un coppiere e un arpista.

    Gli Scribi per il Re e per tutti scrivono 

    leggi, regole e conti, ma anche preghiere

    e le memorie del passato: del Diluvio

    e dei Re che vengono dagli Dei,

    ma anche dell' immenso sapere:

    dalla matematica all'astronomia

    all'architettura e la musica, dopo la prima

    vostra invenzione, la piu' grande,

    quella della scrittura, quasi divina.

    Dei re e' solenne anche la veste

    in grandi pelli di pecora cui la lana

    era con cura pettinata e intrecciata,

    da aver infine tanti ciuffi regolari

    che vestono Dei, e gli  eroi e i grandi Re,

    che degli Dei erano figli o sposi.

    Altri saperi di questi uomini che si univano

    con le divinita' sono: astronomia

    architettura, scrittura e calcolo.

    Poi ci sono gli stimati artigiani,i primi

    artisti sanno lavorare metalli e gioielli

    che inventano il tornio e fabbricano vasi,

    non uno, tanti, varie forme: larghi

    piatti e rozzi, alti lucidi eleganti,

    adatte ciascuna a suoi compiti.

    Anche ci sono gli addetti ai due fiumi,

    i soldati e i burocrati, che tengono conti

    che incassano i giusti tributi.

    Fu Sinleqiunnini  il primo poeta,

    era un vecchio scriba e sacerdote.

    Fu Sinleqiunnini vecchio sacerdote,

    gran scriba,lui il primo saggio e dotto poeta,

    a incidere queste avventure memorabili.

     Lui che gia' nel nome: "O Sin, Dio-luna,

    accogli la mia supplica". Mostra

    i suoi legami forti con gli Dei.

     Chissà se viveva nella grande Uruk,

    se era cieco anche lui come Omero.

    Certo fu il primo poeta della storia.

    Lui scrisse di una vasta epopea,

    che aveva radici in ogni citta'

    sumera, e ciascuna metteva del suo.

    Certo il vecchio scriba, il solo,

    che firmo' una pagina d’argilla,

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