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Il mazzo di fiori
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Il mazzo di fiori

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About this ebook

Venerdì 20 settembre 2013. Ludmilla entra in ufficio e trova un mazzo di fiori accompagnato da un biglietto anonimo. Sembra che nessuno abbia visto chi l'ha portato. Mentre alla sera la ragazza torna a casa, alle sue spalle avviene un incidente inspiegabile a prima vista. Il lunedì successivo la collega di ufficio, Teresa, non si presenta e Ludmilla nel tentativo di cercarla sente rispondere un commissario di polizia al suo numero. Comincia così un'avventura che la ragazza vive in prima persona. L'incidente in realtà non lo era ma si trattava di un omicidio. Ricardo, il commissario, e Lopapa, il magistrato incaricato delle indagini, si muovono tra mille difficoltà nel reperire informazioni. Prima sull'identità della morta, poi da Maria, la madre di Teresa, che non collabora. La svolta avviene con un secondo omicidio, apparentemente scollegato da quello di Teresa. Ludmilla strappa a Maria dei piccoli indizi, che chiariscono alcuni punti oscuri. Ricardo intuisce che solo operando con decisione e rapidità potrà arrivare alla soluzione dei due omicidi. Lopapa segue con rigore il suo filo logico, che non lo porta da nessuna parte. Tra colpi di scena e felici intuizioni del commissario si arriva alla loro soluzione. Il finale sarà svelato dalla viva voce di Ricardo.

LanguageItaliano
Release dateOct 9, 2017
ISBN9781370494514
Il mazzo di fiori
Author

Gian Paolo Marcolongo

Un giovane vecchio con la passione di scrivere. Amante delle letture cerca di trasmettere le proprie sensazioni con le parole. Laureato in Ingegneria. In pensione da qualche anno, ha riscoperto, dopo gli anni della gioventù, il gusto di scrivere poesie e racconti.Non ha pubblicato nulla con case editrici ma solo sulla piattaforma digitale di Smashwords e su quella di Lulu.

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    Book preview

    Il mazzo di fiori - Gian Paolo Marcolongo

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    Ringraziamenti

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    Capitolo 27

    Capitolo 28

    Capitolo 29

    Capitolo 30

    Capitolo 31

    Capitolo 32

    Capitolo 33

    Capitolo 34

    Capitolo 35

    Capitolo 36

    Capitolo 37

    Capitolo 38

    Capitolo 39

    Capitolo 40

    Capitolo 41

    Capitolo 42

    Capitolo 43

    Capitolo 44

    Capitolo 45

    Capitolo 46

    Note

    Gian Paolo Marcolongo

    Un mazzo di fiori

    Romanzo

    Questo ebook è concesso in uso per intrattenimento personale. Se desiderate donarlo a un’altra persona o lo state leggendo senza averlo acquistato, andate su

    www.smashwords.com

    e acquistate la vostra copia.

    Grazie.

    Copyright © 2017 Gian Paolo Marcolongo

    Design di copertina dell’autore © 2017

    Un mazzo di fiori di Gian Paolo Marcolongo

    Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’autore.

    Nota

    Il presente romanzo è opera di pura fantasia. Ogni riferimento a nomi di persona, luoghi o avvenimenti, indirizzi email, siti web e numeri telefonici, siano realmente esistiti o esistenti è da considerarsi puramente involontario e casuale. La testata giornalistica ‘La nuova Ferrara’ esiste ma gli articoli proposti sono di pura fantasia.

    ISBN 9781370494514

    Ringraziamenti

    Ringrazio tutti i miei follower nonché lettori del mio sito web www.newwhitebear.wordpress.com per il sostegno e i suggerimenti.

    In particolare il mio grazie incondizionato va a Ludmilla che mi ha offerto lo spunto iniziale con la frase che apre il romanzo.

    Ringrazio l’editor, Sara Gavioli, www.saragavioli.it, che con pazienza e abilità mi ha seguito nell’editing del testo fino alla sua stesura definitiva.

    Nota dell’autore

    In fondo al romanzo trovate i riferimenti con le spiegazioni delle note.

    A Giuliana

    Capitolo 1

    Può un gesto bastare più di mille parole?

    È scritto su un biglietto appuntato sul mazzo di fiori che sta sulla scrivania di Ludmilla.

    «Oh!» esclama la ragazza con lo stupore e la felicità dipinti sul volto il venti settembre del 2013, quando entra nell’ufficio.

    Eppure quel venerdì è iniziato come tutti gli altri giorni della settimana, fatto di gesti e pensieri pressoché uguali.

    Alle sette, puntuale, la sveglia la tira giù dal letto. Lei vorrebbe nascondersi sotto le lenzuola per non vedere la stampa con la pianta di Ferrara sulla parete bianca, ma la radiosveglia implacabile fa sentire la sua voce. Allunga una mano per zittirla, mentre tenta di mettere a fuoco la stanza. Sulla sedia, alla sua destra stanno i vestiti del giorno precedente, neppure ben distesi. Le ciabatte aspettano di fianco al letto. Sbuffando si alza. Deve, se non vuole fare tardi.

    Con lo sguardo assonnato si dirige in cucina per mettere sul fuoco la moka. La prima tazza della giornata. Se avessi un compagno… pensa con gli occhi semichiusi, appoggiando il capo sul bancone, pronta a schiacciare un nuovo pisolino. Se avessi un compagno, me lo porterebbe a letto. Invece…. Un lungo sospiro accompagna il gorgogliare che profuma di caffè. L'aroma è inconfondibile e risveglierà anche una morta di sonno come lei. Dopo la trafila del bagno per i trucchi, scende nel box per recuperare la Bianchi dalla tipica livrea azzurra. La vigorosa pedalata avrà il potere di svegliarla col frusciare del vento sul viso.

    Ludmilla pedala di buona lena, come le altre mattine, lungo Corso della Giovecca in direzione del Castello Estense per raggiungere il posto di lavoro.

    Teresa, la collega con cui condivide la stanza, solleva la testa, quando Ludmilla entra. Nell’ufficio le loro postazioni sono affiancate. La saluta con un sorriso e un cenno.

    Ludmilla non risponde al saluto, perché nota qualcosa d’insolito sulla sua scrivania: un mazzo di rose rosse e bianche.

    «Un mazzo di fiori?» esclama, mentre si avvicina sorpresa.

    Un biglietto è appuntato con la spillatrice al cellofan della confezione.

    Può un gesto bastare più di mille parole?

    Rimane interdetta. Fiori e parole per lei vanno a braccetto ma ignora chi le ha fatto questo omaggio floreale.

    Volge uno sguardo sorpreso verso Teresa per interrogarla sul misterioso ammiratore. Il pensiero corre al più classico dei principi azzurri ma scaccia questa fantasia improbabile, perché finora del mitico principe non ha mai scovato le tracce. In realtà non ha incontrato nessuno di suo gradimento.

    «Chi ha portato il mazzo?»

    «Non lo so. Era già qui, quando sono arrivata» risponde Teresa sollevando gli occhi dal monitor.

    «Eppure non può esserci arrivato da solo» replica Ludmilla.

    «Chiedi in portineria. Loro lo sapranno di sicuro. Può essere passato solo da lì».

    Detto e fatto. La ragazza fa un salto all'ingresso. Tuttavia la curiosità rimane intatta. Nessuno sa nulla. Nessuno ha visto entrare un mazzo di fiori. Nessun fattorino ha consegnato fiori.

    «Forse» azzarda uno dei guardiani, quasi a prenderla in giro. «Forse era nascosto sotto un impermeabile».

    «Ma non è presto?» domanda stupita senza cogliere la velata ironia.

    «Qualcuno lo porta già» risponde pronto.

    «Chi sono i freddolosi?» chiede con tono incalzante Ludmilla.

    «Non lo so» replica lui infastidito, alzando le spalle.

    Delusa ritorna sui suoi passi. Il mistero continua. Non è possibile che si sia materializzato da solo ragiona, rileggendo quel cartoncino, su cui una mano ignota ha vergato quella frase con penna stilografica e inchiostro color seppia, perfettamente intonato al biglietto.

    Chi può essere? si domanda rigirando tra le mani il raffinato rettangolo di carta di Pineider.

    Si siede. Tenta di concentrarsi sul lavoro. Niente da fare. Il pensiero è fisso, come un chiodo nel muro. Osserva colleghi e colleghe, quando entrano, nella speranza di cogliere un segno, un impercettibile indizio della mano misteriosa che ha scritto quella frase.

    Il mazzo è in bella vista sulla scrivania. Qualcuno lancia un'occhiata distratta. Altri non lo notano per nulla. Alcuni chiedono: 'Compi gli anni?'

    Neppure le telefonate sono d'aiuto. Tutte impersonali, distaccate, nessuna battuta o commento. Nulla di nulla.

    La mattina scorre lenta, come se il fiume impetuoso che scandisce il tempo fosse diventato un rigagnolo appena accennato, dove l'acqua ristagna tra i sassi.

    Diversamente dagli altri giorni Ludmilla non inforca la sua Bianchi per tornare a casa durante la pausa pranzo. Oggi non ne ha voglia. Si ferma nel bar sotto l'ufficio a farsi un tramezzino e un bicchiere di vino. Vuole camminare, riflettere, smaltire l’ansia di sapere, mentre percorre i portici del Duomo. Le vetrine non la catturano, le persone sono fantasmi.

    Vorrebbe dare un senso a quel biglietto. Fruga nelle tasche, dove l'ha riposto. Si siede su una panchina all'ombra di una quercia e lo esamina con attenzione. Grafia maschile o femminile? Scuote il capo, perché non è in grado di conoscere la risposta.

    Nota le lettere arrotondate senza svolazzi, ordinate e precise. Consonanti e vocali sono unite tra loro, esattamente allineate come se posassero su un ipotetico filo perfettamente diritto. Pare la perfezione assoluta.

    Potrebbe essere un uomo come una donna. Nessun indizio dichiara il sesso dello scrivente.

    Continua a pensare al maschile, senza disdegnare una mano femminile.

    Chi usa ancora la stilografica? Il dettaglio la lascia di stucco. Non ci aveva pensato prima. Ma sì! Solo un uomo potrebbe farlo! Un uomo sui quarant'anni potrebbe avere il vezzo di utilizzarla come indice di originalità e distinzione.

    Ripone con cura nella tasca interna della borsa il prezioso cartoncino e riprende la via dell'ufficio.

    Mentre cammina assorta, un viso la osserva e sorride.

    Quante volte ti ho vista entrare da Feltrinelli e sederti nel salottino a leggere qualche pagina di un libro. Quante volte sei uscita dalla libreria con un romanzo sotto il braccio. Ma un mazzo di fiori ti ha spiazzata.

    Capitolo 2

    Degli occhi seguono Ludmilla. Poi qualcuno si incammina dietro di lei. La può lasciare correre avanti in tutta tranquillità, perché sa perfettamente dove sta andando. Ludmilla è un libro aperto, come quelli che compra in libreria. Quando la vede scomparire nell'ingresso, accelera il passo, perché deve tornare da dove è venuto, senza farsi notare.

    La ragazza non si è accorta di nulla, assorta nei suoi pensieri. Passata la portineria, sale le scale ed entra nell'ufficio ancora vuoto. Si siede e osserva il mazzo come se una folgorante ispirazione la potesse guidare a capire da dove arriva. La carta è anonima, la confezione potrebbe essere di un fiorista qualsiasi.

    Di certo non viene da lontano con un servizio tipo Interflora, perché manca il caratteristico logo. I negozi di fiori sono rimasti in pochi in città. Ma quale sarà? si chiede, afferrando il biglietto, scivolato fuori dalla tasca.

    Guarda le rose, che non paiono soffrire la mancanza di acqua. Le sembrano vive, pronte a sorriderle. Stasera dove le metto in casa? Non ha vasi. Non è sua intenzione lasciarle in ufficio ad appassire. È assorta nei suoi pensieri. Non sente l’arrivo di Teresa.

    «Ciao» fa Teresa, entrando.

    Ludmilla sobbalza. Alza gli occhi verso di lei.

    «Ti ho spaventata?» dice la collega dispiaciuta.

    «Ero soprappensiero» risponde Ludmilla.

    «Non sei andata a casa?»

    «No, non ne avevo voglia. Sono rimasta a gironzolare in centro».

    «A fare lo Sherlock Holmes, ci scommetto!»

    Ludmilla arrossisce e non replica.

    «Scoperto qualcosa?» insiste Teresa.

    «No».

    «Eppure in qualche modo sono arrivati fin qui. Di certo non in volo».

    «Sì. Ma non capisco il gesto».

    «Un tuo ammiratore segreto!»

    «Tanto segreto che non so come ringraziarlo» conclude Ludmilla con una punta di inquietudine.

    Le viene un dubbio, perché a presidiare la portineria si alternano due gruppi. Quello del mattino stacca alle quattordici e quello del pomeriggio alle ventidue.

    Forse sono arrivati ieri sera si dice con gli occhi chiusi, abbandonandosi sullo schienale della poltrona.

    «Cosa?» domanda Teresa che ha visto muovere le labbra ma non ha ben sentito nessuna parola.

    «I fiori».

    Ludmilla appare in trance con gli occhi sognanti. Teresa sorride. Non ha mai visto la collega in quello stato.

    «Vado a sentire il secondo turno, quello pomeridiano». Si alza di scatto per precipitarsi fuori.

    In portineria trova dei guardiani differenti rispetto alla mattina. «C'eravate voi ieri pomeriggio?»

    «Certamente. Come tutti i giorni di questa settimana» risponde uno dei due.

    Ludmilla spera di conoscere finalmente la verità sul mazzo di rose. «Per caso ieri pomeriggio hanno recapitato dei fiori per Ludmilla Presente?»

    «Sì. Perché?» fa l'altro.

    Lei sorride. La sua tenacia sembra premiata.

    «Ah!» Non riesce a trattenere un’esclamazione di gioia. «Chi li ha consegnati?»

    «Non saprei dirlo con certezza. Era un ragazzo coi capelli lunghi».

    Il collega allarga la bocca e scuote la testa. È stato lui che ha parlato col fattorino. «Ma no! Hai visto dei film! Era una ragazza talmente magra che avrebbe potuto essere scambiata per un ragazzo».

    A Ludmilla non interessa il litigio tra i due ma conoscere cosa ha detto la persona. «È sicuro? Non ha detto nulla?»

    «Sì. 'Devo consegnare questo mazzo di rose alla signorina Ludmilla Presente' e io l'ho accompagnata nel suo ufficio, perché pensavo che lei fosse ancora dentro».

    «Accidenti. Ieri pomeriggio ero in permesso» borbotta delusa.

    Ritorna a capo chino in ufficio, perché alla fine non conosce l’autore dell’omaggio, né da dove provengano i fiori.

    «Allora, Sherlock?» le domanda ironica Teresa.

    «Ne so quanto prima. È venuta una ragazza ieri pomeriggio alle diciotto. Chi sia e da quale fiorista è stata incaricata non lo sa nessuno» replica affranta e delusa.

    «Ha scelto un orario curioso per una consegna» nota con un pizzico d’ironia la collega.

    «Sì. Insolito ma oculato per rimanere anonimo. I guardiani, non avendomi visto uscire, hanno pensato che fossi in straordinario e l'hanno accompagnata fino al nostro ufficio, trovandolo vuoto».

    «Per forza! Ero uscita un quarto d'ora prima. Però non sono convinta della casualità della consegna».

    Ludmilla rimane in silenzio e riprende a lavorare ma il pensiero di scoprire l'anonimo ammiratore la distrae. Alle cinque esce dall’ufficio con il mazzo di rose. Prende la Bianchi, posandolo nel cestino. Pedala con calma per evitare che cada.

    Una macchina si stacca dal marciapiede e la segue a distanza. Si muove lenta nel traffico cittadino, quando all'improvviso si schianta contro il muro del giardino Pareschi.

    «È morta!»

    «No, respira ancora!»

    «Ti dico che è morta!» ribadisce una donna. «Guarda. È immobile! Non vedi quanto sangue perde?»

    Sirene e lampeggianti blu arrivano poco dopo. Si fermano e prestano soccorso.

    «Servono i pompieri!» dice concitato uno del 118.

    Ludmilla pedala tranquilla, ignorando che una macchina la seguiva e adesso è immobile sul marciapiede contro un muro.

    Capitolo 3

    Il sole rosseggia basso sull'orizzonte. È stata una giornata calda, fin troppo. Non sembra che da domani cominci ufficialmente l'autunno. Ludmilla pensa alle rose, al biglietto e come sistemarle in casa. Il suo è un pensiero fisso: deve collocare il mazzo in un vaso. Però non ne ha mai posseduto uno.

    Quando mai qualcuno si è scomodato per regalarmi dei fiori? riflette. Colta da un'idea improvvisa, si ferma e torna sui suoi passi, verso il centro città.

    Infila contromano una stradina laterale per raggiungere più in fretta San Romano. Lì sicuramente troverò un negozio dove acquistare un vaso di cristallo.

    Fischietta la musica dei Jethro Tull e canticchia il loro 'My God'. Ride, perché da un'infinità non lo faceva.

    ’The bloody Church of England in chains of history requests your earthly presence at the vicarage for tea.’

    Arrivata a destinazione, nota che ha troppe vetrine malinconicamente vuote e opache per la sporcizia. La ricorda piena di negozi e ricca di vita. Adesso pare morta o moribonda.

    Non è più la via di una volta. Ci sono solo botteghe di cinesi, che vendono cianfrusaglie. Quelli storici non ci sono più. Che tristezza si dice, mentre blocca la bicicletta con una solida catena. Entra nel negozio di articoli per la casa.

    «Vorrei vedere dei vasi di cristallo» dice alla signora che l'accoglie con un sorriso.

    «Di che forma o genere?» le domanda quella, cortese.

    «Non ho un'idea precisa» ammette Ludmilla.

    «Un regalo?»

    «No, mi serve per la casa ma lo vorrei… non lo so nemmeno io. Purché sia di cristallo» fa Ludmilla, mentre la proprietaria si allontana.

    Sulle scaffalature del negozio stanno prodotti dozzinali. Ludmilla si sofferma sorpresa. Un tempo era un negozio con articoli di pregio. Adesso lo trova cambiato in peggio. Eppure non era da molto tempo che non vi entrava. Forse si sono modificati i gusti della gente, pensa.

    La proprietaria ritorna con tre vasi di cristallo, che dispone sul banco senza dire una parola. Aspetta la reazione della cliente, mentre sorride compiaciuta.

    Ludmilla li osserva. Non chiede nulla: né prezzo né marca. Indica quello che assomiglia vagamente a un mazzo di fiori. «Prendo questo». La forma l’ha colpita.

    «Ottima scelta. È il più bello dei tre. In offerta per il mese di settembre. Un Cristal Sèvres da collezione. Un autentico gioiello. Solo duecento ottantotto euro. Risparmia quasi cento euro!» dice la donna.

    La ragazza deglutisce. Mi piace ma mi prosciuga le finanze pensa. È tardi per pentirsi della scelta e fare marcia indietro. Oggi è un giorno speciale. Questo mazzo di fiori richiede un vaso eccezionale. Crepi l'avarizia!

    Mentre la proprietaria fa una confezione regalo, Ludmilla riflette come si sia lasciata prendere la mano.

    «Respira ancora!»

    «No, è morta! Non vedi?»

    «Eppure ha mosso gli occhi!»

    «Guardi troppi telefilm coi medici del pronto soccorso!» replica uno del 118.

    «Ho visto muovere gli occhi. Ne sono certo. I pompieri non arrivano più?» afferma con decisione l'altro.

    «Non lo so».

    La folla si ingrossa e il traffico rimane bloccato.

    «Cosa è successo?» chiede una donna grassa.

    «C'è stato un incidente» dice un uomo dai capelli bianchi.

    «Si è fatto male qualcuno?» domanda una ragazza che allunga il collo per meglio osservare la scena.

    «C'è l'ambulanza. Ma non sta caricando nessuno» replica un ragazzo col viso segnato dall'acne.

    Le sirene dei vigili si smorzano, quando arrivano, facendosi largo tra la folla che occupa quasi tutta la strada.

    Una vigilessa piuttosto paffuta cerca di far muovere l'ingorgo di macchine ferme. I primi clacson cominciano a strombettare. I pompieri sono bloccati nel traffico a trecento metri dal posto dell'incidente, finché un altro vigile non riesce ad aprire loro un pertugio per passare.

    Dopo un'eternità il corpo viene estratto dalla Smart accartocciata contro il muro e caricato sull'ambulanza che a sirene spiegate corre verso l'ospedale di Cona.

    La folla se ne va senza capire nulla della dinamica, perché ormai la curiosità è stata soddisfatta. Rimane la macchina ridotta a un ammasso di lamiere contorte, i segni sul marciapiede e i vigili che cercano di rimuovere l'ingorgo. Scattano le foto, fanno i rilievi, si guardano intorno alla ricerca di qualche testimone, trovando solo il vuoto. Ormai è quasi buio e i lampioni si accendono con una luce rosata che diventa sempre più bianca. Il carro attrezzi staziona tranquillo, quasi sonnacchioso in attesa di risvegliarsi dal letargo e di imbarcare l'auto distrutta.

    La giornata volge al termine.

    Capitolo 4

    Ludmilla raggiunge la sua abitazione col vaso infiocchettato e col mazzo di fiori, mentre la curiosità d’individuare l'ignoto ammiratore cresce in lei.

    Sistema con precisione contenitore e rose, mettendoli in evidenza sul tavolo. Si ferma ad ammirare l'acquisto e l'omaggio floreale e continua a pensare a chi possa aver scritto quel biglietto.

    Va in cucina per prepararsi qualcosa di veloce. Ha fretta di concentrarsi sul messaggio e sulla grafia. Sembra un chiodo fisso: capire il senso dell'omaggio e della bella frase, che legge

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