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Vorrei essere un virus
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Vorrei essere un virus
Ebook69 pages56 minutes

Vorrei essere un virus

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About this ebook

Avete sempre ritenuto Schopenhauer, Bukowski, Cioran e Leopardi degli incorreggibili misantropi?
Dopo aver letto questo libro vi ricrederete, avrete finalmente la certezza di cosa significhi essere misantropo e provare una totale avversione per l'umanità, tanto da desiderarne la completa estinzione.
Prometto che, se acquisterete la seguente silloge, forse risparmierò almeno i miei lettori...
 
LanguageItaliano
Release dateAug 25, 2017
ISBN9788822815798
Vorrei essere un virus

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    Vorrei essere un virus - Vittorio Tatti

    Vorrei essere un

    VIRUS

    Silloge di un blogger misantropo

    Vittorio Tatti

    Il seguente testo dovrebbe essere, fino a prova contraria, esente da errori grammaticali, quindi se ne sconsiglia la lettura agli iscritti a Facebook, per non disorientarli con un'ortografia corretta.

    In fase di rilettura, non so perché, ho iniziato a provare una forte avversione per le virgole, quindi preparatevi ad alcuni periodi molto lunghi.

    Ogni riferimento a fatti e/o persone realmente esistenti, è puramente voluto; chiedetemelo, e vi dirò tranquillamente nomi, cognomi e indirizzi delle persone che hanno contribuito a farmi girare i coglioni più dello stretto necessario.

    Parenti, vicini di casa, colleghi di lavoro, ex (quasi) fidanzate, amici o semplici conoscenti... vi assicuro che, se parlerò male di loro, è perché ho i miei buoni motivi.

    Invece, per quanto riguarda tutte le persone qui menzionate che non conosco minimamente, sono esseri umani, e questo basta e avanza per far finire nel calderone pure loro.

    © Vittorio Tatti – 2017

    Vietata la riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione.

    Introduzione

    Perché scrivere questo libro?

    Era davvero necessario saturare il mercato letterario con l'ennesima mediocre produzione?

    Non sarebbe stato meglio dedicarsi a un'attività più utile, stimolante e produttiva, tipo l'addestramento di lombrichi o il riciclaggio di coriandoli di carnevale?

    Probabilmente no: giunto all'ennesimo periodo estivo – ovviamente contaminato dalla presenza dei soliti vacanzieri/vicini di casa scassacazzo – ho sentito il bisogno di comunicare con tutti voi, per rendervi partecipi della mia avversione nei confronti vostri e di tutto il mondo, almeno di quella parte che include l'insieme degli esseri umani.

    Pensate che sia intollerante, misantropo, razzista?

    Fidatevi, non è così: vi posso assicurare che nessun altro è più resiliente di me, specialmente considerando quanto grande è il mio desiderio di vedervi volatilizzare in una nuvola di fetido vapore acqueo. Quella che chiamate intolleranza è, in realtà, una barriera difensiva che difende l'individuo intelligente da tutti gli altri imbecilli.

    Non ne posso più di voi e delle vostre belinate da idioti decerebrati: siete fastidiosi, inutili, superflui, evitabili, urticanti, repellenti, immondi, sgradevoli, odiosi, molesti, nauseanti, ripugnanti, cancerogeni.

    Vorrei camminare per strada con una nuvola temporalesca a forma di aureola che mi circondi, solo per mettere un po' di distanza tra me e voi e, di tanto in tanto, lanciare qualche fulmine sulla vostra testa bacata, come monito.

    Non userei mai, neanche se potessi, delle bombe nucleari (o un piccolo asteroide) per massacrarvi tutti, perché non voglio che muoiano anche animali innocenti, né è mia intenzione contaminare ancora di più l'ambiente.

    Se potessi scegliere, invece, mi piacerebbe essere un virus contagioso, altamente letale e resistente a qualsiasi vaccino e sistema immunitario; in quel caso mi potrei sbarazzare di voi in modo decisamente poco invasivo, se si esclude la successiva rimozione delle vostre pestilenziali carcasse in decomposizione.

    Ma, se insistete proprio a voler continuare a esistere, allora fatemi il favore di emigrare – anche illegalmente – su un altro pianeta, a patto che sia abbastanza lontano da casa mia (Giove dovrebbe bastare).

    Questo luogo è troppo piccolo, per superficie e volume, per una pacifica convivenza basata sul rispetto e il gradimento reciproco, quindi è indispensabile che qualcuno si sacrifichi per la causa: o io, o voi; meglio voi.

    Lasciate qui, però, gli animali: se il vostro primitivo talamo vi impedisce istintivamente di fare a meno della carne, iniziatevi all'antropofagia; siete in tanti, vi assicuro che non patirete la fame.

    Il titolo (Vorrei essere un virus, appunto) è il riflesso di un mio profondo e intimo sogno utopico: vivere in un pianeta senza esseri umani, al massimo con qualche ragazza per soddisfare particolari esigenze.

    Tanti scrittori di fantascienza hanno ipotizzato una Terra con solo qualche sopravvissuto a popolarla, ma sono stati ingenui e infantili nelle loro esposizioni, perché il protagonista di turno ha sempre patito l'isolamento e la mancanza di comunicazione; vi assicuro che io non sono così, vorrei davvero che ci fosse un modo per dimostrarvelo.

    Sono blogger dal 2000-2001 (quando c'era ancora Splinder) e sono stato admin di più di quindici blog. Ne ho aperti e chiusi molti, addirittura più di un talebano ricercato dall'F.B.I. In queste sedi ho affrontato diversi argomenti con altri colleghi blogger, ma anche con utenti di passaggio. A volte lo facevo per ironizzare, altre per sfogarmi.

    Tali pensieri sono ora raccolti nella qui presente silloge (cinica e ironica, forse più cinica che ironica, probabilmente solo cinica e mai ironica), provocatoria, senza filtri, non moderata e priva di un ipocrita buonismo di facciata. Non ho alcun interesse a salvare le apparenze: se vi piace bene, se non vi piace bene lo stesso.

    Sembrerò intollerante, razzista, fanatico, inquisitore e nazista, ma solo perché tutto quello che non può essere annoverato nel giusto va considerato sbagliato.

    Questo sono io: un individuo (molto) estremista da bianco

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