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Frequency - La guerra degli orfani
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Frequency - La guerra degli orfani

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La ricerca di Evelyn, la figlia di Anchisi, era il nuovo obiettivo di Devon, intenzionato ad usarla come esca per recuperare i floppy disk che Mike aveva rubato durante la strage di Castel di Guido. Pensando che il suo nemico si mettesse sulle tracce di Evelyn al fine di ottenere altre informazioni che Anchisi gli aveva nascosto con la sua morte, Devon partì per Nizza, la città in cui viveva la ragazza. Ma sulla Costa Azzurra, oltre lui e Mike, c'era un'altra persona alla ricerca di Evelyn. Era il killer Zachary Van Dillack, il figlio di Jason Van Dillack, l'uomo mandato ad uccidere i genitori di Devon, che riuscì ad uccidere a sua volta. Suo figlio era stato ingaggiato per eliminare tutti i possibili testimoni e recuperare tutte le informazioni possibili, ed aveva accettato il lavoro col solo scopo di vendicarsi per la morte del padre. La povera Evelyn è quindi l'ignaro bersaglio di una faida personale fra tre persone molto diverse tra loro, ma con la vendetta come unico punto in comune. L'unica cosa che restava da capire era chi dei tre l'avrebbe raggiunta per primo.
LanguageItaliano
Release dateAug 19, 2017
ISBN9788822813619
Frequency - La guerra degli orfani

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    Frequency - La guerra degli orfani - Renato Garofalo

    VI

    Avviso importante

    Ogni riferimento a persone esistenti, organizzazioni, o a fatti realmente accaduti è puramente casuale. 

    Sinossi

    Ex magno certamine magnas excitari ferme iras. 

    Grandi rancori suscitano grandi contese.

    (Gaio Claudio Crasso Inregillense Sabino - console della Repubblica Romana nel 460 a.C.) 

    La ricerca di Evelyn, la figlia di Anchisi, era il nuovo obiettivo di Devon, intenzionato ad usarla come esca per recuperare i floppy disk che Mike aveva rubato durante la strage di Castel di Guido. Pensando che il suo nemico si mettesse sulle tracce di Evelyn al fine di ottenere altre informazioni che Anchisi gli aveva nascosto con la sua morte, Devon partì per Nizza, la città in cui viveva la ragazza. Ma sulla Costa Azzurra, oltre lui e Mike, c'era un'altra persona alla ricerca di Evelyn. Era il killer Zachary Van Dillack, il figlio di Jason Van Dillack, l'uomo mandato ad uccidere i genitori di Devon, che riuscì ad uccidere a sua volta. Suo figlio era stato ingaggiato per eliminare tutti i possibili testimoni e recuperare tutte le informazioni possibili, ed aveva accettato il lavoro col solo scopo di vendicarsi per la morte del padre. La povera Evelyn è quindi l'ignaro bersaglio di una faida personale fra tre persone molto diverse tra loro, ma con la vendetta come unico punto in comune. L'unica cosa che restava da capire era chi dei tre l'avrebbe raggiunta per primo. 

    L'autore

    Renato Garofalo è nato a Napoli, l'11 febbraio del 1990, dove vive tutt'oggi. I suoi studi differiscono molto dal tipo di carriera che ha deciso di intraprendere . Infatti ha conseguito il diploma di Geometra, che non gli è servito a molto ; ciò lo ha spinto ad optare verso una nuova strada. Da sempre appassionato di automobili, ha comunque coltivato negli anni una certa passione per la scrittura, che lo ha portato a lavorare nei precedenti due anni alla pubblicazione di questo libro , alla realizzazione della macrostoria della correlata saga, facendola nascere dapprima come sceneggiatura, ed in seguito rivista come racconto. Alcune sue idee fanno riferimento ad alcuni maestri del cinema horror e fantascientifico, tra i quali Ridley Scott, John Carpenter e Sam Raimi, ed artisti surrealisti tra cui Hans Ruedi Giger. Da aggiungere anche una sua passione per i lavori di Quentin Tarantino, che lo hanno influenzato in alcuni tratti. Oltre che i primi tre episodi della saga di Frequency, con il quarto in realizzazione, tra i suoi progetti ne figurano già altri del genere, sia collegati ad essa, sia intraprendenti nuove strade. 

    Per contattare l'autore, potete inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:

    iwanttobelieve815@gmail.com 

    Antefatti

    Un vecchio detto recita tra moglie e marito non mettere il dito. Secondo l'Iliade, una delle più grandi guerre della storia, quella di Troia, scoppiò proprio per il rapimento della bellissima Elena, moglie di Menelao, re di Lacedemone, ovvero la futura Sparta. Tale rapimento fu orchestrato da Paride, il figlio di Priamo, re di Troia. Fu una guerra sanguinosa che durò circa dieci anni e che viene riportata, oltre che nella già citata Iliade, anche nell'Odissea di Omero. Tutto ciò a causa di una donna e dell'arroganza di un uomo che la voleva tutta per sé. Ma la si potrebbe vedere anche come una prova delle gesta che l'amore riesce a farci compiere. O anche come una prova di egoismo . Proprio come Menelao e Paride, anche Devon e Mike arrivarono ad odiarsi reciprocamente per una donna. La base del loro odio nasce dall'amore che questa misteriosa figura femminile aveva insinuato nei loro cuori, portando ad alimentare le flebili fiamme dell'egoismo e dell'astio, fino a farle diventare un vero e proprio incendio. I due ragazzi però non immaginavano che ad anni di distanza si sarebbero ritrovati in una circostanza non uguale, ma quantomeno simile. Non per amore, ma per dovere, i due erano alla ricerca della figlia di Anchisi, al la quale il padre aveva lasciato tutto in eredità e , con molta probabilità, anche del materiale compromettente per l'organizzazione, o anche solo semplici informazioni. Questo era il pensiero di Mike, che spinto dalla rabbia aveva pensato bene di uccidere il notaio Antinoli e recuperare l'indirizzo della ragazza. Devon lo conosceva già in quanto la sera che uccise Anchisi aveva trovato la bozza del testamento con un indirizzo di Nizza e il nome della ragazza.

    Sapendo che probabilmente Mike sarebbe andato a cercarla, per Devon l'unico modo per trovare i floppy che Mike aveva rubato con la Porsche del principe era di intercettarlo usando la figlia di Anchisi stesso come esca. Ma i due ragazzi non sapevano che in quella partita ci sarebbe stato un terzo giocatore. Una persona che prova va un profondo rancore nei confronti dei due, soprattutto di Devon. Zachary Van Dillack, ovvero il figlio del defunto Jason Van Dillack, assassino dell'organizzazione che uccise i genitori di Devon e che poi il ragazzo vendicò uccidendolo. Nessuno dei tre aveva più nulla da perdere e questo fattore avrebbe influito molto sui loro destini, che presto si sarebbero intrecciati in una matassa di avvenimenti più grandi di loro. Perché quando non hai più nulla da perdere e nessuno da cui tornare, tutto sembra più facile, anche quando non lo è.

    L'unica cosa che ti spinge ad andare avanti è la vendetta e la paura di morire diventa solo un effimero pensiero , offuscato dall'ombra della rabbia. L'unico obiettivo per ciascuno dei due giovani, anche se per scopi diversi, era di trovare la ragazza al fine di portarla via agli altri contendenti ; l'unica cosa da capire era chi l'avrebbe trovata per primo. Proprio da lla risposta a questo importante quesito si sarebbe decisa la sorte di Evelyn, la figlia di Anchisi.

    Capitolo I

    Dallo specchietto retrovisore della sua Thema, Devon intravide il cartello della dogana italo-francese che si apprestava a lasciare dopo aver passato il controllo con i documenti falsi che gli aveva rimediato Roger precedentemente. Era entrato sul suolo francese, diretto verso Nizza, alla ricerca di Evelyn, la figlia di Anchisi. La sua destinazione era Rue Torrini 8, l'indirizzo segnato sulla bozza del testamento del principe. L'uomo aveva lasciato tutti i suoi averi a questa ragazza, rendendola un facile bersaglio sia per Mike che per il sicario dell'organizzazione. Spettava quindi a Devon il compito di trovarla e salvarla dalla furia del suo ex compagno d'armi, usandola anche per recuperare i floppy disk che questi aveva rubato e riportarli a Roger a Monteriggioni in modo tale da recuperare dati vitali sull'organizzazione e smantellarla una volta per tutte. La posta in gioco era alta, il rischio anche, ma il ragazzo sapeva che non poteva permettersi alcun errore, altrimenti la sua vita e quella del suo amico Walter, con tutta la famiglia, non sarebbe mai tornata alla normalità.

    Devon si trovava sulla Provenzale A8, a una trentina di chilometri da Nizza. Aveva viaggiato tutto il giorno raggiungendo la Francia quella sera stessa dell'11 Giugno. Il tramonto visto dalla Costa Azzurra era magnifico, uno spettacolo sensazionale, che mai il ragazzo si sarebbe sognato di vedere. Dopo una mezz'oretta intravide il cartello d'ingresso per Nizza. Poco dopo partì la suoneria del cellulare che Leon gli aveva dato. Continuando a guidare, portò il telefono all'orecchio e rispose.

    - Pronto! - rispose il ragazzo.

    - Devon, sono io, Leon. Come va? - chiese l'uomo all'altro capo.

    - Tutto okay, sono quasi arrivato. -

    - Bene. Hai avuto problemi alla dogana? -

    - Nessuno. I documenti che mi ha fatto Roger sono perfetti. -

    - Ottimo! Gli farà piacere saperlo. -

    - Cercherò un albergo per passare la notte, magari vicino a dove abita la ragazza, e domattina vado a cercarla. -

    - Ho capito, ma fai attenzione. Ricorda che non avremo altre occasioni di prendere Mike e quei floppy. Dovrai essere molto cauto e pronto a tutto. -

    - Lo so benissimo. Come vanno le cose lì? -

    - Vuoi parlare col tuo amico? -

    - Magari! -

    - Aspetta che te lo passo - concluse Leon, passando il telefono a Walter.

    - Devon? -

    - Walt, tutto okay? -

    - Sì, tutto okay, tranquillo. Tu come stai? -

    - Un po' stanco. Il viaggio è stato lungo. Ho il culo addormentato... -

    - Risparmiati certi dettagli, okay? -

    - Scusa. Allora, i tuoi? E Claire? -

    - Stanno bene. Ci hanno portati in albergo. -

    - Davvero? Che albergo? -

    - Si chiama Hotel Monteriggioni. Quattro stelle. Niente male davvero. -

    - Mi fa piacere - concluse Devon, che però si fece più serio.

    - Senti... non abbiamo avuto modo di parlare molto, ieri - aggiunse il ragazzo.

    - Su cosa in particolare? - chiese Walter.

    - Sull'averti messo in questo casino, trascinandoci anche la tua famiglia. -

    - Amico, non potevi sapere quello che sarebbe successo. -

    - Ma avrei dovuto immaginarlo. Ti ho portato lontano da casa, lontano da Melissa... -

    - Melissa sa tutto. -

    - Cosa? Come l'ha scoperto? - sbottò sorpreso Devon.

    - Ieri è venuta a casa mia a portarmi delle cose e ha visto il massacro in strada. -

    - Cazzo... E come l'ha presa? Anche se posso immaginare... -

    - Non bene, inizialmente. Ma ieri sera, mentre tu non c'eri, le ho telefonato. Le ho parlato, spiegato alcune cose. E sembra abbia in parte accettato la situazione. -

    - Meno male. Già mi sento in colpa per averti fatto perdere la casa. Se ti facevo perdere Melissa dovevo solo spararmi. -

    - Non esagerare, dai. Alla fine non è proprio così pessima come situazione. Poteva andare peggio. Potevamo essere tutti morti. -

    - Anche questo è vero. Comunque prima trovo Mike e quei floppy, prima chiudiamo questa faccenda e torniamo alle nostre vite. -

    - Ma perché non hai voluto nessun aiuto? -

    - Sei da solo? Puoi parlare senza che ti sentano? - gli chiese Devon prima di rispondere.

    - Leon è lontano, parla pure. -

    - Perché ho bisogno di mantenere il controllo della situazione. Diciamo che ancora non mi fido abbastanza di Leon e dei suoi. Ma loro hanno i mezzi per proteggere te e i tuoi. Quindi ho bisogno di un jolly da giocare in caso si metta male. Una moneta di scambio. I floppy per le vostre vite. -

    - Non pensi che già ci avrebbero ucciso se fosse come dici tu? -

    - Pensavo anche di passarla liscia dopo il casino a Castel di Guido, ma non è stato così. D'ora in avanti ce la giochiamo d'anticipo e ci teniamo pronti ad ogni eventualità. -

    - Okay, mi sembra sensato. Ma io che faccio? -

    - Tu comportati normalmente. Non abbiamo alcun motivo per dubitare della loro bontà, però se si mette male e dovessero mostrare cattive intenzioni, non vi farebbero comunque nulla non avendo prima i floppy. -

    - Quindi fino a quando non porterai quei floppy siamo al sicuro, ma non possiamo sapere se giochiamo nella stessa squadra se non dopo. -

    - Esatto! Quindi per ora stai tranquillo, ma occhi aperti. E se scopri qualcosa di strano telefonami. Come ho detto dobbiamo giocarcela d'anticipo. Tieni gli occhi aperti... -

    - Lo farò. E tu stai attento a Mike. Quello stronzo stava per ammazzarti l'ultima volta. -

    - Stavolta lo ammazzo io. Ci sentiamo, amico! Mi farò vivo il prima possibile. -

    - Okay, ci sentiamo. Ciao! - concluse Walter, chiudendo la chiamata e restituendo poi il telefono a Leon.

    Devon, dalla sua auto, si stava addentrando nel centro di Nizza, alla ricerca di Rue Torrini, la via in cui abitava la figlia di Anchisi. Le strade erano ancora illuminate dai flebili raggi del tramonto, ma già si stavano accendendo i primi lampioni ed insegne al neon. Dopo alcuni giri, seguendo una cartina stradale presa da un autogrill, riuscì a trovare la famosa via. Era una stradina stretta, con palazzine da entrambi i lati tutte costruite in diversi stili a seconda dell'anno di edificazione. Una delle più vecchie era proprio la numero 8, quella in cui abitava la figlia di Anchisi. Era una palazzina abbastanza fatiscente, di vecchia fattura, tinta di giallo canarino e con le tegole rosse. Sulle prime Devon pensò di essersi sbagliato. La figlia di un uomo ricco come Anchisi non poteva certamente abitare in un posto simile. Pensando di aver fatto un buco nell'acqua, decise di parcheggiare l'auto di fronte alla palazzina e controllare i nominativi sul citofono, che però era abbastanza logoro e molti tasti con i nomi erano rotti o non si vedevano bene.

    - Merda! - esclamò il ragazzo. A quel punto pensò di controllare i nomi sulle buche delle lettere. Quindi attraversò il vecchio portone senza chiusura ritrovandosi in un piccolo androne pieno di crepe sul soffitto miste a muffa, carta da parati che cadeva a pezzi, pavimento macchiato e spaccato in vari punti e scalini scheggiati.

    Non c'era nessuno, nemmeno un portiere, benché ci fosse una piccola portineria con i vetri rotti. Devon vi sentì dei versi strani. Decise di dare un'occhiata attraverso il vetro rotto. Su una sedia, dando le spalle al ragazzo, c'era un ragazzo dai capelli neri, felpa grigia con cappuccio, colorito pallido e con l'ago di una siringa nel braccio, intento a farsi una dose di eroina. Devon lo guardò con indifferenza, per poi voltarsi e lasciare da solo il ragazzo, che non si accorse nemmeno della sua presenza. Raggiunse invece le cassette delle lettere. Alcune erano ammaccate, ma su tutte si leggevano bene i nomi. Devon cominciò a controllare le varie targhette, fino a quando non trovò ciò che cercava. Alla cassetta dell'interno 7 c'era segnato il cognome Grant. Il palazzo era quello giusto, la figlia di Anchisi abitava lì. Decise di vedere dove fosse la porta dell'appartamento e, guardandosi in giro, vide che c'erano solo due appartamenti al piano terra e capì che ovviamente quello della ragazza non era lì. Salì quindi le scale, su cui c'erano delle bottiglie di birra vuote. Arrivato al primo piano, vide che c'erano ben cinque appartamenti e lì vi trovò il numero 7, vicino alla porta dell'ascensore, su cui era attaccato un cartello di divieto d'accesso, in quanto non funzionante.

    La targhetta sulla porta, seppur sporca, riportava il nome di Evelyn Grant. Il ragazzo aveva trovato l'appartamento giusto, ma improvvisamente sentì il rumore del portone che si apriva. Risalì quindi le scale rapidamente, fino al secondo piano, mettendosi di fianco al muro e rimanendo in posizione, in modo che se qualcuno fosse salito, avrebbe fatto finta di scendere le scale.

    Attese un po', fino a quando non vide due ragazzi risalire e quindi lui fece finta di scendere. Alla fine attraversò di nuovo il portone ed uscì in strada.

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