Gemelle Libro 1 Lo Scambio
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Libro per ragazze dai 9 ai 12 anni: “Gemelle” è la storia entusiasmante e ricca di suspense della dodicenne Casey, che all’improvviso si trova faccia a faccia con una nuova ragazza di nome Ali Jackson, l’ultima arrivata nella classe di Casey. Di solito è divertente quando arriva una ragazza nuova. Ma non questa volta!
Quando Casey si rende conto che Ali è esattamente identica a lei, non è affatto stupita. A peggiorare le cose, Jake Hanley, il ragazzo più carino della sua classe, per il quale Casey ha una cotta, inizia improvvisamente a interessarsi ad Ali, e Casey ne è molto infastidita.
"Chi è lei e perché ha il viso uguale al mio?" Questa è una delle molte domande alle quali Casey è determinata a trovare una risposta. Tuttavia, non è affatto preparata a riceverla.
Dopo pochi giorni, il suo mondo viene totalmente sconvolto e le decisioni che prende hanno delle conseguenze che sfuggono al suo controllo.
Gemelle - Libro 1: “Lo scambio” è un favoloso libro per ragazze dai 9 ai 12 anni, che sicuramente sarà molto apprezzato. L’amicizia, la cotta per un ragazzo, il dramma e l’entusiasmo si combinano per dar vita a una storia interessante e ricca di suspense, che non riuscirete a smettere di leggere.
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Gemelle Libro 1 Lo Scambio - Katrina Kahler
Prologo
Ali
Il battito del mio cuore aumentava mentre salivo la collina. C’era qualcosa che non andava. Non sapevo cosa, ma sentivo la mia ansia aumentare a ogni passo. La cima della collina era così vicina, eppure così lontana. I muscoli delle gambe mi bruciavano. Se mi fossi fermata, probabilmente sarei caduta e non avrei raggiunto la cima. Senza pensare ai miei tremendi crampi, mi fermai improvvisamente in cima al ripido pendio. Mi sporsi, trattenendo il fiato mentre le mie peggiori paure prendevano vita.
L’auto uscì dal parcheggio. La ragazza seduta dietro si voltò. Era identica a me. Dove stava andando? Perché stava andando via? E cosa dovevo fare adesso senza di lei?
Capitolo Uno
Casey
Una settimana prima...
Mi rotolai nel letto e sbattei le palpebre alcune volte finché i numeri rossi sull'orologio del mio comodino presero forma. Li sbattei ancora un po', ma i numeri non andavano avanti. Non aveva senso. Non poteva essere così tardi —
Sentivo la voce animata di mio fratello Lucas provenire dalla cucina in fondo al corridoio.
Mi svegliai di colpo. Lucas non si alzava mai prima di me. Solitamente, mamma doveva buttarlo giù dal letto. Guardai di nuovo l'orologio e tutto ebbe un senso.
Oh cavolo! L'orario era sbagliato. Ero terribilmente in ritardo!
Balzando giù dal letto, mi precipitai lungo il corridoio fino in cucina. Le action figure di Lucas erano sul tavolo e lui le faceva saltellare sulla scatola dei cereali, facendo degli esagerati rumori di esplosioni con la bocca.
Mamma indossava un tailleur con pantaloni e aveva i capelli raccolti in uno chignon. Tirò fuori dei documenti dalla sua borsa e li mise sul tavolo. Aveva una riunione quella mattina. Si alzava sempre presto quando aveva una riunione, perché non mi aveva svegliata?
Era ora che ti alzassi,
disse senza guardarmi.
Mamma! Dovevi svegliarmi presto!"
È a questo che servono le sveglie,
disse, continuando a mettere i documenti sul tavolo.
Mi misi le mani sui fianchi. Ho dimenticato di puntarla, sono rimasta sveglia fino a tardi stanotte per finire il compito per la lezione della signorina Halliday.
Si voltò per guardarmi, spalancando i suoi occhi marroni, senza preoccuparsi. Beh, così imparerai a essere responsabile.
Strinsi i denti. Volevo ribattere, ma non c'era tempo. Invece, mi lamentai a voce piuttosto alta perché mi sentisse e tornai di corsa nella mia stanza. Avevo solo dieci minuti prima che arrivasse lo scuolabus. Quando mi guardai allo specchio, mi sarei messa a urlare. Sulla testa avevo un groviglio di capelli marroni e i miei occhi erano ancora assonati. Assomigliavo a uno zombie. Aprii un cassetto del comò e tirai fuori dei vestiti a caso. Sarebbe andata bene qualsiasi cosa. Non potevo arrivare a scuola in ritardo. Non dopo essere rimasta sveglia fino alle undici e mezzo la sera prima per finire il mio compito. Quel compito valeva la metà del voto di quel semestre, e la signorina Halliday non accettava scuse per i compiti consegnati in ritardo.
Dopo essermi vestita, mi lavai i denti e mi pettinai. Per fortuna avevo deciso di farmi la doccia la sera prima. Non mi ero mai dovuta preoccupare dei miei capelli. Mi obbedivano con un semplice colpo di spazzola, cadendomi in morbide onde sulle spalle.
Finii in tempo per prendere una barretta di cereali e un po’ d’acqua. Poi mi precipitai alla fermata dello scuolabus. Lucas era già lì con i suoi amici imbranati.
Sospirai quando il bus apparve in fondo alla strada. Ce l’avevo fatta! Sorrisi sapendo che quella giornata sarebbe andata bene.
Almeno lo credevo. Eravamo all’ultima fermata prima della scuola e ricordai l’unica cosa che avevo dimenticato. L’unica che importava davvero. Vidi nella mia mente il compito di cinque pagine, posato sulla scrivania, dove l’avevo messo dopo averlo stampato la sera prima.
No, no, no!
Sentii una stretta allo stomaco e alla gola. Come avevo potuto dimenticarmi la cosa più importante? Mi ero concentrata tanto sul mio aspetto da dimenticare di mettere il compito in borsa. Mi passai le dita tra i capelli, spostandoli dal collo per l’improvviso calore.
Aggrappandomi al sedile davanti a me, volevo catapultarmi fuori dal bus e tornare a casa di corsa. Non sarei arrivata a scuola in orario, ma almeno avrei avuto il mio compito. Un ritardo era meglio di non consegnare il compito alla signorina Halliday entro la fine della giornata.
Seduta!
mi urlò il signor Chambers, il conducente. Mi
guardava dallo specchio che aveva sopra la testa.
Alcuni ragazzi mi guardarono e mi risedetti di colpo. Poteva andare peggio di così?
Usai il telefono della segreteria scolastica per chiamare il cellulare di mia madre. Non rispose, così le lasciai un messaggio.
"Mamma, ho dimenticato il mio compito sulla scrivania. È fondamentale per il mio voto.
Per favore, lasciamelo in segreteria quando senti il mio messaggio..." Poi riagganciai. Sapevo che non avrebbe mai lasciato la sua riunione, una volta arrivata al lavoro. Il suo lavoro era molto importante per lei, più di sua figlia. Perché mia madre aveva svegliato Lucas e non me? Le nostre camere erano vicine. Ancora una volta, mi aveva messa in secondo piano. Ora dovevo andare in classe senza il mio compito a prendermi una ramanzina della signorina Halliday e un brutto voto.
Mi scese una lacrima e la asciugai. Guardai l’orologio, rendendomi conto che mancavano solo due minuti prima della lezione.
Ringraziai la segretaria per avermi lasciato usare il telefono e cercai di ignorare la sua espressione compassionevole.
L’ultima campanella suonò quando raggiunsi la cima delle scale. Attraversai di corsa il corridoio e arrivai in classe troppo tardi. La porta era chiusa, e tutti i miei compagni guardavano la cattedra. Misi la mano sulla maniglia e la girai lentamente, cercando di non fare rumore. Mi aspettavo tutti gli occhi puntati addosso, ma non fu così. Tutti ascoltavano attentamente la signorina Halliday. Quando si spostò, vidi una ragazza accanto a lei.
Ebbi un leggero sussulto e mi chiesi se stavo ancora sognando, perché la ragazza in piedi davanti alla classe era identica a me. Mi diedi un pizzicotto sul braccio e mi morsi il labbro per il dolore. Ero decisamente sveglia. Abbassai lo sguardo e notai che eravamo vestite in modo diverso. Forse stavo ancora dormendo e mi immaginavo le cose. C’erano tantissime ragazze con i capelli castani nel mondo, e lei era solo una delle tante.
Siediti, Casey,
disse la signorina Halliday con un sorriso, mostrando un dente sporco di rossetto. Ragazzi, voglio presentarvi la vostra nuova compagna.
Trovai il mio posto e posai la borsa lì vicino prima di sedermi. Ogni volta che qualcuno arrivava in ritardo, la signorina Halliday lo prendeva come esempio. Dovevo ringraziare la nuova ragazza.
Oh mio Dio!
mi sussurrò all’orecchio la mia migliore amica, Brianna, detta Brie. È identica a te!
Brie si sedette accanto a me e io feci un cenno con la mano. No, non è vero
Tuttavia, dentro di me sapevo che mi stavo solo prendendo in giro. Guardai di nuovo la ragazza nuova, sentendomi come se mi stessi guardando allo specchio. Le uniche differenze erano la lunga treccia che le scendeva sulla schiena e la sua espressione timida. La sua maglietta si adattava perfettamente ai suoi occhi scuri e alla sua carnagione olivastra. Lo stesso colore degli occhi e la stessa carnagione per i quali gli estranei mi facevano continuamente i complimenti.
Mi diedi di nuovo un pizzicotto per accertarmi che non stessi sognando.
Questa è Ali Jackson,
annunciò la signorina Halliday alla classe Vorrei che tutti voi le deste il benvenuto.
La classe disse in coro Ciao, Ali.
I suoi occhi guizzavano per