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All'Ombra Del Bullismo
All'Ombra Del Bullismo
All'Ombra Del Bullismo
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All'Ombra Del Bullismo

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Non credi anche tu che ogni persona abbia il diritto di vivere e di essere accettata per quello che è? Come credi che si senta una vittima del bullismo? Se sei una vittima troverai solidarietà, perché capirai che non sei l’unico che hanno fatto soffrire! Se sei un testimone, troverai la soluzione ed il coraggio per combattere il bullismo! Se sei un bullo, capirai il dolore che arrechi alle altre persone! La vita è piena di sorprese, basta un attimo per perdere tutto quello che ti rendeva felice lasciando spazio all’oscurità, però sta a te uscire dall’ombra ed andare verso la luce!”
Anagnostou Anthì è una Sociologa nata e cresciuta a Kastoria (Grecia), che negli ultimi anni si è trasferita a Novara (Italia) per amore. Questo è il suo primo romanzo.
LanguageItaliano
PublisherAnthì
Release dateMay 22, 2017
ISBN9788826440224
All'Ombra Del Bullismo

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    All'Ombra Del Bullismo - Anthì Anagnostou

    Bullying

    Dedicato a tutte le vittime del bullismo

    Ringraziamenti

    L’ idea di All’Ombra Del Bullismo è un flash che ho avuto una sera pensando come potessi migliorare la mia lingua italiana, un progetto così speciale che ho guidato passo dopo passo fino alla sua nascita, è stato una gioia, e voglio ringraziare le persone straordinarie che hanno contribuito a farlo arrivare a te.

    Grazie a mio marito Andrea Specchio , che ha lavorato al mio fianco correggendo il manoscritto e che con la sua creatività grafica ha realizzato la copertina. Ma, soprattutto, per il suo amore e il suo continuo incoraggiamento ed entusiasmo.

    Grazie a mia figlia Micaela , che mi ha tenuto compagnia mentre scrivevo l’ultimo capitolo, dandomi piccoli calcetti nella pancia, incoraggiandomi a finire, oggi la sua presenza mi rende ogni giorno migliore.

    Un ringraziamento particolare alla mia amica Sara Bottini , per aver avuto fiducia in me e per avermi donato il suo tempo prezioso senza esitare ad assumersi il gravoso compito di sistemare eventuali errori grammaticali: All’Ombra Del Bullismo non sarebbe ciò senza il suo lavoro.

    Infine, grazie a mia mamma e a mia sorella, che continuano a sostenere e ispirare il mio lavoro.

    Capitolo 1

    La famiglia

    Si dice che il primo gruppo sociale di cui facciamo parte in questo mondo è la nostra famiglia e ciò succede automaticamente con la nostra nascita, da questo momento fino alla nostra crescita, i genitori ci aiutano a scoprire i segreti e le problematiche della società, con lo scopo di renderci sicuri e pronti ad affrontarli.

    Ma tutte le famiglie sono uguali? No! Ciascuna è diversa ed unica perché ha caratteristiche e condizioni sociali che la rendono differente dalle altre, però tutte hanno gli stessi diritti e meritano pertanto lo stesso rispetto, come la famiglia che incontreremo nella nostra storia.

    Da qualche parte in Italia vive una famiglia, composta da quattro membri, è la famiglia Burni. Emily è la protagonista della nostra storia, è una ragazzina paffutella di quasi dieci anni, con lunghi capelli castani e occhi verdi come quelli di suo padre, il signor Fabio. Sua madre si chiama Sara, è una bella signora con i capelli rossi e occhi castani e come ultimo membro della famiglia abbiamo Diana, la sorella maggiore. Diana è una bella ragazza alta con lunghi capelli e occhi castani di dodici anni.

    La famiglia Burni lasciò il suo paese d’origine alcuni anni fa, dopo il matrimonio, per iniziare una nuova vita in un’altra città, più grande e con più opportunità di lavoro. Il sig. Fabio trovò lavoro come camionista, mentre la sig.ra Sara aprì un’attività di parrucchiera. Non sono molto ricchi ma il cibo sulla loro tavola non manca mai.

    I Burni sono una famiglia semplice e solare, con parecchi amici e tanta voglia di vivere. Diana si prende spesso cura della sorellina ed entrambe aiutano la mamma nelle faccende domestiche. L’estate sta finendo e presto riapriranno le scuole. Quest’anno Emily dovrà andare a scuola da sola perché Diana a settembre inizierà a frequentare, sempre nella stessa città, la scuola media.

    Uffa è già settembre… esclamò Emily … Com’è passata in fretta l’estate, si stava così bene …giocavamo tutto il giorno …il mare…il sole .

    e fra poco scuola…continuò Diana.

    Mi mancherai Diana, d’ora in poi dovrò andare a scuola da sola ogni mattina.

    Eh già…mi mancherai anche tu.

    Andrà tutto bene ragazze non abbiate paura! Esclamò papà, Emily piccola mia, hai già dieci anni, ce la farai da sola, ci vogliono solo dieci minuti per arrivare a scuola dove troverai le tue amiche…e tu Diana devi essere pronta ad affrontare la scuola media, farai nuove amicizie, conoscerai nuovi professori...questa è la vita, sempre piena di cambiamenti e di sfide! Concluse papà.

    Basta discutere, la cena è pronta, mangiamo! Disse mamma.

    E così la famiglia Burni si prepara ad affrontare le nuove sfide che la vita gli farà trovare sul loro cammino…Saranno davvero pronti a superarle?

    L’uscita

    Passarono due mesi dall’inizio della scuola, Diana frequenta la prima media, in questi mesi conobbe tanti amici e nuovi professori, ma si rese anche conto che le lezioni erano più difficili e gli insegnanti più severi rispetto a quelli della scuola elementare, di conseguenza doveva passare molto più tempo sui libri. Questo grosso cambiamento iniziò a far conoscere lo stress alla nostra giovane studentessa.

    Anche per Emily qualcosa cambiò, si abituò ad andare a scuola da sola senza la compagnia della sorella maggiore. Nonostante questo piccolo cambiamento la giovane protagonista aveva ancora le sue amiche Marisa ed Antonella, tutte insieme sembravano ancora felici perché avevano parecchio tempo per giocare anche dopo la scuola e perché le lezioni non erano così impegnative come quelle di Diana.

    Un pomeriggio mentre Emily giocava a casa con le bambole successe qualcosa che nessuno si aspettava.

    Santo cielo Emily puoi fare un po’ di silenzio? Non vedi che sto cercando di studiare…per favore!!!

    Scusa Diana! Non volevo disturbarti, sto solo giocando.

    Lo so che stai solo giocando! Questo è il problema, fai troppo rumore mentre studio, hai idea di quanto sia difficile la scuola media? Questa sera, quando la mamma tornerà dal lavoro, le dirò tutto!

    Mi…mi dispiace …davvero non l’ho fatto apposta, ma che hai? Perché sei così arrabbiata?

    Bastaaaaaaa! Ti ho detto di smetterla! Vai a vedere la tv!

    Va bene, come vuoi…

    Dopo quasi tre ore la mamma tornò dal lavoro.

    Ciao ragazze sono tornata! Avete fame? Vado a fare la doccia e dopo inizio a preparare la cena…

    Ciao mamma, prima ha chiamato papà, ha detto che tornerà dopodomani, sta bene e ti saluta. Le disse Emily.

    Va bene… fortunatamente lavora… abbiamo bisogno del suo stipendio per andare avanti, ci sono sempre tante spese da sostenere.

    Più tardi, mentre la mamma preparava la cena, Diana uscì dalla sua stanza ed andò in cucina…

    Ciao mamma, come stai? Tutto bene?

    Sì come al solito Diana e tu? Che ti succede? Perché questa brutta faccia?

    Perché? Perché la piccola Emily non mi lascia studiare in pace! E’ tutto il pomeriggio che gioca e fa rumore!

    E’ vero? Emily! Vieni subito qui!

    Che c’è mamma? Disse Emily uscendo dalla sua camera.

    Perché non fai la brava? Quante volte dobbiamo dirti che tua sorella ha molti compiti da fare adesso e non è più come prima! È cresciuta…non è più una ragazzina come te!

    Ok lo so…mi sono già scusata con lei…non volevo disturbarla…

    Speriamo …

    " Ma che succede a mia sorella?" Pensò Emily…" Sta cambiando…se la prende sempre con me…prima non era così…chissà se mi comporterò anch’io in questo modo quando frequenterò la scuola media…che schifo…ma tutti diventano così? Studiano tutto il giorno, sono sempre arrabbiati e non giocano mai?...Il futuro mi spaventa…"

    Da come si può immaginare Emily stava scoprendo che le condizioni di vita di una studentessa della scuola media sono molto diverse da quelle della scuola elementare…Diana non era più la ragazzina che giocava con lei dopo la scuola…era cresciuta e anche i genitori si comportano in maniera diversa dandole sempre ragione. Questo atteggiamento ad Emily appare come un disinteresse nei suoi confronti, fino ad un sabato sera dove le cose si complicarono.

    Mamma… stasera esco! Disse Diana.

    Ok…con chi esci?

    Esco con Stefania, Maria e Sabrina…

    Dove andate?

    Ah…sì…ah…volevo chiederti…se posso andare al Gigi-Bar … e tornare a casa dopo le 22:30…

    Che cosa…? Dove…? Sei pazza…? Disse la mamma sorpresa.

    Ma no che dici …voglio solo uscire con le ragazze…

    Assolutamente no! Quante volte ti ho detto che non mi piace quel tipo di bar! Non è per te, sei troppo piccola, hai solo dodici anni!

    Ma dai mamma…tutte le mie amiche hanno dodici anni e ci vanno senza che le loro mamme facciano tante storie…

    Non mi interessa che cosa fanno le tue amiche e le loro mamme! Lì non ci vai! Al massimo puoi uscire in centro fino alle 21:30… ma niente Gigi-Bar! Disse la mamma arrabbiata e proprio in quel momento arrivò a casa il papà.

    Che sta succedendo qui? Perché queste urla? Chiese.

    Tua figlia stasera vuole andare al Gigi-bar fino alle 22:30!

    Sul serio?

    Ma dai papà anche tu…sono cresciuta…le altre ragazze escono.

    Sì lo so.. escono ma non vanno tutte in quel posto fino alle 22:30! E’ pericoloso! Non hai idea che gente c’è in giro a quell’ora!

    Diana vedi che ho ragione? Lo sai benissimo che non mi piacciono tanto le tue nuove amiche, specialmente quelle che la sera tornano a casa tardi! Disse la mamma nervosamente.

    Non ci credo…perché vi comportate così?! Sono tanto stressata perché studio molto tutti i giorni, perciò ho bisogno di uscire per distrarmi …ho solo il sabato libero per staccarmi dai libri…! Quale sarebbe il problema con le mie amiche?

    Il problema è che queste ragazze hanno una cattiva influenza su di te…dicono e fanno cose che le ragazze della vostra età non dovrebbero fare. Le spiegò la mamma.

    E’ inutile continuare a discuterne, lasciamola uscire…solo così capirà!

    Fabio ma sei uscito di senno anche tu? Ma che diavolo stai dicendo?

    Ok Diana hai vinto tu …vai dove vuoi e torna a casa alle 22:30.

    Grazie papà! Ti voglio bene! E tu mamma? Sei d’accordo con papà?

    Eh… concordo con tuo padre.

    Oh grazie mamma ti voglio bene!

    La piccola Emily che dalla sua cameretta aveva sentito tutto pensò : Ma che succede, prima non volevano lasciarla uscire…poi improvvisamente hanno cambiato idea? Perché? Prima era sbagliato e adesso non lo è più? Non capisco.

    Erano quasi le 21:00, Emily e i suoi genitori stavano guardando la tv, ma la sig.ra Sara non riusciva a nascondere la sua preoccupazione…

    Ma come fai a stare così tranquillo? Disse a papà.

    Rilassati. Le rispose lui.

    Poco dopo si udì il rumore delle chiavi che aprivano la porta…era Diana!

    Ciao a tutti! Disse con voce quasi imbarazzata e la testa bassa.

    Ciao bella. Rispose il papà dando uno sguardo complice a sua moglie.

    Ciao cara. Disse la madre sorridendo verso suo marito.

    Ciao sorella! Ma sei già tornata!

    Sì Emily…se mi vedi significa che sono qui…vado a cambiarmi… Disse Diana con voce molto infastidita.

    I genitori invece avevano un bel sorriso…il sorriso di chi aveva avuto ragione!

    Cosa ti avevo detto? Disse il papà alla mamma con fare soddisfatto.

    Eh già… Rispose lei sospirando.

    Dopo circa dieci minuti Diana uscì dalla sua camera e raggiunse il resto della famiglia… ma era molto silenziosa e pensierosa.

    Anche se Emily era molta stanca, la sua curiosità le impediva di andare a dormire, voleva assolutamente sapere perché la sorella era tornata a casa così presto.

    Papà: Allora? Com’è andata? Ti è piaciuto il locale?

    Diana: Eh…a dir la verità…no! Non mi è piaciuto per niente! Devo ammettere che avevate ragione! La gente lì era grande…c’erano ragazzi e ragazze che avevano quindici-diciotto anni…che bevevano e fumavano!

    Mamma: Sì…sì…

    Diana: E poi…poi…due ragazzi di sedici anni si sono avvicinati perché volevano conoscerci …Stefania e Sabrina erano molto contente…ma io e Maria no…noi…non eravamo felici…a noi piace studiare…è ancora presto per queste cose. Non so…mamma avevi ragione riguardo le mie amiche…solo Maria la pensa come me…mi sento stupida…ho fatto un casino per uscire stasera…e alla fine…

    Papà: Hai capito che quando ti diciamo una cosa è solo per il tuo bene? Noi vogliamo solo vedervi felici…ti ho dato il permesso di uscire solo per farti capire che non sei ancora pronta per questo tipo di locali …lo immaginavo che saresti tornata a casa prima delle 22:30…ti conosco bene, infondo sei mia figlia.

    Diana: Grazie mamma e papà! Avevate ragione mi dispiace per tutto! Vi prometto che da domani inizierò a frequentare meno Stefania e Sabrina perché mi trovo meglio con ragazze come Maria, più simili a me!

    Mamma: Sono davvero fiera di te Diana…e tu Emily? Hai imparato la lezione?

    Emily: Sì mamma! Ho capito! Quando avrò l’età di Diana non vi chiederò di uscire fino alle 22:30 per andare al Gigi-bar! Ma…se Diana andava in un altro locale sarebbe stato meglio?

    Papà: Ah ah ah! Dopo alle 22:00 è pericoloso Emily in tutti i locali.

    Emily: Se lo dici tu vuol dire che è vero! Ah ah ah!

    E così i genitori fecero capire alle ragazze che la società di oggi ha tanti misteri, e che le situazioni non sono mai come sembrano, perché ci sono sempre sorprese e nuove realtà da scoprire. Il pericolo è sempre lì fuori ad aspettarle e l’unica cosa che rimane da fare è quella di affrontarlo appena possibile.

    Una situazione scomoda

    Era una fredda e soleggiata giornata di Gennaio, il sig. Fabio stava affrontando un viaggio di lavoro che lo avrebbe tenuto lontano da casa per almeno tre giorni. Come ogni giorno le ragazze si alzarono presto per fare colazione ed andare a scuola.

    Mamma! Ho finito la colazione…ora vado a scuola.

    Ok Emily, io finisco di preparare il cibo e vado al lavoro, non riuscirò a tornare a casa per l’ora di pranzo.

    Lo so mamma, me l’hai già detto ieri sera.

    Volevo solo ricordartelo, ci vediamo stasera! Buona giornata!

    Anche a te!

    Dopo qualche minuto Emily arrivò a scuola dove incontrò le sue amiche Marisa ed Antonella.

    Marisa è una ragazzina magra non molto alta, con i capelli neri a caschetto, gli occhi castani, la carnagione scura e un carattere molto socievole mentre Antonella, è molto alta, ha la carnagione chiara, lunghi capelli biondi, occhi verdi come smeraldo e un sorriso che illumina la stanza.

    Le tre amiche si salutarono velocemente e corsero subito in classe. La lezione era cominciata ma le ragazze non vedevano l’ora che arrivasse l’intervallo per giocare insieme. La campanella suonò e finalmente iniziarono a giocare a palla insieme ai loro compagni di classe!

    Emily: Passa! Passa! Marisa! Passa!

    Antonella: L’ho presa io! Ah ah ah prendi!

    Marisa: Sì è mia di nuovo!

    Emily: Passamela!

    Marisa: Prendi! Ops!

    Durante il gioco la palla rimbalzò in testa a Mario, un loro compagno di classe.

    Marisa: Scusa Mario non l’ho fatto apposta!

    Mario: Sei stata tu? Hai toccato tu la palla prima?

    Marisa: Sì non volevo…

    Mario: Ma che schifo!!! Lasciami! Non toccarmi! Sei sporca e puzzi! Sicuramente avrai qualche malattia addosso e ora la prenderò pure io!

    Marisa: Ma che dici?

    Mario: Ah ah ah, sì l’ho dimenticato il virus sei proprio tu! Sei la maripuzza!!! Che schifo! Daniel stai attento, non toccare la palla ha il virus di maripuzza, perché Marisa l’ha infettata!

    Daniel: Ah ah ah, ma la palla ha toccato prima te! Adesso hai la maripuzza!

    Mario: Hai ragione! Cavoli! Adesso la passo a Lucia! Ora io sono salvo!

    Lucia: Che schifo! No, non voglio essere contagiata!

    Marisa: Ma che sciocchezze! No è vero! Non sono malata!

    Eleonora: Ah! Lucia mi ha toccata, ora ho la maripuzza! Adesso infetto anche te Antonella!

    Antonella: Ma perché proprio me? Sei impazzita?! Tocco il muro e adesso sono immune alla maripuzza!

    Emily: Ma che state facendo? Non mi piace questo gioco! Antonella?

    Antonella: Che c’è? Non l’ho iniziato io…

    Mario: E’ proprio lei! Marisa! Non toccarla Emily!

    In quel momento suonò la campanella!

    Eleonora: E’ la campanella torniamo in classe!

    Mario: Siamo tutti guariti dalla maripuzza! Mi fai schifo Marisa, sei sporca e non ti lavi.

    I ragazzi tornarono tutti in classe e l’insegnante iniziò la nuova lezione, però Emily era molto pensierosa e preoccupata.

    " Ma che cosa è successo prima? Che gioco era quello ? Marisa ha una brutta faccia e sta per piangere, ha le lacrime agli occhi…poverina…non posso vederla così triste…non mi sento bene…ma anche Antonella? Anche lei faceva quello stupido gioco…ma noi tre siamo molto amiche, come ha potuto fare questo a Marisa?!…Non capisco…non capisco perché? Che cosa le ha fatto Marisa?…Perché si comportano in questo modo assurdo con lei?…Mario è cattivo!"

    Finalmente le lezioni terminarono e giunse l’ora di tornare a casa, Emily salutò Antonella e Marisa, la quale sembrava essersi ripresa e stare meglio. Qualche ora dopo finì i suoi compiti, ma al contrario degli altri giorni non aveva voglia di giocare con le bambole e si mise a guardare la tv, il suo pensiero andava sempre a quello che era successo a scuola quella mattina.

    " Non riesco ancora a capire che razza di gioco fosse quello della maripuzza, chissà come starà Marisa adesso, sono sicura che è a casa a piangere, avevo visto le sue lacrime già prima di andare via da scuola, anche se lei si comportava come se nulla fosse accaduto. Speriamo che questo di oggi sia solo un episodio isolato, forse Mario si era arrabbiato perché Marisa lo aveva colpito con la palla…sicuramente era per questo motivo, perché non ci ho pensato prima? E’ stato solo un brutto momento ."

    Ora era più sollevata, era sicura che quello che era successo oggi a scuola fosse solo un incidente isolato e in cuor suo sperava che cose del genere non accadessero più.

    La mattina successiva come ogni giorno le ragazze erano pronte per andare a scuola, solo che poco prima di uscire di casa scoppiò un tremendo temporale, talmente forte che la sig.ra Sara decise che era meglio accompagnare le ragazze a scuola in macchina.

    Siamo arrivate a scuola Emily! Non dimenticarti l’ombrello! Se continuerà così …ti servirà anche al ritorno, perché io non posso venire a prenderti!

    Grazie mamma non preoccuparti, riuscirò a tornare a piedi anche con la pioggia, non è la prima volta che capita!

    Ciao tesoro!

    " Ciao mamma, ciao

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