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Venom il club dei Cavalieri Oscuri e le Tarantole
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Venom il club dei Cavalieri Oscuri e le Tarantole
Ebook60 pages46 minutes

Venom il club dei Cavalieri Oscuri e le Tarantole

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About this ebook

Lilly Clarkfeld non ha mai voluto questa vita. Invece di seppellire la testa nei libri, si ritrova sul retro di una moto. Non solo, ma le sue braccia sono avvolte intorno a Asher, robusto motociclista dei Cavalieri Oscuri, e il primo amore di Lilly. Ma quando Lilly viene rapita da un club rivale, tutti i suoi piani vanno a monte. Venom, lo spietato capo banda delle Tarantole MC, non è il tipo di uomo a cui chiedere un favore. Ottiene tutto ciò che vuole, e sarà lui a mettere Lilly contro tutte le persone che ama. Riuscirà Lilly a rinunciare a tutto pur di salvare il suo primo amore? O sarà la sua nuova vita a bruciare nelle fiamme?

LanguageItaliano
Release dateMay 10, 2017
ISBN9781547500437
Venom il club dei Cavalieri Oscuri e le Tarantole

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    Storia scritta molto bene, avvincente e coinvolgente!!! Questa scrittrice non delude mai!

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Venom il club dei Cavalieri Oscuri e le Tarantole - Elsa Day

CAPITOLO UNO

Volevo correre da lui.

Ogni muscolo del mio corpo era teso, pronto per andare verso Asher. Stava sanguinando? Non riuscivo a vederlo. Era al sicuro?

Grossi motociclisti lo accerchiarono, facendolo scomparire dalla mia vista. Ma non gli stavano più dando fastidio. La loro lotta era finita. Al contrario, stavano urlando.

Cosa cazzo era quello!.

Fu l’ultima cosa che sentii prima che si facesse buio. Avrei dovuto rendermene conto. Avrei dovuto avvertire qualcosa, ma la mia mente era concentrata solo su Asher.

Così quando sentii un panno ruvido sulla mia bocca, rimasi scioccata. Cercai di urlare ma i versi erano soffocati da un bavaglio, intrappolati in gola. Prima che potessi muovermi, il mio volto bendato e incappucciato.

Non riuscivo a vedere. Non riuscivo a parlare. Non riuscivo nemmeno a respirare.

Qualcuno mi afferrò, avvolgendo il suo braccio attorno alla mia vita e mi sollevò dal pavimento. Quasi fossi una bambola di pezza, al di sopra delle sue spalle.

All’inizio, ero troppo scioccata per reagire. Non mi sembrava reale. Come è potuto succedere che avessimo lottato contro le Tarantole, che la casa sicura fosse stata bruciata, che Asher fosse stato colpito? Come posso essere stata imbavagliata e bendata quando tutto sembrava andasse bene?

Questo quando lanciai il mio primo pugno. I miei pugni si scontrarono con la pelle dura e con i muscoli, ma questo non mi fermò. Colpì. Potevo sentire chiunque mi stesse tenendo gemere mentre le mie dita penetravano nella sua carne e lo graffiavano. Volevo disegnare con il sangue. Volevo rompere le ossa.

Ma non ci riuscivo. Mi avvolsero una corda intorno ai miei polsi e alle caviglie, sfregando contro la mia pelle. Cercai di lottare, ma ero legata in modo stretto.

Ciò che notai subito dopo era il rumore scoppiettante di alcune motociclette. Pensai che fossero i Cavalieri Oscuri. Forse stavano venendo a salvarmi. Forse avevano notato quello che era successo e stavano venendo a prendere qualcuno a calci nel culo.

Aspettai, sperando di sentire delle voci familiari ma non ci fu nulla. Qualcuno mi lasciò cadere sopra a una motocicletta, sistemandomi per bene in modo che non potessi cadere. E poi iniziammo a muoverci.

L’odore acre del legno bruciato e della plastica si affievoliva sempre più. Io non sapevo nemmeno dove mi trovavo. Sapevo solo che ero sul retro di una motocicletta che stava viaggiando sempre più lontano dai Cavalieri Oscuri.

Le lacrime riempirono i miei occhi e bagnarono la benda. Mentre piangevo il tessuto che ricopriva le mie palpebre e le mie guance si attaccava. Nell’oscurità, la stessa scena si ripeteva più e più volte nella mia mente.

Il fuoco. Un’esplosione. La caduta di Asher.

CAPITOLO DUE

Le motociclette sussultavano mentre viaggiavano sulla strada dissestata. Mi urtavano, facendomi sobbalzare sulla parte posteriore della motocicletta. Mi sentivo come se fossi sempre sul punto di cadere sull’asfalto che velocemente ci passava sotto.

Quando le motociclette si fermarono, tutto il mio corpo era dolorante. Le corde avevano tagliato la mia pelle. Lo sfregamento rimosse la mia pelle e comparvero dei puntini irritati che bruciavano ogni volta che mi muovevo.

Anche se non avevo idea di dove fossi, ero felice di essermi fermata per un momento. Ma subito dopo riprendemmo a muoverci. Infine i motori si spensero e sentii dei passi calpestare il terreno intorno a me.

Ancora una volta qualcuno mi sollevò in aria e mi mise sopra le sue spalle. Questa volta non ebbi abbastanza energia per reagire. Cosa potevo fare, pregarlo di uccidermi?

Una porta cigolò e sembrava che ci stessimo muovendo sopra a delle assi di legno. Un’altra porta e il mio corpo sussultò. Sembrava che stessimo scendendo al piano di sotto.

Alla fine, ci fermammo. Per la prima volta li sentii parlare.

Gettala quaggiù disse una voce. Era rauca, come

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