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Frequency - Fuga dalla Città Eterna
Frequency - Fuga dalla Città Eterna
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Frequency - Fuga dalla Città Eterna

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About this ebook

Purtroppo Devon e Walter, mettendo a ferro e fuoco la città di Roma la sera prima, in cerca di una vendetta incondizionata, non avevano tenuto in considerazione le possibili conseguenze delle loro azioni e le ripercussioni che sarebbero sopraggiunte nelle loro vite.
Ucciso Anchisi e distrutto il centro di ricerche a Castel di Guido, dopo un incontro ravvicinato con una creatura dell'altro universo, ed aver visto sfociare la pazzia di Mike in un vero e proprio tradimento, i due ragazzi hanno così innescato una serie di eventi impossibili da fermare. Lo stesso Walter ha dovuto confessare a sua sorella Claire ciò che aveva fatto quella sera.
La mattina dopo, a casa di Devon, si presenta uno sconosciuto, che offre aiuto al ragazzo in cambio di informazioni, in quanto anche questi è coinvolto nella guerra contro l'uomo che gestisce tutta l'organizzazione.
Ci sarà davvero da fidarsi di questo Leon? In fondo, non è forse vero che il nemico del mio nemico è mio amico?
LanguageItaliano
Release dateApr 28, 2017
ISBN9788826080543
Frequency - Fuga dalla Città Eterna

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    Frequency - Fuga dalla Città Eterna - Renato Garofalo

    VII

    Avviso importante

    Ogni riferimento a persone esistenti, organizzazioni, o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

    Sinossi

    Un uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.

    (John Fitzgerald Kennedy)

    Purtroppo Devon e Walter, mettendo a ferro e fuoco la città di Roma la sera prima, in cerca di una vendetta incondizionata, non avevano tenuto in considerazione le possibili conseguenze delle loro azioni e le ripercussioni che sarebbero sopraggiunte nelle loro vite.

    Ucciso Anchisi e distrutto il centro di ricerche a Castel di Guido, dopo un incontro ravvicinato con una creatura dell'altro universo , e d aver visto sfociare la pazzia di Mike in un vero e proprio tradimento, i due ragazzi hanno così innescato una serie di eventi impossibili da fermare. Lo stesso Walter ha dovuto confessare a sua sorella Claire ciò che aveva fatto quella sera.

    La mattina dopo, a casa di Devon, si presenta uno sconosciuto, che offre aiuto al ragazzo in cambio di informazioni, in quanto anche questi è coinvolto nella guerra contro l'uomo che gestisce tutta l'organizzazione.

    Ci sarà davvero da fidarsi di questo Leon? In fondo, non è forse vero che il nemico del mio nemico è mio amico?

    L'autore

    Renato Garofalo è nato a Napoli, l'11 febbraio del 1990, dove vive tutt'oggi. I suoi studi differiscono molto dal tipo di carriera che ha deciso di intraprendere . Infatti ha conseguito il diploma di Geometra, che non gli è servito a molto ; ciò lo ha spinto ad optare verso una nuova strada. Da sempre appassionato di automobili, ha comunque coltivato negli anni una certa passione per la scrittura, che lo ha portato a lavorare nei precedenti due anni alla pubblicazione di questo libro , alla realizzazione della macrostoria della correlata saga, facendola nascere dapprima come sceneggiatura, ed in seguito rivista come racconto. Alcune sue idee fanno riferimento ad alcuni maestri del cinema horror e fantascientifico, tra i quali Ridley Scott, John Carpenter e Sam Raimi, ed artisti surrealisti tra cui Hans Ruedi Giger. Da aggiungere anche una sua passione per i lavori di Quentin Tarantino, che lo hanno influenzato in alcuni tratti. Oltre che i primi due episodi della saga di Frequency, con il terzo in realizzazione, tra i suoi progetti ne figurano già altri del genere, sia collegati ad essa, sia intraprendenti nuove strade.

    Per contattare l'autore, potete inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:

    iwanttobelieve815@gmail.com

    Antefatti

    Esiste un mostro della mitologia greca che appare nei miti di Eracle. Un serpente marino con nove teste chiamato Idra. Una creatura tanto ripugnante quanto pericolosa. Il suo solo fiato è velenoso al punto da uccidere gli uomini. Per le sue teste, al taglio di una, due ne ricrescono . E la testa centrale delle nove è immortale. Vede anche una sua apparizione nelle dodici fatiche di Ercole. Il figlio di Zeus, aiutato dal fedele Iolao, sconfigge la creatura tagliando ne le teste, mentre lo stesso Iolao cauterizza i moncherini, affinché essi non possano generare altre teste. Alla fine, l'eroe schiaccia la testa immortale sotto un masso, sconfiggendo definitivamente la creatura. L'Idra viene usat a spesso come metafora per stabilire delle scale gerarchiche in organizzazioni criminali complesse, composte da più ruoli di comando. Altre volte viene usato il paragone con la piovra, che con suoi tentacoli cerca di insinuarsi ovunque possa plasmare gli eventi a suo favore. Però, proprio come una delle nove teste dell'Idra, la notte tra il 9 e il 10 Giugno del 1990, una delle teste delle HVR Industries rotolò. Edoardo Anchisi venne prima sequestrato, poi torturato ed infine ucciso, il tutto dopo aver visto crollare il suo centro di ricerche a Castel di Guido, a Roma, per la detonazione di cariche esplosive applicate precedentemente. I tre responsabili, Devon, Walter e Mike, misero a ferro e fuoco la città di Roma, lanciandosi in un rocambolesco inseguimento tra le sue vie, per catturare il principe Anchisi in fuga, colpevole della morte dei genitori di Devon e di quelli di Mike. Dopo un lungo inseguimento, i quattro giunsero nel giardino zoologico di Villa Borghese, che si rese teatro di un altro evento straordinario. Il principe, in preda al panico, aprì un portale con uno dei famosi oggetti, sotto l'influsso delle note di Bohemian Rhapsody dei Queen, canzone che aveva la strana capacità di attivarli. Quell a che uscì fuori dal portale fu una bestia sanguinaria, che si rese molto tenace e difficile da eliminare fin da subito. Dopo aver recuperato il principe e le informazioni necessarie, Mike decise di fare di testa sua, complicando le cose e quasi uccidendo Devon e Walter. Questi, dopo aver però messo Mike alle strette, lo mettono in fuga. Ucciso Anchisi, Devon non trova comunque quella pace che cercava e quindi, dopo aver riaccompagnato a casa Walter, che nel frattempo viene sorpreso dalla sorella Claire, alla quale decide di raccontar e la verità, torna al suo appartamento e dopo alcune ore di sonno viene sorpreso da Leon, un agente dell'MI6 che è entrato in casa del ragazzo al fine di convincerlo ad aiutarlo a fermare le HVR Industries e i loro piani. Devon decide quindi di aiutare l'uomo, preparandosi per andare a controllare con lui un camion, diretto lì dove sorgeva il centro di ricerche distrutto la notte prima. Quindi, proprio come Ercole e Iolao contro l'Idra, Leon, chiedendo aiuto a Devon, vuole schiacciare la testa immortale di quest a Idra chiamata HVR.

    Capitolo I

    Il vetro del mobiletto sopra il lavandino nel bagno era tutto appannato a causa del vapore dell'acqua calda.

    La mano di Devon ci passò sopra togliendo parte dell'alone e mostrando il riflesso degli occhi del ragazzo, visibilmente provato e sofferente a causa della costola rotta la notte prima. Col volto tutto bagnato, afferrò l'asciugamano attaccato alla parete di fianco, passandoselo su tutto il viso. Rimase a fissare lo specchio per diversi secondi, con respiro affannoso e gambe tremanti. Si reggeva in piedi a malapena, e di certo le costole fratturate non erano di aiuto. Con molta delicatezza, si sbottonò la camicia blu e guardò sul costato. C'era un grosso ematoma all'altezza della costola rotta, molto vistoso. Con cura, il ragazzo si riabbottonò la camicia. Due colpi sordi lo fecero sobbalzare. Era Leon che aveva bussato alla porta cercando di spronare Devon a muoversi.

    - Tutto okay? - chiese l'uomo da dietro la porta.

    Il ragazzo sospirò e poi si voltò verso la porta chiusa.

    - Sì, solo un secondo - rispose Devon.

    Ricomponendosi, aprì il mobiletto dei medicinali e prese un flacone di metamizolo, un antidolorifico oppiaceo, riponendolo nella tasca dei suoi pantaloni neri.

    Converse bianche ai piedi, e il solito Casio F-91W al polso, aprì la porta ed uscì dal bagno. Leon intanto si sbottonò il giubbotto da moto nero, mostrando una maglietta bianca. A completare l'abbigliamento, i pantaloni marroni e degli stivaletti neri. L'uomo guardò insospettito il ragazzo.

    - Sicuro di star bene? - chiese nuovamente Leon.

    - Te l'ho detto! Sto bene... - rispose seccamente Devon.

    L'orologio sul muro del salotto segnava le sette e dieci.

    Improvvisamente, il ragazzo udì uno squillo digitale.

    Leon infilò la mano sotto giacca e tirò fuori un Motorola MicroTAC 9800X. Sollevò l'antenna ed aprì lo sportellino, per poi portare il telefono all'orecchio.

    - Sì? - rispose Leon, voltando lo sguardo, per poi riprendere.

    - Sì, è qui... Non proprio bene... Dobbiamo andare al centro di ricerche... Sì, lo so che c'è la polizia... Dobbiamo andarci... Sì, solo io e il ragazzo. Voi due rimanete dai Griffiths e se ci sono problemi portateli al sicuro... A dopo! - concluse l'uomo, parlando al telefono. A sentire il cognome del suo amico Walter, Devon scattò improvvisamente, afferrando la sua Magnum e puntandola contro Leon.

    - Cosa c'entra la famiglia di Walter? - chiese il ragazzo, mozzando il cane del revolver.

    Leon lo guardò in malo modo, aggrottando la fronte.

    - Rilassati, gli stiamo salvando il culo. Come io sono venuto a salvare il culo a te - rispose l'uomo.

    - Cioè? - rilanciò Devon.

    - Tu e il tuo amico, insieme a quell'altro squilibrato, avete seminato un bel casino e ora avete gli occhi dell'organizzazione addosso - ribatté Leon.

    Devon, visibilmente sorpreso ed allarmato, raggiunse il telefono sulla colonnina vicino l'ingresso e tenendo ancora Leon sotto tiro, compose il numero della casa di Walter. Portando la cornetta all'orecchio, il ragazzo udì i primi squilli.

    - Pronto? - rispose una voce all'altro capo del telefono.

    - Walter! Stai bene? - chiese Devon, tirando un sospiro di sollievo. Aveva riconosciuto la voce dell'amico.

    - Tutto okay. Allora, che si fa col camion? - chiese Walter. Devon scosse il capo.

    - Aspetta, aspetta! Controlla alla finestra! C'è qualcuno fuori, in strada? -

    - Non lo so, aspetta che vedo - rispose Walter all'altro capo. Devon sentì il rumore della cornetta che veniva poggiata su un qualche ripiano. Nell'attesa, Leon, con ancora la pistola di Devon puntata contro, ripose il telefono nella giacca e si limitò a guardare il ragazzo.

    - Fermo lì! - intimò Devon, puntando la pistola.

    Passarono alcuni secondi, poi Walter rispose nuovamente al telefono.

    - Non c'è nessuno qui fuori - disse Walter.

    Incredulo, Devon continuò a fissare Leon.

    - Controlla meglio, non vedi niente? - chiese nuovamente il ragazzo. Walter tornò a controllare.

    - Vedo solo un ragazzo e una ragazza che stanno fumando delle canne, appoggiati ad una macchina parcheggiata ad una ventina di metri dalla mia - rispose Walter. A quel punto, Devon si insospettì.

    - Descrivimeli! - disse il ragazzo.

    - Beh, sono entrambi bianchi, il ragazzo è robusto, ha i capelli castano scuro e corti, con una folta barba. Indossa degli occhiali da sole, un gilet di jeans, maglietta nera con un lupo stampato sopra, pantaloni mimetici grigi e scarpe da ginnastica nere. La ragazza ha i capelli lunghi e biondi, legati da una treccia. Ha le labbra carnose e... beh... un bel davanzale. Indossa una maglietta nera dei... aspetta un attimo... Metallica. Porta dei jeans grigi e scorticati, con degli scarponcini neri. Stanno appoggiati ad una macchina argentata. Una Mercedes, credo - rispose Walter, dando la descrizione più dettagliata possibile. Devon continuò a guardare Leon, ancor più sospettoso.

    - Una Mercedes? Come quelle di ieri sera? - chiese allarmato Devon. Walter però lo rassicurò.

    - No, è molto diversa. Non so dirti il modello, ma non è come quelle di ieri sera. Questa ha due porte - rispose Walter. Nello specifico, la Mercedes era una 560 SEC Coupé. Molto diversa dalle 190 E dell'organizzazione, in quanto queste erano delle berline.

    - Descrivimi quelli che hai mandato a casa del mio amico - disse Devon, rivolgendosi a Leon, sempre con la pistola puntata sull'uomo.

    - Come ti ho detto, se avessimo voluto farvi fuori, sareste già morti. Siamo qui per proteggervi - rispose Leon.

    - Descrivimeli... - ribatté il ragazzo, agitando la pistola. Leon sbuffò, ma alla fine diede la sua risposta.

    - Un ragazzo e una ragazza, lui capelli scuri, lei bionda con capelli lunghi, aspetto un po' da camionista lui, aspetto da chi si è calato un trip al concerto degli AC/DC lei. Stanno su una Mercedes coupé - rispose Leon.

    Sentendo la descrizione, Devon abbassò la pistola. Sapeva che diceva il vero. E i due ragazzi fuori dalla casa di Walter stavano solo aspettando senza far nulla, a parte fumare come due turchi.

    - Walt, i due fattoni sono okay, ma occhi aperti - rispose Devon. Sentendo tali parole, Leon spalancò gli occhi e aggrottò la fronte.

    - Eh? Fattoni? Che vuoi dire? - chiese Leon visibilmente sorpreso.

    - Vuol dire che quello che ho detto - rispose Devon.

    Leon alzò lo sguardo al cielo sbuffando.

    - Ma che cazzo... quante volte gliel'avrò detto? Quante, cazzo di volte... - imprecò Leon riprendendo il cellulare e componendo un numero di telefono, mentre Devon era ancora al telefono con Walter.

    - Aspetta un attimo... - disse il ragazzo all'amico all'altro capo del telefono, mentre osservava ed ascoltava Leon.

    - Ehi, Bob Marley, spegni quel cazzo di cannone... Come lo so non è un problema tuo, spegnilo e basta.... Me l'ha detto un uccellino... Ora spegni quel cannone... Vale anche per Fiona... - disse Leon al telefono. Poi l'uomo mise una mano davanti al microfono del cellulare e si rivolse a Devon.

    - Senti un po', chiedi al tuo amico se quei due hanno spento le canne - disse Leon. Il ragazzo apparve visibilmente perplesso, cercando di dare un senso a quella cosa.

    - Ehm... Walter... i due hanno smesso di fumare? - chiese Devon, non credendo nemmeno lui stesso a cosa stesse dicendo.

    - Stanno ancora fumando. Il ragazzo sta facendo una telefonata con un cellulare - rispose Walter.

    - Fumano ancora - disse Devon a Leon. L'uomo si innervosì ancora di più e riprese a parlare al telefono.

    - Roger, spegni subito quella cazzo di canna, o giuro che vengo lì e te la pianto nel culo! E lo stesso vale per tua sorella... Indovina un po'? Il ragazzo che dovreste controllare... Non è.... Ascolta... Fammi finire... No no no no no no... Non azzardarti... Piantala! - rispose Leon, apparendo in difficoltà nella conversazione.

    Devon continuò a guardarlo come se fosse un idiota.

    - Piantala, è imbarazzante! Non ci facciamo una bella figura... Cerca di essere professionale una volta tanto... E allora sorveglia! - rilanciò l'uomo.

    Devon continuò a fissarlo.

    - Tutto okay? - chiese il ragazzo, stranito dalla cosa. Leon fece cenno col capo e poi riattaccò. Il ragazzo riprese a parlare con Walter.

    - Ascoltami, dove sono i tuoi? E Claire? - chiese Devon.

    - Siamo tutti a casa. Tra poco andiamo in chiesa, mentre Claire... beh... - disse Walter, interrompendosi da solo. Devon rimase perplesso.

    - Claire cosa? - chiese Devon. Walter rimase in silenzio per alcuni secondi.

    - Amico, dobbiamo parlare - rispose Walter.

    - È successo qualcosa? - chiese Devon. Walter rimase in silenzio. Poi decise di sputare il rospo.

    - Ci sono degli sviluppi. Ne parleremo da vicino - rispose l'amico. Non completamente sicuro, Devon dovette accettare l'idea.

    - Va bene. Però ascolta attentamente! Non muoverti da lì e non far muovere neanche i tuoi e Claire - rispose il ragazzo. Walter si insospettì.

    - Che succede Dev? Chi sono questi tizi qui fuori? Devo allarmarmi? - chiese preoccupato Walter.

    - Appena ci vediamo te lo spiego. Nel frattempo, stai in campana - rispose Devon.

    - E come convinco i miei a non muoversi? - chiese Walter, ponendo il problema.

    - Devi trovare una scusa qualunque - rispose Devon.

    Walter non disse nulla, cercando di pensare a qualcosa.

    - E va bene, troverò un modo. -

    - Perfetto! Io vado a controllare quel camion. Ti raggiungo dopo! -

    - Da solo? Sei pazzo? -

    - Non sono solo. Hai presente i due fuori casa tua? Beh, qui c'è un loro amico. -

    - C'è da fidarsi? -

    - Non lo so, ma voglio capire che succede. Vado con lui a Castel di Guido. -

    - Va bene, ma occhi aperti! -

    - Se va male, me la svigno. -

    - Stai attento! -

    - A dopo! - concluse Devon, il quale ripose la cornetta e poi guardò Leon.

    - Ce l'hai una macchina che ci possa portare a Castel di Guido in tempo? - chiese il ragazzo.

    - Certo! Vuoi prendere anche la tua auto, magari così ti senti più sicuro? - chiese Leon. Devon scosse il capo.

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