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Il canto, la musica e i Padri della Chiesa
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Il canto, la musica e i Padri della Chiesa

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Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della partitura, con esercitazioni di armonizzazione del canto gregoriano. Eppure sono forse in pochi, troppo pochi, ad essere andati alle sorgenti giudaico-cristiane dell’Occidente. L’autore sa che, quando si è nella frenesia di in un corso di studi accademici, restano ben poco tempo e ben poche energie da dedicare a lunghi ed impegnativi approfondimenti. Con la pregiatissima prefazione del grande organista e cembalista Alfonso Fedi ed un’acuta ed energica riflessione conclusiva di Umberto Cerini, organista, cembalista ed attuale maestro di cappella della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il presente saggio si propone come volumetto di un’ottantina di pagine appena, agile e veloce, da leggersi in scioltezza e comodità, nelle pause tra una lezione e l’altra, in modo da scoprire quanto basta l’enorme ricchezza del pensiero patristico circa il canto e la musica.
LanguageItaliano
Release dateMar 7, 2017
ISBN9788826036182
Il canto, la musica e i Padri della Chiesa

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    Il canto, la musica e i Padri della Chiesa - Alessio Cervelli

    Note

    Frontespizio

    Alessio Cervelli

    I L C ANTO, LA M USICA

    E I P ADRI DELLA C HIESA

    S CRITTI PATROLOGICI SUL C ANTO E LA M USICA

    E VEICOLAZIONE

    NEL LINGUAGGIO MUSICALE SUCCESSIVO

    Prima Edizione:

    S TREET L IB, 2017

    In copertina:

    Coro dell’Abbazia di Farfa (RI)

    PREFAZIONE

    La presente fatica letteraria di Alessio Cervelli getta nuova luce sul complesso rapporto che intercorre tra il linguaggio dei suoni e la sua contestualizzazione nell’ambito della tradizione giudaico – cristiana. In particolare, prende in esame alcuni aspetti, inediti o alquanto trascurati, dello stretto legame esistente tra Ars Musica e pensiero patristico.

    Se è vero, infatti, che sono stati versati fiumi d’inchiostro sul De Musica di Sant’Agostino e sulla sua attenzione al ruolo e all’importanza che il ritmo musicale riveste nelle Sacre Scritture, non si può certo affermare che ci si sia spesso soffermati a riflettere su analoghi scritti, ugualmente eloquenti e significativi, di San Girolamo o di Sant’Ambrogio. Troveremmo anche qui, come pure in San Giovanni Crisostomo, musica delle parole e musica dei suoni che si compenetrano, come ben risulta dalla non casuale coincidenza, nella lingua greca antica, di melos e rhytmos , entrambi insiti nella pronuncia stessa delle parole.

    Dalla nota espressione di Agostino cantare nel giubilo, prende avvio un percorso lungo il quale l’autore ci guida alla scoperta di quello che ritiene quasi essere, più che uno strumento, l’attuazione pratica del pensiero agostiniano: l’organo. Lo fa da par suo, tratteggiando, con la squisitezza letteraria che lo distingue ed evitando fastidiosi luoghi comuni, una linea che, tra alti e bassi, ci potrebbe condurre fino ai giorni nostri.

    Qui, forse per superare l’inevitabile senso di smarrimento causato dalla decadenza che la musica sacra sta vivendo ormai da troppi anni, il nostro οδηγός , con un colpo d’ala, ci risolleva fino al sommo Bach, suo grande e antico amore. In particolare, alla celebre versione organistica del Corale Nun komm, der Heiden Heiland , che riprende ed elabora mirabilmente l’inno ambrosiano Veni redémptor géntium .

    Così il cerchio si chiude, senza troppo rammarico...

    Credo che si possa leggere il presente saggio del Cervelli in due modi: come un agile manuale, grazie alla felice capacità di sintesi e alla dovizia di spunti interessanti, requisito fondamentale di ogni buon manuale, ma anche come un’opera già classica, considerandone la lucida e sicura trattazione, esente da rischi di future corrosioni. Certamente, un ottimo libro su cui meditare.

    L’equilibrato corredo di note al testo completa degnamente un lavoro al quale non si può che augurare un’ampia diffusione.

    Alfonso Fedi

    Fiesole, 23 febbraio 2017

    Memoria Liturgica di San Policarpo, vescovo e martire

    INTRODUZIONE

    Se pensiamo a Sant’Atanasio, la prima cosa che ci viene in mente è la sua indefessa difesa del Credo di Nicea e dell’ortodossia della fede contro l’eresia ariana, con tutte le sofferenze che il suo eroismo comportò, in primis l’esilio, reiterato più e più volte, dalla sua amata città di Alessandria.

    Se prendiamo San Girolamo, immediatamente la nostra attenzione viene catturata dal suo bruciante e santo zelo per la Parola Divina trasmessaci nelle Sacre Scritture e da come la sua sia stata una mente davvero illuminata e moderna, insegnando addirittura greco ed ebraico a varie donne del suo seguito e terminando i suoi giorni in una celletta a Betlemme, presso il luogo della natività del Signore.

    Per non parlare del grande Agostino, che ancora oggi attira l’affetto di tanti e tanti uomini, credenti e non, gli uni per le vicende della sua conversione, gli altri per l’estrema acutezza del suo pensiero e delle parole d’amore di cui è stato testimone nel mondo.

    Quasi nessuno, tuttavia, si sofferma sul fatto che Atanasio abbia avuto delle intuizioni così profonde sui vari effetti che la modulazione dei suoni può avere sullo spirito da aver letteralmente precorso la Teoria degli Affetti, come l’avrebbe postulata secoli dopo Vincenzo Galilei e come la avrebbe analizzata nel XVII secolo Athanasius Kircher; oppure che Girolamo fosse autenticamente convinto che l’armonia numerologica della musica fosse immagine dell’armonia del creato; o che Agostino abbia espresso concetti così alti e potenti da andare oltre sé e costituire la chiave per aprire le porte ad un avvenire musicale forse impensabile senza di lui.

    L’intento di questo breve lavoro è semplicemente quello di tracciare alcune linee utili per un’adeguata comprensione della musica e del canto sacro così come li troviamo nel pensiero e nell’opera di alcuni dei principali Padri della Chiesa, senza certamente pretendere di esaurire tale argomento in un così esiguo spazio.

    Si tenterà di vedere certi sviluppi nei secoli successivi, in particolare in quelle interpretazioni che porteranno al comparire dell’organo, con qualche esempio della pratica della veicolazione nel periodo barocco, accennando al magistero e pure al pensiero musicale religioso contemporaneo.

    Lo scopo è prettamente quello di fornire all’odierno (caotico e fumoso) panorama della musica sacra e liturgica occidentale qualche buono spunto tratto da un materiale chiaro e di grandissimo valore teologico, eucologico e musicale, proveniente dalla nostra tradizione cristiana, un materiale da prendere a modello non per fossilizzarcisi sopra con bieco e ripetitivo tradizionalismo, bensì per poterlo poi serenamente superare in seno all’odierna riforma liturgica, restando tuttavia nel solco tracciato dai giganti che ci hanno preceduto e che hanno costituito le basi per la pressoché totalità della musica in Occidente.

    CAPITOLO I - ENTRIAMO NEL MERITO DELLA QUESTIONE

    Chi si accosta agli studi della musicologia

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