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In corpore sano...
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Ebook116 pages1 hour

In corpore sano...

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Piccolo manuale di educazione alimentare dedicato ai ragazzi, affinché, con il loro comportamento, siano di esempio per i loro genitori
LanguageItaliano
PublisherPubMe
Release dateOct 28, 2016
ISBN9788894813043
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    In corpore sano... - Gianni Tomassini

    bibliografiche………….……….pag.169

    Prefazione

    E’ esperienza comune per chi, come me, da tanti anni esercita la professione del pediatra, incontrare , in ambulatorio, in ospedale ed in qualsiasi altro luogo, bambini anche molto piccoli sicuramente soprap-peso se non francamente obesi. Ma la cosa che più colpisce sono i genitori di questi bambini, soprattutto le madri: la prima affermazione che fanno, quando mi incontrano, anche in maniera piuttosto ansiosa è: Dottore il mio bambino non mangia niente! Glielo dica lei che se non mangia si ammalerà.A parte che il bambino è ancora piccolo per fare i dovuti scongiuri, ma non ho mai l’impressione che il problema sia reale.Così, con tanta pazienza, ogni volta mi faccio enunciare la lista giornaliera dei cibi ed anche quella settimanale…Ed è sempre la stessa storia. All’ora canonica del pranzo, il piccolo ha già ingurgitato una montagna di calorie. Con la scusa, materna, del calo degli zuccheri e dello sforzo scolastico, fa colazioni e merende che manco…un maratoneta, saltando l’unica colazione che dovrebbe fare.E non cambia la situazione nel pomeriggio, quando, davanti alla televisione si consumano le ore, e non solo quelle, e l’unica attività motoria è la camminata dal divano… al frigorifero.Ma mio figlio fa anche sport: due volte a settimana pratica il nuoto. Peggio! La mamma ansiosa lo rimpinza prima e dopo con le solite razioni per alpinisti e, quando alla sera il bambino, tornando a casa stanco, si addormenta all’ora di cena, salta pure questa.Mi è venuto in mente che probabilmente l’educazione alimentare, della quale tanto si parla, non è corretta o perlomeno non e’ sufficiente. A scuola, secondo i programmi ministeriali, viene dedicato del tempo per questo. Della sana alimentazione trattano quotidianamente giornali e tv, salvo poi dedicare molto più tempo ai programmi in cui si insegna a preparare manicaretti iperlipidici ed ipercalorici.La responsabilità degli organi di informazione non finisce qui se consideriamo che il 38% della pubblicità televisiva giornaliera è dedicata direttamente o indirettamente alla alimentazione. E di questo tempo circa lo 80% e’speso per cibi ipercalorici ed iperlipemici (merendine, fuoripasto, snack e simili) che certo non migliorano l’educazione alimentare delle famiglie. Basta essere un minimo esperti di alimentazione e ci si rende conto che molti messaggi trasmessi dagli organi di informazione sono incompleti, contraddittori e fuorvianti. Ormai nel panorama televisivo nostrano c’è una gran quantita’ di esperti e pseudoesperti alimentaristi.

    Docenti di scienza alimentare si accalcano negli studi televisivi dando consigli superficiali per non dire banali. Ma questo sarebbe niente; il peggio è che anche presentatrici, vallette e soubrette, si sono lanciate su questa strada seguendo la moda: non c’è praticamente tramissione in qualsiasi orario e su qualsiasi rete che non parli di educazione alimentare. L'incapacità degli esperti, che intervengono regolarmente nelle trasmissioni televisive, di dare informazioni utili nel poco tempo a disposizione, comporta il fatto che il messaggio che giunge all'ascoltatore serve solo ad aumentare la sua confusione ed i suoi dubbi. Per non parlare delle cosiddette riviste di salute (soprattutto quelle femminili), infarcite di pubblicità a prodotti dimagranti di ogni genere che spesso propongono articoli sponsorizzati da questi prodotti. Così, spinto dall’ esperienza, che mi deriva dal contatto con i bambini, ho pensato di scrivere un libro divulgativo dedicato a loro, i meno responsabili degli errati comportamenti alimentari che li riguardano, augurandomi che siano loro a guidare l’ educazione alimentare dei genitori.

    Un pò di storia alimentare

    Esigenza primaria di tutti gli organismi viventi a lei e’ legata la sopravvivenza .

    L’uomo primitivo fu assillato da questo bisogno ,a tal punto che la sua sola attività quotidiana era la ricerca del cibo.

    Possiamo solo immaginare quanto dovesse costargli difendersi dai suoi simili e dagli animali, considerando che questi avevano le sue stesse necessità :una volta cacciatore, una volta preda. Col tempo e per merito della intelligenza imparò a migliorare le tecniche di caccia, la conservazione ed il trattamento del cibo aumentando il tempo per dedicarsi ad altre attività che lo hanno portato, attraverso tante tappe, ad affinare l’ingegno per la costruzione di opere monumentali. Imparò a coltivare i campi e poi con nuovi attrezzi ad estendere le colture. I contadini sopravvivevano con parte del raccolto, se c’era. Gli animali da cortile, pochi, non venivano certo sacrificati per la tavola, ma i loro prodotti, latte, uova etc..erano usati come merce di scambio per avere il minimo indispensabile per vivere.. Certo per molti secoli l’alimentazione dei nostri antenati fu sicuramente monotona: cereali, pochissima carne cruda o cotta in maniera grossolana, vegetali che oggi certo non mangeremmo, poche qualita’ di frutta. Le grandi carestie e le conseguenti epidemie portavano a morte periodicamente milioni di individui. La scarsa conoscenza della meteorologia e quindi le grandi alluvioni distruggevano le colture ed il poco bestiame portando la miseria.La vera rivoluzione alimentare si avra’ solo nel XVI° secolo. Con la scoperta dei nuovi continenti arrivano nelle cucine nuovi alimenti che sapientemente manipolati e associati tra loro dai primi cuochi dell’epoca davano un sapore nuovo ai cibi. E’ vero che all’inizio era "roba da ricchi", mentre la gente comune continuava a nutrirsi senza emozioni con i soliti cereali, i legumi, il maiale, poco pesce e pochissima carne. Ma ormai il confine, tra il mangiare per rispondere all’esigenza primaria della sopravvivenza e mangiare accontentando anche il proprio gusto, era segnato.

    L’adattabilità alimentare

    La caratteristica principale dell’uomo e’ la sua adattabilità alimentare. Questa lo porta a nutrirsi nella maniera più varia, oppure, nei casi di carestia o di scelta, con un solo e magari scarso alimento, senza risentirne più’ di tanto.E’ come se il motore della nostra auto potesse indifferentemente funzionare con qualsiasi tipo di carburante magari il gasolio, l’idrogeno o il nucleare.Ma nel corso del tempo il cibo da iniziale esigenza primaria per la sopravvivenza dell’organismo ha acquisito anche altre valenze.Quella sociale:quale miglior occasione per festeggiare un’ evento come il matrimonio o una festa di laurea se non con un banchetto? O anche un compleanno, o una festività. E per trattare un affare hanno inventato la colazione di lavoro. Quella salutistica con varie diete composte da alimenti selezionati ed in genere ipocalorici. Quella salutare in cui per ogni tipo di patologia c’e’ una dieta specifica (per ipertesi, cardiopatici, diabetici, renali etc.). Quelle religiose, etiche, settarie, per scelta etc…

    Negli ultimi anni si va facendo strada un tipo di alimentazione che potremmo definire del buon gusto. Grazie anche ad alcune associazioni presenti sul territorio nazionale (Slow-food, Gambero rosso ed altre) si ricercano alimenti di indubbia qualità prodotti spesso da piccole aziende che operano nel campo alimentare con sistemi artigianali nel rispetto della tradizione.Lo stesso si può dire della alimentazione biologica. Questa, che fino a qualche anno addietro pareva un’utopia, oggi,

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