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Vicky chiama Cagliostro
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Ebook82 pages58 minutes

Vicky chiama Cagliostro

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About this ebook

“Se ci sei batti un colpo!”, se la ridono i ragazzi, ma a noi qui è capitato di bussare alla porta sbagliata, e in casa mia si sono quasi schiodate le porte dell'Inferno. Mai contraddire le belve dell'Aldilà! Un fumo soffocante diffonde marciume senza sosta, senza pietà. Per colpa della sfida all'ignoto del Male, nelle pagine affumicate di questo libro, un povero prete finisce pure arrosto: strafulminato sul colpo. Il commissario Lupiero non tiene lui le chiavi di quella galera di spiriti dannati.
Chiodo forse scaccia chiodo: l'anima buona di mia nonna mi darà una mano a far tornare l'aria di casa respirabile ai vivi, forse presto o troppo tardi? Il Maligno non sta mai allo scherzo e dal suo Buio comanda sempre lui il gioco, un suo gioco totalmente… privo di spirito.
LanguageItaliano
Release dateJan 25, 2016
ISBN9788868170172
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    Book preview

    Vicky chiama Cagliostro - Liana Fadda

    Cococcia"

    Omissis

    Tutto incominciò circa mezzo secolo fa, la notte di Ognissanti, il primo novembre dell’anno millenovecentosessantasei, in una gelida sera in cui la tempesta faceva da padrona. Per riservatezza, omettendo le generalità dei protagonisti, preferisco mantenere anonimo il luogo in cui si svolsero i fatti che sto per narrarvi, così come le vere identità dei personaggi che, loro malgrado, si trovarono implicati nell’orripilante vicenda. Utilizzerò a tal proposito degli pseudonimi, anche se i lettori più anziani probabilmente conservano ancora memoria di ciò che accadde e io ho qui i ritagli di giornale di quell’epoca, con tanto di nomi e cognomi.

    Sono trascorsi ben cinquant’anni da allora, ma negli incubi che ancora tormentano i miei sonni di adulto, è come se i fatti fossero accaduti solo ieri.

    Contatto con l’Aldilà

    Era una sera molto fredda e umida, la pioggia batteva incessante sui vetri e il forte vento di maestrale infuriava minaccioso. Il boato dei tuoni ci faceva sobbalzare e il fulgore dei lampi illuminava la cascina a giorno. Le imposte sbattevano contro il muro provocando un fastidioso frastuono, ma la legna accesa nel camino crepitava arzilla, diffondendo tutt’intorno un piacevole tepore.

    Noi ragazzi coetanei eravamo insieme, senza adulti fra i piedi, a casa mia. I nostri genitori si trovavano al tradizionale concerto annuale della polizia e non sarebbero rientrati prima dell’una di notte. Capirete che per me e per Vicky, Melissa e Giacomo era festa grande! Avevamo deciso per una pizza a domicilio, la ordinammo da Totò, così come concordato in precedenza con i miei. Nell’attesa, ce ne stavamo sdraiati, su grandi cuscini color vinaccia ai piedi del camino e sgranocchiavamo pop-corn e patatine.

    – Che tempo da lupi, ragazzi, – disse Vicky strofinandosi le mani sul fuoco. – Teo, ti dispiacerebbe andare a chiudere le imposte? Questi colpi mi innervosiscono.

    – Accidenti, Vicky, – risposi scocciato. – Mi bagnerò tutto; vai tu, Giacomo!

    – Nemmeno per sogno, – rimbrottò lui. – Io sono ospite; sei tu il padrone di casa: a te l’onore!

    Senza fare altre storie, indossai l’impermeabile e mi avviai alla porta. Fortuna volle che proprio in quel momento arrivasse il fattorino con le pizze.

    – Sono quattromila lire.

    Gliene porsi cinque e lui mi dette mille lire di resto.

    – Grazie e buon lavoro.

    Mi aveva salvato: nessuno con la pizza fumante nel piatto avrebbe più potuto domandarmi tanto!

    – Che si fa dopo cena? Avete qualche idea? – chiese Vicky.

    – Certo, – risposi sarcastico. – Una passeggiatina al chiaro di luna. Che ne dici?

    – Mi sembra proprio la serata giusta, – ribattè lei ironica. – In televisione danno un bel film dell’orrore… è quel che ci vuole! Vi va?

    – L’ho già visto tre volte, – rispose Giacomo seccato. – Fatevi venire in mente un’altra idea più brillante!

    – Una partita a Monopoli? – propose Melissa.

    – E perché non a tombola?! Di’ un po’, bambola, ci hai preso per dei vecchi rimbambiti?

    – Io un’idea ce l’avrei, – sussurrò Vicky. – Una grande idea… ma non so se voi avreste abbastanza coraggio!

    – Hai qualche dubbio in proposito, ragazza? – la stuzzicò Giacomo.

    – Qualcuno… – sorrise Vicky.

    – Coraggio Vicky, – la incitai io. - Fuori il rospo!

    – Allora, – riprese lei. – La serata si presta, un tavolo in legno a tre piedi c’è, un piattino si trova, carta e penna non sono un problema, la candela eccola là. Non ci manca proprio nulla: faremo una seduta spiritica!

    – Una seduta spiritica? – ripeté Melissa come un’eco, mentre il boato di un tuono fece sussultare tutti.

    – Sì, sì, proprio così, l’ho vista fare in uno di quei film vietati ai minori di diciotto anni!

    – È una bella idea, – cercò di svicolare Giacomo. - Ma credo che serva un medium.

    – Farò io da medium, – rispose risoluta Vicky.

    Ci scrutammo in volto. La paura era negli occhi di tutti, ma uno stato d’animo ancor più forte dominava i nostri sguardi: l’eccitazione.

    Non ci fu bisogno di aggiungere altro. La decisione era già presa, all’unanimità!

    Il conte di Cagliostro

    Finimmo di cenare in un batter d’occhio, avevamo altre priorità rispetto al cibo e soprattutto tanto entusiasmo e desiderio di buttarci a capofitto in una nuova avventura.

    Non sapevamo di certo a che cosa saremmo andati incontro. La pioggia continuava a picchiettare insistente sui vetri e di tanto in tanto il bagliore di un fulmine rischiarava la notte.

    – Teo, prendi il tavolino di legno e ponilo al centro della stanza; tu, Melissa, scrivi su un foglio di carta tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri dallo zero al nove e le parole ‘sì’ e ‘no’, – ordinò Vicky. - Io nel frattempo cerco un piattino e accendo la candela.

    In pochi minuti avevamo allestito una stanza da brivido. Controllai l’orologio: segnava le ventuno e ventisei; restavano a nostra disposizione ancora tre ore abbondanti, prima che i vecchi facessero

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