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Oltre il muro
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Oltre il muro

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About this ebook

Nelle prime ore del tredici agosto del 1961 le unità armate della Germania dell’Est interrompono tutti i collegamenti tra Berlino Est e Ovest e iniziano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di entrambe le parti, un muro insuperabile che attraversa tutta la città, dividendo le famiglie in due e tagliando la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra Est e Ovest diventa una trappola mortale. I soldati ricevono l’ordine di sparare su tutti coloro che cercano di attraversare la zona di confine, la cosiddetta striscia della morte. Vicini amici e parenti vengono separati. Persone disperate arrivano a saltare dalle finestre delle loro abitazioni che danno sulla parte Ovest della città spesso pagando questo tentativo con la vita. Altri tentano di passare all’Ovest attraverso tunnel scavati nelle cantine.

Romano Nigiani ricostruisce un periodo difficile della nostra Storia recente senza sentimentalismo e partigianeria. Anche a Bernauer Straße, via rimasta nella parte Est, alcuni abitanti tra cui la famiglia di Hans Schuster si cimentano in un drammatico tentativo di fuga. Helmut Wimmer, coetaneo di Hans, non si dimenticherà dell’amico né della bellissima sorella e continuerà a interrogarsi sul loro destino. In un’atmosfera noir, si muovono spie e informatori della Stasi, si innescano tradimenti e si consumano indicibili torture sì come insospettabili gesti di solidarietà. Sullo sfondo lei, una giovane donna disposta a tutto pur di lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare.

Un romanzo ben scritto e avvincente, che esplora gli abissi dell’animo umano.
LanguageItaliano
Release dateMar 1, 2016
ISBN9788863968125
Oltre il muro

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    Oltre il muro - Romano Nigiani

    dell’autore

    Personaggi

    Hans Schuster, un giovane di Berlino Est.

    Dieter Schuster, padre di Hans

    Alyna Schuster, sorella minore di Hans

    Helmut Wimmer, amico di Hans

    Otto Harting, detto il Professore, un vicino di casa

    Alfred Schuster, fratello di Dieter Schuster e zio di Hans, a Berlino Ovest

    Fritz Grüning, informatore della Stasi

    Wolfgang Schmietz, capo della sottosezione Abteilung XIVdella Stasi

    Thomas e Markus Krüger, fratelli abitanti di Berlin-Mitte

    Gerd e Uwe Jung, padre e figlio abitanti di Berlin-Mitte

    Helen Jancke, dottoressa dell’ospedale militare di Drewitz

    Else Zobel, infermiera dell’ospedale militare di Drewitz

    Paul Winkler, autista e uomo tuttofare

    Hermann Möller, contadino delLand Meclemburgo-Pomerania

    Helga Möller, sua moglie

    Carsten Möller, il figlio dodicenne

    Ursula Uschi Möller, la figlia di dieci anni

    Oskar Oblak, detto O.O., il più grande commerciante di Pampow

    Franziska Holz, alias Melanie, agente operativo della Stasi

    Wilfried Krüger, lo sconosciuto; Hauptinspektor delle Ferrovie Federali

    Berta Reichelt, ex bibliotecaria del Terzo Reich

    Larissa Frank, alias Lara, giovane studentessa dell’Istituto Superiore di Scienze Naturali

    Stefanie SteffiJäger, detta la Pettegola, studentessa amica di Larissa

    Annika Winter, alias Anja, studentessa dell’Istituto Superiore di Scienze Naturali

    Madame Colette Lambert, proprietaria della Maison Paradis

    Gisèle, Angelika, Gigì, Veronika e Ninette, ragazze della Maison Paradis

    Eugen, cliente dell’établissement di madame Lambert

    1

    Bernauer Straße, 13 agosto 1961

    Era una domenica mattina, un giorno di festa in piena estate. Uscì dal portone di casa spingendo la sua vecchia bicicletta. Hans era un ragazzo dai capelli biondi chiarissimi, quasi bianchi, lisci e tagliati alti sulle tempie. Aveva una faccia da adolescente con un nasino all’insù e occhi azzurri vispi e intelligenti. Appena fuori dal portone svoltò a sinistra; doveva incontrare il suo amico Helmut, avevano concordato di fare un giro in bicicletta per il quartiere.

    Vide, a breve distanza da dove la sua strada, la Wolliner Straße, faceva angolo con la Bernauer Straße, un gruppo di persone e qualche veicolo fermo che intralciavano la via. Era una visione inconsueta per quel quartiere, residenziale e popoloso ma piuttosto tranquillo. Dal gruppo si staccò un ragazzo della sua età. Lo salutò da lontano agitando le braccia. Aveva i capelli rossi come carote, lentiggini sulla faccia e calzoni corti, che mostravano le gambe bianche come il resto della sua carnagione.

    Si avvicinò spingendo la bicicletta, si notava che era agitato, le prime parole che gli uscirono di getto dalla bocca furono incomprensibili. Gli occhi grigio-verdi dell’amico erano spalancati come in preda a una forte emozione.

    Ehi! Calma, Helmut! Che cosa succede?

    Appena l’amico recuperò il fiato, disse di getto: Non vedi cosa succede? Stanno chiudendo la nostra strada!

    Insieme, correndo, si diressero alla fine della via, mentre Hans chiedeva: Chi? Come? Chi chiude la nostra strada?

    Lasciarono a poca distanza le biciclette e si avvicinarono al gruppo di persone che immobili osservavano la scena.

    Hans si fece largo, seguito dal suo amico, e con grande meraviglia vide dei soldati in uniforme che stavano fissando sull’asfalto, a pochi metri di distanza dalle case, enormi rotoli di filo spinato. La gente intorno ai due ragazzi guardava ammutolita. Nessuno osava accennare una protesta. I militari che stendevano il filo spinato erano in maniche di camicia e lavoravano celermente, ma accanto a loro altri militari armati di MP, piccoli fucili mitragliatori, erano rivolti verso la folla con un cipiglio truce che non ammetteva domande o proteste. Hans poté a malapena sentire qualche commento sussurrato dai presenti: Hanno iniziato questa mattina presto…

    No… non è solo qui… non è solo sulla Bernauer Straße, stanno innalzando degli sbarramenti in tutta Berlino!

    Un uomo, evidentemente il proprietario di uno dei veicoli fermi al centro della strada, disse: Sì, stanno sbarrando il passo ovunque. Non si può più passare da Berlino Est a Berlino Ovest. Io ho cercato questa mattina presto di passare per la Porta di Brandeburgo, ma la strada era bloccata all’altezza del viale Unter den Linden, a una certa distanza dalla Porta.

    I due amici si allontanarono dal gruppo.

    Helmut disse: Non è possibile che abbiano sbarrato tutte le strade!

    Hans rispose con aria cupa: Temo invece che sia proprio così. E ora come faremo a fare visita a mio zio, che abita nella zona Ovest, nel distretto di Wedding, a poche centinaia di metri da qui?

    I due ragazzi costernati inforcarono le loro biciclette e fecero il giro del quartiere entrando e uscendo da ogni strada che sfociava nella Bernauer Straße, ma ovunque si trovarono di fronte la stessa scena: unità della Volkspolizei, la Polizia del Popolo, e della Polizia dei Trasporti, avevano già eretto o stavano erigendo sbarramenti di filo spinato sotto lo sguardo degli abitanti allibiti e incapaci di reagire, tenuti a distanza da agenti armati. Anche davanti alla facciata in mattoni rossi della Versöhnungskirche, la Chiesa della Riconciliazione, nella Bernauer Straße, i militari avevano già piazzato un varco insormontabile di filo spinato.In quel momento nessuno avrebbe mai immaginato che quello fosse l’inizio di una tragedia e che da quel giorno fino al 1989, per ben ventotto anni, il muro di Berlino avrebbe tagliato in due non solo una città, ma un intero paese, dividendo famiglie, amici e concittadini. Fu il simbolo della divisione del mondo in una sfera americana e una sovietica, fu il simbolo più crudele della Guerra Fredda.

    Nelle prime ore del mattino del tredici agosto 1961,davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti furono eretti sbarramenti provvisori ai confini del settore sovietico verso Berlino Ovest e furono rimossi tratti di pavimentazione sulle strade di collegamento per interromperle. Unità della Volkspolizei, chiamata in breve Vopos, e altre unità militari bloccarono ogni circolazione al confine tra i settori. Con questi sbarramenti da un giorno all’altro furono tagliate e separate strade, piazze e case, e i collegamenti del traffico urbano vennero interrotti. La sera del tredici agosto in casa della famiglia Schuster, nel quartiere Mitte di Berlino Est, a poche decine di metri dagli sbarramenti della Bernauer Straße, Hans ascoltava, con suo padre, sua sorella minore e un vicino di casa, la voce del borgomastro di Berlino Ovest, Willy Brandt, che attraverso una vecchia radio stava proclamando, con voce rotta dall’emozione, davanti al parlamento di Berlino: L’amministrazione di Berlino denuncia davanti a tutto il mondo le misure illegali e inumane di chi divide la Germania, opprime Berlino Est e minaccia Berlino Ovest…

    …avevano già eretto o stavano erigendo sbarramenti di filo spinato…

    Nel modesto salotto di casa Schuster, arredato con mobili antiquati, i presenti ascoltavano la radio in silenzio. Fu il vicino di casa, un uomo magro di mezza età, dalla faccia scarna con capelli radi che a malapena coprivano un’incipiente calvizie, a parlare per primo. Le sue spesse lenti da miope ingrandivano a dismisura i suoi occhi tristi e leggermente acquosi. Rivolgendo lo sguardo verso Dieter Schuster, disse: Caro Dieter, questo è l’inizio della fine, stiamo precipitando in un baratro. Ora non avremo più neanche l’appoggio morale e materiale dei nostri parenti e amici del settore Ovest, la Berlino libera.

    No, Otto, forse ti sbagli. Non può essere una situazione duratura: Berlino Ovest si occuperà di trovare un nuovo modo di ottenere dei permessi di transito per passare da Est a Ovest. Hai sentito quello che stava dicendo Willy Brandt…

    Otto Harting, detto il Professore, lo interruppe, e alzando l’indice ossuto, disse con voce grave: No, purtroppo credo che sia tu che ti sbagli! Questo era prevedibile già da tempo. Tu sai bene, Dieter, che inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra i settori, ma con l’inasprimento della Guerra Fredda i movimenti sono stati limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest è stato chiuso nel 1952 e l’attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est è aumentata. Sapevi, Dieter, che circa due milioni e mezzo di tedeschi dell’Est sono già passati a Ovest tra il 1949 e oggi? Fece una breve pausa, poi il Professore riprese: La nostra così nominata Repubblica Democratica si sta dissanguando: sono principalmente i giovani che passano in massa a Ovest! Per questo, per fermare l’esodo delle persone dalla Germania Est hanno cominciato da ieri notte a innalzare gli sbarramenti attorno ai tre settori occidentali di Berlino Est, e non si fermeranno così facilmente.

    Cadde un silenzio pesante. Dieter Schuster sapeva che il suo vicino aveva ragione. Otto Harting, ex insegnante di liceo, era un uomo di poche parole ma molto colto e ben informato sulle questioni politiche. Il silenzio fu interrotto dalla voce della piccola Alyna, la sorella di Hans, minore di lui di due anni. Anche lei come il fratello era bionda, con i capelli color grano maturo in piena estate. Non aveva ancora compiuto quattordici anni, e il suo corpo slanciato mostrava i primi segni di sviluppo. Chiese con voce eccitata: Allora, babbo, non possiamo più andare a visitare lo zio Alfred a Wedding?

    No, Alyna, credo proprio che per il momento non potremo visitare lo zio. Chinò la testa mestamente per sfuggire agli sguardi attenti dei suoi figli. Dentro di sé aleggiava un pensiero che lo turbava: non solo non avrebbe potuto visitare suo fratello Alfred, ma neppure avrebbe potuto visitare il cimitero, a poche centinaia di metri oltre gli sbarramenti di filo spinato, dove da tre anni giaceva la sua giovane moglie.

    Purtroppo le previsioni del Professore si rivelarono giuste: gli sbarramenti eretti il tredici agosto 1961 erano fatti di filo spinato, ma già il quindici, mentre le truppe del Kampfgruppen presidiavano la linea di confine, iniziò la costruzione del muro, utilizzando elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formarne il nucleo. Il muro divise fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un’isola rinchiusa entro i territori orientali.

    Le autorità della Repubblica Democratica, DDR, sostenevano che si trattasse di un muro di protezione antifascista creato per evitare un’aggressione dell’Ovest. Fu chiaro sin dall’inizio che questa spiegazione serviva come copertura per impedire ai cittadini della Germania Est di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest, poiché la Germania Est non riusciva a controllare completamente il traffico tra i settori occidentali di Berlino e il resto della Germania Ovest. In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all’Ovest, per non parlare delle diserzioni dall’esercito. Con la costruzione del muro le migrazioni furono drasticamente bloccate.

    Lo sbarramento completo del confine tra i settori, dal quel giorno in poi, intaccò in modo particolarmente violento la vita quotidiana degli abitanti della Bernauer Straße. Da un giorno all’altro non poterono più percorrere le vie abituali. Vicini, amici e parenti vennero separati. Le case dirimpetto appartenevano a un altro sistema politico. Anche senza un loro intervento e contro la loro volontà, gli abitanti di Bernauer Straße divennero testimoni e attori protagonisti della storia tedesca del dopoguerra a Berlino. Persone disperate arrivarono a saltare dalle finestre delle loro abitazioni che davano su Berlino Ovest e pagarono questo atto con la vita. Ma dalla Bernauer Straße avvennero anche fughe coronate dal successo.

    Erano gli ultimi giorni delle vacanze estive. Hans Schuster e il suo amico Helmut Wimmer sarebbero dovuti tornare presto a scuola. Frequentavano entrambi un liceo nel loro quartiere, chiamato Berlin Mitte. Appoggiati alle loro inseparabili biciclette guardavano i militari che sostituivano gli sbarramenti di filo spinato con un muro di lastre di cemento e blocchi forati, mentre sentinelle armate della Volkspolizei controllavano i lavori. Edifici residenziali furono coinvolti nelle fortificazioni di confine, come per esempio in Bernauer Straße, dove i marciapiedi appartenevano al distretto di Wedding (Berlino Ovest), mentre la fila di edifici a Sud apparteneva al distretto di Mitte (Berlino Est).

    I due ragazzi guardavano increduli i militari che muravano le entrate delle case e le finestre al piano terra.

    Helmut e la sua famiglia abitavano appena dietro l’angolo tra la Bernauer Straße e Wolliner Straße.

    Hans chiese: Come farete ora a entrare in casa?

    Helmut rispose cupo: Hanno aperto un passaggio attraverso i cortili interni.

    Difatti da quel giorno gli abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili che si trovavano a Berlino Est.

    Ma perché stanno murando anche le finestre? chiese ancora Hans.

    Perché molti dei nostri vicini, nelle ultime settimane, sono scappati gettandosi dalle finestre del piano terreno e saltando nel settore di Wedding occupato dai francesi… Non hai saputo della vecchia Frieda?

    No! Quale Frieda?

    Ma dai! La vecchia Frieda Schulze, che ha settantasette anni e fino a ieri viveva in quel portone laggiù oltre casa nostra. Helmut indicò verso la facciata annerita di una casa e poi riprese: Proprio ieri è rimasta penzoloni fuori della sua finestra al primo piano per diversi minuti. È stata proprio una scena memorabile! C’era un tizio alla finestra che la teneva per le braccia, un altro in piedi sul davanzale del piano terreno che cercava di farle appoggiare i piedi sulle sue spalle, ma la vecchia Frieda aveva paura…

    Allora cosa è successo? incalzò Hans.

    Dopo parecchi minuti che era lì a penzoloni, è caduta nella Bernauer Straße.

    È morta? Si è fatta molto male?

    Non saprei, c’erano molte persone sul marciapiede sotto ad aspettare che si gettasse dalla finestra. È caduta sopra un mucchio di braccia protese verso di lei, e poi tutti sono scappati verso Wedding portandola via.

    …è stata proprio una scena memorabile…

    Accidenti! Ci vuole un bel coraggio a scappare così. Sembra che la vecchia Frieda abbia avuto più fortuna di Rolf Urban, che da quel che ho sentito dire, dopo pochi giorni che avevano messo gli sbarramenti si è gettato dal primo piano della sua abitazione di Ackerstraße angolo Bernauer Straße. Mio padre ha detto che è rimasto gravemente ferito… credo che si sia rotto le gambe.

    È riuscito a scappare? chiese Helmut.

    Non lo so, qualcuno lo ha portato via.

    I due ragazzi rimasero a lungo a osservare in silenzio le facciate delle case che dalla Wolliner Straße facevano angolo con la Bernauer Straße. Erano quasi tutti edifici che si elevavano, oltre al piano terreno, di altri quattro piani. Le facciate erano grigie o d’altri colori indefiniti, segnate dal tempo e dalle intemperie. Tutte case residenziali che avevano visto anni migliori prima dell’ultima guerra mondiale.

    Erano i primi giorni dell’ottobre 1961, un piccolo gruppo di uomini si era riunito in casa di Otto Harting. Tra loro era presente anche Dieter Schuster. Stavano commentando la morte di un vicino di nome Bernd Lünser, che si era gettato dal

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