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Come fare soldi con i rifiuti
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Come fare soldi con i rifiuti
Ebook97 pages43 minutes

Come fare soldi con i rifiuti

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L’autore ha deciso di pulire il suo computer mettendo in suo libro tutto quello che occorre sapere per fare soldi con i rifiuti. Lo dice in premessa, al di là di quelli che sono tracciati come progetti, legati alla propria esperienza, il resto vale come approccio verso un settore sempre in continua espansione. Del resto si sa che il popolo italiano è creativo e la storia ci comunica che straccivendoli sono diventati imprenditori; la cronaca ci porta nelle strade di New York a osservare artisti di strada che lavorano con i rifiuti e poi si viene a sapere che nella pop art il rifiuto è diventato un icona da almeno 30 anni. Ma come si fanno soldi con i rifiuti? L’autore su questo non ha dubbi perché la domanda alla quale invita a rispondere è: se la materia prima l’abbiamo in casa perché sui rifiuti debbono lavorarci in pochi e soprattutto in alcune regioni del Nord Italia? Poi ci sono esempi vistosi con la Finanza di Mare che sequestra container pronti a portare rifiuti in Cina e se questa operazione se si chiama “Golden Plastic” ci sarà pure un motivo. Sino a quello più eclatante – come esempio di miniera preziosa - dei miliardi di euro tra oro e argento che ci sono nei computer dei quali solo il 15% viene recuperato. Allora si capisce meglio perché è risorsa e si possono fare soldi. Allora che si fa? Cominciamo?
LanguageItaliano
Release dateFeb 5, 2016
ISBN9788892550728
Come fare soldi con i rifiuti

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    Come fare soldi con i rifiuti - Roberto De Giorgi

    Roberto De Giorgi

    Come fare soldi con i rifiuti

    UUID: 50921c28-cbda-11e5-801e-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    Prima c'erano....le discariche

    Da straccivendoli ad imprenditori: quando sui rifiuti si fa la differenza

    Allora cominciamo!

    Le cicche per terra? Basta multe, riciclo perfetto

    Fare soldi con la plastica

    Trasformare la materia, più che un bisogno, una mission

    Costruisci e demolisci e...quanto rifiuto!

    Fare i soldi con la carta

    Organico - Dal compostaggio all'energia sociale

    I rifiuti tecnologici

    Gli ingombranti e i mercatini del riutilizzo

    Il vetro bianco o scuro, meno male che c'è il vino

    Diventare artisti con i rifiuti

    Il futuro colorato senza rifiuti

    Prima c'erano....le discariche

    In Italia la discarica sparirà entro il 2040 seguendo il trend degli ultimi anni; nel 2007 rappresentava il 46% nel 2013 il 37%; un ritmo lento rispetto a quanto richiede l’Europa, che richiede la completa attuazione di quanto stabilito dalla direttiva discariche e cioè la riduzione, entro il 2016, dello smaltimento in discarica dei rifiuti biodegradabili al 35%, di quelli prodotti nel 1995, fino alla totale eliminazione dalla discarica dei rifiuti organici non trattati. Tra le altre misure c’è l’incentivazione della produzione di compost di qualità, anche attraverso la definizione di specifici criteri end of waste attualmente in fase di definizione a livello europeo.

    Ma osservando il trattamento dei rifiuti, viene fuori che, laddove si è puntato alla gestione con un parco impiantistico adeguato, il ricorso alla discarica è ridotto come in Lombardia dove lo smaltimento in discarica è ridotto al 6% del totale di rifiuti prodotti, in Friuli in Venezia Giulia al 7% ed in Veneto al 9%. Nelle stesse regioni la raccolta differenziata è pari rispettivamente al 53,3%, al 59,1% ed al 64,6%.

    Un esempio vistoso è riferito agli impianti per il trattamento della frazione organica: 183 impianti dei 283 operativi a livello nazionale sono localizzati al Settentrione, per cui se il pro-capite nazionale di trattamento dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata (digestione anaerobica + compostaggio), nel 2013, è pari a 71 kg/abitante con valori molto diversi nelle singole aree geografiche: 105 kg. abitante al Nord, 60 kg/abitante al Centro e 33 kg/abitante al Sud. Il dato del Sud è penalizzato perché l’assenza impiantistica comporta la movimentazione di rilevanti quantità di rifiuti da queste aree verso il Nord.

    In un intervento a Carosino, in provincia di Taranto, nell’ambito della Sagra del Vino, lo scrivente aveva detto, a proposito delle discariche: "Per quanto riguarda l’uso della discarica per lo smaltimento del rifiuto urbano in Europa, La Germania versa solo 0,5% della Germania rispetto alla Romania che versa il 99% circa. Oltre alla Germania, anche la Svezia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Danimarca e l’Austria fanno registrare percentuali molto basse (fino al 3% circa), per la Svizzera è un ricordo lontano, 

    UNA PARTE DELL’EUROPA FA SCOMPARIRE LE DISCARICHE mentre, all’estremo opposto, Grecia, Lettonia, Croazia e Malta, smaltiscono in discarica una percentuale di rifiuti urbani compresa tra l’82 e l’87% circa. Se guardiamo la nostra realtà pugliese stiamo intorno a questa percentuale. 

    Attenzione questo non vuol dire che non ci sono problemi - se in qualche paese non ci sono discariche ci sono inceneritori ma in una scala gerarchica di pericolosità prima eliminiamo le discariche e poi rendiamo inutili gli inceneritori".

    Una parte dei rifiuti viene trattato con il sistema TMB, (trattamento meccanico biologico) . Nel report rifiuti tale trattamento viene segnalato in modo problematico rispetto all’analisi dei dati sulla gestione dei rifiuti urbani in quanto una corretta computazione dei rifiuti, una volta sottoposti a trattamenti di tipo meccanico-biologico è pressoché impossibile, essi sono perlo più identificati con codici 191212 (altri rifiuti compresi i materiali misti prodotti dal trattamento meccanico deirifiuti), 191210 (rifiuti combustibili - CSS), 190501 (parte di rifiuti urbani e simili non compostata), 190503 (compost fuori specifica) e 190599 (rifiuti  provenienti dal trattamento aerobico dei rifiuti non specificati altrimenti) e classificati come rifiuti speciali. In molte regioni, peraltro si assiste a rilevanti movimentazioni di queste tipologie di rifiuti verso destinazioni Extraregionali, in quanto speciali e merce. 

    Ecco cosa determina il TMB! Ma cos’è? Un impianto simile fu realizzato a Manduria (Ta) nel 2001 e lo scrivente il giorno dopo l’inaugurazione lo criticò come una malcelata discarica. Perché i TMB triturano e poi dividono la parte umida e quella secca che dovrebbero poi essere la prima destinata a compiti di mera copertura discariche e l’altra parte trasformata in combustibile per inceneritori. Una intuizione del movimento antinceneritori produsse anni fa un documento in cui partiva dalla sigla inglese (Treatment Mechanical – Biological) trasformandola in BMT = Biological – Mechanical Treatmnent; una distinzione apparentemente piccola ma Nel MBT si tratta di impianti dotati di due linee: un braccio automatico finalizzato a recuperare le frazioni riciclabilisecche ancora contenute nei residui appartenenti al cosiddettosopravaglio e costituite da carta-cartoni-metalli ferrosi e non ferrosi-vetro-plastiche ecc. ed un braccio finalizzato a stabilizzare i materiali organici e biodegradabili quali gli scarti alimentari, le falciature, la carta contaminata e il sottovaglio fine. Questobraccio può essere dotato di una sezione di digestione anaerobica (a umido, a semiumido o a secco) per la valorizzazione energetica delle frazioni biodegradabili per la produzione di biogas ad alta componente metanica (55-70%).

    Tale sistema non ricorre a modalità preliminari di triturazione che comprometterebbero

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